Gli Alzheimer Caffè della Lombardia Orientale: progetti e risultati Brescia, 27 Marzo 2015 Gli Alzheimer Caffè della Lombardia Orientale: progetti e risultati Venerdi 27 Marzo 2015 – Ore 16:45 Gruppo di Ricerca Geriatrica Via Fratelli Lombardi, 2 Brescia Programma 16:45 Introduzione I bisogno della persona affetta da demenza e dei familiari: il ruolo degli Alzheimer Caffè Prof. Marco Trabucchi Gruppo di Ricerca Geriatrica, Brescia 17.15 Il Manuale di orientamento e cura Stefano Boffelli ed i primi risultati del progetto Fondazione Poliambulanza, Ospedaliero, Brescia 17.30 L’esperienza pratica: la Struttura Melania Cappuccio di Vertova e gli altri Alzheimer Fondazione Cardinale Caffè Vertova Istituto Gusmini, 18.00 Il ruolo delle Unità di Valutazione Luca Rozzini Alzheimer Dipartimento di Neurologia, Spedali Civili, Brescia 18.15 Discussione e conclusioni Renzo Rozzini Fondazione Poliambulanza, Ospedaliero, Brescia Istituto Il Manuale di orientamento e cura I primi risultati del progetto Stefano Boffelli La rete dei servizi dedicata alle demenze Nelle diverse fasi di malattia Centri UVA Ospedale Centri Diurni Assistenza domiciliare RSA diagnosi e terapia patologie somatiche sollievo familiare bisogni persona la fase avanzata Gli Alzheimer Caffè si inseriscono in questo contesto, come servizio che va a potenziare quelli già presenti sul territorio: il loro obiettivo è di affiancare il caregiver ed il malato, fornendo formazione e supporto costante durante il corso della malattia. Gli obiettivi degli Alzheimer Caffè, già indicati nelle linee guida di Miesen (2001) Primo: informare sugli aspetti medici e psicosociali della demenza; Secondo: sottolineare l’importanza di condividere apertamente dei propri problemi; Terzo: prevenire l’isolamento dei malati e dei loro familiari. Bianchetti et al, 1995 Dicembre 2012: nasce il Coordinamento degli Alzheimer Caffè della Lombardia Orientale Revisione delle esperienze locali ed italiane Revisione della letteratura nazionale ed internazionale Integrare il passato con una rigorosa attività di formazione e cura condivisa, con metodologia di valutazione e di intervento multidisciplinare a favore dei malati e dei loro familiari con interventi psico-educativi pubblici ma anche domiciliari Il Coordinamento degli Alzheimer Caffè della Lombardia Orientale raggruppa le esperienze multidisciplinari di geriatri, psicologi ed educatori che si occupano a diverso titolo dell’organizzazione e consulenza presso gli Alzheimer Caffè. Manuale di orientamento e guida alla valutazione ed al trattamento Metodologia comune di valutazione del malato e del familiare (cognitività, funzione, disturbi del comportamento; stress, depressione) Metodologia degli incontri Metodologia dei trattamenti La rete dei servizi dedicati alla demenza in Italia I servizi per la persona affetta da demenza nella Regione Lombardia Le aree di criticita’ Il modello teorico: l’Alzheimer Caffe’ Obiettivi del coordimento degli Alzheimer Caffe’ Orientamento per l’organizzazione e gestione di un Alzheimer Caffe’ Pianificazione e obiettivi Il setting I destinatari Le modalita’ di svolgimento I professionisti e i ruoli specifici Aspetti economici e fonti di finanziamento Le esperienze realizzate: gli Alzheimer Caffe’di Odolo, Gavardo, Bagolino e Bedizzole, Capo di Ponte Alzheimer Caffe’di Bergamo, Dalmine e Brembate Sotto Alzheimer Caffe’di Vertova Le attività erogate nel gruppo sono: Incontri periodici (il caffè..insieme) Per il paziente: - trattamenti non farmacologici (stimolazione cognitiva) individuali al domicilio e di gruppo in RSA - interventi educativi individuali (effettuati al domicilio) - supporto psicologico individuale e di gruppo Per il caregiver: - sportello informativo - counseling - supporto psicologico individuale o di gruppo - interventi psico-educativi Il Manuale: una guida comune per tutti Una metodologia esportabile e chiara, gratis Cosa, come, dove, quando fare Non spazio a (pericolose) improvvisazioni, ma adattamento a specificità individuali e locali Unire professionalità e cura, a gentilezza e disponibilità Obiettivi: superare lo stress, il rifiuto o l’imbarazzo sociale, affrontare i problemi. La valutazione e il trattamento personalizzato Lo svolgimento degli incontri Le specificità individuali e locali 14° Congresso Nazionale - AIP OLTRE IL CORPO, LA MENTE FRAGILE 10-12 Aprile 2014 – Firenze IL COORDINAMENTO DEGLI ALZHEIMER CAFFE’ DELLA LOMBARDIA ORIENTALE: INIZIALI RISULTATI DI UN PROGETTO DI VALUTAZIONE E TRATTAMENTO Boffelli Stefano1,2, Cassinadri Angela1,2, Berruti Nicola2, Avanzini Sara3, Podda Federica3, Radici Bianca 4, Brignoli Barbara4, Li Bassi Paola1,2, Rodella Alessandra5, Mafezzoli Elena5, Trabucchi Marco2 1 Fondazione Poliambulanza, Brescia; 2 Gruppo di Ricerca Geriatrica, Brescia; 3 Cooperativa “La Cordata”, Brescia; 4 Cooperativa “Servire”, Bergamo; 5 Cooperativa “Comis”, Brescia Caratteristiche cliniche e funzionali dei pazienti (n.28) N (%) Media Ds Età 80.9 5.5 Anni di malattia 5.1 2.9 MMSE (0-30) 17.9 6.1 GDS (0-15) 4.2 3.0 UCLA NPI (0-144) 24.5 13.7 UCLA Stress (0-60) 13.8 8.0 IADL f. perse (0-8) 6.1 3.0 BADL f. perse (0-6) 2.5 1.9 Genere (F) 15 (53.6) Caratteristiche dei familiari (n.28) N (%) Media Ds 67.6 13.2 Caregiver Burden (CBI) 35.5 13.7 UCLA Stress (0-60) 13.8 8.4 Genere (F) 21 (75) Età Caregiver: Figlio/a 10 (38.5) Coniuge 14 (53.8) Badante 2 (7.7) La richiesta dei famigliari (consorte, figli), che dimostrano un moderato stress e burden of care, è di prendere in cura sia il malato sia il familiare stesso: come curare bene a casa, senza ammalarsi? La gravità dei disturbi comportamentali del malato correla con un maggiore stress del caregiver; in modo simile per il grado di dipendenza funzionale (dato al limite della significatività). In base a questi dati è stato definito un protocollo di intervento a favore del familiare (counseling, metodi di stress-solving) e del paziente (training cognitivo, interventi socio-educativi), che si integra con gli incontri settimanali dell’Alzheimer Caffè. Congresso Nazionale - SIGG BOLOGNA, Novembre 2014 VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELLO STRESS DEL CAREGIVER NEL COORDINAMENTO DEGLI ALZHEIMER CAFFE’ DELLA LOMBARDIA ORIENTALE. Cassinadri Angela1,2Boffelli Stefano1,2,, Berruti Nicola2, Avanzini Sara3, Li Bassi Paola1,2, Trabucchi Marco2 1 Fondazione Poliambulanza, Brescia; 2 Gruppo di Ricerca Geriatrica, Brescia; 3 Cooperativa “La Cordata”, Brescia; 4 Cooperativa “Servire”, Bergamo; 5 Cooperativa “Comis”, Brescia Caratteristiche cliniche e funzionali dei pazienti e caregiver (n.13) Tempo 0 Sei mesi 15.0 + 8.71 13.8 + 9.92 BADL f. perse (0-6) 2.5 + 1.9 3.1 + 2.4 GDS (0-15) 4.2 + 3.0 2.5 + 2.2 UCLA NPI (0-144) 24.5 + 13.7 24.7 + 11.4 UCLA Stress (0-60) 13.8 + 8.40 11.6 + 5.90 Caregiver burden 35.5 + 13.7 32.0 + 16.2 MMSE (0-30) Conclusioni Alzheimer Caffè: Occasione di coordinamento e di sostegno delle famiglie Dati positivi: compresenza di malato e familiare (operatori e per la famiglia) Risultati iniziali di efficacia a breve termine sugli aspetti psicologici (malato e familiare) Sviluppi futuri: Diffusione dei metodi di valutazione e trattamento Diffusione sul territorio Dipendenza economica (donazioni private e pubbliche) Dimostrazione di outcome maggiori (istituzionalizzazione) Autori e coordinatori: Dott.ssa Avanzini Sara (Brescia) Dott. Berruti Nicola (Brescia) Dott. Boffelli Stefano (Brescia) Dott.ssa Cappuccio Melania (Bergamo) Dott.ssa Cassinadri Angela (Brescia) Dott. Ghianda Diego (Brescia) Dott.ssa Guerini Valeria (Bergamo) Dott.ssa Brignoli Barbara (Bergamo) Dott.ssa Li Bassi Paola (Brescia) Dott.ssa Mafezzoli Elena (Brescia) Dott. Mercurio Fabrizio (Bergamo) Dott.ssa Podda Federica (Brescia) Dott.ssa Radici Bianca (Bergamo) Dott.ssa Rodella Alessandra (Brescia) Signora Rossignoli Gabriella (Brescia) Signora Tosoni Stefania (Brescia) Professor Marco Trabucchi (Brescia) Al' Café Un luogo per incontrarsi GRG Brescia 27 Marzo 2015 Fondazione "C. Gusmini" Vertova Bg 21 I servizi per la demenza della Fondazione • • • • • La risposta alle problematiche psico-fisiche del malato di demenza era strutturato con una serie di servizi consolidati in grado di servire alcune fasi della malattia: - UVA per la diagnosi e la terapia - Centro Diurno Integrato ( semi residenziale) - ADI a domicilio - Nuclei Alzheimer ( BPSD) e la RSA per la fase avanzata ricoveri di sollievo e definitivi. Risposte conseguenti a DGR Regionali con un pensiero Scenario e Contesto • Ambulatorio UVA attivo dal 2001: neurologo, psichiatra, geriatra, non presente la neuropsicologia • Persone afferenti al servizio dal territorio con un deterioramento cognitivo medio grave, con disabilità importante. • Presenza in Fondazione di molti servizi della rete per la Demenza e le fragilità psicogeriatriche ( ADI, CDI, Nuclei Alzheimer ricoveri di sollievo e definitivi). • Terapie non farmacologiche ampiamente utilizzate (musicoterapia, bamboloterapia, PET theraphy, Robot Teraphy, Snoezelen Room • Volontariato per la Demenza Pensiero.... Un servizio volto al malato e alla famiglia Interventi rivolti al paziente - Interventi specifici Approcci rivolti alle funzioni cognitive Terapia di orientamento alla realtà Memory training Tecniche di stimolazione della memoria esplicita (Spaced-retrieval technique, compensazione, categorizzazione, facilitazione) Approcci orientati al comportamento ed all’emotività Psicoterapia di supporto Reminiscenza Validazione Approcci orientati alla stimolazione sensoriale Terapia ricreazionale (ludoterapia, pet therapy) Arte terapia (musicoterapia, danza, arte) - Interventi aspecifici Rassicurazione “Touch therapy” Aromaterapia “Light therapy” Snoezelen therapy Interventi non farmacologici per il trattamento delle demenze Interventi rivolti ai familiari e caregivers - Interventi rivolti al paziente Problem solving therapy per il caregiver Skill training per migliorare la capacità del caregiver di gestire la care del paziente Interventi educativi per l’uso appropriato di farmaci e gestione dei comportamenti - Interventi rivolti ai familiari/caregivers Terapia familiare Gruppi di supporto Gruppi psicoeducativi Gruppi di auto-aiuto Respite Interventi cognitivo-comportamentali (depressione) Linee Guida AIP: il trattamento della malattia di Alzheimer, 2006 Café Alzheimer Vertova • • • • • Condivisione con il CdA Progetto innovativo con un "Quid" aggiuntivo rispetto ad altri servizi analoghi, non istituzionalizzante e non replicante altri servizi Trovare i fondi.... Attuare "misure pubblicitarie" inconsuete per una RSA/Fondazione Spostare l'attenzione alle fasi più precoci Café Alzheimer Vertova • • • • • Inaugurato a Settembre 2010 con investimenti propri e con finanziamenti della Fondazione Bergamasca e la sponsorizzazione di alcune ditte ( Lavazza e ditte locali) Aperto alla popolazione dal 2011 2012 si aggiunge la Snoezelen Room in uno spazio attiguo con risorse miste ( Fondazione Bergamasca) Dal 2013 si arricchisce della componente “ neuropsicologica” oltre alle altre attività proposte ( altri fondi) Ad oggi cerca di essere una risorsa sia per i deterioramenti lievi moderati che per i gravi con l’offerta delle TnF come la Snoezelen Room Criticità • • • • Servizio sociale, aderente alla filosofia olandese, oltre i gruppi di auto-mutuo-aiuto. Luogo caldo, accogliente, moderno, vita domestica Personale selezionato, motivato, formato, e con personalità "avvolgente" Servizio non decolla..... Autocritica, cercato gli errori e...siamo ripartiti da capo, pensando di calarlo nella nostra realtà. Criticità • • • • Servizi innovativi con un approccio diverso alla malattia e alla famiglia non sono facilmente capiti dalla popolazione. Perché le strutture fanno fatica a porsi in modo “ diverso” verso gli utenti. L’ostacolo maggiore è rappresentato dall’intercettare le forme più precoci di malattia, le medio gravi e senza importanti BPSD ( anche l’apatia ) Diffidenza generalizzata di qualcosa che non è capito. Criticità • • • • Avere una equipe più completa e ampia Trovare risorse economiche per sviluppare idee e progetti Comunicare maggiormente con i MAP e trovare con loro un modo per convincerli della bontà del progetto. Avere un metodo validato, e non troppo oneroso per identificare i disturbi mnesici iniziali e avviare con le A.O. l’iter diagnostico per fare corretta diagnosi Il progetto • • • Collaborazione pubblico- privato: Fondazione –Università di Brescia Sinergia: socio-sanitario e Sanitario ( Fondazione, Università, MAP, ASL e il Distretto) Collaborazione/sinergia: UVA – Cafè Alzheimer- Territorio OBIETTIVI GENERALI • • • Identificazione precoce dei deterioramenti cognitivi Sensibilizzazione della popolazione Coinvolgimento dei MAP sul Café e la diagnosi precoce "accerchiandoli" Metodologia Rimodulazione del marketing • • • • • • • Collaborazione con le professionalità presenti in Università, neuropsicologhe, valutazioni neuropsicologiche validate. Serate informative per la popolazione con tutti i professionisti coinvolti progetto. Corsi di aggiornamento per volontari e caregiver Informazione tramite i media ( giornali, radio, TV locali) Opuscoli e brochure divulgati ( ambulatorio UVA, ambulatorio dei MAP, farmacie, negozi) Open day: valutazione neuropsicologica gratuita ( familiari e persone over 60 anni) Visite guidate in Fondazione con i MAP per conoscere ambienti (Ambulatorio UVA, Cafè Alzheimer, Snoezelen Room )e le professionalità. “UNA TAZZINA DI RICORDI” per l’intercettazione precoce del decadimento cognitivo Fondazione I.P.S. Cardinal Gusmini – Vertova - BG - Lo scopo è quello di informare e formare chi si prende cura di persone affette da demenza. Rispondere all’esigenza di intercettazione precoce del decadimento cognitivo Il progetto “una tazzina di ricordi” è stato realizzato nell’anno 2014. Sono state organizzate due serate di formazione-informazione, sulle demenze, successivamente cinque giornate (“giornate della memoria”) dedicate allo screening neuropsicologico, volto ad individuare precocemente i soggetti con disturbi cognitivi ed inviarli ad ulteriori approfondimenti diagnostici e alle attività di stimolazione cognitiva, sia di gruppo sia individuale, qualora si presentasse la necessità. La valutazione comprendeva un breve colloquio per la raccolta anamnestica, la somministrazione di una breve batteria di test cognitivi ed eventuale colloquio con il caregiver per definire l’eventuale perdita di autonomia nelle abilità di base e strumentali della vita quotidiane e la possibile presenza di disturbi psicocomportamentali. risultati 132 soggetti Età Donne Scolarità MMSE Deflessione tono umore 70,71+7,73 51-90 anni 80,9% >64 anni 65,2% 7,54+3,16 3-23 anni 27,39+3,08 20,8% 90,15% aveva una prestazione deficitaria ad almeno un test 9,85% dei soggetti avevano prestazioni normali in tutti i test. risultati 132 soggetti Età Donne Scolarità MMSE Deflessione tono umore 70,71+7,73 51-90 anni 80,9% >64 anni 65,2% Buona adesione da parte della cittadinanza, anni di prevenzione e di sensibilizzazione Sono7,54+3,16 stati raggiunti3-23 gli obiettivi 27,39+3,08 precoce del decadimento cognitivo, sostenendo sull’intercettazione 20,8% indirettamente l’importanza di promuovere eventi formativiinformativi sulle tematiche correlate alla demenza. 90,15% aveva una prestazione deficitaria ad almeno un test 9,85% dei soggetti avevano prestazioni normali in tutti i test. Café Alzheimer... Alcuni risultati • • • • • • Notevole interrelazione con i MAP e le strutture che si trovano nella rete delle Demenze e conoscenza maggiore del Café 2015: Aggiornamento Asl per MAP " Intercettazione precoce della Demenza e progetti innovativi, Café Alzheimer, Dgr. 2942/14. UVA : afferiscono un maggior numero di persone con iniziale perdita della memoria e UVA "caldeggia" il Café Il territorio, le famiglie si sono dimostrate più ricettive e disposte a “ uscire” dall’isolamento Il Cafè Alzheimer è un servizio più conosciuto e le che persone lo frequentano hanno meno timore Al'Cafè nome che ben evidenzia il processo di rinnovamento di questo servizio, con valenza sociale, socio-sanitario e anche sanitario Parole chiave • Imbastire e Cucire il Cafè in base alle caratteristiche del territorio • Sinergia con le UVA e con gli specialisti della Demenza e i MAP • Leggerezza per caregiver • Consapevolezza e competenza del caregiver • Ritardare l'istituzionalizzazione sostenendo il caregiver • La domiciliarità è il futuro, il cambiamento è necessario "non è abbastanza fare del tuo meglio: devi sapere cosa fare , e POI fare del tuo meglio" "Crediamo in Dio, tutti gli altri devono produrre dati" William Edward Deming ( Guru della qualità) Il ruolo delle Unità di Valutazione Alzheimer. Luca Rozzini Obiettivi del Medico UVA. Informare i pazienti ma soprattutto i familiari degli gli aspetti medici e psicosociali della demenza. Importanza di parlare apertamente di problemi. Riconoscimento e accettazione del problema. Promuove l'emancipazione delle persone affette da demenza e le loro famiglie, impedendo loro di isolarsi. La solitudine e l'isolamento è spesso peggiore per le persone che vivono a casa con la famiglia o con un caregiver. Generalmente i contatti con il mondo esterno sono viaggi per necessità, spesso legati alla malattia, cioè di studi medici. Se un individuo è un solitario senza costrizione, il tempo gli passa anche senza essere scandito da parole parlate o scambiate. a.b. La qualità di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune. j.r. Io ricordo, quando visitavo le case di riposo, parlavo con ognuno e tante volte ho sentito questo: “Come sta lei? E i suoi figli? – Bene, bene – Quanti ne ha? – Tanti. – E vengono a visitarla? – Sì, sì, sempre, sì, vengono. – Quando sono venuti l’ultima volta?”. Ricordo un’anziana che mi diceva: “Mah, per Natale”. Eravamo in agosto! Otto mesi senza essere visitati dai figli, otto mesi abbandonata! Questo si chiama peccato mortale, capito?”. j.m.b. Il medico con e senza camice. Informare sull’esistenza dei Caffè Alzheimer. Suggerire, in base al livello di deterioramento cognitivo ed al nucleo familiare, la frequentazione di un Caffè Alzheimer. Essere di supporto ai pazienti ed familiari in un ambiente meno ostile rispetto ad un Ambulatorio. Comprendere i bisogni (forse più reali) e spesso sottovalutati che emergono in discussioni informali.