Il cardinale Bagnasco contro i libri scolastici anti-omofobia scritto da Luigi Loi - Pubblicato il 27 mar 2014 14:25 AREA STORIE TAG Proviamo a fare una breve e schematica ricostruzione della polemica che in questi giorni sta interessando la Cei e parte dello schieramento governativo di Matteo Renzi. Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, durante l’apertura del Consiglio permanente dei vescovi, usa parole di fuoco contro l’utilizzo ideologico della scuola pubblica che “sta diventando un immenso campo di rieducazione perché quei ‘libretti’ instillano preconcetti contro la famiglia e contro la fede religiosa”. Quali sono questi libretti a cui si allude? E’ presto detto, si tratta di una serie di opuscoli dal titolo “Educare alla diversità” curati dall’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. I volumi (autorizzati dal Dipartimento per le Pari opportunità sotto il ministro del Lavoro con delega alle Pari opportunità, Elsa Fornero) sono stati riutilizzati dal governo Letta, nelle scuole elementari e medie. L’iniziativa di diffondere nelle scuole un kit informativo per informare studenti e insegnanti circa il problema dell’intolleranza e del bullismo omofobico nelle scuole, è stato interpretato dalla Cei come un attacco alla famiglia tradizionale e un incoraggiamento all’omosessualità. Se il dibattito è apparentemente ideologico, diventa attualità politica quando il sottosegretario al ministero dell’Istruzione Gabriele Toccafondi, critica apertamente l’operazione dell’Unar e le pubblicazioni: “I libretti sono stati commissionati dal ministero delle Pari opportunità per una spesa di circa 24 mila euro. Alla notizia dei gravi contenuti di questi opuscoli, con il ministero dell’Istruzione ho chiesto di bloccarne la distribuzione. Il problema è che qualcuno li aveva già stampati e non si può escludere che siano stati usati o che possano essere fotocopiati. La cosa grave di tutta la vicenda però sta a monte, quando queste tematiche sono state assunte come modello educativo senza il consenso dei genitori, rimasti completamente esclusi dalla cosiddetta strategia per la lotta contro la discriminazione nelle scuole”. Ivan Scalfarotto, sottosegretario al ministero delle Riforme costituzionali e rapporti con il parlamento, nonché vicepresidente del Pd e promotore della legge contro l’omofobia, risponde a stretto giro alle parole di Toccafondi. La mia risposta a Toccafondi: “Se avesse letto il testo licenziato dalla Camera, il sottosegretario Toccafondi saprebbe che la legge protegge espressamente il diritto di opinione, che del resto è protetto dall’articolo 21 della Carta fondamentale. La legge serve invece a proteggere la dignità e l’incolumità delle persone Lgbt che vanno garantite come quelle di ogni altro cittadino. Con il concorso ovviamente del nostro governo, come dei governi di tutti i paesi di civiltà giuridica avanzata“ Fonte: www.squer.it/of/bagnasco-contro-libri-unar-omofobia