PON TECNOLOGIE PER LA DIDATTICA CORSO BASE
COD. PROGETTO D-5-FSE-2009-4
Software per la produttività personale a scuola.
Primi passi verso la digitalizzazione del lavoro del docente
Autore: Marco Tommasi
Le ICT nella didattica
Il progressivo inserimento delle tecnologie informatiche nella vita quotidiana ha
profondamente influenzato anche il modo di apprendere e, di conseguenza, le
strategie e le tecniche di insegnamento.
Se fino all inizio degli anni ottanta, l informatica era ambito di discussione solo per
esperti, nel periodo successivo ha cominciato ad interessare settori sempre più ampi
della società fino ad arrivare, nell ultimo decennio, ad una tale diffusione che ormai
risulta pervasiva in ogni attività lavorativa o sociale.
Anche all interno del mondo scolastico si sono avute decisive modificazioni che
hanno permesso di svolgere in modo più efficiente le vecchie attività e di rendere
possibili nuove modalità didattiche.
La digitalizzazione dei normali materiali didattici usati dal docente (programmazione
annuale, schede didattiche, griglie di correzione, diapositive ed immagini esplicative,
ecc.) facilitando la classificazione e la condivisione degli stessi, è il primo passo sulla
strada che porta alla corretta integrazione fra strategie didattiche consolidate e
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utilizzo avanzato degli strumenti informatici.
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Il complesso mestiere dell insegnante non può essere ridotto alle pur fondamentali
attività svolte in aula con gli studenti; a monte ci deve essere una puntuale
programmazione del lavoro, in itinere e a posteriori una coerente pratica di
valutazione. Il tutto dovrebbe essere accompagnato da una costante attività di
documentazione; spesso si sente anche l esigenza di spingersi al di fuori della mura
scolastiche per accompagnare l apprendimento del singolo studente nel lavoro
domestico di riflessione e consolidamento o per la proposizione di significative
attività extrascolastiche.
In tutte queste fasi, le tecnologie possono diventare un utile strumento in mano al
docente: il corretto uso di software per la produttività personale diventa una carta
in più da giocare per cercare di migliorare il processo di apprendimento dell allievo,
anche riducendo il tempo dedicato ad attività ripetitive per riuscire a concentrarsi,
ad esempio, sul supporto al singolo in difficoltà.
Nel periodo iniziale di inserimento delle nuove tecnologie didattiche nel
normale lavoro di un docente, Calvani parla infatti di uso con modalità di
sgravio e di razionalizzazione per indicare come non si preveda la modifica
del modus operandi, ma solo il guadagno di tempo derivante dalla
semplificazione ed automazione di attività routinarie come la preparazione di
materiali didattici o la comunicazione formale fra docenti (riunioni, collegi,
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commissioni, ecc.).
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In un secondo momento si potrà approfondire la modalità della
differenziazione/integrazione che consente un effettiva espansione delle
modalità didattiche ed una maggiore personalizzazione dei percorsi di
apprendimento.
Formazione sulle Competenze Digitali degli insegnanti e
Certificazioni
Da molti anni si fa uso di espressioni come e-teacher o professore digitale per
indicare un docente in grado di destreggiarsi abilmente fra i nuovi dispositivi infotelematici e riuscire con essi ad elaborare una più ricca didattica in grado di favorire
migliori apprendimenti.
I vari sistemi scolastici hanno quindi sentito la necessità di predisporre dei piani di
formazione per accrescere le competenze digitali del corpo docente basati su di
una formalizzazione delle conoscenze ed abilità indispensabili per svolgere al
meglio il proprio delicato compito di educatore.
In una prima fase si è pensato che il docente, per utilizzare le nuove tecnologie
all interno dell ambiente scolastico, avesse semplicemente bisogno di essere un
buon utente informatico, di padroneggiare cioè le principali funzionalità dei
In questa ottica, negli anni scorsi si sono proposte ai docenti diverse attività
formative tese a trasferire agli insegnanti quelle competenze base necessarie
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programmi relativi alla cosiddetta office automation.
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all utilizzo dei principali programmi di normale utilizzo, codificate nel syllabus
dell ECDL, la *Patente Europea del Computer* (http://www.ecdl.it/).
Si è in seguito capito che questa deve essere vista solo come una fase preparatoria
e propedeutica ad un successivo momento formativo legato all utilizzo reale
all interno della classe e che l approfondimento specialistico dell utilizzo di tali
software può essere demandato ad un secondo momento.
Sono state proposte diverse formalizzazioni di questa seconda strategia di
formazione per l inserimento delle nuove tecnologie didattiche, ma la
sperimentazione che ha creato la struttura di erogazione e certificazione più valida
è quella legata al progetto *EPICT* (http://www.epict.it/) che ha visto anche l Italia
fra i 12 paesi sperimentatori.
I moduli legati ai singoli software commerciali sono stati sostituiti con moduli
correlati alle attività svolte dal docente: Progettazione, Gestione delle Informazioni,
Comunicazione e Collaborazione ed Aggiornamento Professionale.
Per ogni modulo vengono dettagliate le competenze che l insegnante dovrebbe
possedere per poter acquisire la certificazione: dalla capacità di utilizzare Internet e
la ricerca in rete alla padronanza di utilizzo di ausili e strumenti compensativi, dal
saper progettare testi in formato elettronico al saper valutare il potenziale didattico
dei videogiochi.
In effetti, è estremamente difficile definire in modo rigido quali sono le singole
ordini di scuola, deve possedere. Solo l immersione di un docente motivato
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abilità e competenze informatiche che il singolo docente, appartenente a diversi
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all interno di un ambiente ricco di spunti e di occasioni formative può generare il
personale percorso di crescita in ambito digitale che non potrà mai prescindere
dalle fondamentali competenze pedagogiche e didattiche pregresse.
Tipologie di licenze del software
Un programma informatico viene considerato come opera d intelletto al pari di un
libro o di un opera d arte ed è quindi automaticamente protetto dalle leggi che
tutelano il diritto d autore.
Tali prodotti informatici sono accompagnati da una dichiarazione sulle condizioni di
utilizzo del programma che prende il nome di licenza d uso, dove vengono
esplicitate, ad esempio, la possibilità di copiare, distribuire o modificare il
programma stesso.
Normalmente si distingue tra licenze proprietarie e licenze libere: le prime
riguardano i cosiddetti prodotti commerciali e sono più restrittive, mentre le
seconde nascono per consentire la maggior diffusione possibile grazie alla rinuncia
(parziale o totale) al diritto di sfruttamento da parte degli autori.
Le licenze proprietarie sono quasi sempre a pagamento e consentono l uso su un
singolo computer del software acquistato: in pratica, non si acquista un prodotto,
ma un semplice diritto di utilizzo; sono quindi esplicitamente vietate la modifica del
programma, le copie (a parte quelle di backup) e la distribuzione a terzi.
e shareware; nel primo caso viene consentita l uso, la copia integrale e la
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Fanno eccezione alcune licenze proprietarie non a pagamento denominate freeware
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distribuzione a terzi, ma vengono mantenuti i diritti d autore (un esempio classico è
l *Adobe Acrobat Reader* (http://www.adobe.com/it/products/reader.html)). Le
licenze shareware consentono invece l utilizzo, la copia e la distribuzione di una
versione limitata (per funzionalità o nel tempo) del programma; alla fine del periodo
di prova o se si vuole avere tutte le funzionalità, si deve acquistare la licenza
ufficiale del prodotto.
Simili alle precedenti sono licenze proprietarie ad uso limitato, in cui utilizzo e
distribuzione sono condizionati a particolari clausole quali l uso senza fini di lucro,
l uso personale o l uso didattico; in questo caso il software è gratuito o ha costi
inferiori a quello standard come nel caso della versione *Education*
(http://www.microsoft.com/it-it/education/) dei prodotti Microsoft.
Nelle licenze libere l autore rinuncia completamente o parzialmente al diritto
d autore e concede all utente le quattro libertà del software libero: l utilizzo per
qualsiasi scopo, l adattamento alle proprie necessità, la copia e la distribuzione degli
eventuali miglioramenti prodotti; nel caso di programmi privi di copyright si parla di
software di pubblico dominio.
Questo tipo di software non è molto diffuso perché chiunque può appropriarsi del
codice e distribuirlo come software proprietario; molto più usate sono invece le
licenze con permesso d autore (copyleft in inglese) che mantenendo parte dei diritti
non consentono che eventuali miglioramenti del programma diventino software
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chiuso e non più modificabile.
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Le licenze copyleft più diffuse sono le *Creative Commons*
(http://www.creativecommons.it/) o la *Licenza Pubblica Generica (GPL)*
(http://www.gnu.org/licenses/licenses.it.html) del progetto GNU.
Il software con licenza libera fa riferimento al mondo dell open source, quel sistema
di creazione e distribuzione dei programmi che, rendendone pubblico il contenuto,
ne consente la modifica e il miglioramento da parte di chiunque.
E utile distinguere fra prodotti open source e prodotti gratuiti: anche se
normalmente il software libero è anche gratuito, possono esserci particolari
programmi open source a pagamento oppure programmi con licenze proprietarie
gratuiti (vedi il freeware).
L utilizzo di software open source deve essere favorito per ragioni di ordine
didattico-etico, pratico ed economico: la filosofia open source sposa infatti l ottica
della condivisione della conoscenze che dovrebbe essere un pilastro di qualsiasi
strategia di insegnamento-apprendimento; i programmi liberi sono spesso migliori
di quelli proprietari perché ci sono più persone che possono modificarli e quindi
migliorarli; infine, la quasi totale gratuità dei prodotti open source consente di
utilizzare tutta una serie di programmi che non sarebbe possibile acquistare con le
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scarse risorse economiche a disposizione delle scuole.
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Software per la produttività personale
Viene definito software per la produttività personale tutto quell insieme di
programmi informatici dedicato ad utenti non professionali che consente di
svolgere in modo più efficiente e semplice attività che venivano comunque già
attuate con strumenti tradizionali come lo scrivere un testo, inviare un messaggio o
compilare una tabella.
In questo ambito facciamo riferimento a tre tipologie di strumenti (che fanno parte
di quella che in termine tecnico viene definita office automation): programmi di
videoscrittura, fogli di calcolo e software di presentazione.
importante rilevare che, mentre l uso della videoscrittura, similmente alla
creazione di presentazioni risulta totalmente naturale, un serio utilizzo di fogli di
calcolo richiede dei cambiamenti di paradigma rispetto al corrispondente
tradizionale della tabella cartacea.
Se infatti si vuole usare un foglio di calcolo in maniera diversa rispetto ad una
semplice tabella di dati, si deve conoscere, almeno, il significato di termini quali
formula, funzione, riferimento e filtro; si deve comprendere infatti che un foglio di
calcolo non contiene solo i dati, ma anche le regole per manipolare, analizzare e
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presentare tali informazioni.
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Elaboratori di testo
I programmi per la memorizzazione e l elaborazione del testo sono stati i primi
software creati per non informatici e, godendo quindi di qualche decina di anni di
sperimentazione, risultano sicuramente essere gli strumenti informatici più
amichevoli a disposizione dei non addetti ai lavori.
La facilità d utilizzo che ci permette di aprire il programma e cominciare
immediatamente a immettere testo deriva principalmente dallo schema d uso che
ripropone le modalità usate per la scrittura su carta o su macchina da scrivere (dove
sono andate a finire?) e per la separazione fra la fase di costruzione del documento
e quella di formattazione grafica dello stesso che potrà essere fatta a livello di
carattere, di paragrafo o di pagina.
Esistono un infinità di prodotti software per la videoscrittura: si va dai semplice
editor di testo (come Blocco Note di Windows) che consentono la memorizzazione
del testo puro a programmi per l editoria professionale che consentono di
sviluppare tutto il ciclo che porta alla creazione di libri interi.
Il programma di videoscrittura più diffuso è sicuramente Word, ma esistono (e se
ne consiglia l uso) diverse alternative open source compatibili; fra queste è da
ricordare sicuramente Writer della suite *OpenOffice* (http://www.openoffice.org/it/)
che presenta un interfaccia e un metodo d uso molto simile al prodotto Microsoft,
ma potrebbero essere usati anche *Abiword* (http://www.abisource.com/)
costruire in modo professionale opuscoli, brochure o manifesti).
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(utilizzabile anche sui computer più datati) o *Scribus* (http://www.scribus.net) (per
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Per una panoramica sulle singole funzionalità di Word può essere usato il *supporto
digitale* (http://web07.cc.uniud.it/moodle/course/view.php?id=89) messo a
disposizione dall Università di Udine per i suoi studenti; relativamente ai prodotti
open source, nello stesso sito da cui si scaricano i programmi sono sempre a
disposizione dei dettagliati tutorial. Per Writer, soprattutto, sono disponibili in rete
anche numerose presentazioni (*esempio* (http://www.slideshare.net/antmng/openoffice-writer-tutorial)) o interi videocorsi (*esempio*
(http://www.youtube.com/watch?v=8Hx2pEvx9CM&feature=related)).
Un alternativa per i docenti più informatizzati che operano in una zona ben servita
da Internet è quella di utilizzare *Google Docs* (http://www.google.com/google-ds/intl/it/documents/) che permette, in un solo passo, di creare e condividere in rete
documenti di testo.
I vantaggi della digitalizzazione del testo (ma anche delle immagini) e di una
corretta memorizzazione dei relativi documenti dovrebbero essere evidenti: facilità
di modifica, leggibilità e qualità estetica, sono secondi soltanto alla possibilità di
riutilizzo dei materiali.
La digitalizzazione e la standardizzazione dei formati rendono infatti
immediatamente disponibili documenti (nostri o recuperati fra quelli condivisi in
rete) che con una semplice e veloce manipolazione possono diventare materiali di
studio estremamente efficaci per i nostri studenti.
.docx nelle ultime versioni) usato dal programma commerciale Word e il .pdf
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I formati digitali più usati per memorizzare documenti complessi sono il .doc (o
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(portable document format) creato proprio per essere usato da qualsiasi
programma di videoscrittura (anche se vi sono dei problemi nella modifica di questi
testi).
Anche se ogni programma di videoscrittura ha un suo formato proprietario, è
importante usare uno dei due formati precedentemente indicati (o eventualmente il
formato .rtf simile al .doc) per consentire una facile condivisione dei documenti; se
si vuole permettere principalmente la sola lettura è consigliabile il formato .pdf,
mentre per permettere anche una facile modifica risulta migliore il formato .doc (o
.rtf).
Oltre che per la compilazione di moduli e documenti che la burocrazia scolastica
sempre più spesso chiede, un sistema di videoscrittura (o meglio alcune funzionalità
particolari) possono essere usate direttamente per scopi didattici.
Usando la formattazione di carattere (font, dimensione, colore, disposizione) si può,
ad esempio, enfatizzare e disegnare le parole come nei libri per bambini di
Geronimo Stilton, mentre il correttore ortografico viene ufficialmente riconosciuto
come mezzo compensativo per ragazzi affetti da DSA.
Fogli di calcolo
Per la generazione e gestione di fogli di calcolo abbiamo, come negli altri ambiti
più usato, Excel, fa parte della suite Office di Microsoft ed esiste il suo gemello
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considerati, molte opzioni nella scelta del software; ancora una volta il programma
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open source denominato Calc, dotato di funzionalità e grafica similari facente parte
della suite OpenOffice.
Compiti principali di un foglio elettronico sono quelli di rendere semplice la
memorizzazione di dati, la loro elaborazione e la visualizzazione dei risultati in
forma grafica; per far ciò, mette a disposizione una tabella, composta da celle,
organizzata in righe (distinte da un numero) e colonne (distinte da una o più
lettere).
La cella è l unità minima di memorizzazione e prende il nome dalla colonna e dalla
riga di appartenenza: la cella B4 appartiene alla seconda colonna e alla quarta riga.
Ogni singola cella può contenere un informazione che può essere essenzialmente
numerica o testuale (ma può anche essere una data, un orario, un immagine o
altro).
Quello che differenzia una semplice tabella di un programma di videoscrittura da
un foglio di calcolo è la possibilità di inserire nelle celle le formule; in pratica, una
cella potrà visualizzare non soltanto il dato inserito, ma anche il risultato di
un elaborazione, anche molto complessa, compiuta utilizzando le informazioni
presenti in altre celle.
Se, ad esempio, inseriamo la formula =A1+B1 nella cella C1, quest ultima
visualizzerà sempre il risultato della somma fra il contenuto della cella A1 e quello
della cella B1 anche se tali valori dovessero essere cambiati.
serie di formule preconfezionate dette funzioni che permettono di eseguire calcoli
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Per rendere ancora più potente lo strumento, il software offre anche una nutrita
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articolati; la funzione MEDIA eseguirà il calcolo della media fra i contenuti delle
celle selezionate, mentre la funzione RATA permetterà di calcolare la rata di un
prestito a partire dal capitale, dal tasso d interesse e dal periodo di tempo.
Altra caratteristica molto importante di un foglio elettronico è la possibilità di
costruire grafici a partire dai dati memorizzati nelle celle; una procedura guidata
renderà semplice elaborare un istogramma o un diagramma a torta (ma sono
disponibili moltissimi altri tipi di grafici) per visualizzare in modo intuitivo e
facilmente comprensibile una serie di dati.
Per una esplorazione più dettagliata delle singole funzionalità di un foglio di calcolo
(Excel) può essere ancora usato il *supporto digitale*
(http://web07.cc.uniud.it/moodle/course/view.php?id=89) messo a disposizione
dall Università di Udine per i suoi studenti; tale materiale, viste le notevoli
somiglianze, può essere usato anche per apprendere i primi rudimenti dell utilizzo
di Calc.
Per indicazioni specifiche relative al prodotto open source si possono trovare in
rete, come al solito, numerosi materiali digitali; un aiuto potrebbe venire dal
*manuale* (http://www.cs.unibo.it/~ghini/didattica/oftalmologia/2Capitolo_5_Introduzione_a_Calc.pdf) del prof. Ghini dell Università di Bologna o da
uno dei *video tutorial*
(http://www.youtube.com/watch?v=SycBhrB32ko&feature=related) presenti su
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YouTube.
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Programmi di presentazione
Una presentazione multimediale viene utilizzata per aumentare l efficacia del
proprio discorso e della comprensione dei relativi concetti sottesi; sottolineando
adeguatamente i punti focali ed arricchendo l esposizione orale con contributi
filmati, iconici o sonori vengono aumentate le possibilità di acquisizione,
assimilazione e ritenzione dei concetti oggetto di presentazione.
Particolare attenzione va prestata al fatto che la ridondanza prodotta dall utilizzo di
canali comunicativi diversi sia efficace e non sfoci in un pericoloso sovraccarico
cognitivo.
Ogni presentazione è formata da una serie di diapositive (slide) che contengono un
mix di testo, immagini e filmati a cui possono essere associati suoni e animazioni
varie; il passaggio fra una diapositiva ed un altra prende il nome di transizione e
può essere sottoposto ad effetti grafici che lo rendano gradevole come, ad
esempio, la simulazione di una pagina che si gira.
Gli strumenti software più semplici per costruire presentazioni sono quelli messi a
disposizione dalla suite Office e dal suo equivalente open source *OpenOffice*
(http://www.openoffice.org/it/) che prendono il nome, rispettivamente, di
PowerPoint e di Impress; esistono anche altre prodotti che rendono possibile la
creazione di presentazione direttamente on-line (*Google Docs
Presentations*
raffinate (*Prezi* (http://prezi.com)).
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(http://www.google.com/google-d-s/intl/it/presentations/)) o con strutture più
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La costruzione di una presentazione classica per alcuni versi non è molto diversa
rispetto alla costruzione di un documento con la videoscrittura: anche qui vi è
un organizzazione a pagine (anche se per aggiungerne un altra devo creare una
nuova diapositiva) e l inserimento di testo e immagini rispetta le stesse procedure.
Vi sono invece differenze nella natura multimediale della presentazione che ci
obbliga a pensare ad una adeguata tempistica (animazioni, transizioni) e nella sua
complementarietà rispetto all esposizione orale che la fa diventare un documento
non indipendente.
La preoccupazione principale nel realizzare una presentazione multimediale deve
essere quella di non commettere i classici errori che una recente *ricerca*
(http://pptideas.blogspot.com/2011/09/full-results-of-annoying-powerpoint.html) ha
ritenuto alla base della scarsa efficacia del messaggio veicolato. Testo troppo
piccolo, contrasto cromatico problematico, frasi compiute invece di elenchi puntati,
animazioni o suoni inappropriati e, ovviamente, la lettura da parte dell oratore del
testo delle diapositive sono ritenuti gli sbagli meno tollerati dalle persone che
assistono alle presentazioni.
Per avere una presentazione dignitosa è sufficiente seguire poche, semplici
indicazioni come quelle fornite dalla regola 166: 1 solo concetto per diapositiva
costituito da un massimo di 6 righe ciascuna contenente al massimo 6 parole; la
regola, unita ad un controllo sul colore (ottimo bianco/giallo su blu o il classico
troppe immagini) consente di ottenere presentazioni semplici ma molto efficaci.
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nero su bianco) e ad un corretto bilanciamento grafico (non troppo testo, non
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Animazioni, suoni, filmati possono essere usati per rendere più coinvolgente la
presentazione, ma devono essere inseriti a proposito nelle slide e non solo per
catturare l attenzione degli studenti, perché si corre il rischio di far spostare il focus
sull inutile oggetto in movimento piuttosto che sul reale obiettivo della diapositiva.
In effetti, la presentazione va sempre contestualizzata: non solo si deve tener conto
del tipo di pubblico a cui è riferita, ma dovrebbe essere possibile adeguarla al reale
momento in cui si svolge. La possibilità di creare percorsi reticolari, e non
semplicemente sequenziali, dovrebbe essere colta per spostarsi con facilità fra le
varie slide seguendo il feedback proveniente dagli ascoltatori, eliminandone alcune
diapositive e ripassando eventualmente su quelle più significative.
I programmi di presentazioni possono anche diventare un utile strumento didattico:
assegnare agli allievi la produzione di una presentazione a supporto di una loro
esposizione orale costringerà infatti i ragazzi a rapportarsi con la complessità del
linguaggio multimediale; in tale contesto, il docente potrà efficacemente introdurre
elementi di grammatica e sintassi della multimedialità per stimolare, ad esempio, la
capacità di leggere i filmati televisivi (a cui i nostri studenti sono sottoposti per
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tempi ormai comparabili con quelli scolastici).
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Organizzazione del materiale digitale
I documenti creati con i programmi descritti precedentemente, i materiali digitali
interessanti trovati in rete e quelli generati modificando tali materiali per adattarli ai
nostri scopi possono diventare molto numerosi e di difficile gestione.
Tutti i sistemi operativi (Windows, Linux o Mac) adottano la medesima metafora
delle cartelle per gestire l organizzazione dei documenti all interno della memoria a
disposizione; ogni singolo dispositivo di memoria (hard disk interno, hard disk
esterno, DVD, chiavette,
) viene considerato una cartella che può contenere
documenti o delle sottocartelle che, a loro volta, possono contenere documenti o
altre sottocartelle e così via.
Si deve quindi creare una struttura di memorizzazione formata da cartelle e
sottocartelle che rispecchi il nostro modo di organizzare le informazioni
suddividendole per argomenti e sottoargomenti; ad ogni documento digitale dovrà
essere dato un nome molto significativo (anche se lungo) che ci aiuti ad capirne il
contenuto anche a distanza di mesi dalla memorizzazione.
Per tale motivo sarà opportuno che il proprio piano di lavoro annuale elaborato
con uno strumento di videoscrittura abbia il nome
Piano_Lavoro_Mario_Rossi_2011_2012 (piuttosto che il semplice PL o Piano ) e
che venga memorizzato nella cartella Documenti_Ufficiali che si trova nella cartella
Per dettagli più precisi sulle singole procedure per la creazione di cartelle e
l archiviazione di documenti digitali con Windows (ma gli altri sistemi operativi non
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Anno_Scolastico_2011_2012 a sua volta contenuta nella cartella Scuola .
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funzionano in modo molto diverso) si può fare ancora riferimento al corso proposto
dall Università di Udine.
Molto spesso i documenti digitali prodotti devono essere utilizzati su di un
computer diverso da quello che li ha prodotti; sarà quindi necessario spostare una
copia degli stessi dalla memoria fissa del computer ad un altro supporto che ne
consenta un facile trasferimento; archiviati ormai i floppy disk e, a breve, i supporti
ottici come CD e DVD, i dispositivi più utilizzati per tale scopo sono gli hard disk
portatili (per grosse moli di dati), le chiavette USB (molto più facili da maneggiare)
e i nuovi supporti SDD (ancora più piccoli e usabili anche su macchine fotografiche
e navigatori satellitari).
Risulta importante ricordare che la carta è ancora il supporto di memorizzazione
che dura più a lungo e quindi è opportuno non fare troppo affidamento sulla
permanenza nel tempo delle informazioni sui supporti elettronici; per evitare di
perdere dati importanti è quindi indispensabile eseguire periodicamente (anche
ogni giornata) un operazione di salvataggio dei dati su altri dispositivi fisici che
prende il nome di back-up.
Per facilitare tale compito esistono in commercio degli hard disk portatili già dotati
di un programma che, automaticamente, esegue il back-up ogni volta che il
dispositivo è collegato al computer.
Attualmente è disponibile un servizio che consente di eseguire un back-up dei
collegato in rete; con lo sviluppo delle connessioni ad alta velocità e della loro
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nostri dati direttamente sul web per renderceli accessibili da qualsiasi computer
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distribuzione sul territorio (la cosiddetta cloud richiamata da Jobs) questo metodo
diventerà sicuramente quello più usato.
Bibliografia
Aliprandi S. (2005). Copyleft & opencontent. L altra faccia del copyright. PrimOra
Scarl, Lodi 2005.
Nel testo viene esaminato sia dal punto di vista etico che giuridico il problema del
diritto/permesso d autore. E anche presente un interessante paragrafo
specificatamente dedicato al materiale didattico e alla sua condivisione.
Antonietti A. e Cantoia M. (2001). Imparare con il computer. Come costruire contesti
di apprendimento per il software. Edizioni Erickson. Trento 2001.
Il libro espone potenzialità e miscredenze sull uso del computer nella didattica con
la presenza di interessanti schede operative per il lavoro in aula. Particolare rilievo
viene dato alla valutazione del software didattico con interessanti griglie di
valutazione.
Calvani A. (1999). I nuovi media nella scuola. Perché, come, quando avvalersene.
Carocci Editore, Roma 2004.
Nel testo, ricco di richiami alle più importanti teorie dell apprendimento, vengono
evidenziati i vantaggi e, soprattutto, le difficoltà portate dall inserimento delle nuove
pedagogiche senza computer.
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tecnologie nel mondo scolastico. Interessante il confronto con esperienze
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Guastavigna M., Perino O., Rosso L. (2005). Imparare con il digitale. Computer e
Internet per arricchire gli apprendimenti. Carocci Editore, Roma 2005.
Presenta una discussione sulla figura del docente e sulle relative competenze
digitali; cuore del testo sono le proposte di attività, molto ben esposte e
documentate, per studenti della primaria e della secondaria di primo grado.
Rossi P.G. (a cura di) (2000). Dal testo alla rete. Multimedialità e didattica. Tecnodid
Editrice, Napoli 2000.
Sviluppa il tema della multimedialità e della costruzione reticolare. Descrive e
documenta inoltre tutta una serie di sperimentazioni improntate principalmente alla
costruzione condivisa di documenti da parte degli allievi.
Tanoni I. (a cura di) (2001). Nuove tecnologie e scuola di base. Carocci Editore,
Roma 2001.
La prima parte è dedicata alla discussione pedagogica sull introduzione delle nuove
tecnologie nella scuola con particolare attenzione all apprendimento collaborativo.
Nella seconda parte vengono trattati temi specifici come la valutazione del software
o le tecnologie per la disabilità.
Sitografia
Corso online Ambito Informatico -
Corso sui software di produttività dedicato agli studenti dell Università degli Studi di
Udine. E permesso l accesso degli ospiti senza alcuna password.
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http://web07.cc.uniud.it/moodle/course/view.php?id=89
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