COMMISSIONEDI ALPINISMO GIOVANILE SEZIONE DI MELZO [email protected] Cell. 3409413160 La riviera di ponente: Privilegiata dimora di misteriose antiche divinità oppure zona d’insediamento di inquietanti streghe? Il gruppo montuoso Toraggio-Pietravecchia è conosciuto dagli appassionati di escursionismo per lo spettacolare Sentiero degli Alpini, inciso nella roccia, ma anche a studiosi e naturalisti appassionati: non a caso è stato definito il più importante Santuario della natura della Liguria. Il percorso ad anello che vi si snoda è sicuramente l’itinerario naturalistico più appagante di tutta la Liguria. Un vero e proprio paradiso per i botanici: la particolare posizione geografica di questo luogo fa sì che ospiti una flora ricchissima con specie montane accanto ad altre tipiche di climi caldi. Moehringia lebrunii Merxm. - Moehringia di Le Brun Famiglia: Caryophyllaceae Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni. Pianta perenne suffruticosa, con portamento ascendente o pendulo, in cespugli densi; fusti lunghi 5-30 cm, glabri, debolmente glauchi. Foglie glauche, glabre, di colore verde chiaro, rigide, oblunghe, piane e spatolate, lunghe 7,5-25 mm e larghe fino a 4 mm, debolmente carenate di sotto. Distribuzione in Italia: Endemica alpina delle Alpi occidentali, presente in Italia solo in Liguria, lungo il confine con la Francia. Habitat: Fessure di rupi calcaree in posizioni ombrose e fresche, esposte a Nord tra 800 e 1500 metri di altitudine. Fiteuma di Balbis Questo fiteuma (chiamato anche raponzolo) è stato inserito tra le specie meritevoli di protezione totale per la sua rarità: è un endemismo delle Alpi Liguri e Marittime rinvenuto, finora, solo in una mezza dozzina di posti, tra la provincia di Imperia (una sola località), quella di Cuneo e le Alpes Maritimes francesi. Il fiteuma di Balbis, così chiamato in onore dello scopritore - un botanico piemontese che lo descrisse nel 1806 - è un piccolo miracolo di frugalità: sul monte che lo ospita, nell'entroterra di Bordighera, popola fenditure minime di rocce calcaree, di cui è spesso l'unico abitatore, a quote sui 1600-1900 metri, fiorendo tra la metà di giugno e quella di luglio. 8 1 La Fauna Aquilegia di Reuter L'aquilegia di Reuter, così chiamata in onore di un fiorista ginevrino del secolo scorso, è un pregevole endemismo ligure-provenzale, cui i botanici moderni non riconoscono una dignità di specie autonoma, preferendo identificarla con l'aquilegia di Bertoloni, rinvenuta in alcune località appenniniche e delle Alpi Apuane. In realtà, nel genere Aquilegia regna una grande confusione per cui nessuno specialista appare oggi in grado di giungere ad un chiarimento definitivo. Date queste premesse si preferisce mantenere separata, come specie a sé stante, l'aquilegia di Reuter, come già facevano alcuni grandi botanici del secolo scorso, attribuendole un areale che va dall'Imperiese ai monti della Provenza. Aquilegia reuterii predilige i luoghi sassosi a quote di 1500-1800 metri, dove fiorisce in luglio -agosto. Viola valderia All. Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie. Pianta perenne, erbacea, con rizoma delicato, ramoso bianchiccio, e fusti alti 10-20 cm ramosi alla base, fogliosi, giacenti in parte per terra, corti, quasi quadrangolari, in genee densamente pubescenti per fitti peli brevi. Habitat: Pascoli magri e popolamenti pionieri su ghiaia consolidata esclusivamente su silice, tra 1200 e 2300 metri di altitudine. 2 In questa parte delle Alpi Liguri si possono ammirare, per lo più di passo, cioè non nidificanti, numerose specie di rapaci, caratterizzate da un territorio di caccia più o meno ampio: l’aquila reale, il biancone, la poiana, lo sparviero, il gheppio e il gufo reale. fagiano di monte (o gallo forcello), bellissima specie euro-siberiana, che in questi luoghi è al limite sudoccidentale del suo areale, la rarissima coturnice delle Alpi, per la quale il rischio di estinzione in Liguria è particolarmente grave, il fagiano comune e quello dorato, il picchio verde, quello muraiolo, la vorace gazza, la ghiandaia, il gruccione, la starna, la pernice bianca, il passero solitario, la beccaccia, la pernice rossa, il cuculo dal ciuffo e la bellissima upupa. Fra i roditori compare la marmotta, placida e schiva, presente sul territorio con popolazioni probabilmente autoctone; non mancano lo scoiattolo, il riccio, la donnola e la faina. Infine, di grande richiamo per gli escursionisti, va ricordata la presenza di grossi mammiferi, in particolare i daini e i camosci, che rappresentano oggi la più vistosa emergenza faunistica di tutta la zona. 7 Le rocce che costituiscono il monte sono di tipo sedimentario, le formazioni rocciose sono in buona parte formate da calcari marnosi e nella parte superiore del monte da calcari nummulitici ricchi di fossili marini calcarei (soprattutto nummuliti). Oggi questi aspetti geomorfologici, insieme agli aspetti florofaunistici, rendono la zona di monte Toraggio un Sito di Interesse Comunitario, l'interesse naturalistico si focalizza in particolar modo, sulla flora ricca di specie endemiche e mediterranee adattatasi alla quota, data la vicinanza del mare. La posizione periferica e la roccia a tratti friabile e a tratti troppo compatta hanno fatto sì che il monte Toraggio non sia mai stati presi seriamente in considerazione dagli alpinisti. Sede di un dio o luogo di pascolo? Sull’origine del nome Toraggio (in dialetto Turagge) non esiste ancora una spiegazione definita. Nel libro Toponomastica Intemelia, Nino Lamboglia scrive: “il nome di questa montagna è evidentemente uno dei più antichi della regione. Un seducente ravvicinamento potrebbe tentarsi con la divinità Torevaius, attestata a Cemenelum; in tal caso il toponimo conterrebbe il ricordo di un culto topico a questo monte, dominate la val Nervia, parallelamente al Bego che domina la val Roia, e si risalirebbe alla voce alpina t(u) or, ancora vitale nelle Alpi Marittime in senso di “cima” e che abbraccia un’amplissima area mediterranea e preindoeuropea. Ma è più semplice pensare o a una base tauraricum, allusivo ad antichi diritti di pascolo (il riflesso indigeno di –ati-cu è veramente –aigu-, ma concorre l’esito –age-, d’influenza provenzale e più genericamente d’influenza letteraria), od anche turraculum svolto nello stesso modo di fenuculum, cuniculum, che danno fenuggiu, cuniggiu”. Sempre a proposito del nome, nell’opuscolo di Gilberto Calandri il Monte Toraggio, caratteri geomorfologici e ideologici si legge: “il toponimo Toraggio è senza dubbio antico, di epoca romana. Incerto se derivi da turris (con riferimento alla forma a torrione della parte più elevata della montagna) o da taurus (da una divinità preromana e forse in connessione con il pascolo, come proposto dal Lamboglia)”. 6 Gentiana ligustica R. Film. Gentianaceae Genziana ligure Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale. Distribuzione in Italia: Endemismo delle Alpi sudoccidentali, presente in un’area compresa tra il Moncenisio e il Monte Carmo di Loano, nelle Alpi Liguri sostituisce Gentiana acaulis L. su ampi tratti, specialmente laddove prevalgono i substrati carbonatici.Habitat: Praterie e pascoli montani, subalpini e alpini su substrati basici (calcari, flysch, calcari marnosi), anche in radure e chiarìe all’interno di boschi e perfino lungo bordi stradali, presente già a quote modeste (600-700 m) si spinge fino a circa 2500 m di altitudine, specialmente nelle Alpi Cozie meridionali e nelle Alpi di Alta Provenza. Rapòntico di Bicknell Stemmacanttha heleniifolia ( Godron et Gren.) Dittrich. subsp. bicknellii ( Briq.) Dittrich. Il rapontico di Bicknell, dall'ostico nome latino, è un interessante endemismo delle Alpi Liguri, rinvenuto finora in sole quattro località, due in provincia di Imperia, due in quella di Cuneo.E' un'entità che si è differenziata in tempi relativamente recenti dalla Stemmacantha heleniifolia una specie diffusa lungo la catena alpina. Come mai tanta rarità? È possibile che il rapontico di Bicknell, un tempo più diffuso, sia stato poi eliminato da molte aree prative perché visto come un ospite indesiderato da contadini e montanari che, oltre a tutto, ne consumavano i capolini immaturi sott'olio o sott'aceto, a guisa di carciofini. 3 Dianthus superbus sl: fiori Localita': Margine del bosco sulla parete sud-ovest del Monte Toraggio Altezza: Circa 1700 m Ambiente: Bosco di larici e latifoglie su terreno calcareo Echinops ritro Lilium pomponium. Peonia officinalis Rara nel resto d’ Europa, in Italia compare nelle Alpi Liguri meridionali al confine con la Francia e soltanto nell’Appennino Parmigiano, Umbro e Abruzzese. Nigritella Corneliana È una pianta erbacea alta da 10 a 30 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni. 4 Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri Superficie a terra (ha): 6.041,21 Regioni: Liguria Provincia: Imperia Comuni: Cosio d'Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pigna, Rezzo, Rocchetta Nervina, Triora Il comprensorio del Monte Gerbonte - M. Toraggio/Pietravecchia, estremamente scenografico, ospita habitat molto differenziati e un elevato numero di specie endemiche. Nell'area è compresa la Foresta Demaniale di Gerbonte di 622 ha, una foresta ancora in evoluzione in conseguenza dei numerosi rimboschimenti, dove abeti e pini silvestri sono accanto a faggi, aceri e larici secolari. I massicci selvaggi e suggestivi del Monte Toraggio e del Monte Pietravecchia vengono riconosciuti come straordinari nell'ambito dell'intera catena alpina: il substrato geologico, la vicinanza al mare di cime prossime o superiori ai 2000 m, l'alternanza di periodi glaciali e interglaciali hanno infatti determinato microambienti con presenza di un numero elevatissimo di specie floristiche di enorme interesse biogeografico I rilievi sono caratterizzati dalla presenza di pareti subverticali e, in specie in corrispondenza della Gola dell'Incisa tra i monti Pietravecchia e Toraggio, di fenomeni deformativi resi ancor più evidenti dall'erosione selettiva operata sui diversi litotipi; numerose sono le forme carsiche tanto di superficie quanto ipogee. 5