Un’associazione per imparare a vivere meglio. Centro di riabilitazione malati neoplastici - Padova
LA PAGINA DELLO PSICOLOGO
Costruire resilienza
LA VOCE DEL MEDICO
Curare quando non si può
guarire
CONSIGLI DI LETTURA
IN CUCINA!
I DIRITTI DEL MALATO
PERIODICO QUADRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
ART. 2 COMMA 20/LETT. C. - LEGGE 662/1996 - PADOVA CMP
n° 75 - febbraio 2015
CONOSCIAMO IL PATRIMONIO DI PADOVA
Orto Botanico e Giardino della Biodiversità
“L’Orto Botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la
culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche
moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia”
Questa è la motivazione con cui
l’Orto Botanico di Padova è stato
inserito nel 1997 nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco (World
Heritage List) ed è la definizione
che meglio descrive l’eccellenza a
livello di mondiale di questo tesoro
della città di Padova.
Fondato nel 1545 da Francesco
Bonafede, l’orto botanico si sviluppa fra le basiliche del Santo e di
Santa Giustina ed è il più antico d’Europa. Il cosidetto Hortus simplicium nasce per lo
studio e la coltivazione dei “semplici”, ovvero le piante medicinali che allora costituivano
la base della medicina e della farmacologia. Nel corso dei secoli all’Orto – che comprende
circa 6.000 specie - sono state aggiunte la Biblioteca (che raccoglie oltre 20 mila volumi),
il Museo Botanico e l’Erbario.
Da settembre 2014 è aperto al
pubblico anche il Giardino della
biodiversità, sorto su uno spazio
contiguo, pensato e nato come
ampliamento del Giardino Cinquecentesco. Sono 1.300 le specie
ospitate e provengono da tutto il
mondo. Si passa dalla pianta della
vaniglia al baobab alla Welwitschia
mirabilis del deserto del Kalahari
al pompelmo e al bergamotto e a
molte altre ancora. Della nuova
area spicca l’edificio delle serre,
alto 18 metri con un fronte di 100
metri interamente rivestito in vetro. Un effetto ottenuto attraverso
un nuovo sistema di fissaggio, senza profili esterni e in grado di sopportare carichi di vento
oltre i 400 kg/mq. Un vero e proprio Solar Active Building, progettato per mantenere e
trasformare l’energia solare attraverso l’impiego di materiali innovativi e l’installazione di
pannelli fotovoltaici. Il complesso è inoltre provvisto di un sistema per la raccolta dell’acqua piovana, immagazzinata per essere utilizzata nell’irrigazione delle piante.
Le piante sono divise in ambienti omogenei per umidità e temperature, che simulano le
condizioni climatiche dei biomi del Pianeta: dalle aree tropicali a quelle subumide, dalle
zone temperate a quelle aride.
Padova, Via Orto Botanico 15
Tel. 049 827 2119
Fonti
www.ortobotanicopd.it
www.unipd.it
3
Associazione “Noi e il Cancro – Volontà di Vivere” ONLUS
Via Paruta, 32 – 35126 Padova
tel. 049 – 8025069 fax 049 – 8035774
e-mail: [email protected]
sito Internet: www.volontadivivere.org
posta certificata: [email protected]
Periodico quadrimestrale
N. 75 FEBBRAIO 2015
COD. FISC. 80040220289
Riconoscimento giuridico N. 115 (PD/495)
L’Associazione è iscritta al Registro Regionale del Volontariato
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Segreteria di redazione presso
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L’Associazione non ha delegato nessuno a raccogliere offerte
a domicilio.
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Direttore di redazione:
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Direttore responsabile:
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Hanno collaborato alla redazione di
questo numero:
Andriolo Stagno L., Artosin G., Conca
L., Fabretto M. Falasco M., Tanzella C.,
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La collaborazione alla rivista è aperta a
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Autorizzazione Tribunale di Padova
n° 1274 del 27.3.1991
Spedizione in abbonamento postale
Art. 2 comma 20/C Legge 662/1996 Padova CMP
Sommario
pag. 3
Conosciamo il patrimonio di Padova
pag. 6
Editoriale
pag. 7
Testimonianze e storie di vita
pag. 9
La pagina dello psicologo
COSTRUIRE RESILIENZA
pag. 12
Appuntamenti e opportunità
APPUNTAMENTI ISTITUZIONALI - ASSEMBLEA DEI SOCI
CONSULTA MASCHILE
CORSO DI BURRACO
CORSO DI PITTURA
CICLO DI CONFERENZE A CURA DEL DR. TREVISAN “IL LIMITE COME OPPORTUNITÀ DI CRESCITA”
EDUCAZIONE ALIMENTARE - DUE INCONTRI DEDICATI ALLA PREVENZIONE
SPETTACOLO TEATRALE “LISISTRATA”
IL TE’ NEL GIARDINO DELLE ROSE
“COSÌ VICINI COSÌ LONTANI”
pag. 16
La pagina del medico
CURARE QUANDO NON SI PUÒ GUARIRE
pag. 19
Notizie, eventi e recensioni
QUANDO IL SOSTEGNO PSICOLOGICO NON È ABBASTANZA
ANCHE LE PAROLE CURANO
IMMAGINI DAL 2014
TRUE COLORS
YOGA DELLA RISATA - IMPRESSIONI ED EMOZIONI
CENA DI NATALE
CONSIGLI DI LETTURA
IN CUCINA!
pag. 25
Info utili
RICHIESTA PROTESI MAMMARIA ESTERNA - L’ITER DA SEGUIRE
I DIRITTI DEL MALATO
pag. 27
Varie dalla segreteria
LINFODRENAGGIO MANUALE IN ASSOCIAZIONE - COME USUFRUIRNE
BENVENUTO EDOARDO! FIOCCO AZZURRO PER FEDERICA CAPPELLATO
DONA ORA...CON PAYPAL!
pag. 28
Agenda
pag. 29
Ringraziamenti
pag. 31
Promemoria e collaborazioni
EDITORIALE
Tifosi della vita, quella di oggi
di Lucia Andriolo Stagno
Si, è una dichiarazione di fede: siamo tifosi della vita.
Chi? Noi, dell’Associazione Volontà di Vivere, siamo tifosi della vita, o almeno
ci sforziamo di esserlo, nella convinzione che la vita vada scelta, voluta e
amata, sempre e nonostante tutto. Di fronte a tentennamenti, titubanze,
dubbi, che ci possono prendere sulla sua bontà, non dobbiamo arrenderci:
la vita resta comunque il valore più importante per cui battersi. L’alternativa
è un ripiegarsi, uno spegnersi alla vita, quanto mai penoso.
Dire sì alla vita, e con decisione: perchè, se non siamo tifosi sfegatati della
vita, essa ci supera, va avanti e ci lascia indietro. Non solo: dire sì alla vita
di “adesso”. Finchè restiamo fermi e indecisi, nostalgici di un passato che
non torna, essa va avanti, prefigura nuove situazioni e scenari che possono
coglierci impreparati. Ciò che sembra un male assoluto, col tempo (che
relativizza e ridimensiona e ci rende più oggettivi) si presenta magari meno
terribile. Insomma le sfaccettature, le sfumature dell’esistenza, le sorprese
positive sono tante e si possono scoprire solo vivendo, con entusiasmo,
tutto quanto ci arriva, cercando di piegarlo al meglio.
L’importante è restare a contatto con se stessi per definirsi di volta in volta
restando però aperti al cambiamento e nel contempo chiudendo le parentesi
quando la vita te lo chiede e facendo dei punti e a capo. Un trucco è forse
questo, rimanere se stessi nel cambiamento, trovare la propria continuità
nel continuo aderire ad una vita che cambia. Bisogna superare la paura di
perdersi, ma anzi gustare il riconoscersi sempre attraverso il confronto con
l’altro e con quello che la vita ci pone. Insomma, fedeli ad un sé che resta
libero di cambiare.
Illudersi di congelare la vita, arrestandola alle
“immagini” più belle, ai momenti più felici è molto
pericoloso, perchè ci porta a non affrontare la
nostra vita per quello che di bello e brutto è, in
questo preciso momento. Ma, se non si fanno i
conti con la vita reale, i tonfi, le cadute, le scivolate
sono assicurate. E in più: distratti a guardare ciò
che si è perso, non ci accorgiamo del nuovo che
viene avanti e che magari ha tanto da darci e da
dirci; insomma, non cogliamo nuove occasioni e
opportunità. Sempre, in ogni dove, dentro e fuori di
noi, ci sono semi di vita che aspettano le nostre cure
per crescere e svilupparsi .
Bisogna solo imparare a vederli, questi fermenti di
vita, senza paura delle vecchie scottature, svegliando
la mente e aprendo il cuore . Facendo il tifo.
Insomma, la vita ci può dare veramente tanto, a patto che ci facciamo
i conti, ci muoviamo con lei, come fosse il partner di un balletto con cui
muoversi in sintonia, per non pestarsi i piedi a vicenda.
A buon intenditore...
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TESTIMONIANZE E STORIE DI VITA
Cara Caterina,
come segno tangibile della mia gratitudine verso l’Associazione, ti informo che ho provveduto ad effettuare un
bonifico a vostro favore.
Penso che leggerai questo mio biglietto già nel 2015 per
cui, sperando che tu abbia trascorso delle serene festività
con la famiglia, faccio a te e all’Associazione i migliori auguri per l’Anno nuovo.
Continuate così!!! Siete un punto di riferimento fondamentale per noi donne operate al seno ed un valido sostegno.
C’è una canzone di Ligabue che dice “…quando sai com’è
l’abisso non sei più lo stesso” e mi commuove ogni volta
che l’ascolto.
E’ bello e confortante sapere che ci sono delle persone
come te e i tuoi validi collaboratori che sono pronte a spendersi per aiutarci a “tornare dall’abisso”, e a diventare con
un rinnovato vigore migliore lo stesso…
Grazie! Un forte abbraccio
M.
Carissima amica,
ti ringrazio anche a nome di tutto lo staff operativo per le
tue affettuose espressioni di riconoscenza e per gli auguri
per il nuovo anno, che ricambiamo, perché sia ricco di
luce e serenità per tutti.
Mi fa piacere sentire che ti commuovi ogni volta che
ascolti la canzone di Ligabue, ma nel contempo spero
che dopo aver conosciuto il comune abisso tu sia tornata
meglio di prima, perché la malattia - è vero - ci fa soffrire
ma ci offre anche l’opportunità di rinascere come l’Araba
Fenice più forti di prima. Se così non è, forse hai bisogno
di una spintarella…vieni che ne parliamo.
Un caro abbraccio
Caterina Tanzella
Ho conosciuto S. G. perché voleva raccontarmi la sua storia. A spingerla è stata la gratitudine nei confronti dei suoi
datori di lavoro, che durante la sua malattia si sono comportati con una correttezza e una disponibilità decisamente non comuni. La storia è questa: S. era disoccupata da
due anni, da quando cioè aveva chiuso il suo bar. Da allora
faceva lavoretti, si dava da fare, mandava curriculum. Con
i problemi di tanti: un marito disoccupato, un mutuo da
pagare, qualche risparmio che lentamente si assottiglia.
“Non sai cosa vuol dire essere senza lavoro”, mi ha detto.
Purtroppo lo so, avrei voluto dirle, ma eravamo lì a parlare
di lei. Aveva un foulard bianco e rosa in testa, orecchini, un
po’ di trucco. Sorseggiava del tè verde da una bottiglietta.
Il tipo che si tiene su insomma, come la maggior parte delle donne che fanno la chemio. Finalmente un giorno viene
chiamata per un colloquio. Dal Brunchybar di via Jappelli,
in zona universitaria. Parla con la responsabile dell’eser-
cizio, che lo gestisce per conto di
un’azienda. “Tiziana, una donna di gran cuore”, mi racconta.
“Deve aver capito che avevo un
disperato bisogno di lavorare”.
Così S., felicissima, comincia a
dare una mano nelle ore di punta e si rende sempre più utile indispensabile. Un giorno inizia a
sentire un dolore al braccio. Sulle
prime pensa che si tratti del lavoro nuovo, invece poi le viene diagnosticato un tumore al seno. Erano i primi di novembre
dello scorso anno. S. si è dovuta sottoporre a un periodo di
chemioterapia prima dell’intervento. “Mi assentavo dal lavoro il minimo indispensabile, i giorni in cui andavo al day
hospital per la terapia. E un giorno sono stata chiamata
dall’amministrazione dell’azienda. Mi hanno proposto un
contratto. Immaginavo fossero al corrente della mia malattia, ma ho voluto dirglielo, perché ci tenevo che fosse
tutto chiaro. Mi hanno risposto che erano contenti di me
e che ritenevano giusto dare un’opportunità alle persone
che valgono”. L’unica volta che S. ha versato una lacrima,
da quando le hanno diagnosticato il cancro al seno, è stata una lacrima di gioia, quando ha firmato il contratto. Le
sorprese non sono finite: tra decorso post operatorio e altra chemio, è costretta a rimanere a casa dal lavoro più di
quanto vorrebbe. I titolari, Carlo e Alberto Illotti, di Vigonza,
si tengono al corrente sulla sua salute attraverso Tiziana.
Dopo aver dato fondo alle poche ferie maturate, ai giorni
di malattia e alle ferie anticipate, S. viene informata dalla stessa amministrazione che i malati oncologici hanno
diritto a usufruire di un periodo di ‘congedo straordinario’, retribuito dall’azienda. Straordinario, veramente, è il
comportamento dei datori di lavoro, in un momento in cui
sempre più spesso si approfitta della situazione di crisi per
giustificare ogni sorta di abuso. Evidentemente, ci sono
anche imprenditori che vengono incontro ai bisogni delle
lavoratrici, anche quando sono ammalate.
Ho raccontato questa storia perché è una bella storia ed
è giusto dare dei buoni esempi, soprattutto in questo momento. Le donne che perdono il lavoro durante il periodo di
cura o nel periodo immediatamente successivo solo oltre
il 10%. Purtroppo tra i lavoratori ci sono figure professionali, come le partite Iva, che non hanno tutele. Ma tra chi
può dare o togliere il lavoro, c’è chi si limita a mantenersi
entro i larghi confini che la legge consente e poi ci sono le
persone per bene. Fra loro, una bella differenza. E questo
caso lo dimostra.
Madina Fabretto
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TESTIMONIANZE E STORIE DI VITA
Tu A. sai di cosa parlo e sono fiera di avere un’amica che sa
come destreggiarsi nei momenti bui affinché non oscurino
il sole che ogni giorno per fortuna ci porta la luce.
Un caro abbraccio
Caterina Tanzella
Che dire, c’è poco da commentare oltre quanto ha già
scritto la giornalista Madina Fabretto. L’Associazione
ringrazia S. per aver raccontato la sua storia e noi la
pubblichiamo nella speranza che possa stimolare altri
imprenditori ad avere la stessa sensibilità di fronte a chi
ha problemi di questo genere.
Caterina Tanzella
Cara Caterina,
mi ha indignato quanto letto e riletto a proposito
dell’articolo di Science del 2 gennaio scorso nel quale gli
autori lavorano di deduzioni e di fantasia su un calcolo
statistico-genico sulla frequenza di alterazioni cellulari alla
base del cancro, come pure alla base dell’evoluzione di
tutte le specie compresa quella umana, per concludere
che una grossa fetta di motivazioni che portano alla
malattia è dovuta alla “cattiva sorte” (bad luck).
Mi rattrista pensare che una rivista scientifica possa tirare
in ballo la “fortuna” o il “destino” per colmare i vuoti della
scienza. Oltre che antiscientifico mi pare vagamente
offensivo per i malati che non ricevono risposte ma
discorsi, elucubrazioni e disquisizioni su come definire
il “nulla”.
La” fortuna” come motore darwiniano del cancro e
dell’evoluzione? Se una persona non si ammala è”
fortunata”, se si ammala è “sfortunata”?
Colpevolizzare i malati per i quali alla fine servirebbe ben
poco uno stile di vita sano perché tanto è colpa della
“fortuna” o della “sfortuna”, non è la strada giusta per
surrogare l’impotenza che ancora mortifica la lotta contro
il cancro. Credo che quello che si aspettano questi malati
non siano calcoli statistici sull’imprevedibilità genica ma
la consapevolezza che la scienza e la medicina lavorano
sodo per ridurre al minimo ciò che resta ignoto in questa
ed in altre malattie .
Un forte abbraccio a te Caterina e un caro saluto a tutte
le volontarie dell’associazione, che non lavorano qui per
“caso”, come pure a tutte le iscritte che non sono qui per
“caso”.
Luisa
Questa mattina sono passata dall’Associazione Volontà di
Vivere e parlando con Caterina cercavo parole adatte per
ringraziare del sostegno che mi stanno offrendo in questo
momento difficile e lei mi ha chiesto “perché non scrivi un
articolo per il giornalino?”. Così ho fatto.
Mi viene in mente quando sono entrata 20 anni fa,
sconvolta dalla perdita di mio marito.
Non avevo il problema al seno o comunque un’esperienza
diretta di malattia oncologica.
Ho trovato subito un’accoglienza calorosa con persone in
grado di ascoltare, di capire il dolore e di consolare.
Quando sono riuscita ad accettare la perdita di mio marito
e ad acquisire un po’ di serenità ho trovato la forza di
collaborare all’interno dell’Associazione come volontaria;
nell’impegno ho trovato uno spiraglio per uscire e non
chiudermi in casa a piangere. Sono stata assente per
un periodo, causa vari interventi dovuti all’età e superati
senza tante difficoltà, ma quest’ultimo mi ha sconvolta, il
male del secolo ha preso anche me.
Sono corsa in Associazione a chiedere aiuto e ancora una
volta ho trovato che è un luogo dove puoi parlare del tuo
problema e sentirti capita, dove trovi professionisti che ti
ascoltano e riescono a farti parlare per far uscire tutta la
tensione che ti stritola come una morsa.
Quando entro dal Dott. Trevisan il mio respiro è corto, ma
quando esco mi sembra di volare.
Nella mia vita mi sono trovata tante volte nel tunnel lungo
e scuro, ma sempre col pensiero alle strategie per uscirne;
ormai ne ho fatto una lunga esperienza, e sempre facendo
leva su una massima che mi piace ripetere al mattino
appena sveglia: IERI È IL PASSATO, DOMANI IL MISTERO,
OGGI IL DONO.
Sono viva.
A. B.
Cara Luisa,
quanta confusione…tra annunci e retromarce, pubblicate
ultimamente su rinomate riviste scientifiche in merito
a cancro e sfortuna. Questo ci spinge ad interrogarci:
si arriverà mai a conoscere cosa dà origine al cancro?
Perché articoli del genere suscitano dubbi.
Nei miei 45 anni di vita oltre il cancro ho letto un’infinità
di annunci, i più disparati, su cose che danno origine a
questa malattia; altrettanto sulla scoperta di farmaci
miracolosi, caduti poi nel silenzio con grande delusione di
quanti, disperati, ci credevano. Del cancro se ne discute
da oltre 70 anni, oggi ci aspettiamo un minimo di rispetto
e concretezza per non spargere sale sulle ferite.
Grazie Luisa dal canto nostro continueremo ad offrire
supporto e informare adulti e giovani sulla importanza che
ha la diagnosi precoce ai fini della guarigione.
Un abbraccio
Caterina
Cara A.,
per fortuna quando si nasce non conosciamo se le strade
che percorreremo nella vita saranno luminose e dritte
oppure irte di difficoltà e buie. Altrimenti il desiderio di
restare bambini coccolati dai genitori sarebbe troppo
forte. La poesia “Itaca” ci insegna che è vivere la vita
a darci la possibilità di sperimentare il bene e anche il
male, che è vivendo ogni giorno – in maniera piena – che
accumuliamo esperienze di ogni tipo – che impariamo
a gestire quei tratti dai quali non vorremmo mai essere
toccati. Nel contempo non possiamo neanche negare che
l’esistenza ci offre anche tante occasioni belle che vanno
a creare quel patrimonio dal quale attingere la forza per
vivere meglio finchè dura la vita.
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LA PAGINA DELLO PSICOLOGO
Costruire resilienza
Dr. Evelino Trevisan
Psicologo Psicoterapueta, Psiconcologo Esperto
Non possiamo comandare i venti
ma possiamo comandare le vele.
Elif Shafak
Non sempre ci è concesso di decidere quali esperienze avere e quali
invece evitare. Certo, la prevenzione
aiuta a favorire lo stato di salute ma
non è sempre garanzia. Se a volte
non possiamo comandare gli eventi
possiamo però produrre il migliore
adattamento possibile all’evento
critico che ci colpisce, ed ecco che
in tal caso diviene determinante la
nostra capacità di resistere e fronteggiare tale criticità.
Ma a questo punto potremmo chiederci: esiste una “rusticità psicologica”? C’è un’individuale capacità
di far fronte ai problemi, di resistere
alle difficoltà, alle crisi?
La risposta è decisamente affermativa e sta caratterizzando gran parte
del recente sviluppo di una branca
delle Scienze Cognitive, il Socio Cognitivismo.
Per lungo tempo la psicologia si è
interessata a come gestire la sofferenza psicologica; più recentemente l’attenzione si è spostata verso
quelle caratteristiche di personalità
che consentono a certe persone di
essere più protette dagli eventi cri-
materiali per indicare la prerogativa
di alcuni metalli di resistere alle
compressioni e presto prende
sviluppo in ecologia, economia,
politica sociale.
In psicologia la resilienza indica la
capacità, quanto mai preziosa, di
resistere agli eventi critici, arrivando
in alcuni casi a sfruttarli a proprio
vantaggio.
Come dicevamo è una forma di
adattamento, non passivo ma attivo,
dinamico, propositivo.
Sono molti gli esempi di persone
che subiscono esperienze drammatiche (ex. campi di concentramento, violenze fisiche e psicologiche,
lutti e malattie) e che offrono testimonianza di riuscire comunque a
gestire tali esperienze, trovando in
esse delle opportunità di crescita,
cogliendo vantaggi.
“Se a volte non possiamo
comandare gli eventi possiamo
però produrre il migliore
adattamento possibile
all’evento critico che ci
colpisce”
tici, di essere “vaccinate” verso il
disagio psicologico.
Ecco la resilienza: la capacità di
adattarsi positivamente alle criticità!
Il concetto nasce nella fisica dei
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E’ noto ad esempio il “Beethoven
factor”: gli storici della musica
hanno evidenziato che Beethoven
compose le sue migliori sinfonie
quando già era completamente
sordo.
LA PAGINA DELLO PSICOLOGO
Come si spiega? Tale effetto indica
la condizione non infrequente di
coloro che reagiscono al trauma aumentando lo sforzo, incrementando
la motivazione e l’impegno e favorendo così l’ottenimento di risultati
non perseguibili altrimenti. E non
è la sindrome di Pollyanna, non è
cioè quella condizione di ottimismo
patologico, quasi delirante, dove sistematicamente vengono rinnegati i
rischi, i dati di realtà, costruendo la
convinzione che va comunque tutto
bene; al proposito ricordo una madre affetta da questa sindrome, che
trascurava la febbre del figlio, sicura
che sarebbe prontamente migliorato da solo, ed il figlio inesorabilmente peggiorava, rischiando serie conseguenze.
sono dotati di:
- grande capacità di adattamento
alle novità
- propensione ad apprendere
- buona fiducia in sé
- uno stile ottimistico (ottimismo
predisposizionale)
- predisposizione alla tenacia, determinazione
- disponibilità alla sfida
Sono persone che trovano opportunità nei cambiamenti, che trasformano le minacce in sfide, che di
fronte ai problemi non si abbattono
ma intensificano i loro sforzi, che si
concentrano sugli aspetti controllabili dell’esperienza rendendo così
più tollerabili quelli incontrollabili.
In definitiva si è visto che queste ca-
- incrementano il concetto di sé (ci
si sente efficaci, quindi fiduciosi)
Ed è a questo punto che, procedendo per quesiti come usano fare i filosofi, possiamo farci un’altra domanda: quanto conta la convinzione di
farcela nel farcela?
La risposta non prevede esitazioni e
senza retorica possiamo affermare:
molto!!!
Nello sport, nel lavoro, nello studio,
ma anche in ambito più squisitamente salutistico, nella prevenzione
e nella gestione delle malattie abbiamo evidenze sulla pregnanza di
questa variabile cognitiva. La convinzione di riuscire a combattere la
malattia, con l’aiuto di professionisti di fiducia, si può concretizzare
nell’affermazione ”sto facendo le
“Gli individui istintivamente resilienti sono persone
che trovano opportunità nei cambiamenti,
che trasformano le minacce in sfide”
Nelle persone resilienti la capacità
di analisi è conservata e risulta congrua con gli eventi: il resiliente non
si nasconde la realtà, la interpreta
senza commiserazioni ma concentrandosi sulle possibili soluzioni,
sulle possibili strategie di gestione
ed è questo che ripristina un senso
di controllo sull’evento e consente
quindi l’elaborazione di un antidoto
cognitivo al senso di impotenza.
A questo punto, un po’ come se ci
trovassimo tra le mani una serie di
scatole cinesi, viene da chiederci:
- quali sono gli ingredienti della
resilienza?
- è possibile indurla in persone che
non ce l’hanno?
In letteratura viene riportato che
gli individui istintivamente resilienti
ratteristiche convergono verso una
particolare variabile cognitiva, studiata da più di venti anni: l’aspettativa di efficacia, la convinzione cioè
di riuscire a produrre i risultati auspicati, ad ottenere una progressione favorevole che avvicini sempre
più all’obiettivo.
Si è osservato infatti che le convinzioni di autoefficacia influenzano i
processi cognitivi e quelli motivazionali, in particolare le persone con
buoni livelli di autoefficacia:
- scelgono obiettivi ambiziosi da
perseguire
- perseverano di fronte ad ostacoli
ed insuccessi
- conservano un miglior benessere
psicologico (diminuiscono stress,
ansia, depressione)
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cose giuste con le persone giuste,
e questo mi offre garanzie, sia pur
relative”. A questo punto è d’obbligo
contrastare con fermezza le posizioni trionfalistiche, quanto mai inopportune per più motivi, che ci porterebbero a considerare l’aspettativa
di efficacia e la resilienza come sinonimo di “garanzia di guarigione”.
Non è così! Oltre che falso ed ingannevole sarebbe un insulto a tutte
quelle donne che non ce la fanno
pur avendo un eccellente stile cognitivo e pur impegnandosi nella
gestione anche psicologica della
malattia. Agevolare l’aspettativa
di efficacia comporta migliorare la
qualità di vita ed incentivare la partnership ma non consente garanzie
sulla prognosi.
LA PAGINA DELLO PSICOLOGO
Ricapitolando:
1) l’adattamento psicologico al cancro definisce contemporaneamente sia il livello di qualità di vita del
paziente che la efficacia nel fronteggiare o meno la crisi, favorendo
la partnership ed innescando così
una ciclicità virtuosa
2) l’adattamento psicologico è a
sua volta la diretta conseguenza di
come quella malattia viene interpretata da quel paziente in quello
specifico momento biografico (significato personale) e tale dimensione
non può essere elusa nel processo
terapeutico
3) l’interpretazione dipende da diverse variabili cognitive; tra queste
la più significativa sembra essere il
senso di controllo, in un continuum
di gradienti che va dalla sensazione
di totale perdita di controllo (impotenza appresa) al senso di riuscire a
gestire sia pur con difficoltà l’evento
critico (resilienza)
4) l’aspettativa di efficacia è il costrutto psicologico che più favorisce
la resilienza; cognitivamente corrisponde infatti all’esatto contrario
del senso di impotenza
5) l’aspettativa di efficacia può essere misurata ed incentivata
Ecco allora definiti gli obiettivi
dell’intervento psicoterapico nelle
persone colpite da cancro al seno
• ripristinare un corretto senso di
controllo personale
• elaborare le ambivalenze (ex.
devo lottare contro il mio corpo e
contro i miei pensieri)
• favorire la resilienza attraverso
l’incentivazione della aspettativa di
efficacia
Si tratta in definitiva di favorire il
“fighting spirit”, ed eccoci giunti
all’implementazione della ricerca
cognitiva di base con la Psiconcologia.
Agli inizi degli anni ’80 il prestigioso gruppo di ricerca inglese, capeggiato da Steven Greer e da Maggie
Watson, in un campione di pazienti
affette da carcinoma della mammella in stadio precoce individuò
cinque profili di reazione psicologica
al cancro: fatalismo, disperazione,
negazione, preoccupazione ansio-
sa, spirito combattivo. Tutte le replicazioni della ricerca iniziale hanno
confermata l’attendibilità predittiva
di tali stili.
In particolare si è osservato che lo
spirito combattivo (fighting spirit) risulta correlato, a parità di fattori prognostici noti (età, stato menapausale, stadio clinico, tipo istologico, modalità di intervento chirurgico, chemioterapia adiuvante, radioterapia
adiuvante) ad un maggior intervallo
libero da malattia e ad una maggiore sopravvivenza rispetto agli altri
quattro stili di adattamento.
Indurre aspettativa di efficacia significa ripristinare un congruo senso di
controllo quindi favorire resilienza
che a sua volta incentiva l’affermarsi dello spirito combattivo e, di conseguenza, è correlato al miglioramento di indici biologici di malattia.
Non tutto ciò che conta si può
contare.
E non tutto ciò che si può contare,
conta.
William Cameron
Le perle
All’inizio è un granello di sabbia, un unico piccolo insignificante granello di sabbia, che penetra nel cuore dell’ostrica e si insedia lì dove non dovrebbe. E’ una presenza aliena, totalmente estranea al delicato equilibrio del mollusco
e per questo molto irritante. Sin da subito genera una forte reazione dei tessuti limitrofi che tentano di espellerlo,
ma inutilmente. A quel punto l’ostrica potrebbe rinunciare ed adattarsi passivamente a quella presenza fastidiosa.
Invece, assecondando un arcaico istinto di sopravvivenza, reagisce, ed ecco che fa l’unica cosa che le rimane possibile: progressivamente inizia a ricoprire di madreperla quel piccolo granello di sabbia, facendolo così diventare
simile a sé e trasformandolo dopo alcuni anni in un oggetto prezioso, la perla. E’ una bella metafora di come gli
ostacoli, le crisi, possano contenere delle opportunità.
Non sempre e non comunque, ma a volte è così. Non è retorica. Perché nel male ci sono parti di bene, perché
dentro al disagio ci sono anche aspetti non totalmente negativi, perché nella sofferenza ci sono forti spinte al cambiamento e c’è spesso una fertile voglia di riscatto e poichè nella vita capita inesorabilmente di doversi misurare
con la sofferenza, allora non rimane che usarla, elaborarla, trasformarla. Serve allora un processo riflessivo che
può durare mesi o anni, che può avvenire spontaneamente ma che a volte necessita di essere indotto ed accompagnato.
Non è retorica, succede!
E’ un percorso sicuramente difficile, faticoso e non esente da rischi ma che alla fine potrebbe farci scoprire di aver
costruito una perla. E potrebbe stupirci di noi stessi e costringerci alla consapevolezza che mai saremmo arrivati a
quella perla senza quell’irritante granello di sabbia.
Bisogna allearsi con l’ineludibile. Marco Aurelio
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APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’
Appuntamenti istituzionali
Assemblea dei soci
martedì 21 aprile 2015
Martedì 21 aprile alle ore 17 nella sede di Via Paruta avrà luogo l’annuale Assemblea dei Soci dell’Associazione
in rispetto a quanto previsto dallo Statuto. La Presidente presenterà una relazione morale di quanto è stato
svolto durante l’ultimo anno di operatività e i relativi risultati. Verrà inoltre presentato il bilancio da parte dei
revisori dei conti e il programma delle iniziative per il prossimo anno.
Invitiamo tutti i soci a partecipare.
Consulta maschile
Corso di burraco
da venerdì 30 gennaio 2015
da martedì 3 febbraio 2015
Da gennaio a maggio, con cadenza mensile, anche
quest’anno, vengono riproposti gli incontri della
Consulta Maschile; si tratta di un piccolo gruppo di
compagni/mariti di donne interessate dalla malattia, gestito dallo psicologo dell’Associazione, il Dr.
Evelino Trevisan. Nel corso degli incontri vengono
discussi ed elaborati quei problemi che insorgono
durante e/o dopo la malattia di un membro della
famiglia, visti dalla parte di chi, “sano”, spesso si
sente bloccato dalla paura di sbagliare comportamento.
Si rinnova anche nel 2015 la positiva esperienza
del burraco in Associazione, grazie alla preziosa
collaborazione della nostra socia Andreina Sartori. A partire dal mese di febbraio, ci sarà di martedì alle ore 15.30 un corso per imparare a giocare. Sempre di martedì lo spazio dell’Associazione
si apre anche a chi è già pratico del gioco e vuole
trovarsi un pomeriggio a giocare con altri appassionati, condividendo così l’interesse per il burraco e
trascorrendo un pomeriggio piacevole, all’insegna
della socialità.
E’ un’esperienza che è giunta al suo quindicesimo
anno, grazie ai positivi risultati ottenuti sia a livello
personale che, di riflesso, per l’aiuto concreto che
i partecipanti imparano ad offrire alle proprie compagne o mogli.
Per iscrizioni e informazioni rivolgersi in Segreteria.
Gli incontri si tengono di venerdì alle ore 21.00
presso la sede di Via Paruta 32.
Per conoscere tutte le date consulta la sezione Agenda o contatta la Segreteria allo 049 8026059.
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APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’
Corso di pittura
da venerdì 13 febbraio 2015
Con l’inizio dell’anno nuovo proponiamo un’attività
creativa che ci auguriamo incontri il gradimento di
molti. A partire da Febbraio in sede inizia un corso
di pittura di dieci lezioni, ciascuna della durata di 2
ore; il percorso partirà dal disegno preparatorio e
si adatterà alle competenze già acquisite dai partecipanti. Le lezioni si terrano di venerdì pomeriggio
alle ore 16.00.
L’incontro introduttivo di venerdì 13 febbraio alle
ore 16.00 serve al docente per verificare il livello di
preparazione degli iscritti e modulare il programma
di conseguenza.
Per la partecipazione al corso è richiesto un piccolo
contributo economico.
Per iscrizioni e informazioni rivolgersi in Segreteria.
Ciclo di conferenze a cura del dr. Trevisan
“Il limite come opportunità di crescita”
da mercoledì 4 marzo 2015
Il 2 gennaio 2015 nella prestigiosa rivista scientifica internazionale Science è apparso un articolo a firma di Tomasetti e Vogelstein (Cancer etiology. Variation in
cancer risk) che ha presto suscitato scalpore e che continua a sollecitare accesi
dibattiti nell’ambito oncologico. La tesi degli autori è infatti rivoluzionaria: la maggior parte dei tumori è provocata dal caso! Quindi diminuisce il ruolo dei fattori ambientali e dello stile di vita, due cardini della prevenzione. Ma soprattutto scompare
quel percepirsi colpevole della malattia per arcani motivi che oggi ancora si riscontra. Molti pareri autorevoli
non condividono affatto l’analisi proposta dalla teoria della “bad luck” (cattiva sorte) però è indubbio che tale
ipotesi ci pone a contatto con uno dei nostri limiti più profondi ed archetipici, appunto l’esistenza del caso. Nonostante le nostre pulsioni narcisistiche siamo inesorabilmente costretti a misurarci con molti limiti, non solo
biologici come succede nella malattia, ma sociali, etici, morali, esistenziali, cognitivi, etc. Tentiamo spesso di
rinnegare tale evidenza ed inseguire un’idea di noi stessi ipertrofica, ma la realtà inesorabilmente ci costringe
all’obbligato ravvedimento.
Ed ecco che proprio in questo confronto possiamo trovare la sfida resiliente più ambiziosa, la montagna più
impervia da scalare, il mare più difficile da solcare.
Si può dimostrare la propria forza nel gestire le proprie fragilità?
E’ giusto ed utile confrontarsi con i propri limiti per trovare personali possibilità trasformative?
E’ l’argomento che propongo nella prossima serie di cinque incontri al mercoledi pomeriggio.
Nell’immaginarli non ho intravisto l’abituale schema delle relazioni frontali bensì un lavoro collegiale, dove
costruiremo assieme domande e risposte come se fossimo un drappello di pionieri che cercano assieme nuovi
itinerari nelle vaste praterie dell’animo umano.
Sarò il conduttore un po’ provocatorio di questo viaggio, sperando di portarvi a scoprire nuove risorse e nuovi
modi di vedere le solite cose.
Dr. Evelino Trevisan
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APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’
Educazione alimentare
Spettacolo teatrale
“Lisistrata”
Due incontri dedicati alla
prevenzione
venerdì 13 marzo 2015
Teatro “Quirino De Giorgio” - Vigonza
marzo 2015
Sarà un modo particolare per prolungare la festa
della donna, per sostenere l’Associazione e soprattutto per passare una serata all’insegna del divertimento, ma anche della cultura. Venerdì 13 marzo,
alle 21, al Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza, con
la collaborazione del Comune di Vigonza le donne
di via Paruta riproporranno “Lisistrata”. In questa
commedia, scritta più di 2.400 anni fa (la prima
rappresentazione risale al 411 a.C.) Aristofane
immagina che le donne di tutte le città greche, in
guerra tra loro, stringano un patto per costringere
gli uomini a cessare le ostilità. Come arma di ricatto
nei confronti dei loro mariti: lo sciopero dell’amore.
Nei panni delle antiche greche, le donne del Gruppo “Crescere con Arte” dell’Associazione Volontà di
Vivere, che hanno frequentato il laboratorio teatrale, insieme a tre attori
che si sono offerti di
interpretare i ruoli maschili. Il tutto sotto la
guida dei registi Federica Santinello – che
ha anche adattato il testo originale – e Bruno
Lovadina e della psicologa e psicoterapeuta
Chiara Vitalone, che
segue il Gruppo “Crescere con Arte”.
Prosegue nel 2015 il percorso di educazione alimentare dedicato alla prevenzione condotto dalla
dottoressa Chiara Zorzin, dietista.
Nel mese di marzo sono previsti due interessanti
incontri aperti a tutti. Questo il dettaglio di date e
argomenti.
“Nutrire corpo e mente”
Lunedì 9 marzo 2015 - ore 16.30
Mangiare significa “ingerire, masticando e deglutendo, una sostanza solida”; significa inoltre soddisfare la sensazione fisica di fame. E non solo.
La fame corrisponde ad un bisogno fondamentale
del nostro organismo ed è propria di ogni essere
vivente. Imparare a conoscere e riconoscere quali
messaggi il corpo ci manda quando ha fame, quando è sazio, oppure quando la ricerca di cibo non
corrisponde a questi bisogni, è di grande aiuto per
regolarizzare l’alimentazione e prevenire l’aumento
di peso.
Il tè nel giardino delle rose
“L’alimentazione dopo la chemioterapia”
Lunedì 23 marzo 2015 - ore 16.30
Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World
Cancer Research Fund) ha concluso nel 2007
un’opera ciclopica di revisione di tutti gli studi
scientifici sul rapporto tra alimentazione e tumori.
Ne è nato un decalogo costituito da 10 raccomandazioni per la prevenzione del cancro, rivolte anche
a chi si è già ammalato.
Sabato 16 maggio 2015
Un giardino pieno di rose, una compagnia piacevole, belle poesie e tanti spunti per uno scambio coinvolgente: proponiamo anche quest’anno l’appuntamento primaverile a Monteortone, al quale parteciperà il Dr. Evelino Trevisan, psicologo dell’Associazione, ed il Gruppo “Crescere con Arte”. L’incontro
è previsto sabato 16 maggio dalle 16.00 alle 18.00
e si svolgerà nell’accogliente casa del nostro consigliere Nicola Salvatore - che ringraziamo per la disponibilità - sita in Via Vicinale Monteortone, 16 nei
pressi dell’omonimo santuario. Per informazioni e
iscrizioni contattare la Segreteria.
Per iscrizioni e ulteriori informazioni si prega di
contattare la Segreteria.
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APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’
“COSÌ VICINI,
COSÌ LONTANI”
Dal messaggio di Marina
un progetto dedicato ai familiari
dei malati oncologici
Marina era una giovane donna che ha lottato contro
il cancro, ma che ha soprattutto scelto la Vita fino
all’ultimo, in tutte le manifestazioni a lei più vicine.
“Non abbiate paura di affrontare le difficoltà, di scoprire cose nuove, di mettervi in gioco; in una parola,
di vivere”. Marina amava ripetere queste parole ed
era coraggiosa, trasparente e disponibile: così ce
l’hanno descritta i suoi genitori ed il suo amico Alberto.
Proprio i genitori di Marina hanno chiesto all’Associazione di promuovere un progetto in sua memoria
che fosse d’aiuto anche ad altre persone, ad altre
famiglie, per poter approfondire l’impatto che il cancro può avere all’interno dell’intero nucleo familiare,
non solo sul paziente stesso.
“Volontà di Vivere” si occupa già da anni anche dei
familiari, offrendo servizi di sostegno psicologico,
sia individuale che di gruppo.
“Così vicini, così lontani”, progetto che nasce grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ente presso cui lavorava
Marina, si aggiunge ed amplia il nostro lavoro in
questi termini. Il progetto comprende un opuscolo
con testimonianze di diverse persone, che non sono
state direttamente colpite dalla malattia in qualità
di pazienti, ma che l’hanno invece vissuta attraverso altri ruoli - genitore, fratello, figlio, coniuge, amico
- e che saranno approfondite dal punto di vista clinico da professionisti della nostra Associazione. Inoltre è in preparazione anche un convegno che, oltre
a presentare questo contributo scritto, intenderà
mettere in luce, in maniera ancora più consistente, quanto complessa sia la costellazione affettiva,
sociale e relazionale che ruota attorno al malato.
L’evento andrà a sottolineare quanto sia importante
prendersi cura di entrambi i soggetti – paziente e
familiari - a 360 gradi, per alimentare e sostenere
la loro capacità di relazionarsi stando vicini, valorizzando il proprio essere “persone” con il patrimonio
di esperienze e di vita che va oltre la malattia (di cui
c’è già chi si occupa con competenza).
La comunicazione di una diagnosi di cancro in famiglia, infatti, rappresenta un tema particolarmente
delicato, in quanto la malattia determina un importante cambiamento, non solo nella vita del paziente ma anche dell’intero nucleo familiare. Il cancro
pertanto può essere considerato una “malattia familiare”, alla quale ogni membro si deve adattare
sviluppando nuove risorse, che possano permettere
di integrare i vissuti di malattia all’interno delle proprie esperienze e della vita quotidiana.
Spesso accade che all’interno della famiglia ci si
trovi ad affrontare la malattia come se si vivesse
in “mondi diversi”, separati da codici linguistici e
comportamentali differenti, dove però il terreno degli affetti rimane ugualmente minato.
Il percorso da intraprendere insieme, come famiglia
nella sua totalità, dovrebbe essere rivolto a trovare un nuovo equilibrio di relazione, vivendo in prima persona e comunicandosi poi reciprocamente
l’esperienza di cambiamento, alla ricerca di un possibile significato condiviso.
Consapevoli di quanto sia importante per la famiglia
potersi aprire, confrontarsi veramente sui significati
profondi che la malattia porta con sé, ognuno con
le proprie modalità e secondo le proprie capacità,
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15
LA PAGINA DEL MEDICO
Curare quando non si può guarire
Intervista a Bianca Fraccaro, medico palliativista ASL 15 (Cittadella – PD)
a cura della Dr.ssa Luisa Toderini
Bianca Fraccaro è una dottoressa che
si presenta con aria leggera, passo
spedito e sorriso accogliente.
Da quanto tempo sono presenti le
cure palliative nel nostro paese, in
generale, e in Veneto in particolare?
Vittorio Ventafridda, medico oncologo, ha incominciato a trattare negli anni ’70 i suoi pazienti a Milano
come volontario. In seguito, l’attività
della medicina palliativa è stata regolamentata dalla Regione Lombardia.
Anche il Veneto ha regolato questo
tipo di cure. La legge regionale veneta 7/2009, votata all’unanimità, ha
fatto da canovaccio alla legge nazionale 38/2010 che norma la struttura
delle cure palliative, il personale che
deve essere presente e i diritti dei cittadini. Norma inoltre la rete della terapia antalgica, del dolore “benigno
cronico” e del dolore oncologico .
Oggi è più corretto chiamare le cure
palliative ”terapie di supporto”. Nella
cultura collettiva si associa palliativo a inutile, ma in realtà l’estrazione
è ben più nobile. Deriva dal famoso
pallium , il mantello che nell’antichità
copriva la toga, ma anche il mantello di San Martino, che dà da vestire
al pellegrino. Infatti il giorno di ricorrenza della festa di San Martino è
dedicato anche alle cure palliative. Si
tratta cioè di terapie che si prendono
cura di te come paziente e come nucleo familiare e che hanno quindi lo
scopo di alleggerire anche il disagio
familiare.
qual è la situazione per quanto riguarda la ASL 15?
La disciplina del medico palliativista
non è ancora inserita in una scuola
di specialità. In Italia esistono corsi
post universitari (Master) riconosciuti, ma sono stati attivati da poco. Per
quanto riguarda il Veneto, le caratteristiche organizzative delle varie ASL
sono simili tra loro. Nell’ASL 15, ad
esempio, nell’equipe di cure palliati-
quanto orientate a questa disciplina.
Vi è anche un medico anestesista, un
medico strutturato, dipendente dalla ASL, con 38 ore settimanali; circa
sei infermieri dedicati, due operatori
socio sanitari, una segretaria. Nel territorio della ASL 15 vi sono due strutture di Hospice con dodici posti letto
complessivi, sei a Cittadella e sei a
Camposampiero, in cui lavorano due
psicologi.
In pratica l’attivazione del servizio
funziona così: il medico di medicina
generale, in seguito alle richieste del
paziente o della famiglia o dell’oncologo, segnala il paziente al gruppo di
cure palliative. La segnalazione avvia
la consulenza e quindi una collabora-
“Le cure palliative vengono anche
dette “cure della sedia”, cioè il
medico siede vicino al malato e gli
dedica un pò di tempo”
ve, vi sono quattro medici con “particolare interesse per le cure palliative”
(“general pratictioner with special interest”) con formazioni diverse, per
La legge regolamenta la professionalità degli operatori ma sappiamo
che la cosa viene ancora molto lasciata alla buona volontà dei singoli;
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zione col medico curante nel controllo dei sintomi che correlano la malattia e non si possono evitare o sono
difficili da controllare come il dolore,
la nausea, i formicolii.
Le cure palliative vengono anche dette “cure della sedia”, cioè il medico
siede vicino al malato e gli dedica un
po’ di tempo.
A fianco delle cure “high tech”, di alto
livello, dello specialista, noi diamo
cure “high touch”, più di “contatto”.
Il controllo del sintomo non è mai
astratto ma è sempre personalizzato e accompagnato dall’accoglienza
del malato e della sua famiglia nella
globalità. L’aspetto comunicativo ed
empatico è fondamentale. Anche lo
stesso controllo del dolore è fatto in
modalità farmacologiche diverse in
pazienti diversi.
LA PAGINA DEL MEDICO
Quindi il palliativista non è più il medico di “fine vita”?
Tendenzialmente le cure palliative
nascono in ambito puramente oncologico perché nascono negli anni ‘70,
in cui i progressi in oncologia erano
agli albori. Negli ultimi anni si stanno
sempre più occupando anche di altri
malati.
Fig. 1
Originariamente il paziente veniva
seguito dall’oncologo solo fino al punto in cui per il medico “non c’era più
niente da fare“. Il palliativista arrivava alla fine del percorso terapeutico
oncologico ( fig. 1), quando i sintomi
erano importanti e non c’era molta
possibilità di costruire un “percorso
di cura”.
In seguito si è capito che, anche
quando il paziente non può più guarire, può ugualmente essere curato, sia
perché la malattia oncologica riesce,
oggi sempre più spesso, ad essere
cronicizzata, sia perché, comunque,
anche se inguaribile, non è incurabile.
La difficoltà maggiore sta nel riuscire
ad avere abbastanza tempo per costruire una relazione terapeutica.
Ci sono studi che dimostrano che
pazienti trattati precocemente dal
medico palliativista hanno avuto una
sopravvivenza più lunga di quelli che
non hanno avuto questa possibilità.
Fig. 2
Il palliativista oggi fornisce cure simultanee a quelle oncologiche, affiancando l’oncologo fin dai primi
momenti. Subentra poi all’oncologo
nelle cure di fine vita (fig 2).
impieghi estremi. In realtà oggi sappiamo che non è così. Le conoscenze
raggiunte sono a tutt’oggi tali e tante
da poter assicurare un corretto ed efficace approccio antalgico nella mag-
“Si è capito che, anche quando il
paziente non può più guarire,
può ugualmente essere curato”
In ogni caso, le cure palliative di base
non vengono date esclusivamente
dal palliativista, ma dovrebbero essere appannaggio di tutti i medici , soprattutto degli oncologi, dei neurologi e dei medici di base. Il palliativista
subentra in seconda linea, quando le
terapie di base tradizionali sul controllo dei sintomi diventano difficili
da gestire.
Come per una polmonite, tutti i medici dovrebbero saperla trattare, soltanto le polmoniti più gravi richiederebbero lo specialista pneumologo.
In Italia c’è stata una grossa lotta
per il diritto al controllo del dolore,
anche solo per allargare l’uso della
morfina, poiché tale farmaco è stato da sempre considerato solo per
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gior parte delle situazioni. Tuttavia,
nonostante la disponibilità di strumenti e la possibilità concreta di dare
adeguata risposta, l’Italia rimane fanalino di coda in Europa per l’uso di
farmaci e di oppioidi per il controllo
del dolore.
Sprizzi energia da tutti i pori, sembri
una palliativista nata, non ho potuto non ascoltare le tre telefonate
che hai ricevuto durante l’intervista ,
evidentemente di “pazienti difficili“;
cosa ti spinge a fare questo lavoro?
Quando mi prendo cura del paziente globalmente, nel momento in cui
qualsiasi altro medico si allontana, allora sento il vero significato della mia
LA PAGINA DEL MEDICO
professione. Non è come dare un
antibiotico per guarire una tonsillite.
Mi sento un “vero medico”, mi sento
sempre più ricca professionalmente
e personalmente.
Ho una storia personale e professionale “complicata”, sono passata dalla
medicina alla pediatria e alla psicoterapia. Ho capito, attraverso esperienze personali e professionali, che
il desiderio estremo di non far morire mai, di intervenire sempre, era un
problema del medico, ma non corrispondeva sempre al desiderio del
paziente. È stato allora che ho avuto
la possibilità di essere a contatto con
alcuni pazienti nella fase finale della
loro vita, di osservarli, di ascoltarli, di
capirli. Ho imparato a conoscerli e ho
capito quanto fosse importante che
la medicina facesse qualcosa anche
per loro, che si occupasse della sofferenza dei malati e non solo della loro
guarigione.
Quante persone ha visto morire?
Quasi come un medico di guerra.
Perché Il palliativista è un “ medico di
guerra”, in tutti i sensi.
Qual è a tuo parere il profilo ideale
del medico palliativista?
Focus
Le cure palliative, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità, si occupano in maniera
attiva e totale dei pazienti colpiti da
una malattia che non risponde più a
trattamenti specifici e la cui diretta
evoluzione è la fine vita.
Il termine deriva da “palliare”, ovvero
coprire, nascondere con un “pallio”,
che, nell’Antica Grecia e nell’Antica
Roma, era il telo di lana che si poggiava su una spalla e si drappeggiava
intorno al corpo, sopra la tunica. Lo
scopo delle cure palliative è il raggiungimento della miglior qualità di
La sua cultura deve essere vasta. Andare dalla farmacologia clinica, all’etica, alla capacità speciale di entrare
in intimità con il malato. L’intimità si
acquista ascoltando il racconto della
sua vita, i dolori, gli entusiasmi; riconoscere i suoi ricordi significa riconoscere la persona, cosa molto importante per il malato, anche per poter
affrontare insieme le brutte notizie.
Chi non sa parlare di arte, di musica,
chi non sa ascoltare, non deve intraprendere questa professione.
Ma il palliativista deve anche essere
un buon clinico per riuscire a eliminare il dolore; e non è facile, perché a
volte il dolore è incoercibile. Inoltre,
ogni sostanza che usiamo può avere
effetti collaterali, un prezzo da pagare che va considerato e combattuto.
D’altra parte il dolore ha un’azione
determinante sulla qualità della vita,
impedisce di mangiare, di dormire, di
pensare, se non lo si elimina non si
può neanche affrontare il problema
del rapporto con il paziente e del suo
rapporto con la famiglia.
Qual è la missione delle cure palliative?
Le statistiche internazionali dimostrano che il paziente terminale, e non mi
riferisco soltanto a quello oncologico,
vita possibile per i pazienti e le loro
famiglie. Ci si occupa dei sintomi dei
pazienti con patologie neoplastiche
oppure croniche come l’insufficienza
cardiaca o renale in fase terminale o
patologie neuro degenerative. Spesso
si sono confuse le cure palliative con
le cure di fine vita. In realtà sono un
insieme di procedure che vanno a diminuire sino ad annullare la presenza
di sintomi infastidenti e che possono
peggiorare la qualità di vita; pertanto
possono iniziare anche molto presto,
perché per il controllo del dolore o
della dispnea (difficoltà respiratoria)
o del vomito, l’approccio tradizionale
a volte non funziona o non è adeguato. Gli obiettivi delle cure palliative
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ha la più alta incidenza di dolore;
quindi bisogna agire in quei giorni e
non abbandonare il malato.
Ma non vogliamo limitarci a questo, è
necessario che “eliminare ed evitare
il dolore inutile” diventi una pratica
comune a tutti gli operatori sanitari,
in modo che le cure avvengano con
la minor sofferenza possibile e nel
rispetto del paziente. La malattia si
combatte in tanti modi e si vince anche non facendo soffrire.
Come si fa a non essere troppo coinvolti?
Non si può non essere coinvolti, ma
non è giusto essere troppo coinvolti.
La misura è un cammino di crescita
che si fa trovando degli spazi per elaborare le sofferenze e i lutti dei pazienti, ma, ti assicuro, si riceve più di
quanto si dà.
Sono anche io malata, non so se
mai un giorno avrò bisogno anche
io di ricorrere a questo tipo di cure,
ma credo sia bello pensare di essere comunque professionalmente accompagnati nella minor sofferenza
possibile, fino alla fine. Forse questa
è la parte più “umana” delle cure oncologiche.
sono così riassunti:
• affermano il valore della vita,
considerando la morte come un
evento naturale;
• non prolungano né abbreviano
l’esistenza del malato;provvedono
al sollievo dal dolore e dagli altri
sintomi;
• considerano anche gli aspetti psicologici e spirituali;
• offrono un sistema di supporto
per aiutare il paziente a vivere il
più attivamente possibile sino al
decesso;
• aiutano la famiglia dell’ammalato
a convivere con la malattia e poi
con il lutto.
NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI
Quando il sostegno
psicologico non è
abbastanza
dettaglio si scopre che più a “rischio distress” sono
le donne, i giovani e i residenti al sud. Quali sono gli
strumenti per individuare tempestivamente tale disagio e porvi rimedio con interventi psiconcologici?
SIPO in partnership con AIOM - nelle Linee guida
sviluppate sul tema, sottolinea “l’esigenza di affrontare tale sofferenza con programmi di screening del
distress e l’attuazione di percorsi integrati di cura
che tengano conto del ruolo del supporto psicologico al paziente, a i familiari e all’équipe curante”.
Infatti “E’ stata dimostrata l’efficacia di interventi
educazionali e di supporto psicologico che, se condotti da psiconcologi esperti, hanno un impatto positivo sul benessere del paziente e sul decremento
di burn out nel personale curante”. Ma si sottolinea
“in Italia la situazione risulta precaria”, poiché sono
evidenti “una marcata disomogeneità di servizi di
psiconcologia nel territorio nazionale e una carenza
di regolamentazione e l’assenza della formazione
pubblica”.
La realtà dell’assistenza psiconcologica è ben fotografata dal più recente censimento che sempre
SIPO ha condotto. In esso spicca un dato che riguarda da vicino la nostra realtà: le strutture pubbliche
all’interno delle quali si svolge un servizio di psiconcologia sono quasi 200, ma tra le strutture non
pubbliche questo tipo di servizio viene svolto in gran
parte in realtà associative come la nostra (il dato
percentuale è del 70%).
Un “numero” notevole che non fa che ribadire sia
l’importanza dell’impegno che svolgiamo a fianco
del malato oncologico che la necessità di essere
sostenuti concretamente in questa opera che – se
venisse meno – lascerebbe “scoperti” tanti malati.
Notizie dall’Osservatorio sulla
condizione assistenziale dei malati
oncologici
Il Rapporto sulla condizione assistenziale dei
malati oncologici rappresenta uno strumento di
straordinaria ricchezza in grado di “fotografare” nel
dettaglio la reale condizione dei malati oncologici
e delle loro famiglie, nelle diverse Regioni italiane,
in termini di “domanda da soddisfare” e di “offerta
assistenziale” del sistema Paese.
I dati e le informazioni che il Rapporto contiene
sono raccolte ed elaborate da un Comitato Scientifico composto da rappresentanti del Ministero della
Salute, Società Scientifiche, Istituti di Ricerca, INPS
e volontariato oncologico.
Dal 6° Rapporto dell’Osservatorio sulla condizione assistenziale dei malati oncologici – in particolare dalla versione sintetica pubblicata a cura del
Sole 24 ore - pubblichiamo alcuni stralci di un approfondimento tematico dal titolo “Paradosso psiconcologia: aumentano i bisogni dei malati ma per
contenere le spese si riducono servizi e risorse”; si
tratta di uno studio realizzato da Luigi Grassi, Anna
Costantini e Diana Lucchini della SIPO (Società Italiana di Psiconcologia e da Susanna Busco dell’Associazione Italiana Registri Tumori.
Il dato di partenza è il seguente: il 45% dei pazienti
in Italia presenta una condizione di disagio psicologico clinicamente significativo, inquadrabile come
distress.
“Con tale termine si è concordi oggi nel definire
“un’esperienza emozionale spiacevole, multifattoriale, psicologica, sociale e/o spirituale che può interferire negativamente con la capacità di affrontare il cancro, i suoi sintomi fisici, il suo trattamento.
Inoltre il distress si estende lungo un continuum che
va da normali sentimenti di vulnerabilità, tristezza
e paura, a problemi che possono diventare disabilitanti, come depressione, ansia, panico, isolamento
sociale, crisi esistenziale e spirituale.”
La percentuale menzionata risulta da uno studio
sul Distress compiuto dalla SIPO (Società Italiana di Psiconcologia) su 38 centri oncologici ed un
campione di oltre 1000 pazienti. Andando più nel
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NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI
Anche le parole curano
Il progetto Ippocrates ed il circolo virtuoso che fa bene a medici e pazienti
Pubblichiamo e diffondiamo con piacere i risultati di uno studio realizzato su un tema che da sempre ci sta a
cuore – la relazione medico paziente.
Parliamo di IPPOCRATES (Interventi di Premiazione e Potenziamento degli Ottimi Comportamenti Relazionali di
giovani medici in Ambito Terapeutico e Sanitario), progetto di ricerca ed intervento per migliorare la relazione
medico paziente realizzato dalla Fondazione Giancarlo Quarta insieme all’Istituto Nazionale Tumori di
Milano.
Sei ricercatrici, con formazione psicologica, della Fondazione – una ONLUS di ricerca scientifica con particolare
interesse sociale – hanno raccolto in due anni 5 mila interviste di pazienti oncologici che stavano attraversando
un periodo difficile a livello fisico e psicologico e da ciascun racconto sono stati estrapolati gli elementi positivi
del comportamento dei medici.
I presupposti teorici di funzionamento del progetto erano quelli del «rinforzo positivo» e degli effetti amplificativi
dei processi di «retroazione positiva».
E’ infatti dimostrato come - attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di un determinato comportamento
- (rinforzo positivo), il soggetto che l’ha compiuto tenderà a ripeterlo.
Il comportamento valorizzato e ripetuto, grazie al supporto di visibilità e rilievo,
ritornando all’interno di un sistema (retroazione positiva) modificherà il sistema
stesso, amplificando i suoi effetti. Nel caso specifico i comportamenti premiati sono
stati ripetuti dai medici che li hanno manifestati e progressivamente dai colleghi e
dalle strutture di riferimento.
Nella pratica, sulla base delle interviste sono state scritte oltre 300 lettere di
ringraziamento indirizzate ad un centinaio di medici: i professionisti le hanno ricevute
con un’analisi accurata di ogni passaggio e dell’effetto che il loro comportamento
empatico aveva suscitato nel paziente. Gli stessi documenti – lettere e analisi sono state pubblicati in forma anonima in un sito accessibile a tutto il personale. La
ricaduta di questo progetto è stata oltremodo significativa, grazie al circolo virtuoso
che si è andato a creare; i medici gratificati hanno ripetuto ed amplificato i propri
comportamenti e sono stati imitati da altri medici, arrivando ad un miglioramento
della qualità relazionale del 54%.
Ippocrates è un progetto pilota, primo in Italia e all’estero sul tema, i cui risultati sono
stati presentati in un convegno svoltosi a Milano lo scorso ottobre dal tittolo “Anche le
parole curano. Relazione di cura e complessità”; per chi volesse approfondire e leggere
i dati nel dettaglio consigliamo di scaricare gratuitamente il libro “Anche le parole
curano. Relazione di cura e complessità” dal sito www.fondazionegiancarloquarta.it
(sezione attività, ricerca psicosociale).
Altri stimoli e indicazioni si possono trovare nel libro della Prof. Gemma Martino “Il
dis-agio in senologia oncologica”, che riporta l’esperienza trentennale della Martino
e di Hubert Godard; si tratta di un’opera di cui consigliamo caldamente la lettura, sia
agli operatori sanitari che ai pazienti stessi.
20
Lucia Giudetti Quarta
Alan Pampallona
Anche
le parole
curano
Relazione di cura e complessità
Prefazione di Eugenio Borgna
IMMAGINI
DAL 2014
NOTIZIE
EVENTI
E RECENSIONI
Seminario “Costruire resilienza” con il Dr. Trevisan –
in sede
Convegno sull’umanizzazione delle cure - Auditorium
San Gaetano
Reading di poesie con il Gruppo “Crescere con arte”
- Casetta del Parco Piacentino
Festa Provinciale del Volontariato - Padova
Race for the cure – Maratona Komen – Bologna
Corso di formazione con Gemma Martino – in sede
Seminario “Yoga della risata” con Letizia Espanoli –
In sede
Torneo di Burraco Solidale - Canottieri Padova
21
NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI
True colors
Musica e testo: Tom Kelly, Billy Steinberg
Canta: Cindy Lauper
Tu con gli occhi tristi
non essere sfiduciato
Ho capito che è difficile prendere coraggio in un mondo
pieno di persone
puoi perdere la visione del tutto
e l’oscurità dentro te può farti sentire così piccolo
ma io vedo i tuoi colori veri brillare
e questo perchè ti amo
Non avere timore di mostrarli
I tuoi colori sono veri e sono bellissimi
come un arcobaleno
mostrami un sorriso allora,
non essere infelice
non puoi ricordare.... quando ti ho visto ridere l’ultima volta
se questo mondo ti rende malato
ed hai preso tutto ciò che puoi sopportare
chiamami perché sai che io sarò lì
E vedrò brillare i tuoi colori veri
questo perchè ti amo
quindi non aver il timore di mostrarli
se questo mondo ti rende pazzo
ed hai preso tutto ciò che puoi sopportare
chiamami perché sai che io sarò lì
Grande successo discografico del 1986, cantato dalla voce calda di Cindy Lauper, “True colors” è stato
presentato dal Coro PiemMe – Parole in Musica nel corso del Concerto “Natale Insieme” che si tenuto
Domenica 23 novembre al Teatro Don Bosco di Padova nell’ambito delle iniziative natalizie di raccolta
fondi a favore dell’Associazione.
Condividiamo su queste pagine la traduzione in italiano del testo, rinnovando i ringraziamenti al Coro
stesso per la sentita dedica di questo brano, per l’emozionante interpretazione dello stesso e di tutti i
brani presentati, che hanno spaziato dalla Musica italiana e internazionale più bella agli spirituals più
coinvolgenti.
Grazie alla Maestra Mariarosa Fidora, al Presidente Claudio Cagnin e a tutti i componenti del gruppo per
la bellissima serata e per il grande spirito di solidarietà dimostrato in questa occasione. Un sentimento
solidale condiviso dalle persone presenti, che ringraziamo per il sostegno concreto a noi e ai nostri servizi.
Desideriamo ringraziare anche la Signora Gabriella Trolio che ha voluto partecipare alla serata
omaggiando il coro con una torta speciale.
Un ringraziamento particolare anche a tutte le volontarie dell’Associazione che –a vario titolo – si sono
adoperate per l’ottima riuscita dell’evento.
22
NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI
Yoga della risata
Impressioni ed emozioni
Cena di Natale
Anche quest’anno tanti amici dell’Associazione,
insieme alla Presidente, alle volontarie e ai collaboratori hanno partecipato al consueto Convivio
Natalizio, che si è svolto al Ristorante “La Piroga” di
Selvazzano. È stata una serata piacevole, allietata
dalla musica dell’amica Esther Viviani, che si è conclusa con la consueta lotteria di beneficienza, il cui
ricavato è andato a sostenere le attività istituzionali
dell’Associazioni.
Visto il successo dell’iniziativa desideriamo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno contribuito con
generosi omaggi a incrementare i premi in palio.
Oh che bello! Mi piace! Oh oh oh ah ah ah!
Domenica 9 novembre è stata una giornata uggiosa,
molto autunnale ma nella nostra Associazione c’era
un calore solare, perché si è tenuto un seminario
di “Yoga della risata” e queste esclamazioni sono
state il filo conduttore della giornata.
L’insegnante – la dottoressa Letizia Espanoli
– persona molto carismatica ci ha portato ad
apprendere e poi ad esercitare il metodo della risata
autoindotta.
Questa particolare forma di yoga nasce da un’idea
del medico indiano di Mumbay, il Dottor Madam
Kataria, che ha messo a punto una serie di tecniche
che generano fragorose, salutari e gioiose risate.
La risata è un’emozione potente e positiva, fa bene
alla salute, sia sotto il profilo fisiologico che quello
psicologico; inoltre il nostro corpo non distingue tra
risata forzata e risata spontanea e quindi i benefici
sono gli stessi.
La pratica inizia con movimenti del corpo, battiti
delle mani, piano piano si comincia a ridere
muovendo il bacino e si continua con risate più
intense e fragorose; bisogna farlo per almeno 15
minuti perché ci siano gli effetti desiderati. Il tutto
deve essere intervallato da esercizi di respirazione
pranayama che portano ossigeno al cervello e ci
aiutano a liberarci dallo stress.
La mattinata è volata via tra allegria, giocosità
e sentita partecipazione. Alla pausa pranzo
c’è stato un proficuo scambio di opinioni e un
approfondimento di conoscenza tra le partecipanti.
Nel pomeriggio una nuova sessione di yoga della
risata e poi la dottoressa Espanoli ha illustrato con
una panoramica il contesto culturale su cui si fonda
questa tecnica ed ancora ha dispensato consigli
e suggerimenti per vivere in modo più leggero le
nostre giornate.
Ha concluso ricordando questo detto orientale: “Tu
sei la salute e la malattia, la mente influenza il corpo
e viceversa”.
La giornata è finita con delle foto scattate dalla nostra
Presidente ad un gruppo numeroso di trentatré
donne, sorridenti e felici di aver partecipato ad
una giornata condotta molto bene dalla Dottoressa
Espanoli e dedicata a se stesse.
Giuseppina Artosin
Grazie quindi a:
Paola Babolin
Calzature Bedei
Profumeria Beghin
Blue Shop Srl
Calore Piante
La Casa Del
Parmigiano S.n.c
Cieli Blu s.s.d.r.l
Concetta De Francesco
Enzo De Gasperi – EDG
Lucia Desimini
Pasticceria Estense
Farmacia Faccioli
Galleria Fiorentina
Paola Franceschetti
Maria Luisa Graziati
- Pasticceria
Graziati
L’Idea Service
Enoteca La mia Cantina
Mademoiselle snc
Gianni e Luciana Michelazzo e gli amici di
Campodarsego
Adriano Ometto
Orvieto Biancheria per la casa
Mirella Paludo
Maurilla Pastorello
Pavan Import Export di Bruno Pavan
Centro Sportivo Plebiscito
Ida Presti
Ruggeri srl
Ottica San Domenico
Farmacia S. Maria Assunta di Pedrina Dr. Anna
Marcella Sernini
Shopper Center di Pierangelo Pavan
Dr.ssa Nicoletta Sonino
Tattoo
Dr. Evelino Trevisan
Gabriella Trolio
Coltelleria Valesio
23
NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI
In cucina!
Consigli di lettura
Con questo numero presentiamo un
nuovo spazio dedicato alla cucina,
che raccoglierà ricette tradizionali e
novità culinarie. La pagina è aperta a
tutti: chi volesse far conoscere i propri
piatti deve inviarne la ricetta all’indirizzo di posta elettronica associazione@
volontadivivere.org. La prima cuoca
a cimentarsi è la nostra Presidente,
Caterina Tanzella, con una specialità
tipica pugliese: il calzone di cipolla.
GUIDA AGI – SCOUT PER
SEMPRE
Storia & storie di Guide, a
Padova e dintorni
Edda Bolzonella Vais e Marcella
Sernini
Edizioni Imprimenda – 2014
E’ un volume che racconta la storia
dello scoutismo femminile a Padova attraverso documenti e testimonianze raccolti con pazienza e precisione e pubblicati in occasione dei
40 anni di fondazione dell’AGESCI.
I racconti – corredati da tante fotografie che ci portano indietro nel
tempo – sono testimonianza tangibile di come le guide di ieri continuino tutt’oggi la propria esistenza
con uno stile che rimane fedele alla
Promessa e con lo spirito di servizio
tipico della formazione scout che è
divenuto norma di vita. Il libro è dedicato alle scout di ieri a quelle attuali e a chiunque voglia avvicinarsi
con curiosità a questo mondo.
Edda Bolzonella
Vais e Marcella
Sernini, volontaria dell’Associazione, sono le curatrici dell’opera.
LA VITA INATTESA
Micol Beltramini, Tito Faraci, Alessandro Q. Ferrari
Rizzoli Lizzard - 2014
Chi soffre ha bisogno di essere
ascoltato più di tutti gli altri. Ecco
perché nasce “Viverla tutta” campagna di Comunicazione e Impegno
Sociale promossa dalla casa farmaceutica Pfizer che si impegna a
restituire un ruolo centrale all’ascolto del paziente, dalla diagnosi alla
cura; nell’ambito del progetto viene
creato un sito web che raccoglie migliaia di testimonianze di malattia,
ma soprattutto di coraggio, forza e
speranza. Dieci di queste storie arrivano infine in libreria all’interno del
volume “La vita inattesa”, una graphic novel che è uno straordinario
lavoro collettivo, realizzato con la
sceneggiatura di Micol Beltramini,
Tito Faraci e Alessandro Q. Ferrari e
con la collaborazione di alcuni tra i
migliori artisti del fumetto nazionale
e internazionale.
I dieci disegnatori
che hanno raccontato con la loro
matita le storie
sono: Paolo Bacilieri,
Massimo
Carnevale, Laura
Scarpa, Thomas
Campi, Vincenzo
Filosa, Marco Corona, Giuseppe Palumbo, Tuono
Pettinato, Silvia Ziche e l’americano
Nate Powell.
24
Calzone di cipolla
Ingredienti
Per la pasta
350 grammi di Farina 0
100 grammi di Olio EVO
Vino bianco q.b. (la pasta deve risultare morbida e facile da stendere)
1 cucchiaino di sale
Per la farcitura
500 gr di cipolle dorate
1 hg di formaggio vaccino stagionato
e grattugiato
1 bicchiere da vino di passata di pomodoro
Pepe e sale
2 cucchiai d’olio
Procedimento
Dopo aver amalgamato tutti gli ingredienti necessari, lavorare velocemente la pasta, quindi coprire il composto con un tovagliolo e farlo riposare
un’ora. Affettare sottilmente la cipolla, metterla in padella insieme all’olio
e lasciarla ammorbidire mescolando
spesso. Unire il formaggio, la passata
di pomodoro, il sale e il pepe e amalgamare il tutto. Ungere un tegame da
forno con l’olio, ricavare due dischi
dalla pasta con un diametro maggiore per quello inferiore che – dovendo
contenere la farcitura - deve avere
quel centimetro in più per chiudersi
con il disco superiore. Una volta coperta la farcitura e chiuso l’orlo creare un foro al centro per fare evaporare
e bucherellare con una forchetta tutta
la superficie, orlo compreso.
Ungere di olio in modo uniforme e infornare; la teglia va messa sul terzo
ripiano per 30/35 minuti a 180°, fino
alla doratura della superficie.
INFO UTILI
Richiesta protesi mammaria esterna
L’iter da seguire
Alle donne operate al seno, il Servizio Sanitario Nazionale, secondo la legge finanziaria del 1998 fornisce
gratuitamente, a semplice richiesta corredata da idonea documentazione, la protesi mammaria esterna.
La protesi si ottiene presentando ad una sanitaria convenzionata la richiesta dal medico specialista (oncologo,
chirurgo o medico del distretto) appartenente ad una struttura pubblica o convenzionata; tale richiesta deve
essere effettuata sull’apposito modulo rilasciato dalla ASL (di cui riportiamo il fac-simile).
Nella richiesta deve essere indicato il dispositivo protesico idoneo in base al tipo di intervento subito e il codice
identificativo del nomenclatore.
Il nomenclatore è l’elenco degli ausili divisi per categorie, in base alle loro caratteristiche specifiche. I prodotti
concessi gratuitamente sono quelli che rientrano in tali categorie o sono ad esse riconducibili. I codici
delle protesi esterne attualmente
riconosciuti sono:
• Cod. 06.30.18.003
protesi mammaria provvisoria
• Cod. 06.30.18.006
protesi mammaria definitiva
La sanitaria che riceve la richiesta
provvede a rilasciare un preventivo di
spesa che deve essere consegnato
alla ULSS di competenza.
La ULSS comunica l’autorizzazione
tramite lettera; una copia della
stessa spetta alla paziente, l’altra
deve essere portata alla Sanitaria
presso cui si è iniziato l’iter per
ritirare la protesi.
Si torna quindi dal medico
richiedente per far firmare il collaudo
e si conclude la procedura portando
il modulo nuovamente alla sanitaria.
E’ importante sapere che:
• Ogni 3 anni si ha diritto ad una nuova
protesi, ripetendo la procedura sopra
descritta con l’unica differenza che
la successiva richiesta può essere
fatta anche dal proprio medico di
base.
• In caso di rottura, smarrimento
o particolare usura, l’ULSS può
autorizzare la fornitura di una nuova
protesi anche prima dei tre anni, ma
può farlo una sola volta nella vita.
25
INFO UTILI
I diritti del malato
Rapporto di lavoro a tempo parziale
I lavoratori dipendenti a tempo pieno e con una
ridotta capacità lavorativa anche a causa degli
effetti invalidanti di terapie salvavita, ottenuto
l’accertamento delle loro condizioni di salute da
parte dalla Commissione medico-legale della ASL,
possono richiedere la trasformazione del rapporto di
lavoro da tempo pieno a tempo parziale, con riduzione
proporzionale dello stipendio, conservando il diritto
al posto di lavoro e a ritornare a orario e stipendio
pieni nel momento in cui si sentiranno in condizione
di lavorare di nuovo per l’intera giornata.
Pensione di inabilità e assegno di invalidità civile
Lo Stato assiste i malati oncologici che si trovino
in determinate condizioni economiche e di gravità
della malattia per mezzo del riconoscimento
dell’”invalidità civile” a prescindere da qualunque
requisito assicurativo o contributivo. Secondo le
tabelle ministeriali di valutazione (D.M. Sanità
5/2/1992), tre sono le percentuali di invalidità civile
per patologia oncologica: 11%: prognosi favorevole
e modesta compromissione funzionale; 70%:
prognosi favorevole, ma grave compromissione
funzionale; 100%: prognosi infausta o probabilmente
sfavorevole, nonostante l’asportazione del tumore.
La domanda di riconoscimento dello stato di
invalidità e di handicap deve essere presentata - da
voi o da un vostro familiare - all’Ufficio Invalidi Civili
della ASL della vostra zona.
Contrassegno di libera circolazione e di sosta
Il Comune di residenza riconosce al malato di cancro
in terapia il diritto ad ottenere il contrassegno di libera
circolazione e sosta, che consente: il libero transito
nelle zone a traffico limitato e nelle zone pedonali;
la sosta nei parcheggi riservati ai disabili (delimitati
con le strisce gialle) o, in mancanza di questi,
la sosta gratuita nei parcheggi a pagamento. La
domanda per il rilascio del contrassegno deve essere
presentata al Comune di residenza (normalmente
presso l’ufficio della Polizia Municipale).
Indennità di accompagnamento
Se a causa della malattia la paziente ha anche problemi di deambulazione o non è più autonoma nello
svolgimento delle normali attività della vita quotidiana (alimentazione, igiene personale, vestizione),
può richiedere il riconoscimento dell’indennità di
accompagnamento (L. 18/1980 e L. 508/1988; D.
lgs. 509/1988).
*Fonte AIMAC
Permessi di lavoro
Secondo quanto stabilito dalle leggi 104/1992
e 53/2000 e dai decreti legislativi 509/1988 e
151/2001, una volta ottenuto il riconoscimento
dello stato di invalidità o di “handicap in situazione
di gravità”, potrete usufruire di permessi lavorativi
per curarvi e la stessa facoltà è concessa anche al
familiare che vi assiste. L’art. 33 della L. 104/1992
fissa i limiti di permesso retribuito come segue: per il
lavoratore con disabilità: 2 ore giornaliere o 3 giorni
mensili; per il familiare: 3 giorni mensili. Se vi è stata
riconosciuta un’invalidità superiore al 50%, avrete
diritto a 30 giorni all’anno (anche non continuativi)
di congedo retribuito per cure mediche connesse
con il vostro stato di invalidità (art. 26 L. 118/1971 e
art. 10 D. lgs. 509/1988). Tali permessi si sommano
ai giorni di malattia previsti dal Contratto Collettivo
Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato alla vostra
categoria. Per ottenere il permesso è sufficiente la
semplice richiesta al datore di lavoro.
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VARIE DALLE SEGRETERIA
Linfodrenaggio manuale
in Associazione
Come usufruirne
In caso di dubbio si consiglia comunque di
consultare il proprio medico; si ricorda inoltre che
la prescrizione necessaria per accedere al servizio
di linfodrenaggio deve essere periodicamente
aggiornata (almeno ogni 6 mesi).
Il servizio di linfodrenaggio che offre l’Associazione
è da ritenersi un servizio d’emergenza per
“tamponare” le necessità delle pazienti che non
possono aspettare i lunghi tempi per i servizi offerti
dal Servizio Sanitario Nazionale. Per accedere
è richiesta la prescrizione scritta da parte di un
medico (preferibilmente fisiatra, oncologo, oppure il
chirurgo che ha effettuato l’intervento) che attesti
che non ci sono controindicazioni per l’effettuazione
del trattamento; il numero di sedute necessarie
verrà poi stabilito dalle fisioterapiste in base alle
singole necessità. Consigliamo comunque a tutti
gli utenti di effettuare l’iter richiesto dal Servizio
Pubblico (in esenzione grazie al codice 048) che
comprende visita fisiatrica durante la quale verrà
correttamente stabilita l’entità del problema e, se
prescritto, ciclo di linfodrenaggio. Entrambe queste
prestazioni sono prenotabili tramite il CUP ma,
mentre per la visita fisiatrica i tempi d’attesa sono
abbastanza brevi, questi si allungano enormemente
per i massaggi. Dopo aver fatto la visita fisiatrica
consigliamo di prendere comunque l’appuntamento
per il linfodrenaggio con il SSN e, in attesa di venire
chiamati per il ciclo, è possibile rivolgersi alla nostra
Associazione che può venire in aiuto offrendo
trattamenti periodici che vanno a coprire il tempo
di attesa. Vi ricordiamo inoltre che per questo
tipo di prestazione va tenuto presente il seguente
promemoria.
Benvenuto Edoardo!
Fiocco Azzurro per
Federica Cappellato
Federica Cappellato, Direttore di
Redazione del nostro Notiziario,
ha dato alla luce un bellissimo
bambino. Alla neomamma e al papà
vanno le nostre vive congratulazioni
e al piccolo Edoardo l’augurio più
sincero di una buona vita.
Dona ora…
CON PAYPAL!
C’è nuovo modo – semplice, sicuro e rapido - per
sostenere l’Associazione ed i numerosi servizi che
offre ai suoi assistiti. Sul sito www.volontadivivere.
org è stato infatti attivato il “bottone” del sistema
Paypal che consente di effettuare la donazione on
line con carta di credito in modo assolutamente
protetto e riservato.
E’ un modo facile che permette di non condividere le
informazioni finanziarie di chi effettua il pagamento
con chi lo riceve.
Ti ricordiamo che le donazioni a favore delle onlus
godono di particolari benefici fiscali: per usufruirne è
necessario conservare l’originale dell’estratto conto
della carta di credito o del conto corrente bancario o
postale ed esibirlo al momento della dichiarazione
dei redditi.
PROMEMORIA
Il linfodrenaggio opera sul sistema di difesa del
nostro corpo quindi va fatto in condizioni generali
di salute buone; in particolare si ricorda che è
controindicato nelle seguenti situazioni:
• stati febbrili
• infiammazioni
• infezioni (mal di gola, herpes etc.)
• problemi cutanei di non precisa natura
• terapia farmacologica in corso e/o recente
(con antibiotici, cortisone etc.); in questo caso
il trattamento di linfodrenaggio non può essere
effettuato prima che siano passati 15 giorni dalla
fine del farmaco
• in attesa di eventuali esami istologici.
27
27
AGENDA
Aprile 2015
Gennaio 2015
30
venerdì
21.00
L’associazione è chiusa per le festività Pasquali
dall’1 al 6 aprile compresi
Primo incontro Consulta
Maschile
Febbraio 2015
3
martedì
13
venerdì
27
venerdì
15.30
Inizia il corso di Burraco
16.00
Incontro introduttivo corso
pittura (iscrizioni in segreteria)
21.00
Secondo incontro Consulta
Maschile
17.00
9
16.30
11
17.00
13
21.00
18
17.00
23
16.30
25
17.00
27
21.00
mercoledì
lunedì
mercoledì
venerdì
mercoledì
lunedì
mercoledì
venerdì
17.00
V incontro del gruppo “Il
limite come opportunità di
crescita”
21
17.00
Assemblea dei soci
24
21.00
Quarto incontro Consulta
Maschile
mercoledì
martedì
venerdì
Maggio 2015
16
16.00
Marzo 2015
4
8
sabato
I incontro del gruppo “Il
limite come opportunità di
crescita”
Incontro “Nutrire corpo e
mente” con la Dr.ssa Zorzin,
in sede
II incontro del gruppo “Il
limite come opportunità di
crescita”
Spettacolo teatrale
“Lisistrata” con il Gruppo
“Crescere con Arte”
III incontro del gruppo “Il
limite come opportunità di
crescita”
Incontro “L’alimentazione
dopo la chemioterapia” con
la Dr.ssa Zorzin, in sede
aperto a tutti
IV incontro del gruppo “Il
limite come opportunità di
crescita”
29
venerdì
Terzo incontro Consulta
Maschile
28
21.00
Il te nel giardino delle rose
Quinto e ultimo incontro
Consulta Maschile
GRAZIE!
Ringraziamo coloro che, dal 24/06/2014 al
31/01/2015, hanno contribuito con le loro offerte a
mantenere attivi i servizi di riabilitazione in atto.
Ricordiamo che, essendo la nostra Associazione riconosciuta come ONLUS, i contributi inviati per conto
corrente postale, tramite bonifico bancario o effettuati presso di noi con assegno, sono deducibili in base
all’Art.13 del D.L. 460/97.
Non è possibile detrarre i versamenti in contanti.
Agostinacchio Marina
Agostinis Elisabetta
Agresti Agar
Amoroso Antonella
Andreoli Paolo
Andreosi Rosanna
Andriolo Lucia
Anguillari Elda
Arcangeli Michela
Artosin Giuseppina
AVO Padova
Baldan Flora
Baraldo Monica
Barbieri Silvana
Barbiero Patrizia
Barison Anna
Battaglio M.Rosa
Battistello Carlisa
Baldan Flora
Bellesso Silvia
Belluco Marisa
Benetello Anna
Benetello Giuseppe
Benfatto Clara
Benincasa Pasquale
Benvenuti Daniela
Bertin Franca
Bertocco Nicoletta
Berton Anna Maria
Beo Daniela
Bettelle Gigliola
Bettin Anna
Betto Nazarena
Biasio Adriana
Biasiolo Dolores
Bilato Rosanna
Bollini Carla
Bolzonella Lilia
Bonato Adriana
Bonvicini Faustina
Bortolami Nicoletta
Botton Silvana
Bozza Manuela
Bozzolan Adelina
Branca M. Rosaria
Brescello Gemma
Bresciani Marta
Brugnolo Cinzia
Buischio M.Graziella
Buoro Caterina
Businaro Cristina
Calore M.Claudia
Camporese Mirella
Camuffo Roberta
Candian Sonia
Candian Virginio
Canova Anna
Capitanio Roberta
Carraro Maddalena
Cavalletto Elisa
Cavalieri Ombretta
Cavattoni Annamaria
Cavezzana
Annamaria
Cecchinato Caterina
Cecchinato Loredana
Coccato Adriana
Colombo Silvana
Cortesi Sergio
Costanzo Santa
Crema Teresina
Cunico Ines Renata
Cuscianna Antonietta
Dainese Donatella
Dal Fior Anna
Dalla Pria Martina
D’Anna Maria
De Angeli Fausta
De Cecco Cristina
Del Basso Pinuccia
Del Giudice Augusta
Della Valle Beatrice
De Spirito Monica
De Toni Donatella
Discardi Adriano
Dobrillo Vido
Donegà Anna
Esposito Otello
Fabbris Simona
Fabretto Madina
Fabris Nicoletta
Falasco Franca
Ringraziamo sentitamente tutti coloro
che, indicando il nostro codice fiscale
80040220289 nel riquadro “sostegno
del volontariato....”della
dichiarazione dei redditi,
hanno scelto di destinare il
cinque per mille alla nostra
Associazione.
Fantini Luigina
Ferrara Anna
Ferrazzi Alice
Fontolan Lucia
Fornaro Gabriella
Francescato Marina
Francescato Sabrina
Franceschetti Paola
Franchin Marisa
Franco Maria Donata
Franco Vittore
Frison Lauretta
Fumato Silvia
Furlan Marialuisa
Gallinaro Marilisa
Gallo Maria Grazia
Gallo Teresa
Gambato Rossella
Garbari Gino
Garbo Simonetta
Gelmini Dario
Geron Sonia
Giacomazzi Sline
Giacomini Marina
Gregio Pierina
Guadagnini Ines
Gusella Dina
Hodnik Ines
Lana Cristina
Lavorato Adriana
Lazzaretto Roberta
Leonardi Bernardina
Libralato Sabrina
Lissandron Fabiola
Littamè Donatella
Livieri Rosa
Longo Katiuscia
Lunardi Anna
Lunardi Cristina
Maggiolo Giovanni
Marchioro Flora
Marcon Gianpaolo
Martinelli Cornelia
Masin Luciana
Masin M. Teresa
Mastronardi Aurelia
29
Mattei Silvana
Michelazzo Gianni
Minotto Massimo
Miotello Maddalena
Moro Rina
Nascimbeni Daniela
Nicastri Margherita
Orlini Francesca
Pampaloni Paola
Pan Gemma
Parolin Marina
Parpaiola Zefferina
Pasinati Marisa
Pastorello Maurilla
Pegoraro Emanuela
Peretto Marina
Petrosino Filomena
Pettenuzzo Cristina
Pezzato Gianna
Piccolo Sandra
Pini Laura
Piovan Roberta
Pirola M.Angela
Pizzato Enzina
Polchi Gabriella
Poliero Francesca
Portalupi Erminia
Presti Ida
Preto Lucia
Rampazzo Sonia
Reffo Lucia
Riccò Raffaella
Righetto Laura
Rizzato Guido
Rizzato Marilena
Riva Fiorella
Russo Maria
Sabbion Lucia
Sacrestano Giada
Santolini Maria Luisa
Sartori Guido
Scarpazza Ines
Schiavon Francesca
Schiavon Gioconda
Schiavon Rosalia
Scorzon Alessandra
Sernini Marcella
Silvan Maria Luisa
Spanò Giuseppina
Spatalino Luigi
Spatalino Maria
Rosaria
Stanchi Marina
Stivanello Anna
Stocchi Chiara
Surian Itala
Tajetti Sabrina
Tamiazzo Cinzia
Tanzella Caterina
Tanzella Margherita
Toderini Luisa
Toffano Graziella
Tognon Luisa
Tonin Mirta
Trivillin Laura
Trolio Gabriella
Turrini Muti Cosetta
Ucci Alessandra
Vanzo Elda
Varotto Diana
Velicogna Giuliana
Vellar Donatella
Venturini Rosetta
Venzin Maria
Villa Ida - equipe
Visentin Vallì
Vittore Franco e
Stefano
Volpato Ornella
Voltolina Giorgetta
Zambotto Roberta
Zampieron Sandra
Zampieron Tosca
Zanetti Roberta
Zanovello Milvia
Zanusso Manuela
Zennari Paola
GRAZIE!
Ringraziamenti per donazioni particolari
I gesti di generosità – piccoli o grandi che siano – sono di fondamentale importanza per un’Associazione come la
nostra che riesce a garantire ai suoi assistiti la quantità e la qualità dei propri servizi solo grazie all’autofinanziamento.
Per questo dedichiamo uno spazio all’interno di ogni Notiziario a quanti sostengono concretamente il nostro
impegno a fianco dei malati oncologici.
In questo numero vogliamo ringraziare per il loro contributo le signore Maria Cavallo e Mirta Tonin e la Dr.ssa
Nicoletta Sonino.
Un ringraziamento di cuore va anche alle persone che scelgono di ricordare chi non c’è più compiendo un
gesto concreto di sostegno a quanti lottano contro la malattia: ricordiamo con gratitudine le donazioni fatte dai
dipendenti della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in memoria della collega Marina Ottonello,
prematuramente scomparsa e il contributo che il Sig. Lino Bacelle – sempre vicino all’Associazione – ha fatto
pervenire in ricordo della cara moglie Katia.
Desideriamo inoltre ringraziare la famiglia della Signora Teresa Gallo, cara amica di Volontà di Vivere vittima di
un incidente stradale, che ha sensibilizzato chi voleva ricordare la congiunta ad inviare offerte all’Associazione,
ringraziando poi quanti hanno accolto l’invito inviandoci donazioni.
Grazie anche agli Enti e alle Ditte che ci hanno fatto pervenire il loro contributi: come la S. Com srl, la Cassa
Centrale delle Casse Rurali Trentine e il Centro Servizi per il Volontariato di Padova.
Grazie anche a chi – come il Sig. Paolo Comini – all’interno del proprio luogo di lavoro ha sensibilizzato i colleghi
della CDK Global Italia di Vigonza, promuovendo una raccolta fondi natalizia in nostro favore.
Una menzione meritano le ditte Due Zeta di Marina Zattin e Nord Recuperi per la concreta vicinanza dimostrata
in occasione delle festività natalizie.
Un caloroso ringraziamento a quanti partecipano con entusiasmo alle nostre iniziative: ricordiamo e ringraziamo i
giocatori e le giocatrici che hanno preso parte al Torneo di Burraco Solidale che si è svolto martedì 11 novembre
alla Canottieri Padova e che hanno raccolto una cifra considerevole; ringraziamo anche chi ha partecipato alle
iniziative di raccolta fondi in occasione del Natale, dimostrando grande sensibilità.
Ringraziamo inoltre il Gruppo Teatrale Dada (Dario Gelmini e Daniela Nascimbeni) per aver inserito nella loro
rassegna “Incontro con l’autore” il reading di poesie del Gruppo “Crescere con Arte”; il pomeriggio alla Casetta
del Parco Piacentino – ricco di emozioni – è stata l’occasione per parlare dell’Associazione e promuovere il nostro
volumetto di poesie “Come farfalla”.
Anche quest’anno ringraziamo gli organizzatori – in particolare Lino Bacelle – e i partecipanti alla Cena del
Gran Bollito alla Padovana, tenutasi lunedì 26 gennaio alla Parrocchia di Voltabrusegana; tanta gente e cuochi
eccellenti, per una serata dedicata alla solidarietà, il cui ricavato è andato a favore della nostra Associazione e
dell’Associazione “Gioco e Benessere in Pediatria” di Padova.
Siamo lieti di ringraziare quanti dimostrano la vicinanza all’Associazione anche nelle necessità pratiche che
presenta la gestione di una realtà come la nostra – che accoglie una media di 900 persone all’anno: un sentito
grazie alla Dr.ssa Luisa Toderini per il contributo che ci ha permesso di acquistare un nuovo fotocopiatore, in
sostituzione di quello non funzionante; grazie anche alla Signora Sonia Candian, che ha sensibilizzato alcuni
artigiani ad intervenire – con grande spirito di solidarietà - per le continue opere di piccola manutenzione che la
nostra sede richiede.
Con l’occasione ci teniamo a sottolineare che chi volesse aiutare l’Associazione può farlo anche dedicando
poche ore al mese per piccoli lavoretti per il mantenimento in buono stato dei nostri locali; tale sostegno è molto
apprezzato, al pari dei contributi in denaro.
Infine una menzione per quanti – nell’esercizio della loro professione - non mancano occasione per sensibilizzare i
propri clienti a sostenere il nostro impegno con i malati oncologici: un ringraziamento va quindi a Stefania Varotto
di Padova e allo Studio Antonio Dones di Garbagnate Milanese per la loro sensibilità nel comunicare alla clientela
la possibilità di destinarci il 5 per mille.
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PROMEMORIA
SEGRETERIA
COMUNICAZIONI DELLA SEGRETERIA
Per qualsiasi informazione rivolgersi in Via Paruta
al N. 32 tel: 049-8025069 fax: 049-8035774 cell:
3311477310
e-mail: [email protected]
sito internet: www.volontadivivere.org
facebook: Volontà di Vivere
dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 12.00 e dalle ore
15.00 alle ore 18.00;
il venerdì dalle 8.30 alle 12.00
La sede dell’Associazione si trova a Padova nella Zona
S. Rita ed è raggiungibile con gli autobus n. 5 e n. 16.
Desideriamo sensibilizzare tutta l’utenza sul fatto
che spesso gli appuntamenti fissati non vengono
rispettati.
Ogni utente ha infatti il DIRITTO di usufruire dei
servizi attivati dall’Associazione, però ha il DOVERE di
RISPETTARE l’impegno preso perchè:
- tutti i professionisti hanno UN COSTO
- ogni appuntamento che salta allunga le liste d’attesa
per chi ha bisogno
Chiediamo pertanto di avvisarci tempestivamente
in caso di impedimenti di qualsiasi tipo che non
permettano di usufruire del servizio prenotato;
questo ci metterà in grado di chiamare un altro
utente in lista d’attesa.
E’ possibile contattarci telefonando al numero
049 8025069 oppure, negli orari di chiusura
dell’Associazione,
• tramite un SMS al numero 331 – 1477310
specificando il vostro nome, cognome, numero
telefonico e data dell’appuntamento
• con una mail all’indirizzo associazione@
volontadivivere.org
• per fax al numero 049 – 8035774
ACCOGLIENZA
Previo appuntamento telefonico per essere certi di
trovare una volontaria addetta a questo servizio
SERVIZO DI PROVA PROTESI, CORSETTERIA,
FORNITURE DI TUTORE ELASTICO E PARRUCCHE
Previo appuntamento telefonico per essere certi di
trovare una volontaria addetta a questo servizio
SERVIZIO DI LINFODRENAGGIO MANUALE
Metodo Vodder (con prescrizione da parte di un fisiatra
o di uno specialista), chiamando in segreteria per
l’appuntamento. Il servizio - svolto da quattro terapiste
– è disponibile tutti i giorni, mattina e pomeriggio.
Segnalazioni utili
ATTIVITÀ MOTORIE
• GINNASTICA DOLCE - lunedì ore 17.45
• YOGA - giovedì ore 16.45
• CORSI DI AVVIAMENTO AL NORDIC WALKING
Per informazioni e iscrizioni contattare la segreteria.
AMBULATORIO psiconeuroendocrinologico
Il servizio con la Dr.ssa Nicoletta Sonino,
precedentemente attivo all’ULSS 16, è adesso
disponibile presso Analisi Mediche Pavanello –
Poliambulatorio Scrovegni, Via Berchet 8/a Tel. 049
8759311.
EDUCAZIONE ALIMENTARE
Incontri di gruppo mensili.
PSICOLOGIA
AMBULATORIO FISIATRICO
• Servizio di sostegno psicologico e
psicosomatico,consulenza e psicoterapia: incontri
individuali per pazienti e familiari
• Servizio di psicoterapia di coppia
• Consulta maschile per mariti e compagni
• Seminari
• Gruppi di auto aiuto
• Incontri di formazione per le volontarie
I servizi sono sostenuti da 5 psicologi.
con la Dr.ssa Sonia Fasolo, presso l’Ospedale dei
Colli.
Per appuntamento chiamare il CUP al n°
840000664, con impegnativa.
AMBULATORIO GINECOLOGICO
con la Dr.ssa Polonia, presso la Clinica GinecologicaOstetrica (Piano Terra).
Per appuntamento chiamare il CUP al n.840000664,
con impegnativa.
Corsi di formazione per operatori (medici, psicologi,
infermieri, fisioterapisti) e volontari
Campagne di informazione sulla prevenzione rivolte
ai giovani e convegni
UFFICIO PER I SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI
PADOVA
Convivi, visite culturali e gite
I servizi di psicologia e riabilitazione fisica sono accessibili
a pazienti con qualsiasi patologia oncologica
Per l’attività motoria presso le piscine di Abano.
Per informazioni chiamare il numero 049 651255.
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Sostienici anche
con il 5 x 1000.
Insieme
possiamo fare molto!
C.F. 80040220289
Quando compili la dichiarazione dei redditi, ricordati di
firmare il modello per la destinazione del cinque per mille
nel riquadro “sostegno del volontariato....” e di inserire il
nostro codice fiscale: 80040220289.
I proventi del cinque per mille contribuiscono al mantenimento dell’Associazione e di tutti i servizi offerti; per questo
ti chiediamo di fare “passa parola” con le persone che
conosci, perché con un piccolo gesto puoi aiutarci molto.
Ti ricordiamo inoltre che puoi comunque continuare a
destinare anche l’otto per mille come hai sempre fatto.
Questa è solo un’opportunità in più.
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n° 75 - febbraio 2015