GIORNATA MONDIALE DELLA VISTA I 8 Ottobre 2015
Degenerazione maculare, glaucoma, retinopatia diabetica, cataratta soprattutto dopo i 50 anni,
sono le principali cause di danni alla vista: non aspettare, vai dall’oculista!
La vista è un bene
prezioso: va tenuta
sempre d’occhio
La IAPB
Italia onlus
Questo è vero anche se non si ha
alcun sintomo: molte malattie oculari
possono passare inosservate.
Solo attraverso un controllo periodico,
effettuato esclusivamente presso un
medico oculista, si possono prevenire
o curare eventuali patologie degli
occhi. Alcune di esse possono ridurre
fortemente la capacità visiva, sino
a portare, in alcuni casi, all’ipovisione
e alla cecità. Sappiamo che la vista
è un patrimonio inestimabile: circa
l’80% di tutte le informazioni che
giungono dall’ambiente al nostro
cervello passano attraverso i nostri
occhi. Per questo la pratica della
prevenzione è ancora più importante.
In Italia e negli altri Paesi sviluppati
Programmi di prevenzione, attività
di educazione sanitaria, campagne
informative, ricerca scientifica e
comunicazione sociale rappresentano
gli strumenti messi in campo per
creare una cultura della prevenzione
e della riabilitazione visiva.
Di tutto questo si occupa l’Agenzia
Internazionale per la Prevenzione
della Cecità-IAPB Italia onlus.
La IAPB Italia onlus è stata fondata
nel 1977 per iniziativa dell’Unione
Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
e della Società Oftalmologica Italiana
ed è riconosciuta dallo Stato italiano
con la legge n. 284/1997 e dall’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità),
con cui porta avanti programmi e
sono particolarmente diffuse
malattie oculari che possono portare
a ipovisione e cecità, come la
degenerazione maculare legata all’età
(AMD), la retinopatia diabetica,
il glaucoma o la retinopatia ipertensiva.
Secondo l’OMS nel mondo vivono 39
milioni di ciechi e gli ipovedenti sono
246 milioni. In Italia, in particolare,
vivono almeno 362 mila ciechi e gli
ipovedenti sono oltre un milione.
attività di educazione sanitaria.
La sua attività è incentrata sulla
diffusione di informazioni relative alle
malattie oculari nonché sulla loro
diagnosi precoce.
Inoltre la IAPB Italia onlus promuove
e sostiene la riabilitazione visiva degli
ipovedenti, al fine di migliorare la
loro qualità della vita. Ogni cittadino
dovrebbe conoscere i principali rischi
a cui è esposta la sua vista e, allo
stesso tempo, le opportune misure
di prevenzione di cui può disporre.
All’oculista spetta il compito del
controllo periodico della vista.
Vediamo assieme quali sono le
principali malattie che colpiscono
gli occhi.
La degenerazione
maculare legata
all’età
COS’è
La degenerazione maculare legata
all’età è una delle patologie più gravi
dell’occhio. Colpisce la macula,
cioè la parte centrale della retina
che consente la visione distinta.
La malattia causa una grave
riduzione dell’acuità visiva e, quindi,
compromette la qualità di vita. Si stima
che il 5-10% della popolazione oltre i
75 anni ne sia colpita. Si riconoscono
due forme di degenerazione maculare
legata all’età: la forma secca
(atrofica), nella quale si realizza una
degenerazione progressiva della
macula, con un lento peggioramento
della visione centrale e la comparsa di
“zone scure” (scotomi); la forma umida
(essudativa), dovuta alla formazione di
vasi sanguigni anomali, i neovasi, che
si sviluppano al di sotto della retina
centrale. Questa seconda forma ha
un’insorgenza acuta o subacuta e si
manifesta con una riduzione della
capacità visiva centrale e la percezione
di immagini deformate.
FATTORI DI RISCHIO
Fattori di rischio principali sono l’età
(in genere si presenta dopo i 55 anni),
a cui seguono il fumo di sigaretta, la
familiarità, l’ipertensione arteriosa,
i disordini cardiovascolari e l’eccesso
di colesterolo e grassi nel sangue
(iperlipidemia). Si ritiene che numerosi
altri fattori, come l’esposizione alla
luce solare senza indossare occhiali
dotati di filtri, il colore chiaro dell’iride
e l’ipermetropia, possano predisporre
e/o contribuire all’insorgenza della
malattia.
DIAGNOSI E PREVENZIONE
La diagnosi viene fatta a seguito
di una visita oculistica.
Talora è necessaria, per uno studio
più accurato della retina, l’integrazione
con esami strumentali di tipo non
invasivo (OCT ossia la tomografia
a coerenza ottica) oppure di tipo
invasivo (fluorangiografia retinica
e l’angiografia al verde
di indocianina).
TERAPIA
Il trattamento preventivo delle forme
iniziali è rappresentato dall’assunzione
di vitamine ed antiossidanti, i cosiddetti
integratori alimentari. Le forme umide
risentono positivamente dell’iniezione
all’interno del bulbo oculare di
molecole in grado di bloccare la
proliferazione dei neovasi dannosi per
la retina (farmaci anti-VEGF).
Il glaucoma
COSÈ
Il glaucoma è una grave malattia
oculare che porta a un lento e
progressivo danno del nervo ottico
che si manifesta con una perdita
del campo visivo a partire dalla sua
periferia. La causa più frequente è
un aumento della pressione interna
dell’occhio. Secondo l’OMS ne sono
affetti 55 milioni di individui nel mondo,
rappresentando la seconda causa
di cecità. È considerata una patologia
dell’adulto, ma può comparire a
qualunque età. Ne esistono diverse
forme, ma le due più comuni sono:
il glaucoma cronico semplice (ad
angolo aperto) e il glaucoma acuto
(ad angolo chiuso). Il primo ha
un andamento subdolo perché è
asintomatico, il soggetto si accorge
del difetto del campo visivo solo in
fase molto avanzata, quando il danno
è irreversibile ed è già avvenuto
un restringimento concentrico del
campo visivo (è come se si vedesse
“attraverso il buco di una serratura” o
visione tubulare). Anche nel caso del
glaucoma cronico sono fondamentali
la visita oculistica con la misurazione
della pressione oculare (specialmente
dopo i 40 anni) ed eventualmente
l’esame del campo visivo. Il glaucoma
acuto (ad angolo chiuso) si manifesta,
invece, con un dolore violento al
bulbo oculare, arrossamento oculare,
vomito e riduzione visiva transitoria.
Anche questa forma si può prevenire
effettuando una visita oculistica
che evidenzia una predisposizione
anatomica dell’occhio. La misura
preventiva consiste nel praticare
sull’iride un piccolo foro con il laser.
FATTORI DI RISCHIO
I principali fattori di rischio
del glaucoma sono:
•p
ressione oculare troppo alta (valori
superiori ai 21 mm di mercurio
significano ipertensione oculare);
•e
tà superiore ai 40 anni
(ma i rischi aumentano
col trascorrere degli anni);
• f amiliarità (uno o più casi
di glaucoma tra i parenti stretti);
• diabete; miopia elevata.
DIAGNOSI E PREVENZIONE
È una malattia senza sintomi
particolari: ci si accorge del danno
al campo visivo solo in fase molto
avanzata. Per questi motivi è
essenziale la diagnosi precoce, in
modo da prevenire danni irreversibili.
La prevenzione consiste in una
visita oculistica che consente di
diagnosticare la malattia.
I controlli oculistici vanno ripetuti
periodicamente, specialmente nei
soggetti a rischio.
TERAPIA
Il glaucoma è una malattia che
richiede una cura a lungo termine.
Spesso è sufficiente utilizzare dei
colliri per abbassare la pressione
oculare, seguendo le indicazioni
dell’oculista.
Se la terapia medica risulta
insufficiente si ricorre alla chirurgia; in
casi particolari si può praticare il laser.
La retinopatia diabetica
COS’è
Il diabete è una malattia metabolica
dovuta ad un aumento del glucosio
del sangue (iperglicemia) a causa di
una produzione più o meno ridotta
dell’insulina, l’ormone secreto dal
pancreas. La retinopatia diabetica è
una complicanza frequente del diabete
ed è legata ad alterazioni vascolari
della circolazione retinica. Nei Paesi
industrializzati è la principale causa di
ipovisione e cecità nei soggetti in età
lavorativa (20-65 anni). Si riconoscono
due forme: non proliferante (tipica
delle fasi iniziali, si presenta con
microemorragie e microaneurismi,
raramente con aree dove si ha un
insufficiente apporto di ossigeno);
proliferante, la forma più grave.
In quest’ultimo caso si formano nuovi
vasi che possono sanguinare causando
emorragie più o meno massive,
distacco di retina sino alla cecità,
glaucoma neovascolare.
A volte si può sviluppare un edema
maculare (accumulo di liquido sotto
la retina) che può ridurre in maniera
significativa le capacità visive.
DIAGNOSI E PREVENZIONE
La comparsa della retinopatia
diabetica è strettamente legata alla
durata del diabete e al suo controllo
metabolico. Ulteriori fattori di rischio
sono l’ipertensione sistemica, la
gravidanza, il fumo, lo stress, le diete
ricche in zuccheri, grassi e i fattori
genetici.
DIAGNOSI E PREVENZIONE
Per ridurre o prevenire la retinopatia
diabetica occorre soprattutto
controllare il diabete; anche gli
altri fattori di rischio vanno corretti.
È fondamentale eseguire visite
oculistiche periodiche di controllo,
per monitorare la malattia
e intervenire precocemente quando
compaiono i segni di ischemia
della retina (zone retiniche in cui
scarseggia l’ossigeno, evidenziabili
alla fluorangiografia).
TERAPIA
Il trattamento medico della retinopatia
diabetica ha lo scopo di normalizzare
i valori della glicemia, della pressione
arteriosa e di eliminare tutti i potenziali
fattori di rischio, per arrestare o
almeno rallentare la progressione
del danno alla retina.
Il trattamento parachirurgico prevede
l’utilizzo del laser: si “bruciano” le aree
ischemiche della retina contrastando
la produzione delle sostanze (fattori di
crescita angiogenici) che favoriscono
la formazione dei neovasi dannosi.
Infine, il trattamento chirurgico
consiste nella vitrectomia ossia
nella rimozione del gel vitreale
(che riempie gran parte del bulbo
oculare) infarcito di sangue e nella
rimozione di membrane neovascolari
che si possono presentare nelle
forme più gravi di retinopatia diabetica,
causando il distacco della retina.
La cataratta
COS’è
La cataratta è una progressiva
opacizzazione del cristallino,
la lente naturale dell’occhio situata
dietro l’iride, che ha la funzione
di far convergere i raggi luminosi
sulla retina.
Rappresenta nel mondo la prima
causa di grave riduzione della vista.
FATTORI DI RISCHIO
L’età è il principale fattore di rischio:
la cataratta è una conseguenza del
naturale processo di invecchiamento
e tipicamente si manifesta nell’età
adulta/senile. Altri fattori possono
favorire o accelerare la sua comparsa:
l’esposizione ai raggi ultravioletti,
malattie metaboliche come il
diabete, il fumo, l’obesità, i traumi
oculari, le malattie infiammatorie
oculari o l’assunzione protratta
di alcuni farmaci (come il cortisone).
DIAGNOSI E PREVENZIONE
La cataratta può non dare sintomi se
l’opacizzazione è modesta o lontana
dall’asse visivo. Tuttavia, se l’opacità
si localizza centralmente si lamenta
sensazione di annebbiamento,
abbagliamento, difficoltà alla
guida notturna, visione doppia e
ingiallimento delle immagini.
Per la diagnosi è necessaria la visita
oculistica.
TERAPIA
L’unico trattamento efficace è
l’intervento chirurgico. Il cristallino
opacizzato viene estratto e, al suo
posto, viene impiantato un cristallino
artificiale (IOL) in materiale sintetico.
La procedura chirurgica più praticata
è la frantumazione del cristallino
(facoemulsificazione) mediante
ultrasuoni.
Una volta impiantato il nuovo
cristallino, il recupero visivo è rapido
e soddisfacente qualora non siano
presenti alterazioni della retina o del
nervo ottico.
L’ipovisione
e la riabilitazione
visiva
COS’È L’IPOVISIONE
La degenerazione maculare legata
L’ipovisione è quella condizione di
riduzione permanente della funzione
visiva che non permette a un individuo
il pieno svolgimento della sua attività
di relazione, la conduzione di
una normale attività lavorativa, il
perseguimento delle sue esigenze ed
aspirazioni di vita. Secondo l’OMS un
soggetto è cieco quando la sua acuità
visiva corretta nell’occhio migliore è
inferiore a 1/20, mentre è ipovedente
quando è compresa tra 3/10 e 1/20.
LA NORMATIVA
Nel nostro Paese, fino a qualche anno
fa, non esisteva una cultura della
riabilitazione visiva. La situazione
è radicalmente cambiata con la Legge
n. 284 del 1997 (“Disposizioni per
la prevenzione della cecità e per la
riabilitazione visiva e l’integrazione
sociale e riabilitativa dei ciechi
pluriminorati”). La revisione delle
norme che stabiliscono i limiti legali
in tema di cecità e ipovisione è stata
approvata con una legge specifica
(n. 138 del 3 aprile 2001). Suo merito
principale è quello di prendere
in esame, per la valutazione del
danno, non solo lo stato della visione
centrale ma anche quello della
visione periferica (cioè il campo visivo
completo).
Sulla base di questa legge vengono
riconosciute 5 classi di minorazione
visiva: cecità totale, cecità parziale,
ipovisione grave, medio-grave e lieve.
LA VASTITÀ DEL PROBLEMA
Secondo l’OMS il numero degli
ipovedenti è destinato ad aumentare.
Stime del 2010 parlano di 246 milioni
di ipovedenti al mondo. Le cause di
questo fenomeno sono molteplici.
Al primo posto figura sicuramente
l’invecchiamento della popolazione.
Un’altra causa è il miglioramento,
in termini di prevenzione e terapia,
che l’oftalmologia ha fatto registrare
negli ultimi anni, per cui gravi
patologie che in passato portavano
alla cecità vengono oggi bloccate allo
stato di ipovisione.
CHI E’ L’ IPOVEDENTE
Spesso si tratta di un soggetto anziano
e, in quanto tale, può presentare altre
forme di invalidità.
La maggior parte delle volte è un
individuo psicologicamente fragile
anche perché si ritrova a perdere
la sua autonomia. Frequentemente
vive un’emarginazione sociale legata
all’uscita dal mondo del lavoro, cui
a volte si associa una condizione
di solitudine, anche familiare,
specialmente nelle grandi città.
La perdita o la significativa riduzione
della capacità visiva cambia in maniera
irreversibile la vita dell’individuo.
Infatti le limitazioni funzionali che ne
conseguono possono interessare molti
momenti della vita personale.
Possono risultare compromesse:
le normali attività della vita quotidiana
(vestirsi, curare la propria persona,
mangiare); le attività domestiche (pulire
la casa, fare la spesa); le occupazioni
di svago e tempo libero (guardare la
TV, leggere); le attività di relazione e
comunicazione (scrivere, comporre
un numero di telefono); la propria
attività lavorativa (guida, utilizzo del
computer); le capacità di movimento e
spostamento (uscire da soli, prendere
un mezzo pubblico).
LA RIABILITAZIONE VISIVA
L’OMS ribadisce da anni che l’ipovisione
costituisce un problema prioritario
per i Servizi Sanitari di tutti i Paesi
i quali, davanti alla drammaticità
del fenomeno, sono chiamati ad
organizzare programmi di intervento
non solo in termini di profilassi e
terapia, ma anche e soprattutto
di riabilitazione. Nessun danno
riesce a precludere totalmente
una certa possibilità di recupero,
indipendentemente dall’età; condizione
essenziale è la piena collaborazione
della persona ipovedente, che
deve nascere da una forte spinta
motivazionale ad uscire da una
situazione di profondo disagio.
La riabilitazione visiva è il naturale
completamento di trattamenti
medici o chirurgici in cui il soggetto
ipovedente va considerato nella sua
globalità, non solo da un punto di
vista oculistico. Essa richiede, infatti,
un approccio multidisciplinare che
coinvolge più figure professionali:
oculista, psicologo, ortottista, ottico,
istruttore di orientamento, mobilità
ed autonomia personale, assistente
sociale. A questi si aggiungono il
neuropsichiatra infantile ed il terapista
della psicomotricità dell’età evolutiva
nel caso dei bambini.
L’ambiente sociale, inoltre, è
fondamentale: la risposta alla
riabilitazione visiva è migliore
quando si instaura un buon rapporto
di collaborazione con la famiglia
dell’ipovedente o quando ci si può
avvalere dell’aiuto di organizzazioni
e associazioni presenti sul territorio.
Il Centro di riabilitazione visiva
deve rappresentare il punto di
riferimento costante per l’ipovedente:
è fondamentale che il riabilitatore e
la persona ipovedente perseguano gli
stessi obbiettivi, ossia è indispensabile
che il progetto riabilitativo sia costruito
a misura del singolo paziente, sia da
egli compreso e accettato.
La motivazione del soggetto, come
detto, costituisce la variabile principale;
senza il continuo esercizio la
riabilitazione visiva è vana. Il recupero
delle abilità visive e il potenziamento
del residuo visivo sono l’obbiettivo
principale dell’intervento riabilitativo
che si avvale di ausili che possono
essere di tipo ottico, elettronico
o informatico; le esperienze già
maturate devono essere salvaguardate
e potenziate. In considerazione del
costante aumento del numero degli
ipovedenti e al fine di migliorare la
qualità di vita di questi soggetti è
necessario incrementare i programmi
di ricerca nell’ipovisione.
IL POLO NAZIONALE
Il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca
per la Prevenzione della Cecità e la
Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti
è un Centro di Collaborazione
dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità che la IAPB Italia Onlus ha
fondato grazie alla Legge n. 291/2003.
Suoi principali obiettivi sono:
• r icerca medico-scientifica nella
prevenzione e nella riabilitazione
visiva degli ipovedenti;
• r iabilitazione visiva personalizzata
(approccio globale alla persona
ipovedente);
• c onsulenza scientifica e supporto
tecnico alle istituzioni pubbliche in
materia di ipovisione;
• promozione
di un network tra i centri
di ipovisione italiani, formazione e
aggiornamento degli operatori;
Il Polo Nazionale è ubicato presso il
Policlinico “A. Gemelli” di Roma, con
cui la IAPB Italia onlus porta avanti
una proficua collaborazione. Si tratta
dell’unico Centro di collaborazione
dell’OMS in Europa per la prevenzione
della cecità e il solo al mondo per la
riabilitazione visiva.
IAPB ITALIA ONLUS
Agenzia Internazionale
per la Prevenzione
della Cecità
sezione italiana
Via U. Biancamano, 25
00185 Roma
T +39 06 36004929
F +39 06 36086880
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Consultazione oculistica
gratuita dal lunedì al venerdì
dalle 10:00 alle 13:00.
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opuscoli - Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità