Allegato B) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Asl1Massa Carrara 2) Codice regionale: RT RT2C00044 2bis) Responsabile del progetto: (Questa figura non è compatibile con quella di coordinatore di progetti di cui al punto 2 ter né con quella di operatore di progetto di cui al successivo punto 16) - NOME E COGNOME:Vannucci Patrizia - DATA DI NASCITA: 11/09/1957 - CODICE FISCALE:VNNPRZ57P51B832R - INDIRIZZO MAIL:[email protected] - TELEFONO: 0585657390 2 ter) Coordinatore di progetti (da individuare tra quelli indicati in sede di adeguamento/iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale): - NOME E COGNOME:Galoppini Paolo CARATTERISTICHE PROGETTO 3) Titolo del progetto: Un codice rosa contro la violenza di genere 4) Settore di intervento del progetto: n-educazione contro ogni forma di discriminazioni anche per orientamento sessuale. 4bis) Codice identificativo dell'area di intervento: Area generale 5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Allegato B) Premessa La violenza contro le donne, perpetrata e basata sul genere, è ritenuta una violazione dei diritti umani. Termine analogo a quello di violenza contro le donne è il termine violenza di genere che in una accezione più ampia abbraccia anche quella contro i minori e le persone di altro genere. Nell'introduzione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne del 1993 l'art.1, descrive la violenza contro le donne come «Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”. La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. E il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici: vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio. Da diverse ricerche emerge che la violenza di genere si esprime su donne e minori in vari modi ed in tutti i paesi del mondo. Esiste la violenza domestica esercitata soprattutto nell'ambito familiare o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali, delitti d'onore, uxoricidi passionali o premeditati. I bambini, gli adolescenti, ma in primo luogo le bambine e le ragazze adolescenti sono sottoposte all’incesto. La violenza all’interno della famiglia è una realtà diffusa in tutto il mondo e sconvolge la vita di molte donne e bambini: è un fenomeno endemico della società occidentale, strettamente correlato alla disparità di potere fra l’uomo e la donna. In Italia l’interesse per il fenomeno della violenza degli uomini sulle donne, e la volontà di intervenire concretamente a favore delle vittime, è molto recente e del tutto insufficiente poiché é diffusa una radicata fiducia nel buon funzionamento della famiglia e la tendenza a considerare quello che avviene all’interno della coppia come un fatto privato dei suoi componenti. Questo atteggiamento porta a sottovalutare la pericolosità della situazione a cui sono esposte le donne maltrattate dal partner, o ex partner, e l’importanza che il sostegno sociale e della comunità può offrire alle vittime nel cercare soluzioni. Descrizione del fenomeno e Offerta dei Servizi Dati Nazionali Dai dati rilevati dall’Istat emerge che una donna su tre in età compresa fra i 16 e 70 anni ha subito violenza. Le donne che nel corso della propria vita hanno subìto una violenza fisica e/o sessuale sono 6.743.000 e ogni anno sono 100 le donne che vengono uccise dal marito, dal fidanzato o da un ex. In questi ultimi anni il fenomeno è comunque diventato oggetto dell’attenzione pubblica, anche se esiste un sommerso che per ragioni politico- culturale stenta ad emergere: un dato spesso circondato dal silenzio in cui viene tenuto dagli aggressori che compiono il reato, dalle vittime che se ne vergognano, e dalla comunità che non Allegato B) lo considera un problema di propria pertinenza. I dati regionali Nel IV rapporto della Regione Toscana sulla Violenza di genere le donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza nel triennio 1° luglio 2010/ 30 giugno 2012 per tipo di violenza emerge che gli accessi ai centri antiviolenza nel periodo 1 luglio 2010/ 30 giugno 2012 suddivisi per tipologia di violenza sono i seguenti: Tipologia Violenza Fisica Psicologica Economica Stalking Violenza sessuale Molestie sessuali Mobbing Totale 2009/2010 2010/2011 2011/2012 1097 1365 456 181 132 1136 1464 502 287 182 1239 1561 490 274 134 47 69 64 13 3291 15 3655 11 3773 I Centri Antiviolenza In Italia i primi Centri antiviolenza sono nati solo alla fine degli anni novanta ad opera di associazioni di donne proveniente dal movimento delle donne, tra cui la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e la Casa delle donne maltrattate di Milano. Ad oggi sono varie le organizzazioni che lavorano sui vari tipi di violenza di genere. I Centri antiviolenza in Italia si sono riuniti nella Rete nazionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne. Nel 2008 è nata una federazione nazionale che riunisce 58 Centri antiviolenza in tutta Italia dal nome "D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne". La Regione Toscana, sostiene e incentiva la costituzione di una rete di relazioni tra: Comuni, Province, Aziende Ospedaliere – Universitarie, Aziende USL, SDS, Forze dell’Ordine, scolastico Regionale e provinciale, Uffici territoriali del GovernoPrefetture, Magistratura, Centri Antiviolenza. La rete ha lo scopo di favorire procedure omogenee e di attivare l’immediato intervento dei soggetti che ve fanno parte. La regione adotta linee guida contro la violenza di genere e promuove intese e protocolli per l’attuazione di interventi omogenei tra i soggetti della rete. Nei protocolli in genere si riconosce che la violenza di genere in tutte le sue forme costituisce una violazione fondamentale dei diritti della persona e si fa riferimento: • alla legge regionale 59/2007; • alle Risoluzioni e alle raccomandazioni del Consiglio d’Europa; • alla Dichiarazione dell’ONU del 1993; • alla Conferenza di Pechino del 1995; • alla Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 1999 che ha stabilito nel giorno 25 novembre la ricorrenza della Gionata internazionale per l’eliminazione della violenza contro la donna. Le Province a loro volta promuovono il coordinamento territoriale e l’assistenza e la protezione da parte dei soggetti della rete alla vittima, che può rivolgere la richiesta di aiuto, anche ad un solo soggetto. La Regione e le Province promuovono la formazione congiunta tra operatori sanitari, degli enti locali, dei Centri antiviolenza, ecc. La situazione della Provincia di Massa Carrara Allegato B) Massa Carrara è una delle province più violente della Toscana nei confronti delle donne. I casi segnalati sono in perfetta media con quelli delle altre province toscane, in totale 3900 , ma bisogna ricordare che nel territorio, la popolazione è di entità numericamente minore rispetto alle province della Toscana. I dati raccolti nell'indagine fra gennaio ed ottobre 2011, svolta dal gruppo di studio sulla violenza di genere istituito dall'Asl1 di Massa Carrara nel 2009 a livello provinciale, sono preoccupanti: le segnalazioni di violenze di genere, che interessano donne per la stragrande maggioranza, sono state 310. Gli abusi si materializzano principalmente in ambito domestico, ad opera di familiari, e riguardano la violenza fisica e verbale, mentre molto minore è quella alternativa (come lo stalking). I centri antiviolenza di riferimento per la Provincia sono: Pontremoli : Centro Donna Lunigiana Massa: Centro Donna Carrara Donna chiama Donna Le donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza nel triennio 2010/2011/2012 sono così distribuite 2009/2010 50 2010/2011 27 2011/2012 67 totale 144 Nel 2012 gli accessi al Centro Donna della Provincia sono stati 108. Le consulenze psicologiche fornite sono state 40; 35 quelle legali; 10 le mediazioni familiari e 10 casi sono stati dirottati ad altre strutture. Oltre la metà delle donne che si sono rivolte al Centro sono casalinghe o disoccupate e quasi il 70% sono italiane. Il 14% delle vittime sono donne in età compresa tra i 18 e 29 anni; il 40% non raggiunge i 40 anni; il 30% sono donne in età compresa fra i 50 e 59 anni. La bassa età media è influenzata fortemente dalla presenza di donne di cittadinanza non italiana, che si rivolgono ai centri in età meno avanzata I tipi di violenza sono Psicologica, Stalking, Mobbing, Fisica, Violenza sessuale, Economica, Molestie sessuali. Sul versante delle strutture sanitarie su 81.212 accessi al pronto soccorso nel 2011, nella zona di costa i casi di violenza in generale sono stati 924, dei quali 407 sono di violenza di genere. Gli Accessi ai consultori della Zona Apuana(anno 2011) sono stati 77 dei quali 56 trattati dalla Psicologa componente del Gruppo Dafne, per la dipendenza affettiva, alla base del fenomeno della violenza di genere. Come si può desumere il fenomeno della violenza di genere è ancora molto sommerso, si calcola che gli episodi denunciati siano soltanto il 2% dei totali. Per contrastare il problema presso la nostra azienda sanitaria, in ottemperanza alla legge regionale n°59 sulla violenza di genere è stata deliberata nel marzo 2009 la costituzione di un gruppo aziendale di studio sul fenomeno citato, la cui responsabile è la dor.ssa Patrizia Vannucci (responsabile Pronto Soccorso /Dea dell’Ospedale di Carrara). Il gruppo aziendale è formato da operatori sanitari di varia competenza (medici,infermieri dea, operatori dei consultori, assistenti sociali, psicologi, programmatori informatici, terzo settore etc). Il lavoro svolto è partito dalla rilevazione ed analisi dei dati riguardanti le vittime di violenza di genere raccolti Allegato B) soprattutto mediante il sistema informatico del Dipartimento Emergenza Aziendale. Successivamente sono state promosse molte iniziative quali: formazione degli operatori sulla problematica, realizzazione percorsi operativi ecc.) Di particolare rilevanza è la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa curato dalla Provincia, sottoscritto dai Comuni, ASL, Prefettura, Questura, Ufficio Scolastico Provinciale e Associazioni di Volontariato con il quale si è inteso realizzare un proficuo rapporto fra i soggetti firmatari, per costruire una rete locale per monitorare e analizzare il fenomeno della violenza, concertando strumenti e metodologie atte a prevenire il fenomeno della violenza di genere e per sostenere le donne vittime di violenze ed abusi. I soggetti che rappresentano la rete locale si sono costituiti tra loro in tavolo di concertazione per l’attivazione di un sistema integrato di monitoraggio della violenza di genere sul territorio provinciale chiamato “Tavolo sulla violenza di genere”. Dall’analisi dei dati raccolti in oltre due anni è emerso un aumento dei casi di violenza rispetto agli anni precedenti probabilmente anche per una progressiva volontà da parte delle donne di denunciare le violenze subite. Per potenziare la Rete a sostegno delle vittime di genere sono previste le seguenti azioni: 1. attivazione di un numero verde in ogni pronto soccorso, specificatamente dedicato alle donne; 2. l’ampliamento dell'indagine sui casi di violenza di genere in ogni pronto soccorso nei consultori ed ambulatori locali. Criticità Il problema della violenza di genere e un fenomeno “sommerso” dovuto a molte cause quali: • Mancata conoscenza dei servizi presenti sul territorio; • atteggiamenti culturali, sociale e religiosi che da secoli accettano e giustificano la violenza inflitta a donne e minori; • insufficienza della risposta sociale e istituzionale al bisogno di protezione; • scarsa conoscenza dell’esistenza di strutture sociali deputate alla gestione delle vittime; • insufficiente concretizzazione della rete operativa a sostegno delle vittime ; • scarsa informazione a disposizione dell’utenza (produzione e distribuzione di materiale) La presenza dei volontari del servizio civile permetterà di rafforzare la rete istituzionale e del volontariato contro la violenza di genere. 6) Obiettivi del progetto: Con il progetto si intende consolidare ed estendere a vari soggetti istituzionali e sociali la Rete a sostegno delle vittime di violenza di genere, così da assicurare sia un’assistenza immediata sia un successivo percorso di gestione e recupero. Il target a cui si rivolge il progetto è rappresentato da: Le donne italiane e straniere, i minori (intesi come protagonisti e destinatari diretti del progetto di Servizio Civile Regionale) Le comunità locali italiana e straniera I responsabili e operatori dei servizi degli enti (destinatari diretti in qualità di risorse umane per il funzionamento e la realizzazione dei servizi). Allegato B) La realizzazione del progetto permetterà di 1. Ampliare l’attività del numero verde in ogni pronto soccorso, specificatamente dedicato alle donne, per casi di violenza di genere 2. Allargare l'indagine con appositi questionari in tutti i consultori ed ambulatori di medicina generale della provincia per appurare il grado di conoscenza del fenomeno. 3. Diffondere l’informazione per raggiungere il più alto numero di donne e la cittadinanza 4. Promuovere, presso la cittadinanza, una corretta conoscenza della natura, della diffusione e delle conseguenze del fenomeno; 5. Diffondere la cultura della non violenza verso le donne e i minori; 6. Distribuzione e potenziamento del materiale informativo relativo al progetto ( articoli, new mail, indirizzario volantini, comunicato stampa; 7. Organizzare interventi informativi/ formativi/educativi nelle scuole; 8. Offrire all’interno delle strutture aziendali alle donne, italiane e straniere, e ai loro bambini adeguato momento di ascolto per dare supporto nelle situazioni di violenza. Gli indicatori generali sono di tipo qualitativo e quantitativo: 1- Attivazione del n° verde in tre Pronto Soccorso Aziendali 2- elaborazione e diffusione di materiale informativo: indicatore quantitativo predisposizione di almeno n.3 opuscoli informativi multilingue 3- Miglioramento dei punti di informazione Indicatore potenziamento di n 6 punti di informazione: Consultori, OPA, Pronto Soccorso 3-facilitazione dei processi di integrazione. Indicatore: Affiancamento dei Volontari al gruppo di lavoro formato da: operatori dell’URP, dell’Ufficio relazioni e Marketing, dagli operatori del Pronto Soccorso, operatori dei Consultori Responsabile dell’Ufficio di educazione alla tutela della salute, Rappresentanti delle Associazioni ecc per l’elaborazione del materiale informativo. 4-Miglioramento dell’informazione. Indicatore: informare almeno il 60% delle donne e la comunità locale sul problema della violenza di genere. Gli obiettivi specifici si articolano: Rispetto alla cittadinanza: diffondere un’adeguata informazione e sensibilizzare la comunità per contrastare il fenomeno della violenza; rispetto ai giovani: Offrire un’occasione di apprendimento di conoscenze e competenze di ascolto, accoglienza, informazione sulla violenza di genere; rispetto agli enti: Sviluppare e accrescere le competenze dei responsabili e degli operatori dei servizi degli enti; monitorare il fenomeno per rimuovere tutti gli ostacoli culturali, sociali che impediscono il superamento del problema. L’attività si svilupperà in diverse fasi che prevedono: Fase 1 campagna di sensibilizzazione realizzata in forma congiunta con gli Enti Locali, la Provincia e le associazioni presenti nel territorio. Fase 2- Promozione: avviso pubblico Fase 3- Accoglienza: primo contatto tra i volontari gli operatori e i responsabili finalizzato all’attivazione di forme di relazioni positive. Allegato B) Fase 4- Formazione generale volontari finalizzata all’acquisizione del contenuto valoriale del Servizio Civile. Fase 5- Formazione specifica La formazione specifica è divisa in 3 parti: Ia parte - didattica per l’acquisizione delle conoscenze di base relative alle attività che i volontari svolgeranno presso i servizi comprende: - formazione sul campo finalizzata allo sviluppo delle competenze trasversali (comunicazione verbale, non verbale, tecniche di ascolto ecc) e delle competenze di base necessarie; - lezioni frontali a contenuto teorico sulla struttura e organizzazione degli uffici e dei servizi. La formazione sarà effettuata in forma congiunta fra responsabili e operatori coinvolti nel progetto, si articolerà in workshop, lavoro di gruppo. II a parte Orientamento dei volontari Saranno fornite le prime nozioni sulla mission dell’ASL, sui contenuti operativi, sull’organizzazione e la strutturazione dei servizi: Pronto Soccorso, Consultori, Dipartimento materno Infantile, Distretti, in cui i volontari svolgeranno il progetto di servizio civile regionale. Sono previste visite guidate nei servizi. III a parte – Inserimento nei servizi affiancamento agli operatori per l'apprendimento e conoscenza dell’organizzazione dei servizi sanitari Fase 7 - Piani di lavoro: prima elaborazione dei piani di lavoro condivisi tra operatore di progetto e volontario Fase 8 - valutazione e verifica finale: Questa fase prevede un sistema di monitoraggio mediante strumenti di verifica per la raccolta, analisi e valutazione dei dati e dei risultati conseguiti. Le esperienze specifiche saranno riportate in un report e pubblicizzate. Mesi 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Azioni Campagna di Promozione sensibilizzazione Formazione generale Formazione specifica Orientamento dei volontari Inserimento nei servizi affiancamento agli odp Elaborazione dei Piani di lavoro individuali Monitoraggio interno attività Raccolta dati Report finale 7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei giovani in servizio civile: 7.1 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente. Il progetto si articolerà nei Consultori, nei Pronto Soccorso dell’Ospedale di Massa e di Carrara, nel dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale Pediatrico Apuano. Le risorse di personale presenti e dedicate alla realizzazione del progetto sono: Pronto Soccorso di Massa e di Carrara Personale dipendente: Allegato B) n.2 caposala; n 3 infermieri del triage; n 4 medici responsabili; n 1 psicologo n 2 Operatori socio-assistenziali dedicati all’accoglienza; Volontari dell’Associazione Volontari Ospedalieri; Consultori Zona Apuana Personale dipendente: n.2 ostetriche; n 1 assistente sociale; n 2 medici ginecologi; n.1 infermiere Personale associazioni immigrati:n 3 mediatori culturali e linguistici; Dipartimento materno infantile Personale dipendente: n 1 caposala; n 1coordinatore ostetrica; n 6 ostetriche n 5 medici pediatri; n 6 medici ginecologi n 10 infermieri; Volontari del reparto di pediatria; URP n 2 amministrativi; Ufficio relazioni esterne e marketing:n 1 amministrativo 7.2 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto. I volontari saranno impiegati nel progetto con le seguenti mansioni: 1) accoglienza dell’utenza nei presidi sanitari indicati nel progetto 2) informazione sui Centri Antiviolenza presenti nel territorio e sulla rete dei servizi 3) accoglienza delle segnalazioni al numero verde 4) collaborazione all’elaborazione del materiale sulla violenza di genere e diffusione dell’informazione alla popolazione per contrastare il fenomeno. 5) somministrazione dei questionari all’utenza che accede ai Consultori, Pronto Soccorso e Dipartimento Materno Infantile 6) affiancamento agli operatori sanitari per l’attività di informazione nelle scuole sulla violenza di genere. 7) Collaborazione per la preparazione di eventi: convegni, incontri pubblici per campagne di sensibilizzazione verso la comunità locale. . 8) Numero dei giovani da impiegare nel progetto(min. 2, max. 10): 6 9) Eventuale numero ulteriore di soggetti da impiegare (non superiore al 50% di quelli indicati al precedente punto 8) che l'ente intende autonomamente finanziare, impegandosi ad anticipare alla regione le somme necessarie per l'intera copertura delle relative spese prima dell'avvio dei giovani in servizio: 10) numero posti con vitto: 6 11) Numero posti senza vitto: 30 Allegato B) 12) Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30): 13) Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) : 6 14) Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio: Rispetto dell’orario di servizio, disponibilità alla flessibilità dell’orario articolato mattina e/o pomeriggio, utilizzo del cartellino, rispetto della privacy. Disponibilità a spostamenti nel territorio. 15) Sede/i di attuazione del progetto (1): N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Sede di attuazione del progetto Ospedale Pediatrico Apuano. Dipartimento Materno Infantile Ospedale San Giacomo e Cristoforo Massa Consultorio Carrara Ospedale Monoblocco N. giovani per sede (2) Comune Indirizzo (compresa eventuale partizione interna) Massa Via Aurelia Sud 1. A 1 Massa Via Sottomonte 1 2 Carrara Carrara Via Giovan Pietro 26 Pza Sacco e Vanzetti 2 1 2 (1) le sedi devono essere individuate esclusivamente fra quelle indicate in sede di iscrizione/adeguamento all'albo degli enti di servizio civile regionale, riportando la stessa denominazione e indirizzo (compresa l'eventuale ripartizione interna, es. scala, piano, palazzina, ecc) indicate sulla procedura informatica SCR. (2) il numero complessivo di giovani di questa colonna deve coincidere con il numero indicato al precedente punto 8) 16) Nominativo operatore di progetto per singola sede(almeno uno per sede): - NOME E COGNOME:Bevilacqua Mara DATA DI NASCITA:11/05/1977 CODICE FISCALE:BVLMRA77E51C261S INDIRIZZO MAIL:[email protected] TELEFONO:3286742409 SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Ospedale Pediatrico Apuano. Dipartimento Materno Infantile Massa Via Aurelia Sud 1. A - HA SVOLTO IL CORSO DI FORMAZIONE PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA - corso __O.P____________ svolto in data ____4/04/013____________ sede del corso ______Istituto Galilei Carrara____________ - NOME E COGNOME: Piera Josiana Mannella DATA DI NASCITA:12/07/1963 CODICE FISCALE:MNNPJ353L522103L INDIRIZZO MAIL:[email protected] TELEFONO:0585653299 SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Ospedale San Giacomo e Cristoforo Massa Via Sottomonte 1 - HA SVOLTO IL CORSO DI FORMAZIONE PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA - corso __O.P____________ svolto in data ____4/04/013____________ sede del corso ______Istituto Galilei Carrara____________ - NOME E COGNOME: Tonini AnnaMaria DATA DI NASCITA:20/101952 CODICE FISCALE: TNNNMR52R60B832X INDIRIZZO MAIL:[email protected] TELEFONO:0585657815 SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Consultorio Carrara Carrara Via Giovan Pietro 26 - HA SVOLTO IL CORSO DI AGGIORNAMENTO PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA - corso __O.P____________ svolto in data ____05/11/2012____________ sede del corso ______Istituto Galilei Carrara____________ - NOME E COGNOME:Pisani Nella DATA DI NASCITA:02/03/1962 CODICE FISCALE:PSNNLL62C42B832Y INDIRIZZO MAIL:[email protected] TELEFONO:0585657390 SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Ospedale Monoblocco Carrara Pza sacco e Vanzetti 2 - HA SVOLTO IL CORSO DI FORMAZIONE PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA - corso __O.P____________ svolto in data ____4/04/013____________ sede del corso ______Istituto Galilei Carrara____________ 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale: L’attività di promozione è legata ai bandi di selezione dei volontari e si propone, da un lato, di dare visibilità al progetto, dall’altro, di orientare i giovani nella scelta di servizio civile. In particolare saranno utilizzati i seguenti strumenti: - sportello informativo per i giovani; - sito web, mailing list e newsletter; - affissione del bando presso i centri per l’impiego della Provincia di Massa Carrara - mass media locali: comunicati, inserzioni, spot radiofonici ecc.; - materiali informativi e pubblicazioni (locandine, cartoline, brochure ecc.); - incontri nelle scuole Durata totale n 20 ore L’attività di sensibilizzazione (durata totale di n 20 ore), sarà svolta continuativamente durante tutto l’anno e prevede: - incontri di presentazione del servizio civile regionale e interventi di sensibilizzazione nelle scuole superiori con particolare riguardo al periodo in cui è possibile presentare domanda di partecipazione al bando; - partecipazione ad eventi pubblici rivolti alla cittadinanza e ai giovani: feste del volontariato - sagre ecc.; - iniziative di sensibilizzazione sul territorio, da definire a seconda dei target e delle zone: gruppi informali, centri di aggregazione, informa giovani, circoscrizioni ecc. Complessivamente l’attività di promozione e sensibilizzazione ha una durata totale di n. 40 ore. 18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto: 1. Rilevazione andamento attività previste e realizzate, raggiungimento degli obiettivi progettuali 2. Valutazione dell’esperienza del giovane volontario per quanto riguarda: la crescita personale del giovane, il raggiungimento degli obiettivi, il rapporto con gli operatori/volontari dell’ente e con gli utenti. 1.1 Strumenti di monitoraggio per l’attività: Elaborazione di questionari Raccolta e analisi dei dati; report finale; restituzione dell’esperienza alla Direzione Aziendale e alle Istituzioni coinvolte 2.2 Valutazione dell’esperienza del giovane: Questionari (in ingresso, in itinere e al termine del progetto) Incontri singoli con OP. Rilevazione del dato quantitativo Rilevazione del dato qualitativo (soddisfazione, coinvolgimento, difficoltà, punti di forza) Indicatori quantitativi e di processo: Numero questionari elaborati; n. interventi di informazione effettuati Numero ore di attività Indicatori qualitativi e di risultato: • Soddisfazione dei volontari( 3 rilevazioni con questionario) • Soddisfazione degli operatori ( 1 rilevazione alla conclusione del progetto) • Soddisfazione degli utenti ( 1 rilevazione alla conclusione del progetto) La prima tappa del percorso ha l’obiettivo di migliorare la leggibilità dei risultati del monitoraggio sia per l’ente stesso che per la comunità che viene indirettamente coinvolta nei progetti di servizio civile. La seconda tappa vuole essere l’occasione per sollecitare un riflessione all’interno dei servizi, con uno sguardo più approfondito sui prodotti sociali del servizio civile. La terza tappa prevede nuovamente, previa raccolta dei reports intermedi del monitoraggio interno elaborati, la riunione in plenaria per la condivisione dei risultati del percorso e la ri-progettazione futura. Gli esiti del monitoraggio saranno elaborati e inviati alla Regione Toscana Il report finale dovrà coerentemente al progetto riportare i prodotti sociali del servizio civile rispetto all’ente, al giovane e alla comunità. A tal fine il report deve contemplare e distinguere nettamente le due dimensioni: a) rilevazione andamento attività previste e realizzate e raggiungimento degli obiettivi progettuali ; b) esperienza del giovane volontario. Il report potrà essere arricchito altresì con prodotti audiovisivi, foto ecc.. quali strumenti per promuovere la pubblicazione e diffusione dei risultati. 19) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35: Laurea o frequenza corso di studi in scienze infermieristiche, medicina, formazione professionale, psicologia educatore professionale 20) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive utilizzate per l'acquisto di beni o servizi destinati ai giovani in servizio: L’azienda per la realizzazione del progetto, metterà a disposizione le seguenti risorse: - Automezzi aziendali o eventuale rimborso ai Volontari per abbonamento mezzi di trasporto; € 1.000 Programma software per l’elaborazione dei dati. Utilizzo della mensa € 7896 Diffusione e stampa di materiale di informazione € 3000 P.C portatili € 1500 Accesso a reti internet; spese corso BLS € 3600. Spese formazione Generale € 1050 Allestimento punti di informazione € 1500; Vestiario per i volontari € 2000 21) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Per la realizzazione del progetto le risorse tecniche disponibili saranno: 1- il sistema di rilevazione dei dati di accesso degli utenti. 2- i programmi software per l’elaborazione dei dati. 3- l’accesso alle reti intranet e internet per la diffusione delle informazioni sull’evoluzione del progetto e suoi risultati sia all’interno dell’Azienda che all’esterno. 4- L’URP aziendale metterà a disposizione dei Volontari le carte dei servizi, le carte di reparto e il materiale informativo sulle risorse aziendali, pubbliche/private esistenti nel territorio. In ogni sede sarà attrezzata una stanza dotata di fax, telefono, fotocopiatrice, computer. automezzi aziendali per gli spostamenti dei volontari all’interno del territorio. Attrezzature informatiche portatili e non I Volontari potranno avere a disposizione la biblioteca aziendale per approfondimenti e ricerche, sulle problematiche oggetto del progetto. CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 22) Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: I volontari con il progetto potranno acquisire le conoscenze di base relative all’accoglienza, informazione, comunicazione, informatica, primo soccorso. L’ASL in qualità di Agenzia Formativa rilascerà la certificazione del corso di base BLS valida ai fini del curriculum Formazione generale dei giovani 23) Sede di realizzazione: Sede Presidio distrettuale Carrara pz Sacco e Vanzetti, sala consiliare 24) Modalità di attuazione: L’attività di formazione effettuata in proprio con formatori dell’Ente accreditati decorrerà con l’inizio del servizio dei volontari. Gli obiettivi affidati alla formazione sono: - fornire ai giovani gli strumenti per vivere correttamente l’esperienza del servizio civile; - sviluppare la cultura del servizio civile; Il primo obiettivo “fornire ai giovani gli strumenti per vivere correttamente l’esperienza del servizio civile” può essere declinato anche come mettere in atto strumenti e modalità che permettano di assicurare la conoscenza dei diritti e doveri, nonché del ruolo del giovane in servizio civile, in modo tale che egli impari a riconoscere il senso della sua esperienza e l’importanza dell’educazione alla responsabilità, al senso civico e alla pace. Si riportano le fasi della formazione generale Fase 1: accoglienza dei Volontari L’accoglienza e l’inserimento dei Volontari saranno seguiti essenzialmente dal Coordinatore dei Progetti del Servizio Civile, dal Responsabile del progetto e dagli operatori di progetto, Fase 2: patto formativo e modalità della formazione Fase 3: Calendari delle lezioni teoriche, suddivise in 7 giornate di 6 ore formative in aula I volontari saranno dotati di una cartella completa che viene consegnata e illustrata al momento della presa servizio, contenente materiale didattico e dispense. Tale cartella contiene, la documentazione Servizio Civile regionale, legge regionale n 7 del 2 marzo 2012; la carta etica del servizio civile nazionale; dispensa sulla Costituzione dispense e articoli su volontariato e SCN dispensa sulla normativa della Privacy materiale di documentazione sulle Leggi Sanitarie; Regolamento Aziendale; Codice di comportamento etico dei dipendenti · questionari per la verifica dell’apprendimento; · cartellina con blocco notes; · materiali per le esercitazioni pratiche. Le metodologie dunque si possono riassumere in: lezioni frontali e dinamiche non formali, compresi lavori di gruppo ed individuali e restituzione in plenaria; discussione; role playing; problem solving; brainstorming; esercitazioni pratiche. Le attrezzature utilizzate sono: lavagna luminosa; lavagne a fogli mobili; pc e videoproiettore per la proiezione di slide e quanto altro, postazioni multimediali con collegamento internet in caso di necessità didattica. E’ previsto un registro di presenza sia per i volontari che per i docenti 25) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La Formazione Generale sarà effettuata, con gli operatori accreditati, si svolgerà presso le aule dell’Azienda, con predisposizione di un apposito calendario degli incontri, per la parte teorica E’ previsto un registro di presenza di volontari e docenti Nella conduzione dell’esperienza formativa si cercherà il massimo coinvolgimento dei partecipanti attraverso l’impiego di una metodologia interattiva. Sarà posta una grande attenzione al processo attraverso cui si realizza l’apprendimento, al contratto psicologico, al clima, al protagonismo che il processo permette e sostiene oltre ai contenuti. Per questo nel processo formativo si dovrà trovare un giusto equilibrio fra esigenze di programmazione (prevedere in anticipo ciò che si farà) ed esigenze di accompagnare il processo del gruppo in formazione. Di conseguenza, pur mantenendo i contenuti indicati, la sequenza degli stessi potrà essere cambiata in funzione del processo del gruppo. Le metodologie adottate dovranno stimolare nei vari discenti il desiderio di ricercare le critiche e la supervisione. Esse si avvarranno di : − Lezione frontale − Argomentazione e discussione − Lavori di gruppo − Insegnamento basato sui casi − Proiezioni di video e filmati − Foto linguaggio, Debrefing Al termine del percorso formativo i giovani in servizio civile saranno in grado di: - acquisire una coscienza civile basata su principi di cittadinanza attiva, comprendere il ruolo del Volontario all’interno dell’azienda, i diritti e le responsabilità - utilizzare procedure di lavoro e strumenti specifici ai diversi contesti - integrarsi per formare una rete di scambio e supporto nel ruolo ricoperto. L’obiettivo formativo individuato è “fornire strumenti teorici ed operativi ai giovani volontari che si trovano ad affrontare un anno di servizio civile” e di “sviluppare una maggiore conoscenza del ruolo dei volontari e del significato del servizio civile come risorsa per l’ente stesso e la comunità di appartenenza”. Il percorso di formazione generale, sia in termini di modalità organizzative che di obiettivi e contenuti formativi, sarà condiviso ed ideato all’interno di un gruppo di lavoro appositamente costituito a cui parteciperanno i formatori accreditati, esperti, ed operatori dei settori dell’ASL. 26) Contenuti della formazione: Modulo 1- 1° giorno 6 ore Il servizio Civile significato e il contesto di riferimento nella realizzazione del progetto Presentazione dei volontari partecipanti, dei Formatori Generali dell’Ente. Presentazione staff, presentazione del percorso generale e della giornata formativa. L’organigramma aziendale, il regolamento aziendale Patto d’aula L’identità del gruppo in formazione. Raccolta aspettative e preconoscenze del servizio civile volontario, raccolta idee di servizio civile, motivazioni, obiettivi individuali. presentazione dei volontari evidenziando le aspettative sul corso e sul servizio civile. Presentazione individuale dei volontari, legata alle motivazioni che li hanno portati alla scelta del Servizio Civile. Costituzione di gruppi per sviluppare dinamiche relazionali, cooperazione, collaborazione riflettendo sulle proprie modalità di interazione con gli altri. Obiettivo della prima giornata è essenzialmente quello di far comprendere ai volontari l’importanza del contenitore in cui sono inseriti. Illustrazione del contesto. Somministrazione del questionario d’entrata Modulo II 2° giorno 6 ore “Il contesto aziendale” Il codice deontologico professionale Il ruolo dell’U.R.P. Conoscenza della carta dei servizi aziendale Normativa regionale: Il Piano Sanitario Regionale,il Piano Sociale Regionale Disposizioni sulla corretta informazione e sulla privacy. Il concetto di qualità di un servizio e le caratteristiche che lo definiscono tale Modulo III 3° giorno 6 ore la Normativa vigente e la carta di impegno etico Carta di impegno etico del servizio civile volontario Il servizio civile volontario: specificità, modalità di servizio, diritti doveri,condizioni assicurative, ferie, permessi, malattia, orario. In questo modulo si illustreranno i punti fondamentali dell’impianto normativo relativo al servizio civile, con particolare attenzione alla presentazione della sua valenza etica. Si presenterà la Carta di impegno etico cercando di farne cogliere il senso ai volontari. Un’attività da cui può scaturire una discussione consiste nel provare a riscrivere la Carta etica locale. Modulo IV 4° giorno 6 ore Il dovere di difesa della patria dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale. La storia dell’obiezione di coscienza/della difesa della patria in una prospettiva di genere: oltre il rifiuto della leva militare. L’istituzione del servizio civile volontario: dall’esperienza delle ragazze a quella dei giovani, elementi normativi Questo modulo ripercorre la storia dell’obiezione di coscienza (si possono utilizzare le attività proposte in questo manuale) facendo particolare attenzione al ruolo che anche le donne hanno avuto in questo processo. Per questo nei materiali si trovano delle testimonianze di alcune delle battaglie portate avanti dalle donne. In particolare si evidenzia il loro contributo in particolare in termini di assistenza, spesso sottaciuto. Infine si passerà a spiegare il passaggio dal Servizio civile obbligatorio all’’istituzione del Servizio civile nazionale volontario. Modulo V 5° Giorno 6 ore La difesa civile non armata e non violenta Obiettivi: Conoscere i principi e le pratiche della non violenza, aumentando le capacità di gestione dei conflitti. Contenuti: le forme del conflitto e le modalità di gestione la non violenza: dalla teoria alla pratica. Il modulo proverà a presentare ai volontari la pace e le pratiche di non violenza come strumenti di inclusione. Si cercherà di decostruire il concetto di conflitto, anche presentando esempi concreti di pratiche non violente. Modulo VI 6° giorno 6 ore “Il lavoro per progetti” Contenuti: “Che cos’e’ la progettazione sociale? Quali sono i suoi principi cardine? Come si esplicita in un lavoro metodico e organizzato? Come valutare i risultati? Che significa avere a che fare con persone che producono servizi spesso “immateriali”? Nell’affrontare il tema della progettazione sociale si farà riferimento inoltre agli specifici settori di attività ed alle aree di intervento previsti per le attività di servizio civile, in modo che i volontari abbiano chiaro quale sia il campo nel quale si esplica la funzione di tale servizio. Verrà illustrato il metodo della progettazione nelle sue articolazioni compresa la fase della valutazione di esito, di efficacia ed efficienza del progetto. Si sosterranno i volontari nel conoscere e approfondire metodi per la auto-valutazione della propria crescita esplicitando anche come può avvenire da parte diversa la valutazione della crescita umana dei volontari in servizio civile. Obiettivi: Sostenere la crescita dell’individuo e del gruppo nel riconoscere la propria condizione di persone impegnate nel civile e nel sociale, anche attraverso la autovalutazione dei risultati del proprio progetto di servizio civile volontario. Si farà riferimento esplicito agli specifici settori di attività dei progetti di servizio civile individuando per ognuno a specifica modalità di lavoro per progetti. Modulo VII 7° giorno 6 ore La solidarietà e forme di cittadinanza La cittadinanza attiva e il volontariato. L’obiettivo è rafforzare il concetto di cittadinanza attiva, conoscere il mondo del Volontariato nella Provincia di Massa Carrara. Testimonianza di esperienze di cittadinanza attiva, a confronto: associazionismo, comitati, organi consultivi; pratiche del consumo critico e comportamenti sostenibile Questo modulo intende in una prima parte far riflettere i volontari sul valore della cittadinanza attiva e presentare loro la realtà del volontariato. Attraverso le attività proposte ed eventuali proiezioni si cercherà di sviluppare il tema e presentare la Carta dei Valori del volontariato Saranno effettuati incontri con la Protezione Civile della Provincia di Massa Carrara; L’Associazione Volontari ospedalieri ( AVO) Associazione Volto della Speranza Si prevede la partecipazione dei volontari alla formazione curata dal Crescit pari a n 10 ore. 27) Durata (espressa in ore): Durata della formazione n 42 ore + 10 h corso crescit Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani 28) Sede di realizzazione: Locali dell’Ospedale civico Pza Monzoni Carrara 29) Modalità di attuazione: La Formazione specifica curata dal Responsabile del Progetto sarà articolata durante tutto il percorso, con ovvia concentrazione di circa la metà delle ore nei primi 3 mesi, con 15 incontri mediamente di 4 ore l’uno. Il percorso si articolerà in una parte teorica e una pratica. La parte teorica sarà effettuata dai docenti esperti e dai responsabile delle strutture in cui sono inseriti i volontari. 30) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Il percorso formativo prevede: lezioni frontali; l’utilizzo di dinamiche non formali attività di gruppo, formazione in situazione, confronti periodici con gli altri operatori 31) Contenuti della formazione: La formazione specifica sarà articolata in una parte teorica di n 30h affronterà i seguenti contenuti: Violenza di genere: definizione giuridica-diffusione; conoscenza del protocollo d’intesa provinciale protocolli di gestione della vittima per sanitari –istituzioni(poliziacarabinieri ecc) operatori terzo settore; i processi di inclusione nel sistema di welfare; l’organizzazione dei servizi sanitari; i percorsi sanitari e socio-assistenziali della rete provinciale in favore delle donne e minori vittime di violenza; la rete dei servizi sociali; la consulenza legale e i Centri Antiviolenza; la rete contro la violenza corso base BLS n 12 h Moduli formativi di Web Learning Point (poli di teleformazione), relativi all’informatica, organizzati e certificati dalla Formazione Professionale e Politiche del Lavoro della Provincia. Ore di formazione previste n.30 Sono previsti incontri con le Associazioni di Volontariato Casa Betania; Avo; ARPA ( Associazione per il raggiungimento delle parità) E’ prevista la partecipazione dei volontari a tutte le giornate organizzate dalla Regione Toscana con l’Associazione Filigrane all’interno delle Politiche Giovanili 32) Durata (espressa in ore): Totale ore 72 Altri elementi 33) Presenza di almeno una delle altre figure previste per la gestione del servizio civile regionale (diversa dall'Operatore di Progetto) che nell'ultimo anno abbia frequentato il corso di formazione o/e/o aggiornamento programmato dalla Regione Toscana (o si impegni a parteciparvi entro l'anno in cui si realizza il progetto): Nome e cognome: _Galoppini Paolo Ruolo Coordinatore di Progetto corso frequentato Workshop data del corso 05/11/2012__________ sede Istituto Galilei Carrara 34) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto alla formazione aggiuntiva programmata dalla regione Toscana: SI 35) Attestazione che all'interno del medesimo bando sono stati presentati progetti per un numero complessivo di posti inferiori al 50% di quelli richiedibili in base alla categoria di appartenenza: SI n° progetti presentati: 5 n° 25 posti richiesti complessivamente: 36) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto ad almeno due manifestazioni, eventi o attività di carattere regionale inserite nel sistema delle politiche giovanili della regione Toscana: SI Il sottoscritto Maria Teresa De Lauretis nato a ____Roma_______ il ___16/10/1953____________ in qualità di responsabile legale dell'ASL1 Massa Carrara chiara che l'ente che rappresenta è in possesso di tutti i requisiti previsti per l'iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale (art. 5 comma 1 legge regionale n. 35 del 25/07/2006). Data Il Responsabile legale dell’ente