“Il lavoro in agricoltura: prevenzione e sicurezza” Area programmazione Territoriale Settore Agricoltura, Parchi, Caccia e Pesca Testi Dott. Franco Frangi Dott. Marco Canesi Operatori della Prevenzione Sanitaria della Regione Lombardia Con il supporto di Dott.ssa Letizia Bennato Dott. Andrea Bocciarelli Dott.ssa Maria Carmela Todino Ó 2011 PROVINCIA DI MILANO Tutti i diritti riservati Aggiornato febbraio 2008 Stampa: Centro Stampa Provincia di Milano V.le Piceno, 60 Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 81 del 09 aprile 2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro vi sono stati dei significativi cambiamenti. Le micro-aziende o le aziende a conduzione familiare, che con la normativa precedente erano esentati, ora devono adeguarsi, se pur con dei sistemi semplificati, alle norme sulla sicurezza. Molte aziende agricole difatti non sono state informate o lo sono state in maniera insufficiente. Questa guida tecnica sulla sicurezza in agricoltura curata da tecnici agronomi e medici del lavoro con comprovata esperienza nel campo della sicurezza in agricoltura, contiene delle informazioni utili che consentono all’agricoltore di approfondire la propria conoscenza sulla normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, i rischi che sono presenti nelle attività agricole diffuse nel nostro territorio e le soluzioni tecnico organizzative per scongiurarli. Luca Agnelli Assessore all’Agricoltura, Parchi, Caccia e Pesca Indice La sicurezza del lavoro in agricoltura: un impegno per tutti pag. 1 La normativa italiana sulla sicurezza e l’igiene del lavoro pag. 2 Il trattore pag. 4 Albero cardanico e prese di forza o potenza pag. 11 Altre macchine pag. 16 Organi di trasmissione del moto pag. 27 Allevamento bovini pag. 29 Fienili pag. 32 Scale semplici portatili pag. 36 Vasche liquami pag. 38 L’impianto elettrico nelle aziende agricole pag. 41 Bibliografia pag. 45 La sicurezza del lavoro in agricoltura: un impegno per tutti La Regione Lombardia è impegnata da oltre 10 anni nella diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro attraverso la raccolta delle informazioni sugli eventi infortunistici, lo studio di soluzioni alle diverse problematiche di tipo tecnico attraverso il “Laboratorio agricoltura”, la programmazione di controlli mirati nelle aziende dei vari settori agricoli da parte delle ASL, la pubblicazione di numerose linee guida dedicate al settore agricolo. Il comparto agricolo in Lombardia è rappresentato un una miriade di microimprese spesso a conduzione famigliare, diversificate in tanti settori, dalla coltivazione di cereali a quella della vite, dalla zootecnia ai lavori forestali e di manutenzione del verde, tanto per citarne alcuni. Ogni settore ha delle caratteristiche comuni, come ad esempio l’uso del trattore, e delle caratteristiche specifiche che richiedono l’impiego di macchine ed attrezzature particolari. Questa pubblicazione non ha la pretesa di affrontare tutti i temi della sicurezza del lavoro in agricoltura ma vuole semplicemente sensibilizzare gli operatori del settore su quelle che sono le “emergenze” cioè quelle situazioni diffuse di grave pericolo per le quali è sempre necessario prestare la massima attenzione. 1 La normativa italiana sulla sicurezza e l’igiene del lavoro Fino a pochi anni orsono, in Italia erano in vigore diversi testi legislativi in materia di igiene e sicurezza del lavoro. Dal maggio 2008 le vecchie norme sono state abrogate e sostituite dal Decreto Legislativo 81/08, comunemente chiamato “Testo Unico”. Tale Decreto individua all’interno di ogni azienda una serie di soggetti ai quali sono assegnati precisi compiti: il datore di lavoro il responsabile del servizio prevenzione e protezione (RSPP) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza aziendale (RLS) o territoriale (RLST) il medico competente il dirigente ed il preposto il lavoratore gli addetti ai “compiti speciali” (antincendio, gestione emergenze, primo soccorso). Individua inoltre nella “valutazione dei rischi” e nel relativo documento lo strumento operativo per la gestione dell’igiene e della sicurezza in azienda. La valutazione dei rischi deve individuare tutti i rischi per la salute e la sicurezza a cui possono essere esposti i lavoratori. Il documento di valutazione dei rischi (DVR) deve contenere: una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza durante il lavoro, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; tali criteri dovrebbero essere di semplicità, brevità e comprensibilità; l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione attuate; l’individuazione dei dispositivi individuali di protezione; il programma delle misure di miglioramento da adottare nel tempo, individuandone i tempi di attuazione e le figure responsabili dell’attuazione; l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza aziendale o territoriale e del medico competente; l’individuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione ed addestramento (es. l’impiego di prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi, l’utilizzo di piattaforme aeree, ecc.). Nelle aziende che occupano fino a 10 dipendenti, il datore di lavoro può autocertificare l’effettuazione della valutazione dei rischi. Tale possibilità scadrà il 30 giugno 2012. Nelle aziende agricole e zootecniche che occupano fino a 30 lavoratori, il datore di lavoro può svolgere direttamente il ruolo di responsabile del servizio prevenzione e protezione, di addetto al primo soccorso, di addetto alla prevenzione incendi ed all’evacuazione. Deve comunque frequentare gli specifici corsi di formazione previsti dalla normativa ed i relativi periodici aggiornamenti. 2 Le imprese a carattere familiare, i coltivatori diretti del fondo, i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo, i lavoratori autonomi che compiono opere o servizi non sono soggetti a tutti gli obblighi normativi finora descritti ma devono comunque: • utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di cui al titolo III del “Testo Unico” (Decreto Legislativo 81/08) e cioè: 1. per le macchine più recenti marcate CE (tutte quelle successive al giugno 1996) seguendo le corrette modalità d’uso e con tutti i requisiti essenziali di sicurezza (RES) previsti dal costruttore; 2. per le macchine “vecchie” non marcate CE (quelle prodotte prima del giugno 1996) devono essere rispettati i requisiti generali di sicurezza e le prescrizioni di cui all’Allegato V del Testo Unico; 3. inoltre per tutte le macchine Marcate CE o no, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all’uso delle attrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte, devono essere rispettate, quando siano pertinenti, le “DISPOSIZIONI CONCERNENTI L’USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO” di cui all’Allegato VI del Testo Unico; 4. infine, naturalmente, tutte le attrezzature di lavoro vanno tenute in manutenzione programmata per conservare nel tempo, oltre che buone capacità lavorative, anche le originarie condizioni di sicurezza. munirsi, ove necessario, di dispositivi di protezione individuale. Inoltre, con oneri a proprio carico, possono beneficiare della sorveglianza sanitaria ove prevista e partecipare a corsi di formazione incentrati sui rischi specifici della propria attività. 3 Il trattore Per i trattori non è possibile parlare di sicurezza assoluta contro il pericolo della perdita di stabilità e delle sue conseguenze (rovesciamento, ribaltamento, rotolamento). È sempre infatti possibile, per un trattore trovare o indurre situazioni (statiche, dinamiche o statiche e dinamiche insieme) che ne possano determinare il ribaltamento. In caso di perdita accidentale della stabilita, il guidatore viene sbalzato fuori dal trattore e può rimanere schiacciato sotto le strutture del mezzo; quando questo avviene al cranio, torace o addome, spesso l’esito è mortale. Il pericolo di ribaltamento accidentale non può essere eliminato completamente. Non potendosi quindi del tutto eliminare tale pericolo, nasce la necessità di ridurre al massimo le conseguenze del suo eventuale verificarsi. Principali condizioni di pericolo Ribaltamento laterale o longitudinale: il rovesciamento del trattore è dovuto ad una perdita di stabilità del trattore longitudinale (parallelamente alla direzione di marcia) o trasversale (perpendicolarmente alla direzione di marcia). Il rovesciamento o ribaltamento longitudinale è generalmente dovuto ad una perdita di aderenza delle ruote di un asse (ovvero dei cingoli in corrispondenza della zona anteriore o posteriore del trattore) a causa di una pendenza troppo elevata del terreno e/o di un carico troppo elevato che agisce sulla zona anteriore o posteriore del trattore (es. in caso di sforzo di traino eccessivo e/o di disposizione del carico trainato a valle quando si marcia in salita o in discesa in zone a forte pendenza). Il rovesciamento o ribaltamento laterale è innescato da una perdita di aderenza delle ruote (o dei cingoli) di uno stesso lato del veicolo, generalmente a causa di: eccessiva velocità di percorrenza delle curve, impiego in zone a forte pendenza, impiego in zone con asperità del suolo di notevoli dimensioni (es. massi, avvallamenti, fossi, ecc.), foratura di un pneumatico, trasporto di carichi oscillanti, trasporto di carichi non bilanciati correttamente rispetto al baricentro (piano mediano) del veicolo. Effetto del rovesciamento è il coricamento laterale del veicolo (rotazione di 90° rispetto ad un asse del veicolo) ovvero il suo completo capovolgimento (rotazione di 180°) nel caso di una eccessiva perdita di stabilità (laterale o longitudinale). Trattrice capovolta 4 I dati sugli infortuni mortali in Italia (dati Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering al 31 agosto 2011) dei lavoratori regolarmente assicurati, indicano che il ribaltamento del mezzo è la seconda causa di morte (23%, prima causa di morte: caduta dall’alto 24%) Un osservatorio istituito presso l’Istituto di Ingegneria Agraria dell’Università di Milano ha calcolato che ogni anno, se si tiene conto anche degli infortuni a danno di lavoratori “ atipici” (irregolari, pensionati, hobbisti, ecc.), muoiono ancora circa 100 persone per ribaltamento delle trattrici e delle altre macchine agricole es. di giardinaggio. Misure di prevenzione Convenuto che il rischio ribaltamento non è completamente eliminabile, il datore di lavoro deve adottare misure adeguate a ridurre tale rischio. In caso di ribaltamento il rischio per l'operatore di restare schiacciato tra le parti costituenti il trattore ed il suolo può essere escluso solo se resta sul sedile, entro il volume costituito dalla struttura di protezione. La protezione del posto di guida è quindi indispensabile per salvaguardare l’operatore in caso di ribaltamento della trattrice, e si ottiene solo con un duplice provvedimento: 1) presenza sulla trattrice di una struttura di protezione (ROPS) in caso di ribaltamento o capovolgimento 2) presenza sul sedile di una cintura di sicurezza, correttamente allacciata, di ritenzione del conducente. Il principio è trattenere l’operatore all’interno di un “volume di sicurezza” o “zona libera”. 1) struttura di protezione (ROPS): la prima di tali misure consiste nell’installazione di una struttura che impedisca al mezzo di ribaltarsi oltre un quarto di giro (90°), e garantisca attorno al lavoratore uno spazio sufficiente (detto anche Volume di Sicurezza VdS); le strutture di protezione vengono normalmente definite ROPS (Roll Over Protection Structure) e si suddividono in: 9 telai a 2 montanti 9 telai a 4 montanti 9 cabine Trattori piccoli Trattori cabinati con struttura di protezione antiribaltamento a 2 montanti con struttura di protezione antiribaltamento a 4 montanti 5 Le cabine sono le uniche strutture in grado di proteggere dalle conseguenze del ribaltamento e contemporaneamente migliorare il comfort dell’operatore con l’insonorizzazione e la climatizzazione, riducendo l’esposizione a rumore, alle sostanze chimiche dei trattamenti ed agli agenti atmosferici. Le trattrici standard costruite dopo il 1974 dovrebbero già essere tutte dotate di cabina o di struttura di protezione a 2 o a 4 montanti; per molte di quelle sprovviste sono comunque disponibili telai o cabine, omologati secondo appositi codici internazionali. Gli estremi dell’omologazione sono riportati su apposita targa applicata alla struttura di protezione. La struttura di protezione in caso di ribaltamento deve essere tenuta in buono stato di conservazione evitando di apportare alcuna foratura o modifica che ne possa alterare la resistenza meccanica. 2) cintura di sicurezza: la presenza del ROPS non è sufficiente, perché in caso di ribaltamento, c’è sempre il rischio che il conducente venga sbalzato fuori dall’abitacolo e da quel Volume di Sicurezza – VdS che la struttura di protezione garantisce. Le conseguenze di tali incidenti sono sempre molto gravi, con esiti spesso invalidanti ed a volte mortali. Per evitare questo è necessaria l’installazione di sistemi di trattenuta (cintura di sicurezza) che mantengano l’operatore vincolato al sedile di guida durante il ribaltamento, all’interno del volume di sicurezza garantito dalla struttura di protezione. Qualche anno fa venne introdotto in Italia l’obbligo della cintura di sicurezza in automobile: sembrava molto difficile abituarsi ad usare la cintura ma oggi è raro che qualche automobilista non la allacci: è dunque una questione di abitudine. Anche gli agricoltori devono abituarsi ad allacciare la cintura di sicurezza durante l’utilizzo del trattore, sia su strada che nelle aree di lavoro agricole o aziendali. Questo è particolarmente importante durante tutti quei lavori ed i tutti quei luoghi dove maggiore è il rischio potenziale di ribaltamento (lavoro in collina o comunque in pendenza, presenza di fossi, ecc.) E’ quindi evidente che la sicurezza dell’operatore è garantita dalla presenza e dall’utilizzo contemporaneo dei due presidi: protezione in caso di ribaltamento e corretto utilizzo della cintura di sicurezza. Per l’adeguamento dei trattori sprovvisti di telaio di protezione e/o di cintura di sicurezza si può fare riferimento alle linee guida ISPESL reperibili sul sito internet www.ispesl.it/sitodts/telai.asp http://www.ispesl.it/sitoDts/Linee_guida/LGadeguamento_trattori.pdf http://www.ispesl.it/sitoDts/lineeguida.asp Le linee guida ISPESL, di cui si raccomanda la lettura, rappresentano “lo stato dell’arte nella materia specifica. L’adeguamento può essere effettuato da qualsiasi officina meccanica, ivi comprese le officine aziendali. In tal caso sarà sufficiente che l’officina rilasci la prevista dichiarazione di conformità e di corretta installazione da esibire in caso di controllo da parte degli organi di vigilanza. 6 Cosa dice la legge: In Italia l'adeguamento dei trattori già in uso, attraverso il montaggio del dispositivo di protezione in caso di capovolgimento, è reso obbligatorio, sia per i datori di lavoro come anche per i lavoratori autonomi, dal D.Lgs 81/08. Difatti, il punto 2.4 della parte II dell'allegato V al D.Lgs 81/08 richiama l'esigenza di limitare i rischi derivanti da un ribaltamento dell'attrezzatura di lavoro stessa attraverso l'integrazione di idonei dispositivi di protezione (cabina o telaio di protezione). Inoltre se sussiste il pericolo che il lavoratore trasportato a bordo, in caso di ribaltamento, rimanga schiacciato tra le parti dell'attrezzatura di lavoro e il suolo, la norma prevede che debba essere installato un sistema di ritenzione del conducente ad esempio cintura di sicurezza. Una criticità frequentemente riscontrata è l’applicazione della cintura di sicurezza a sedili che non siano predisposti. Si possono ipotizzare due soluzioni: la prima è di reperire sul mercato un sedile che sia stato dichiarato idoneo ad essere installato su quello specifico modello di trattore; la seconda è quella di montare un sedile dotato di punti di ancoraggio per le cinture di sicurezza, verificando che le sue dimensioni ed il suo posizionamento garantiscano il mantenimento della medesima posizione del “punto di riferimento del sedile” rispetto al telaio di protezione antiribaltamento. 7 Nel caso di attacco della cintura direttamente sul sedile, affinché il sistema cintura possa essere efficace, occorre che il sedile sia: • predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza; • adeguatamente fissato al telaio del trattore attraverso una specifica piastra di ancoraggio od altro sistema idoneo ed affidabile. In caso di sostituzione del sedile, il costruttore del sedile rilascia una dichiarazione di rispondenza ai requisiti minimi previsti dalle Linee Guida; tale documento è conservato a cura dell’utente, insieme ad una dichiarazione di corretta installazione del sedile, redatta da chi ha effettuato la sostituzione, che certifichi che l’installazione è stata effettuata secondo le informazioni tecniche fornite dal costruttore del sedile e il rispetto dei requisiti. Non è previsto alcun aggiornamento della carta di circolazione del trattore Altre condizioni di pericolo: Presa di potenza e albero cardanico La presa di potenza posteriore ed anteriore del trattore deve essere munita di protezione fissata sul trattore che ne ricopra almeno la parte superiore e i due lati. L’albero cardanico deve essere dotato di protezioni in grado di coprire tutte le parti in rotazione (albero, giunti e snodi esterni). (Si veda il capitolo dedicato all’argomento) 8 Protezione di organi in movimento Tutti gli elementi di trasmissione del moto (ad es. le cinghie dell’alternatore, dinamo, ventola), la ventola del sistema di raffreddamento), se non protetti rappresentano un rischio, per contatto accidentale, di presa e trascinamento delle mani, dei capelli, dei vestiti, ecc. (Si veda il capitolo dedicato all’argomento) Salita e discesa Gli infortuni durante la salita e la discesa dal mezzo sono frequenti. Naturalmente questi sono molto meno gravi di quelli per ribaltamento o per presa da organi rotanti, ma sono comunque al primo posto come frequenza tra quelli che accadono con il trattore. Il trattore deve pertanto essere dotato, per la salita sul mezzo, di due maniglie e di agevoli gradini, realizzati in materiale antisdrucciolevole che consenta lo scarico di acqua e fango es. in grigliato metallico. I gradini danneggiati vanno sostituiti con ricambi originali. 9 Protezione parti calde Quando la postazione dell’operatore è prossima alle parti calde o in pressione (sistema di scarico dei fumi con relativo silenziatore e tubazioni olio idraulico), queste devono essere protette. Manutenzione programmata I dispositivi di sicurezza del trattore devono essere tenuti efficienti nel tempo con una manutenzione periodica programmata in ottemperanza agli obblighi previsti dall’art. 71 comma 4 lettera a) punto 2 e lettera b) del D.Lgs. 81/08. Lo stato dell’arte di riferimento è la “buona prassi” INAIL dell’aprile 2011 “Controllo periodico dello stato di manutenzione ed efficienza dei trattori agricoli o forestali” consultabile all’indirizzo: www.ispesl.it/sitoDts/Linee_guida/Buoneprassitrattori.pdf 10 Albero cardanico e prese di forza o potenza L’albero cardanico è l’ organo meccanico che consente di trasferire la potenza dalla macchina motrice (trattrice) alla macchina operatrice attraverso la trasmissione del moto rotatorio, con velocità e coppia molto elevate, consentendo al contempo all’insieme trattrice-macchina operatrice di eseguire curve e spostamenti reciproci. La trasmissione cardanica è costituita da un albero telescopico di acciaio, che alle estremità porta due crociere, formate ognuna da due forcelle accoppiate fra loro ortogonalmente. L’albero cardanico rientra tra le categorie di macchine ritenute più pericolose (allegato IV della Direttiva Macchine 2006/42/CE). I cardani sono normalmente accompagnati, al fine di soddisfare le prescrizioni della Direttiva Macchine da alcune indicazioni: • Casa costruttrice (stampigliato) • Modello, anno di costruzione e marchio CE (stampigliato) • Lato da collegarsi alla trattrice (stampigliato) • Avvisi di pericolo (etichetta). All’atto dell’acquisto del cardano deve essere fornito il libretto di istruzioni, nel quale devono essere contenute almeno le seguenti informazioni: Costruttore e dichiarazione di conformità; Condizioni di utilizzo; Istruzioni per la messa in opera, per la sostituzione di propri componenti o delle protezioni, per la manutenzione ordinaria quali periodicità e punti di ingrassaggio; Istruzioni analoghe per ciò che riguarda giunti speciali e loro condizioni di utilizzazione. 11 Principali condizioni di pericolo L’albero cardanico è tra le principali cause di infortunio sul lavoro nel comparto agricolo: la sua incidenza, va sottolineato, riguarda la gravità degli incidenti, prima ancora della frequenza di accadimento. Le statistiche sugli incidenti in agricoltura riportano che gli infortuni con gli alberi cardanici non adeguatamente protetti e più in generale le trasmissioni in movimento sono al secondo posto per gravità. Generalmente, la dinamica degli incidenti trascinamento da parte dell’organo in rotazione; consiste nell’impigliamento e nel PERICOLO !! Alberi cardanici non protetti: situazione inaccettabile di gravissimo pericolo Principali misure di prevenzione La protezione dell’albero cardanico è costituita da una guaina (normalmente in plastica rigida) che racchiude l’albero e da due cuffie dello stesso materiale, sufficientemente ampie da coprire le prime due forcelle alle estremità. 12 Tutti gli elementi posti a protezione dell’albero cardanico devono essere integri e vanno sostituiti immediatamente in caso di rottura o danneggiamento Ogni intervento di manutenzione, riparazione, regolazione deve essere effettuato attenendosi scrupolosamente alle indicazioni date dal costruttore e contenute nel Manuale di Uso e Manutenzione. La presa di forza è solitamente costituta da un terminale scanalato posto sia sulla trattrice che sulla macchina a cui deve essere trasmesso il moto. Il terminale scanalato della presa di forza deve essere completamente racchiuso da una protezione affinché durante il funzionamento l’operatore sia difeso dal pericolo di afferramento; tale protezione è costituita da uno schermo in lamiera o materiale plastico che racchiude la presa di forza su tre lati. Esempio di scudo di protezione in lamiera Esempio di protezione a cappuccio La protezione può essere anche costituita da una contro cuffia. 13 Le protezioni devono dell’albero cardanico e delle prese di potenza devono sovrapporsi per almeno 50 mm quando il cardano è allineato. Norme di sicurezza essenziali: verificare l’efficienza e l’integrità della protezione prima di iniziare il lavoro, sostituendo le protezioni usurate o rotte; fissare le catenelle, per evitare la rotazione, per trascinamento della protezione stessa; non entrare nell’area di lavoro quando l’albero cardanico è in movimento; non indossare abiti con cinghie, lembi o parti che possono essere agganciate; per qualsiasi intervento, disattivare la presa di forza e spegnere il trattore togliendo le chiavi; non sottoporre la macchina ad utilizzi o sforzi non previsti dal libretto d’istruzioni ed uso. Qualora l’albero cardanico debba essere sostituito, la scelta di un nuovo albero deve essere fatta in funzione dell’accoppiamento trattrice-macchina (potenza, velocità di rotazione, angolo di lavoro, lunghezza, ecc.). SI 14 I pittogrammi svolgono una funzione imprescindibile, per cui deve essere premura dell’utilizzatore verificarne periodicamente il buono stato di conservazione ed eventualmente provvedere al ripristino. Infine, si sottolinea l’importanza di rispettare i tempi di intervento per la lubrificazione e l’ingrassaggio dell’albero cardanico, anch’essi riportati nel manuale di istruzioni. Esempio di tempistica di ingrassaggio 15 Altre macchine In questo paragrafo, ovviamente senza alcuna pretesa di esaurire l’argomento, si espongono i principali rischi delle macchine agricole in generale e di alcune tra quelle maggiormente usate, ad esclusione del trattore, ampiamente trattato in un precedente paragrafo. Considerazioni generali sulla sicurezza delle macchine In linea generale dal 21 settembre 1996 e cioè dall’applicazione della “Direttiva Macchine” con l’emanazione del D.P.R. 459/96, ora sostituito dal nuovo D.lgs. 17/10, le macchine agricole, come tutte le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori, devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle Direttive comunitarie di prodotto (marcatura CE). Devono cioè essere state costruite tenendo conto dei requisiti essenziali di sicurezza previsti dal decreto e mantenute in esercizio con tutti i dispositivi di sicurezza previsti dal costruttore. Ogni macchina dovrà essere accompagnata dalla marcatura "CE" attraverso una targhetta leggibile ed indelebile posta sulla macchina stessa e che riporta: nome ed indirizzo del fabbricante marcatura CE n° matricola, tipo, n° di serie anno di costruzione Inoltre la macchina deve essere accompagnata dal libretto di istruzione all'uso e manutenzione. In ogni caso sarebbe opportuno che ogni attrezzatura di lavoro, anche se precedente al 1996 e non provvista di marcatura CE, sia dotata di un proprio manuale d’uso e manutenzione il cui contenuto deve essere noto ai lavoratori che la utilizzano. Le macchine più “vecchie” cioè di fabbricazione antecedente al settembre 1996, devono comunque essere conformi ai requisiti generali di sicurezza di cui all’allegato V del D.Lgs 81/08. Si ricorda inoltre che è assolutamente vietata la vendita, il noleggio, la concessione in uso anche gratuito di macchine, attrezzature di lavoro e di impianti pericolosi, non rispondenti alla legislazione vigente. Chiunque vende (sia la vendita diretta tra agricoltori o tramite un commerciante), deve attestare la conformità della macchina/attrezzatura alla legislazione previgente. In caso di permuta per un nuovo acquisto, invece, l'attestazione deve essere rilasciata da chi la immette direttamente sul mercato. Concretamente, per una valutazione globale della sicurezza di una macchina occorre prestare attenzione soprattutto ai seguenti punti: ORGANI LAVORATORI ELEMENTI MOBILI ORGANI DI TRASMISSIONE DEL MOTO IMPIANTO ELETTRICO DI BORDO MACCHINA 16 DISPOSITIVI DI COMANDO PROIEZIONI DI MATERIALI VISIBILITA’ DELLA ZONA OPERATIVA STABILITA’ Esistono poi altri elementi da considerare quali ad esempio: la conoscenza e rispetto del manuale di istruzioni per l’uso l’utilizzo della macchina solo da parte di personale autorizzato e adeguatamente informato e formato la presenza di eventuali procedure di lavoro sicuro Nonostante tutto questo è comunque sempre utile ricordare che le macchine agricole, anche se dotate di tutte le protezioni, presentano spesso un elevato “rischio residuo” per l’impossibilità di dotare di protezioni completa gli organi lavoratori; pertanto 3 sono le regole basilari salva vita da seguire sempre: 1) non sottovalutare mai il pericolo costituito da questo “rischio residuo” ma averne consapevolezza; 2) non permettere a nessuno, colleghi, terzi e specie minori di avvicinarsi alla macchina agricola in funzione; 3) per qualsiasi intervento manuale di controllo o regolazione, ricordarsi sempre di spegnere prima la macchina. A titolo esemplificativo di quanto sia importante il corretto comportamento umano, consapevole dei “rischi residui” esistenti nelle macchie agricole, riportiamo integralmente qui di seguito la scheda di una campagna informativa riguardante un caso reale di grave infortunio con una macchina zappatrice connessa all’attacco a tre punti di una trattrice. 17 Campagna informativa: “Impariamo dagli errori”: alcune storie di infortuni perché non ne accadano più di uguali Amputazione piede con zappatrice Lavorazione / comparto produttivo / (con indicazione se è una lavorazione trasversale a più comparti) Preparazione terreno / agricoltura Descrizione infortunio Per correggere la profondità di zappatura si deve regolare il sistema di attacco a tre punti della macchina alla trattrice; l’agricoltore è sceso dal trattore in funzione e si è avvicinato con i piedi alla zappatrice sul terreno già lavorato e quindi friabile, commettendo due gravi imprudenze: ¾ non ha fermato il motore della trattrice ¾ non ha, in alternativa, almeno scollegato la presa di forza che, attraverso l’albero cardanico, trasferisce il moto e la potenza alla macchina operatrice (zappatrice) Il piede è così scivolato nella zona di rotazione della zappatrice in funzione. Esito Amputazione piede Come prevenire Prima di scendere dalla cabina di guida per eseguire qualsiasi operazione a terra vicino alla trattrice ed alle relative macchine agricole operatrici collegate, si deve: ¾ tirare il freno a mano ¾ disinnestare la presa di potenza del trattore dalla cabina di guida ¾ spegnere il trattore Per chi vuol approfondire Su un motore di ricerca per il WEB: sicurezza “trattore” esempio: http://80.38.213.111/formaagri/it/file.php/1/moddata/forum/1/21/trattrici_a_ruote.pdf 18 Considerazioni sulla sicurezza di alcune macchine di uso diffuso ROTOIMBALLATRICE Le rotoimballatrici sono macchine trainate ed azionate tramite albero cardanico dalla presa di potenza del trattore. Producono balle cilindriche di foraggi, paglia ecc. Principali condizioni di pericolo Il rischio maggiore delle rotoimballatrici è legato all’intasamento ed al blocco dell’elemento rotante di raccolta del foraggio: una eventualità frequente, causa di infortuni gravissimi, talvolta mortali. Quando l’organo rotante di raccolta del foraggio si intasa, e quindi si blocca, regola vorrebbe che si spenga la macchina, per poi procedere alla eliminazione manuale dell’intasamento, e poi riavviare la macchina. Per non perdere tempo, e per facilitare le operazioni, spesso i lavoratori operano come nella figura accanto: a macchina in funzione, spingono l’intasamento “contro” l’organo rotante di raccolta, fino a quando questo riesce a “sbloccarsi”, ricominciando a ruotare e a raccogliere il foraggio. Peccato che, a volte, oltre a raccogliere il foraggio, la rotoimballatrice “raccolga” anche l’uomo, con conseguenze spesso devastanti, se non mortali. 19 Misure di prevenzione • • • • • • • • • barra distanzatrice presso il rullo raccoglitore sistemi di sicurezza e controllo a seguito di intasamento protezione di tutto i tragitto della catenaria, delle cinghie, dei rulli e di tutti gli altri dispositivi di formazione della balla carter apertura gruppo legatore garanzia di apertura durante la manutenzione con valvole di sicurezza e dispositivi meccanici di blocco non effettuare operazioni di manutenzione con la macchina in moto albero cardanico e presa di forza protetti non effettuare lo scarico della rotoballa in pendenza verificare, prima di iniziare la stagione di lavoro, la corretta tensione delle cuffie e delle catene, lubrificare tutti gli organi di movimento 20 CARRO MISCELATORE/DESILATORE Il carro miscelatore è un’attrezzatura semovente o trainata che miscela e distribuisce i vari elementi dell’alimentazione dei bovini; può essere dotato di braccio desilatore per il carico del foraggio depositato nei sili a trincea. Carro miscelatore – desilatore (orizzontale) trainato 1) Dispositivo di carico (in questo caso, utensili di taglio e di carico motorizzati) 2) Dispositivo di miscelazione e/o di trinciatura orizzontale Carro miscelatore (verticale) trainato 1) Dispositivo di miscelazione e/o di trinciatura verticale 21 Carro miscelatore - desilatore semovente Principali condizioni di pericolo I rischi principali sono: • • contatto con gli organi rotanti del braccio fresa contatto con le coclee di miscelazione Misure di prevenzione • comandi protetti contro l’azionamento accidentale I comandi per l’attivazione e l’abbassamento degli utensili di taglio e di carico devono essere del tipo ad azione mantenuta (comando a uomo presente) e protetti contro l’attivazione involontaria (es. comando manuale che richiede due differenti azioni per l’attivazione degli utensili o l’applicazione di una protezione attorno alle leve di comando). 22 • coclee di miscelazione inaccessibili: Quando gli utensili di taglio e di carico (braccio fresa) o la porta di carico sono in posizione chiusa le coclee di miscelazione non devono essere accessibili. Quando sono in posizione aperta deve essere adottata una delle seguenti soluzioni: a) Le coclee di miscelazione non devono funzionare; b) Le coclee di miscelazione devono essere attivate solo con un comando ad azione mantenuta; c) deve essere installata una protezione (parete mobile o fissa) che, in tutte le posizioni di apertura degli utensili di taglio e di carico o della porta di carico, garantisca il rispetto delle distanze di sicurezza dalle coclee di miscelazione. • visibilità dal posto di guida L’area di lavoro degli utensili di taglio e di carico (bracco fresa) o della porta di carico deve essere direttamente visibile dal posto di lavoro e/o di guida. Quando non vi è una visibilità diretta, le macchine devono essere munite di dispositivi, quali specchi o telecamere a circuito chiuso, che ne assicurino una visibilità indiretta. • protezione del dispositivo di distribuzione finale I dispositivi di distribuzione, quali ad esempio nastro trasportatore, coclea, scarico libero e turbina, devono essere protetti per evitare contatti accidentali con le parti in movimento. 23 ERPICI, FRESATRICI ROTATIVE, FALCIATRICI… In queste macchine il rischio è legato agli organi lavoratori che ruotano a forte velocità. Risulta quindi di grande importanza verificare l’adeguatezza delle protezioni di tali organi: tali protezioni devono essere fisse, o smontabili solo con l’ausilio di attrezzi specifici. Va sottolineato che eventuali regolazioni che richiedano l’avvicinamento agli organi in movimento devono essere effettuate con presa di forza disinserita e trattore a motore spento. 24 SPANDICONCIME Si tratta di macchine semplici, per la distribuzione nei campi di concimi solidi granulari. I rischi, in genere non eccessivi, sono relativi agli organi rotanti di distribuzione, al carico della tramoggia (spesso a un’altezza non trascurabile, per cui si richiede una scaletta e/o una piattaforma sicura) e agli organi di miscelazione della tramoggia stessa. 25 CARRO SPANDILETAME Macchina all’apparenza banale ma molto pericolosa. Avvicinarsi agli organi distributori posteriori in rotazione, ad esempio per verificarne il funzionamento o per vedere se il carro è scarico, può portate a gravissime conseguenze. Altrettanto pericoloso è l’entrare all’interno del carro in funzione per pulirlo: questo comportamento è stato causa di gravissimi infortuni. 26 Organi di trasmissione del moto Sono le cinghie di trasmissione (ad es. nel trattore quelle dell’ alternatore, dinamo, ventola), le pulegge, gli alberi di trasmissione, le ruote dentate, le catene, ecc., che trasferendo potenza hanno in se un energia potenzialmente lesiva, se vi si entra in contatto. Principali condizioni di pericolo Tutti gli elementi di trasmissione del moto (coclee, gli ingranaggi, le catene e le cinghie di trasmissione ecc.) se non protette rappresentano un rischio, per contatto accidentale, di presa e trascinamento delle mani, dei capelli, dei vestiti, ecc. Misure di prevenzione Le coclee, gli ingranaggi, le catene e le cinghie di trasmissione devono essere adeguatamente e solidamente protetti quando siano in posizione raggiungibile nelle normali operazioni di lavoro. Vanno protette completamente con un riparo preferibilmente in lamiera a parete piena; qualora si usasse una rete metallica o una lamiera forata, dovranno essere sufficientemente robuste anche per resistere ad una eventuale rotture dell’ elemento in moto e con maglie o fori di dimensioni tali da non consentire di raggiungere le zone pericolose con le mani. Le cinghie devono essere in ogni caso dotate di protezione adatta a trattenerle in caso di rottura. 27 Gli organi pericolosi, qualora non segregati da carter di protezione completi o scatolati, devono essere mantenuti ad una distanza di sicurezza dagli operatori, come previsto dalle Norme Tecniche tabelle 1 e 2 della norma ex EN 294 Vanno perciò sicurezza” rispettate , nel distanziamento e dimensionamento, le “distanze di a = altezza della zona pericolosa b = altezza della struttura di protezione c = distanza orizzontale dalla zona pericolosa 28 Allevamento bovini La sicurezza nell’allevamento dei bovini riguarda sia quelli da latte che quelli da carne: sebbene esistano diversi sistemi di allevamento (a stabulazione fissa, a stabulazione libera), le condizioni di pericolo sono molto simili. Principali condizioni di pericolo Il rischio di schiacciamento da parte degli animali è presente soprattutto durante le operazioni di movimentazione degli animali, mungitura, interventi sugli animali, gestione dei tori. Il controllo degli animali, le ispezioni sanitarie, l’esecuzione di interventi veterinari ecc. nelle stalle a stabulazione libera viene normalmente effettuato dalla corsia di alimentazione durante i pasti oppure in apposito recinto in cui vengono deviati gli animali o ancora entrando direttamente nella zona di stabulazione. Nel caso di stabulazione fissa tali azioni vengono effettuate direttamente alla posta In entrambi i casi, oltre al rischio da urti e schiacciamenti da parte degli animali, gli operatori sono soggetti anche a rischio di scivolamento su pavimentazioni bagnate o coperte da deiezioni. Inoltre si possono evidenziare rischi biologici, da contatto con fluidi organici e deiezioni, che possono essere accentuati nel caso di contatti con animali malati, con il conseguente rischio di zoonosi. Il rischio di scivolamento è particolarmente presente nella sala di mungitura, a causa della necessità di lavare frequentemente l’ambiente per mantenere adeguate condizioni igieniche. Misure di prevenzione I pavimenti di stalle e locali adibiti ad ospitare bovini devono essere in materiale idoneo, antisdrucciolevole ma anche di facile pulizia; l’animale va sottoposto a cure o indagini sanitarie in condizioni di sicurezza (trappole autocatturanti, corridoi con travaglio incorporato, cavezza, arla ecc.). 29 L’utilizzo dei farmaci va eseguito sotto controllo veterinario; gli operatori devono utilizzare idonei DPI (guanti monouso, stivali antisdrucciolevoli e con puntale anticalpestamento, grembiuli, ecc.). rigatura antiscivolamento via di fuga In tutti gli ambienti destinati allo stazionamento dei bovini (stalle, recinti, paddock, ecc.) dovranno essere previste ad opportuni intervalli, vie di fuga, costituite da varchi che permettano il passaggio di un uomo, ma non degli animali (figura 1). Ove ciò non fosse possibile, come ad esempio negli allevamenti “linea vacca-vitello”, per la possibilità che tali vie di fuga permettano il passaggio dei vitelli, o in caso di recinti molto grandi, è necessario prevedere zone protette, accessibili al personale ma non agli animali, dove ci si possa riparare. 30 Figura 1 Via di fuga in stalla a stabulazione libera Il toro deve essere tenuto in apposito recinto, dotato di cancelli interni per poterlo confinare all’ingresso del personale, ad esempio per la pulizia; la recinzione dev’essere sufficientemente robusta e alta almeno 180 cm. Particolare attenzione va posta nelle operazioni di pulizia delle aree ove abitualmente stazionano gli animali (cuccette, lettiere, ecc.): bisogna prevedere sistemi di cancelli mobili che permettano lo stazionamento degli operatori senza che gli animali possano accedere all’area. La sala mungitura e locali annessi devono essere dotati di pavimentazione antiscivolo e che comunque favorisca lo scolo dell’acqua. Anche la scaletta di accesso alla fossa deve avere gradini idonei e corrimano almeno su un lato. 31 32 Fienili Considerazioni generali Nei fienili il foraggio e la paglia vengono immagazzinati, per la massima parte, in rotoballe o in balle parallelepipede di piccole o grandi dimensioni. Il fieno può essere conservato sia nei vecchi fienili sopraelevati sia, più modernamente e frequentemente, sotto apposite tettoie o porticati chiusi su due o tre lati. Principali condizioni di pericolo La movimentazione di rotoballe con trattori senza struttura di protezione del posto guida costituisce una situazione inaccettabile di grave pericolo. Anche la movimentazione di più di una rotoballa alla volta con sistemi improvvisati può costituire pericolo in quanto non è garantita la protezione contro la caduta accidentale del carico. 33 Misure di prevenzione E’ opportuno che sia segregata la zona di lavoro del deposito di rotoballe, al fine di impedire l’accesso a persone non addette ai lavori Nella movimentazione delle rotoballe, inoltre, dovranno essere rispettate le seguenti indicazioni: • utilizzare macchine idonee, meglio se semoventi, con braccio telescopico, meglio se a pinza dedicata • utilizzare sempre ed esclusivamente macchine munite di protezione del posto di guida garantire tassativamente l’assenza di altre persone a terra nell’area di movimentazione delle rotoballe movimentare sempre una rotoballa per volta. non realizzare cataste verticali troppo alte: non superare indicativamente il valore di 4 rotoballe sovrapposte • • • 34 Impilamenti superiori al quarto livello, possono portare a situazioni pericolose. Tali impilamenti possono essere consentiti solo utilizzando strutture idoneamente predisposte per limitare il rischio di caduta al suolo. Le Linee Guida della regione Lombardia per la prevenzione degli infortuni in zootecnia prevedono: • per limitare il rischio di caduta delle rotoballe impilate, di delimitare trasversalmente le campate del locale di stoccaggio con cavi tesi tra pilastri corrispondenti della stessa campata (passo medio 6–7 m). I cavi, o le funi andranno posti ad altezze corrispondenti alla 3^, alla 4^ rotoballa ed eventualmente a quelle superiori. Questa semplice applicazione consente di limitare l’influenza negativa reciproca delle cataste sulla stabilità statica. Inoltre permette di separare le partite di fieno per sfalcio, per qualità, ecc., senza che l’eccessivo prelievo da una campata crei spazi vuoti sottoposti a rischio di caduta dall’alto, ecc. La larghezza media delle campate è sufficientemente ridotta da indurre, senza particolari problemi, l’utilizzatore ad un prelievo omogeneo dal fronte della catasta, escludendo la creazione di spazi vuoti tra le cataste prive di vincolo. L’applicazione anche alle strutture già costruite è molto semplice, poco costosa e non vincolante (la prima fune viene posta a più di 3 m dal suolo); • per limitare i danni prodotti dalla caduta in fase di movimentazione: l’area suscettibile di caduta, cioè l’area di manovra, deve essere delimitata con recinzione metallica di altezza minima m 2. L’accesso all’area, che sarà dotata di opportuni cancelli apribili, sarà interdetto ai pedoni e consentito unicamente alla macchina operatrice con operatore a bordo e posto di guida protetto. L’interdizione assoluta ai pedoni dell’area in esame è elemento fondamentale per l’efficacia della soluzione. Anche questa considerazione discende dall’esperienza del fenomeno 35 infortunistico, in base alla quale numerosi casi di infortunio mortale hanno visto tra gli elementi di contesto la presenza di persone a terra nell’area di manovra. In caso invece di stoccaggi delle rotoballe in orizzontale: • • si fissino, sui lati lunghi dei rotoli, dei robusti cunei atti a tenere ben ferme in situ le rotoballe; si collochi la rotoballa terminale dei rotoli superiori in posizione arretrata rispetto a quelle delle file sottostanti, per evitare cadute in senso longitudinale. Fienili sopraelevati • • • Nel caso di utilizzo di fienili sopraelevati, si deve controllare la staticità dell’edificio e, se si opera sul fienile, quest’ultimo dovrà essere dotato di parapetto normale con arresto al piede verso le parti prospicienti in vuoto. Qualora vi siano anche aperture per il carico e lo scarico nella soletta, queste dovranno avere regolare parapetto. Le eventuali scale semplici portatili utilizzate presso il solaio sopraelevato dovranno avere i requisiti già indicati nella specifica sezione di questo documento 36 Scale semplici portatili Principali condizioni di pericolo Accadono frequentemente incidenti connessi con l’uso delle scale per scivolamento della persona e/o della stessa scala, a volte anche con esiti molto gravi. Misure di prevenzione Le misure di prevenzione sono molto semplici. Le scale portatili devono essere dotate di: • dispositivi antisdrucciolo alle estremità inferiori oppure puntali da conficcare nel terreno; • dispositivi o ganci di trattenuta alle estremità superiori al fine di evitare pericoli di sbandamento o slittamento; il vincolare la scala è molto importante per garantire la sua stabilità; • pioli antisdrucciolo per quelle in metallo. Le scale portatili devono avere un altezza tale da sporgere di almeno un metro oltre il piano di arrivo. 37 Le scale in legno devono avere i pioli privi di nodi ed incastrati nei montanti, i quali devono essere trattenuti con tiranti di ferro applicati sotto i due pioli estremi ed a metà dei montanti se sono più alte di 4 metri. Le scale doppie non devono superare l’altezza di m. 5 e devono essere provviste di catena di adeguata resistenza o di altro dispositivo che impedisca l’apertura della scala oltre il limite prestabilito di sicurezza. 38 Vasche liquami Principali condizioni di pericolo Il pericolo connesso con un’eventuale caduta accidentale in una profonda vasca di liquami è molto grave. E’ infatti evidente che in caso di caduta in una vasca di liquami, ben difficilmente l’infortunato può essere soccorso e salvato in tempo utile, soprattutto in presenza di particolari condizioni di densità del materiale. Inoltre nelle Aziende agricole oltre al personale adulto ed esperto possono esserci anche persone non professionalmente preparate, compresi anche i bambini, per i quali un normale parapetto può rappresentare addirittura un’occasione per “un’arrampicata” estemporanea. Le protezioni devono perciò essere particolarmente curate e realizzate in maniera che non siano non scalabili ma praticamente “invalicabili”; questo si realizza ad esempio lavorando sull’altezza delle stesse (min 140 cm, meglio 180 cm) e realizzandole con correnti verticali ravvicinati, tipo ringhiere balconi evitando i correnti tradizionali orizzontali tipici dei parapetti. La foto 1 illustra un esempio di vasca liquami completamente sprovvista di parapetti, con una situazione inaccettabile di gravissimo pericolo. Foto 1: situazione inaccettabile 39 Misure di prevenzione Le vasche per lo stoccaggio delle deiezioni, interrate e scoperte devono avere: 9 parapetto non arrampicabile in materiale resistente (parete piena, cancelli metallici, ecc.) di altezza di almeno 140 cm (consigliati 180 cm) Foto 2 – 3 Parapetti correttamente installati 9 se il parapetto non è costruito a partire dal piano campagna, deve essere dotato di protezione di arresto al piede di almeno 15 cm (foto 2 e 3) 9 le necessarie postazioni ed aperture necessarie per il prelievo e la miscelazione devono essere realizzate per questo scopo senza dover aprire cancellate intere e soprattutto le aperture devono essere presidiate e poi prontamente chiuse al termine dei lavori (foto 4, 5, 6 e 7) Foto 4 – 5 : protezione delle zone di accesso 40 Foto 6 – 7: copertura degli accessi alle fosse Quando è impossibile realizzare parapetti presso canalizzazioni, pozzetti ecc, si devono dotare questi punti di robuste protezioni a livello del suolo Nelle vasche fuori terra deve essere installata una scala fissa e postazione di controllo, costituita da piattaforma protetta, posta ad un’altezza inferiore di 1500 mm a quella del bordo vasca (foto 8 e 9). Foto 8 – 9: sistemi per il corretto accesso alle vasche fuori terra Per evitare possibili rischi di caduta accidentale in tombini di ispezione/miscelazione, lasciati involontariamente aperti, questi dovranno avere il sistema di apertura a setti mobili. Un'altra soluzione è saldare sulla apertura una croce con maglia a passo d’uomo, che impedisca la caduta accidentale all’interno della vasca interrata. Foto 10: tombino di ispezione 41 L’impianto elettrico nelle aziende agricole L’uso dell’energia elettrica in generale può esporre a rischi per l’incolumità di persone, animali e cose; nell’azienda agricola condizioni ambientali particolari aumentano le probabilità di incidenti e ne amplificano i possibili danni. Occorre considerare infatti la presenza di animali, ambienti quasi sempre umidi e bagnati, polverosi, soggetti a spruzzi di liquidi, con sollecitazioni meccaniche pesanti e spesso con rischio d'incendio accresciuto dalla presenza di notevoli quantità di sostanze combustibili. Ciò porta a classificare le strutture agricole e zootecniche come ambienti particolari che richiedono provvedimenti supplementari per la sicurezza. Particolare attenzione deve essere dedicata agli impianti elettrici negli edifici destinati all’allevamento animale (stalle con eventuali sale mungitura, porcili, ovili, pollai e simili), ai depositi di foraggi (fienili), cereali, fertilizzanti e mangimi, agli essiccatoi, ai depositi carburanti e, se ricorrono particolari condizioni, cantine e officine; inoltre la presenza di polvere, tipica di particolari processi lavorativi (essiccazione, insilaggio), potrebbe inoltre determinarne la classificazione come luoghi con pericolo di esplosione. Quali precauzioni? Per la progettazione e l’installazione degli impianti elettrici nelle aziende agricole vanno seguite le norme speciali contenute nella Norma CEI 84-8, parte 705 strutture adibite ad uso agricolo o zootecnico. Vediamo alcune delle precauzioni particolari previste: • • • • • • Interruttori differenziali (Salvavita) ad alta sensibilità (corrente differenziale 0,03A) per la protezione dei circuiti terminali (prese a spina). Per ragioni di protezione contro gli incendi serve inoltre un interruttore differenziale (corrente differenziale 0,5A) a protezione di tutte le linee presenti nei luoghi a maggior rischio incendio. Un impianto di messa a terra che comprende collegamenti equipotenziali con le parti metalliche della struttura e griglia metallica nel pavimento per la salvaguardia, in caso di un guasto degli impianti elettrici, anche degli animali. Installazione degli apparecchi elettrici e condutture in modo da prevenire danni e rotture causati dai mezzi e dagli animali. Impianti e componenti realizzati con idoneo grado di protezione contro la penetrazione di polvere ed umidità e anche con resistenza meccanica adeguata a prevenire danneggiamenti a causa di urti accidentali. Utilizzo di prolunghe e cavi per l’alimentazione di utensili mobili con idoneo rivestimento e prese adeguate, limitato comunque solo al tempo strettamente necessario. La posizione dei quadri, dei dispositivi di comando e di emergenza deve essere di facile accesso per gli operatori, ma sempre lontano dalle zone di transito e ricovero degli animali, tenendo conto delle situazioni che possono presentarsi in caso di panico degli animali. 42 • • • Gli apparecchi di riscaldamento utilizzati nei locali in cui vengono allevati animali devono essere fissati in modo da mantenere una distanza appropriata dagli stessi animali e dai materiali combustibili in modo tale da evitare qualsiasi rischio di scottature agli animali e di incendio. Va evitato di posizionare I collegamenti equipotenziali supplementari in una stalla recinzioni elettriche parallele a linee elettriche aeree vicine, in modo da limitare correnti indotte nella recinzione. Installare impianti di alimentazione elettrica di emergenza (gruppo elettrogeno, batterie con inverter….) qualora necessari per la sopravvivenza degli animali in caso di emergenza. Per ben cominciare occorre pensare a: 1) PROGETTO Gli impianti delle aziende che alimentano le utenze in bassa tensione (220 V - 380 V)con potenza impegnata superiore a 6 kW o se la superficie supera i 200 mq devono essere progettati da un professionista abilitato. Devono essere progettati gli impianti che presentano rischi specifici come quelli in ambienti a maggior rischio in caso di incendio (CEI 64-8 parte 751) 2) INSTALLAZIONE E DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ L’installazione (o ampliamento, modifica, manutenzione straordinaria) di impianti elettrici è riservata a imprese abilitate. Al temine dei lavori l’impresa rilascia obbligatoriamente la Dichiarazione di Conformità per i lavori da essa eseguiti, cui è allegata la documentazione prevista (D.M. 22 gennaio 2008, n. 37). GRUPPI ELETTROGENI Se in azienda è presente un gruppo generatore (sia con motore proprio che da collegare alla presa di potenza della trattrice) è necessario verificare con il proprio installatore (o tecnico) quale sistema di collegamento e quali protezioni siano necessarie per operare in sicurezza. 43 E per continuare a rimanere sicuri che fare? Chi usa gli impianti deve: - utilizzarli correttamente; - far eseguire dal proprio elettricista tutti i controlli e le manutenzioni necessarie; Al responsabile dell’azienda agricola compete una parte della manutenzione ordinaria, ad es: controllare il funzionamento degli interruttori differenziali premendo il tasto di prova, e frequenti controlli a vista sullo stato di conservazione di custodie (quadri elettrici, scatole di derivazione e portafrutti carcasse di motori) o isolamenti dei cavi. Se qualcosa non va chiamare l’elettricista. In ogni caso sono da evitare interventi “fa da te” accanto e sulle parti elettriche in tensione. 3) LA MANUTENZIONE: Va eseguita una manutenzione regolare atta a mantenere integre le condizioni di sicurezza e funzionalità iniziali degli impianti, dei componenti, degli apparecchi e dell’installazione in genere. Fondamentale la scelta di installatori abilitati o di manutentori esperti. 4) CONTROLLI PERIODICI E VERIFICHE Le caratteristiche di manutenzione, efficienza e sicurezza dell’impianto elettrico devono essere controllate almeno ogni 5 anni dal momento della entrata in servizio (2 anni per luoghi con rischio di esplosione); tale controllo, obbligatorio nel caso l’azienda utilizzi anche saltuariamente lavoratori dipendenti o assimilati, deve essere affidato dall’azienda agricola a soggetti professionalmente competenti (“organismi notificati” oppure al Servizio Impiantistica e Sicurezza del Dipartimento di Prevenzione delle ASL). L’esito di questi controlli è verbalizzato e questo verbale è tenuto a disposizione per eventuali verifiche da parte dell’Organo di Vigilanza. Gli adempimenti richiesti sono previsti dal DPR 462/01 e, comunque, sono indispensabili per garantire un accettabile livello di sicurezza degli impianti elettrici. . 44 Bibliografia: Linee Guida Regionali per la prevenzione degli infortuni in zootecnia (Lombardia) DECRETO DIREZIONE GENERALE SANITA’ N. 16258 DEL 29.9.2004 http://www.sanita.regione.lombardia.it/shared/ccurl/145/550/ZOOTECNIA_DDG2004_1 6258.pdf “Linea operativa gestione parco macchine” per il contenimento degli eventi infortunistici nel comparto agricolo (Lombardia) DECRETO DIREZIONE GENERALE SANITA’ N. 120 DEL 14.01.2009 http://www.sanita.regione.lombardia.it/shared/ccurl/303/999/AGR_DDG2009_120.pdf LINEE GUIDA REGIONALI INTEGRATE IN EDILIZIA RURALE E ZOOTECNIA (Lombardia) DECRETO DIREZIONE GENERALE SANITA’ N. 5368 del 29.05.2009 http://www.agriprel.it/Repository/deposito/lg01/ http://www.sanita.regione.lombardia.it/shared/ccurl/215/993/ddg%205368%20linee%20 guida%20integrate.PDF Documento INAIL “Controllo periodico dello stato di manutenzione ed efficienza dei trattori agricoli o forestali http://www.ispesl.it/sitoDts/Linee_guida/Buoneprassitrattori.pdf Linea Guida ISPESL “L'installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali “ Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai requisiti minimi di sicurezza per l'uso delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D.Lgs. 81/08 Linee guida ISPESL - Roma, aggiornamento maggio 2011, pubblicato giugno 2011. http://www.ispesl.it/sitodts/telai.asp Linea guida ISPESL per l’adeguamento dei vecchi trattori sulle cinture di sicurezza “L’installazione dei sistemi di ritenzione del conducente” http://www.ispesl.it/sitodts/Linee_guida/LGadeguamento_trattori.pdf Manuale di igiene e sicurezza del lavoro in agricoltura e zootecnica per gli Istituti Tecnici Agrari pubblicato dall’ASL di Bergamo Pubblicazioni di sicurezza per il settore Agricolo edite da INAIL 45 Guida realizzata dalla Provincia di Milano Settore Agricoltura, parchi, caccia e pesca PROVINCIA DI MILANO Settore Agricoltura Viale Piceno, 60 – 20129 MILANO N° verde: 800 74 36 33 Www.provincia.milano.it/agricoltura/ Uffici di zona: via XX Settembre, 64 - Abbiategrasso (MI) Tel. 02 94699257 - Fax 02 94608262 Via dei Mille, 12 Legnano (MI) Tel. 0331 426903/04 - Fax 0331 426901