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Direz. e Redaz.: Piazza di Trevi, 86 00187 ROMA
ANNO XXI N. 5 - Maggio 1973
Spedizione in abbonamento postale Gruppo 111/70
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O R G A N O MENSILE
DELL'ASSOCIAZIONE
I T A L I A N A PER I L C O N S I G L I O
DEI C O M U N I D'EUROPA
La riunificazione
dei federalisti
S i è svolto a Bruxelles il Congresso ricostitutivo
del1'Unione Eriropea dei Fedevali.sti. Siamo lieti
di ospitare u n o scritto di Carlo Ernesto Meriano, m e m b r o del Brtreau del iltrovo organismo,
che illttsira il significato dell'avvenirnento.
I1 Congresso dei iederalisti europei, svoltosi a Bruxelles dal 13 al 15 aprile 1973, ha
segnato la nascita delllUnione Europea dei
Federalisti, sorta dalla fusione tra il Movimento Federalista Europeo e l'Associazione
Europea dei Federalisti. Si chiude così, anche
formalmente, una lunga seccssione non più
rispondente alla realtà di una situazione profondamente mutata. La contrapposizione tradizionale t r a i massimalisti e i riformisti del
federalismo - intesi, i primi, al superamento dello Stato nazionale attraverso la promozione di un processo costituente a livello
curopeo e fiduciosi, i secondi, nelle virtù
del gradualismo proprio del metodo comunitario - trovava, per comune constatazione, sempre minore riscontro nelle reali
possizioni dei gruppi contrapposti, per il mutare della congiuntura storica e per la stessa
innegabile cvoluzione del pensiero di alcuni
tra i principali protagonisti delle vecchie
contese. Come spesso accade in casi simili,
mentre le etichette pcrdcvano semprc più
di significato, un lungo strascico di sospetti
e di giudizi stereotipi avcva continuato per
anni a dividere i due tronconi del movimento, anche a motivo di sensibili diversità
psicologichc, inerenti alle condizioni tutt'altro che omogenee in cui operavano ed operano i singoli gntppi nazionali.
La fusione realinata a Bruxelles corona a
questo riguardo una lunga marcia di avvicinamento intrapresa soprattutto a d iniziativa
della Commissione Italiana del MFE e dell'Europa-Union tedesca - i nuclci principali
delle due organizzazioni federaliste - la cui
svolta decisiva si era avuta circa un anno fa,
a Nancy, con la decisione, assunta contemporaneamente dal Congresso del MFE e dal
Comitato fcderale delllAEF ( l ) , di crearc organismi provvisori comuni, col mandato di
definire le condizioni statutarie e politiche
di una possibile riunificazione. Da questo
punto di vista, il Congresso di Bruxelles
aveva essenzialmente il compito di ratificare
lo Statuto e la Dichiarazione politica appro( 1 ) I tcsti dei di>cunienti approvati a Nancv sono riportati nel n. 2 - febbraio 1973 di C Comuni d'Europa r
(N.d.R.).
COMUNI D'EUROPA
vati dal Comitato comune dopo un laborioso negoziato. Tale ratifica, che offriva
un assai modesto margine al dibattito congressuale, data l'ovvia impossibilità di proporre emendamenti, è puntualmente avvenuta, all'unanimità per quanto riguarda lo
Statuto e alla quasi unanimità per la Dichiarazione politica. Era del resto inevitabile che il primo Congresso della nuova
organizzazione unitavia si preoccupasse in
primo luogo di fondare su basi solide i
propri equilibri interni, facendo largo posto
ai problemi di questa natura e attribuendo
preminente importanza alle garanzie derivanti da una ponderazione della rappresentanza dei singoli gruppi nazionali, nonostante
l'impazienza manifestata al momento delle
votazioni soprattutto da parte dei giovani,
giustamente ansiosi di introdurre al più presto il massimo di sopranazionalità nelle nuo-
LUCIANO BOLIS
Organizzata dal Comitato italiano per la Giornata d'Europa, a cui I'AICCE dà la collaborazione delle sue strutture politiche e organizzative, la celebrazione del 5 maggio si è svolta
quest'anno in Campidoglio con l'intervento del
Presidente della Repubblica, Giovanni Leone.
Dopo un'introduzione dell'on. Antoniozzi, presidente del Comitato, il discorso d'occasione è
stato tenuto da un uomo di governo che è tra
i pochi, che si siano costantemente occupati
- e occupati con cognizione di causa - delle
cose europee, l'on. Emilio Colombo. Il resto
della cerimonia è consistito nella consegna a
Luciano Bolis di una targa delllAICCE da parte
del Capo dello Stato e nella premiazione di un
gruppo di studenti che hanno partecipato ai
lavori della Giornata europea delle Scuole. La
targa dell'AICCE recava il seguente testo:
« La Sezione italiana / del Consiglio dei Comuni d'Europa / a Luciano Bolis / luminoso
testimone che le origini / del federalismo europeo sono nella Resistenza / nella lotta antifascista per la libertà e la democrazia / e per
un nuovo modello di società umana / Roma
Campidoglio 5 maggio 1973 m.
Agli studenti Giovanni Leone ha consegnato
una medaglia del Comune di Roma e una copia
del libro di Bolis I1 mio granello di sabbia n,
testé ristampato e che narra l'episodio in cui,
appunto, Luciano, imprigionato dai nazifascisti,
tentò ripetutamente di suicidarsi per non cedere
alle torture ed evitare così di rivelare il nome
dei suoi compagni partigiani e dati organizzativi
della Resistenza. Luciano Bolis è stato, come si
sa, uno dei pionieri del Movimento federalista
europeo.
Nella foto in prima pagina si vede il Presidente Leone, che ha al suo fianco il pro-Sindaco
di Roma Di Segni, stringere la mano a Bolis
dopo avergli consegnato la targa dell'AICCE.
Di questa parte della manifestazione la TV non
ha dato cenno, mentre le sue telecamere, dopo
aver inquadrato il Capo dello Stato e il relatore
Colombo, hanno trovato il tempo di soffermarsi sul volto del Presidente della stessa
RAI-TV, non si sa per quali eccezionali meriti
europeistici. In seguito a questa incredibile
« censura n l'Esecutivo nazionale delllAICCE, riunito a Roma 1'8 maggio, ha preso una sua posizione critica, che si è estrinsecata nel seguente
passaggio di un comunicato dell'ufficio Stampa
dell'AICCE:
«Al termine dei suoi lavori il Comitato Esecutivo ha stigmatizzato il modo in cui la RAITV, attraverso diverse edizioni del telegiornale,
ha informato i telespettatori italiani sulla Giornata d'Europa, celebrata il 5 maggio in Campidoglio: si è infatti completamente omessa la
consegna che il Presidente della Repubblica ha
compiuto di una targa di riconoscimento a uno
dei più puri eroi della nostra Resistenza, Luciano Bolis: questo era ovviamente un punto
centrale della manifestazione, perché stava a indicare gli stretti legami tra la Resistenza e la
lotta per un'Europa sovranazionale e democratica. Ancora una volta l'europeismo della RAITV si è dimostrato di tipo evasivo e qualunquistico n.
ve strutture. Contro tali impazienze, la grande maggioranza dei delegati si è peraltro
dimostrata sensibile alle ragioni che, proprio nella logica del federalismo, impongono di conciliare il carattere globale della
rappresentanza con il rispetto delle autonomie, ragioni tanto più cogenti del resto in
una delicata fase di rodaggio come quella
che attraversiamo.
A un anno dalle decisioni di Nancy, che
erano state prese non senza contrasti, i
federalisti riuniti a Bruxelles hanno comunque dimostrato di considerare ormai I'unificazione come un esito scontato e privo di
reali alternative. In questo senso, partice
larmente felice è stato l'intervento di un
esponente della vecchia guardia come I'olandese Brugmans, fondatore e rettore per
molti anni del Collegio d'Europa di Bruges,
che ha sottolineato I'impossibilità di attendersi dal movimento unificato una linea
politica rigorosamente unitaria e la necessità di concepirlo, sull'esempio del N Congresso » ghandista, come una sorta di « fronte » europeo, aperto al suo interno ad una
crescente dialettica tra orientamenti diversi,
destinati a costituire l'embrione di una
pluralità di forze politiche sovranazionali.
Oltre che una condizione di efficienza e di
accresciuto peso politico, la ritrovata unità
dei federalisti è da questo punto di vista il
frutto di una generale maturazione che,
mentre ha reso, se possibile, ancor più acuta
in tutti la percezione della necessità e della
urgenza di una soluzione europea dei maggiori problemi avvertiti dalle singole società
nazionali, ha reso anche evidente I'inevitabilità di qualificazioni politiche diverse e contrastanti, anche all'interno di tale orizzonte
storico.
Se la Dichiarazione politica, ispirata ad
una rigorosa e coerente concezione federalista degli obiettivi e della struttura di una
Europa Unita, non è stata contestata da
nessuno a livello dei principi, nel corso dei
lavori congressuali sono emerse appunto le
qualificazioni di cui si diceva. La mozione
conclusiva appare come la sintesi di due
diversi orientamenti, nella misura in cui
sottolinea, da una parte, la priorità da riconoscersi all'obiettivo delle elezioni e u r e
pee, in quanto elemento suscettibile di operare un salto qualitativo nel processo di
integrazione, avviando una reale democratizzazione del~le istituzioni comuni e pone,
dall'altra, l'accento sulla necessità di raccordare strettamente il discorso istituzionale
alle proposte politiche da elaborarsi intorno
ai principali temi dell'attualità europea. La
strategia delle elezioni europee, portata innanzi con particolare tenaoia dai federalisti
italiani ed olandesi, anche attraverso la predisposizione di proposte di legge per I'elezione unilaterale dei rispettivi rappresentanti
nazionali e vigorosamente ribadita nella relazione politica di Mario Albertini, viene
così a convergere con il progetto di una
articolata risposta federalista alle grandi
sfide dell'attuale congiuntura storica europea, di cui è stato alfiere in questi anni
Altiero Spinelli, non a caso tornato proprio
in questa circostanza ad un più diretto impegno nel movimento, entrando a far parte
del Bureau della nuova organizzazione unitaria. Questa posizione di sintesi si fonda
in sostanza sul riconoscimento che la stessa
battaglia per le elezioni europee, lungi dal
contrastare col graduailismo d'e1 metodo co-
maggio 1973
munitario, ne postula l'estensione agli stessi
meccanismi istituzionali di formazione della
volontà politica, estensione imposta ormai
dalla stessa crescente complessità dei problemi che la Comunità è chiamata a risolvere.
Intorno a questa piattaforma generale,
non sono mancate caratterizzazioni più generalmente politiche, con particolare riguardo ai prob~lemi internazionali. La preoccupazione, particolarmente viva nei giovani, in
Germania e in Gran Bretagna non meno
che in Italia ed in Francia, di riqualificare
da sinistra il discorso federalista, mettendo
in discussione tanto la collocazione rigoro
samente atlantica prevalente nell'europeismo
degli anni '50 quanto lo stesso modello d;
una integrazione fondata in misura prepon.
derante sui meccanismi del mercato, non
ha mancato, com'era del resto prevedibile,
di scontrarsi con le divergenti valutazioni
di altri gruppi. La stessa partecipazione al
Congresso di illustri esponenti dell'opposizione democratica greca e spagnola, come
Lady Fleming e il professor Tierno Galvan,
pur essendo stata accolta dai delegati con
unanime consenso, ha dato luogo indirettamente ad un vivace dibattito tra coloro che,
come gli italiani, ritenevano indispensabile
inserire nella mozione conclusiva un esplicito riferimento alle dirette responsabilità
della Comunità Europea verso i Paesi del
Mediterraneo sottoposti a dittatura fascista
e quanti stimavano viceversa preferibili generiche dichiarazioni antitotalitarie, di intonazione piuttosto morale che politica. Una
proposta formale, avanzata da Martini (*),
per una esplicita condanna delle dittature
« mediterranee D e contro relazioni di asscciazione tra queste e la Comunità europea
è stata approvata, pur dopo una impegnata
discussione.
A questo riguardo come ad altri, l'esito
del confronto congressuale ha comunque
dato ragione a quanti avevano ritenuto infondata la preoccupazione che il gruppo italiano - numericamente esiguo rispetto ad
altri, dotati di più solida struttura orgailizzativa, come l'Europa-Union tedesca, ovoero di larghi mezzi finanziari, come quello
britannico - rischiasse di essere fagocitato
all'interno di una organizzazione comune
Sarà bene tuttavia non dimenticare che sj
tratta soltanto dell'inizio di un discorsa ancora tutto da fare. La raggiunta unificazione
imporrà infatti necessariamente a tutti i
federalisti di ripensare in termini nuovi le
modalità della loro presenza ad ogni livello
e la loro stessa specifica funzione rispetto
alle forze politiche nazionali, tenendo conto
così della carica volontaristica che è il patrimonio più geloso del~la loro tradizione
come delle responsabilità che loro derivano
dalla necessità, riconosciuta dal nuovo Statuto, di consolidare i vincoli che li uniscono,
nell'ambito del Movimento Europeo, a tutte
le forze impegnate nella comune battaglia.
I documenti approvati dal Congresso
Risoluzione politica
I1 vertice di Parigi ha indicato delle mete
da raggiungere prima del 1980; ha precisato
alcuni problemi e alcune scadenze. Bisogna
(*) Hanno partecipato al Congresso di Bruxelles, pur
intervenendo ai lavori come membri del MFE, alcuni
componenti del Consiglio Nazionale dell'AICCE, fra cui:
Serafini, Di Cocco, Albertini, Pistone. oltre a Martini,
sopra ricordato.
maggio 1973
spingersi oltre e far sentire all1Europa il
senso della sua responsabilità nel mondo e
la necessità di trasformare la società.
L'UEF condanna e combatte tutte le forme di totalitarismo e farà ogni sforzo per
ristabilire le libertà essenziali al pieno sviluppo della persona umana.
I problemi urgenti si accumulano e non
trovano soluzione. Le decisioni comunitarie
sfuggono ad ogni controllo democratico. E
tale mancanza di democrazia diventa sempre più inaccettabile man mano che ci si
avvicina alllUnione Europea, prevista dal
Vertice. Lo svilimento della funzionalità dei
meccanismi comunitari, il veto al Consiglio
dei Ministri e il rifiuto di fissare l'elezione
del Parlamento Europeo, dotato di poteri
reali, col suffragio universale diretto (articolo 138) hanno bloccato gli indispensabili
progressi della Comunità.
Per uscire da questo immobilismo istituzionale, bisogna formare la volontà politica
dei nostri popoli per e con l'elezione del
Parlamento Europeo. L'elezione unilaterale
sarebbe una tappa importante verso questo
fine.
L'UEF chiede alla Commissione europea
di assumersi in pieno le proprie responsabilità proponendo formalmente, nel suo rapporto per il prossimo Vertice, che la prima
elezione abbia luogo nel 1977.
L'UEF chiede ai suoi militanti di approfondire e di intensificare il dibattito sul
contenuto sociale e sugli orientamenti poli.
tici delllEuropa, allo scopo di tradurre questi
studi in azione politica europea della stessa
UEF; soprattutto nei seguenti settori:
- I'adeguamento progressivo dei partiti
e dei sindacati a livello europeo;
- la definizione dei rapporti delllEuropa
con gli Stati Uniti, con gli altri paesi industrializzati e quelli del Terzo Mondo;
- la sicurezza europea e la riduzione
equilibrata degli armamenti nel contesto
della politica Est-Ovest;
- la politica da seguire nei confronti
delle dittature esistenti nelllEuropa mediterranea proclamanti la loro volontà di associarsi alla Comunità per permettere ai popoli di Spagna, Grecia, Turchia e Portogallo,
di ristabilire le libertà democratiche e di
integrarsi in seguito nellJEuropa Federale;
- la realizzazione dell'unione economica e monetaria;
- la politica regionale, che richiede maggiore sovranazionalità e partecipazione a
tutti i livelli;
- la politica sociale, i rapporti tra lavoratori e imprese, la sfida che rappresentano i milioni di lavoratori emigranti, i p r o
blemi della crescita e della qualità della
vita.
Risoluzione sulla sovranazionalità del Movimento
Affiinché la sovranazionalità del nostro m e
vimento sia vissuta da tutti i militanti anche nell'intervallo dei Congressi europei e
per arriochire i dibattiti federalisti di contributi esterni, il Colngresso dell'UEF racco
manda alle organizzazioni nazionali di tenere
i rispettivi Congressi con la partecipazione
COMUNI D'EUROPA
dei responsabili federalisti degli altri paesi.
A questi verrà chiesto di esprimere il loro
parere su ciò che si attendono dall'organismo invitante, allo scopo di mantenere gli
adeguamcnti nazionali alla linea politica e
strategica dell1UEF entro limiti accettabili
da tutti, e salvare così la coesione europea
dell'organizzazione.
0.d.g. sulla crisi della democrazia italiana
Il Congresso dei federalisti europei, riunito a Bruxellcs dal 13 al 15 aprile 1973, fortemente impressionato dai gravi episodi di
violenza fascista sopravvenuti in questi giorni
a Milano,
esprime la sua viva preoccupazione davanti
alla chiara manifestazione di un preciso progetto di capovolgimento dell'ordine istituzionale democratico in un paese membro
della Comunità europea;
sottolirzea il significato di avvenimenti di
tal genere quali indici di una evoluzione capace di aggravare, anche sul piano politico,
i rischi - già impliciti nella situazione attuale - di vedere l'Italia uscire dalla Comunità europea e aumentare in tutta Europa
il pericolo di una evoluzione autoritaria, con
evidente pregiudizio per la creazione di
una Europa federale;
invita tutte le forze politiche italiane ed
europee, che hanno partecipato alla Resistenza antifascista e tutti coloro che si rifanno a questo ideale, a riaffermare la loro
attiva sollidarietà dinnanzi alla minaccia di
nuovo presente;
auspica che i principi della Costituzione
italiana e le leggi contro la ricostituzione
del disciolto partito fascista siano rapidamente e pienamente applicati e che il Parlamento italiano conceda a tal fine l'autorizzazione ad agire contro il Segretario politico
del MSI, Almirante, come richiesto già da
lungo tempo dalla Magistratura.
Risoluzione sull'europeizzazione dell'insegnamento nelle scuole
I1 Congresso dell'UEF,
cosciente del fatto che l'integrazione europea esige, fra l'altro, che l'educazione dei
nostri figli sia inserita in un contesto europeo;
constata che, nonostante le scuole europee
siano nate con una funzione europea pubblica, alcune materie fondamentali co~mela
sto~ria,la letteratura e la geografia non vi
sono ancora insegnate in una prospettiva
sufficientemente europea;
considera che il programma di insegnamento
delle scuole europee dovrebbe fungere da
modello per l'educazione dei ragazzi in tutte
le scuole nazionali;
raccoma~zda ai responsabili dell'educazione
in tutti i nostri paesi di risolvere i problemi posti dalla presenza dei figli di milioni
di lavoratori migranti.
0.d.g. della J.E.F.
I1 Congresso dell'UEF
ricorda che il regime fascista greco, a sei
anni di distanza dal colpo di stato dei colonnelli, è ancora al potere cd ha intensificato
la sua azionc repressiva contro le forze democratiche;
constata che non so810 l'aiuto degli USA ma
anche l'inerzia dei Governi europei tiene in
vita questo regime;
è convitzto che l'inerzia dei Governi europei
non corrisponde alla volontà antifascista del
popolo europeo;
affevina che il fascismo in Grecia non è un
problema solo del popolo greco ma di tutti
i democratici in Europa e che solo lottando
per la democrazia europea si potrà liberare
il popolo greco dalla dittatura e l'Europa
dal pericomlo fascista;
si impeg~zaa sostenere fattivamente e fino
in fo'ndo la Resistenza greca;
invita le autorità europee ad intervenire a
favore dei coraggiosi oppositori di quel regime, in particolare degli studenti e dei
loro difensori attualmente detenuti in prigione.
I nuovi organi
E tienne HIRSCH
Presidente
Membri titolari del Comitato federale
Henk ABEN;Ota ADLER; Mano ALBERTINI;
Hugh
BAKER;
Bernard BARTHAIAY;
Johan BENGT-PAHLSSON;
Luciano BOLIS;Jan BOSSUYT;
Henk BRUGMANS;
Teresa CAIZZI;Giuliano CARLINI;
Guido COMESsi\Trr; Germain DESBOEUF;
Jacopo DI Cocco; Ludo
DIERICKX;
Vincent DOWD;Gerhard EICKHORN;
Erwan FOUERE;Karen Focc; Fernand GOLD
SCHMIDT;
Albert GORDIANI;
Jean-Pierre Gouzy;
Barbara KEENE;Ferdinand KINSKY;Werner
KLOCKNER;
Bruno KRAFT;
Wolfgang KRAMER;
Walter Anton KUNNEN;
Hans Henrik LIDGAARD;
Eugène LINSTER;Theo LOCH;Dominique MAGNANT;
Carlo Ernesto MERIANO;
Robert MARGULIES;
J. H. C. MOLENAAR;
Karl MOMMER;
Wolfgang MAYRHOFER-GRUENBULH;
Pierre MORIQUAKD;
Giampiero
ORSELLO;
Peter OSTEN;
Hans PAWLIK;
Fritz PETERMANN; John PINDER;
Sergio PISTONE;
Noel PRIESTLEY; Jozef PROSSER;
Hartmut RABICH;
Carlo REINERS; Jean-Francois RICHARD;
Francesco RossoLILLO;
Roel ROTSHUIZEN;
Claus SCHONDUBE;
JeanCiaude SEBAG;
Umberto SERAFIKI;
Jean-Claude
SINNER;
Henk G. SOL;Kees SPMN;Tom SPENCBR;
Altiero SPINELLL;
Otto STEIDLER;
Piet-Hein KAARS
SYPESTEYN;
Ernest TEIOMPSON;
Enrique TIERNO
GALVAK;
Robert van SCHENDEL;
Stanislav VELINSKY;Hans von dcr GROEBEN;
Charlotte von der
HERBERG;
Georg WIECK;Max WRATSCHGO;
Wolfgang
WRATSCHGO;
Ernest WISTRICH.
Membri supplenti
chiede con urgenza che i libri di storia,
geografia e letteratura siano migliorati in
senso europeo affinché possano essere utilizzati sia nelle scuole europee che in quelle
nazionali;
Otto BARWNG;
Ulrich BOIINER;Alice CLEMENT;
Bernard COUDRET;
Rudolf DUMONT
Du VOITEL;
Rainer B. GIESEL;Norman J. HART;Michael
HOLZHAUSER;
Claude-Marce1 HYTTE;Ernst JOHANso^; Franz-Joseph KLEIN;Lucio LEVI; Raymond
M~Es;Massimo MALCOVATI;
Giovanni MELEN;
René
MOKTAUT;
Wielfried MULLER;Anne-Marie PEUS;
Peter PFEIFER;
Derek PRAG;
Franz PRASSNEG;
Julian
PRIESTLEY;
André Rossr~o~;
Giuseppe USAI; Rob
VAN DEN TOORN;
Jan Willem van der DUSSEN;
Max WEISGLAS;
Richard WYATT;Adolfo COMBA
chiede alle istanze europee, e soprattutto al
Consiglio europeo delle scuole europee, nazionali e di organismi privati, di intraprendere azioni in questo senso;
David BAKER;
Rolf E. BURMEISTER;
Arthur CALTEUX; Henri CARTAN;
Werner HENKING;
Stefan
SCHEPERS;
Giovanni VICARIO.
(cooptato).
Membri del Collegio dei probiviri
COMUNI D'EUROPA
4
maggio 1973
Le Commissioni di studio del CCE
a cura di Gianfranco Martini
la I Commissione del CCE a Oestrich Winkel
Comuni, Enti locali intermedi, Istituzioni supercoin unali
Aprendo la riunione della 1" Commissione
di studio del Consiglio dei Comuni d'Europa
tenutasi a Oestrich Winkel (Repubblica Federale tedesca) il 23 marzo scorso (") il Primo
B o r g o m a s t r ~di Stoccarda Hahn, Presidente
della Commissione stessa, sottolineava la
necessità che i dibattiti che in essa avevano
luogo fossero opportunamente pubblicizzati.
Detta Commissione infatti si occupa dei problemi delle strutture amministrative regionali e locali nei vari Paesi democratici membri della Comunità europea e del Consiglio
d'Europa; essa studia le riforme in corso,
effettua gli opportuni confronti e individua
le esigenze di armonizzazione - a livello
europeo - di certi istituti, p u r tenendo presente la peculiarità delle diverse tradizioni
storiche e delle varie situazioni nazionali.
Essa non persegue dunque il miraggio dell'uniformità, sempre astratta c velleitaria in
questo campo, ma analizza il pluralismo degli ordinamenti che devono però tutti ispirarsi alla necessità di meglio tutelare i valori della democrazia locale e rispondere a
un sempre più sentito bisogno di razionalizzazione delle strutture decisionali pubbliche. I1 confronto tra detti ordinamenti diventa quindi una tappa indispensabile per
poter suggerire alle autorità nazionali e alle
istituzioni europee tutti quegli interventi che
valgono a meglio inserire i poteri locali e
regionali nella costru~ione delllEuropa. Accanto alle strutture, detta Commissione di
studio del CCE si occupa ovviamente anche
degli aspetti finanziari e fiscali, senza i
quali le strutture stesse rischiano di rimanere delle costruzioni teoriche spesso impotenti.
La riunione di Oestrich Winkel prevedeva
all'ordine del giorno i seguenti argomenti:
l ) il Landkreis nella Repubblica Federale Tedesca;
2) la riforma degli enti locali in Gran
Brctagna: orientamenti riguardanti i comuni piccoli e medi;
3) la collaborazione intercomunale (consorzi di comuni, consorzi a fini determinati, ecc.) negli Stati europei.
Sul primo punto lo stesso Presidente
Hahn ha illustrato le funzioni e gli organi
di questo ente locale tipico della Repubblica
Federale Tedesca, le cui caratteristiche variano secondo i diversi Laender (l). Infatti,
come è noto, l'ordinamento degli enti locali
rientra nella competenza dei singoli Laender
e non del potere federale e risente delle caratteristiche che ciascuno di essi nell'immediato dopo-guerra, al momento della costituzione delle nuove strutture amministrative
(") La Commissionc riprenderà i suoi ia\.ori in autunno; abbiamo chiesto chc venga fatto un inventario dei
problemi trattati e di quelli in progi-amma per il fuluro. nell'intento di aprire un dibattito fra i nostri
amici
esperti; noi
torneremo con u n articolo
sul tema dei Kreisc e siamo a disposizione per mettere
a confroilto le varie esoei-icnze.
~(1) Cfr. su questo aigomento quanto pubblicato in
e Comuni d'Europa n nn. 7-8/1964, 6/1968, 12/1968 e 9/1971
(N.d.R.).
~
democratiche tedesche, assunse sotto I'influcnza delle diverse potenze di occupazione.
La discussione che ha fatto seguito al
rapporto introduttivo del dottor Hahn ha
affrontato alcuni punti chiave per la comprensione e una obiettiva valutazione del
sistema vigente nella Repubblica Federale
Tedesca: l'autonomia molto ampia del Landkreis, i rapporti t r a il Landkreis e i comuni
siti sul suo territorio, il futuro di detto
istituto, in relazione alla tendenza ad assicurare più ampie dimensioni agli enti locali,
riducendone perciò il numero. Anche le attuali funzioni del Landkreis, in rapporto soprattutto all'attività di pianificazione so'vracomunale, hanno fatto oggetto di ampia
discussione.
Per il secondo argomento all'ordine del
giorno', il Sig. Bongers, Rappresentante dell'ilssociation of Municipal Corporations, ha
fatto una vasta esposizio'ne del'la riforma
del sistema di go'verno locale attualmente
in fase di applicazione in Inghilterra e nel
Galles (esclusi per il momento la Scozia e
l'lrlanda del Nord). Egli ha posto a raffronto le linee essenziali della riforma con la
situazione creatasi a seguito del lo'cal-government Act » dell'ottobre 1972. Con la
riforma in corso l'Inghilterra sarà ripartita
in sei K Metropolitan Counties » ciascuna
con popolazione compresa tra 1,3 e 2,7 milioni di abitanti (Birmingham, Manchester,
Leeds, Sheffield, Liverpool, New-Castle) e
39 K Non-metropolitan Counties D. All'interno
di queste contee sono previsti dei distretMetropolitan diti 2, anch'essi divisi in
stricts » e « Non-metropolitan districts ». I1
primo livello di enti territoriali è competente, tra l'altro, per la pianificazione del
territorio, i trasporti locali, la pubblica istruzione, l'eliminazione dei rifiuti, le biblioteche
pubbliche; il distretto è competente invece,
ad esempio, per la pianificazione locale,
l'edilizia e le questioni sociali.
La discussione su questi problemi si è
sostanziata soprattutto in una serie di interrogativi circa le risultanze pratiche della
riforma in corso, oggi valutabili soltanto
sulla base di riflessioni di principio e dei
testi legislativi, dato che i nuovi enti cominceranno a funzionare dopo le elezioni dei
loro organi istituzionali, previste in primavera.
Sui problemi della collaborazione inter-comunale, le delegazioni dei vari Paesi partecipanti alla riunione hanno riferito in merito alla situazione istituzionale rispettiva,
nonché sugli studi e le proposte di legge in
materia.
La delegazione italiana era co'mposta dall'avv. Bertorelle. Vice Presidente del Consiglio regionale de! Trentina-Alto Adige, dall'avv. Varlese, Assessorc agli enti locali della
Regione Lazio, e dal prof. Vaccari, assessore
al comune di Pavia. 11 contributo italiano si
è soffermato ovviamente sui rapporti tra
organi di ,cooperazione inter-comunale e
regione nel nostro Paese, sulla distribuzione
delle funzioni tra i diversi organi, sul problema dei comprensori ritenuti necessari per
permettere alle regioni di definire correttamente il proprio modo di essere e di operare. I rappresentanti italiani hanno anche
posto l'accento sul contempcramento delle
esigenze di partecipazione democratica e di
efficenza amministrativa, da attuarsi con
una diversa tipologia di interventi, comprendente da un lato il decentramento dei grandi
agglomerati urbani e dall'altro varie forme
di aggregazione dei piccoli comuni.
Bertorelle, in particolare, ha illustrato la
legislazione delle Regioni sulle Comunità
montane e sui loro rapporti con i comuni
che ne fanno parte, nonché le esperienze
di comunità di valle e di comprensori nella
regione Trentina-Alto Adige e nella regione
Friuli-Venezia Giulia: infatti il prof. Vicario,
assessore agli Enti locali di quest'ultima
regione, impossibilitato a partecipare ai lavori della Commissione, aveva inviato una
ampia sintesi dei problemi che essa sta
affrontando in questo campo.
Anche i delegati francese e olandese, hanno riferito sulle diverse forme di cooperazione inter-comunale nei loro Paesi. I n Francia vi è una legislazione specifica riguardante la fusione e il raggruppamento dei
Comuni; per l'Olanda è stata illustrata la
creazione di particolari enti autonomi (chiamati Geweste) accanto ai comuni esistenti,
ai quali saranno demandate le funzioni di
pianificazione territoriale e di politica ecologica, oltre ad altre a livello sovra-comunale.
La riunione di Oestrich Winkel si è chiusa
con la individuazione dei temi che formeranno l'ordine del giorno di un prossimo
incontro, che avrà luogo in autunno. I partecipanti si sono trovati d'accordo sulla necessità di approfondire i problemi ddle
agglomerazioni urbane e quelli della partecipazione dei cittadini alla vita e all'attività
dei grandi comuni. Contemporaneamente, i1
CCE si va sempre più orientando verso una
presa di conoscenza più sistematica dell'evolulione degli ordinamenti locali nei vari
Paesi. Senza sostituirsi ad altre iniziative
di ricerche e di inchieste, già affidate nei
vari Paesi ad istituti specializ~atidi studio,
il CCE, e per esso la sua 1' Commissionz,
intende porre a disposizione degli amministratori locali europei un'analisi politica della situazione degli enti locali nei vari Paesi
europei, dei suoi aspetti positivi e negativi.
delle grandi linee di tendenza di riforme che
tengano conto - eventualmente con un ordinamento a quei livelli - di alcuni valori
irrinunciabili di democrazia e di partecipx
zione, e di alcune attese - finora spesso
deluse - dei cittadini riguardanti la fornitura di « servizi » tempestivi ed efficienti.
Queste colonne sono aperte alla collaborazione, seria e puntuale, di amministratori
locali ed esperti: dal loro contributo gli
stessi membri italiani della Commissione di
studio del CCE sulle strutture e le finanze
locali potranno trarre elementi per una loro
più costruttiva partecipazione alla sua attività.
maggio 1973
COMUNI D'EUROPA
I I Commissione del CCE a Bergamo
La Comunità e il CCE di fr-onte ai problemi
della politica regionale
I1 comunicato finale della Conferenza dei
Capi di Stato e di Governo, che ha avuto
luogo a Parigi nell'ottobre 1972, conteneva
alcune indicazioni concernenti in modo specifico la politica regionale. La Conferenza
riconosceva un alto grado di priorità all'obbiettivo di porre rimedio, nella Comunità,
agli squilibri strutturali e regionali che
avrebbero potuto compromettere la realizzazione dell'unione economica e monetaria.
La Commissione comunitaria veniva perciò
invitata ad elaborare sollecitamente un rapporto contenente un'analisi dei problemi che
si pongono alla Comunità allargata nel campo regionale, e a presentare consegucntemente delle idonee proposte.
1 Capi di Stato e di Governo riuniti al
Vertice s'impegnavano anche a coordinare
le loro politiche regionali (cioè Ic politiche
di ciascun Paese in tale settore) e invitavano le istituzioni comuriitaric a creare un
Fondo di Sviluppo regionale, in modo che
esso potesse essere posto in attuazione
prima del 31 dicembre 1973, in coincidenza
con l'entrata in vigore della seconda tappa
dell'unione economica e monetaria. Questo
Fondo, alimentato dalle risorse proprie della
Comunità e non più da contributi dei singoli
Stati membri, dovrebbe permettere, parallelamente agli sviluppi della predetta unione
economica e monetaria, la correzione dei
principali squilibri regionali nella Comunità
ampliata, specialmente di quelli che risultano dal carattere prevalentemente agricolo di
alcune regioni, dalle trasformazioni industriali e dall'esistenza di sotto-occupazione
strutturale.
La Commissione comunitaria, rinnovata ed
ampliata all'inizio del 1973 a seguito dell'ingresso della Gran Bretagna, delllIrlanda e
della Danimarca, ha conferito ad uno dei
suoi membri, l'inglese Thomson, già responsabile dei negoziati per l'adesione del suo
paese all'epoca in cui il Governo laburista
si mostrava così sollecito di raggiungcre
detto obbiettivo, il delicato compito di seguire i problemi della politica regionale e
di dare a quest'ultima un nuovo impulso.
La Direzione generalc della politica regionale della Commissione si ,è posta quindi
al lavoro per elaborare il rapporto di cui
sopra e rispettare in tal modo la prima
delle scadenze fissate dalla Conferenza al
Vertice. Detto rapporto è stato in effetti
approvato dalla Commissione il 3 maggio e
in giugno seguiranno proposte ufficiali tendenti ad istituire, dal 10 gennaio 1974, nuovi
strumenti di politica regionale comunitaria.
Di fronte a queste prospettive di rilancio
dcll'azionc comunitaria, in un campo che
esso ha sempre giudicato prioritario sotto
il profilo politico e non solo socio-economico, il Consiglio dei Comuni d'Europa ha
preso due iniziative nei primi mesi dell'anno in corso: la convocazione dclla propria
Commissione di studio pcr i problemi di
politica regionale e la richicsta al Commissario Thomson di riunire il Comitato consultivo composto di eletti locali - che già
il suo predecessore, Borschette, aveva in
passato periodicamente convocato - ogni-
qualvolta maturassero in seno alla Comunità
alcune scelte di fondo in questo campo,
concernenti particolarmente gli enti territoriali.
La Commissione di studio del C.C.E. si è
riunita a Bergamo il 21 e 22 febbraio scorso
e va dato atto alla Regione lombarda e, in
particolare, all'Assessore alla pianificazione
territoriale e all'urbanistica, ing. Parigi, di
avere contribuito in modo determinante al
migliore svolgimento dei lavori. Per 1'AICCE
erano presenti: il Vicepresidente della Provincia delllAquila, Mario Arpea; il Segretario
generale aggiunto dell'Associazione, Gianfranco Martini; il Consigliere comunale di Terracina, Gabriele Panizzi; l'Assessore alla Regione Lombardia, Salvatore Parigi; l'Assessore
alla Regione Friuli-Venezia Giulia, Nereo
Stopper; l'Assessore alla Regione Lazio, Guido Varlese e il Consigliere comunale di Firenze, Gian Carlo Zoli. L'ordine del giorno
della riunione prevedeva:
1) I'esamc delle prospettive della politica
repionale comunitaria dopo il Vertice europeo di Parigi, con particolare riguardo alla
futura creazione di un Fondo di sviluppo
regionale;
2) il Fondo Sociale europeo, la sua nuova disciplina e il suo utilizzo in favore dello
sviluppo regionale;
3) le strutture regionali e i problemi di
politica regionale nei tre nuovi Paesi membri della Comunità (Gran Bretagna, Irlanda,
Danimarca);
4) la preparazione della 2" Conferenza
europea dei Ministri responsabili della pianificazione tcrritorialc.
Evidentemente, un ordine del giorno così
carico non poteva che consentire un sintetico confronto di idee e di opinioni tra i
5
partecipanti, sufficiente tuttavia a fornire
alla Segreteria permanente dclla Commissione di studio alcuni elementi di giudizio
necessari al C.C.E. per trarne alcune conclusioni e proposte di natura politica. Le
Commissioni di studio della nostra Associazione infatti non dispongono ancora di una
attrezzatura adeguata e permanente di analisi e di riflessione, m a costituiscono quanto
meno dei necessari punti di riferimento
collegiali nei quali l'apporto combinato dell'esperienza degli amministratori locali e
delle conoscenze tccniche di alcuni espei ti
permettono al C.C.E. di prendere posizione,
con cognizione di causa e con tempestività,
su una serie di problemi collegati con l'integrazione comunitaria e con l'armoni7zazione
delle diverse socictà nazionali.
La riunione di Bergamo h a appunto adempiuto a questo obiettivo complesso, di confronto, d'informazione reciproca e di valutazione. Ad esempio l'esame delle strutture
politico-amministrative e dei problemi di
politica regionale in Gran Bretagna, Irlanda
e Danimarca ha permesso ai rappresentanti
delle varie sezioni na7ionali, membri della
Commissione, di individuare alcuni caratteri
peculiari dcll1esperien7a di detti Paesi, inserita nel quadro di alcune esigenze fondamentali che appaiono comuni a tutti gli
Stati della Comunità: rapporti tra regioni
periferiche e regioni centrali, fra zone prevalentemente agricole e zone industrializzate,
tra aree di sottosviluppo e di congestione,
correnti migratorie, ruolo del settore terziario in una politica di sviluppo, incidenza del
Mercato Comune sullo sviluppo regionale,
problemi della crescita urbana, compiti delle
nmministra7ioni territoriali in una politica di
proorammazione. I n particolare, sono emersi i gravi problemi dell'Irlanda che, fatta
eccezione per l'area urbana di Dublino, presenta generali caratteristichc di sotto-sviluppo nonché le csigenze specifiche della Scozia
il cui rapprcsentante, nel corso della riunione di Bereamo, ha avuto modo di mettere
più volte in rilievo cosa la Scozia si attende
da una politica regionale comunitaria. Si è
avuta l'impressione che l'ampliamento della
i membri della I1 Commissione durante i lavori, nella Sala delle Capriate, al Palazzo della Ragione
di Bergamo
COMUNI D'EUROPA
6
Comunità abbia contribuito notevolmente a
far uscire il N dossier n della politica regionale dalle sabbie in cui finora esso era
rimasto arenato, anche se non vanno sottovalutate le ulteriori difficoltà e il moltiplicarsi dei problemi provocati dall'ingresso
dei tre nuovi soci. Questo interesse della
Gran Bretagna per una soluzione comunitaria degli squilibri regionali è testimoniato,
del resto, dai particollari compiti affidati
proprio a due inglesi nella Commissione
europea (l'incarico affidato a Thomson di
cui abbiamo fatto cenno precedentemente)
e nel Parlamento Europeo, con la designazione di Hill a Presidente della Commissione
parlamentare per la politica regionale e i
trasporti.
Anche il tema del Fo'ndo Sociale europeo ha
fornito alla Co'mmissione di studio del C.C.E.
alcune utili indicazioni. Si è avuta innanzitutto la conferma delle vaste lacune di informazione che ancora sussistono in larghi
strati degli operatori pubblici e privati circa
l'esistenza stessa e il funzionamento di
alcuni strumenti finanziari comunitari.
L'AICCE, per parte sua, ha già tratto le
opportune conseguenze operative, dedicando
parte della sessione del suo 'Consiglio Nazionale del 6 aprile scorso a questi problemi
e convocando un apposito gruppo di lavoro
a tale scopo, che dovrà riferire al prossimo
Consiglio Nazionale, fissato per il 20 giugno.
La presenza a Bergamo di un funzionario
della Commissione addetto particolarmente
alla direzione del Fondo Sociale, ha consentito ai partecipanti di avere soddisfacenti
risposte ad una serie di quesiti riguardanti
le prestazioni del Fondo, i casi della sua applicazione e, soprattutto, le procedure necessarie alla sua utilizzazione da parte degli enti
locali.
I mcmbri italiani sono ripetutamente intervenuti in merito alle competenze delle
regioni in materia di formazione professionale, di interventi del Fondo a favore dei
lavoratori migranti e hanno formulato riserve sul ruolo dei poteri centrali nazionali
nella pro'cedura di co'ncessione dei finanziamenti comunitari.
Più complesso il dibattito sulle prospettive
generali della politica regionale comunitaria
dopo il Vertice di Parigi, nel quale sono confluiti, accanto a giudizi pesantemente negativi nei confronti della mancanza di volontà
politica che finora ha caratterizzato le decisioni degli Stati membri in questo campo,
alcune speranze aperte appunto dal Vertice di Parigi e, infine, le perplessità suscitate da perduranti ambiguità nel concetto
stesso di politica regionale.
La presenza di funzionari della Direzio~
ne Generale della politica regionale della
Commissione di Bruxelles e del Comitato
economico e sociale, ha consentito di fare
il punto sugli orientamenti che caratterizzano in questo momento l'attività della Commissione: tuttavia l'attesa dell'annunciato
rapporto sui problemi regionali della Comunità ampliata e le notizie ancora approssimative e frammentarie su di esso, dispe
nibili nel mese di febbraio, non hanno
permesso di giungere a delle prese di posizione definitive.
Questo problema è stato ripreso il 16 aprilc a Bruxelles in occasione della seconda
iniziativa, della quale abbiamo già fatto
cenno, cioè la riunione del gruppo di amministratori regionali e locali dei nove Paesi
della Comunità europea, che viene periodicamente convocato dal membro della Commissione di Bruxelles incaricato della politica regionale, a fini d'informazione e di
verifica di certi orientamenti generali della
Comunità in questo campo.
In questa riunione le prospettive generali
della politica regionale comunitaria dopo
il Vertice di Parigi hanno formato oggetto
di un dibattito più costruttivo, data la presenza dell'interlocutore comunitario degli
enti locali, nella persona dello stesso Commissario Thomson. La sua relazione introduttiva, pur ispirata ad una certa cautela,
in quanto il rapporto previsto non era stato
ancora approvato formalmente dalla Commissione, ha fornito alcuni interessanti elementi sui criteri ai quali la Commissione
stessa intende ispirarsi nel rilanciare la politica regionale. E' importante sottolineare
i delegati rientrano a Palazzo della Ragione per la ripresa dei lavori
maggio 1973
che Thomson ha auspicato un «dialogo
periodico e regolare » con i rappresentanti
dei poteri territoriali dei Paesi membri
della Comunità: non vi sono state indicazioni istituzionali più precise, ma è già importante che si sia espressamente riconosciuta la necessità di avviare su basi continuative il colloquio tra Commissione ed
enti locali, fino ad oggi molto frammentario
e assolutamente insufficiente. Vari interventi dei rappresentanti del C.C.E. presenti alla
riunione hanno ripreso questo tema essenziale insistendo sull'urgenza di inventare
nuove procedure ai margini o al di là di
quelle previste dai Trattati, per assicurare
un contatto diretto tra istituzioni comunitarie e la pubblica opinione. Questo colloquio
tra Commissione ed enti locali - è stato
sottolineato - si proietta su due piani diversi, ma complementari: quello del dibattito degli orientamenti generali e quello
delle procedure da seguire per i singoli
interventi comunitari, tenuto conto che detti
interventi avranno come oggetto dei progetti che si inquadrano in programmi regionali.
I1 Commissario Thomson ha, naturalmente, richiamato i collegamenti tra l'unione
economica e monetaria e la politica regionale. Egli ha affcrmato che dobbiamo porci
risolutamente sulla via di una Comunità
meno « economica » e più sociale ed umana:
la dimensione comunitaria è necessaria proprio per tranquillizzare gli Stati membri
che alcuni loro sacrifici richiesti dall'unione
economica e monetaria saranno compensati
in altri campi, ad esempio in quello del superamento degli squilibri territoriali. Thomson ha illustrato anche i rapporti fra politica regionale e protezione dell'ambiente.
Stimolato da alcune domande, specie dei
rappresentanti italiani, (erano presenti per
I'AICCE l'Assessore alla programmazione
economica della Regione Campania Tagliamonte e l'estensore di questa nota, essendo
stato all'ultimo momento il Presidente Piosmbino impossibilitato a parteciparvi) si è soffermato sul rapporto fra politiche regionali
nazionali e politica comunitaria. I1 coordinamento non basta - ha detto Thomson ma si deve giungere ad un rasferimento di
mezzi finanziari da una regione all'altra e
ciò lo può fare soltanto la Comunità come
tale: questo è un problema politico che esige soluzioni politiche e non puramente
tecniche, comc politiche sono le questioni
attinenti alla composizione e alla collocazione istituzionale del previsto Comitato
permanente di sviluppo regionale che la
Commissione di Bruxelles ha da tempo proposto e che potrebbe costituire, come hanno
sottolineato alcuni partecipanti alla riunione,
un interessante punto di aggancio per la
rappresentanza anche degli enti regionali.
Va infine ricordata la recisa affermazione
di Thomson che la politica regionale comunitaria csige il superamento di una visionc puramente concorrenziale dell'economia.
Questa affermazione, così come alcune altre
che abbiamo sopra ricordato, richiama analoghe e ripetute prese di posizione del C.C.E.
c testimonia che qualcosa, se pur molto
lentamente, va muovendosi in questo campo.
Pochi giorni dopo la riunione tra il membro della Commissione Thomson e i rappresentanti degli enti locali, e precisamente
il 3 maggio, la Commissione ha approvato
il rapporto chiesto dalla Conferenza al Ver-
maggio 1973
tice di Parigi. Si tratta di un documento
molto ampio, di circa 300 pagine, che si
articola in sette paragrafi e che è corredato
da un'analisi dettagliata delle tendenze e
degli squilibri regionali, nonché delle finalità e degli strumenti delle politiche regionali
dei vari paesi membri.
Nella relazione vera e propria è compresa
una sintesi della situazione attuale e dei motivi morali ed economici e di quelli postulati
da una seria protezione e valorizzazione dell'ambiente naturale, che esigono una politica
regionale comunitaria. Seguono alcuni cenni
ai diversi aspetti che oggi caratterizzano gli
squilibri regionali e alcune linee di orientamento necessarie per il loro superamento.
Gli ultimi paragrafi sono dedicati a delineare
le caratteristiche del futuro Fondo per lo
Sviluppo regionale e ai problemi del coordinamento delle politiche nazionali.
Non intendiamo dare qui riassunto dell'ampio documento del quale si occuperà a
fine maggio l'Assemblea dei Delegati del
C.C.E. e di cui CC Comuni d'Europa » pubblicherà nel prossimo numero un'ampia sintesi,
dopo che si saranno meglio delineate anche
lc reazioni del Parlamento europeo, del Comitato Economico e Sociale e delle forze
economiche e sindacali: il C.C.E. farà pervenire al Commissario Thomson le sue osservazioni e i suoi rilievi, che sono oggetto di
un rapporto attualmente in preparazione.
Vogliamo soltanto sottolineare che dei
due obiettivi posti dal Trattato di Roma
istitutivo della C.E.E., un'espansione continua ed equilibrata, il primo è stato ragqiunto in quanto la Comunità dei Sei Paesi
ha registrato un indice di espansione costantemente elevato (in media il 5,4% in volume
dal 1960 al 1970): ma questo sviluppo non
è stato invece né uniforme né geograficar~zenteequilibrato perché le zone più ricche
della Comunità godono ancor oggi di un
reddito pro-capite circa 5 volte superiore a
quelle più povere. Sotto-occupazione organica ed elevata disoccupazione rimangono fenomeni costanti in talune regioni ove l'emigrazione è rimasta la sola alternativa.
I1 rapporto evidenzia le obiettive difficoltà di individuare dei parametri certi per
determinare gli squilibri regionali in quanto
ouesti non dipendono esclusivamente da un
basso reddito relativo pro-capite e da una
elevata dipendenza dal lavoro in agricoltura ma, specie in altri paesi diversi dall'Italia, da industrie in fase di invecchiamento.
In alcuni casi i Governi aiutano la produzione di questi settori in declino e mascherano così l'esistenza di una sotto-occupaxione organica.
Giustamente il rapporto Thomson sottolinea che il mancato equilibrio delle risorse
economiche e di quelle umane e la persictenza di forti differenze del tenore di vita fra i cittadini delle varie regioni della
Comunità sono elementi che contribuiscono
anche, in notevole misura, a raffreddare
l'entusiasmo nei confronti della costruzione
curopea. D'altra parte una politica regionale
comunitaria è nell'interesse non soltanto di
coloro che vivono in zone di relativa povertà, disoccupazione e forzata emigrazionc,
ma anche di coloro che vivono nei grandi
agglomerati urbani caratterizzati da sovraaffollamento e da una povertà chc, pur
non essendo economica, rimane una povertà
« ambientale n, che incide sulle condizioni e
sulla qualità della vita. Ma anche ragioni più
7
-
COMUNI D'EUROPA
strettamente economiche spingono ormai
nel senso di una politica regionale comunitaria, perché è assurdo pensare che uno
Stato membro possa accettare i vincoli propri di un'unione economica e monetaria se
non c'è, al tempo stesso, una solidarietà
finanziaria comunitaria che gli consenta di
contare su un concreto contributo ai suoi
problemi di sviluppo.
I1 rapporto Thomson riconosce che, allo
stadio attuale dell'integrazione europea, la
politica regionale comunitaria non può sostituire le politiche nazionali ma deve porsi
come componente di un sistema integrato.
I1 ruolo di questa politica si accrescerà man
mano che essa si andrà sviluppando e migliorerà i propri strumenti d'intervento: in
sostanza vi saranno più binari d'intervento,
cioè la politica regionale coinunitaria che
coordina a sua volta le varie politiche comuni (agricola, industriale, sociale, dei trasporti, dell'ambiente, ecc.) e i vari strumenti
a sua disposizione e, dall'altro, le varie politiche regionali nazionali opportunamente
coordinate, nei loro obiettivi, nei loro mezzi,
nei loro programmi di sviluppo regionale.
I1 rapporto Thomson conclude con un
ampio riferimento a due elementi basiliari
della politica regionale, che saranno oggetto
di proposte che la Commissione di Bruxelles
presenterà in giugno: il Fondo per lo sviluppo regionale e il Comitato per lo sviluppo regionale. I1 Fondo sarà il principale
mezzo per mobilitare a fini regionali le
risorse comunitarie e dovrà concentrare le
spese nelle regioni più bisognose, prescindendo completamente da quello che è stato
chiamato il principio del « giusto ritorno »
cioè del costante ed immediato equilibrio
finanziario tra vantami e costi ver ogni
singolo statomembro, che è la
stessa della solidarietà comunitaria. 11 comitato avrà la funzione di esaminare e faci.
litare il coordinamento delle politiche e dei
programmi regionali nazionali e le rispettive
connessioni con l'intervento del Fondo sud-
--
kegazioUne
detto. Queste nuove proposte della Commissione non annullano la precedente richiesta fatta al Consiglio dei Ministri della
Comunità (che non è però ancora pervenuto
ad un accordo) di utilizzare il FEOGA, Sezione Orientamento, per la creazione di posti
di lavoro non agricoli nelle regioni agricole
vrioritarie. E' prevedibile inoltre che anche
il suggerimento formulato alcuni mesi fa
dalla Commissione di Bruxelles per la creazione di una società di sviluppo regionale a
livello europeo venga ripreso e rilanciato.
Non possiamo terminare questa nota dedicata complessivamente ai problemi della
politica regionale, senza ricordare che ai
primi di maggio anche il Comitato Monnet
si è occupato di questi stessi argomenti
- ormai riconosciuti prioritari - concentrando la sua attenzione su alcuni problemi
molto concreti del finanziamento degli investimenti. I1 Comitato Monnet, partendo dalla
convinzione che il bilancio della Comunità,
qualunque ne sia l'entità, non è sufficiente
per sopportare il carico diretto di questi
investimenti nella misura necessaria, ritiene
che le risorse finanziarie della Comunità
dovrebbero essere utilizzate come base per
il lancio di prestiti tali da dare la possibilità di raccogliere le somme necessarie non
soltanto nei Paesi membri ma anche su tutti
i mercati finanziari che abbiano fondi disponibili. Solo questi prestiti potrebbero permettere di concentrare in un periodo di
tempo limitato uno sforzo di finanziamento
la cui efficacia sarà decisiva, mentre gli
oneri di rimborso sarebbero diluiti nel
tempo e resi più facilmente sopportabili
dalle ricchezze aggiuntive create tramite gli
investimenti realizzati. Ci sembra che ciò
costituisca un interessante motivo per riflessioni ulteriori da parte delle istituzioni comunitarie e anche per le prese di posizione
che i rappresentanti regionali e locali si
attendono dal Consiglio dei Comuni d'Europa.
celebrazione a Palermo della Giornata d'Europa ( 5 maggio 1973, Palazzo delle Aquile, Consiglio municipale): parla il Vice Sindaco di Palermo, Leopoldo Pullara (nella foto, da sinistra: Del Vecchio, Segretario regionale del MFE, il rappresentante della Prefettura, il Console di Francia, il
Console della Germania Occidentale, il rappresentante dell'Amministrazione provinciale)
8
COMUNI D'EUROPA
maggio 1973
Capire il bucato.
Solo la nuova lavatrice elettronica San Giorgio
kDp~6fare.Capire i l bucato,
proprio come lo capiscono
le mani di una donna.
Ed è quello che sa fare
la nuova lavatrice
Pulsar San Giorgio.
Infatti u n circuito elettronico
di controllo consente
al cestello di ruotare
a differenti velocità:
due per il lavaggio e la
precentrifuga e altre due
per la centrifuga.
In pratica in ogni
programma i diversi tessuti
sono trattati nel modo
più giusto, come
solo una donna sa fare.
Questo nuovo modello,
stabile e silenzioso,
si affianca alle prestigiose
lavatrici Linea, Silver,
Panda e Panda De Luxe.
La conferma di
u n primato tecnico.
~
~
~~
San Giorgio
maggio 1973
COMUNI D'EUROPA
9
Cronaca delle Assemblee Europee
di Andrea Chiti-Batelli
I1 Parlamento Europeo ed i prezzi agricoli
1. La recente
maratona » dei ministri
dell'agricoltura comunitari di fine aprile per
la fissazione dei prezzi agricoli ha avuto un
«risvolto» - come oggi si dice - parlamentare poco noto, e che merita di esser
illustrato.
I regolamenti relativi a detti prezzi agricoli sono sempre stati emanati dal Consiglio
dei Ministri comunitario con la formula:
« I prezzi di cui al presente articolo sono
stabiliti secondo la procedura di cui all'articolo 43, paragrafo 2, del trattato CE.E n: e
tale articolo prevede la consultazione obbligatoria del Parlamento Europeo prima dell'emanazione di regolamenti o direttive volte
all'attuazione della politica agricola comune.
Orbene, a stretto rigore giuridico, tale
consultazione, come vedremo, non c'è stata;
sì che - sempre a stretto rigore giuridico quella deliberazione dei ministri comunitari,
non potrà certo dirsi illegittima (tanto più
che l'urgenza, e quindi un certo « s t a t o di
necessità », giustificava politicamente tali decisioni, anche in quella situazione di carenza
di un parere da parte dell'organo parlamentare comunitario); ma suscita ad ogni modo
qualche perplessità, circa la sua conformità
ai trattati.
E' questo l'elemento « piccante » - puramente giuridiccrformale, m a ugualmente significativo - che qui vorremmo brevemente
f a r conoscerc ai nostri lettori, evitando di
proposito di entrare nel merito della questione dei prczzi e del loro livello.
2. i l Parlamento Europeo era stato, per
la verità, tempestivamente investito, come
sempre, del problema dal Consiglio dei Ministri comunitario, che aveva sottoposto al
suo esame fin dal marzo scorso le proposte
formulate in materia dall'Esecutivo di Bruxelles (Parl. Eur., doc. 14/73): la sua Commissione per l'agricoltura aveva tempestivamente elaborato una relazione a firma dell'on. Jan de Koning, democratico cristiano
olandese, (Doc. 15/73) delle contro-proposte,
sottoponendole, anch'esse, tempestivamente
all'Assemblea. E questa tempestivamente si
era riunita, in sessione speciale, a Lussemburgo dal 4 al 6 aprile, e, per la verità,
aveva a lungo e seriamente dibattuto la
questione, prolungando addirittura fin quasi
alle tre del mattino l'ultima e assai vivace
seduta, in cui la risoluzione finale doveva
essere approvata, con le precise proposte
del Parlamento Europeo in ordine ai prezzi.
Senonché, per la ferma opposizione dei
parlamcntari britannici, contrari ad ogni
aumento dei prezzi agricoli; per il confluire,
sul loro voto ncgativo, di quello di altri
parlamentari, specie tedeschi, che invece ritenevano le proposte di aumento dei prezzi
agricoli, contenute nella ricordata risoluzione,
troppo moderate; e infine per l'assenza in
massa dei parlamentari italiani - impegna-
ti, quelli dell'opposizione, a sostenere in importanti votazioni al Senato e alla Camera
il traballante e ormai spettrale governo Andreotti (qualcuno, venuto imprudentemente
a Lussemburgo, è stato svegliato addirittura
nel cuore della notte, con l'ingiunzione da
parte della stessa Presidenza del Consiglio
di tornare ispo facto nella capitale, e non
ha potuto nemmeno lui prender parte alla
votazione) e quelli dell'opposizione a cercar
di dargli l'ultimo sgambetto -, per tutte
queste ragioni, il testo della risoluzione non
è passato. Il che fra l'altro - notiamolo a
titolo di particolare piccante nel particolare
piccante - ha consentito successivamente
ai missini di ergersi addirittura a tutori del
buon andamento delle cose comunitarie, e
dclla presenza italiana a Lussemburgo, presentando al Senato, per la firma dei senatori De Sanctis, Nencioni ed altri, un'interpellanza in cui a premesso che a Strasburgo
i rappresentanti italiani della maggioran7a
governativa non hanno prcso parte al dibattito, gli interpellanti chiedono che il governo
riferisca adeguatamente sulla condotta tenuta dai propri rappresentanti in sede comunitaria per la soluzione delle questioni di
determinazione dei nuovi prezzi agricoli e
precisi quale condotta sia stata tenuta per
la difesa degli interessi dell'agricoltura italiana D.
3. Un'assemblca con poteri meno vaghi
di quelli, praticamente solo consultivi, propri del Parlamento Europeo, si sarebbe riunita a distanza di qualche giorno, per ascoltare nuove proposte della propria Commissione competente a formularle (anzi, anche
unlAssemblea comc quella, che non fosse
composta di parlamentari sempre con la
valigia in mano e con l'orecchio al telefono,
pcr i loro assorbenti impegni nazionali). E,
ove proprio, e per ragioni di forza maggiore,
non avessc potuto esprimere un parere,
avrebbe poi impugnato per illegittimità la
decisione dei ministri presso la Corte di
Giustizia comunitaria, o I'avrebbc almeno
contestata in sede politica. Ma, così stando
le cosc, il Parlamento Europeo non ha saputo far di meglio, su proposta del proprio
presidente, chc fingere di seguire quella procedura. La Commissione per l'agricoltura
infatti si è frettolosamente riunita, dopo
quclla nottata tempestosa, e al mattino ha
presentato al Parlamento Europeo e questo
ultimo ha approvato senza discussione (una
qualsiasi diceussione avrebbe fatto risorgere
tutte le difficoltà e tutte le impasses del
giorno precedente) una risoluzione qui n'en
est pns une, come dicono i francesi, di questo stupefacente tenore (Doc. 27/73):
11
Parlamento Europeo, viste lle proposte dell'Esecutivo di Bruxelles, prega quest'ultimo
di riesaminare le sue proposte di Regolamento ».
((
Testo di una chiarezza cristallina, specie
se si ricorda - come accennavamo - che
i pareri espressi nella discussione erano stati
perfettamente discordi. I n che senso, dunque, il Parlamento esprimeva il suo invito a
una modifica?
La forma, certo, è stata in qualche modo
rispettata. Nella sostanza per0 il parere del
Parlamento Europeo - prcvisto come obbligatorio, anche se non vincolante dai trattati,
C cioè come condizione sine qua non per
l'emanazione dei regolamenti - non c'è stato. E poiché ciò non ha minimamente impedito alla « legislazione » comunitaria di fare
il suo corso, vi è in ciò una ennesima con
ferma dello scarso peso di tale assemblea, e
del poco conto che anche di quel peso, che
gli è statutariamente riconosciuto, si fa a
Bruxelles.
4. Da ciò noi non vogliamo però trarre
la conclusione nazionalista che, a proposito
di una questione assai più importante e generale (quella della stessa costituzionalità
dei Trattati di Roma) h a tratto recentemente Lelio Basso, nella « Tribuna libera »
del Corriere della Sera del 27 maggio u.s.
Non solo, dice Basso, i trattati di Roma
sono tanto la negazione di ogni democrazia
al loro interno quanto incostituzionali rispetto all'ordinamento italiano, e in questo
non recepibili - e fin qui il ragionamento
non fa una grinza e lo condividiamo totalmente, tanto più che lo abbiamo anticipato
molti anni fa in queste stesse colonne(1)
C in quelle del « Fédéraliste » (2) -; ma proprio pcrciò, egli aggiunge in sostanza ( e su
questo non siamo più d'accordo), occorrercbbe denunziarli e tornare, a ritroso degli
anni e dei fati, a un'economia nazionale ( e
quindi necessariamente autarchica).
La linea politica di una sinistra capace di
porre davvero e seriamente la propria candidatura alla guida delllItalia e delllEuropa,
in alternativa rispetto alle attuali classi
dirigenti moderate e conservatrici (e non in
sterile e illusorio condominio con qucste),
dovrebbe esser quella di non darsi a un similc luddismo istituzionale senz'avvenire,
che non fa se non rivalutare gli avversari,
ma quello di proporre un modello democraticamente valido e organico di Europa politica, di fronte a qucllo inefficiente, ingiusto
C antidemocratico dell'attualc Europa funzionalista e tecnocratica.
Analogamente, nel nostro piccolo esempio,
noi traiamo argomento dalle modeste ed
episodichc vicende che abbiamo sopra narrato per chieder non l'abolizione del Parlamento Europeo, m a la sua ele7ione diretta,
con potere - il solo che tale elezione giustifichi - di riformare le strutture COmL1nitarie C le proprie.
( 1 ) L'E;lropu e I'EIIL>I:ditiilo conl~ti~iturioe rliritlo
iiariot~ule,<< Comuni d'Europa >,, scttemhrc 1965.
( 2 ) Qu'est-ce qlce lc droit coilz~izunulituirc.?,« Le Fédkraliste n, dicrmhre 1964.
COMUNI D'EUROPA
10
Ecologia : problema europeo
bibliografia ragionata
di Andrea Chiti-Batelli
Prosegue q u i la ZII Parte della Bibliografia ecologica di
Andrea Chiti-Batelli, iniziata nel n u m e r o di novembre 1972
( l a I e la I I parte sono state pubblicate nei n u m e r i d i aprile
e maggio 1972).
Parte terza
1.
-
OPERE DI CARATTERE GENERALE
S. S. A T W < ~ D.
D , L. ALLEN, S. N. FERTIG
e altri,
Land Use and Wildlife Resources, Washington,
National Academy of Sciences, 1970, pp. IX, 262.
L'opera, frutto del lavoro del Committee of
Agricultural Land Use and Wildlife Resources N
del National Research Council n, si fonda sull'affermazione - espressa in conclusione del
1" capitolo, dcdicato alla storia ccologica degli
Stati Uniti -, che
wildlife management of
past was extensive and largcly fortuitous. Now
and in time to come, it must be intensive arid
purposeful (p. 24): e quindi sulla convinzione
clie questo passaggio dai tentativi asistematici e
non scientifici all'organizzazione razionale e metodica debba portare a sufficienti migliorarncnti,
senza tener conto della crescita industrialc e
umana. Così, ad esempio, è detto - implicitadel
mente ma chiaramente - nella coi-icl~~sione
2" capitolo « Wildlifc Values in a changing
World r, corredato, come tutti gli altri, da una
ricchissima bibliografia specializzata.
Ancora più esplicitamente, a p. 142, si ribadisce che « in most situations, from cities to
wilderness, management is feasible if enouqh
biologica1 and economic understanding can be
brought to bear. The research effort in support
land-use management is wcll established in public agencies and educational institutions. A
reasonable level of support will enable the research effort to furnish information essential to
continued progress as populations build and the
scene on this continent changes D. (Ma cambia
- o si degrada? Questo è il punto).
E questc parole, rifcrite ai problemi del suolo,
sono ripetute poi per q~iellidell'acqua (p. 177):
« i n view of the rapidly developing signs of
overdemand and overuse in the industrializcd
part of the world (1) accompanied by an overburden of pollution for which no adequate provision is now in sight, the need for more conservative resource policies is cvident » (anche
qui, dunquc, nell'ovvia convinzione che esse
saranno di per sé efficaci e sufficienti).
La « riccrca » sembra esser la parola magica
per gli autori di qucst'opera: se si è riusciti ad
andar sulla luna - essi dicono con un'ingenuità
che fa pensare al Monti ( « ch'anco ti resta? infrangcre - anclie alla mortc il telo ... ») - non
vi è ragionc per non confidare nell'ampiezza del
progresso « that can be made in science and
tcchnology, once clear national goals are established » (ibid.). E del resto fini e mezzi ci
sono gih: sono notc le proposte della «Land Law
Review Commission » al Congresso, che, se attuate, avranno sicuramente « a trcmendous influencc on futiire conscrvation programs » (pagina 253).
Intcndiamoci: non si vuol qui in alcun modo
sottovalutarc il significato della ricerca. Chi, se
non questa, in un mondo sempre più complesso
- e in cui I'incompctenza, il dilettantismo C le
decisioni a lume di naso non hanno più posto.
né l'intuito pub sostituire in alcun modo l'opera
paziente, nicno gcnialc ina tanto più sicura, dcl
tccnico C dell'espcrto - chi, dicevo, se non
la ricerca può indicare con chiarezza e in modo
adeguato i fini da perseguire?
Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare:
e non basta mostrare i fini. se al t e m ~ ostesso
non si indicano, e non si vogliono, con altrettanta chiarezza e altrettanta decisione, i mezzi
per realizzarli. E i mezzi, quando sono in gioco
fini che toccano l'interesse collettivo, possono
essere solo di natura politica, e sfuggono perciò
per definizione alla competenza dell'esperto.
Citando, in conclusionc, lo Udall (2) i nostri
autori riportano di lui queste parole, che potrebbero servir da motto anche a tutto il nostro
studio: C We have learned neither how to grow,
nor at what pace, and that is our failing and
our future trouble .; e commentano con una
frase non meno significativa: « I t is cvidrnt
that population planning is a part of resource
planning » (p. 257).
Sottolineando pertanto la globalità del problema, essi insistono per un « management of our
continental ecosystcm along lines of true improvement for the future. This is a problcm in the
environmental biology of man, and planning at
anv lesser level of integration must inevitably
continue and magnify the errors of the past D.
Ma la stessa globalità dei piani non dovrebbe
esser anche una globalità spaziale, pena l'inorganicità e l'inefficacia?
S. BERNARD,
Le5 aspects politiqrter de la défense
de l'envirot~tzement humain et le prohlème de
la perspective (pp. 33-34), nel volume: POI^
une conservation efficace de I'environnertzelzt Aspects sociuzrx, politiques et udmitlistratifs
(atti), Ed. de 1'Institut de Sociologie de l'Univcrsité Libre de Bruxelles, 1972, 143 pp.
La civiltà industriale - scrive il B. - ha
incamminato la specie umana in un proccsso
da cui a medio O lungo termine potrcbbe risultare la degradazione totale dell'ambiente. La minaccia è della stessa ampiezza di quella che vi
è nell'utilizzazione militare dell'energia termonucleare; ma mentre il terrore chc le armi atomiche generano serve a vaccinare rapidamente
l'umanità contro la tentazione di servirsene, invece l'avvelenamento della biosfera costituiscc
un processo insidioso, contro il qualc non vi è
certezza a priori che l'umanità ricsca a immunizzarsi tempestivamente 2.
Da un lato « le misure prese in ordine sparso
e disorganicamente non sono all'altezza dcl
ma1.e D; dall'altro « le possibilità di azione ottimale sono limitate da strozzature, C cioC da
barriere costituite da atteggiamenti e abitudini
che impediscono a breve e a medio termine
l'adozione di provvedimenti e di contro-misure
efficaci I...] Questa resistenza del corpo sociale
all'ottimizzazione di provvedimenti tecnici resi
necessari dai grandi problemi socio-politici si
spiega sia con la forte inerzia degli attcggiainenti saciali, sia col carattcre coattivo delle
discipline collettive implicate in ogni proxvediinento politico di grandi dimensioni, sia pcr i
costi assai pcsanti che esse implicano n.
Un csempio di tale deficienza e inerzia cc lo
dà lo stesso Bernard, il quale non fa quasi alcun
posto, nel suo studio, al problema del controllo
dello sviluppo C dell'esplosionc demografica, n6
si dà cura di annoverare, Era quclle strozzature,
una delle più gravi, C cioC quella prodotta dalla
(7) UUZI.I.,U.S. Del~artrnei~tof thc Interior-. 1967. I nosiri autoi-i citano anche, coine opere di particolare ini(1) Qui gli autori ianiio riferimeniu a H. M. JACKSON porianza, DAULING,
F. F.. and N. D. EICHOI~X.
hlan utrd
e altri, Congressional White Paper otl Nutional Policy for
iialure in the notio~ial pcrks. Conservation Foundatiori,
the Ei~vironmeiit, Washington, U.S. Governrnent PrintWashington, 1967, 80 pp., nonché U.S. Department o i the
in= Office, 1968, 19 pp., nonché a J . MASSEU,Toivard
Interior, Man ... atl ciidangered species? Conservation
n non-Malthusian pop~llalioi~
policy, C Columbia Foruin D ,
Yearbook 4 , U.S. Governmcnt Printing Office, Washingeslatc 1969, pp. 5-13.
ton, 1967, 100 pp.
maggio 1973
pluralità irrelativa di stati sovrani; così come
ne è prova, in un altro saggio pure apparso in
questo volume, J. P. HARROY(Centraliser les responsabilités, pp. 105-123), il quale afferma che
«l'avvenire delle nostre risorse naturali e del
nostro ambiente di vita, preoccupazione attuale
dei giovani che avranno nel 2090 l'età che abbiamo oggi noi, dipende essenzialmente dall'energia
coerente con cui i nostri dirigenti, e cioè anzitutto i nostri legislatori e il nostro potere esecutivo - rappresentato da ciascuno dei nostri
ministeri e dalla somma integrata di tutti questi - avranno voluto dare al problema, con la
collaborazione di tutti i cittadini e con l'aiuto
dei paesi vicini, una soluzione nazionale globale ,t
(l'autore è belga, e ritiene dunque che lo spazio
del suo paese sia adeguato a impostare una soluzione autonoma di tali gravi problemi).
Lo stesso « medice cura te ipsum » si può
rivolgere, al Bcrnard (e agli altri), per queste
sue affermazioni:
« L'autoregolazione politica interviene normalmente solo quando l'autoregolazione non politica è carente. Così la difesa della biosfera divcnta un fcnomeno politico solo quando l'atmosfera e gli oceani - per limitarsi a questi sono incapaci di ristabilire con i loro mezzi le
condizioni di purezza iniziali, quando sono vittima di una agressione proveniente da ambienti
umani. I1 che prova che non è meno necessario
studiare i fenomeni di autoregolazione politica di
quanto non sia necessario studiare gli altri. Ora
si deve constatare in proposito che ci troviamo
di fronte a una carenza quasi incomprensibile.
L'analisi delle possibilità autoregolatrici dei sisterni politici è appena iniziata [...]: la politica
è il centro di integrazione di tutti i problemi
non politici; la scienza politica è dunque la sola
disciplina che consenta di comprendere come
una socictà risolva i propri problemi e ciò chc
le accade quando li risolve rnale o non li risolve
affatto. Per fare un esempio, il problema di
sapere se sarà possibile salvare le balene in via
di estinzione non può esser risolto che sulla
base di un modello politico. I1 problema, se
non il modello, è dello stesso tipo quando si
sostituiscono le balene con gli uomini, e la
condizione di estinzione della specie con una
condizione di saturazione dell'ambiente n.
Sono parole molto belle. Ma siamo sicuri che
il Bernard saprebbe trarne le conseguenze che
ne hanno tratte. ad esempio, gli editori dell'« Ecologist », e in più quelle sovrannazionali e
istitu~ionali,che anche a questi autori sono interamcnte sfuggite?
Science atld Survival, New York,
B. COMMONER,
Ballantine, 1970, 177 pp. (tr. fr.: Quelle terre
laisserons-nous à nos enfants? Paris, Ed. du
Seuil, 1969, 206 pp.);
dello stesso:
Tlqe Closing Circle. Confronting Environit~ental
Crisis, London, Cape, 1972, 336 pp. (3);
Eco-Cutastrophe, by Editors o € « Ramparts »,
Canfield Press, San Francisco, 1970, pp. 13, 158.
L'ultimo di questi tre volumi è costituito da
una serie di articoli di autori di estrema sinistra apparsi nclla rivista californiana « Ramparts n. La loro tesi di fondo, che la crisi ecologica è in realtà una crisi politica, una crisi
del nostro « sistema 2, è da noi condivisa, nel
senso che l'esplosione della popolazione umana,
e quella dell'inquinamento pro-capite (cioè del
benessere) richiedono un sistcma economico-sociale che si orienti sulla stagnazione e anzi sul
regresso, in particolare della popolazione (e non
sullo sviluppo come condizione stessa della sua
sopravvivcnza) e quindi su una forte riduzione
della proprictà privata e della libertà individuale.
I1 male ii chc tali concetti noi1 sbalugginano
nemmeno all'occhio opaco degli autori, feroci
come mastini verso tutto ciò che esiste, ma incapaci di definire, nemmeno vagamente, con che
cosa esso dovrebbe esser sostituito (valgono,
contro questo tipo di contestazione assolutamente cieca C irrazionale, le giuste critichc del
Vacca).
La prima e la seconda opera - scritte, come
sono, da un biologo di valore - appaiono assai
(3) Successivamente I ' o ~ e r a del C. è stata ti-adotta
anche in italiano, col titolo I l Cerchio da chiudere,
Milano, Garzanti, 1972. 308 pp. (e in francese: L'enccrclenzent, Paris, Ed. du Seuil, 1972, 300 pp.).
COMLINI D'EUROPA
maggio 1973
più responsabili, e soprattutto la terza, che difende esplicitaniente la stessa tesi; m a sono
altrettanto incapaci quanto la prima di formulare proposte precise, in particolare su due tem i che pur, i n una prospettiva di fratellanza
universale come quella che è propria di tutti
questi autori, dovrebbero essere al centro della
loro attenzione: necessità di u n governo mondiale, esigenza di u n rimedio radicale all'esplosione della popolazione (quest'ultima frettolosamente archiviata come un'invenzione dei ricchi):
u n atteggiamento, questo, che può piacer all'estrema sinistra(4), m a che non regge alla
critica (5).
11 Commoner, ripetiamolo, ha indubbiamente
ragione quando a f f e r m a , nella conclusione dell'ultima delle sue opere, che « il mondo va al
rischio del disatro ecologico, spinto non da
u n singolo errore, evitabile con qualche abile
ritrovato, m a dall'insieme delle potenti forze
economiche, politiche e sociali che costituiscono
la marcia della storia. Chiunque si propone di
porre rimedio alla crisi dell'ambiente si propone
pertanto di cambiare il corso della storia ».
Come?, si domanda egli stesso, e ci domandiamo noi con lui.
Sottolineiamo ad ogni modo, sempre i n questa
ultima opera, l'affermazione dell'autore - ripresa anche nella conclusione di Science and Surviva1 - che il problema dell'inquinamento è u n
problema essenzialmente politico, e perciò morale (proprio per questo esso richiede il radicale
superamento di u n sistema che ai valori non
materiali tributa solo u n omaggio verbale, e
per il resto sfrutta cinicamente anche il problem a dell'inquinamento come mezzo per ottenere
più potere e più vantaggi).
K Di fronte a questioni come quelle delle industrie nucleari, gli scienziati possono ccrto valutare vantaggi e rischi; ma nessun principio può
guidare la scelta fra u n certo numero di kxvfore
di energia elettrica o u n certo numero di casi
di cancro alla tiroide, o fra u n certo numero
di staia di grano o u n certo numero di casi di
metemoglobina infantile. Questi sono giudizi di
valore, che n o n si fondano su u n principio
scientifico m a hanno carattere morale, e i n una
democrazia devono essere decisi non dagli
'esperti' , m a dal popolo e dai suoi rappresentanti » (The Closing Circle, pp. 197-8). E il C.
è senza dubbio felicissimo nel porre i n rilievo,
concludendo, il valore insostituibile dell'informazione dell'opinione pubblica, e del doverc
fondamentale che incombe in proposito agli
scicnziati. (Ma i paesi senza libertà d'opinione
C di stampa? Una parolina ci sarebbe voluta!...)
CONSIGLIO
D'EUROPA,
Le r62e des pouvoirs 1ocau.x
en matière de sauvegarde de la nature et de
l'environnetnent e Les aspects de la conservation des sols dans les différentes régions cli~natiqueset pédologiques de 1'Europe.
Sono le due ultime brochures della serie
K Sauvegarde de la Nature P, edite a Strasburgo
(1971,
rispettivamente a cura di J . B. VILMORIN
80 pp.) e F. FOURNIER
(1972, 206 pp.).
D'EUROPA
(Strasburgo),
CONSIGLIO
aux - Nature ».
«
Europe Today D, Environmental Problems, Political Issues, Newspapers, A study of the opinions of T o p European Rusinessmen and Politicians Listed in the Znternational Who's
Who, gennaio 1972, Prepared b y Research Services Ltd. Cambridge Nouse, 20-24 Broadwick
Street, London.
L'opera, che espone i n modo analitico e attraverso numerose tavole i risultati di u n sondaggio d'opinione svolto i n Europa tra u n migliaio
di uomini politici, intorno ai problemi dell'inquinamento, è importante per noi per la parte
relativa alla domanda se tali problemi possano o debbano essere oggetto di regolamentazione internazionale. La maggior parte degli
interrogati risponde negativamentc: e la cosa
non deve sorprendere, se neppure gli specialisti
e coloro che si sono più profondamente plongés
nel problema, e ne hanno visto tutta la gravità
e complessità riescono a rendersi conto della
necessità primordiale di una disciplina europea
e mondiale della complessa materia, e tanto
meno riescono a vedere chiaramente quali siano
le strutture istituzionali indispensabili perché
tale disciplina sia qualcosa di effettivo, e non
u n mero nome.
«
P. T . FLAWN,Environmental Geology, Conservation, Land-Use Planning, and Resource Management, New Y o r k , Harper and Row, 1970,
pp. XIX, 313.
I1 contributo specifico di quest'opera al nostro
tema - e senza dubbio il contributo più importante e rispetto al quale l'autore rivela
una competenza scientifica profonda, documentata anche dalla scelta bibliografica che accornpagna ogni capitolo - è la presentazione di
u n ulteriore aspetto di tale tema ( e quindi
un'ulteriore documentazione della sua conlplcssità): quanta parte cioè abbia una non supcrficiale conoscenza dei problemi geologici - oggi
troppo spesso trascurati dai pianificatori, dagli
esperti, dalle amministrazioni pubbliche, dai politici - ai fini di un'adeguata conservazione dell'ambiente e di una razionalc sistemazione dcl
territorio ( p . 214 sgg.). U n elemento i n più che
rende sempre più complicati i problemi, C difficili le soluzioni relative, specic i n u n niondo
che cambia continuamente e continuamente si
accrcsce.
E questo è appunto il secondo contributo più generico e ricevuto, se si vuole, m a non
meno importante - di quest'opera per noi. I1
lungo capitolo 5 (dal titolo significativo Man ar
a Geologica2 Agent: The Geologica2 Consequences
of Indtrstrialization, pp. 116-180), titolo che riprende, nella sua prima partc, quello di una
opera di R. L. Sherlock apparsa nel 1922 (London, H . F . and G. Witherby, 372 pp.) è un'altra
delle infinite variazioni - e non delle mcno importanti, anche perché condotta da u n punto
diverso, quello appunto del geologo - su l'uomo
come devastatore sempre più spaventoso dclla
geologia, oltre che dell'eco-sistema: a u n sempre
maggior numero di abitanti del globo corrisponde u n semprc maggior quantitativo di energia
disponibile a testa ( C , di fronte ai problemi
semprc più inestricabili e urgcnti di sopravvivenza e di spazio che ciò pone, una sensibilità
scmpre minore alle questioni « superflue r cd
« estetizzanti » della conservazione della natura
e dell'ambiente). La conscguenza logica non può
esser se non la moltiplicazione degli e f f c t t i
distruttivi, anche sc l'ottimismo americano ( e la
scarsa sensibilità ecologica) impediscono all'autore di rendcrsi conto dei disastri gigantcschi.
C imminenti, che tutto ciò dovrà immancabilmente produrre, se non si attua una radicalc
inversione di tendenza: senza la quale anche la
scienza geologica, quand'anche più razionalmcnte C integralmente applicata e ascoltata di quant o non lo sia oggi, sarà impotente a darci u n
quadro di vita C u n habitat acccttabile.
Can Britain Survive? a cura di E. Goldsmith,
Londra, T o m Stacey, 1971, 260 pp., scritto dalla
stessa équipe di A Blueprint for Sirrvival, si
colloca, come questo saggio, fra le opere fondamentali, che esamineremo trattando dei K limiti
allo sviluppo », nel seguito di questa bibliografia.
World
( L o stesso dicasi per J . W . FORRESTER,
D.ynarnics, Cambridge, Mass., Wright Allen Press,
1971, pp. XIII, 142).
...MILIONI
Faits Nouve-
E' u n bollettino mensile che contiene, oltre a
interessanti notizie, anche uno dei più ricchi
repertori bibliografici che conosciamo: assai utile, pertanto, a completare ed aggiornare il
nostro.
S u quella che gli Inglesi chiamano K quality
o f living », è interessante consultare anche il numero specialc dell'estate del 1967 di « Daedalus
( a Towards t h e Year 2000 ») e dell'autunno 1968
( N The Conscience o f thc City ») nonché dell'estate 1969 ( « The Future o f thc Humanities D); mentre un'importante rassegna bibliografica di opere
inglesi è contenuta nell'opuscolo Pollzrtion and
Environment: a Book Exhibition Arranged by
T h e British Coi~ncil, Westerham, Westerham
Press, 1972, 20 pp.
,
)
(4) Si veda infatti la recensione del Cerchio da chiudere - tutta favorevole e centrata su questo punto di
Paese Sera >> del 23 marzo 1973 a d opera di
V.. S a n q o n ~
~
( 5 ) Si veda tale critica iormulata nel modo più efficace nel Corriere della Sera D del 2 giugno 1973 (p. 11)
da A. Todisco, e che deve aggiungersi alle nostre (<C Comuni d'Europa », nove~nbre 1972, pp. 8-9).
E
SE NE VINCONO
TANTI
CON IL
7
-
12
COMUNI D'EUROPA
maggio 1973
L. HARTLEY,
S o m e Internatiorla1 Implications of
Environmental Challenges, « The Atlantic Community Quarterly », estate 1970, pp. 234241.
Anche se in forma ingenua e funzionalistica,
l'autore è uno di quelli che vedono più chiaramente - di fronte alla triplice minaccia dell'inquinamento dell'aria, dell'inquinamento degli
oceani e dell'esplosione demografica - la necessità di un'autorità mondiale che dovrà necessariamente disporre « di adeguati mezzi di pressione sui governi che non si uniformassero alle
sue disposizioni, quali l'imposizione di restrizioni economiche » (p. 244).
Dov'è finita la lezione di Hamilton che non
è possibile governo su stati, ma solo su individui?
tion fiir Umiveltschutz und Landespflege (che è
Belastete Lanrlschaft - Gefahrrlete Umulelt, a
interamente dedicata alla bibliografia ragionata
cura di GERHARD
OLSCHDWY,
WILHELMGOLDsull'argomento), il britannico « The ~ c o 6 ~ iD,s t
I L I ~ N VERLAG,
N
Monaco, 1971, 346 pp.;
che ha pubblicato nel gennaio 1972 il saggio
The Environnzental future (atti), a cura di
- secondo noi d'importanza capitale - A BlueN. POLUNIN,
McMillan, Londra, 1972, 660 pp.;
print f o r Survival, che esamineremo successivaM.
PAVAN,
Que
voulons-nous en faire d e notre
mente.
planète? Roma, Ministero delllAgricoltura, 1969,
CHR. SCHNEIDER,
Nat~crschiitzer dringcn a u f eine
30 PP.
Akaclemie, « Suddeutschc Zeitung n, 12 magPresident's Science Advisory Committee, Restogio 1972, p. 19.
rirzg the qualitv o f our environment (Report
of the Environmental Pollution Panel), 1965,
Vi si prospetta l'istituzione di unlAccademia
bavarese per la protezione della natura: il che
317 pp.;
ci fa pensare, per analogia, al ben altro valore
Politics, policy and natura1 resources, a cura di
e peso, anche politico, che avrebbe un'analoga
DBNNISL. THOMSON,
The Free Press, New
Accademia federale europca, c al contributo
York 1972, 452 pp.;
essenziale che ai suoi studi l'università europea
T h e neux battle o f Britain, a cura di H. F. WXLpotrebbe dare.
M. H. JULIEN,L'hornnze et la nature, Paris,
LIS, Charles Knight & Co., Ltd., Londra, 1972,
Hachette, 1965, 127 pp.
A. TODISCO,
Bilancio di Stoccolma, « I1 Corrierc
169 pp.
Opera a carattere divulgativo, di facile lettura,
della Sera n, 20 giugno 1972.
ma di non grande valorc.
Una delle conferme più perentorie delle nostre
2. - CACCIA
tesi: « Gli Stati nazionali si sono confermati,
L'ingénieur et la sauvegarde de la natrtre, Atlièalla conferenza dell'ONU di Stoccolma sull'econes, Chambres techniques de Grèce, 1969 (atti),
Ambienti del Friuli-Venezia Gittlia minacciati
logia, portatori dei 'sacri egoismi '» e quindi
pp. XVI, 167.
d i distruzione, quaderno della rivista « Rassegna
incapaci
a rispondere ai veri problemi D: C
Sono da segnalare soprattutto, in questi atti,
Europea ), di Udine, diretta da G. Comessatti,
cioè ad elevarsi a K una visione globale del
il lungo saggio di PR.JORDANIDES,
Le bruit, facteict1971, 16 pp. (si veda in questo quaderno, un
mondo e dei suoi equilibri n.
de pollution et fléau de la société contemporaine
contributo di L. Masutti);
(pp. 21-71), studio di caratterc tecnico-scientifico
B. VERSINO,
Les pesticides: ri11 problème pour le
l'intervento su questo tema del sen. Terracini
particolarmente completo e ricco di dati biblionzo~lde actuel, « Euro-Spectra », marzo 1971, nel numero del settembre 1970 della rivista
grafici; come pure quello di M. J. BOUQUIAUX, pp. 2-10.
« Ulisse ., con l'articolo I guastatori della naLa pollution atmosphérique pal- Ies combustibles.
tura;
Illustra con rigorc scientifico i rischi gravisSa prévention. Sa surveillance (pp. 73-94): più
simi connessi con la diffusione dei pesticidi, e
l'articolo I cacciatori e la natura nel K Corriere
breve ma non meno notevole.
i mezzi attraverso i quali si pcnsa di p ~ t e r l i della Sera » del 19 novembre 1972, pagina 9.
Fra le rivistc specializzatc è da ricordare in
sostituire, in particolare ricorrendo a metodi
di mutazione genetica degli insetti.
n-iodo particolare, ollre alla tedesca Dokunienta-
3.
-
ACQUA, ARIA, RUMORE
a ) Le acque marine e l'o~ceanografia
I1 problema del mare, quale si pone all'attenzione dei politici, e specie in una previsione di
unificazione federale delllEuropa e in una « prospettiva XXI secolo » - Horizo11 2000, come direbbero i francesi - non comprende soltanto la
lotta all'inquinamento (e alle cause prime di
questo), ché anzi questo capitolo è rclativarncnte secondario, rispetto a tutto il complesso della « politica dei mari
che la scienza
demografica suggerisce e consiglia: disciplina dei
traffici, sfruttamento alimentare delle acque marine, organizzazioni internazionali dcllo sfruttamento del fondo degli oceani, e sua regolamentazione giuridica, sono tutti aspetti della questione
almeno attualmente importante, e che la rendono così complessa, da consigliare di concludere qui questa serie della nostra bibliografia,
per riprendere poi autonomamente e più ampiamente il tema - come ci proponiamo di fare
in un prossimo avvenire -, sotto il titolo Oceanografia e politica del mare, problema europeo.
Facciamo solo eccezione per il volume dcl
Despax, in considerazione dell'importante spunto politico che esso ci offre.
M. DTSPAX,
La polli~tion des eauz des mers et
ses 1."-oblè~nes juridiqtres, Paris, Librairics
Techniqucs, 1968, pp. IV, 219.
« I1 nostro temperamento nazionale è così
fatto - dice l'autore nella conclusione (p. 203) che le " cose comuni ", come l'acqua, sono considerate meno come proprietà di tutti, che come
« C'est ce que j'appelle un dégustateur! Il reconnait le cru, le millesime... et m6me le pesticide!
quella di nessuno n.
( « Ecco quello che io chiamo u n assaggiatore! Riconosce il vigneto, l'annata ... e anche il pesiicida! a )
Ciò deriva, secondo noi, dal fatto che la comunità nazionale ha perso gran parte della sua
Ovcre che non abbiamo potuto consultare:
G. EHRENSVARU,
Eclissi sul nzondo? Franco An« credibilità D, della sua presa, e che il senso dcl
geli, 1973, 91 pp.;
bene comune può esser ricostituito solo a un
Battle for the Eilvironment, di TONYAI,DOLTS.
Hoiv i o be a survivor, di P. R. EHRLICH e livello superiorc.
Fontana/Collins, London 1972, 288 pp.;
Per il Dcspax, invece basterà la «Carta delR. L. H ~ R R I M ABallantine,
N,
Londra, 2;' ed.,
l'acqua o dcl Consiglio d'Europa, che « segna
R. ARDREG,
The Territorial Imperative, New York,
1972, 176 pp.;
una data C una tappa importante sulla via
Atheneum Publishcrs, 1966, 390 pp;
E. GERELLI,La difesa della ncitlcra: problemi
d'un possible redressernent (p. 204).
Lcs pot-tes de I'avenir, di PIERRECACHAN.
Horieconomico-finanziari, Milano, ILSES, marzo
lJna buona bibliografia - peraltro strettamente
1970;
zons dc France, Paris, 1972, 216 pp.;
limitata a scritti di lingua franccse - concludc
The rliseconomics o f growth, di H . V. HDDSON, l'opera.
N. CALDER,
T h e Environment Game, Secker and
Ballantine, Londra, 1972, 239 pp.;
Warburg, 1967 (e Panther, 1969; pubblicata
Unzschl~rngen v o n Abwa.sseriz,
G. A. HENNIXG,
anche in America con il titolo Eden was N o
Managing the Eriviron~t~ent:Iriternational EcoDie Zcit n, 12 maggio 1972, p. 62.
Garden, Holt, Rinchai-t and Winston, New
nomic Co-opevatiorz f o r Pollciiion Cotiirol, a
C L'Octsee
sta diventando un mare inorto? »
York, 1967);
cura di Ai.1.e~V. KNI;I:SEe altri, Pracgcr, 1971,
si chiede l'autorc nel sottotitolo: r infatti i
Conservatiori / o r >~crvival,di K . CIJRRY-LIKDAII~.,384 pp.;
coiitinui riliuti organici che vi vcngono irn~iiessi
Gollancz, London 1972, 335 pp.;
H. H. Lnsusecnc, L. L. FISCHM~N,
and J. L. Frconsumano, dccomponendosi, sempre più ossiscrree, Resources iiz America's Firtttre, a cura
geno, tanto che non solo i pesci, ma ailchc
L'ahontlance tlivnstatrice, di Sir FRANKFRASEK della società « Resources for the Future D, Thc
iiiolti degli stessi batteri chc oggi provvidenDARKTNG,
Fayard, Paris 1971, 112 pp.;
Johns Hopkins Press, 1963, 1017 pp.;
zialmcnte adempiono quella funzione non poPlanet in peril? di R. F. DASMAN.
Penguin Books,
S. MIKES,Gli ullinli giortii dell'ctmanità! Einaudi tranno più vivcrvi. E' una prefigurazione della
Harmondswortli, 1972, 135 pp.;
1972, 301 pp.;
sorte di tutti i mari?
<(
maggio 1973
COMUNI D'EUROPA
13
b) Le acque dolci
K causerie » sui problemi dell'acqua
e sui suoi
correnza vorrebbero che questa autorità fosse
diversi aspetti, che non uno studio realmente
comune: e non è qui da ripetere ancora una
Facciamo eccezione all'ordine alfabetico che di
scicntifico.
volta la dimostrazionc, che abbiamo dato lii-i
regola seguiamo per porre in primo piano le
dal 1950, che il Patto che una tale agenzia funCitiamo almeno qualche passo dalle pagine
quattro operc che seguono le quali ci consciizioni o possa funzionarc cntro un sistcma fedcconclusivc:
tono, per dir così, di concludere - anchc in
rale già csistente (conle gli Stati Uniti) 11011
« Vi sono nclla superficie dcl globo un inirelazionc ai problcmi dell'acqua - un gruppo di
liardo C inczzo di km/cubi d'acqua e al n-iassi- consente di inferire che essa possa altrettanto
considerazioni chc finora abbiamo svolto, c di
bcnc funzionarc anche in un contesto di Stati
n10 1 miliardo C 200 milioni di km/cubi di
aprirne uno nuovo e diverso, chc sviluppcreino
sovrani come sono ancora quelli curopci (6).
acqua marina. La den-iografia galoppantc di cui
nelle parti successive di questa bibliografia.
Nclla prefazionc all'edizione Prancese H. LEVYsoflrc il nostro piancta porterà presto la popoLAMBEKT
ricorre all'affermazione di R. COLES
lazione mondiale a 6 miliardi di abitanti ncl
Watev Develop~nent in Less Developed Aveas
( L a pollution des eaux, Paris P.U.F., 1962, coll.
2000: sarà dunque impossibilc alimentarla in
(atti), Berlin, Dunker und Humblot, 1965,
<( Que sais-je? r ) che K la spesa annuale in Franacqua dolce se non usando l'acqua del mare
203 pp.;
cia per la depurazione integrclle di tutte le acquc
demineralizzata ...
urbane e industriali sarebbc di circa 550 milioni
Infatti gli esperti ritengono che non si possa
Planning Watev Resollrce Developinent, s.l., N.U.,
di franchi durante 40 anni n; C, dopo aver agdisporrc di più di 20 mila kn-i/cubi di acqua
Economic Commission for Asia and the Far
giunto varic altre cifre astronomiche, commenta
all'anno per l'insien-ie del pianeta. Già oggi gli
East, 1968, pp. VI, 135;
saggiamente che anchc un simile sforzo « nc SUIStati Uniti consumano circa 1.200 metri cubi pcr
firait pas à rendre à nos rivières la purcti.
abitante per anno: a questa percentuale, i irand'antan >, (pp. XI-XII).
Bundesanstalt fur Gewasserkunde, A u s w i r k ~ ~ n g e ~ lcesi avrebbero bisogno di 60 miliardi di mc.
dev Einleitung von Wavrnwassev auf riie GeDi qui la seconda riflessione, e altrettanto in-iall'anno, cioè del terzo dell'acqua che scorre
tvassev, Koblenz, 28 aprile 1969, 59 pp.
portante: e cioè che l'organizzazione, curopea
nei nostri fiumi. A queste percentuali, il pianeta
e inteinazionale, delle soluzioni non basta; e che
non potrebbe sopportare una popolazione di più
di 20 miliardi di abitanti, cifra che ci minaccia
occorrerà altresì, c altrettanto urgentemente,
Lotta contro l'inquinuii~eizto delle acque: rassedi qui a un secolo. Gli abitanti della terra saun cambiamento del sistema (quello che io chiagna della legislazione intevnazionale (traduzioranno morti di fame prima di essere così numo « il passaggio dalla filosofia dello sviluppo
ne di analoga opera della Organizzazione Monmerosi: è gran tempo di pensarvi e di provalla filosofia della stagnazionc C del regresso,
diale di Sanità, seguita da una Raccolta dei
nella popolazione, quindi nella produzione, quintesti legislativi italiani), a cura di A. BAKFI, vedere >,.(pp. 214-215).
nell'inquinamento n: senza di che l'eco-catastrofe
L. BONOMO
e altri, Milano, Tamburini, 1969,
non sarà evitabile).
A. V. KNEESE,
Economie et gestion de la qualité
pp. XII, 339.
des eaux, Paris, Dunod, 1967, pp. XXV, 267.
Anche studi di caratterc tecnico come i primi
Lutte contre la pollution des eaux. Recherches
due danno da pensare all'enorme massa di attiL'autore - direttore del programma ameriactuelles (Collection de llA.N.R.T.), Paris, Ed.
vità, di opere di costruzione che saranno neccscano « Resources for the Future Inc. » - studia
Eyrolles et Gauthiers-Villars, 1970, 182 pp.
carie nei paesi sottosviluppati per dare a questi
con molta ricchezza di dati e completezza di
un livello di vita decente; alla quantità notevole,
I1 carattere tecnico di questi studi - condotti
problematica gli aspetti tanto economici come
dunque, di K distruzione della natura » (riduzione
da chimici specializzati di profonda competenpolitici della « gestione delle acque » e gli obietdi spazi verdi, esaurimento di risorse idrichc
tivi che la collettività deve proporsi per realizza - non li rende direttamente utilizzabili per
ecc.) che sarà neccssaria; al rischio che questo
la nostra indagine; ma essi sono importanti
zarc l'uso optirnurn dcll'acqua e la compatibilità
costituisca un lavoro di Sisifo se, col crescere
esigenzc.
delle
diverse
ugualmente
per mettere in luce le difficoltà
di tali opere, continuerà a crescere al ritmo
tecniche del problema, e quindi l'esigenza di
Condizione, afferma il Kneese, di tutto questo
attuale anche la popolazione di quei pacsi: creforti poteri, nazionali e sovranazionali, nel camscita che, senza un'adeguata politica demografi- è l'esistenza di un'« Agenzia » - come la chiamano gli americani - specificamente incaricata
po del controllo dell'inquinamcnto. I1 primo sagca, verrà appunto, in tal modo, stimolata e facidi promuovere norrne adeguate e fornita dei
gio, ad esempio ( E t u d e des possibilités de biodélitata. E sono dunque studi che segnano il
punto di passaggio fra la prima sczione del
poteri per assicurarne il rispetto.
gvadation d'un effluerlt de fabvication d'isoprène),
nostro studio, che con questa parte si conclude,
11 che ci induce ad osservare, anzitutto, chc
dovuto a R. C..IBRIDENCE,
M.MEN. LEICKEe J. RAUX
relativa alla lotta contro l'inquinamento (e ai
l'unità dello spazio europeo - non più grande
suoi aspctti europei e mondiali), e la seconda,
di quello statunitense -, il carattere comune
(6) Si veda il mio scritto, apparso nella rivista a Comche risale, analogamente, agli aspetti internaziomon Cause ,, di Chicago del 1950.
dei problemi, i rischi delle distorsioni dclla connali in genere, e contincntali in specie, della
lotta alle cause stesse di tali minacce all'ambicnte, e anzitutto alla causa prima ed esscnziale, l'esplosione demografica.
H. P. Michael, che h a scritto la relazione generale del primo volume, dice che tre sono lc
condizioni istituzionali essenziali pcr una seria
politica dell'acqua: 1) « a strong water depariment or statutory body »; 2) « a n Advisory Counci1 on Water Affairs ,); 3) adeguate norme giuriIstituto di credito di diritto pubblico
diche.
Sono suggerimenti validi anche per gli organi
Fondato nel 1539
sovrannazionali, europei e mondiali, di cui noi
auspicl-iiamo la creazione: e in particolare l'ultiFondi patrimoniali e riserve: L. 99.754.952.734
mo, che va integrato con quanto scrive, nella
prefazione dell'ultima opera, E. de Fraia FranDIREZIONE GENERALE
NAPOLI
gipane: e cioè che occorrono disposizioni « razionalmente coordinate in testo unico » e, aggiungiamo noi, con chiara indicazione delle compctenze ai diversi livelli amministrativi: chc è la
tesi anche della relazione generale (p. 3 sgg.).
Tutta le operaziorzi ed i servizi di banca
scritta con particolare riferimento allo studio
Water Pollution Control: Nadi E. R. MALAKOFF,
tional Legislation and Policy, A Comparative StuCREDITO AGRARIO - CREDITO FOI\IDIARIO
dy, Roma, 1966 (opera che non siamo riusciti
CREDITO INDUSTRIALE E ALL'ARTIGIANATO
a procurarci).
MONTE DI CREDITO SU PEGNO
Se le tre opere sopra comrnentatc richiamano
la nostra attenzione soprattutto sulla necessita
di un arresto della crescita della popolazionc
498 FILIALI I N ITALIA
mondiale, l'altra, che ancora ci resta da esaminare - quella in lingua tedcsca -, ci fa invece riflettere sugli argomenti non meno presORGANIZZAZIONE ALL'ESTERO
santi in favore dello « Zegeismo », C cioè sull'esigenza di arrestare, analogamente, anche la
Filiali: Buenos Aires - New York
crescita economica.
Essa infatti, con argomenti di alto livello
Rappresentanze: Bruxelles Buenos Aires Francoforte s / M
scientifico dà un quadro conlpleto - corrcdato
Londra - New York - Parigi - Zurigo
anche d a ricca letteratura tecnica - dei molteplici danni e turbamenti, all'ccosistema come alBanca affiliata
l'economia, causati dal riccaldamcnto delle acque
ad opera dellc industrie.
Banco di Napoli (Ethiopia) Share Co. - Asmara
BANCO DI NAPOLI
-
l
I
I
-
R. FURON,
Le problèrne de l'eau dans le tnonde,
Paris, Payot, 1953, 251 pp.
Per quanto pubblicato nella collezione Bibliothèque Scientifique D l'opera - co'me molte di
autori francesi - è piuttosto una interessante
-
Ufficio cambio permanente a bordo T/N
Corrispondenti in tutto il mondo
Raffaello
n
COMUNI D'EUROPA
(pp. 13-38), si conclude osservando che le possibilità di realizzare, almcno parzialinentc, dci
risultati positivi nel ridurre la daniiosità di tali
cffluenti è largamente condizionata dal iatto chc
n prima di costruire stabilincnte si svolgano studi a livello semi-industriale, in stabiliinenti pilota, si da potcr sccglierc il modo di trattamento
chc consenta di otlcnere i migliori risultati D.
Chi imporrà, al livello intcrnazionalc, le precauzioni e i vincoli rclativi, quando ì' certo che essi
sono lesivi dclla concorrenza? E chi finanzicrà
studi adeguati, i l cui costo è elevatissimo, stante
il numcro stcrrninato di industrie, e quindi di
possibili inquinamenti, comc rileva un altro saggio di qucsto volume, dovuto a H. RUFFER,Der
Stund der Reitzig~~izgdes Abivassers dev cheinischen Iizrlustvie iiz dev Bzrizdesrepilblik Deutschland (pp. 46-61)?
R. L. NACE,L'eau et I'hotizme: apercu molidial,
Paris, UNESCO, 1969, 50 pp.
Illustra gli scopi - prevalentemente di ricerca
e di educazione - del a decennio idrologico
mondiale bandito dalle Nazioni Unitc.
L'autore riconosce l'esigenza di una cooperazione internazionale, ma non sa definirne i termini, né sembra rendersi conto che qualsiasi
siorzo nel senso di risolvere i problemi dell'acqua è destinato ad esser vano, se l'esplosione
della popolazione continuerà, e specie se ad essa
si accompagnerà un aumento del livello di vita
( e quindi dei consumi, anche idrici, e degli inquinamenti, anche delle acque).
Watev-Resouvce Developllzet~t. The
O. ECKSTEIN,
Economies of Pvoject Evolution, Cambridge
(Mass.), Harvard University Press, 1965, pagine XIII, 300.
La scarsità delle acque rcnde sempre più importante e capitale lo studio del loro ottimo
impiego: e perciò rende sempre più necessari
preliminari studi economici e scientifici, e non
propagandistici - insiste con ragione l'autore prima che decisioni politiche in ordine ai progetti sul tappeto, e ai relativi investimenti, vengano prese.
Tutto ciò è indubbiarncnte serio e valido: ma
se non si elimina la causa prima che rende
sempre maggiore la richicsta di acqua (e quindi
sempre più grande la sua scarsità), tutti questi
accorgimenti, senza dubbio capitali a medio termine, e indeiinitamente validi anche per l'avvenire, non potranno servirc a invertire la tendenza all'eco-catastrofe, ma solo ritardarla, e
non costituiranno in definitiva se non dei semplici palliativi.
H. PRESS,Wasse~uirtschaft,Wassevbau und Wasserreclzt, Dusseldorf, Werner, 1966, pp. VI, 263.
Proprio da un libro esclusivamente tecnico,
e pieno solo di dati scientifici e di formule matematiche, ci vengono, dalla unica paginetta dcdicata ai problcirii internazionali (p. 245: Wassevvecht) i suggerimenti essenziali in materia.
L'aumento della popolazione e quello delle
esigenze di essa - dice il Press - nonché il
costante sviluppo industriale hanno fatto crescere enormemente il consumo d'acqua, sì che
questa non è più sufficiente, cd è sempre più
inquinata; e poiché i fattori che sono causa di
tutto ciò non si arrestano ai confini statali,
così ad essi, pcr necessaria conseguenza, non
possono arrcstarsi le disposizioni in diiesa dell'acqua, prese da questo o quello Stato. Donde
la necessità di una disciplina internazionale effettiva, di cui sono solo un sostituto inadeguato
gli accordi e le convenzioni bi- o multilaterali, C
insomma gli strumenti classici del diritto internazionale.
Wasses: bedvohtes Lebenselenzent, hrsg. von
K. A. WALTHER
und B. H. DIETERICH,
Zurich,
Montana, 1964, 294 pp.
maggio 1973
Da ricordare a titolo di curiosità - come il
ns. ha cura di annotare - che già nel 1661, in
Inghilterra, John Evelyn aveva pubblicato un
apposito pamphlet intitolato Fztnzifugi~inz, per
lamentare gli inconvcnienti, che già allora si
facevano sentire, dell'inquinamento atmosferico.
sclzutz als wirtschaftspolitisches Problem (paginc 264-267), giacché ci consentono di studiare
il nostro préalable istituzionale.
Proprio perché il problema delle acque è un
problema politico, che richiede scelte implicanti
sacrifici C costi per l'economia e influenze diverse sul piano sociale e umano; e proprio perchC il problema, oltrc che politico, è un problema di grandi spazi, proprio per questo è
necessaria un'autorità politica al livello di tali
spazi, e cioè, anzitutto, uno Stato federale europeo.
Opere che non abbiamo potuto csaminare:
Aiv Conservation: Report of tlze Conservatioli
Commission, Americaiz Association for the
Advancenzent o f Scieizce, Washington, 1965,
335 pp.;
R. ZWINTZ,Zzlm Pvoblem der okononzisch relevaizten a~lssermuvktmassigenBezielzilrigen. Die
Geivussrrvevunveinigung in dev Bitndesrepublik
Deutschlaizd urid ihre okonomische Auswirkungen, Munchen, Oldenbourg, 1970, 191 pp.
In un'opera di alto livello scientifico, e che
meriterebbe un'attenzione ben più ampia di
quella che possiamo dedicarle, l'autore, dopo
avere criticamente studiato le dottrine economiche delle relazioni extra-mercato e i problemi
dell'inquinamento in Germania, conclude illustrando in modo particolarmente perspicuo col Galbraith, col Robinson e col Kroll(7) - i
rischi chc il costante e sempre più rapido sviluppo economico ha creato, trasformando i beni
naturali in beni scarsi e preziosi (ma rivelandosi
incapace di indicare una soluzione al grave problcma).
Odoccrs and aiv pollution: a bibliography ivitlz
abstracts, a cura dell'Air Pollution Technical
Information Center, US Environmental Protection Agency, Research Triangle Park 1972,
257 pp.;
Q ~ i e sais-je? La pollutioiz atmosphévique, di
Presses UniverPAULCHQVINe ANDRÉROUSSEL.
sitaires de France, Paris, 2a ed., 1972, 128 pp.;
Odour Poll~ition of Air: Causes and Control,
di W. CUMMER,Leonard Hill, London 1971,
310 pp.;
Colloque intevnatioizal « L'lzomme, l'air et l'eau »,
a cura di Technique & Documentation », Librairie Lavoisier, Paris 1972, vol. I , L'eau; volume 11, L'aiv; vol. 111, Le briiit.
e ) Rumore
C ) Acqua
PR. JORDANIDES,
il saggio sul rumore, nel volume
greco citato sopra, L'ingénieilv et la saitvegavde de la nature.
Opere che non abbiamo potuto consultare:
Comrnittee on Water, National Acadeiny of
Sciences - National Research Council, Altern a t i v e ~in watev nzanagenzent, 1966, 52 pp.;
Gestion de l'eau. Aspects fondainentaux, O.C.D.E.
Paris 1972, 547 pp.;
R. POPKIN,Desalit~ation- Water for the Wovld's
Frltilve, Praeger, New York, 1968; il primo
volume di L'homtne, l'air et l'eau, che citiamo
subito dopo, sotto N Aria » alla fine.
d) Aria
M. J. BOL~QUI.AUX,
il saggio sull'inquinamento
atmosferico da combustibili, nel vol. greco citato sopra, fre le opere generali - L'ingénieiir
et la sauvegarde de la nature.
D. KING-HELE,
The Etzd of the Twentieth Century? London Macmillan, 1970, pp. 206.
In un libro brillante, ma superficiale, le pagine
forse divulgativamente più efficaci sono le otto
o dieci dedicate, all'inizio del cap. 6, all'inquinamento atinosferico: nelle quali l'autore - rifaPesticides
cendosi a un'opera di K. MELLANBY,
and Pollution, Collins, New York, 1967, ma soprattutto ai Proceedings o f the Clean Air Conferetzce organizzata nel 1967 e pubblicati nel 1968
dalla National Society for Clean Air - dà un
quadro sintetico, ma completo, dei pericoli che
minacciano, e riducono progressivamente, l'aria
pura.
Lewis Herber, ricorda con ragione il nostro,
ha dato un quadro impressionante dei rischi che
ci attendono, nel suo Our Synthetic Environment (Cape, 1963): il nostro ambiente artificiale
ci uccide, e a partire dal 1980 gli effetti accumulati da stress, monossido di carbonio, piombo, diossido di zolfo, radiazioni atomiche, pesticidi ecc. saranno le cause principali di decesso.
Del resto, per chi sa vedere, ci sono già oggi
indizi premonitori allarmanti, specie in provenienza dal paese - gli Stati Uniti - che ha
l'ambiente appunto più « sintetico »: il cancro,
che una volta era considerato una malattia senile, è oggi la causa di morte più frequente dei
bimbi americani al di sopra di nove anni; mentre, nonostante gli enormi progressi della medicina nel trattamento delle malattie infettive negli
ultimi cinquant'anni, la durata media della vita
dell'americano bianco (maschio) che abbia raggiunto i quarant'anni si è accresciuta solo di
un anno rispetto al 1920.
Serie di studi che espongono in tutti i loro
aspetti il problema delle acque dolci e della
loro difesa, con particolare riguardo alla Svizzera.
Di interesse spcciale per noi i due saggi - fra
loro strettamente collegati - di R. KAPPELI,
(7) Di quest'ultimo egli cita un saggio apparso nello
Grossraumige Losungen z u m Sclzutz der Gea Schmollers Jahrbuch
fiir Gesetzgehung D, 1966, pagina 282 sgg.
ivasser (pp. 259-263) e di B. SCHRAMM,
Gewasser-
Opere che non abbiamo potuto consultare:
A. BELL, Noise (Ginevra, Organizzazione Mondiale di Sanità, 1966);
W. BURKS,Noise anrl Man, Murray, 1968;
Final Report of the Comrnittee o n the Problem
of Noise, H.M.S.O., 1963;
L. F. YERGES,Souizd, Noise and Vibration Control, New York, Van Nostrand Reinhold, 1969,
pp. XII, 203 (con bibliografia); il vol. I11 di
L'hotnme, l'air e l'eau cit. or ora, sotto «Aria»,
alla fine.
1
COMUNI
D'EUROPA
Organo dell'A.1.C.C.E.
l
ANNO XXI - N. 5 - Maggio 1973
1
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Aut. del Trib. di Roma n. 4696 dell'll-6-1955
Associato all'USPI
Unione Stampa
Periodica Italiana
TIPOGRAFICA C A S T A L D I - R O M A -1913
COMUNI D'EUROPA
maggio 1973
15
I S V E I E R
Iatituto per l o Sviluppo Eeonomieo del191taliii Meridiuiiale
ENTE D I DIRITTO PUBBLICO CON SEDE IN NAPOLI
Fondi Patrimoniali, di Riserva e Copertura Rischi L. 133.483.999.310
ASSEMBLEA ANNUALE PER L'APPROVAZIONE DEL BILANCIO 1972
L'assemblea dei Partecipanti al Fondo
di dotazione dell'ISVEIMER - Istituto
per lo Sviluppo Economico dell'Italia
meridionale - riunitasi in Napoli sotto
la presidenza del Cav. di Gr. Croce Dottor Alfonso Menna, ha approvato all'unanimità, la Relazione del Consiglio di Amministrazione, la Relazione del Collegio
Sindacale, il Bilancio al 31 dicembre 1972
con il relativo Conto delle Spese e delle
Rendite e la ripartizione dell'utile di
esercizio.
In rappresentanza del Governo è intervenuto S.E. Paolo Barbi Sottosegretario
di Stato al Bilancio.
Ampia è stata la partecipazione dei
più autorevoli rappresentanti di Enti, di
Istituti di Credito e delle Associazioni di
Categoria.
presente il ~ ~ t~~~i~
t . Giordano,
Direttore Generale delllISVEIMER.
L'andamento dell'economia industriale
durante il 1972, così ha esordito il Presidente Menna, ha confermato che le difficoltà in cui si dibatte questo settore di
attività, decisivo nel quadro delle componenti dello sviluppo economico, non hanno solo una origine congiunturale. Ma,
come viene generalmente riconosciuto, Tivestono carattere strutturale e richiedono
pertanto radicali modificazioni e ristrutturazioni.
Questo stato di cose non poteva non
avere riflessi particolari nel Mezzogiorno.
E' evidente che, in una fase di caduta
degli investimenti, questa
manifesta
con maggiore intensità nelle aree economiche più arretrate.
E' in tale quadro che si devono collocare i risultati dell'attività dell'Isveimer
nel 1972, per valutarne con senso realistico lPefficaciaed i limiti. E' stato il 1972
un anno di particolare significato, avendo
segnato la conclusione del primo ventennio della vita dell'Isveimer iniziatasi con
la Legge n. 298 dell'll aprile 1953.
I1 ventenni0 trascorso ha fatto segnare un'ampia evoluzione nelle tesi politiche
cui si è via via ispirato il legislatore:
un motivo di fondo però ha sempre animato per il Sud, quello della complementarietà del progresso economico meridionaie verso ogni ulteriore progresso nelle
altre aree del Paese, quello della necessità
di superare i dualismi per conferire maggiore equilibrio e rapidità allo sviluppo
della comunità nazionale.
I dati consuntivi di maggiore significato
si riferiscono ai primi diciannove anni
dell'attività delllIsveimer, iniziata nel 1954
e possono offrire una adeguata misura
della azione a tal fine dalllIstituto condotta sino al 1972. Nell'intero periodo
sono stati concessi dalllIsveimer, al netto
di revoche, rinunce e variazioni, 5.665
finanziamenti per L. 1.577 miliardi; gli
investimenti comple~sivialla cui realizzazione si .è concorso ammontano a circa
2.830 miliardi; i nuovi posti di lavoro
creati possono farsi ascendere a 230.000
Circa.
Nell'anno 1972 il Consiglio di Amministraziane ha esaminato 431 domande per
L. 336.468.769.000.
11 Consiglio di Amministrazione delllIsveimer, sempre nel 1972, ha espresso
parere di accoglimento per n. 259 domande di finanziamento consentendo la
concessione di finanziamenti Per oltre
268 miliardi di lire a fronte di un investimento complessivo di oltre 445 miliardi
di lire con previsione di occupazione di
13.000 unità.
Le obbligazioni in circolazione hanno
ormai conseguito la cifra di L. 811 miliardi 150 milioni.
I contratti per mutui industriali stipulati nel 1972 sono stati 256 per Lire
310.014.900.000.
Le somministrazioni su mutui industriali effettuate nell'anno, sulla base degli stati di avanzamento presentati dalle
ditte finanziate, sono ammontate a Lire 259.666.536.000, conseguendo in tal moun nuovo limite massimo Per questa
fase di attività dell'Istituto.
In favore di attività commerciali sono
stati concessi 47 finanziamenti per oltre
815 milioni di lire e sono state approvate
8 sovvenzioni cambiarie per acquisto
macchinario industriale pari ad un importo di 196.000.000 di lire.
L'Istituto nel corso del 1972 ha condotto per conto della Cassa per il Mezzogiorno n. 725 istruttorie per domande di
contributo industriale in conto capitale.
I1 Presidente ha quindi sottoposto all'Assemblea il Bilancio con il relativo
Conto delle Spese e delle Rendite al
31 dicembre 1972.
I1 Collocato per mutui industriali alla
data del 31 dicembre 1972 al netto dei
rimborsi nel frattempo verificatisi ha raggiunto l'importo di 972.292.664.953 con un
incremento di lire 179.144.329.765 pari al
22,5%.
L'ammontare dei Fondi patrimoniali e
di Copertura rischi è nassato da lire
123.446.326.333 a lire 133.483.999.310.
11 conto economico dell'esercizio ha registrato rendite lorde per L. 79.062.557.535
e spese per L. 77.942.617.030; fra queste
ultime vanno ricordate oltre agli accantonamenti di legge nella misura massima
fiscalmente consentita, l'accant~namento
di L. 3.800.000.000 al fondo riserva straOrdinaria.
L'esercizio si chiude con un utile netto
di L. 1.119.940.505 che dopo la Relazione
del Collegio Sindacale, su proposta del
Consiglio di Amministrazione è stato così
ripartito: L. 700 milioni (5%) agli Enti
partecipanti al Fondo di dotazione, salvo
autorizzazione del Comitato Interministeriale del Credito e del Risparmio, L. 50 milioni al Fondo Contributi e Borse di Studio, L. 369.940.505 in aumento al Fondo
Speciale.
L'Isveimer ha anche recentemente deciso di istituire Uffici di Rappresentanza
nel Mezzogiorno Continentale per divulgare maggiormente le specifiche possibilità di intervento dell,Istituto.
Presidente Menna ha tenuto ad esprimere al Direttore Generale Gr. Uff. Dr.
Mario Giordano, ai Dirigenti ed al personale tutto il più vivo apprezzamento del
Consiglio di Amministrazione.
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DOMENICO SABELLA
I1 finanziamento della Politica agricola comune
e il Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia in Agricoltura
Sommario :
I - I1 finanziamento della Politica agricola comune
l - Premessa
2 - Le vicende politiche
I1
1
2
3
-
I1 F.E.O.G.A.
I compiti della Sezione Garanzia
I compiti della Sezione Orientamento
Disposizioni generali
La dinamica dei fatti
I1 FEOGA - Le Regioni - Lo Stato italiano
Principi delle azioni comuni
I1 campo di applicazione della. Sezione Orientamento
Condizioni per beneficiare del concorso del FEOGA - Sezione Orientamento
9 - Ammontare del concorso della Sezione Orientamento
10 - Settori di intervento e natura delle opere per il 1973
11 - Presentazione delle domande
12 - Il fascicolo della documentazione
4 5 6 7 8 -
La Sezione italiana del Consiglio dei Cornt~nid'Europa - associazione unitaria di Comuni, Province e Regioni - nel 1969 pubblicò uno
studio di Dornenico Sabella su « La ricornposizione fondiaria e l'orientamento colrurale con il contributo del FEOGA », allegato al fascicolo
n. 7-8lluglio-agosto 1969 di « Coilzuni d'Europa D, con lo scopo d i dare
agli arnilzinistratori locali italiani una guidcr per l't~tilizzazione delle
provvidenze previste dal Fondo.
A qtiattro anni di distanza, lJAICCE è lieta di ripresenture questo
nuovo studio aggiornato dello stesso autore, che tiene conto delle nuove
realtà venutesi maturando in questi ultimi anni e soprattutto dell'avvento delle Regioni in Italia e dei recenti indirizzi della politica regionale conzunitaria.
agricolo che preferisse importare dall'esterno della Comunità un prodotto agricolo
che all'interno della Comunità è sottoposto
portatori di grano, carne e mais l'Italia, a regolamentazione comune di mercato, deve
l - Premessa
vcrsare alla Comunità la differenza tra il
di cereali secondari l'Olanda.
prezzo indicativo fissato per quell'anno e per
Le ricorrenti maratotze che caratterizzano
Infine la media europea del livello dei
ormai per tradizione le decisioni del Con- prezzi in agricoltura era ed è sensibilmente quel prodotto all'interno della Comunità e
siglio della CEE in materia di politica agri- più alta rispetto a quella dei corsi interna- il prezLo corrente sui mercati internazionali.
I1 prelievo è perciò una tassa di compencola, rivelano le difficoltà oggettive e le re- zionali. Quindi la Francia, che aveva i prezzi
sazione il cui ammontare variabile è pari
sistenze psicologiche alla progressiva inte- più bassi, dovendosi allineare alla media
grazione del settore primario. Al tempo delle europea, avrebbe perduto capacità concor- alla differenza tra il prezzo indicativo per
trattative di Va1 Duchesse si voleva addirit- renziale all'estero se non fosse intervenuta prodotto fissato dalla Comunità e il prezzo
tura escludere l'agricoltura dal mercato co- una regola preferenziale all'interno della Co- dei corsi internazionali.
I1 gettito dei prelievi avrebbe finanziato
mune. Poi si convenne di dettare una parti- munità, problema che si presentava anche
colare procedura per la elaborazione di una
per gli ortofrutticoli italiani, per i vini ita- la politica agricola comune.
politica agricola comune, che poté essere liani e francesi e per altri prodotti.
Detto finanziamento fu disciplinato, in lifinalmente delineata la notte del 18 gennaio
nea di massima, dal Reg. n. 25 del 24 aprile
Le linee indicative quindi risultano:
1962, con la prima maratona. Predilezioni
1962. In esso è fissato il principio che «nela ) istituzione di una tariffa esterna cola fase di mercato unico i sistemi di prezzo
irrazionali, ragioni storiche e realtà ambienmune basata su continui adattamenti alle visono unificati e la politica agricola è comutali hanno reso e continuano a rendere difcende dei prezzi internazionali in rapporto ai
nitaria, per cui gli oneri finanziari che ne
ficile e spesso arduo il processo integrativo
prezzi che si volevano mettere all'interno delderivano incombono alla Comunità n. Vi è
in agricoltura.
la Comunità;
stabilito inoltre che il « gettito dei prelievi
I1 settore primario per sé stesso è più
b ) preferenza ai prodotti agricoli della
operati sulle importazioni in provenienza
lento ad adattarsi ad una nuova situazione:
dai paesi terzi spetta alla Comunità ed è degli investimenti operati, gli indirizzi assunti, Comunità;
voluto a spese comunitarie, in modo che le
la struttura fondiaria, quella della proprietà
C ) miglioramento delle strutture di base
e delle categorie lavoratrici hanno una per- della produzione agricola e della vita sociale entrate di bilancio della Comunità comprenmanenza nel tempo maggiore rispetto alle nelle campagne, allo scopo di rendere l'agri- dano detto gettito e, al tempo stesso, tutti
altre categorie economiche.
coltura comunitaria concorrenziale anche gli altri introiti decisi a norma del Trattato
verso il resto del mondo senza deprimere, CEE ed i contributi degli Stati alle condiLe realtà ambientali, inoltre, presentano
zioni previste dall'art. 200 del Trattato
esigenze divergenti e spesso opposte che bi- anzi elevando il livello di vita e il reddito
stesso D.
sogna far convergere per imprimere quel nelle campagne.
In attesa dell'organizzazione del mercato
minimo indirizzo unitario, indispensabile ad
unico, fu previsto un periodo transitorio,
un mercato comune. La Francia, con 55 mila cui scadenza fu fissata al 30 giugno 1965,
lioni di ettari della migliore terra dellJEuro- 2 Le vicende politiche
durante
il quale la politica agricola comune
pa occidentale, poneva il problema dell'espanUna politica di sostegno dei prezzi e di sarebbe stata finanziata da contributi degli
sione agricola come compenso ad alcuni
miglioramento delle strutture di base ab- Stati membri, secondo una chiave di ripareventuali danni nel settore industriale. Essa
bisogna di adeguati interventi finanziari. tizione, mentre nel frattempo la Commisera caratterizzata dai più bassi prezzi alla
sione avrebbe dovuto elaborare delle proproduzione tra tutti i paesi del mercato co- Perciò, se l'art. 39 del Trattato di Roma
mune, per cui era prevedibile che, nell'ipo- stabilisce che nell'elaborazione della poli- poste intese ad affidare l'amministrazione
tica agricola comune... si dovranno consi. dei prelievi e della tariffa esterna comune
tesi di un rialzo dei prezzi, per giungere ad
e la gestione della politica agricola alla
derare... le disparità strutturali e naturali
un livello medio comunitario, la produzione
Comunità. In altri termini la Comunità
francese si sarebbe potuta notevolmente svi- tra le diverse regioni agricole », l'art. 40
avrebbe
avuto - attraverso le due tasse
precisa che « per raggiungere gli obiettivi
luppare.
europee
un proprio bilancio, fatto questo
previsti
dall'art.
39
sarà
creata
una
orgaLa Germania, invece, (24 milioni di ha) è
praticamente deficitaria di tutte le produ- nizzazione comune di mercati agricoli » e a che avrebbe comportato il rafforzamento dei
poteri del Parlamento europeo in materia
zioni agricole e vede sempre con preoccupa- tal fine «potranno essere creati uno o più
di controllo. Orbene, mentre il Parlamento
fondi
agricoli
di
orientamento
e
di
gazione l'aumento del costo della vita, che inritenne le proposte della Commissione influisce negativamente sulle capacità concor- ranzia D.
L'organizzazione comune dei mercati agri- sufficienti, il Consiglio le ritenne non fonrenziali della sua industria sui mercati esteri
coli comportava la regolamentazione comu- date sul Trattato » e perciò la politica agrie specialmente quelli dei Paesi nuovi, i quali
nitaria per quei prodotti che avrebbero cola comune non poteva essere finanziata,
in cambio possono darle prevalentemente
avuto bisogno del sostegno dei prezzi. I1 so- successivamente al 30 giugno 1965, come
produzioni agricole.
proposto dalla Commissione (*).
L'Italia (30 milioni di ha) e il Benelux stegno è dato dalla fissazione annuale dei
I1 problema era di natura strettamente
prezzi indicativi che, a seconda degli anda(poco più di 5 milioni di ha) hanno situamenti stagionali e congiunturali, variano, politica: nella realtà sarebbe stata trasfezioni ancora diverse. Hanno settori produttivi
rita alla 'Comunità una fetta di potere automa sono sempre sensibilmente superiori ai
che si prestano in parte alla esportazione
prezzi dei corsi internazionali. Per evitare nomo, con relativa lesione delle rispettive
(ortofrutticoli e fiori l'Italia, latticini l'Olanperò una dannosa concorrenza e per garan- sovranità nazionali. Come si ricorderà,
da) e non possono rinunziare ai loro p r o
tire la prefcrenza intracomunitaria dei pro- Couve de Murville, portavoce del Generale
blemi di collocamento della produzione sui
dotti della Comunità, è stato applicato il
('1 V. in proposito quanto pubblicato nel numero del
prelievo ». In altri termini, un operatore
mercati esterni. Ma sono anche paesi imluglio-agosto 1965 di u Comuni d'Europa n. ( N . d . R . ) .
I - I1 finanziamento della Politica agricola comune
-
((
De Gaulle, inlci-ruppe le trattative e annuilziò chc la Francia si sarebbe ritirata dalla
Con~unità.Si aprì una lunga crisi di stasi alla
fine dclla quale gli « accordi di Lussemburgo » dcl gcnnaio 1966 limitavano i poteri
della Commissione c sospendevano di fatto
le disposizioni del Trattato in base alle quali,
a ciccorrere dal 1" luglio 1965, le decisioni
del Consiglio sarebbero state prese a magg i o r a n ~ a qualificata. Rimase di iatto la
paralizzante regola dell'unaniinità.
Nella prassi dclla politica agricola comune si ricorse ad espedienti e ripieghi che
salvavano il prcstigio iormale delle sovranità nazionali, mentre il Foildo Europeo di
Orientamento e di Garanzia Agricoli, istituito ncl 1962, fu ridotto ad una cassa di
compcnsazionc.
Al Vertice delllAja del dicembre 1969, la
siluazioilc fu finalmente sbloccata e si giunse all'indica~ione di massima che è stata
poi tradotta in normativa dal Regolamento
n. 729170, relativo al finanziamento della politica agricola comune.
In esso è stabilito che le spese per la politica di mercato e dei prezzi della CEE
sotto forma di restituzione all'esportazioi~e,
noncli6 le perdite eventualmente derivanti
da acquisti c da vendite di prodotti agricoli
da parte dei potcii pubblici e le azioni comuni decise per raggiungere obbicttivi ispirati dall'art. 39 par. 1, lett. a ) del Trattato
CEE, ivi comprese le modifiche di struttura
necessarie per il buon funzionan~ento del
mercato comunc, sono finanziate dal FEOGA,
la cui amruinistrazioi~c è aftidata alla Comunità, alla quale sono peraltro attribuite
le entrate del prelievo ed altre entrate a titolo di risorse proprie.
Insoinma, il concetto base che era stato
respinto nel 1965 è stato assunto come valido nel 1970!
I1 - Il F.E.O.G.A.
11 FEOGA è dunque lo strumento del qualc si serve la Comunità per sostenere la politica dei preizi e del mercato agricolo e
per le modifiche dellc strutture di base nel
settore primario. Esso perciò è distinto in
due sezioni: Garanzia e Orienfanzenfo.
l
-
I compiti della Sezione Garanzia
Nella funzione assegnata alla Sezione Garanzia del Fondo, vi è la caratteristica principale dell'abbandono del precedente sistema
di clearing (conto partite di giro) e dell'orientamento verso un'assunzione diretta di responsabilità finanziaria da parte della Comunità, mediante una procedura classica di
bilancio.
Gli stanziamcnti di bilancio della Comunità vengono discussi ogni anno in autunno.
Lo si può fare dato che l'« Esercizio contabile
del Folndon è stato fatto coincidere con
l'anno civile l o gennaio-31 dicembre. Con le
due misure suddette è possibile discutere
durante i incsi di autunno, ncll'ambito del
Consiglio ed eventualmente del Parlamento
Europeo, delle singolc voci di bilancio e di
stabilire, sulla base di considerazioni di politica agraria, i provvedimenti da assumere
in sede delle organizzaziuni di mercato; ciò
darà quindi modo di procedere a variazioni
e a mutamenti ncll'assegnazioile degli stanziamenti. Quando gli stanziamenti saranno
stati approvati, la Commissione concederà
degli anticipi agli uffici o agli organismi di
pagamento degli Stati membri, che dovranno giustificare il loro fabbisogno di cassa e
presentare poi conti particolareggiati (1).
(1) Per l'Italia, gli organismi abilitati al pagamento
sono:
1. Intendenza di finanza della provincia di Roma
Roma - Via Bcnaglia, 25:
- tutte le restituzioni all'esportazione
tutte le restituzioni alla produzione
- tutti i premi di denaturazione
sovvenzioni all'importazione di cereali da foraggio in Italia
2. Cassa conguaglio zucchero
Roma - Via Maroniti, 40:
- rimborso delle spese di ammasso nel settore
dello zucchero
3. Ente nazionale risi
Roma
Via Barberini, 29:
- tutte le spese d'intervento per il riso
4. Azienda di Stato per gli interventi nel mercato
agricolo (AIMA).
Roma - Via Palestro, 8:
(L'AIMA pub far appello ad enti pubblici e privati.
Essa affida il compito di pagare le integrazioni di
-
-
Poiché tali organismi agiranno per conto
della Comunità è comprensibile che questa
ultima abbia creato un « diritto di vigilanza » su tali organismi. Pertanto, gli Stati
membri dovranno fornire alla Commissione
tutti i particolari sul funzionamento di tali
servizi e trasmetterle i rapporti ed i conti
relativi alle loro spese.
Circa il campo di applicazione della Sezione Garanzia, le decisioni del Consiglio
nulla aggiungono di nuovo in merito alle
rectituzioni, per le quali vi è già un finanziamento totale. Per gli interventi è diverso.
Anzitutto la definizione stessa degli interventi è un po' più ampia di quanto non
fosse durante il periodo transitorio e ciò a
norma del regolamento n. 25. Inoltre le modalità di finanziamento sono differenti: attualmente prima di procedere al finanziamento degli interventi si devono stabilire le
condizioni di imputabilità che, in realtà,
hanno carattere restrittivo. Così per esempio
vengono finanziati soltanto i costi di immagazzinamento e le perdite nette risultanti
dalla differenza fra il prezzo di acquisto e
quello di vendita delle merci degli organismi
d'intervento e, per di più, con importi forfettari. La totale responsabilità finanziaria
della Comuniti comporta inoltre il finanziamento dell'acquisto delle merci. Senonché,
per risolvere tutti questi problemi sarebbe
stato necessario armonizzare il più possibilc
i metodi d'intervento e ricercare le soluzioni
più adatte. Per tale motivo si convenne che
ii finanziamento degli interventi secondo le
modalità previste dagli articoli 5 e 6 del Regolamento n. 17/64/CEE, rimanessero in vigore provvisoriamente fino al l o luglio 1972.
prezzo per l'olio d'oliva, per la produzione di grano
duro, per i semi oleosi e per l'olio di semi d'uva
ad uffici periferici del ministero dell'agricoltura e
delle foreste ed agli enti di sviluppo)
- tutte le spese che non figurano ai punti 1, 2
o 3, ed in particolare le seguenti spese d'iniervento:
- le perdite nette
- le indennità compensatrici nel settore dei cereali
- gli aiuti alla produzione
- gli aiuti all'ammasso privato
gli aiuti alla distillazione di vini da tavola
gli aiuti al latte scremato. destinato all'alimentazione animale
gli aiuti supplementari per colza e ravizzone
- le compensazioni finanziarie alle organizzazioni di produttori di ortofmtticoli
- gli altri interventi sul mercato degli ortofrutawli
(acquisti, trasformazioni, misure particolari)
premi agli acquirenti di tabacco in foglie
-
-
2
-
I compiti della Sezione Orientamento
a) La Sezione Orientamento finanzia le iniziative comuni decise dal Consiglio, secondo
la proced~iradell'art. 43, paragrafo 2, terzo
comma, del Trattato, così da coilscguire gli
obiettivi definiti all'art. 39 paragrafo 1, a )
del Trattato, ivi comprese le trasformazioni
strutturali necessarie al buon funzionamcnto
del mcrcato coinline (2).
Tale definizione piu ampia dei compiti della Sezione Orientamento deve coilseiltire
un'estensionc del suo campo d'attivitr'i rispctto al periodo transitorio, cstcnsionc che si ì:
resa indispensabile per lo stato di availzaia
integrazione raggiunta dalla Comunità i ~ c sctl
tore agricolo. In effetti 1'01-ganizzazione dei
mercati agricoli darà un ulteriore contributo
al miglioramento dei redditi e delle condizioni
di vita della popolazione agricola re gli interventi di carattere strutturale diversificati
e coordinati fra gli Stati membri porterailno
ad una complementarietà perfetta dei fatto'ri
di produzione, permettendo di conciliare
l'auspicabile equilibrio dei mercati col necessario aumento dclla produttività in agricoltura.
b) La Sezione Orientamento è quindi chiamata a intraprendere un certo numero di
azioni comuni, le cui linee direttrici sono
state definite nel Memorandum sulla riforma dell'agricoltura ne!l'area della Comunità
Economica Europea.
Per ciascuna delle suddette azioni comuni
sarà periodico compito del Consiglio di:
- determinare l'obiettivo da raggiungere
e la natura delle opere da prendere in considerazione;
- decidere l'importo del contributo finanziario del Fondo a tali interventi, il che
non esclude che alcuni interventi possano
essere finanziati integralmente dal Fondo;
- preventivare l'entità dell'importo ed il
tempo di attuazione delle iniziative;
- stabilire le condizioni economiche e
finanziarie in base alle quali dovranno es-scre intraprese le azioni comuni;
- stabilire le disposizioni necessarie in
materia di procedura.
C) Pertanto gli indirizzi fondamentali della
politica di miglioraillento dclle strutture agricole devono esserc concepiti e coordinati a
livello comunitario, conformemente a w a n t o
enunciato dall'articolo 6 paragrafo 3 chc pre.
scrivc che le azioni comuni intraprese dalla
Sezione Orientamento vanno deliberate tenendo conto della decisione del Consiglio del
(2) L'art. 39 del Trattato statuisce:
1. Le finalità della politica agricola coinuiie sono:
n ) incrementare la produttività dell'agricoltura, svi-
luppando il progresso tccnico, as\icuraiido lo
sviluppo razionale della produzio:iz n;i-ico1:i come
pure un in~pic,rromigliorc dei T;i!+1.:-1 di prodazione, in particolare della mano d'opirn;
b) assicurare così un tenore di vita cq~!o ;!11a popolazione a ~ r i c o l a ,grazie in particolare al iiriglioramento del reddito individuale di coloro cÌi'?
lavorano ncll'agi-icoltura;
C ) stahilizzare i 11-crcati;
ci) garantirc la sicurc~za d ~ ~ al pip ~ ~ o u i i ~ i o n a m c n t i ;
C ) assicurare prezzi
rasionevoli nclle coiiscgne ai
consiimatori.
2. Nell'claborrizione dclla politica ani-icola comuiic C
dei metodi speciali clie questa può iniplicare, si clovrà
considerare:
a) il carattere particolare dcll'attività agricol2 chi.
deriva dalla struttura socialc dcll'a~ricolt~irnC
e dalle dispariti striitturali C naturali Tra le diverse rezioni agrico!e;
b ) la necessità di operare gradatamente gli opportuni adattamenti;
C ) il
fatto che negli Stati memhri l'a~ricoltura
costituisce un settore intimamcntc cciiiiesso all'insieme dell'cconomia.
4 dicembre 1962, relativa al coordinamento
delle politiche di struttura agricola(3).
Tuttavia, nell'esecuzione dei lavori dei provledimenti, vi dovrà esscre una larga decentralizzazione a favore dcgli Stati membri, in
moclo che le azioni comuni possano venire
adattate alle legislazioni nazionali esistenti
e che possano venire specialmeilte prese in
considerazione le diversissime situazioni resic;na!i nella Comunità.
d ) L'attuazione delle iniziative comuni, cui
si procederà in base alle disposizioni legi-
slativc, regolamentari ed amministrative
adottate dacli Stati membri, richiederà tuttavia una certa progressività: è quindi previsto
che le disposizioni della seconda parte del
Regolamento n. 17/64/CEE, ad eccezione degli articoli 14 paragrafo l , n ) e 16, rimangono
valide fino a che l'ammontare annuo delle
spese a carico del Fondo per le azioni coinuni decise dal Consiglio, raggiunga la somm a di 285 milioni di U.C. l'anno. Intanto, gl'i
stanziamenti residui risultanti dalla differenza fra 285 milioni di u.c. e le spese imputabili a1 Fondo per azioni comuni continueranno ad essere utilizzati per finanziare
o-ere decise ai sensi del Rego'lamento numero 17/64/CEE. In orni caso le conseguenze finanziarie dellc operazio'ni che sono già state
decise manterranno la loro efficacia anche
sc l'ammontare delle spese imputabili al Fondo pe:- azioni comuni supererà i 285 milioni di
~1.c.A partire dai programmi 1973 la somma
annua di 285 milioni di ~1.c.è stata aumentata dal Consi~lioa 325 milioni di LI. di conto,
irnporto che potrà essere aumentato ulteriormente, qualora le spese per azioni comuni
venissero a superare la somma stessa (4).
interessato, a tutti i documenti che riguardano le spese del Fondo. I n particolare, essi
potranno verificare:
- la conformità delle pratiche amministrative con le disposizioni comunitarie;
- l'esistenza dei documenti giustificativi
necessari e la loro rispondenza alle operazioni finanziatc dal Fondo;
- le condizioni nelle quali sono state attuate e verificate le operazioni finanziate dal
Fondo.
I1 regolamento prevede anche la possibilità di f a r partecipare a tali controlli alcuni
funzionari degli Stati membri nonché la
possibilità di chiedere a d alcuni organi nazionali di condurre delle inchieste per conto
della Commissione.
E' naturalmente previsto inoltre, che la
Commissione presenti ogni anno al Consiglio
ed al Parlamento Europeo una relazione finanziaria che contenga la documentazione di
tutte le operazioni finanziarie del Fondo.
Infine il Comitato del FEOGA mantiene le
proprie competenze in quanto organismo di
controllo e di approvazione.
4
-
La dinamica dei fatti
Per quanto distinte ed autonome, la Sezione Guuanzia e la Sezione Ouientumento
avrebbero dovuto portare ad effetti sinergici sia nelle vie come nei fini da conseguire.
I n altri termini la politica di ristrutturazione e di riordinamento culturale si sarebbe
dovuta sviluppare mentre, contemporaneamente, la politica di difesa elastica e di sostegno dei prezzi e del mercato avrebbe dovuto
consentire un accumulo di capitali pri3 - Disnosizisni generali
vati, in misura tale da concorrere al progressivo orientamento verso prodotti piii conA l fine di assicurare un efficace controllo,
si è stabilito di prendere alcune misure con- soni ai bisoi~nidel mercato ed ai prezzi semcrete. Infatti. la legislazione relativa alle or- pre più bassi. Insomma il FEOGA avrebbe
dovuto essere il mezzo attraverso il q ~ i a l e
. ~ ~ n i z z a z i o ncomuni
i
di mercati agricoli è
si sarebbe dovuto perseguire il miglioramenmolto comnlessa e comporta, ogni anno, alto C la ristrutturazione dei fattori di procune centinaia di miyliaia di operazioni di
duzione.
paoaqlcilto. Esiste inoltre un certo numero
Nella tiinamica clci fatti è accaduto che la
di operazioni fraudolente contro le quali è
fissazione dei prezzi al livello relativamente
necessario arire con più enerpja.
I1 Consielio ha deciso che li Stati mem- alto ha posto in condizioni di vantaggio alhri rlcvono sistematicamente tenere informa- cuni prodotti per i qiiali è previsto il sostegno, la cui remunerazione immediata rinvia
tri la Cvmmissione non solo dclle disposizioni
siile dic gli auto investimenti per la ristrutesecutive adottate per aitiiare la politica
turazione. Perciò la produzione di certi proa ~ r a r i acomune, ma anche deoli sviluppi sudotti anziché diminuire, è stata incoraggiata
hiti dalle procedure intraprese contro i casi
d'irrcyolarità. Tali misure dovrebbero per- con la tendenza alle eccedenze sistematiche.
Esempi tipici sono stati il grano tenero frannicttere di verificare le condizioni in cui gli
cesc e il burro olandese.
2 . t f i cnmi.~nitarivenpono eseguiti e di limitare
E' sorta quindi la preoccupazione che la
!c conirpuenze finanziarie negative per il
politica dei mercati, continuando con l'anziFEOGA.
detta tendenza, cioè in una direzione che
T1 Consiqlio ha anche stabilito che le perelimina i suupllrs, peggiori anziché migliorare
dii-C definitive dovute ad irre,qolarità devono
csscre sopportate dalla Comunità. a d esclu- la situazione strutturale.
Da questa preoccupazione hanno tratto ori<%ne di riucl!e imnutabili alla negligenza
gine i ~.~:emoyandunz
Maiisholt e le discussioni
dclle amministrazioni derrli Stati membri.
Sono state decise delle disnosizioni anche e le polemiche interne ed esterne alla Comunità. Basti pensare alla controversia con gli
ner quanto riniiarda i controlli da effettuare
in loco. 1.e persone incaricate dalla Commis- USA in sede internazionale.
.ione di eseoiiirc tali controlli dovranno aveMa l'ultima maratotia agricola di Lussemre accesso. previa notifica allo Stato membro burgo, concliisasi all'alba del lo maggio, ha
visto contrapposte Francia e Germania. La
prima voleva ricostituire l'unità dei mercati,
( 7 ) G.11 dcl l7 d i c e m l r r 1962.
(3) Re?. n. 2788'72 dcl 28 dicembre 1972 ~ ~ i b b l i c n t n praticamente frantumata sotto il peso delle
c:iil:i
G.11. li. L.295 del 30 dicembre 1972. L'aumento
recenti scosse monetarie. Essa chiedeva la
del'o stanziamento sez. orientamento C dovuto soprattutto al fatto dell'allargamento a Nove della Comunitl.
fissazione
dei nuovi prezzi, in collegamento
Più che aumento, perciò, è adeguamento.
con la situazione monetaria. Ma Ertel, da
L'unità di conto è pari a Lit. 625.
parte germanica, sosteneva l'impossibilità di
aderire a tale richiesta fino a quando i Nove
paesi della Comunità erano divisi, come lo
sono, proprio sul piano valutario. L'unità dei
mercati non può essere raggiunta senza la
unione economico-monetaria.
Nelle decisioni conclusive i prezzi sono
stati aumentati, m a non nella misura richiesta dalla Francia. Inoltrc c'è stato un accento particolare relativo alla Sez. Orientamento
del FEOGA. E' stata adottata cioè una risoluzione in favore delle zone di montagna, che
dovrà essere trasformata in direttiva comunitaria entro il lo ottobre di quest'anno, la
qualc dimostra il desiderio dci Nove di migliorare, al di là degli interventi stagionali
sui prezzi, le strutture agricole tenendo anche conto dei particolari problemi posti da
territori, come quello italiano ed inglese, dove
l'agricoltura è condizionata da un'orografia
molto accidentata, e che nelle condizioni att~iali determina un handicap rispetto agli
altri Paesi.
Si va probabilmente incontro a d una revisione degli strumenti della Comunità in materia di politica agricola comune e soprattutto per quanto concernc la Sezione Orientamento del FEOGA.
Sembra certo sin da ora, e se i tempi saranno rispettati, che t r a le azioni comuni che
il Consiglio dovrà decidcre e alle quali i richiedenti dovranno conformarsi per ottenere
il contributo del FEOGA Sez. Orientamento,
figureranno probabilmente, dal prossimo
anno, anche i programmi per la montagna.
Ora se si considera che l'Italia è per quattro
quinti accidentata da rilievi di tutte le altitudini, è facile comprendere quale e quanta
importanza abbia per noi l'ultima risoluzione
di Lussemburgo. Ne consegue la necessità
di una più approfondita conoscenza della Sezione Orientamento del FEOGA e delle procedure inerenti.
5
- I1 FEOGA - Le Regioni - Lo
Stato
italiano
Già alcuni anni o r sono (cfr. « Comuni
d'Europa » A. XVII n. 7-8 luglio agosto 1969
pagg. da 17 a 24) delineammo una sorta di
guida che illustrava gli scopi, i mezzi dcl
FEOGA C le procedure per ottenere il contributo ai fini della ricomposizione fondiaria
C dell'orientainento culturale.
I n linea di massima, la procedura è pressoché identica anche perché fino a quando le
azioni comuni non assorbono i 325 milioni di
U.C. che sono disponibili ogni anno per la
Sezione Orientamento, il Reg. 17/64 resta ancora applicabile. Nell'attuale stato di cose e
secondo gli ultimi calcoli, è prevcdibile che
tale situazione durerà ancora pcr parecchi
anni.
Tuttavia un fatto nuovo si è prodotto in
Italia: l'avvento degli organismi regionali nel
pieno delle loro funzioni. I1 compito delle
Regioni è quello di formulare i programmi
regionali di intervento da sottoporre al Ministero dell'Agricoltura, che dovrà coordinarli sul piano nazionale e trasmetterli poi
alla Commissione della CEE. E' un compito
molto impegnativo che mettc alla prova le
capacità valiitative degli organismi regionali
in un settore particolarmente importante e
sul quale gli interventi si differenziano sostanzialmente da quelli attuati con le normali provvidenze legislative.
In linea pratica: il fatto che gli operatori
agricoli debbano inviare le domande e le
documentazioni intese ad ottenere il contributo del FEOGA per la ricomposizione fondiaria e l'orientamento culturale alle Regioni e non più agli Ispettorati compartimentali, come negli anni scorsi, apre una vasta
problematica nei rapporti tra Stato e Regioni nella formulazione dei programmi che
intendano beneFiciare del concorso del
FE'O'GA.
Se diamo uno sguardo alla circolare del
Ministero dell'Agricoltura per i programmi
1973, essa, pur essendo stata inviata alle
Regioni, non fa alcun cenno circa la possibilità di coordinare le iniziative sul piano regionale prima che su quello nazionale, e ciò
nell'interesse degli organismi di recente costituiti. La posizione delle Regioni, ne! nuovo
ordinamento e in materia di agricoltura,
sembra essere completamente trascurata. A
tale proposito, non sono mancate le polemiche circa la inopportuna precisazione, contenuta nella circolare ministeriale e relativa al
termine della presentazione della domanda
da parte degli operatori agricoli alla Regione.
Ciò è stato da qualche parte considerato
come un'interferenza sugli affari della Regione, che è solamente obbligata a rispettare
il termine imposto dal Ministero e relativo
all'inoltro al Ministero stesso dei programmi
regionali.
D'altronde alcune Regioni avevano cominciato ad accettare le « iniziative » prima ancora della emanazione della Circolare, così
come potrebbero farlo anche oltre il termine stabilito dal Ministero, ben consce di
questa loro facoltà.
All'aspetto meramente formale è sotteso,
come ognuno può intuire, un problema di
merito e quindi di impegno della programmaovviamente zione regionale, anche se
essa è da armonizzare nel più vasto programma nazionale.
D'altronde, le disfunzioni e i ritardi hanno
sempre costretto la Commissione di Bruxelles a concedere proroghe e rinvii, fatto più
volte biasimato dal Parlamento Europeo.
Quanto sia pregiudizievole il ritardo nell'approvazione dei programmi e quindi nell'ottenere il contributo agli effetti della realizzazione dei progetti è facile immaginare.
Tuttavia non possiamo esimerci - per
semplice accenno - dal rilevare qualche
c~ntraddizione in via di diritto e di fatto
nei rapporti tra la Comunità, lo Stato e le
Regioni a statuto ordinario, per quanto attiene al settore dell'agricoltiira. L'azione comunitaria nella politica agricola non solo
è volta ad esaurire l'intero campo del settore primario, cioè che nulla avverrà in agricoltura senza regalamentazione comunitaria,
ma è volta ed è intimamente legata allo
sviluppo regionale e quindi alla politica regionale, anche se per « regione » non è da
intendere strictu sensi4 quell'entità politicostorico-amministrativa come noi l'intendiamo.
A sua volta I'art. 117 della Costituzione,
nel trasferire la materia « agricoltura » alle
Regioni, non implica limiti o scissioni di
competenze. I1 Decreto presidenziale del
15 gennaio 1972, n. 11, pcrò, svuota di fatto
sia il dettato costituzionale come la competcn7a implicita della re~olamentazione comunitaria. Infatti chi potrebbe dire che anche le Regioni non siano organi della Comunità, anche se interni ai rispettivi Stati
-
membri che, attraverso il Consiglio, la Commissione e il Parlamento elaborano la politica agricola comune?
Andiamo incontro forse all'abrogazionc
implicita della parte dell'articolo 117 della
Costituzione che trasferisce l'agricoltura alle
Regioni? Infatti, se lo Stato mantiene tutte
o quasi le prerogative che dovrebbero esserc
di competenza delle Regioni in materia agricola nei rapporti con la Comunità, che ci
sta a fare la voce «agricoltura » nell'articolo 117!
Poi ci lamcntiamo che la politica regionale comunitaria è scarsamente efficace e
non ci accorgiamo che è lo stesso Stato che,
per malintesa interpretazione della sovranità e dei suoi poteri, scavalca i naturali
interlocutori della politica re-ionale con la
Comunità. Questo vale anche per le discussioni in corso e che porteranno all'istituzione del Fondo Regionale di Sviluppo.
6
-
Princìpi delle azioni comuni
Ogni anno dunque il Consiglio della Comunità, ai sensi dell'art. 39, par. l lett. a )
del trattato, decide le azioni comuni per le
quali è ammesso il concorso del FEOGA e determina:
a) l'obiettivo da raggiungere e la natura
delle realizzazioni da prevedere;
b) la partecipazione del Fondo a tali
azioni comuni;
A sua volta, I'art. 39 par. 1 lett. a) del
Trattato definisce quanto segue:
« Incrementare la produttività dell'agricoltura, sviluppando il progresso tecnico, assicurando lo sviluppo razionale della produzione agricola come pure un impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare
della mano d'opera D.
Quindi il campo di applicazione della Sezione Orientamento riguarda:
1) I'adattamento e il miglioramento delle
condizioni di produzione nell'agricoltura, intendendo per tali la promozione efficace e
combinata dei fattori di produzione, allo
scopo di rendere possibile il loro impiego
ottimale nel quadro dell'economia generale;
2) I'adattamento e l'orientamento della
produzione agricola, cioè I'adattamento quantitativo della produzione alle possibilità di
collocamento sui mercati, nonché il miglioramento qualitativo dei prodotti stessi. Per
chiarire: se dalle previsioni di mercato risulta che un dato prodotto, per una qualsivoglia ragione, non è collocabile, l'imprenditore
agricolo può operare la conversione della coltura, cioè coltivare un altro prodotto più
adatto alle richieste di mercato; e per questa
opera di riconversione colturale può chiedere
il contributo del FEOGA. Parimenti può chiedere il contributo del FEOGA se deve intraprendere operazioni atte a migliorare la qualità dei prodotti già in coltura;
finan-
ziarie;
3) l'adattamento e il miglioramento della
commercializzazione dei prodotti agricoli nei
seguenti settori:
d ) le disposizioni necessarie in materia
di procedure.
a ) miglioramento dell'ammasso e della
conservazione;
C)
le condizioni
economiche
e
Va da sé che non è possibile porre a disposizione degli interessati una guida pratica che
abbia validità costante (come fu fatto per il
Fondo Sociale Europeo) e ciò per duplice
ragione. Per un verso, le disposizioni del Consiglio della Comunità sono annuali; per altro
verso la varietà delle situazioni è tale e
tanta da essere, in pratica, pari al numero
dei casi medesimi, ognuno dei quali abbisoqnerebbe di una documentazione a sé stante.
Tuttavia, da parte nostra offriremo delle notizie generali di carattere orientativo, invitando gli interessati a rendersi parte diligente
quando, dall'inizio dell'autunno, annualmente sono pubblicate le direttive del Consiglio
della CEE e. di conseguenza, la Circolare delle
istruzioni del Ministero dell'Aqricoltura alle
Re~ionie le disposizioni dell'Assessorato resionale. A tal uopo non sarebbe superfluo che
quest'ultimo si tenesse al corrente in via
rel li minare degli orientamenti che propone
la Commissione e che il Consiglio dovrà approvare. Sarebbe sempre tempo recuperato.
7 - 11 camDo di applicazione della Sexikrne Orientamento
I1 Regolamento n. 17/64, art. 1, par. 3 recita:
« La Sezione Orientamento comprende le
spese finanziate dal Fondo derivanti dalle
azioni c o m u ~ idecise allo scopo di realiz7arc gli obiettivi dell'articolo 39 par. 1, lettera a ) del Trattato, ivi comprese le modifiche di struttura rese necessarie dallo sviluppo del mercato comune o necessarie al
suo buon funzionamento ».
b) miglioramento dei circuiti di commercializzazione;
C)
valorizzazione dei prodotti;
d ) migliore conoscenza dei dati relativi
alla Formazione dei prezzi sui mercati dei
prodotti agricoli;
4) lo sviluppo delle possibilità di collocamento dei prodotti agricoli cioè le azioni
intraprese nell'ambito comunitario per
l'aumento del consumo di taluni prodotti
agricoli, nel quadro della politica agricola
comune.
Le azioni di cui ai nn. 3 e 4 sona possibili
solo se riferite a quei prodotti per i quali
esiste una organizzazione comunitaria, cioè
se i prodotti sono stati regolamentati nell'ambito della Comunità e per gli altri prodotti
appena che saranno regolamentati.
8
-
Condizioni per beneficiare del concorso del FEOGA Sezione Orientamento
-
Per poter beneficiare del concorso del Fondo, ciascun progetto deve rispondere contemporaneamente a tre criteri generali:
1) inserirsi nel quadro di uno dei programmi comunitari i cui schemi sono emanati di anno in anno;
2) avere come scopo un adattamento O
un miglioramento dell'agricoltura reso necessario dalle conseguenze economiche dell'attuazione della politica agricola comune,
o inteso a rispondere alle esigenze della
stessa;
3) offrire sufficiente garanzia quanto all'effetto economico durevole del miglioramento della struttura agricola realizzato.
Nel caso in cui un particolare progetto si
riferisce all'adattamento e al miglioramento
delle condizioni di produzione dell'agricoltura, oppure all'adattamento e all'orientamento
della produzione agricola, oltre i criteri precedenti, il progetto deve:
a) mirare a rendere o mantenere economicamente vitali le imprese agricole, nonché
assicurare l'incremento della loro capacità
concorrenziale;
h) accordare sufficiente attenzione ai
problemi di divulgazione e di formazione
professionale agricola, in modo da valorizzare al massimo gli investimenti previsti;
C) contribuire al miglioramento della situazione sociale ed economica dei lavoratori
dell'agricoltura.
i progetti i
Come già appena
quali rientrano in un complesso di provvedimenti intesi ad incoraggiare lo sviluppo armonico dell'economia generale della regione
nella quale tali progetti saranno eseguiti,
beneficiano di una priorità per il concorso
del Fondo. Tale priorità può consistere tanto
nell'assegnazione di un posto preferenziale
f r a i progetti rispondenti ai criteri di cui
sopra, quanto nella concessione di condizioni
più favorevoli di concorso.
I n linea generale, è importante tener presente che due criteri debbono costituire in
ogni caso elementi essenziali di valutazione
delle iniziative: a) la validità tecnica ed economica delle opere progettate, nella ponderata prospettiva dei positivi effetti che esse
potranno produrre, in forma diretta o mediata, sui redditi degli operatori agricoli (5);
h) il grado di realizzabilità delle iniziative
che costituisce il presupposto di ogni determinazione a livello regionale e nazionale, al
fine di evitare ritardi nella realizzazione di
progetti e, peggio ancora, rinunce che determinano giuste critiche da parte della pubblica opinione e recano pregiudizio agli interessi regionali e nazionali che non possono
non riflettersi in gravose dispersioni, non
meno delle negligenze e delle irregolarità, in
sede comunitaria.
Orbene, a partire dai programmi per il
1973, i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti il 30 dicembre 1972, sono
gli organismi regionali ad essere investiti del
controllo sulla validità o meno dei programmi
stessi e a richiedere agli interessati tutti i
chiarimenti e la eventuale documentazione
suppletiva necessaria al buon fine della
pratica.
I1 controllo e le misure se le operazioni del
Fondo sono regolari e reali, per prevenire e
(5) Una forma mediata potrebbe essere la possibilità
di elaborare un progetto agro-turistico con il contributo del FEOGA, come è awenuto di recente in Francia.
Ad iniziativa del e Centro di formazione agricoltori
alle attività turistiche s, nell'intento di attenuarc lo
spopolamento di una zona rurale, ma per favorirc ne:
contempo un allcg-erimento del numero degli addetti
in agricoltura e qu?ndi un aumento diretto ed indiretto
del reddito di coloro che vi restano come più in gencrale della zona. ha elaborato un progetto per la qualificazione ad attività turistico-alberghiere per ex agricoltori. Il progetto, veramente interessante e ben ponderato, pare sia gih stato approvato dalla Commissione.
Esso godrà del 2596 del totale della spesa prevista del
contributo a fondo perduto del FEOGA, di un altro
25% a fondo perduto del Governo francese, del
47% di un credito garantito e a tasso agevolato da parte
di u n istituto bancario.
perseguire le irregolarità e per recuperare
le somme prese a seguito di irregolarità o di
negligenza, sono affidati agli stati membri.
Al 31 dicembre 1972 per contributi indebitamente percepiti la Comunità aveva già
recuperato 8 milioni di u.c. (oltre 4.990 milioni di lire) ed erano in corso pratiche di
recupero per oltre 538 mila u.c. cioè per oltre
335 milioni di lire. E' superfluo quindi annotare che le irregolarità e le negligenze sono
scoperte e perseguite. A tal uopo presiede la
normativa del Regolamento n. 283172 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. L 36 del
10-2-1972.
9
-
Ammontare del concorso della Sezione Orientamento
I1 Reg. n. 2591170 della Comunità, a parziale modifica del Reg. 17/64, ha stabilito nuove e diverse misure di partecipazione finanziaria dei beneficiati nella spesa globale per
la realizzazione delle opere, statuendo che
]a spesa a carico dei beneficiari non potrà
essere inferiore al 20% del costo preventivo
per gli investimenti riguardanti il settore della produzione ed al 38% della spesa stessa
per le opere attinenti alla valorizzazione e
commercializzazione dei prodotti.
Pertanto nella impostazione dei piani finanziari e nella previsione degli oneri che,
in ogni caso, dovranno restare a carico degli Enti o degli operatori agricoli singoli od
associati, si rende necessario considerare i
predetti limiti di intervento finanziario della Comunità Europea e integrativamente
dello Stato italiano, tenendo presente che,
nel computo dei benefici finanziari, che sarà
possibile concedere, va calcolato anche l'importo corrispondente alla capitalizzazione
dei mutui ventennali, concedibili ai sensi
dell'art. 35 della legge 27 ottobre 1966, n. 910
(Piano Verde 11).
Per maggiore chiarezza, diamo il prospetto
riepilogativo delle percentuali di contributo
e mutuo.
11 prospetto che segue, invece, esemplifica
un ipotetico piano finanziario che sintetizza,
in valori assoluti, un progetto la cui spesa
preventiva è di 100 milioni di lire.
Prospetto riepilogativo delle percentuali di contributo e mutuo
A) STRUTTURE DI COMMERCIALIZZAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI
1) Beneficiari: cooperative, associazioni di produttori, consorzi di bonifica, enti di sviluppo
. . . . . . . . . . . . 25% della spesa
Contributo CEE
. . . . . . . . . . . . 25% della spesa
Contributo Italia
Mutuo a tasso agevolato (3Oh a carico del beneficiario) 50°h della spesa
Per le opere realizzate in zone depresse il mutuo è con tasso a carico del beneficiario del 2Oh
ma è sul 47Oh della spesa prevista. Pertanto al rimanente 34'0 della spesa si deve far fronte
con capitali propri.
2) Beneficiari: aziende singole, S.p.A., comuni ecc.
. . . . . . . . . .
Contributo CEE
. . . . . . . . . .
Contributo Italia
A carico del beneficiario . . . . . . . .
. . 25% della spesa
.
. 25% della spesa
. . 50% della spesa
B) STRUTTURE DI PRODUZIONE E INFRASTRUTTURE
1) Beneficiari: cooperative, associazioni di produttori ecc.
. . . . . . . . . . . . 25% o 45% della spesa
Contributo CEE
. . . . . . . . . . . . 25% o 5% della spesa
Contributo Italia
Mutuo a tasso agevolato (3Oh a carico del beneficiario) 50% della spesa
Per le opere realizzate in zone depresse il contributo CEE è sempre del 45%, quello dello
Stato italiano del 5% e il mutuo al 2% è sul 23% della spesa prevista. Alla spesa residua
occorre far fronte con capitali propri.
2) Beneficiari: aziende singole,
. . .
Contributo CEE
. . .
Contributo Italia
A carico del beneficiario .
S.p.A., comuni ecc.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
. . . . . 25% o 45% della spesa
. . . . . 25% o 5% della spesa
. . . . . 50% della spesa
PIANO FINANZIARIO
PROGETTO DI
DITTA BENEFICIARIA
SPESA PREVENTIVATA L. 100.000.000
Contributo CEE ai sensi del reg. 17/64 sul 25% della spesa pari a .
Contributo dello Stato italiano ai sensi dell'art.35 del I1 Piano verde sul 25% della
spesa pari a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Mutuo a tasso agevolato con il 2% a carico del beneficiario sul 47% delle spese
pari a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Capitali propri (indicare la forma di reperimento) 3% della spesa pari a .
TOTALE
. . .
L. 25.000.000
25.000.000
»
»
47.000.000
3.000.000
L. 10.000.000
10
-
Settori di intervento e natura
delle opere per il 1973
Essi, come detto, sono stabiliti di anno
in anno dal Consiglio CEE e sulla loro base
il Ministero dell'Agrieoltura emana le sue
istruzioni. Perciò i settori possono variare
da un anno all'altro. Diamo qui di seguito,
a titolo informativo e per sintesi, le indicazioni che il Ministero dell'Agricoltura ha
emanato per il 1973.
a) Settore deiia produzione (Opere di miglioramento fondiario ed agrario)
Richiamandosi ai principi che hanno ispirato l'impostazione delle nuove direttive comunitarie in materia di strutture agricole,
i progetti di opere che si propongano azioni
di ristrutturazione o di ammodernamento
delle strutture aziendali, devo'no essere riferiti ad aziende che abbiano sufficienti requisiti di efficienza pro'duttiva e valide prospettive economiche, dovendosi evitare nuovi
investimenti in aziende agricole che non abbiano suscettibilità di produttivi sviluppi.
Ciò vale in particolare per le opere destinate ad assicurare o a consolidare gli insediamenti umani e cioè per i fabbricati rurali
e per gli annessi, per i quali i Servizi della
Commissione chiedono dettagliati elementi
circa gli ordinamenti colturali, la redditività delle produzioni, la consistenza delle
scorte vive e morte, le dimensioni del lavoro
umano occorrente ad una sana ed economica
gestione dell'impresa agricola.
Per i progetti che interessano una pluralità
di aziende, anche alla luce di esperienze passate, gli Enti di Sviluppo o gli Organismi associativi di agricoltori, dovranno, prima della
presentazione dei progetti stessi alle Regioni
e, in ogni caso, prima dell'lno!tro al Ministero, ottenere la esplicita adesione dei titolari delle aziende agricole interessate alle
opere, ad evitare che progetti di vaste dimensioni finanziarie, che impegnano somme
cospicue sul bilancio comunitario e nazionale, restino totalmente o parzialmente inattuati o comunque la loro realizzazione risulti particolarmente difficoltosa e tardiva.
b) Irrigazione
Nei progetti che prevedono la costruzione
di impianti irrigui occorre evitare la previsione di spese eccessive che, riferite unitariamente all'ettaro servito, non si dimostrino
economicamente giustificate.
C)
Serre
Nella convinzione che l'incremento dellc
colture protette possa alterare le regole di
concorrenza, l'Esecutivo della Comunità Economica Europea è orientato a non considcrare conformi agli obiettivi della politica
agricola comune gli investimenti relativi agli
impianti di serre, sia che riguardino il settore ortofrutticolo sia quello floricolo.
d ) Viticoltura
Per gli interventi in questo specifico settore occorre tener presenti le prescrizioni
del Rego!amento CEE n. 816170 del 28 aprile
1970 che, all'articolo 15, sancisce il divieto
di concedere aiuti finanziari ai nuovi impianti di viti e dispone che l'intervento del
FEOGA possa esscre concesso solo per i
reimpianti sempre che essi non comportino
incrementi dclla produzione che vada oltre
gli effetti della razionalizza7ione dei vigneti
e non garantisca un miglioramento della oualith dei prodotti.
Pertmto, data l'entitk degli interventi già
promossi in questo scttore, le iniziative concerilpnti i vigneti dovranno essere riguardate
con estrema cautela, tencndo presente che
il M.A.F. (Ministero Agricoltura e Foreste)
potrà approvare soltanto le opere intese alla
specializzazione degli impianti, in sostituzione di vitigni promiscui ed irrazionali, accertando che siano rispettate le prescrizioni del
predetto Regolamento nonché le condizioni
concernenti i rapporti di riconversione, che
sono indicati nelle seguenti misiire:
- nel caso di coltura sp:-.cializzata tale
ranporto è fissato i11 un cttaro di vigneto da
estirpare in relazione ad un ettaro di ~i,nneto
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- n ~ caso
l
di coltura promiscua a d un
ettaro di vigneto da reimpiantare dovrà corrispondere la estirpazione di ha 4,26 di vig i i ~ t oesisterite.
Occorrz: inoltre curare che le nuove iniziative siano 1imitaLe alle zone di produzioni
vinicole a DOC (dcnominazioiic d'origine coiitrollata) c che i bcneficiiiri del concorso finaaziario curnunitario si impegnino a d impianta:: vitigiii delle varietà indicate nel
E.cgoiamerito CEE 6 ottobre i970 n. 2005/70
pubbiicatu nclla Gazzetta Ufficiale delle Coinuiiità Europce L 224 del 10 ottobre 1970.
Iii ogni caso il M.A.F. raccomanda particolare cautela nelle proposte, a d evitare possibili eccedenze strutturali.
I n tale coniparto si è rilevata la tendenza
di organismi associativi di produttori, che
già hanno berieficiato di eoiisistenti assegnazioili finanziarie nei precedenti periodi di
operatività, a riproporre richieste di nuovi
interventi, spesso di notevole entità.
A questo riguardo il Ministero h a ritenuto
olipurtuno avvertire che è doveroso graduare
razionaimente ed equamente il concorso della Sezione Orientamento del FEOGA, evitanilo concentrazioni di benefici nei medesiini soggetti specie per azioni simili o aiiaìoghe a quelle per le quali hanno già beneficiato di precedenti contributi.
Talc principio, valido in linea generale
per tutte le categorie di opere, appare vieppiù pertinente se rii'erito a quelle di ristrutLurazioilc olivicoia ove si consideri che i progetti già finanziati devono ancora essere rea-
ALLEGATO A
Documenti per
le domande di finanziamento F.E.O.G.A.
(Sezione Orientamento )
A) DOCUMENTI DA INVIARE IN 7 COPIE
1) Domanda
2) Questionario
B) DOCUh4ENTI DA INVIARE IN 4 COPIE
1) Atto costitutivo, Statuto ed eventuale regolamento interno (se previsto dallo Statuto) limitatamente alle cooperative e Società, od attestato del riconosciincnto giuridico per gli altri
Enti (sia del richiedente che del beneficiario se le due persone sono distintc)
2) Estremi di on~ologazioneda parte del Tribunale limitatamente alle cooperative e Società
(sia del richiedente che del beneficiario se le due personc sono distinte)
3) Certificato del competente Tribunale limitatamente alle cooperative e Società (sia del richiedente che clcl beneficiario se le due persone sono distinte)'
4) Certificato clclla Prefettura. solo per le Società Coonerative
5) Elenco dei soci, con indicazioni delle superfici e delie produzioni da conferire se trattasi di
impianti di raccolta, conservazione, lavorazione e commercializzazione (del beneficiario)
6) Bilancio consuntivo dell'ultimo esercizio o bilancio preventivo, se l'Ente è di nuova costituzione (del beneficiario)
7) Conto economico dal quale risulti la redditività delle azioni prospettate ed il modo con cui
il beneficiario farà fronte alle rate di ammortamento dell'eventuale modello
8) Piano finanziario che specifichi il sistema di reperimento dei fondi e le modalità di rimborso
9) Dichiarazione d'assenso degli Istituti di Credito alle concessioni dei mutui, nel caso di ricorso al mutuo agevolato e/o ordinario.
10) Dichiarazione d'impegno a far fronte con propri mezzi ad eventuali minori partecipazioni
da parte della C.E.E. e dello Stato italiano
11) Relazione tecnico-agro-economica che descriva l'attuale situazione dell'impresa, delle opere e
delle finalità che s'intende perseguire e che consenta un giudizio sull'importanza dell'azione
prospettata, le necessità cui risponde il progetto ed i risultati che si ritiene poter conseguire sotto il profilo tecnico-agricolo, economico e sociale, sia per quanto concerne i redditi che il migloramento delle produzioni
12) Relazione tecnica-costruttiva delle opere progettate (piani di costruzione) impostata su dati
chiari e precisi, con l'allegato: computi metrici estimativi disegni e preventivi offerta macchine ed attrezzature e coreografia della zona d'influenza del progetto
13) Tabella riassuntiva delle opere secondo il seguente schema:
'
Descrizione
sommaria
delle opere
Capacità lavorativa
e sviluppo delle
opere (km, h, ql.,
mc, mq, ha)
Produzioni conseguibili e superfici
interessate a opere
lizzati e conclusi e, in noil pochi casi, stanno
incontrarzdo notevoli difficoltà di attuazione.
I n via più generale, il M.A.F. lia ritenuto
giustamente opportuno sottolineare che l'ampia opei-atività che consentono gli interventi
della Sezione Orientamento del FEOGA
non può essere, in nessun caso, interpretata
colile faciie via per il finanziamento di iniziative scarsamente maturate e frettolosamente impostate o nel caso specifico della
olivicoltura, articolate su azioni di normale
rnunutenzione degli oliveti non idonee a garantire quel processo di ristrutturazione e
dt razioizalizzaziorze degli iinpianti che costituisce la premessa degli interventi previsti.
f ) Zootecnia
Com'è logico il M.A.F. confida nel massimo
inipegno e nella particolare cura dellc Kegioni nel promuovere iniziative nel settore
delia zootecnia, con assoluta preminenza per
gli allevamenti di bovini da carne, con particolare riguardo alle iniziative, specie di caratiere associativo e sempre che esse abbiano i necessari requisiti di attività agricola
articolata s u un'adeguata disponibilità di terreni e di produzioni foraggere. Devono essere in ogni caso esclusi gli allevaiiienti che
non abbiano una stretta relaziorze con le
prodtiziolzi e gli allevarnerlti u breve ciclo.
g) Valorizzazione dei prodotti agricoli
Per le iniziative i n tale settore, il M.A.F.
i a presente l'esigenza di favorire la inaggiore
concentrazione degli impianti promossi da
organismi associativi di grado superiore, evitando iniziative di dimensioni modeste e di
Quantità lavorata .
e prodotta e conservata e trasformata riferite ad
unità secondo il
sistema adottato
,
per ciascun
impianto
/
Costi
unitari
Note
i
ALLEGATO B
Fac-simile della domanda
hlla Comunità Economica Europea
Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia
Sezione Orientamento
BRUXELLES
Al Ministero dell'Agricoltura e Foreste
Direzione Generale dei Miglioramenti Fondiari e dei Servizi Speciali
ROMA
I1 sottoscritto (1)
in qualità di (2)
residente in
telef.
rivolge istanza
al fine di ottenere, ai sensi del Regolamento n. 17/64 C.E.E. del Consiglio del 5 febbraio 1964, le
sovvenzioni concesse dalla Sezione Orientamento del F.E.O.G.A. nonché quelle che saranno accordate dal Ministero delllAgricoltura e delle Foreste sulla spesa di L.
occorrente per la realizzazione di
DICHIARA
- di non aver beneficiato, né di voler beneficiare per le opere preventivate, di altre prowidenze
non contemplate dalle vigenti disposizioni;
- di obbligarsi a?. impiegare, nei termini all'uopo prescritti, la intera somma che sarà riconosciuta per l'esecuzione delle opere ritenute ammissibili;
- di impegnarsi a non distogliere dal previsto impiego il macchinario e le altre cose mobili installate nel complesso in questione per un periodo di almeno cinque anni dalla data degli accertamenti di collaudo;
- di impegnarsi a non mutare per un periodo di almeno cinque anni dalla data degli accertamenti di collaudo, la destinazione dei fabbricati realizzati con le sowenzioni predette;
- di esonerare gli Organi comunitari e l'Amministrazione dello Stato da qualsiasi responsabilità
conseguente ad eventuali danni che, per effetto dell'esecuzione e dell'esercizio delle opere
dovessero esserse arrecati a persone od a beni pubblici e privati e di sollevare le Amministrazioni stesse da ogni azione o molestia.;
- che intende avvalersi dell'Istituto bancario (3)
quale organismo intermediario.
Data
FIRMA
-
-
(1) Indicare nome e cognome.
(2; Indicare se richiedente oppure richiedente e benefi:iario della ditta (persona fisica o giuridica).
(3) Indicare 1'Istituo Bancario (denominazione, sede, agenzia e relativo indirizzo) prescelto per l'accertamento del
concorso F.E.O.G.A.
dubbia validità economica, non adeguate alle
prospettive di sviluppo della nostra agricoltura, nel quadro delle nuove linee della politica agricola comunitaria.
Le Regioni dovranno perciò promuovere
iniziative che abbiano ampie basi associative,
evitando, al contempo, di inserire nei programmi, che verranno proposti al Ministero,
gli impianti di valorizzazione e commercializzazione riferiti a singole aziende agricole.
L'esigenza della concentrazione degli impianti dovrk essere tenuta presente, in modo
particolare, nella impostazione dei progetti
per la costruzione di nuovi stabilimenti nel
settore lattiero-caseario, in cui, ad evitare
indiscriminati aumenti delle produzioni, occorrerà assicurarsi che alla creazione dei
nuovi impianti di lavorazione corrisponda,
di norma, l'abbandono di vecchi stabilimenti
tecnicamente superati ed antieconomici.
h) Opere di carattere infrastmttde
Per quanto concerne questa categoria di
opere - ed in particolare la viabilità rurale
- il M.A.F. fa presente che il finanziamento
dei progetti deve limitarsi a d una contenuta
aliquota degli investimenti proposti dai programmi regionali, dovendosi dare la priorità
alle opere capaci di promuovere direttamente lo sviluppo dell'agricoltura e l'accrescimento di reddito agli agricoltori. Inoltre
nella impostazione e nella disamina dei progetti, è necessario tener presente che l'intervento finanziario del Fondo comunitario, integrato da quello dello Stato italiano, è subordinato alla condizione essenziale che tali
opere abbiano esclusivo carattere rurale e
si riflettano, in misura determinante, sullo
sviluppo del'economia agricola.
Nell'impostazione progettuale delle strade
rurali si dovrà tener presente che la loro
careggiata utile deve essere contenuta nel
limite di m 4,50 (oltre alle banchine e le cunette), e che, in nessun caso, potrà eccedere
il limite di m 5; mentre la spesa media a k m
dovrà essere contenuta, di norma, per la
costruzione di strade nuove nei limiti di
1'0-15 milioni.
ALLEGATO C
Questionario ( 1 ) relativo alla richiesta di contributo
C.E.E. - F.E.O.G.A. (Sezione Orientamento)
l. RICHIEDENTE (2)
1.1. Cognome, nome e ragione sociale;
1.2. Indirizzo e sede;
S e si tratta di persona giuridica
1.3. (indicare) forma giuridica;
1.4. (indicare) riferimento ai testi legislativi, regolamentari e atti costitutivi che disciplinano la
sua esistenza;
1.5. (inviare) statuto e norme di controllo alle quali è sottoposta;
1.6. (inviare) eventualmente, un estratto del registro del commercio;
1.7. Oggetto ed estensione delle principali attività del richiedente;
1.8. Area geografica sulla quale si estendono queste attività;
1.9. Qualità del richiedente in relazione al progetto;
1.10. Eventualmente, designazione dell'organismo a nome del quale è presentata la domanda di
concorso.
2. BENEFICIARI (ai sensi dell'art. 22, par. 1 del Regolamento 17/64)
a ) Persona giuridica
(indicare) riferimento ai testi legislativi e regolamentari che disciplinano la sua esistenza;
(inviare) statuto e norme di controlli alle quali è sottoposta;
(inviare) eventualmente, un estratto del registro di commercio:
Indirizzo o sede;
Oggetto ed estensione delle principali attività del beneficiario;
Area geografica sulla quale si estendono queste attività;
Situazione economica (per es. bilancio accompagnato da una analisi), per nuove imprese,
un bilancio di previsione che precisi a corredo dei dati numerici le conseguenze dell'investimento sul grado di solvibilità e di liquidità del beneficiario;
2.8. Rapporti giuridici, economici e finanziari con il richiedente;
2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
2.5.
2.6.
2.7.
2.9.
2.10.
2.11.
2.12.
2.13.
b) Persona fisica
Indirizzo o - nel caso di più persone - localizzazione geografica;
Numero dei beneficiari;
Oggetto ed estensione delle principali attività del beneficiario;
Situazione economica e sociale;
Rapporti giuridici, economici e finanziari con il richiedente.
3. AZIONE PROSPETTATA AI SENSI DELL'ART. 11
i ) Solo iniziative valide
La circolare del M.A.F. h a poi richiamato
l'attenzione delle Regioni sulla esigenza che
i « programmi » siano impostati s u iniziative
ponderate, economicamente valide e, cosa
assai importante, sostenute d a una comprovata volontà e capacità realizzativa da parte
dei richiedenti.
I n ogni caso non possono essere comprese
nel programma le domande prive della prescritta documentazione e, in modo particolare dei progetti esecutivi.
Infatti, l'in~pegnodi ristrutturazione della
nostra agricoltura ed il confronto comunitario dei progetti impongono un rigoroso vaglio delle richieste di interventi, essendo prim o dovere di chi è investito delle responsabilità scelte, evitare che l'Amministrazione
italiana si trovi, al momento della realizzazione dei progetti, di fronte a d una fiacca
volontà operativa e a d una serie di richieste
di modifiche progettuali che male celano la
scarsa capacità di effettuare gli interventi
per i quali sono stati sollecitati gli aiuti
finanziari.
3.1. Descrizione dell'attuale situazione dell'impresa che consenta un giudizio sull'importanza
dell'azione;
3.1.1. a quali necessità risponde il progetto presentato?
a ) (per l'impresa)
b) (per il raggio d'azione del progetto)
3.1.2. in quale misura le corrispondenti necessità sono attualmente soddisfatte?
a) all'interno dell'impresa
b) all'interno del raggio d'azione del progetto;
3.2. Localizzazione geografica - precisare I'ubicazione ed il raggio d'azione del progetto -;
3.3. Descrizione economica generale dell'azione prospettata, precisando gli effetti diretti ed
indiretti;
3.4. Descrizione tecnica dettagliata delle azioni e dei lavori prospettati;
3.5. Preventivo complessivo dei costi delle azioni e dei lavori. Indicare la base di calcolo e la
data delle stime e allegare i documenti giustificativi;
3.6. Programma previsto per l'esecuzione delle azioni e dei lavori prospettati:
- specifiche e ripartizioni nel tempo
- date previste per l'inizio e la fine dell'azione e dei lavori;
3.7. Modalità d'esecuzione (economia, appalto, ecc.);
3.8. Responsabilità dell'esecuzione delle azioni e dei lavori (direttore dei lavori);
3.9. Importanza del progetto nell'ambito dell'economia generale, eventualmente nei piani nazionali, nel quadro regionale e locale;
3.10 Risultati che si ritiene di poter conseguire sotto il profilo tecnico-agricolo e su quello
economico-sociale, eventualmente, per quanto concerne i redditi, il volume della produzione,
l'occupazione;
3.11. Ammontare dei fondi privati e pubblici, il cui investimento concomitante od ulteriore costituirebbe un complemento indispensabile ed utile per la piena efficacia del progetto presentato.
11 - Presentazione delle domande
4. FINANZIAMENTO PREVISTO
Partecipazione del richiedente (3)
4.1.
4.2.
4.3.
4.4.
Per il 1973, il Ministero Agricoltura e FOreste ha emanato alle Regioni le seguenti disposizioni relative ai termini di presentazione
delle domande e della documentazione dei
progetti tendenti ad ottenere il contributo
del FEOGA:
con capitali propri;
mediante prestiti (condizioni);
con re stazioni in natura (modo e base di calcolo);
(garanzie);
Partecipazione dei beneficiari
4.5. con capitali propri;
4.6. mediante prestiti (condizioni);
4.7. con prestazioni in natura (modo e base di calcolo);
1) il termine per la presentazione alle
Regioni delle domande corredate dagli atti
progettuali e dalla relativa documentazione
prescritta, da parte degli Enti, dei Consorzi,
degli Organismi associativi e degli operatori
agricoli in genere: 30 dicembre 1972;
Partecipazione dello Stato mem5ro
- (con la conferma di tale autorità);
4.8. sovvenzioni in denaro;
4.9. abbuono di interessi (indicare il tasso di interesse a carico del beneficiario e quello a
carico dello Stato membro così come il montante sul quale è effettuato questo abbuono);
4.10. garanzie;
4.11. in quale misura e a quali condizioni i beneficiari sostengono l'onere finanziario per la reaiizzazione dell'azione, per es. oneri di ammortamento, di interessi ed altre spese (precisare a
sostegno delle cifre indicate l'effetto dell'investimento sulla redditività);
4.12. scadenze degli impegni e dei pagamenti.
5. CONCORSO RICHIESTO
5.1. In~portoe condizioni (per es. rateazioni, cioè a dire le date successive alle quali la sovvenzione del F.E.O.G.A. dovrà eventualmente essere concessa, allorché non è stata accordata
in unica soluzione):
25% o maggiore aliquota, nel suo importo massimo, qualora sia stabilita dal relativo programma.
6. CRITERI
Informazioni necessarie per la valutazione della conformità del progetto ai seguenti criteri.
6.1. Rapporto con l'attuazione della politica agricola comune (art. 14, par. 1 b);
6.2. Effetto economico durevole dell'intervento (art. 14, par. 1 C ) ;
Criteri speciali al miglioramento della struttura e all'orientarnento della produzione (articolo I l , par. l a e b)
6.3. Vitalità e competitività delle imprese agricole (art. 14, par. 2 a);
6.4. Divulgazione e formazione professionale (art. 14, par. 2 b);
6.5. Situazione sociale ed economica dei lavoratori (art. 14, par. 2 C ) .
CRITERI di priorità: eventuale inserimento in un insieme di misure intese ad incoraggiare lo
sviluppo dell'economia regionale (art. 15, par. l )
6.6. I1 progetto si inserisce in un insieme di misure (4) destinate ad incoraggiare lo sviluppo
armonioso della regione (5) nella quale sarà eseguito il progetto?
In senso affermativo: indicare le principali leggi, disposizioni e direttive regionali che
fanno parte di questo insieme; in concreto, si dovrà far richiamo alle direttive regionali
emanate in applicazione del « Piano Verde n. 2 n;
In caso negativo: non sarà necessario rispondere alle seguenti domande.
6.6.1. Qual'è la delimitazione dell'area geografica in cui sia la produzione, sia la raccolta
dei prodotti agricoli sono influenzati dal progetto da eseguire?
6.6.2. Quali sono:
- lo scopo generale
- il contenuto sommario
- l'influenza economica diretta e indiretta
- i legami (6) diretti ed indiretti con il progetto di ciascuna delle misure indicate
al punto 6.6.?
6.6.3. Qual'è la delimitazione dell'area geografica nella quale si estende l'azione di ciascuna
delle misure indicate al punto 6.6.?
6.6.4. Qual'è il legame nel tempo tra l'esecuzione di ciascuna misura indicata al punto 6.6.
e quella del progetto? (tali misure precedono, accompagnano o seguono l'esecuzione
del progetto?)
6.6.5. Chi è il responsabile dell'esecuzione di ciascuna delle misure indicate al punto 6.6.
ed, eventualmente, del loro coordinamento?
Data
FIRMA:
INDIRIZZO:
(1) Nella compilazione del questionario è necessario esporre completamente quanto richiesto da ciascun quesito.,
E' bene quindi non rimandare alla lettura dei vari atti progettuali, anche se questi risultano più dettagliati. E
necessario invece ripetere in modo chiaro e completo, anche se riassuntivo, quanto esposto nelle relazioni e negli
allegati progettuali. Ciò è valido soprattutto per quanto riguarda le risposte ai vari punti del quesito 3. Le risposte
al questito 4 e 5 devono essere anche in questo caso molto chiare indicando percentuali e importi totali e parziali
relativi al finanziamento richiesto. Si tenga presente, quindi, che il questionario deve fornire tutte le indicazioni
relative al progetto e deve essere compilato in maniera tale che sia sufficiente la sola lettura di esso per avere
una visione d'insieme dell'iniziativa.
(2) I1 Regolamento n. 17/64 distingue fra richiedente e beneficiario. Le due figure possono coincidere od essere
distinte poiché la domanda può essere anche presentata per nome e per conto.
~ichiedénteè la Dersona fisica o giuridica su cui grava, in definitiva, l'onere non coperto da contributo comunitario o nazionale.
Questa pagina va compilata solo quando il richiedente sia diverso dal beneficiario.
(3) Compilare solo nel caso che il richiedente partecipi finanziariamente alla realizzazione del progetto.
(4) Delle misure costituiscono un insieme solamente se esistono tra di loro dei legami di funzionalith.
(5) L'area geografica indicata al punto 6.6.1.
(6) Tali legami possono essere di natura amministrativa, giuridica. finanziaria, economica e tecnica.
- -
---
A
2) le Regioni hanno dovuto inviare al
Ministero l'elenco di tutte le domande p r e
sentate entro il 15 gennaio 1973;
3) le Regioni inoltre - ai sensi dell'articolo i3
del DPR 15-11-1972 n. 11 -,
hanno dovuto comunicare al Ministero il
programma regionale entro il 28-2-1973; detto
programma doveva essere articolato in due
parti distinte: l'una concernente le proposte
favorevoli all'ammissione al finanziamento,
corredate delle relative motivazioni, l'altra
concernente le proposte di esclusione dai finanziamenti e le relative motivazioni negativa. Inoltre le Regioni hanno dovuto trasmettere i fascicoli relativi a tutte le domande di
contributo presentate dagli Enti, dalle Asse
ciazioni e dagli Operatori agricoli, unitamente ad un circostanziato rapporto informativo
in triplice copia.
12 - I1 fascicolo della documentazione
Se i termini delle scadenze possono variare, se l'istruttoria del Programma r e g i e
nale riguarda il competente Assessorato, i
fascicoli della documentazione - la quale
è rimasta pressoché identica da alcuni anni
e tale, prevedibilmente, sarà ancora - riguardano gli operatori agricoli, desiderosi di
avere il contributo del FEOGA:
- il fascicolo dovrà essere corredati; dagli elaborati progettuali e dai documenti
indicati nell'allegato A;
- la domanda e il questionario dovranno
essere redatti secondo gli schemi di cui ng!i
allegati B e C.
In particolare si raccomanda di porre la
massima cura e precisione nella redazione
dei seguenti atti:
-- il questionario dovrà essere compilato
in modo completo ed esauriente in ogni suo
punto;
- la relazione tecnico-economica dovrà
essere impostata su concrete realtà produttive, lavorative e commerciali, con accurate
descrizioni dei piani di ammortamento dei lavori progettati. In essa dovrà essere ben evidenziata l'attuale situazione dell'impresa e
l'effetto economico dell'azione progettata onde consentire un giudizio circostanziato sulla impostazione e sui risultati che si prevede
di poter conseguire, sotto il profilo agroeconomico e sociale;
- il piano finanziario dovrà contenere
la specifica indicazione dei sistemi di reperimento e di rimborso dei capitali occorrenti
per l'esecuzione delle opere progettate, mediante una analitica esposizione dei dati relativi alla redditività delle opere.
Supplemento al n. 5 - maggio 1973 di « Comuni d'Europa
P.zza di Trevi. 86 - 00187 ROMA
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Anno XXI Numero 5 - renatoserafini.org