DICHIARAZIONE AMBIENTALE ANNO 2001 STABILIMENTO DI MERANO N. Registro I-000121 Oggetto della presente Dichiarazione Ambientale è lo stabilimento di Merano della MEMC Electronic Materials SpA. Questo documento è stato redatto in conformità all’art. 6 del Regolamento CEE n. 761/2001 del 19/03/01. I dati pubblicati sono relativi al periodo 1997/2001. Pubblicazione a cura della funzione: ESH - Protezione Ambiente e Sicurezza. Responsabile Progetto: A. Paci. Collaborazione Redazionale: R. Marangon, A. Zoppis, E. Pistoia. Diritti Riservati. Foto pubblicate per gentile concessione di: F. Garbelotto e azienda di soggiorno di Merano. Progetto Grafico: Julita Pubblicità - www.julita.it 1ª Edizione - Marzo 2002 Lettera del vertice aziendale Negli ultimi anni l’attenzione alla tutela dell’ambiente è aumentata. Diverse infatti sono state le forze trainanti che hanno determinato nella popolazione l’incremento della consapevolezza dell’importanza di tale argomento: nuove e più severe normative, l’educazione nelle scuole e una maggiore attenzione dei media agli eventi ambientali. Anche nel comparto industriale il tema dell’ambiente ha acquisito un valore sempre più strategico ed oggi, soprattutto nel settore dell'elettronica, le prestazioni ambientali aziendali sono diventate uno dei criteri di scelta per l’individuazione del fornitore. Tale maggiore sensibilità verso la qualità dell’ambiente ha, pertanto, portato ad un graduale cambiamento del rapporto impresa - ambiente che oggi vede coniugati gli obiettivi di sviluppo del sistema produttivo con il rispetto e la difesa dell’ambiente. La MEMC S.p.A. ha da sempre dimostrato concretamente la sua attenzione alla tutela dell’ambiente e, in quanto parte di una multinazionale ha avuto l’opportunità di conoscere ed affrontare realtà e problematiche diverse. I frequenti contatti con i nostri clienti, aziende elettroniche ad elevata tecnologia, da tempo orientate alla salvaguardia dell’ambiente, ci hanno aiutato nelle nostre scelte tecniche ed organizzative, permettendoci di ampliare le nostre competenze nel settore della gestione ambientale. Già nei primi anni ’90 erano infatti attivi programmi di eliminazione delle sostanze che riducono lo strato dell’ozono; fin dagli anni ‘80 lo stabilimento di Merano, nella progettazione degli interventi di ristrutturazione e potenziamento produttivo, ha posto particolare attenzione nella riduzione dei consumi specifici di acqua emunta dai pozzi, privilegiando contemporaneamente ogni possibile recupero energetico. Dal 1988 al 2000 il consumo specifico di acqua di pozzo è infatti diminuito del 30 %; nello stesso periodo il consumo specifico energetico è diminuito del 22 %. Durante l’ultimo quinquennio è maturata la convinzione che lo stesso approccio sistematico ed organizzato adottato per lo svolgimento delle attività produttive derivato dall’applicazione di un sistema di gestione qualità, possa essere applicato anche alla gestione di tutte le attività che possono dar luogo ad impatti sull’ambiente esterno, al fine di prevenire situazioni di rischio ambientale e per rendere ecoefficienti tali attività nell’ottica del continuo miglioramento delle nostre prestazioni ambientali. A tale scopo nel 1998 l’azienda ha deciso di predisporre un Sistema di Gestione Ambientale conforme agli standard ISO14001, la cui certificazione è stata ottenuta nel 1999. L’approccio che è stato adottato per la definizione dei programmi ambientali è quello di richiedere a tutti i dipendenti maggiormente coinvolti nelle attività ad impatto ambientale di suggerire possibili aree di miglioramento. Questo coinvolgimento ha permesso e tuttora permette la definizione di azioni di miglioramento ambientale condivise e accettate già a priori da coloro che sono incaricati della loro implementazione, che considerano queste azioni come parte del loro lavoro e si sentono gli attori principali ed orgogliosi dei risultati ottenuti. La riduzione del consumo energetico e del consumo di acqua di falda, la riduzione del consumo dei prodotti chimici, la riduzione dei rifiuti, delle emissioni in atmosfera e degli scarichi in acque superficiali sono gli obiettivi ambientali prefissati, sulla base dei quali l’azienda ha già conseguito risultati significativi e sui quali continuerà a programmare le azioni migliorative definendone le priorità ed individuando specifici target di miglioramento. Come la condivisione degli obiettivi di miglioramento con tutti i dipendenti, ne ha permesso il conseguimento, così siamo convinti che la condivisione delle informazioni relative alle prestazioni ambientali dell’azienda con le parti interessate esterne, possa determinare un miglioramento dello stato dell’ambiente. La MEMC, infatti, ha inteso avvicinarsi alla elaborazione della Dichiarazione Ambientale per farne strumento di sensibilizzazione in quanto riteniamo che l’ambiente sia un patrimonio comune e la sua salvaguardia un dovere di ciascuno. Romano Amaduzzi Presidente MEMC S.p.A. Vice Presidente MEMC Inc. 3 Indice • LETTERA DEL VERTICE AZIENDALE 3 • DESCRIZIONE GENERALE DELL'ATTIVITÀ 5 • LA COLLOCAZIONE NEL MONDO 6 • UNO SGUARDO ALLA STORIA 7 • LO STABILIMENTO OGGI: INFORMAZIONI GENERALI 8 • COLLOCAZIONE GEOGRAFICA e CONTESTO AMBIENTALE 9 • POLITICA DELLA SOCIETÀ 12 • LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA 13 • DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ e DEGLI ASPETTI AMBIENTALI ASSOCIATI 16 • GLI IMPATTI AMBIENTALI DELL’ATTIVITÀ 23 • LA LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO 25 • LA QUANTIFICAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI 26 • ASPETTI AMBIENTALI INDIRETTI 41 • IL PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE 43 • GLOSSARIO 46 4 Descrizione generale dell’attività MEMC è un gruppo internazionale attivo nel mercato della microelettronica in quanto produttore di silicio iperpuro. Oggi i microchip hanno raggiunto dimensioni di un millimetro quadrato e ospitano sulla loro superficie tutto il cervello di un computer. Il silicio, grazie alla sua struttura molecolare cristallina, è un materiale semiconduttore in grado di trattenere e non disperdere il flusso di corrente elettrica; viene perciò utilizzato come componente basilare e supporto per la costruzione di circuiti integrati e sistemi di memoria (chip). Lo stabilimento MEMC di Merano produce barre di silicio in forma policristallina e poi, utilizzando questo prodotto come materia prima nella successiva fase del processo produttivo, in forma monocristallina. Le barre di silicio monocristallino sono destinate alla trasformazione, in altri stabilimenti del gruppo, in fette sottili, dette wafers, dalle quali si ricavano semiconduttori e diodi controllati. I circuiti integrati o microchip sono piastrine di silicio sulle quali viene inciso un circuito cioè un labirinto di cavi e transitor (interruttore), più sottili di un capello, nei quali scorrono gli elettroni producendo diversi segnali che fanno funzionare apparecchi di ogni tipo. I clienti della MEMC S.p.A. sono le principali aziende del settore della microelettronica e coprono i settori merceologici di informatica, teleco- municazioni, alta fedeltà, telefonia cellulare, trasporti, elettromedicali, elettronica industriale. SILICIO (dal latino silex, pietra focaia) Elemento che appartiene al gruppo del carbonio e del germanio. Simbolo chimico: Si Densità: 2,33 gr/cm3 Numero atomico: 14 Peso atomico: 28,086 Temperatura di fusione: 1420°C Il silicio non si trova in natura allo stato elementare ma sotto forma di diossido (quarzo) o di silicato (argilla). Allo stato puro forma dei cristalli che hanno una struttura simile a quella del diamante. 5 La collocazione nel mondo La sede del gruppo multinazionale si trova a St. Peters, nel Missouri (USA); conta nel mondo 9 stabilimenti produttivi localizzati in America, Asia, ed Europa e copre con la rete commerciale tutto il globo. La presenza produttiva MEMC in Europa è rappresentata dalla MEMC S.p.A. con gli stabilimenti di Merano, oggetto della presente Dichiarazione Ambientale, e Novara, quest’ultima sede europea del gruppo. A livello mondiale invece il gruppo MEMC comprende altri quattro siti produttivi (due negli Stati Uniti, uno in Giappone ed uno in Malesia) più tre joint-venture con altri partner dislocate rispettivamente negli Stati Uniti, in Corea e in Taiwan. Hsinchu - TAIWAN Chonan City - KOREA Kuala Lumpur - MALAYSIA Sherman TEXAS St. Peters MISSOURI Pasadena TEXAS Novara - ITALIA Merano - ITALIA 6 Utsunomiya City - JAPAN Uno sguardo alla storia Lo stabilimento di Merano venne costruito nella metà degli anni ’20 (i primi lavori iniziarono nel 1924) dalla Montecatini per la produzione di fertilizzanti (quali solfato biammonico, nitrato di calcio e nitrato di ammonio), di prodotti di base per esplosivi ed acqua pesante durante il periodo bellico. Tra gli anni 1955 e 1972 nello stabilimento vennero sperimentati processi pilota per la produzione di sostanze di diverso tipo (ossido di berillio, calcio metallico, litio metallico, carbonato di litio, sodio iperpuro); in questo periodo fu attivata anche la produzione sperimentale di silicio iperpuro per semiconduttori. Nel 1999 si instaura un nuovo assetto societario in seguito alla fusione della VEBA e della VIAG che dà origine al gruppo E.ON Ag, che nell’ottobre 2001 cede la proprietà al nuovo azionista di maggioranza, una società di investimento privata americana denominata Texas Pacific Group. Nel 1980 la Società venne acquisita dalla tedesca Dynamit Nobel Ag e la ragione sociale modificata in Dynamit Nobel Silicon DNS. Nel 1988 la divisione chimica della Dynamit Nobel Ag, che comprendeva lo stabilimento di Merano, fu acquistata da un’altra società tedesca, la Hüls del gruppo multinazionale VEBA. Nel 1989 la Hüls acquistò la Monsanto Electronic Materials del Gruppo Monsanto, fondando la MEMC Electronic Materials: è da questo momento che anche lo stabilimento acquista la denominazione MEMC Electronic Materials. A sinistra in bianco e nero lo Stabilimento Montecatini di Merano negli anni ‘30. In alto veduta odierna dello stabilimento MEMC e della Valle di Merano. In basso l’area di ingresso dello Stabilimento MEMC di Merano. Nel 1974 venne costituita la SMIEL (Società Materiali Iperpuri per Elettronica); lo stabilimento fu sottoposto a ristrutturazione e venne attivata la produzione di silicio iperpuro, dal policristallo alla produzione delle fette. Dal 1977 la SMIEL cominciò a gestire anche lo stabilimento di Novara, dove venne trasferita la parte di processo relativo alla produzione delle fette. 7 Lo Stabilimento oggi: informazioni generali N. DIPENDENTI: 456 di cui 48 laureati e 122 diplomati; suddivisi nelle seguenti aree: 294 reparti produttivi 28 manutenzione 39 engineering & technology 22 qualità e laboratorio 66 amministrazione, acquisti marketing, personale 7 sicurezza e ambiente MEMC Electronic Materials S.p.A. Stabilimento di Merano Via Nazionale, 59 39012 Merano (BZ) Sito Internet: www.memc.com E-mail: [email protected] CODICE NACE: DG 24.13 - Fabbricazione di altri prodotti chimici di base inorganici 102.707 23.128 59.254 20.325 Brennero Vipiteno S.S.44 Fiume PASSIRIO S.S.38 Bressanone MERANO Marlengo Lavorazione a ciclo continuo: 3 turni da 8h/giorno 7 giorni/settimana 52 settimane/anno m2 m2 m2 m2 A22 VERONA BRENNERO Postal Lana CODICE ISTAT (ATECO 91): 24.130 - Fabbricazione di altri prodotti chimici di base inorganici Superficie totale Area coperta Aree scoperte Area verde AUSTRIA S.S.38 S.S.ME/BO BOLZANO S.S.12 Fiume ADIGE CERTIFICAZIONI secondo standard internazionali QUALITÀ: ISO9002 nel 1991 ISO9001 nel 1994 QS9000 nel 1999 Fatturato annuo MEMC S.p.A. relativo al 2001: 193 Milioni di Euro TRENTO AMBIENTE: ISO14001 nel 1999 (dati al 31/12/01) REP.POLICRISTALLO IMPIANTO ANTINCENDIO SERBATOI OLIO COMBUSTIBILE REP. CZ/SERVICES SERBATOI ARGON SERBATOI AZOTO STOCCAGGI TCS/TET REP. LAVORAZIONI MECCANICHE CZA CZB DIREZIONI UFFICI MAGAZZINO ACIDI CARRI BOMBOLAI IDROGENO IMPRESE ESTERNE MENSA DEPOSITO FANGHI FERROCISTERNE CLOROSILANI REPARTO CONTROLLO POLY POLY DEPOSIZIONE MAGAZZINI E OFFICINA MECCANICA GASOMETRO IDROGENO SERBATOIO HCL RIO SINIGO IMPIANTO CDI MAGAZZINO IMP. TRATTAMENTO ACQUE CABINA ELETTRICA PLATEE RIFIUTI DEPOSITO BOMBOLE MAGAZZINO POLY PORTINERIA PAR CHE GG IO VASCA EMERGENZA SCARICHI LABORATORIO CHIMICO AMMINISTRAZIONE 8 INFERMERIA Collocazione geografica e contesto ambientale BOLZANO REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE ITALIA L’area circostante il sito produttivo L’area in cui sorge lo stabilimento è pianeggiante, a circa 330 metri sul livello del mare, collocata nella conca che risulta dall’incontro tra la Val Venosta e la Valle Passiria, nel tratto mediano della valle dell’Adige. Centri abitati di rilievo all’interno di tale area sono i comuni di Merano, Lana, Postal e Marlengo. Lo stabilimento confina a nord con un’area ad uso agricolo coltivata a meli; sul lato orientale dello stabilimento iniziano i rilievi della Valle dell’Adige, dove sono presenti vigneti e zone a bosco. A sud confina con l’area a destinazione industriale e commerciale, a ovest con la strada statale n°38 che collega Merano a Bolzano; il fiume Adige scorre a circa 300 metri in direzione ovest. Lo stabilimento è attraversato, in prossimità del confine settentrionale, dal Rio Sinigo. Le vie di comunicazione presenti nelle vicinanze dello stabilimento sono, oltre alla strada statale, la superstrada Merano - Bolzano e la linea ferroviaria Bolzano - Merano. rio Fiume Passi MERANO N a MERANO e delle specie animali e vegetali che li abita è estremamente ampia. La salvaguardia, il ripristino e il mantenimento del paesaggio urbano, naturale e rurale, sono tutelate e garantite in Alto Adige da una attenta pianificazione paesaggistica, così come la tutela della flora e della fauna. In particolare tra i comuni di Lana e Merano, alla distanza di circa 1 km dallo Stabilimento, si colloca il più ampio residuo di delta fluviale dell’Alto Adige, un’area di 30 ettari di bosco ripariale e paludoso, caratterizzato dalla presenza di ontani, salici e frassini. Parte dell’area, circa 13 ettari, è tutelata come biotopo “Delta del Valsura”: al suo interno fauna e flora sono protette in modo assoluto. L’area è stata inoltre proposta dall’Italia come “Sito di Importanza Comunitaria” ai fini della direttiva “Habitat”. N ov PROVINCIA DI BOLZANO La cittadina di Merano si trova a circa 4,5 chilometri dallo stabilimento, in direzione nord; il comune conta circa 34.000 residenti con una densità di popolazione di circa 1.300 abitanti/km2; il nucleo abitato di Sinigo si trova a circa 1 chilometro dallo stabilimento, in direzione nord. I comuni di Lana, Postal e Marlengo contano rispettivamente circa 8.000, 1.200, 2.200 residenti. La popolazione in questi centri è in tendenziale aumento rispetto al 1991. Marlengo Rio Il sito produttivo MEMC è ubicato all’interno del comune di Merano, in Alto Adige, nella Zona Industriale di Sinigo, classificata “Zona per Insediamenti Produttivi di Interesse Provinciale” nel Piano Urbanistico Comunale. Sinigo Rio Sinigo ra u als oV Ri Area del Delta del Valsura La Natura e il Paesaggio L’Alto Adige è posizionato al centro e lungo il versante meridionale dell’arco alpino, punto di convergenza di influssi climatici e di elementi ambientali diversi (alpino orientale, occidentale, mediterraneo, centrale). La varietà degli habitat naturali Lana Postal Fiume Adige 9 Sui versanti montani esposti a sud sono presenti specie vegetali tipiche dei climi aridi, quali il rovere peloso, la carpinella, il frassino e il castagno. Biotopo Il Clima e la Qualità dell’Aria Le particolari caratteristiche climatiche sono dovute alla conformazione geografica della regione, che risulta protetta dalle correnti di aria fredda e interessata da venti caldi da sud. La distribuzione delle precipitazioni durante l’anno presenta le caratteristiche del clima alpino con un massimo prolungato nel periodo primaverile-estivo ed uno, meno accentuato, autunnale. A Merano è in funzione una centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria: i valori registrati nel corso degli anni rispettano ampiamente i valori guida previsti dalla normativa vigente. In particolare, negli ultimi anni è stata registrata una diminuzione delle concentrazioni di sostanze 10 quali il fluoro e l’acido cloridrico; inoltre l’utilizzo del gas metano come combustibile ha comportato la riduzione della concentrazione di inquinanti quali il biossido di zolfo e le polveri. Sono invece in aumento le sostanze attribuibili al traffico urbano (ossidi di azoto e ozono). Aspetti Geologici ed Idrogeologici L’area sulla quale sorge lo stabilimento è classificata come “zona a rischio geologico e idrogeologico controllato”. Il sito si trova sulla conoide del rio Sinigo; indagini condotte per conto della MEMC nell’area in cui sorge lo stabilimento hanno permesso di rilevare le caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo che risulta costituito prevalentemente da sedimenti alluvionali (ghiaie e sabbie, in rapporto fra loro variabile, ciottoli e blocchi), con una leggera coltre di riporto e detritica e un substrato roccioso di porfidi a profondità compresa tra 40 e 100 metri. A profondità variabile, tra i 4 e i 22 metri a seconda del punto di campionamento, è stato individuato uno strato di limo sabbioso-argilloso e torba, con caratteristiche di impermeabilità. Sono presenti due acquiferi: uno superficiale, di tipo freatico, e un sistema multifalda a profondità superiore a 20 metri, di notevole potenza. Secondo le misurazioni di falda eseguite negli ultimi anni la direzione di flusso della falda freatica rive- la un andamento sub-parallelo alla direzione di fondo valle, pressochè ortogonale al corso del Rio Sinigo. La soggiacenza dal piano campagna è di circa 13 metri nella parte alta dello stabilimento, mentre nella parte bassa è pari a circa 5 metri (area edificio ex mensa). L’andamento dei livelli di falda è influenzato dalle precipitazioni; l’oscillazione annuale è di un metro circa; la massima oscillazione rilevata nell’area nel periodo 19891998 è stata di 3,35 metri. Nella zona sono presenti numerosi pozzi in concessione privata, utilizzati prevalentemente per uso irriguo; anche alcuni degli insediamenti industriali e artigianali sono muniti di pozzi per l’approvvigionamento di acqua ad uso industriale. Ad ovest del sito ci sono 3 pozzi pubblici a scopo potabile; lo stabilimento non interferisce con le relative zone di rispetto. Lo stabilimento MEMC ha la concessione per l’utilizzo di 7 pozzi che pescano nella seconda falda per l’acqua industriale; l’acqua potabile e per i servizi igienici è prelevata dall’acquedotto municipale. Ambiente Idrico Superficiale Il corso d’acqua principale della conca meranese è il fiume Adige, che riceve nei pressi dello stabilimento MEMC il Fiume Passirio, il Rio Nova, il Rio Sinigo e il Valsura. Nell’anno 2000 è entrato in funzione il depuratore di Merano, il cui scarico si immette a nord dello sta- mento agricolo della zona cominciò proprio con la bonifica con colture cerealicole che, essendo poco adatte alle condizioni locali, vennero soppiantate negli anni Cinquanta da coltivazioni intensive di alberi da frutta. Veduta del Granzebrù bilimento; a sud dello stabilimento immette lo scarico del depuratore di Lana. L’Adige si estende per una lunghezza di 410 chilometri, 140 dei quali scorrono in territorio altoatesino, e sfocia nel mare Adriatico a sud di Chioggia. Lungo il corso principale del fiume sono presenti numerose derivazioni per prelievi a scopi idroelettrici: le più importanti sono quella del Lago di Resia, di Lasa e Tel; a monte di Merano l’Adige consiste dunque per parti estese di tratti derivati. Indagini condotte tra il 1992 e il 1998 dal Laboratorio Biologico Provinciale con il metodo IBE (Indice Biotico Esteso), che permette di determinare la qualità ecologica dei corsi d’acqua, hanno evidenziato che nel tratto fra la foce del Passirio e l’immissione dello scarico di Merano le acque del fiume Adige sono da moderatamente inquinate a inquinate; a valle di Merano è stato rilevato un ambiente molto inquinato, imputato all’effetto degli scarichi civili di Merano e Lana che non erano ancora depurati all’epoca del campionamento. Nel tratto tra Terlano e Ponte Adige il fiume, grazie alla sua capacità di autodepurazione, presenta un inquinamento moderato. La qualità biologica delle acque dell’Adige è influenzata, oltre che dagli apporti del bacino scolante e dalla immissione di scarichi civili e industriali, dalle derivazioni per scopi idroelettrici: a valle delle centrali con flusso discontinuo spesso l’acqua viene restituita con portate variabili, incidendo negativamente sulla capacità di autodepurazione del fiume e sulla fauna acquatica. Il Contesto Economico e Sociale Fino agli anni ‘20 l’area di Sinigo era prevalentemente paludosa a causa delle acque non regimentate dell’Adige, del rio Nova e del rio Sinigo, di fatto priva di insediamenti umani di un certo rilievo; lo sfrutta- Nel bacino imbrifero dell’Adige, nella Valle Venosta e nella Val d’Adige, sono presenti estese colture di frutta, verdura, segala; sulla Muta di Malles sono presenti principalmente malghe coltivate intensivamente. L’area di Merano è oggi caratterizzata dalla presenza di imprese di piccole e medie dimensioni. Occupa una posizione di rilievo il turismo, caratterizzato da elevata stagionalità. Sono numerose le aziende che si occupano di stoccaggio e spedizione di prodotti ortofrutticoli, anche nella nuova area industriale confinante con lo stabilimento. Veduta della “Passeggiata d’inverno” (Tappeiner). 11 Politica della Società La Politica della Società: Ambiente, Salute e Sicurezza, è il documento che enuncia i principi generali su cui si basa il Sistema ESH - Environment, Safety, Health, per la Gestione Integrata della tutela ambientale, della sicurezza e salute sul lavoro, dei rischi di incidente rilevante. La Politica è definita e sottoscritta dai direttori di tutte le aree funzionali della Società, che in questo modo sottolineano il loro pieno appoggio e coinvolgimento. Il documento di politica è formulato in modo da integrare le dichiarazioni di impegno della Società nei confronti della tutela ambientale e, al contempo, della sicurezza dei lavoratori. Lo stabilimento di Merano infatti è interessato all’attuazione formale di un sistema di gestione della sicurezza ai sensi del Decreto Legislativo 334/99 “Attuazione della Direttiva CEE 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. 12 La struttura organizzativa L’attuazione dei principi contenuti nella “Politica: Ambiente, Salute e Sicurezza” viene conseguita grazie a una struttura organizzativa nella quale sono individuati in modo chiaro ed univoco i ruoli, le responsabilità e le competenze tecniche, al fine di poter attuare le fasi di pianificazione, attuazione, verifica e riesame, tipiche di un sistema di gestione teso al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali. Di seguito sono riportati gli organigrammi che descrivono rispettivamente la struttura della Società MEMC S.p.A. e dello stabilimento di Merano. Nell’ambito di tale struttura è istituito un Comitato Direttivo per la pianificazione annuale delle attività relative alla protezione dell’ambiente, alla salute e alla sicurezza. Il Comitato Direttivo si avvale, per la gestione e il coordinamento di tali attività, di un Comitato Operativo costi- MEMC Electronic Materials S.p.A. PRESIDENTE MEMC S.p.A. VICE PRESIDENTE MEMC DIRETTORE PIANIFICAZIONE PRODOTTO E SISTEMI INFORMATIVI DIRETTORE AMMINISTRAZIONE & FINANZA DIRETTORE RISORSE UMANE DIRETTORE TECNOLOGIE DIRETTORE ASSICURAZIONE QUALITÀ DIRETTORE MATERIALI DIRETTORE STABILIMENTO DI MERANO DIRETTORE STABILIMENTO DI NOVARA MEMC Electronic Materials S.p.A. - Stabilimento di Merano DIRETTORE STABILIMENTO MERANO RESPONSABILE POLICRISTALLO RESPONSABILE MONOCRISTALLO RESPONSABILE IMPIANTI E TECNOLOGIA POLICRISTALLO RESPONSABILE MANUTENZIONE ELETTRICA E AUTOMAZIONE RESPONSABILE OPERATIONS TECHNOLOGY E RICERCA SVILUPPO RESPONSABILE RISORSE UMANE RESPONSABILE SISTEMI INFORMATIVI RESPONSABILE QUALITÀ RESPONSABILE AMBIENTE, SICUREZZA E SALUTE RESPONSABILE AMMINISTRAZIONE E ACQUISTI MEMC Electronic Materials S.p.A. Merano - Struttura ESH COMITATO DIRETTIVO (ESH Steering Committee) Presidente MEMC S.p.A. Direttore Materiali, Direttore Tecnologie, Direttori di Stabilimento Novara e Merano R.D.P.A. Rappresentante della Direzione per la Protezione Ambientale COMITATO OPERATIVO (ESH Committee) Direttore di Stabilimento Responsabile Impianti di Stabilimento e Tecnologie Poly Responsabile Policristallo Responsabile Monocristallo Responsabile Operations Technology e Ricerca & Sviluppo Responsabile Automazione Responsabile Amministrazione e Acquisti Responsabile Qualità Responsabile Risorse Umane tuito dai responsabili delle funzioni che determinano il maggiore impatto ambientale. Il coordinamento tra il Comitato Direttivo e il Comitato Operativo è svolto dal Rappresentante della Direzione per la Protezione Ambientale, RDPA, designato dalla Direzione. La responsabilità dell’attuazione della politica e degli obiettivi ESH è attribuita a dirigenti, preposti e dipendenti, nell’ambito delle proprie competenze e nei limiti connessi alla posizione: ognuno è chiamato a rispondere delle proprie azioni al proprio superiore ed è responsabile per coloro che da lui dipendono. La responsabilità primaria appartiene al Presidente della Società. 13 Il Sistema di Gestione Ambientale (SGA) Il continuo miglioramento delle performances in campo ambientale e della sicurezza viene conseguito mediante l’adozione del modello gestionale denominato PDCA: • Plan (Pianificazione) • Do (Attuazione) • Check (Verifica) • Act (Consolidamento o Riesame Direzione) di seguito descritto. PLAN - La Pianificazione del Miglioramento Continuo Per individuare i settori o le fasi del processo produttivo che hanno effetti negativi significativi sull’ambiente il Comitato Operativo effettua periodicamente una analisi ambientale seguendo il processo di seguito descritto e rappresentato nello schema. Il processo produttivo viene suddiviso in attività e processi elementari, per ognuno dei quali sono identificati e quantificati gli aspetti ambientali, ovvero le risorse ambientali consumate e le emissioni nell’ambiente, al fine di verificare quali tra essi risultano maggiormente significativi in termini di impatto verso l’ambiente esterno. L’analisi viene condotta per condizioni operative normali e anomale, come ad esempio le fasi di avviamento o dismissione impianti; sono inoltre considerate le situazioni possibili di emergenza e di incidente, in base all’analisi degli eventi incidentali accaduti in passato, e situazioni attuali resi- 14 due di attività passate. Sono sottoposte a questa valutazione anche le attività non direttamente gestite dall’azienda (imprese esterne, fornitori) ma che possono generare impatti sull’ambiente (Aspetti Ambientali Indiretti). Analisi di attività, processi e servizi Pregressi Esistenti Futuri - normali condizioni operative - start-up - fermata impianti - incidente - emergenza Individuazione degli Aspetti Ambientali Diretti Indiretti Quantificazione degli Aspetti Ambientali Individuazione dei possibili effetti sull’ambiente Qualità dell’ambiente circostante Legislazione ambientale Opinione dei soggetti interessati Costi/Benefici SIGNIFICATIVITÀ DELL’IMPATTO Definizione Obiettivi e Traguardi Ambientali PROGRAMMA AMBIENTALE I progetti di modifica di processi e impianti sono soggetti ad una procedura interna per garantire che siano approvate solo quelle innovazioni che non determinano significativi effetti negativi sull’ambiente circostante, e vengono considerati dal Comitato Operativo nella revisione dell’analisi ambientale. Sulla base dei risultati dell’analisi ambientale il Comitato Operativo individua gli obiettivi e i traguardi ambientali, le azioni necessarie, i responsabili e le scadenze, e organizza queste informazioni nella bozza del Programma Ambientale da sottoporre al Comitato Direttivo. L’analisi e l’approvazione del Programma Ambientale vengono effettuate dal Comitato Direttivo nell’ambito del riesame annuale del Sistema di Gestione Ambientale. DO - Attuazione Per ciascuna attività coinvolta dagli aspetti ambientali ad impatto significativo sono definite procedure e norme operative che descrivono le corrette modalità di gestione per minimizzare o eliminare gli effetti sull’ambiente; procedure e norme operative sono utilizzate come materiale didattico per la formazione specialistica del personale. Anche la scelta dei fornitori critici per gli aspetti ambientali è regolata da apposita procedura. Sono definiti i piani di comunicazione e sensibilizzazione ambientale rivolti a tutti i dipendenti e ai terzi che interagiscono con l’azienda: incontri periodici con il personale, news-letter, open day, opuscolo informativo per i visitatori, visite guidate per le scuole, incontri con altre aziende, informativa alle imprese esterne che operano nello stabilimento, comunicati stampa, articoli su riviste locali. La corretta gestione di eventuali emergenze di carattere ambientale è garantita dalla predisposizione e divulgazione del Piano di Emergenza, che stabilisce segnali e comportamenti e prevede l’intervento su chiamata del Personale Operativo per l’Emergenza, appositamente addestrato. CHECK - Verifica L’attività di verifica viene condotta per mantenere il controllo del sistema di gestione nel suo complesso e per verificare l’effettivo raggiungimento di obiettivi e traguardi. Tale attività comprende: • monitoraggi ambientali periodici estesi a tutti gli aspetti ambientali significativi, descritti in un piano dedicato che riporta anche le modalità di archiviazione dei dati • audit interni e segnalazioni, per verificare la conformità a quanto previsto dalle procedure e dalla normativa di riferimento • audit di sistema, per verificare la conformità del sistema di gestione ai requisiti delle norme prese a riferimento (ISO 14001 e EMAS). ACT - Consolidamento I risultati conseguiti grazie al mantenimento del SGA e all’attuazione del Programma Ambientale vengono verificati durante il riesame periodico effettuato dalla Direzione negli incontri del Comitato Direttivo. In tali incontri vegono sottoposti alla Direzione: • i risultati della valutazione di Panorama della Val Passiria significatività degli impatti associati agli aspetti ambientali (analisi ambientale) • il consuntivo delle attività di formazione e comunicazione ambientale • i risultati dei monitoraggi ambientali e degli audit interni ed esterni. MIGLIORAMENTO CONTINUO “PLAN” PIANIFICAZIONE Struttura, ruoli, responsabilità Identificazione degli obblighi legali Identificazione degli impatti ambientali Individuazione di obiettivi e traguardi Definizione del programma di gestione ambientale “ACT” AZIONE SCATURITA DAL CONTROLLO Revisione del sistema di gestione Sulla base di queste informazioni la Direzione definisce gli indirizzi per eventuali variazioni della Politica e degli altri elementi del Sistema di Gestione, nell’ottica del miglioramento continuo. “DO” ATTUAZIONE E FUNZIONAMENTO Definizione di procedure e norme operative Formazione e addestramento Comunicazione e sensibilizzazione Piano d’emergenza “CHECK” CONTROLLI E AZIONI CORRETTIVE Monitoraggi e misure Audit di sistema e di conformità Azioni correttive Documentazione e registrazioni 15 Descrizione delle Attività e degli Aspetti Ambientali Associati In questo capitolo sono descritti e rappresentati, con l’ausilio di schemi di flusso, le attività e i processi dello stabilimento di Merano. Per ciascuna fase della lavorazione sono indicati i principali aspetti ambientali associati. In base alle fasi principali del ciclo produttivo, lo stabilimento può essere suddiviso in quattro aree funzionali fondamentali: • area produzione policristallo (POLY) • area frantumazione e selezione (LM) • area produzione monocristallo (CZ) • area controlli e spedizioni (CZS) Il processo produttivo complessivo è rappresentato nello schema seguente; le singole fasi del processo vengono descritte nei paragrafi successivi. AREA POLY IDROGENO ACQUISTATO E IDROGENO PRODOTTO TET IN INGRESSO TET IDROGENAZIONE TET TCS PURIFICAZIONE IDROGENO PURIFICAZIONE CLOROSILANI RECUPERO CLOROSILANI AREA LM DEPOSIZIONE SILICIO POLICRISTALLINO RECUPERO IDROGENO IDROGENO RECUPERO PREPARAZIONE NUGGETS SELEZIONE E CONFEZIONAMENTO AREA CZ PREPARAZIONE E SELEZIONE DROGANTE CRESCITA BARRE MONOCRISTALLINO AREA CZS CONTROLLI E SELEZIONE IMBALLO E SPEDIZIONE 16 PREPARAZIONE E SELEZIONE GERMI Il reparto policristallo: la produzione di silicio policristallino Il ciclo di lavorazioni che si effettua nell’impianto Poly parte da idrogeno e tetracloruro di silicio (TET) per arrivare a silicio policristallino iperpuro (titolo minimo 99,9999). parte viene approvvigionato tramite carri bombolai. Per poter essere impiegati nella produzione in esame, i prodotti di base devono avere un grado di purezza compatibile con quello del silicio che si vuole ottenere e pertanto la prima fase della lavorazione è costituita dalla purificazione delle materie prime (idrogeno e TET). Il TET purificato in un opportuno purificatore chimico, viene inviato ai reattori di idrogenazione per essere convertito in TCS mediante reazione con idrogeno ad una temperatura superiore a 1200 gradi. Il TCS così ottenuto viene ulteriormente purificato attraverso un processo di distillazione. Il tetracloruro di silicio (TET) arriva presso lo stabilimento trasportato in cisterne ferroviarie e viene convogliato a serbatoi di stoccaggio. Fino al 2000 la materia prima trasportata era il triclorosilano (TCS), un composto molto infiammabile, sostituito a partire dal 2001 con il TET, composto non infiammabile. Tale sostituzione costituisce un importante incremento nella sicurezza dei trasporti di sostanze pericolose, realizzato nell’ambito della politica di continuo miglioramento da anni perseguita da MEMC, ed ha richiesto una modifica sostanziale degli impianti produttivi in modo da permettere la trasformazione interna del TET in TCS. L’idrogeno viene in parte prodotto in loco mediante elettrolisi dell’acqua, in La produzione del silicio policristallino iperpuro si ottiene mediante reazione di una miscela gassosa di idrogeno e TCS opportunamente miscelati a circa 1100 °C. Questo processo avviene in una camera di reazione ("reattore"), costituita da una campana di acciaio provvista di intercapedine per l’acqua di raffreddamento. All’interno del reattore sono disposti dei supporti di silicio (detti “anime”), resi incandescenti dal passaggio di corrente, sui quali si deposita il silicio in forma di aggregato policristallino. La reazione di produzione non è di tipo quantitativo, pertanto le materie prime che non si sono trasformate in silicio vengono recuperate e riutilizzate previa ripurificazione. Anche l’acqua di raffreddamento dei reattori è inserita in un circuito chiuso che ne permette il recupero e il riutilizzo. Inoltre, il calore accumulato dall’acqua viene utilizzato per riscaldare l’olio diatermico utilizzato nei servizi di distillazione, riducendo il fabbisogno di olio combustibile bruciato nelle caldaie. Durante la stagione invernale il calore accumulato dall’acqua viene utilizzato anche nel riscaldamento dei fabbricati. IDROGENO Formula chimica: H2 Punto di ebollizione: - 253°C Limite di infiammabilità: 4 - 75 (volume % in aria) In natura l’idrogeno è allo stato gassoso ed è incolore. L’idrogeno è una sostanza estremamente infiammabile e può formare miscele esplosive con l’aria. Non sono noti effetti tossicologici e sull’ambiente; ad alte concentrazioni può causare asfissia. TRICLOROSILANO (TCS) Formula chimica: SiHCl3 Densità liquido: 1,335 g/cm3 Punto di fusione: - 127° C Punto di ebollizione: 32° C Il triclorosilano è una sostanza incolore dall’odore pungente; liquido a temperatura ambiente, nel processo è utilizzato allo stato gassoso. Il TCS è estremamente infiammabile e corrosivo; in presenza di umidità sviluppa acido cloridrico. È irritante per le vie respiratorie; è dannoso se immesso nell’ambiente perché provoca un aumento dell’acidità. TETRACLORURO DI SILICIO (TET) Formula chimica: SiCl4 Densità liquido: 1,48 g/ cm3 Punto di fusione: - 68,8° C Punto di ebollizione: 57,3° C Il tetracloruro di silicio è una sostanza incolore dall’odore pungente; viene acquistato allo stato liquido mentre nel processo è utilizzato allo stato gassoso. Il TET è corrosivo; in presenza di umidità sviluppa acido cloridrico con formazione di nebbia. È irritante per le vie respiratorie; è dannoso se immesso nell’ambiente perché provoca un aumento dell’acidità. 17 AREA PRODUZIONE POLICRISTALLINO TET TRAFFICO EMISSIONI TRAFFICO EMISSIONI TRASPORTO E SCARICO TRASPORTO RECUPERO RECUPERO PURIFICAZIONE TET (1°step) TET ENERGIA ELETTRICA H2 REFLUO ACQUA DEMI PRODUZIONE BASICO E INDUSTRIALE IDROGENO POTASSA COMPRESSIONE E PURIFICAZIONE H2 ACQUA INDUSTRIALE ENERGIA ELETTRICA OLIO DIATERMICO RIFIUTI (fondi di colonna) AZOTO PURIFICAZIONE TCS (2°step) COMPLESSANTI OLII USATI ACQUA INDUSTRIALE H2 OLIO DIATERMICO TET IDROGENAZIONE TET A IDROGENAZIONE TET RECUPERO ENERGIA ELETTRICA DEPOSIZIONE ENERGIA ELETTRICA TCS ACQUA ACQUA TCS AZOTO AZOTO EMISSIONI CONVOGLIATE GRAFITE EMISSIONI CONVOGLIATE GRAFITE RIFIUTI (grafite, quarzo) QUARZO H2 H2 RIFIUTI (grafite, quarzo) QUARZO TCS MISCELA GASSOSA DI SCARICO REATTORI POLICRISTALLO H2 TCS HCl TET AREA RECUPERO POLICRISTALLINO A LAVORAZIONI MECCANICHE SCAMBIATORI DI CALORE RECUPERO HCl ENERGIA ELETTRICA ENERGIA ELETTRICA ACQUA ACQUA FREON AZOTO RIFIUTI EMISSIONI GLICOLE OLI USATI RIFIUTI (silice) FREON H2 HCl TET TCS H2 LAVAGGIO IDROGENO FRAZIONAMENTO ACQUA TCS AZOTO TET TORNANO AL PROCESSO PRODUTTIVO (RECUPERO) SODA REFLUO BASICO H2 18 VENDITA ENERGIA ELETTRICA OLIO DIATERMICO ACQUA INDUSTRIALE HCl TORNA AL PROCESSO PRODUTTIVO (RECUPERO) Il reparto LM: le lavorazioni meccaniche Per poter essere utilizzate nella successiva fase del processo produttivo, le barre di silicio policristallino vengono sottoposte a controllo qualitativo e frantumate in pezzi di piccole dimensioni denominati "nuggets”. Anche il monocristallo privo delle caratteristiche tecniche necessarie, ma che risulta riutilizzabile (ricicli), viene frantumato e reimmesso in produzione. I ricicli frantumati e parte dei nuggets vengono trattati chimicamente con una miscela acida di grado elettronico in apposite cappe per eliminare eventuali contaminanti superficiali. Nel reparto vengono inoltre preparate le “anime”, supporti attorno ai quali si deposita il silicio policristallo, ed i germi di silicio iperpuro utilizzati nella crescita del monocristallo. Anche le “anime” e i “germi” sono sottoposti a pulizia chimica prima di essere confezionati ed inviati al successivo utilizzo. AREA LAVORAZIONI MECCANICHE POLICRISTALLO POLICRISTALLO RICICLI MONO BARRE PER ANIME FRANTUMAZIONE POLICRISTALLO E RICICLI MONOCRISTALLO BARRE PER GERMI TAGLIO E RETTIFICA ENERGIA ELETTRICA EMISSIONI IN ATMOSFERA (polveri) ACQUA DEMI MORCHIE DI SILICIO RIFIUTI (silicio) CLEAN ROOM ATTACCHI CHIMICI ATTACCHI CHIMICI ACQUA DEMI ACQUA DEMI MISCELA ACIDA MISCELA ACIDA EMISSIONI CONVOGLIATE EMISSIONI CONVOGLIATE REFLUI ACIDI REFLUI ACIDI SELEZIONE E CONFEZIONAMENTO IMBALLAGGI RIFIUTI CLEAN ROOM NUGGETS A REPARTO MONO O A VENDITA ANIME PER POLICRISTALLO E GERMI PER MONOCRISTALLO 19 Il reparto CZ: la produzione di silicio monocristallino. Il silicio monocristallino viene prodotto secondo il metodo Czochralski di tiraggio da crogiolo, che consiste nella fusione dei nuggets e nella successiva ricristallizzazione del silicio fuso all’interno di appositi forni elettrici (puller) raffreddati ad acqua. La fusione dei nuggets, caricati assieme ad opportuni droganti in un crogiolo in quarzo, avviene ad una temperatura di oltre 1400 °C. A fusione avvenuta la temperatura viene ridotta; sulla superficie del bagno è immerso un germe di silicio monocristallo, estratto poi lentamente. Questa operazione permette la solidificazione progressiva del silicio monocristallino, sotto forma di lingotto cilindrico, attorno al germe, il quale trasmette le proprie caratteristiche cristallografiche a tutto il volume del cristallo in crescita. AREA PRODUZIONE SILICIO MONOCRISTALLINO REPARTO CZ NUGGETS POLICRISTALLINO GERME DROGANTE TRATTAMENTO CROGIOLO ENERGIA ELETTRICA TRATTAMENTO ALCALINO ACQUA CRESCITA CRISTALLO REFLUI RIFIUTI (plastica,carta) ENERGIA ELETTRICA ACQUA DEMI EMISSIONI IN ATMOSFERA (nebbie oleose, monossido di silicio, polveri) ARGON ESTRAZIONE LINGOTTO E CROGIOLO PULIZIA PULLER ED ELEMENTI DI GRAFITE RIFIUTI (quarzo, silicio) ALCOOL ISOPROPILICO GRASSO EMISSIONI IN ATMOSFERA (polveri) RIFIUTI (monossido di silicio, grafite, quarzo, silicio) BARRA MONOCRISTALLO A REPARTO CZS Tutte le operazioni effettuate all'interno del forno avvengono in un’atmosfera mantenuta inerte da un flusso di gas (argon), erogato a portata e pressione controllate. 20 Al termine di ciascun ciclo il lingotto di silicio monocristallino e il crogiolo vengono estratti; il forno viene pulito con l’ausilio di aspiratori per ripartire con il nuovo ciclo. Reparto CZ Services: i controlli sul prodotto In questo reparto le barre di silicio monocristallino vengono sottoposte a controlli chimico-fisici e meccanici per verificare la qualità del prodotto, che deve rispondere alle specifiche del cliente e a requisiti di perfezione cristallografica e meccanica, pulizia e purezza chimica. I controlli vengono effettuati su spezzoni e fette ricavati dalle barre di silicio monocristallino, previa preparazione mediante trattamento chimico e/o termico. I parametri controllati sono la resistività, il contenuto di ossigeno e carbonio, la perfezione cristallografica, l’assenza di difetti interstiziali, il lifetime. AREA PRODUZIONE SILICIO MONOCRISTALLINO REPARTO CZS BARRA MONOCRISTALLO TAGLIO SPEZZONI E FETTE ENERGIA ELETTRICA ACQUA EMISSIONI IN ATMOSFERA (polveri) DETERGENTE REFLUI,RIFIUTI (morchie di silicio) SPEZZONI FETTE TRATTAMENTO CHIMICO E TERMICO ENERGIA ELETTRICA CONTROLLI E MISURE ENERGIA ELETTRICA ACQUA DEMI EMISSIONI CONVOGLIATE ACIDI E BASI Le barre di cristallo i cui campioni hanno superato il controllo qualitativo vengono sottoposte a rettifica per ottenere il diametro richiesto dal cliente. REFLUI ACIDI A TRATTAMENTO RETTIFICA ENERGIA ELETTRICA Successivamente sulla barra viene eseguito uno smusso piatto (flat) o un’incisione a forma di “V” (notch), che permettono di identificare il tipo di conducibilità del monocristallo ed il suo orientamento cristallografico. Il ciclo di lavorazione a questo punto è ultimato: circa il 60% del monocristallo prodotto viene inviato allo stabilimento MEMC di Novara per la preparazione delle fette; il restante prodotto ai clienti in USA, Giappone e Corea. SI NO A RICICLO REFLUI,RIFIUTI (morchie di silicio) FLAT/NOTCH ENERGIA ELETTRICA IMBALLO E SPEDIZIONE CARTONE RADIAZIONI IONIZZANTI PLASTICA POLISTIROLO ALLUMINIO LEGNO RIFIUTI BARRA MONOCRISTALLO 21 Gli Impianti Ausiliari La gestione degli impianti a supporto della produzione è articolata in questo modo: POLICRISTALLO: • centrale termica • centrale produzione di aria compressa • trattamento acque reflue (ecologico, cristallino) MONOCRISTALLO: • produzione e distribuzione acqua demineralizzato CZS: • trattamento acque reflue (impianto di filtrazione) SERVIZI ELETTRICI • cabine elettriche, trasformatori • trattamento e distribuzione acqua industriale (antincrostanti) • gruppi elettrogeni di continuità Ciascun reparto, inoltre, ha la responsabilità delle porzioni di propria competenza di: • rete di collettamento dei reflui acidi • ventilatori, reti di aspirazione/collettamento, impianti di condizionamento • trattamento emissioni ACQUA ENERGIA ELETTRICA EFFLUENTE DA TRATTARE 22 ENERGIA ELETTRICA ACQUA FUMI DA TRATTARE TRATTAMENTO EMISSIONI EMISSIONE TRATTATE REFLUI ACIDI A TRATTAMENTO RIFIUTI SOLIDI (filtri) OLI ENERGIA ELETTRICA SODA ACIDO CLORIDRICO ANTINCROSTANTI ACQUA INDUSTRIALE IMPIANTO PRODUZIONE ACQUA DEMI AQUA PURA E IPERPURA RIFIUTI SOLIDI (filtri) EMISSIONI TRATTAMENTO REFLUI ACQUA OSSIGENATA CALCE FLOCCULANTI SODIO METABISOLFITO ACIDO CLORIDRICO Altre Funzioni di Stabilimento Altre funzioni garantiscono le attività di supporto al processo produttivo: • Ufficio Acquisti: approvigionamento chemicals e materiali EMISSIONI REFLUO TRATTATO RIFIUTI SPECIALI (FANGHI) COMBUSTIBILE CENTRALE TERMICA RIFIUTI SPECIALI (CENERI) ENERGIA TERMICA • Magazzino: stoccaggio e distribuzione chemicals e materiali • Ufficio Tecnico: progettazione e installazione di nuove macchine e impianti • Operations Technology: innovazione e miglioramento dei processi produttivi • Laboratorio chimico: controllo prodotti e processi, monitaraggi ambientali e di sicurezza. È inoltre operativa un’organizzazione dedicata di manutenzione per le attività di prevenzione, ispezione, controllo e intervento su impianti e macchinari per garantirne efficienza e sicurezza. Gli interventi di manutenzione sono effettuati in via preferenziale da personale interno appositamente formato e specializzato, in grado di valutare le interazioni tra il suo intervento e il ciclo produttivo a monte e a valle. Sono infine attive nello stabilimento le seguenti funzioni: • Controllo Qualità • Gestione delle Risorse Umane • Amministrazione e Finanza. Gli Impatti Ambientali dell’attività Come riportato nel precedente capitolo, alle diverse attività svolte nello stabilimento di Merano sono associati alcuni aspetti ambientali che generano, o possono generare, gli effetti descritti nella tabella seguente. Veduta sul gruppo del Tessa ASPETTO AMBIENTALE EFFETTI DIRETTI E INDIRETTI SULL’AMBIENTE Consumi energetici Consumo di risorse rinnovabili (acqua) Consumo di risorse non rinnovabili (olio combustibile, gasolio, metano) Inquinamento atmosferico Produzione di rifiuti (ceneri di combustione) Consumi idrici Consumo di risorse rinnovabili Consumi materie prime e ausiliarie Consumo di risorse non rinnovabili Contaminazione del suolo e della falda Inquinamento acque superficiali Inquinamento atmosferico Emissioni in atmosfera Inquinamento atmosferico Reflui e scarichi idrici Inquinamento delle acque superficiali Contaminazione della falda Rifiuti Consumo del suolo Inquinamento del suolo e della falda PCB Contaminazione del suolo e della falda Danni alla salute Sostanze lesive dell’ozono Inquinamento atmosferico Amianto Inquinamento atmosferico Danni alla salute Odori Disturbo alla comunità Rumore esterno Disturbo alla comunità Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti Disturbo alla salute Contaminazione del suolo Contaminazione del suolo e della falda Consumo di suolo Modifica habitat, erosione Intrusione visiva Deturpazione paesaggio Traffico Consumo di risorse non rinnovabili Inquinamento atmosferico Rumore, vibrazioni Effetti sulla biodiversità Modifica habitat 23 La stessa metodologia viene applicata per valutare la significatività degli impatti ambientali indiretti associati alle attività svolte dalle imprese che operano all’interno dello stabilimento. Nello schema seguente abbiamo riassunto il risultato della valutazione di significatività degli impatti ambientali diretti associati a ciascuna fase elementare del processo produttivo. condizioni pregresse Gli impatti ambientali indiretti sono invece schematizzati nel capitolo “Aspetti Ambientali Indiretti”. ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI Consumi energia elettrica Consumi gasolio, olio combustibile Consumo metano Consumo acqua di falda Consumo acqua potabile Consumo materie prime Consumo materiali ausiliari per produzione Consumo materiali ausiliari per altri utilizzi Emissioni in atmosfera Scarichi idrici Rifiuti speciali pericolosi Rifiuti speciali non pericolosi Rifiuti recuperabili PCB Sostanze lesive dell’ozonosfera Amianto Odori Rumore esterno Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti Vibrazioni Contaminazione suolo Consumo suolo Intrusione visiva Traffico Effetti sulla biodiversità molto significativo 24 nativi per lo svolgimento di tali attività e il livello di controllo attuabile sul soggetto che le svolge. Viene inoltre considerato l’impatto che può avere l’attività dello stabilimento sulla comunità esterna. condizioni di emergenza Vengono inoltre identificati e valutati i possibili aspetti ambientali indiretti generati dalle attività svolte al di fuori dello stabilimento dai fornitori, sui quali l’azienda non ha un controllo gestionale completo. La valutazione della significatività degli impatti associati viene condotta attribuendo un punteggio che tiene conto della gravità degli impatti ambientali reali o potenziali e la frequenza del ricorso dell’azienda al soggetto che svolge tali attività. La priorità di intervento gestionale sul fornitore viene considerata analizzando anche l’esistenza di soggetti alter- condizioni normali Al fine di individuare gli impatti diretti e indiretti dei processi produttivi sull’ambiente esterno, gli aspetti ambientali sono stati valutati nell’ambito dell’analisi descritta nel paragrafo “PLAN – La pianificazione del miglioramento continuo”. La metodologia seguita dal Comitato Operativo per valutare la significatività degli aspetti ambientali diretti si basa sulla attribuzione di un punteggio a ciascuna delle seguenti voci: • rispetto di prescrizioni legislative, delle linee guida ambientali del gruppo MEMC, della Politica di Società • impatto a livello locale e/o globale • segnalazioni della popolazione • richieste dei clienti e vantaggi competitivi • costi di gestione • effetti positivi sull’ambiente. I punteggi sono assegnati considerando una scala costruita sui seguenti criteri: • frequenza con cui si verifica un evento • gravità dell’evento • efficacia delle attività di controllo o correttive. La metodologia è applicata ad ogni aspetto ambientale generato da ciascuna fase elementare del processo: il risultato della somma dei punteggi attribuiti a ciascuna voce rappresenta la significatività relativa dell’impatto associato a tale aspetto ambientale rispetto agli altri. significativo non significativo La Legislazione di Riferimento Di seguito si riportano i principali adempimenti previsti dalla vigente ASPETTO AMBIENTALE RIFERIMENTO NORMATIVO normativa per gli Aspetti Ambientali che sono stati valutati come significativi e la posizione MEMC. ADEMPIMENTI RICHIESTI POSIZIONE MEMC CONSUMI ENERGETICI L. 10/91 Denuncia annuale dei consumi globali dello stabilimento da fonti primarie e designazione Energy Manager Invio comunicazione su consumi e nominativo Energy Manager ogni anno entro il 30 aprile CONSUMI IDRICI L.P. 40/76 R.D. 1775/33 Denuncia pozzi esistenti Comunicazione effettuata e ottenimento della concessione per l'estrazione di acqua sotterranea Comunicazioni effettuate e ottenimento della concessione trentennale all'utilizzo dei pozzi L.P. 12/73 D.P.R. 203/88 Permesso d'uso per l'esercizio dello stabilimento Autorizzazione alle emissioni per impianti esistenti L.P. 8/00 Autorizzazione alle emissioni per nuovi impianti o modifiche significative Adeguamento ai nuovi limiti di emissione entro l'anno 2002 EMISSIONI IN ATMOSFERA Denuncia per ritrivellazione di pozzi esistenti Permesso d'uso del 4 maggio 1981 Domanda di autorizzazione alle emissioni inoltrata alla Provincia di Bolzano il 16 giugno 1989 Concessioni Edilizie e Permessi d'Uso ottenuti Analisi in corso per verificare la conformità delle emissioni ai nuovi limiti della Legge Provinciale SCARICHI IN ACQUE SUPERFICIALI L.P. 63/73 D.P.G.P. 3/80 Permesso d'uso per l'esercizio dello stabilimento RIFIUTI D.Lgs 22/97 Rispetto dei volumi e dei tempi di stoccaggio temporaneo dei rifiuti all'interno dello stabilimento Tenuta registro di carico e scarico e registro oli. Compilazione del formulario di accompagnamento Denuncia alla CCIAA della qualità e quantità dei rifiuti prodotti e smaltiti (M.U.D.) Nuovo elenco dei codici rifiuti C.E.R. e nuova definizione delle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti Volumi e tempi di stoccaggio rispettati (verifica settimanale procedurizzata) Documentazione compilata regolarmente Decisioni della commissione 2000/532/CE e successive modifiche Autorizzazione allo scarico di reflui in acque superficiali Denuncia annuale acque bianche e nere scaricate in pubblica fognatura o in acque superficiali Permesso d'uso per l'esercizio dello stabilimento del 4 maggio 1981 Autorizzazioni rilasciate dall'Autorità competente Denuncia effettuata tutti gli anni entro il 31 marzo Presentazione annuale del MUD effettuata entro il 30 aprile di ogni anno In corso la transcodifica e la verifica della pericolosità dei rifiuti PCB D.P.R.216/88 Comunicazione alla Provincia della presenza all'interno dello stabilimento di apparecchi, impianti e fluidi che contengono PCB in concentrazione superiore a 50 ppm Prima comunicazione Effettuata il 29 maggio 1989, seconda comunicazione effettuata il 21 febbraio 1990 SOSTANZE LESIVE DELL'OZONOSFERA Regolamento CEE 2037/2000 Inventario delle apparecchiature che contengono sostanze lesive dell'ozonosfera ed applicazione delle misure per evitare emissioni di tali sostanze durante le operazioni di manutenzione È stato effettuato il censimento delle apparecchiature contenenti Freon 22 (unica sostanza lesiva dell'ozonosfera utilizzata nello stabilimento), aggiornato in caso di modifiche. Sono adottati accorgimenti tecnici e operativi per evitare l'emissione di tali sostanze in atmosfera. AMIANTO D.P.R. 215/88 Inventario dei materiali presenti nel sito che possono contenere amianto Presentazione piani di bonifica per gli interventi di alienazione di beni contenenti amianto Inventario aggiornato su base annuale Sono presentati i piani di bonifica per tutti gli interventi di rimozione effettuati RUMORE L. 447/95 Rispetto dei limiti di emissione al confine Monitoraggio triennale eseguito al confine dello stabilimento (ultimo nell'anno 2000) SOSTANZE CHIMICHE D.Lgs. 334/99 Notifica e scheda di informazione alla popolazione Inviate a Commissariato del Governo, Provincia di Bolzano, Ministero del'Ambiente, Comune di Merano a ottobre 2000 Rapporto inviato a Commissariato del Governo, Provincia di Bolzano, Ministero del'Ambiente a ottobre 2000 Nomina provvisoria effettuata nel maggio 2000 Rapporto di sicurezza CONTAMINAZIONE DEL SUOLO L. 40/00 Nomina del Consulente per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose Relazione annuale del consulente per la sicurezza dei trasporti Relazione annuale presentata entro il 31 dicembre e di merci pericolose D.M. 471/99 D.Lgs 22/97 Comunicazione ai sensi dell'art. 9 del DM 471/99 sui siti contaminati e invio del piano di caratterizzazione con descrizione delle attività di messa in sicurezza e bonifica Comunicazione alle Autorità competenti effettuata il 30 Marzo 2001 Indagine in corso per la redazione del Progetto Preliminare di bonifica/messa in sicurezza per le aree contaminate PREVENZIONE E RIDUZIO- D.Lgs. 372/99 NE INTEGRATE DELL’IND.M. 23/11/99 QUINAMENTO (IPPC) Comunicazione entro il 1° giugno 2002 dei dati identificativi dell’impianto esistente e dei dati sulle emissioni nel caso siano superati i valori di soglia, per ottenere l’autorizzazione integrata ambientale Analisi in corso per verificare se ricadiamo nel campo di appliacazione del decreto 25 La Quantificazione degli Aspetti Ambientali In questo capitolo vengono riportati alcuni dati quantitativi relativi agli aspetti ambientali dello stabilimento. ll livello di significatività è indicato dalla colorazione dell’icona riportata a fianco del titolo (rosso: molto significativo; giallo: significativo; verde: non significativo). I dati presentati sono relativi alle risorse consumate come fonte di energia (elettricità, combustibili), a quelle consumate come materia (materie prime) e alle risorse idriche. Sono inoltre considerati i rilasci di energia e di materia, in forma gassosa, liquida e solida, nell’ambiente. I dati quantitativi sono espressi in termini di valore assoluto (ovvero la quantità annua della grandezza in esame) e di valore specifico (ovvero il consumo o il rilascio per unità di prodotto). PRODUZIONE DI SILICIO ANNO Valori % di t silicio riferiti a 1997 1997 100 1998 100 1999 112 2000 112 2001 80 I dati quantitativi sono stati elaborati al fine di proporre in forma grafica l’efficienza ambientale relativa al periodo 1997-2001. Al fine di rendere facilmente leggibili i dati, viene riportato nel grafico seguente l’andamento della produzione di silicio (monocristallo e policristallo) nel periodo considerato. Dal grafico si evince che il 2001 rappresenta un anno atipico rispetto ai precedenti; infatti fin dai primi mesi dell’anno il settore dell’elettronica è stato colpito dalla crisi di mercato più grave degli ultimi 30 anni, crisi che si è riflessa anche sull’attività dei produttori di silicio e quindi sulla MEMC. La diminuzione delle richieste di mercato e la conseguente riduzione dei volumi prodotti si evidenzia ovviamente anche negli indicatori di performance ambientale dell’ultimo anno. In particolare, il mantenimento delle attività produttive comporta un consumo di fondo delle principali risorse, che se associato a volumi produttivi inferiori alla piena capacità hanno un impatto ambientale non trascurabile. Poly Mono Totale ANDAMENTO PRODUZIONE Quantità prodotta 150 100 50 0 1997 1998 1999 ANNO 26 2000 2001 Consumo Energetico Energia Elettrica La fonte principale di energia dello stabilimento di Merano è l’energia elettrica, che contribuisce ai consumi energetici totali mediamente per il 97%. Il consumo di energia elettrica di processo è stato valutato “molto significativo”. L’energia utilizzata nello stabilimento è fornita in alta tensione da centrali produttive idroelettriche. L’utilizzo di energia idroelettrica comporta, indirettamente, il degrado dei corsi d’acqua per l’effetto del deflusso a valle delle derivazioni, dove l’acqua viene restituita con portate variabili. La trasformazione per le utenze interne a media e bassa tensione avviene mediante trasformatori posti all’interno dello stabilimento. Le fasi del processo che contribuiscono maggiormente al consumo di energia elettrica sono la crescita dei cristalli, sia nella forma policristallina che monocristallina, l’idrogenazione del TET in TCS, la produzione di idrogeno. La gestione dei consumi energetici è seguita dall’Energy Manager designato dalla Direzione. Nel grafico seguente sono rappresentati i dati dei consumi energetici totali tra il 1988 e il 2001 allo scopo di evidenziare la significativa riduzione dei consumi specifici avvenuta nell’intero periodo. La crisi economica dell’ultimo anno ha determinato una riduzione dei consumi energetici assoluti, ma anche un aumento dei consumi specifici dovuto ai consumi fissi che richiede l’attività produttiva. Il grafico seguente rappresenta il contributo dei reparti Policristallo e Monocristallo al consumo assoluto (espresso in TEP, tonnellate equivalenti di petrolio) e specifico (TEP per tonnellata di silicio prodotto) di ener- gia elettrica dello stabilimento. I dati evidenziano un tendenziale aumento del consumo specifico nel periodo considerato, dovuto essenzialmente al contributo del reparto policristallo a seguito del potenzia- CONSUMO ENERGETICO TOTALE Consumo Totale mento del processo di idrogenazione del TET in TCS, che è culminato nel 2001 con la sostituzione della materia prima TCS con TET. La modifica del processo è stata introdotta, come già detto, per ridurre il Consumo Specifico Consumo totale (tep) 60.000 60 50.000 50 40.000 40 30.000 20.000 30 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Consumo specifico (tep/t silicio) 70 70.000 ANNO rischio di eventi incidentali legato al trasporto del TCS. CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICA ANNO TOTALE SPECIFICO tep tep/t silicio Contributo dell’energia elettrica sui consumi energetici totali % % 1997 54.036 40,7 100 96 1998 55.828 42,2 104 97 1999 63.986 42,9 105 97 2000 64.400 43,0 106 97 Totale Poly 2001 54.411 51,5 126 97 specifico Totale Mono CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICA 70.000 60 Consumo Totale (tep) 40 50.000 30 40.000 20 30.000 10 20.000 0 1997 1998 1999 ANNO 2000 2001 Consumo specifico (tep/t Silicio) 50 60.000 Nel 2001 sono stati raggiunti importanti traguardi nella riduzione del consumo specifico di energia elettrica nella sezione idrogenazione, a seguito dell’introduzione di schermi termici nei reattori. Questa riduzione non si evidenzia nel grafico, che denota invece un aumento del consumo specifico a causa dei ridotti volumi prodotti nel 2001; tuttavia si prevede che alla ripresa della normale attività produttiva, le azioni di miglioramento messe in atto (e previste anche nel programma ambientale 2002) si rifletteranno nel miglioramento dell’efficienza ambientale. Nel reparto monocristallo il consumo specifico è diminuito rispetto al 1997 e nel 2000 a seguito dell’introduzione di schermi termici nei puller. Nel 2002 è previsto un’ulteriore riduzione del consumo energetico specifico tramite l’utilizzo di schermi supplementari in 7 puller. 27 Il grafico rappresenta l’andamento del consumo assoluto di ciascun tipo di combustibile, espresso in tonnellate equivalenti di petrolio (tep), e il consumo specifico complessivo, espresso in tep per tonnellata di silicio prodotto. I dati evidenziano una diminuzione del consumo assoluto di combustibili a seguito dell’ottimizzazione del processo di recupero di calore dell’acqua di raffreddamento dei reattori. 28 metano gasolio olio combustibile specifico CONSUMO DI COMBUSTIBILI 2.300 1,8 2.200 1,6 2.100 1,4 Consumo specifico (tep/t Silicio) L’olio combustibile a basso tenore di zolfo è utilizzato per il riscaldamento dell’olio diatermico, impiegato nella purificazione e recupero dei clorosilani. Gasolio e metano sono utilizzati per il riscaldamento di parte degli edifici (nell’edificio della direzione il riscaldamento è effettuato attraverso il ricircolo dell’acqua industriale di raffreddamento dei reattori). Il gasolio è utilizzato anche per autotrazione. Il consumo di combustibili comporta il depauperamento delle relative riserve; la combustione genera sostanze inquinanti che dipendono dal tipo di combustibile utilizzato e dalla efficienza di combustione: ossidi di azoto, ossidi di zolfo, anidride carbonica, polveri e rifiuti durante le operazioni di manutenzione della centrale termica (ceneri). Nel programma ambientale 2002 sono previste ulteriori azioni tese a migliorare il recupero di calore dell’acqua di raffreddamento dei reattori. Inoltre diminuisce il contributo di olio combustibile e gasolio a fronte di una crescita dell’utilizzo di gas naturale, fonte energetica a minor impatto ambientale. I valori del consumo specifico, in diminuzione fino al 2000, presentano purtroppo un picco nel 2001 sempre a causa della crisi di mercato. Consumo totale (tep/anno) Combustibili Il consumo di combustibili è un aspetto ambientale “molto significativo”. I combustibili utilizzati sono olio combustibile a basso tenore di zolfo, gasolio (approvvigionati tramite autobotte) e metano. 1,2 2.000 1,0 1.900 0,8 1.800 0,6 1.700 0,4 1.600 0,2 1.500 0,0 1997 1998 1999 2000 2001 ANNO CONSUMO DI COMBUSTIBILI ANNO Olio combustibile tep Annuo Specifico Gasolio tep complessivo tep/t silicio Metano tep % 1997 2.070 48,0 12,7 1,6 100 1998 1.863 52,2 11,1 1,5 94 1999 1.923 43,5 14,8 1,3 81 2000 1.783 34,5 17,9 1,2 75 2001 1.780 32,5 17,4 1,7 106 Consumi Idrici I consumi idrici sono un aspetto ambientale classificato come “molto significativo”. L’intero approvigionamento di acqua per i processi produttivi dello stabilimento (acqua industriale) è garantito dal prelievo dalla falda profonda sottostante lo stabilimento. L’emungimento viene effettuato mediante 7 pozzi in concessione trentennale, tutti dotati di misuratori di portata per consentire il monitoraggio continuo del prelievo, totalizzato su base mensile. L’acqua potabile ad esclusivo uso civile viene fornita dall’acquedotto comunale; il consumo viene monitorato su base mensile. L’acqua industriale è impiegata nel raffreddamento dei puller e nell’esercizio degli impianti ausiliari (colonne di distillazione, compressori frigoriferi, compressori idrogeno); è utilizzata inoltre nella rete antincendio, periodicamente testata per verificarne la funzionalità. Nel grafico sono rappresentati i dati dei consumi idrici dell’acqua di falda tra il 1988 e il 2001 allo scopo di evidenziare la significativa riduzione dei consumi specifici avvenuta nell’intero periodo. Ad esclusione dell’ultimo anno il fabbisogno complessivo di acqua di falda (espresso in metri cubi) è aumentato a causa dei maggiori volumi di produzione; il fabbisogno specifico (espresso in metri cubi per tonnellata di silicio prodotta) presenta invece un andamento tendenzialmente decrescente. A seguito del ricorso alle migliori tecnologie disponibili nella progettazione ed installazione dei nuovi impianti che utilizzano esclusivamente acqua di ricircolo (che richiedono un investimento iniziale più alto) il 65% dell’acqua prelevata dai pozzi viene riutilizzata negli impianti di recupero clorosilani (Poly e idrogenzione) e in parte reimmessi nel circuito primario. Inoltre, a seguito dell’adozione di un circuito chiuso dell’acqua di raffreddamento dei reattori, l’acqua pompata dalla falda rappresenta il 45% del fabbisogno totale di stabilimento. Le azioni di miglioramento messe in atto nel 2001 e previste anche nel Programma Ambientale 2002 si evidenzieranno nella riduzione dei consumi idrici specifici, non appena riprenderanno i normali volumi produttivi. Il consumo di acqua potabile sia totale (espresso in metri cubi) sia specifico (espresso in metri cubi per numero medio di persone presenti in stabilimento) appare molto elevato perchè, oltre che per i normali usi civili, l’acqua potabile viene utilizzata anche per la gestione del servizio di sicurezza ai lavoratori (ovvero per le prove periodiche delle docce di emergenza). CONSUMI IDRICI ACQUA DI FALDA ANNO Totale Specifico Mm3/anno m3/kg silicio 1997 13,38 10,1 100 1998 13,92 10,5 104 1999 14,16 9,5 94 2000 14,64 9,8 98 2001 13,53 12,8 127 % CONSUMI IDRICI ACQUA POTABILE ANNO Totale Specifico m3/anno m3/persona % 1997 56.670 115,5 100 1998 43.794 87,7 76 1999 42.023 83,0 72 2000 48.222 91,7 79 2001 47.615 96,9 84 consumo annuo consumo specifico 16 16 14 14 12 12 10 10 8 6 8 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Consumo specifico m3/kg silicio Consumo totale M m3 CONSUMI IDRICI - ACQUA DI FALDA ANNO 29 Consumi di materie prime e ausiliarie Il consumo di materie prime e ausiliarie è stato valutato “significativo”. Le materie prime utilizzate nello stabilimento sono il tetracloruro di silicio (TET) e l’idrogeno. Il sito rientra nella applicabilità dell’art. 8 del decreto 334/99 relativo al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi alla presenza di determinate sostanze pericolose, per lo stoccaggio di TCS (sostanza estremamente infiammabile) e TET (sostanza che a contatto con l’acqua libera gas tossici). I rischi per le persone e per l’ambiente connessi all’utilizzo delle sostanze pericolose sono presi in esame nella valutazione di rischio elaborata ai sensi di tale decreto e del decreto legislativo 626/94, riguardante il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro. Nel grafico seguente è rappresentato l’andamento dei consumi di clorosilani espressi come somma di TCS e TET. Il rapporto reciproco tra le due sostanze vede la progressiva sostituizione del TCS con il TET a seguito dell’incremento della sicurezza dei trasporti di sostanze pericolose. L’andamento dei consumi, sia assoluto (espresso in tonnellate) sia specifico (espresso in tonnellate per tonnellata di silicio policristallino prodotto) è decrescente a seguito dell’introduzione di azioni di miglioramento della resa di processo, previste anche nel 2002. I consumi di idrogeno sia assoluto (espresso in metri cubi) che specifico (espresso in metri cubi per tonnellata di silicio policristallino prodotto) sono in aumento a causa del potenziamento del processo di idrogenazione del TET. Il programma ambientale 2002 prevede azioni tese a ridurre tali consumi. 110 105 100 100 90 95 80 70 1997 1998 1999 2000 2001 90 250 350 200 250 150 150 100 50 1997 1998 1999 ANNO ANNO MATERIE AUSILIARIE SIMBOLO DI PERICOLO Acido Cloridrico 37% Acido Fluoridrico 40% Acido nitrico 65%-70% Miscele acide HNO3/HF/acetico Potassa Caustica 50% Soda Caustica 50% Ammoniaca 30% Anidride cromica 30% Acqua ossigenata 30-33% Alcool Etilico e Isopropilico Citrosolv Olio Combustibile Fluido Gasolio Freon 22 Corrosivo Corrosivo, Molto tossico Corrosivo Corrosivo, Tossico Corrosivo Corrosivo Corrosivo, Percoloso per l’ambiente Corrosivo, Tossico Corrosivo Facilmente infiammabile, Irritante Pericoloso per l’ambiente, Irritante Tossico Tossico Pericoloso per l’ambiente 30 CONSUMI 2000 t 2,1 19 0,7 378 32 883 0,8 2,6 5,5 1,8 0,7 1833 33 2,5 CONSUMI Q.TÀ MAX 2001 t STOCCATA t 1,5 0,5 19 2,0 0,6 0,3 267 46 27 50 423 50 0,4 0,3 2,5 0,2 5,7 1,5 0,9 0,8 1,1 0,4 1817 90 34 4,0 2,3 17 2000 2001 Consumo Totale Consumo specifico (m3/t Poly) 110 Consumo annuo (m3) CONSUMO DI IDROGENO 120 Consumo specifico (t/t Poly) Consumo annuo (t) CONSUMO DI CLOROSILANI Tra i materiali ausiliari abbiamo considerato le sostanze chimiche classificate come pericolose per l’ambiente o dannose per la salute umana che abbiano un consumo rilevante. Nella tabella seguente sono riportati i consumi negli ultimi due anni di tali sostanze pericolose, i relativi simboli di pericolo e le quantità massime stoccate all’interno dello stabilimento. L’indicazione del punto di utilizzo delle diverse sostanze chimiche è riportata negli schemi di flusso delle fasi lavorative. Tra le attività di miglioramento per la riduzione del consumo di sostanze pericolose c’è la ricerca di una miscela di attacco priva di anidride cromica per i controlli di qualità del monocristallo. I test sono iniziati nel 2000 e per il 2002 si prevede la totale eliminazione del cromo dai processi produttivi. 50 Consumo Specifico CONSUMO DI MATERIE PRIME ANNO CLOROSILANI IDROGENO Valori % t/t Poly Valori % m3/t Poly riferiti al 1997 riferiti al 1997 1997 100 100 1998 106 91 1999 93 72 2000 95 99 2001 95 235 TCS: 419 1,6 Q.TÀ MAX STOCCATE (t) TET: 338 Emissioni in atmosfera L’emissione di alcune sostanze in atmosfera è stata considerata “molto significativa”. Le centrali termiche, le attività legate al controllo dei semilavorati e del prodotto (pulizia chimica, taglio, rettifica), il ciclo di recupero dei clorosilani, gli stoccaggi, generano vapori, gas e polveri che vengono convogliati in linee di aspirazione dedicate e, in funzione della tipologia e della pericolosità delle sostanze contenute, eventualmente sottoposti ad abbattimento degli inqui- nanti prima dell’invio in atmosfera. La principale fonte di emissioni diffuse è imputabile al traffico indotto, all’interno e all’esterno dello stabilimento, dalle attività del sito: movimentazione materiali, trasferimento dei dipendenti, approvvigionamento delle materie prime, trasporto di prodotti e di rifiuti. La movimentazione delle sostanze che possono generare emissione di gas o di polveri è effettuata utilizzando accorgimenti tecnici per prevenire tali emissioni; la formazione Centrale termica SOx, NOx, CO, CO2, polveri Attacchi acidi NOx, HF, HCI Sfiati stoccaggi acido cloridrico HCI Recupero sfiati a bassa temperatura e lavaggio idrogeno HCI Aspirazione centralizzata monocristallo Polveri di Silicio Pulizia grafite monocristallo Polveri grafite Lavorazioni meccaniche Polveri di Silicio Cabina verniciatura Polveri Taglierine Polveri di Silicio Puller Nebbie oleose del personale riguarda anche la corretta gestione dei contenitori di sostanze evaporabili. Le attività e processi che generano emissioni significative in atmosfera, i sistemi di abbattimento utilizzati e le sostanze emesse sono rappresentati nello schema che segue. I principali effetti ambientali delle sostanze presenti nei fumi emessi sono indicati nello tabella successiva. ABBATTITORI AD ACQUA (Scrubber) Atmosfera FILTRI MECCANICI N0x Ossidi di Azoto S0x Ossidi di Zolfo HF Acido Fluoridrico HCl Acido Cloridrico C02 Anidride Carbonica HCFC Freon 22 CO Monossido di Carbonio VOC Composti Organici Volatili POLVERI Polveri FILTRI ELETTROSTATICI Sono i principali responsabili delle piogge acide, che causano problemi alla salute, deterioramento di foreste e costruzioni, acidificazione dei corsi d’acqua. Gli N0x contribuiscono alla formazione dell’ozono negli strati bassi dell’atmosfera, sono irritanti per le vie respiratorie e dannosi per le piante. Possono provocare acidificazione e danni diretti alle piante; sono irritanti per l’uomo Contribuiscono al riscaldamento globale e quindi all’alterazione delle condizioni climatiche globali Contribuiscono a creare ozono troposferico, sono dannosi per la salute Causano danni al sistema respiratorio 31 Lo stabilimento ha regolarmente denunciato tutti i punti di emissione degli effluenti gassosi in atmosfera, secondo quanto richiesto dalla legislazione vigente, alle competenti autorità, che ad oggi non hanno rilasciato prescrizioni circa i controlli da effettuare. Nel 2001 è stato presentato l’aggiornamento del censimento dei punti di emissione significativi richiesto dalle autorità competenti per fini statistici. Nel 2002 si prevede una revisione di tutti i punti di emissione dello stabilimento. Nell’anno 1999 è stato attivato volontariamente un piano di monitoraggio annuale di tutti i punti di emissione significativi, in modo da garantire il controllo delle emissioni in atmosfera. Le emissioni dell’impianto di trattamento dei fumi acidi (scrubber) sono invece monitorate dal 1995, con cadenza mensile, a cura del laboratorio chimico interno. Dai monitoraggi risulta che la maggior parte delle emissioni significative ai sensi del DPR 203/88 rispettano ampiamente i limiti legislativi di riferimento. In passato si sono verificati casi isolati di superamento del valore soglia per le polveri della centrale termica. Tali superamenti sono da addebitarsi all’uso saltuario per esigenze di manutenzione di una caldaia di riserva di vecchia generazione. A partire dal 1997 quest’uso è stato drasticamente ridotto a seguito del riciclo dell’acqua di raffreddamento dei reattori; inoltre l’intera centrale temica è stata completamente rinnovata nel 2001 con l’acquisto di due nuovi generatori di calore. Concentrazione Concentrazione massima media mg/m3 mg/m3 1997 600 18,0 7,7 1998 600 41,0 14,5 1999 600 75,0 17,3 2000 500 22,0 13,7 2001 500 10,0 3,4 600 * Nell’anno 2000 è entrata in vigore la legge 400 300 200 0 1997 Quantità specifica kg/anno kg/t silicio 1999 2001 3.000 % 1997 1.082,7 0,54 100 1998 2.035,8 1,03 189 1999 2.237,5 1,00 184 2000 1.862,4 0,83 153 2001 440,1 0,28 51 1,00 0,80 2.000 0,60 0,40 1.000 0,20 0 0,00 1997 1998 1999 ANNO 32 2000 IMPIANTO DI TRATT. FUMI ACIDI - EMISS. DI OSSIDI DI AZOTO - NOX Quantità emessa (kg/anno) Quantità emessa 1998 ANNO Quantità specifica IMPIANTO DI TRATTAMENTO FUMI ACIDI - OSSIDI DI AZOTO ANNO 500 100 provinciale che fissa il limite di emissione a 500 mg/mc. Fino all’anno 1999 abbiamo utilizzato come valore di riferimento il limite indicato dalla normativa nazionale. Quantità emessa concentrazione massima misurata nell’anno 2000 2001 Quantità specifica (kg/t silicio) mg/m3 concentrazione annuale media 700 Concentrazione (mg/m3) Limite * limite IMPIANTO DI TRATT. FUMI ACIDI - EMISS. DI OSSIDI DI AZOTO - NOX IMPIANTO DI TRATTAMENTO FUMI ACIDI - OSSIDI DI AZOTO ANNO Nel 2002 è previsto anche l’Up-grading della terza caldaia installata. Nel grafico sono rappresentati i valori di emissione di ossidi di azoto dall’impianto di trattamento dei fumi acidi. Le concentrazioni hanno un andamento costante nel tempo e sono sempre ampiamente al di sotto dei limiti di legge. Sono presentati inoltre i quantitativi di ossidi di azoto rilasciati in atmosfera in termini assoluti (chilogrammi per anno) e specifici (chilogrammi di NOX per tonnellata di silicio). Dall’andamento si osserva che le quantità sono in netta diminuzione a seguito di azioni di miglioramento nella gestione dell’impianto di trattamento. La produzione di anidride carbonica equivalente riportata nel grafico seguente rappresenta il contributo dello stabilimento al riscaldamento globale della terra o effetto serra. Tale contributo viene ricavato moltiplicando i dati di consumo totale dei cosiddetti “gas serra” (gas che provocano un’emissione che rafforza l’effetto serra) per il relativo coefficiente di emissione. I gas serra considerati sono i combustibili fossili (olio combustibile, gasolio, metano) e il freon 22 e freon 23 (clorofluorocarburi) utilizzati come gas frigorigeni. Per quanto riguarda questi ultimi, i dati sono stati raccolti solo a partire dalla fine dell'anno 2000. L'emissione di anidride carbonica derivante dal consumo di energia elettrica non è stata invece considerata in quanto tutta l'energia elettrica approvvigionata è di provenienza idroelettrica (fonte rinnovabile). Il grafico mostra un andamento in tendenziale diminuzione, sia in termini assoluti (espressi in tonnellate di CO2) che specifici (espressi in tonnellate di CO2 per tonnellata di silicio prodotta), se si esclude il 2001, legata al minore consumo di olio combustibile e di gasolio e al maggiore impiego di gas naturale. 6,0 Quantità totale (tC02/anno) 7.000 6.500 5,0 6.000 4,0 5.500 5.000 3,0 1997 1998 1999 2000 Quantità specifica (tC02/t Silicio) EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA EQUIVALENTE 2001 ANNO metano olio combustibile gasolio freon 22+23 specifico Le attività e i processi che generano scarichi idrici, i sistemi di trattamento e le sostanze emesse sono rappresentati nello schema seguente; i potenziali effetti sull’ambiente sono elencati nella tabella successiva. EMISSIONI ANIDRIDE CARBONICA EQUIVALENTE ANNO Specifico Annuo Olio combustibile tC02 Gasolio tC02 Metano tC02 Freon 22+23 tC02 complessivo tC02/t silicio % 1997 6.355 148,8 29,9 4,9 100 1998 5.719 161,8 26,1 4,5 92 1999 5.904 134,9 34,8 4,1 84 2000 5.474 107,0 42,1 3,8 78 2001 5.466 100,8 40,9 5,4 110 tC02 101,0 Scarichi idrici Gli scarichi idrici sono un aspetto ambientale valutato “molto significativo”. I reflui provenienti dal processo di lavorazione (effluenti industriali) sono convogliati ad impianti di trattamento dedicati, che abbattono le sostanze inquinanti contenute, e restituiti al fiume Adige. Gli effluenti industriali provengono dalle operazioni di controllo e lavaggio dei cristalli (attacchi acidi), dalle taglierine e dal ciclo di recupero dell’idrogeno. Nel fiume Adige confluiscono anche le acque di raffreddamento e le acque meteoriche. Nel Rio Sinigo sono scaricate le acque di recupero in eccesso inviate alle vasche di accumulo installate in quota per garantire, in caso di mancata energia elettrica, il raffreddamento delle utenze calde (colonne di distillazione, puller, reattori,...). Viene scaricato saltuariamente lo spurgo delle acque dei pozzi di emungimento della falda. I reflui provenienti da servizi igienici sono convogliati, a partire dal 2001, alla fognatura comunale e vengono trattati nell’impianto di depurazione consortile. 33 Fiume Adige Acque meteoriche Acque di raffreddamento Trattamento emissioni acide Polmone Trattamento chimico-fisico Lavaggio idrogeno Polmone Trattamento chimico-fisico Taglierine reparto CZS Vasca raccolta morchie Abbattimento meccanico Taglierine reparto LM Vasca decantazione Cloruri, Fluoruri, Azoto Attacchi acidi Vasca di equalizzazione Fiume Adige Cloruri Solidi Sospesi Solidi Sospesi Rio Sinigo Acque meteoriche Officina meccanica Disoleatore Sostanze organiche Reflui civili Sostanze organiche Nel grafico viene rappresenta la quantità di acqua industriale scaricata nel fiume Adige, confrontata con l’acqua prelevata dalla falda per i processi produttivi. Tale rapporto è molto vicino al 100%, ad indicare l’assenza di sprechi nel bilancio idrico. Cl -, F - Cloruri e Fluoruri Tossicità e danni agli organismi acquatici. NO2, NO3 Nitriti e Nitrati Acidificazione, eutrofizzazione. Solidi Sospesi Torbidità, modifica dell’habitat. Sostanze Organiche Riducono il contenuto di ossigeno nell’acqua ACQUA INDUSTRIALE Le analisi sono eseguite dal laboratorio interno; gli scarichi parziali sono analizzati una volta l’anno anche da un laboratorio esterno accreditato SINAL e UNI CEI EN 45001. 34 Scarico totale % acqua scaricata / acqua prelevata 100 16,00 98 14,00 96 % Quantità scaricata (Mm3) Gli effluenti sono monitorati secondo un piano di campionamento che prevede controlli settimanali sugli scarichi parziali provenienti dall’impianto di trattamento delle acque acide, controlli mensili sullo scarico delle acque industriali nel fiume Adige, controlli trimestrali sugli scarichi parziali in uscita dagli impianti di filtrazione delle acque di raffreddamento delle taglierine e controlli. Fognatura Comunale 94 12,00 92 10,00 90 1997 1998 1999 2000 2001 ANNO SCARICO IDRICO FINALE QUANTITÀ SCARICATA Le analisi effettuate sul refluo industriale indicano che i parametri di legge sono sempre rispettati; i valori di concentrazione sono tendenzialmente stabili, anche nei periodi di aumento della produzione. ANNO Acqua scaricata Acqua prelevata Scaricata/ Prelevata % Mm3/anno Mm3/anno 1997 13,19 13,38 99 1998 13,43 13,92 96 1999 13,70 14,16 97 2000 14,34 14,64 98 2001 13,34 13,53 99 SCARICHI IDRICI - AZOTO NITROSO (N-NO2-) AZOTO NITROSO (N-NO2) 0,7 mg/litro mg/litro mg/litro 0,6 mg/litro ANNO Limite D.P.G.P. Concentrazione Concentrazione massima media 3/80 0,5 0,4 0,3 1997 0,6 0,1 0,06 1998 0,6 0,1 0,05 0,1 1999 0,6 0,1 0,07 0 2000 0,6 0,1 0,07 2001 0,6 0,2 0,08 0,2 1997 1998 1999 2000 2001 ANNO SCARICHI IDRICI - AZOTO NITRICO (N-NO3-) 25 ANNO Limite D.P.G.P. Concentrazione Concentrazione massima media 3/80 mg/litro mg/litro mg/litro mg/litro AZOTO NITRICO (N-NO3) 20 15 10 1997 20 9,7 6,3 5 1998 20 10,0 5,8 0 1999 20 13,1 5,3 2000 20 10,1 5,6 2001 20 8,4 4,8 1997 1998 1999 2000 2001 ANNO SCARICHI IDRICI - FLUORURI F7 FLUORURI mg/litro mg/litro mg/litro mg/litro 6 ANNO Limite D.P.G.P. Concentrazione Concentrazione 3/80 massima media 5 4 3 1997 6 1,0 0,7 2 1998 6 0,9 0,5 1 1999 6 0,8 0,6 0 2000 6 1,7 0,6 2001 6 0,5 0,4 1997 1998 1999 2000 2001 2000 2001 ANNO SCARICHI IDRICI - CLORURI Cl1.400 CLORURI 1.200 mg/litro mg/litro mg/litro 1997 1200 840,0 98,2 1998 1200 489,0 113,7 1999 1200 643,0 120,9 2000 1200 524,0 136,5 2001 1200 488,8 75,2 1.000 mg/litro ANNO Limite D.P.G.P. Concentrazione Concentrazione 3/80 massima media 800 600 400 200 0 1997 1998 1999 ANNO limite di legge concentrazione massima media annuale 35 Gli aspetti ambientali “rifiuti speciali recuperabili” e “rifiuti speciali non pericolosi” sono stati valutati “molto significativi”, mentre i rifiuti speciali pericolosi come “significativi”. La gestione dei rifiuti nello stabilimento è attuata ponendo la massima attenzione: • alla corretta identificazione e separazione, presso i reparti dove vengono generati, delle diverse tipologie di rifiuti, in modo da avviarne la maggiore quantità possibile a recupero, in alternativa allo smaltimento; • al corretto stoccaggio nelle aree di accumulo temporaneo, identificate da etichette e cartelli e dotate di bacini di contenimento, per evitare la miscelazione di rifiuti e minimizzare il rischio di inquinamento del terreno e delle acque sotterranee; • alla scelta degli impianti di recupero e smaltimento, valutati per verificarne l’idoneità tecnica e la conformità alla normativa mediante ispezione in campo, per garantire la corretta gestione del rifiuto anche dopo l’uscita dallo stabilimento; • alla valutazione dei nuovi processi per identificare la soluzione che comporti minore produzione di rifiuti. RIFIUTI RECUPERABILI DA RACCOLTA DIFFERENZIATA IMBALLAGGI MANUTENZIONI PROCESSO UFFICI Carta, cartone, plastica, Polistirolo, Legno, vetro, alluminio Rame, ferro, acciaio, lana di roccia Lampade a neon Raccoglitori nei reparti Si riportano i grafici con gli andamenti della produzione totale di rifiuti suddivisi in base alla destinazione 36 CONFERIMENTO AD AZIENDA SERVIZI MUNICIPALIZZATI PER IL RECUPERO Appositi contenitori al polo rifiuti AVVIO A RECUPERO Raccoglitori nei reparti Quarzo Raccoglitori nei reparti Grafite Cartucce delle Stampanti Avvio a Rigenerazione RIUTILIZZO RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI Filtri puller RACCOGLITORI NEI REPARTI MANUTENZONI ORDINARIE Fuliggine (caldaie) RECUPERO ACIDO Silice amorfa CLORIDRICO TRATTAMENTO ACQUE REFLUE TRATTAMENTO EMISSIONI RACCOLTA NEL REPARTO Fanghi di silicio (reparto CZS) RACCOLTA NEI REPARTI Fanghi fluoridrici e cromici Filtri (cabine sabbiatura e verniciatura) Plastica, RIFIUTI ASSIMILABILI gomma, metalli AGLI URBANI RIFIUTI OCCASIONALI RACCOLTA NEI REPARTI Trasformatori, batterie, reagenti obsoleti, filtri AVVIO A SMALTIMENTO RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI Olio esausto MANUTENZONI ORDINARIE RACCOLTA IN FUSTI NEI REPARTI Filtri olio Accumulatori al piombo Negli schemi sono rappresentati i flussi dei rifiuti all’interno dello stabilimento, con l’indicazione dell’attività da cui hanno origine e del destino finale (recupero o smaltimento). Appositi contenitori al polo rifiuti DEPOSITO TEMPORANEO NELLE APPOSITE AREE E CONTENITORI AL POLO RIFIUTI Generazione di Rifiuti Rifiuti speciali pericolosi Rifiuti speciali non pericolosi Rifiuti recuperabili Solventi Fondi da colonne di purificazione silani TRATTAMENTO ACQUE REFLUE RIFIUTI OCCASIONALI Fanghi da disoleatore Fanghi di silicio (reparto LM) Rifiuti sanitari, reagenti obsoleti (da laboratorio chimico) Polvere assorbente (contenimento sversamenti accidentali), amianto DEPOSITO TEMPORANEO AL POLO RIFIUTI DEPOSITO TEMPORANEO AL POLO RIFIUTI CONFERIMENTO AI RELATIVI CONSORZI DI RACCOLTA AVVIO A SMALTIMENTO DEPOSITO TEMPORANEO AL POLO RIFIUTI Fanghi da pulizia serbatoi e vasche AVVIO A SMALTIMENTO PRODUZIONE DI RIFIUTI ANNO 1997 199 833 1.031 0,78 % dei rifiuti recuperati sui totali 81% 1998 404 685 1.089 0,82 63% 1999 309 900 1.210 0,81 74% totali 2000 375 814 1.188 0,80 68% totali specifici 2001 353 749 1.102 1,04 68% rifiuti smaltiti rifiuti recuperati t/anno recuperati smaltiti t/anno rifiuti totali rifiuti specifici t/anno t/tSi PRODUZIONE DI RIFIUTI 1.400 1.200 1,20 1.000 1,00 800 0,80 600 0,60 400 0,40 200 0,20 0 Produzione specifica (t/silicio) Produzione annua (t/anno) 1,40 0,00 1997 1998 1999 2000 2001 ANNO PRODUZIONE DI RIFIUTI PERICOLOSI annua ANNO t/anno specifica t/anno % Produz. % dei rifiuti Rifiuti Spec. pericolosi sui anno totali 100 4% 1997 43 0,03 1998 65 0,05 167 1999 78 0,05 167 6% produzione totale 2000 36 0,02 67 3% produzione specifica 2001 74 0,07 233 7% 6% RIFIUTI PERICOLOSI 0,08 100 80 0,06 60 0,04 40 0,02 20 0 Produzione specifica (kg/t Silicio) Produzione annua (t/anno) (rifiuti smaltiti e rifiuti recuperati) e dei rifiuti speciali pericolosi, sia in termini assoluti (espressi in chilogrammi) che specifici (espressi in chilogrammi di rifiuti prodotti per tonnellata di silicio prodotto). La diminuzione della produzione assoluta e specifica dei rifiuti tra il 1999 e il 2000, ed un aumento dei rifiuti avviati a recupero rispetto a quelli avviati a smaltimento, indicano la corretta gestione dei rifiuti. Nel 2001, anche se la produzione assoluta di rifiuti è diminuita, aumenta purtroppo la produzione specifica a causa dei minori volumi di silicio prodotti. Le quantità di rifiuti prodotti sono influenzate dai fanghi provenienti dai sistemi di trattamento delle acque reflue. A fronte dell’incremento nella produzione di fanghi, dovuto alla messa in esercizio dell’impianto di abbattimento delle morchie di silicio al Reparto CZS nel 1999 e del disoleatore per l’officina meccanica nel 2000, si verifica un minore apporto di sostanze inquinante nelle acque superficiali. Inoltre va considerata anche la diversa destinazione che ha avuto nel corso del tempo la silice amorfa, venduta fino al mese di giugno 1999 come materia prima secondaria e successivamente avviata a smaltimento. A partire da metà 2001 la silice è nuovamente avviata a recupero. L’andamento dei rifiuti speciali pericolosi segna una netta diminuzione in valore assoluto e specifico nell’anno 2000 rispetto agli anni precedenti; nell’ultimo anno invece l’aumento è dovuto ad attività di manutenzione straordinarie, quali ad esempio pulizia di serbatoi e vasche, che sono state svolte approfittando della riduzione della attività produttiva. 0,00 1997 1998 1999 2000 2001 ANNO 37 Policlorobifenili L’analisi di significatività classifica i policlorobifenili (PCB) come “poco significativi” in condizioni pregresse. I policlorobifenili (PCB) sono composti organici contenenti cloro impiegati in passato quali fluidi dielettrici nelle apparecchiature, ad esempio negli oli dei trasformatori. Oggi la commercializzazione e l’impiego di PCB in nuove applicazioni è vietato per legge; solo per le apparecchiature esistenti contenenti oli con PCB in concentrazioni superiori a 50 ppm, la legge prevede specifici accorgimenti gestionali. I PCB sono nocivi per la salute umana e per l’ecosistema a causa dell’accumulabilità negli organismi viventi e la persistenza nell’ambiente; se incendiati, si decompongono generando composti altamente tossici quali diossine e furani. I fluidi delle apparecchiature presenti in stabilimento che potenzialmente potrebbero contenere PCB sono periodicamente analizzati, e risultano contenere PCB in concentrazioni inferiori al limite stabilito dalla normativa. 38 Sostanze Lesive dell’Ozonosfera L’aspetto “sostanze lesive dell’ozonosfera” è stato classificato “significativo” a causa dell’attuale utilizzo di Freon 22. Nel processo di recupero dei clorosilani sono impiegati scambiatori di calore, in alcuni dei quali come gas frigorigeno è utilizzato il gas denominato Freon 22, che rientra nell’elenco delle sostanze lesive dell’ozonosfera elaborato dalla Comunità Europea per le quali sono previste specifiche procedure gestionali al fine di evitarne la dispersione in atmosfera. Il Regolamento Europeo 2037/2000 ne prevede la completa cessazione d’uso entro l’anno 2015. È stato attivato il censimento annuale di tali impianti; le attività di manutenzione sugli impianti che contengono Freon 22 sono eseguite da personale esperto e certificato. Il gas denominato CFC 13, utilizzato in passato, è stato completamente sostituito con una sostanza alternativa non lesiva per l’ozono. Rumore Il rumore è un aspetto ambientale classificato “significativo”. Le fonti principali di rumore sono i compressori del reparto policristallo, le pompe per il ricircolo dell’acqua, le pompe per prelievo di acqua di falda, l’impianto di aspirazione delle taglierine; nel 2000 è stato attuato un intervento di insonorizzazione della pompa per il ricircolo dell’acqua che ha ridotto notevolmente, rispetto alla campagna di misure del 1997, il livello di rumore immesso nell’ambiente. L’impatto generato dal rumore verso l’esterno è controllato attraverso il piano di monitoraggio interno che prevede che la misura del livello di rumore ai confini dello stabilimento sia effettuata ogni tre anni o in caso di modifiche significative di processi o impianti; le misure sono eseguite da tecnico abilitato esterno. In attesa della zonizzazione acustica del territorio da parte del Comune di Merano, non ancora predisposta all’anno 2001, sono stati assunti come livelli di riferimento quelli indicati dal DPCM 14/11/97; considerando che l’area in cui è ubicato lo stabilimento è Zona Industriale, si considerano i limiti della classe V, che rappresenta aree prevalentement industriali, ovvero 70 dB diurni e 60 dB notturni. Il traffico e le attività presenti nell’area industriale e commerciale che confina a sud con lo stabilimento incidono notevolmente sul livello di rumore al confine. I valori di rumore notturno sono stati rilevati in assenza di altre sorgenti significative (traffico, altre attività) e permettono di descrivere il contributo dello stabilimento ai livelli sonori diurni. Rio Sinigo 54 51,5 RUMORE ESTERNO Valori rilevati nell’anno 2000 al confine dello stabilimento. LEGENDA = RILIEVO FONOMETRICO diurno in dBA 56 56 = RILIEVO FONOMETRICO notturno in dBA Periodo diurno = 70 dBA Periodo notturno = 60 dBA 58 48,5 55 55 Valore limite di immissione per aree prevalentemente industriali: Merano 57 49 54 47,5 64,5 49 57,5 49,5 69 54 66,5 59 SS 38 Contaminazione del Suolo L’aspetto ambientale “contaminazione del suolo” è stato valutato “molto significativo“ solamente nel caso di condizioni storiche passate (pregresse); infatti la contaminazione del suolo e, ad eccezione di alcuni casi isolati, della falda, non sono dovute alle attività produttive attuali, ma ad attività svolte nel passato, tra gli anni ’20 e gli anni ‘70. All’interno dello stabilimento vengono utilizzate e movimentate alcune sostanze chimiche pericolose. Il verificarsi di incidenti ambientali (eventi quali lo sversamento accidentale di sostanze chimiche sul suolo, oppure il rilascio da stoccaggi di materiali o rifiuti) può causare la infiltrazione nel terreno di sostanze inquinanti e la contaminazione della prima falda acquifera, che si trova in prossimità della superficie. Per ridurre il rischio di tali eventi incidentali, tutte le sostanze pericolose sono conservate in contenitori o ser- batoi realizzati con materiali anticorrosione, e costruiti con una doppia parete o collocati all’interno di un bacino di contenimento; le tubazioni utilizzate per il trasporto delle sostanze sono costruite e identificate secondo normativa; tutte le aree esterne nelle quali le sostanze sono utilizzate o movimentate sono protette da apposite platee delimitate da canalette di raccolta. I sistemi di contenimento di eventuali perdite sono ispezionati periodicamente per verificarne integrità e tenuta così come lo stato di conservazione di serbatori di stoccaggio, linee di distribuzione ed impianti; tutte queste attività di verifica e controllo sono effettuate da personale altamente specializzato. Viene controllata mensilmente anche l’integrità della rete di convogliamento degli scarichi, interrati e fuori terra, di reflui all’impianto di trattamento. Lo stato qualitativo della falda è sottoposto ad interventi correttivi e a campagne di monitoraggio già a partire dal 1990. N 54,5 51,4 69 49 59 50 65 50 Bolzano Nel corso delle prime indagini venne rilevata la presenza di nitrati e fluoruri provenienti da perdite dalle condutture interrate di raccolta delle sostanze chimiche esauste; a correzione, venne condotta una indagine completa su tali linee che portò ad interventi di sostituzione radicale e/o isolamento in doppia parete delle tubazioni, di rigenerazione e resinatura delle vasche di raccolta. Attualmente le tubazioni interrate e le vasche sono controllate periodicamente attraverso l’ausilio di telecamere. A seguito di una campagna di monitoraggio condotta da MEMC furono anche rilevate concentrazioni di solventi clorurati. L’origine della contaminazione fu ricondotta all’attività di pulizia delle tubazioni effettuata in passato con l’utilizzo di solventi organici (trielina e tricloroetano); come misura immediata l’azienda eliminò completamente tali composti dal ciclo produttivo. Come ulteriore azione correttiva, su suggerimento di un consulente specializzato, dal 1994 l’azienda procede 39 alla bonifica della falda tramite l’attuazione di una barriera idraulica posta idrogeologicamente a valle del sito produttivo: attualmente sono attivi cinque pozzi “barriera” al confine sud della proprietà con emungimento continuo di acqua di falda contaminata e scarico in corpo idrico superficiale. Questa azione ha lo scopo di evitare la fuoriuscita della contaminazione dalla proprietà. Fino al 2000 si è provveduto inoltre ad effettuare un lavaggio della falda contaminata immettendo in alcuni pozzi acqua pulita proveniente dalla falda più profonda. Gleiten in Val Passiria Gli effetti degli interventi e il progressivo e consistente rientro dei parametri analitici che esprimono la qualità dell’acqua, sono regolarmente seguiti attraverso un piano annuale di monitoraggio dell’acqua di prima falda, che include campionamenti delle acque dai 33 piezometri di controllo ed analisi di sostanze chimiche eventualmente presenti; i dati dei monitoraggi più recenti confermano che le concentrazioni di nitrati, fluoruri, composti clorurati sono in continua diminuzione, a dimostrazione dell’efficacia dell’attività di bonifica. Per quanto riguarda il suolo, l’azienda ha già provveduto nel 1991 alla bonifica della parte meridionale della proprietà ceduta alla Provincia di Bolzano per la realizzazione di una nuova area artigianale. A seguito di indagini esplorative delle condizioni del terreno, fu rilevata una contaminazione (metalli pesanti) dovuta a materiali di riporto derivanti dalla precedente attività di produzione dell’acido solforico. Dopo i lavori di demolizione dei capannoni, le porzioni di terreno eccedenti i limiti previsti dalla normativa furono sbancati e conferiti in apposita discarica. primo semestre del 2002. Inoltre a partire da agosto 2000 sono iniziate, ad iniziativa di MEMC, una serie di indagini finalizzate alla caratterizzazione completa del sito mediante il prelievo di campioni di terreno e di acqua di falda dall’intera area dello stabilimento; punto di partenza delle indagini è stata un’analisi storica delle attività produttive svolte in passato sul sito, volta ad individuare i punti di potenziale contaminazione in base all’utilizzo di sostanze pericolose. Gli esiti di queste indagini (contaminazione da metalli pesanti dovuta a materiali di riporto di attività passate), sono stati elaborati in una relazione tecnica sul grado di contaminazione della proprietà che è stata inviata agli enti competenti a marzo 2001, come previsto dalla normativa vigente. A questa relazione seguirà un progetto preliminare di bonifica/messa in sicurezza delle aree contaminate. Si prevede di procedere alla bonifica/ messa in sicurezza di tali terreni, dopo approvazione da parte degli enti competenti, nella seconda metà del 2002 e nel 2003. Anche parte dell’area prospicente lo stabilimento su cui sorge l’edificio adibito fino al 1999 a mensa aziendale, verrà ceduta alla Provincia di Bolzano; per questo motivo sono state condotte approfondite indagini sullo stato qualitativo del suolo e della falda (contaminazione da metalli pesanti), a seguito delle quali è stato elaborato da un consulente specializzato un progetto di bonifica dei terreni, che verrà concluso nel Rio Sinigo N QUALITÀ DELL’ACQUA DI FALDA. Posizione dei piezometri utilizzati per il monitoraggio. XII XI LEGENDA I = Pozzi in spurgo continuo (barriera idraulica) A VII III VII a X XVII XIV E PZ-4 PZ-2 XVI D C PZ-3 PZ-5 PZ-6 PZ-7 XIII Merano SS 38 Bolzano XIX PZ-I 40 B XV F IX IV XVIII G VI VII II Aspetti Ambientali Indiretti ATTIVITÀ APPALTATE ALL'INTERNO DELLO STABILIMENTO Imprese di manutenzione e costruzione (opere edili, coibentazione, verniciatura, impianti elettrici, scavi/sbancamenti, installazione e mtz impianti, spurghi, giardinaggio) Pulizie uffici e reparti, servizi mensa ATTIVITÀ SVOLTE AL DI FUORI DELLO STABILIMENTO ACQUISIZIONE PRODOTTI/SERVIZI TRASPORTI ESTERNI Recupero/smaltimento rifiuti non pericolosi Recupero/smaltimento rifiuti pericolosi Acquisizione materie prime (TET, idrogeno) Acquisizione prodotti chimici pericolosi Acquisizioni prodotti chimici non pericolosi, parti di ricambio e altri materiali di consumo Acquisizione energia elettrica Acquisizione olio combustibile, gasolio Acquisizione metano Trasporto rifiuti non pericolosi Trasporto rifiuti pericolosi Trasporto materie prime (droganti) Trasporto materie prime (TET) Trasporto prodotti chimici pericolosi Trasporto prodotti chimici non pericolosi parti di ricambio e altri materiali di consumo Trasporto prodotto (silicio) Trasporto prodotto (acido cloridrico) Trasporto persone LAVORAZIONE/IMPIEGO DEL PRODOTTO FORNITO DA MEMC Trasformazione silicio Utilizzo chips Smaltimento silicio Utilizzo acido cloridrico ATTIVITÀ SUL TERRITORIO Attività di comunicazione/sensibilizzazione Contributo socio - economico molto significativo significativo non significativo Nello schema sono sintetizzate le attività che, in base alla valutazione di significatività degli Aspetti Ambientali Indiretti determinano o possono determinare impatti ambientali indiretti significativi. Attività appaltate all’interno dello stabilimento Per quanto riguarda le imprese appaltatrici che operano all’interno dello stabilimento (imprese artigiane che si occupano di opere edili, coibentazioni, verniciatura, impianti elettrici, pulizie, servizi mensa), tutto il personale riceve l’informativa di rischio e le istruzioni comportamentali per lo svolgimento in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente delle attività lavorative. È inoltre effettuato il censimento delle sostanze pericolose utilizzate dalle imprese e dei rifiuti da loro generati e sono state predisposte apposite aree di stoccaggio; le aree sono delimitate, identificate e dotate di bacini di contenimento per evitare possibili contaminazioni del suolo e delle acque sotterranee. L’introduzione di nuove sostanze chimiche in stabilimento, anche quelle utilizzate dalle imprese esterne, deve essere approvata da RDPA e dal medico competente attraverso una procedura apposita. Il corretto comportamento del personale delle imprese esterne in termini di protezione ambientale e sicurezza è verificato attraverso verifiche ispettive periodiche. Aquisizione di prodotti e servizi La scelta dei fornitori di macchinari, materiali e servizi ritenuti critici dal punto di vista ambientale e della sicurezza è attuata sulla base di specifici requisiti qualitativi, tecnici ed economici. Tra i criteri di selezione dei fornitori, effettuata da un apposito comitato aziendale, vi è anche la certificazione secondo lo standard ISO 14001 ed Emas. Nella valutazione periodica dei fornitori (“vendor rating”) una quota parte del punteggio attribuito è rappresentata dalla valutazione dell’attenzione che questi pongono alla tutela ambientale. Sono seguite in modo particolare le imprese che esercitano attività coinvolte nella gestione dei rifiuti, le imprese appaltatrici che operano all’interno dello stabilimento e i fornitori di prodotti chimici. Le imprese legate alla gestione dei rifiuti (attività di raccolta, trasporto, smaltimento provvisorio o definitivo di rifiuti), sono sottoposte ad una valutazione preliminare, comprensiva di visita di controllo presso il sito operativo, circa la conformità ai requisiti normativi vigenti. 41 Relativamente ai fornitori di materie prime (TET e idrogeno) e di prodotti chimici pericolosi, è stato approntato un questionario volto a conoscere il loro comportamento in merito al rispetto dell’ambiente, che verrà inviato nel corso dei primi mesi del 2002. Trasporti esterni Nell’ambito dei trasporti di sostanze pericolose, un’importanza fondamentale è da sempre attribuita al trasporto della materia prima; a questo proposito è già stato descritto il sostanziale miglioramento introdotto quest’anno: a partire dal 2001 è stato sospeso il trasporto del TCS e l’unico clorosilano trasportato per ferrovia è ora solamente il TET. Particolari accorgimenti sono da tempo adottati nel controllo periodico dei carri ferroviari e dei mezzi stradali utilizzati per il trasferimento delle cisterne dalla stazione ferroviaria allo stabilimento; i trasporti stradali sono preceduti e seguiti da una scorta tecnica, così come è previsto il piantonamento delle cisterne in sosta nella stazione ferroviaria da parte di un membro di una compagnia privata di sorveglianza. I nominativi dei trasportatori di sostanze pericolose sono contenuti in un elenco aggiornato disponibile in portineria, dove al loro ingresso vengono verificati i documenti di trasporto, e a campione vengono eseguiti controlli sugli automezzi per verificarne la conformità alle normative del trasporto di merci pericolose su strada (ADR). Attività sul territorio Un aspetto ambientale che determina un impatto ambientale significativo è costituito dall’attività di comunicazio- 42 ne/sensibilizzazione ambientale verso le parti interessate esterne. Tale aspetto va analizzato considerarando la particolare collocazione geografica dello stabilimento. La vocazione economica e sociale del territorio circostante, non dissimile dal resto della provincia, è caratterizzata dai settori economici tradizionali, quali l’artigianato, l'agricoltura (soprattutto per la produzione frutticola e quella lattiera) ed il turismo, attività che sono fortemente collegati sia tra di loro sia con la tutela dell’ambiente. Tutto questo viene percepito dalla popolazione e dai rappresentanti dei settori economici nella volontà di preservare e tutelare l’ambiente naturale da possibili inquinamenti, riconoscendo al mantenimento di un ambiente “salubre” ed integro un alto valore. Consci della delicatezza dell’attività produttiva che conduciamo, dei possibili impatti che tale attività può avere sull’ambiente, e della vocazione del territorio in cui essa si inserisce, risulta di fondamentale importanza una comunicazione efficace verso l’esterno dello svolgimento della attività produttiva nel pieno rispetto dell’ambiente. Le attività di comunicazione/sensibilizzazione rivolte ai lavoratori, descritte con maggior dettaglio nel paragrafo “DO - Attuazione”, oltre a garantire la trasparenza dei comportamenti aziendali, hanno anche un impatto indiretto positivo verso l’esterno in quanto permettono di divulgare i concetti della tutela ambientale indicando i comportamenti corretti da adottare nelle diverse situazioni (anche tra le mura domestiche) e hanno lo scopo/risultato di sensibilizzare una platea sempre più estesa sul- l’importanza della tutela ambientale. Un altro impatto positivo è costituito dal ruolo socio-economico svolto dallo stabilimento di Merano fin dalla sua nascita in quanto, in una provincia caratterizzata da una struttura industriale di dimensioni ridotte, rappresenta una delle maggiori attività presenti. Lo stabilimento venne costruito negli anni ’20 inserendosi nel clima di sviluppo che seguì la crisi del primo dopoguerra. In contemporanea allo stabilimento vennero edificati anche gli alloggi per i dipendenti e le loro famiglie, l’edificio assistenziale, i locali per il tempo libero (dopolavoro), andando così a creare un vero e proprio paese, il “Villaggio Montecatini”, sorto proprio in funzione dello stabilimento chimico, facendo si che Sinigo divenisse autonoma per le necessità primarie della popolazione residente. Ancora oggi, pur essendo mutata profondamente la situazione economica di tutta la zona, lo stabilimento rappresenta una grossa realtà aziendale. ll fatto che i dipendenti risiedano in buona parte nella frazione di Sinigo o comunque nel territorio circostante Merano, costituisce un importante veicolo di comunicazione/sensibilizzazione, in quanto la formazione/informazione che viene erogata al personale (dipendenti o imprese esterne), si riflette successivamente alle altre parti sociali che interagiscono con lo stabilimento. Da segnalare infine la cura e l’attenzione prestata al mantenimento di una significativa area verde all’interno dello stabilimento, con ampie zone prative ed alberate su una percentuale di terreno altrimenti destinato all’edificazione/cementificazione. Il Programma di Miglioramento Ambientale Di seguito riportiamo un estratto del programma di miglioramento ambientale dell'anno 2001. Nel programma sono indicati gli obiettivi ed i traguardi (riferiti all’anno precedente) definiti per ridurre gli impatti ambientali valutati come significativi, le azioni previste per il loro raggiungimento e le funzioni/reparti responsabili della loro attuazione; la colonna di destra mostra i risultati realmente conseguiti a fine anno. La tabella successiva riporta il programma di miglioramento ambientale dell'anno 2002. IL PROGRAMMA AMBIENTALE 2001 RISULTATO RAGGIUNTO TRAGUARDO AZIONE DI MIGLIORAMENTO FUNZIONE RESPONSABILE CONSUMI ENERGETICI - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione dei consumi di energia elettrica Ridurre i consumi specifici di energia elettrica (kWh/kg policristallo) della sezione di idrogenazione del 20% Ridotto il 15% del consumo specifiIngegneria impianti di stabico di energia elettrica per idrogena- limento e Tecnologia zione Ridurre i consumi totali (m3/h) dell'acqua di falda del 10% Ridotto il consumo totale di acqua di falda del 12% Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Eliminare il cromo Completato il test con esito positivo: il processo verrà implementato nel 2002 Operation technology Installazione di un prefiltro per l'impianto di abbattimento delle nebbie oleose al reparto monocristallo (CZA) Ridurre le concentrazioni di nebbie oleose in uscita dell'impianto di abbattimento < 10 mg/m3 Il prefiltro è stato installato; concentrazione di nebbie oleose misurata in uscita dell'impianto: 1,5 mg/m3 Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Sostituzione della caldaia obsoleta Ridurre le emissioni delle polveri della centrale termica del 15% Caldaia installata; in corso i monitoraggi delle polveri emesse Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Inserimento di schermi termici nei reattori di idrogenazione (reparto Poly) CONSUMI IDRICI - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione dei consumi di acqua di falda Sostituzione e pulizia dei condensatori nella sezione distillazione dei clorosilani (reparto Poly) CONSUMI MATERIALI AUSILIARI PER IL CONTROLLO SUL PRODOTTO - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione del consumo di cromo Ricerca di una miscela di attacco alternativa (priva di cromo) per i controlli di qualità sul monocristallo (reparto CZS) EMISSIONI IN ATMOSFERA - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione delle emissioni in atmosfera SCARICHI IDRICI IN ACQUE SUPERFICIALI - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione degli scarichi di sostanze inquinanti nelle acque superficiali Risistemazione degli scarichi di stabilimento: valutazione di 3 possibili alternative: Alternativa n. 1: Invio del refluo in uscita dall'impianto di trattamento all'impianto consortile Alternativa n. 2: Costruzione di un nuovo impianto di trattamento biologico a valle dell'attuale impianto Alternativa n. 3: Separazione degli acidi esausti non trattati ed invio ad un impianto di trattamento esterno Ridurre le concentrazioni di inquinanti nelle acque di scarico nel fiume Adige: NO3, BOD, COD Collegamento della fognatura all'impianto di depurazione consortile Inviare a trattamento i reflui civili RIFIUTI RECUPERABILI Individuata come migliore dal punto di vista ecologico ed economico l'alternativa 1, che verrà implementata nel 2002 Direttore di Stabilimento NO3, BOD, COD Ufficio Tecnico NO3, Fluoruri, BOD, COD Impianti di stabilimento e tecnologia - RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI Allacciamento effettuato nel 2001 - RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI Ufficio Tecnico - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Miglioramento gestione rifiuti Esecuzione di visite ispettive ai fornitori di servizi per la gestione dei rifiuti Eseguire il 100% delle visite programmate Eseguite il 100% delle visite programmate Addetto Protezione Ambiente Acquisizione di un software per la gestione informatica della documentazione Gestire la documentazione rifiuti Continua nel 2002 Addetto Protezione Ambiente RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione rifiuti inviati a smaltimento Avvio a recupero dei fanghi dell'impianto di recupero acido cloridrico (silice amorfa) e dei fanghi di silicio dall'impianto di filtrazione delle acque di raffreddamento delle taglierine Ridurre la quantità dei rifiuti inviati a smaltimento del 30% sul totale La silice amorfa è avviata a recupero Addetto Protezione Ambiente a partire dalla seconda metà del 2001: ridotta la quantità dei rifiuti inviati a smaltimento del 7 % sul totale 43 AZIONE DI MIGLIORAMENTO TRAGUARDO RISULTATO RAGGIUNTO FUNZIONE RESPONSABILE EMISSIONI IN ATMOSFERA - CONDIZIONI DI EMERGENZA OBIETTIVO: Prevenzione emissioni di acido cloridrico in caso di emergenza Sostituzione di linee ed apparecchiature nella sezione complessazione dei clorosilani (reparto Poly) Ridurre il rischio di perdite di clorosilani Continua nel 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e tecnologia poly CONTAMINAZIONE SUOLO - CONDIZIONI DI EMERGENZA OBIETTIVO: Prevenzione della contaminazione suolo e della falda Impermeabilizzazione della vasca di contenimento del serbatoio di olio combustibile Prevenire la contaminazione del suolo Impermeabilizzazione completata Uffico Tecnico Rigenerazione e resinatura delle vasche di raccolta degli effluenti e delle tubazioni interrate Prevenire eventuali contaminazione del suolo Rinviata al 2002 Uffico Tecnico Rimozione delle coperture in cemento-amianto della palazzina direzione, dell'officina manutenzione elettrica, dell'impianto di trattamento delle acque (cristallino) Eliminare il 100% delle coperture in cemento-amianto presenti in stabilimento Eliminazione delle tele contenenti amianto dalla cella elettrolitica per la produzione di idrogeno Eliminare 54 tele contenenti amianto Eliminate le coperture in cemento-amianto Uffico Tecnico della palazzina direzione, dell'officina manutenzione elettrica; rinviato al 2002 la rimozione delle coperture dell'edificio cristallino Produzione Policristallo Eliminate 54 tele AMIANTO - CONDIZIONI PREGRESSE OBIETTIVO: Rimozione materiale in amianto preesistente CONTAMINAZIONE DEL SUOLO - CONDIZIONI PREGRESSE OBIETTIVO: Bonifica contaminazione dovuta ad attività passate Bonifica dei terreni di riporto in area edificio ex Mensa Sud Ridurre le concentrazioni di metalli nel terreno al di sotto del limite per terreni industriali/residenziali Giugno 2002 Ambiente e Sicurezza Bonifica e monitoraggio della falda in area stabilimento e area edificio ex mensa Ridurre le concentrazioni di fluoruri e nitrati nell’acqua di falda al di sotto dei limiti di legge: F-<1 mg/l Bonifica in corso tramite spurgo della falda: i valori di concentrazione sono in continua diminuzione; Ambiente e Sicurezza il monitoraggio è diventato routinario NO3-< 35 mg/l IL PROGRAMMA AMBIENTALE 2002 AZIONE DI MIGLIORAMENTO TRAGUARDO SCADENZA FUNZIONE RESPONSABILE CONSUMI ENERGETICI - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione dei consumi di energia elettrica Inserimento di schermi termici nei reattori di deposizione (reparto Poly) Ridurre i consumi specifici di energia elettrica specifica (kWh/kg policristallo) dei reattori di deposizione policristallo complessivamente del 60% Test: giugno 2002 Implementazione: dicembre 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Modifica di 7 puller mediante installazione schermi termici superiori (reparto CZ) Ridurre il consumo specifico di energia elettrica (KWh/Kg monocristallo) del 25% del silicio prodotto su questi puller Dicembre 2002 Operation Technology Mono Ridurre i consumi totali (m3/h) dell'acqua di falda del 18% Giugno 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Dicembre 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia CONSUMI IDRICI - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione dei consumi di acqua di falda Sostituzione e pulizia dei condensatori nella sezione distillazione dei clorosilani (reparto Poly) CONSUMI MATERIE PRIME - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione dei consumi di tetracloruro di silicio (TET) Conversione di una colonna di distillazione per ridistillazione spurghi impianto di recupero clorosilani (reparto Poly) 44 Ridurre i consumi assoluti (t/anno) di TET grezzo del 2 % AZIONE DI MIGLIORAMENTO SCADENZA TRAGUARDO FUNZIONE RESPONSABILE OBIETTIVO: Riduzione dei consumi di idrogeno Verifica utilizzo spurghi impianto di purificazione idrogeno come alimentazione dell'impianto recupero clorosilani (reparto Poly) Ridurre i consumi assoluti di idrogeno del 30% (Nm3/h) Dicembre 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Eliminare il cromo Dicembre 2002 Operation technology Collegamento guardia idraulica dell'impianto di recupero acido cloridrico (reparto Poly) all'impianto di trattamento effluenti acidi Eliminare l'emissione di cloruri dalla guardia idraulica dell'impianto di recupero acido cloridrico Settembre 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Installazione di un prefiltro per l'impianto di abbattimento delle nebbie oleose al reparto monocristallo (CZB) Ridurre le concentrazioni di nebbie oleose in uscita dall'impianto di abbattimento < 10 mg/m3 Dicembre 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia/ ESH CONSUMI MATERIALI AUSILIARI PER IL CONTROLLO SUL PRODOTTO - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione del consumo di cromo Implementazione del nuovo processo con miscela di attacco priva di cromo per i controlli di qualità sul monocristallo (reparto CZS) EMISSIONI IN ATMOSFERA - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione delle emissioni in atmosfera SCARICHI IDRICI IN ACQUE SUPERFICIALI - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Riduzione degli scarichi di sostanze inquinanti nelle acque superficiali Convogliamento delle acque depurate dall'impianto Ecologico e Cristallino al Depuratore consortile Eliminazione scarico in ambiente di nitrati, nitriti, cloruri, fluoruri, COD Giugno 2002 Implementazione del nuovo processo con miscela di attacco priva di cromo per i controlli di qualità sul monocristallo (reparto CZS) Eliminare il cromo Dicembre 2002 RIFIUTI RECUPERABILI Operation technology - RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI - RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI - CONDIZIONI NORMALI OBIETTIVO: Miglioramento gestione rifiuti Gestione informatica della documentazione Compilare formulari, registri, MUD Maggio 2002 Addetto Protezione Ambiente Ridurre il rischio di perdite di clorosilani TCS: Giugno 2002 TET: Settembre 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e tecnologia poly Eliminare della copertura in cementoamianto Giugno 2002 Ingegneria impianti di stabilimento e Tecnologia Ambiente e Sicurezza EMISSIONI IN ATMOSFERA - CONDIZIONI DI EMERGENZA OBIETTIVO: Prevenzione emissioni di acido cloridrico in caso di emergenza Sostituzione di linee ed apparecchiature nella sezione complessazione dei clorosilani (reparto Poly) AMIANTO - CONDIZIONI PREGRESSE OBIETTIVO: Rimozione materiale in amianto preesistente Progettazione sostituzione del tetto in cementoamianto dell'edificio dell'impianto di trattamento delle acque (cristallino) CONTAMINAZIONE SUOLO - CONDIZIONI PREGRESSE OBIETTIVO: Bonifica contaminazione dovuta ad attività passate Bonifica dei terreni di riporto in area edificio ex Mensa Sud Ridurre le concentrazioni di metalli nel terreno al di sotto del limite per terreni industriali/residenziali Giugno 2002 Bonifica dei terreni di riporto in area edificio ex Mensa Nord Ridurre le concentrazioni di metalli nel terreno al di sotto del limite per terreni industriali Dicembre 2002 Bonifica dei terreni di riporto in area Stabilimento Ridurre le concentrazioni di metalli nel terreno al di sotto del limite per terreni industriali Dicembre 2003 Ambiente e Sicurezza Prevenire eventuali contaminazione del suolo Dicembre 2002 Ufficio Tecnico Ambiente e Sicurezza OBIETTIVO: Prevenzione contaminazione del suolo Rigenerazione e resinatura delle vasche di raccolta degli effluenti e delle tubazioni interrate 45 Glossario AMBIENTE Contesto nel quale opera una organizzazione, comprendente l’aria, l’acqua, il terreno, le risorse naturali, la flora, la fauna e le loro interrelazioni. ASPETTO AMBIENTALE Elemento di una attività, di un prodotto o di un servizio di una organizzazione che può interagire con l’ambiente; un aspetto ambientale significativo è un aspetto ambientale che ha o può avere un impatto ambientale significativo. AUDIT AMBIENTALE Processo di verifica sistematica, documentata, periodica e obiettiva delle prestazioni dell'organizzazione, del sistema di gestione e dei processi destinati a proteggere l'ambiente. BACINO SCOLANTE o IDROGRAFICO La zona che comprende tutti i corsi d’acqua che confluiscono in un fiume. BIOTOPO Ambiente vitale naturale o naturalistico, anche prodotto da trasformazioni operate dell’uomo, sottoposto a tutela per garantire la protezione di specie animali e vegetali rare o minacciate. CONOIDE Deposito di sedimenti grossolani a forma di cono depositati da un corso d’acqua al suo sbocco in una regione larga e a debole pendenza, dove diminuisce il potere di trasporto del corso stesso. SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA AI FINI DELLA DIRETTIVA HABITAT Sono aree geografiche selezionate dalla Commissione Europea tra quelle presentate dai singoli stati membri, 46 destinate a formare la Rete Natura 2000. La creazione di tale rete ecologica di zone tutelate è prevista dalla Direttiva europea 92/43/CEE (Direttiva Habitat) “relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e delle flora e della fauna selvatiche”. ECOSISTEMA L’insieme degli organismi viventi e del loro ambiente non vivente. EFFETTO o IMPATTO AMBIENTALE Cambiamento nell’ambiente, sia positivo che negativo, causato dalle attività, prodotti e/o processi di una organizzazione. EMAS Sistema comunitario di gestione e audit ambientale al quale possono aderire, su base volontaria, le organizzazioni, per valutare e migliorare le prestazioni ambientali e fornire al pubblico informazioni riguardanti tali prestazioni. Il sistema è istituito attraverso Regolamento n. 761/2001 del Parlamento e del Consiglio Europeo e prevede che il sistema di gestione sia conforme alla norma ISO 14001. FALDA ACQUIFERA L’insieme delle acque sotterranee che impregnano uno strato di roccia permeabile, sostenuto da uno strato di roccia impermeabile. Nella parte superiore la falda acquifera può essere libera (falda freatica) oppure limitata da rocce impermeabili (falda in pressione o artesiana). Un sistema multifalda è l’insieme di più falde sovrapposte. HABITAT L’ambiente naturale di un organismo, il posto in cui generalmente esso si trova. ISO 14001 Norma internazionale che specifica i requisiti di un Sistema di Gestione Ambientale che, integrati con le altre esigenze di gestione, aiutano le organizzazioni a raggiungere i loro obiettivi ambientali ed economici. MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLE PRESTAZIONI AMBIENTALI Processo di accrescimento del sistema di gestione ambientale per ottenere il miglioramento, di anno in anno, delle prestazioni ambientali dell’organizzazione. PIEZOMETRO Pozzo attraverso il quale è possibile misurare la profondità della falda rispetto al suolo ed effettuare i prelievi di campioni da sottoporre alle analisi di laboratorio per verificare la qualità dell’acqua. PRESTAZIONI o PERFORMANCES AMBIENTALI Risultati misurabili del sistema di gestione ambientale dovuti al controllo esercitato dall’organizzazione sui propri aspetti ambientali. SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE La parte del sistema di gestione di una azienda che comprende la struttura organizzativa, le attività di pianificazione, le responsabilità, le prassi, le procedure, i processi, le risorse per elaborare, mettere in atto, conseguire, riesaminare e mantenere attiva la politica ambientale. ZONE A RISCHIO GEOLOGICO ed IDROGEOLOGICO CONTROLLATO In queste zone è possibile l'edificazione a determinate condizioni specifiche secondo le particolari situazioni geologiche-idrogeologiche. La presente Dichiarazione Ambientale è stata redatta dalla funzione ESH ed approvata dal Comitato Direttivo: Presidente della Società MEMC SpA, Direttori degli stabilimenti di Novara e Merano, Direttore Materiali e Direttore Tecnologie. Eventuali richieste di chiarimento possono essere inoltrate alla Direzione di Stabilimento Tel. 0473 333 333. La presente Dichiarazione Ambientale è stata approvata dal Verificatore ambientale accreditato ERM Certification and Verification Services (numero UK-V- 0013) 8 Cavendish Square London W1M 0ER in data 4 ottobre 2002. La prossima validazione sarà effettuata entro il 31.07.2005. Le Dichiarazioni Ambientali semplificate saranno effettuate nel 2003 e 2004. MEMC Electronic Materials S.p.A. Viale Gherzi, 31 28100 Novara - Italia Tel. (+39) 0321 334444 Fax (+39) 0321 691000 Via Nazionale, 59 39012 Merano (Bz) - Italia Tel. (+39) 0473 333333 Fax (+39) 0473 333270 www.memc.com Azienda Certificata QS 9000 e ISO 14001