·I. O~ r-C~.YCO 1'3~6 _..-tl<~~id1!!.$lI :.C~. "'~""VfI""""""'- '-'''-'-s=e:=,~' Certo il problema potrebbe essere in parte risolto con l'inserimento di un altro diametro, intermedio agli anellini 'Z - mm. 2" ed ':4 - mm. 2,4", ma oltre alle presumibili difficoltà di carattere produttivo francamente ritengo che aumenterebbe la confusione. Un'ipotesi che merita di essere valutata è quella di ritenere indicativi gli attuali elenchi ufficiali (Fringillidi, Estrildidi e Passeri: elenco 1. 1. 1991; - Tortore e Colombi: elenco 1.1.1991; - Tortore e Colombi: elenco 1. 1. 1991; - Quaglie e Colini: opuscolo illustrativo CTN. 1995) ed applicare, per verificare i casi di squalifica, il criterio dell'inamovibilità. In ogni caso faremo tesoro dei suoi suggerimenti, che le assicuro valuteremo attentamente, e se nel caso non desisteremo a rettificare quanto ufficializzato. Per quanto riguarda il suo "cordon Blù Gigante, che presumo si tratti di un Cordon Blù Gola Bruna "Uraeginthus bengalus brunneigularis" tenga presente che al punto 3 delle avvertenze allegate all'elenco anellini del 1. 1. 1991 è testualmente citato: "per quanto riguarda il tipo di anello da applicare ai soggetti che eventualmente non dovessero figurare nel presente elenco, va considerato che: il peculiare requisito di un qualsivoglia anello federale è l'inamovibilità'', già positivamente verificata, a quanto scrive, del Giudice che li ha valutati. Emilio De Flaviis Ho notato che i Malinois con Klok martellate hanno un timbro di canto più fresco, chiaro e sonoro (forse più vicino a quello dell'Usignolo) con ottimi Flauti (forse meno dolci) e migliori Staaltonen, rispetto ai ceppi con Klok curvate. È vero? Se sì da che dipende? Ai novizi si consiglia l'acquisto di un buon cantore e di 3/4 femmine di altrettanto valore. Ho desistito da ciò per le difficoltà che ho incontra-o to. Come fare? Infine un augurio: chissà che questa mia lettera non porga spunto per un prossimo articolo su LO.? Gianfranco Gallipoli che, un modo affatto nuovo di fare selezione a senso unico, e cioè quello che Lei cita come "impossibilità di mediazione" dei toni, ma direi meglio dei timbri, centrata in prevalenza sulle vibrazioni molli ed elastiche delle membrane dell'organo di canto, e scarsamente corretta in selezione dalle vibrazioni rigide ed anelastiche del siringe (vedi 1.0. n.ri 8/9 pagg. 40-41, 1994); è nata, infine, una artificiosa genetica del canto, peraltro desunta non dal Peleman, ma bensì da precedenti studi del 1948 dovuti all'olandese Martin Weijling di Amsterdam. Genetica mai applicata dal senso pratico ed infallibile degli alIevatori. Il canto è Egr. Sig. Gallipoli, fenomeno assai complesso (anche Sembrano davvero secoli, ma è dal punto di vista evotutivo), come accaduto poco più di trent'anni fa, sostegno nella mia monografia, essenzialmente legato all'anatomia e poco dopo la pubblicazione della mia monografia ove già lo segnalafisiologia del siringe ed alle ancor vo nelle App.ci 11I e IV. A quell'epo- più complesse attitudini nervose (taca, nel Belgio fiammingo, un gruppo lento) dei cantori. Ma non è questo di ornitofili della Federazione NBB il nostro argomento. Tutto questo accadeva, si è det(ora KNBB) si prefisse (pregevolto, trent'anni fa, ad opera di un mamente) un punto di svolta selettivo di portata storica sul timbro di canto nipolo di ama tori belgi. Fra di essi, del Malinois adottando (questo il nu- protagonisti sia sul piano prettacleo della svolta) le idee in materia mente ornitofilo sia su quello del del connazionale B. Peleman di An- giudizio, vi furono Barbiaux, Lelièvre, Meuleman e Six della KNBB versa risalenti al 1922. Senonché, sopra menzionata ed il francese Peleman in quegli anni era più Vasseur. Ritroviamo questi nomi orientato sull'Harzer che sul Malinois (il 1922 fu anno storico per gli sulle copertine di un certo numero indirizzi del/'Harzer: vedi I. O. n. o di "brossure" e opuscoli apparsi in Italia, Francia e Belgio di quell'epo12/1995). In poche parole venne adottato /'indirizzo meglio conosciuca. Si è trattato in definitiva di una to nella pratica selettiva dei cantori piccola rivoluzione il cui movente riHarzer come "indirizzo profondo". -eenv?leew-., ,sen M_~_.,% ~ siede essenzialmente nel timbro Ì:Ji Ma, in ettetti; parlare di "indirizzo canto. Ma per fornirLe un'idea più profondo" è molto approssimativo. Bisogna essere chiari fino in fondo esatta di essa, debbo per obiettività ESISTE ANCORA ancora aggiungere due precisazioe dire che tale indirizzo introdotto IL "TRIANGOLO D'ARGENTO" nel Malinois doveva costituire un'im- ni. La prima riguarda il timbro troppo NEL CANTO MALINOIS? portante variante timbrica alle co- duro (ma con Tjokken e Staaltonen Sono un giovane di 27 anni ed stellazioni melodiche da Lei ricorda- da sogno) e talvolta i toni acuti dei vecchi Malinois. te. allevo Malinois da 2 anni. Ciò ci aiuta a capire meglio (mi Da ciò molte cose sono nate, olLeggendo, sulle colonne di 1.0., gli articoli firmati da un vostro colla- tre la carenza (non direi "assenza, pare) le ragioni di questa rivoluzioboratore mi è sembrato di percepire come Lei scrive) del timbro tipico di ne. Ma, altrettanto obiettivamente, una certa perplessità da parte dell'A. .tali melodie nel repertorio e nel can- debbo dire che non ci aiutano a casul futuro del Malinois, dovuta all'as- to dei moderni Malinois. È nato, pri- pir/a in quelle genetiche e nemmeno ma di tutto, quel complesso di prati- in quelle dei due indirizzi da essa senza della linea d'accoppiamenti propugnati: Waterslags da una parcostituita dal 'Triangolo d'argento" (o che indicato come meticciamento te e indirizzo profondo dall'altra che triade melodica composta da Harzer x Malinois da cui inizialmenTjokken, Staaltonen e Tjonken, tipica, te ha preso avvio una fiorente serie ne furono il corollario. La seconda di ceppi Malinois dal canto rullato e precisazione riguarda il fatto che dell'Usignolo). Mi domando: come dovrebbe muoversi un giovane alle- timbrico Harzer, con forme eteroge- non sta a me ricordare quanto vasto vatore di Malinois? È giusto riprende- nee di Flauti e Klokkenden, Bollen- fu l'impiego dei meticciamenti per re la "vecchia strada selettiva" e far den e Bellen, Rollenden e Belrollen correggere il timbro, per cui essi divennero in Belgio ed in Olanda così risorgere il "Triangolo d'argento"? E appena distinguibili; è nato, sempre per il ttsmite di queste nuove prati- popolari tanto da diventare davvero soprattutto è possibile? x.v'l'I!O>-=Ii"· "~ ~'liti~j:~!~~:: t\"':'~~i3fi~ri '~;._ 'a' ,;t."~"', o~~tri.;r~i;,* ~~1~~l"??cJ.~. t.-4' poco attraenti per l'uso che se ne fece. Lei si domanda ancora (comprensibilmente): È giusto riprendere la vecchia strada selettiva e soprattutto è possibile? Le rispondo: anzitutto, si rassicuri sulla presenza del "Triangolo d'argento" nei moderni Malinois (eccezion fatta per i Tjonken che meriterebbero una trattazione a parte). Quanto alle possibilità ne ho indicato i motivi nelle conclusioni ad un mio recente articolo sulla revisione olandese della scala Malinois (1.0. n.ri 819, 1995 pag.37). Una parte dei Suoi dubbi si estende poi sui ceppi con Klok curvate, rispetto a quelli con Klok battenti. Certo, anche questi suoi dubbi sono fondati. Trattasi di una note voI(J difformità timbrica anche se vi sono coinvolte le stesse contrazioni dei muscoli spettanti sempre alla parte bassa del siringe. Differiscono però le vibrazioni delle membrane da cui nasce il suono: rigide e poco elastiche nelle Klok battenti, molli ed altamente elastiche (come nell'Harzer) nelle Klok curvate. Debbo ora affrettarmi a concludere sulle sue domande di fondazione di un ceppo. Se non si è certi: a) della stabilità del ceppo da cui si attingono i primi soggetti (diciamo un maschio giovane e due femmine di cui una sia la madre del maschio e l'altra gli sia parente, ma non consanguinea); del canto del maschio giovane che compriamo che deve almeno essere sui livelli del ceppo o del padre; c) della genealogia delle femmine, è meglio abbandonare ogni iniziativa. Centri il massimo dei controlli sul talento (modulazioni e variazioni) del maschio giovane. E concludo. Mi fa piacere, per una sorta di simpatia' verso i suoi problemi che a scriverli sia un giovane capace come Lei di accostare sensatamente fra loro le varie parti di questo complesso, vasto affresco sul canto Malinois. Sarà quindi per me un piacere trame lo spunto per un articolo su 1.0. che ho già passato al Direttore. lei mi può scrivere quando e come vuole in Redazione e molto volentieri Le dedicherò il poco tempo che la mia età mi lascia. Spero soltanto di essere stato sufficientemente chiaro. Grazie per le Sue espressioni. La saluto molto cordialmente. Giuseppe P. Mignone y~, SEMPRE A PROPOSITO DEI NERO-BRUNI DI UDINE '94 CON LO SGUARDO AI NERO-BRUNI DI DOMANI In uno alla presente, come da testo qui descritto, Vi trasmetto una nota che vuole essere risposta ed intervento In relazione ad una lettera di Flavio Putto e ad un riaggancio di Mori e Zingoni sull'argo-' mento Nero bruni (vedi 1.0. 11195) Ho letto su 1.0. 6-7/95 le osservazioni del sig. Flavio Putto riferite allo stamm di Nero bruni classificati al 2° posto ai Mondiali di Udine ed il commento di Giovanni Canali. Devo premettere che sono io, insieme al Giudice internazionale olandese sig. Kraak, il responsabile del giudizio degli stamm dei verdi; pertanto mi sembra doveroso intervenire per spiegare come possono venir fuori certi giudizi risultati inconcepibili agli occhi di un affermato allevatore come Putto ed anche a quelli della normalità degli allevatori italiani. Purtroppo i criteri di giudizio C.O.M. sono a mio parere superficiali; cito testualmente: "L'ossidazione massima del nero deve manifestarsi sul piumaggio, le zampe, le unghie ed il becco. Il dorso, i fianchi e la testa presentano delle striature nere ben marcate che si staccano su un fondo ossidato sprovvisto di bruno?' (la sottolineatura ed i punti interrogativi li ho messi io). Se detti criteri li poniamo in raffronto con quelli concepiti dalla C.T.N. del Colore italiana, troviamo in questi ultimi una dovizia di riferimenti e particolari descrizioni in dettaglio, che consentono una visione completa del fenotipo, tale da non consentire eventuali deragliamenti. I soggetti di cui parliamo, classificati al 2° posto al mondiale di Udine, li ricordo ancora molto bene: ossidazione becco e zampe discreta, , disegno sul dorso agata, fianchi in coerenza con il disegno del dorso, carenti di feomelanina, lipocromo conseguenziale, categoria ottima, piumaggio ottimo, proporzioni e forma ottimi. Rispetto ai primi classificati ci sarebbero state bene almeno tre penalità in più a soggetto includendo le Voci Tipo e Varietà, rispetto ai primi classificati. Il sig. Kraak però, applicando il criterio olandese, diametralmente opposto al nostro, era fermamente convinto che i tre punti in meno li meritavano i canarini italiani. Siamo rimasti con quegli stamm davanti per un bel pezzo, mentre il tira e molla in inglese (unica lingua comprensibile a noi due) non finiva mai, derk. e strong dell'olandese (troppo cupo e troppo forte) riferiti al disegno erano sempre più insistenti in senso negativo. Non rimaneva altra soluzione che chiedere l'intervento e quindi l'arbitraggio del coordinatore del Colore. Chiamato quindi il Giudice Greux, francese, fortunatamente molto competente e più vicino al criterio di giudizio italiano, si è giunti ad un due contro uno che ha consentito il prevalere dello stamm italiano. Come ben capirete lo stamm belga almeno secondo però doveva arrivare. Mi è sembrato doveroso raccontare un pò di Mondiale, visto da dietro le quinte, perchè spesso i nostri allevatori non comprendono come mai i giudizi dei soggetti esposti si differenziano tanto passando da una nazionale ad una internazionale. Purtroppo sono molti i Tipi in cui ci si trova con criteri di valutazione notevolmente differenti e credo che lo stacco più evidente ponga Italia, Francia e Spagna da una parte e Belgio, Olanda, Germania ed Austria dall'altra. Oggi, mentre scrivo, ci troviamo in una fase evolutiva o involutiva dei nostri nero bruni? Forse domani li dovremo chiamare anche noi neri!? A questo proposito sarebbe interessante per tutti noi conoscere il pensiero di allevatori come il sig. Putto. Allora il sig. Putto ed a tutti coloro che volessero cimentarsi sull'argomento, trasmetto da queste pagine l'invito a rispondere ad una domanda che mi sono posto il giorno in cui ho ricevuto la recente modifica di criterio di giudizio emessa dalla C.T.N. colore con delibera n. 4 del 21/5/95: "Esiste o no il rischio che il nuovo criterio condizioni negativamente la conduzione degli allevamenti? Per essere più esplicito, la necessità di dover selezionare, scartando i soggetti carichi di bruno, preferendo i soggetti che esprimono la massima concentrazione di nero, potrebbe portare in poco tempo ad un decadimento dei ceppi? Riccardo Testori