V O L O N TA R I ATO
Spedizione in A.P. Art.2 comma 20/C Legge 662/96 DC/DCI/5/5/2000 Aut. N. 0057/PZ
CSVBasilicata Centro Servizi Volontariato di Basilicata Via Scafarelli, 34 POTENZA Tel. e Fax 0971 273152 C.F. 96038250765
Pagina 4
La Legge Regionale
3/2005
“Promozione della
Cittadinanza Solidale”
Pagina 6
A proposito di
integrazione
multiculturale
Pagina 9
Azioni per un
sistema integrato
di interventi
e servizi sociali
Pagina 10
L’attività dei Centri
di Servizio
al Volontariato
nel 2003
Volontariato e sport
Pagina 13
Emergenza bambini
in Asia
pag. 3
2005:
ANNO EUROPEO DELLA
CITTADINANZA ATTRAVERSO L ' EDUCAZIONE
Volontar iato 2000 Basili cata
2
"Imparare e vivere la democrazia"
2005: ANNO EUROPEO DELLA CITTADINANZA
ATTRAVERSO L'EDUCAZIONE
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha proclamato il
2005 Anno europeo della Cittadi nanza att raverso l 'Educazi one.
L' iniziat iva è stata l anci ata dal
Consiglio d'Europa con la conferenza "Imparare e vivere la democrazia", tenutasi a Sofia, Bulgaria,
il 13 e 14 dicembre 2004. La conferenza ha riunito oltre 150 parteci panti , tra cui professionisti ed
esperti nelle politiche educative,
oltre a rappresentanti di ONG e di
altre istituzioni europee ed internazionali.
Obiett ivo primario della conferenza è stato portare l'attenzione
su quanto sia fondamentale l'istruzione sia formale che informale,
nel corso di tutta la vit a, per lo
sviluppo della cittadinanza attiva,
per la qualità della partecipazione
in una società democratica e per
la promozi one di una cul t ura
democratica.
Questa iniziativa giunge in risposta a un progressivo distacco dei
cittadini, delle giovani generazioni in particolare, dalle tradizionali
forme di organizzazione della vita
poli t ic a e di ra ppresent anz a
de mocrat ica. P ertant o, i l 2005
sarà l'anno dedicato a "learning
and l ivi ng democracy", a promuovere cioè la partecipazione,
soprattutto dei giovani, all a vita
pubblica della propria città.
Se l'educazione è un investimento
per il futuro, l'educazione alla cittadinanza è un investimento per il
futuro democratico d'Europa: la
de mocra zia non è un concet to
astra tt o, esi ge inve st ime nt o e
azi oni responsabili dei cittadini
nel quotidiano.
In un'e poca dove i giovani disertano gli uffici elettorali e la vita
pubbl ica e poli tica, è urg e n t e
porsi la questione dell'educazione alla cittadi nanza democratica, un investimento a lungo termine per l a promoz ione dei
diritti umani, della tolleranza e
del pluralismo culturale.
La conferenza lancio di dicembre ha segnato l 'i nizi o di un
pia no d' azi one c he punt a a
responsabilizzare sia i decisori a
li vel lo mini st eri ale che i c api
degli istituti e i presidi delle università, gli insegnanti, i formatori,
i responsabili dei progetti educativi e le ONG e alla sensibilizzazione e allo sviluppo di iniziative e
partenariati. L'"Anno" sarà segnato da numerose attività e avvenimenti nei diversi stat i europei e
offrirà inoltre delle opportunità di
scambio relative a pratiche innovatrici tra professionisti, e occasioni di sensi bili zzazi one per il
gra nde pubbli co a lle questioni
della cittadinanza democratica
L'organizzazione sarà decentrata e
il Consiglio d'Europa supporterà
le attività di ogni stato membro:
fornirà il materiale per la formazione alla cittadinanza democratica e metterà a disposizione un sito
web (h t t p : / / w w w. c o e . i n t / e d c) .
Ogni pae se potrà svi luppare i l
programma dell'Anno autonomamente i n base a i suoi specifi ci
interessi e bisogni, decidendo il
suo t a rget di ri fer ime nto e l e
modal it à di svol gimento del la
propria campagna di informazione.
I singoli stati dell'Unione Europea
dovranno la vorare at torno al la
Raccomandazione del 2002 dei
dodici stati membri che, puntando
sull'educazione per la cittadinanza
democrat ic a e l 'educa zi one a i
di ri tti Umani, fi ssa linee guida,
metodi e obiettivi delle riforme e
delle politiche che gli stati devono adottare allo scopo di formare
dei cit tadini capaci di sostenere
già da domani il progetto democratico, individuando quali valori
e competenze occorrono per divenire cit tadini partecipi, come si
possono acquisire queste competenze e come possono essere insegnate ad altre persone.
Il Consigli o d'Europa si è posto
tre mete da raggiungere nei prossimi mesi. Innanzi tutto aumentare la consapevolezza che l'educazione può contribuire allo sviluppo di una cittadinanza democratica, in grado di promuove re la
coesione sociale, il rispetto per la
di versi tà e i di ri tt i umani . Il
secondo obi ett ivo c onsiste nel
rafforzare la capacità degli Stati
membri di fare dell'EDC (educazione alla cittadinanza democratica) una pri orit à dei programmi
educativi e sostenere la riforma
del si st ema scol ast ic o a ogni
livello. Il terzo è fornire gli strumenti concreti per favorire questi
risultati. A tale scopo è stato preparato un "ECD Pack" che contiene indicazioni e documenti per gli
specialisti e gli operatori del settore, a cui soprattutto si rivolgono
le attività di questo "Anno europeo".
An no 4 - n . 22
3
Attività motoria e inclusione sociale
I modell i cult urali tradizionali
suggeriscono un'idea dello sport
come prat ica sost anzial me nt e
legata alla prestazione agonistica
e, a patto che quest'ultima sia in
grado di esprimere un sano confront o con se st essi e con gli
altri, attraverso
la condivisione
di un siste ma
di
re gole
comuni, ci troviamo di fronte ad una rappresentazione
del tutto rispett abi le , se è
vero, come si è
voluto sott olineare in occasione de ll ' appe na tra scorso
"anno europeo dell 'educazione
attraverso lo sport", che "educare al rispetto delle regole significa educare alla vita, che educare
al gioco di squadra significa educare alla convivenza, che educare a misurasi con gli obblighi di
lealtà verso l'avversario significa
educare al vivere civile". Pare al
contempo evidente, tuttavia, che
tale paradigma reca il rischio di
una forte carica selettiva, escludendo soprattutto quelle categorie che tradizionalmente vengono relegate al di fuori dei canoni
della prestazione e della performance. Emerge dunque la necessità di affermare una dimensione
dell'attività motoria che, indipendentement e dai risul tati , punti
pi utt osto a ri l anci ar e nuove
forme di protagonismo a partire
dalle motivazioni e dai bisogni
espressi dal le persone, nessuno
escluso. Lo "sport per tutti", che
si pone l'obiettivo di estendere il
diritto allo sport a tutti i cittadini,
fa riferimento ad una nuova qualità della vita che non si esaurisce nel recupero o nel mantenimento di uno stato di benessere
esclusivamente fisico, ma implica altresì armonia ed equilibrio
con l 'a mbi ent e c ir costante,
configurandosi qua le
preziosa
"ri sorsa di
relazione ed
interazione
sociale".
Quale fonte
di e quil i brio psi cofisic o, e in qua nt o st rume nt o
rispondente ad esigenze di ordine socio-culturale, come il bisogno di esprimersi, di valorizzare
le proprie differenze, di inserirsi
ed i nte grar si nel l a comuni tà
social e, di educazione permanente che accompagni la crescita
psichica e affettiva degli individui in ogni stadio della vita, possiamo dunque definire lo "sport
per t utti" come l'espressione di
un nuovo "diritt o di cittadinanza". La sfera di potenziali bisogni che tale diritto evoca, talvolta emer si , ma ancor a t roppo
spesso latenti, rimanda t uttavia
ad una situazione di fatto ancora
parzialmente carente soprattutto
sotto il profilo della pari opportunità. Il fenomeno si accentua
in relazione a quei sogget ti più
spesso esposti al rischio di vecchie e nuove marginalità: parliamo in particolare delle persone
anz iane, dei minori a rischi o,
dell e minoranze e dei disabili,
che, in quest'ottica, diventano a
t ut ti gli effet ti portatori di un
diritto che non va soltanto tutelato, ma anche promosso, attraverso azioni sinergiche che vedano
il coinvolgimento di istituzioni,
e nt i local i e associazi onismo.
Da questo punto di vi sta un'att enta e mirata programmazione
delle politiche sociali e formative, deve garantire che al diritto
di cittadinanza corrisponda l'adeguato sostegno legislat ivo (i n
verità si registra in quest'ambito
un vero e proprio vuoto normativo), nonché finanziario, a favore
di quel le a ssoc ia zi oni che
profondono impegno e sforzi in
tale direzione, in nome dell'affermazione della cultura dei diritti,
della partecipazione e della solidarietà.
La pratica sportiva in quanto veicolo di promozione ed inclusione sociale, ben si presta a divenire terreno privilegi ato di sperimentazione del lavoro di rete, e,
i n vi rtù di tal e val utazi one, e
r ece pendo di verse esige nze
emerse a riguardo sul territorio,
il Centro di Servizio al Volontariato di Basi licata intende promuovere un'inizi at iva sul tema
"Attività motoria e inclusione
sociale", che si svolgerà a Matera il giorno 25 febbraio 2005.
Considerata la peculiarità dell'argomento, si è ritenuto di dover
a rt ic ola re l ' event o in due
momenti distinti, l'uno di natura
dimostrativa, l 'altro a caratt ere
più prettamente teorico-espositivo. In parti col are i n mattinata
sono previsti tre laboratori, relativi ad altrettanti target specifici,
( o rganizza ti in collaborazione
segue a pag. 6
Volontar i ato 2000 Basili cata
4
SOLIDALI PER LEGGE?
Qualche giorno addietro il Consiglio
regi onal e ha a pprovat o la Legge
regionale n° 3/2005 "Promozione
della cittadinanza solidale", finalizzato a sostenere l'inclusione sociale dei
cittadini lucani "appartenenti a nuclei
esposti al rischio della marginalità
sociale ed impossibilitati a provvede re al propri o mantenimento", come
per l'appunto recita il comma 1 dell'art.1 della recentissima normativa.
Nell'affrontare il tema, in questa sede
non si intende fornire una legenda
dettagliata dei contenuti della legge,
del rest o ampi ament e ogget t o di
ampia divulgazione già prima della
avvenuta pubbl ic azi one sul BU R
dell a B asili cata del 19 gennaio, né
tanto meno entrare nell'intenso dibattito che ha appassionato maggioranza
ed opposizione in questo scorcio di
fine legislatura.
Si dà pertanto per scontato che il lettore sappi a che l a legge , i n buona
sostanza, fornirà un'int egrazione al
reddit o c ol le ga ndol a tut tavi a all a
attuazione di percorsi di inserimento.
Dunque non assist enza ma poli tica
attiva, con una chiara preoccupazione
ad evitare la dipendenza dei benefici ari da una mera cont ri buzi one
periodica, anche utilizzando un meccanismo di premialità per chi riuscirà
a migliorare la propria situazione economica.
Tutto ciò considerato in maniera sinteti ca, si provano qui a sviluppare
delle valutazioni "bonsai" su alcuni
aspetti della normativa, senza alcuna
pretesa di esaustività ma con l'intenzione di contribuire ad un confronto
propositivo non tanto sul valore della
legge quanto sul le sue modal ità di
applicazione.
I destinatari
Dovranno essere residenti in Basilicata da non meno di 24 mesi, il beneficio dell' accesso è consent ito anche
agli extracomunitari con permesso di
soggiorno. Tale piena equiparazione,
che in prima stesura non era completa, rappresenta sicuramente un modello egualitario in termini di accesso ai
diritti di base non scontato nelle politiche attuali del nostro Paese. Rispetto
al numero potenziale di destinatari si
è fatta la stima di una platea di circa
9700 fami gl ie . Non e sse ndo al
momento ancora stata indivi duata,
attraverso la legge regionale di bilancio, la posta finanziaria per la copertura della legge, non è possibile fare
un valutazione realistica sulla portata
concreta dell'intervento.
Gli interventi di inserimento
All'art. 5 si prevedono diverse misure
finalizzate al l'integrazione sociale,
scolastica, formativa ed occupazionale, garantibili al richiedente o ad altri
componenti del suo nucleo familiare.
Taluni dei servizi previsti sono però
di per sé in affanno sul territorio (si
pensi ad esempio alla vicenda dell'assist enza domi cil i are c he la menta
carenza di fondi in diversi ambiti dei
Piani Sociali di Zona) o sono palesemente insussistenti (avete mai sentito
parlare di azioni di microcredito?). La
previsione di un sist ema che ponga
intorno al beneficiario una serie organi ca di servizi all a persona diventa
quindi una scommessa: o si realizza
davvero un complesso organizzato di
interventi oppure il sostegno di "cittadinanza solidale" diventerà prevalentement e finanziari o, rivelando una
natura meramente assistenziale a tutto
discapito della connotazione di misu-
ra di politica attiva.
Il ruolo dei Piani Sociali di Zona
L'at tuazione del programma punt a
sulla funzionalità dei Piani Sociali di
Zona e sul ruolo che dovranno svolgere nell'attuazione degli stessi i singoli comuni ed i comuni capofil a.
Significativo il compito, assegnato a
questi ultimi, della stipula di Accordi
di Programma con le amministrazioni
provinciali ed i sistemi sanitari e scolastico. Vuoi vedere che le politiche
sociali si integrano con le politiche
del lavoro e dell'istruzione? Sarebbe
un mi racolo, confessiamolo francamente, considerando che le singol e
politiche non hanno dimostrato né di
godere di ott ima salut e e né, tanto
meno, di saper dialogare. Ma se l a
legge sulla promozione della cittadinanza solidale può essere uno stimolo
in questa direzione ben venga, tuttavia non si può fare a meno di considerare che un' attivit à di converg e n z a
delle diverse politiche necessita di un
coordinamento autorevole: chi svolgerà questo ruolo?
Ed una seconda domanda maligna: i
servizi sociali comunali riusciranno a
far fronte alle incombenze assegnate
loro dal la legge? In caso di inerzi a
risulta alquanto improbabile che funzionino i procedimenti amministrativi
sostitutivi previsti dalla legge.
L ' Osser vat orio R egion ale del l e
Politiche Sociali
Si arricchisce la platea di organismi a
valenza sociale. Avrà il compit o di
verificare e valut are il programma
speri me nt al e previsto dal la l egge
(della durata di anni due) e sarà istituito con decreto del presidente della
Giunta regionale previa consultazione
An no 4 - n . 22
con rappresentanti degli enti locali,
del si ndacat o e delle associazioni di
volont aria to. Dunque assoc iazi oni
preparatevi: sarete consultate.
verifica degli stessi e la durata. E' evident e che t al i est remi potre bbe ro
esaurirsi in una mezza cartella o dar
luogo ad una convenzione di 18 pagine e 6 allegati. Ma, al di là della lunI Com it ati L oc al i di Garan zi a ghezza, potrebbe esservi il rischio di
Sociale
ingenerare pratiche pattizie differenti
"Composti da rappresentanti dell'am - sul territorio e corrispondenti a diverministrazione comunale e delle asso - sità di trattamento in termini di impeciazioni sociali e produttive, dell'as - gni e di attività. Dunque, onde sconsociazionismo e del volontariato" (art. gi ura re spe requa zi oni det t at e da
6) avrebbero la finalità di partecipare diversa operatività, sarebbe opportuno
a ll a sel ez i one del le domande di che i comuni ricevessero delle dritte
ammissibilità e di sostenere l'avvio e sulla redazione e gestione di tale strula realizzazione degli interventi nelle mento.
modalità previste dall'art. 7. Diverse
perplessità in merito: l'istruttoria delle I garanti dei contratti
domande la fa il Comune e il Comita- Chi informa il destinatario della pubto ratifica o la fa il Comitato? Taluni blicazione del bando per l'accesso al
compiti affidati sembrano eccedere la programma, chi lo aiuterà nella redareale possibilità operativa dell'organo zione della domanda, chi lo sosterrà
(attività di orientamento e accompa- nella cura degli adempimenti previsti
gnamento, ad esempio) e non si diffe- dal contratto di inserimento? Ovvio, il
renziano nettament e dall e funzioni ga rant e del cont ra tt o. Chi è ? Le
assegnate ai Garanti dei Contratti (che O NLUS , l e fonda zi oni e gli ent i
potrebbero essere i ndi viduati dagli ecclesiastici. Tutti costoro dovranno
stessi C omitati). L'attività svolta dai dimostrare di svolgere attività in setcomponenti del Comitato è resa a tito- tori di assistenza, comprovando t ale
lo gratuito, può essere sicuramente funzione in maniera documentale (e a
considerato interessante il tentativo di quest o punt o ci si augura che tale
costr ui re forme di part eci pazi one requisito valga per tutti enti ecclesiagestionale con il coinvolgimento di st ic i compresi ). Pe rché cost oro
attori sociali territoriali , che tuttavia dovrebbero prestarsi al ruolo? Si supnon sono abituati a dialogare e non è pone per propria mi ssion e non per
dett o che trovino motivazione alla denaro, dal momento che il massimapar te ci pa zi one. Il punt o pert ant o l e di rimborso che ci ascun garante
rischia di essere un vulnus organizza- può raggiungere sarà pa ri a 2500
tivo e meriterebbe di trovare indica- euro. Funzionerà? Magari potrà essere
zi oni che permet ta no di cost ruire da stimolo per la creazione di forme
metodi operativi uniformi per tutto il di volontariato di assistenza, ma da
territorio regionale.
costituirsi in fretta, almeno secondo il
dettato della legge, che prescrive ai
Il contratto di inserimento
comuni il termine di 60 giorni (ovveStrumento interessante ed innovativo ro entro il 19 marzo) per la pubblicadiventa il banco di attestazione delle z ione di avvi si per racc ogl ie re le
final ità di pol iti ca atti va , dovendo manifestazi oni di i nt eresse di enti
prevedere al suo interno un progetto interessati a ricoprire questo ruolo.
con gli interventi di inclusione (lavorativa, sociale e scolastica) previ sti Il volontariato
dalla normativa. Domanda spontanea: C 'è ampia traccia di "vol ontariato"
chi lo redige? Il Comune, con il con- ne ll a l egge : l e orga niz za zi oni di
corso del Comitato Locale di Garan- volontariato fanno parte dei Comitati
zia Sociale. Quanto ai contenuti l'art. Locali di Garanzia Sociale, possono
8 definisce che debbano essere indivi- svolgere il ruolo di Garanti dei conduati i bisogni, un progetto di inseri- t ratti di inseri mento e pa rt ecipano
mento, gli impegni e le condizioni di all'Osservatorio Regionale delle Poli-
5
tiche Sociali. Si potrebbe dire: bene,
finalmente qual cuno ha riconosci uto
l a valenza soci al e del volontariato.
Tutt avia non si può fare a meno di
notare che spesso le funzioni attribuite alle associazioni di volontariato nel
corpo della legge sono le stesse assegnate ad altri attori sociali (cooperative sociali, fondazi oni, associazioni smo culturale, enti ecclesiastici) che
ha nno scopi e f unz ional it à molt o
diversi. Bene dunque un'integrabilità
dei diversi soggetti, discutibile l'applicazione di un concetto di piena fungibilità. Desta inoltre qualche perplessità la mancata concertazione dei cont enut i del l a l egge propri o con il
volontariato, forse un confronto con
le associazioni avrebbe potuto limare
taluni contenuti normativi e definire
una forma sistematica di collaborazione con il volontariato organizzato.
Epilogo
I punti affrontati non intendono rappresentare un quadro esaustivo degli
elementi di significatività della nuova
normativa. Neppure i nt endono t rasmettere nel loro complesso un giudizio di negatività su un'iniziativa normativa che rappresenta uno dei pochi
strumenti di politica dell 'incl usione
nel l' intero qua dro panoramic o del
nostro Paese. Le considerazioni svolte
vogliono semplicemente evidenziare
taluni elementi di potenziale criticità
a ll 'i nterno di una l egge giudic ata
come un dispositivo programmatico
capace di indicare una strada per il cui
tracciato dovranno ancora predisporsi
adeguat i strumenti, alcuni dei quali
potranno essere approntati anche con
i l concor so de ll e a ssoc ia zi oni di
volontariato. Starà dunque agli amministrat ori saper raccoglie re quest o
contributo di esperienza e competenza
e al mondo del volontariato dimostrare di saper essere solidali per principio identitario piuttosto che per dispositivo normativo e dunque saper agire
un ruolo attivo nel quadro degli interventi finalizzati all'inclusione sociale.
Riceviamo e Pubblichiamo
dall’Associazione UNATERRA
6
Volontar iato 2000 Basili cata
Impariamo a vivere
con le nostre divergenze
Le statistiche ed i
ma strettame nte
dati dico no c he
"Vivere insieme", è trovare la distanza ideale connessi, dell'asisiamo sempre più
per non batterci e per non ignorarci, ammet - lo e della migrauna società comzione richiedono
tendo comunque le nostre differenze. Anche la definizione di
posta da cittadini
se non vogliamo, o non possiamo, aderire una
pro ve nie nti da
p olitic a
molti paesi, porcomune
dell'UE".
alla cultura dell'altro, il fatto di conoscerla
tatori di modi di
te ma de ll’imci permette di rispettarla.” Jean-Fred Bour - Il
viv ere e sentire
migr a zio ne è
quin ex direttore del Centro europeo della materia estremadiversi. In questi
ultimi anni abbiacultura di Ginevra e relatore generale del mente complessa,
mo as sis tito a
con ramificazioni
primo Forum interculturale di Sarajevo
significativi proeconomiche,
ce ssi m igra tor i
socia li, giu ridiche spingono migliaia d’indivi- degli Stati membri dell'UE e dei che e soprattutto culturali.
dui per lo più da paesi del conti- paesi d’origine degli immigrati, Se è vero che nella società del
nente africano, dell’est europeo parte ndo dalla consapevolezza villaggio globale termini quali
ed asiatic o a varcare i confini, che l'immigrazione è un pro- multiculturali, pluralismo, intecostretti da bisogni di sopravvi- blema delicato che crea divisio- grazione sono sempre più usuali
ve nz a, dalla coerc izione de lle ni. Per alcuni europei l’immi- ed usati, non appare chiaramenguerre o dal bisogno di aumen- gra zione è una mina ccia all'i- te, a noi operatori de l settore,
ta re un be nessere ec onomic o dentità nazionale; per altri una l’omogeneità e la condivisione
impossibile nel paese di origine, fonte di diversità culturale; per del linguaggio. Ci si chiede, per
impegna ndo così la società a gli economisti una risorsa eco- e sempio, se con l’espressione
realizzare strategie ed iniziative nomica necessaria per coprire la integrazione multiculturale s’inin grado di far fronte alle gran- mancanza di manodopera; per il
di trasformazioni connesse.
privato sociale una situazione di segue da pag. 3: “Attività motoria...”
con l'UISP - Unione Italiana Sport per Tutti) che
Uno dei grandi temi europei per disagio da assistere.
i pr ossimi ann i sa rà a ppunto In uno scenario di mobilità eco- si svolgeranno contemporaneamente dalle ore 10
que llo di definire le strategie nomica, di mercato unico euro- alle ore 12 presso le seguenti sedi:
Laboratorio GD: Ginnastica a domicilio, Casa di
più consone al fenomeno migra- peo e di costante dissoluzione
riposo "Brancaccio" - Matera
torio. A riprova dell’importanza de lle frontie re all'interno delLaboratorio PP: Primi Passi , S cuola Materna
delle questioni collegate ai flus- l'E uropa, oc corrono politiche
"P. G. Minozzi" - Matera
si migratori ba sta sc orrere le uniformi dell'UE in materia di
Laboratorio D: Diversament e Abi li, Centro
nume rose direttive sull'immi- pe rmessi di soggiorno, diritto
Educativo per disabili - Matera
grazione proveniente dai paesi degli immigrati al ricongiungi- Alle ore 16:00 del pomeriggio, presso la sala conterzi varate a livello europeo dal me nto fa miliar e e di ca na li fere nze del Palaz zo del l'Annunzi ata, i lavori
1999. Nei suoi sforzi tesi a defi- legali per l'immigrazione, tanto riprenderanno con un approfondimento relativo
nire questi atti legislativi, il Par- da suggerire ai capi di Stato e di alle tematiche affrontate nell'ambito dei laboratolamento europeo ha posto l’ac- governo dell'UE riuniti a Tam- ri, e una tavola rotonda sul tema oggetto dell'inicento sulla necessità di bilancia- pere, Finlandia, nel 1999 di sta- ziativa, con diversi interventi di rappresentanti di
re gli interessi degli immigrati, bilire che "gli aspe tti separati, istituzioni e associazioni.
An no 4 - n . 22
7
tende una omogeneità mentale,
anche se declinata in modo soggettivo e personale, o se invece
sottintende obiettivi, motivazioni
e logiche diverse.
Partendo proprio da tale dubbio
gli ope ratori della coopera tiva
“Punto & a Capo”, che gestisce
il centro Immigrati Profughi e
Rifugiati “CITTA’ DEI COLORI” d el Co mun e di Pote nz a,
hanno iniziato, in fase di rendicontazione sociale delle attività
svolte, ad interrogarsi sul significato di tali concetti, partendo da
quello d’integrazione.
I cittadini stranie ri residenti in
Italia vivono ce rtam ente una
situaz ione di disagio, derivante
da difficoltà linguistiche, culturali, climatiche, alimentari etc.,
che però non può essere considerata c ome una condizione soggettiva (derivante da peculiarità
psicologiche della persona), ma
piuttosto di contesto (derivante
dal contesto nel quale la persona
agisce). In altri termini gli stessi
soggetti in altri ambienti, quali
quelli presenti nei rispettivi paesi
d’origine, non percepirebbero il
disa gio. E ’ im por ta nte tale
distinzione in ragione della considerazione che la condizione di
disagio di un cittadino straniero
residente in Italia con opportune
azioni può essere attenuata se
non eliminata. Il disagio di un
an zia no no n a uto suff i c i e n t e
(condizione di disagio soggettivo) può essere mitigato da interventi d’assistenza e di coinvolgimento sociale; la sensazione d’inad egu ate zz a d i una ma mma
immigrata alla richiesta d’aiuto
del proprio figlio nel fare i compiti pu ò c e rta me nte e sse re
affrontata attraverso un intervento sul minore (sostegno scolastico) ed uno di più ampio sulla
ma dre ( co rso di I ta lia no p er
adulti).
Il naturale corollario del riconoscimento quale disagio prevalentemente di contesto è la puntualiz za zione della a c ce zione di
in teg ra z ione mu ltic ultur a le.
Appare pienamente condivisibile
in me rito l’ af fe rma z ione de l
prof. Vjeran Katunaric, ordinario
di soc iologia a ll'univ ersità di
Zagabria , secondo la quale “il
dialogo non consiste semplicemente nel rivolgere un saluto al
vicino, ma rientra in una prospe ttiva di più a mpio re spiro,
volta a scoprire "l'altro". ...Il dialogo è una forma di trattativa che
f avo risc e una comu nic az ione
razionale tra le culture. Non vuol
dire dominare, bensì condivider e , f a tto c he è sta to ta lvolta
dimenticato dalle nostre società
de moc ratiche. ….”. Una piena
c o ndivisio ne pr esu ppo ne il
requisito della reciprocità, inteso
come disponibilità che vincola le
p arti, n ello ste sso temp o, sia
a ll'apertura sia all'acce ttazione,
r equisito che è appunto l’elem ento valor ia le che dovr ebbe
caratterizzare il percorso dell’inclusione.
Perché si possa facilitare il dialogo e, quindi, creare reciprocità è
indispensabile creare una serie di
"luoghi" spec iali di soc ializzazione.
Possono, quindi, gli odori di spezie abituali e non noti, i sapori di
piatti fa miliari e quelli sc onosc iu ti, i ling uaggi diver si de l
c o rpo al s uon o de lla music a
unire i popoli? Da quanto assistito a CITTA’ DEI COLORI la
sera dell’epifania, nella manifestazione “cous cous, cutturiedd’
… e non solo”, sembra proprio
di sì.
Città dei Colori
--AVVISO-S i invitano le Associazioni e i lettori a collaborare alla redazione del nostro periodico
inviando articoli anche corredati di foto o grafici,
unitamente al nominativo dell'autore e dell'associazione o Ente di appartenenza.
Tutto il materiale dovrà essere fatto pervenire,
preferibilmente su floppy o via E-mail (formato Word per i testi, JPG per le foto)
alla nostra Redazione entro il giorno 15 di ogni mese.
Gli scritti, anche se non pubblicati, non verranno restituiti.
La Redazione fa presente che nella scelta degli articoli da pubblicare
sarà data precedenza a quelli di più stretta attualità o a quelli che possano rappresentare
elemento di discussione e/o di dibattito all'interno del mondo del Volontariato.
Onde evitare tagli tecnicamente necessari, si raccomanda comunque di contenere la dimensione degli scritti.
Volontar i ato 2000 Basili cata
8
Il valore della testimonianza
Caro Presidente,
da quattro anni il CSV Basilicata promuove, presso tutti gli Istituti di istruzione seconda ria di II° grado del territorio regionale, il progetto “A scuola di solidarietà: lo sportello
scuola-volontariato”, allo scopo di avvicinare i giovani al mondo della solidarietà e alla
cultura della cittadinanza attiva e incoraggiarli a fare esperienze di volontariato e di vita
associativa.
Ogni anno, nella fase di avvio del progetto collaboratori del CSV ed esperti del settore
incontrano gruppi di studenti delle scuole aderenti al fine di confrontarsi sui significati e
sulle motivazioni del “fare volontariato”.
Tuttavia, in questa fase è fondamentale anche il contributo delle organizzazioni di volonta riato e dei volontari aderenti che con le loro testimonianze aiutano i giovani studenti a
comprendere il senso di tali realtà e l’impegno necessario per mantenerle sempre vive ed
efficienti.
Offrire la vostra disponibilità ad arricchire il progetto, con l’esperienza concreta dell’im pegno di solidarietà di cui sono protagoniste le vostre organizzazioni, rappresenta anche
un’ottima occasione per promuovere la vostra realtà associativa e la sua missione sociale.
Da non sottovalutare, inoltre, l’importanza, per chi si avvicina al mondo del volontariato,
di poterne conoscere le sue molteplici espressioni per meglio orientarsi tra le opportunità
di impegno offerte dal volontariato presente nel proprio contesto territoriale. Allo scopo
possono essere utili eventuali materiali informativi delle associazioni (manifesti, brochure,
opuscoli, volantini, etc.) da cui poter evincere la missione sociale e le iniziative svolte.
Presso ogni sportello le attività si avviano tra dicembre e gennaio, proseguendo fino a
metà maggio. Le testimonianze dei volontari sono previste in genere nei primi quattro
incontri organizzati da ciascuno sportello nella fase di avvio, ma non si esclude la possibi lità di effettuarne ancora fino alla metà di aprile.
Infatti, dopo il primo approccio teorico, il progetto prosegue con una fase di laboratorio
durante la quale i ragazzi progettano e realizzano un’azione concreta di volontariato,
auspicando nella collaborazione delle Associazioni del territorio attive nell’ambito da loro
prescelto.
“Lo sportello”, così definito per individuare sia uno “spazio” fisico che un luogo ideale
d’incontro tra scuola e volontariato, rappresenta anche l’occasione per approfondire temi
sociali di grande attualità: le nuove povertà, l’uguaglianza sociale, la pace, i diritti fonda mentali, la tutela dell’ambiente, il soccorso durante calamità naturali etc..
Tematiche sulle quali la voce delle associazioni è vitale e insostituibile.
Non resta che accingerci a collaborare.
Contattateci!!
An no 4 - n . 22
9
Commento e riflessioni sul convegno:
“Servizi sociali innovativi/Partecipazione attiva
Reti locali/Buone pratiche
Il Ruolo della Cooperazione Sociale”
di Giuseppe Daraio
La tavola rotonda svoltasi a Grassano il 02 Dicembre scorso promossa dalla cooperativa sociale "La
M i m o s a", che ha a ffront at o l e
te ma ti che r iguar da nti la Legge
328/2000 e le sue implicazioni sul
territorio , ha suscitato un notevole
interesse.
All'iniziativa hanno partecipato in
modo a tt ivo ra ppresent ant i de l
mondo dell'associazionismo e del
volontariato, cooperative sociali del
te rri tor io ri ca dent e ne l P. S . Z .
Basento/Bradano, nonché operatori
sociali e sanitari, cittadini interessati ad approfondi re l e te ma ti che
riguardanti il sistema integrato dei
servizi socio-assistenziali.
La rel azione introdutt iva è stat a
tenuta da Massimiliano C elibert i
operatore sociale territoriale della
domiciliarità, il quale ci ha illustrato l 'esperi enza dell a coopera tiva
"La Mimosa" nel la costruzione di
reti locali nell'ambito territoriale di
riferimento, finalizzato alla concreta att uazi one dei cont enuti del la
Legge 328/2000. In quest'o ttica ha
lanciato l'idea di avviare un tavolo
di concertazione territoriale ove
tutti gli attori, nel rispetto dei ruoli,
contribuiscono all a reali zzazione
delle politiche sociali territoriali.
La dott.ssa Antonazzo (assistente
soci ale nei comuni di Salandra e
Grottole), con estrema franchezza
ha evi denziato al cune crit icità in
merito all'avvio dei P.S.Z. Innanzitutto vi è stato un a grossa difficoltà
organizzativa scaturi ta proprio da
questo nuovo modo di approccio ai
servizi: gestione comprensoria le
intercomunale, servizi programmati
per aree tematiche, coinvolgimento
attivo del terzo settore. Tutto ciò ha
determinato la non semplice gestio-
ne delle relazioni tra i vari soggetti
a vario titol o interessati: amministra tori , funzi onari , t ecni ci de i
diversi comuni, il mondo dell'associazionismo e del volontariato, il
privato sociale, insomma connettere i nodi della rete non è semplice
ancor più difficile fare sistema.
E di sistema integrato ha parlato il
dott . De nisi r esponsabi le de l
Distretto Sanitario di Tricarico che
ha funzioni di coordinament o per
gli otto comuni ricadenti nel P.S.Z.
Basento/ Bradano. Ha illustrato il
P.A.T. ( programmazione assistenza
territoriale), strumento operat ivo
per risposte integrate socio-sanitarie.
Dalla discussione scaturita a cui
hanno dato un contributo significativo Giuseppe Salluce della Legacoop. Basili cata e Tina Paggi del
C . S . V. Basil ica ta, è emerso una
forte ed unanime volontà alla partecipazione attiva nella progettazione/programmazione dei servizi, lo
strument o indicato è quel lo della
costruzione di tavoli di concertazione/c o-proge tt azi one ter rit orial e
auspi cat o propri o dal l a l egge
328/2000.
Le conclusioni della tavola rotonda
sono state fat te dall'assessore alle
politiche sociali della provincia di
Mat era R osa R ivelli, la qual e ha
illustrato le linee guida in materia a
cui sta lavorando così come previsto dalla legge quadro nazionale e
dall a legge regional e 25/ 97 che
att ribuisce all 'ente P rovinci a un
ruolo di coordinamento intercomunale.
Tra gli obbiettivi prefissati vi sono
la costituzione di consulte permanenti di sti nt e per aree tematiche
(i nfanzia, handicap, tossicodi pen-
denti) così come è già stata avviata
la consulta sugli anziani che vede la
part eci pa zione di va ri sogget ti :
comuni, A.S.L. terzo settore, sindacati.
La le gge quadro di ri ordi no del
sistema integrato dei servizi sociali
"328/2000", ha introdotto una radicale trasformazione del rapporto tra
isti tuzioni pubbl iche, cit tadini e
soggetti sociali , con il riconoscimento e l'attribuzione di pubbliche
responsabilità.
Istituzioni e cit tadini qui ndi sono
chiamati a costruire con la massima
responsabilità il nuovo stato sociale
ovvero una comunità basata sull'uguaglianza dei diritti e sulla libertà,
concetti quest' ulti mi indissol ubili
pena il fallimento di entrambi.
La L.328/ 00, va int esa come una
sfida tesa all 'all arga mento dell o
st ato sociale, all 'affermazione di
dirit ti social i pur in presenza di
scarsità di risorse; ciò può essere
possibile in un solo modo: la condivisione delle pubbliche responsabili tà da parte dei citt adini e delle
loro formazioni sociali.
I suoi contenuti possono rappresentare nella comunità locale di Basilicata un'occasione di sviluppo sociale e culturale, è nostro compito raccogli ere la sfida partecipando alla
realizzazione di un reale sistema
int egrat o di inte rve nt i e servi zi
sociali.
Tutt o ciò met t e in e vi denz a un
nuovo modo di essere del singolo
cittadino, della famiglia, dei gruppi
sociali, delle istituzioni, che richiede responsabi lità, disponibilit à, e
volontà a mettersi in gioco.
In altre parole, la riscoperta della
politica nel senso più nobile del termine.
Volontar i ato 2000 Basili cata
10
Una storia di reti
Presentato il Rapporto CSV.net sull’attività dei CSV in Italia nel 2003
Roma, 14 gennaio 2005
Sintesi e intervento di Marco Granelli
presidente CSV.net
Alle soglie del 2005 si sta per concludere una tappa importante del volontariato
in Italia: con la prossima istituzione dei
cinque CSV della Campania in tutte le
Regioni italiane (tranne la prov. di Bolzano) saranno presenti i Centri di servizi o per il Volontariat o. Con questi 77
CSV si conclude un processo lungo e
travagliato, voluto dalla legge sul volontariato n. 266 dell'agosto del 1991, iniziato a fatica nel 1994-95, dopo le sentenze favorevoli della Corte Costituzionale. Un successo del volontariato italiano che riesce ad avere a disposizione in tutt'Italia questi strumenti per
meglio sostenere il proprio sviluppo.
Si è trattato di una storia di reti. Le reti
del volontariato italiano che hanno costituito gli enti "associazioni di associazioni" prevalentemente di volontariato che
gestiscono i CSV. Si tratta di 4.565 organizzazioni di volontariato socie dei
CSV, su un totale di 4.967 soci pari al
91,4%. Considerando che 500 di queste
organizzazioni sono coordinamenti, possiamo affermare che circa il 20% - 25%
del volontariato italiano partecipa a
definire l'indirizzo dei CSV e a governarli.
Si tratta di una storia di un'altra rete,
quella dei punti di servizio costituiti in
questi anni sul territorio. Oggi infatti i
CSV attraverso l 'att ivazione di sedi,
delegazioni e sportelli mettono a disposizione 334 punti di servizio, quasi 4 in
media per ogni provincia. Una rete di
accessi e servizi, ma anche un sistema
di luoghi dove il volontariato fa esperienza di rete, incontrandosi, confrontandosi, usufruendo e parteci pando ai
servizi per il proprio sviluppo. E' questa
una grande opport unità per una del le
linee di sviluppo strategico del volontariato italiano: le forme di rete, coordinament o, rappr ese nt anza, per megl io
interpretare il proprio ruolo di soggetto sociale che interpreta e vive la sussidiarietà e l a respons abi lità sociale
della solidarietà.
e delle azioni messe a disposizione del
volontariato e nel confronto con l'anno
precedente si individuano alcune significative novità:
- il raddoppio degli interventi di proDal rapporto emergono alcune confer - mozi one del volontari ato (da 889 a
me, alcune novità significative e alcuni 1.907) con un investimento economico
obiettivi strategici di CSV.net, il coordi - triplicato (da 850mila euro a 2,4 milioni
namento dei CSV italiani.
di euro); più di 500 iniziative di raccordo scuola-volontariato; il 64% delle
Le conferme
iniziative realizzate in partnership con
Con le 98.000 (+ 4.000 del 2002) presta- reti di volontariato per rispettare e prozioni di servizi offerte a 38.000 (+ 4.000 muovere il contenuto e la pluralità del
del 2002) soggetti si conferma un siste- volontariato, e valori zzandone la ricma di servizi per sostenere e qualificare chezza delle esperienze;
il volontariato. Un sistema finalizzato al - quasi 1.400 iniziative di volontariato,
volontariato ed apprezzato. Infatti le pre- sp ess o in novativo e di rete (58%),
stazioni ri vol te all e organizzazioni di sostenute anche economicamente con
volontariato e ai singoli volontari che vi un investimento triplicato (da 3,7 a
accedono costituiscono l'87% del totale, 10,3 milioni di euro), attraverso forme
e ogni associazione si rivolge in media 3 se mpre pi ù pubbli che e t ras parent i
- 3,5 volte all'anno, segno di un apprez- (bandi), spesso gestiti in collaborazione
zamento.
con i Comitati di Gestione e altri interloLa conferma anche di un sistema di ser- cutori dei CSV;
vizi che diviene ormai importante con- - un aumento del 132% in 2 anni delle
suetudine:
iniziative di comunicazione del volon- la formazione con le 1.851 iniziative tariato passando da 4.000 del 2001 a
per 29.000 ore a cui hanno partecipato 10.000 del 2003; un processo per aiuta48.157 volontari;
re il volontariato ad essere conosciuto
- il sostegno logistico, attraverso circa dalla gente e a diffondere la cultura
39.000 prestazioni semplici, concrete, di della solidarietà nell'opinione pubblibase per quasi 10.000 org a n i z z a z i o n i ca attraverso la pubblicizzazione e narra(utilizzo del computer, fornitura di pro- zione di esperienze e iniziative;
grammi informatici, prestito di attrezza- - un aumento delle consulenze per la
ture, strumenti e materiali, prestazioni di realizzazione di processi formativi, per
copis teria, utili zzo di spazi e sale per accedere ai bandi e ai contributi pubattività, recapito e sede delle associazio- blici e privati, per il Servizio civile e il
ni);
Ser vi zi o Vol ontari o E uro p e o; una
- le informazioni e consulenze di sportel- minore incidenza (da 52 a 41%) delle
lo attraverso 53.000 prestazioni a favore consulenze amministrativo - giuridiche di più di 30.000 organizzazioni (legale - fiscali, testimoniando la ricerca di forniamministrativo - fiscale, processi forma- re non solo servizi per gli adempimenti,
tivi , proget ti per bandi e cont ri but i, ma anche opportunità per meglio cogliecomunicazione, fund-rais ing, servizio re le occasioni per rispondere ai bisogni
civile, ….).
del volontariato.
Le novità significative
Nell'analisi particolareggiata dei servizi
Obiettivi del sistema dei CSV
Dal rapporto e dal lavoro di CSV. n e t
An n o 4 - n. 22
emergono alcuni obiettivi dei CSV per i
prossimi anni, le sfide per rafforzare un
sistema a disposizione del volontariato.
Nei CSV si impegnano molte persone,
con tempo, competenze, scelte. Ci sono
i rappresentanti del volontariato che
sono i 69 presidenti, gli 87 vice, i 672
consiglieri, che oltre all'attività di volontariato press o le proprie ass ociazi oni
fanno volontariato nei CSV, governandoli e indirizzandoli per rispondere ai bisogni del volontariato e ai suoi obiettivi di
svi luppo. In tutto quasi 900 pers one
per 78.700 ore equivalenti a quas i
10.000 giornate di lavoro.
Ma nei CSV ci sono più di 500 persone
che vi l avorano in di vers e form e e
tempi, pari complessi vamente a circa
300 pers one a tempo pieno, soprattutto
gi ovani (72% con età inferi ore ai 40
anni) e competenze significative (57%
laureato).
CSV.net sta investendo con iniziative
formative in ques te ri sorse umane e
sta s tudiando modelli organizzativi e
di governance per meglio coordinare,
v a l o r i z z a re ed i ntegrare le scelte di
indirizzo dei volontari rappresentanti
delle associazioni con le risorse di professionalità degli operatori professionali. Una scomm ess a per il futuro dei
CSV: efficaci e saldamente governati dal
volontariato per garantirne un autonomo
e significativo sviluppo.
I CSV hanno scelto di investire in trasparenza. Cresce nel 2003 il numero di
CSV che si è dotato di regolamento di
accesso ai servizi e/o di carta dei servizi: 36 CSV pari a circa il 60%, erano
sol o il 37% nel 2002. Un percorso da
incentivare e sostenere per garantire trasparenza e favorire un migliore utilizzo.
I CSV hanno anche scelto di dotarsi di
strumenti nuovi e scientifici per rendicontare la propria attività con indicatori
adeguati all e t ipologie di s ervizi e ai
bis ogni del vol ontariato, per riflettere
sull'identità e sul raggiungimento degli
obie tti vi , per mi gl iorare l e rel azioni
interne e es terne. Infatti nel 2003 sono
stati pubblicati i bilanci sociali di 13
CSV, che diverranno 22 nel 2004. Una
scelta impegnativa, ma utile per investire
nel futuro. CSV.net ha realizzato con la
11
collaborazione di Seneca e CGM u n a
indagine approfondita su questi bilanci sociali ed elaborato delle linee guida
utili per tutti i CSV e proposte alle Fondazioni e alla Consulta dei Comitati di
Gestione, come modalità di interlocuzione e rendicontazione innovativa.
La scelta di fondo dei CSV che già si
intravede da questi dati è quella di essere
sempre più soggetti che non si caratterizzano solo per un insieme di tipologie di
servizi. Ma soggetti che vogliono utilizzare e mettere a disposizione dei servizi come "una cassetta per gli attrezzi"
per costruire con il volontariato risposte complesse, articolate, di processo
per rispondere ai bisogni fondamentali
del volontariato. Costruire progetti obiettivo che permettano al volontariato
di essere sempre più soggetto strategico
della società moderna. Ne possiamo individuare almeno tre:
1. il bisogno di aumentare il numero
dei volontari per meglio raggiungere i
pr opri obi ett i vi , m a soprat tut to pe r
diffondere la cultura dell'essere volontario;
2. la ricerca di maggiori e più diversificate risors e economiche a c c e d e n d o
alle risorse pubbliche e a quelle private
del sistema dei donatori;
3. l e com pl ementa ri nec ess ità per il
volontariato di partecipare alle s celte
delle politiche sociali, ambientali, culturali della nos tra s ocietà ai vari l ivelli
secondo i principi costituzionali di solidarietà e suss idi ari età, e nello stes so
tempo p ro m u o v e re e raff o rz a re re t i
locali e nazionali che facilitino questo
ruolo, fort emente ri conosci ut o dall a
Carta dei Valori del Volontariato promossa da Fivol nel 2001 nella quale CSV.net
si riconosce.
Per quest e ragioni e fat ti rit eniam o
necessario che il sistema dei CSV vada
migliorato investendo in qualità, efficacia/efficienza e rigore dei processi, formazione delle risorse umane, partecipazione diretta del volontariato con
forme sempre più adeguate di governance.
Ma anche un sistema che sia confermato
e rafforzat o, anzi tu telato ri sp etto
anche alle scelte di chi concretamente
e soprattutto a partire dal 2005 intende dimezzarne le risorse. Infatti il 72%
delle fondazioni di ori gine bancaria, i
soggetti finanziatori per legge dei CSV,
hanno scelto, nonostante la sospensiva
del Consiglio di Stato e le conseguenti
indicazioni del Ministero dell'Economia,
di modificare le modalità di calcolo della
quota da destinare ai CSV, dimezzandone di fatto le risorse. Complessivamente
in Italia si passerà così ad utilizzare a
partire dal 2005 i 56 m ili oni di euro
annui rispetto ai 78 dell'anno precedente.
La differenza rimane congelata nelle
fondazioni in attesa del giudizio definitivo del TAR: così sono fermi circa 122
milioni di euro.
Questo problema si aggiunge al rallentamento di fatto realizzato in questi anni
nell'erogazione delle risorse dalle fondazioni ai CSV.
Infatti rispetto ai 462 milioni di euro
accantonati dalle fondazioni fino ai
bilanci consuntivi del 2002, solo 135
sono stati erogati ai CSV per utilizzarli
nelle azioni a sostegno del volontariato.
Serve un meccanismo più efficace, meno
burocratico e soprattutto procedure realm ente conform i, a nche nei t empi, a
quanto previsto dalla norma.
I l rapporto fra CSV e fondazioni di
origine bancaria potrebbe aiutare ad
avvicinare volontariato e fondazioni di
origine bancaria, entrambi soggetti del
terzo settore, nati dalla volontà dei cittadini di utilizzare risorse di tempo e
di denaro per il bene comune. Serve
però un di più di re c i p roca stima e
fiducia oltre a scelte procedurali coerenti e finalizzate al reale sviluppo del
p r oces so, nel r iconosci mento de lle
reciproche autonomie, compiti e ruoli,
l asciando al volontariato l'indirizzo
del proprio autonomo sviluppo.
Auspichiamo quindi che il TAR confermi il giudizio emesso dalla conferma di sospensiva del Consiglio di Stato
nel settembre 2001, rendendo disponibili queste risorse per il volontariato e
auspi ch iamo che CSV, fondazioni e
volontariato percorrano strade comuni già localmente sperimentate di collaborazione nel reciproco rispetto dei
ruoli.
Volontar iato 2000 Basili cata
12
UN RESPIRO PER LE FAMIGLIE
ALLE PRESE CON LA DEMENZA
Nei giorni 29 e 30 ottobre 2004
presso l'auditorium del Conservatorio di Mus ica a Mat era si è
svolto il primo convegno sul problema emergente delle demenze,
defi ni to la nuova epidemi a di
questo decennio. E' una malattia
che colpis ce il 7% della popolazione ultrasessantacinquenne. Se
si cons idera la fascia d'età compresa fra 75 e 85 anni, che è l'età
della vecchiaia, la percentuale dei
casi sale addirittura al 50 %. A
questa prima edizione seguiranno
altre con frequenza annuale e di
respiro internazionale.
Hanno partecipato al Convegno i
maggiori esperti provenienti da
tutta Italia, che hanno discusso
d e l l ' a rgom ent o i n tut ti i s uoi
aspetti , clinici , farm acol ogici ,
preventivi, riabilitativi, genetici,
epidemiologici, sociali, bioetici e
medico legali. Erano altresì presenti politici, religiosi, rappresentanti di forze culturali, e rappresentanti dell'associazione Alzheimer "d o l c e M e n t e", che opera
nel l' ambit o dell a Provi nci a di
Matera e che raccoglie centinaia
di famiglie con questo problema.
L'associazione è presieduta dalla
signora Vincenza S alerno e ha
sede pre ss o la s tes sa Unit à di
Geriatria.
Il convegno, presieduto dal geriatra dell'ospedale di Matera dott.
A l f redo Cinnell a e avent e per
titolo "LONGEVITA' E DEMEN ZE: PROSPETTIVE E CURE per
un approccio globale intergene raz ionale integrato col t er r i t o r i o", è stat o organizzat o dall a
st es s a a ss oci az ione D O L C E M E N T E con l a col laborazione
della Geriatria di Matera e del
Comune di Matera. Hanno partecipat o att ivam ent e i l Direttore
del la Geriatri a dott . Salvatore
Tardi, il direttore della Neurologia dott. Aldo Nicolai e il direttore della Psichiatri a dott. Rocco
Canosa.
Sono state coinvolte anche alcune
scuole, come il liceo artistico, l'istituto alberghiero e il conservatorio di musica, al fine di diffondere messaggi geragogici, cioè di
educazione all'invecchiamento e
al buon invecchiamento. Circa 50
alunni del liceo artistico si sono
ci mentati in un concorso d'art e
avente per tema la vecchiaia e la
perdita della memoria (con opere
su carta, in argilla e in legno). Gli
elaborati erano tutti interessanti e
i m igli ori s ono s tat i prem i ati
durante la cerimonia inaugurale.
Il rapporto di collaborazione con
le scuole e con le nuove generazioni è inserito in un progetto più
ampio e si auspica di poterlo continuare e diffondere ulteriormente.
Sono intervenuti fra gli altri il
reverendo don Basilio Gavazzeni,
il Pres idente UNICEF Comitato
Provinciale di Matera Prof. Giuseppe Vill one e l'assess ore all a
Salut e de l Com une di Mate ra
dott. Nicola Trombetta, il quale
ha evidenziato l 'importanza, in
programma da parte dell'associazione, di creare centri diurni specifici per la demenza in cui svolgere attività preventive e riabilitative per questi pazienti. Coloro
che ass is tono una persona che
soffre di demenza sono impegnati
24 ore su 24 e spesso si ammalano anche loro per l'enorme stress
che que st o ti po di as si s tenz a
comporta. I centri diurni prendono in consegna i malati di demenza per al cune ore del giorno
dando beneficio ai pazienti e un
grande aiut o e res pi ro a i loro
familiari. I centri diurni sono pra-
tica com une nel resto dell'Europa, rari in Italia e inesistenti nel
Meridione. L'introduzione di un
cent ro diurno a Matera s arebbe
un pass o avanti nel trattamento
dignitoso del m alato, con l'ulteriore vantaggio di mantenerli al
loro domicilio il più a lungo possibile, scongiurandone la disumana e costosa istituzionalizzazione.
L'ultima sessione è stata dedicata
ai problemi bioetici della demenza i quali sono stati trattati nel
c ors o di una tavol a rot onda
moderata dal giornalista Giuseppe Orlando alla quale hanno part ecipato: monsignore vicario di
Mat era don Franco Cones e, il
parroco della diocesi di Montecassino don Mario Delle Fave, il
gi udic e bol ogne se Vi n c e n z o
C astiglione, il Presidente dell a
c omm is s ione del tes oro dot t .
Emanuele Venezia, il Vicepresidente della commissione sanità al
s enato dott . Corrado d'Anzi , l a
signora Salerno e il dott. Cinnella
che ha introdotto l'argomento.
Ha concluso i lavori il dott. Giuseppe Grieco, funzionario dell'assessorato regionale alla Salute, il
qua le, a nome del l' as s es s or e
C ar lo Chi uraz zi i m p e g n a t o
altrove, ha efficacemente sottolineato la necessità di valorizzare i
vecchi e il loro patrimonio culturale, dichiarando la propria disponibilità a individuare gli spazi e i
m ezzi per una opportuna realizz azi one del Proge tt o Lucano
Creatività e Invecchiamento che
è alla base del program ma dell'associazione dolceMente.
Il prossimo appuntamento relativo alla seconda edizione del Convegno avverrà nei giorni giovedì
27, venerdì 28 e sabato 29 ottobre
2005.
Associazione "dolceMente"
329 6121680
An no 4 - n . 22
Il mondo delle
“meraviglie”
13
LO TSUNAMI
PER I BAMBINI ASIATICI
G li aggi ornament i ci rca il
numero dei morti, il numero dei
sopravvissuti, il numero dei dispersi
Rubrica
cambia continuamente. Sono già pasa cura di
sati alcuni giorni, ormai, dallo spaventoso
ma
remoto che ha sconvolt o l 'A si a i l 26
Viviana Caruso
dicembre, ma ciò che resta è forse ancora peg(studentessa
gio. I morti sono tantissimi, e forse non si avrà mai
universitaria)
una cifra veramente precisa ed esatta delle persone
che hanno perso la vita a causa dello tsunami e, purtroppo, ogni giorno arrivano dati sempre più agghiaccianti. I
vari governi si stanno movendo insieme, per far fronte comune ad una situazione che si mostra continuamente più complicata. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa simile, una distruzione di tale portata, un senso di morte palpabile in ogni angolo di quelle meravigliose isole meta di tanti turisti l'anno.
Eppure il terremoto prima e il maremoto dopo, accompagnato da questa grande
onda anomala, sono stati in grado di stravolgere un'intera parte di mondo. Non è
rimasto più niente, ovunque fango, case fatte a pezzi, tavoli, sedie, ogni genere di mobilio distrutto, qua e là pezzi di giocattoli, libri e giornali, scarpe, pupazzi di Babbo Natale a
dimostrazione di quante vite siano state spazzate via!
E' difficile guardare le immagini che le televisioni ci portano dall'Asia senza provare un
sentimento di angoscia misto a una voglia di voler far qualcosa. Basta incrociare lo sguardo di uno dei tanti bambini che piange o che chiede aiuto per sentire una sorta di scintilla
che ti esorta a fare qualcosa per loro. D'altronde sono proprio i bambini le prime vere vittime di questa enorme catastrofe, la loro è la più difficile situazione umanitaria da dover
gestire.
I bambini sono stati i più colpiti, circa il 40% delle vittime sono bambini, è stato più difficile per loro aggrapparsi agli alberi, molti non sanno nuotare, insomma sono i più vulnerabili. C' è un numero sproporzionato di piccole vittime e bambini sfollati.
Lo choc maggiore grava proprio su di loro. Hanno perso la loro normalità, la loro quotidianità che significava andare a scuola, avere una famiglia, avere una casa e quindi avere
delle certezze. D'un tratto non hanno più nulla. Le loro famiglie, nel migliore dei casi, sono
rimaste senza tetto, ma per molti, quindi nel peggiore dei casi, non esiste neanche più una famiglia.
Non hanno più scuole.
E se per gli adulti è dura comprendere i disegni del destino, per i bambini tutto ciò è doppiamente
incomprensibile!
Come se ciò non fosse già abbastanza, negli ultimi giorni si rincorrono continue voci di violenze su
bambini. E, infatti, ci sono notizie di due casi documentati. In un campo di sfollati un nonno ha abusato della nipotina. Ma
in una situazione come questa in cui ci sono migliaia di sfollati, in cui ci sono tanti bambini soli o orfani, questi sono i soggetti più a rischio. E' necessario, perciò, identificare i bambini soli, separarli dal resto degli sfollati e attuare per loro un programma speciale di protezione. Bisogna rintracciare eventuali parenti sopravvissuti, perché è sempre meglio
affidarli a membri delle propria famiglia, e solo dopo considerare l'adozione o l'ingresso in un istituto.
Dei bambini si occupano quattro agenzie: l'Agenzia nazionale per la protezione dei bambini, il Ministero
degli Affari sociali con il suo dipartimento per la protezione dell'infanzia, Save the Children e l'Unicef. L'obiettivo di questo team è di rintracciare tutti i bambini rimasti soli e applicare loro un programma di protezione. Si tratta di ritrovarli, registrarli in un database e, in base a questo elenco, rintracciare dove possibile i
familiari.
Contemporaneamente, ognuno di noi, singolo cittadino può contribuire ad aiutare questi bambini.
Il governo in questi giorni sta cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica parlando delle adozioni, un
gesto nobile e che ci costerebbe un minimo sacrificio. Considerando che l'Unione Europea conta 450
segue a pag. 14
Volontar i ato 2000 Basili cata
14
segue da pag. 13: “La lotta...”
milioni di cittadini, se tutti o una buona parte di questi abbracciasse l'idea dell'adozione, migliaia di
bambini avrebbero la possibilità di poter sperare in un futuro un po' meno triste. Nello Sri Lanka circa
9000 bambini sono stati coinvolti nel maremoto e non si sa quanti siano rimasti orfani, e in Thailandia si
calcola che siano circa 35000 i bambini che hanno perso i genitori.
E' possibile aiutarli anche attraverso delle donazioni all'Unicef che utilizza gli aiuti per acquistare dosi di
sali reidratanti in grado di aiutare tanti bambini. Infatti ogni bustina di sali contiene
una miscela di sali e zuccheri che, sciolta in acqua pura, consente a un organismo debilitato di ricostituire il giusto livello di liquidi e ripristinare le normali funzioni vitali.
Sono state definite le bustine salvavita…in grado di trasformare uno sguardo vitreo,
senza vita in uno pieno di vita strappato alla morte. 5 MILIONI di persone hanno bisogno di aiuto e tutti possono darlo…
Più che ripercorrere fatti già sentiti, dire cose già mille volte dette, vorrei che intendeste le mie parole come uno sprono per agire, per far qualcosa nel concreto e per prendersi cura di chi ne ha veramente bisogno.
Una giornata di festa
per l'Associazione Dumbo di Matera
Matera 19 dicembre 2004
Anche quest'anno l'associazione
D u m b o ha de dic ato a i propri
ragazzi una giornata di festa che
è stata organizzata in collaborazi one con l'Associazione Amici
del C uore, gemel lata ormai da
tempo.
Un momento di divertimento che
è stato anche occasione per riflettere su quello che è stato realizzato nell'anno appena trascorso e,
soprattutto, sui progetti che per il
2005 questa associazione vuole
anc ora at tuare. E' i nt ervenut o
anche il S indaco Av v. Michele
Porcari confermando ancora una
volta l'importanza dell'associ azionismo e in particolare il sostegno e l'aiuto che va dato all'Associazione Dumbo, riuscita in poco
tempo a da re t ante risposte ai
bisogni delle persone con disabilità. A tal proposito ha ribadito la
necessità di mettere gli operatori
nel le condiz ioni di la vorare
anche nell'ambito della residen-
zialità, individuando una struttura
idonea da assegnare all'Associazione.
L'intervento successivo è stato
quel lo del Dott. Lui gi B radascio, presidente dell'Associazione Ami ci del C uore, che ha
rimarcato la validità del progetto
che l'associazione sta portando
avanti da più di tre anni, sottolineando che si tratta di un lavoro
svolt o con una pic coli ssi ma
quantità di risorse.
L'intervento successivo del Presi dente
del l' Associ azi one
D u m b o , Michele Colasuonno,
ha posto in evidenza essenzialmente l'urgenza con cui tutt i i
proge tt i va nno de fi ni t i ne l
tempo.
La giornata si è svolta i n un
c li ma di a ll egri a e se reni t à.
L' Assoc iaz ione ave va anche
allestito un tavolino con i manufatt i real izzati dai ragazzi del
Dumbo nel laborat ori o d'a rt e
del l' associ azi one, insi eme ai
calendari Dumbo 2005.
VOLONTARIATO 2000 BASILICATA
Reg. Trib. Potenza n.272 del 22.2.2000
Direttore: Mario Sarli
Direttore Responsabile: Angelomauro Calza
Redazione:
Tina Paggi, Viviana Caruso,
Stefania De Stefano, Antonio Di Stefano,
Vanessa Nicoletti, Pasqua Parrella,
Clementina Rettino, Maddalena Ruggieri
Segreteria:
Rossella Langone / Carmela Vaccaro
Tel. 0971 273152 - 0971 274477
0835 346167 - 0835 330083
fax 0971 275477
E-mail: [email protected]
sito internet: www.csvbasilicata.it
Stampa e spedizione:
Centro Grafico Rocco Castrignano
c.da San Donato - ANZI (PZ)
distribuzione abb. post. Art.2 comma 20/C
L.662/96 DC/DCI/5/5/2000 Aut.N.0057/PZ
numero chiuso il 28/01/2005
Per ricevere Volontariato 2000 e CSVB Informa in formato elettronico
basta compilare il format di richiesta sul sito www.csvbasilicata.it
An no 4 - n . 22
15
Il loro presente è il nostro futuro
Una serata diversa per gli anziani della
Casa di Riposo Brancaccio di Matera
La terza età è quell a per certi
versi più serena, in cui ci si può
dedicare appieno alle proprie passioni e magari sentirsi amati da figli
e nipoti. Spesso però le cose non
stanno esattamente così e ci si ricorda degli anziani solo quando le loro
tristi storie di solitudine ed abbandono sono raccontante nei telegiornali, locali o nazionali che siano, o
gettate in un angolo della cronaca di
un anonimo quoti diano di provincia. Fortunatamente non è questo il
caso degli anziani ospiti della Casa
di Riposo “Brancaccio” di Matera.
Lo scorso 14 gennaio si è infatti
svolta una festa organizzata tutt a
per l oro da ll a dire zi one e da ll a
R ainbow Se rvi ce, soci età che si
occupa di animazione.
La serata ha visto la partecipazione degli artisti del circo Orfei,
famosi in tutto il mondo per le loro
spettacolari esibizioni, con giocolieri e saltimbanchi che hanno allietato
l’attento e allegro pubblico di anziani e, tra schiamazzi festosi e risate
abbondanti, gli ospiti del “Brancaccio” hanno avuto modo di mettere
in mostra le proprie doti canore grazie all’intervento di un animat ore
della Rainbow Service che ha fatto
sì che i protagonisti indiscussi dello
spettacolo fossero proprio gli anziani.
Anche la soli darie tà ha però
avuto il suo giusto spazio nel palcoscenico con la presenza del gruppo
scouts di Matera “Agesci Mt 1” forma to pe r l ’occa sione dal l’A lt a
Squadriglia del Reparto Sagittario
Matera 1, insieme a lupetti e coccinelle del Branco Seeonee.
I giovani e volenterosi scouts
hanno prima proposto danze e balli
vari e successivamente hanno socializzato con gli anziani per conoscere e c apir e ogni si ngol a st ori a
umana.
La serata è stata organizzata con
l’intento, di instaurare una collaborazione solidale con la casa di riposo “Brancaccio” al fine di attivare al
megl io tutt e quel le i ni ziat ive di
sostegno sociale e psico-fisico degli
anziani ospiti della struttura materana. S ovente, infatti , il personale
decadimento fisico e psicologico
dell’anziano è dovuto proprio alla
mancanza di attività che lo facciano
senti re a nc ora uti l e al l’a tt ual e
società.
Senza alcuna retorica e, soprattutto, a det ta di coloro che hanno
preso parte alla serata, la terza età
può e deve dare ancora molto, sotto
il profilo etico, sociale e culturale
alle generazioni presenti e future.
E' preoccupante notare che quella che in passato era la normalità, in
termini di rapporti intergenerazionali, debba ora meritare l'interesse
della stampa.
Ciò che in futuro saremo passa
inesorabilmente da ci ò che siamo
stati e l’anziano, in quanto testimonianza vivente di un passato non
vissuto dai giovani, può aiutare ad
affrontare con maggior sicurezza e
cosc ienza un fut uro quanto mai
incerto.
Volontar i ato 2000 Basili cata
16
An no 4 - n . 22
SIETE PRONTI A SPORCARVI LE MANI?
AL VIA IL "PROGETTO BONELLI": STAGE RETRIBUITI
NELLA COMUNICAZIONE DEL TERZO SETTORE
IL FORUM NAZIONALE DEL TERZO SETTORE
In collaborazione con:
Asr (Associazione stampa romana), Facoltà di Scienze della Comunicazione Univ. La Sapienza di
Roma, Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), Ucsi (Unione cattolica stampa italiana),
Usigrai (Unione sindacale giornalisti Rai)
Con l'adesione e il patrocinio dell'Ordine nazionale dei giornalisti
promuove il
PROGETTO FORMATIVO-CULTURALE "GIORGIO BONELLI"
Stage formativi e di aggiornamento negli uffici stampa e comunicazione del non profit
e nelle redazioni dell'editoria del Terzo Settore
C'è una realtà in crescita in Italia, rappresentata dalla comunicazione sociale e dal l'edit ori a
del Terzo Settore, nuove frontiere ne lle quali tant i giova ni si
stanno sperimentando.
Da se mpre a tt en to a qu est e
tematiche, il Forum Nazionale
del Terzo Settore, parte sociale
ri conosciuta cui aderiscono l e
principali realtà del mondo del
volontariato, dell 'associazionismo, della cooperazione sociale,
della solidarietà int ernazionale,
del l a mut ua li t à i nt egr at i va
volontaria, si è fatto promotore
di u n progetto ded icato al la
formazi one d ei gi ovan i e ai
giornalisti.
Il progetto formativo è intitolato a Giorgio Bonelli - per quarant'a nni capo uffi cio st ampa
delle Acli, decano del giornalismo associ at ivo, sindacal ist a
impegnato, tra i promotori della
riforma dell'accesso alla professione giornal isti ca, scomparso
nel dic embre del 2003 - ed
intende valorizzare il patrimonio culturale e professionale di
cui Giorgio Bonelli era portatore.
Obiettivi e ambiti di attività
Il Progetto "Giorgio Bonelli" è
fi nalizz ato a fornire c o n c re t e
occasioni formative a persone
f o rtem ente moti vate ad una
formazione specifica nel settore
non profit e ad apprendere tecniche e metodologie di lavoro nell'ambito della comunicazione e
informazione del Terzo Settore.
Gli stage, retribuiti, saranno
avviati a p artire dal mese di
maggio 2005 e si concluderanno entro 3 mesi. Gli ambiti di
attività interessati sono:
1. Uffi ci st ampa e strutture di
comunic azione ed edi toria di
o rgani zz az ioni ade re nti al
Forum del Terzo Settore;
2. Redazioni di testate di informazione sociale di organizzazioni aderenti al Forum del Terzo
Settore.
Destinatari.
Il progetto formativo "Giorgio
Bone l li " pre vede per que sta
pr im a ed iz ion e 2005 tre
profili:
A. n.4 Stage formativi per giovani neo laureati;
B. n.1 Stage di "aggiornamento
sociale" per giornalisti pubblicisti o professionisti;
C. n.5 Stage riservati a studenti
di Scienze della Comunicazione
dell 'Universit à La Sapienza di
Roma che daranno diritto a crediti formativi.
Termini di partecipazione
Le domande di partecipazione al
bando dovranno pervenire presso la sede del Forum del Terzo
Settore, via di Pietra 84 00186
Roma con raccomandata semplice, riportando sulla busta l'indic az i one "P roge tt o Bonel l i",
entro e non oltre il 15 marzo
2005 (farà fede il timbro postal e). Si può presentare domanda
per uno solo dei profili previsti.
Il bando completo con le modal it à di accesso, i requisiti pe r
l'ammissione e ogni altra informazione è disponi bil e sul si to
www.progettobonelli.it o contattando la segreteria organizzativa
P roge t to "Gi orgi o Bone ll i "
presso Cooperativa Eco Progettiamo Comunicazione
Via Pacuvio 20 - 00136 Roma
Tel. 06/45423084 (dalle ore 10
alle ore 13)
e-mail
segreteria @progettobonelli.it
Scarica

volontariato 2000 basilicata (gennaio 2005)