Le variabili del ruolo L’interazione con gli altri nei contesti di lavoro dipende dalla posizione occupata e dal ruolo svolto. Le persone in un’organizzazione sono assegnate a una specifica posizione organizzativa alla quale corrispondono dei compiti, delle mansioni, che in parte sono formalmente e minuziosamente stabiliti e, in parte, sono indefiniti ed emergono via via, nel corso dell’attività professionale. Il ruolo lavorativo Insieme dei comportamenti tipici che caratterizzano la posizione di una persona nei contesti di lavoro. Il ruolo di una persona in un’organizzazione può essere definito come l’insieme delle aspettative che la persona stessa e gli altri soggetti che interagiscono nell’ambiente (colleghi, superiori, clienti, ecc.) hanno nei confronti di chi occupa una specifica posizione organizzativa. Lo sviluppo delle organizzazioni Migliorare la qualità delle organizzazioni richiede la capacità di far emergere nelle attività di lavoro la partecipazione attiva degli attori che la costituiscono. Se è vero che le nuove forme di organizzazione richiedono soprattutto una prestazione di tipo intellettuale, che come è noto è influenzata in modo determinante dalla “carica” della persona, allora la questione motivazionale diventa centrale. La questione motivazionale La richiesta di partecipazione, di coinvolgimento, di impegno, di condivisione, di propositività che l’organizzazione rivolge agli uomini e alle donne che vi lavorano e le corrispondenti richieste di valorizzazione, di riconoscimento, di autonomia, di sviluppo delle potenzialità, nonché le reciproche domande in termini di crescita di competenze, di investimento in apprendimento, di forte accentuazione dell’istanza formativa, rappresentano la questione motivazionale. La questione motivazionale La motivazione si riconosce nel desiderio, nella volontà e nella passione che ogni individuo esprime nei propri comportamenti di lavoro, per conseguire i risultati attesi, in termini quantitativi e qualitativi, o, forse più correttamente, ad andare oltre i risultati attesi (anche se “eccellenti”). La motivazione si lega saldamente a quella insoddisfazione che ci spinge a confrontare “ciò che siamo” con “ciò che possiamo diventare” obbligando a “superarsi”. La questione motivazionale Motivazione è propositività, generosità, ambizione, determinazione, inclinazione ad affrontare e superare gli ostacoli attraverso una piena partecipazione, mobilitazione intellettuale ed emotiva, orientamento a dare sempre più, disponibilità a confrontarsi con l’incertezza. Tutto ciò in una prospettiva in cui il raggiungimento degli obiettivi comuni può contenere gli obiettivi individuali. Motivazione è voglia di protagonismo. La motivazione La motivazione che gli individui sono disposti a manifestare in un compito di lavoro non è mai “data una volta per tutte”, non risulta in alcun modo “fissata” o “prevedibile”, non ha “gradualità” ma procede con un andamento “discontinuo”: la motivazione non si può mai dare “per scontata”. Condizioni favorevoli per la motivazione I requisiti organizzativi che possono fungere da condizioni favorevoli all’espressione della motivazione sono riconducibili a quattro aree: Area della gestione: retribuzione, benefit, sicurezza del posto, equilibrio tra lavoro e tempo libero, ecc.; Area dello sviluppo: carriera, sistemi di valutazione, mobilità, opportunità formative, ecc.; Condizioni favorevoli per la motivazione Area del ruolo: contenuti di lavoro, tecnologie utilizzate, competenze possedute, modelli organizzativi, ecc.; Area delle relazioni: comunicazione interna, clima di lavoro, rapporti con i capi, i colleghi e i superiori, ecc. Tipici bisogni del personale Comprendere gli obiettivi dell’organizzazione, esserne coinvolto, poter partecipare alla loro definizione Fare un lavoro interessante e coerente con le proprie competenze Avere la possibilità di sviluppare la propria professionalità e ricevere riconoscimenti nella carriera Tipici bisogni del personale Svolgere la propria attività in un contesto di ruoli ed aspettative definiti con chiarezza Ricevere attestazioni di stima dal gruppo nel quale si lavora Ricevere uno stipendio sufficiente ad un dignitoso tenore di vita ed elevabile proporzionalmente al proprio impegno lavorativo Tipici bisogni del personale Affrontare il proprio lavoro con sufficiente autonomia e rispondere dei risultati Operare in un contesto ambientale stimolante e creativo Poter esprimere chiaramente e liberamente la propria personalità L’autostima nelle organizzazioni (N. Branden) L’autostima è la consapevolezza di essere all’altezza delle grandi sfide della vita. E’ fiducia nelle capacità della propria mente. E’ fiducia nella capacità individuale di apprendere, di compiere scelte e di prendere decisioni adeguate e di gestire il cambiamento. Al tempo stesso è anche la consapevolezza che il successo, i risultati e la soddisfazione, ci spettano. Sei modi per raggiungere l’autostima Vivere consapevolmente (essere consapevoli di ciò che si sta facendo mentre lo si fa) Accettare se stessi (volontà di avere e sperimentare pensieri, azioni e sentimenti propri e di assumersene la responsabilità) Senso di responsabilità (è la consapevolezza di essere autori delle proprie scelte e azioni) Sei modi per raggiungere l’autostima Autoaffermazione (onestà con la quale si interagisce con gli altri; rispetto con il quale si trattano i propri valori e i propri interlocutori; rifiuto di alterare la realtà di ciò che si è; la volontà di battersi per se stessi e per le proprie idee nei modi e nelle circostanze più adeguate) Vivere con uno scopo (identificare i propri obiettivi a breve e lungo termine ed i passi per conseguirli) Integrità (coerenza tra ciò che si sostiene e il modo in cui si agisce; la scelta di dire la verità, di onorare gli impegni presi e di mettere in pratica i valori che si sostiene di professare) Le sette R • • • • • • • Rispetto Responsabilità e risorse Assunzione di rischi Ricompense e riconoscimento Rapporti Role modeling Rinnovamento