Politica d’investimento – Ottobre 2014
Giappone: le frecce «Abenomics» centrano
ancora il bersaglio?
Grazie alle riforme:
le aziende giapponesi
diventano più disponibili nei confronti
degli azionisti
USA: quando la Fed
aumenterà i tassi?
I paesi emergenti
sono interessanti, ma
un'analisi accurata
rimane determinante
Contenuti
 6
Commento sul mercato
Giappone: le frecce «Abenomics» centrano
ancora il bersaglio?
 8
Tema speciale
Grazie alle riforme: le aziende giapponesi diventano
più disponibili nei confronti degli azionisti
 12
 
Economia dei paesi industrializzati
USA: quando la Fed aumenterà i tassi?
14
Economia dei paesi emergenti
«Emerging markets»: dove gli investitori prevedono
ancora rendimenti interessanti
16
Valute e obbligazioni
17
Tassi d’interesse in Svizzera
Politica monetaria invariata della BNS in
un contesto più difficile
18
Azioni e materie prime
19
Previsioni
20
Strutture di portafoglio
22
Dati di mercato
Colophon
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Redazione:
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Ordinazioni:
Fine della redazione:
2 Politica d´investimento – ottobre 2014
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Investment Services Raiffeisen Svizzera, Banca Vontobel
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martedi, 23 settembre 2014
Visione macro
Tassi delle banche centrali (a tre mesi)
La Banca centrale europea ha sorpreso i mercati a settembre con
un'altra riduzione dei tassi. Inoltre ha annunciato ulteriori misure. I
banchieri centrali statunitensi invece interromperanno i loro acquisti
di obbligazioni a ottobre. Riteniamo sempre probabile un primo
aumento dei tassi da parte della Fed nel primo semestre 2015.
Rendimenti dei titoli di stato a dieci anni (su tre mesi)
Nei prossimi tre mesi ci aspettiamo un aumento dei rendimenti di
10-30 punti base. La forbice dei rendimenti tra gli Stati Uniti e la
Germania dovrebbe continuare in considerazione della diversa crescita economica, della differente inflazione e della divergente politica
monetaria
UME*
superiore
+
++
–
USA
Giappone
ME**
CH
consenso
Consenso = Consensus Inc., Londres
inferiore
– –
–
superiore
+
++
UME*
USA
Giappone
ME**
CH
Consenso = Consensus Inc., Londres
consenso
Inflazione nel 2014
Manteniamo in gran parte le nostre previsioni sull'inflazione. Per il
Giappone e i paesi emergenti le nostre previsioni sono inferiori al
consenso di mercato. Secondo la nostra stima, l'inflazione statunitense nel prossimo anno raggiungerà precisamente il livello del 2
per cento. La congiuntura nazionale determina pressione sui prezzi,
mentre il forte USD frena l'inflazione.
inferiore
– –
inferiore
– –
–
superiore
+
++
UME*
USA
Giappone
CH
Consenso = Consensus Inc., London
consenso
Crescita economica 2014
A causa della bassa crescita economica nel secondo trimestre abbiamo nettamente diminuito la previsione di crescita per la Svizzera,
portandola dal 2.2 all'1.5 per cento. Come già nel mese precedente,
con lo 0.9 per cento la previsione per il Giappone è stata moderata e
al di sotto della previsione della maggior parte degli altri osservatori
(consenso). Soprattutto le esportazioni sono state deludenti e la ripresa da noi prevista nel settore delle variazioni di magazzino non si
è (ancora) verificata. Per gli altri paesi e le altre regioni, le nostre
previsioni non sono cambiate o sono cambiate solo marginalmente.
consenso
Si intensificano sempre più le differenze
tra la politica monetaria al di qua e al di là
dell'Atlantico
inferiore
– –
–
superiore
+
++
D
USA
Giappone
CH
Consenso = Consensus Inc., Londres
* Unione monetaria europea
** Mercati emergenti
Politica d´investimento – ottobre 2014 3
Strategia d'investimento
In periodi incerti
ridurre gli investimenti
rischiosi
Situazione di partenza
Mentre la Banca centrale europea e la Bank of Japan mantengono la loro politica monetaria espansiva, la Banca
centrale statunitense (Fed) si trova di fronte a un'inversione di rotta. Da un lato, nel mese di ottobre finirà il programma di acquisti di titoli di stato statunitensi. Dall'altro
lato, il Comitato della Fed sta discutendo il momento del
primo aumento dei tassi. A nostro avviso, difficilmente
questa inversione attesa della politica monetaria statunitense avrà luogo senza forti volatilità sui mercati finanziari. Inoltre, la pubblicazione dei risultati dello stress test
delle banche europee potrebbe rendere più incerti i mercati nelle prossime settimane. Raccomandiamo quindi di
ridurre la posizione «sovraponderata» in veicoli d'investimento sensibili al rischio.
1
2
3
4
5
6
Sottoponderato Neutrale Sovraponderato
molto leggermente
leggermente molto
Liquidità
Obbligazioni
Azioni
Continuiamo a mantenere una posizione «neutrale» per la liquidità.
Per le obbligazioni rimaniamo «sottoponderati». Da agosto raccomandiamo di inserire nel
portafoglio i titoli di stato statunitensi a lunga
scadenza.
Il mese scorso abbiamo diminuito le azioni e
manteniamo solo una posizione leggermente
«sovraponderata». Classifichiamo come meno
interessanti soprattutto i titoli europei.
Oro
Manteniamo la «sottoponderazione» nella nostra posizione oro.
Relativamente alle materie prime confermiamo la nostra ponderazione «neutrale» per
proteggerci dai rischi geopolitici.
6. Abbiamo aumentato il nostro impegno nelle
strategie alternative e ora abbiamo quindi
un posizionamento leggermente «sovraponderato».
Materie
prime
Strategie
alternative
Variazioni rispetto al mese precedente: invariato, aumentato, ridotto.
4 Politica d´investimento – ottobre 2014
Strategia d'investimento
Liquidità
La divergenza nella politica monetaria tra la Banca centrale statunitense e la Banca centrale europea dovrebbe portare a una rivalutazione del dollaro statunitense. Abbiamo aumentato di nuovo la
nostra «sovraponderazione» in USD nei portafogli in franchi svizzeri
e in euro.
Prestiti
Nel nostro scenario principale di una ripresa economica sincronizzata a livello globale, per i prossimi mesi prevediamo ancora un leggero aumento dei tassi. Manteniamo la nostra «sottoponderazione»
nei titoli di stato. Come integrazione consigliamo di mantenere i
titoli di stato statunitensi a lunga scadenza. Del rafforzamento
dell'economia statunitense dovrebbero continuare a beneficiare le
obbligazioni ad alto rendimento. Rimaniamo fiduciosi anche per le
obbligazioni dei paesi emergenti.
Negativo
Neutrale
Positivo
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
EUR per CHF
EUR per USD
USD per CHF
Titoli di stato
Paesi industrializzati
Paesi emergenti (esterni)
Paesi emergenti (locali)
Obbligazioni societarie
Investment Grade
High Yield
* In valute estere
** In valute locali
Azioni
In considerazione della prossima fine degli acquisti di obbligazioni da
parte della Banca centrale statunitense abbiamo ridotto la nostra
posizione azionaria molto «sovraponderata». Le banche statunitensi,
le imprese tecnologiche statunitensi e i gestori patrimoniali svizzeri
per noi continuano a essere i temi più convincenti. A questo scopo
investiamo in azioni asiatiche, soprattutto in Giappone e in Cina. Per
contro abbiamo venduto in gran parte la posizione in Europa.
Oro
Manteniamo la nostra «sottoponderazione» in oro. Nel lungo termine, la ripresa economica globale e, secondo le nostre previsioni,
il dollaro statunitense più forte lasciano presagire una flessione dei
prezzi. Anche gli andamenti disinflazionistici mondiali hanno un
effetto negativo sul metallo giallo.
Materie prime
A causa delle loro caratteristiche di diversificazione, in tempi di
elevate incertezze geopolitiche consideriamo le materie prime una
componente importante di un portafoglio. Manteniamo il nostro
posizionamento «neutrale», concentrandoci sull'energia.
Strategie alternative
Riteniamo l'alternativa liquida un'interessante alternativa ai titoli di
stato, poiché prevediamo un aumento dei tassi d'interesse. Reinvestiamo quindi all'interno di questo segmento la riduzione della posizione azionaria e abbiamo ora una «sovraponderazione».
Paesi industrializzati
Paesi emergenti
Oro
Materie prime
strategie alternative
Politica d´investimento – ottobre 2014 5
Commento sul mercato
Foto: Getty Images
Giappone: le frecce «Abenomics»
centrano ancora il bersaglio?
Colpito in pieno, ma solo in un ambito: il governo giapponese è sulla buona strada nel settore «corporate governance».
La «Giappone SA» era rimasta estasiata quando Shinzo Abe, nuovo Primo ministro della terza economia
mondiale, nel 2012 aveva disposto una cura radicale,
diventata famosa come le «tre frecce all'arco». Inizialmente gli operatori di mercato avevano condiviso
l'entusiasmo del nuovo governo. Di recente i negativi
dati congiunturali hanno però fatto insorgere dubbi
sull'effetto del programma di Abe, con il quale intendeva rianimare l'anemica economia nazionale, afflitta
dalla deflazione. Tuttavia, l'iniziativa sembra aver
avuto successo in almeno un settore, ossia in quello
della «corporate governance». Qualora questa tendenza si dimostrasse sostenibile, le misure migliorerebbero le previsioni a lungo termine del mercato azionario
giapponese.
Shinzo Abe ha assunto il comando in Giappone quasi due
anni fa. Ha presentato un ambizioso pacchetto di misure per
stimolare la crescita economica e superare la deflazione
(«Abenomics»), che si basa sui tre pilastri politica monetaria,
politica finanziaria e riforme. L'inizio è stato promettente: la
fiducia delle imprese e delle famiglie è salita, gli investimenti
sono aumentati e i prezzi dei titoli hanno registrato un notevole rialzo. Tuttavia, i recenti dati economici sono stati piuttosto deludenti. L'aumento dell'imposta sul valore aggiunto dal
6 Politica d´investimento – ottobre 2014
5 all'8 per cento nel mese di aprile 2014 ha frenato la domanda di consumo e la crescita delle esportazioni si è dimostrata
debole nonostante una considerevole svalutazione dello yen.
Inoltre, per il momento il tasso di inflazione del 2 per cento,
auspicato dalla Bank of Japan (BoJ), sembra fuori portata. Il
movimento laterale del mercato azionario giapponese, che
dura da 15 mesi, quasi non sorprende, poiché le aspettative
degli investitori, soprattutto per quanto riguarda le riforme
strutturali, non si sono realizzate. Un tasso d'indebitamento a
livelli record, tendenze demografiche sfavorevoli e una politica fiscale insostenibile mettono inoltre il Giappone di fronte a
difficilissime sfide a lungo termine.
Azionisti sempre più al centro dell'attenzione delle
imprese
Per gli investitori, invece, l'orizzonte si è schiarito. Nel settore
corporate governance – in altre parole gestione d'impresa
responsabile – vediamo che le riforme strutturali hanno avuto
un effetto positivo. Il nuovo cosiddetto Stewardship Code,
che tramite una migliorata efficienza del capitale dovrebbe
aumentare i valori delle aziende, comincia lentamente a influenzare il comportamento dei leader del mondo economico.
Un esempio concreto che dimostra l'emergente politica giapponese favorevole agli interessi degli azionisti è il lancio dell'indice JPX-Nikkei 400, che si concentra soprattutto sull'impor-
tante indice di redditività del rendimento del capitale proprio
(RoE). Di conseguenza aumenta la pressione sulle imprese che
ignorano i principi della corporate governance. Inoltre, i pagamenti dei dividendi e i riacquisti di azioni hanno raggiunto
valori massimi pluriennali. Nel frattempo i RoE registrano una
tendenza rialzista, anche se da una base effettivamente bassa.
Grafico 1: I l bilancio della Bank of Japan batte tutti
i record
Attivi delle Banche centrali in percentuale del PIL
70
60
50
40
Le misure di liquidità della Bank of Japan hanno un
effetto di supporto
Tra le più grandi banche centrali del mondo, la Bank of Japan
(BoJ) rimane la campionessa indiscussa delle iniezioni di liquidità («allentamento quantitativo», QE). I banchieri centrali
giapponesi aumentano annualmente il bilancio della BoJ di
YEN 60-70 bilioni (circa USD 600-700 miliardi) (vedi grafico
1), mentre la Banca centrale statunitense Fed riduce il suo
programma di QE. La conseguente debolezza dello yen contribuisce al miglioramento della redditività e ha portato le
imprese giapponesi in testa alla classifica delle revisioni degli
utili. Questo dato esprime il rapporto delle correzioni al rialzo
e al ribasso delle stime degli analisti per i profitti aziendali
(vedi grafico 2). Prevediamo che i crescenti RoE si ripercuoteranno in indici di valutazione più elevati, il che potrebbe
indicare un nuovo rialzo del mercato azionario giapponese.
Previsioni incerte per ulteriori guadagni del mercato
azionario
In considerazione della forza dell'economia statunitense e
dello stabile mercato del lavoro, la Fed terminerà a ottobre il
suo programma di liquidità. Grazie alla mancanza di pressione
inflazionistica, la Presidente della Fed, Janet Yellen, ha sufficiente margine di manovra per stabilire un ritmo adeguato
per l'aumento dei tassi. A parte questo, è pressochè fuori di
dubbio che l'allentamento quantitativo abbia sostenuto la valutazione del mercato azionario dallo scoppio della crisi finanziaria (vedi grafico 3). Abbiamo quindi sfruttato la forza del
mercato per ridurre l'entità della nostra «sovraponderazione»
sui mercati azionari. Nel complesso rimaniamo tuttavia leggermente «sovraponderati», poiché le condizioni di finanziamento globali rimangono estremamente favorevoli. Abbiamo
reinvestito i ricavi in strategie alternative liquide, poiché cerchiamo rendimenti che mostrano una bassa correlazione con
le azioni e le obbligazioni. La sfida nell'attuale contesto d'investimento consiste nel fatto che la politica monetaria estremamente espansiva ha spinto le valutazioni assolute dei mercati azionari e obbligazionari a livelli che in futuro nel migliore
dei casi promettono rendimenti modesti.
30
20
10
0
04
05
06
07
08
09
10
11
Banca centrale statunitense (Fed)
12
13
14
15e
Banca centrale europea
Banca centrale giapponese
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 2: L
e imprese giapponesi in cima alla classifica
delle «revisioni degli utili»
Giappone
Canada
Spagna
Svizzera
USA
Svezia
Germania
Paesi Bassi
Paesi emergenti
Australia
Gran Bretagna
Eurozona
Corea del Sud
Francia
Singapore
Hong Kong
Italia
1.29
1.07
1.02
0.91
0.91
0.86
0.77
0.76
0.76
0.75
0.74
0.72
0.72
0.59
0.55
0.53
0.52
Rapporto delle correzioni al rialzo e al ribasso delle stime
degli analisti per i profitti aziendali
Fonte: Thomson Reuters Datastream, IBES, Vontobel Asset Management
Grafico 3: I l mercato azionario statunitense come
principale borsa globale beneficia dai
programmi di liquidità QE
Indice
2200
QE1
2000
QE2
QE3
1800
1600
1400
1200
Peggioramento delle condizioni per l'oro
La diversa politica monetaria attuata negli Stati Uniti da un
lato e nell'Eurozona e in Giappone dall'altro dovrebbe sostenere il biglietto verde anche in futuro. Di conseguenza manteniamo la nostra «sovraponderazione» USD strategica nei portafogli denominati in euro e in franchi svizzeri, mentre
copriamo gran parte del rischio non USD nei portafogli in
USD. Infine abbiamo ridotto il nostro investimento in oro e
aumentato la «sottoponderazione», poiché la forza dell'USD
penalizza enormemente il metallo giallo.
1000
800
600
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
S&P 500
QE: quantitative easing (=acquisto di obbligazioni)
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Politica d´investimento – ottobre 2014 7
Tema speciale
Foto: Corbis
Grazie alle riforme: le aziende giapponesi
diventano più disponibili nei confronti
degli azionisti
Con interventi radicali si vuole rimettere a posto l'economia giapponese, ma il successo si manifesta lentamente (nella foto: il Primo ministro Shinzo Abe).
Il programma economico («Abenomics») annunciato
dal Primo ministro giapponese Shinzo Abe nel 2013 si
basa su tre pilastri: politica fiscale espansiva, politica
monetaria accomodante e riforme strutturali. Queste
ultime sono difficili da imporre e avranno successo
solo nel lungo periodo. Vi sono tuttavia già note positive, ad esempio per quanto riguarda la maggiore disponibilità delle imprese giapponesi verso gli azionisti.
Mentre la Banca centrale giapponese gestisce la politica
monetaria più accomodante di tutte le banche centrali del
mondo, a causa dell'elevato indebitamento statale, alla politica fiscale espansiva sono posti stretti limiti. Per quanto riguarda le riforme economiche fortemente necessarie, bisogna
superare ancora molti ostacoli e il successo si presenterà solo
nel lungo periodo. Soprattutto riguardo a una facilitazione
dell'immigrazione di manodopera – a questo proposito il
Giappone è estremamente restrittivo – le misure decise sono
molto deboli. Pertanto, nei prossimi anni difficilmente il Giappone riuscirà a ottenere una crescita economica di oltre il 2
per cento. La nostra «sovraponderazione» del mercato azionario giapponese si basa quindi soprattutto sulle riforme nel
settore «corporate governance» e fondi pensioni statali.
L'economia giapponese risente da tempo dell'invecchiamento
della società, di un'elevata imposizione fiscale per le aziende
e di una bassa produttività del lavoro, per citare solo alcuni
fattori. Mentre la produzione reale negli Stati Uniti è aumentata del 76 per cento dal 1990, il Giappone ha registrato una
crescita del 24 per cento soltanto.
8 Politica d´investimento – ottobre 2014
La sfavorevole demografia frena l'economia
giapponese
La minore crescita economica del Giappone ha diverse cause.
La crescita della popolazione giapponese, che invecchia rapidamente, è ferma dal 1990, mentre negli Stati Uniti la popolazione è aumentata del 26 per cento. Già oggi, in Giappone
il rapporto ultrasessantacinquenni / popolazione in età lavorativa (da 15 a 64 anni) è al 41 per cento. Nel 2025, i pensionati
giapponesi dovrebbero rappresentare il 53 per cento della
popolazione in età lavorativa (vedi grafico 1). A ciò si aggiunge il fatto che in Giappone meno della metà delle donne in
età lavorativa effettivamente lavora, contro un 57 per cento
degli USA.
Mentre negli Stati Uniti negli ultimi 24 anni la produttività del
lavoro è aumentata del 46 per cento, la produttività dei lavoratori giapponesi è aumentata solo del 21 per cento (vedi grafico 2). Il rendimento del capitale proprio delle imprese quo
tate alla borsa giapponese è inferiore ai valori di riferimento
negli Stati Uniti o in Europa (vedi grafico 3), pur essendo migliorato di recente. Ciò dovrebbe essere un effetto dello yen
più debole: alcune imprese esportatrici giapponesi hanno
probabilmente sfruttato l'indebolimento della valuta per aumentare i propri margini.
Il Primo ministro avvia le riforme
Il governo giapponese, guidato dall'energico Primo ministro
Shinzo Abe, ha recentemente approvato diverse riforme
che però non sono state apprezzate sufficientemente dal
mercato:
–Adeguata organizzazione delle imprese (gestione d'impresa, «corporate governance»)
– Riduzione dell'imposizione fiscale per le aziende
– Riforme del mercato del lavoro: maggiore partecipazione
delle donne al mercato del lavoro e nelle posizioni dirigenziali
–Riforma del fondo pensionistico statale
(Government Pension Investment Fund=GPIF)
– Partecipazione del Giappone in qualità di membro nel
Partenariato transpacifico (TPP)
Grafico 1: L
a popolazione del Giappone invecchia più
rapidamente rispetto a quella degli altri
paesi industrializzati
Rapporto degli ultrasessantacinquenni rispetto ala popolazione attiva
(15-64 anni) in percentuale
60
50
40
30
20
Alcuni di questi punti vanno a favore di una maggiore disponibilità nei confronti degli azionisti. Infatti, attualmente le imprese quotate in borsa dispongono di liquidità per circa USD
700 miliardi. Un riflusso di questa liquidità nel circuito economico tramite riacquisti di azioni, distribuzioni di dividendi o
acquisizioni aumenterebbe il rendimento del capitale proprio.
Di recente, oltre 100 investitori istituzionali hanno fatto
proprio un codice per il controllo della direzione aziendale
(«Stewardship Code») per aumentare il valore degli azionisti
tramite la riduzione della liquidità in eccesso. Entro il 2015 si
intende integrare questo accordo volontario con un codice di
gestione aziendale, che deve contenere gli standard minimi
per i direttori indipendenti e la separazione della gestione
aziendale dal Consiglio di vigilanza ed essere valido per tutte
le imprese quotate alla borsa di Tokyo.
Con il 35.6 per cento, le aliquote d'imposta sulle società del
Giappone sono perfino più elevate di quelle in Francia (33 per
cento) e quasi doppie rispetto a quelle di Corea del Sud, Cina,
Hong Kong e Singapore (15-25 per cento). Pertanto, l'obiettivo di ridurre man mano le aliquote d'imposta sulle società al
20-29 per cento non è molto ambizioso. Tuttavia, considerando le precarie finanze statali si deve controfinanziare l'agevolazione fiscale, il che rende inevitabile un aumento dell'IVA.
Ma anche le entrate dell'imposta sul reddito devono aumentare. Per questo si deve però prima rilevare completamente il
reddito e il patrimonio entro il 2016 – finora questo non era
avvenuto.
Le riforme del mercato del lavoro riescono molto difficili al
Giappone. Si vuole ammettere i lavoratori stranieri solo
nell'industria edile o nelle aree economiche speciali (infermiere e aiuto domestico). Per quanto riguarda la maggior partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il Giappone percorre strade conosciute. Entro il 2018 saranno creati altri
400 000 posti all'asilo nido e per 300 000 studenti si intende
offrire un'assistenza dopo la scuola. Già mezzo milione di
donne è entrato nel mondo del lavoro dall'inizio del mandato
di Abe.
Il fondo pensioni potrebbe acquistare più azioni
Il fondo pensioni statale è uno degli investitori istituzionali,
che partecipano allo «Stewardship Code». Inoltre, probabilmente in autunno questo fondo annuncerà di mantenere più
azioni e investimenti esteri e di attuare gradualmente questo
proposito entro marzo 2015. Queste ridistribuzioni potrebbero sostenere il mercato azionario a medio termine. 10
0
1960
1970
1980
1990
Giappone
USA
Germania
Svizzera
2000
2010
2020P
P = P = previsioni
Vontobel
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Weltbank, US Census Bureau,
Vontobel Asset Management
Grafico 2: Il Giappone aumenta solo lentamente
la produttività del lavoro
Produttività del lavoro (PIL reale per occupato, indicizzato, 1990 =100)
160
150
140
130
120
110
100
90
92
94
96
98
00
02
04
06
08
10
12
Gran Bretagna
USA
Giappone
Fonte: Thomson Reuters Datastream, OECD, Vontobel Asset Management
Grafico 3: L
a «Giappone SA» deve aumentare ancora
il rendimento del capitale proprio
in percentuale
20
15
10
5
0
-5
90
92
94
96
98
00
02
04
06
08
10
12
14
Giappone
USA
Europa
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Politica d´investimento – ottobre 2014 9
Economia dei paesi industrializzati
USA: quando la Fed
aumenterà i tassi?
Mentre la Banca centrale europea (BCE) ha ridotto ancora sorprendentemente i tassi a settembre e la Banca
centrale giapponese (BoJ) mantiene la sua politica
monetaria estremamente espansiva, è relativamente
chiaro che nel 2015 la Banca centrale statunitense
aumenterà i tassi per la prima volta. Il recente comunicato stampa della Fed non fornisce però alcuna indicazione su quando ci si può aspettare un tale aumento.
Inflazione negli Stati Uniti vicina all'obiettivo
inflazionistico
Il differente andamento congiunturale negli Stati Uniti e in
Europa si riflette anche nei tassi d'inflazione. Con lo 0.4 per
cento, l'inflazione annua dei prezzi al consumo nell'Eurozona ha raggiunto un punto minimo dalla crisi finanziaria.
Con lo 0.9 per cento, l'inflazione di base (l'inflazione senza i
prezzi dell'energia e degli alimentari) non è così bassa, ma è
molto distante dall'obiettivo del 2 per cento della Banca
centrale europea. Negli Stati Uniti, con l'1.7 per cento
l'inflazione dei prezzi al consumo è invece già arrivata molto
vicino all'obiettivo del 2 per cento. Se si considera il calo del
tasso di disoccupazione e l'aumento dell'utilizzo delle capacità, il tasso d'inflazione dovrebbe registrare più una crescita che una diminuzione. La diminuzione della percentuale di
locali sfitti è favorevole all'aumento degli affitti. Inoltre, le
locazioni rappresentano un terzo dell'indice dei prezzi al consumo (vedi grafico 1). Per contro, la rivalutazione dell'USD
provoca effetti frenanti sull'inflazione.
Tuttavia, l'economia statunitense è molto meno dipendente
dalle importazioni rispetto ai paesi europei. Il rapporto importazioni / prodotto interno lordo negli Stati Uniti è solo
del 17 per cento, rispetto al 30 per cento in Gran Bretagna
o addirittura al 42 per cento in Svizzera. Quindi, un dollaro
10 Politica d´investimento – ottobre 2014
Foto: iStockphoto
La congiuntura globale ha un andamento sempre molto differenziato. Mentre nel secondo trimestre l'economia statunitense è riuscita a registrare un aumento del 4.2 per cento, l'economia dell'Eurozona è rimasta ferma. Anche gli indicatori economici confermano questo quadro. Infatti, l'indice Ifo sulla
fiducia delle imprese per la Germania è diminuito negli ultimi
quattro mesi. Contemporaneamente, l'indice dei responsabili
degli acquisti negli Stati Uniti sta aumentando da febbraio.
L'occupazione cresce negli Stati Uniti dall'inizio dell'anno con
un tasso annuo dell'1.5-2 per cento, mentre in Europa l'occupazione è riuscita a invertire la tendenza da crescita negativa
a positiva solo all'inizio dell'anno. Tuttavia, con lo 0.5 per
cento, l'aumento dell'occupazione è ancora estremamente
debole rispetto all'anno precedente.
I consumatori statunitensi sono ancora in vena d'acquisti (nella foto: il grande
magazzino Macy's a New York).
più forte frenerà solo moderatamente l'inflazione statunitense.
La Fed lascia in sospeso il momento dell'aumento dei
tassi
In considerazione del tasso di disoccupazione sceso al 6.1
per cento e del tasso d'inflazione vicino al 2 per cento, molti
osservatori del mercato ritengono adeguata una normalizzazione della politica monetaria statunitense. Da dicembre
2013, la Fed sta diminuendo gradualmente i suoi acquisti di
obbligazioni. Dopo l'ultima riunione della Fed la Presidente
della Banca centrale statunitense, Janet Yellen, ha comunicato che la Fed dopo la riunione di ottobre non acquisterà
più obbligazioni. Tuttavia ha confermato la valutazione secondo la quale i tassi di riferimento attualmente bassi saranno opportuni ancora per un considerevole periodo dopo la
fine degli acquisti di obbligazioni. In una precedente conferenza stampa, Janet Yellen aveva dichiarato che per un considerevole periodo si intendono circa sei mesi. Alcuni operatori di mercato avevano sperato di poter fare a meno già da
ora della formulazione «considerevole periodo».
Assieme al comunicato stampa, la Fed ha pubblicato – come
ogni tre mesi – la previsione dei membri del Comitato del
mercato aperto (FOMC) su crescita economica, disoccupazione, inflazione e tassi di riferimento. Emerge che i membri
del FOMC hanno modificato marginalmente al rialzo la previsione sui tassi di riferimento. Per la fine del 2015 vedono
ora il tasso di riferimento all'1.31 per cento, mentre secondo la loro previsione di dicembre 2013 si aspettavano ancora lo 0.84 per cento (vedi grafico 2).
Supponendo che la Fed aumenti a ogni riunione i tassi di riferimento di 0.25 punti percentuali, dovrebbe cominciare a
luglio 2015 con il primo aumento dei tassi. Se prevediamo
che aumenterà i tassi solo ogni due riunioni, la Fed dovrebbe annunciare il primo aumento dei tassi già a marzo. Confermiamo la nostra previsione che la Fed comunicherà il
primo aumento dei tassi nel primo semestre 2015 – probabilmente in aprile.
Grafico 1: Il numero dei locali sfitti negli Stati Uniti
diminuisce e gli affitti dovrebbero salire
in percentuale
in percentuale rispetto all'esercizio precedente
5
7
4
8
3
9
2
10
1
11
0
-1
12
00
02
04
06
08
10
12
14
Percentuale di locali sfitti (invertito, spostato di un anno; scala sinistra)
Indice dei prezzi al consumo – locazioni (in percentuale rispetto
all'esercizio precedente)
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 2: L
e previsioni sui tassi dei singoli membri
del Comitato FOMC della Fed
in percentuale
5.0
4.0
3.0
2.0
1.0
0.0
Elevata liquidità globale nonostante la fine del QE da
parte della Fed
La fine degli acquisti di obbligazioni («allentamento quantitativo», QE) da parte della Fed nel corrente mese potrebbe
essere origine di timori per una correzione dei mercati azionari. In effetti, negli ultimi due casi i mercati azionari hanno
registrato una correzione, dopo che la Fed aveva interrotto
gli acquisti di obbligazioni (vedi grafico 3, pagina 7). Riteniamo tuttavia che ciò non si verificherà alla fine di ottobre.
Infatti dal 2013, la Banca centrale giapponese (BoJ) è estremamente espansiva e la Banca centrale europea ha annunciato di voler portare il suo bilancio di banca centrale di
nuovo al livello del 2012 mediante diverse misure. Ciò corrisponde a un aumento del totale di bilancio della BCE di un
incredibile 50 per cento. Il grafico 3 mostra il totale di bilancio complessivo della Banca centrale statunitense, della
Banca centrale europea e della Banca centrale giapponese
in percentuale del loro prodotto interno lordo aggregato.
Anche se la Banca centrale statunitense interromperà il suo
programma di acquisti di obbligazioni alla fine di ottobre,
l'apporto di liquidità globale aumenterà ancora sensibilmente e dovrebbe continuare a dare impulso ai mercati
finanziari. Fine 2014
Fine 2015
Dicembre 2013
Fine 2016
Fine 2017
a lungo termine
È indicato il valore medio della «tendenza centrale»,
ossia non vengono considerate le tre previsioni più
elevate e le tre previsioni più basse dei 17 membri
del FOMC.
Marzo 2014
Giugno 2014
Settembre 2014
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 3: A
nche se la Fed termina il suo programma
QE, la politica monetaria della banca
centrale rimane sempre accomodante
in percentuale
35
30
25
20
15
10
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
Bilanci aggregati delle banche centrali Fed, BCE e BoJ come
percentuale del PIL
La linea tratteggiata rappresenta previsioni, nelle seguenti ipotesi:
Fed: gli acquisti di obbligazioni terminano a ottobre 2014.
BCE: il totale di bilancio aumenta del 50 per cento entro la fine del 2015.
BoJ: il totale di bilancio aumenta di YEN 75'000 miliardi all'anno.
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Politica d´investimento – ottobre 2014 11
Economia dei paesi emergenti
«Emerging Markets»: dove gli investitori
prevedono ancora rendimenti interessanti
Le prospettive per gli investitori che si interessano alle azioni degli «Emerging Markets», dovrebbero essere sempre buone (nella foto: vista dall'International Commerce Centre,
Hong Kong, sull'area della città Kowloon). Foto: Corbis
12 Politica d´investimento – ottobre 2014
In considerazione del contesto di tassi bassi, i mercati
emergenti rimangono interessanti. I rendimenti si
trovano sempre a livelli interessanti, la volontà di
riforme dei nuovi governi è aumentata, nella lotta
contro i deficit delle partite correnti sono stati fatti
progressi e per il momento la liquidità globale dovrebbe rimanere elevata. Attualmente manteniamo la
nostra «sovraponderazione» per determinate azioni e
obbligazioni dei paesi emergenti.
La crescita economica si è indebolita in molte economie emergenti, l'Argentina si trova ancora una volta in una situazione
di insolvenza, la Russia è invischiata in un conflitto «caldo»
contro l'Ucraina e i rischi della crescita cinese rimangono invariati. Contemporaneamente rimaniamo fiduciosi nei confronti degli «Emerging Markets».
Da un lato da molti paesi arrivano positivi segnali di crescita e
molti stati hanno diminuito i loro deficit delle partite correnti.
Dall'altro lato fattori esterni, come la stabilità dei rendimenti
dei titoli di stato statunitensi, contribuiscono all'attrattiva degli investimenti nei paesi emergenti. Anche gli investitori hanno ritrovato il loro appetito per questo segmento, dopo che
nel 2013 avevano ritirato in gran parte il loro capitale. Tra
febbraio 2013 e la fine di gennaio 2014, le azioni e le obbligazioni degli «Emerging Markets» hanno perso rispettivamente
il 10 e il 5 per cento (calcolato in USD). In quello stesso lasso
di tempo, le valute dei paesi emergenti hanno perso quasi il
15 per cento del loro valore.
I segnali d'allarme sono stati disattesi dal mercato
Uno sguardo indietro mostra che molte economie nazionali
per anni hanno dovuto affrontare problemi. In alcune, il motore della congiuntura ha cominciato a perdere colpi, tra
l'altro a causa dell'assenza di riforme economiche, ovvero di
misure per aumentare la produttività. Contemporaneamente
in molti luoghi sono aumentati i deficit delle partite correnti
che nel 2013 hanno raggiunto il livello massimo dalla crisi
asiatica del 1997/1998. Ciò significa che di anno in anno molti paesi emergenti hanno dovuto chiedere più capitali sui mercati finanziari internazionali. Come conseguenza era aumentata la «vulnerabilità» di questi stati: in caso di turbolenze sui
mercati il rischio per loro era di essere abbandonati dagli investitori internazionali. Inoltre, alcuni governi in paesi come il
Brasile hanno cercato sempre di più di intervenire
nell'economia.
Foto: Corbis
Quando un paese emergente è un paese
emergente?
Una definizione globale vincolante per questo termine non
esiste. Infatti, il Fondo Monetario Internazionale definisce
complessivamente 150 paesi come importanti economie
industrializzate e «in via di sviluppo», mentre la Banca mondiale definisce 46 stati come «paesi emergenti». Altre fonti
inseriscono 20-30 paesi in questa categoria, nella quale
figurano i paesi latino-americani, quali Argentina, Brasile,
Messico e Cile, ma anche Sudafrica, Cina, Malesia e Tailandia. Secondo la Banca mondiale, i paesi emergenti fanno
parte della categoria dei paesi in via di sviluppo. In realtà, i
paesi emergenti sono contraddistinti dal fatto che si trovano
sulla strada per diventare nazioni industrializzate. Poiché i
loro mercati e le loro strutture sono ancora molto meno
mature, i paesi emergenti non solo ottengono maggiori
progressi, ma mostrano anche tassi di crescita più elevati.
Politica d´investimento – ottobre 2014 13
Economia dei paesi emergenti
Tuttavia, fino a quando i mercati finanziari internazionali, grazie alle iniezioni di liquidità delle grandi banche centrali, sono
stati al rialzo, gli investitori non si sono curati di questi segnali
d'allarme. Inoltre, i bassi rendimenti nei mercati sviluppati
hanno spostato l'attenzione verso i mercati emergenti. Anche
in questi mercati i rendimenti erano in calo – per le obbligazioni degli «Emerging Markets» nelle rispettive valute nazionali
si è passati per esempio da quasi il 10 per cento al punto
massimo della crisi dei mercati finanziari al 5.2 per cento nel
2013 – tuttavia nel confronto internazionale sembravano
sempre interessanti. Dal punto di vista dei paesi emergenti, il
calo dei tassi ha avuto il gradito effetto secondario di poter
riempire i buchi nelle bilance delle partite correnti in modo
relativamente conveniente.
Dopo che la Banca centrale statunitense Fed nel mese di aprile del 2013 aveva annunciato la fine delle sue misure straordinarie di liquidità («allentamento quantitativo»), i rendimenti
dei titoli di stato statunitensi a dieci anni sono tuttavia au-
Grafikco 1: P
er i paesi emergenti nel 2015 si prevede
una ripresa della crescita
in percentuale
12
10
8
6
4
2
0
2007
2008
2009
2010
2011
Crescita economica reale
2012
2013S
2014P
2015P
S = stima Vontobel
P = previsione Vontobel
Previsione Vontobel
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 2: Il Messico dovrebbe beneficiare
dall'accelerazione della congiuntura negli
Stati Uniti
in percentuale
8
6
4
2
0
-2
-4
mentati significativamente in un tempo relativamente breve.
Ciò, a sua volta, ha ridotto l'attrattiva relativa delle obbligazioni dei paesi emergenti e ha penalizzato le rispettive valute.
Diverse banche centrali dei paesi emergenti hanno quindi
dovuto aumentare in parte durante le riunioni straordinarie i
tassi di riferimento e intervenire sul mercato delle divise per
supportare le loro valute.
La fiducia degli investitori sta gradualmente ritornando
Le preoccupazioni, che avevano incrinato la fiducia degli investitori nel 2013, sono ora passate in secondo piano. Nei
prossimi trimestri, il motore congiunturale dovrebbe avviarsi
in singoli paesi emergenti. Dopo un deludente primo semestre
2014 vediamo un'accelerazione della congiuntura al 4.8 cento entro la fine del 2015 (vedi grafico 1). Tuttavia tra i paesi si
delineano forti divergenze: in stati quali Corea del Sud, Tailandia, Messico, Polonia e Ungheria prevediamo una netta ripresa, mentre in Turchia, Russia e Brasile l'economia dovrebbe
registrare un andamento moderato. Soprattutto in Messico
prevediamo per il 2015 un'accelerazione a quasi il 4 per cento (vedi grafico 2), che viene alimentata dall'attuale ripresa
congiunturale negli Stati Uniti. Le esportazioni di beni e servizi
rappresentano solo il 32 per cento del prodotto interno lordo
messicano (PIL), ma l'80 per cento delle esportazioni è diretto
verso gli Stati Uniti. Vediamo inoltre un forte aumento degli
investimenti pubblici nell'infrastruttura.
La vulnerabilità delle economie nazionali sta diminuendo
La maggior parte degli stati dovrebbe inoltre essere in grado
di ridurre il proprio deficit del commercio estero. In questo
modo anche la vulnerabilità dei paesi emergenti diminuirebbe: nel 2013 per esempio, quando molti investitori erano usciti dagli investimenti negli «Emerging Markets», soprattutto
le economie nazionali con eccedenze delle partite correnti o
con deficit modesti hanno potuto contenere i ritiri di capitale.
Dalla fine del 2013, tuttavia, in molti paesi si riscontra una diminuzione dei deficit delle partite correnti (vedi grafico 3). La
svalutazione delle valute fino alla fine di gennaio 2014, ma
anche i consumi più deboli in molti paesi hanno determinato
una riduzione dei deficit. Infatti, in genere un calo dei consumi determina minori tassi di crescita delle importazioni e quindi un miglioramento della bilancia commerciale. Un buon esempio è la Turchia, dove dall'inizio del 2011 la crescita
annuale dei consumi è diminuita dal 12.5 per cento all'attuale
basso 3 per cento. Quasi nello stesso periodo, il deficit delle
partite correnti è sceso da quasi il 10 per cento del PIL al 6.1
per cento (vedi grafico 4). Questo mostra che il rallentamento
congiunturale nei paesi con deficit delle partite correnti ha
anche un effetto positivo.
-6
-8
-10
2008
2009
2010
2011
Crescita economica messicana
Previsione Vontobel
2012
2014
2013
Stima della regressione
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
14 Politica d´investimento – ottobre 2014
2015P
P = Previsione Vontobel
Le riforme dovrebbero stimolare la congiuntura
Rende fiduciosi anche il fatto che le recenti elezioni in importanti paesi, come l'India, hanno portato al potere politici
favorevoli alle riforme. Tuttavia, per esempio il miglioramento
dell'infrastruttura nel subcontinente indiano e la netta riduzione degli ostacoli amministrativi rimarranno una fatica di Er-
cole. Il Messico è già un passo avanti e sta per aprire la sua
industria petrolifera a controllo statale alle imprese estere –
una misura che secondo il Fondo Monetario Internazionale
potrebbe aumentare la crescita potenziale del paese di 0.5
punti percentuali. Ci convincono inoltre i progetti di riforma
in Cina. Nel Regno di Mezzo, le iniziative per la deregolamentazione dei mercati e per l'aumento dell'efficienza delle imprese statali dovrebbero rendere possibile un «atterraggio
morbido» dell'economia.
I rendimenti rimangono interessanti dal punto di vista
degli investitori
Le valute e le obbligazioni si sono stabilizzate solo con il forte
aumento dei tassi nominali e reali riscontrato alla fine del 2013
e all'inizio del 2014 nei paesi emergenti. Con il 7.2 per cento,
i rendimenti nominali sulle obbligazioni in valuta locale hanno
raggiunto il livello massimo dal 2010. Il ritorno della fiducia
degli investitori determina anche un calo dei rendimenti oltre
a una graduale rivalutazione delle valute. I tassi reali sono
leggermente sotto il livello dell'inizio del 2014, ma sempre
nettamente sopra il livello raggiunto tra il 2010 e il 2013 (vedi
grafico 5). Nell'attuale contesto di tassi bassi, il rendimento
dei paesi emergenti è quindi sempre interessante.
I rischi geopolitici
lasciano piuttosto indifferenti gli investitori.
Le importanti elezioni parlamentari e presidenziali, l'aumento
dei rischi geopolitici nel Vicino Oriente e il conflitto tra
l'Ucraina e la Russia non hanno scosso la fiducia. Sebbene gli
investitori abbiano ritirato capitali in notevole misura da questi due paesi, non è stato riscontrato alcun contagio significativo. Anche nel prossimo futuro le valute degli «Emerging
Markets» dovrebbero rimanere ben supportate, tanto più che
nel frattempo non sono più costose. Per noi tuttavia il potenziale di rivalutazione esiste piuttosto rispetto all'euro e al franco, poiché riteniamo che il rialzo dell'USD sia solo allo stadio
iniziale.
Interessi negli stati industrializzati come fattore di
incertezza
Nel complesso, a nostro avviso le prospettive per le azioni e le
obbligazioni dei paesi emergenti si presentano favorevoli, soprattutto per i portafogli basati sull'euro e sul franco svizzero.
Attualmente i rischi maggiori sono secondo noi un possibile
abbandono della politica monetaria estremamente allettante
da parte dei paesi industrializzati e un forte aumento dei
rendimenti. Al realizzarsi di un tale scenario i paesi emergenti
devono aver fatto notevoli progressi nella riduzione dei deficit
delle partite correnti e nello stimolo dell'economia . In caso
contrario probabilmente verrebbero di nuovo puniti dai mercati finanziari. Grafico 3: I deficit delle partite correnti nei paesi
emergenti sono in calo
in percentuale del PIL (ponderato in base all'EMBI)
5
4
3
2
1
0
-1
-2
-3
-4
-5
93
96
98
00
02
04
06
08
12
10
14
Bilance delle partite correnti dei paesi emergenti
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 4: T
urchia: una più debole crescita dei consumi
riduce il deficit delle partite correnti
in percentuale del PIL
tassi di variazione annui in percentuale
-1
-12
-2
-9
-3
-6
-4
-3
-5
0
-6
3
-7
6
-8
9
-9
12
-10
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
15
2015S
Bilancia delle partite correnti della Turchia
S = stima Vontobel
(scala di sinistra)
Consumo delle famiglie in Turchia (scala di destra)
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 5: I tassi di riferimento reali sono molto più
elevati rispetto agli anni 2010-2013
in percentuale (media non ponderata)
6
5
4
3
2
1
0
-1
-2
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Paesi industrializzati
Paesi emergenti
Brasile, India, Indonesia, Sudafrica e Turchia
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
Politica d´investimento – ottobre 2014 15
Valute
Obbligazioni
Il «biglietto verde»
con il più lungo rialzo da
oltre 30 anni
Titoli di stato tedeschi:
probabilmente raggiunto
il minimo storico dei
rendimenti
La valuta di riferimento globale batte attualmente
tutti i record e dovrebbe aumentare ancora rispetto
all'euro. Vediamo una tendenza al rafforzamento
anche per la sterlina britannica, la corona norvegese,
il dollaro canadese e per le valute dei paesi emergenti.
Un rialzo di dieci settimane dell'USD ponderato su base commerciale era stato registrato per l'ultima volta nel mese di
aprile del 1980. Nonostante un possibile consolidamento a
breve termine, a medio e a lungo termine prevediamo che la
rivalutazione continui, soprattutto rispetto all'euro. Per la forza del dollaro è determinante il fatto che la crescita economica e la politica monetaria al di qua e al di là dell'Atlantico
siano molto differenti: mentre la Banca centrale statunitense
interrompe le sue iniezioni di liquidità, queste misure diventano interessanti per la Banca centrale europea. Poiché nel
prossimo futuro prevediamo che la Banca nazionale svizzera
(BNS) manterrà la soglia minima del tasso di cambio di CHF
1.20 per EUR, vediamo un rafforzamento del «biglietto verde»
anche rispetto al franco.
I tassi elevati favoriscono gli «Emerging Markets»
Anche la sterlina britannica, la corona norvegese e il dollaro
canadese dovrebbero guadagnare rispetto all'euro e al franco. Del calo dei deficit delle partite correnti e degli elevati
tassi reali nei rispettivi paesi dovrebbero beneficiare anche le
valute dei paesi emergenti. Grafico: Dollaro statunitense più forte nel 2014
Andamento valutario in percentuale dall'inizio dell'anno rispetto al dollaro statunitense
Corona svedese
-11.4
Euro
-6.9
Franco svizzero
-5.9
Il rendimento dei titoli di stato tedeschi è sceso a un
livello minimo dell'1 per cento, mai raggiunto dal
1950, e ha quindi superato al ribasso i valori toccati
durante la crisi finanziaria e dell'euro. Il punto più
basso dovrebbe quindi essere stato raggiunto: nei
prossimi dodici mesi si prevede un aumento di circa
0.6 punti percentuali.
Riteniamo esagerato il calo dei rendimenti dei titoli di stato
tedeschi. Con lo 0.4 per cento, il tasso d'inflazione nell'Eurozona è molto basso, ma non negativo come durante la crisi
finanziaria. L'inflazione di base, senza energia e alimentari, ha
già superato il suo punto minimo. Inoltre, l'aumento dei corsi
dei titoli di stato tedeschi non dipende da una fuga dai «paesi
periferici» nel sicuro porto tedesco. Anzi, i differenziali di
rendimento tra i titoli di stato spagnoli e italiani da un lato e
i titoli di stato tedeschi dall'altro sono scesi al basso livello
raggiunto prima dello scoppio della crisi dell'euro.
L'euro più debole dovrebbe alimentare l'inflazione
Prevediamo che la congiuntura europea riceva impulsi dalla
politica monetaria europea ulteriormente allentata. Inoltre, il
tasso d'inflazione dovrebbe normalizzarsi quando verrà meno
un effetto di base statistico nei prezzi dell'energia. L'euro più
debole dovrebbe inoltre aumentare il tasso d'inflazione e stimolare la congiuntura europea. Grafikco: Rendimento dei «Bund» di fronte a una tendenza
rialzista dopo una lunga caduta?
in percentuale
12
10
8
Corona norvegese
-4.8
-3.7
Yen giapponese
-3.6
Dollaro canadese
-1.5
Dollaro neozelandese
-1.5
Sterlina britannica
-0.9
Dollaro australiano
6
4
2
0
60
65
70
75
80
85
90
95
00
Rendimento dei titoli di stato tedeschi a dieci anni
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
16 Politica d´investimento – ottobre 2014
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management
05
10
Tassi d'interesse in Svizzera
Politica monetaria invariata della BNS in un
contesto più difficile
La Banca nazionale svizzera mantiene la sua soglia
minima del tasso di cambio di CHF 1.20 per EUR e la
sua banda di oscillazione del tasso di riferimento dallo
0.00 allo 0.25 per cento – indipendentemente dalle
due riduzioni dei tassi e dalle altre iniezioni di liquidità
annunciate dalla Banca centrale europea. Il contesto
congiunturale difficile indica che questa situazione
dovrebbe durare ancora per molto tempo. Tuttavia il
rendimento dei titoli della Confederazione, che ha
raggiunto di nuovo quasi il livello minimo del 2012,
dovrebbe aumentare nuovamente entro il termine di
un anno.
I rendimenti dei titoli della Confederazione a 10 anni sono
diminuiti dall'1.1% allo 0.5% (vedi grafico 1). Sono stati quindi quasi raggiunti di nuovo i livelli minimi del dopoguerra della
fine del 2012 (0.4%). Tuttavia, allora il contesto fondamentale per le obbligazioni svizzere era leggermente diverso
rispetto a oggi:
1. L'economia svizzera si trovava ancora in deflazione, l'inflazione annuale dei prezzi al consumo era a –0.4%. Oggi,
per quanto riguarda l'inflazione svizzera siamo perlomeno
di poco sopra lo zero.
2. Nell'estate del 2012, il Presidente della BCE, Mario Draghi,
aveva annunciato di acquistare, se necessario, titoli di stato per mantenere integro l'euro, ma il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi era
sempre di 3.5 punti percentuali. Oggi, il vantaggio di rendimento dell'Italia rispetto alla Germania è solo di 1.4 punti percentuali. Non si può quindi più parlare di una fuga
dai paesi periferici nei porti sicuri Germania e Svizzera.
3. L'economia dell'Eurozona si trovava in recessione, mentre
oggi si registrano tassi di crescita almeno modesti.
Come si può quindi spiegare il nuovo calo dei rendimenti? Da
un lato, il calo del rendimento svizzero è stato «causato» dal
calo dei rendimenti in Germania. Lì i rendimenti sono diminuiti addirittura di un intero punto percentuale, il calo dei tassi in
Svizzera è stato invece contenuto (vedi grafico 1).
In secondo luogo, la Banca nazionale svizzera (BNS) nella sua
recente stima sulla situazione politico-monetaria ha dato una
nuova valutazione sulla congiuntura e sull'inflazione: «Le prospettive economiche sono sensibilmente peggiorate». A causa
di questo peggioramento, la BNS ha rivisto al ribasso anche la
sua previsione sull'inflazione per il 2016, portandola dal già
basso 0.9 per cento (previsione di giugno) allo 0.4 per cento. È
prevedibile che in un tale contesto inflazionistico basso la BNS
manterrà bassi i tassi più a lungo di quanto finora ipotizzato.
Grafico: Calo dei rendimenti in Svizzera e in
Germania
10-year government bond yield
2.0
2.0
1.8
1.8
1.6
1.6
1.4
1.4
1.2
1.2
1.0
1.0
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
Gen
Feb
Germania
Mar
Apr
Svizzera
Mai
2014
Giu
Lug
Ago
Sett
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
Riteniamo tuttavia che il rendimento dei titoli della Confederazione abbiano ora raggiunto il loro valore minimo. Nell'Eurozona, le
esportazioni beneficiano dal rafforzamento del dollaro statunitense, il che stimola la congiuntura. Anche le riduzioni dei tassi di
riferimento e le altre iniezioni di liquidità da parte della BCE stimoleranno la congiuntura. Il rafforzamento del dollaro statunitense
farà aumentare i prezzi delle importazioni, cosicché l'inflazione in
Europa si stabilizzerà. Una migliore congiuntura e una maggiore
inflazione dovrebbero far aumentare di nuovo il rendimento dei
titoli di stato tedeschi (vedi pagina 16, Obbligazioni). L'aumento
dei rendimenti tedeschi farà poi salire anche il rendimento dei
titoli della Confederazione. Inoltre, il rafforzamento del dollaro
statunitense determinerà un (leggero) aumento dell'inflazione
non solo nell'Eurozona, ma anche in Svizzera tramite le importazioni costose.
Mercato obbligazionario svizzero poco interessante
Con lo 0.8%, la nostra previsione sull'inflazione per la Svizzera
per il 2015 è pertanto nettamente più elevata di quella della BNS
(0.2%). Prevediamo che nei prossimi 12 mesi il rendimento dei
titoli della Confederazioni salirà all'1.1%. Per quanto riguarda le
obbligazioni societarie (sia di debitori svizzeri sia di debitori esteri), il rendimento non è quasi superiore a quello dei titoli della
Confederazione. Un'ulteriore riduzione del differenziale di rendimento tra le obbligazioni societarie e i titoli di stato non è quindi
prevedibile. Il mercato obbligazionario svizzero (indipendentemente dal fatto che il debitore sia la Confederazione o le imprese)
è quindi poco interessante. Manteniamo quindi la sottoponderazione del mercato obbligazionario svizzero.
Indice ammonitore verso il mercato ipotecario
Nella sua valutazione sulla situazione politico-monetaria la BNS
afferma che la crescita delle ipoteche si è indebolita. Tuttavia, gli
squilibri che si sono formati negli ultimi anni sul mercato ipotecario e su quello immobiliare non sono quasi diminuiti. Un altro
aumento dei cuscinetti di capitale anticiclici non è quindi ancora
escluso. Come si evince dal nostro ultimo rapporto di giugno sui
tassi riteniamo la situazione meno drammatica rispetto alla BNS.
Il prezzo delle abitazioni è aumentato nel secondo trimestre soltanto dell'1.4% rispetto all'anno precedente.
Politica d´investimento – ottobre 2014 17
Azioni
Materie prime
Giappone: gli analisti
rivedono gli utili in gran
parte al rialzo
USA: le scorte di gas
naturale registrano una
ripresa
Dall'inizio dell'anno, la borsa giapponese ha avuto un
andamento peggiore rispetto alla maggior parte dei
mercati. Sembra che le azioni nel paese del Sol Levante abbiano segnato una battuta d'arresto dopo una
forte performance nel 2013. Vediamo tuttavia potenziale di rialzo, tra l'altro a causa di una valutazione
conveniente e di progressi nel settore della «corporate
governance».
Il freddo inverno 2013 / 14 non ha solo spinto al rialzo
il prezzo del gas naturale, ma ha anche fatto precipitare le scorte degli Stati Uniti. Tuttavia, grazie all'aumento dei quantitativi estratti del gas di scisto in Nord
America, esse sono di nuovo già nettamente risalite.
Di conseguenza, la situazione per il prezzo del gas
naturale al New York Mercantile Exchange si è nuovamente normalizzata.
Ultimamente, la maggior parte delle imprese giapponesi ha
mostrato un andamento degli utili relativamente stabile in un
contesto economico incerto. Ciò si riflette per esempio nelle
revisioni degli utili: sempre più analisti rivedono più al rialzo
che al ribasso le previsioni sugli utili delle imprese giapponesi.
Oltre alla produzione sempre in forte crescita del gas di scisto
negli Stati Uniti anche un'estate relativamente mite ha contribuito alla ricostituzione delle scorte di gas naturale. Infatti, la
domanda di energia per il raffreddamento degli edifici – negli
Stati Uniti i gruppi motore vengono spesso alimentati con gas
naturale – è stata inferiore al solito. Pertanto ancora una volta
trova conferma il fatto che le condizioni atmosferiche possono svolgere un ruolo decisivo nell'andamento a breve termine
di diverse materie prime quali il gas naturale, ma anche di alcuni tipi di cereali come mais o soia.
La generosa politica monetaria aiuta le imprese
Nel settore «corporate governance» il Giappone può vantare i
primi successi. Infatti, il numero delle società con rappresentanti indipendenti nel Consiglio di Amministrazione ammonta
nel frattempo al 74.3 per cento (vedi grafico). A ciò si aggiunge una politica monetaria sempre molto espansiva della Banca centrale giapponese che indebolisce lo yen, favorendo in
questo modo le imprese. Gli investitori che vogliono impegnarsi in Giappone, ottengono accesso a un mercato che nel
confronto globale sembra valutato in modo relativamente
conveniente e nel quale migliorano le prospettive per le imprese. Tuttavia, le riforme in Giappone verranno attuate
gradualmente, il che richiede pazienza da parte degli investitori. Grafico: Progressi nella corporate governance del
Giappone
in percentuale
74.3
75
Gli USA costruiscono stazioni per il trasporto via mare
per il gas naturale
A lungo termine il prezzo del gas naturale negli Stati Uniti dovrebbe aver superato il punto minimo, nonostante
l'andamento regressivo nel corrente anno, poiché la differenza sempre elevata rispetto ai prezzi del gas in altre regioni del
mondo dovrebbe favorire l'esportazione del gas naturale e
quindi la domanda. Nel frattempo l'US Department of Energy
ha approvato la costruzione di otto terminal di gas liquido,
necessari per esportare la fonte di energia. Grafico: L'estate mite fa salire il livello del gas
in miliardi di piedi cubi
4500
4000
65
52.3
55.4
55
45
41.6
44.0
45.2
46.3
48.5
51.4
35.0
35
30.2
25
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
Imprese giapponesi con rappresentanti indipendenti nei Consigli di
Amministrazione
2° trimestre 2014
Fonte: Nomura (basierend auf TSE-Daten), Vontobel Asset Management
18 Politica d´investimento – ottobre 2014
0
03.09 09.09 03.10 09.10 03.11 09.11 03.12 09.12 03.13 09.13 03.14 09.14
Riserve stimate di gas naturale USA
Fonte: Bloomberg, US Department of Energy, Vontobel Asset Management
Previsioni
Previsioni sulla congiuntura e
sui mercati finanziari 2012–2015
Per quanto riguarda i temi prodotto interno lordo (PIL), inflazione/aspettative inflazionistiche, tassi delle banche centrali, titoli di
stato decennali, tassi di cambio e materie prime, la seguente lista mostra i valori effettivi, i tassi di cambio e i prezzi per gli anni
2012 e 2013 nonché le previsioni per gli anni 2014 e 2015.
2012
2013
Tasso
attuale
Previsione
2014
Mese
precedente
Previsione
2015
Mese
precedente
PIL Crescita media annua (in %)
Eurolandia
Stati Uniti
Giappone
Gran Bretagna
Svizzera
-0.6
2.3
1.5
0.3
1.1
-0.4
2.2
1.5
1.7
1.9
0.7
2.5
-0.1
3.2
1.1
0.8
2.0
0.9
3.1
1.5
0.8
2.0
0.9
3.1
2.2
1.4
3.0
1.6
2.8
2.2
1.4
3.0
1.6
2.8
2.4
Inflazione Valore medio anno (in %)
Eurolandia
Stati Uniti
Giappone
Gran Bretagna
Svizzera
2.5
2.1
-0.5
2.8
-0.7
1.4
1.5
0.1
2.6
-0.2
0.4
2.0
2.7
1.6
0.1
0.6
1.8
2.4
1.6
0.0
0.6
1.9
2.4
1.7
0.0
1.2
2.0
1.7
2.1
0.8
1.2
2.2
1.7
2.1
0.8
2012
2013
Tasso
attuale
0.75
0.25
0.10
0.50
0.01
3.00
0.25
0.25
0.10
0.50
0.02
2.50
0.05
0.25
0.10
0.50
0.01
2.50
0.05
0.25
0.10
0.50
0.13
2.50
0.15
0.25
0.10
0.50
0.13
2.50
0.05
1.00
0.10
1.00
0.13
2.88
0.15
0.75
0.10
1.00
0.13
2.88
Tassi del mercato dei capitali
Rendimento dei titoli di stato a dieci anni (a fine anno) (Rendimento in %)
EUR (Germania)
1.3
1.9
EUR (GIIPS)
5.3
4.5
USD
1.8
3.0
JPY
0.8
0.7
GBP
1.8
3.0
CHF
0.5
1.1
AUD
3.3
4.3
1.0
2.6
2.6
0.6
2.5
0.5
3.7
1.3
2.9
2.7
0.7
2.8
0.8
3.8
1.3
3.0
2.7
0.7
2.8
0.8
3.8
1.6
3.2
3.0
0.9
3.0
1.1
4.3
1.6
3.3
3.0
0.9
3.0
1.1
4.3
Tassi di cambio A fine anno
CHF per EUR
CHF per USD
CHF per 100 JPY
CHF per GBP
CHF per AUD
USD per EUR
JPY per USD
USD per AUD
1.21
0.92
1.06
1.49
0.95
1.32
86
1.04
1.23
0.89
0.85
1.47
0.80
1.38
105
0.89
1.21
0.94
0.87
1.52
0.84
1.29
107
0.90
1.23
0.96
0.89
1.54
0.86
1.28
108
0.90
1.23
0.94
0.89
1.54
0.85
1.31
105
0.90
1.23
1.03
0.93
1.58
0.87
1.20
110
0.85
1.23
0.99
0.92
1.58
0.84
1.24
108
0.85
Materie prime A fine anno
Greggio (WTI, USD/barile)
Oro (USD/Uncia)
Rame (USD/tonnellata metrica)
110
1662
7907
111
1208
7376
97
1234
6867
100
1200
6700
105
1260
6700
100
1150
6700
105
1260
6700
Tassi delle banche centrali A fine anno (in %)
EUR
USD
JPY
GBP
CHF
AUD
Previsione a
Mese
Previsione a
Mese
3 mesi
precedente
12 mesi
precedente
Politica d´investimento – ottobre 2014 19
Strutture di portafoglio CHF
Strutture di portafoglio CHF
La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in CHF, suddivisa per obiettivo d'investimento.
Sicurezza
Svizzera
Europa ex CH
6
70.5
7
83.5
1 (a)
1
2
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
-
6.5 (b)
6.5
3.5
-3.5
-
2 (c)
2
10
90
100
5
95
100
80
-
25
100
15
-
Nordamerica Giappone
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
3.5
2 (b)
1 (f)
3
5.5
55.0
25.0
14.5
100
5
60
20
15
100
45
5
-
40
75
35
30
-
Nordamerica Giappone
3
6.5 (d)
-3.5
6
a) liquidità in EUR 1% | b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5%
c) obbligazioni statali de la norvegia 2% | d) di cui US Treasuries 20Y+ 2%
Reddito
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Svizzera
Europa ex CH
1.6
39.3
10.8
14.5 (g)
7.7
73.9
1
2 (c)
3
2.9
3.7 (h)
3.7 (d)
-1.7
8.6
2.5
-2.5
-
6.5 (a)
5 (e)
11.5
-3.5
-
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 4% & materie prime coperti in CHF 4%
a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 2% | d) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5%
e) di cui MSCI China 1.5% | f) Future Resources 1% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 2% & materie prime
coperti in CHF 4% | h) di cui US Treasuries 20Y+ 2%
Equilibrio
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Svizzera
Europa ex CH
1.8
21
21
14.5 (g)
6.8
65.1
1
3.5 (c)
4.5
Nordamerica Giappone
3.7
1 (h)
9.2 (d)
13.9
3.3
-3.3
-
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
6.5 (a)
6 (e)
12.5
3.5
-3.5
-
2 (b)
2 (f)
4
6.5
34.0
45.0
14.5
100
5
40
40
15
100
25
25
-
40
55
55
30
-
Benchmark:
Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 5%
a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 3% | d) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5%
e) di cui MSCI China 2% | f) Future Resources 2% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti
in CHF 5% | h) di cui US Treasuries 20Y+ 1%
Crescita
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Svizzera
Europa ex CH
1.8
1.0
30.6
14.5 (g)
7.6
55.5
1
5.7 (c)
6.7
Nordamerica Giappone
3.7
1 (h)
14.6 (d)
19.3
4.1
-4.1
-
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
6.5 (a)
7 (e)
13.5
3.5
-3.5
-
2 (b)
3 (f)
5
6.5
14.0
65.0
14.5
100
5
20
60
15
100
5
45
-
40
35
75
30
-
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 3%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 6%
a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 4% | d) di cui US-Banks 2% & US-IT 2%
e) di cui MSCI China 2.5% | f) Future Resources 3% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 3%, oro coperto in CHF 1% & materie prime
coperti in CHF 6% | h) di cui US Treasuries 20Y+ 1%
Azioni
Svizzera
Europa ex CH
0.1
39.6
6 (f)
2
47.7
9.3 (b)
9.3
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Nordamerica Giappone
20.1 (c)
2.9
23.0
4.9
-4.9
-
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
8 (d)
8
-
1 (a)
4 (e)
7 (f)
12
1.1
85.9
13
100
5
80
15
100
65
-
35
15
95
30
-
Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 8%
a) corona norvegese 1% | b) di cui Euro Stoxx 50 4% | c) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | d) di cui MSCI China 3% | e) Future Resources 4% f) immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 6%
20 Politica d´investimento – ottobre 2014
Strutture di portafoglio EUR
Strutture di portafoglio EUR
La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in EUR, suddivisa per obiettivo d'investimento.
Sicurezza
Zona Euro
(UEM)
Europa ex
EMU
Nordamerica
Giappone
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
7.0
70.5
8.9
86.4
2 (a)
2
3
7.5 (c)
-5.4
5.1
-
6.5 (b)
6.5
3.5
-3.5
-
-
10
90
100
5
95
100
80
-
25
100
15
-
Zona Euro
(UEM)
Europa ex
EMU
Nordamerica
Giappone
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
3.6
38
12.4
10.5 (f)
9.1
73.6
2 (a)
2
1.9
5 (h)
4 (c)
-3
7.9
2.6
-2.6
-
6.5 (b)
5 (d)
11.5
3.5
-3.5
-
1 (e)
4 (g)
5
5.5
55
25
14.5
100
5
60
20
15
100
45
5
-
40
75
35
30
-
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
a) obbligazioni statali de la norvegia 2%
b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5%
c) di cui 30Y US Treasuries 20Y+ 2%
Reddito
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 4% & materie prime coperti in EUR 4%
a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5% | d) di cui MSCI China 1.5%
e) Future Resources 1% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 2% & materie prime coperti in EUR 4%
g) immobili internazionali 4% | h) di cui US Treasuries 20Y+ 2%
Equilibrio
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Zona Euro
(UEM)
Europa ex
EMU
Nordamerica
Giappone
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
5
20.5
23.5
7.5 (f)
7.5
64
2 (a)
1.7
3.7
2.7
1.5 (h)
10.1 (c)
-0.5
13.8
3.5
-3.5
-
6.5 (b)
6 (d)
12.5
3.5
-3.5
-
2 (e)
4 (g)
6
7.7
34
46.8
11.5
100
5
40
40
15
100
25
25
-
40
55
55
30
-
Benchmark:
Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 5%
a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5% | d) di cui MSCI China 2%
e) Future Resources 2% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 5%
g) immobili internazionali 4% | h) di cui US Treasuries 20Y+ 1%
Crescita
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Zona Euro
(UEM)
Europa ex
EMU
Nordamerica
Giappone
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
5.0
0.5
33.5
8.5 (f)
8.3
55.8
2 (a)
3
5
2.5
1.5 (h)
16.2 (c)
-0.5
19.7
4.3
-4.3
-
6.5 (b)
7 (d)
13.5
3.5
-3.5
-
3 (e)
3 (g)
6
7.5
14.0
67.0
11.5
100
5
20
60
15
100
5
45
-
40
35
75
30
-
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 3%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 6%
a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 2% & US-IT 2% | d) di cui MSCI China 2.5%
e) Future Resources 3% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 6%
g) immobili internazionali 3% | h) di cui US Treasuries 20Y+ 1%
Azioni
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Zona Euro
(UEM)
Europa ex
EMU
Nordamerica
Giappone
Mercati
emergenti
High Yield
Altro
Totale
BM
Min.
Max.
0.1
41.5
6 (e)
5.2
52.8
0.5 (a)
4.9
5.4
0.5
22.3 (b)
22.8
5.2
-5.2
-
8 (c)
8
-
4 (d)
7 (f)
11
1.1
85.9
13
100
5
80
15
100
65
-
35
15
95
30
-
Benchmark:
Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in EUR 8%
a) corona norvegese 0.5% | b) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | c) di cui MSCI China 3% | d) Future Resources 4%
e) materie prime coperti in EUR 6% | f) immobili internazionali 7%
Politica d´investimento – ottobre 2014 21
Dati di mercato
Dati di mercato
Le seguenti liste mostrano l'andamento dei prezzi e dei corsi (sia in valuta locale sia in franchi svizzeri) di una selezione di
mercati obbligazionari, indici azionari, indici misti, tassi d'interesse e tassi di cambio per i periodi degli ultimi tre e dodici mesi.
Indici azionari MSCI (Total Return)
Mercati obbligazionari (Total Return)
Dal
Dal
Dal
Dal
31.08.14 31.08.14 31.12.13 31.12.13
locale
CHF
locale
CHF
Dal
Dal
Dal
Dal
31.08.14 31.08.14 31.12.13 31.12.13
locale
CHF
locale
CHF
JPM Global Bond Index (USD)
JPM EMU Agg. Bond Index (EUR)
JPM US Gov. Bond Index
JPM Japan Gov. Bond Index
-0.5%
-0.3%
-0.8%
-0.2%
-0.1%
-0.2%
1.6%
-2.4%
5.3%
10.0%
3.5%
2.0%
7.8%
8.4%
9.2%
3.9%
JPM GBI-EM Global Diversified Index
-0.1%
-0.8%
6.5%
7.7%
Swiss Bond Index AAA-BBB
Swiss Bond Index Domestic AAA-BBB
Swiss Bond Index Foreign AAA-BBB
-0.2%
-0.2%
-0.1%
-0.2%
-0.2%
-0.1%
4.8%
5.6%
3.5%
4.8%
5.6%
3.5%
Indici misti (Total Return)
Dal
Dal
Dal
Dal
31.08.14 31.08.14 31.12.13 31.12.13
locale
CHF
locale
CHF
Pictet BVG 25
Pictet BVG 40
Pictet BVG 60
0.3%
0.5%
0.8%
0.3%
0.5%
0.8%
6.9%
7.9%
9.4%
6.9%
7.9%
9.4%
Tassi d'interesse
31.12.13 23.09.14
USD 3 month Libor
USD 10 year
Euro 3 month Libor
Germany 10 year
CHF 3 month Libor
CHF 10 year
JPY 3 mouth Libor
JPY 10 year
0.25
3.01
0.27
1.94
0.02
1.09
0.15
0.74
0.23
2.53
0.05
0.96
0.01
0.47
0.12
0.54
Variazione
(punti di %)
-0.01
-0.48
-0.21
-0.98
-0.02
-0.62
-0.03
-0.20
Corsi di cambio
31.12.13 23.09.14
CHF per EUR
CHF per USD
CHF per 100 JPY
USD per EUR
JPY per USD
22 Politica d´investimento – ottobre 2014
1.23
0.89
0.85
1.38
105.11
1.21
0.94
0.86
1.29
108.87
Variazione
(%)
-1.5%
5.5%
1.9%
-6.6%
3.6%
MSCI World Index (USD)
MSCI USA Index
MSCI USA Value Index
MSCI USA Growth Index
MSCI Europe Index
MSCI Europe Value Index
MSCI Europe Growth Index
MSCI Europe Small Cap Index
MSCI Switzerland Index
MSCI Japan Index
MSCI Pacific Index (USD)
-0.5%
-1.1%
-0.7%
-1.4%
-0.2%
-0.3%
-0.1%
-1.8%
1.0%
4.6%
1.6%
0.7%
1.3%
1.7%
1.0%
0.1%
0.1%
0.2%
-1.4%
1.0%
2.3%
-0.3%
7.3%
8.7%
9.1%
8.3%
5.2%
6.1%
4.3%
1.7%
9.9%
2.6%
3.4%
11.1%
14.7%
15.1%
14.2%
5.6%
6.7%
4.5%
2.3%
9.9%
4.5%
6.6%
Altri indicie azionari (Total Return)
Dal
Dal
Dal
Dal
31.08.14 31.08.14 31.12.13 31.12.13
locale
CHF
locale
CHF
S&P100 (large caps)
S&P400 (mid caps)
S&P500
S&P600 (small caps)
Dow Jones Industrial
Nasdaq (Price Index)
-0.2%
-3.4%
-0.9%
-4.1%
0.0%
-0.2%
-1.6%
2.3%
-1.0%
1.5%
-1.7%
0.0%
2.3%
0.9%
9.1%
4.2%
8.9%
-2.4%
0.0%
4.7%
8.0%
15.1%
10.0%
14.9%
3.0%
0.0%
10.4%
13.9%
Dow Jones Stoxx
Dow Jones Euro Stoxx 50
0.0%
1.2%
0.1%
1.2%
6.6%
5.6%
5.0%
4.0%
Dax 301)
FTSE-100
CAC 40
MIB 30
IBEX 35
ATX
Nikkei 225 (Price Index)
1.3%
-2.0%
-0.4%
-0.5%
0.7%
-2.5%
5.1%
1.4%
-1.1%
-0.3%
-0.4%
0.7%
-2.5%
2.7%
0.5%
1.8%
4.4%
7.3%
8.9%
-10.1%
-0.5%
-1.1%
6.1%
2.8%
5.7%
7.3%
-11.4%
1.3%
SMI (Price Index)
SPI1)
SLI1)
SMIC1)
VSCI2)
1.2%
1.0%
-0.2%
1.2%
-0.6%
1.2%
1.0%
-0.2%
1.2%
-0.6%
6.8%
10.3%
6.6%
6.8%
9.3%
6.8%
10.3%
6.6%
6.8%
9.3%
1)
Dividend adjusted, reinvested
2)
Vontobel Swiss Small Cap Index
Il presente opuscolo ha scopo puramente informativo e non costituisce né un’offerta né un invito alla presentazione di un’offerta, né una raccomandazione di acquisto
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vendita. Gli acquisti e le vendite devono essere effettuati soltanto sulla base degli attuali prospetti di vendita o regolamenti e di un eventuale rapporto di gestione
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eventuali perdite, può effettuare una simile operazione. L’opuscolo «Rischi particolari nel commercio con valori mobiliari» fornisce informazioni standar-dizzate sui
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Politica d`investimento – Ottobre 2014 Giappone: le frecce