Forum sulla
Non Autosufficienza
Bologna 9-10 novembre 2011
Centro Congressi Savoia Hotel
Disuguaglianze e politiche sociali in Italia
dopo la grande recessione
Andrea Brandolini
Banca d’Italia, Servizio Studi di struttura economica e finanziaria
Cosa succede allo Stato Sociale Italiano,
in un momento di crisi economica ma anche
di assenza di programmi, progetti e idee per crescere?
Mercoledì 9 novembre 2011
Disuguaglianze e politiche
sociali in Italia dopo la
grande recessione
Andrea Brandolini
Banca d’Italia,, Servizio Studi di struttura economica e finanziaria
3° Forum sulla non autosufficienza,
Bologna 9-10 novembre 2011
Indice
•
•
•
•
•
•
•
Grande recessione e redditi personali
protezione sociale in Italia
Politiche di p
È necessaria una riforma?
Perché non è stata fatta?
Opzione di fondo
Disegno delle misure
Conclusioni
Grande recessione e redditi personali
p
Variazione % del PIL e del reddito delle famiglie
in alcuni paesi OCSE, 2007-2009
Pe
ercentage
point
p
change
ee in
GHDI,
2glie
007-2009
Reddito
o disponibile
delle
famig
10
NO
8
6
FI
4
IR
SE
ES
US
FR
UK
2
BE
AT
DE
0
NL
CH
DK
GR
-2
IT
-4
-12
-10
-8
-6
-4
-2
0
2
Percentage
g Prodotto
p
point change
g
in
GDP,
,
2007-2009
interno lordo
Fonte: S. P. Jenkins, A. Brandolini, J. Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of
Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011.
Variazione % del reddito delle famiglie
in alcuni paesi dell’OCSE, 2007-2009
10
8
Reddito disponibile
6
4
2
0
-2
-4
-6
Reddito disponibile al netto della
variazione di imposte e trasferimenti
-8
Italia
Grecia
Danimarca
Svizzera
Paesi Bassi
Germania
Austria
Francia
Stati Uniti
Regno Unito
R
Irlanda
Belgio
Spagna
Svezia
Finlandia
Norvegia
-10
10
Fonte: S. P. Jenkins, A. Brandolini, J. Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of
Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011.
Variazione del reddito imponibile reale in Italia (%)
20
Tutti i
contribuenti
2003-2007
20
2008-2009
12,4
10
8,7
4,4
6,3
3,6
0,5
2,9
3,2
3,3
4,1
0
10
-0,4
-10
- 10
-20
P10
P20
P30
P40
P50
P60
P70
20
P80
P90
2003-2007
0,8
0,3
0,2
0,2
P30
P40
P50
P60
P70
P80
P90
-1,2
-6 6
-6,6
media
P10
P20
20
2008-2009
0,0
-0,1
0
-2,2
-4,3
-10
-10,3
-2,4
-1,4
-0,2
-0,8
media
P10
-8,3
P30
P40
36,4
38,8
P50
P60
P70
P80
P90
2003-2007
28,3
30
18,2
media
17,3
12,4
P30
-1,0
-1,4
-1,4
-0,7
P40
P50
P60
P70
P80
P30
P40
P50
P60
P70
20
P80
P90
2003-2007
9,3
7,4
9,6
7,6
P90
2008-2009
- 12,2
- 30
P20
P10
- 10
15,1
0
10
P20
-1,5
20,1
- 20
P10
-3,0
10
10
media
-2,3
0
21,8
11,2
-5,0
- 20
P20
40
20
-1,6
- 10
-18,0
-20
Pensionati
1,0
10
10
0
Lavoratori
autonomi
e altri
1,0
- 20
media
Lavoratori
dipendenti
1,4
0
6,3
6,0
6,7
6,8
-25,2
media
-9,8
P70
P80
-13,4
P10
-22,7
-23,2
P20
P30
-28,1
P40
P50
P60
20
P90
2008-2009
10
2,5
0
- 11,1
-16,4
3,4
3,2
4,7
media
P10
P20
6,3
5,4
4,6
4,4
4,3
4,2
3,8
P30
P40
P50
P60
P70
P80
P90
0
-2,5
-10
- 10
-20
- 20
media
P10
P20
P30
P40
P50
P60
P70
P80
P90
Fonte: A. Brandolini, F. D’Amuri e
I. Faiella, “Country case study –
Italy”, in S. P. Jenkins, A.
Brandolini,, J. Micklewright
g e B.
Nolan, “The Great Recession and
the Distribution of Household
Income”, rapporto preparato per
la Fondazione Rodolfo
Debenedetti, settembre 2011
Grande recessione e condizioni di disagio
economico in Italia, 2004-2010
6.0
16.5
Incidenza della povertà assoluta
Quota di famiglie in privazione materiale
5.5
16.0
5.0
15.5
4.5
15.0
4.0
14.5
3.5
14.0
3.0
2004
19.0
2005
2006
2007
2008
2009
2010
13.5
2004
36.0
Quota di famiglie che arrivano a fine mese
con molta difficoltà
18.0
34.0
17.0
32.0
16.0
30.0
15.0
28.0
14.0
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
26.0
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Quota di famiglie non in grado di far fronte
a una spesa inaspettata
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Fonte: A. Brandolini, F. D’Amuri e I. Faiella, “Country case study – Italy”, in S. P. Jenkins, A. Brandolini, J.
Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la
Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011.
Grande recessione e distribuzione del reddito
in Italia (variazione 2007-2010)
Fonte: A. Brandolini, F. D’Amuri e I. Faiella, “Country case study – Italy”, in S. P. Jenkins, A. Brandolini, J.
Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la
Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011.
(1) Quota di individui con un reddito equivalente reale inferiore al 60% del reddito equivalente mediano nel 2007
(scala di equivalenza della radice quadrata).
2 o più minnori
1 minore
Nessun minnore
-6
Capifamigglia
65 o più aanni
-6
Capifamigglia
40-64 annni
-3
2 o più minnori
-3
1 minore
0
Nessun minnore
0
Capifamigglia
65 o più aanni
3
Capifamigglia
40-64 annni
3
Capifamigglia
15-39 annni
6
Tuutti
6
Capifamigglia
15-39 annni
I id
Incidenza
povertà
tà (soglia
(
li 2007 fissa)
fi
) (1)
Tuutti
R ddit equivalente
Reddito
i l t medio
di
Grande recessione e distribuzione del reddito
(variazione 2007-2009)
2
1
0
-11
-2
-3
Indice di Gini
Incidenza povertà relativa (1)
Italia
Svezia
Stati Uniti Regno Unito
Germania
Irlanda
Fonte: S. P. Jenkins, A. Brandolini, J. Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the
Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti,
settembre 2011.
(1) Quota di individui con un reddito equivalente inferiore al 60% del reddito equivalente mediano
(scala di equivalenza della radice quadrata).
Grande recessione e reddito
•
In Italia:
– Redditi familiari hanno avuto dinamica peggiore che
altrove; peggio dipendenti e autonomi
– Peggioramento indicatori di disagio economico
– Più colpite famiglie con figli
•
Nel confronto internazionale dei paesi OCSE
– Forte caduta del PIL,
PIL ma calo minore o aumento del
reddito disponibile delle famiglie
– Redditi familiari sostenuti da imposte
p
e trasferimenti
per stabilizzatori automatici e interventi discrezionali
– Complessivamente impatto limitato nel breve periodo
su povertà
tà e disuguaglianza,
di
li
d
data
t caduta
d t d
dell PIL
Politiche di p
protezione sociale in Italia
La situazione attuale (1)
• Modello “conservatore-corporativo” (EspingAndersen) o “sud europeo” (Ferrera e Gough)
– “… sistema di garanzia del reddito di impronta
bismarckiana, altamente frammentato lungo
demarcazioni occupazionali e con formule di
prestazione molto generose (ad esempio in campo
pensionistico)”
– sostanziale assenza di “un’articolata rete di protezione minima di base”
Prestazioni di protezione sociale,
sociale 2007
Totale
Vecchiaia, superstiti e invalidità
17,6
Irlanda
23,4
Grecia
23,8
Finlandia
Portogallo
Regno Unito
14,1
Grecia
Italia
Italia
25,5
6,4
Spagna
6,6
Portogallo
Grecia
6,7
Grecia
Finlandia
6,5
Finlandia
Regno Unito
13,6
26,7 Germania
13,6
Germania
Paesi Bassi
26,8Paesi Bassi
13,3
Paesi Bassi
27,1
15,5
Austria
7,4
Belgio
Danimarca
28,1
14,9
Danimarca
29,0 Svezia
Francia
29,0
, Francia
15
20
25
30
35
0
5
10
15
8,7
20
25
30
35
7,6
8,7
,
0
5
6,1
Danimarca
6,5
Svezia
Francia
in % del PIL
5,1
4,9
Svezia
in % del PIL
1,8
Germania
4,6
Danimarca
10
8,0
Austria
Belgio
5
Italia
6,7
Paesi Bassi
14,5
0
5,5
3,6
7,1
28,0 Belgio
14,9
,
3,7
Austria
Belgio
16,3
4,1
2,7
Regno Unito
7,6
Italia
17,1
Germania
Austria
4,7
4,6
Spagna
12,6
24,8 Regno Unito
Irlanda
Lussemburgo
Portogallo
13,6
Finlandia
24,6
4,9
Lussemburgo
10,0
Spagna
Portogallo
Famiglia, disoccupazione, casa e esclusione
7,2
Irlanda
9,4
Lussemburgo
20,5
Spagna
5,8
Irlanda
19,0
Lussemburgo
Malattia
10
15
20
in % del PIL
25
30
6,7
Svezia
5,2
Francia
5,6
,
35
0
5
10
15
20
in % del PIL
Fonte: Eurostat.
• Prestazioni
P t i i complessive
l
i nella
ll media
di europea
• Composizione sbilanciata verso spesa pensionistica
25
30
35
Prestazioni per abitazione, disoccupazione ed
esclusione sociale (SPA pro capite)
1 000
1.000
S
Spagna
900
800
700
600
Francia
Germania
UE15
Regno Unito
500
400
300
200
Italia
100
0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Fonte: Eurostat.
La situazione attuale (2)
• Politiche “categoriali”
– titolarità dipende da appartenenza a un gruppo,
individuato sulla base di caratteristiche come età o
stato occupazionale, spesso prescindendo da stato
di bisogno
g o risorse a disposizione
p
• Politiche “universali” erogate a tutti i cittadini
– limitate a sanità e istruzione pre
pre-universitaria
universitaria
La situazione attuale (3)
• Alla categorialità corrisponde frammentazione
– Risultato della genesi storica
– Approccio incrementale degli interventi di riforma
della protezione sociale → aggiunta di nuovi
strumenti estensioni parziali degli esistenti
strumenti,
– Ogni strumento può avere una logica interna, ma non
necessariamente il sistema è organico
– Distinzione tra: ammortizzatori che operano senza
interruzione del rapporto di lavoro (CIG) oppure al
suo termine (licenziamento, fine contratto a termine);
strumenti di sostegno al reddito (reddito minimo)
La situazione attuale (4)
C
Cassa
iintegrazione
t
i
guadagni
d
i
ordinaria
C
Cassa
iintegrazione
t
i
guadagni
d
i
straordinaria
Fonte: INPS, Le guide INPS. http://www.inps.it/Doc/Pubblicazioni/Opuscoli/CasintGuad.pdf
La situazione attuale (5)
C
Cassa
iintegrazione
t
i
guadagni
d
i
ordinaria
IIndennità
d
ità ordinaria
di
i di
disoccupazione
A tutti i dipendenti esclusi apprendisti
e dirigenti
A tutti i dipendenti esclusi apprendisti,
ma inclusi dirigenti
Apprendisti sono ora coperti in entrambi i casi in seguito ai provvedimenti anticrisi del Governo
Fonte: INPS, Le guide INPS. http://www.inps.it/Doc/Pubblicazioni/Opuscoli/CasintGuad.pdf
http://www.inps.it/Doc/Pubblicazioni/Opuscoli/DisoccupazioneOrdinaria.pdf
Greciaa
Portoggallo
Italia
Spagnaa
Irlandaa
Regnoo Unito
Paesi B
Bassi
Sveziaa
Francia
Germaania
Belgioo
Lussem
mburgo
Austriaa
marca
Danim
Finlandia
La situazione attuale (6)
-31
-30
-29
0
-10
-20
-30
-40
40
-41
-50
-49
-49
-47
-47
-46
-40
-39
38
-38
-37
37
-37
37
-45
• imposte e trasferimenti poco efficaci nel ridurre
disuguaglianza generata da forze di mercato
• situazione appena scalfita da riforme delle due
legislature del decennio 1996-2006
È necessaria una riforma?
È necessaria una riforma? (1)
• Sì per gran parte degli studiosi, ma anche per
vari decisori politici
– Deleghe al Governo per la riforma degli
ammortizzatori sociali nel 1999, 2001, 2002, 2007
– Ampio dibattito e molte proposte: Commissione
Onofri, Libri bianchi sul welfare 2003 e 2009,
contributi accademici
• D’altra parte, attuale meccanismo di tutela che
dipende
p
dall’appartenenza
pp
a una data
‘categoria’ di lavoratori/imprese è radicato nella
visione delle parti sociali
È necessaria una riforma? (2)
• Tre
T ordini
di i di problemi:
bl i
– Efficienza → un buon sistema di ammortizzatori
facilita la riallocazione delle risorse tra imprese
– Domanda → un quadro di protezione sociale ben
definito e non discrezionale riduce senso di
vulnerabilità
l
bilità d
delle
ll ffamiglie
i li e esigenza
i
di accumulare
l
risparmio a fini precauzionali
– Equità → lavoratori più o meno protetti; problema
aggravato da evoluzione del mercato del lavoro
• Problema acuito da mutamenti sociali e
demografici (flessibilità), oltre che da
recessione
Salari di ingresso e profili retributivi per generazioni
successive: età di ingresso 21-22 anni (1976=1)
Fonte: Rosolia e Torrini (2007), elaborazione su dati dell’Archivio INPS.
Effetti coorte per il reddito familiare
(migliaia di euro ai prezzi del 1995)
Fonte: Brandolini e Rosolia (2010), elaborazione su dati IBFI.
Quota di lavoratori nati all’estero sul totale dei dipendenti
privati non-agricoli in ogni ventesimo della distribuzione
delle retribuzioni settimanali (corrette per il part-time)
25
1995
1986
Quota pe
ercentuale
20
15
10
5
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Ventesimo di occupati dipendenti
Fonte: Rosolia (2008), elaborazione su dati dell’Archivio INPS-WHIP.
Quota di lavoratori nati all’estero sul totale dei dipendenti
privati non-agricoli in ogni ventesimo della distribuzione
delle retribuzioni settimanali (corrette per il part-time)
25
2004
1995
1986
Quota pe
ercentuale
20
15
10
5
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Ventesimo di occupati dipendenti
Fonte: Rosolia (2008), elaborazione su dati dell’Archivio INPS-WHIP.
Incidenza della povertà per nazionalità (%)
35
Persone in famiglie con capofamiglia nato all’estero
30
25
20
Persone in famiglie con capocapo
famiglia nato in Italia
15
10
6.9
5
1.1
1.3
2.0
2.5
1993
1995
1998
2000
3.3
4.3
5.1
2004
2006
Quota di
stranieri
0
2002
2008
Fonte: stime ssu dati IBFI
Fonte
IBFI; pondera
ponderazione
ione per indi
individuo
id o e scala di eq
equivalenza
i alen a
dell’OCSE modificata; soglia al 50% della mediana.
Composizione della popolazione italiana (%)
35
30
25
Popolazione 65 o più anni
20
15
Immigrati
10
Popolazione 80 o più anni
5
0
2010
2015
2020
2025
Fonte proie
Fonte:
proiezioni
ioni demografiche Istat
Istat.
2030
2035
2040
2045
2050
Condizione economica e status lavorativo,, 2006
Forme di impiego dei componenti della
famiglia (1)
Quota sulla
popolazione
totale
Esclusivamente impieghi tradizionali
1 occupato
2 o più occupati
Impieghi tradizionali e impieghi atipici
Meno di 1/3 in impieghi atipici
1 occupato (2)
2 o più occupati
Oltre 1/3 in impieghi atipici
1 occupato (2)
2 o più occupati
Esclusivamente impieghi atipici
Esclusivamente a termine
1 occupato
2 o più occupati (2)
Altre combinazioni in impieghi atipici
1 occupato
t
2 o più occupati (2)
Nessuna occupazione
Nessun reddito da pensione
Presenza di redditi da pensione
T t l
Totale
52,0
28,4
23,6
15,9
82
8,2
–
7,8
7,7
–
7,6
8,7
4,7
3,8
–
4,0
27
2,7
–
23,4
1,4
22,0
100 0
100,0
Quota sulla
Incidenza delle
popolazione a persone a basso
basso reddito
reddito
40,4
36,1
4,3
4,8
30
3,0
–
3,0
1,8
–
1,8
20,5
14,5
12,1
–
5,9
41
4,1
–
34,4
6,8
27,6
100 0
100,0
15,5
25,3
3,6
6,0
72
7,2
–
7,6
4,7
–
4,8
47,0
62,1
62,9
–
29,5
29 7
29,7
–
29,2
95,2
25,0
19 9
19,9
Fonte: stime su dati IBFI; ponderazione per individuo e scala di equivalenza dell’OCSE modificata. (1) Sono inclusi tra gli
impieghi atipici le posizioni lavorative a termine e interinali, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e le
occupazioni a tempo parziale dipendenti e indipendenti (definite come quelle in cui le ore lavorate sono meno di 18 alla
settimana). Sono considerati impieghi tradizionali i rimanenti. Le varie forme di impiego sono aggregate, per le persone con
più occupazioni e per le famiglie, sulla base delle ore lavorate. (2) Valori non riportati perché la tipologia familiare
comprende meno di 100 osservazioni campionarie.
È necessaria una riforma? (3)
•
Molti interventi “incrementali”
“
”
– Indicatore della situazione economica (ISE)
– Assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori
– Assegno di maternità a favore delle madri italiane che non
beneficiano dell’indennità di maternità
– Sperimentazione Reddito minimo di inserimento (RMI)
– Carta acquisti (Social card)
– Bonus famiglia (solo 2009)
– Vari rafforzamenti indennità di disoccupazione
– CIG in deroga
– …
•
Ma quale disegno complessivo?
Perché non è stata fatta?
Perché non è stata fatta? (1)
1. Stato delle finanze pubbliche
130
Rapporto % debito pubblico/PIL
120
110
100
90
80
1990
1992
F t Istat.
Fonte:
I t t
1994
1996
1998
2000
2002
2004
2006
2008
2010
Perché non è stata fatta? (2)
2. Divario di reddito Nord-Sud (costo della vita)
50
Incidenza della povertà
40.1
40
31.0
30
20
19.9
17.3
8.9
10
9.8
0
Italia
Centro Nord
Mezzogiorno
Redditi nominali
Redditi a parità di potere d'acquisto regionali
Fonte: stime su dati IBFI 2006; ponderazione per individuo e
scala di equivalenza dell’OCSE modificata; indici regionali di
prezzo stimati da Cannari e Iuzzolino (definizione 11).
– tra 2/3 e 3/4 della spesa
prevedibile al Sud
– problema politico
– problema di gestione di
strumento nazionale
indirizzato a pochi al
Nord e molti al Sud
Perché non è stata fatta? (3)
3. Peso delle scelte politiche del dopoguerra
4 Debolezza della pubblica amministrazione
4.
– Attività di reinserimento sociale o lavorativo,
individuazione di coloro che hanno effettivamente
diritto al beneficio, contrasto di comportamenti
opportunistici accertamento delle reali condizioni
opportunistici,
economiche in presenza di un’elevata evasione
fiscale creano formidabili p
problemi di attuazione
Perché non è stata fatta? (4)
5. Sovrapposizione dei livelli di governo
– Federalismo?
6. Frammentazione degli interessi e della
rappresentanza politica e sociale
– difficoltà a prendere decisioni che premino alcuni a
scapito
it di altri
lt i
– cristallizzazione dei diritti acquisiti, implicita in un
sistema di tutele categoriali,
categoriali porta a politiche
incrementali con cambiamenti al margine
Perché non è stata fatta? (5)
7. Meccanismi di tutela categoriale radicati nella
visione delle parti sociali
8. Ruolo della famiglia
– ffunzione
i
di supplenza
l
estesa,
t
sia
i per sostegno
t
all
reddito, in particolare per chi si affaccia alla vita
adulta ed è esposto ai rischi di un mercato del lavoro
flessibile, sia per bisogni di cura
Questi
Q
ti vincoli
i
li condizioneranno
di i
qualsiasi
l i i
intervento di riforma
Opzione
p
di fondo
Opzione di fondo (1)
• Categorialità vs. universalità
– Categorialità è caratteristica del sistema attuale dove
titolarità dei benefici dipende dall’appartenenza a
una determinata categoria
• bilateralità può rafforzare categorialità
– Universalità si realizza quando a tutti viene
riconosciuto il diritto a un certo beneficio
)
• universalismo selettivo ((Commissione Onofri):
universalità temperata con meccanismi di
selezione (requisiti contributivi, prova dei mezzi)
Opzione di fondo (2)
• Combinazioni intermedie
• Modelli europei?
• Quale visione del benessere umano?
– Capability
p
y Approach
pp
di Sen
– peso dei “funzionamenti” (functionings) e della
“capacità” (capabilities)
•
più enfasi su libertà sostanziale di perseguire gli obiettivi
che una persona ritiene importanti nella propria vita, più si
tende a preferire forme di reddito minimo universale non
condizionati
di i
ti
– individuo o famiglia
Disegno delle misure (1)
• Obi
Obiettivo
tti ammortizzatori
ti
t i sociali
i li è assicurare
i
il
reddito nei momenti in cui viene meno il reddito
da lavoro
– Distinguere tra copertura di strumenti assicurativi
come l’indennità di disoccupazione e strumenti di
sostegno
t
all reddito
ddit per persone iin condizioni
di i i di
povertà (RMI, RUI, …)
• Copertura di strumenti assicurativi tende a
basarsi sui requisiti contributivi
– Come assicurare p
particolari categorie
g
di lavoratori?
•
•
•
Stagionali
Irregolari
Autonomi
Disegno delle misure (2)
•
Meccanismi di incentivo e disincentivo
– Obiettivo di assicurare il reddito individuale si scontra
con possibilità che tale assicurazione distorca le
scelte individuali
•
p elevato livello di assicurazione contro la disoccupazione
più
p
potrebbe ridurre impegno nell’attività di ricerca
– Questione teorica: disegno ottimale di uno schema
assistenziale che minimizzi gli effetti indesiderati
sull’offerta di lavoro
•
p.e., un sussidio che preserva incentivi a ricerca attiva
diminuisce progressivamente nel periodo di disoccupazione
– Questione empirica: effettiva rilevanza della
di t i
distorsione
degli
d li iincentivi
ti i
Disegno delle misure (3)
•
Meccanismi di incentivo e disincentivo
– Per i lavoratori: legame tra misure attive e passive,
con ruolo centrale dei servizi all’impiego
all impiego
– Per imprese: uso ammortizzatori varia tra imprese:
•
•
experience rating (USA): impresa sostiene parte del costo di
licenziamento corrente attraverso aumento dei pagamenti
futuri; riduce l’esternalità negativa per la collettività
Finanziamento
Fi
i
t
– Schemi assicurativi in equilibrio macroeconomico
lungo il ciclo economico
– Equilibrio concepibile anche lungo il ciclo di vita
dell individuo
dell’individuo
Disegno delle misure (4)
•
Valutazione degli interventi di riforma
f
– Valutazione ex ante, in itinere, ex post fondamentale
per meglio tarare gli strumenti
– Necessità della base informativa
– Recenti esempi all’estero:
•
•
‘Riforme Hartz’ del mercato del lavoro in Germania
Commissione creata in Francia per valutare la riforma che
ha introdotto il Revenu de solidarité active
Conclusioni
1. È necessaria una riforma?
2 Quale impostazione di fondo?
2.
3. Aspetti del disegno delle misure
•
•
•
•
Portafoglio di strumenti e loro copertura
Struttura incentivi
Finanziamento
Valutazione
Grazie per l’attenzione!
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Disuguaglianze e politiche sociali in Italia dopo la