Legge 53 dell’8 marzo 2000
“disposizioni per il sostegno della maternità e paternità, per il diritto
alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”
le idee
A cura di Mariangela Gritta Grainer
1
Il tempo: una risorsa o una merce
da vendere e consumare?

Una riflessione a partire dai nodi principali
che donne e uomini (ma in particolare le
donne) incontrano nel “conciliare” il tempo
del lavoro con i diversi tempi della vita.
2
Il tempo come risorsa della
singola persona



Una società di individui concreti, di
soggetti che hanno un sesso, bisogni,
valori differenziati e non riconducibili ad
unità
La dimensione sociale e quella individuale
sono tenute insieme dal valore della
solidarietà
Interessi e valori, etica ed economia si
confrontano e trovano fecondi intrecci
3
La legge 53 (8 marzo 2000)
C’è un mutamento culturale che la
ispira ma anche che vuole produrre
 Il riconoscimento del tempo e del
lavoro di cura evidenzia che esso è
meno rigido, meno prevedibile e
molto più personalizzato del tempo
di lavoro

4
Flessibilità dei lavori
Il lavoro di cura così inteso pone al
mondo della produzione l’esigenza di
una flessibilità dettata dai bisogni e
anche dai desideri di donne e uomini
 Il lavoro di cura così inteso e
riconosciuto propone nuovi
paradigmi e nuove priorità

5
Promuovere un equilibrio tra i tempi di
lavoro, di cura. Di formazione e di relazione
(dai principi generali della legge 53)





I cicli di vita sono sempre meno prevedibili meno
rigidi
La richiesta di flessibilità del mercato è sempre
maggiore
nuove opportunità possono aprire inediti scenari
Nuovi spazi di libertà per individui non più
ingabbiati in un unico lineare tempo di vita fatto
prima di formazione, poi di lavoro ed infine di
“riposo”
Una relazione forte tra etica ed economia
6
Cittadini lavoratori utenti



Donne e uomini sono considerati
nell’interezza della loro vita
La conciliazione dei bisogni individuali e
familiari non scissi dalle esigenze sociali
ed economiche
La conciliazione come crinale per la
nascita di una nuova cultura dei servizi e
dell’impresa
7
Le città




Le città sottraggono tempo ed energia
L’organizzazione sociale è governata
prioritariamente dalle convenienze
economiche, del mercato e della
produzione (e del consumo)
Non si tiene conto dei soggetti che ci
vivono, dei loro bisogni
Tutti affrontiamo in solitudine l’ardua
impresa di far entrare nelle nostre
giornate (e nella nostra vita) tutto ciò che
dobbiamo e che vogliamo fare.
8
Tempi orari spazi: un paradigma
per riprogettare le città




Coordinare i tempi e gli orari delle città
Valorizzare esperienze di solidarietà
Mettere in sinergia le banche del tempo
Investire di responsabilità i sindaci (terza
parte della legge 53)
9
“per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo
per ogni faccenda sotto il cielo…..” (dall’Ecclesiaste)
Flessibilità degli orari e della
organizzazione del lavoro
 La figura del sostituto del titolare
d’impresa o del lavoratore autonomo
 Congedi
 Tempi della città
……verso l’obiettivo di un mutamento
delle abitudini sociali (oltre che
individuali) nell’impiego del tempo

10
Il tempo come risorsa infinita
eppure scarsa
Il tempo come problema e insieme
come leva per introdurre nello
sviluppo elementi di inedita qualità
sociale
 Il tempo come chiave di lettura e di
cambiamento della vita quotidiana
delle donne e quindi di tutti

11
Quella vita quotidiana
Che lega la vita sociale e personale
al suo tracciato biologico
 Come luogo di confine tra l’individuo
la società e la politica
 Tra presente futuro e la memoria

12
Tre dimensioni della vita
quotidiana



Della routine e degli avvenimenti
Del particolare e dei bisogni
Dell’attesa del progetto dell’investimento
sul futuro
Su di esse si fonda la soggettività,
si ridefinisce l’identità
si snoda l’esperienza di vita delle persone
13
IL TEMPO: UNA RISORSA
INFINITA EPPURE SCARSA
14
LEGGE 8 MARZO 2000, N.53
“ disposizioni per il sostegno della
maternità e della paternità, per il diritto
alla cura e alla formazione e per il
coordinamento dei tempi delle città”

15
La legge affronta tre ambiti importanti



Congedi parentali, familiari e
formativi;
Flessibilità di orario
Tempi delle città
Per ognuno dei tre ambiti sono previste norme,
opportunità, risorse per
“promuovere un equilibrio tra i tempi di
lavoro, di cura, di formazione e di relazione”
(dall’articolo 1 della legge 53 – principi generali, finalità -)..
16
CONGEDI PARENTALI
FAMILIARI E FORMATIVI
Madri padri
Famiglia
formazione
Dal testo unico in materia di tutela e
sostegno della maternità
 Art.1 disciplina i congedi, i riposi, i permessi connessi a
maternità e paternità di figli naturali, adottivi ed in
affidamento
 Art.2 dà alcune definizioni:
 Congedo di maternità: astensione obbligatoria dal lavoro
della madre
 Congedo di paternità: astensione dal lavoro del padre in
alternativa alla madre
 Congedo parentale: astensione facoltativa della madre e/o
del padre
 Congedo per malattia del figlio: astensione facoltativa della
madre e/o del padre in dipendenza della malattia
18
Congedi parentali


Nei primi otto anni di vita del bambino
ciascun genitore ha diritto di astenersi dal
lavoro per un periodo non superiore a sei
mesi. Le astensioni complessivamente
non possono eccedere i dieci mesi.
Se è il padre ad esercitare tale diritto per
almeno tre mesi i limiti di cui sopra sono
elevati a sette e a undici mesi
19
Prolungamento del congedo riposi
e permessi


Madre e/o padre di un bambino con
handicap grave hanno diritto a
prolungare il congedo fino a tre anni
In alternativa possono usufruire di due
ore di riposo giornaliero retribuito (art.
33, comma 2, legge 5 febbraio 1992,
n.104
20
Trattamento previdenziale ed
economico congedi, permessi, riposi



Le madri, per il congedo di maternità hanno diritto
(cinque mesi flessibili) a una indennità giornaliera pari
all’80%. In alcuni casi il padre, in sostituzione della
madre. Tale diritto è esteso alle lavoratrici autonome ,
alle imprenditrici e libere professioniste. A partire dal
2001 è previsto un assegno complessivo di circa 1250
euro per le madri in condizioni non lavorative (art. 74
e 75 del T.U.)
Per il periodo di congedo parentale è prevista
un’indennità pari al 30% della retribuzione (per un
periodo massimo complessivo di sei mesi e fino ai tre
anni di età del bambino.
Il trattamento previdenziale è regolato dagli art. 25
eseguenti del testo unico del 26 marzo 2001, n.151.
21
Congedi familiari (per eventi e
cause particolari – art. 4)



Sono previsti congedi per decesso o
grave infermità del coniuge.
In alternativa ai congedi è prevista la
possibilità di concordare diverse modalità
lavorative
Sono previsti congedi fino a un massimo
di due anni per gravi e documentati
motivi (con la conservazione del posto di
lavoro, senza retribuzione né contributi
previdenziali.
22
Congedi per la formazione


Per lavoratori e lavoratrici con almeno
cinque anni di anzianità è possibile
attivare un congedo per la formazione
per un massimo di undici mesi
(continuativi o frazionati) nell’arco
dell’intera vita lavorativa (art. 5 legge 53)
Congedo di formazione: è quello relativo
al completamento della scuola
dell’obbligo, al conseguimento del
diploma secondario, della laurea e a corsi
non organizzati dal datore di lavoro
23
Congedi per la formazione
continua


E’ sancito il diritto delle lavoratrici e dei
lavoratori di proseguire i percorsi
formativi per tutto l’arco della vita per
accrescere conoscenze e competenze
professionali (art.6 legge 53).
I percorsi formativi sono programmati e
organizzati in modo sinergico tra i
soggetti istituzionali le imprese le parti
sociali (che provvedono anche al loro
finanziamento).
24
Anticipazione del trattamento di
fine rapporto e prolungamento
dell’età pensionabile


Per i lavoratori e le lavoratrici che
ricorrono ai congedi per la formazione e
per la formazione continua è prevista la
possibilità di chiedere di utilizzare
anticipatamente il TFR.
quelli che ricorrono alla formazione
possono avvalersi della possibilità di
ritardare il pensionamento per un
periodo corrispondente al congedo.
25
FLESSIBILITÀ DI ORARIO
Misure a sostegno della flessibilità di orario
26
Misure a sostegno della flessibilità
di orario
(art. 9 legge 53)


20 milioni di euro all’anno sono stanziati
(nell’ambito di fondi per l’occupazione)
per promuovere e incentivare azioni volte
a conciliare tempo di vita e di lavoro.
Soggetti finanziabili sono le imprese. Il
50% delle risorse sono finalizzate a
imprese fino a 50 dipendenti.
27
Tre linee di azioni



Per lavoratrici madri e lavoratori padri:
particolari forme di flessibilità di orario e di
organizzazione del lavoro (per il 60% delle
risorse delle risorse )
Per programmi di formazione per il
reinserimento dei lavoratori dopo il periodo di
congedo (per il 20% delle risorse)
Per la “sostituzione” del titolare d’impresa o
del lavoratore autonomo che benefici del
periodo di astensione obbligatoria o dei
congedi parentali, con altro imprenditorie o
lavoratore autonomo (per il 20% delle
risorse)
28
Decreto attuativo dell’art.9

Sono considerate azioni di flessibilità:




part time reversibile,
telelavoro e lavoro a domicilio,
orario flessibile in entrata e in uscita, banca
delle ore, flessibilità sui turni, orario
concentrato,
la priorità è per genitori di bambini
minori di otto anni.
29
Gli accordi necessari


Per le prime due linee di azioni l’impresa
deve stipulare accordi con le
organizzazioni sindacali (provinciale o
aziendale)
Per la terza linea (sostituto d’impresa) le
intese, gli accordi devono essere
individuate tra le associazioni datoriali
nazionali e/o territoriali.
30
Il ruolo delle autonomie locali


Si riconosce la peculiarità dell’azione e si
considera quindi questa fase una fase
sperimentale.
Si riconoscono le autonomie locali come
soggetti promotori di sperimentazioni
pilota finalizzate a creare una rete di
supporto alla contrattazione (accordi
quadro). Tali progetti sperimentali relativi
alle tre linee di azione saranno valutati
con un titolo preferenziale.
31
Criteri di ammissibilità e criteri di
costo



Sono regolati dall’allegato A) circolare
n.4/03 del 10 marzo 2003 così declinati:
Criteri generali
Costi riferibili alle diverse fasi del
progetto a partire da una indagine
preliminare relativa al mercato e ai
fabbisogno fino alla diffusione dei
risultati. (vedi guida rapida)
32
Allegato B) alla circolare citata

Si tratta di linee guida per la
compilazione del modulo di domanda per
l’ammissione ai finanziamenti previsti
dall’art.9. (vedi guida rapida che contiene
anche il modulo di domanda)
33
Le amministrazioni pubbliche e
l’art.9


Gli enti territoriali e le pubbliche
amministrazioni non possono accedere ai
finanziamenti previsti dall’art.9 della
legge 53
Sono invece ammesse le aziende a
partecipazione o a capitale pubblico come
le Municipalizzate (le ASL sono state di
nuovo escluse in data 15.02.05)
34
Tavolo di elaborazione :




Nella costruzione della rete di supporto
alla concertazione tra i diversi soggetti
coinvolti nei progetti
Nella costruzione di veri e propri accordi
quadro
Nella individuazione della tipologia di
azioni positive
Nella declinazione progettuale azione per
azione
35
Sinergia con altre leggi



Nella identificazione di altre normative cui
riferirsi (fondo sociale europeo, nuova
legge sull’assistenza, legge 215,
normative regionali ecc)
Nell’accompagnare e monitorare tutte le
fasi del progetto
Nella valorizzazione dei risultati in modo
da rendere evidenti i “vantaggi” per
l’impresa e per i lavoratori dipendenti
delle azioni realizzate.
36
Per ogni azione positiva vanno
definiti:








I soggetti interessati dal progetto
Le caratteristiche professionali di tali
soggetti
Le mansioni da svolgere
Il tempo la durata del congedo
L’identikit della figura che si intende
sostituire
Modalità della scelta (chi sceglie, da quale
bacino, come si forma…)
In quale maniera si esplicita l’accordo/gli
accordi
In che modo si costruisce e si esplicita un
rapporto stabile tra servizio e territorio
37
Termini di presentazione dei
progetti


Non ci sono bandi formali.
E’ stata istituita una commissione di
valutazione che valuta ogni quadrimestre
i progetti presentati :



entro il 10 febbraio
entro il 10 giugno
entro il 10 ottobre
38
Progetti finanziati novembre 2001
a febbraio 2005



In undici quadrimestri i progetti finanziati
sono stati 192 (di cui 122 parzialmente).
Solo a partire dall’ottobre 2002 sono stati
finanziati progetti relativi al “sostituto”
d’impresa (dieci nei primi tre
quadrimestri; 60 in totale alla data
odierna).
Utilizzato solo il 20% delle risorse
disponibili;
39
Tempi e orari delle città

Compito delle regioni è quello di emanare
norme per il coordinamento da parte dei
comuni degli orari di uffici, servizi pubblici
e delle pubbliche amministrazioni e per la
promozione dell’uso del tempo per fini di
solidarietà sociale. Prevedono incentivi
finanziari per i comuni anche per
l’attivazione delle banche del tempo
40
Compiti dei comuni



I comuni, singolarmente o in forma
associata, attivano il piano territoriale dei
tempi e degli orari.
Nell’elaborazione del piano i comuni
tengono conto degli effetti sul traffico e
sull’inquinamento, sugli effetti sulla
qualità della vita dei cittadini.
Viene istituito un tavolo di concertazione
41
Banche del tempo

I comuni possono promuovere e
sostenere la costituzione di associazione
denominate “banche del tempo” anche
attraverso vere e proprie accordi che
prevedano scambi di tempo da destinare
a prestazioni di mutuo aiuto a favore di
singoli cittadini o della comunità locale.
42
Fondo per l’armonizzazione dei
tempi della città


Per le finalità relative ai tempi delle città
è previsto un fondo nel limite massimo di
circa 7,5 milioni di euro annui da ripartirsi
tra le regioni a cura del CIPE, sentita la
Conferenza unificata delle regioni.
Il fondo è stato finanziato nel luglio del
2003
43
Alcune leggi che “naturalmente”si
intrecciano con la legge 53





Istituzione dall’anno 2003 del Fondo di rotazione per il
finanziamento in favore dei datori di lavoro che realizzino
nei luoghi di lavoro servizi di asili nido e micro-nidi (legge
finanziaria 2002, art.70 legge 28.12.2001, n.448)
Fondo ad hoc per gli asili nido (300 milioni di euro in tre
anni – finanziaria 2002)
Legge 8 novembre 2000, n.328 “legge quadro per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali (nuova legge quadro sull’assistenza) e
provvedimenti regionali di attuazione
Piani regionali dei servizi alla persona e alla comunità
Leggi regionali relative ai servizi
44
Quali politiche di sviluppo





Integrazione tra politiche sociali, politiche
del lavoro e dell’impresa
Legame forte al territorio, ai suoi bisogni
risorse potenzialità e vocazioni
Ri-progettazione degli strumenti di
valorizzazione e di “uso” del territorio
Sviluppo dell’economia sociale
Costruzione di una forte relazione tra
pubblico e privato, profit e non profit,
volontariato in una dimensione di rete in
cui le reciproche utilità contribuiscono al
raggiungimento del bene comune
45
Relazioni sinergiche da
promuovere tra diversi soggetti






Le istituzioni e gli enti locali
Le associazioni economiche e di categoria
Le organizzazioni sociali sindacali
Il mondo della scuola e della formazione,
università, istituti ed enti di ricerca
Il mondo associativo
Competenze, intelligenze e professionalità
nei diversi campi
46
Una tavola “rotonda” per
elaborare progetti e
Di concertazione
 Di individuazione delle
caratteristiche del progetto, delle
azioni, dei soggetti e delle
competenze professionali da
attivare, delle risorse umane e
finanziarie disponibili e/o da rendere
disponibili

47
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