RELAZIONE GRUPPO MINORI E TERRITORIO
Composizione del gruppo
Cooperativa “Madre Teresa”, Ceis, Cooperativa “Papa Giovanni”, Cooperativa “Dimora
D’Abramo”,Cooperativa“Centro Servizi Arcobaleno”,CentroPrevenzioneSociale,ANFAA,Famiglie
per l’emergenza, OSEA,Solidarietà 90, Unione Colline Matildiche, Unione Terre di mezzo,
Comune di Reggio Emilia (Policy, Poli Servizi Sociali, Officina Educativa), Istituzione SCI, AUSL
di Reggio Emilia (NPIAA), APS “Giro del Cielo”
Il gruppo si è incontrato 8 volte in sedi diverse:
24/05/2013 Comune di RE c/o Galleria S.Maria
27/06/2013 Ceis
23/07/2013 Centro Prevenzione Sociale – CPS
12/09/2013 Centro Internazionale L.Malaguzzi
10/10/2013 Comune di RE – Polo sud
04/11/2013 OSEA
02/12/2013 Madre Teresa
13/01/2014 Centro Arcobaleno
Poichè la composizione del gruppo ha visto insieme per la prima volta in un luogo di confronto e
progettazione queste organizzazioni,pur essendo attivi diversi scambi e progettualità, si è ritenuto
utile avviare i lavori attraverso una conoscenza più articolata di ciascuna realtà, con riferimento in
particolare alle attività rivolte all’individuazione di azioni preposte a rinforzare i legami tra
minori/famiglie e territorio.
E’ stata realizzata una mappatura con relative schede utile a visualizzare le realtà e i servizi attivi ad
oggi nei nostri territori.
Emerge che la realtà dei servizi è multi sfaccettata e articolata. Sia l’accoglienza residenziale che il
supporto professionale domiciliare sono sufficientemente presenti e differenziati con diverse
tipologie e intensità.
L’integrazione socio-sanitaria è orientata alla presa in carico in presenza di bisogni complessi, ma
attiva confronti integrati nelle èquipe territoriali a partire dalle situazioni con evidenze di segnali di
rischio.
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Nella ricomposizione dei diversi osservatori emerge che, mentre il lavoro orientato
all’erogazione di servizi e interventi è strutturato e riconosciuto, appare invece più debole un
investimento complessivo orientato alla costruzione di legami.
La promozione e lo sviluppo di legami tra le persone pare essere un oggetto di lavoro complesso e
magmatico, sfuggente e poco visibile. Sicuramente viene assunto un lavoro volto al legame tra
persone in carico ai diversi servizi ( ad es. tra persone che vengono accolte nello stesso centro), più
difficile viene dichiarato essere un lavoro orientato a coinvolgere la comunità, le persone
intorno.
Da un lato i territori “rispondono” in modo diverso: vi sono zone della città, ma anche realtà di
paese del distretto più attive e responsive nel farsi corresponsabili del bene comune e di ciò che in
quel territorio emerge e zone più “chiuse”, con legami rarefatti e realtà disaggregate.
Emerge distanza tra parte dei centri di accoglienza e i territori circostanti, che difficilmente
riconoscono e assumono queste realtà e talvolta sono vissute con diffidenza.
Viene evidenziato che, laddove la progettualità e la nascita di un servizio sono stati
espressione della volontà delle persone e delle famiglie, la comunità circostante ha corrisposto
attivamente e questo sembra essere ciò che traccia un’appartenenza.
A fronte della difficoltà nel promuovere e sostenere i legami sociali tra le persone, viene
contestualmente condiviso che la complessità delle vite di fronte ai cambiamenti sociali ed
economici impressi con un’accelerazione che non permette adattamenti ha reso più evidenti le
fragilità cui le famiglie e le persone sono esposte.
La frattura dei legami rischia di rendere ancor più esponenziale le fragilità e la presenza o meno di
una rete sociale segna spesso la differenza tra farcela e non farcela di fronte alle medesime
difficoltà in presenza di transizioni di vita che possono indebolire le famiglie e mettere seriamente a
rischio le capacità e possibilità di riformulazioni.
Poiché parlare di fragilità significa aprire alle rappresentazioni che ciascuno di noi ha in riferimento
ai propri vissuti, alla propria professione, all’osservatorio di appartenenza, si è ritenuto utile
costruire nel gruppo una declinazione di fragilità che fosse condivisa e facesse sintesi delle diverse
conoscenze/esperienze/raffigurazioni.
Dal nostro osservatorio
Sembra emergere un indebolimento/incapacità delle persone a stare e a gestire i cambiamenti
ordinari della vita, a onorare il proprio e l’altrui limite.
Nelle scuole viene segnalata la difficoltà dei genitori ad accettare i limiti dei figli, viene evidenziato
che persone benestanti si vergognano di avere figli che esprimono difficoltà.
Emerge difficoltà a chiedere aiuto per vergogna, per difficoltà ad esporsi, per un gap tra le attese e
la realtà che talvolta ingenera mancanza di consapevolezza e negazione del bisogno.
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Ci sono tabù su alcuni argomenti e questo costituisce un ulteriore elemento di inibizione: ad
esempio il tema del denaro, della gestione del denaro, ma anche della sua privazione, costituisce un
grande tabù.
A proposito di questo viene evidenziato come anche i confini tra operatori e utenti non ci sono
più: tutto quello che ha a che fare con le difficoltà economiche annulla le distanze, rende i confini
molto permeabili e alimenta identificazioni tra operatori e utenti non facili da gestire perché li mette
alla pari, situazione cui i servizi sono poco abituati.
In questo momento e in questi nuovi problemi anche i servizi sono fragili perché si trovano a
mettere in campo modalità nuove e a gestire la diminuzione delle risorse a fronte di una zona
grigia di disagio che aumenta: servono risorse relazionali per poter stare in queste fragilità. E’
una zona grigia che richiede di accompagnare anche gli operatori. E’ importante sviluppare
conoscenza e consapevolezza anche sulle fragilità dei servizi.
I fenomeni di migrazione ( verso aree della città o dei paesi meno costose) dovuti alla crisi
economica “spezzano” i legami. La continuità fa la differenza nella costruzione e nel
consolidamento dei legami.
Questo richiama alla necessità di stare sulla parzialità degli interventi, alla necessità,cioè, di
accompagnare le persone solo per un pezzo, per quello che è necessario.
Il tema della solitudine, ancorchè dentro reti di prossimità, è un altro fenomeno che viene
richiamato.
Non è dato che, ad esempio, se frequenti un ambiente religioso, questo di per sé favorisca
l’esposizione della propria fragilità. In alcuni ambiti, compreso quello cattolico, sei accettato solo se
puoi dare e questo porta le persone a non dichiarare le proprie difficoltà alimentando la chiusura, il
ritiro e allontanando il contatto e la condivisione.
Emerge difficoltà ad “osare”, ad uscire dai confini personali e relazionali dati e costruiti nel tempo,
così come una difficoltà ad accogliere da parte di chi ha relazioni consolidate, si è parlato di “bolle
relazionali”, ovvero di sistemi relazionali ( gruppi di persone) chiuse, che non favoriscono
l’apertura verso altri. Si tratta di circuiti di relazioni stabili, ma poco propensi ad integrare altre
persone allargandoi circuiti, prevale una sorta di “routine relazionale”.
Si possono considerare fragili:
•
Coppie (italiane o straniere) senza reti parentali e amicali
•
Famiglie monoreddito con più figli
•
Famiglie con una appartenenza religiosa che inibisce l’integrazione
•
Nuclei familiari, coppie e/o madri sole (italiane e/o straniere) con problemi di conciliazione
tempi lavoro/educazione
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•
Nuclei familiari con genitori in situazione di conflitto
•
Genitori stranieri con difficoltà di comprensione della lingua italiana
•
Nuclei familiari con problemi sanitari e/o di disabilità
•
Nuclei familiari con difficoltà di cura dei minori (spesso lasciati soli e/o impossibilitati alla
frequentazione di luoghi di socializzazione…)
•
Nuclei familiari giovani, con esperienza di primo parto, senza sufficiente rete amicale e/
parentale
•
Nuclei familiari con figli minori con difficoltà di apprendimento
•
madri sole (italiane o straniere) con uno o più figli anche minori
•
Nuclei familiari (specialmente stranieri) con problemi di gestione delle proprie risorse
economiche
I servizi sono vissuti ancora come “risolutori”, c’è un eccesso di delega che nel tempo si è
costruito, con la specializzazione e con l’immaginario di poter avere per ogni problema una
risposta. Oggi c’è la necessità di ricondividere la delega e costruire responsabilità più diffuse a
fronte di problemi complessi, sfuggenti,multiformi, in rapida evoluzione.
Come sviluppare conoscenze che aiutino a costruire legami?
Si ritiene utile un approccio comunitario che transiti dalla dicotomia famiglie-risorsa / famigliabisogno a un approccio relazionale di famiglie alla pari, perché contribuiscano a creare uno spazio
relazionale ‘generativo’, in cui è possibile prendersi cura dell’altro. Dalla capacità di prendersi cura
di sé alla capacità di generare l’altro’ sociale.
Si concorda pertanto di predisporre alcune proposte progettuali orientate a sviluppare quest’ultimo
approccio e che vedano in contesti micro la possibilità di realizzare alcune azioni –pilota.
Sulla base di caratteristiche che tengono conto di un humus fertile in partenza, ovvero territori già
capaci di promuovere azioni sociali generative, si individuano tre aree territoriali entro cui avviare
possibili sperimentazioni : la zona dell’Unione Terre Matildiche, la zona dell’Unione Terre di
Mezzo e la zona di Rosta (Polo sud) per Reggio città.
Si condivide di lavorare in sottogruppi per declinare nel dettaglio le proposte progettuali orientate a
sviluppare azioni che promuovono legami tra famiglie in situazioni di fragilità.
Le proposte (n.4) sono state trascritte nelle schede allegate.
I progetti sono stati condivisi nel gruppo di lavoro e vengono consegnati come esito del percorso.
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Nome del progetto
Data compilazione
Formazione ai gruppi di auto
mutuo aiuto
Promotore
Gruppo accoglienza e territorio famiglie e minori
Soggetti coinvolti
Componenti del gruppo di lavoro su accoglienza e territorio famiglie e minori ed eventualmente altri soggetti
che svolgono attività nelle relazioni d’aiuto
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Obiettivi
1) Diffondere e senbilizzare ai modelli di lavoro fondati sui gruppi di auto mutuo aiuto.
2) Acquisire competenze nella facilitazione al lavoro in gruppi di auto mutuo aiuto.
3) Formazione di 20 operatori/volontari di enti ed associazioni
Destinatari
Potrà essere rivolto oltre a coloro che si occupano di famiglie e minori, in generale a tutti quei soggetti che si
occupano di relazioni d’aiuto
Ambito territoriale
Distretto di Reggio Emilia
Dati qualitativi
Indicare i gruppi d’auto aiuto di cui si è a conoscenza nel territorio del distretto: AA, CAT, Gruppo
dipendenti affettivi, gruppo mangiatori compulsivi, gruppi famiglie Ceis e CPS, Gruppo dipendenti anonimi
Risorse
Organizzazioni/operatori/volontari che già svolgono attività di gruppi di auto mutuo aiuto
Descrizione del progetto
Si svilupperà in fasi:
1) Formazione in aula sull’auto mutuo aiuto e sul lavoro di gruppo
2) Formazione sul campo: partecipazione ai gruppi di auto mutuo aiuto
3) Accompagnamento all’avvio di nuovi gruppi di auto mutuo aiuto
4) Monitoraggio e supervisione gruppi di auto mutuo aiuto
Le fasi potranno essere in parte sovrapposte ed il tempo totale previsto per lo sviluppo è di 18 mesi.
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Esiti attesi
Avvio nuovi gruppi di auto mutuo aiuto in ambiti in cui oggi non sono presenti. Implementazione
della rette dei gruppi d’auto aiuti già esistente.
Data compilazione
Nome del progetto
Di famiglia in famiglia. Storie
e piccoli gesti di
quotidiana solidarietà.
10 dicembre 2013
Promotori
Servizi Sociali Territoriali Polo Sud, Ce.I.S., Associazione Giro del Cielo, Associazione Papa
Giovanni XIII, Circoscrizione Sud
Soggetti Coinvolti
Centro di ascolto Caritas interparrocchiale S. Antonio, S. Luigi e S.Anselmo, Ludoteca San Luigi, Istituti
comprensivi Pertini 1e 2, Tavolo di quartiere minori Polo Sud, associazioni e realtà organizzate del
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territorio
Obiettivi
Contrastare l’isolamento di famiglie con figli minori con reti familiari e/o amicali fragili o assenti.
Promuovere attivazioni di azioni di solidarietà e di supporto tra famiglie rafforzando i legami di comunità e
di conoscenza/scambio.
Destinatari
Famiglie del territorio identificato con particolare attenzione alle famiglie con figli minori.
Ambito territoriale
Polo Sud:
Rosta Nuova con particolare riferimento alla zona di Via Wybicki, Mutilati del lavoro, e limitrofe.
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Dati Quantitativi
L’ambito territoriale di Rosta, per la parte del Polo Sud, vede la presenza di 5088 abitanti (di cui 1095
stranieri) appartenenti a 2474 famiglie di cui 268 costituite da un genitore con figli (40 padri con figli e 228
madri con figli) e 1156 famiglie monopersonali.
Le famiglie con figli minori sono 365 di cui 237 coppie; 68 madri sole; 5 padri soli.
Nel complesso i bambini/ragazzi nella fascia di età 0 –18 di cui 538 italiani e 267 stranieri.
Dati Qualitativi
L’area di Rosta, limitrofa al centro città, è una zona sostanzialmente di tipo residenziale la cui struttura
base nasce intorno agli anni ’50. Dal punto di vista urbanistico vi è una sostanziale stabilità e non sono
previsti ampliamenti.
La densità abitativa è significativa e vede la presenza di spazi aperti e spazi comuni (piazza, portici, chiesa,
biblioteca, scuole) oltre che di aree verdi e percorsi di connessione tra l’edificato inseriti nel tessuto
residenziale come fossero un tutt’uno.
E’ un territorio ricco di servizi di tutti i tipi: esercizi commerciali, trasporti , servizi educativi, culturali e
ricreativi.
La struttura del quartiere favorisce la socialità in particolare nella zona di via Wybicki che è
particolarmente ricca di punti di incontro (piazza , portici, parco)
Sono presenti inoltre la sede della Circoscrizione Sud e diverse realtà associative e di volontariato vivaci e
attive. Tra queste ricordiamo: Parrocchia, Centro di ascolto interparrocchiale, Get, Doposcuola (Parrocchia
e Giro del Cielo), Biblioteca, Centro sociale di Rosta, Associazione Giro del cielo, Ludoteche di San Luigi
e Sant’Antonio, Associazioni scout (A.G.E.S.C.I. e C.N.G.E.I.), Via Wybicki Libera associazione di
cittadini.
Descrizione del progetto
Il progetto prevede:
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Una prima fase di approfondimento sul tema del mutuo aiuto tra famiglie
Azioni previste:
-
studio di elementi già rilevati (tramite focus group) dal tavolo di quartiere minori del Polo Sud sul
tema dell’aiuto tra famiglie della zona
Incontro con volontari della Ludoteca di San Luigi e del Centro di Ascolto interparrocchiale
Caritas di zona
Incontro con libera associazione di cittadini Via Wybicki
Incontro con operatori del Polo Sud sul tema degli affidi sostegno
Lavoro di approfondimento con gruppi di insegnanti degli istituti comprensivi Pertini1e 2
Incontri con rappresentanti di classe dei medesimi istituti
Interviste o focus group con famiglie (almeno 20) identificate tramite Centro di ascolto, Polo, altre
realtà del territorio (Giro del Cielo, ludoteca, parrocchia, ecc.). Contestuale raccolta di eventuali
disponibilità di singoli e/o famiglie per “affiancamenti leggeri” ad altre famiglie e/o azioni di
mutuo aiuto anche in collegamento con realtà organizzate del territorio.
Una seconda fase volta a:
-
ricomporre gli esiti delle interviste e incontri attraverso la realizzazione di una raccolta scritta di
“storie di quotidiana solidarietà”
realizzare iniziative di incontro/conoscenza tra famiglie (almeno 2)
realizzare un evento pubblico di restituzione al quartiere degli esiti del percorso progettuale
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Risorse
Operatori dei Servizi Sociali Territoriali del Comune di Re (Polo Sud e Policy): lavoro in tutte le fasi del
progetto
Ce.I.S.: collaborazione nella progettazione, nell’incontro e attivazione di famiglie, nella
ricomposizione in forma scritta delle esperienze raccolte e nella realizzazione di eventi
Associazione Giro del Cielo: collaborazione nella progettazione, nell’incontro e attivazione di famiglie,
nella ricomposizione in forma scritta delle esperienze raccolte e nella realizzazione di eventi
Associazione Papa Giovanni XXIII: Collaborazione nella progettazione, nella realizzazione delle interviste,
nell’incontro e attivazione di famiglie, nella ricomposizione in forma scritta delle esperienze raccolte e
nella realizzazione di eventi.
Tavolo di quartiere minori Polo Sud: collaborazione nella progettazione, nella realizzazione del lavoro con
insegnanti e rappresentanti di classe degli istituti comprensivi (rappresentante istituti comprensivi),
nell’incontro e attivazione di famiglie (centro di ascolto, pediatra, Giro del Cielo), nella realizzazione di
eventi (scuola, centro di ascolto, giro del cielo)
Circoscrizione Sud: collaborazione nella progettazione, nella realizzazione di eventi e opuscolo su esiti
progetto.
Biblioteca di Rosta: collaborazione nella realizzazione di eventi
Servizio Comunicazione e centro stampa del comune di Re: collaborazione nella realizzazione opuscolo e
evento di restituzione
Esiti attesi e tempi di realizzazione
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Esiti attesi:
-
attivazione di nuove sensibilità e scambi spontanei all’interno della comunità
consolidamento dei rapporti di collaborazione tra differenti realtà organizzate del territorio
(associazioni, centro sociale, centro di ascolto, biblioteca, scuole, ecc.)
avvio di un percorso di costruzione di una rete di famiglie solidali anche in connessione con realtà
organizzate del territorio (parrocchia, associazioni, biblioteca, ludoteche, scuola, ecc.)
Tempi: anno 2014 e prima metà anno 2015
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Data compilazione
Nome del progetto
18.12.2013
“Casa del volontariato, Casa Comune”
Promotore Comune di Quattro Castella –
Soggetti coinvolti
Centro delle Famiglie pedecollina, Dar Voce, Ass.ne Onlus Giardino di San Giuseppe, Auser, Caritas, Cisv
(ass.ne Amici d’Europa), Banca del Tempo, Ass.ne Scuola e Territorio.
Obiettivi
Attivare percorsi di rafforzamento dei legami di comunità,
Destinatari
singoli cittadini (anche nuovi residenti), giovani famiglie, gruppi formali ed informali, operatori dei servizi.
Ambito territoriale
Comune di Quattro Castella (in una prima fase sperimentale) e poi il territorio dell’Unione colline matildiche
(Albinea, Vezzano)
Risorse
Equipe centro famiglie, rappresentanti ass.ni, collaborazione con Dar Voce.
Locali sede Casa del Volontariato
Descrizione del progetto
dall’attivazione di una più stretta sinergia tra servizi pubblici e associazioni, che condividono la
stessa sede, si intende dare vita ad una rete in grado di potenziare il ruolo del volontariato e
progettare un circuito di opportunità relazionali e di integrazione sia per le famiglie in difficoltà che
per la cittadinanza nel suo insieme. Attraverso la creazione di attività territoriali si desidera
incentivare la cultura della reciprocità, della solidarietà e del valore dell’impegno sociale affiancati
al reperimento di risorse economiche.
Le azioni principali avranno l’obiettivo di progettare e realizzare un circuito di opportunità relazionali e di
integrazione sia per le famiglie in difficoltà che per i cittadini che intendono contribuire con risorse non
monetarie (es. tempo).
Le singole azioni avranno l’obiettivo di:
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• fornire a persone appositamente scelte strumenti per coordinare, organizzare e gestire i gruppi,
anche informali, che attualmente agiscono sui territorio a contrasto della crisi (animatori territoriali)
• favorire e potenziare una collaborazione progettuale condivisa tra volontariato, cittadini ed Ente
locale
• aumentare il numero di cittadini volontari che possono impegnarsi in progetti di comunità sul
territorio (in particolare attivando le risorse dei nuovi cittadini e di giovani famiglie) in modo
particolare intercettando i cittadini che non si “pensano” all’interno delle classiche strutture di
volontariato
• Ipotizzare nuove modalità per contrastare i problemi causati dall’attuale crisi economica con
particolare riferimento alle fasce fragili della popolazione
Tempi
Fase 1 – inverno 2013 - primavera 2014
- condivisione del progetto con le realtà già attive
- promozione di momenti di conoscenza e scambio tra diverse realtà formali ed informali,
- individuazione di “animatori della comunità” tra i volontari già attivi o tra cittadini che
intendano spendere le proprie competenze a favore della propria comunità;
Fase 2 – estate – autunno 2014
-
-
progettazione e realizzazione di laboratori definizione e di attività di gruppo che concretamente
possano diventare luoghi di integrazione sociale anche prendendo spunto da esperienze già attivate
dalle diverse associazioni e che consentano la partecipazione di cittadini di recente immigrazione e
di giovani famiglie (laboratori per il riuso, riparazione biciclette, cucina, cucito….)
progettazione e realizzazione di momenti di incontro e scambio che permettano di ragionare tra
adulti sul significato della crisi economica e della tenuta sociale di una comunità locale finora
considerata ricca di risorse ed opportunità
apertura di uno spazio per l’orientamento circa le diverse opportunità di volontariato presenti sul
territorio;
Esiti attesi
Risultati attesi:
-
realizzare una “mappatura” condivisa dei bisogni della comunità e delle risorse che posso essere
attivate e messe in comune dai cittadini e dal volontariato.
Potenziamento delle relazioni tra i gruppi della comunità e costruzione di relazioni inedite;
Individuare sul territorio nuove figure di riferimento (animatori di comunità) che acquisiscano nuove
competenze;
Allargamento dei soggetti e dei cittadini attivati all’interno della comunità (in modo particolare nella
fascia delle giovani famiglie)
Iniziare a condividere sul territorio alcune riflessioni e buone prassi che potrebbero essere la base
per l’attivazione del progetto “famiglie aiutano famiglie”
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Data compilazione
Nome del progetto
18.12.2013
“UNA FAMIGLIA PER UNA FAMIGLIA”
Promotore Unione terre di Mezzo, Coop. Soc. “Madre Teresa”, “L’Arcobaleno Servizi”
Soggetti coinvolti
Unione terre di Mezzo, Coop. Soc. “Madre Teresa”, “L’Arcobaleno Servizi”, associazioni e realtà locali
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Obiettivi
Sperimentare una nuova forma di sostegno familiare in cui una famiglia solidale affianca una famiglia in
situazione di temporanea difficoltà, instaurando con essa una relazione di prossimità, coinvolgendo tutti i
soggetti di entrambi i nuclei.
Offrire risposta immediata e concreta ai nuclei in difficoltà favorendo lo sviluppo di occasioni di
integrazione sociale, tramite il coinvolgimento e la partecipazione di attori formali e informali che
compongono la rete comunitaria, primo fra tutti la famiglia nella sua interezza
Destinatari
Famiglie “a rischio” che stanno vivendo una situazione critica, che può essere determinata da precarie
condizioni economiche, fragilità genitoriali, mancanza di reti di supporto. Non c’è un danno conclamato,
nè necessità di interventi urgenti, né segnalazione al Tribunale dei Minori.
Ambito territoriale
Unione Terre di Mezzo
Risorse
Supervisione Fondazione Paideia, operatori dei Servizi, del Privato Sociale, famiglie, cittadini
Descrizione del progetto
UNA FAMIGLIA PER UNA FAMIGLIA” è un progetto ideato e sviluppato per sperimentare una nuova
forma di sostegno familiare in cui una famiglia solidale affianca una famiglia in situazione di temporanea
difficoltà, instaurando con essa una relazione di prossimità, coinvolgendo tutti i soggetti di entrambi i nuclei.
L’affiancamento permette di instaurare un rapporto di reciprocità fra le due famiglie, realizzando un
intervento che sostiene senza dividere, perché coinvolge tutto il nucleo familiare e non è focalizzato solo sul
minore. Offre risposta immediata e concreta ai nuclei in difficoltà e favorisce lo sviluppo di occasioni di
integrazione sociale, tramite il coinvolgimento e la partecipazione di attori formali e informali che
compongono la rete comunitaria, primo fra tutti la famiglia nella sua interezza.
FASI PROGETTUALI:
* Presentazione del progetto ai Sindaci dell’Unione, alle Amministrazioni locali e ai Servizi
sociali del territorio nel quale si intende promuovere il progetto, da parte della Dirigente Area
Sociale dell’Unione, Coop. Soc. “Madre Teresa”, “L’Arcobaleno Servizi” e Fondazione Paideia
Acquisizione dell’interesse e del mandato politico per promuovere il progetto
* Costituzione Gruppo Istituzionale promotore del progetto Definizione delle finalità, contenuti,
aspetti gestionali, e ricadute organizzative per gli enti aderenti
* Costituzione Gruppo Tecnico Avvio operativo del progetto con l’attivazione della figura di segreteria
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tecnico-organizzativa, definizione incontri di sensibilizzazione e promozione del progetto con reti di
famiglie, associazionismo, istituzioni ed enti del terzo settore presenti sul territorio. Ipotesi di itinerari
formativi per tutor e famiglie affiancanti.
* Giornata pubblica di presentazione del Progetto
* Fase di sensibilizzazione e coinvolgimento territoriale
* Azioni di Fund Raising (territoriale, bandi, Fondazioni)
* Realizzazione del progetto. Individuazione delle famiglie da affiancare, dei tutor, delle famiglie
affiancanti. Formazione. Abbinamenti. Attivazione e mantenimento degli affiancamenti.
Tempi
Circa 18 mesi
Esiti attesi
Affiancamento di famiglie fragili da parte di altre famiglie
Sensibilizzazione della Comunità locale ad una maggiore attenzione e attivazione spontanea
Allegato 2 schede descrittive delle attività
Scheda 1
Centro di Solidarietà di Reggio Emilia
SERVIZIO RESIDENZIALE ACCOGLIENZA DONNE
Sito in via 4 giornate di Napoli, Reggio Emilia
IL SERVIZIO
L’appartamento accoglie donne italiane e straniere sole, o in gravidanza o con figli minori a carico.
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Il contratto per il servizio è stato stipulato fra il Ceis di Reggio Emilia e Farmacie Comunali Riunite di
Reggio Emilia su progetto con il Comune di Reggio Emilia.
La struttura può accogliere fino a 5 nuclei famigliari per un totale di 10 ospiti.
Possono usufruire del servizio donne in difficoltà economica e sociale (non sono ospitate persone con disagio
psichico o dipendenze patologiche).
La finalità è quella di creare condizioni di recupero dell’autonomia economica creando collegamenti con le
varie realtà territoriali (Servizi Sociali, Centro per l’impiego, Scuole di formazione).
L’accesso avviene per invio dei Servizi sociali territoriali del Comune di Reggio Emilia.
RISORSE
La struttura è seguita da una Educatrice del Ceis che si occupa delle esigenze pratiche della casa (la pulizia e
la cucina sono a completa gestione delle ospiti) e anche di mantenere i contatti con le Assistenti sociali per le
pratiche burocratiche (iscrizioni a scuola, rinnovo dei permessi di soggiorno, ricerca lavoro) e per
l’andamento del progetto.
L’accudimento dei figli è a totale gestione delle madri.
ATTIVAZIONE ALTRE RISORSE
Data l’alta percentuale di donne straniere potrebbe essere utile lavorare con il Servizio immigrazione del
Comune di Reggio e creare una rete di famiglie di sostegno.
Scheda 2
Centro di Solidarietà di Reggio Emilia -Onlus
SERVIZI
Residenziali
Comunità educativa autorizzata secondo la delibera di giunta regionale
1904 -2011 sita in via Sant’Isidoro a Rivalta di Reggio Emilia
Per l’anno 2013:
-convenzione con Osea per 6 posti
-2 a mercato
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-2 per la pronta accoglienza in convenzione con Osea
Ospitiamo ragazze e ragazzi prevalentemente in fascia d’età 10-17
Sede : Via Sant’Isidoro, Rivalta.
LE ATTIVITA’/PROGETTI /INTERVENTI A CHI SONO RIVOLTI?
La comunità educativa residenziale è rivolta a ragazze e ragazzi con provvedimento di allontanamento dalla
famiglia da parte del tribunale dei minorenni o per decisione condivisa tra famigliari e servizio sociale
-FAMIGLIE
L’incontro con la famiglia è mediato e regolamentato dai provvedimenti del TM o dal progetto di cui è
responsabile il servizio sociale.
A oggi la comunità si limita ad intervenire nei limiti stabiliti dai provvedimenti e dai servizi
-BAMBINI/RAGAZZI
A bambini e ragazzi si assicura la residenzialità in un ottica di familiarità.
La rete di contatti territoriali in cui il Centro è integrata, favorisce la progettualità, anche in vista della
maggiore età
RISORSE ATTIVATE E COLLABORAZIONI IN
NELL’EROGAZIONE DEL SERVIZIO/INTERVENTO
ATTO
CON
IL
TERRITORIO
In tutte le attività è presente una forte componente di volontariato che si impegna nei modi più diversi: dal
sostegno per i trasporti , all’aiuto per cucina , stireria, manutenzione , all’organizzazione di attività di tempo
libero per e con gli ospiti.
In particolare è molto significativa l’esperienza attiva presso la Comunità educativa: a luglio 2013 è presente
un gruppo di volontari che passa le quaranta unità. Si tratta di un nucleo di persone, tutte iscritte
all’associazione di volontariato “Servire l’Uomo” che si son date un’organizzazione autonoma in dialogo
costante con la comunità mediante incontri formali periodici e informali nei quali si valutano insieme i
bisogni e le risorse umane disponibili a seconda delle competenze e interessi dei volontari. Periodicamente i
volontari partecipano a corsi di formazione progettati a partire dalle necessità di approfondimento che
rilevano nella pratica. I volontari di Sant’Isidoro danno un sostegno pratico per attività quotidiane come il
doposcuola ma soprattutto stabiliscono relazioni con i ragazzi ai quali non di rado propongono attività di
svago e culturali esterne alla casa nei week end o in casa durante la settimana
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I volontari, la cui provenienza originaria è legata a persone che conoscevano Ceis per altre attività, in primis
il recupero della tossicodipendenza, hanno promosso sul territorio, informalmente, la conoscenza della
comunità, permettendo così l’avvicinamento di nuovi volontari arrivati direttamente per prestare servizio a
favore dei ragazzi.
In più , nel giro di un anno, si sono impegnati nella felice riuscita di alcune iniziative per far conoscere
pubblicamente l’esistenza della comunità con iniziative pubbliche a Quattro Castella e Arceto
CON ALTRE ORGANIZZAZIONI
I rapporti più stretti sono in essere con
•
Ceis-Re e conseguentemente con tutte le attività in cui è attivo ( inserimento lavorativo –
alfabetizzazione - prevenzione trattamento dipendenze ecc…) . Di riflesso si è in contatto potenziale
ed effettivo con tutti i partner del Ceis ( enti pubblici , Unione di comuni, Sert; Fondazione
Solidarietà reggiana ecc…)
•
Associazione Servire l’uomo per l’organizzazione operativa dei numerosi volontari
•
ASP Osea , per la convenzione e sviluppo di progetti
•
Rotary club di Reggio Emilia e Terre Matildiche per attività benefiche di sostegno alla comunità
•
Artigianelli per il comodato relativo alla casa
-CON CITTADINI
IIl contatto con i cittadini è garantito dall’ampio numero di volontari attivi; dalle iniziative di conoscenza
della casa e del progetto con associazioni
CI SONO ALTRE POTENZIALITA’NEL TERRITORIO CHE POTRESTE ATTIVARE O AVETE
COME OBIETTIVO DI ATTIVARE?
Le principali potenzialità che potremmo mettere in campo pensando al personale a disposizione e ai contatti
territoriali riguardano principalmente questi aspetti:
-
integrazione del lavoro rivolto alle famiglie dai servizi con attività, da costruire gradualmente, in
chiave di auto aiuto. In concreto crediamo che sensibilizzare le famiglie che hanno figli a rischio di
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allontanamento o allontanati, portandoli a confrontarsi su modalità educative e relazionali
quotidiane in gruppo , potrebbe essere di ausilio per la riduzione dei tempi di allontanamento se non
per prevenirlo o per poter ricorrere a forme attenuate di allontanamento come potrebbero essere i
centri diurni
-
progetti per maggiorenni. Mettendo a frutto le esperienze in campo di accompagnamento di giovani
e meno giovani in processi di progressiva autonomizzazione, impiegando i contatti per orientamento
al lavoro, tirocini, alfabetizzazione recupero scolastico; ingaggiando i volontari come sostegno per
l’avvicinamento alla città, saremmo probabilmente in grado di offrire ai ragazzi forme di sostegno
post maggiore età.
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Scheda 3
ORGANIZZAZIONE: Papa Giovanni XXIII
SERVIZI (breve descrizione dei servizi):
-
RESIDENZIALI: Pensionato Cavazzoli
-
DOMICILIARI
-
TERRITORIALI
LE ATTIVITA’/PROGETTI/INTERVENTI, A CHI SONO RIVOLTI?
FAMIGLIE: Il pensionato ha 24 posti totali, non è dedicato direttamente ai
minori, ospita donne in condizione di disagio abitativo e i figli di queste. Non sono
ospitati mariti o altri uomini. Il tempo massimo di permanenza a parte casi
eccezionali è 24 mesi. Spesso il problema dell’alloggio è solo una parte di una
condizione di disagio molto più ampia. Le utenti di Cavazzoli sono tutte in carico ai
Servizi Sociali ed in alcuni casi al csm. La permanenza a Cavazzoli serve a risolvere
il primo luogo il problema abitativo ma per quanto possibile l’equipe ha il compito di
facilitare il “ricollocamento sociale” delle ospiti: ingresso o ritorno sul mercato del
lavoro, accesso alla formazione, facilitare l’accesso ai servizi ecc. Attualmente la
struttura è al completo, vi sono ospitate 9 donne di diverse nazionalità (marocchina,
nigeriana, ghanese e italiana) ed i rispettivi figli.
BAMBINI/RAGAZZI In struttura sono ospitati minori di diverse età,
attualmente il più giovane ha tre settimane di vita ed il più vecchio tredici anni. La
presenza dei minori è sempre legata alla presenza della madre che ha anche il dovere
di accudire e gestire i figli. L’equipe dedica 10 ore settimanali ad attività con i
minori presenti in struttura. Durante il periodo scolastico generalmente le ore
vengono utilizzate a supporto nello svolgimento dei compiti assegnati a scuola.
La convenzione con il Comune prevede che quanto necessario allo sviluppo del
progetto individuale del minore sia condiviso con la madre e che l'equipe sia da
sostegna alla gestione dei figli.
RISORSE ATTIVATE E COLLABORAZIONI IN ATTO CON IL TERRITORIO
NELLE’EROGAZIONE DEL SEVIZIO/INTERVENTO:
Attualmente in collaborazione con i Servizi Sociali del polo ovest si sta cercando di
attivare una rete di relazioni con i cittadini residenti a Cavazzoli e dintorni ma non
sembra essere un processo immediato. A livello di struttura e di gruppo ospiti
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mancano le relazioni con il territorio e non sono continuative nemmeno quelle con
altre associazioni. A livello individuale le ospiti di cavazzoli spesso hanno reti di
supporto create negli anni che vanno oltre i servizi.
CI SONO ALTRE POTENZIALITA’ NEL TERRITORIO CHE POTRESTE
ATTIVARE O AVETE COME OBIETTIVO DI ATTIVARE?
Come detto sopra l’obiettivo è creare una rete di relazioni informali stabile sia con i
singoli che con altre associazioni che possa fungere in alcuni casi da supporto diretto
e comunque sia un mezzo che tenda a prevenire condizioni di marginalità e
isolamento.
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Scheda 4
ORGANIZZAZIONE (denominazione):
Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie – Sezione Prov.le di RE
La nostra Associazione di famiglie si costituisce a Reggio Emilia nel 1985 su iniziativa del Gruppo Laico
Missionario di Don Lorenzo Braglia, che già da dieci anni (1975) aveva dato vita ad una comunità familiare
apertasi all'accoglienza di ragazzi tossicodipendenti.
Il GLM si indirizza ad approfondire l'affido familiare ritenendolo una valida forma di prevenzione al disagio
giovanile, e decide di aderire all'ANFAA per le sue caratteristiche di difesa dei diritti dei minori ,di laicità e
di promozione di una cittadinanza attiva. Coerentemente con l'impostazione di ANFAA, al nucleo fondatore
di famiglie affidatarie si aggiungono anche famiglie adottive.
La Sezione Anfaa di Reggio si caratterizza quindi fin dal suo nascere come luogo di confronto e scambio tra
coppie impegnate a lottare contro l'emarginazione di nuclei familiari in sofferenza i quali rischiano
fortemente di lasciare i propri bambini in uno stato di carenza educativa ed affettiva,
e per questo sviluppa una grande attenzione alla adeguatezza del progetto di affido ed alla stretta
collaborazione con i Servizi Sociali. A questo scopo si dota dello strumento dell'Equipe Tecnica.
Per decenni la nostra Associazione ha offerto alle coppie affidatarie ed alle coppie adottive gli incontri
mensili di gruppo, creando un ambito stabile di scambio e di mutuo aiuto; a ciò si affiancavano le attività di
accoglienza ed orientamento delle coppie aspiranti a compiere l'esperienza di accoglienza, di
sensibilizzazione dell'opinione pubblica su questi temi e non ultima la continua ricerca di alleanze tra le
agenzie educative e sociali del territorio al fine di agevolare la crescita dei bambini e dei ragazzi.
SERVIZI (breve descrizione dei servizi):attualmente la Sezione Anfaa di Reggio organizza 1)incontri periodici di
approfondimento per le famiglie adottive ed affidatarie, 2)occasioni di incontro per ragazzi adottati o in
affidamento, strutturate con attività che responsabilizzino i ragazzi stessi, 3)colloqui di ascolto e di
accompagnamento per coppie che si avvicinano per la prima volta all'affido o all'adozione, 4)colloqui di
ascolto e di accompagnamento per coppie con esperienze critiche, 5)laboratori didattici presso
l'UNIMORE.
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RISORSE ATTIVATE E COLLABORAZIONI IN ATTO CON IL
TERRITORIO NELL’EROGAZIONE DEL SERVIZIO/INTERVENTO
(descrivere quali azioni vengono fatte concretamente nel rapporto con altre organizzazioni del territorio e /o
direttamente con cittadini, sia con modalità formali che informali)
La Sezione Anfaa di Reggio si riconosce pienamente come Associazione di Volontariato nel senso puro del
termine, e si annovera tra i Soci Fondatori del CSV “Dar Voce” . Ciò significa che rappresenta se stessa
come piccola parte attiva del tessuto sociale della città e della provincia; immersa in queste realtà , ne
percepisce con immediatezza le risorse e le contraddizioni e tende ad elaborare progetti mirati allo scopo di
ottenere miglioramenti nelle relazioni sociali che abbiano una reale ricaduta positiva sulla vita quotidiana di
tutti, sia dei suoi membri che di ogni cittadino.
In questa dinamica chiunque diviene un interlocutore ed un possibile partner di progetto, non escludendo
bensì accogliendo e valorizzando le reciproche differenze.
Ognuna delle iniziative della nostra Associazione viene intrapresa quindi in collaborazione con altri;
ovviamente i nostri punti di riferimento principali, essendo il nostro focus sulle famiglie con figli, sono : la
Scuola di ogni ordine e grado, i Servizi Sociali territoriali, i Centri per le Famiglie, le altre associazioni di
volontariato o di promozione sociale, il mondo dell'associazionismo sportivo.
CI SONO ALTRE POTENZIALITÀ NEL TERRITORIO CHE POTRESTE
ATTIVARE O AVETE COME OBIETTIVO DI ATTIVARE?
Nell'ultimo anno, insieme ad altre nove associazioni riunite nel progetto “L'Albero dalle 100 radici”, stiamo
tentando di concentrare gli sforzi di animazione e di testimonianza in un quartiere della città (Rosta Nuova).
L'idea è quella di affiancare le scuole del territorio e creare accanto ad esse delle opportunità per tutti i
genitori od educatori di “fare delle cose insieme”. Crediamo che la nostra esperienza di famiglie attente a ciò
che ci accade intorno e pronte a mettere in atto gesti di ascolto ed accoglienza possa positivamente unirsi alle
risorse altrui e “contaminare” la comunità territoriale ad ingaggiarsi nella responsabilità educativa verso le
giovani generazioni.
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Scheda 5
ORGANIZZAZIONE (denominazione)
Centro delle famiglie dei Comuni di Albinea, Quattro Castella, Vezzano s/C
SERVIZI (breve descrizione dei servizi):
Counseling genitoriale e/o personale
Consulenza psico-educativa, sostegno, individuale e/o di coppia, ai genitori di fronte alle difficoltà educative,
della vita familiare, scolastica, di coppia.
Conversazioni tra genitori
Incontri, gruppi, conferenze per genitori per affrontare con altre famiglie i temi legati al proprio ruolo e alle
proprie funzioni educative, con una particolare attenzione ad aumentare il
protagonismo dei cittadini nei confronti della propria comunità e della realtà del proprio contesto di vita.
Progetto 0/12
Iniziative rivolte a famiglie con figli nel primo anno di vita (incontri in preparazione al parto, corsi di
massaggio neo-natale, incontri sull’allattamento, gruppi di confronto, spazio incontro “piccolissimi”,
consulenze a singoli genitori o famiglie).
Spazi incontro bambini-genitori
Spazi settimanali che offrono la possibilità a bambini che non frequentano il nido o la scuola d’infanzia e ai
loro genitori (nonni o baby sitter) di incontrarsi, socializzare e confrontarsi in uno spazio il più possibile
pensato ed organizzato per la compresenza di bambini ed adulti.
Mediazione familiare
Spazio offerto ai genitori alle prese con il difficile momento della separazione di coppia, affinché possano
continuare ad essere entrambi protagonisti della crescita dei figli.
Progetto "Famiglie che vengono da lontano"
- percorsi per donne che provengono da altri paesi di avvicinamento alla lingua italiana, socializzazione con
altre donne ed accompagnamento all’utilizzo dei servizi territoriali;
- accoglienza ed orientamento per famiglie di recente immigrazione;
- mediazione interculturale e linguistica per servizi socio-educativi e scolastici.
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Sostegno all’accoglienza
Il Centro delle famiglie promuove forme differenziate di disponibilità a prendersi cura di bambini e bambine
per alcuni momenti della giornata, della settimana o per lunghi periodi in base alla predisposizione e
situazione di ciascuno.
Spazio "Informa famiglie"
Al Centro delle famiglie è possibile ricevere informazioni sui servizi, le attività, i progetti esistenti nei tre
Comuni ed in Provincia circa l’ambito educativo, scolastico, sanitario, sociale, del tempo libero.
Laboratori di Comunità – (Genitori e cittadini a KM 0)
In collaborazione con il centro delle famiglie, singoli cittadini, gruppi e associazioni, hanno la possibilità di
pensare, progettare, gestire attività ed iniziative rivolte al proprio contesto di vita (frazione, condominio,
scuola, parco giochi…)
RISORSE ATTIVATE E COLLABORAZIONI IN ATTO CON IL TERRITORIO NELL’EROGAZIONE
DEL SERVIZIO/INTERVENTO ( descrivere quali azioni vengono fatte concretamente nel rapporto con
altre organizzazioni del territorio e /o direttamente con cittadini, sia con modalità formali che informali)
E’ proprio dello stile del Centro delle famiglie progettare e gestire attività nell’ottica del lavoro di comunità.
I progetti e le iniziative coinvolgono spesso associazioni, scuole, gruppi informali di cittadini. Questo aspetto
diventa ancora più importante essendo il Centro famiglie un servizio sovra comunale; si rende, cioè,
indispensabile cercare meccanismi per coinvolgere le singole realtà locali nelle attività che necessitano di
radicarsi sul territorio.
In modo particolare:
-
le attività di integrazione delle famiglie che provengono da lontano prevedono il coinvolgimento
degli istituti scolastici, della banca del tempo, delle biblioteche, del consultorio dell’A.Usl, di
volontarie singole, di un’associazione sportiva;
-
gli incontri tematici rivolti ai genitori prevedono il coinvolgimento del comitato genitori dell’istituto
comprensivo di Quattro Castella e Vezzano, dei volontari dell’associazione Giardino di S.Giuseppe,
dei volontari di alcuni Circoli sociali, degli insegnanti e degli educatori dei servizi scolari e
prescolari.
-
I laboratori di Comunità nascono esclusivamente là dove gli operatori del Centro incontrano – a
volte solo scorgono – un interesse da parte di cittadini nell’attivare energie nel proprio contesto di
vita (ne sono un esempio i campi giochi gestiti da genitori, le feste di quartiere, le iniziative
ludico/culturale all’interno di scuole o parchi)
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CI SONO ALTRE POTENZIALITA’ NEL TERRORIO CHE POTRESTE ATTIVARE O AVETE COME
OBIETTIVO DI ATTIVARE?
- il territorio dei tre Comuni della Pedecollina si è caratterizzato negli ultimi anni come bacino di raccolta di
molte famiglie che provenendo da altri Comuni, Provincie, Regioni, Paesi, sceglievano questa zona per
radicarsi. Molte giovani famiglie quindi che rischiano di allontanarsi (almeno fisicamente) dalle proprie
risorse familiari e amicali facendo fatica a costruire nuove relazioni.
Rimane prioritario per il Centro individuare modalità per creare legami tra i cittadine e le famiglie; obiettivo
ancora più importante in momenti di crisi economica.
-
il territorio è ricco di realtà associative che nel tempo si sono sempre più concentrate sulla propria
mission specifica acquisendo notevoli mezzi, conoscenze e credibilità. Si rende necessario
individuare strategie che permettano una maggiore collaborazione e un allargamento dello sguardo
sui contesti vicini (in quest’ottica è stata creata la Casa del Volontariato, realtà ancora da
“immaginare” rispetto alle possibili potenzialità)
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Scheda 6
O.S.E.A.
Opere di Servizi Educativi Assistenziali
AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA
Reggio Emilia
ORGANIZZAZIONE (denominazione)
O.S.E.A. (Opere di Servizi Educativi Assistenziali) di Reggio Emilia, Azienda pubblica di Servizi alla
Persona (A.S.P.), costituita con Provvedimento della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna n. 404 del 27
marzo 2008 (in applicazione del D.L. 4 maggio 2001, n. 207 e della L.R. 12 marzo 2003, n. 2).
L’ASP è disciplinata dalla legge regionale 12 marzo 2003, n. 2 “Norme per la promozione della
cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, da quanto
definito con la deliberazione del Consiglio Regionale n. 624 del 9 dicembre 2004, dalle successive
indicazioni regionali e dal presente Statuto.
L’ASP, è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico, di autonomia statutaria, gestionale,
patrimoniale, contabile e finanziaria, nell’ambito delle norme e dei principi stabiliti dalla legge regionale e
dalle successive indicazioni regionali, e non ha fini di lucro.
L’ASP ha come finalità l’erogazione di servizi rivolti ai minori della Zona Sociale di Reggio Emilia,
secondo le esigenze indicate dalla pianificazione locale definita dal Piano di Zona e nel rispetto degli
indirizzi definiti dall’Assemblea dei soci di cui all’articolo 11, comma 1, lettera a). In particolare, l’attività
educativa – assistenziale dell’ASP si attua attraverso interventi a favore di cittadini minorenni e delle loro
famiglie. Per coloro che compiono la maggiore età, ma non abbiano completato il progetto socio –
educativo programmato, è previsto il proseguimento dell’intervento a loro favore fino al completamento del
progetto stesso.
L’ASP ispira e orienta la propria attività nel rispetto delle finalità e dei principi indicati nella legge
regionale n. 2 del 2003.
L’ASP ha come finalità l’organizzazione ed erogazione dei servizi favore del territorio della Zona
Sociale di Reggio Emilia, composta dai seguenti Comuni: Albine, Bagnolo in Piano, Cadelbosco di Sopra,
Castelnovo di Sotto, Quattro Castella, Reggio Emilia, Vezzano sul Crostolo.
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Sono soci dell’ASP i seguenti Enti pubblici territoriali: i Comuni del Distretto di Reggio Emilia (v.
sopra) e la Provincia di Reggio Emilia. Sono inoltre soci dell’ASP i soggetti privati: Vescovo di Reggio
Emilia, Seniore dei Discendenti del Conte Girolamo Ancini.
L’Assemblea dei soci è l’organo di indirizzo e di vigilanza sull’attività dell’ASP. E’ composta dal Sindaco /
Presidente di ciascuno dei soci Enti pubblici territoriali o da loro delegati. […]. L’Assemblea dei soci è
l’organo di indirizzo e di vigilanza sull’attività dell’ASP e svolge, in particolare, le seguenti funzioni:
a)
definisce gli indirizzi generali dell’ASP;
b)
nomina i componenti del Consiglio di Amministrazione;
c)
revoca i componenti del Consiglio di Amministrazione nei casi previsti dalle norme regionali;
d)
indica alla Regione la terna prevista per la nomina del Revisore unico nel caso in cui il volume
di bilancio dell’ASP sia inferiore ai dieci milioni di euro, oppure nomina i due componenti di propria
spettanza nel collegio, nel caso in cui il volume di bilancio sia superiore ai dieci milioni di euro;
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e)
approva, su proposta del Consiglio di Amministrazione, il piano programmatico, il bilancio
pluriennale di previsione, il bilancio economico preventivo, il conto consuntivo con allegato bilancio
sociale delle attività;
f)
approva le trasformazioni del patrimonio da indisponibile a disponibile, nonché le alienazioni
del patrimonio disponibile nel rispetto delle norme regionali in materia;
g)
delibera l’ammissione di nuovi soci enti pubblici territoriali;
h)
delibera le modifiche statutarie da sottoporre all’approvazione della Regione;
i)
adotta il proprio regolamento di funzionamento;
j)
stabilisce, nel rispetto dei criteri previsti dalla normativa regionale vigente, le indennità e rimborsi
spese spettanti ai componenti del Consiglio di Amministrazione e ai membri dell’Organo di revisione
contabile;
k)
approva il piano di rientro.
SERVIZI (breve descrizione dei servizi):
RESIDENZIALI
a)
Quattro Comunità educative residenziali che accolgono bambini e ragazzi allontanati dalla propria
famiglia a seguito di una valutazione, effettuata in sede giudiziaria o amministrativa, di incapacità o
impossibilità temporanea delle figure parentali a svolgere le funzioni genitoriali in modo adeguato.
Sono tutte Autorizzate al funzionamento a norma della Deliberazione della Giunta Regionale
dell’Emilia Romagna, n. 1904 del 19 dicembre 2011, Direttiva in materia di affidamento familiare,
accoglienza in comunità e sostegno alle responsabilità familiari.
Ciascuna Comunità ha una capacità di accoglienza di massimo 8 persone minorenni di entrambi
i sessi e di età compresa tra i 6 e i 17 anni. Nel caso di una richiesta di accoglienza di fratelli, per i
quali è ragionevole non prevedere una separazione, né rinunciare all’ospitalità, il numero può in via
temporanea essere elevato a 9. Una è autorizzata per una capacità di accoglienza massima di n. 10
minorenni e in tutte, nell’ambito dei posti autorizzati possono essere accolti bambini o ragazzi in
forma semiresidenziale (D.G.R. 1904/2011, Parte III, par. 2.1, comma 8).
b)
Due Comunità familiari con il compito di accogliere provvisoriamente bambini e adolescenti, di età
compresa tra 0 e 17 anni allontanati dalla propria famiglia a seguito di una valutazione, effettuata in
sede giudiziaria o amministrativa, di incapacità o impossibilità temporanea delle figure parentali a
svolgere le funzioni genitoriali in modo adeguato.
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Una ha sede in San Martino in Rio [con autorizzazione al funzionamento rilasciata dal Comune
di San Martino in Rio (RE) a norma della D.G.R. 846/2007] e può accogliere un massimo di 3
bambini e ragazzi di entrambi i sessi. Una ha sede in San Giorgio di Piano [con autorizzazione al
funzionamento rilasciata dal Comune San Giorgio di Piano (BO) a norma della D.G.R. 846/2007] e
può accogliere un massimo di 3 bambini e ragazzi di entrambi i sessi.
c)
Un Progetto 18+ con giovani maggiorenni che si configura come un servizio socio-educativo
residenziale con giovani maggiorenni provenienti da Comunità per minorenni o da richieste dei
Servizi Sociali territoriali che debbano completare il proprio Progetto di vita secondo le condizioni
descritte nella propria Carta dei Servizi e concordato con i Servizi sociali referenti.
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TERRITORIALI/DOMICILIARI
a)
Un Centro Educativo Pomeridiano (C.E.P.) è uno spazio/tempo educativo e di
sostegno/accompagnamento ai ragazzi e alle loro famiglie: è luogo in cui ritrovare e recuperare la
familiarità delle relazioni, dove le attività della vita quotidiana diventano elementi di mediazione
relazionale sia tra i ragazzi che tra gli adulti e i ragazzi, un luogo educativo che produce cambiamento,
un luogo dove maturare autonomie e assunzione di responsabilità, acquisire strumenti di conoscenza di
sé, capacità relazionali, abilità progettuali in grado di permettere di vivere i contesti quotidiani con
maggior consapevolezza di sé, di sé con gli altri e delle connessioni che legano i contesti stessi. Può
accogliere un massimo 15 persone minorenni di entrambi i sessi e di età compresa tra i 6 e i 17 anni e
può essere integrato, per specifici progetti concordati con i Servizi sociali, da interventi educativi
domiciliari.
b)
Un Servizio familiare “Il Portico” caratterizzato da un intervento diurno intensivo, con la finalità di
evitare l’allontanamento delle persone minorenni dalla famiglia. È aperto tutto l’anno. Assicura un
orario di servizio di non meno 36 ore settimanali, modulabili sulla base delle esigenze dei bambini o
ragazzi, del periodo scolastico o formativo. Prevede inoltre, per eventuali situazioni di emergenza di
brevissima durata (massimo 7 giorni) la possibilità di accogliere per la notte un bambino o ragazzo
con un educatore. “Il Portico” può prendersi cura di un numero di famiglie tali da poter collaborare
alla realizzazione contemporaneamente di un massimo di 10 progetti con bambini, ragazzi o
adolescenti residenti nella Zona Sociale di Reggio Emilia, di entrambi i sessi e di età compresa tra i 6 e
i 17 anni. Il Servizio è autorizzato con una capacità di accoglienza massima di n. 10 minorenni ai sensi
della D.G.R. 1904/2011.
c)
Una convenzione con l’Azienda U.S.L. di RE per la gestione di un Centro (“Carlo e Lorenzo
Vasconi”) per minori disabili in carico al Servizio di Neuropsichiatria Infantile. Gli obiettivi della
convenzione attengono, per le persone minorenni: sviluppo delle abilità e competenze esistenti
ricercando strumentazione differenziata ed innovativa, offrendo un ambiente stimolante e creativo,
"protesico" nell'attenzione ai ritmi, agli stili di ciascuno, nonché alla correlazione attività/obiettivi da
perseguire; per le famiglie: sostegno e supporto alla loro quotidiana azione di cura attraverso
appropriate strategie di coinvolgimento .che rispettino le diverse caratteristiche dei nuclei), sia nella
progettazione e nelle verifica dei progetti individuali, sia nella progettualità sul Servizio, in relazione
alla percezione, al loro contesto culturale e sociale ed al sistema dei valori in cui vivono.
Il Centro servizi si rivolge ad un numero massimo di 18 minorenni con handicap gravi in età compresa
tra i 6 e i 18 anni, di norma frequentanti la scuola e OSEA, con questa Convenzione mette a
disposizione:
1.
una struttura per l'accoglienza semiresidenziale per una compresenza massima di 7 minorenni;
2.
interventi di sostegno presso il domicilio della famiglia;
3.
attività in ambienti di vita dei minorenni: scuola, campi gioco, aggregazioni per il tempo libero,
lo sport, la socializzazione.
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e)
In ottemperanza alla Delibera della Giunta Comunale di Reggio Emilia del 29/06/2012 I.D. n. 44; P.G.
n. 11162 (Accordo di programma … art. VI D), il Comune di Reggio Emilia ha conferito ad OSEA
l'incarico per:
1)
il consolidamento della funzione di costruzione e coordinamento di un sistema a rete di
accoglienza H24 rivolto a minori, adulti con minori in stato di assoluta necessità e protezione
(in atto).
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2)
il mantenimento di un unico punto telefonico per le segnalazioni del servizio H24 così come
normato dalla delibera di Giunta Comunale n. 5432/77 del 24/03/2010 e integrato nella
declinazione specifica contenuta nel contratto di servizio (in atto);
3)
la predisposizione di un unico punto di riferimento per il reperimento dei posti di accoglienza in
comunità per i minori. A tal fine è sviluppato un raccordo continuativo con i Poli sociali
territoriali volto a condividere indicatori qualitativi nell’incrocio domanda-offerta (in atto).
4)
la costituzione di un albo di tutori volontari e il suo monitoraggio (in atto).
5)
la disponibilità di locali ad uso gratuito, opportunamente attrezzati, da utilizzare come spazi
neutri per incontri protetti (messi a disposizione della Cooperativa “Dimora di Abramo” dal 7
giugno 2011)
6)
la disponibilità di locali ad uso gratuito per incontri di gruppo/tavoli istituzionali con
enti/rappresentanti del territorio (in atto).
7)
la disponibilità di locali ad uso gratuito per incontri con gruppi di utenti/famiglie (in atto).
8)
la realizzazione e gestione di un servizio educativo di comunità, a struttura territoriale
coincidente con i territori dei poli, rivolto a famiglie e minori da svilupparsi in stretta
connessione e integrazione con il lavoro sociale già attuato dalle Assistenti sociali. La
realizzazione di tale servizio deve tenere conto di quanto convenuto nell' Accordo di programma
minori con l' Ausl distretto di Reggio Emilia.
(Attualmente sono presenti e operanti 3 educatori presso i Poli sociali Ovest, Nord e Città
storica di Reggio Emilia e, con specifici accordi, altri 2: uno presso il Servizio sociale
dell’Unione “Terre matildiche” e uno presso il Servizio sociale dell’Unione “Terra di Mezzo;
manca per motivi finanziari l’assegnazione di un educatore al Polo sociale Est di RE).
LE ATTIVITÀ/PROGETTI/INTERVENTI A CHI SONO RIVOLTI?
I progetti/interventi sono tutti rivolti a persone minorenni (o neomaggiorenni) e rispettive famiglie sulla base
delle indicazioni del Servizio sociale referente o delle prescrizioni dell’Autorità giudiziaria competente. Per
ogni singola situazione viene concordato un Progetto quadro e un successivo Progetto educativo
individualizzato o Progetto di vita o Progetto socio-riabilitativo.
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Ciò che maggiormente caratterizza la vita delle Comunità è la familiare condivisione della quotidianità
e la capacità di intenzionarla in senso educativo.
Inoltre, si cerca, ad esempio, di:
−
aiutare il ragazzo e la famiglia a cogliere il senso della esperienza che sta vivendo all’interno della
Servizio accogliente per assicurargli una situazione familiare stabile e serena, in una prospettiva
evolutiva;
−
curare l’integrazione del bambino o ragazzo nel nuovo contesto sociale di riferimento aiutandolo a
strutturare relazioni positive con gli altri ospiti e con i coetanei, con gli educatori e soprattutto con le
opportunità territoriali;
−
sollecitare l’acquisizione delle autonomie e la cura nella gestione della persona e delle cose;
−
promuovere e sostenere l’autostima;
−
supportare l’integrazione in ambito scolastico, formativo, lavorativo ed extrascolastico;
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−
far crescere, quando possibile, i rapporti degli ospiti con la famiglia, nonché le forme e i tempi degli
incontri con questa, in accordo con i Servizi sociali e sanitari competenti, e in conformità con quanto
eventualmente disposto dal Tribunale per i minorenni;
−
assicurare il sostegno morale ed educativo negli eventuali percorsi giudiziari.
RISORSE ATTIVATE E COLLABORAZIONI IN ATTO CON IL
TERRITORIO NELL’EROGAZIONE DEL SERVIZIO/INTERVENTO
(descrivere quali azioni vengono fatte concretamente nel rapporto con altre organizzazioni del territorio e /o
direttamente con cittadini, sia con modalità formali che informali)
CON ALTRE ORGANIZZAZIONI
In questi ultimi anni, ad esempio, si sono avute collaborazioni con:
−
CEIS convenzione per la parziale gestione di una Comunità educativa residenziale;
−
“Dimora d’Abramo” [oltre che per sede “incontri protetti” e servizio di mediazione culturale]; CEIS,
Famiglie per l’emergenza per gestione H24;
−
“Reggio mestieri”;
−
Cooperativa “Servizio Alloggi” (reperimenti luoghi di vita per giovani maggiorenni);
−
CEIS – CPS – Dar Voce per la formazione dell’elenco tutori volontari e la realizzazione del progetto
“Familiarizzare” e percorsi formativi;
−
“Solidarietà 90” per il reperimento risorse lavorative a vantaggio dei ragazzi/ospitati;
−
Università di Modena-Reggio Emilia, Bologna, Milano Cattolica per formazione, ricerca, tirocinio;
−
Istituto dei SS. Innocenti di Firenze per ricerche e formazione;
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−
ASP SS: PIETRO E MATTEO per la realizzazione di un politicamente deliberata riorganizzazione
unitaria delle due Aziende;
−
Diverse Associazioni sportive, circoli culturali e ricreativi, gruppi Scouts per le attività degli ospiti;
−
Parrocchie adiacenti alle Comunità o i diversi Servizi;
−
Servizio di Pastorale giovanile della Diocesi di RE.
CON CITTADINI
Gli operatori dei diversi Servizi e i ragazzi ospitati si avvalgono dell’apporto di figure quali animatori,
istruttori artigiani, volontari del servizio civile, persone in tirocinio formativo professionale o coinvolte nei
percorsi formativi propedeutici alle diverse esperienze di accoglienza.
Come forma di aiuto o accompagnamento “esterno”, O.S.E.A. vorrebbe sperimentare in modo
continuativo (anche con il concorso di altri soggetti territoriali pubblici e privati) la presenza organizzata di
“famiglie di supporto” con le quali i ragazzi possono condurre esperienze di vita più familiari che possano
diventare una importante risorsa per il superamento della situazione di disagio personale, divenendo talvolta
un elemento fondamentale del Progetto quadro (Cfr. D.G.R. n. 1904/2011, Parte III, paragrafo 2.2.4, commi
6-8).
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38
CI SONO ALTRE POTENZIALITÀ NEL TERRORIO CHE POTRESTE
ATTIVARE O AVETE COME OBIETTIVO DI ATTIVARE?
O.S.E.A. definisce i propri obiettivi o la ridefinizione delle proprie funzioni e Servizi sulla base:
—
di quanto stabilito e sottoscritto nel periodico Accordo di programma deliberato dall’Amministrazione
comunale di Reggio Emilia;
—
delle indicazioni contenute nel Piano programmatico deliberato triennalmente dalla propria Assemblea
dei soci;
—
delle modalità applicative che gli Enti locali sceglieranno secondo quanto verrà previsto nella nuova
Legge regionale “Disposizioni ordinamentali e di riordino della forme pubbliche di gestione nel
sistema dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo e norme di interpretazione autentica in
materia di Azienda pubbliche di Servizi alla Persona” (che dovrebbe essere approvata entro questo
mese di luglio e che è stata deliberata dalla Giunta regionale in data 17 giugno 2013, n. 786).
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39
Scheda 7
ORGANIZZAZIONE (denominazione)
COOPERATIVA SOCIALE SOLIDARIETA’ 90
SERVIZI (breve descrizione dei servizi):
DOMICILIARI
Servizio Di Educativa Familiare
Nei comuni dell’Unione Terre di Mezzo (Castelnovo Sotto, Cadelbosco Sopra e Bagnolo in Piano) il
Servizio nasce come intervento educativo a sostegno della famiglia e dei figli minorenni.
L’Educativa Familiare Domiciliare offre interventi di tipo educativo e di sostegno alla genitorialità, su
progetto personalizzato, rivolto a famiglie con figli minorenni in situazioni di disagio. Gli interventi si
svolgono principalmente a domicilio in orario pomeridiano, ma all’occorrenza si lavora anche come
mediatori tra il territorio e la famiglia per favorirne l’inserimento sociale. E’ un servizio richiesto dal
Servizio Sociale dell’Unione dei Comuni, comprende tutti i tre comuni ed ha come referente l’assistente
sociale.
TERRITORIALI
Spazi Educativi Interdisciplinari (SEI) e Gruppi Educativi Territoriali (GET)
Gli Spazi Educativi Interdisciplinari (SEI) nascono nel comune di Reggio Emilia come offerta per la scuola
primaria riassumendo l'esperienza delle Ludoteche e dei GET rivolti alla fascia 6-11 anni.
I Sei, attraverso la co-progettazione e la collaborazione con gli insegnanti, intrecciano le attività pomeridiane
con l’ingresso al mattino di educatori nelle scuole, per approfondire e sperimentare alcuni temi del curricolo
scolastico
,
attraverso
differenti
linguaggi
e
strategie.
In particolare la cooperativa gestisce il SEI “Kaleidos” nella zona Nord di Reggio e il “Gorillante
Saltellante”
nella
zona
Ovest.
I GET accolgono i ragazzi che frequentano la scuola secondaria di I° (11- 14 anni), con l’intento di favorire
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40
occasioni di incontro e confronto tra ragazzi, famiglie, scuole e territorio. Solidarietà ‘90 gestisce il GET
Madres sempre nella zona Nord e il GET Mendes nella zona Ovest.
Centro
di
Ricerca
Nei locali dell’ex-ludoteca di Pieve Modolena dallo scorso anno scolastico Solidarietà 90 gestisce il Centro
di Ricerca sui diversi linguaggi espressivi rivolto a tutte le scuole primarie, un luogo di incontro, relazione e
ricerca per bambini e ragazzi, votato a sviluppare la conoscenza attraverso esplorazioni di più linguaggi
come la narrazione, il teatro, i linguaggi cinematografici e multimediali, la musica, la danza, il fumetto,
l’esplorazione della natura o l’educazione al ri-uso.
POLO
(Prevenzione,
Orientamento,
Lavoro,
Occupazione)
Il Progetto POLO è un intervento rivolto a ragazzi e ragazze che, durante il percorso scolastico obbligatorio,
hanno difficoltà a partecipare alle attività di studio proposte ed esprimono maggior interesse verso il fare
manuale che la scuola riesce solo parzialmente a soddisfare.
Carta Giovani
La Carta Giovani dei Comuni Reggiani, è lo strumento ideato per supportare e facilitare i consumi culturali e
di tempo libero dei giovani. Oltre ad essere una carta civica territoriale è una carta “europea” che permette di
ottenere sconti, agevolazioni e benefici in oltre 100.000 punti convenzionati in 41 paesi europei. Carta
Giovani nasce come progetto nel comune di Reggio Emilia nel 2006 e dal 2009 diventa Carta Provinciale
dopo la firma del Protocollo d’Intesa che ha consentito di consolidare ed estendere le iniziative portanti delle
politiche per i giovani ai Comuni della Provincia.
La Carta Giovani si pone come strumento capace di supportare e facilitare i consumi culturali e il tempo
libero dei giovani offrendo diverse opportunità.
Leva Giovani
Leva Giovani nasce come progetto del comune di Reggio Emilia nell’anno scolastico 2006/2007: è
l’opportunità offerta ai giovani tra i 15 e i 29 anni, che vivono, studiano o risiedono nel territorio e sono
titolari di Carta Giovani, di stimolare e ampliare le proposte e le occasioni di cittadinanza attiva e
volontariato sociale, cercando di realizzare con Enti, Associazioni e gruppi informali, progetti di utilità
sociale, educativa, ambientale e culturale.
Portale Giovani
Il Portale Giovani (http://portalegiovani.eu/) è il luogo di incontro virtuale dedicato ai ragazzi e ragazze della
città e della provincia dove non solo possono trovare le informazioni riguardanti il mondo di “Carta
Giovani”.
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Spazio Raga
Spazio Raga è un presidio socio-educativo territoriale, che ha sede nei locali del Centro d'Incontro Reggio
Est. Esso rientra all'interno della cornice culturale dei Cantieri Giovani ossia nella rete degli spazi rivolti ai
giovani e presenti in città. Ha come obiettivo principale la partecipazione responsabile dei giovani alla vita
della comunità locale.
Servizi educativi interculturali
Gestione dei laboratori linguistici per il sostegno all’apprendimento dell’italiano come L2 per alunni delle
scuole secondarie di primo grado.
Gestione degli atelier pomeridiani negli istituti scolastici dove è previsto l’obiettivo di favorire
l’apprendimento della lingua italiana
Progetto Nomadi
Gestione di attività, azioni di sostegno e accompagnamento rivolte alla popolazione sinta e rom nel comune
di Reggio con particolare riferimento a bambini e giovani.
Campi gioco estivi
Ogni estate la cooperativa gestisce un numero rilevante di campi giochi in convenzione con il comune di
Reggio: “la Mirandola”a Pieve Modolena, “Il Gelso” in zona Orologio, “Centro Reggio Est” in via Turri,
“Villa Cougnet”a S.Croce, “Kaleidos Piccoli”e “S.Prospero” a S.Prospero Strinati. Inoltre gestisce i campi
gioco ad Albinea e Bellarosa.
Sostegno alla disabilità
A Bagnolo in Piano, Castelnovo Sotto, Cadelbosco Sopra e ad Albinea la cooperativa cura il sostegno alla
disabilità all’interno delle scuole di ogni ordine e grado, dalla scuola materna fino alle scuole superiori.
Servizio di Formazione
Alla scuola secondaria di primo grado di Albinea viene realizzato per gli studenti un percorso formativo
sull’utilizzo dei social media (cyberbullismo)
LE ATTIVITA’/PROGETTI/INTERVENTI A CHI SONO RIVOLTI?
FAMIGLIE (breve descrizione di cosa si fa)
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Servizio Di Educativa Domiciliare
Con l’ausilio di educatori domiciliari, la collaborazione dei Servizi Sociali e di tutte le agenzie che possono a
diverso titolo interagire con le famiglie, si lavora per sostenere i nuclei familiari a riconoscere i propri
problemi, limiti e risorse, imparare a leggerli e capire come affrontarli per costruire insieme progetti volti al
cambiamento del singolo e di tutta la famiglia.
Progetto Nomadi
Al fine di progettare e realizzare interventi il più possibile efficaci e condivisi gli educatori della
cooperativa si impegnano nella cura della rete tra le famiglie, i bambini, i giovani sinti e i vari
soggetti istituzionali e privati che a vario titolo si occupano della comunità sinta.
Alcuni esempi sono: il doposcuola di Pratofontana in collaborazione con il centro sociale locale, i sostegni
individualizzati presso le campine, l’accompagnamento dei minori presso i servizi, gli interventi di sostegno
alla frequenza scolastica.
BAMBINI/RAGAZZI (breve descrizione di cosa si fa)
Spazi Educativi Interdisciplinari (SEI), Gruppi Educativi Territoriali (GET), Centro di Ricerca
I SEI ed il Centro di Ricerca sono luoghi di incontro, relazione, apprendimento e ricerca per i bambini dai 6
agli 11 anni (scuola primaria)
Rappresentano una proposta pomeridiana connessa alla progettazione didattica della scuola primaria.
I GET sono luoghi di educazione e di partecipazione, in cui i ragazzi sono accompagnati nello svolgere i
compiti, studiando e lavorando a piccolo gruppo, con l’intento di potenziare le relazioni tra ragazzi e tra
ragazzi
ed
educatori.
Sono anche luoghi dove i ragazzi possono esprimersi attraverso diversi linguaggi, in percorsi pensati,
progettati e documentati insieme.
POLO
Il progetto Polo ha una dimensione preventiva, orientativa e di accompagnamento nella crescita per
contrastare la dispersione scolastica e per un inserimento sociale duraturo. Attraverso l’attivazione di stages
orientativi aziendali si da ai ragazzi la possibilità di sperimentare diverse opportunità che possano favorire
più compiutamente il processo di costruzione dell’identità.
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Carta, Leva, Portale Giovani
Attraverso le ore di attività di volontariato proposte da Leva Giovani e pubblicate sul Portale Giovani, i
giovani ottengono punti che vengono caricati sul programma di Carta Giovani e gli attestati di partecipazione
che ricevono diventano crediti scolastici per le scuole superiori e crediti formativi per le attività di libera
scelta per l’università.
Spazio Raga
All’interno di Spazio Raga si svolgono attività volte a promuovere la costruzione di legami sociali,
l’accettazione di regole comuni di convivenza, la valorizzazione delle abilità e delle competenze individuali
all’ interno di un contesto di gruppo in cui viene favorito un clima di cooperazione.
Servizi educativi interculturali
Con il supporto di educatori interculturali si gestiscono laboratori di prima alfabetizzazione per la
scuola secondaria di primo grado a Reggio Emilia per consentire l’orientamento di bambini e
ragazzi neo-arrivati nel contesto scolastico e favorire l’inserimento di ciascun bambino e ragazzo
nel proprio gruppo-classe.
Campi Gioco
I Campi gioco estivi si propongono di offrire ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze esperienze
educative, ricreative e ludiche volte a favorire una crescita psico-fisica globale, valorizzando le potenzialità
che sono presenti in ogni soggetto e rafforzando il processo di auto-costruzione della propria identità
personale e sociale.
Sostegno alla disabilità
L’intervento degli educatori nelle scuole favorisce l’integrazione dei bambini e dei ragazzi disabili nel
contesto scolastico e territoriale. Viene curato l’aspetto relazionale e la costruzione di una rete di contesti
capace di valorizzare l’individualità attraverso l’accrescimento delle abilità comunicative e di autonomia
RISORSE ATTIVATE E COLLABORAZIONI IN ATTO CON IL TERRITORIO NELL’EROGAZIONE
DEL SERVIZIO/INTERVENTO (descrivere quali azioni vengono fatte concretamente nel rapporto con altre
organizzazioni del territorio e /o direttamente con cittadini, sia con modalità formali che informali)
CON ALTRE ORGANIZZAZIONI
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Nell’ambito socio/educativo la cooperativa collabora in modo stabile con differenti soggetti, i principali
sono: Coop Nordest, l’”Associazione per il Parco” di Mantova , Legambiente sede di Piacenza , il Ceis di
Reggio Emilia.
Coop è il principale partner per Reggio Emilia e provincia per quanto concerne i progetti di educazione
alimentare ed ambientale rivolti alle scuole di ogni ordine e grado e alle società sportive dilettantistiche per
bambini, ragazzi ed adulti. Inoltre è partner nelle iniziative informative/formative rivolte ai centri di
aggregazione giovanile sul tema della legalità.
A Mantova gli interventi educativi rivolti alle scuole di ogni ordine e grado sono realizzati in collaborazione
ormai da cinque anni con l’Associazione per il Parco. La stessa tipologia di intervento viene realizzata a
Piacenza attraverso la partnership con Legambiente che permette di arrivare anche nelle realtà scolastiche
più isolate.
A Reggio Emilia e provincia è attiva una collaborazione con il Ceis, in particolare con gli sportelli rivolti
alle donne straniere(badanti). Per loro vengono realizzati incontri di educazione al consumo consapevole
coinvolgendo diabetologi, esperti di Iren ecc., per aiutare a comprendere cosa comprare al supermercato,
cosa scegliere e come gestire in modo corretto i rifiuti.
CON CITTADINI
CI SONO ALTRE POTENZIALITA’ NEL TERRORIO CHE
AVETE COME OBIETTIVO DI ATTIVARE?
POTRESTE
ATTIVARE O
Una esperienza che è già stata attivata sul territorio e su cui la cooperativa avrebbe intenzione di continuare
riguarda Officina Emilia: è un'iniziativa culturale dell'Università di Modena e Reggio Emilia , un’officina
evocativa delle lavorazioni meccaniche che costituisce un incrocio di esperienze di alto livello e bottega per
apprendere come apprendere. Il museolaboratorio, come viene chiamato, non è solo un museo con pezzi da
osservare, toccare e studiare, ma un laboratorio in cui potersi interrogare sul funzionamento delle tecnologie
meccaniche, sulle forme organizzative della produzione, sulle relazioni sociali che sostengono i processi di
produzione
e
di
innovazione.
Collaborando con scuole, imprese, università, agenzie e centri di ricerca , Officina Emilia promuove una
conoscenza attiva del contesto locale attraverso le esperienze didattiche e di orientamento rivolte agli
studenti e alle loro famiglie, gli stage multidisciplinari e progetti di tesi per gli studenti universitari e
dottorandi, l’aggiornamento dei docenti in servizio e la formazione per quelli che diventeranno docenti.
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Scheda 8
ORGANIZZAZIONE:
Cps società cooperativa sociale
SERVIZI (breve descrizione dei servizi):
gestiamo, in convenzione con il Comune di Reggio Emilia, un centro d’ascolto
rivolto alle famiglie – in particolare a quelle in cui siano presenti adolescenti – alle
prese con le normali difficoltà del vivere, siano esse durature o contingenti, di natura
relazionale, dovute a situazioni di disagio socio-economico e così via. Il centro
d’ascolto offre ai giovanissimi, ai giovani e agli adulti, colloqui di accoglienza,
orientamento e sostegno educativo, percorsi di counseling individuale e di coppia,
gruppi di auto aiuto per ragazzi e genitori. A nuclei familiari in difficoltà forniamo
anche – su segnalazione dei Poli territoriali – un sostegno alimentare tramite il
circuito Remida food/Cibo in rete, che distribuisce anche merende a diversi
doposcuola e attività animative per bambini e ragazzi.
Gestiamo, in convenzione con la Provincia di Reggio Emilia, progetti educativi e di
prevenzione del disagio in ambito scolastico, con particolare riferimento agli enti di
formazione professionale.
LE ATTIVITA’/PROGETTI/INTERVENTI, A CHI SONO RIVOLTI?
FAMIGLIE:
a tutte le famiglie comunque siano articolate, italiane e straniere. Ma anche a tutti
coloro (insegnanti, educatori, allenatori) che ricoprano un ruolo educativo nei
confronti dei ragazzi.
BAMBINI/RAGAZZI: frequentano il centro d’ascolto ragazzi fra i 13 e i 28 anni.
Per i giovanissimi (16-18) è attivo un gruppo di auto aiuto a cadenza settimanale, e
un altro decollerà nelle prossime settimane, per i giovani (18-25) funzionano invece
altri due gruppi.
RISORSE ATTIVATE E COLLABORAZIONI IN ATTO CON IL TERRITORIO
NELLE’EROGAZIONE DEL SEVIZIO/INTERVENTO:
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la Convenzione con il Comune di Reggio ci pone in stretta connessione sia con i Poli
territoriali del servizio sociale sia con la rete complessiva dei servizi socio-sanitari
pubblici e privati. Su alcune specifiche situazioni operiamo insieme a singoli
professionisti (psicoterapeuti, psichiatri eccetera).
Le attività del centro d’ascolto e del sostegno alimentare coinvolgono un buon
numero di volontari, sia nella conduzione dei gruppi di auto aiuto per genitori che
nella raccolta e distribuzione quotidiane del cibo.
CI SONO ALTRE POTENZIALITA’ NEL TERRITORIO CHE POTRESTE
ATTIVARE O AVETE COME OBIETTIVO DI ATTIVARE?
Il progetto Familiarizzare, che mette in circolo le risorse educative di Cps:
cominceremo nelle prossime settimane con un percorso di accompagnamento e di
sostegno nell’ambito dei rapporti fra le famiglie affidatarie e quelle naturali.
Analoghi progetti di sostegno alla genitorialità sono in corso di progettazione nel
distretto (a Bagnolo in piano) e in provincia.
Dal prossimo autunno intendiamo sperimentare, in accordo con i Poli territoriali, un
percorso di monitoraggio e sostegno per alcune famiglie monopersonali (pensiamo in
particolare agli anziani soli) alle quali forniamo già un aiuto alimentare.
E’ in fase di progettazione, in accordo con il Polo e la rete dei servizi, un percorso di
formazione e sostegno ai giovani volontari di Abaco del mondo.
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Scheda 9
MADRE TERESA Cooperativa Sociale
C.F. e P.IVA. 01960840351
Via Veneri, 94 – 42100 Reggio Emilia
tel. 0522-272108 fax 0522-277126
[email protected]
ORGANIZZAZIONE
Coop. Sociale “Madre Teresa”
SERVIZI
•
•
•
•
•
Casa di prima accoglienza “Sara”, via S.Ambrogio, 22 Rivalta, 8 nuclei
Casa di prima accoglienza “S.Leonardo”, via S.Leonardo, 5 Cogruzzo di Castelnovo Sotto, 8
nuclei
Casa di seconda accoglienza “Sicar”, via Catellani, 3 Villa Sesso, 3 nuclei
Casa “Ester”per mamme in gravidanza, progetto gestito insieme al Centro di Aiuto alla Vita,
v. Mahler 27, parrocchia di Roncina, 3 nuclei
Appartamenti di alta autonomia, V. Bizet, 7 quartiere Orologio, 4 nuclei
Questi sopra riportati sono servizi residenziali, case di accoglienza per mamme con bambini che vivono
situazioni di particolare disagio e difficoltà. Le case hanno caratteristiche differenti per rispondere alle
differenti tipologie dei nuclei accolti e ai diversi gradi di autonomia raggiunta. L’accoglienza si estende
a tutte le situazioni di disagio che rischiano di minare il rapporto mamma-bambino: genitorialità
compromesse, fenomeno della tratta, inadeguatezza del nucleo familiare, marginalità sociale, violenza
domestica, fragilità psicologiche, ecc.
La presa in carico del nucleo viene operata con il Servizio Sociale titolare del caso, tenendo conto delle
risorse e delle problematiche che il nucleo porta, al fine di costruire un percorso condiviso nel quale mamma
e bimbo si sentano protagonisti attivi del loro cammino di crescita e maturazione. Quotidianamente
vengono messi in campo gli strumenti terapeutici, educativi e relazionali più adeguati, al fine di
affiancare, valorizzare e sostenere le mamme ed i bambini ospitati.
COLLABORAZIONI CON IL TERRITORIO
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Abbiamo sempre desiderato che le nostre Case fossero fortemente radicate nel territorio e non fossero servizi
chiusi ed autoreferenziali, questo nell’interesse delle mamme e dei bimbi accolti, che hanno l’occasione di
sperimentare una forte integrazione sociale a fronte di contesti di provenienza spesso segnati da
marginalità, fragilità delle reti di sostegno, povertà culturale.
Curare rapporti con il territorio ci permette anche di coltivare i valori che ispirano il nostro lavoro:
l’accoglienza della vita, la tutela dell’infanzia, la condivisione e la solidarietà, facendo partecipi anche le
comunità locali della ricchezza di ciò che avviene nelle Case di Accoglienza e nei percorsi di vita delle
persone accompagnate.
Collaboriamo con:
•
•
•
•
•
•
•
•
Parrocchie nelle quali le Case sono inserite ( momenti spirituali ed aggregativi, servizi educativi,
rete di relazioni)
Caritas di Reggio Emilia (commissione microcredito, progetto “M. di Magdala”, Centri di ascolto,
Servizio Civile)
Famiglie del Gelso (per affidi in emergenza)
L’Arcobaleno Servizi e Centro L. Mazzaperlini (percorsi di sostegno alla relazione mammabambino)
Università di Modena e Reggio Emilia (Convenzioni per Tirocini, Seminari e Convegni)
Ausl (commissione per Autorizzazione al Funzionamento)
Enaip, Ial, Irecoop, Filef, Rabbunì, Caritas, Cav, Nuclei territoriali, Ciofs (partecipiamo a progetti e
siamo in rete con queste realtà per la formazione, la ricerca lavoro, l’attivazione di tirocini formativi
per le mamme accolte nelle Case di Accoglienza)
SERVIZI
•
•
Progetto “Mani in pasta”, della Coop. Soc. “La Perla”. Laboratorio di pasta fresca,
gastronomia e pasticceria.
Progetto “Filo Rosa”, laboratorio sperimentale in collaborazione con la Coop. Soc. “La
Perla”di cucito creativo e piccole riparazioni. Partecipano al progetto anche Associazione
Rabbunì, Cav e Filef.
Questi laboratori sono nati come formazione al lavoro in particolare per le ospiti delle Case di Accoglienza,
ma anche per altre donne e madri che vivono una situazione di fragilità e di marginalità sociale segnalate
dagli Enti che partecipano ai progetti. I laboratori rispondono alla necessità di lavorare sulle abilità
trasversali e sulle competenze specifiche delle persone inserite, per sostenere il loro percorso di autonomia
personale e lavorativa, legandolo strettamente al lavoro sulla genitorialità.
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COLLABORAZIONI CON IL TERRITORIO
Ciò che viene prodotto dalle donne che partecipano ai progetti “Mani in pasta” e “Filo Rosa” viene
commercializzato sul territorio di Reggio Emilia e Provincia, utilizzando diversi canali: dalla vendita diretta
presso il laboratorio di produzione, alle forniture per i vari GAS (Gruppi di Acquisto Solidale); inoltre
vengono curati rinfreschi aziendali, feste per compleanni e ricorrenze ed eventi aperti alla cittadinanza.
Tutte queste attività rappresentano occasioni preziose non solo per far apprezzare la qualità del prodotto
offerto, ma anche per raccontare ai cittadini e al nostro territorio l’unicità del percorso di crescita e
riscatto intrapreso dalle donne coinvolte. Mostrando concretamente il frutto del loro lavoro e delle loro
accresciute competenze, cerchiamo di sensibilizzare la comunità ai cammini di integrazione sociale,
possibili e realizzabili anche attraverso la responsabilità sociale di tutti.
SERVIZI
•
I pomeriggi di “Mammaè”, negli spazi parrocchiali di Roncina e S.Pietro.
Dalle 16.30 alle 18.30, il martedì presso l’oratorio di S.Pietro, V. Campo Samarotto 1
e il giovedì presso i locali della Parrocchia di Roncina, V. dei Templari 2.
Gli incontri sono promossi dal Centro di Aiuto alla Vita di Reggio Emilia
Il progetto è nato dalla collaborazione tra il Centro di Aiuto alla Vita e la Coop. “Madre Teresa”.
I
pomeriggi di “Mammaè” sono incontri per mamme e bimbi dal pancione in poi, spazi aggregativi di
incontro, confronto e crescita per condividere le emozioni, le ansie e le scoperte legate alla
maternità. Guidano questi momenti di incontro una educatrice professionale della Coop. Soc. “Madre
Teresa”, due volontarie del Centro di Aiuto alla Vita e due studentesse delle Scuole Superiori impegnate nel
progetto di volontariato coordinate dall’Associazione Per di Qua.
A “Mammaè” viene offerto uno spazio per :
-stare insieme, raccontandosi le proprie esperienze e i propri vissuti, anche con la presenza di esperti
(ostetriche, ginecologi, psicologi, pediatri).
-piccoli laboratori manuali
-momenti di massaggio infantile e ginnastica per le mamme
-spazi ricreativi e di festa (si festeggiano insieme ricorrenze, compleanni, ecc.)
Questo spazio di incontro sta favorendo la nascita di nuove relazioni sociali ed amicali fra le mamme, rompe
la situazione di isolamento che tante donne con i loro bambini si ritrovano a vivere sul nostro territorio,
creano solidarietà e coesione, stimolando l’emergere di nuove risorse e rinforzando la donna nel suo ruolo di
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madre. Nello scambio reciproco le mamme acquisiscono nuovi saperi, sperimentano diversi comportamenti
di cura verso i bambini, trovano sostegno per affrontare le piccole sfide quotidiane legate alla genitorialità.
RAPPORTI CON IL TERRITORIO
Partecipano a “Mammaè”:
•
•
•
•
•
Mamme del territorio
Mamme incontrate dal CAV
Mamme segnalate dal Servizio Sociale
Mamme segnalate dal Consultorio
Mamme ospiti delle Case di Accoglienza della Coop. “Madre Teresa”
Ai pomeriggi di “Mammaè” nell’anno 2012/2013 presso la Parrocchia di Roncina hanno partecipato 38
mamme e 41 bambini (0-7 anni), di queste 15 vivono sul territorio di Roncina.
Molto interessante è analizzare le provenienze delle madri che partecipano a questo spazio, per comprendere
la ricchezza della complessità in gioco:
11 mamme sono di origine nigeriana, 8 di origine italiana, 5 di origine marocchina, 3 di origine
dominicana, 3 di origine albanese, 2 di origine ganese, 1 di origine pakistana, 1 di origine senegalese, 1 di
origine colombiana, 1 di origine venezuelana, 1 di origine ucraina, 1 di origine egiziana
Ad incontro si registra sempre la partecipazione di circa 15 mamme con i loro bambini.
SERVIZI
•
“Aggiungi un posto a tavola”, percorso di riflessione e formazione per famiglie volontarie della Casa
di Accoglienza “S.Leonardo”, a Cogruzzo di Castelnovo Sotto. Progetto in collaborazione con la
Coop. Soc. “L’Arcobaleno Servizi”.
La Casa di Accoglienza “S. Leonardo” è inserita nel contesto sociale e parrocchiale del territorio di
Castelnovo Sotto dal 2001. Negli anni è cresciuto il numero di volontari e famiglie che si sono
avvicinate alla Casa per offrire la loro vicinanza ed il loro sostegno alle mamme con bambini accolti in
Comunità. I volontari sono coperti da apposita assicurazione, svolgono il loro servizio dentro e fuori dalla
struttura, condividendo momenti ludici e ricreativi, proponendo attività, dando appoggio e sostegno per
esigenze pratiche dei percorsi delle madri accolte con i loro bambini.
Quasi tutte le famiglie volontarie sono anche famiglie affidatarie o hanno avuto esperienze di affidi in
emergenza. Il rapporto con le madri e con i loro bambini è sempre mediato e facilitato dal lavoro dell’equipe
educativa, che coordina i volontari, guida il loro intervento e cura la loro formazione. “Aggiungi un posto a
tavola” ha rappresentato una delle proposte fatte durante l’anno per animare la rete dei volontari. I 6
incontri del percorso si sono tenuti in fascia serale, una volta al mese e rivolti a coppie interessate a crescere
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nella conoscenza delle proprie risorse e delle proprie fragilità genitoriali, sia nei confronti dei propri figli
naturali che di quelli accolti per periodi più o meno lunghi all’interno di progetti di affido. Gli incontri sono
stati condotti dall’equipe dell’ “Arcobaleno Servizi”.
COLLABORAZIONI CON IL TERRITORIO
La realizzazione di questo percorso si inserisce nella collaborazione in essere con la Coop. Soc.
“L’Arcobaleno Servizi” per quanto riguarda la formazione delle operatrici e alcuni percorsi di sostegno del
legame mamma-bambino. Come già detto, “Casa S. Leonardo” intrattiene preziosi rapporti con le Parrocchie
del territorio, le Scuole dell’Infanzia, le associazioni sportive. Ogni anno la Casa è coinvolta in incontri di
sensibilizzazione, partecipa ad eventi, organizza momenti aggregativi e di festa che coinvolgono sia le
famiglie del territorio che i nuclei ospitati.
CI SONO ALTRE POTENZIALITA’ NEL TERRITORIO CHE POTRESTE ATTIVARE O AVETE
COME OBIETTIVO DI ATTIVARE?
L’esperienza di questi anni di lavoro a contatto con nuclei in difficoltà ci fa mettere al centro alcune
considerazioni:
•
•
•
•
I minori che vivono in comunità per un lungo periodo necessitano di confrontarsi con modelli
positivi di vita famigliare, di arricchire i propri punti di riferimento affettivi, di sperimentare qualche
frammento di vita quotidiana giocata anche fuori dal contesto comunitario.
Le mamme accolte nelle case di accoglienza spesso sono sole, senza una rete parentale di
riferimento dalla quale sentirsi sostenute. Necessitano di stringere rapporti significativi di amicizia e
confronto con altre figure adulte, che si affianchino al loro cammino.
Le famiglie e i volontari che si avvicinano alle Case di Accoglienza portano il desiderio di spendere
la propria genitorialità o il proprio tempo anche per altri, ma chiedono di farlo in un cammino
condiviso, in cui famiglie e operatori si possano confrontare e sostenere.
Il dopo comunità: le nostre mamme e i nostri bimbi necessitano di punti di riferimento e di sostegno
soprattutto dopo la loro uscita dalla comunità, quando viene meno la presenza costante degli
operatori. Gli adulti “affidabili” e significativi con i quali hanno creato un legame lungo il percorso
comunitario possono rimanere figure preziose su cui contare e a cui appoggiarsi.
La Cooperativa “Madre Teresa” è interessata a sviluppare progetti ed interventi che facilitino la creazione di
reti di solidarietà, sostegno e condivisione tra famiglie, progetti di manutenzione e cura delle relazioni di
aiuto, perché crede che questo vada a vantaggio delle persone accolte e della società tutta.
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Relazione gruppo Accoglienza e territorio