28 POLITICHE SOCIALI Un mondo a misura di bambino iamo i bambini del mondo, vittime dello sfruttamento e degli abusi, siamo bambini di strada, figli della guerra, vittime e orfani dell’ Hiv/Aids”. In coro unanime, per la prima volta a New York per la sezione Speciale delle Nazioni Unite per l’Infanzia, i più piccoli hanno raccontato il disagio che molti loro coetanei vivono in prima persona, quasi a voler dire “siamo piccoli ma è giusto che sentiate anche noi”, gli oltre 400 bambini e adolescenti, provenienti da ogni parte del Mondo, hanno espresso opinioni ed esposto proposte al Consiglio di Sicurezza, all’Assemblea Generale, alle tavole rotonde, ai dialoghi intergenerazionali con i Capi di Stato e di Governo (sessantanove in tutto) e in tutta quella serie di incontri dove ad essere protagonisti era soprattutto “la voce dell’innocenza”, un’innocenza spesso violata. Così come più volte dichiarato dal Presidente dell’Unicef Italia Giovanni Micali, il Forum dei ragazzi è stato considerato premessa necessaria dalla Sessione speciale dell’Assemblea Generale dell’ONU dedicata all’infanzia che si è svolta nei giorni scorsi nella Grande Mela. Una scelta questa che viola le procedure ed i protocolli dell’Onu che mai aveva visto la partecipazione dei più piccoli. Giovani delegati (quarantanove provenienti dai paesi Africani, trentacinque dall’Asia ventisei dall’America Latina e dai Carabi, diciannove dai Paesi dell’Europa orientale e ventinove dalle nazioni “ricche” dell’Europa e del Nord America) protagonisti di un evento di portata mondiale. Tutti insieme hanno chiesto ciò che non si può “S negare ad un bambino: rispetto per i diritti dell’infanzia, fine dello sfruttamento, degli abusi e della violenza, la fine della guerra e l’eliminazione dell’Aids. Concreti e decisi i ragazzi hanno toccato vari punti accomunati da un unico denominatore: la vittima, il bambino. “Per avere successo ha affermato Carol Bellamy, direttore generale dell’Unicef, il Global Movement deve coinvolgere non solo leader istituzionali, ma anche figure influenti che rappresentino diversi settori della società civile, dalle organizzazione non governative ai gruppi religiosi e ai movimenti spontanei di cittadini. Dal mondo accademico e dell’informazione alle comunità, ai gruppi radicati sul territorio, alle famiglie, ai bambini stessi”. Nella lettera di ringraziamento inviata dalla Bellamy al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, si vuole mettere in evidenza l’assoluta necessità di istituire un sistema di monitoraggio dei progressi raggiunti anche nelle singole realtà territoriali, al fine di rendere più incisive le verifiche periodiche. Ricordiamo infatti, a questo proposito, che significati sono stati i progressi raggiunti nella Provincia di Catania soprattutto in ordine all’intervento fatto su tutto il territorio grazie al Piano triennale della Legge 285/97 per cui Provincia e Unicef hanno lavorato alacremente insieme coinvolgendo docenti e discenti dei 58 comuni. Piena soddisfazione ha mostrato anche il presidente della Provincia Nello Musumeci che ha manifestato sempre grande attenzione, sollecitazione, partecipata adesione e sistematica richiesta di informazione sullo stato di attuazione dei diversi progetti. Cettina Cambareri Diritti dell’ infanzia: alla conferenza di New York l’Unicef ha dato voce ai ragazzi. Anche l’Ente di Palazzo Minoriti interressato ai progetti 29 Come una farfalla dentro lo scafandro Nel corso di un seminaro promosso dalla Provincia, la platea ha ascoltato la voce di un disabile che non ha mai parlato sperienze di vita e professionali a confronto, nel corso dell’affollato convegno “Oltre l’handicap fisico” promosso dall’assessorato alle Politiche sociali della Provincia, che ha visto intervenire nell’auditorium della scuola “Angelo Musco” di Librino, i maggiori rappresentanti della complessa realtà della disabilità. Ospite d’onore del pomeriggio di studi, moderato dall’assessore provinciale Linka Zangara, il prefetto Alberto Di Pace, che ha esortato l’ingresso di una nuova stagione di cooperazione e solidarietà, che veda impegnati nello smantellamento delle barriere – architettoniche e morali – non solo gli organismi di governo nazionale, ma tutta la società civile, dagli enti locali alle preziose organizzazioni collettive fino alla cittadinanza. Dopo aver letto alla platea, nella quale hanno preso posto molti disabili, un passo di una poesia di Angelo Signorello, un giovane colpito da una grave forma di handicap che gli lascia come unica finestra di comunicazione aperta al mondo il movimento oculare, il prefetto Di Pace ha ricordato il ruolo che il proprio ufficio è pronto a svolgere in sostegno di concrete iniziative a favore delle fasce deboli. Al seminario hanno preso parte inoltre Francesco Lo Trovato, presidente del consorzio siciliano di riabilitazione, e esponenti del terzo E settore quali Roberto Di Simone (presidente associazione Aldebaran), Martino Florio (presidente Life Onlus), Salvo Mirabella (segretario Giampi). A emergere con prepotenza è stata la necessità di superare il gap che i disabili ("disabili due volte, prima perché sulla sedie a rotelle, poi perché siciliani", come qualcuno ha detto con amarezza) accusano nei confronti del mondo cosiddetto normale. Prima le difficoltà di scelta di una facoltà universitaria – e infatti molti rinunciano alla laurea – praticabile per chi non ha l’uso delle gambe; poi il difficile inserimento nel mondo del lavoro; infine la quotidiana lotta contro il pregiudizio. Le leggi ci sono, hanno ammesso i relatori: e in primis va citata la fondamentale 68 del ’99. Che però spesso resta lettera morta. Contro il “silenzio assordante” del mondo istituzionale, ecco la diretta chiamata in causa da parte dell’assessore Zangara, per elaborare con i rappresentanti delle associazioni su una piattaforma condivisa di piani e strategie. In vista anche di un opuscolo che indichi, per ciascuna problematica fisica o mentale, tutti gli organismi di assistenza operanti sul territorio provinciale. G. S.