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GIALLE
notizie dalla Federazione Nazionale Profumieri
FENAPRO
la spregiudicatezza
dei grandi ricade
sempre sui piccoli
FILO diretto
Per far sentire la vostra
voce scrivete a
FENAPRO
Corso Venezia, 49 20121
Milano
Quando i grandi retailer si mettono nei guai e a
rianimarli intervengono i fondi di investimento – si
veda l’ultima macroscopica vicenda che ha scosso
la Profumeria Italiana – a pagare il conto sono
sempre i piccoli. La ricaduta a pioggia che dall’alto
investe i produttori esposti finanziariamente con la
società in difficoltà - nel nostro caso, come tutti
sanno, una nota catena di profumerie a diffusione
nazionale - fa sì che, alla fine, se su qualcuno ci si
deve rivalere per recuperare i soldi persi, questo
qualcuno sia l’ultimo anello della catena, quelli che
alle spalle non hanno consorzi o una rete importante
di punti vendita: gli indipendenti. I meno tutelati,
insomma. Quelli che con le vicende finanziarie, le
bancarotte e la polizia tributaria, non hanno nulla a
che vedere. Inutile dire che, stando così le cose,
contiamo sull’industria affinché la situazione venutasi
a creare, di cui siamo peraltro consapevoli essere
loro i primi a farne le spese, non si ripercuota sui
piccoli profumieri, con un inasprimento delle
condizioni contrattuali.
www.fenapro.it
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contratti
d’affitto
nei centri
commerciali
all’interno di centri commerciali
molti imprenditori di profumeria
gestiscono dei punti vendita. Ma a
quali condizioni? scopriamole grazie
alla lettera di un profumiere.
di Giovanna Maffina
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grande pregio di aver affrontato l’annosa
questione dei contratti d’affitto a durata
limitata cui sono costretti ad aderire tutti
coloro che avviano un’attività in un centro
commerciale con il rischio, dopo pochi
anni, di dover traslocare in altra sede
perché il loro spazio è stato ceduto a
qualcuno disposto a pagare un canone
d’affitto più elevato.
la lettera di
GIANFRANCO TAGLIAFERRI
Basta prevaricazioni: i nostri “contratti di
affitto di azienda sono, in realtà, normali
contratti di locazione ad uso
commerciale. La nostra società è titolare
di una profumeria nel Centro
Commerciale “Moncalieri” (Torino).
Come è noto la triste sorte di noi
imprenditori affittuari di locali appartenenti
ad un centro commerciale è quella di
essere costretti dopo pochi anni dalla
firma del contratto, dopo aver investito
molti soldi e tempo per avviare l’attività (i
locali che ci vengono dati sono sempre
privi di qualsiasi arredo e degli elementi
necessari a consentirci di sviluppare la
nostra attività), dopo esserci guadagnati
con grande lavoro un’adeguata clientela,
a rilasciare i locali per rifiuto del
… ma il motivo di tutto questo?
Perché possono mandarci via in così
poco tempo? perché possono prevedere
una durata del contratto così breve
(spesso 5 anni – il tempo appena
sufficiente per crearci una clientela
adeguata), perché non abbiamo diritto ad
un’indennità di avviamento?!
La risposta è semplice: perché i centri
commerciali ci concedono dei
normalissimi locali commerciali vuoti ma
ci richiedono di sottoscrivere dei
“contratti di affitto di ramo d’azienda” per
aziende che in realtà non esistono, ma
per i quali non si applicano le norme in
materia di locazione commerciale che,
invece, prevedono una durata minima
legale (6 anni + rinnovo di altri 6 anni in
assenza di disdetta motivata) e l’obbligo
di riconoscere l’indennità di avviamento in
caso di disdetta!
Già… ma questo fino a ieri!
Con l’assistenza dello Studio legale Balbo
di Vinadio e Associati di Torino, siamo
riusciti a vincere la battaglia legale contro
la proprietà del centro commerciale da
cui affittiamo il nostro locale, che
pretendeva che noi lasciassimo
urgentemente il locale da loro affittatoci,
in quanto il contratto era scaduto a
maggio…: il Tribunale di Torino (sezione
distaccata di Moncalieri), accogliendo la
nostra tesi difensiva, ha respinto la
domanda dei proprietari del centro
commerciale consentendoci così di
rimanere nel locale! Ma non solo… il
Tribunale di Torino tende a considerare
questi contratti definiti di affitto di azienda
come contratti di locazione
commerciale… il che comporta che la
durata minima sarà quella di legge (6 anni
+ automatico rinnovo di altri 6) e che in
caso di disdetta il conduttore avrà il diritto
di ricevere l’indennità di avviamento!
Gianfranco Tagliaferri
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A seguire trovate la lettera scritta dal
profumiere Gianfranco Tagliaferri. La
questione che solleva riguarda centinaia
di altri imprenditori che, come lui,
gestiscono dei punti vendita all’interno di
centri commerciali.
La frizione nasce dalla natura del
contratto d’affitto che il centro
commerciale chiede di sottoscrivere al
negoziante, inquadrabile come ‘contratto
di affitto di ramo d’azienda’, anche se poi,
di fatto, sono concessi in locazione locali
commerciali vuoti che nulla hanno a che
vedere con un’azienda. Il perché è presto
detto: così facendo si svicola
dall’applicazione delle norme in materia di
locazione commerciale che prevedono
una durata minima legale di 6 anni
(+ rinnovo di altri 6 anni in assenza di
disdetta motivata) e l’obbligo di
riconoscere l’indennità di avviamento in
caso di disdetta. Il contratto d’affitto ‘di
ramo d’azienda’ impegna infatti per una
durata più breve, talvolta di soli 5 anni,
che quasi non lascia il tempo di avviare il
negozio, creando un adeguato giro di
clientela che ripaghi di tutti gli investimenti
- in arredo, formazione personale ecc effettuati dal commerciante.
Il tutto, tra l’altro, senza neanche fornire
un’indennità di avviamento. Questo,
almeno, fino a ieri. Leggete quanto
stabilito dal Tribunale di Torino e traete le
conclusioni del caso. Pur avendo un
evidente limite di carattere giurisdizionale
(la stessa questione, dinnanzi a un altro
giudice potrebbe avere esito diverso) ha il
proprietario del centro commerciale di
prorogarci il contratto in quanto, magari,
sfruttando la nostra clientela, ha pattuito
un canone di affitto più elevato con altro
imprenditore (che poi sarà anche lui
vittima dello stesso gioco perverso)!
E a noi? A noi cosa accade? Accade che
dobbiamo andare via e, senza poter dire
alcunché e senza poter pretendere
alcuna indennità per l’avviamento che noi
abbiamo sviluppato, costringendoci a
ricercare un nuovo locale, un nuovo
centro commerciale e ricominciare
daccapo.
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In un mercato
moribondo il mass
è un’arma
a doppio taglio
Nei primi otto mesi dell’anno
il mercato in flessione su tutti
i fronti. Nonostante il pesante
ridimensionamento degli ultimi anni
il mass si conferma comunque
‘specchietto per le allodole’.
“È chiaro che non possiamo trascurare il
mass, altrimenti perderemmo presenze in
negozio”, non ha mezzi termini Luigi
Marazzi (Profumerie Erika, Gruppo Ethos
Profumerie) nel tratteggiare la situazione
che si è andata delineando in questi ultimi
mesi nel selettivo. Se da un lato il mass
ha perso pesantemente peso in
profumeria, dall’altro continua ad essere
uno strumento di ‘reclutamento’, prova ne
è il fatto che, per quanto riguarda il
mercato in generale, su 50.139.504 pezzi
venduti in otto mesi in profumeria, ben
16.464.928 erano mass, con un’incidenza
pari al 33% delle vendite”. Entrando nello
specifico dello skincare poi, “ciò che
stupisce è che numericamente le vendite
di prodotti prestige e di prodotti mass
siano state pressoché identiche:
11.672.018 pezzi contro 9.635.946”. la
conclusione? Quella di cui sopra: tenere
alti gli standard qualitativi e assortimentali
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Nei primi otto mesi
domina il segno rosso
Venendo all’andamento degli ultimi mesi,
ad agosto il mercato della profumeria “è
cresciuto dell’1 %, semplicemente perché
i prezzi sono aumentati del 2%.
Il che significa che, in sostanza, si è perso
in quantità un 1%”.
Ma più significativa è l’analisi del
montante dei primi 8 mesi, “che ha
registrato una flessione a valore del -3.6%
e a pezzi del -6.1%, con un aumento dei
prezzi pari al +2.7%.
La pesante flessione a pezzi è legata ad
una diminuzione del numero di scontrini
in profumeria. La flessione del 6,1% ha
significato, in quantità, passare dai
54.139.504 pezzi venduti nei primi otto
mesi del 2011 ai 50.139.504 dell’omologo
periodo quest’anno”.
Splittando per singolo asse, ecco i
risultati: -7.5 % le fragranze, -8.9 % lo
skincare e -2.0 % il makeup. Dati che si
commentano da soli.
È questo l’invito che giunge da JeanLuc Michelot, presidente del Gruppo
vendite in profumeria di Unipro e dal
nostro presidente Nicola Ostuni.
Il riferimento esplicito è diretto
all’iniziativa ‘La forza e il sorriso’.
Vi chiediamo ancora un po’ di pazienza.
La chiediamo a tutti coloro che,
numerosissimi, hanno contattato la
segreteria Fenapro e la nostra redazione,
per conoscere meglio i meccanismi de
‘La forza e il sorriso’ - versione italiana del
programma internazionale Look Good...
Feel Better, che realizza laboratori di
bellezza gratuiti a favore di malate
oncologiche - e manifestare la propria
entusiastica adesione all’iniziativa. Unipro
e Fenapro stanno attivamente lavorando
per definire al meglio i contorni dell’evento
e mettere in moto la macchina
organizzativa oliandola alla perfezione.
Ma far decollare un evento che
presuppone il coinvolgimento di centinaia
di punti vendita in tutta Italia e va
sostenuto con cartelli vetrina, opuscoli,
gadget a tema e un massiccio sostegno
pubblicitario sui media tradizionali, social
e web., è cosa tutt’altro che semplice. Da
qui, la decisione di prendersi un po’ più di
tempo, facendo slittare di poco - un paio
di mesi, tre al massimo - la data di
partenza, originariamente programmata
per questo novembre.
Voi, però, continuate a sostenere
l’iniziativa e cercate, anche con il passa
parola, di coinvolgere il maggior numero
possibile di colleghi profumieri! Primo,
perché darà una bella visibilità, di
spessore e valore, al nostro canale. Poi,
naturalmente, perché si tradurrà in un
aiuto concreto al programma, finanziando
la creazione di cinque nuovi enti, da
aggiungere a quelli già esistenti, che
coinvolgano nei prossimi cinque anni
centinaia di altre donne. Iniziative charity
come questa devono essere solo l’inizio
di un nuovo percorso da fare tutti
assieme.
cos,è la forza e il sorriso
Il programma ‘La forza e il sorriso’ patrocinato da Unipro che aiuta le malate oncologiche a riaffacciarsi alla vita è un piccolo miracolo: dal 2006, anno della nascita, ad oggi,
si è allargato a oltre trenta strutture e ha dato sostegno a oltre 3000 donne, organizzando workshop e laboratori di trucco e cura della pelle con la presenza di esperti. Fornendo, insomma, un valido sostegno psicologico attraverso strumenti che sono propri del
nostro canale. Naturale che si sia da subito innescata un’osmosi virtuosa con le aziende cosmetiche che sono le prime a sostenere il progetto, con omaggi e l’invio di esperti. Un trucco curato, il profumo e la crema giusta, sono gesti terapeutici fondamentali
perché la donna malata si riappropri della sua femminilità.
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Il prossimo mese di novembre, in data ancora da definire, si riunirà il Consiglio Fenapro per eleggere il
nuovo presidente Fenapro. La segreteria della Federazione comunicherà a breve a tutti i consiglieri data
e luogo dell’evento. Ricordiamo che il presidente in
carica Nicola Ostuni è giunto al termine del suo secondo mandato ma potrebbe mantenere la carica attualmente ricoperta.
del proprio punto vendita, perché abbia
una forte identità, senza però trascurare
le referenze mass, che continuano a
rivelarsi fondamentali per attirare traffico.
E poi vendere anche il resto.
Dateci un po’
più tempo…
stiamo lavorando
per voi!
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