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POLITICHE SOCIALI
Un mondo
a misura di bambino
iamo i bambini del
mondo, vittime dello sfruttamento e
degli abusi, siamo
bambini di strada,
figli della guerra, vittime e orfani dell’
Hiv/Aids”.
In coro unanime, per la prima volta a
New York per la sezione Speciale delle Nazioni
Unite per l’Infanzia, i più piccoli hanno raccontato il disagio che molti loro coetanei vivono in prima persona, quasi a voler dire “siamo
piccoli ma è giusto che sentiate anche noi”, gli
oltre 400 bambini e adolescenti, provenienti da
ogni parte del Mondo, hanno espresso opinioni ed esposto proposte al Consiglio di
Sicurezza, all’Assemblea Generale, alle tavole
rotonde, ai dialoghi intergenerazionali con i
Capi di Stato e di Governo (sessantanove in
tutto) e in tutta quella serie di incontri dove ad
essere protagonisti era soprattutto “la voce dell’innocenza”, un’innocenza spesso violata.
Così come più volte dichiarato dal
Presidente dell’Unicef Italia Giovanni Micali, il
Forum dei ragazzi è stato considerato premessa necessaria dalla Sessione speciale
dell’Assemblea Generale dell’ONU dedicata
all’infanzia che si è svolta nei giorni scorsi nella
Grande Mela.
Una scelta questa che viola le procedure
ed i protocolli dell’Onu che mai aveva visto la
partecipazione dei più piccoli. Giovani delegati (quarantanove provenienti dai paesi Africani,
trentacinque dall’Asia ventisei dall’America
Latina e dai Carabi, diciannove dai Paesi
dell’Europa orientale e ventinove dalle nazioni
“ricche” dell’Europa e del Nord America) protagonisti di un evento di portata mondiale.
Tutti insieme hanno chiesto ciò che non si può
“S
negare ad un bambino: rispetto per i diritti dell’infanzia, fine dello sfruttamento, degli abusi e
della violenza, la fine della guerra e l’eliminazione dell’Aids. Concreti e decisi i ragazzi
hanno toccato vari punti accomunati da un
unico denominatore: la vittima, il bambino.
“Per avere successo ha affermato Carol
Bellamy, direttore generale dell’Unicef, il Global Movement deve coinvolgere non solo leader istituzionali, ma anche figure influenti che
rappresentino diversi settori della società civile,
dalle organizzazione non governative ai gruppi
religiosi e ai movimenti spontanei di cittadini.
Dal mondo accademico e dell’informazione
alle comunità, ai gruppi radicati sul territorio,
alle famiglie, ai bambini stessi”.
Nella lettera di ringraziamento inviata
dalla Bellamy al presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, si vuole mettere in evidenza l’assoluta necessità di istituire un sistema di monitoraggio dei progressi raggiunti anche nelle singole realtà territoriali, al fine di rendere più incisive le verifiche periodiche.
Ricordiamo infatti, a questo proposito,
che significati sono stati i progressi raggiunti
nella Provincia di Catania soprattutto in ordine
all’intervento fatto su tutto il territorio grazie al
Piano triennale della Legge 285/97 per cui
Provincia e Unicef hanno lavorato alacremente
insieme coinvolgendo docenti e discenti dei 58
comuni.
Piena soddisfazione ha mostrato anche il
presidente della Provincia Nello Musumeci che
ha manifestato sempre grande attenzione, sollecitazione, partecipata adesione e sistematica
richiesta di informazione sullo stato di attuazione dei diversi progetti.
Cettina Cambareri
Diritti dell’
infanzia: alla
conferenza
di New York
l’Unicef ha
dato voce ai
ragazzi.
Anche l’Ente
di Palazzo
Minoriti
interressato
ai progetti
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Come una farfalla
dentro lo scafandro
Nel corso di
un seminaro
promosso
dalla
Provincia,
la platea
ha ascoltato
la voce
di un disabile
che non ha
mai parlato
sperienze di vita e professionali a confronto, nel corso dell’affollato convegno “Oltre
l’handicap fisico” promosso
dall’assessorato alle Politiche
sociali della Provincia, che ha visto intervenire
nell’auditorium della scuola “Angelo Musco”
di Librino, i maggiori rappresentanti della complessa realtà della disabilità.
Ospite d’onore del pomeriggio di studi,
moderato dall’assessore provinciale Linka
Zangara, il prefetto Alberto Di Pace, che ha
esortato l’ingresso di una nuova stagione di
cooperazione e solidarietà, che veda impegnati nello smantellamento delle barriere – architettoniche e morali – non solo gli organismi di
governo nazionale, ma tutta la società civile,
dagli enti locali alle preziose organizzazioni
collettive fino alla cittadinanza. Dopo aver
letto alla platea, nella quale hanno preso posto
molti disabili, un passo di una poesia di
Angelo Signorello, un giovane colpito da una
grave forma di handicap che gli lascia come
unica finestra di comunicazione aperta al
mondo il movimento oculare, il prefetto Di
Pace ha ricordato il ruolo che il proprio ufficio
è pronto a svolgere in sostegno di concrete iniziative a favore delle fasce deboli.
Al seminario hanno preso parte inoltre
Francesco Lo Trovato, presidente del consorzio
siciliano di riabilitazione, e esponenti del terzo
E
settore quali Roberto Di Simone (presidente
associazione Aldebaran), Martino Florio (presidente Life Onlus), Salvo Mirabella (segretario
Giampi). A emergere con prepotenza è stata la
necessità di superare il gap che i disabili ("disabili due volte, prima perché sulla sedie a rotelle, poi perché siciliani", come qualcuno ha
detto con amarezza) accusano nei confronti
del mondo cosiddetto normale. Prima le difficoltà di scelta di una facoltà universitaria – e
infatti molti rinunciano alla laurea – praticabile
per chi non ha l’uso delle gambe; poi il difficile inserimento nel mondo del lavoro; infine la
quotidiana lotta contro il pregiudizio.
Le leggi ci sono, hanno ammesso i relatori: e in primis va citata la fondamentale 68
del ’99. Che però spesso resta lettera morta.
Contro il “silenzio assordante” del mondo istituzionale, ecco la diretta chiamata in causa da
parte dell’assessore Zangara, per elaborare con
i rappresentanti delle associazioni su una piattaforma condivisa di piani e strategie. In vista
anche di un opuscolo che indichi, per ciascuna problematica fisica o mentale, tutti gli organismi di assistenza operanti sul territorio provinciale.
G. S.
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