INTRODUZIONE ALLA SEMIOTICA Lezione 1 Schemi Che cosa è la semiotica? Non esiste un’unica definizione di “semiotica”. In generale, possiamo dire che si tratta di una riflessione sistematica (e cioè di una “teoria”) • sui segni, • le loro classificazioni, • le leggi che li regolano, • i loro usi nella comunicazione. La semiotica guarda ai modi in cui i segni significano e ai modi in cui comunicano: SIGNIFICAZIONE E COMUNICAZIONE sono allora due dei concetti più importanti che tratteremo Dagli anni Sessanta la semiotica è divenuta oggetto di insegnamento universitario e consiste in un insieme di approcci all’analisi dei fenomeni della significazione. Ma la storia della semiotica inizia molto prima… La storia della semiotica • Una riflessione teorica sui segni data almeno dai filosofi greci classici (Platone, Aristotele, gli Stoici, gli Epicurei). • In età moderna filosofi tedeschi e inglesi, come John Locke e Johann H. Lambert, riprendono il termine greco per indicare una branca del sapere detta anche ‘logica’. La storia della semiotica • E’ con un filosofo americano dell’Ottocento, Charles S. Peirce, che la riflessione sui segni diventa un tema filosofico esplicito e l’analisi dei tipi di segno trova un grande spazio. • Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, anche un linguista ginevrino, Ferdinand de Saussure, indipendentemente da Peirce, avanza riflessioni sui segni (in part. linguistici) e comincia a parlare di una nuova disciplina, tutta da costruire, detta ‘semiologia’ (derivata dallo stesso termine greco, semeion, da cui derivava anche semeiotiké). L’oggetto della semiotica: il segno • Che cosa sono i segni? Possono indicare cose tra loro molto diverse • Di fatto tutto il nostro pensiero (il nostro modo di ragionare, la nostra capacità di fare deduzioni e inferenze) è inerentemente semiotico. Secondo Peirce, per esempio, vi è una specificità semiotica del pensiero umano Alcuni esempi di segni • • • • Le parole Le foto nel giornale I segnali stradali e il semaforo I sintomi fisici (sentirsi caldi perché si ha la febbre) • Le nuove per la pioggia • Il gesto di saluto all’amico • I gesti involontari (e cioè i tic, gli atti mancati, che per la psicoanalisi sono ‘segni’ di qualcosa) Che cosa hanno in comune? • Ciascuno degli esempi riportati è un segno perché mette in rapporto, in relazione, due elementi, l’uno percepibile (in modi diversi), l’altro non percepibile. Il segno è quindi qualcosa di percepibile che rinvia (o che è collegato) a un contenuto non percepibile • Il segno è un evento, una procedura che rende possibile la relazione di rinvio tra un primo elemento di ordine sensoriale e un secondo di ordine intellettuale Il segno • È segno tutto ciò che dà adito a una relazione fra due termini, dove il primo è di tipo empirico (il fumo, una nuvola, un profumo, la parola) e il secondo è di tipo concettuale (il fuoco, la pioggia, la gradevolezza di un alimento, la cosa) • “Qualcosa è segno solo perché è interpretato come segno di qualcosa (…) pertanto la semiotica non ha a che fare con lo studio di un particolare tipo di oggetti, ma con gli oggetti comuni nella misura in cui partecipano alla semiosi” (Morris, 1938): qualunque cosa può essere un segno. Significazione • L’oggetto di studio della semiotica non è costituito né dagli elementi di tipo sensoriale (espressioni), né dagli elementi di ordine intellettuale (contenuti) ma dalla loro relazione di rinvio (significazione). • La semiotica si occupa delle procedure di significazione che mettono in presupposizione reciproca un piano dell’espressione con un piano del contenuto all’interno di qualsiasi linguaggio. Le procedure di significazione In che cosa consistono le procedure di significazione? • Per la semiotica strutturale si tratta di un insieme di elementi esterni all’interprete, consuetudini, abitudini, esperienze pratiche e attività conoscitive che precedono l’interprete. • Per la semiotica cognitiva si tratta di meccanismi per l’appunto cognitivi, operazioni inferenziali attraverso cui un interprete mette in relazione un’espressione e un contenuto, permettendo l’esistenza del segno e ricavandone un qualche incremento conoscitivo o una certa indicazione pratica (formazioni di credenze e abiti). Semiosi • La semiotica contemporanea ha ‘superato’ il concetto di segno per studiare i testi nel loro complesso, e i processi di interpretazione (semiosi), significazione e comunicazione … di quel territorio che io chiamo semiotica, cioè della disciplina della natura essenziale e delle varietà fondamentali di ogni possibile semiosi. (Peirce, CP 5.488) Sistemi di significazione • I segni non si danno (quasi) mai isolati ma compaiono insieme ad altri segni in eventi comunicativi che chiamiamo testi in senso ampio • Per capire come e cosa i testi comunicano bisogna capire cosa significano, cioè come sono organizzati al loro interno • Questo vuol dire capire come i vari elementi di un testo entrano in relazione fra loro in modo da formare un sistema Ancora sulla significazione La teoria semiotica deve presentarsi anzitutto per quello che è, cioè come una teoria della significazione. La sua preoccupazione principale sarà dunque di esplicitare, sotto forma di una costruzione concettuale, le condizioni della comprensione e della produzione del senso. (Greimas-Courtés, Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio)