- Direz. e Redaz.: Piazza di Trevi, 86 00187 ROMA ANNO XXI N. 5 - Maggio 1973 Spedizione in abbonamento postale Gruppo 111/70 - O R G A N O MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE I T A L I A N A PER I L C O N S I G L I O DEI C O M U N I D'EUROPA La riunificazione dei federalisti S i è svolto a Bruxelles il Congresso ricostitutivo del1'Unione Eriropea dei Fedevali.sti. Siamo lieti di ospitare u n o scritto di Carlo Ernesto Meriano, m e m b r o del Brtreau del iltrovo organismo, che illttsira il significato dell'avvenirnento. I1 Congresso dei iederalisti europei, svoltosi a Bruxelles dal 13 al 15 aprile 1973, ha segnato la nascita delllUnione Europea dei Federalisti, sorta dalla fusione tra il Movimento Federalista Europeo e l'Associazione Europea dei Federalisti. Si chiude così, anche formalmente, una lunga seccssione non più rispondente alla realtà di una situazione profondamente mutata. La contrapposizione tradizionale t r a i massimalisti e i riformisti del federalismo - intesi, i primi, al superamento dello Stato nazionale attraverso la promozione di un processo costituente a livello curopeo e fiduciosi, i secondi, nelle virtù del gradualismo proprio del metodo comunitario - trovava, per comune constatazione, sempre minore riscontro nelle reali possizioni dei gruppi contrapposti, per il mutare della congiuntura storica e per la stessa innegabile cvoluzione del pensiero di alcuni tra i principali protagonisti delle vecchie contese. Come spesso accade in casi simili, mentre le etichette pcrdcvano semprc più di significato, un lungo strascico di sospetti e di giudizi stereotipi avcva continuato per anni a dividere i due tronconi del movimento, anche a motivo di sensibili diversità psicologichc, inerenti alle condizioni tutt'altro che omogenee in cui operavano ed operano i singoli gntppi nazionali. La fusione realinata a Bruxelles corona a questo riguardo una lunga marcia di avvicinamento intrapresa soprattutto a d iniziativa della Commissione Italiana del MFE e dell'Europa-Union tedesca - i nuclci principali delle due organizzazioni federaliste - la cui svolta decisiva si era avuta circa un anno fa, a Nancy, con la decisione, assunta contemporaneamente dal Congresso del MFE e dal Comitato fcderale delllAEF ( l ) , di crearc organismi provvisori comuni, col mandato di definire le condizioni statutarie e politiche di una possibile riunificazione. Da questo punto di vista, il Congresso di Bruxelles aveva essenzialmente il compito di ratificare lo Statuto e la Dichiarazione politica appro( 1 ) I tcsti dei di>cunienti approvati a Nancv sono riportati nel n. 2 - febbraio 1973 di C Comuni d'Europa r (N.d.R.). COMUNI D'EUROPA vati dal Comitato comune dopo un laborioso negoziato. Tale ratifica, che offriva un assai modesto margine al dibattito congressuale, data l'ovvia impossibilità di proporre emendamenti, è puntualmente avvenuta, all'unanimità per quanto riguarda lo Statuto e alla quasi unanimità per la Dichiarazione politica. Era del resto inevitabile che il primo Congresso della nuova organizzazione unitavia si preoccupasse in primo luogo di fondare su basi solide i propri equilibri interni, facendo largo posto ai problemi di questa natura e attribuendo preminente importanza alle garanzie derivanti da una ponderazione della rappresentanza dei singoli gruppi nazionali, nonostante l'impazienza manifestata al momento delle votazioni soprattutto da parte dei giovani, giustamente ansiosi di introdurre al più presto il massimo di sopranazionalità nelle nuo- LUCIANO BOLIS Organizzata dal Comitato italiano per la Giornata d'Europa, a cui I'AICCE dà la collaborazione delle sue strutture politiche e organizzative, la celebrazione del 5 maggio si è svolta quest'anno in Campidoglio con l'intervento del Presidente della Repubblica, Giovanni Leone. Dopo un'introduzione dell'on. Antoniozzi, presidente del Comitato, il discorso d'occasione è stato tenuto da un uomo di governo che è tra i pochi, che si siano costantemente occupati - e occupati con cognizione di causa - delle cose europee, l'on. Emilio Colombo. Il resto della cerimonia è consistito nella consegna a Luciano Bolis di una targa delllAICCE da parte del Capo dello Stato e nella premiazione di un gruppo di studenti che hanno partecipato ai lavori della Giornata europea delle Scuole. La targa dell'AICCE recava il seguente testo: « La Sezione italiana / del Consiglio dei Comuni d'Europa / a Luciano Bolis / luminoso testimone che le origini / del federalismo europeo sono nella Resistenza / nella lotta antifascista per la libertà e la democrazia / e per un nuovo modello di società umana / Roma Campidoglio 5 maggio 1973 m. Agli studenti Giovanni Leone ha consegnato una medaglia del Comune di Roma e una copia del libro di Bolis I1 mio granello di sabbia n, testé ristampato e che narra l'episodio in cui, appunto, Luciano, imprigionato dai nazifascisti, tentò ripetutamente di suicidarsi per non cedere alle torture ed evitare così di rivelare il nome dei suoi compagni partigiani e dati organizzativi della Resistenza. Luciano Bolis è stato, come si sa, uno dei pionieri del Movimento federalista europeo. Nella foto in prima pagina si vede il Presidente Leone, che ha al suo fianco il pro-Sindaco di Roma Di Segni, stringere la mano a Bolis dopo avergli consegnato la targa dell'AICCE. Di questa parte della manifestazione la TV non ha dato cenno, mentre le sue telecamere, dopo aver inquadrato il Capo dello Stato e il relatore Colombo, hanno trovato il tempo di soffermarsi sul volto del Presidente della stessa RAI-TV, non si sa per quali eccezionali meriti europeistici. In seguito a questa incredibile « censura n l'Esecutivo nazionale delllAICCE, riunito a Roma 1'8 maggio, ha preso una sua posizione critica, che si è estrinsecata nel seguente passaggio di un comunicato dell'ufficio Stampa dell'AICCE: «Al termine dei suoi lavori il Comitato Esecutivo ha stigmatizzato il modo in cui la RAITV, attraverso diverse edizioni del telegiornale, ha informato i telespettatori italiani sulla Giornata d'Europa, celebrata il 5 maggio in Campidoglio: si è infatti completamente omessa la consegna che il Presidente della Repubblica ha compiuto di una targa di riconoscimento a uno dei più puri eroi della nostra Resistenza, Luciano Bolis: questo era ovviamente un punto centrale della manifestazione, perché stava a indicare gli stretti legami tra la Resistenza e la lotta per un'Europa sovranazionale e democratica. Ancora una volta l'europeismo della RAITV si è dimostrato di tipo evasivo e qualunquistico n. ve strutture. Contro tali impazienze, la grande maggioranza dei delegati si è peraltro dimostrata sensibile alle ragioni che, proprio nella logica del federalismo, impongono di conciliare il carattere globale della rappresentanza con il rispetto delle autonomie, ragioni tanto più cogenti del resto in una delicata fase di rodaggio come quella che attraversiamo. A un anno dalle decisioni di Nancy, che erano state prese non senza contrasti, i federalisti riuniti a Bruxelles hanno comunque dimostrato di considerare ormai I'unificazione come un esito scontato e privo di reali alternative. In questo senso, partice larmente felice è stato l'intervento di un esponente della vecchia guardia come I'olandese Brugmans, fondatore e rettore per molti anni del Collegio d'Europa di Bruges, che ha sottolineato I'impossibilità di attendersi dal movimento unificato una linea politica rigorosamente unitaria e la necessità di concepirlo, sull'esempio del N Congresso » ghandista, come una sorta di « fronte » europeo, aperto al suo interno ad una crescente dialettica tra orientamenti diversi, destinati a costituire l'embrione di una pluralità di forze politiche sovranazionali. Oltre che una condizione di efficienza e di accresciuto peso politico, la ritrovata unità dei federalisti è da questo punto di vista il frutto di una generale maturazione che, mentre ha reso, se possibile, ancor più acuta in tutti la percezione della necessità e della urgenza di una soluzione europea dei maggiori problemi avvertiti dalle singole società nazionali, ha reso anche evidente I'inevitabilità di qualificazioni politiche diverse e contrastanti, anche all'interno di tale orizzonte storico. Se la Dichiarazione politica, ispirata ad una rigorosa e coerente concezione federalista degli obiettivi e della struttura di una Europa Unita, non è stata contestata da nessuno a livello dei principi, nel corso dei lavori congressuali sono emerse appunto le qualificazioni di cui si diceva. La mozione conclusiva appare come la sintesi di due diversi orientamenti, nella misura in cui sottolinea, da una parte, la priorità da riconoscersi all'obiettivo delle elezioni e u r e pee, in quanto elemento suscettibile di operare un salto qualitativo nel processo di integrazione, avviando una reale democratizzazione del~le istituzioni comuni e pone, dall'altra, l'accento sulla necessità di raccordare strettamente il discorso istituzionale alle proposte politiche da elaborarsi intorno ai principali temi dell'attualità europea. La strategia delle elezioni europee, portata innanzi con particolare tenaoia dai federalisti italiani ed olandesi, anche attraverso la predisposizione di proposte di legge per I'elezione unilaterale dei rispettivi rappresentanti nazionali e vigorosamente ribadita nella relazione politica di Mario Albertini, viene così a convergere con il progetto di una articolata risposta federalista alle grandi sfide dell'attuale congiuntura storica europea, di cui è stato alfiere in questi anni Altiero Spinelli, non a caso tornato proprio in questa circostanza ad un più diretto impegno nel movimento, entrando a far parte del Bureau della nuova organizzazione unitaria. Questa posizione di sintesi si fonda in sostanza sul riconoscimento che la stessa battaglia per le elezioni europee, lungi dal contrastare col graduailismo d'e1 metodo co- maggio 1973 munitario, ne postula l'estensione agli stessi meccanismi istituzionali di formazione della volontà politica, estensione imposta ormai dalla stessa crescente complessità dei problemi che la Comunità è chiamata a risolvere. Intorno a questa piattaforma generale, non sono mancate caratterizzazioni più generalmente politiche, con particolare riguardo ai prob~lemi internazionali. La preoccupazione, particolarmente viva nei giovani, in Germania e in Gran Bretagna non meno che in Italia ed in Francia, di riqualificare da sinistra il discorso federalista, mettendo in discussione tanto la collocazione rigoro samente atlantica prevalente nell'europeismo degli anni '50 quanto lo stesso modello d; una integrazione fondata in misura prepon. derante sui meccanismi del mercato, non ha mancato, com'era del resto prevedibile, di scontrarsi con le divergenti valutazioni di altri gruppi. La stessa partecipazione al Congresso di illustri esponenti dell'opposizione democratica greca e spagnola, come Lady Fleming e il professor Tierno Galvan, pur essendo stata accolta dai delegati con unanime consenso, ha dato luogo indirettamente ad un vivace dibattito tra coloro che, come gli italiani, ritenevano indispensabile inserire nella mozione conclusiva un esplicito riferimento alle dirette responsabilità della Comunità Europea verso i Paesi del Mediterraneo sottoposti a dittatura fascista e quanti stimavano viceversa preferibili generiche dichiarazioni antitotalitarie, di intonazione piuttosto morale che politica. Una proposta formale, avanzata da Martini (*), per una esplicita condanna delle dittature « mediterranee D e contro relazioni di asscciazione tra queste e la Comunità europea è stata approvata, pur dopo una impegnata discussione. A questo riguardo come ad altri, l'esito del confronto congressuale ha comunque dato ragione a quanti avevano ritenuto infondata la preoccupazione che il gruppo italiano - numericamente esiguo rispetto ad altri, dotati di più solida struttura orgailizzativa, come l'Europa-Union tedesca, ovoero di larghi mezzi finanziari, come quello britannico - rischiasse di essere fagocitato all'interno di una organizzazione comune Sarà bene tuttavia non dimenticare che sj tratta soltanto dell'inizio di un discorsa ancora tutto da fare. La raggiunta unificazione imporrà infatti necessariamente a tutti i federalisti di ripensare in termini nuovi le modalità della loro presenza ad ogni livello e la loro stessa specifica funzione rispetto alle forze politiche nazionali, tenendo conto così della carica volontaristica che è il patrimonio più geloso del~la loro tradizione come delle responsabilità che loro derivano dalla necessità, riconosciuta dal nuovo Statuto, di consolidare i vincoli che li uniscono, nell'ambito del Movimento Europeo, a tutte le forze impegnate nella comune battaglia. I documenti approvati dal Congresso Risoluzione politica I1 vertice di Parigi ha indicato delle mete da raggiungere prima del 1980; ha precisato alcuni problemi e alcune scadenze. Bisogna (*) Hanno partecipato al Congresso di Bruxelles, pur intervenendo ai lavori come membri del MFE, alcuni componenti del Consiglio Nazionale dell'AICCE, fra cui: Serafini, Di Cocco, Albertini, Pistone. oltre a Martini, sopra ricordato. maggio 1973 spingersi oltre e far sentire all1Europa il senso della sua responsabilità nel mondo e la necessità di trasformare la società. L'UEF condanna e combatte tutte le forme di totalitarismo e farà ogni sforzo per ristabilire le libertà essenziali al pieno sviluppo della persona umana. I problemi urgenti si accumulano e non trovano soluzione. Le decisioni comunitarie sfuggono ad ogni controllo democratico. E tale mancanza di democrazia diventa sempre più inaccettabile man mano che ci si avvicina alllUnione Europea, prevista dal Vertice. Lo svilimento della funzionalità dei meccanismi comunitari, il veto al Consiglio dei Ministri e il rifiuto di fissare l'elezione del Parlamento Europeo, dotato di poteri reali, col suffragio universale diretto (articolo 138) hanno bloccato gli indispensabili progressi della Comunità. Per uscire da questo immobilismo istituzionale, bisogna formare la volontà politica dei nostri popoli per e con l'elezione del Parlamento Europeo. L'elezione unilaterale sarebbe una tappa importante verso questo fine. L'UEF chiede alla Commissione europea di assumersi in pieno le proprie responsabilità proponendo formalmente, nel suo rapporto per il prossimo Vertice, che la prima elezione abbia luogo nel 1977. L'UEF chiede ai suoi militanti di approfondire e di intensificare il dibattito sul contenuto sociale e sugli orientamenti poli. tici delllEuropa, allo scopo di tradurre questi studi in azione politica europea della stessa UEF; soprattutto nei seguenti settori: - I'adeguamento progressivo dei partiti e dei sindacati a livello europeo; - la definizione dei rapporti delllEuropa con gli Stati Uniti, con gli altri paesi industrializzati e quelli del Terzo Mondo; - la sicurezza europea e la riduzione equilibrata degli armamenti nel contesto della politica Est-Ovest; - la politica da seguire nei confronti delle dittature esistenti nelllEuropa mediterranea proclamanti la loro volontà di associarsi alla Comunità per permettere ai popoli di Spagna, Grecia, Turchia e Portogallo, di ristabilire le libertà democratiche e di integrarsi in seguito nellJEuropa Federale; - la realizzazione dell'unione economica e monetaria; - la politica regionale, che richiede maggiore sovranazionalità e partecipazione a tutti i livelli; - la politica sociale, i rapporti tra lavoratori e imprese, la sfida che rappresentano i milioni di lavoratori emigranti, i p r o blemi della crescita e della qualità della vita. Risoluzione sulla sovranazionalità del Movimento Affiinché la sovranazionalità del nostro m e vimento sia vissuta da tutti i militanti anche nell'intervallo dei Congressi europei e per arriochire i dibattiti federalisti di contributi esterni, il Colngresso dell'UEF racco manda alle organizzazioni nazionali di tenere i rispettivi Congressi con la partecipazione COMUNI D'EUROPA dei responsabili federalisti degli altri paesi. A questi verrà chiesto di esprimere il loro parere su ciò che si attendono dall'organismo invitante, allo scopo di mantenere gli adeguamcnti nazionali alla linea politica e strategica dell1UEF entro limiti accettabili da tutti, e salvare così la coesione europea dell'organizzazione. 0.d.g. sulla crisi della democrazia italiana Il Congresso dei federalisti europei, riunito a Bruxellcs dal 13 al 15 aprile 1973, fortemente impressionato dai gravi episodi di violenza fascista sopravvenuti in questi giorni a Milano, esprime la sua viva preoccupazione davanti alla chiara manifestazione di un preciso progetto di capovolgimento dell'ordine istituzionale democratico in un paese membro della Comunità europea; sottolirzea il significato di avvenimenti di tal genere quali indici di una evoluzione capace di aggravare, anche sul piano politico, i rischi - già impliciti nella situazione attuale - di vedere l'Italia uscire dalla Comunità europea e aumentare in tutta Europa il pericolo di una evoluzione autoritaria, con evidente pregiudizio per la creazione di una Europa federale; invita tutte le forze politiche italiane ed europee, che hanno partecipato alla Resistenza antifascista e tutti coloro che si rifanno a questo ideale, a riaffermare la loro attiva sollidarietà dinnanzi alla minaccia di nuovo presente; auspica che i principi della Costituzione italiana e le leggi contro la ricostituzione del disciolto partito fascista siano rapidamente e pienamente applicati e che il Parlamento italiano conceda a tal fine l'autorizzazione ad agire contro il Segretario politico del MSI, Almirante, come richiesto già da lungo tempo dalla Magistratura. Risoluzione sull'europeizzazione dell'insegnamento nelle scuole I1 Congresso dell'UEF, cosciente del fatto che l'integrazione europea esige, fra l'altro, che l'educazione dei nostri figli sia inserita in un contesto europeo; constata che, nonostante le scuole europee siano nate con una funzione europea pubblica, alcune materie fondamentali co~mela sto~ria,la letteratura e la geografia non vi sono ancora insegnate in una prospettiva sufficientemente europea; considera che il programma di insegnamento delle scuole europee dovrebbe fungere da modello per l'educazione dei ragazzi in tutte le scuole nazionali; raccoma~zda ai responsabili dell'educazione in tutti i nostri paesi di risolvere i problemi posti dalla presenza dei figli di milioni di lavoratori migranti. 0.d.g. della J.E.F. I1 Congresso dell'UEF ricorda che il regime fascista greco, a sei anni di distanza dal colpo di stato dei colonnelli, è ancora al potere cd ha intensificato la sua azionc repressiva contro le forze democratiche; constata che non so810 l'aiuto degli USA ma anche l'inerzia dei Governi europei tiene in vita questo regime; è convitzto che l'inerzia dei Governi europei non corrisponde alla volontà antifascista del popolo europeo; affevina che il fascismo in Grecia non è un problema solo del popolo greco ma di tutti i democratici in Europa e che solo lottando per la democrazia europea si potrà liberare il popolo greco dalla dittatura e l'Europa dal pericomlo fascista; si impeg~zaa sostenere fattivamente e fino in fo'ndo la Resistenza greca; invita le autorità europee ad intervenire a favore dei coraggiosi oppositori di quel regime, in particolare degli studenti e dei loro difensori attualmente detenuti in prigione. I nuovi organi E tienne HIRSCH Presidente Membri titolari del Comitato federale Henk ABEN;Ota ADLER; Mano ALBERTINI; Hugh BAKER; Bernard BARTHAIAY; Johan BENGT-PAHLSSON; Luciano BOLIS;Jan BOSSUYT; Henk BRUGMANS; Teresa CAIZZI;Giuliano CARLINI; Guido COMESsi\Trr; Germain DESBOEUF; Jacopo DI Cocco; Ludo DIERICKX; Vincent DOWD;Gerhard EICKHORN; Erwan FOUERE;Karen Focc; Fernand GOLD SCHMIDT; Albert GORDIANI; Jean-Pierre Gouzy; Barbara KEENE;Ferdinand KINSKY;Werner KLOCKNER; Bruno KRAFT; Wolfgang KRAMER; Walter Anton KUNNEN; Hans Henrik LIDGAARD; Eugène LINSTER;Theo LOCH;Dominique MAGNANT; Carlo Ernesto MERIANO; Robert MARGULIES; J. H. C. MOLENAAR; Karl MOMMER; Wolfgang MAYRHOFER-GRUENBULH; Pierre MORIQUAKD; Giampiero ORSELLO; Peter OSTEN; Hans PAWLIK; Fritz PETERMANN; John PINDER; Sergio PISTONE; Noel PRIESTLEY; Jozef PROSSER; Hartmut RABICH; Carlo REINERS; Jean-Francois RICHARD; Francesco RossoLILLO; Roel ROTSHUIZEN; Claus SCHONDUBE; JeanCiaude SEBAG; Umberto SERAFIKI; Jean-Claude SINNER; Henk G. SOL;Kees SPMN;Tom SPENCBR; Altiero SPINELLL; Otto STEIDLER; Piet-Hein KAARS SYPESTEYN; Ernest TEIOMPSON; Enrique TIERNO GALVAK; Robert van SCHENDEL; Stanislav VELINSKY;Hans von dcr GROEBEN; Charlotte von der HERBERG; Georg WIECK;Max WRATSCHGO; Wolfgang WRATSCHGO; Ernest WISTRICH. Membri supplenti chiede con urgenza che i libri di storia, geografia e letteratura siano migliorati in senso europeo affinché possano essere utilizzati sia nelle scuole europee che in quelle nazionali; Otto BARWNG; Ulrich BOIINER;Alice CLEMENT; Bernard COUDRET; Rudolf DUMONT Du VOITEL; Rainer B. GIESEL;Norman J. HART;Michael HOLZHAUSER; Claude-Marce1 HYTTE;Ernst JOHANso^; Franz-Joseph KLEIN;Lucio LEVI; Raymond M~Es;Massimo MALCOVATI; Giovanni MELEN; René MOKTAUT; Wielfried MULLER;Anne-Marie PEUS; Peter PFEIFER; Derek PRAG; Franz PRASSNEG; Julian PRIESTLEY; André Rossr~o~; Giuseppe USAI; Rob VAN DEN TOORN; Jan Willem van der DUSSEN; Max WEISGLAS; Richard WYATT;Adolfo COMBA chiede alle istanze europee, e soprattutto al Consiglio europeo delle scuole europee, nazionali e di organismi privati, di intraprendere azioni in questo senso; David BAKER; Rolf E. BURMEISTER; Arthur CALTEUX; Henri CARTAN; Werner HENKING; Stefan SCHEPERS; Giovanni VICARIO. (cooptato). Membri del Collegio dei probiviri COMUNI D'EUROPA 4 maggio 1973 Le Commissioni di studio del CCE a cura di Gianfranco Martini la I Commissione del CCE a Oestrich Winkel Comuni, Enti locali intermedi, Istituzioni supercoin unali Aprendo la riunione della 1" Commissione di studio del Consiglio dei Comuni d'Europa tenutasi a Oestrich Winkel (Repubblica Federale tedesca) il 23 marzo scorso (") il Primo B o r g o m a s t r ~di Stoccarda Hahn, Presidente della Commissione stessa, sottolineava la necessità che i dibattiti che in essa avevano luogo fossero opportunamente pubblicizzati. Detta Commissione infatti si occupa dei problemi delle strutture amministrative regionali e locali nei vari Paesi democratici membri della Comunità europea e del Consiglio d'Europa; essa studia le riforme in corso, effettua gli opportuni confronti e individua le esigenze di armonizzazione - a livello europeo - di certi istituti, p u r tenendo presente la peculiarità delle diverse tradizioni storiche e delle varie situazioni nazionali. Essa non persegue dunque il miraggio dell'uniformità, sempre astratta c velleitaria in questo campo, ma analizza il pluralismo degli ordinamenti che devono però tutti ispirarsi alla necessità di meglio tutelare i valori della democrazia locale e rispondere a un sempre più sentito bisogno di razionalizzazione delle strutture decisionali pubbliche. I1 confronto tra detti ordinamenti diventa quindi una tappa indispensabile per poter suggerire alle autorità nazionali e alle istituzioni europee tutti quegli interventi che valgono a meglio inserire i poteri locali e regionali nella costru~ione delllEuropa. Accanto alle strutture, detta Commissione di studio del CCE si occupa ovviamente anche degli aspetti finanziari e fiscali, senza i quali le strutture stesse rischiano di rimanere delle costruzioni teoriche spesso impotenti. La riunione di Oestrich Winkel prevedeva all'ordine del giorno i seguenti argomenti: l ) il Landkreis nella Repubblica Federale Tedesca; 2) la riforma degli enti locali in Gran Brctagna: orientamenti riguardanti i comuni piccoli e medi; 3) la collaborazione intercomunale (consorzi di comuni, consorzi a fini determinati, ecc.) negli Stati europei. Sul primo punto lo stesso Presidente Hahn ha illustrato le funzioni e gli organi di questo ente locale tipico della Repubblica Federale Tedesca, le cui caratteristiche variano secondo i diversi Laender (l). Infatti, come è noto, l'ordinamento degli enti locali rientra nella competenza dei singoli Laender e non del potere federale e risente delle caratteristiche che ciascuno di essi nell'immediato dopo-guerra, al momento della costituzione delle nuove strutture amministrative (") La Commissionc riprenderà i suoi ia\.ori in autunno; abbiamo chiesto chc venga fatto un inventario dei problemi trattati e di quelli in progi-amma per il fuluro. nell'intento di aprire un dibattito fra i nostri amici esperti; noi torneremo con u n articolo sul tema dei Kreisc e siamo a disposizione per mettere a confroilto le varie esoei-icnze. ~(1) Cfr. su questo aigomento quanto pubblicato in e Comuni d'Europa n nn. 7-8/1964, 6/1968, 12/1968 e 9/1971 (N.d.R.). ~ democratiche tedesche, assunse sotto I'influcnza delle diverse potenze di occupazione. La discussione che ha fatto seguito al rapporto introduttivo del dottor Hahn ha affrontato alcuni punti chiave per la comprensione e una obiettiva valutazione del sistema vigente nella Repubblica Federale Tedesca: l'autonomia molto ampia del Landkreis, i rapporti t r a il Landkreis e i comuni siti sul suo territorio, il futuro di detto istituto, in relazione alla tendenza ad assicurare più ampie dimensioni agli enti locali, riducendone perciò il numero. Anche le attuali funzioni del Landkreis, in rapporto soprattutto all'attività di pianificazione so'vracomunale, hanno fatto oggetto di ampia discussione. Per il secondo argomento all'ordine del giorno', il Sig. Bongers, Rappresentante dell'ilssociation of Municipal Corporations, ha fatto una vasta esposizio'ne del'la riforma del sistema di go'verno locale attualmente in fase di applicazione in Inghilterra e nel Galles (esclusi per il momento la Scozia e l'lrlanda del Nord). Egli ha posto a raffronto le linee essenziali della riforma con la situazione creatasi a seguito del lo'cal-government Act » dell'ottobre 1972. Con la riforma in corso l'Inghilterra sarà ripartita in sei K Metropolitan Counties » ciascuna con popolazione compresa tra 1,3 e 2,7 milioni di abitanti (Birmingham, Manchester, Leeds, Sheffield, Liverpool, New-Castle) e 39 K Non-metropolitan Counties D. All'interno di queste contee sono previsti dei distretMetropolitan diti 2, anch'essi divisi in stricts » e « Non-metropolitan districts ». I1 primo livello di enti territoriali è competente, tra l'altro, per la pianificazione del territorio, i trasporti locali, la pubblica istruzione, l'eliminazione dei rifiuti, le biblioteche pubbliche; il distretto è competente invece, ad esempio, per la pianificazione locale, l'edilizia e le questioni sociali. La discussione su questi problemi si è sostanziata soprattutto in una serie di interrogativi circa le risultanze pratiche della riforma in corso, oggi valutabili soltanto sulla base di riflessioni di principio e dei testi legislativi, dato che i nuovi enti cominceranno a funzionare dopo le elezioni dei loro organi istituzionali, previste in primavera. Sui problemi della collaborazione inter-comunale, le delegazioni dei vari Paesi partecipanti alla riunione hanno riferito in merito alla situazione istituzionale rispettiva, nonché sugli studi e le proposte di legge in materia. La delegazione italiana era co'mposta dall'avv. Bertorelle. Vice Presidente del Consiglio regionale de! Trentina-Alto Adige, dall'avv. Varlese, Assessorc agli enti locali della Regione Lazio, e dal prof. Vaccari, assessore al comune di Pavia. 11 contributo italiano si è soffermato ovviamente sui rapporti tra organi di ,cooperazione inter-comunale e regione nel nostro Paese, sulla distribuzione delle funzioni tra i diversi organi, sul problema dei comprensori ritenuti necessari per permettere alle regioni di definire correttamente il proprio modo di essere e di operare. I rappresentanti italiani hanno anche posto l'accento sul contempcramento delle esigenze di partecipazione democratica e di efficenza amministrativa, da attuarsi con una diversa tipologia di interventi, comprendente da un lato il decentramento dei grandi agglomerati urbani e dall'altro varie forme di aggregazione dei piccoli comuni. Bertorelle, in particolare, ha illustrato la legislazione delle Regioni sulle Comunità montane e sui loro rapporti con i comuni che ne fanno parte, nonché le esperienze di comunità di valle e di comprensori nella regione Trentina-Alto Adige e nella regione Friuli-Venezia Giulia: infatti il prof. Vicario, assessore agli Enti locali di quest'ultima regione, impossibilitato a partecipare ai lavori della Commissione, aveva inviato una ampia sintesi dei problemi che essa sta affrontando in questo campo. Anche i delegati francese e olandese, hanno riferito sulle diverse forme di cooperazione inter-comunale nei loro Paesi. I n Francia vi è una legislazione specifica riguardante la fusione e il raggruppamento dei Comuni; per l'Olanda è stata illustrata la creazione di particolari enti autonomi (chiamati Geweste) accanto ai comuni esistenti, ai quali saranno demandate le funzioni di pianificazione territoriale e di politica ecologica, oltre ad altre a livello sovra-comunale. La riunione di Oestrich Winkel si è chiusa con la individuazione dei temi che formeranno l'ordine del giorno di un prossimo incontro, che avrà luogo in autunno. I partecipanti si sono trovati d'accordo sulla necessità di approfondire i problemi ddle agglomerazioni urbane e quelli della partecipazione dei cittadini alla vita e all'attività dei grandi comuni. Contemporaneamente, i1 CCE si va sempre più orientando verso una presa di conoscenza più sistematica dell'evolulione degli ordinamenti locali nei vari Paesi. Senza sostituirsi ad altre iniziative di ricerche e di inchieste, già affidate nei vari Paesi ad istituti specializ~atidi studio, il CCE, e per esso la sua 1' Commissionz, intende porre a disposizione degli amministratori locali europei un'analisi politica della situazione degli enti locali nei vari Paesi europei, dei suoi aspetti positivi e negativi. delle grandi linee di tendenza di riforme che tengano conto - eventualmente con un ordinamento a quei livelli - di alcuni valori irrinunciabili di democrazia e di partecipx zione, e di alcune attese - finora spesso deluse - dei cittadini riguardanti la fornitura di « servizi » tempestivi ed efficienti. Queste colonne sono aperte alla collaborazione, seria e puntuale, di amministratori locali ed esperti: dal loro contributo gli stessi membri italiani della Commissione di studio del CCE sulle strutture e le finanze locali potranno trarre elementi per una loro più costruttiva partecipazione alla sua attività. maggio 1973 COMUNI D'EUROPA I I Commissione del CCE a Bergamo La Comunità e il CCE di fr-onte ai problemi della politica regionale I1 comunicato finale della Conferenza dei Capi di Stato e di Governo, che ha avuto luogo a Parigi nell'ottobre 1972, conteneva alcune indicazioni concernenti in modo specifico la politica regionale. La Conferenza riconosceva un alto grado di priorità all'obbiettivo di porre rimedio, nella Comunità, agli squilibri strutturali e regionali che avrebbero potuto compromettere la realizzazione dell'unione economica e monetaria. La Commissione comunitaria veniva perciò invitata ad elaborare sollecitamente un rapporto contenente un'analisi dei problemi che si pongono alla Comunità allargata nel campo regionale, e a presentare consegucntemente delle idonee proposte. 1 Capi di Stato e di Governo riuniti al Vertice s'impegnavano anche a coordinare le loro politiche regionali (cioè Ic politiche di ciascun Paese in tale settore) e invitavano le istituzioni comuriitaric a creare un Fondo di Sviluppo regionale, in modo che esso potesse essere posto in attuazione prima del 31 dicembre 1973, in coincidenza con l'entrata in vigore della seconda tappa dell'unione economica e monetaria. Questo Fondo, alimentato dalle risorse proprie della Comunità e non più da contributi dei singoli Stati membri, dovrebbe permettere, parallelamente agli sviluppi della predetta unione economica e monetaria, la correzione dei principali squilibri regionali nella Comunità ampliata, specialmente di quelli che risultano dal carattere prevalentemente agricolo di alcune regioni, dalle trasformazioni industriali e dall'esistenza di sotto-occupazione strutturale. La Commissione comunitaria, rinnovata ed ampliata all'inizio del 1973 a seguito dell'ingresso della Gran Bretagna, delllIrlanda e della Danimarca, ha conferito ad uno dei suoi membri, l'inglese Thomson, già responsabile dei negoziati per l'adesione del suo paese all'epoca in cui il Governo laburista si mostrava così sollecito di raggiungcre detto obbiettivo, il delicato compito di seguire i problemi della politica regionale e di dare a quest'ultima un nuovo impulso. La Direzione generalc della politica regionale della Commissione si ,è posta quindi al lavoro per elaborare il rapporto di cui sopra e rispettare in tal modo la prima delle scadenze fissate dalla Conferenza al Vertice. Detto rapporto è stato in effetti approvato dalla Commissione il 3 maggio e in giugno seguiranno proposte ufficiali tendenti ad istituire, dal 10 gennaio 1974, nuovi strumenti di politica regionale comunitaria. Di fronte a queste prospettive di rilancio dcll'azionc comunitaria, in un campo che esso ha sempre giudicato prioritario sotto il profilo politico e non solo socio-economico, il Consiglio dei Comuni d'Europa ha preso due iniziative nei primi mesi dell'anno in corso: la convocazione dclla propria Commissione di studio pcr i problemi di politica regionale e la richicsta al Commissario Thomson di riunire il Comitato consultivo composto di eletti locali - che già il suo predecessore, Borschette, aveva in passato periodicamente convocato - ogni- qualvolta maturassero in seno alla Comunità alcune scelte di fondo in questo campo, concernenti particolarmente gli enti territoriali. La Commissione di studio del C.C.E. si è riunita a Bergamo il 21 e 22 febbraio scorso e va dato atto alla Regione lombarda e, in particolare, all'Assessore alla pianificazione territoriale e all'urbanistica, ing. Parigi, di avere contribuito in modo determinante al migliore svolgimento dei lavori. Per 1'AICCE erano presenti: il Vicepresidente della Provincia delllAquila, Mario Arpea; il Segretario generale aggiunto dell'Associazione, Gianfranco Martini; il Consigliere comunale di Terracina, Gabriele Panizzi; l'Assessore alla Regione Lombardia, Salvatore Parigi; l'Assessore alla Regione Friuli-Venezia Giulia, Nereo Stopper; l'Assessore alla Regione Lazio, Guido Varlese e il Consigliere comunale di Firenze, Gian Carlo Zoli. L'ordine del giorno della riunione prevedeva: 1) I'esamc delle prospettive della politica repionale comunitaria dopo il Vertice europeo di Parigi, con particolare riguardo alla futura creazione di un Fondo di sviluppo regionale; 2) il Fondo Sociale europeo, la sua nuova disciplina e il suo utilizzo in favore dello sviluppo regionale; 3) le strutture regionali e i problemi di politica regionale nei tre nuovi Paesi membri della Comunità (Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca); 4) la preparazione della 2" Conferenza europea dei Ministri responsabili della pianificazione tcrritorialc. Evidentemente, un ordine del giorno così carico non poteva che consentire un sintetico confronto di idee e di opinioni tra i 5 partecipanti, sufficiente tuttavia a fornire alla Segreteria permanente dclla Commissione di studio alcuni elementi di giudizio necessari al C.C.E. per trarne alcune conclusioni e proposte di natura politica. Le Commissioni di studio della nostra Associazione infatti non dispongono ancora di una attrezzatura adeguata e permanente di analisi e di riflessione, m a costituiscono quanto meno dei necessari punti di riferimento collegiali nei quali l'apporto combinato dell'esperienza degli amministratori locali e delle conoscenze tccniche di alcuni espei ti permettono al C.C.E. di prendere posizione, con cognizione di causa e con tempestività, su una serie di problemi collegati con l'integrazione comunitaria e con l'armoni7zazione delle diverse socictà nazionali. La riunione di Bergamo h a appunto adempiuto a questo obiettivo complesso, di confronto, d'informazione reciproca e di valutazione. Ad esempio l'esame delle strutture politico-amministrative e dei problemi di politica regionale in Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca ha permesso ai rappresentanti delle varie sezioni na7ionali, membri della Commissione, di individuare alcuni caratteri peculiari dcll1esperien7a di detti Paesi, inserita nel quadro di alcune esigenze fondamentali che appaiono comuni a tutti gli Stati della Comunità: rapporti tra regioni periferiche e regioni centrali, fra zone prevalentemente agricole e zone industrializzate, tra aree di sottosviluppo e di congestione, correnti migratorie, ruolo del settore terziario in una politica di sviluppo, incidenza del Mercato Comune sullo sviluppo regionale, problemi della crescita urbana, compiti delle nmministra7ioni territoriali in una politica di proorammazione. I n particolare, sono emersi i gravi problemi dell'Irlanda che, fatta eccezione per l'area urbana di Dublino, presenta generali caratteristichc di sotto-sviluppo nonché le csigenze specifiche della Scozia il cui rapprcsentante, nel corso della riunione di Bereamo, ha avuto modo di mettere più volte in rilievo cosa la Scozia si attende da una politica regionale comunitaria. Si è avuta l'impressione che l'ampliamento della i membri della I1 Commissione durante i lavori, nella Sala delle Capriate, al Palazzo della Ragione di Bergamo COMUNI D'EUROPA 6 Comunità abbia contribuito notevolmente a far uscire il N dossier n della politica regionale dalle sabbie in cui finora esso era rimasto arenato, anche se non vanno sottovalutate le ulteriori difficoltà e il moltiplicarsi dei problemi provocati dall'ingresso dei tre nuovi soci. Questo interesse della Gran Bretagna per una soluzione comunitaria degli squilibri regionali è testimoniato, del resto, dai particollari compiti affidati proprio a due inglesi nella Commissione europea (l'incarico affidato a Thomson di cui abbiamo fatto cenno precedentemente) e nel Parlamento Europeo, con la designazione di Hill a Presidente della Commissione parlamentare per la politica regionale e i trasporti. Anche il tema del Fo'ndo Sociale europeo ha fornito alla Co'mmissione di studio del C.C.E. alcune utili indicazioni. Si è avuta innanzitutto la conferma delle vaste lacune di informazione che ancora sussistono in larghi strati degli operatori pubblici e privati circa l'esistenza stessa e il funzionamento di alcuni strumenti finanziari comunitari. L'AICCE, per parte sua, ha già tratto le opportune conseguenze operative, dedicando parte della sessione del suo 'Consiglio Nazionale del 6 aprile scorso a questi problemi e convocando un apposito gruppo di lavoro a tale scopo, che dovrà riferire al prossimo Consiglio Nazionale, fissato per il 20 giugno. La presenza a Bergamo di un funzionario della Commissione addetto particolarmente alla direzione del Fondo Sociale, ha consentito ai partecipanti di avere soddisfacenti risposte ad una serie di quesiti riguardanti le prestazioni del Fondo, i casi della sua applicazione e, soprattutto, le procedure necessarie alla sua utilizzazione da parte degli enti locali. I mcmbri italiani sono ripetutamente intervenuti in merito alle competenze delle regioni in materia di formazione professionale, di interventi del Fondo a favore dei lavoratori migranti e hanno formulato riserve sul ruolo dei poteri centrali nazionali nella pro'cedura di co'ncessione dei finanziamenti comunitari. Più complesso il dibattito sulle prospettive generali della politica regionale comunitaria dopo il Vertice di Parigi, nel quale sono confluiti, accanto a giudizi pesantemente negativi nei confronti della mancanza di volontà politica che finora ha caratterizzato le decisioni degli Stati membri in questo campo, alcune speranze aperte appunto dal Vertice di Parigi e, infine, le perplessità suscitate da perduranti ambiguità nel concetto stesso di politica regionale. La presenza di funzionari della Direzio~ ne Generale della politica regionale della Commissione di Bruxelles e del Comitato economico e sociale, ha consentito di fare il punto sugli orientamenti che caratterizzano in questo momento l'attività della Commissione: tuttavia l'attesa dell'annunciato rapporto sui problemi regionali della Comunità ampliata e le notizie ancora approssimative e frammentarie su di esso, dispe nibili nel mese di febbraio, non hanno permesso di giungere a delle prese di posizione definitive. Questo problema è stato ripreso il 16 aprilc a Bruxelles in occasione della seconda iniziativa, della quale abbiamo già fatto cenno, cioè la riunione del gruppo di amministratori regionali e locali dei nove Paesi della Comunità europea, che viene periodicamente convocato dal membro della Commissione di Bruxelles incaricato della politica regionale, a fini d'informazione e di verifica di certi orientamenti generali della Comunità in questo campo. In questa riunione le prospettive generali della politica regionale comunitaria dopo il Vertice di Parigi hanno formato oggetto di un dibattito più costruttivo, data la presenza dell'interlocutore comunitario degli enti locali, nella persona dello stesso Commissario Thomson. La sua relazione introduttiva, pur ispirata ad una certa cautela, in quanto il rapporto previsto non era stato ancora approvato formalmente dalla Commissione, ha fornito alcuni interessanti elementi sui criteri ai quali la Commissione stessa intende ispirarsi nel rilanciare la politica regionale. E' importante sottolineare i delegati rientrano a Palazzo della Ragione per la ripresa dei lavori maggio 1973 che Thomson ha auspicato un «dialogo periodico e regolare » con i rappresentanti dei poteri territoriali dei Paesi membri della Comunità: non vi sono state indicazioni istituzionali più precise, ma è già importante che si sia espressamente riconosciuta la necessità di avviare su basi continuative il colloquio tra Commissione ed enti locali, fino ad oggi molto frammentario e assolutamente insufficiente. Vari interventi dei rappresentanti del C.C.E. presenti alla riunione hanno ripreso questo tema essenziale insistendo sull'urgenza di inventare nuove procedure ai margini o al di là di quelle previste dai Trattati, per assicurare un contatto diretto tra istituzioni comunitarie e la pubblica opinione. Questo colloquio tra Commissione ed enti locali - è stato sottolineato - si proietta su due piani diversi, ma complementari: quello del dibattito degli orientamenti generali e quello delle procedure da seguire per i singoli interventi comunitari, tenuto conto che detti interventi avranno come oggetto dei progetti che si inquadrano in programmi regionali. I1 Commissario Thomson ha, naturalmente, richiamato i collegamenti tra l'unione economica e monetaria e la politica regionale. Egli ha affcrmato che dobbiamo porci risolutamente sulla via di una Comunità meno « economica » e più sociale ed umana: la dimensione comunitaria è necessaria proprio per tranquillizzare gli Stati membri che alcuni loro sacrifici richiesti dall'unione economica e monetaria saranno compensati in altri campi, ad esempio in quello del superamento degli squilibri territoriali. Thomson ha illustrato anche i rapporti fra politica regionale e protezione dell'ambiente. Stimolato da alcune domande, specie dei rappresentanti italiani, (erano presenti per I'AICCE l'Assessore alla programmazione economica della Regione Campania Tagliamonte e l'estensore di questa nota, essendo stato all'ultimo momento il Presidente Piosmbino impossibilitato a parteciparvi) si è soffermato sul rapporto fra politiche regionali nazionali e politica comunitaria. I1 coordinamento non basta - ha detto Thomson ma si deve giungere ad un rasferimento di mezzi finanziari da una regione all'altra e ciò lo può fare soltanto la Comunità come tale: questo è un problema politico che esige soluzioni politiche e non puramente tecniche, comc politiche sono le questioni attinenti alla composizione e alla collocazione istituzionale del previsto Comitato permanente di sviluppo regionale che la Commissione di Bruxelles ha da tempo proposto e che potrebbe costituire, come hanno sottolineato alcuni partecipanti alla riunione, un interessante punto di aggancio per la rappresentanza anche degli enti regionali. Va infine ricordata la recisa affermazione di Thomson che la politica regionale comunitaria csige il superamento di una visionc puramente concorrenziale dell'economia. Questa affermazione, così come alcune altre che abbiamo sopra ricordato, richiama analoghe e ripetute prese di posizione del C.C.E. c testimonia che qualcosa, se pur molto lentamente, va muovendosi in questo campo. Pochi giorni dopo la riunione tra il membro della Commissione Thomson e i rappresentanti degli enti locali, e precisamente il 3 maggio, la Commissione ha approvato il rapporto chiesto dalla Conferenza al Ver- maggio 1973 tice di Parigi. Si tratta di un documento molto ampio, di circa 300 pagine, che si articola in sette paragrafi e che è corredato da un'analisi dettagliata delle tendenze e degli squilibri regionali, nonché delle finalità e degli strumenti delle politiche regionali dei vari paesi membri. Nella relazione vera e propria è compresa una sintesi della situazione attuale e dei motivi morali ed economici e di quelli postulati da una seria protezione e valorizzazione dell'ambiente naturale, che esigono una politica regionale comunitaria. Seguono alcuni cenni ai diversi aspetti che oggi caratterizzano gli squilibri regionali e alcune linee di orientamento necessarie per il loro superamento. Gli ultimi paragrafi sono dedicati a delineare le caratteristiche del futuro Fondo per lo Sviluppo regionale e ai problemi del coordinamento delle politiche nazionali. Non intendiamo dare qui riassunto dell'ampio documento del quale si occuperà a fine maggio l'Assemblea dei Delegati del C.C.E. e di cui CC Comuni d'Europa » pubblicherà nel prossimo numero un'ampia sintesi, dopo che si saranno meglio delineate anche lc reazioni del Parlamento europeo, del Comitato Economico e Sociale e delle forze economiche e sindacali: il C.C.E. farà pervenire al Commissario Thomson le sue osservazioni e i suoi rilievi, che sono oggetto di un rapporto attualmente in preparazione. Vogliamo soltanto sottolineare che dei due obiettivi posti dal Trattato di Roma istitutivo della C.E.E., un'espansione continua ed equilibrata, il primo è stato ragqiunto in quanto la Comunità dei Sei Paesi ha registrato un indice di espansione costantemente elevato (in media il 5,4% in volume dal 1960 al 1970): ma questo sviluppo non è stato invece né uniforme né geograficar~zenteequilibrato perché le zone più ricche della Comunità godono ancor oggi di un reddito pro-capite circa 5 volte superiore a quelle più povere. Sotto-occupazione organica ed elevata disoccupazione rimangono fenomeni costanti in talune regioni ove l'emigrazione è rimasta la sola alternativa. I1 rapporto evidenzia le obiettive difficoltà di individuare dei parametri certi per determinare gli squilibri regionali in quanto ouesti non dipendono esclusivamente da un basso reddito relativo pro-capite e da una elevata dipendenza dal lavoro in agricoltura ma, specie in altri paesi diversi dall'Italia, da industrie in fase di invecchiamento. In alcuni casi i Governi aiutano la produzione di questi settori in declino e mascherano così l'esistenza di una sotto-occupaxione organica. Giustamente il rapporto Thomson sottolinea che il mancato equilibrio delle risorse economiche e di quelle umane e la persictenza di forti differenze del tenore di vita fra i cittadini delle varie regioni della Comunità sono elementi che contribuiscono anche, in notevole misura, a raffreddare l'entusiasmo nei confronti della costruzione curopea. D'altra parte una politica regionale comunitaria è nell'interesse non soltanto di coloro che vivono in zone di relativa povertà, disoccupazione e forzata emigrazionc, ma anche di coloro che vivono nei grandi agglomerati urbani caratterizzati da sovraaffollamento e da una povertà chc, pur non essendo economica, rimane una povertà « ambientale n, che incide sulle condizioni e sulla qualità della vita. Ma anche ragioni più 7 - COMUNI D'EUROPA strettamente economiche spingono ormai nel senso di una politica regionale comunitaria, perché è assurdo pensare che uno Stato membro possa accettare i vincoli propri di un'unione economica e monetaria se non c'è, al tempo stesso, una solidarietà finanziaria comunitaria che gli consenta di contare su un concreto contributo ai suoi problemi di sviluppo. I1 rapporto Thomson riconosce che, allo stadio attuale dell'integrazione europea, la politica regionale comunitaria non può sostituire le politiche nazionali ma deve porsi come componente di un sistema integrato. I1 ruolo di questa politica si accrescerà man mano che essa si andrà sviluppando e migliorerà i propri strumenti d'intervento: in sostanza vi saranno più binari d'intervento, cioè la politica regionale coinunitaria che coordina a sua volta le varie politiche comuni (agricola, industriale, sociale, dei trasporti, dell'ambiente, ecc.) e i vari strumenti a sua disposizione e, dall'altro, le varie politiche regionali nazionali opportunamente coordinate, nei loro obiettivi, nei loro mezzi, nei loro programmi di sviluppo regionale. I1 rapporto Thomson conclude con un ampio riferimento a due elementi basiliari della politica regionale, che saranno oggetto di proposte che la Commissione di Bruxelles presenterà in giugno: il Fondo per lo sviluppo regionale e il Comitato per lo sviluppo regionale. I1 Fondo sarà il principale mezzo per mobilitare a fini regionali le risorse comunitarie e dovrà concentrare le spese nelle regioni più bisognose, prescindendo completamente da quello che è stato chiamato il principio del « giusto ritorno » cioè del costante ed immediato equilibrio finanziario tra vantami e costi ver ogni singolo statomembro, che è la stessa della solidarietà comunitaria. 11 comitato avrà la funzione di esaminare e faci. litare il coordinamento delle politiche e dei programmi regionali nazionali e le rispettive connessioni con l'intervento del Fondo sud- -- kegazioUne detto. Queste nuove proposte della Commissione non annullano la precedente richiesta fatta al Consiglio dei Ministri della Comunità (che non è però ancora pervenuto ad un accordo) di utilizzare il FEOGA, Sezione Orientamento, per la creazione di posti di lavoro non agricoli nelle regioni agricole vrioritarie. E' prevedibile inoltre che anche il suggerimento formulato alcuni mesi fa dalla Commissione di Bruxelles per la creazione di una società di sviluppo regionale a livello europeo venga ripreso e rilanciato. Non possiamo terminare questa nota dedicata complessivamente ai problemi della politica regionale, senza ricordare che ai primi di maggio anche il Comitato Monnet si è occupato di questi stessi argomenti - ormai riconosciuti prioritari - concentrando la sua attenzione su alcuni problemi molto concreti del finanziamento degli investimenti. I1 Comitato Monnet, partendo dalla convinzione che il bilancio della Comunità, qualunque ne sia l'entità, non è sufficiente per sopportare il carico diretto di questi investimenti nella misura necessaria, ritiene che le risorse finanziarie della Comunità dovrebbero essere utilizzate come base per il lancio di prestiti tali da dare la possibilità di raccogliere le somme necessarie non soltanto nei Paesi membri ma anche su tutti i mercati finanziari che abbiano fondi disponibili. Solo questi prestiti potrebbero permettere di concentrare in un periodo di tempo limitato uno sforzo di finanziamento la cui efficacia sarà decisiva, mentre gli oneri di rimborso sarebbero diluiti nel tempo e resi più facilmente sopportabili dalle ricchezze aggiuntive create tramite gli investimenti realizzati. Ci sembra che ciò costituisca un interessante motivo per riflessioni ulteriori da parte delle istituzioni comunitarie e anche per le prese di posizione che i rappresentanti regionali e locali si attendono dal Consiglio dei Comuni d'Europa. celebrazione a Palermo della Giornata d'Europa ( 5 maggio 1973, Palazzo delle Aquile, Consiglio municipale): parla il Vice Sindaco di Palermo, Leopoldo Pullara (nella foto, da sinistra: Del Vecchio, Segretario regionale del MFE, il rappresentante della Prefettura, il Console di Francia, il Console della Germania Occidentale, il rappresentante dell'Amministrazione provinciale) 8 COMUNI D'EUROPA maggio 1973 Capire il bucato. Solo la nuova lavatrice elettronica San Giorgio kDp~6fare.Capire i l bucato, proprio come lo capiscono le mani di una donna. Ed è quello che sa fare la nuova lavatrice Pulsar San Giorgio. Infatti u n circuito elettronico di controllo consente al cestello di ruotare a differenti velocità: due per il lavaggio e la precentrifuga e altre due per la centrifuga. In pratica in ogni programma i diversi tessuti sono trattati nel modo più giusto, come solo una donna sa fare. Questo nuovo modello, stabile e silenzioso, si affianca alle prestigiose lavatrici Linea, Silver, Panda e Panda De Luxe. La conferma di u n primato tecnico. ~ ~ ~~ San Giorgio maggio 1973 COMUNI D'EUROPA 9 Cronaca delle Assemblee Europee di Andrea Chiti-Batelli I1 Parlamento Europeo ed i prezzi agricoli 1. La recente maratona » dei ministri dell'agricoltura comunitari di fine aprile per la fissazione dei prezzi agricoli ha avuto un «risvolto» - come oggi si dice - parlamentare poco noto, e che merita di esser illustrato. I regolamenti relativi a detti prezzi agricoli sono sempre stati emanati dal Consiglio dei Ministri comunitario con la formula: « I prezzi di cui al presente articolo sono stabiliti secondo la procedura di cui all'articolo 43, paragrafo 2, del trattato CE.E n: e tale articolo prevede la consultazione obbligatoria del Parlamento Europeo prima dell'emanazione di regolamenti o direttive volte all'attuazione della politica agricola comune. Orbene, a stretto rigore giuridico, tale consultazione, come vedremo, non c'è stata; sì che - sempre a stretto rigore giuridico quella deliberazione dei ministri comunitari, non potrà certo dirsi illegittima (tanto più che l'urgenza, e quindi un certo « s t a t o di necessità », giustificava politicamente tali decisioni, anche in quella situazione di carenza di un parere da parte dell'organo parlamentare comunitario); ma suscita ad ogni modo qualche perplessità, circa la sua conformità ai trattati. E' questo l'elemento « piccante » - puramente giuridiccrformale, m a ugualmente significativo - che qui vorremmo brevemente f a r conoscerc ai nostri lettori, evitando di proposito di entrare nel merito della questione dei prczzi e del loro livello. 2. i l Parlamento Europeo era stato, per la verità, tempestivamente investito, come sempre, del problema dal Consiglio dei Ministri comunitario, che aveva sottoposto al suo esame fin dal marzo scorso le proposte formulate in materia dall'Esecutivo di Bruxelles (Parl. Eur., doc. 14/73): la sua Commissione per l'agricoltura aveva tempestivamente elaborato una relazione a firma dell'on. Jan de Koning, democratico cristiano olandese, (Doc. 15/73) delle contro-proposte, sottoponendole, anch'esse, tempestivamente all'Assemblea. E questa tempestivamente si era riunita, in sessione speciale, a Lussemburgo dal 4 al 6 aprile, e, per la verità, aveva a lungo e seriamente dibattuto la questione, prolungando addirittura fin quasi alle tre del mattino l'ultima e assai vivace seduta, in cui la risoluzione finale doveva essere approvata, con le precise proposte del Parlamento Europeo in ordine ai prezzi. Senonché, per la ferma opposizione dei parlamcntari britannici, contrari ad ogni aumento dei prezzi agricoli; per il confluire, sul loro voto ncgativo, di quello di altri parlamentari, specie tedeschi, che invece ritenevano le proposte di aumento dei prezzi agricoli, contenute nella ricordata risoluzione, troppo moderate; e infine per l'assenza in massa dei parlamentari italiani - impegna- ti, quelli dell'opposizione, a sostenere in importanti votazioni al Senato e alla Camera il traballante e ormai spettrale governo Andreotti (qualcuno, venuto imprudentemente a Lussemburgo, è stato svegliato addirittura nel cuore della notte, con l'ingiunzione da parte della stessa Presidenza del Consiglio di tornare ispo facto nella capitale, e non ha potuto nemmeno lui prender parte alla votazione) e quelli dell'opposizione a cercar di dargli l'ultimo sgambetto -, per tutte queste ragioni, il testo della risoluzione non è passato. Il che fra l'altro - notiamolo a titolo di particolare piccante nel particolare piccante - ha consentito successivamente ai missini di ergersi addirittura a tutori del buon andamento delle cose comunitarie, e dclla presenza italiana a Lussemburgo, presentando al Senato, per la firma dei senatori De Sanctis, Nencioni ed altri, un'interpellanza in cui a premesso che a Strasburgo i rappresentanti italiani della maggioran7a governativa non hanno prcso parte al dibattito, gli interpellanti chiedono che il governo riferisca adeguatamente sulla condotta tenuta dai propri rappresentanti in sede comunitaria per la soluzione delle questioni di determinazione dei nuovi prezzi agricoli e precisi quale condotta sia stata tenuta per la difesa degli interessi dell'agricoltura italiana D. 3. Un'assemblca con poteri meno vaghi di quelli, praticamente solo consultivi, propri del Parlamento Europeo, si sarebbe riunita a distanza di qualche giorno, per ascoltare nuove proposte della propria Commissione competente a formularle (anzi, anche unlAssemblea comc quella, che non fosse composta di parlamentari sempre con la valigia in mano e con l'orecchio al telefono, pcr i loro assorbenti impegni nazionali). E, ove proprio, e per ragioni di forza maggiore, non avessc potuto esprimere un parere, avrebbe poi impugnato per illegittimità la decisione dei ministri presso la Corte di Giustizia comunitaria, o I'avrebbc almeno contestata in sede politica. Ma, così stando le cosc, il Parlamento Europeo non ha saputo far di meglio, su proposta del proprio presidente, chc fingere di seguire quella procedura. La Commissione per l'agricoltura infatti si è frettolosamente riunita, dopo quclla nottata tempestosa, e al mattino ha presentato al Parlamento Europeo e questo ultimo ha approvato senza discussione (una qualsiasi diceussione avrebbe fatto risorgere tutte le difficoltà e tutte le impasses del giorno precedente) una risoluzione qui n'en est pns une, come dicono i francesi, di questo stupefacente tenore (Doc. 27/73): 11 Parlamento Europeo, viste lle proposte dell'Esecutivo di Bruxelles, prega quest'ultimo di riesaminare le sue proposte di Regolamento ». (( Testo di una chiarezza cristallina, specie se si ricorda - come accennavamo - che i pareri espressi nella discussione erano stati perfettamente discordi. I n che senso, dunque, il Parlamento esprimeva il suo invito a una modifica? La forma, certo, è stata in qualche modo rispettata. Nella sostanza per0 il parere del Parlamento Europeo - prcvisto come obbligatorio, anche se non vincolante dai trattati, C cioè come condizione sine qua non per l'emanazione dei regolamenti - non c'è stato. E poiché ciò non ha minimamente impedito alla « legislazione » comunitaria di fare il suo corso, vi è in ciò una ennesima con ferma dello scarso peso di tale assemblea, e del poco conto che anche di quel peso, che gli è statutariamente riconosciuto, si fa a Bruxelles. 4. Da ciò noi non vogliamo però trarre la conclusione nazionalista che, a proposito di una questione assai più importante e generale (quella della stessa costituzionalità dei Trattati di Roma) h a tratto recentemente Lelio Basso, nella « Tribuna libera » del Corriere della Sera del 27 maggio u.s. Non solo, dice Basso, i trattati di Roma sono tanto la negazione di ogni democrazia al loro interno quanto incostituzionali rispetto all'ordinamento italiano, e in questo non recepibili - e fin qui il ragionamento non fa una grinza e lo condividiamo totalmente, tanto più che lo abbiamo anticipato molti anni fa in queste stesse colonne(1) C in quelle del « Fédéraliste » (2) -; ma proprio pcrciò, egli aggiunge in sostanza ( e su questo non siamo più d'accordo), occorrercbbe denunziarli e tornare, a ritroso degli anni e dei fati, a un'economia nazionale ( e quindi necessariamente autarchica). La linea politica di una sinistra capace di porre davvero e seriamente la propria candidatura alla guida delllItalia e delllEuropa, in alternativa rispetto alle attuali classi dirigenti moderate e conservatrici (e non in sterile e illusorio condominio con qucste), dovrebbe esser quella di non darsi a un similc luddismo istituzionale senz'avvenire, che non fa se non rivalutare gli avversari, ma quello di proporre un modello democraticamente valido e organico di Europa politica, di fronte a qucllo inefficiente, ingiusto C antidemocratico dell'attualc Europa funzionalista e tecnocratica. Analogamente, nel nostro piccolo esempio, noi traiamo argomento dalle modeste ed episodichc vicende che abbiamo sopra narrato per chieder non l'abolizione del Parlamento Europeo, m a la sua ele7ione diretta, con potere - il solo che tale elezione giustifichi - di riformare le strutture COmL1nitarie C le proprie. ( 1 ) L'E;lropu e I'EIIL>I:ditiilo conl~ti~iturioe rliritlo iiariot~ule,<< Comuni d'Europa >,, scttemhrc 1965. ( 2 ) Qu'est-ce qlce lc droit coilz~izunulituirc.?,« Le Fédkraliste n, dicrmhre 1964. COMUNI D'EUROPA 10 Ecologia : problema europeo bibliografia ragionata di Andrea Chiti-Batelli Prosegue q u i la ZII Parte della Bibliografia ecologica di Andrea Chiti-Batelli, iniziata nel n u m e r o di novembre 1972 ( l a I e la I I parte sono state pubblicate nei n u m e r i d i aprile e maggio 1972). Parte terza 1. - OPERE DI CARATTERE GENERALE S. S. A T W < ~ D. D , L. ALLEN, S. N. FERTIG e altri, Land Use and Wildlife Resources, Washington, National Academy of Sciences, 1970, pp. IX, 262. L'opera, frutto del lavoro del Committee of Agricultural Land Use and Wildlife Resources N del National Research Council n, si fonda sull'affermazione - espressa in conclusione del 1" capitolo, dcdicato alla storia ccologica degli Stati Uniti -, che wildlife management of past was extensive and largcly fortuitous. Now and in time to come, it must be intensive arid purposeful (p. 24): e quindi sulla convinzione clie questo passaggio dai tentativi asistematici e non scientifici all'organizzazione razionale e metodica debba portare a sufficienti migliorarncnti, senza tener conto della crescita industrialc e umana. Così, ad esempio, è detto - implicitadel mente ma chiaramente - nella coi-icl~~sione 2" capitolo « Wildlifc Values in a changing World r, corredato, come tutti gli altri, da una ricchissima bibliografia specializzata. Ancora più esplicitamente, a p. 142, si ribadisce che « in most situations, from cities to wilderness, management is feasible if enouqh biologica1 and economic understanding can be brought to bear. The research effort in support land-use management is wcll established in public agencies and educational institutions. A reasonable level of support will enable the research effort to furnish information essential to continued progress as populations build and the scene on this continent changes D. (Ma cambia - o si degrada? Questo è il punto). E questc parole, rifcrite ai problemi del suolo, sono ripetute poi per q~iellidell'acqua (p. 177): « i n view of the rapidly developing signs of overdemand and overuse in the industrializcd part of the world (1) accompanied by an overburden of pollution for which no adequate provision is now in sight, the need for more conservative resource policies is cvident » (anche qui, dunquc, nell'ovvia convinzione che esse saranno di per sé efficaci e sufficienti). La « riccrca » sembra esser la parola magica per gli autori di qucst'opera: se si è riusciti ad andar sulla luna - essi dicono con un'ingenuità che fa pensare al Monti ( « ch'anco ti resta? infrangcre - anclie alla mortc il telo ... ») - non vi è ragionc per non confidare nell'ampiezza del progresso « that can be made in science and tcchnology, once clear national goals are established » (ibid.). E del resto fini e mezzi ci sono gih: sono notc le proposte della «Land Law Review Commission » al Congresso, che, se attuate, avranno sicuramente « a trcmendous influencc on futiire conscrvation programs » (pagina 253). Intcndiamoci: non si vuol qui in alcun modo sottovalutarc il significato della ricerca. Chi, se non questa, in un mondo sempre più complesso - e in cui I'incompctenza, il dilettantismo C le decisioni a lume di naso non hanno più posto. né l'intuito pub sostituire in alcun modo l'opera paziente, nicno gcnialc ina tanto più sicura, dcl tccnico C dell'espcrto - chi, dicevo, se non la ricerca può indicare con chiarezza e in modo adeguato i fini da perseguire? Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: e non basta mostrare i fini. se al t e m ~ ostesso non si indicano, e non si vogliono, con altrettanta chiarezza e altrettanta decisione, i mezzi per realizzarli. E i mezzi, quando sono in gioco fini che toccano l'interesse collettivo, possono essere solo di natura politica, e sfuggono perciò per definizione alla competenza dell'esperto. Citando, in conclusionc, lo Udall (2) i nostri autori riportano di lui queste parole, che potrebbero servir da motto anche a tutto il nostro studio: C We have learned neither how to grow, nor at what pace, and that is our failing and our future trouble .; e commentano con una frase non meno significativa: « I t is cvidrnt that population planning is a part of resource planning » (p. 257). Sottolineando pertanto la globalità del problema, essi insistono per un « management of our continental ecosystcm along lines of true improvement for the future. This is a problcm in the environmental biology of man, and planning at anv lesser level of integration must inevitably continue and magnify the errors of the past D. Ma la stessa globalità dei piani non dovrebbe esser anche una globalità spaziale, pena l'inorganicità e l'inefficacia? S. BERNARD, Le5 aspects politiqrter de la défense de l'envirot~tzement humain et le prohlème de la perspective (pp. 33-34), nel volume: POI^ une conservation efficace de I'environnertzelzt Aspects sociuzrx, politiques et udmitlistratifs (atti), Ed. de 1'Institut de Sociologie de l'Univcrsité Libre de Bruxelles, 1972, 143 pp. La civiltà industriale - scrive il B. - ha incamminato la specie umana in un proccsso da cui a medio O lungo termine potrcbbe risultare la degradazione totale dell'ambiente. La minaccia è della stessa ampiezza di quella che vi è nell'utilizzazione militare dell'energia termonucleare; ma mentre il terrore chc le armi atomiche generano serve a vaccinare rapidamente l'umanità contro la tentazione di servirsene, invece l'avvelenamento della biosfera costituiscc un processo insidioso, contro il qualc non vi è certezza a priori che l'umanità ricsca a immunizzarsi tempestivamente 2. Da un lato « le misure prese in ordine sparso e disorganicamente non sono all'altezza dcl ma1.e D; dall'altro « le possibilità di azione ottimale sono limitate da strozzature, C cioC da barriere costituite da atteggiamenti e abitudini che impediscono a breve e a medio termine l'adozione di provvedimenti e di contro-misure efficaci I...] Questa resistenza del corpo sociale all'ottimizzazione di provvedimenti tecnici resi necessari dai grandi problemi socio-politici si spiega sia con la forte inerzia degli attcggiainenti saciali, sia col carattcre coattivo delle discipline collettive implicate in ogni proxvediinento politico di grandi dimensioni, sia pcr i costi assai pcsanti che esse implicano n. Un csempio di tale deficienza e inerzia cc lo dà lo stesso Bernard, il quale non fa quasi alcun posto, nel suo studio, al problema del controllo dello sviluppo C dell'esplosionc demografica, n6 si dà cura di annoverare, Era quclle strozzature, una delle più gravi, C cioC quella prodotta dalla (7) UUZI.I.,U.S. Del~artrnei~tof thc Interior-. 1967. I nosiri autoi-i citano anche, coine opere di particolare ini(1) Qui gli autori ianiio riferimeniu a H. M. JACKSON porianza, DAULING, F. F.. and N. D. EICHOI~X. hlan utrd e altri, Congressional White Paper otl Nutional Policy for iialure in the notio~ial pcrks. Conservation Foundatiori, the Ei~vironmeiit, Washington, U.S. Governrnent PrintWashington, 1967, 80 pp., nonché U.S. Department o i the in= Office, 1968, 19 pp., nonché a J . MASSEU,Toivard Interior, Man ... atl ciidangered species? Conservation n non-Malthusian pop~llalioi~ policy, C Columbia Foruin D , Yearbook 4 , U.S. Governmcnt Printing Office, Washingeslatc 1969, pp. 5-13. ton, 1967, 100 pp. maggio 1973 pluralità irrelativa di stati sovrani; così come ne è prova, in un altro saggio pure apparso in questo volume, J. P. HARROY(Centraliser les responsabilités, pp. 105-123), il quale afferma che «l'avvenire delle nostre risorse naturali e del nostro ambiente di vita, preoccupazione attuale dei giovani che avranno nel 2090 l'età che abbiamo oggi noi, dipende essenzialmente dall'energia coerente con cui i nostri dirigenti, e cioè anzitutto i nostri legislatori e il nostro potere esecutivo - rappresentato da ciascuno dei nostri ministeri e dalla somma integrata di tutti questi - avranno voluto dare al problema, con la collaborazione di tutti i cittadini e con l'aiuto dei paesi vicini, una soluzione nazionale globale ,t (l'autore è belga, e ritiene dunque che lo spazio del suo paese sia adeguato a impostare una soluzione autonoma di tali gravi problemi). Lo stesso « medice cura te ipsum » si può rivolgere, al Bcrnard (e agli altri), per queste sue affermazioni: « L'autoregolazione politica interviene normalmente solo quando l'autoregolazione non politica è carente. Così la difesa della biosfera divcnta un fcnomeno politico solo quando l'atmosfera e gli oceani - per limitarsi a questi sono incapaci di ristabilire con i loro mezzi le condizioni di purezza iniziali, quando sono vittima di una agressione proveniente da ambienti umani. I1 che prova che non è meno necessario studiare i fenomeni di autoregolazione politica di quanto non sia necessario studiare gli altri. Ora si deve constatare in proposito che ci troviamo di fronte a una carenza quasi incomprensibile. L'analisi delle possibilità autoregolatrici dei sisterni politici è appena iniziata [...]: la politica è il centro di integrazione di tutti i problemi non politici; la scienza politica è dunque la sola disciplina che consenta di comprendere come una socictà risolva i propri problemi e ciò chc le accade quando li risolve rnale o non li risolve affatto. Per fare un esempio, il problema di sapere se sarà possibile salvare le balene in via di estinzione non può esser risolto che sulla base di un modello politico. I1 problema, se non il modello, è dello stesso tipo quando si sostituiscono le balene con gli uomini, e la condizione di estinzione della specie con una condizione di saturazione dell'ambiente n. Sono parole molto belle. Ma siamo sicuri che il Bernard saprebbe trarne le conseguenze che ne hanno tratte. ad esempio, gli editori dell'« Ecologist », e in più quelle sovrannazionali e istitu~ionali,che anche a questi autori sono interamcnte sfuggite? Science atld Survival, New York, B. COMMONER, Ballantine, 1970, 177 pp. (tr. fr.: Quelle terre laisserons-nous à nos enfants? Paris, Ed. du Seuil, 1969, 206 pp.); dello stesso: Tlqe Closing Circle. Confronting Environit~ental Crisis, London, Cape, 1972, 336 pp. (3); Eco-Cutastrophe, by Editors o € « Ramparts », Canfield Press, San Francisco, 1970, pp. 13, 158. L'ultimo di questi tre volumi è costituito da una serie di articoli di autori di estrema sinistra apparsi nclla rivista californiana « Ramparts n. La loro tesi di fondo, che la crisi ecologica è in realtà una crisi politica, una crisi del nostro « sistema 2, è da noi condivisa, nel senso che l'esplosione della popolazione umana, e quella dell'inquinamento pro-capite (cioè del benessere) richiedono un sistcma economico-sociale che si orienti sulla stagnazione e anzi sul regresso, in particolare della popolazione (e non sullo sviluppo come condizione stessa della sua sopravvivcnza) e quindi su una forte riduzione della proprictà privata e della libertà individuale. I1 male ii chc tali concetti noi1 sbalugginano nemmeno all'occhio opaco degli autori, feroci come mastini verso tutto ciò che esiste, ma incapaci di definire, nemmeno vagamente, con che cosa esso dovrebbe esser sostituito (valgono, contro questo tipo di contestazione assolutamente cieca C irrazionale, le giuste critichc del Vacca). La prima e la seconda opera - scritte, come sono, da un biologo di valore - appaiono assai (3) Successivamente I ' o ~ e r a del C. è stata ti-adotta anche in italiano, col titolo I l Cerchio da chiudere, Milano, Garzanti, 1972. 308 pp. (e in francese: L'enccrclenzent, Paris, Ed. du Seuil, 1972, 300 pp.). COMLINI D'EUROPA maggio 1973 più responsabili, e soprattutto la terza, che difende esplicitaniente la stessa tesi; m a sono altrettanto incapaci quanto la prima di formulare proposte precise, in particolare su due tem i che pur, i n una prospettiva di fratellanza universale come quella che è propria di tutti questi autori, dovrebbero essere al centro della loro attenzione: necessità di u n governo mondiale, esigenza di u n rimedio radicale all'esplosione della popolazione (quest'ultima frettolosamente archiviata come un'invenzione dei ricchi): u n atteggiamento, questo, che può piacer all'estrema sinistra(4), m a che non regge alla critica (5). 11 Commoner, ripetiamolo, ha indubbiamente ragione quando a f f e r m a , nella conclusione dell'ultima delle sue opere, che « il mondo va al rischio del disatro ecologico, spinto non da u n singolo errore, evitabile con qualche abile ritrovato, m a dall'insieme delle potenti forze economiche, politiche e sociali che costituiscono la marcia della storia. Chiunque si propone di porre rimedio alla crisi dell'ambiente si propone pertanto di cambiare il corso della storia ». Come?, si domanda egli stesso, e ci domandiamo noi con lui. Sottolineiamo ad ogni modo, sempre i n questa ultima opera, l'affermazione dell'autore - ripresa anche nella conclusione di Science and Surviva1 - che il problema dell'inquinamento è u n problema essenzialmente politico, e perciò morale (proprio per questo esso richiede il radicale superamento di u n sistema che ai valori non materiali tributa solo u n omaggio verbale, e per il resto sfrutta cinicamente anche il problem a dell'inquinamento come mezzo per ottenere più potere e più vantaggi). K Di fronte a questioni come quelle delle industrie nucleari, gli scienziati possono ccrto valutare vantaggi e rischi; ma nessun principio può guidare la scelta fra u n certo numero di kxvfore di energia elettrica o u n certo numero di casi di cancro alla tiroide, o fra u n certo numero di staia di grano o u n certo numero di casi di metemoglobina infantile. Questi sono giudizi di valore, che n o n si fondano su u n principio scientifico m a hanno carattere morale, e i n una democrazia devono essere decisi non dagli 'esperti' , m a dal popolo e dai suoi rappresentanti » (The Closing Circle, pp. 197-8). E il C. è senza dubbio felicissimo nel porre i n rilievo, concludendo, il valore insostituibile dell'informazione dell'opinione pubblica, e del doverc fondamentale che incombe in proposito agli scicnziati. (Ma i paesi senza libertà d'opinione C di stampa? Una parolina ci sarebbe voluta!...) CONSIGLIO D'EUROPA, Le r62e des pouvoirs 1ocau.x en matière de sauvegarde de la nature et de l'environnetnent e Les aspects de la conservation des sols dans les différentes régions cli~natiqueset pédologiques de 1'Europe. Sono le due ultime brochures della serie K Sauvegarde de la Nature P, edite a Strasburgo (1971, rispettivamente a cura di J . B. VILMORIN 80 pp.) e F. FOURNIER (1972, 206 pp.). D'EUROPA (Strasburgo), CONSIGLIO aux - Nature ». « Europe Today D, Environmental Problems, Political Issues, Newspapers, A study of the opinions of T o p European Rusinessmen and Politicians Listed in the Znternational Who's Who, gennaio 1972, Prepared b y Research Services Ltd. Cambridge Nouse, 20-24 Broadwick Street, London. L'opera, che espone i n modo analitico e attraverso numerose tavole i risultati di u n sondaggio d'opinione svolto i n Europa tra u n migliaio di uomini politici, intorno ai problemi dell'inquinamento, è importante per noi per la parte relativa alla domanda se tali problemi possano o debbano essere oggetto di regolamentazione internazionale. La maggior parte degli interrogati risponde negativamentc: e la cosa non deve sorprendere, se neppure gli specialisti e coloro che si sono più profondamente plongés nel problema, e ne hanno visto tutta la gravità e complessità riescono a rendersi conto della necessità primordiale di una disciplina europea e mondiale della complessa materia, e tanto meno riescono a vedere chiaramente quali siano le strutture istituzionali indispensabili perché tale disciplina sia qualcosa di effettivo, e non u n mero nome. « P. T . FLAWN,Environmental Geology, Conservation, Land-Use Planning, and Resource Management, New Y o r k , Harper and Row, 1970, pp. XIX, 313. I1 contributo specifico di quest'opera al nostro tema - e senza dubbio il contributo più importante e rispetto al quale l'autore rivela una competenza scientifica profonda, documentata anche dalla scelta bibliografica che accornpagna ogni capitolo - è la presentazione di u n ulteriore aspetto di tale tema ( e quindi un'ulteriore documentazione della sua conlplcssità): quanta parte cioè abbia una non supcrficiale conoscenza dei problemi geologici - oggi troppo spesso trascurati dai pianificatori, dagli esperti, dalle amministrazioni pubbliche, dai politici - ai fini di un'adeguata conservazione dell'ambiente e di una razionalc sistemazione dcl territorio ( p . 214 sgg.). U n elemento i n più che rende sempre più complicati i problemi, C difficili le soluzioni relative, specic i n u n niondo che cambia continuamente e continuamente si accrcsce. E questo è appunto il secondo contributo più generico e ricevuto, se si vuole, m a non meno importante - di quest'opera per noi. I1 lungo capitolo 5 (dal titolo significativo Man ar a Geologica2 Agent: The Geologica2 Consequences of Indtrstrialization, pp. 116-180), titolo che riprende, nella sua prima partc, quello di una opera di R. L. Sherlock apparsa nel 1922 (London, H . F . and G. Witherby, 372 pp.) è un'altra delle infinite variazioni - e non delle mcno importanti, anche perché condotta da u n punto diverso, quello appunto del geologo - su l'uomo come devastatore sempre più spaventoso dclla geologia, oltre che dell'eco-sistema: a u n sempre maggior numero di abitanti del globo corrisponde u n semprc maggior quantitativo di energia disponibile a testa ( C , di fronte ai problemi semprc più inestricabili e urgcnti di sopravvivenza e di spazio che ciò pone, una sensibilità scmpre minore alle questioni « superflue r cd « estetizzanti » della conservazione della natura e dell'ambiente). La conscguenza logica non può esser se non la moltiplicazione degli e f f c t t i distruttivi, anche sc l'ottimismo americano ( e la scarsa sensibilità ecologica) impediscono all'autore di rendcrsi conto dei disastri gigantcschi. C imminenti, che tutto ciò dovrà immancabilmente produrre, se non si attua una radicalc inversione di tendenza: senza la quale anche la scienza geologica, quand'anche più razionalmcnte C integralmente applicata e ascoltata di quant o non lo sia oggi, sarà impotente a darci u n quadro di vita C u n habitat acccttabile. Can Britain Survive? a cura di E. Goldsmith, Londra, T o m Stacey, 1971, 260 pp., scritto dalla stessa équipe di A Blueprint for Sirrvival, si colloca, come questo saggio, fra le opere fondamentali, che esamineremo trattando dei K limiti allo sviluppo », nel seguito di questa bibliografia. World ( L o stesso dicasi per J . W . FORRESTER, D.ynarnics, Cambridge, Mass., Wright Allen Press, 1971, pp. XIII, 142). ...MILIONI Faits Nouve- E' u n bollettino mensile che contiene, oltre a interessanti notizie, anche uno dei più ricchi repertori bibliografici che conosciamo: assai utile, pertanto, a completare ed aggiornare il nostro. S u quella che gli Inglesi chiamano K quality o f living », è interessante consultare anche il numero specialc dell'estate del 1967 di « Daedalus ( a Towards t h e Year 2000 ») e dell'autunno 1968 ( N The Conscience o f thc City ») nonché dell'estate 1969 ( « The Future o f thc Humanities D); mentre un'importante rassegna bibliografica di opere inglesi è contenuta nell'opuscolo Pollzrtion and Environment: a Book Exhibition Arranged by T h e British Coi~ncil, Westerham, Westerham Press, 1972, 20 pp. , ) (4) Si veda infatti la recensione del Cerchio da chiudere - tutta favorevole e centrata su questo punto di Paese Sera >> del 23 marzo 1973 a d opera di V.. S a n q o n ~ ~ ( 5 ) Si veda tale critica iormulata nel modo più efficace nel Corriere della Sera D del 2 giugno 1973 (p. 11) da A. Todisco, e che deve aggiungersi alle nostre (<C Comuni d'Europa », nove~nbre 1972, pp. 8-9). E SE NE VINCONO TANTI CON IL 7 - 12 COMUNI D'EUROPA maggio 1973 L. HARTLEY, S o m e Internatiorla1 Implications of Environmental Challenges, « The Atlantic Community Quarterly », estate 1970, pp. 234241. Anche se in forma ingenua e funzionalistica, l'autore è uno di quelli che vedono più chiaramente - di fronte alla triplice minaccia dell'inquinamento dell'aria, dell'inquinamento degli oceani e dell'esplosione demografica - la necessità di un'autorità mondiale che dovrà necessariamente disporre « di adeguati mezzi di pressione sui governi che non si uniformassero alle sue disposizioni, quali l'imposizione di restrizioni economiche » (p. 244). Dov'è finita la lezione di Hamilton che non è possibile governo su stati, ma solo su individui? tion fiir Umiveltschutz und Landespflege (che è Belastete Lanrlschaft - Gefahrrlete Umulelt, a interamente dedicata alla bibliografia ragionata cura di GERHARD OLSCHDWY, WILHELMGOLDsull'argomento), il britannico « The ~ c o 6 ~ iD,s t I L I ~ N VERLAG, N Monaco, 1971, 346 pp.; che ha pubblicato nel gennaio 1972 il saggio The Environnzental future (atti), a cura di - secondo noi d'importanza capitale - A BlueN. POLUNIN, McMillan, Londra, 1972, 660 pp.; print f o r Survival, che esamineremo successivaM. PAVAN, Que voulons-nous en faire d e notre mente. planète? Roma, Ministero delllAgricoltura, 1969, CHR. SCHNEIDER, Nat~crschiitzer dringcn a u f eine 30 PP. Akaclemie, « Suddeutschc Zeitung n, 12 magPresident's Science Advisory Committee, Restogio 1972, p. 19. rirzg the qualitv o f our environment (Report of the Environmental Pollution Panel), 1965, Vi si prospetta l'istituzione di unlAccademia bavarese per la protezione della natura: il che 317 pp.; ci fa pensare, per analogia, al ben altro valore Politics, policy and natura1 resources, a cura di e peso, anche politico, che avrebbe un'analoga DBNNISL. THOMSON, The Free Press, New Accademia federale europca, c al contributo York 1972, 452 pp.; essenziale che ai suoi studi l'università europea T h e neux battle o f Britain, a cura di H. F. WXLpotrebbe dare. M. H. JULIEN,L'hornnze et la nature, Paris, LIS, Charles Knight & Co., Ltd., Londra, 1972, Hachette, 1965, 127 pp. A. TODISCO, Bilancio di Stoccolma, « I1 Corrierc 169 pp. Opera a carattere divulgativo, di facile lettura, della Sera n, 20 giugno 1972. ma di non grande valorc. Una delle conferme più perentorie delle nostre 2. - CACCIA tesi: « Gli Stati nazionali si sono confermati, L'ingénieur et la sauvegarde de la natrtre, Atlièalla conferenza dell'ONU di Stoccolma sull'econes, Chambres techniques de Grèce, 1969 (atti), Ambienti del Friuli-Venezia Gittlia minacciati logia, portatori dei 'sacri egoismi '» e quindi pp. XVI, 167. d i distruzione, quaderno della rivista « Rassegna incapaci a rispondere ai veri problemi D: C Sono da segnalare soprattutto, in questi atti, Europea ), di Udine, diretta da G. Comessatti, cioè ad elevarsi a K una visione globale del il lungo saggio di PR.JORDANIDES, Le bruit, facteict1971, 16 pp. (si veda in questo quaderno, un mondo e dei suoi equilibri n. de pollution et fléau de la société contemporaine contributo di L. Masutti); (pp. 21-71), studio di caratterc tecnico-scientifico B. VERSINO, Les pesticides: ri11 problème pour le l'intervento su questo tema del sen. Terracini particolarmente completo e ricco di dati biblionzo~lde actuel, « Euro-Spectra », marzo 1971, nel numero del settembre 1970 della rivista grafici; come pure quello di M. J. BOUQUIAUX, pp. 2-10. « Ulisse ., con l'articolo I guastatori della naLa pollution atmosphérique pal- Ies combustibles. tura; Illustra con rigorc scientifico i rischi gravisSa prévention. Sa surveillance (pp. 73-94): più simi connessi con la diffusione dei pesticidi, e l'articolo I cacciatori e la natura nel K Corriere breve ma non meno notevole. i mezzi attraverso i quali si pcnsa di p ~ t e r l i della Sera » del 19 novembre 1972, pagina 9. Fra le rivistc specializzatc è da ricordare in sostituire, in particolare ricorrendo a metodi di mutazione genetica degli insetti. n-iodo particolare, ollre alla tedesca Dokunienta- 3. - ACQUA, ARIA, RUMORE a ) Le acque marine e l'o~ceanografia I1 problema del mare, quale si pone all'attenzione dei politici, e specie in una previsione di unificazione federale delllEuropa e in una « prospettiva XXI secolo » - Horizo11 2000, come direbbero i francesi - non comprende soltanto la lotta all'inquinamento (e alle cause prime di questo), ché anzi questo capitolo è rclativarncnte secondario, rispetto a tutto il complesso della « politica dei mari che la scienza demografica suggerisce e consiglia: disciplina dei traffici, sfruttamento alimentare delle acque marine, organizzazioni internazionali dcllo sfruttamento del fondo degli oceani, e sua regolamentazione giuridica, sono tutti aspetti della questione almeno attualmente importante, e che la rendono così complessa, da consigliare di concludere qui questa serie della nostra bibliografia, per riprendere poi autonomamente e più ampiamente il tema - come ci proponiamo di fare in un prossimo avvenire -, sotto il titolo Oceanografia e politica del mare, problema europeo. Facciamo solo eccezione per il volume dcl Despax, in considerazione dell'importante spunto politico che esso ci offre. M. DTSPAX, La polli~tion des eauz des mers et ses 1."-oblè~nes juridiqtres, Paris, Librairics Techniqucs, 1968, pp. IV, 219. « I1 nostro temperamento nazionale è così fatto - dice l'autore nella conclusione (p. 203) che le " cose comuni ", come l'acqua, sono considerate meno come proprietà di tutti, che come « C'est ce que j'appelle un dégustateur! Il reconnait le cru, le millesime... et m6me le pesticide! quella di nessuno n. ( « Ecco quello che io chiamo u n assaggiatore! Riconosce il vigneto, l'annata ... e anche il pesiicida! a ) Ciò deriva, secondo noi, dal fatto che la comunità nazionale ha perso gran parte della sua Ovcre che non abbiamo potuto consultare: G. EHRENSVARU, Eclissi sul nzondo? Franco An« credibilità D, della sua presa, e che il senso dcl geli, 1973, 91 pp.; bene comune può esser ricostituito solo a un Battle for the Eilvironment, di TONYAI,DOLTS. Hoiv i o be a survivor, di P. R. EHRLICH e livello superiorc. Fontana/Collins, London 1972, 288 pp.; Per il Dcspax, invece basterà la «Carta delR. L. H ~ R R I M ABallantine, N, Londra, 2;' ed., l'acqua o dcl Consiglio d'Europa, che « segna R. ARDREG, The Territorial Imperative, New York, 1972, 176 pp.; una data C una tappa importante sulla via Atheneum Publishcrs, 1966, 390 pp; E. GERELLI,La difesa della ncitlcra: problemi d'un possible redressernent (p. 204). Lcs pot-tes de I'avenir, di PIERRECACHAN. Horieconomico-finanziari, Milano, ILSES, marzo lJna buona bibliografia - peraltro strettamente 1970; zons dc France, Paris, 1972, 216 pp.; limitata a scritti di lingua franccse - concludc The rliseconomics o f growth, di H . V. HDDSON, l'opera. N. CALDER, T h e Environment Game, Secker and Ballantine, Londra, 1972, 239 pp.; Warburg, 1967 (e Panther, 1969; pubblicata Unzschl~rngen v o n Abwa.sseriz, G. A. HENNIXG, anche in America con il titolo Eden was N o Managing the Eriviron~t~ent:Iriternational EcoDie Zcit n, 12 maggio 1972, p. 62. Garden, Holt, Rinchai-t and Winston, New nomic Co-opevatiorz f o r Pollciiion Cotiirol, a C L'Octsee sta diventando un mare inorto? » York, 1967); cura di Ai.1.e~V. KNI;I:SEe altri, Pracgcr, 1971, si chiede l'autorc nel sottotitolo: r infatti i Conservatiori / o r >~crvival,di K . CIJRRY-LIKDAII~.,384 pp.; coiitinui riliuti organici che vi vcngono irn~iiessi Gollancz, London 1972, 335 pp.; H. H. Lnsusecnc, L. L. FISCHM~N, and J. L. Frconsumano, dccomponendosi, sempre più ossiscrree, Resources iiz America's Firtttre, a cura geno, tanto che non solo i pesci, ma ailchc L'ahontlance tlivnstatrice, di Sir FRANKFRASEK della società « Resources for the Future D, Thc iiiolti degli stessi batteri chc oggi provvidenDARKTNG, Fayard, Paris 1971, 112 pp.; Johns Hopkins Press, 1963, 1017 pp.; zialmcnte adempiono quella funzione non poPlanet in peril? di R. F. DASMAN. Penguin Books, S. MIKES,Gli ullinli giortii dell'ctmanità! Einaudi tranno più vivcrvi. E' una prefigurazione della Harmondswortli, 1972, 135 pp.; 1972, 301 pp.; sorte di tutti i mari? <( maggio 1973 COMUNI D'EUROPA 13 b) Le acque dolci K causerie » sui problemi dell'acqua e sui suoi correnza vorrebbero che questa autorità fosse diversi aspetti, che non uno studio realmente comune: e non è qui da ripetere ancora una Facciamo eccezione all'ordine alfabetico che di scicntifico. volta la dimostrazionc, che abbiamo dato lii-i regola seguiamo per porre in primo piano le dal 1950, che il Patto che una tale agenzia funCitiamo almeno qualche passo dalle pagine quattro operc che seguono le quali ci consciizioni o possa funzionarc cntro un sistcma fedcconclusivc: tono, per dir così, di concludere - anchc in rale già csistente (conle gli Stati Uniti) 11011 « Vi sono nclla superficie dcl globo un inirelazionc ai problcmi dell'acqua - un gruppo di liardo C inczzo di km/cubi d'acqua e al n-iassi- consente di inferire che essa possa altrettanto considerazioni chc finora abbiamo svolto, c di bcnc funzionarc anche in un contesto di Stati n10 1 miliardo C 200 milioni di km/cubi di aprirne uno nuovo e diverso, chc sviluppcreino sovrani come sono ancora quelli curopci (6). acqua marina. La den-iografia galoppantc di cui nelle parti successive di questa bibliografia. Nclla prefazionc all'edizione Prancese H. LEVYsoflrc il nostro piancta porterà presto la popoLAMBEKT ricorre all'affermazione di R. COLES lazione mondiale a 6 miliardi di abitanti ncl Watev Develop~nent in Less Developed Aveas ( L a pollution des eaux, Paris P.U.F., 1962, coll. 2000: sarà dunque impossibilc alimentarla in (atti), Berlin, Dunker und Humblot, 1965, <( Que sais-je? r ) che K la spesa annuale in Franacqua dolce se non usando l'acqua del mare 203 pp.; cia per la depurazione integrclle di tutte le acquc demineralizzata ... urbane e industriali sarebbc di circa 550 milioni Infatti gli esperti ritengono che non si possa Planning Watev Resollrce Developinent, s.l., N.U., di franchi durante 40 anni n; C, dopo aver agdisporrc di più di 20 mila kn-i/cubi di acqua Economic Commission for Asia and the Far giunto varic altre cifre astronomiche, commenta all'anno per l'insien-ie del pianeta. Già oggi gli East, 1968, pp. VI, 135; saggiamente che anchc un simile sforzo « nc SUIStati Uniti consumano circa 1.200 metri cubi pcr firait pas à rendre à nos rivières la purcti. abitante per anno: a questa percentuale, i irand'antan >, (pp. XI-XII). Bundesanstalt fur Gewasserkunde, A u s w i r k ~ ~ n g e ~ lcesi avrebbero bisogno di 60 miliardi di mc. dev Einleitung von Wavrnwassev auf riie GeDi qui la seconda riflessione, e altrettanto in-iall'anno, cioè del terzo dell'acqua che scorre tvassev, Koblenz, 28 aprile 1969, 59 pp. portante: e cioè che l'organizzazione, curopea nei nostri fiumi. A queste percentuali, il pianeta e inteinazionale, delle soluzioni non basta; e che non potrebbe sopportare una popolazione di più di 20 miliardi di abitanti, cifra che ci minaccia occorrerà altresì, c altrettanto urgentemente, Lotta contro l'inquinuii~eizto delle acque: rassedi qui a un secolo. Gli abitanti della terra saun cambiamento del sistema (quello che io chiagna della legislazione intevnazionale (traduzioranno morti di fame prima di essere così numo « il passaggio dalla filosofia dello sviluppo ne di analoga opera della Organizzazione Monmerosi: è gran tempo di pensarvi e di provalla filosofia della stagnazionc C del regresso, diale di Sanità, seguita da una Raccolta dei nella popolazione, quindi nella produzione, quintesti legislativi italiani), a cura di A. BAKFI, vedere >,.(pp. 214-215). nell'inquinamento n: senza di che l'eco-catastrofe L. BONOMO e altri, Milano, Tamburini, 1969, non sarà evitabile). A. V. KNEESE, Economie et gestion de la qualité pp. XII, 339. des eaux, Paris, Dunod, 1967, pp. XXV, 267. Anche studi di caratterc tecnico come i primi Lutte contre la pollution des eaux. Recherches due danno da pensare all'enorme massa di attiL'autore - direttore del programma ameriactuelles (Collection de llA.N.R.T.), Paris, Ed. vità, di opere di costruzione che saranno neccscano « Resources for the Future Inc. » - studia Eyrolles et Gauthiers-Villars, 1970, 182 pp. carie nei paesi sottosviluppati per dare a questi con molta ricchezza di dati e completezza di un livello di vita decente; alla quantità notevole, I1 carattere tecnico di questi studi - condotti problematica gli aspetti tanto economici come dunque, di K distruzione della natura » (riduzione da chimici specializzati di profonda competenpolitici della « gestione delle acque » e gli obietdi spazi verdi, esaurimento di risorse idrichc tivi che la collettività deve proporsi per realizza - non li rende direttamente utilizzabili per ecc.) che sarà neccssaria; al rischio che questo la nostra indagine; ma essi sono importanti zarc l'uso optirnurn dcll'acqua e la compatibilità costituisca un lavoro di Sisifo se, col crescere esigenzc. delle diverse ugualmente per mettere in luce le difficoltà di tali opere, continuerà a crescere al ritmo tecniche del problema, e quindi l'esigenza di Condizione, afferma il Kneese, di tutto questo attuale anche la popolazione di quei pacsi: creforti poteri, nazionali e sovranazionali, nel camscita che, senza un'adeguata politica demografi- è l'esistenza di un'« Agenzia » - come la chiamano gli americani - specificamente incaricata po del controllo dell'inquinamcnto. I1 primo sagca, verrà appunto, in tal modo, stimolata e facidi promuovere norrne adeguate e fornita dei gio, ad esempio ( E t u d e des possibilités de biodélitata. E sono dunque studi che segnano il punto di passaggio fra la prima sczione del poteri per assicurarne il rispetto. gvadation d'un effluerlt de fabvication d'isoprène), nostro studio, che con questa parte si conclude, 11 che ci induce ad osservare, anzitutto, chc dovuto a R. C..IBRIDENCE, M.MEN. LEICKEe J. RAUX relativa alla lotta contro l'inquinamento (e ai l'unità dello spazio europeo - non più grande suoi aspctti europei e mondiali), e la seconda, di quello statunitense -, il carattere comune (6) Si veda il mio scritto, apparso nella rivista a Comche risale, analogamente, agli aspetti internaziomon Cause ,, di Chicago del 1950. dei problemi, i rischi delle distorsioni dclla connali in genere, e contincntali in specie, della lotta alle cause stesse di tali minacce all'ambicnte, e anzitutto alla causa prima ed esscnziale, l'esplosione demografica. H. P. Michael, che h a scritto la relazione generale del primo volume, dice che tre sono lc condizioni istituzionali essenziali pcr una seria politica dell'acqua: 1) « a strong water depariment or statutory body »; 2) « a n Advisory Counci1 on Water Affairs ,); 3) adeguate norme giuriIstituto di credito di diritto pubblico diche. Sono suggerimenti validi anche per gli organi Fondato nel 1539 sovrannazionali, europei e mondiali, di cui noi auspicl-iiamo la creazione: e in particolare l'ultiFondi patrimoniali e riserve: L. 99.754.952.734 mo, che va integrato con quanto scrive, nella prefazione dell'ultima opera, E. de Fraia FranDIREZIONE GENERALE NAPOLI gipane: e cioè che occorrono disposizioni « razionalmente coordinate in testo unico » e, aggiungiamo noi, con chiara indicazione delle compctenze ai diversi livelli amministrativi: chc è la tesi anche della relazione generale (p. 3 sgg.). Tutta le operaziorzi ed i servizi di banca scritta con particolare riferimento allo studio Water Pollution Control: Nadi E. R. MALAKOFF, tional Legislation and Policy, A Comparative StuCREDITO AGRARIO - CREDITO FOI\IDIARIO dy, Roma, 1966 (opera che non siamo riusciti CREDITO INDUSTRIALE E ALL'ARTIGIANATO a procurarci). MONTE DI CREDITO SU PEGNO Se le tre opere sopra comrnentatc richiamano la nostra attenzione soprattutto sulla necessita di un arresto della crescita della popolazionc 498 FILIALI I N ITALIA mondiale, l'altra, che ancora ci resta da esaminare - quella in lingua tedcsca -, ci fa invece riflettere sugli argomenti non meno presORGANIZZAZIONE ALL'ESTERO santi in favore dello « Zegeismo », C cioè sull'esigenza di arrestare, analogamente, anche la Filiali: Buenos Aires - New York crescita economica. Essa infatti, con argomenti di alto livello Rappresentanze: Bruxelles Buenos Aires Francoforte s / M scientifico dà un quadro conlpleto - corrcdato Londra - New York - Parigi - Zurigo anche d a ricca letteratura tecnica - dei molteplici danni e turbamenti, all'ccosistema come alBanca affiliata l'economia, causati dal riccaldamcnto delle acque ad opera dellc industrie. Banco di Napoli (Ethiopia) Share Co. - Asmara BANCO DI NAPOLI - l I I - R. FURON, Le problèrne de l'eau dans le tnonde, Paris, Payot, 1953, 251 pp. Per quanto pubblicato nella collezione Bibliothèque Scientifique D l'opera - co'me molte di autori francesi - è piuttosto una interessante - Ufficio cambio permanente a bordo T/N Corrispondenti in tutto il mondo Raffaello n COMUNI D'EUROPA (pp. 13-38), si conclude osservando che le possibilità di realizzare, almcno parzialinentc, dci risultati positivi nel ridurre la daniiosità di tali cffluenti è largamente condizionata dal iatto chc n prima di costruire stabilincnte si svolgano studi a livello semi-industriale, in stabiliinenti pilota, si da potcr sccglierc il modo di trattamento chc consenta di otlcnere i migliori risultati D. Chi imporrà, al livello intcrnazionalc, le precauzioni e i vincoli rclativi, quando ì' certo che essi sono lesivi dclla concorrenza? E chi finanzicrà studi adeguati, i l cui costo è elevatissimo, stante il numcro stcrrninato di industrie, e quindi di possibili inquinamenti, comc rileva un altro saggio di qucsto volume, dovuto a H. RUFFER,Der Stund der Reitzig~~izgdes Abivassers dev cheinischen Iizrlustvie iiz dev Bzrizdesrepilblik Deutschland (pp. 46-61)? R. L. NACE,L'eau et I'hotizme: apercu molidial, Paris, UNESCO, 1969, 50 pp. Illustra gli scopi - prevalentemente di ricerca e di educazione - del a decennio idrologico mondiale bandito dalle Nazioni Unitc. L'autore riconosce l'esigenza di una cooperazione internazionale, ma non sa definirne i termini, né sembra rendersi conto che qualsiasi siorzo nel senso di risolvere i problemi dell'acqua è destinato ad esser vano, se l'esplosione della popolazione continuerà, e specie se ad essa si accompagnerà un aumento del livello di vita ( e quindi dei consumi, anche idrici, e degli inquinamenti, anche delle acque). Watev-Resouvce Developllzet~t. The O. ECKSTEIN, Economies of Pvoject Evolution, Cambridge (Mass.), Harvard University Press, 1965, pagine XIII, 300. La scarsità delle acque rcnde sempre più importante e capitale lo studio del loro ottimo impiego: e perciò rende sempre più necessari preliminari studi economici e scientifici, e non propagandistici - insiste con ragione l'autore prima che decisioni politiche in ordine ai progetti sul tappeto, e ai relativi investimenti, vengano prese. Tutto ciò è indubbiarncnte serio e valido: ma se non si elimina la causa prima che rende sempre maggiore la richicsta di acqua (e quindi sempre più grande la sua scarsità), tutti questi accorgimenti, senza dubbio capitali a medio termine, e indeiinitamente validi anche per l'avvenire, non potranno servirc a invertire la tendenza all'eco-catastrofe, ma solo ritardarla, e non costituiranno in definitiva se non dei semplici palliativi. H. PRESS,Wasse~uirtschaft,Wassevbau und Wasserreclzt, Dusseldorf, Werner, 1966, pp. VI, 263. Proprio da un libro esclusivamente tecnico, e pieno solo di dati scientifici e di formule matematiche, ci vengono, dalla unica paginetta dcdicata ai problcirii internazionali (p. 245: Wassevvecht) i suggerimenti essenziali in materia. L'aumento della popolazione e quello delle esigenze di essa - dice il Press - nonché il costante sviluppo industriale hanno fatto crescere enormemente il consumo d'acqua, sì che questa non è più sufficiente, cd è sempre più inquinata; e poiché i fattori che sono causa di tutto ciò non si arrestano ai confini statali, così ad essi, pcr necessaria conseguenza, non possono arrcstarsi le disposizioni in diiesa dell'acqua, prese da questo o quello Stato. Donde la necessità di una disciplina internazionale effettiva, di cui sono solo un sostituto inadeguato gli accordi e le convenzioni bi- o multilaterali, C insomma gli strumenti classici del diritto internazionale. Wasses: bedvohtes Lebenselenzent, hrsg. von K. A. WALTHER und B. H. DIETERICH, Zurich, Montana, 1964, 294 pp. maggio 1973 Da ricordare a titolo di curiosità - come il ns. ha cura di annotare - che già nel 1661, in Inghilterra, John Evelyn aveva pubblicato un apposito pamphlet intitolato Fztnzifugi~inz, per lamentare gli inconvcnienti, che già allora si facevano sentire, dell'inquinamento atmosferico. sclzutz als wirtschaftspolitisches Problem (paginc 264-267), giacché ci consentono di studiare il nostro préalable istituzionale. Proprio perché il problema delle acque è un problema politico, che richiede scelte implicanti sacrifici C costi per l'economia e influenze diverse sul piano sociale e umano; e proprio perchC il problema, oltrc che politico, è un problema di grandi spazi, proprio per questo è necessaria un'autorità politica al livello di tali spazi, e cioè, anzitutto, uno Stato federale europeo. Opere che non abbiamo potuto csaminare: Aiv Conservation: Report of tlze Conservatioli Commission, Americaiz Association for the Advancenzent o f Scieizce, Washington, 1965, 335 pp.; R. ZWINTZ,Zzlm Pvoblem der okononzisch relevaizten a~lssermuvktmassigenBezielzilrigen. Die Geivussrrvevunveinigung in dev Bitndesrepublik Deutschlaizd urid ihre okonomische Auswirkungen, Munchen, Oldenbourg, 1970, 191 pp. In un'opera di alto livello scientifico, e che meriterebbe un'attenzione ben più ampia di quella che possiamo dedicarle, l'autore, dopo avere criticamente studiato le dottrine economiche delle relazioni extra-mercato e i problemi dell'inquinamento in Germania, conclude illustrando in modo particolarmente perspicuo col Galbraith, col Robinson e col Kroll(7) - i rischi chc il costante e sempre più rapido sviluppo economico ha creato, trasformando i beni naturali in beni scarsi e preziosi (ma rivelandosi incapace di indicare una soluzione al grave problcma). Odoccrs and aiv pollution: a bibliography ivitlz abstracts, a cura dell'Air Pollution Technical Information Center, US Environmental Protection Agency, Research Triangle Park 1972, 257 pp.; Q ~ i e sais-je? La pollutioiz atmosphévique, di Presses UniverPAULCHQVINe ANDRÉROUSSEL. sitaires de France, Paris, 2a ed., 1972, 128 pp.; Odour Poll~ition of Air: Causes and Control, di W. CUMMER,Leonard Hill, London 1971, 310 pp.; Colloque intevnatioizal « L'lzomme, l'air et l'eau », a cura di Technique & Documentation », Librairie Lavoisier, Paris 1972, vol. I , L'eau; volume 11, L'aiv; vol. 111, Le briiit. e ) Rumore C ) Acqua PR. JORDANIDES, il saggio sul rumore, nel volume greco citato sopra, L'ingénieilv et la saitvegavde de la nature. Opere che non abbiamo potuto consultare: Comrnittee on Water, National Acadeiny of Sciences - National Research Council, Altern a t i v e ~in watev nzanagenzent, 1966, 52 pp.; Gestion de l'eau. Aspects fondainentaux, O.C.D.E. Paris 1972, 547 pp.; R. POPKIN,Desalit~ation- Water for the Wovld's Frltilve, Praeger, New York, 1968; il primo volume di L'homtne, l'air et l'eau, che citiamo subito dopo, sotto N Aria » alla fine. d) Aria M. J. BOL~QUI.AUX, il saggio sull'inquinamento atmosferico da combustibili, nel vol. greco citato sopra, fre le opere generali - L'ingénieiir et la sauvegarde de la nature. D. KING-HELE, The Etzd of the Twentieth Century? London Macmillan, 1970, pp. 206. In un libro brillante, ma superficiale, le pagine forse divulgativamente più efficaci sono le otto o dieci dedicate, all'inizio del cap. 6, all'inquinamento atinosferico: nelle quali l'autore - rifaPesticides cendosi a un'opera di K. MELLANBY, and Pollution, Collins, New York, 1967, ma soprattutto ai Proceedings o f the Clean Air Conferetzce organizzata nel 1967 e pubblicati nel 1968 dalla National Society for Clean Air - dà un quadro sintetico, ma completo, dei pericoli che minacciano, e riducono progressivamente, l'aria pura. Lewis Herber, ricorda con ragione il nostro, ha dato un quadro impressionante dei rischi che ci attendono, nel suo Our Synthetic Environment (Cape, 1963): il nostro ambiente artificiale ci uccide, e a partire dal 1980 gli effetti accumulati da stress, monossido di carbonio, piombo, diossido di zolfo, radiazioni atomiche, pesticidi ecc. saranno le cause principali di decesso. Del resto, per chi sa vedere, ci sono già oggi indizi premonitori allarmanti, specie in provenienza dal paese - gli Stati Uniti - che ha l'ambiente appunto più « sintetico »: il cancro, che una volta era considerato una malattia senile, è oggi la causa di morte più frequente dei bimbi americani al di sopra di nove anni; mentre, nonostante gli enormi progressi della medicina nel trattamento delle malattie infettive negli ultimi cinquant'anni, la durata media della vita dell'americano bianco (maschio) che abbia raggiunto i quarant'anni si è accresciuta solo di un anno rispetto al 1920. Serie di studi che espongono in tutti i loro aspetti il problema delle acque dolci e della loro difesa, con particolare riguardo alla Svizzera. Di interesse spcciale per noi i due saggi - fra loro strettamente collegati - di R. KAPPELI, (7) Di quest'ultimo egli cita un saggio apparso nello Grossraumige Losungen z u m Sclzutz der Gea Schmollers Jahrbuch fiir Gesetzgehung D, 1966, pagina 282 sgg. ivasser (pp. 259-263) e di B. SCHRAMM, Gewasser- Opere che non abbiamo potuto consultare: A. BELL, Noise (Ginevra, Organizzazione Mondiale di Sanità, 1966); W. BURKS,Noise anrl Man, Murray, 1968; Final Report of the Comrnittee o n the Problem of Noise, H.M.S.O., 1963; L. F. YERGES,Souizd, Noise and Vibration Control, New York, Van Nostrand Reinhold, 1969, pp. XII, 203 (con bibliografia); il vol. I11 di L'hotnme, l'air e l'eau cit. or ora, sotto «Aria», alla fine. 1 COMUNI D'EUROPA Organo dell'A.1.C.C.E. l ANNO XXI - N. 5 - Maggio 1973 1 Direttore resp.: UMBERTO SERAFINI Redattore capo.: EDMONDO PAOLINI 1 E AMMINI- 6,784,556 DIREZIONE, REDAZIONE I STRAZIONE Piazza di Trevi, 86 - Roma - tel. 6.795.712 Indir. telegrafico: Comuneuropa - Roma Abbonamento annuo L. 2.000 - Abbonamento annuo estero L. 2.500 - Abbonamento annuo per Enti L. 5.000 - Una copia L. 250 (arretrata L. 500) - Abbonamento sostenitore L. 150.000 - Abbonamento benemerito L. 300.000. I versamenti debbono essere effettnati sul c/c postale n. 1133749 intestato a: « Comuni d'Europa, periodico mensile Piazza di Trevi, 86 - Roma >,(specificando la causale del versarnento), oppure a rnezzo assegno circolare - non trasferibile - intestato a Comuni d'Europa ». Aut. del Trib. di Roma n. 4696 dell'll-6-1955 Associato all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana TIPOGRAFICA C A S T A L D I - R O M A -1913 COMUNI D'EUROPA maggio 1973 15 I S V E I E R Iatituto per l o Sviluppo Eeonomieo del191taliii Meridiuiiale ENTE D I DIRITTO PUBBLICO CON SEDE IN NAPOLI Fondi Patrimoniali, di Riserva e Copertura Rischi L. 133.483.999.310 ASSEMBLEA ANNUALE PER L'APPROVAZIONE DEL BILANCIO 1972 L'assemblea dei Partecipanti al Fondo di dotazione dell'ISVEIMER - Istituto per lo Sviluppo Economico dell'Italia meridionale - riunitasi in Napoli sotto la presidenza del Cav. di Gr. Croce Dottor Alfonso Menna, ha approvato all'unanimità, la Relazione del Consiglio di Amministrazione, la Relazione del Collegio Sindacale, il Bilancio al 31 dicembre 1972 con il relativo Conto delle Spese e delle Rendite e la ripartizione dell'utile di esercizio. In rappresentanza del Governo è intervenuto S.E. Paolo Barbi Sottosegretario di Stato al Bilancio. Ampia è stata la partecipazione dei più autorevoli rappresentanti di Enti, di Istituti di Credito e delle Associazioni di Categoria. presente il ~ ~ t~~~i~ t . Giordano, Direttore Generale delllISVEIMER. L'andamento dell'economia industriale durante il 1972, così ha esordito il Presidente Menna, ha confermato che le difficoltà in cui si dibatte questo settore di attività, decisivo nel quadro delle componenti dello sviluppo economico, non hanno solo una origine congiunturale. Ma, come viene generalmente riconosciuto, Tivestono carattere strutturale e richiedono pertanto radicali modificazioni e ristrutturazioni. Questo stato di cose non poteva non avere riflessi particolari nel Mezzogiorno. E' evidente che, in una fase di caduta degli investimenti, questa manifesta con maggiore intensità nelle aree economiche più arretrate. E' in tale quadro che si devono collocare i risultati dell'attività dell'Isveimer nel 1972, per valutarne con senso realistico lPefficaciaed i limiti. E' stato il 1972 un anno di particolare significato, avendo segnato la conclusione del primo ventennio della vita dell'Isveimer iniziatasi con la Legge n. 298 dell'll aprile 1953. I1 ventenni0 trascorso ha fatto segnare un'ampia evoluzione nelle tesi politiche cui si è via via ispirato il legislatore: un motivo di fondo però ha sempre animato per il Sud, quello della complementarietà del progresso economico meridionaie verso ogni ulteriore progresso nelle altre aree del Paese, quello della necessità di superare i dualismi per conferire maggiore equilibrio e rapidità allo sviluppo della comunità nazionale. I dati consuntivi di maggiore significato si riferiscono ai primi diciannove anni dell'attività delllIsveimer, iniziata nel 1954 e possono offrire una adeguata misura della azione a tal fine dalllIstituto condotta sino al 1972. Nell'intero periodo sono stati concessi dalllIsveimer, al netto di revoche, rinunce e variazioni, 5.665 finanziamenti per L. 1.577 miliardi; gli investimenti comple~sivialla cui realizzazione si .è concorso ammontano a circa 2.830 miliardi; i nuovi posti di lavoro creati possono farsi ascendere a 230.000 Circa. Nell'anno 1972 il Consiglio di Amministraziane ha esaminato 431 domande per L. 336.468.769.000. 11 Consiglio di Amministrazione delllIsveimer, sempre nel 1972, ha espresso parere di accoglimento per n. 259 domande di finanziamento consentendo la concessione di finanziamenti Per oltre 268 miliardi di lire a fronte di un investimento complessivo di oltre 445 miliardi di lire con previsione di occupazione di 13.000 unità. Le obbligazioni in circolazione hanno ormai conseguito la cifra di L. 811 miliardi 150 milioni. I contratti per mutui industriali stipulati nel 1972 sono stati 256 per Lire 310.014.900.000. Le somministrazioni su mutui industriali effettuate nell'anno, sulla base degli stati di avanzamento presentati dalle ditte finanziate, sono ammontate a Lire 259.666.536.000, conseguendo in tal moun nuovo limite massimo Per questa fase di attività dell'Istituto. In favore di attività commerciali sono stati concessi 47 finanziamenti per oltre 815 milioni di lire e sono state approvate 8 sovvenzioni cambiarie per acquisto macchinario industriale pari ad un importo di 196.000.000 di lire. L'Istituto nel corso del 1972 ha condotto per conto della Cassa per il Mezzogiorno n. 725 istruttorie per domande di contributo industriale in conto capitale. I1 Presidente ha quindi sottoposto all'Assemblea il Bilancio con il relativo Conto delle Spese e delle Rendite al 31 dicembre 1972. I1 Collocato per mutui industriali alla data del 31 dicembre 1972 al netto dei rimborsi nel frattempo verificatisi ha raggiunto l'importo di 972.292.664.953 con un incremento di lire 179.144.329.765 pari al 22,5%. L'ammontare dei Fondi patrimoniali e di Copertura rischi è nassato da lire 123.446.326.333 a lire 133.483.999.310. 11 conto economico dell'esercizio ha registrato rendite lorde per L. 79.062.557.535 e spese per L. 77.942.617.030; fra queste ultime vanno ricordate oltre agli accantonamenti di legge nella misura massima fiscalmente consentita, l'accant~namento di L. 3.800.000.000 al fondo riserva straOrdinaria. L'esercizio si chiude con un utile netto di L. 1.119.940.505 che dopo la Relazione del Collegio Sindacale, su proposta del Consiglio di Amministrazione è stato così ripartito: L. 700 milioni (5%) agli Enti partecipanti al Fondo di dotazione, salvo autorizzazione del Comitato Interministeriale del Credito e del Risparmio, L. 50 milioni al Fondo Contributi e Borse di Studio, L. 369.940.505 in aumento al Fondo Speciale. L'Isveimer ha anche recentemente deciso di istituire Uffici di Rappresentanza nel Mezzogiorno Continentale per divulgare maggiormente le specifiche possibilità di intervento dell,Istituto. Presidente Menna ha tenuto ad esprimere al Direttore Generale Gr. Uff. Dr. Mario Giordano, ai Dirigenti ed al personale tutto il più vivo apprezzamento del Consiglio di Amministrazione. Terminali Olivetti per l'automazione dei servizi demografici La città cresce, i bisogni aumentano. I cittadini chiedono un rapporto diverso col loro Comune. Una volta si facevano in silenzio lunghe code per uno "stato di famiglia" e questo si chiamava pazienza, o anche virtù civica: invece era solo l'atteggiamento di chi aspettava un documento come una concessione. Ora non si accettano più snervanti attese o giornate di lavoro perdute. Qualcuno chiama questo insofferenza: invece ci troviamo di fronte a un cittadino che sente il Comune custode dei suoi stessi diritti, come un amico al quale si dà del tu. Dal Lei al tu. Un nuovo tipo di dialogo che richiede strumenti nuovi di comunicazione. I terminali Olivetti sono la risposta a questo problema. In colloquio diretto con le "memorie" che contengono i dati anagrafici, in pochi secondi forniscono i documenti richiesti già stampati e senza errori: certificati individuali e di famiglia, carte di identità, libretti di lavoro, certificazioni per Enti Pubblici, ecc. Anche nelle sedi aeceritrate, più vicine agli abitanti dei diversi quartieri. I terminali Olivetti assicurano informazioni rapide per servizi efficienti: anagrafe, igiene e sanità, uffici elettorali, pubblica istruzione. DOMENICO SABELLA I1 finanziamento della Politica agricola comune e il Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia in Agricoltura Sommario : I - I1 finanziamento della Politica agricola comune l - Premessa 2 - Le vicende politiche I1 1 2 3 - I1 F.E.O.G.A. I compiti della Sezione Garanzia I compiti della Sezione Orientamento Disposizioni generali La dinamica dei fatti I1 FEOGA - Le Regioni - Lo Stato italiano Principi delle azioni comuni I1 campo di applicazione della. Sezione Orientamento Condizioni per beneficiare del concorso del FEOGA - Sezione Orientamento 9 - Ammontare del concorso della Sezione Orientamento 10 - Settori di intervento e natura delle opere per il 1973 11 - Presentazione delle domande 12 - Il fascicolo della documentazione 4 5 6 7 8 - La Sezione italiana del Consiglio dei Cornt~nid'Europa - associazione unitaria di Comuni, Province e Regioni - nel 1969 pubblicò uno studio di Dornenico Sabella su « La ricornposizione fondiaria e l'orientamento colrurale con il contributo del FEOGA », allegato al fascicolo n. 7-8lluglio-agosto 1969 di « Coilzuni d'Europa D, con lo scopo d i dare agli arnilzinistratori locali italiani una guidcr per l't~tilizzazione delle provvidenze previste dal Fondo. A qtiattro anni di distanza, lJAICCE è lieta di ripresenture questo nuovo studio aggiornato dello stesso autore, che tiene conto delle nuove realtà venutesi maturando in questi ultimi anni e soprattutto dell'avvento delle Regioni in Italia e dei recenti indirizzi della politica regionale conzunitaria. agricolo che preferisse importare dall'esterno della Comunità un prodotto agricolo che all'interno della Comunità è sottoposto portatori di grano, carne e mais l'Italia, a regolamentazione comune di mercato, deve l - Premessa vcrsare alla Comunità la differenza tra il di cereali secondari l'Olanda. prezzo indicativo fissato per quell'anno e per Le ricorrenti maratotze che caratterizzano Infine la media europea del livello dei ormai per tradizione le decisioni del Con- prezzi in agricoltura era ed è sensibilmente quel prodotto all'interno della Comunità e siglio della CEE in materia di politica agri- più alta rispetto a quella dei corsi interna- il prezLo corrente sui mercati internazionali. I1 prelievo è perciò una tassa di compencola, rivelano le difficoltà oggettive e le re- zionali. Quindi la Francia, che aveva i prezzi sazione il cui ammontare variabile è pari sistenze psicologiche alla progressiva inte- più bassi, dovendosi allineare alla media grazione del settore primario. Al tempo delle europea, avrebbe perduto capacità concor- alla differenza tra il prezzo indicativo per trattative di Va1 Duchesse si voleva addirit- renziale all'estero se non fosse intervenuta prodotto fissato dalla Comunità e il prezzo tura escludere l'agricoltura dal mercato co- una regola preferenziale all'interno della Co- dei corsi internazionali. I1 gettito dei prelievi avrebbe finanziato mune. Poi si convenne di dettare una parti- munità, problema che si presentava anche colare procedura per la elaborazione di una per gli ortofrutticoli italiani, per i vini ita- la politica agricola comune. politica agricola comune, che poté essere liani e francesi e per altri prodotti. Detto finanziamento fu disciplinato, in lifinalmente delineata la notte del 18 gennaio nea di massima, dal Reg. n. 25 del 24 aprile Le linee indicative quindi risultano: 1962, con la prima maratona. Predilezioni 1962. In esso è fissato il principio che «nela ) istituzione di una tariffa esterna cola fase di mercato unico i sistemi di prezzo irrazionali, ragioni storiche e realtà ambienmune basata su continui adattamenti alle visono unificati e la politica agricola è comutali hanno reso e continuano a rendere difcende dei prezzi internazionali in rapporto ai nitaria, per cui gli oneri finanziari che ne ficile e spesso arduo il processo integrativo prezzi che si volevano mettere all'interno delderivano incombono alla Comunità n. Vi è in agricoltura. la Comunità; stabilito inoltre che il « gettito dei prelievi I1 settore primario per sé stesso è più b ) preferenza ai prodotti agricoli della operati sulle importazioni in provenienza lento ad adattarsi ad una nuova situazione: dai paesi terzi spetta alla Comunità ed è degli investimenti operati, gli indirizzi assunti, Comunità; voluto a spese comunitarie, in modo che le la struttura fondiaria, quella della proprietà C ) miglioramento delle strutture di base e delle categorie lavoratrici hanno una per- della produzione agricola e della vita sociale entrate di bilancio della Comunità comprenmanenza nel tempo maggiore rispetto alle nelle campagne, allo scopo di rendere l'agri- dano detto gettito e, al tempo stesso, tutti altre categorie economiche. coltura comunitaria concorrenziale anche gli altri introiti decisi a norma del Trattato verso il resto del mondo senza deprimere, CEE ed i contributi degli Stati alle condiLe realtà ambientali, inoltre, presentano zioni previste dall'art. 200 del Trattato esigenze divergenti e spesso opposte che bi- anzi elevando il livello di vita e il reddito stesso D. sogna far convergere per imprimere quel nelle campagne. In attesa dell'organizzazione del mercato minimo indirizzo unitario, indispensabile ad unico, fu previsto un periodo transitorio, un mercato comune. La Francia, con 55 mila cui scadenza fu fissata al 30 giugno 1965, lioni di ettari della migliore terra dellJEuro- 2 Le vicende politiche durante il quale la politica agricola comune pa occidentale, poneva il problema dell'espanUna politica di sostegno dei prezzi e di sarebbe stata finanziata da contributi degli sione agricola come compenso ad alcuni miglioramento delle strutture di base ab- Stati membri, secondo una chiave di ripareventuali danni nel settore industriale. Essa bisogna di adeguati interventi finanziari. tizione, mentre nel frattempo la Commisera caratterizzata dai più bassi prezzi alla sione avrebbe dovuto elaborare delle proproduzione tra tutti i paesi del mercato co- Perciò, se l'art. 39 del Trattato di Roma mune, per cui era prevedibile che, nell'ipo- stabilisce che nell'elaborazione della poli- poste intese ad affidare l'amministrazione tica agricola comune... si dovranno consi. dei prelievi e della tariffa esterna comune tesi di un rialzo dei prezzi, per giungere ad e la gestione della politica agricola alla derare... le disparità strutturali e naturali un livello medio comunitario, la produzione Comunità. In altri termini la Comunità francese si sarebbe potuta notevolmente svi- tra le diverse regioni agricole », l'art. 40 avrebbe avuto - attraverso le due tasse precisa che « per raggiungere gli obiettivi luppare. europee un proprio bilancio, fatto questo previsti dall'art. 39 sarà creata una orgaLa Germania, invece, (24 milioni di ha) è praticamente deficitaria di tutte le produ- nizzazione comune di mercati agricoli » e a che avrebbe comportato il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo in materia zioni agricole e vede sempre con preoccupa- tal fine «potranno essere creati uno o più di controllo. Orbene, mentre il Parlamento fondi agricoli di orientamento e di gazione l'aumento del costo della vita, che inritenne le proposte della Commissione influisce negativamente sulle capacità concor- ranzia D. L'organizzazione comune dei mercati agri- sufficienti, il Consiglio le ritenne non fonrenziali della sua industria sui mercati esteri coli comportava la regolamentazione comu- date sul Trattato » e perciò la politica agrie specialmente quelli dei Paesi nuovi, i quali nitaria per quei prodotti che avrebbero cola comune non poteva essere finanziata, in cambio possono darle prevalentemente avuto bisogno del sostegno dei prezzi. I1 so- successivamente al 30 giugno 1965, come produzioni agricole. proposto dalla Commissione (*). L'Italia (30 milioni di ha) e il Benelux stegno è dato dalla fissazione annuale dei I1 problema era di natura strettamente prezzi indicativi che, a seconda degli anda(poco più di 5 milioni di ha) hanno situamenti stagionali e congiunturali, variano, politica: nella realtà sarebbe stata trasfezioni ancora diverse. Hanno settori produttivi rita alla 'Comunità una fetta di potere automa sono sempre sensibilmente superiori ai che si prestano in parte alla esportazione prezzi dei corsi internazionali. Per evitare nomo, con relativa lesione delle rispettive (ortofrutticoli e fiori l'Italia, latticini l'Olanperò una dannosa concorrenza e per garan- sovranità nazionali. Come si ricorderà, da) e non possono rinunziare ai loro p r o tire la prefcrenza intracomunitaria dei pro- Couve de Murville, portavoce del Generale blemi di collocamento della produzione sui dotti della Comunità, è stato applicato il ('1 V. in proposito quanto pubblicato nel numero del prelievo ». In altri termini, un operatore mercati esterni. Ma sono anche paesi imluglio-agosto 1965 di u Comuni d'Europa n. ( N . d . R . ) . I - I1 finanziamento della Politica agricola comune - (( De Gaulle, inlci-ruppe le trattative e annuilziò chc la Francia si sarebbe ritirata dalla Con~unità.Si aprì una lunga crisi di stasi alla fine dclla quale gli « accordi di Lussemburgo » dcl gcnnaio 1966 limitavano i poteri della Commissione c sospendevano di fatto le disposizioni del Trattato in base alle quali, a ciccorrere dal 1" luglio 1965, le decisioni del Consiglio sarebbero state prese a magg i o r a n ~ a qualificata. Rimase di iatto la paralizzante regola dell'unaniinità. Nella prassi dclla politica agricola comune si ricorse ad espedienti e ripieghi che salvavano il prcstigio iormale delle sovranità nazionali, mentre il Foildo Europeo di Orientamento e di Garanzia Agricoli, istituito ncl 1962, fu ridotto ad una cassa di compcnsazionc. Al Vertice delllAja del dicembre 1969, la siluazioilc fu finalmente sbloccata e si giunse all'indica~ione di massima che è stata poi tradotta in normativa dal Regolamento n. 729170, relativo al finanziamento della politica agricola comune. In esso è stabilito che le spese per la politica di mercato e dei prezzi della CEE sotto forma di restituzione all'esportazioi~e, noncli6 le perdite eventualmente derivanti da acquisti c da vendite di prodotti agricoli da parte dei potcii pubblici e le azioni comuni decise per raggiungere obbicttivi ispirati dall'art. 39 par. 1, lett. a ) del Trattato CEE, ivi comprese le modifiche di struttura necessarie per il buon funzionan~ento del mercato comunc, sono finanziate dal FEOGA, la cui amruinistrazioi~c è aftidata alla Comunità, alla quale sono peraltro attribuite le entrate del prelievo ed altre entrate a titolo di risorse proprie. Insoinma, il concetto base che era stato respinto nel 1965 è stato assunto come valido nel 1970! I1 - Il F.E.O.G.A. 11 FEOGA è dunque lo strumento del qualc si serve la Comunità per sostenere la politica dei preizi e del mercato agricolo e per le modifiche dellc strutture di base nel settore primario. Esso perciò è distinto in due sezioni: Garanzia e Orienfanzenfo. l - I compiti della Sezione Garanzia Nella funzione assegnata alla Sezione Garanzia del Fondo, vi è la caratteristica principale dell'abbandono del precedente sistema di clearing (conto partite di giro) e dell'orientamento verso un'assunzione diretta di responsabilità finanziaria da parte della Comunità, mediante una procedura classica di bilancio. Gli stanziamcnti di bilancio della Comunità vengono discussi ogni anno in autunno. Lo si può fare dato che l'« Esercizio contabile del Folndon è stato fatto coincidere con l'anno civile l o gennaio-31 dicembre. Con le due misure suddette è possibile discutere durante i incsi di autunno, ncll'ambito del Consiglio ed eventualmente del Parlamento Europeo, delle singolc voci di bilancio e di stabilire, sulla base di considerazioni di politica agraria, i provvedimenti da assumere in sede delle organizzaziuni di mercato; ciò darà quindi modo di procedere a variazioni e a mutamenti ncll'assegnazioile degli stanziamenti. Quando gli stanziamenti saranno stati approvati, la Commissione concederà degli anticipi agli uffici o agli organismi di pagamento degli Stati membri, che dovranno giustificare il loro fabbisogno di cassa e presentare poi conti particolareggiati (1). (1) Per l'Italia, gli organismi abilitati al pagamento sono: 1. Intendenza di finanza della provincia di Roma Roma - Via Bcnaglia, 25: - tutte le restituzioni all'esportazione tutte le restituzioni alla produzione - tutti i premi di denaturazione sovvenzioni all'importazione di cereali da foraggio in Italia 2. Cassa conguaglio zucchero Roma - Via Maroniti, 40: - rimborso delle spese di ammasso nel settore dello zucchero 3. Ente nazionale risi Roma Via Barberini, 29: - tutte le spese d'intervento per il riso 4. Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA). Roma - Via Palestro, 8: (L'AIMA pub far appello ad enti pubblici e privati. Essa affida il compito di pagare le integrazioni di - - Poiché tali organismi agiranno per conto della Comunità è comprensibile che questa ultima abbia creato un « diritto di vigilanza » su tali organismi. Pertanto, gli Stati membri dovranno fornire alla Commissione tutti i particolari sul funzionamento di tali servizi e trasmetterle i rapporti ed i conti relativi alle loro spese. Circa il campo di applicazione della Sezione Garanzia, le decisioni del Consiglio nulla aggiungono di nuovo in merito alle rectituzioni, per le quali vi è già un finanziamento totale. Per gli interventi è diverso. Anzitutto la definizione stessa degli interventi è un po' più ampia di quanto non fosse durante il periodo transitorio e ciò a norma del regolamento n. 25. Inoltre le modalità di finanziamento sono differenti: attualmente prima di procedere al finanziamento degli interventi si devono stabilire le condizioni di imputabilità che, in realtà, hanno carattere restrittivo. Così per esempio vengono finanziati soltanto i costi di immagazzinamento e le perdite nette risultanti dalla differenza fra il prezzo di acquisto e quello di vendita delle merci degli organismi d'intervento e, per di più, con importi forfettari. La totale responsabilità finanziaria della Comuniti comporta inoltre il finanziamento dell'acquisto delle merci. Senonché, per risolvere tutti questi problemi sarebbe stato necessario armonizzare il più possibilc i metodi d'intervento e ricercare le soluzioni più adatte. Per tale motivo si convenne che ii finanziamento degli interventi secondo le modalità previste dagli articoli 5 e 6 del Regolamento n. 17/64/CEE, rimanessero in vigore provvisoriamente fino al l o luglio 1972. prezzo per l'olio d'oliva, per la produzione di grano duro, per i semi oleosi e per l'olio di semi d'uva ad uffici periferici del ministero dell'agricoltura e delle foreste ed agli enti di sviluppo) - tutte le spese che non figurano ai punti 1, 2 o 3, ed in particolare le seguenti spese d'iniervento: - le perdite nette - le indennità compensatrici nel settore dei cereali - gli aiuti alla produzione - gli aiuti all'ammasso privato gli aiuti alla distillazione di vini da tavola gli aiuti al latte scremato. destinato all'alimentazione animale gli aiuti supplementari per colza e ravizzone - le compensazioni finanziarie alle organizzazioni di produttori di ortofmtticoli - gli altri interventi sul mercato degli ortofrutawli (acquisti, trasformazioni, misure particolari) premi agli acquirenti di tabacco in foglie - - 2 - I compiti della Sezione Orientamento a) La Sezione Orientamento finanzia le iniziative comuni decise dal Consiglio, secondo la proced~iradell'art. 43, paragrafo 2, terzo comma, del Trattato, così da coilscguire gli obiettivi definiti all'art. 39 paragrafo 1, a ) del Trattato, ivi comprese le trasformazioni strutturali necessarie al buon funzionamcnto del mcrcato coinline (2). Tale definizione piu ampia dei compiti della Sezione Orientamento deve coilseiltire un'estensionc del suo campo d'attivitr'i rispctto al periodo transitorio, cstcnsionc che si ì: resa indispensabile per lo stato di availzaia integrazione raggiunta dalla Comunità i ~ c sctl tore agricolo. In effetti 1'01-ganizzazione dei mercati agricoli darà un ulteriore contributo al miglioramento dei redditi e delle condizioni di vita della popolazione agricola re gli interventi di carattere strutturale diversificati e coordinati fra gli Stati membri porterailno ad una complementarietà perfetta dei fatto'ri di produzione, permettendo di conciliare l'auspicabile equilibrio dei mercati col necessario aumento dclla produttività in agricoltura. b) La Sezione Orientamento è quindi chiamata a intraprendere un certo numero di azioni comuni, le cui linee direttrici sono state definite nel Memorandum sulla riforma dell'agricoltura ne!l'area della Comunità Economica Europea. Per ciascuna delle suddette azioni comuni sarà periodico compito del Consiglio di: - determinare l'obiettivo da raggiungere e la natura delle opere da prendere in considerazione; - decidere l'importo del contributo finanziario del Fondo a tali interventi, il che non esclude che alcuni interventi possano essere finanziati integralmente dal Fondo; - preventivare l'entità dell'importo ed il tempo di attuazione delle iniziative; - stabilire le condizioni economiche e finanziarie in base alle quali dovranno es-scre intraprese le azioni comuni; - stabilire le disposizioni necessarie in materia di procedura. C) Pertanto gli indirizzi fondamentali della politica di miglioraillento dclle strutture agricole devono esserc concepiti e coordinati a livello comunitario, conformemente a w a n t o enunciato dall'articolo 6 paragrafo 3 chc pre. scrivc che le azioni comuni intraprese dalla Sezione Orientamento vanno deliberate tenendo conto della decisione del Consiglio del (2) L'art. 39 del Trattato statuisce: 1. Le finalità della politica agricola coinuiie sono: n ) incrementare la produttività dell'agricoltura, svi- luppando il progresso tccnico, as\icuraiido lo sviluppo razionale della produzio:iz n;i-ico1:i come pure un in~pic,rromigliorc dei T;i!+1.:-1 di prodazione, in particolare della mano d'opirn; b) assicurare così un tenore di vita cq~!o ;!11a popolazione a ~ r i c o l a ,grazie in particolare al iiriglioramento del reddito individuale di coloro cÌi'? lavorano ncll'agi-icoltura; C ) stahilizzare i 11-crcati; ci) garantirc la sicurc~za d ~ ~ al pip ~ ~ o u i i ~ i o n a m c n t i ; C ) assicurare prezzi rasionevoli nclle coiiscgne ai consiimatori. 2. Nell'claborrizione dclla politica ani-icola comuiic C dei metodi speciali clie questa può iniplicare, si clovrà considerare: a) il carattere particolare dcll'attività agricol2 chi. deriva dalla struttura socialc dcll'a~ricolt~irnC e dalle dispariti striitturali C naturali Tra le diverse rezioni agrico!e; b ) la necessità di operare gradatamente gli opportuni adattamenti; C ) il fatto che negli Stati memhri l'a~ricoltura costituisce un settore intimamcntc cciiiiesso all'insieme dell'cconomia. 4 dicembre 1962, relativa al coordinamento delle politiche di struttura agricola(3). Tuttavia, nell'esecuzione dei lavori dei provledimenti, vi dovrà esscre una larga decentralizzazione a favore dcgli Stati membri, in moclo che le azioni comuni possano venire adattate alle legislazioni nazionali esistenti e che possano venire specialmeilte prese in considerazione le diversissime situazioni resic;na!i nella Comunità. d ) L'attuazione delle iniziative comuni, cui si procederà in base alle disposizioni legi- slativc, regolamentari ed amministrative adottate dacli Stati membri, richiederà tuttavia una certa progressività: è quindi previsto che le disposizioni della seconda parte del Regolamento n. 17/64/CEE, ad eccezione degli articoli 14 paragrafo l , n ) e 16, rimangono valide fino a che l'ammontare annuo delle spese a carico del Fondo per le azioni coinuni decise dal Consiglio, raggiunga la somm a di 285 milioni di U.C. l'anno. Intanto, gl'i stanziamenti residui risultanti dalla differenza fra 285 milioni di u.c. e le spese imputabili a1 Fondo per azioni comuni continueranno ad essere utilizzati per finanziare o-ere decise ai sensi del Rego'lamento numero 17/64/CEE. In orni caso le conseguenze finanziarie dellc operazio'ni che sono già state decise manterranno la loro efficacia anche sc l'ammontare delle spese imputabili al Fondo pe:- azioni comuni supererà i 285 milioni di ~1.c.A partire dai programmi 1973 la somma annua di 285 milioni di ~1.c.è stata aumentata dal Consi~lioa 325 milioni di LI. di conto, irnporto che potrà essere aumentato ulteriormente, qualora le spese per azioni comuni venissero a superare la somma stessa (4). interessato, a tutti i documenti che riguardano le spese del Fondo. I n particolare, essi potranno verificare: - la conformità delle pratiche amministrative con le disposizioni comunitarie; - l'esistenza dei documenti giustificativi necessari e la loro rispondenza alle operazioni finanziatc dal Fondo; - le condizioni nelle quali sono state attuate e verificate le operazioni finanziate dal Fondo. I1 regolamento prevede anche la possibilità di f a r partecipare a tali controlli alcuni funzionari degli Stati membri nonché la possibilità di chiedere a d alcuni organi nazionali di condurre delle inchieste per conto della Commissione. E' naturalmente previsto inoltre, che la Commissione presenti ogni anno al Consiglio ed al Parlamento Europeo una relazione finanziaria che contenga la documentazione di tutte le operazioni finanziarie del Fondo. Infine il Comitato del FEOGA mantiene le proprie competenze in quanto organismo di controllo e di approvazione. 4 - La dinamica dei fatti Per quanto distinte ed autonome, la Sezione Guuanzia e la Sezione Ouientumento avrebbero dovuto portare ad effetti sinergici sia nelle vie come nei fini da conseguire. I n altri termini la politica di ristrutturazione e di riordinamento culturale si sarebbe dovuta sviluppare mentre, contemporaneamente, la politica di difesa elastica e di sostegno dei prezzi e del mercato avrebbe dovuto consentire un accumulo di capitali pri3 - Disnosizisni generali vati, in misura tale da concorrere al progressivo orientamento verso prodotti piii conA l fine di assicurare un efficace controllo, si è stabilito di prendere alcune misure con- soni ai bisoi~nidel mercato ed ai prezzi semcrete. Infatti. la legislazione relativa alle or- pre più bassi. Insomma il FEOGA avrebbe dovuto essere il mezzo attraverso il q ~ i a l e . ~ ~ n i z z a z i o ncomuni i di mercati agricoli è si sarebbe dovuto perseguire il miglioramenmolto comnlessa e comporta, ogni anno, alto C la ristrutturazione dei fattori di procune centinaia di miyliaia di operazioni di duzione. paoaqlcilto. Esiste inoltre un certo numero Nella tiinamica clci fatti è accaduto che la di operazioni fraudolente contro le quali è fissazione dei prezzi al livello relativamente necessario arire con più enerpja. I1 Consielio ha deciso che li Stati mem- alto ha posto in condizioni di vantaggio alhri rlcvono sistematicamente tenere informa- cuni prodotti per i qiiali è previsto il sostegno, la cui remunerazione immediata rinvia tri la Cvmmissione non solo dclle disposizioni siile dic gli auto investimenti per la ristrutesecutive adottate per aitiiare la politica turazione. Perciò la produzione di certi proa ~ r a r i acomune, ma anche deoli sviluppi sudotti anziché diminuire, è stata incoraggiata hiti dalle procedure intraprese contro i casi d'irrcyolarità. Tali misure dovrebbero per- con la tendenza alle eccedenze sistematiche. Esempi tipici sono stati il grano tenero frannicttere di verificare le condizioni in cui gli cesc e il burro olandese. 2 . t f i cnmi.~nitarivenpono eseguiti e di limitare E' sorta quindi la preoccupazione che la !c conirpuenze finanziarie negative per il politica dei mercati, continuando con l'anziFEOGA. detta tendenza, cioè in una direzione che T1 Consiqlio ha anche stabilito che le perelimina i suupllrs, peggiori anziché migliorare dii-C definitive dovute ad irre,qolarità devono csscre sopportate dalla Comunità. a d esclu- la situazione strutturale. Da questa preoccupazione hanno tratto ori<%ne di riucl!e imnutabili alla negligenza gine i ~.~:emoyandunz Maiisholt e le discussioni dclle amministrazioni derrli Stati membri. Sono state decise delle disnosizioni anche e le polemiche interne ed esterne alla Comunità. Basti pensare alla controversia con gli ner quanto riniiarda i controlli da effettuare in loco. 1.e persone incaricate dalla Commis- USA in sede internazionale. .ione di eseoiiirc tali controlli dovranno aveMa l'ultima maratotia agricola di Lussemre accesso. previa notifica allo Stato membro burgo, concliisasi all'alba del lo maggio, ha visto contrapposte Francia e Germania. La prima voleva ricostituire l'unità dei mercati, ( 7 ) G.11 dcl l7 d i c e m l r r 1962. (3) Re?. n. 2788'72 dcl 28 dicembre 1972 ~ ~ i b b l i c n t n praticamente frantumata sotto il peso delle c:iil:i G.11. li. L.295 del 30 dicembre 1972. L'aumento recenti scosse monetarie. Essa chiedeva la del'o stanziamento sez. orientamento C dovuto soprattutto al fatto dell'allargamento a Nove della Comunitl. fissazione dei nuovi prezzi, in collegamento Più che aumento, perciò, è adeguamento. con la situazione monetaria. Ma Ertel, da L'unità di conto è pari a Lit. 625. parte germanica, sosteneva l'impossibilità di aderire a tale richiesta fino a quando i Nove paesi della Comunità erano divisi, come lo sono, proprio sul piano valutario. L'unità dei mercati non può essere raggiunta senza la unione economico-monetaria. Nelle decisioni conclusive i prezzi sono stati aumentati, m a non nella misura richiesta dalla Francia. Inoltrc c'è stato un accento particolare relativo alla Sez. Orientamento del FEOGA. E' stata adottata cioè una risoluzione in favore delle zone di montagna, che dovrà essere trasformata in direttiva comunitaria entro il lo ottobre di quest'anno, la qualc dimostra il desiderio dci Nove di migliorare, al di là degli interventi stagionali sui prezzi, le strutture agricole tenendo anche conto dei particolari problemi posti da territori, come quello italiano ed inglese, dove l'agricoltura è condizionata da un'orografia molto accidentata, e che nelle condizioni att~iali determina un handicap rispetto agli altri Paesi. Si va probabilmente incontro a d una revisione degli strumenti della Comunità in materia di politica agricola comune e soprattutto per quanto concernc la Sezione Orientamento del FEOGA. Sembra certo sin da ora, e se i tempi saranno rispettati, che t r a le azioni comuni che il Consiglio dovrà decidcre e alle quali i richiedenti dovranno conformarsi per ottenere il contributo del FEOGA Sez. Orientamento, figureranno probabilmente, dal prossimo anno, anche i programmi per la montagna. Ora se si considera che l'Italia è per quattro quinti accidentata da rilievi di tutte le altitudini, è facile comprendere quale e quanta importanza abbia per noi l'ultima risoluzione di Lussemburgo. Ne consegue la necessità di una più approfondita conoscenza della Sezione Orientamento del FEOGA e delle procedure inerenti. 5 - I1 FEOGA - Le Regioni - Lo Stato italiano Già alcuni anni o r sono (cfr. « Comuni d'Europa » A. XVII n. 7-8 luglio agosto 1969 pagg. da 17 a 24) delineammo una sorta di guida che illustrava gli scopi, i mezzi dcl FEOGA C le procedure per ottenere il contributo ai fini della ricomposizione fondiaria C dell'orientainento culturale. I n linea di massima, la procedura è pressoché identica anche perché fino a quando le azioni comuni non assorbono i 325 milioni di U.C. che sono disponibili ogni anno per la Sezione Orientamento, il Reg. 17/64 resta ancora applicabile. Nell'attuale stato di cose e secondo gli ultimi calcoli, è prevcdibile che tale situazione durerà ancora pcr parecchi anni. Tuttavia un fatto nuovo si è prodotto in Italia: l'avvento degli organismi regionali nel pieno delle loro funzioni. I1 compito delle Regioni è quello di formulare i programmi regionali di intervento da sottoporre al Ministero dell'Agricoltura, che dovrà coordinarli sul piano nazionale e trasmetterli poi alla Commissione della CEE. E' un compito molto impegnativo che mettc alla prova le capacità valiitative degli organismi regionali in un settore particolarmente importante e sul quale gli interventi si differenziano sostanzialmente da quelli attuati con le normali provvidenze legislative. In linea pratica: il fatto che gli operatori agricoli debbano inviare le domande e le documentazioni intese ad ottenere il contributo del FEOGA per la ricomposizione fondiaria e l'orientamento culturale alle Regioni e non più agli Ispettorati compartimentali, come negli anni scorsi, apre una vasta problematica nei rapporti tra Stato e Regioni nella formulazione dei programmi che intendano beneFiciare del concorso del FE'O'GA. Se diamo uno sguardo alla circolare del Ministero dell'Agricoltura per i programmi 1973, essa, pur essendo stata inviata alle Regioni, non fa alcun cenno circa la possibilità di coordinare le iniziative sul piano regionale prima che su quello nazionale, e ciò nell'interesse degli organismi di recente costituiti. La posizione delle Regioni, ne! nuovo ordinamento e in materia di agricoltura, sembra essere completamente trascurata. A tale proposito, non sono mancate le polemiche circa la inopportuna precisazione, contenuta nella circolare ministeriale e relativa al termine della presentazione della domanda da parte degli operatori agricoli alla Regione. Ciò è stato da qualche parte considerato come un'interferenza sugli affari della Regione, che è solamente obbligata a rispettare il termine imposto dal Ministero e relativo all'inoltro al Ministero stesso dei programmi regionali. D'altronde alcune Regioni avevano cominciato ad accettare le « iniziative » prima ancora della emanazione della Circolare, così come potrebbero farlo anche oltre il termine stabilito dal Ministero, ben consce di questa loro facoltà. All'aspetto meramente formale è sotteso, come ognuno può intuire, un problema di merito e quindi di impegno della programmaovviamente zione regionale, anche se essa è da armonizzare nel più vasto programma nazionale. D'altronde, le disfunzioni e i ritardi hanno sempre costretto la Commissione di Bruxelles a concedere proroghe e rinvii, fatto più volte biasimato dal Parlamento Europeo. Quanto sia pregiudizievole il ritardo nell'approvazione dei programmi e quindi nell'ottenere il contributo agli effetti della realizzazione dei progetti è facile immaginare. Tuttavia non possiamo esimerci - per semplice accenno - dal rilevare qualche c~ntraddizione in via di diritto e di fatto nei rapporti tra la Comunità, lo Stato e le Regioni a statuto ordinario, per quanto attiene al settore dell'agricoltiira. L'azione comunitaria nella politica agricola non solo è volta ad esaurire l'intero campo del settore primario, cioè che nulla avverrà in agricoltura senza regalamentazione comunitaria, ma è volta ed è intimamente legata allo sviluppo regionale e quindi alla politica regionale, anche se per « regione » non è da intendere strictu sensi4 quell'entità politicostorico-amministrativa come noi l'intendiamo. A sua volta I'art. 117 della Costituzione, nel trasferire la materia « agricoltura » alle Regioni, non implica limiti o scissioni di competenze. I1 Decreto presidenziale del 15 gennaio 1972, n. 11, pcrò, svuota di fatto sia il dettato costituzionale come la competcn7a implicita della re~olamentazione comunitaria. Infatti chi potrebbe dire che anche le Regioni non siano organi della Comunità, anche se interni ai rispettivi Stati - membri che, attraverso il Consiglio, la Commissione e il Parlamento elaborano la politica agricola comune? Andiamo incontro forse all'abrogazionc implicita della parte dell'articolo 117 della Costituzione che trasferisce l'agricoltura alle Regioni? Infatti, se lo Stato mantiene tutte o quasi le prerogative che dovrebbero esserc di competenza delle Regioni in materia agricola nei rapporti con la Comunità, che ci sta a fare la voce «agricoltura » nell'articolo 117! Poi ci lamcntiamo che la politica regionale comunitaria è scarsamente efficace e non ci accorgiamo che è lo stesso Stato che, per malintesa interpretazione della sovranità e dei suoi poteri, scavalca i naturali interlocutori della politica re-ionale con la Comunità. Questo vale anche per le discussioni in corso e che porteranno all'istituzione del Fondo Regionale di Sviluppo. 6 - Princìpi delle azioni comuni Ogni anno dunque il Consiglio della Comunità, ai sensi dell'art. 39, par. l lett. a ) del trattato, decide le azioni comuni per le quali è ammesso il concorso del FEOGA e determina: a) l'obiettivo da raggiungere e la natura delle realizzazioni da prevedere; b) la partecipazione del Fondo a tali azioni comuni; A sua volta, I'art. 39 par. 1 lett. a) del Trattato definisce quanto segue: « Incrementare la produttività dell'agricoltura, sviluppando il progresso tecnico, assicurando lo sviluppo razionale della produzione agricola come pure un impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare della mano d'opera D. Quindi il campo di applicazione della Sezione Orientamento riguarda: 1) I'adattamento e il miglioramento delle condizioni di produzione nell'agricoltura, intendendo per tali la promozione efficace e combinata dei fattori di produzione, allo scopo di rendere possibile il loro impiego ottimale nel quadro dell'economia generale; 2) I'adattamento e l'orientamento della produzione agricola, cioè I'adattamento quantitativo della produzione alle possibilità di collocamento sui mercati, nonché il miglioramento qualitativo dei prodotti stessi. Per chiarire: se dalle previsioni di mercato risulta che un dato prodotto, per una qualsivoglia ragione, non è collocabile, l'imprenditore agricolo può operare la conversione della coltura, cioè coltivare un altro prodotto più adatto alle richieste di mercato; e per questa opera di riconversione colturale può chiedere il contributo del FEOGA. Parimenti può chiedere il contributo del FEOGA se deve intraprendere operazioni atte a migliorare la qualità dei prodotti già in coltura; finan- ziarie; 3) l'adattamento e il miglioramento della commercializzazione dei prodotti agricoli nei seguenti settori: d ) le disposizioni necessarie in materia di procedure. a ) miglioramento dell'ammasso e della conservazione; C) le condizioni economiche e Va da sé che non è possibile porre a disposizione degli interessati una guida pratica che abbia validità costante (come fu fatto per il Fondo Sociale Europeo) e ciò per duplice ragione. Per un verso, le disposizioni del Consiglio della Comunità sono annuali; per altro verso la varietà delle situazioni è tale e tanta da essere, in pratica, pari al numero dei casi medesimi, ognuno dei quali abbisoqnerebbe di una documentazione a sé stante. Tuttavia, da parte nostra offriremo delle notizie generali di carattere orientativo, invitando gli interessati a rendersi parte diligente quando, dall'inizio dell'autunno, annualmente sono pubblicate le direttive del Consiglio della CEE e. di conseguenza, la Circolare delle istruzioni del Ministero dell'Aqricoltura alle Re~ionie le disposizioni dell'Assessorato resionale. A tal uopo non sarebbe superfluo che quest'ultimo si tenesse al corrente in via rel li minare degli orientamenti che propone la Commissione e che il Consiglio dovrà approvare. Sarebbe sempre tempo recuperato. 7 - 11 camDo di applicazione della Sexikrne Orientamento I1 Regolamento n. 17/64, art. 1, par. 3 recita: « La Sezione Orientamento comprende le spese finanziate dal Fondo derivanti dalle azioni c o m u ~ idecise allo scopo di realiz7arc gli obiettivi dell'articolo 39 par. 1, lettera a ) del Trattato, ivi comprese le modifiche di struttura rese necessarie dallo sviluppo del mercato comune o necessarie al suo buon funzionamento ». b) miglioramento dei circuiti di commercializzazione; C) valorizzazione dei prodotti; d ) migliore conoscenza dei dati relativi alla Formazione dei prezzi sui mercati dei prodotti agricoli; 4) lo sviluppo delle possibilità di collocamento dei prodotti agricoli cioè le azioni intraprese nell'ambito comunitario per l'aumento del consumo di taluni prodotti agricoli, nel quadro della politica agricola comune. Le azioni di cui ai nn. 3 e 4 sona possibili solo se riferite a quei prodotti per i quali esiste una organizzazione comunitaria, cioè se i prodotti sono stati regolamentati nell'ambito della Comunità e per gli altri prodotti appena che saranno regolamentati. 8 - Condizioni per beneficiare del concorso del FEOGA Sezione Orientamento - Per poter beneficiare del concorso del Fondo, ciascun progetto deve rispondere contemporaneamente a tre criteri generali: 1) inserirsi nel quadro di uno dei programmi comunitari i cui schemi sono emanati di anno in anno; 2) avere come scopo un adattamento O un miglioramento dell'agricoltura reso necessario dalle conseguenze economiche dell'attuazione della politica agricola comune, o inteso a rispondere alle esigenze della stessa; 3) offrire sufficiente garanzia quanto all'effetto economico durevole del miglioramento della struttura agricola realizzato. Nel caso in cui un particolare progetto si riferisce all'adattamento e al miglioramento delle condizioni di produzione dell'agricoltura, oppure all'adattamento e all'orientamento della produzione agricola, oltre i criteri precedenti, il progetto deve: a) mirare a rendere o mantenere economicamente vitali le imprese agricole, nonché assicurare l'incremento della loro capacità concorrenziale; h) accordare sufficiente attenzione ai problemi di divulgazione e di formazione professionale agricola, in modo da valorizzare al massimo gli investimenti previsti; C) contribuire al miglioramento della situazione sociale ed economica dei lavoratori dell'agricoltura. i progetti i Come già appena quali rientrano in un complesso di provvedimenti intesi ad incoraggiare lo sviluppo armonico dell'economia generale della regione nella quale tali progetti saranno eseguiti, beneficiano di una priorità per il concorso del Fondo. Tale priorità può consistere tanto nell'assegnazione di un posto preferenziale f r a i progetti rispondenti ai criteri di cui sopra, quanto nella concessione di condizioni più favorevoli di concorso. I n linea generale, è importante tener presente che due criteri debbono costituire in ogni caso elementi essenziali di valutazione delle iniziative: a) la validità tecnica ed economica delle opere progettate, nella ponderata prospettiva dei positivi effetti che esse potranno produrre, in forma diretta o mediata, sui redditi degli operatori agricoli (5); h) il grado di realizzabilità delle iniziative che costituisce il presupposto di ogni determinazione a livello regionale e nazionale, al fine di evitare ritardi nella realizzazione di progetti e, peggio ancora, rinunce che determinano giuste critiche da parte della pubblica opinione e recano pregiudizio agli interessi regionali e nazionali che non possono non riflettersi in gravose dispersioni, non meno delle negligenze e delle irregolarità, in sede comunitaria. Orbene, a partire dai programmi per il 1973, i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti il 30 dicembre 1972, sono gli organismi regionali ad essere investiti del controllo sulla validità o meno dei programmi stessi e a richiedere agli interessati tutti i chiarimenti e la eventuale documentazione suppletiva necessaria al buon fine della pratica. I1 controllo e le misure se le operazioni del Fondo sono regolari e reali, per prevenire e (5) Una forma mediata potrebbe essere la possibilità di elaborare un progetto agro-turistico con il contributo del FEOGA, come è awenuto di recente in Francia. Ad iniziativa del e Centro di formazione agricoltori alle attività turistiche s, nell'intento di attenuarc lo spopolamento di una zona rurale, ma per favorirc ne: contempo un allcg-erimento del numero degli addetti in agricoltura e qu?ndi un aumento diretto ed indiretto del reddito di coloro che vi restano come più in gencrale della zona. ha elaborato un progetto per la qualificazione ad attività turistico-alberghiere per ex agricoltori. Il progetto, veramente interessante e ben ponderato, pare sia gih stato approvato dalla Commissione. Esso godrà del 2596 del totale della spesa prevista del contributo a fondo perduto del FEOGA, di un altro 25% a fondo perduto del Governo francese, del 47% di un credito garantito e a tasso agevolato da parte di u n istituto bancario. perseguire le irregolarità e per recuperare le somme prese a seguito di irregolarità o di negligenza, sono affidati agli stati membri. Al 31 dicembre 1972 per contributi indebitamente percepiti la Comunità aveva già recuperato 8 milioni di u.c. (oltre 4.990 milioni di lire) ed erano in corso pratiche di recupero per oltre 538 mila u.c. cioè per oltre 335 milioni di lire. E' superfluo quindi annotare che le irregolarità e le negligenze sono scoperte e perseguite. A tal uopo presiede la normativa del Regolamento n. 283172 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. L 36 del 10-2-1972. 9 - Ammontare del concorso della Sezione Orientamento I1 Reg. n. 2591170 della Comunità, a parziale modifica del Reg. 17/64, ha stabilito nuove e diverse misure di partecipazione finanziaria dei beneficiati nella spesa globale per la realizzazione delle opere, statuendo che ]a spesa a carico dei beneficiari non potrà essere inferiore al 20% del costo preventivo per gli investimenti riguardanti il settore della produzione ed al 38% della spesa stessa per le opere attinenti alla valorizzazione e commercializzazione dei prodotti. Pertanto nella impostazione dei piani finanziari e nella previsione degli oneri che, in ogni caso, dovranno restare a carico degli Enti o degli operatori agricoli singoli od associati, si rende necessario considerare i predetti limiti di intervento finanziario della Comunità Europea e integrativamente dello Stato italiano, tenendo presente che, nel computo dei benefici finanziari, che sarà possibile concedere, va calcolato anche l'importo corrispondente alla capitalizzazione dei mutui ventennali, concedibili ai sensi dell'art. 35 della legge 27 ottobre 1966, n. 910 (Piano Verde 11). Per maggiore chiarezza, diamo il prospetto riepilogativo delle percentuali di contributo e mutuo. 11 prospetto che segue, invece, esemplifica un ipotetico piano finanziario che sintetizza, in valori assoluti, un progetto la cui spesa preventiva è di 100 milioni di lire. Prospetto riepilogativo delle percentuali di contributo e mutuo A) STRUTTURE DI COMMERCIALIZZAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI 1) Beneficiari: cooperative, associazioni di produttori, consorzi di bonifica, enti di sviluppo . . . . . . . . . . . . 25% della spesa Contributo CEE . . . . . . . . . . . . 25% della spesa Contributo Italia Mutuo a tasso agevolato (3Oh a carico del beneficiario) 50°h della spesa Per le opere realizzate in zone depresse il mutuo è con tasso a carico del beneficiario del 2Oh ma è sul 47Oh della spesa prevista. Pertanto al rimanente 34'0 della spesa si deve far fronte con capitali propri. 2) Beneficiari: aziende singole, S.p.A., comuni ecc. . . . . . . . . . . Contributo CEE . . . . . . . . . . Contributo Italia A carico del beneficiario . . . . . . . . . . 25% della spesa . . 25% della spesa . . 50% della spesa B) STRUTTURE DI PRODUZIONE E INFRASTRUTTURE 1) Beneficiari: cooperative, associazioni di produttori ecc. . . . . . . . . . . . . 25% o 45% della spesa Contributo CEE . . . . . . . . . . . . 25% o 5% della spesa Contributo Italia Mutuo a tasso agevolato (3Oh a carico del beneficiario) 50% della spesa Per le opere realizzate in zone depresse il contributo CEE è sempre del 45%, quello dello Stato italiano del 5% e il mutuo al 2% è sul 23% della spesa prevista. Alla spesa residua occorre far fronte con capitali propri. 2) Beneficiari: aziende singole, . . . Contributo CEE . . . Contributo Italia A carico del beneficiario . S.p.A., comuni ecc. . . . . . . . . . . . . . . . . . 25% o 45% della spesa . . . . . 25% o 5% della spesa . . . . . 50% della spesa PIANO FINANZIARIO PROGETTO DI DITTA BENEFICIARIA SPESA PREVENTIVATA L. 100.000.000 Contributo CEE ai sensi del reg. 17/64 sul 25% della spesa pari a . Contributo dello Stato italiano ai sensi dell'art.35 del I1 Piano verde sul 25% della spesa pari a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mutuo a tasso agevolato con il 2% a carico del beneficiario sul 47% delle spese pari a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitali propri (indicare la forma di reperimento) 3% della spesa pari a . TOTALE . . . L. 25.000.000 25.000.000 » » 47.000.000 3.000.000 L. 10.000.000 10 - Settori di intervento e natura delle opere per il 1973 Essi, come detto, sono stabiliti di anno in anno dal Consiglio CEE e sulla loro base il Ministero dell'Agrieoltura emana le sue istruzioni. Perciò i settori possono variare da un anno all'altro. Diamo qui di seguito, a titolo informativo e per sintesi, le indicazioni che il Ministero dell'Agricoltura ha emanato per il 1973. a) Settore deiia produzione (Opere di miglioramento fondiario ed agrario) Richiamandosi ai principi che hanno ispirato l'impostazione delle nuove direttive comunitarie in materia di strutture agricole, i progetti di opere che si propongano azioni di ristrutturazione o di ammodernamento delle strutture aziendali, devo'no essere riferiti ad aziende che abbiano sufficienti requisiti di efficienza pro'duttiva e valide prospettive economiche, dovendosi evitare nuovi investimenti in aziende agricole che non abbiano suscettibilità di produttivi sviluppi. Ciò vale in particolare per le opere destinate ad assicurare o a consolidare gli insediamenti umani e cioè per i fabbricati rurali e per gli annessi, per i quali i Servizi della Commissione chiedono dettagliati elementi circa gli ordinamenti colturali, la redditività delle produzioni, la consistenza delle scorte vive e morte, le dimensioni del lavoro umano occorrente ad una sana ed economica gestione dell'impresa agricola. Per i progetti che interessano una pluralità di aziende, anche alla luce di esperienze passate, gli Enti di Sviluppo o gli Organismi associativi di agricoltori, dovranno, prima della presentazione dei progetti stessi alle Regioni e, in ogni caso, prima dell'lno!tro al Ministero, ottenere la esplicita adesione dei titolari delle aziende agricole interessate alle opere, ad evitare che progetti di vaste dimensioni finanziarie, che impegnano somme cospicue sul bilancio comunitario e nazionale, restino totalmente o parzialmente inattuati o comunque la loro realizzazione risulti particolarmente difficoltosa e tardiva. b) Irrigazione Nei progetti che prevedono la costruzione di impianti irrigui occorre evitare la previsione di spese eccessive che, riferite unitariamente all'ettaro servito, non si dimostrino economicamente giustificate. C) Serre Nella convinzione che l'incremento dellc colture protette possa alterare le regole di concorrenza, l'Esecutivo della Comunità Economica Europea è orientato a non considcrare conformi agli obiettivi della politica agricola comune gli investimenti relativi agli impianti di serre, sia che riguardino il settore ortofrutticolo sia quello floricolo. d ) Viticoltura Per gli interventi in questo specifico settore occorre tener presenti le prescrizioni del Rego!amento CEE n. 816170 del 28 aprile 1970 che, all'articolo 15, sancisce il divieto di concedere aiuti finanziari ai nuovi impianti di viti e dispone che l'intervento del FEOGA possa esscre concesso solo per i reimpianti sempre che essi non comportino incrementi dclla produzione che vada oltre gli effetti della razionalizza7ione dei vigneti e non garantisca un miglioramento della oualith dei prodotti. Pertmto, data l'entitk degli interventi già promossi in questo scttore, le iniziative concerilpnti i vigneti dovranno essere riguardate con estrema cautela, tencndo presente che il M.A.F. (Ministero Agricoltura e Foreste) potrà approvare soltanto le opere intese alla specializzazione degli impianti, in sostituzione di vitigni promiscui ed irrazionali, accertando che siano rispettate le prescrizioni del predetto Regolamento nonché le condizioni concernenti i rapporti di riconversione, che sono indicati nelle seguenti misiire: - nel caso di coltura sp:-.cializzata tale ranporto è fissato i11 un cttaro di vigneto da estirpare in relazione ad un ettaro di ~i,nneto da I-eirnpiantarc; Sulla RIVIERA ADRIATICA DI ROMAGNA al prezzo più equo le migliori vacanze Rimini Cesenatico Bellaria - Igea Marina Riccione Misano Adriatico Cattolica Gatteo Mare San Mauro Mare Savignano Mare e le stazioni termali di : Castrocaro Terme, Bagno di Romagna e Frutta Terme - 45 Km. di spiaggia il più grande e il più attrezzato coniplesso alberghiero d'EUROPA. 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Occorrz: inoltre curare che le nuove iniziative siano 1imitaLe alle zone di produzioni vinicole a DOC (dcnominazioiic d'origine coiitrollata) c che i bcneficiiiri del concorso finaaziario curnunitario si impegnino a d impianta:: vitigiii delle varietà indicate nel E.cgoiamerito CEE 6 ottobre i970 n. 2005/70 pubbiicatu nclla Gazzetta Ufficiale delle Coinuiiità Europce L 224 del 10 ottobre 1970. Iii ogni caso il M.A.F. raccomanda particolare cautela nelle proposte, a d evitare possibili eccedenze strutturali. I n tale coniparto si è rilevata la tendenza di organismi associativi di produttori, che già hanno berieficiato di eoiisistenti assegnazioili finanziarie nei precedenti periodi di operatività, a riproporre richieste di nuovi interventi, spesso di notevole entità. A questo riguardo il Ministero h a ritenuto olipurtuno avvertire che è doveroso graduare razionaimente ed equamente il concorso della Sezione Orientamento del FEOGA, evitanilo concentrazioni di benefici nei medesiini soggetti specie per azioni simili o aiiaìoghe a quelle per le quali hanno già beneficiato di precedenti contributi. Talc principio, valido in linea generale per tutte le categorie di opere, appare vieppiù pertinente se rii'erito a quelle di ristrutLurazioilc olivicoia ove si consideri che i progetti già finanziati devono ancora essere rea- ALLEGATO A Documenti per le domande di finanziamento F.E.O.G.A. (Sezione Orientamento ) A) DOCUMENTI DA INVIARE IN 7 COPIE 1) Domanda 2) Questionario B) DOCUh4ENTI DA INVIARE IN 4 COPIE 1) Atto costitutivo, Statuto ed eventuale regolamento interno (se previsto dallo Statuto) limitatamente alle cooperative e Società, od attestato del riconosciincnto giuridico per gli altri Enti (sia del richiedente che del beneficiario se le due persone sono distintc) 2) Estremi di on~ologazioneda parte del Tribunale limitatamente alle cooperative e Società (sia del richiedente che del beneficiario se le due personc sono distinte) 3) Certificato del competente Tribunale limitatamente alle cooperative e Società (sia del richiedente che clcl beneficiario se le due persone sono distinte)' 4) Certificato clclla Prefettura. solo per le Società Coonerative 5) Elenco dei soci, con indicazioni delle superfici e delie produzioni da conferire se trattasi di impianti di raccolta, conservazione, lavorazione e commercializzazione (del beneficiario) 6) Bilancio consuntivo dell'ultimo esercizio o bilancio preventivo, se l'Ente è di nuova costituzione (del beneficiario) 7) Conto economico dal quale risulti la redditività delle azioni prospettate ed il modo con cui il beneficiario farà fronte alle rate di ammortamento dell'eventuale modello 8) Piano finanziario che specifichi il sistema di reperimento dei fondi e le modalità di rimborso 9) Dichiarazione d'assenso degli Istituti di Credito alle concessioni dei mutui, nel caso di ricorso al mutuo agevolato e/o ordinario. 10) Dichiarazione d'impegno a far fronte con propri mezzi ad eventuali minori partecipazioni da parte della C.E.E. e dello Stato italiano 11) Relazione tecnico-agro-economica che descriva l'attuale situazione dell'impresa, delle opere e delle finalità che s'intende perseguire e che consenta un giudizio sull'importanza dell'azione prospettata, le necessità cui risponde il progetto ed i risultati che si ritiene poter conseguire sotto il profilo tecnico-agricolo, economico e sociale, sia per quanto concerne i redditi che il migloramento delle produzioni 12) Relazione tecnica-costruttiva delle opere progettate (piani di costruzione) impostata su dati chiari e precisi, con l'allegato: computi metrici estimativi disegni e preventivi offerta macchine ed attrezzature e coreografia della zona d'influenza del progetto 13) Tabella riassuntiva delle opere secondo il seguente schema: ' Descrizione sommaria delle opere Capacità lavorativa e sviluppo delle opere (km, h, ql., mc, mq, ha) Produzioni conseguibili e superfici interessate a opere lizzati e conclusi e, in noil pochi casi, stanno incontrarzdo notevoli difficoltà di attuazione. I n via più generale, il M.A.F. lia ritenuto giustamente opportuno sottolineare che l'ampia opei-atività che consentono gli interventi della Sezione Orientamento del FEOGA non può essere, in nessun caso, interpretata colile faciie via per il finanziamento di iniziative scarsamente maturate e frettolosamente impostate o nel caso specifico della olivicoltura, articolate su azioni di normale rnunutenzione degli oliveti non idonee a garantire quel processo di ristrutturazione e dt razioizalizzaziorze degli iinpianti che costituisce la premessa degli interventi previsti. f ) Zootecnia Com'è logico il M.A.F. confida nel massimo inipegno e nella particolare cura dellc Kegioni nel promuovere iniziative nel settore delia zootecnia, con assoluta preminenza per gli allevamenti di bovini da carne, con particolare riguardo alle iniziative, specie di caratiere associativo e sempre che esse abbiano i necessari requisiti di attività agricola articolata s u un'adeguata disponibilità di terreni e di produzioni foraggere. Devono essere in ogni caso esclusi gli allevaiiienti che non abbiano una stretta relaziorze con le prodtiziolzi e gli allevarnerlti u breve ciclo. g) Valorizzazione dei prodotti agricoli Per le iniziative i n tale settore, il M.A.F. i a presente l'esigenza di favorire la inaggiore concentrazione degli impianti promossi da organismi associativi di grado superiore, evitando iniziative di dimensioni modeste e di Quantità lavorata . e prodotta e conservata e trasformata riferite ad unità secondo il sistema adottato , per ciascun impianto / Costi unitari Note i ALLEGATO B Fac-simile della domanda hlla Comunità Economica Europea Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia Sezione Orientamento BRUXELLES Al Ministero dell'Agricoltura e Foreste Direzione Generale dei Miglioramenti Fondiari e dei Servizi Speciali ROMA I1 sottoscritto (1) in qualità di (2) residente in telef. rivolge istanza al fine di ottenere, ai sensi del Regolamento n. 17/64 C.E.E. del Consiglio del 5 febbraio 1964, le sovvenzioni concesse dalla Sezione Orientamento del F.E.O.G.A. nonché quelle che saranno accordate dal Ministero delllAgricoltura e delle Foreste sulla spesa di L. occorrente per la realizzazione di DICHIARA - di non aver beneficiato, né di voler beneficiare per le opere preventivate, di altre prowidenze non contemplate dalle vigenti disposizioni; - di obbligarsi a?. impiegare, nei termini all'uopo prescritti, la intera somma che sarà riconosciuta per l'esecuzione delle opere ritenute ammissibili; - di impegnarsi a non distogliere dal previsto impiego il macchinario e le altre cose mobili installate nel complesso in questione per un periodo di almeno cinque anni dalla data degli accertamenti di collaudo; - di impegnarsi a non mutare per un periodo di almeno cinque anni dalla data degli accertamenti di collaudo, la destinazione dei fabbricati realizzati con le sowenzioni predette; - di esonerare gli Organi comunitari e l'Amministrazione dello Stato da qualsiasi responsabilità conseguente ad eventuali danni che, per effetto dell'esecuzione e dell'esercizio delle opere dovessero esserse arrecati a persone od a beni pubblici e privati e di sollevare le Amministrazioni stesse da ogni azione o molestia.; - che intende avvalersi dell'Istituto bancario (3) quale organismo intermediario. Data FIRMA - - (1) Indicare nome e cognome. (2; Indicare se richiedente oppure richiedente e benefi:iario della ditta (persona fisica o giuridica). (3) Indicare 1'Istituo Bancario (denominazione, sede, agenzia e relativo indirizzo) prescelto per l'accertamento del concorso F.E.O.G.A. dubbia validità economica, non adeguate alle prospettive di sviluppo della nostra agricoltura, nel quadro delle nuove linee della politica agricola comunitaria. Le Regioni dovranno perciò promuovere iniziative che abbiano ampie basi associative, evitando, al contempo, di inserire nei programmi, che verranno proposti al Ministero, gli impianti di valorizzazione e commercializzazione riferiti a singole aziende agricole. L'esigenza della concentrazione degli impianti dovrk essere tenuta presente, in modo particolare, nella impostazione dei progetti per la costruzione di nuovi stabilimenti nel settore lattiero-caseario, in cui, ad evitare indiscriminati aumenti delle produzioni, occorrerà assicurarsi che alla creazione dei nuovi impianti di lavorazione corrisponda, di norma, l'abbandono di vecchi stabilimenti tecnicamente superati ed antieconomici. h) Opere di carattere infrastmttde Per quanto concerne questa categoria di opere - ed in particolare la viabilità rurale - il M.A.F. fa presente che il finanziamento dei progetti deve limitarsi a d una contenuta aliquota degli investimenti proposti dai programmi regionali, dovendosi dare la priorità alle opere capaci di promuovere direttamente lo sviluppo dell'agricoltura e l'accrescimento di reddito agli agricoltori. Inoltre nella impostazione e nella disamina dei progetti, è necessario tener presente che l'intervento finanziario del Fondo comunitario, integrato da quello dello Stato italiano, è subordinato alla condizione essenziale che tali opere abbiano esclusivo carattere rurale e si riflettano, in misura determinante, sullo sviluppo del'economia agricola. Nell'impostazione progettuale delle strade rurali si dovrà tener presente che la loro careggiata utile deve essere contenuta nel limite di m 4,50 (oltre alle banchine e le cunette), e che, in nessun caso, potrà eccedere il limite di m 5; mentre la spesa media a k m dovrà essere contenuta, di norma, per la costruzione di strade nuove nei limiti di 1'0-15 milioni. ALLEGATO C Questionario ( 1 ) relativo alla richiesta di contributo C.E.E. - F.E.O.G.A. (Sezione Orientamento) l. RICHIEDENTE (2) 1.1. Cognome, nome e ragione sociale; 1.2. Indirizzo e sede; S e si tratta di persona giuridica 1.3. (indicare) forma giuridica; 1.4. (indicare) riferimento ai testi legislativi, regolamentari e atti costitutivi che disciplinano la sua esistenza; 1.5. (inviare) statuto e norme di controllo alle quali è sottoposta; 1.6. (inviare) eventualmente, un estratto del registro del commercio; 1.7. Oggetto ed estensione delle principali attività del richiedente; 1.8. Area geografica sulla quale si estendono queste attività; 1.9. Qualità del richiedente in relazione al progetto; 1.10. Eventualmente, designazione dell'organismo a nome del quale è presentata la domanda di concorso. 2. BENEFICIARI (ai sensi dell'art. 22, par. 1 del Regolamento 17/64) a ) Persona giuridica (indicare) riferimento ai testi legislativi e regolamentari che disciplinano la sua esistenza; (inviare) statuto e norme di controlli alle quali è sottoposta; (inviare) eventualmente, un estratto del registro di commercio: Indirizzo o sede; Oggetto ed estensione delle principali attività del beneficiario; Area geografica sulla quale si estendono queste attività; Situazione economica (per es. bilancio accompagnato da una analisi), per nuove imprese, un bilancio di previsione che precisi a corredo dei dati numerici le conseguenze dell'investimento sul grado di solvibilità e di liquidità del beneficiario; 2.8. Rapporti giuridici, economici e finanziari con il richiedente; 2.1. 2.2. 2.3. 2.4. 2.5. 2.6. 2.7. 2.9. 2.10. 2.11. 2.12. 2.13. b) Persona fisica Indirizzo o - nel caso di più persone - localizzazione geografica; Numero dei beneficiari; Oggetto ed estensione delle principali attività del beneficiario; Situazione economica e sociale; Rapporti giuridici, economici e finanziari con il richiedente. 3. AZIONE PROSPETTATA AI SENSI DELL'ART. 11 i ) Solo iniziative valide La circolare del M.A.F. h a poi richiamato l'attenzione delle Regioni sulla esigenza che i « programmi » siano impostati s u iniziative ponderate, economicamente valide e, cosa assai importante, sostenute d a una comprovata volontà e capacità realizzativa da parte dei richiedenti. I n ogni caso non possono essere comprese nel programma le domande prive della prescritta documentazione e, in modo particolare dei progetti esecutivi. Infatti, l'in~pegnodi ristrutturazione della nostra agricoltura ed il confronto comunitario dei progetti impongono un rigoroso vaglio delle richieste di interventi, essendo prim o dovere di chi è investito delle responsabilità scelte, evitare che l'Amministrazione italiana si trovi, al momento della realizzazione dei progetti, di fronte a d una fiacca volontà operativa e a d una serie di richieste di modifiche progettuali che male celano la scarsa capacità di effettuare gli interventi per i quali sono stati sollecitati gli aiuti finanziari. 3.1. Descrizione dell'attuale situazione dell'impresa che consenta un giudizio sull'importanza dell'azione; 3.1.1. a quali necessità risponde il progetto presentato? a ) (per l'impresa) b) (per il raggio d'azione del progetto) 3.1.2. in quale misura le corrispondenti necessità sono attualmente soddisfatte? a) all'interno dell'impresa b) all'interno del raggio d'azione del progetto; 3.2. Localizzazione geografica - precisare I'ubicazione ed il raggio d'azione del progetto -; 3.3. Descrizione economica generale dell'azione prospettata, precisando gli effetti diretti ed indiretti; 3.4. Descrizione tecnica dettagliata delle azioni e dei lavori prospettati; 3.5. Preventivo complessivo dei costi delle azioni e dei lavori. Indicare la base di calcolo e la data delle stime e allegare i documenti giustificativi; 3.6. Programma previsto per l'esecuzione delle azioni e dei lavori prospettati: - specifiche e ripartizioni nel tempo - date previste per l'inizio e la fine dell'azione e dei lavori; 3.7. Modalità d'esecuzione (economia, appalto, ecc.); 3.8. Responsabilità dell'esecuzione delle azioni e dei lavori (direttore dei lavori); 3.9. Importanza del progetto nell'ambito dell'economia generale, eventualmente nei piani nazionali, nel quadro regionale e locale; 3.10 Risultati che si ritiene di poter conseguire sotto il profilo tecnico-agricolo e su quello economico-sociale, eventualmente, per quanto concerne i redditi, il volume della produzione, l'occupazione; 3.11. Ammontare dei fondi privati e pubblici, il cui investimento concomitante od ulteriore costituirebbe un complemento indispensabile ed utile per la piena efficacia del progetto presentato. 11 - Presentazione delle domande 4. FINANZIAMENTO PREVISTO Partecipazione del richiedente (3) 4.1. 4.2. 4.3. 4.4. Per il 1973, il Ministero Agricoltura e FOreste ha emanato alle Regioni le seguenti disposizioni relative ai termini di presentazione delle domande e della documentazione dei progetti tendenti ad ottenere il contributo del FEOGA: con capitali propri; mediante prestiti (condizioni); con re stazioni in natura (modo e base di calcolo); (garanzie); Partecipazione dei beneficiari 4.5. con capitali propri; 4.6. mediante prestiti (condizioni); 4.7. con prestazioni in natura (modo e base di calcolo); 1) il termine per la presentazione alle Regioni delle domande corredate dagli atti progettuali e dalla relativa documentazione prescritta, da parte degli Enti, dei Consorzi, degli Organismi associativi e degli operatori agricoli in genere: 30 dicembre 1972; Partecipazione dello Stato mem5ro - (con la conferma di tale autorità); 4.8. sovvenzioni in denaro; 4.9. abbuono di interessi (indicare il tasso di interesse a carico del beneficiario e quello a carico dello Stato membro così come il montante sul quale è effettuato questo abbuono); 4.10. garanzie; 4.11. in quale misura e a quali condizioni i beneficiari sostengono l'onere finanziario per la reaiizzazione dell'azione, per es. oneri di ammortamento, di interessi ed altre spese (precisare a sostegno delle cifre indicate l'effetto dell'investimento sulla redditività); 4.12. scadenze degli impegni e dei pagamenti. 5. CONCORSO RICHIESTO 5.1. In~portoe condizioni (per es. rateazioni, cioè a dire le date successive alle quali la sovvenzione del F.E.O.G.A. dovrà eventualmente essere concessa, allorché non è stata accordata in unica soluzione): 25% o maggiore aliquota, nel suo importo massimo, qualora sia stabilita dal relativo programma. 6. CRITERI Informazioni necessarie per la valutazione della conformità del progetto ai seguenti criteri. 6.1. Rapporto con l'attuazione della politica agricola comune (art. 14, par. 1 b); 6.2. Effetto economico durevole dell'intervento (art. 14, par. 1 C ) ; Criteri speciali al miglioramento della struttura e all'orientarnento della produzione (articolo I l , par. l a e b) 6.3. Vitalità e competitività delle imprese agricole (art. 14, par. 2 a); 6.4. Divulgazione e formazione professionale (art. 14, par. 2 b); 6.5. Situazione sociale ed economica dei lavoratori (art. 14, par. 2 C ) . CRITERI di priorità: eventuale inserimento in un insieme di misure intese ad incoraggiare lo sviluppo dell'economia regionale (art. 15, par. l ) 6.6. I1 progetto si inserisce in un insieme di misure (4) destinate ad incoraggiare lo sviluppo armonioso della regione (5) nella quale sarà eseguito il progetto? In senso affermativo: indicare le principali leggi, disposizioni e direttive regionali che fanno parte di questo insieme; in concreto, si dovrà far richiamo alle direttive regionali emanate in applicazione del « Piano Verde n. 2 n; In caso negativo: non sarà necessario rispondere alle seguenti domande. 6.6.1. Qual'è la delimitazione dell'area geografica in cui sia la produzione, sia la raccolta dei prodotti agricoli sono influenzati dal progetto da eseguire? 6.6.2. Quali sono: - lo scopo generale - il contenuto sommario - l'influenza economica diretta e indiretta - i legami (6) diretti ed indiretti con il progetto di ciascuna delle misure indicate al punto 6.6.? 6.6.3. Qual'è la delimitazione dell'area geografica nella quale si estende l'azione di ciascuna delle misure indicate al punto 6.6.? 6.6.4. Qual'è il legame nel tempo tra l'esecuzione di ciascuna misura indicata al punto 6.6. e quella del progetto? (tali misure precedono, accompagnano o seguono l'esecuzione del progetto?) 6.6.5. Chi è il responsabile dell'esecuzione di ciascuna delle misure indicate al punto 6.6. ed, eventualmente, del loro coordinamento? Data FIRMA: INDIRIZZO: (1) Nella compilazione del questionario è necessario esporre completamente quanto richiesto da ciascun quesito., E' bene quindi non rimandare alla lettura dei vari atti progettuali, anche se questi risultano più dettagliati. E necessario invece ripetere in modo chiaro e completo, anche se riassuntivo, quanto esposto nelle relazioni e negli allegati progettuali. Ciò è valido soprattutto per quanto riguarda le risposte ai vari punti del quesito 3. Le risposte al questito 4 e 5 devono essere anche in questo caso molto chiare indicando percentuali e importi totali e parziali relativi al finanziamento richiesto. Si tenga presente, quindi, che il questionario deve fornire tutte le indicazioni relative al progetto e deve essere compilato in maniera tale che sia sufficiente la sola lettura di esso per avere una visione d'insieme dell'iniziativa. (2) I1 Regolamento n. 17/64 distingue fra richiedente e beneficiario. Le due figure possono coincidere od essere distinte poiché la domanda può essere anche presentata per nome e per conto. ~ichiedénteè la Dersona fisica o giuridica su cui grava, in definitiva, l'onere non coperto da contributo comunitario o nazionale. Questa pagina va compilata solo quando il richiedente sia diverso dal beneficiario. (3) Compilare solo nel caso che il richiedente partecipi finanziariamente alla realizzazione del progetto. (4) Delle misure costituiscono un insieme solamente se esistono tra di loro dei legami di funzionalith. (5) L'area geografica indicata al punto 6.6.1. (6) Tali legami possono essere di natura amministrativa, giuridica. finanziaria, economica e tecnica. - - --- A 2) le Regioni hanno dovuto inviare al Ministero l'elenco di tutte le domande p r e sentate entro il 15 gennaio 1973; 3) le Regioni inoltre - ai sensi dell'articolo i3 del DPR 15-11-1972 n. 11 -, hanno dovuto comunicare al Ministero il programma regionale entro il 28-2-1973; detto programma doveva essere articolato in due parti distinte: l'una concernente le proposte favorevoli all'ammissione al finanziamento, corredate delle relative motivazioni, l'altra concernente le proposte di esclusione dai finanziamenti e le relative motivazioni negativa. Inoltre le Regioni hanno dovuto trasmettere i fascicoli relativi a tutte le domande di contributo presentate dagli Enti, dalle Asse ciazioni e dagli Operatori agricoli, unitamente ad un circostanziato rapporto informativo in triplice copia. 12 - I1 fascicolo della documentazione Se i termini delle scadenze possono variare, se l'istruttoria del Programma r e g i e nale riguarda il competente Assessorato, i fascicoli della documentazione - la quale è rimasta pressoché identica da alcuni anni e tale, prevedibilmente, sarà ancora - riguardano gli operatori agricoli, desiderosi di avere il contributo del FEOGA: - il fascicolo dovrà essere corredati; dagli elaborati progettuali e dai documenti indicati nell'allegato A; - la domanda e il questionario dovranno essere redatti secondo gli schemi di cui ng!i allegati B e C. In particolare si raccomanda di porre la massima cura e precisione nella redazione dei seguenti atti: -- il questionario dovrà essere compilato in modo completo ed esauriente in ogni suo punto; - la relazione tecnico-economica dovrà essere impostata su concrete realtà produttive, lavorative e commerciali, con accurate descrizioni dei piani di ammortamento dei lavori progettati. In essa dovrà essere ben evidenziata l'attuale situazione dell'impresa e l'effetto economico dell'azione progettata onde consentire un giudizio circostanziato sulla impostazione e sui risultati che si prevede di poter conseguire, sotto il profilo agroeconomico e sociale; - il piano finanziario dovrà contenere la specifica indicazione dei sistemi di reperimento e di rimborso dei capitali occorrenti per l'esecuzione delle opere progettate, mediante una analitica esposizione dei dati relativi alla redditività delle opere. Supplemento al n. 5 - maggio 1973 di « Comuni d'Europa P.zza di Trevi. 86 - 00187 ROMA »