L’”anticipo scolastico” Ritengo importante prospettare, anche se sommariamente per problemi di spazio, i riferimenti normativi per inquadrare la situazione attuale. La storia: La Riforma scolastica, chiamata, comunemente con il nome del Ministro, “Riforma Moratti”, viene approvata con la legge n° 53 del 28 marzo 2003 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”. Prevede l’anticipo scolastico sia per la Scuola dell’Infanzia che per la Scuola Elementare. L’idea ha un suo fondamento “nell’anticipo di una fine”, cioè far terminare il tragitto scolastico a 18 anni per adeguarsi ai paesi dell’OCSE (anche la proposta del precedente ministro Berlinguer si poneva questo scopo con due soluzioni diverse: rendere obbligatoria la frequenza dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia ed elevare la scuola dell’obbligo di due anni, in modo da scegliere la scuola superiore, ridotta a 3 anni, all’età di 15 anni, anziché 13). Si anticipa così: - Alla Scuola dell’infanzia si possono iscrivere i bambini che compiono 3 anni entro il 30 aprile dell’anno successivo, quindi possono frequentare i bambini dai 2 anni e 4 mesi. - Alla Scuola elementare si possono iscrivere i bambini che compiono 6 anni entro il 30 aprile dell’anno successivo, quindi possono frequentare i bambini dai 5 anni e 4 mesi. La scelta è dei genitori. Non più una scuola uguale per tutti. Inoltre nella Scuola Elementare si prevedono gli “insegnanti prevalenti”, i tutor (vi è stata un’insurrezione generale e in moltissime scuole non si è attuato). Le intese Con il decreto n° 59 del 2004……”E’ assicurata la generalizzazione dell’offerta formativa e la possibilità di frequenza della scuola dell’infanzia (in realtà,purtroppo, non è ancora assicurata)”….Il decreto continua e prevede intese…”Al fine di realizzare la continuità educativa di cui al comma 1, gli uffici scolastici regionali promuovono appositi accordi con i competenti uffici delle Regioni e degli Enti locali”. Continua con l’articolo 2, che ribadisce la data del 30 aprile per il compimento del 3° anno dei bambini. Naturalmente tutto questo a costo “0”, senza alcun finanziamento. Inutile commentare le conseguenze rispondenti alla logica del mucchio, alla disomogeneità delle sezioni, ben venti mesi di differenza; al rapporto numerico di 1 adulto per 25/28 bambini, quindi un parcheggio, la scuola “del fischietto”. Oltre alla Pizza italiana il nostro paese esportava ottimi modelli di scuola dell’Infanzia, tanto da essere definite dagli americani “le migliori del mondo”(vedi Reggio Emilia). Comunque vi devono essere intese fra gli Uffici Scolastici Regionali e gli Enti locali. Non a caso con la circolare del 23 dic. 2005, si prorogano i tempi di messa a regime al 28 febbraio 06. Agli Enti locali non si sono dati fondi per la “riforma”e le intese stentano ad attuarsi. Sembra che solo in due Regioni d’ Italia si siano stipulate intese: Basilicata e Molise (non è facile rintracciarle). Al di là dell’impianto ideologico, si riconosce che vi devono essere CONDIZIONI istituzionali per anticipare e si chiamano gli Enti Locali, a cui non viene dato un solo euro a questo scopo, per stipulare accordi: aumento di organici per docenti e collaboratori, spazi (edilizia scolastica), tempi scolastici, rapporti numerici adulto/bambini. 1 Un’ altra conseguenza dell’anticipo, che sta emergendo, è il fenomeno “dei nuovi posti di lavoro nella scuola” (circa 800 in Italia, Sole 24 ore di marzo 05). Oltre al calo demografico, non omogeneo sul territorio nazionale, vi è una riduzione di bambini nella scuola dell’infanzia perché anticipatari verso la scuola elementare. Un esempio concreto: in provincia di Teramo vi sono ben 250 bambini anticipatari della scuola elementare, che sommati ai 200 anticipatari della scuola dell’infanzia, nel caso non fossero ammessi all’iscrizione, risulterebbero 450 bambini in meno e di conseguenza; circa 30 insegnanti in meno (tenuto conto che non è previsto un potenziamento nell’organico e nel rapporto bambini piccoli e insegnante). Che pasticcio! In realtà non ci saranno riduzioni di organici, tra anticipi (senza intese?) e pensionamenti. Infatti nell’anno scolastico precedente quelle scuole con meno bambini “clandestinamente” hanno ammesso gli anticipatari. Di nuovo i bambini come tappabuchi, ad uso e consumo di logiche altre dai loro bisogni. “Il bambino deve essere sempre al centro del sistema educativo che deve lui adattarsi al bambino e non viceversa….. dobbiamo avere il coraggio di affermare che il mercato di bambini piccoli da recuperare per “salvare” una sezione o un posto in organico merita la condanna più dura, chiunque sia coinvolto. È incomprensibile ……arroccarsi nelle difesa del posto vicino a casa invece di attivare una riflessione e una politica di difesa del posto di lavoro e delle condizioni dei lavoratori (vedi rapporto numerico 1/28) che non sia sulla pelle dei bambini. Se mancano i bambini per mantenere aperte tutte le sezioni di una scuola dell’infanzia, il problema vero è concordare come dare al lavoratore un’alternativa occupazionale seria e dignitosa senza fare violenza ai bambini”, Ferruccio Cremaschi, Teramo 16 gennaio 2006. L’ANCI, i SINDACATI e il Gruppo Nazionale Nidi-Infanzia L’ANCI e i Sindacati avevano stipulato un’intesa sulle “anticipazioni della scuola dell’infanzia” per la sperimentazione entrando nel merito. Purtroppo le sperimentazioni non hanno rispettato i parametri di qualità indicati. E’ chiaro che senza questi parametri, tra cui: - possibilità di formare sezioni omogenee tra i due anni e mezzo e i tre anni e mezzo, con un rapporto numerico bambini/insegnanti, rispettoso della legislazione regionale per la prima infanzia; - presenza di locali, servizi ausiliari e servizi igienici idonei; l’accoglimento degli anticipi è illegittimo. Allego una delle tante lettere relative alle posizioni dei sindacati sull’anticipo: ALLEGATO A e B Molte iniziative sul territorio nazionale, da parte dei Sindacati, delle associazioni, (vedi su internet cliccanco su “anticipo scolastico”) Il Convegno a Roma “L’EDUCAZIONE DEI BAMBINI PIU’ PICCOLI”, 20 dicembre 2005, (per approfondimenti, vedi la rivista “bambini” marzo 2006 e opuscolo del Gruppo Nazionale Nidi Infanzia) hanno ribadito in maniera netta tali posizioni. Inoltre si stanno raccogliendo le firme attraverso la rivista “Bambini”, contro l’anticipo e per il diritto di genitori e bambini ad avere servizi di qualita’ in tutto il paese. Il Convegno organizzato, nel gennaio scorso, dalla Direzione Didattica del IV Circolo, insieme al nostro Gruppo Territoriale Abruzzese Nidi-Infanzia su “L’anticipo scolastico : “Opportunità o rischio?”chiarisce l’illegitimità dell’anticipo: a) Non vi è l’assenso del Comune di Teramo per le strutture logistiche ed arredamentali; b) Lo Stato non assicura personale docente sufficiente per garantire un rapporto 1 a 9, come prescrive la legge Regionale per il segmento 0- 3 anni; c) Lo Stato non assicura personale ausiliario necessario per la nuova piccola ed esigente utenza. La sala del Consiglio comunale, oltre al Sindaco Gianni Chiodi, al Presidente della Provincia Ernino D’Agostino e all’assessore Paolo Gatti, era gremitissima di genitori e docenti provenienti anche dalla provincia e dalla Regione, segno della grande attenzione per il problema, 2 (oltretutto nel periodo delle iscrizioni) e Giovanna Zunino, della Cgil scuola, ha ribadito con fermezza che senza intese gli anticipi non sono possibili e quindi illegittimi. Il direttore didattico Giovanni Pettinaro, promotore del Convegno, ha evidenziato come il rapporto numerico insegnante/bambini sia differente fra Asili Nido e Scuola dell’infanzia (legge regionale, rapporto 1/9). La Direzione Didattica 4° Circolo ha fatto valere con grande determinazione tale posizione, che è stata assunta anche dalla Direzione Didattica del 1° Circolo. Sembra si stia allargando questa posizione, se non per convinzione pedagogica, per il timore delle responsabilità: se qualche bambino anticipatario si fa male, là dove non ci sono state intese, chi risponde? A livello nazionale la mancanza di regole certe e gli “interessi degli adulti” portano ogni scuola ad affrontare in modo diverso realtà anche vicine territorialmente. Tuttavia con la CIRCOLARE N° 93 del 23 dic. 05 ALLEGATO C si proroga la fase sperimentale della riforma e si fissa il termine della iscrizione anticipata per i bambini che compiranno i 3 anni entro il 28 febbraio 2007. L’ammissione degli anticipatari è subordinata, come prima, a 3 condizioni fondamentali: - esaurimento liste d’attesa; - disponibilità dei posti nella scuola interessata; - assenso del Comune. E’difficilissimo conoscere i dati dai CSA, anzi spesso le direzioni scolastiche regionali non lo sanno; tuttavia abbiamo alcuni esempi dalla Lombardia “Relazione Maviglia” ALLEGATO D CONCLUSIONI Come tecnici, esperti, operatori della scuola, della formazione, abbiamo il dovere intellettuale di “ spiegare ai genitori perchè è sbagliato correre, anticipare”, dobbiamo denunciare il “fast school, non meno indigesto dei fast food”, Mantovani. Dobbiamo chiamare quei politici, oggi al governo, che si sono espressi in tal senso, alla coerenza e alle traduzioni in azioni positive e concrete nell’interesse dei bambini, forse più importanti delle “grandi opere”. L’ingresso nella scuola dell’infanzia e quello successivo nella scuola primaria sono momenti importanti nella vita scolastica e sociale di ogni bambino, sono momenti di grande rilievo nella crescita cognitiva, relazionale e affettiva. Sono stati momenti significativi per ognuna delle nostre personali storie di crescita. Non a caso sono definiti dagli psicologi fasi transizionali, ossia fasi di passaggio dove un bambino ricolloca i propri orizzonti spaziali, relazionali; per dirla con un termine, ridefinisce la propria identità e ripattuisce relazioni affettive, amicizie, modi di vita. Con l’anticipo tale passaggio diventa traumatico, soprattutto a queste condizioni. Dalla casa genitoriale o dalla casa scolastica Nido, dove è garantito un rapporto, un adulto ogni 6 o 9 bambini (a seconda delle leggi regionali di riferimento), ossia un rapporto morbido, disteso, attento alla cura della persona-bambino, si passa alla “violenza” del mucchio selvaggio, al rapporto, nella scuola dell’ infanzia statale o comunale, di un adulto per 28 (dicasi ventotto) bambini. “Un bambino anticipatario che ha 2 anni e quattro mesi e che vaga con il suo pannolone e con la sua coperta di Linus, alla ricerca di una scuola perduta, una scuola che è un “non-luogo”, cioè un “non-luogo” da cui fuggire, un “non-luogo” dove non sono possibili relazioni calde, accoglienti, significative, profonde; un “non-luogo” che è il simbolo più chiaro di come è difficile rompere la triade “scuola-carcere ospedale”; tre istituzioni, che spesso hanno appunto gli stessi ritmi, spesso la stessa struttura architettonica dei sistemi oppressivi e repressivi; la “classe” numerosa e “la voce” che urla e sgrida ( nel rapporto 1 a 28 non può non urlare) come suoi emblemi” G. Pettinaro. E questo per correre, per anticipare, verso che cosa? Verso dove ? Forse per diventare disoccupati in anticipo? Riducendo i tempi del gioco, i tempi delle relazioni, i tempi dell’infanzia. Tali passaggi non possono essere salti precipitosi e improvvisi, ma debbono offrirsi al bambino nel momento in cui egli è pronto al passaggio. Perché allora l’ anticipo proposto dalla Riforma Moratti? Perché il bambino è merce di scambio. Perchè l’offerta educativa anziché 3 essere centrata sul bambino, su quello che gli necessita, su quello che è opportuno per lui, è centrata su esigenze di altri, di adulti e di istituzioni che, avendo appunto “altri interessi”, scambiano il bambino per un posto in più; scambiano il bambino per le convenienze del momento. Tutti quindi giocano, sulla pelle del bambino vero, reale, ad affibbiargli esigenze che non sono sue, che servono i bisogni di quegli adulti o di quelle istituzioni che rispondono ad altre logiche, ad altri interessi e che chiacchierano la pedagogia bugiarda e falsa della “centralità del bambino”. Occorre dire con grande chiarezza che nessun mercato è lecito sulla pelle dei bambini. Occorre dire che è miserevole ed indegno da parte di docenti e dirigenti scolastici anticipare, senza alcuna garanzia per i piccoli, per salvare una sezione o un posto. “Se non riusciamo a rompere, a sbaraccare la struttura e la rigidità di un sistema scolastico ingessato e burocratizzato, non coglieremo mai l’identità storica del nostro bambino, né lo aiuteremo a conquistare la sua identità personale. Infatti il bambino della pedagogia falsa, accademica, è un bambino innominato e innominabile e quindi adattabile ed usabile per tutte le stagioni” L.Malaguzzi. Corre, così, con il suo carico di pannolini verso … il rapporto 1 a 28. Un bambino a cui si rivolge una sola pedagogia: la parola della pedagogia falsa e vuota che, dati quei rapporti numerici e date quelle strutture scolastiche, non può che, di fatto, essere custodialista, infermieristica e superprotezionista. L’interrogativo che come docenti, come genitori, come Dirigenti dobbiamo porci è questo: si corre ….. , tutti corriamo, bambini e adulti, non per vivere momenti, relazioni, amicizie, conoscenze e affetti profondi; si vive, un po’ come tutta la società nel suo complesso, per correre, con ritmi frenetici, verso …non si sa dove; si vive quindi per “aver già vissuto”, per consumare la vita, anticipando così solo il tempo della morte. Allora calma, restituiamo all’infanzia il suo tempo, a noi il nostro, dove il segno è la qualità della vita con il gusto dei profumi e dei sapori, delle conoscenze, degli affetti; godiamoci tutti il tempo presente, col passo dello sviluppo disteso, giusto, naturale, dove ognuno trova il suo passo e la sua strada. Anna Ferrante Responsabile Gruppo Territoriale Nidi-Infanzia Abruzzo ALLEGATO A Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire… All’inizio del mese di Agosto, senza alcuna informativa alle OO.SS. e indirizzandola solo alle Direzioni Regionali ed ai CSA, il Miur ha emanato una nota (della quale non vi è traccia neppure sul sito del MIUR stesso) per chiedere – con nonchalance - quanti bambini di due anni e mezzo sono stati accolti nello scorso anno scolastico e quanti posti in organico servono per accogliere tutti i bambini di due anni e mezzo che hanno chiesto l’iscrizione per l’anno scolastico appena iniziato. Tutto ciò fingendo di non sapere che: • i bambini di due anni e mezzo non possono essere accettati senza le Intese regionali; • che di Intese non ne sono state fatte; • che FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS hanno più volte segnalato la situazione affinché il MIUR si comportasse di conseguenza. Di seguito pubblichiamo la lettera unitaria che in data odierna è stata inviata al Ministro per chiedere conto della rilevazione attivata. Roma, 5 settembre 2005 ---------------------------FLC CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA SNALS – CONFSAL 4 Dott.ssa Letizia Moratti Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio di Gabinetto Viale Trastevere, 76 a 00153 Roma Prot. N. 323 Roma, 2 settembre 2005 Le Organizzazioni Sindacali FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS-Confsal, vista la nota di protocollo n°1622 del 3 agosto 2005 inviata da codesto Ministero alle Direzioni Regionali ed ai CSA finalizzata ad acquisire i seguenti dati: - il numero delle bambine e dei bambini che per il 2004/05 hanno fruito dell’anticipo - il numero delle richieste di anticipatari che è possibile soddisfare per l’a.s. 2005/06 - il numero dei bambini compresi nelle liste di attesa e il presumibile numero di posti occorrente per eliminarle totalmente e con lo scopo – si dice nella nota – di disporre da parte del Miur di opportuni elementi di conoscenza e giudizio finalizzati alla programmazione degli ulteriori interventi legati sia alla generalizzazione del servizio che all’attivazione degli anticipi; PREMESSO - che la summenzionata nota non è stata portata a conoscenza delle OO.SS., come correttezza di relazioni sindacali vorrebbe, specialmente in una materia tanto delicata, quale quella degli anticipi nella scuola dell’infanzia: - che le condizioni previste dalle CC.MM. n. 2/04 e n. 90/04 nonché della stessa legge 53/03 non sono realizzate, mancando la definizione delle nuove figure professionali e delle nuove modalità organizzative; - che, in certe situazioni particolarmente favorevoli dal punto di vista didattico organizzativo, le OO.SS. hanno anche previsto la possibilità di siglare intese a livello regionale per definire le condizioni indispensabili al fine di poter inserire nelle sezioni bambini anticipatari; - che, al momento, alle Scriventi non risulta stipulata alcuna Intesa regionale nella quale si stabiliscano i nuovi parametri per la costituzione delle sezioni accoglienti i bambini di due anni e mezzo e di conseguenza non risulta definito alcun riferimento per il nuovo calcolo dell’organico da prevedere in presenza di bambini di due anni e mezzo CHIEDONO di conoscere: - se, ed in quali regioni, si siano eventualmente stipulate intese per attuare sperimentalmente, come previsto dall’art. 7 della legge 53/03 e norme successive, l’anticipo per i bambini di due anni e mezzo; -quali parametri di riferimento(rapporto tra numero massimo di bambini per sezione / insegnanti/numero di bambini di due anni e mezzo accolti) siano stati definiti nelle eventuali Intese e senza i quali non è legittima la frequenza dei bambini di due anni e mezzo - se vi sono state, come, purtroppo, risulta alle scriventi OO.SS. situazioni dove, in assenza delle condizioni previste dalla normativa vigente, è stato attuato l’anticipo, la consistenza reale di tale fenomeno e quali provvedimenti sono stati assunti da codesto Ministero e quali intenda assumere lì dove sono state rilevate presenze di alunni anticipatari -qual è la consistenza delle liste di attesa dei bambini da tre a sei anni -qual è la consistenza delle liste di attesa dei bambini di due anni e mezzo. 5 La conoscenza dei dati e delle informazioni suddette costituisce elemento di fondamentale portata per avviare una seria riflessione in merito alle condizioni necessarie alla generalizzazione della scuola dell’infanzia ed alla “portata” dell’anticipo. Con l’intento di avviare un confronto su tali delicate questioni, in prossimità dell’avvio del nuovo anno scolastico le scriventi Organizzazioni sindacali richiedono uno specifico incontro. In attesa di un urgente riscontro si porgono cordiali saluti Enrico Panini Francesco Scrima Massimo Di Menna Gino Galati ALLEGATO B PICCOLI PASSI VERSO GRANDI DIRITTI Le proposte della CGIL per le politiche dell’ infanzia Relazione di Morena Piccinini Salone delle Fontane Roma, 26 maggio 2005 2 Vorrei iniziare questo convegno dalla parte che di solito si tiene per la fine della relazione e cioè dai ringraziamenti a chi ha contribuito nel merito e dal punto di vista organizzativo per costruire questa iniziativa. Da parecchio tempo si è sviluppata una forte collaborazione tra le categorie della Funzione pubblica e della Federazione Lavoratori della Conoscenza e i dipartimenti confederali che seguono le politiche della formazione e del Welfare. Collaborazione che si è arricchita del contributo di tante strutture territoriali, di categoria e confederali e che, partendo dalla vertenza infanzia di due anni fa, si è posto l’ obiettivo di rilanciarla, di attualizzarla,di fare di questo tema una delle priorità della nostra azione a tutti i livelli. E’ merito di tutte e tutti questi compagne e compagni l’ elaborazione e le proposte prodotte e che ora cercherò di illustrare per grandi capitoli. Con questa nostra iniziativa vogliamo porre al centro della discussione i bambini e i loro diritti, in particolare i bambini nella fascia di età che si colloca tra gli zero e i 6 anni, quindi la primissima infanzia.................................................. L’ ANTICIPO DELLA SCUOLA PER L’ INFANZIA Sul primo aspetto rimarco la grande distanza sia politica che culturale che c’ è tra la posizione di rendere obbligatoria la frequenza dell’ ultimo anno della scuola dell’ infanzia e la logica dell’ anticipo, sia per la scuola elementare che, ancor più per la scuola dell’ infanzia. L’ anticipo complica l’ identità pedagogica e organizzativa della scuola dell’ infanzia e rischia di ricondurre a logiche assistenziali e custodialistiche. Apre la strada ad una forzatura dei tempi dell’ apprendimento senza rispettare i tempi e i ritmi di crescita, soprattutto nel rapporto tra bambini nei quali anche la differenza di pochi mesi di età comporta rilevanti differenze sul piano dell’ apprendimento. Proprio in relazione a ciò per noi è essenziale che questa decisione, ormai presa, si concretizzi solo quando tutte le condizioni sono attuate attraverso le intese richieste e che riguardano: ridisegno della composizione delle classi quando ci sono bambini anticipatari, numero di collaboratori scolastici che devono essere assegnati alla scuola che accoglie bambini anticipatari, strutture edilizie e servizi adeguati, formazione specifica per il personale. 6 Queste condizioni non ci sono ancora, salvo alcune positive esperienze in Emilia Romagna con le “ sezioni primavera” e a Roma con le “ sezioni ponte” eppure risulta che per il prossimo anno scolastico i bambini di due anni e mezzo per i quali è stata richiesta l’ iscrizione sono il 10% degli aventi diritto. 9 Va sicuramente compresa la richiesta di anticipo da parte di quelle famiglie che non trovano alcuna risposta alla domanda di nidi o pensano di poter accedere a un servizio con una retta più bassa, perché risponde, nella maggior parte dei casi, a un problema reale di lavoro o di reddito. Il problema è che a volte questa richiesta è sollecitata dall’ esterno in modo avventato, dando l’ idea della positività in sé dell’ anticipo, peraltro collegato all’ anticipo della scuola elementare. Già l’ anticipo lo consideriamo non positivo in sé, ancora più grave se si portasse dietro, anche in modo indotto e come appare dalle intenzioni del ministero, l’ anticipo a catena, prima alla scuola dell’ infanzia e poi, in modo pressoché automatico, alla scuola elementare perché ormai il bambino ha frequentato i 3 anni della scuola dell’ infanzia. Ecco perché tutto il sistema deve essere riorganizzato impedendo al governo di sommare pasticci a quelli già fatti. Per questo vanno stabilite regole certe. Vanno fatte le intese a livello regionale, definite le condizioni, va aperta e chiusa la contrattazione nazionale prevista dall’ art 43 del CCNL della scuola. ALLEGATO C CIRCOLARE N° 93 del 23 dic. 05 Scuola dell'infanzia Tenuto conto della crescente rilevanza educativa e sociale della scuola dell'infanzia e che la stessa legge 28 marzo 2003, n. 53 e il decreto legislativo 19 febbraio 2004 n. 59 ne hanno previsto la graduale generalizzazione, questo Ministero, anche al fine di corrispondere alle crescenti diffuse richieste della famiglie, già da tempo sta provvedendo a progressivi, significativi incrementi delle dotazioni di organico, con conseguente ampliamento delle opportunità di fruizione di tale importante servizio. Gli anticipi di iscrizione L'articolo 2 del citato decreto legislativo n. 59/2004 prevede che le bambine e i bambini che compiono i tre anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento possono essere iscritti al primo anno della scuola dell'infanzia. Tale istituto, ai sensi dell'articolo 7, comma 4 della legge n. 53/2003, sta trovando nei diversi contesti attuazione graduale attraverso interventi e soluzioni di carattere sperimentale, in relazione "alla disponibilità dei posti ed alle risorse finanziarie dei Comuni secondo gli obblighi conferiti dall'ordinamento e nel rispetto dei limiti posti alla finanza comunale dal patto di stabilità." Come è noto, per l'anno scolastico 2005-2006 è stato possibile dare attuazione soltanto parziale all'istituto degli anticipi nella scuola dell'infanzia, a causa della mancata realizzazione di alcune preliminari condizioni di fattibilità. In dipendenza di tale situazione si è convenuto, in sede di Conferenza unificata Stato-RegioniAutonomie locali, di prorogare il termine di messa a regime degli anticipi fissato dal citato art. 7 della legge n. 53/2003, mediante apposito intervento legislativo, attualmente all'esame del Parlamento. Conseguentemente, per l'anno scolastico 2006-2007 deve intendersi prorogata la fase sperimentale che caratterizza il periodo transitorio definito dall'art. 7, comma 4 della legge n. 53/2003, fermo restando l'impegno di questa Amministrazione di attivare tutte le iniziative (ivi comprese quelle di cui all'art. 43 del CCNL) e gli interventi atti a rimuovere gli impedimenti che ancora si frappongono alla regolare attuazione dell'istituto degli anticipi. Pertanto, per l'anno scolastico 2006-2007 i genitori delle bambine e dei bambini che compiranno i tre anni di età entro il 28 febbraio 2007 potranno avvalersi della facoltà di presentare domanda di iscrizione anticipata, alle condizioni e nei limiti esplicitati nelle circolari sulle iscrizioni n. 2/04 e n. 90/04, che, ad ogni buon conto, si ripropongono all'attenzione delle SS.LL.: 7 • esaurimento delle liste di attesa (costituite a livello di singola istituzione scolastica o a livello comunale, secondo l'organizzazione localmente adottata) delle bambine e dei bambini in possesso dei requisiti di accesso previsti dalla previgente normativa; • disponibilità dei posti nella scuola interessata sia sul piano logistico che su quello della dotazione organica dei docenti, secondo le istruzioni che saranno successivamente fornite con lo specifico provvedimento annuale sugli organici; • assenso del Comune nel quale è ubicata l'istituzione scolastica interessata, qualora lo stesso sia tenuto a fornire, con riguardo all'attuazione degli anticipi, servizi strumentali aggiuntivi: trasporti, mense, attrezzature, ecc.. È appena il caso di far presente che, rispetto ai posti disponibili, avranno diritto di precedenza nell'ammissione alla frequenza le bambine e i bambini che compiranno i tre anni entro il 31 dicembre 2006. Le richieste di ammissione anticipata alle quali non potrà darsi esito positivo, saranno inserite in liste di attesa, secondo i criteri fin qui adottati in ciascuna realtà locale. I Direttori Generali Regionali, dal canto loro, acquisiranno tutti i dati e gli elementi inerenti le richieste eventualmente non soddisfatte, affinché questa Amministrazione, previa attenta e programmata ricognizione, possa valutare le possibilità e le iniziative da assumere ai fini dell'accoglimento delle stesse. ALLEGATO D L’anticipo in Lombardia: i dati quantitativi e il quadro normativo Mario Maviglia, Ispettore tecnico USR della Lombardia Questo convegno vuole caratterizzarsi come momento di riflessione intorno alla questione dell’anticipo. Partiamo innanzi tutto dai dati quantitativi riguardanti il fenomeno dell’anticipo nella nostra Regione, almeno per quel che concerne la scuola dell’infanzia statale. I dati quantitativi Analizzando i dati si può constatare che tanto nella scuola dell’infanzia quanto nella scuola primaria il fenomeno presenta ancora percentuali poco significative. In particolare, per quel che riguarda la scuola dell’infanzia la percentuale regionale dei bambini che hanno richiesto l’iscrizione anticipata (percentuale calcolata sul totale dei bambini dell’intero corso) si attesta intorno al 3,9% con una banda di oscillazione che va dal 3,3% di Mantova al 4,7% di Sondrio. Va però rimarcato che solo metà o 1/3 dei bambini richiedenti l’anticipo – a seconda delle province – potrà effettivamente essere accolto nelle scuole dell’infanzia statali. Infatti, a fronte richieste di frequenza anticipata vi sono in tutte le province liste di attesa che interessano bambini non anticipatari. Per quanto riguarda la scuola primaria il dato è ancor più interessante in quanto la percentuale degli anticipatari si attesta a livello regionale intorno al 4,1% ma in questo caso la percentuale è calcolata non sul totale degli iscritti all’intero corso elementare ma sul totale degli iscritti alle classi prime. Anche in questo caso la forbice appare significativa tra una provincia e l’altra: infatti si va dall’1,4% di Sondrio al 6,5 % di Pavia. Se possiamo ritenere che, almeno per il momento, il dato è alquanto contenuto, in prospettiva, e quando la riforma andrà pienamente a regime, è da supporre che questo dato assumerà una consistenza quantitativa decisamente più ampia, anche in relazione alla maggiore informazione da parte delle famiglie. Va inoltre sottolineato che, almeno per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, la non chiarezza normativa ha determinato uno scarso utilizzo di questa opportunità da parte delle famiglie e una forte resistenza da parte delle scuole. Probabilmente questo sarà uno dei fili conduttori di questo convegno. 8 RILEVAZIONE ISCRIZIONI ANTICIPATE ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ANNO SCOLASTICO 2005/2006 Regione: LOMBARDIA Numero complessivo Di cui n. richiedenti Numero degli dei bambini intero l’iscrizione anticipata anticipatari che Provincia (nati tra1/1 e 28/2/2003) corso è possibile accogliere nelle sezioni BERGAMO 9.024 388 (4,3%)* 127 BRESCIA 12.246 479 (3,9%) 234 COMO 5.673 261 (4,6%) 108 CREMONA 5.154 203 (3,9%) 110 LECCO 3.239 141 (4,3%) 101 LODI 2.938 126 (4,2%) 59 MANTOVA 7.750 262 (3,3%) 144 MILANO 45.521 1.755 (3,8%) 549 PAVIA 7.272 267 (3,6%) 96 SONDRIO 3.218 152 (4,7%) 120 VARESE 6.521 283 (4,3%) 118 TOTALI 108.556 4.317 (3,9%) 1.766 * percentuali calcolate sul numero complessivo dei bambini intero corso RILEVAZIONE ISCRIZIONI ANTICIPATE ALLA SCUOLA PRIMARIA ANNO SCOLASTICO 2005/2006 Regione: LOMBARDIA Numero complessivo Numero complessivo Di cui n. richiedenti alunni intero corso alunni del primo anno l’iscrizione anticipata Provincia (nati tra il 1/1 e il 31.3. di corso 2000) BERGAMO 45.786 9.270 346 (3,7%)* BRESCIA 52.178 10.708 323 (3%) COMO 23.468 4.766 160 (3,3%) CREMONA 13.320 2.663 127 (4,7%) LECCO 13.413 2.741 81 (2,9%) LODI 8.420 1.746 82 (4,7%) MANTOVA 16.204 3.400 154 (4,5%) MILANO 149.596 30.310 1.393 (4,6%) PAVIA 19.153 3.860 254 (6,5%) SONDRIO 8.554 1.674 24 (1,4%) VARESE 34.885 7.068 269 (3,8%) TOTALI 384.977 78.206 3.213 (4,1%) * percentuali calcolate sul n. di bambini iscritti al primo anno di corso I problemi aperti Al di là dei dati quantitativi, in questa sede ci interessa analizzare i vari problemi sottesi alla scelta dell’anticipo, con una particolare attenzione agli aspetti psicopedagogici, ma senza trascurare le problematiche di ordine organizzativo e ordinamentale. La proposta di anticipazione nasce forse da una certa tendenza – avvalorata anche da autorevoli personalità del mondo scientifico – che giustifica il precoce accesso dei bambini ai sistemi codificati della conoscenza umana con il fatto che oggi i bambini sono più “ricettivi” e “reattivi” rispetto al passato e fruiscono già di una serie di sollecitazioni ambientali (primo fra tutti i linguaggi mass-mediali) che li renderebbero capaci di approcciarsi senza traumi al mondo dei 9 sistemi codificati veicolati e trasmessi dalla scuola. Ricordiamo che nel giugno del 1997 il premio Nobel Renato Dulbecco in un’intervista al GR1 aveva affermato che i bambini possono apprendere cose complesse (come leggere e scrivere) fin dal quarto anno di età. Queste posizioni – fortemente presenti nell’opinione pubblica – restituiscono però un’immagine ingenua e univoca dell’apprendimento infantile, nel senso che tendono a considerare quasi esclusivamente la dimensione cognitiva, trascurando il substrato e l’intreccio relazionale ed emotivo connesso al processo di apprendimento. Forse è vero che oggi i bambini recepiscono più inputs (e in modo più veloce) rispetto al passato, ma occorre tenere presente che le conoscenze per “fissarsi” hanno bisogno di essere vissute in tempi, spazi e relazioni adeguati, e – soprattutto – attraverso un processo in cui il bambino venga aiutato a dare significato e progressiva sistematizzazione alle conoscenze stesse. Esistono insomma modi peculiari del fare e pensare infantile che non possono essere disattesi o trascurati; è necessario partire dall’azione per pervenire alla rappresentazione, dal vissuto per arrivare all’evocazione, dal contesto per giungere al testo. Saltare questi passaggi può significare espropriare il bambino del diritto a crescere secondo i suoi tempi. In campo scientifico è risaputo che “le specie più intelligenti, quelle i cui individui sono in grado di rendere flessibile il proprio comportamento per adattarsi all’ambiente, sono le specie nelle quali l’infanzia è più prolungata, nelle quali cioè i membri adulti del gruppo concedono ai membri immaturi un tempo prolungato per occuparsi di cose che non hanno a che fare direttamente con la sopravvivenza”1. Se di anticipo si vuole parlare, occorre dunque stare attenti a non cadere nella facile tentazione del precocismo degli apprendimenti formalizzati, che si traduce nell’attesa di voler vedere risultati immediati nelle prestazioni dei bambini. Sappiamo che questa situazione soddisfa il narcisismo di molti genitori (e quello professionale di molti docenti), ma potrebbe avere conseguenze nefaste nello sviluppo relazionale ed emotivo dei bambini. Vi sono però anche altri elementi che vanno presi in considerazione. a) L’inserimento dei bambini di due anni e mezzo richiede necessariamente una verifica dell’assetto organizzativo della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Sarebbe opportuna, in questo quadro, una revisione dei parametri numerici di composizione delle sezioni, in quanto non è immaginabile che nella scuola dell’infanzia bambini di due anni e mezzo vengano inseriti in sezioni costituite da 28 (o 25) bambini. Il rischio è che non si riesca a garantire nemmeno livelli accettabili di mera assistenza personalizzata. Ma occorre anche rivedere l’assetto organizzativo della scuola per adeguarla alle esigenze formative e psicologiche dei bambini di questa fasce di età più giovani. Pensiamo, ad esempio, alla dimensione del piccolo gruppo, alla maggiore attenzione da riservare alle routine quotidiane, all’articolazione di tempi adeguati al benessere psico-fisico dei bambini. Allo stato attuale non è dato sapere come verrà risolto questo problema e quali interventi saranno ipotizzati perché l’anticipo non si traduca in un danno per i bambini. La legge delega all’art. 2, comma 1, lett. e), fa riferimento “all’introduzione di nuove professionalità e modalità organizzative” – almeno per quanto riguarda la scuola dell’infanzia -, ma sappiamo che su questi aspetti la trattativa sindacale aperta qualche mese fa è ferma al palo. b) Quanto appena detto fa emergere l’esigenza di un adeguato “accompagnamento” di tale innovazione che dovrà necessariamente prevedere percorsi di formazione indirizzati a docenti e dirigenti. Si tratta di meglio affinare le conoscenze sugli aspetti evolutivi e psicologici della fascia di età di 2-3 anni (per la scuola dell’infanzia) e 5-6 (per la scuola primaria) e, ancor più, di ripensare criticamente l’organizzazione della scuola perché l’intervento educativo non si trasformi in mera assistenza o in becero interventismo didattico. Uno degli elementi su cui si rifletterà nel corso del Convegno è la relazione tra azione didattica e personalizzazione dei percorsi educativi. 1 A. Bondioli (1997) Il bambino del 2000: come deve essere la sua scuola?, in Osservatorio Nazionale ASCANIO, Ragionare su ASCANIO, Edizioni Junior, Bergamo, p. 79 10 Si tratta anche di fondare un rapporto dialogico e collaborativo più stretto ed organico con i servizi per la prima infanzia (in modo particolare gli asili nido) e con le famiglie e tra scuola dell’infanzia e scuola primaria. c) Vi è poi il problema delle cosiddette intese con gli Enti Locali. Sentiremo proprio in apertura di convegno cosa ci dirà su questo problema la rappresentante dell’ANCI. L’impressione è che in mancanza di regole certe ogni scuola stia cercando di risolvere il problema in maniera localistica, non certo all’interno di un quadro di sistema. E questo però crea una grande diversità tra una realtà e un’altra anche all’interno dello stesso territorio provinciale. Infine, ultimo ma certo non per importanza, è il ruolo rivestito dalle famiglie all’interno della scelta di anticipazione. Sappiamo che la legge non pone filtri a tale decisione, ma forse anche le famiglie devono essere “accompagnate” in tale scelta. Su questo punto sentiremo la posizione delle Associazioni dei genitori. Insomma, come vedete i problemi sono tanti. Siamo convinti che il convegno ci darà molti spunti di riflessione e di approfondimento. 11