Forum sulla Non Autosufficienza Bologna 9-10 novembre 2011 Centro Congressi Savoia Hotel Disuguaglianze e politiche sociali in Italia dopo la grande recessione Andrea Brandolini Banca d’Italia, Servizio Studi di struttura economica e finanziaria Cosa succede allo Stato Sociale Italiano, in un momento di crisi economica ma anche di assenza di programmi, progetti e idee per crescere? Mercoledì 9 novembre 2011 Disuguaglianze e politiche sociali in Italia dopo la grande recessione Andrea Brandolini Banca d’Italia,, Servizio Studi di struttura economica e finanziaria 3° Forum sulla non autosufficienza, Bologna 9-10 novembre 2011 Indice • • • • • • • Grande recessione e redditi personali protezione sociale in Italia Politiche di p È necessaria una riforma? Perché non è stata fatta? Opzione di fondo Disegno delle misure Conclusioni Grande recessione e redditi personali p Variazione % del PIL e del reddito delle famiglie in alcuni paesi OCSE, 2007-2009 Pe ercentage point p change ee in GHDI, 2glie 007-2009 Reddito o disponibile delle famig 10 NO 8 6 FI 4 IR SE ES US FR UK 2 BE AT DE 0 NL CH DK GR -2 IT -4 -12 -10 -8 -6 -4 -2 0 2 Percentage g Prodotto p point change g in GDP, , 2007-2009 interno lordo Fonte: S. P. Jenkins, A. Brandolini, J. Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011. Variazione % del reddito delle famiglie in alcuni paesi dell’OCSE, 2007-2009 10 8 Reddito disponibile 6 4 2 0 -2 -4 -6 Reddito disponibile al netto della variazione di imposte e trasferimenti -8 Italia Grecia Danimarca Svizzera Paesi Bassi Germania Austria Francia Stati Uniti Regno Unito R Irlanda Belgio Spagna Svezia Finlandia Norvegia -10 10 Fonte: S. P. Jenkins, A. Brandolini, J. Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011. Variazione del reddito imponibile reale in Italia (%) 20 Tutti i contribuenti 2003-2007 20 2008-2009 12,4 10 8,7 4,4 6,3 3,6 0,5 2,9 3,2 3,3 4,1 0 10 -0,4 -10 - 10 -20 P10 P20 P30 P40 P50 P60 P70 20 P80 P90 2003-2007 0,8 0,3 0,2 0,2 P30 P40 P50 P60 P70 P80 P90 -1,2 -6 6 -6,6 media P10 P20 20 2008-2009 0,0 -0,1 0 -2,2 -4,3 -10 -10,3 -2,4 -1,4 -0,2 -0,8 media P10 -8,3 P30 P40 36,4 38,8 P50 P60 P70 P80 P90 2003-2007 28,3 30 18,2 media 17,3 12,4 P30 -1,0 -1,4 -1,4 -0,7 P40 P50 P60 P70 P80 P30 P40 P50 P60 P70 20 P80 P90 2003-2007 9,3 7,4 9,6 7,6 P90 2008-2009 - 12,2 - 30 P20 P10 - 10 15,1 0 10 P20 -1,5 20,1 - 20 P10 -3,0 10 10 media -2,3 0 21,8 11,2 -5,0 - 20 P20 40 20 -1,6 - 10 -18,0 -20 Pensionati 1,0 10 10 0 Lavoratori autonomi e altri 1,0 - 20 media Lavoratori dipendenti 1,4 0 6,3 6,0 6,7 6,8 -25,2 media -9,8 P70 P80 -13,4 P10 -22,7 -23,2 P20 P30 -28,1 P40 P50 P60 20 P90 2008-2009 10 2,5 0 - 11,1 -16,4 3,4 3,2 4,7 media P10 P20 6,3 5,4 4,6 4,4 4,3 4,2 3,8 P30 P40 P50 P60 P70 P80 P90 0 -2,5 -10 - 10 -20 - 20 media P10 P20 P30 P40 P50 P60 P70 P80 P90 Fonte: A. Brandolini, F. D’Amuri e I. Faiella, “Country case study – Italy”, in S. P. Jenkins, A. Brandolini,, J. Micklewright g e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011 Grande recessione e condizioni di disagio economico in Italia, 2004-2010 6.0 16.5 Incidenza della povertà assoluta Quota di famiglie in privazione materiale 5.5 16.0 5.0 15.5 4.5 15.0 4.0 14.5 3.5 14.0 3.0 2004 19.0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 13.5 2004 36.0 Quota di famiglie che arrivano a fine mese con molta difficoltà 18.0 34.0 17.0 32.0 16.0 30.0 15.0 28.0 14.0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 26.0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Quota di famiglie non in grado di far fronte a una spesa inaspettata 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte: A. Brandolini, F. D’Amuri e I. Faiella, “Country case study – Italy”, in S. P. Jenkins, A. Brandolini, J. Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011. Grande recessione e distribuzione del reddito in Italia (variazione 2007-2010) Fonte: A. Brandolini, F. D’Amuri e I. Faiella, “Country case study – Italy”, in S. P. Jenkins, A. Brandolini, J. Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011. (1) Quota di individui con un reddito equivalente reale inferiore al 60% del reddito equivalente mediano nel 2007 (scala di equivalenza della radice quadrata). 2 o più minnori 1 minore Nessun minnore -6 Capifamigglia 65 o più aanni -6 Capifamigglia 40-64 annni -3 2 o più minnori -3 1 minore 0 Nessun minnore 0 Capifamigglia 65 o più aanni 3 Capifamigglia 40-64 annni 3 Capifamigglia 15-39 annni 6 Tuutti 6 Capifamigglia 15-39 annni I id Incidenza povertà tà (soglia ( li 2007 fissa) fi ) (1) Tuutti R ddit equivalente Reddito i l t medio di Grande recessione e distribuzione del reddito (variazione 2007-2009) 2 1 0 -11 -2 -3 Indice di Gini Incidenza povertà relativa (1) Italia Svezia Stati Uniti Regno Unito Germania Irlanda Fonte: S. P. Jenkins, A. Brandolini, J. Micklewright e B. Nolan, “The Great Recession and the Distribution of Household Income”, rapporto preparato per la Fondazione Rodolfo Debenedetti, settembre 2011. (1) Quota di individui con un reddito equivalente inferiore al 60% del reddito equivalente mediano (scala di equivalenza della radice quadrata). Grande recessione e reddito • In Italia: – Redditi familiari hanno avuto dinamica peggiore che altrove; peggio dipendenti e autonomi – Peggioramento indicatori di disagio economico – Più colpite famiglie con figli • Nel confronto internazionale dei paesi OCSE – Forte caduta del PIL, PIL ma calo minore o aumento del reddito disponibile delle famiglie – Redditi familiari sostenuti da imposte p e trasferimenti per stabilizzatori automatici e interventi discrezionali – Complessivamente impatto limitato nel breve periodo su povertà tà e disuguaglianza, di li d data t caduta d t d dell PIL Politiche di p protezione sociale in Italia La situazione attuale (1) • Modello “conservatore-corporativo” (EspingAndersen) o “sud europeo” (Ferrera e Gough) – “… sistema di garanzia del reddito di impronta bismarckiana, altamente frammentato lungo demarcazioni occupazionali e con formule di prestazione molto generose (ad esempio in campo pensionistico)” – sostanziale assenza di “un’articolata rete di protezione minima di base” Prestazioni di protezione sociale, sociale 2007 Totale Vecchiaia, superstiti e invalidità 17,6 Irlanda 23,4 Grecia 23,8 Finlandia Portogallo Regno Unito 14,1 Grecia Italia Italia 25,5 6,4 Spagna 6,6 Portogallo Grecia 6,7 Grecia Finlandia 6,5 Finlandia Regno Unito 13,6 26,7 Germania 13,6 Germania Paesi Bassi 26,8Paesi Bassi 13,3 Paesi Bassi 27,1 15,5 Austria 7,4 Belgio Danimarca 28,1 14,9 Danimarca 29,0 Svezia Francia 29,0 , Francia 15 20 25 30 35 0 5 10 15 8,7 20 25 30 35 7,6 8,7 , 0 5 6,1 Danimarca 6,5 Svezia Francia in % del PIL 5,1 4,9 Svezia in % del PIL 1,8 Germania 4,6 Danimarca 10 8,0 Austria Belgio 5 Italia 6,7 Paesi Bassi 14,5 0 5,5 3,6 7,1 28,0 Belgio 14,9 , 3,7 Austria Belgio 16,3 4,1 2,7 Regno Unito 7,6 Italia 17,1 Germania Austria 4,7 4,6 Spagna 12,6 24,8 Regno Unito Irlanda Lussemburgo Portogallo 13,6 Finlandia 24,6 4,9 Lussemburgo 10,0 Spagna Portogallo Famiglia, disoccupazione, casa e esclusione 7,2 Irlanda 9,4 Lussemburgo 20,5 Spagna 5,8 Irlanda 19,0 Lussemburgo Malattia 10 15 20 in % del PIL 25 30 6,7 Svezia 5,2 Francia 5,6 , 35 0 5 10 15 20 in % del PIL Fonte: Eurostat. • Prestazioni P t i i complessive l i nella ll media di europea • Composizione sbilanciata verso spesa pensionistica 25 30 35 Prestazioni per abitazione, disoccupazione ed esclusione sociale (SPA pro capite) 1 000 1.000 S Spagna 900 800 700 600 Francia Germania UE15 Regno Unito 500 400 300 200 Italia 100 0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Fonte: Eurostat. La situazione attuale (2) • Politiche “categoriali” – titolarità dipende da appartenenza a un gruppo, individuato sulla base di caratteristiche come età o stato occupazionale, spesso prescindendo da stato di bisogno g o risorse a disposizione p • Politiche “universali” erogate a tutti i cittadini – limitate a sanità e istruzione pre pre-universitaria universitaria La situazione attuale (3) • Alla categorialità corrisponde frammentazione – Risultato della genesi storica – Approccio incrementale degli interventi di riforma della protezione sociale → aggiunta di nuovi strumenti estensioni parziali degli esistenti strumenti, – Ogni strumento può avere una logica interna, ma non necessariamente il sistema è organico – Distinzione tra: ammortizzatori che operano senza interruzione del rapporto di lavoro (CIG) oppure al suo termine (licenziamento, fine contratto a termine); strumenti di sostegno al reddito (reddito minimo) La situazione attuale (4) C Cassa iintegrazione t i guadagni d i ordinaria C Cassa iintegrazione t i guadagni d i straordinaria Fonte: INPS, Le guide INPS. http://www.inps.it/Doc/Pubblicazioni/Opuscoli/CasintGuad.pdf La situazione attuale (5) C Cassa iintegrazione t i guadagni d i ordinaria IIndennità d ità ordinaria di i di disoccupazione A tutti i dipendenti esclusi apprendisti e dirigenti A tutti i dipendenti esclusi apprendisti, ma inclusi dirigenti Apprendisti sono ora coperti in entrambi i casi in seguito ai provvedimenti anticrisi del Governo Fonte: INPS, Le guide INPS. http://www.inps.it/Doc/Pubblicazioni/Opuscoli/CasintGuad.pdf http://www.inps.it/Doc/Pubblicazioni/Opuscoli/DisoccupazioneOrdinaria.pdf Greciaa Portoggallo Italia Spagnaa Irlandaa Regnoo Unito Paesi B Bassi Sveziaa Francia Germaania Belgioo Lussem mburgo Austriaa marca Danim Finlandia La situazione attuale (6) -31 -30 -29 0 -10 -20 -30 -40 40 -41 -50 -49 -49 -47 -47 -46 -40 -39 38 -38 -37 37 -37 37 -45 • imposte e trasferimenti poco efficaci nel ridurre disuguaglianza generata da forze di mercato • situazione appena scalfita da riforme delle due legislature del decennio 1996-2006 È necessaria una riforma? È necessaria una riforma? (1) • Sì per gran parte degli studiosi, ma anche per vari decisori politici – Deleghe al Governo per la riforma degli ammortizzatori sociali nel 1999, 2001, 2002, 2007 – Ampio dibattito e molte proposte: Commissione Onofri, Libri bianchi sul welfare 2003 e 2009, contributi accademici • D’altra parte, attuale meccanismo di tutela che dipende p dall’appartenenza pp a una data ‘categoria’ di lavoratori/imprese è radicato nella visione delle parti sociali È necessaria una riforma? (2) • Tre T ordini di i di problemi: bl i – Efficienza → un buon sistema di ammortizzatori facilita la riallocazione delle risorse tra imprese – Domanda → un quadro di protezione sociale ben definito e non discrezionale riduce senso di vulnerabilità l bilità d delle ll ffamiglie i li e esigenza i di accumulare l risparmio a fini precauzionali – Equità → lavoratori più o meno protetti; problema aggravato da evoluzione del mercato del lavoro • Problema acuito da mutamenti sociali e demografici (flessibilità), oltre che da recessione Salari di ingresso e profili retributivi per generazioni successive: età di ingresso 21-22 anni (1976=1) Fonte: Rosolia e Torrini (2007), elaborazione su dati dell’Archivio INPS. Effetti coorte per il reddito familiare (migliaia di euro ai prezzi del 1995) Fonte: Brandolini e Rosolia (2010), elaborazione su dati IBFI. Quota di lavoratori nati all’estero sul totale dei dipendenti privati non-agricoli in ogni ventesimo della distribuzione delle retribuzioni settimanali (corrette per il part-time) 25 1995 1986 Quota pe ercentuale 20 15 10 5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Ventesimo di occupati dipendenti Fonte: Rosolia (2008), elaborazione su dati dell’Archivio INPS-WHIP. Quota di lavoratori nati all’estero sul totale dei dipendenti privati non-agricoli in ogni ventesimo della distribuzione delle retribuzioni settimanali (corrette per il part-time) 25 2004 1995 1986 Quota pe ercentuale 20 15 10 5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Ventesimo di occupati dipendenti Fonte: Rosolia (2008), elaborazione su dati dell’Archivio INPS-WHIP. Incidenza della povertà per nazionalità (%) 35 Persone in famiglie con capofamiglia nato all’estero 30 25 20 Persone in famiglie con capocapo famiglia nato in Italia 15 10 6.9 5 1.1 1.3 2.0 2.5 1993 1995 1998 2000 3.3 4.3 5.1 2004 2006 Quota di stranieri 0 2002 2008 Fonte: stime ssu dati IBFI Fonte IBFI; pondera ponderazione ione per indi individuo id o e scala di eq equivalenza i alen a dell’OCSE modificata; soglia al 50% della mediana. Composizione della popolazione italiana (%) 35 30 25 Popolazione 65 o più anni 20 15 Immigrati 10 Popolazione 80 o più anni 5 0 2010 2015 2020 2025 Fonte proie Fonte: proiezioni ioni demografiche Istat Istat. 2030 2035 2040 2045 2050 Condizione economica e status lavorativo,, 2006 Forme di impiego dei componenti della famiglia (1) Quota sulla popolazione totale Esclusivamente impieghi tradizionali 1 occupato 2 o più occupati Impieghi tradizionali e impieghi atipici Meno di 1/3 in impieghi atipici 1 occupato (2) 2 o più occupati Oltre 1/3 in impieghi atipici 1 occupato (2) 2 o più occupati Esclusivamente impieghi atipici Esclusivamente a termine 1 occupato 2 o più occupati (2) Altre combinazioni in impieghi atipici 1 occupato t 2 o più occupati (2) Nessuna occupazione Nessun reddito da pensione Presenza di redditi da pensione T t l Totale 52,0 28,4 23,6 15,9 82 8,2 – 7,8 7,7 – 7,6 8,7 4,7 3,8 – 4,0 27 2,7 – 23,4 1,4 22,0 100 0 100,0 Quota sulla Incidenza delle popolazione a persone a basso basso reddito reddito 40,4 36,1 4,3 4,8 30 3,0 – 3,0 1,8 – 1,8 20,5 14,5 12,1 – 5,9 41 4,1 – 34,4 6,8 27,6 100 0 100,0 15,5 25,3 3,6 6,0 72 7,2 – 7,6 4,7 – 4,8 47,0 62,1 62,9 – 29,5 29 7 29,7 – 29,2 95,2 25,0 19 9 19,9 Fonte: stime su dati IBFI; ponderazione per individuo e scala di equivalenza dell’OCSE modificata. (1) Sono inclusi tra gli impieghi atipici le posizioni lavorative a termine e interinali, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e le occupazioni a tempo parziale dipendenti e indipendenti (definite come quelle in cui le ore lavorate sono meno di 18 alla settimana). Sono considerati impieghi tradizionali i rimanenti. Le varie forme di impiego sono aggregate, per le persone con più occupazioni e per le famiglie, sulla base delle ore lavorate. (2) Valori non riportati perché la tipologia familiare comprende meno di 100 osservazioni campionarie. È necessaria una riforma? (3) • Molti interventi “incrementali” “ ” – Indicatore della situazione economica (ISE) – Assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori – Assegno di maternità a favore delle madri italiane che non beneficiano dell’indennità di maternità – Sperimentazione Reddito minimo di inserimento (RMI) – Carta acquisti (Social card) – Bonus famiglia (solo 2009) – Vari rafforzamenti indennità di disoccupazione – CIG in deroga – … • Ma quale disegno complessivo? Perché non è stata fatta? Perché non è stata fatta? (1) 1. Stato delle finanze pubbliche 130 Rapporto % debito pubblico/PIL 120 110 100 90 80 1990 1992 F t Istat. Fonte: I t t 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 Perché non è stata fatta? (2) 2. Divario di reddito Nord-Sud (costo della vita) 50 Incidenza della povertà 40.1 40 31.0 30 20 19.9 17.3 8.9 10 9.8 0 Italia Centro Nord Mezzogiorno Redditi nominali Redditi a parità di potere d'acquisto regionali Fonte: stime su dati IBFI 2006; ponderazione per individuo e scala di equivalenza dell’OCSE modificata; indici regionali di prezzo stimati da Cannari e Iuzzolino (definizione 11). – tra 2/3 e 3/4 della spesa prevedibile al Sud – problema politico – problema di gestione di strumento nazionale indirizzato a pochi al Nord e molti al Sud Perché non è stata fatta? (3) 3. Peso delle scelte politiche del dopoguerra 4 Debolezza della pubblica amministrazione 4. – Attività di reinserimento sociale o lavorativo, individuazione di coloro che hanno effettivamente diritto al beneficio, contrasto di comportamenti opportunistici accertamento delle reali condizioni opportunistici, economiche in presenza di un’elevata evasione fiscale creano formidabili p problemi di attuazione Perché non è stata fatta? (4) 5. Sovrapposizione dei livelli di governo – Federalismo? 6. Frammentazione degli interessi e della rappresentanza politica e sociale – difficoltà a prendere decisioni che premino alcuni a scapito it di altri lt i – cristallizzazione dei diritti acquisiti, implicita in un sistema di tutele categoriali, categoriali porta a politiche incrementali con cambiamenti al margine Perché non è stata fatta? (5) 7. Meccanismi di tutela categoriale radicati nella visione delle parti sociali 8. Ruolo della famiglia – ffunzione i di supplenza l estesa, t sia i per sostegno t all reddito, in particolare per chi si affaccia alla vita adulta ed è esposto ai rischi di un mercato del lavoro flessibile, sia per bisogni di cura Questi Q ti vincoli i li condizioneranno di i qualsiasi l i i intervento di riforma Opzione p di fondo Opzione di fondo (1) • Categorialità vs. universalità – Categorialità è caratteristica del sistema attuale dove titolarità dei benefici dipende dall’appartenenza a una determinata categoria • bilateralità può rafforzare categorialità – Universalità si realizza quando a tutti viene riconosciuto il diritto a un certo beneficio ) • universalismo selettivo ((Commissione Onofri): universalità temperata con meccanismi di selezione (requisiti contributivi, prova dei mezzi) Opzione di fondo (2) • Combinazioni intermedie • Modelli europei? • Quale visione del benessere umano? – Capability p y Approach pp di Sen – peso dei “funzionamenti” (functionings) e della “capacità” (capabilities) • più enfasi su libertà sostanziale di perseguire gli obiettivi che una persona ritiene importanti nella propria vita, più si tende a preferire forme di reddito minimo universale non condizionati di i ti – individuo o famiglia Disegno delle misure (1) • Obi Obiettivo tti ammortizzatori ti t i sociali i li è assicurare i il reddito nei momenti in cui viene meno il reddito da lavoro – Distinguere tra copertura di strumenti assicurativi come l’indennità di disoccupazione e strumenti di sostegno t all reddito ddit per persone iin condizioni di i i di povertà (RMI, RUI, …) • Copertura di strumenti assicurativi tende a basarsi sui requisiti contributivi – Come assicurare p particolari categorie g di lavoratori? • • • Stagionali Irregolari Autonomi Disegno delle misure (2) • Meccanismi di incentivo e disincentivo – Obiettivo di assicurare il reddito individuale si scontra con possibilità che tale assicurazione distorca le scelte individuali • p elevato livello di assicurazione contro la disoccupazione più p potrebbe ridurre impegno nell’attività di ricerca – Questione teorica: disegno ottimale di uno schema assistenziale che minimizzi gli effetti indesiderati sull’offerta di lavoro • p.e., un sussidio che preserva incentivi a ricerca attiva diminuisce progressivamente nel periodo di disoccupazione – Questione empirica: effettiva rilevanza della di t i distorsione degli d li iincentivi ti i Disegno delle misure (3) • Meccanismi di incentivo e disincentivo – Per i lavoratori: legame tra misure attive e passive, con ruolo centrale dei servizi all’impiego all impiego – Per imprese: uso ammortizzatori varia tra imprese: • • experience rating (USA): impresa sostiene parte del costo di licenziamento corrente attraverso aumento dei pagamenti futuri; riduce l’esternalità negativa per la collettività Finanziamento Fi i t – Schemi assicurativi in equilibrio macroeconomico lungo il ciclo economico – Equilibrio concepibile anche lungo il ciclo di vita dell individuo dell’individuo Disegno delle misure (4) • Valutazione degli interventi di riforma f – Valutazione ex ante, in itinere, ex post fondamentale per meglio tarare gli strumenti – Necessità della base informativa – Recenti esempi all’estero: • • ‘Riforme Hartz’ del mercato del lavoro in Germania Commissione creata in Francia per valutare la riforma che ha introdotto il Revenu de solidarité active Conclusioni 1. È necessaria una riforma? 2 Quale impostazione di fondo? 2. 3. Aspetti del disegno delle misure • • • • Portafoglio di strumenti e loro copertura Struttura incentivi Finanziamento Valutazione Grazie per l’attenzione!