V O L O N TA R I ATO Spedizione in A.P. Art.2 comma 20/C Legge 662/96 DC/DCI/5/5/2000 Aut. N. 0057/PZ CSVBasilicata Centro Servizi Volontariato di Basilicata Via Scafarelli, 34 POTENZA Tel. e Fax 0971 273152 C.F. 96038250765 Pagina 4 La Legge Regionale 3/2005 “Promozione della Cittadinanza Solidale” Pagina 6 A proposito di integrazione multiculturale Pagina 9 Azioni per un sistema integrato di interventi e servizi sociali Pagina 10 L’attività dei Centri di Servizio al Volontariato nel 2003 Volontariato e sport Pagina 13 Emergenza bambini in Asia pag. 3 2005: ANNO EUROPEO DELLA CITTADINANZA ATTRAVERSO L ' EDUCAZIONE Volontar iato 2000 Basili cata 2 "Imparare e vivere la democrazia" 2005: ANNO EUROPEO DELLA CITTADINANZA ATTRAVERSO L'EDUCAZIONE Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha proclamato il 2005 Anno europeo della Cittadi nanza att raverso l 'Educazi one. L' iniziat iva è stata l anci ata dal Consiglio d'Europa con la conferenza "Imparare e vivere la democrazia", tenutasi a Sofia, Bulgaria, il 13 e 14 dicembre 2004. La conferenza ha riunito oltre 150 parteci panti , tra cui professionisti ed esperti nelle politiche educative, oltre a rappresentanti di ONG e di altre istituzioni europee ed internazionali. Obiett ivo primario della conferenza è stato portare l'attenzione su quanto sia fondamentale l'istruzione sia formale che informale, nel corso di tutta la vit a, per lo sviluppo della cittadinanza attiva, per la qualità della partecipazione in una società democratica e per la promozi one di una cul t ura democratica. Questa iniziativa giunge in risposta a un progressivo distacco dei cittadini, delle giovani generazioni in particolare, dalle tradizionali forme di organizzazione della vita poli t ic a e di ra ppresent anz a de mocrat ica. P ertant o, i l 2005 sarà l'anno dedicato a "learning and l ivi ng democracy", a promuovere cioè la partecipazione, soprattutto dei giovani, all a vita pubblica della propria città. Se l'educazione è un investimento per il futuro, l'educazione alla cittadinanza è un investimento per il futuro democratico d'Europa: la de mocra zia non è un concet to astra tt o, esi ge inve st ime nt o e azi oni responsabili dei cittadini nel quotidiano. In un'e poca dove i giovani disertano gli uffici elettorali e la vita pubbl ica e poli tica, è urg e n t e porsi la questione dell'educazione alla cittadi nanza democratica, un investimento a lungo termine per l a promoz ione dei diritti umani, della tolleranza e del pluralismo culturale. La conferenza lancio di dicembre ha segnato l 'i nizi o di un pia no d' azi one c he punt a a responsabilizzare sia i decisori a li vel lo mini st eri ale che i c api degli istituti e i presidi delle università, gli insegnanti, i formatori, i responsabili dei progetti educativi e le ONG e alla sensibilizzazione e allo sviluppo di iniziative e partenariati. L'"Anno" sarà segnato da numerose attività e avvenimenti nei diversi stat i europei e offrirà inoltre delle opportunità di scambio relative a pratiche innovatrici tra professionisti, e occasioni di sensi bili zzazi one per il gra nde pubbli co a lle questioni della cittadinanza democratica L'organizzazione sarà decentrata e il Consiglio d'Europa supporterà le attività di ogni stato membro: fornirà il materiale per la formazione alla cittadinanza democratica e metterà a disposizione un sito web (h t t p : / / w w w. c o e . i n t / e d c) . Ogni pae se potrà svi luppare i l programma dell'Anno autonomamente i n base a i suoi specifi ci interessi e bisogni, decidendo il suo t a rget di ri fer ime nto e l e modal it à di svol gimento del la propria campagna di informazione. I singoli stati dell'Unione Europea dovranno la vorare at torno al la Raccomandazione del 2002 dei dodici stati membri che, puntando sull'educazione per la cittadinanza democrat ic a e l 'educa zi one a i di ri tti Umani, fi ssa linee guida, metodi e obiettivi delle riforme e delle politiche che gli stati devono adottare allo scopo di formare dei cit tadini capaci di sostenere già da domani il progetto democratico, individuando quali valori e competenze occorrono per divenire cit tadini partecipi, come si possono acquisire queste competenze e come possono essere insegnate ad altre persone. Il Consigli o d'Europa si è posto tre mete da raggiungere nei prossimi mesi. Innanzi tutto aumentare la consapevolezza che l'educazione può contribuire allo sviluppo di una cittadinanza democratica, in grado di promuove re la coesione sociale, il rispetto per la di versi tà e i di ri tt i umani . Il secondo obi ett ivo c onsiste nel rafforzare la capacità degli Stati membri di fare dell'EDC (educazione alla cittadinanza democratica) una pri orit à dei programmi educativi e sostenere la riforma del si st ema scol ast ic o a ogni livello. Il terzo è fornire gli strumenti concreti per favorire questi risultati. A tale scopo è stato preparato un "ECD Pack" che contiene indicazioni e documenti per gli specialisti e gli operatori del settore, a cui soprattutto si rivolgono le attività di questo "Anno europeo". An no 4 - n . 22 3 Attività motoria e inclusione sociale I modell i cult urali tradizionali suggeriscono un'idea dello sport come prat ica sost anzial me nt e legata alla prestazione agonistica e, a patto che quest'ultima sia in grado di esprimere un sano confront o con se st essi e con gli altri, attraverso la condivisione di un siste ma di re gole comuni, ci troviamo di fronte ad una rappresentazione del tutto rispett abi le , se è vero, come si è voluto sott olineare in occasione de ll ' appe na tra scorso "anno europeo dell 'educazione attraverso lo sport", che "educare al rispetto delle regole significa educare alla vita, che educare al gioco di squadra significa educare alla convivenza, che educare a misurasi con gli obblighi di lealtà verso l'avversario significa educare al vivere civile". Pare al contempo evidente, tuttavia, che tale paradigma reca il rischio di una forte carica selettiva, escludendo soprattutto quelle categorie che tradizionalmente vengono relegate al di fuori dei canoni della prestazione e della performance. Emerge dunque la necessità di affermare una dimensione dell'attività motoria che, indipendentement e dai risul tati , punti pi utt osto a ri l anci ar e nuove forme di protagonismo a partire dalle motivazioni e dai bisogni espressi dal le persone, nessuno escluso. Lo "sport per tutti", che si pone l'obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini, fa riferimento ad una nuova qualità della vita che non si esaurisce nel recupero o nel mantenimento di uno stato di benessere esclusivamente fisico, ma implica altresì armonia ed equilibrio con l 'a mbi ent e c ir costante, configurandosi qua le preziosa "ri sorsa di relazione ed interazione sociale". Quale fonte di e quil i brio psi cofisic o, e in qua nt o st rume nt o rispondente ad esigenze di ordine socio-culturale, come il bisogno di esprimersi, di valorizzare le proprie differenze, di inserirsi ed i nte grar si nel l a comuni tà social e, di educazione permanente che accompagni la crescita psichica e affettiva degli individui in ogni stadio della vita, possiamo dunque definire lo "sport per t utti" come l'espressione di un nuovo "diritt o di cittadinanza". La sfera di potenziali bisogni che tale diritto evoca, talvolta emer si , ma ancor a t roppo spesso latenti, rimanda t uttavia ad una situazione di fatto ancora parzialmente carente soprattutto sotto il profilo della pari opportunità. Il fenomeno si accentua in relazione a quei sogget ti più spesso esposti al rischio di vecchie e nuove marginalità: parliamo in particolare delle persone anz iane, dei minori a rischi o, dell e minoranze e dei disabili, che, in quest'ottica, diventano a t ut ti gli effet ti portatori di un diritto che non va soltanto tutelato, ma anche promosso, attraverso azioni sinergiche che vedano il coinvolgimento di istituzioni, e nt i local i e associazi onismo. Da questo punto di vi sta un'att enta e mirata programmazione delle politiche sociali e formative, deve garantire che al diritto di cittadinanza corrisponda l'adeguato sostegno legislat ivo (i n verità si registra in quest'ambito un vero e proprio vuoto normativo), nonché finanziario, a favore di quel le a ssoc ia zi oni che profondono impegno e sforzi in tale direzione, in nome dell'affermazione della cultura dei diritti, della partecipazione e della solidarietà. La pratica sportiva in quanto veicolo di promozione ed inclusione sociale, ben si presta a divenire terreno privilegi ato di sperimentazione del lavoro di rete, e, i n vi rtù di tal e val utazi one, e r ece pendo di verse esige nze emerse a riguardo sul territorio, il Centro di Servizio al Volontariato di Basi licata intende promuovere un'inizi at iva sul tema "Attività motoria e inclusione sociale", che si svolgerà a Matera il giorno 25 febbraio 2005. Considerata la peculiarità dell'argomento, si è ritenuto di dover a rt ic ola re l ' event o in due momenti distinti, l'uno di natura dimostrativa, l 'altro a caratt ere più prettamente teorico-espositivo. In parti col are i n mattinata sono previsti tre laboratori, relativi ad altrettanti target specifici, ( o rganizza ti in collaborazione segue a pag. 6 Volontar i ato 2000 Basili cata 4 SOLIDALI PER LEGGE? Qualche giorno addietro il Consiglio regi onal e ha a pprovat o la Legge regionale n° 3/2005 "Promozione della cittadinanza solidale", finalizzato a sostenere l'inclusione sociale dei cittadini lucani "appartenenti a nuclei esposti al rischio della marginalità sociale ed impossibilitati a provvede re al propri o mantenimento", come per l'appunto recita il comma 1 dell'art.1 della recentissima normativa. Nell'affrontare il tema, in questa sede non si intende fornire una legenda dettagliata dei contenuti della legge, del rest o ampi ament e ogget t o di ampia divulgazione già prima della avvenuta pubbl ic azi one sul BU R dell a B asili cata del 19 gennaio, né tanto meno entrare nell'intenso dibattito che ha appassionato maggioranza ed opposizione in questo scorcio di fine legislatura. Si dà pertanto per scontato che il lettore sappi a che l a legge , i n buona sostanza, fornirà un'int egrazione al reddit o c ol le ga ndol a tut tavi a all a attuazione di percorsi di inserimento. Dunque non assist enza ma poli tica attiva, con una chiara preoccupazione ad evitare la dipendenza dei benefici ari da una mera cont ri buzi one periodica, anche utilizzando un meccanismo di premialità per chi riuscirà a migliorare la propria situazione economica. Tutto ciò considerato in maniera sinteti ca, si provano qui a sviluppare delle valutazioni "bonsai" su alcuni aspetti della normativa, senza alcuna pretesa di esaustività ma con l'intenzione di contribuire ad un confronto propositivo non tanto sul valore della legge quanto sul le sue modal ità di applicazione. I destinatari Dovranno essere residenti in Basilicata da non meno di 24 mesi, il beneficio dell' accesso è consent ito anche agli extracomunitari con permesso di soggiorno. Tale piena equiparazione, che in prima stesura non era completa, rappresenta sicuramente un modello egualitario in termini di accesso ai diritti di base non scontato nelle politiche attuali del nostro Paese. Rispetto al numero potenziale di destinatari si è fatta la stima di una platea di circa 9700 fami gl ie . Non e sse ndo al momento ancora stata indivi duata, attraverso la legge regionale di bilancio, la posta finanziaria per la copertura della legge, non è possibile fare un valutazione realistica sulla portata concreta dell'intervento. Gli interventi di inserimento All'art. 5 si prevedono diverse misure finalizzate al l'integrazione sociale, scolastica, formativa ed occupazionale, garantibili al richiedente o ad altri componenti del suo nucleo familiare. Taluni dei servizi previsti sono però di per sé in affanno sul territorio (si pensi ad esempio alla vicenda dell'assist enza domi cil i are c he la menta carenza di fondi in diversi ambiti dei Piani Sociali di Zona) o sono palesemente insussistenti (avete mai sentito parlare di azioni di microcredito?). La previsione di un sist ema che ponga intorno al beneficiario una serie organi ca di servizi all a persona diventa quindi una scommessa: o si realizza davvero un complesso organizzato di interventi oppure il sostegno di "cittadinanza solidale" diventerà prevalentement e finanziari o, rivelando una natura meramente assistenziale a tutto discapito della connotazione di misu- ra di politica attiva. Il ruolo dei Piani Sociali di Zona L'at tuazione del programma punt a sulla funzionalità dei Piani Sociali di Zona e sul ruolo che dovranno svolgere nell'attuazione degli stessi i singoli comuni ed i comuni capofil a. Significativo il compito, assegnato a questi ultimi, della stipula di Accordi di Programma con le amministrazioni provinciali ed i sistemi sanitari e scolastico. Vuoi vedere che le politiche sociali si integrano con le politiche del lavoro e dell'istruzione? Sarebbe un mi racolo, confessiamolo francamente, considerando che le singol e politiche non hanno dimostrato né di godere di ott ima salut e e né, tanto meno, di saper dialogare. Ma se l a legge sulla promozione della cittadinanza solidale può essere uno stimolo in questa direzione ben venga, tuttavia non si può fare a meno di considerare che un' attivit à di converg e n z a delle diverse politiche necessita di un coordinamento autorevole: chi svolgerà questo ruolo? Ed una seconda domanda maligna: i servizi sociali comunali riusciranno a far fronte alle incombenze assegnate loro dal la legge? In caso di inerzi a risulta alquanto improbabile che funzionino i procedimenti amministrativi sostitutivi previsti dalla legge. L ' Osser vat orio R egion ale del l e Politiche Sociali Si arricchisce la platea di organismi a valenza sociale. Avrà il compit o di verificare e valut are il programma speri me nt al e previsto dal la l egge (della durata di anni due) e sarà istituito con decreto del presidente della Giunta regionale previa consultazione An no 4 - n . 22 con rappresentanti degli enti locali, del si ndacat o e delle associazioni di volont aria to. Dunque assoc iazi oni preparatevi: sarete consultate. verifica degli stessi e la durata. E' evident e che t al i est remi potre bbe ro esaurirsi in una mezza cartella o dar luogo ad una convenzione di 18 pagine e 6 allegati. Ma, al di là della lunI Com it ati L oc al i di Garan zi a ghezza, potrebbe esservi il rischio di Sociale ingenerare pratiche pattizie differenti "Composti da rappresentanti dell'am - sul territorio e corrispondenti a diverministrazione comunale e delle asso - sità di trattamento in termini di impeciazioni sociali e produttive, dell'as - gni e di attività. Dunque, onde sconsociazionismo e del volontariato" (art. gi ura re spe requa zi oni det t at e da 6) avrebbero la finalità di partecipare diversa operatività, sarebbe opportuno a ll a sel ez i one del le domande di che i comuni ricevessero delle dritte ammissibilità e di sostenere l'avvio e sulla redazione e gestione di tale strula realizzazione degli interventi nelle mento. modalità previste dall'art. 7. Diverse perplessità in merito: l'istruttoria delle I garanti dei contratti domande la fa il Comune e il Comita- Chi informa il destinatario della pubto ratifica o la fa il Comitato? Taluni blicazione del bando per l'accesso al compiti affidati sembrano eccedere la programma, chi lo aiuterà nella redareale possibilità operativa dell'organo zione della domanda, chi lo sosterrà (attività di orientamento e accompa- nella cura degli adempimenti previsti gnamento, ad esempio) e non si diffe- dal contratto di inserimento? Ovvio, il renziano nettament e dall e funzioni ga rant e del cont ra tt o. Chi è ? Le assegnate ai Garanti dei Contratti (che O NLUS , l e fonda zi oni e gli ent i potrebbero essere i ndi viduati dagli ecclesiastici. Tutti costoro dovranno stessi C omitati). L'attività svolta dai dimostrare di svolgere attività in setcomponenti del Comitato è resa a tito- tori di assistenza, comprovando t ale lo gratuito, può essere sicuramente funzione in maniera documentale (e a considerato interessante il tentativo di quest o punt o ci si augura che tale costr ui re forme di part eci pazi one requisito valga per tutti enti ecclesiagestionale con il coinvolgimento di st ic i compresi ). Pe rché cost oro attori sociali territoriali , che tuttavia dovrebbero prestarsi al ruolo? Si supnon sono abituati a dialogare e non è pone per propria mi ssion e non per dett o che trovino motivazione alla denaro, dal momento che il massimapar te ci pa zi one. Il punt o pert ant o l e di rimborso che ci ascun garante rischia di essere un vulnus organizza- può raggiungere sarà pa ri a 2500 tivo e meriterebbe di trovare indica- euro. Funzionerà? Magari potrà essere zi oni che permet ta no di cost ruire da stimolo per la creazione di forme metodi operativi uniformi per tutto il di volontariato di assistenza, ma da territorio regionale. costituirsi in fretta, almeno secondo il dettato della legge, che prescrive ai Il contratto di inserimento comuni il termine di 60 giorni (ovveStrumento interessante ed innovativo ro entro il 19 marzo) per la pubblicadiventa il banco di attestazione delle z ione di avvi si per racc ogl ie re le final ità di pol iti ca atti va , dovendo manifestazi oni di i nt eresse di enti prevedere al suo interno un progetto interessati a ricoprire questo ruolo. con gli interventi di inclusione (lavorativa, sociale e scolastica) previ sti Il volontariato dalla normativa. Domanda spontanea: C 'è ampia traccia di "vol ontariato" chi lo redige? Il Comune, con il con- ne ll a l egge : l e orga niz za zi oni di corso del Comitato Locale di Garan- volontariato fanno parte dei Comitati zia Sociale. Quanto ai contenuti l'art. Locali di Garanzia Sociale, possono 8 definisce che debbano essere indivi- svolgere il ruolo di Garanti dei conduati i bisogni, un progetto di inseri- t ratti di inseri mento e pa rt ecipano mento, gli impegni e le condizioni di all'Osservatorio Regionale delle Poli- 5 tiche Sociali. Si potrebbe dire: bene, finalmente qual cuno ha riconosci uto l a valenza soci al e del volontariato. Tutt avia non si può fare a meno di notare che spesso le funzioni attribuite alle associazioni di volontariato nel corpo della legge sono le stesse assegnate ad altri attori sociali (cooperative sociali, fondazi oni, associazioni smo culturale, enti ecclesiastici) che ha nno scopi e f unz ional it à molt o diversi. Bene dunque un'integrabilità dei diversi soggetti, discutibile l'applicazione di un concetto di piena fungibilità. Desta inoltre qualche perplessità la mancata concertazione dei cont enut i del l a l egge propri o con il volontariato, forse un confronto con le associazioni avrebbe potuto limare taluni contenuti normativi e definire una forma sistematica di collaborazione con il volontariato organizzato. Epilogo I punti affrontati non intendono rappresentare un quadro esaustivo degli elementi di significatività della nuova normativa. Neppure i nt endono t rasmettere nel loro complesso un giudizio di negatività su un'iniziativa normativa che rappresenta uno dei pochi strumenti di politica dell 'incl usione nel l' intero qua dro panoramic o del nostro Paese. Le considerazioni svolte vogliono semplicemente evidenziare taluni elementi di potenziale criticità a ll 'i nterno di una l egge giudic ata come un dispositivo programmatico capace di indicare una strada per il cui tracciato dovranno ancora predisporsi adeguat i strumenti, alcuni dei quali potranno essere approntati anche con i l concor so de ll e a ssoc ia zi oni di volontariato. Starà dunque agli amministrat ori saper raccoglie re quest o contributo di esperienza e competenza e al mondo del volontariato dimostrare di saper essere solidali per principio identitario piuttosto che per dispositivo normativo e dunque saper agire un ruolo attivo nel quadro degli interventi finalizzati all'inclusione sociale. Riceviamo e Pubblichiamo dall’Associazione UNATERRA 6 Volontar iato 2000 Basili cata Impariamo a vivere con le nostre divergenze Le statistiche ed i ma strettame nte dati dico no c he "Vivere insieme", è trovare la distanza ideale connessi, dell'asisiamo sempre più per non batterci e per non ignorarci, ammet - lo e della migrauna società comzione richiedono tendo comunque le nostre differenze. Anche la definizione di posta da cittadini se non vogliamo, o non possiamo, aderire una pro ve nie nti da p olitic a molti paesi, porcomune dell'UE". alla cultura dell'altro, il fatto di conoscerla tatori di modi di te ma de ll’imci permette di rispettarla.” Jean-Fred Bour - Il viv ere e sentire migr a zio ne è quin ex direttore del Centro europeo della materia estremadiversi. In questi ultimi anni abbiacultura di Ginevra e relatore generale del mente complessa, mo as sis tito a con ramificazioni primo Forum interculturale di Sarajevo significativi proeconomiche, ce ssi m igra tor i socia li, giu ridiche spingono migliaia d’indivi- degli Stati membri dell'UE e dei che e soprattutto culturali. dui per lo più da paesi del conti- paesi d’origine degli immigrati, Se è vero che nella società del nente africano, dell’est europeo parte ndo dalla consapevolezza villaggio globale termini quali ed asiatic o a varcare i confini, che l'immigrazione è un pro- multiculturali, pluralismo, intecostretti da bisogni di sopravvi- blema delicato che crea divisio- grazione sono sempre più usuali ve nz a, dalla coerc izione de lle ni. Per alcuni europei l’immi- ed usati, non appare chiaramenguerre o dal bisogno di aumen- gra zione è una mina ccia all'i- te, a noi operatori de l settore, ta re un be nessere ec onomic o dentità nazionale; per altri una l’omogeneità e la condivisione impossibile nel paese di origine, fonte di diversità culturale; per del linguaggio. Ci si chiede, per impegna ndo così la società a gli economisti una risorsa eco- e sempio, se con l’espressione realizzare strategie ed iniziative nomica necessaria per coprire la integrazione multiculturale s’inin grado di far fronte alle gran- mancanza di manodopera; per il di trasformazioni connesse. privato sociale una situazione di segue da pag. 3: “Attività motoria...” con l'UISP - Unione Italiana Sport per Tutti) che Uno dei grandi temi europei per disagio da assistere. i pr ossimi ann i sa rà a ppunto In uno scenario di mobilità eco- si svolgeranno contemporaneamente dalle ore 10 que llo di definire le strategie nomica, di mercato unico euro- alle ore 12 presso le seguenti sedi: Laboratorio GD: Ginnastica a domicilio, Casa di più consone al fenomeno migra- peo e di costante dissoluzione riposo "Brancaccio" - Matera torio. A riprova dell’importanza de lle frontie re all'interno delLaboratorio PP: Primi Passi , S cuola Materna delle questioni collegate ai flus- l'E uropa, oc corrono politiche "P. G. Minozzi" - Matera si migratori ba sta sc orrere le uniformi dell'UE in materia di Laboratorio D: Diversament e Abi li, Centro nume rose direttive sull'immi- pe rmessi di soggiorno, diritto Educativo per disabili - Matera grazione proveniente dai paesi degli immigrati al ricongiungi- Alle ore 16:00 del pomeriggio, presso la sala conterzi varate a livello europeo dal me nto fa miliar e e di ca na li fere nze del Palaz zo del l'Annunzi ata, i lavori 1999. Nei suoi sforzi tesi a defi- legali per l'immigrazione, tanto riprenderanno con un approfondimento relativo nire questi atti legislativi, il Par- da suggerire ai capi di Stato e di alle tematiche affrontate nell'ambito dei laboratolamento europeo ha posto l’ac- governo dell'UE riuniti a Tam- ri, e una tavola rotonda sul tema oggetto dell'inicento sulla necessità di bilancia- pere, Finlandia, nel 1999 di sta- ziativa, con diversi interventi di rappresentanti di re gli interessi degli immigrati, bilire che "gli aspe tti separati, istituzioni e associazioni. An no 4 - n . 22 7 tende una omogeneità mentale, anche se declinata in modo soggettivo e personale, o se invece sottintende obiettivi, motivazioni e logiche diverse. Partendo proprio da tale dubbio gli ope ratori della coopera tiva “Punto & a Capo”, che gestisce il centro Immigrati Profughi e Rifugiati “CITTA’ DEI COLORI” d el Co mun e di Pote nz a, hanno iniziato, in fase di rendicontazione sociale delle attività svolte, ad interrogarsi sul significato di tali concetti, partendo da quello d’integrazione. I cittadini stranie ri residenti in Italia vivono ce rtam ente una situaz ione di disagio, derivante da difficoltà linguistiche, culturali, climatiche, alimentari etc., che però non può essere considerata c ome una condizione soggettiva (derivante da peculiarità psicologiche della persona), ma piuttosto di contesto (derivante dal contesto nel quale la persona agisce). In altri termini gli stessi soggetti in altri ambienti, quali quelli presenti nei rispettivi paesi d’origine, non percepirebbero il disa gio. E ’ im por ta nte tale distinzione in ragione della considerazione che la condizione di disagio di un cittadino straniero residente in Italia con opportune azioni può essere attenuata se non eliminata. Il disagio di un an zia no no n a uto suff i c i e n t e (condizione di disagio soggettivo) può essere mitigato da interventi d’assistenza e di coinvolgimento sociale; la sensazione d’inad egu ate zz a d i una ma mma immigrata alla richiesta d’aiuto del proprio figlio nel fare i compiti pu ò c e rta me nte e sse re affrontata attraverso un intervento sul minore (sostegno scolastico) ed uno di più ampio sulla ma dre ( co rso di I ta lia no p er adulti). Il naturale corollario del riconoscimento quale disagio prevalentemente di contesto è la puntualiz za zione della a c ce zione di in teg ra z ione mu ltic ultur a le. Appare pienamente condivisibile in me rito l’ af fe rma z ione de l prof. Vjeran Katunaric, ordinario di soc iologia a ll'univ ersità di Zagabria , secondo la quale “il dialogo non consiste semplicemente nel rivolgere un saluto al vicino, ma rientra in una prospe ttiva di più a mpio re spiro, volta a scoprire "l'altro". ...Il dialogo è una forma di trattativa che f avo risc e una comu nic az ione razionale tra le culture. Non vuol dire dominare, bensì condivider e , f a tto c he è sta to ta lvolta dimenticato dalle nostre società de moc ratiche. ….”. Una piena c o ndivisio ne pr esu ppo ne il requisito della reciprocità, inteso come disponibilità che vincola le p arti, n ello ste sso temp o, sia a ll'apertura sia all'acce ttazione, r equisito che è appunto l’elem ento valor ia le che dovr ebbe caratterizzare il percorso dell’inclusione. Perché si possa facilitare il dialogo e, quindi, creare reciprocità è indispensabile creare una serie di "luoghi" spec iali di soc ializzazione. Possono, quindi, gli odori di spezie abituali e non noti, i sapori di piatti fa miliari e quelli sc onosc iu ti, i ling uaggi diver si de l c o rpo al s uon o de lla music a unire i popoli? Da quanto assistito a CITTA’ DEI COLORI la sera dell’epifania, nella manifestazione “cous cous, cutturiedd’ … e non solo”, sembra proprio di sì. Città dei Colori --AVVISO-S i invitano le Associazioni e i lettori a collaborare alla redazione del nostro periodico inviando articoli anche corredati di foto o grafici, unitamente al nominativo dell'autore e dell'associazione o Ente di appartenenza. Tutto il materiale dovrà essere fatto pervenire, preferibilmente su floppy o via E-mail (formato Word per i testi, JPG per le foto) alla nostra Redazione entro il giorno 15 di ogni mese. Gli scritti, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. La Redazione fa presente che nella scelta degli articoli da pubblicare sarà data precedenza a quelli di più stretta attualità o a quelli che possano rappresentare elemento di discussione e/o di dibattito all'interno del mondo del Volontariato. Onde evitare tagli tecnicamente necessari, si raccomanda comunque di contenere la dimensione degli scritti. Volontar i ato 2000 Basili cata 8 Il valore della testimonianza Caro Presidente, da quattro anni il CSV Basilicata promuove, presso tutti gli Istituti di istruzione seconda ria di II° grado del territorio regionale, il progetto “A scuola di solidarietà: lo sportello scuola-volontariato”, allo scopo di avvicinare i giovani al mondo della solidarietà e alla cultura della cittadinanza attiva e incoraggiarli a fare esperienze di volontariato e di vita associativa. Ogni anno, nella fase di avvio del progetto collaboratori del CSV ed esperti del settore incontrano gruppi di studenti delle scuole aderenti al fine di confrontarsi sui significati e sulle motivazioni del “fare volontariato”. Tuttavia, in questa fase è fondamentale anche il contributo delle organizzazioni di volonta riato e dei volontari aderenti che con le loro testimonianze aiutano i giovani studenti a comprendere il senso di tali realtà e l’impegno necessario per mantenerle sempre vive ed efficienti. Offrire la vostra disponibilità ad arricchire il progetto, con l’esperienza concreta dell’im pegno di solidarietà di cui sono protagoniste le vostre organizzazioni, rappresenta anche un’ottima occasione per promuovere la vostra realtà associativa e la sua missione sociale. Da non sottovalutare, inoltre, l’importanza, per chi si avvicina al mondo del volontariato, di poterne conoscere le sue molteplici espressioni per meglio orientarsi tra le opportunità di impegno offerte dal volontariato presente nel proprio contesto territoriale. Allo scopo possono essere utili eventuali materiali informativi delle associazioni (manifesti, brochure, opuscoli, volantini, etc.) da cui poter evincere la missione sociale e le iniziative svolte. Presso ogni sportello le attività si avviano tra dicembre e gennaio, proseguendo fino a metà maggio. Le testimonianze dei volontari sono previste in genere nei primi quattro incontri organizzati da ciascuno sportello nella fase di avvio, ma non si esclude la possibi lità di effettuarne ancora fino alla metà di aprile. Infatti, dopo il primo approccio teorico, il progetto prosegue con una fase di laboratorio durante la quale i ragazzi progettano e realizzano un’azione concreta di volontariato, auspicando nella collaborazione delle Associazioni del territorio attive nell’ambito da loro prescelto. “Lo sportello”, così definito per individuare sia uno “spazio” fisico che un luogo ideale d’incontro tra scuola e volontariato, rappresenta anche l’occasione per approfondire temi sociali di grande attualità: le nuove povertà, l’uguaglianza sociale, la pace, i diritti fonda mentali, la tutela dell’ambiente, il soccorso durante calamità naturali etc.. Tematiche sulle quali la voce delle associazioni è vitale e insostituibile. Non resta che accingerci a collaborare. Contattateci!! An no 4 - n . 22 9 Commento e riflessioni sul convegno: “Servizi sociali innovativi/Partecipazione attiva Reti locali/Buone pratiche Il Ruolo della Cooperazione Sociale” di Giuseppe Daraio La tavola rotonda svoltasi a Grassano il 02 Dicembre scorso promossa dalla cooperativa sociale "La M i m o s a", che ha a ffront at o l e te ma ti che r iguar da nti la Legge 328/2000 e le sue implicazioni sul territorio , ha suscitato un notevole interesse. All'iniziativa hanno partecipato in modo a tt ivo ra ppresent ant i de l mondo dell'associazionismo e del volontariato, cooperative sociali del te rri tor io ri ca dent e ne l P. S . Z . Basento/Bradano, nonché operatori sociali e sanitari, cittadini interessati ad approfondi re l e te ma ti che riguardanti il sistema integrato dei servizi socio-assistenziali. La rel azione introdutt iva è stat a tenuta da Massimiliano C elibert i operatore sociale territoriale della domiciliarità, il quale ci ha illustrato l 'esperi enza dell a coopera tiva "La Mimosa" nel la costruzione di reti locali nell'ambito territoriale di riferimento, finalizzato alla concreta att uazi one dei cont enuti del la Legge 328/2000. In quest'o ttica ha lanciato l'idea di avviare un tavolo di concertazione territoriale ove tutti gli attori, nel rispetto dei ruoli, contribuiscono all a reali zzazione delle politiche sociali territoriali. La dott.ssa Antonazzo (assistente soci ale nei comuni di Salandra e Grottole), con estrema franchezza ha evi denziato al cune crit icità in merito all'avvio dei P.S.Z. Innanzitutto vi è stato un a grossa difficoltà organizzativa scaturi ta proprio da questo nuovo modo di approccio ai servizi: gestione comprensoria le intercomunale, servizi programmati per aree tematiche, coinvolgimento attivo del terzo settore. Tutto ciò ha determinato la non semplice gestio- ne delle relazioni tra i vari soggetti a vario titol o interessati: amministra tori , funzi onari , t ecni ci de i diversi comuni, il mondo dell'associazionismo e del volontariato, il privato sociale, insomma connettere i nodi della rete non è semplice ancor più difficile fare sistema. E di sistema integrato ha parlato il dott . De nisi r esponsabi le de l Distretto Sanitario di Tricarico che ha funzioni di coordinament o per gli otto comuni ricadenti nel P.S.Z. Basento/ Bradano. Ha illustrato il P.A.T. ( programmazione assistenza territoriale), strumento operat ivo per risposte integrate socio-sanitarie. Dalla discussione scaturita a cui hanno dato un contributo significativo Giuseppe Salluce della Legacoop. Basili cata e Tina Paggi del C . S . V. Basil ica ta, è emerso una forte ed unanime volontà alla partecipazione attiva nella progettazione/programmazione dei servizi, lo strument o indicato è quel lo della costruzione di tavoli di concertazione/c o-proge tt azi one ter rit orial e auspi cat o propri o dal l a l egge 328/2000. Le conclusioni della tavola rotonda sono state fat te dall'assessore alle politiche sociali della provincia di Mat era R osa R ivelli, la qual e ha illustrato le linee guida in materia a cui sta lavorando così come previsto dalla legge quadro nazionale e dall a legge regional e 25/ 97 che att ribuisce all 'ente P rovinci a un ruolo di coordinamento intercomunale. Tra gli obbiettivi prefissati vi sono la costituzione di consulte permanenti di sti nt e per aree tematiche (i nfanzia, handicap, tossicodi pen- denti) così come è già stata avviata la consulta sugli anziani che vede la part eci pa zione di va ri sogget ti : comuni, A.S.L. terzo settore, sindacati. La le gge quadro di ri ordi no del sistema integrato dei servizi sociali "328/2000", ha introdotto una radicale trasformazione del rapporto tra isti tuzioni pubbl iche, cit tadini e soggetti sociali , con il riconoscimento e l'attribuzione di pubbliche responsabilità. Istituzioni e cit tadini qui ndi sono chiamati a costruire con la massima responsabilità il nuovo stato sociale ovvero una comunità basata sull'uguaglianza dei diritti e sulla libertà, concetti quest' ulti mi indissol ubili pena il fallimento di entrambi. La L.328/ 00, va int esa come una sfida tesa all 'all arga mento dell o st ato sociale, all 'affermazione di dirit ti social i pur in presenza di scarsità di risorse; ciò può essere possibile in un solo modo: la condivisione delle pubbliche responsabili tà da parte dei citt adini e delle loro formazioni sociali. I suoi contenuti possono rappresentare nella comunità locale di Basilicata un'occasione di sviluppo sociale e culturale, è nostro compito raccogli ere la sfida partecipando alla realizzazione di un reale sistema int egrat o di inte rve nt i e servi zi sociali. Tutt o ciò met t e in e vi denz a un nuovo modo di essere del singolo cittadino, della famiglia, dei gruppi sociali, delle istituzioni, che richiede responsabi lità, disponibilit à, e volontà a mettersi in gioco. In altre parole, la riscoperta della politica nel senso più nobile del termine. Volontar i ato 2000 Basili cata 10 Una storia di reti Presentato il Rapporto CSV.net sull’attività dei CSV in Italia nel 2003 Roma, 14 gennaio 2005 Sintesi e intervento di Marco Granelli presidente CSV.net Alle soglie del 2005 si sta per concludere una tappa importante del volontariato in Italia: con la prossima istituzione dei cinque CSV della Campania in tutte le Regioni italiane (tranne la prov. di Bolzano) saranno presenti i Centri di servizi o per il Volontariat o. Con questi 77 CSV si conclude un processo lungo e travagliato, voluto dalla legge sul volontariato n. 266 dell'agosto del 1991, iniziato a fatica nel 1994-95, dopo le sentenze favorevoli della Corte Costituzionale. Un successo del volontariato italiano che riesce ad avere a disposizione in tutt'Italia questi strumenti per meglio sostenere il proprio sviluppo. Si è trattato di una storia di reti. Le reti del volontariato italiano che hanno costituito gli enti "associazioni di associazioni" prevalentemente di volontariato che gestiscono i CSV. Si tratta di 4.565 organizzazioni di volontariato socie dei CSV, su un totale di 4.967 soci pari al 91,4%. Considerando che 500 di queste organizzazioni sono coordinamenti, possiamo affermare che circa il 20% - 25% del volontariato italiano partecipa a definire l'indirizzo dei CSV e a governarli. Si tratta di una storia di un'altra rete, quella dei punti di servizio costituiti in questi anni sul territorio. Oggi infatti i CSV attraverso l 'att ivazione di sedi, delegazioni e sportelli mettono a disposizione 334 punti di servizio, quasi 4 in media per ogni provincia. Una rete di accessi e servizi, ma anche un sistema di luoghi dove il volontariato fa esperienza di rete, incontrandosi, confrontandosi, usufruendo e parteci pando ai servizi per il proprio sviluppo. E' questa una grande opport unità per una del le linee di sviluppo strategico del volontariato italiano: le forme di rete, coordinament o, rappr ese nt anza, per megl io interpretare il proprio ruolo di soggetto sociale che interpreta e vive la sussidiarietà e l a respons abi lità sociale della solidarietà. e delle azioni messe a disposizione del volontariato e nel confronto con l'anno precedente si individuano alcune significative novità: - il raddoppio degli interventi di proDal rapporto emergono alcune confer - mozi one del volontari ato (da 889 a me, alcune novità significative e alcuni 1.907) con un investimento economico obiettivi strategici di CSV.net, il coordi - triplicato (da 850mila euro a 2,4 milioni namento dei CSV italiani. di euro); più di 500 iniziative di raccordo scuola-volontariato; il 64% delle Le conferme iniziative realizzate in partnership con Con le 98.000 (+ 4.000 del 2002) presta- reti di volontariato per rispettare e prozioni di servizi offerte a 38.000 (+ 4.000 muovere il contenuto e la pluralità del del 2002) soggetti si conferma un siste- volontariato, e valori zzandone la ricma di servizi per sostenere e qualificare chezza delle esperienze; il volontariato. Un sistema finalizzato al - quasi 1.400 iniziative di volontariato, volontariato ed apprezzato. Infatti le pre- sp ess o in novativo e di rete (58%), stazioni ri vol te all e organizzazioni di sostenute anche economicamente con volontariato e ai singoli volontari che vi un investimento triplicato (da 3,7 a accedono costituiscono l'87% del totale, 10,3 milioni di euro), attraverso forme e ogni associazione si rivolge in media 3 se mpre pi ù pubbli che e t ras parent i - 3,5 volte all'anno, segno di un apprez- (bandi), spesso gestiti in collaborazione zamento. con i Comitati di Gestione e altri interloLa conferma anche di un sistema di ser- cutori dei CSV; vizi che diviene ormai importante con- - un aumento del 132% in 2 anni delle suetudine: iniziative di comunicazione del volon- la formazione con le 1.851 iniziative tariato passando da 4.000 del 2001 a per 29.000 ore a cui hanno partecipato 10.000 del 2003; un processo per aiuta48.157 volontari; re il volontariato ad essere conosciuto - il sostegno logistico, attraverso circa dalla gente e a diffondere la cultura 39.000 prestazioni semplici, concrete, di della solidarietà nell'opinione pubblibase per quasi 10.000 org a n i z z a z i o n i ca attraverso la pubblicizzazione e narra(utilizzo del computer, fornitura di pro- zione di esperienze e iniziative; grammi informatici, prestito di attrezza- - un aumento delle consulenze per la ture, strumenti e materiali, prestazioni di realizzazione di processi formativi, per copis teria, utili zzo di spazi e sale per accedere ai bandi e ai contributi pubattività, recapito e sede delle associazio- blici e privati, per il Servizio civile e il ni); Ser vi zi o Vol ontari o E uro p e o; una - le informazioni e consulenze di sportel- minore incidenza (da 52 a 41%) delle lo attraverso 53.000 prestazioni a favore consulenze amministrativo - giuridiche di più di 30.000 organizzazioni (legale - fiscali, testimoniando la ricerca di forniamministrativo - fiscale, processi forma- re non solo servizi per gli adempimenti, tivi , proget ti per bandi e cont ri but i, ma anche opportunità per meglio cogliecomunicazione, fund-rais ing, servizio re le occasioni per rispondere ai bisogni civile, ….). del volontariato. Le novità significative Nell'analisi particolareggiata dei servizi Obiettivi del sistema dei CSV Dal rapporto e dal lavoro di CSV. n e t An n o 4 - n. 22 emergono alcuni obiettivi dei CSV per i prossimi anni, le sfide per rafforzare un sistema a disposizione del volontariato. Nei CSV si impegnano molte persone, con tempo, competenze, scelte. Ci sono i rappresentanti del volontariato che sono i 69 presidenti, gli 87 vice, i 672 consiglieri, che oltre all'attività di volontariato press o le proprie ass ociazi oni fanno volontariato nei CSV, governandoli e indirizzandoli per rispondere ai bisogni del volontariato e ai suoi obiettivi di svi luppo. In tutto quasi 900 pers one per 78.700 ore equivalenti a quas i 10.000 giornate di lavoro. Ma nei CSV ci sono più di 500 persone che vi l avorano in di vers e form e e tempi, pari complessi vamente a circa 300 pers one a tempo pieno, soprattutto gi ovani (72% con età inferi ore ai 40 anni) e competenze significative (57% laureato). CSV.net sta investendo con iniziative formative in ques te ri sorse umane e sta s tudiando modelli organizzativi e di governance per meglio coordinare, v a l o r i z z a re ed i ntegrare le scelte di indirizzo dei volontari rappresentanti delle associazioni con le risorse di professionalità degli operatori professionali. Una scomm ess a per il futuro dei CSV: efficaci e saldamente governati dal volontariato per garantirne un autonomo e significativo sviluppo. I CSV hanno scelto di investire in trasparenza. Cresce nel 2003 il numero di CSV che si è dotato di regolamento di accesso ai servizi e/o di carta dei servizi: 36 CSV pari a circa il 60%, erano sol o il 37% nel 2002. Un percorso da incentivare e sostenere per garantire trasparenza e favorire un migliore utilizzo. I CSV hanno anche scelto di dotarsi di strumenti nuovi e scientifici per rendicontare la propria attività con indicatori adeguati all e t ipologie di s ervizi e ai bis ogni del vol ontariato, per riflettere sull'identità e sul raggiungimento degli obie tti vi , per mi gl iorare l e rel azioni interne e es terne. Infatti nel 2003 sono stati pubblicati i bilanci sociali di 13 CSV, che diverranno 22 nel 2004. Una scelta impegnativa, ma utile per investire nel futuro. CSV.net ha realizzato con la 11 collaborazione di Seneca e CGM u n a indagine approfondita su questi bilanci sociali ed elaborato delle linee guida utili per tutti i CSV e proposte alle Fondazioni e alla Consulta dei Comitati di Gestione, come modalità di interlocuzione e rendicontazione innovativa. La scelta di fondo dei CSV che già si intravede da questi dati è quella di essere sempre più soggetti che non si caratterizzano solo per un insieme di tipologie di servizi. Ma soggetti che vogliono utilizzare e mettere a disposizione dei servizi come "una cassetta per gli attrezzi" per costruire con il volontariato risposte complesse, articolate, di processo per rispondere ai bisogni fondamentali del volontariato. Costruire progetti obiettivo che permettano al volontariato di essere sempre più soggetto strategico della società moderna. Ne possiamo individuare almeno tre: 1. il bisogno di aumentare il numero dei volontari per meglio raggiungere i pr opri obi ett i vi , m a soprat tut to pe r diffondere la cultura dell'essere volontario; 2. la ricerca di maggiori e più diversificate risors e economiche a c c e d e n d o alle risorse pubbliche e a quelle private del sistema dei donatori; 3. l e com pl ementa ri nec ess ità per il volontariato di partecipare alle s celte delle politiche sociali, ambientali, culturali della nos tra s ocietà ai vari l ivelli secondo i principi costituzionali di solidarietà e suss idi ari età, e nello stes so tempo p ro m u o v e re e raff o rz a re re t i locali e nazionali che facilitino questo ruolo, fort emente ri conosci ut o dall a Carta dei Valori del Volontariato promossa da Fivol nel 2001 nella quale CSV.net si riconosce. Per quest e ragioni e fat ti rit eniam o necessario che il sistema dei CSV vada migliorato investendo in qualità, efficacia/efficienza e rigore dei processi, formazione delle risorse umane, partecipazione diretta del volontariato con forme sempre più adeguate di governance. Ma anche un sistema che sia confermato e rafforzat o, anzi tu telato ri sp etto anche alle scelte di chi concretamente e soprattutto a partire dal 2005 intende dimezzarne le risorse. Infatti il 72% delle fondazioni di ori gine bancaria, i soggetti finanziatori per legge dei CSV, hanno scelto, nonostante la sospensiva del Consiglio di Stato e le conseguenti indicazioni del Ministero dell'Economia, di modificare le modalità di calcolo della quota da destinare ai CSV, dimezzandone di fatto le risorse. Complessivamente in Italia si passerà così ad utilizzare a partire dal 2005 i 56 m ili oni di euro annui rispetto ai 78 dell'anno precedente. La differenza rimane congelata nelle fondazioni in attesa del giudizio definitivo del TAR: così sono fermi circa 122 milioni di euro. Questo problema si aggiunge al rallentamento di fatto realizzato in questi anni nell'erogazione delle risorse dalle fondazioni ai CSV. Infatti rispetto ai 462 milioni di euro accantonati dalle fondazioni fino ai bilanci consuntivi del 2002, solo 135 sono stati erogati ai CSV per utilizzarli nelle azioni a sostegno del volontariato. Serve un meccanismo più efficace, meno burocratico e soprattutto procedure realm ente conform i, a nche nei t empi, a quanto previsto dalla norma. I l rapporto fra CSV e fondazioni di origine bancaria potrebbe aiutare ad avvicinare volontariato e fondazioni di origine bancaria, entrambi soggetti del terzo settore, nati dalla volontà dei cittadini di utilizzare risorse di tempo e di denaro per il bene comune. Serve però un di più di re c i p roca stima e fiducia oltre a scelte procedurali coerenti e finalizzate al reale sviluppo del p r oces so, nel r iconosci mento de lle reciproche autonomie, compiti e ruoli, l asciando al volontariato l'indirizzo del proprio autonomo sviluppo. Auspichiamo quindi che il TAR confermi il giudizio emesso dalla conferma di sospensiva del Consiglio di Stato nel settembre 2001, rendendo disponibili queste risorse per il volontariato e auspi ch iamo che CSV, fondazioni e volontariato percorrano strade comuni già localmente sperimentate di collaborazione nel reciproco rispetto dei ruoli. Volontar iato 2000 Basili cata 12 UN RESPIRO PER LE FAMIGLIE ALLE PRESE CON LA DEMENZA Nei giorni 29 e 30 ottobre 2004 presso l'auditorium del Conservatorio di Mus ica a Mat era si è svolto il primo convegno sul problema emergente delle demenze, defi ni to la nuova epidemi a di questo decennio. E' una malattia che colpis ce il 7% della popolazione ultrasessantacinquenne. Se si cons idera la fascia d'età compresa fra 75 e 85 anni, che è l'età della vecchiaia, la percentuale dei casi sale addirittura al 50 %. A questa prima edizione seguiranno altre con frequenza annuale e di respiro internazionale. Hanno partecipato al Convegno i maggiori esperti provenienti da tutta Italia, che hanno discusso d e l l ' a rgom ent o i n tut ti i s uoi aspetti , clinici , farm acol ogici , preventivi, riabilitativi, genetici, epidemiologici, sociali, bioetici e medico legali. Erano altresì presenti politici, religiosi, rappresentanti di forze culturali, e rappresentanti dell'associazione Alzheimer "d o l c e M e n t e", che opera nel l' ambit o dell a Provi nci a di Matera e che raccoglie centinaia di famiglie con questo problema. L'associazione è presieduta dalla signora Vincenza S alerno e ha sede pre ss o la s tes sa Unit à di Geriatria. Il convegno, presieduto dal geriatra dell'ospedale di Matera dott. A l f redo Cinnell a e avent e per titolo "LONGEVITA' E DEMEN ZE: PROSPETTIVE E CURE per un approccio globale intergene raz ionale integrato col t er r i t o r i o", è stat o organizzat o dall a st es s a a ss oci az ione D O L C E M E N T E con l a col laborazione della Geriatria di Matera e del Comune di Matera. Hanno partecipat o att ivam ent e i l Direttore del la Geriatri a dott . Salvatore Tardi, il direttore della Neurologia dott. Aldo Nicolai e il direttore della Psichiatri a dott. Rocco Canosa. Sono state coinvolte anche alcune scuole, come il liceo artistico, l'istituto alberghiero e il conservatorio di musica, al fine di diffondere messaggi geragogici, cioè di educazione all'invecchiamento e al buon invecchiamento. Circa 50 alunni del liceo artistico si sono ci mentati in un concorso d'art e avente per tema la vecchiaia e la perdita della memoria (con opere su carta, in argilla e in legno). Gli elaborati erano tutti interessanti e i m igli ori s ono s tat i prem i ati durante la cerimonia inaugurale. Il rapporto di collaborazione con le scuole e con le nuove generazioni è inserito in un progetto più ampio e si auspica di poterlo continuare e diffondere ulteriormente. Sono intervenuti fra gli altri il reverendo don Basilio Gavazzeni, il Pres idente UNICEF Comitato Provinciale di Matera Prof. Giuseppe Vill one e l'assess ore all a Salut e de l Com une di Mate ra dott. Nicola Trombetta, il quale ha evidenziato l 'importanza, in programma da parte dell'associazione, di creare centri diurni specifici per la demenza in cui svolgere attività preventive e riabilitative per questi pazienti. Coloro che ass is tono una persona che soffre di demenza sono impegnati 24 ore su 24 e spesso si ammalano anche loro per l'enorme stress che que st o ti po di as si s tenz a comporta. I centri diurni prendono in consegna i malati di demenza per al cune ore del giorno dando beneficio ai pazienti e un grande aiut o e res pi ro a i loro familiari. I centri diurni sono pra- tica com une nel resto dell'Europa, rari in Italia e inesistenti nel Meridione. L'introduzione di un cent ro diurno a Matera s arebbe un pass o avanti nel trattamento dignitoso del m alato, con l'ulteriore vantaggio di mantenerli al loro domicilio il più a lungo possibile, scongiurandone la disumana e costosa istituzionalizzazione. L'ultima sessione è stata dedicata ai problemi bioetici della demenza i quali sono stati trattati nel c ors o di una tavol a rot onda moderata dal giornalista Giuseppe Orlando alla quale hanno part ecipato: monsignore vicario di Mat era don Franco Cones e, il parroco della diocesi di Montecassino don Mario Delle Fave, il gi udic e bol ogne se Vi n c e n z o C astiglione, il Presidente dell a c omm is s ione del tes oro dot t . Emanuele Venezia, il Vicepresidente della commissione sanità al s enato dott . Corrado d'Anzi , l a signora Salerno e il dott. Cinnella che ha introdotto l'argomento. Ha concluso i lavori il dott. Giuseppe Grieco, funzionario dell'assessorato regionale alla Salute, il qua le, a nome del l' as s es s or e C ar lo Chi uraz zi i m p e g n a t o altrove, ha efficacemente sottolineato la necessità di valorizzare i vecchi e il loro patrimonio culturale, dichiarando la propria disponibilità a individuare gli spazi e i m ezzi per una opportuna realizz azi one del Proge tt o Lucano Creatività e Invecchiamento che è alla base del program ma dell'associazione dolceMente. Il prossimo appuntamento relativo alla seconda edizione del Convegno avverrà nei giorni giovedì 27, venerdì 28 e sabato 29 ottobre 2005. Associazione "dolceMente" 329 6121680 An no 4 - n . 22 Il mondo delle “meraviglie” 13 LO TSUNAMI PER I BAMBINI ASIATICI G li aggi ornament i ci rca il numero dei morti, il numero dei sopravvissuti, il numero dei dispersi Rubrica cambia continuamente. Sono già pasa cura di sati alcuni giorni, ormai, dallo spaventoso ma remoto che ha sconvolt o l 'A si a i l 26 Viviana Caruso dicembre, ma ciò che resta è forse ancora peg(studentessa gio. I morti sono tantissimi, e forse non si avrà mai universitaria) una cifra veramente precisa ed esatta delle persone che hanno perso la vita a causa dello tsunami e, purtroppo, ogni giorno arrivano dati sempre più agghiaccianti. I vari governi si stanno movendo insieme, per far fronte comune ad una situazione che si mostra continuamente più complicata. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa simile, una distruzione di tale portata, un senso di morte palpabile in ogni angolo di quelle meravigliose isole meta di tanti turisti l'anno. Eppure il terremoto prima e il maremoto dopo, accompagnato da questa grande onda anomala, sono stati in grado di stravolgere un'intera parte di mondo. Non è rimasto più niente, ovunque fango, case fatte a pezzi, tavoli, sedie, ogni genere di mobilio distrutto, qua e là pezzi di giocattoli, libri e giornali, scarpe, pupazzi di Babbo Natale a dimostrazione di quante vite siano state spazzate via! E' difficile guardare le immagini che le televisioni ci portano dall'Asia senza provare un sentimento di angoscia misto a una voglia di voler far qualcosa. Basta incrociare lo sguardo di uno dei tanti bambini che piange o che chiede aiuto per sentire una sorta di scintilla che ti esorta a fare qualcosa per loro. D'altronde sono proprio i bambini le prime vere vittime di questa enorme catastrofe, la loro è la più difficile situazione umanitaria da dover gestire. I bambini sono stati i più colpiti, circa il 40% delle vittime sono bambini, è stato più difficile per loro aggrapparsi agli alberi, molti non sanno nuotare, insomma sono i più vulnerabili. C' è un numero sproporzionato di piccole vittime e bambini sfollati. Lo choc maggiore grava proprio su di loro. Hanno perso la loro normalità, la loro quotidianità che significava andare a scuola, avere una famiglia, avere una casa e quindi avere delle certezze. D'un tratto non hanno più nulla. Le loro famiglie, nel migliore dei casi, sono rimaste senza tetto, ma per molti, quindi nel peggiore dei casi, non esiste neanche più una famiglia. Non hanno più scuole. E se per gli adulti è dura comprendere i disegni del destino, per i bambini tutto ciò è doppiamente incomprensibile! Come se ciò non fosse già abbastanza, negli ultimi giorni si rincorrono continue voci di violenze su bambini. E, infatti, ci sono notizie di due casi documentati. In un campo di sfollati un nonno ha abusato della nipotina. Ma in una situazione come questa in cui ci sono migliaia di sfollati, in cui ci sono tanti bambini soli o orfani, questi sono i soggetti più a rischio. E' necessario, perciò, identificare i bambini soli, separarli dal resto degli sfollati e attuare per loro un programma speciale di protezione. Bisogna rintracciare eventuali parenti sopravvissuti, perché è sempre meglio affidarli a membri delle propria famiglia, e solo dopo considerare l'adozione o l'ingresso in un istituto. Dei bambini si occupano quattro agenzie: l'Agenzia nazionale per la protezione dei bambini, il Ministero degli Affari sociali con il suo dipartimento per la protezione dell'infanzia, Save the Children e l'Unicef. L'obiettivo di questo team è di rintracciare tutti i bambini rimasti soli e applicare loro un programma di protezione. Si tratta di ritrovarli, registrarli in un database e, in base a questo elenco, rintracciare dove possibile i familiari. Contemporaneamente, ognuno di noi, singolo cittadino può contribuire ad aiutare questi bambini. Il governo in questi giorni sta cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica parlando delle adozioni, un gesto nobile e che ci costerebbe un minimo sacrificio. Considerando che l'Unione Europea conta 450 segue a pag. 14 Volontar i ato 2000 Basili cata 14 segue da pag. 13: “La lotta...” milioni di cittadini, se tutti o una buona parte di questi abbracciasse l'idea dell'adozione, migliaia di bambini avrebbero la possibilità di poter sperare in un futuro un po' meno triste. Nello Sri Lanka circa 9000 bambini sono stati coinvolti nel maremoto e non si sa quanti siano rimasti orfani, e in Thailandia si calcola che siano circa 35000 i bambini che hanno perso i genitori. E' possibile aiutarli anche attraverso delle donazioni all'Unicef che utilizza gli aiuti per acquistare dosi di sali reidratanti in grado di aiutare tanti bambini. Infatti ogni bustina di sali contiene una miscela di sali e zuccheri che, sciolta in acqua pura, consente a un organismo debilitato di ricostituire il giusto livello di liquidi e ripristinare le normali funzioni vitali. Sono state definite le bustine salvavita…in grado di trasformare uno sguardo vitreo, senza vita in uno pieno di vita strappato alla morte. 5 MILIONI di persone hanno bisogno di aiuto e tutti possono darlo… Più che ripercorrere fatti già sentiti, dire cose già mille volte dette, vorrei che intendeste le mie parole come uno sprono per agire, per far qualcosa nel concreto e per prendersi cura di chi ne ha veramente bisogno. Una giornata di festa per l'Associazione Dumbo di Matera Matera 19 dicembre 2004 Anche quest'anno l'associazione D u m b o ha de dic ato a i propri ragazzi una giornata di festa che è stata organizzata in collaborazi one con l'Associazione Amici del C uore, gemel lata ormai da tempo. Un momento di divertimento che è stato anche occasione per riflettere su quello che è stato realizzato nell'anno appena trascorso e, soprattutto, sui progetti che per il 2005 questa associazione vuole anc ora at tuare. E' i nt ervenut o anche il S indaco Av v. Michele Porcari confermando ancora una volta l'importanza dell'associ azionismo e in particolare il sostegno e l'aiuto che va dato all'Associazione Dumbo, riuscita in poco tempo a da re t ante risposte ai bisogni delle persone con disabilità. A tal proposito ha ribadito la necessità di mettere gli operatori nel le condiz ioni di la vorare anche nell'ambito della residen- zialità, individuando una struttura idonea da assegnare all'Associazione. L'intervento successivo è stato quel lo del Dott. Lui gi B radascio, presidente dell'Associazione Ami ci del C uore, che ha rimarcato la validità del progetto che l'associazione sta portando avanti da più di tre anni, sottolineando che si tratta di un lavoro svolt o con una pic coli ssi ma quantità di risorse. L'intervento successivo del Presi dente del l' Associ azi one D u m b o , Michele Colasuonno, ha posto in evidenza essenzialmente l'urgenza con cui tutt i i proge tt i va nno de fi ni t i ne l tempo. La giornata si è svolta i n un c li ma di a ll egri a e se reni t à. L' Assoc iaz ione ave va anche allestito un tavolino con i manufatt i real izzati dai ragazzi del Dumbo nel laborat ori o d'a rt e del l' associ azi one, insi eme ai calendari Dumbo 2005. VOLONTARIATO 2000 BASILICATA Reg. Trib. Potenza n.272 del 22.2.2000 Direttore: Mario Sarli Direttore Responsabile: Angelomauro Calza Redazione: Tina Paggi, Viviana Caruso, Stefania De Stefano, Antonio Di Stefano, Vanessa Nicoletti, Pasqua Parrella, Clementina Rettino, Maddalena Ruggieri Segreteria: Rossella Langone / Carmela Vaccaro Tel. 0971 273152 - 0971 274477 0835 346167 - 0835 330083 fax 0971 275477 E-mail: [email protected] sito internet: www.csvbasilicata.it Stampa e spedizione: Centro Grafico Rocco Castrignano c.da San Donato - ANZI (PZ) distribuzione abb. post. Art.2 comma 20/C L.662/96 DC/DCI/5/5/2000 Aut.N.0057/PZ numero chiuso il 28/01/2005 Per ricevere Volontariato 2000 e CSVB Informa in formato elettronico basta compilare il format di richiesta sul sito www.csvbasilicata.it An no 4 - n . 22 15 Il loro presente è il nostro futuro Una serata diversa per gli anziani della Casa di Riposo Brancaccio di Matera La terza età è quell a per certi versi più serena, in cui ci si può dedicare appieno alle proprie passioni e magari sentirsi amati da figli e nipoti. Spesso però le cose non stanno esattamente così e ci si ricorda degli anziani solo quando le loro tristi storie di solitudine ed abbandono sono raccontante nei telegiornali, locali o nazionali che siano, o gettate in un angolo della cronaca di un anonimo quoti diano di provincia. Fortunatamente non è questo il caso degli anziani ospiti della Casa di Riposo “Brancaccio” di Matera. Lo scorso 14 gennaio si è infatti svolta una festa organizzata tutt a per l oro da ll a dire zi one e da ll a R ainbow Se rvi ce, soci età che si occupa di animazione. La serata ha visto la partecipazione degli artisti del circo Orfei, famosi in tutto il mondo per le loro spettacolari esibizioni, con giocolieri e saltimbanchi che hanno allietato l’attento e allegro pubblico di anziani e, tra schiamazzi festosi e risate abbondanti, gli ospiti del “Brancaccio” hanno avuto modo di mettere in mostra le proprie doti canore grazie all’intervento di un animat ore della Rainbow Service che ha fatto sì che i protagonisti indiscussi dello spettacolo fossero proprio gli anziani. Anche la soli darie tà ha però avuto il suo giusto spazio nel palcoscenico con la presenza del gruppo scouts di Matera “Agesci Mt 1” forma to pe r l ’occa sione dal l’A lt a Squadriglia del Reparto Sagittario Matera 1, insieme a lupetti e coccinelle del Branco Seeonee. I giovani e volenterosi scouts hanno prima proposto danze e balli vari e successivamente hanno socializzato con gli anziani per conoscere e c apir e ogni si ngol a st ori a umana. La serata è stata organizzata con l’intento, di instaurare una collaborazione solidale con la casa di riposo “Brancaccio” al fine di attivare al megl io tutt e quel le i ni ziat ive di sostegno sociale e psico-fisico degli anziani ospiti della struttura materana. S ovente, infatti , il personale decadimento fisico e psicologico dell’anziano è dovuto proprio alla mancanza di attività che lo facciano senti re a nc ora uti l e al l’a tt ual e società. Senza alcuna retorica e, soprattutto, a det ta di coloro che hanno preso parte alla serata, la terza età può e deve dare ancora molto, sotto il profilo etico, sociale e culturale alle generazioni presenti e future. E' preoccupante notare che quella che in passato era la normalità, in termini di rapporti intergenerazionali, debba ora meritare l'interesse della stampa. Ciò che in futuro saremo passa inesorabilmente da ci ò che siamo stati e l’anziano, in quanto testimonianza vivente di un passato non vissuto dai giovani, può aiutare ad affrontare con maggior sicurezza e cosc ienza un fut uro quanto mai incerto. Volontar i ato 2000 Basili cata 16 An no 4 - n . 22 SIETE PRONTI A SPORCARVI LE MANI? AL VIA IL "PROGETTO BONELLI": STAGE RETRIBUITI NELLA COMUNICAZIONE DEL TERZO SETTORE IL FORUM NAZIONALE DEL TERZO SETTORE In collaborazione con: Asr (Associazione stampa romana), Facoltà di Scienze della Comunicazione Univ. La Sapienza di Roma, Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), Usigrai (Unione sindacale giornalisti Rai) Con l'adesione e il patrocinio dell'Ordine nazionale dei giornalisti promuove il PROGETTO FORMATIVO-CULTURALE "GIORGIO BONELLI" Stage formativi e di aggiornamento negli uffici stampa e comunicazione del non profit e nelle redazioni dell'editoria del Terzo Settore C'è una realtà in crescita in Italia, rappresentata dalla comunicazione sociale e dal l'edit ori a del Terzo Settore, nuove frontiere ne lle quali tant i giova ni si stanno sperimentando. Da se mpre a tt en to a qu est e tematiche, il Forum Nazionale del Terzo Settore, parte sociale ri conosciuta cui aderiscono l e principali realtà del mondo del volontariato, dell 'associazionismo, della cooperazione sociale, della solidarietà int ernazionale, del l a mut ua li t à i nt egr at i va volontaria, si è fatto promotore di u n progetto ded icato al la formazi one d ei gi ovan i e ai giornalisti. Il progetto formativo è intitolato a Giorgio Bonelli - per quarant'a nni capo uffi cio st ampa delle Acli, decano del giornalismo associ at ivo, sindacal ist a impegnato, tra i promotori della riforma dell'accesso alla professione giornal isti ca, scomparso nel dic embre del 2003 - ed intende valorizzare il patrimonio culturale e professionale di cui Giorgio Bonelli era portatore. Obiettivi e ambiti di attività Il Progetto "Giorgio Bonelli" è fi nalizz ato a fornire c o n c re t e occasioni formative a persone f o rtem ente moti vate ad una formazione specifica nel settore non profit e ad apprendere tecniche e metodologie di lavoro nell'ambito della comunicazione e informazione del Terzo Settore. Gli stage, retribuiti, saranno avviati a p artire dal mese di maggio 2005 e si concluderanno entro 3 mesi. Gli ambiti di attività interessati sono: 1. Uffi ci st ampa e strutture di comunic azione ed edi toria di o rgani zz az ioni ade re nti al Forum del Terzo Settore; 2. Redazioni di testate di informazione sociale di organizzazioni aderenti al Forum del Terzo Settore. Destinatari. Il progetto formativo "Giorgio Bone l li " pre vede per que sta pr im a ed iz ion e 2005 tre profili: A. n.4 Stage formativi per giovani neo laureati; B. n.1 Stage di "aggiornamento sociale" per giornalisti pubblicisti o professionisti; C. n.5 Stage riservati a studenti di Scienze della Comunicazione dell 'Universit à La Sapienza di Roma che daranno diritto a crediti formativi. Termini di partecipazione Le domande di partecipazione al bando dovranno pervenire presso la sede del Forum del Terzo Settore, via di Pietra 84 00186 Roma con raccomandata semplice, riportando sulla busta l'indic az i one "P roge tt o Bonel l i", entro e non oltre il 15 marzo 2005 (farà fede il timbro postal e). Si può presentare domanda per uno solo dei profili previsti. Il bando completo con le modal it à di accesso, i requisiti pe r l'ammissione e ogni altra informazione è disponi bil e sul si to www.progettobonelli.it o contattando la segreteria organizzativa P roge t to "Gi orgi o Bone ll i " presso Cooperativa Eco Progettiamo Comunicazione Via Pacuvio 20 - 00136 Roma Tel. 06/45423084 (dalle ore 10 alle ore 13) e-mail segreteria @progettobonelli.it