La gestione aziendale e la lettura del bilancio
4
1
“Esiste un modo giusto ed uno sbagliato di fare le cose.
Tu ti puoi allenare a tirare 8 ore al giorno, ma se la tua tecnica è sbagliata, tutto
quello che diventerai è bravissimo a tirare nella maniera sbagliata.
Assimila bene i fondamentali ed il livello di tutto ciò che farai crescerà”
Michael Jordan
INDICE SISTEMATICO
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Premesse sulla gestione
Il finanziamento
Esemplificazioni
L’acquisto dei fattori produttivi
Esemplificazioni
La vendita del prodotto/servizio
Esemplificazioni
La sintesi dei valori per la determinazione del
risultato economico
9. Esemplificazioni
10.La determinazione del risultato economico
11.Dalla tavola dei valori al bilancio
12.Appendice
13.Bibliografia
Premesse sulla gestione
Aspetto economico
Aspetto finanziario
IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI D’AZIENDA
FINANZIAMENTI
REPERIMENTO
•Capitale proprio
•Capitale di terzi
RIMBORSO O ESTINZIONE
•Capitale proprio
•Capitale di terzi
a)
Entrate (immediate o differite)
Uscite(immediate o differite)
c)
b)
PROCESSO PRODUTTIVO INTERNO
Vendite di beni e servizi
ovvero
disinvestimenti(ricavi)
Acquisti di fattori produttivi
ovvero
investimenti(costi o spese)
TRASFERIMENTO O TRASFORMAZIONE
5
GLI ASPETTI DELLA GESTIONE
L’Amaduzzi,
dal
quale
abbiamo
riadattato
la
rappresentazione schematica del circuito, immagina che i
mezzi
monetari
tramontino
aldilà
della
linea
dell’orizzonte (la linea di demarcazione) per divenire
fattori produttivi e che risorgano, poi, come mezzi
monetari all’atto del conseguimento dei ricavi di vendita
dei prodotti ottenuti. (A. AMADUZZI 1966, L’AZIENDA NEL
SUO SISTEMA E NELL’ORDINE DELLE SUE RILEVAZIONI, p. 149).
Può dirsi che la gestione è un processo di ricambio tra
mezzi numerari e mezzi economici, coordinati in un
organismo aziendale. Il denaro, per il tramite delle
operazioni di acquisto, si investe in beni; essi,
attraverso operazioni di vendita, si trasformano in
denaro.
6
Il finanziamento
I FINANZIAMENTI
FINANZIAMENTO
Interno (titolare o soci)
Esterno (banche o altri)
DOTAZIONE PATRIMONIALE
RICORSO AL “CREDITO”
CAPITALE PROPRIO
CAPITALE DI TERZI
CAPITALE DI FINANZIAMENTO
8
I FINANZIAMENTI INTERNI ED ESTERNI
Per svolgere la propria attività l’azienda deve disporre
di mezzi finanziari, che provengono all’azienda da
differenti
fonti;
sono
utilizzati
promiscuamente
e
congiuntamente, per cui non è possibile riscontrare una
diretta
corrispondenza
tra
singoli
finanziamenti
e
singoli investimenti.
I finanziamenti interni o di capitale proprio derivano
dagli apporti effettuati, in sede di costituzione o di
ampliamento dell’azienda, dal proprietario o dai soci. Il
capitale proprio aumenta anche a causa degli utili non
prelevati dal proprietario o non distribuiti ai soci
(autofinanziamento).
I finanziamenti esterni sono dati dai capitali ottenuti
in prestito da terzi. Si vincolano all’azienda per durate
prefissate e sono rimunerati dall’interesse concordato
con il creditore.
IL FINANZIAMENTO: la rappresentazione (1/2)
L’azienda Alfa è costituita, in forma societaria, con un apporto
iniziale di liquidità € 500, versato in contanti su un c/c bancario.
Successivamente l’apporto è integrato con il ricorso ad un finanziamento
bancario di € 300(accreditato anch’esso sul c/c bancario).
Per rappresentare l’operazione è necessario indicare:
1) la qualità del capitale (cioè: come è impiegato);
2) la provenienza del capitale (cioè: le fonti).
Avremo quindi, inizialmente, una situazione simile
evidenza dal seguente prospetto:
Un tale prospetto è denominato
Capitale iniziale dell’impresa.
TAVOLA
DEI
a quella messa in
VALORI
ed
evidenzia
il
10
IL FINANZIAMENTO. la rappresentazione (2/2)
Per rappresentare
ottenuto da terzi
1) la qualità del
2) la provenienza
la seconda operazione, quella inerente il prestito
a titolo di credito, è necessario indicare nuovamente
capitale (cioè: come è impiegato);
del capitale (cioè: le fonti).
Avremo quindi, una situazione che tenuto conto di quanto rappresentato
in precedenza è messa in evidenza dal seguente prospetto:
Il denaro messo a disposizione sarà opportunamente
fattori produttivi di cui l’azienda avrà bisogno.
investito
nei
LE CATEGORIE DI FINANZITORI ESTERNI
DEBITI DI FINANZIAMENTO
O FINANZIARI
Soggetti erogatori:
Banche
•
•
•
•
Mutui
C/c passivi
Anticipi su fatture
Anticipazioni
Risparmiatori
• Obbligazioni
Altri
• Leasing
• Factoring
• In ipotesi di
gruppi aziendali,
società del gruppo
ULTERIORI APPROFONDIMENTI: IL RIMBORSO DEI FINANZIAMENTI
DEBITI DI FINANZIAMENTO O FINANZIARI
Rimborso e compenso stabiliti
contrattualmente
QUOTA CAPITALE
Rimborso effettivo di
quanto preso in prestito
QUOTA INTERESSI
Rimborso del compenso
(interesse) del servizio
offerto
I = C*i*t
L’acquisto dei fattori produttivi
I COSTI O SPESE (1/4)
Acquisizione dei fattori produttivi necessari per la
produzione.
Determina (dal punto di vista economico) il formarsi di
SPESE (o COSTI)
Può trattarsi di
SPESE DI INVESTIMENTO
La parte del capitale finanziario
che viene impiegata in questi
fattori prende il nome di capitale
fisso. Sono anche denominate, in
gergo tecnico, immobilizzazioni.
SPESE CORRENTI
I
fattori
di
esercizio
“appartengono” a quella parte
del
capitale
che
viene
generalmente definita capitale
circolante.
Sono
anche
denominate spese di esercizio.
15
I COSTI O SPESE (2/4)
IMMOBILIZZAZIONI
TECNICHE
Investimenti in beni e
servizi funzionali
all’attività di produzione
materiali
immateriali
FINANZIARIE
Trattasi, in prevalenza, di
costi a fronte dei quali
l’azienda iscrive nella
tavola dei valori l’acquisto
di quote di capitale di
proprietà di altre aziende o
i finanziamenti erogati a
beneficio di altri soggetti.
(Cfr. App.1)
I COSTI O SPESE (3/4)
IMMOBILIZZAZIONI
TECNICHE
Gli impianti e le
materie prime
generano un
reddito solo
insieme ad altri
fattori
produttivi.
FINANZIARIE
Le obbligazioni e le
partecipazioni
generano un reddito
senza bisogno del
supporto di nessun
altro fattore
produttivo.
I COSTI O SPESE (4/4)
Il costo esprime la quantità di risorse a cui l’azienda
deve rinunciare per procurarsi i fattori produttivi ed è
misurato dalla quantità di mezzi monetari o assimilati
alla moneta (altrimenti detti mezzi finanziari)impiegati
dall’azienda per l’acquisto. Più precisamente, il costo
di un qualsiasi iesimo fattore (Ci) è dato dalla quantità
oggetto
di
negoziazione
dell’iesimo
fattore
(fi)
moltiplicata per il suo prezzo di acquisto (pi). In
formula:
Ci = fi * pi
Il prezzo di acquisto di un fattore produttivo è la
quantità di denaro che occorre cedere per ottenere una
unità di quel fattore.
IL PAGAMENTO DELLE SPESE
L’acquisizione dei fattori produttivi avviene attraverso
l’impiego di mezzi monetari.
A dilazione
In contanti
Debito di dilazione
(o di funzionamento)
Il pagamento è contestuale
SOSTITUISCE TEMPORANEAMENTE LA
MONETA NELLE OPERAZIONI DI
SCAMBIO
SI ORIGINA UNA IMMEDIATA
DIMINUZIONE DELLA
DISPONIBILITA’ LIQUIDA
Ne consegue che, l’importo dei costi è determinato dagli
esborsi
effettuati
o
dall’ammontare
dei
debiti
di
dilazione sorti all’atto del loro sostenimento.
SEGUE. IL PAGAMENTO DELLE SPESE E I DEBITI DI DILAZIONE
L’acquisto dei fattori produttivi con regolamento del
prezzo a dilazione determina il formarsi di valori
relativi al “finanziamento” ottenuto dai fornitori. I
suddetti valori, denominati debiti di dilazione o di
funzionamento
o
commerciali,
rappresentano
valori
transitori, aventi vita dal momento dell’acquisto dei
fattori produttivi fino alla scadenza della dilazione.
Essi devono la loro nascita al “ritardo”, pattuito
contrattualmente (e spesso reso sicuro dalla costituzione
di garanzie) nell’afflusso di cassa relativo all’incasso
del prezzo di acquisto.
Nel momento della scadenza della dilazione ottenuta dai
fornitori, l’uscita dei valori monetari relativi al
prezzo di acquisto determinerà l’estinzione dei valori
relativi ai debiti verso i fornitori stessi.
LE SPESE: la rappresentazione (1/2)
Fatto riferimento alla azienda Alfa, si ipotizzi il sostenimento, con
pagamento in contanti, di spese di investimento per € 350 e di spese
correnti per € 400.
La tavola precedente:
Si modifica così:
LE SPESE: la rappresentazione (2/2)
Fatto riferimento al precedente esempio, nel caso in cui l’azienda Alfa
dovesse sostenere l’acquisto delle spese (di investimento per € 350 e
spese correnti per € 400) dilazionandone € 600 a 60gg, si avrebbe:
L’acquisto con pagamento a 60gg determina il sorgere di un debito verso
fornitori. Tale debito non sarebbe sorto se i fattori fossero stati
acquisiti in contanti. Il debito, rappresenta una nuova tipologia di
capitale di terzi. Si sostituisce all’esborso monetario fino alla
scadenza dei 60 gg determinando un aumento delle fonti e, dunque del
valore della tavola, rispetto all’ipotesi precedente.
LE SPESE DI INVESTIMENTO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (1/3)
La classificazione in precedenza proposta è quella che
distingue le spese a seconda della loro natura, cioè
dell’oggetto o causa per il quale sono stati sostenuti.
Le spese di investimento dette anche costi pluriennali e
sono quelle sostenute, prevalentemente, per l’acquisto
delle
immobilizzazioni
materiali
ed
immateriali
e
finanziarie (*) cioè di quegli elementi del capitale che
danno la loro utilità per più anni e vengono impiegati più
volte nel processo produttivo. Si tratta dei costi
relativi all’acquisto di fattori produttivi a lungo ciclo
di utilizzo.
(*) L’analisi
appendice.
di
tale
componente
di
costo
è
contenuta
in
LE SPESE DI INVESTIMENTO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (2/3)
Le spese di investimento denominate IMMOBILIZZAZIONI
IMMATERIALI si classificano come segue:
•Costi di impianto e di ampliamento
•Costi di ricerca e sviluppo
•Costi di pubblicità
•Diritti di brevetto e di utilizzo delle
dell’ingegno
•Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
•Avviamento
•Altre immobilizzazioni immateriali
•Immobilizzazioni in corso
•Acconti per immobilizzazioni immateriali
opere
LE SPESE DI INVESTIMENTO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (3/3)
Le IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI si classificano come segue:
•Terreni e fabbricati
•Impianti e macchinario
•Attrezzature industriali e commerciali
•Altre immobilizzazioni materiali
•Immobilizzazioni in corso
•Acconti per immobilizzazioni materiali
L’acquisto di fabbricati, di impianti, di macchine è spesso
accompagnato dal sostenimento di altre spese (spese notarili,
spese di registrazione dell’atto, spese di installazione e
collaudo, ecc). Solitamente tali spese si considerano di
competenza di più esercizi e si portano in aumento del costo del
bene acquistato; in tal caso sì dice che si capitalizzano,
diventano
cioè
elementi
attivi
del
capitale
lordo
di
funzionamento come costi pluriennali.
LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (1/5)
Le spese di esercizio o spese correnti sono quelle che
riguardano
l’acquisto
dei
cosiddetti
fattori
di
esercizio. Essi sono chiamati così poiché vengono
utilizzati completamente per la produzione dell’anno; in
altre parole, sono utilizzati immediatamente, nel momento
stesso in cui sono acquistati, o entro un breve
intervallo di tempo. Questo fatto li differenzia dai
fattori pluriennali, i quali invece vengono utilizzati
gradualmente, in più anni.
In un’azienda commerciale, ad esempio, il principale fra
questi fattori è rappresentato dalle merci; altri sono il
lavoro dei dipendenti e tutti i servizi complementari
necessari per lo svolgimento della produzione o, ancora,
gli Oneri finanziari
e quelli Oneri fiscali
LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (2/5)
Le spese di esercizio riguardanti il lavoro dipendente
sono i costi sostenuti per il proprio personale, o
costi del lavoro. Sono costituiti non solo dai salari e
dagli stipendi pagati ad operai, impiegati, dirigenti,
ma anche dagli oneri per le assicurazioni sociali
obbligatorie e dalle indennità (o trattamenti) di fine
rapporto. Questi ultimi maturano ogni anno a favore dei
lavatori, in proporzione alla loro retribuzione, ma
saranno pagati solo al termine del contratto di lavoro
(all’atto del licenziamento, pensionamento o della
morte del lavoratore). I costi del lavoro sono dati da:
— salari e stipendi mensili
— mensilità aggiuntive (tredicesima,ecc.)
- contributi sociali obbligatori
— indennità di fine rapporto maturate nell’anno
— altre spese (mense, colonie estive, ecc.)
LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (3/5)
Le spese di esercizio inerenti i delle merci o materie
sono quelli sostenuti per l’acquisto delle merci in
genere o materie prime, materie sussidiarie, materiali
di consumo, prodotti finiti, imbalaggi, etc.
Le spese di esercizio inerenti l’acquisto di servizi
comprendono
un
insieme
di
costi,
relativi
al
funzionamento ed all’amministrazione dell’azienda nel
suo complesso, denominati spese di vendita e spese di
amministrazione; sono dati da:
— fitti passivi
— spese di riscaldamento
— costi di trasporto
— costi di magazzinaggio presso terzi
— spese di cancelleria
— spese di illuminazione e forza motrice
LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (4/5)
- spese di consulenza
— spese di vigilanza
— abbonamenti a giornali e riviste
— spese di pubblicità
— spese di addestramento del personale
— provvigioni a rappresentanti
— spese postali, telegrafiche e
telefoniche
— premi di assicurazione
— spese di manutenzione
— spese raccolta rifiuti solidi
— spese varie
LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (5/5)
Le
spese
di
esercizio
inerenti
gli
oneri
finanziari
rappresentano costi pagati per ottenere finanziamenti a breve,
medio o lungo termine; sono dati da:
— interessi passivi su c/c bancari
— interessi passivi su mutui passivi
— interessi passivi pagati a fornitori
— interessi passivi su obbligazioni
— interessi passivi su debiti vi società controllate o collegate
- commissioni, provvigioni, spese bancarie diverse
Le spese di esercizio per oneri fiscali sono costituite da costi
pagati allo Stato o agli enti locali (per esempio al Comune) per
imposte e tasse; sono dati da:
— imposte sul reddito
— imposta di bollo
— imposta di registro
— imposte di fabbricazione
— tasse di concessione governativa
— imposte e tasse varie.
I DEBITI DI FUNZIONAMENTO E LA LORO CLASSIFICAZIONE
In relazione alle differenti tipologie di spesa si avrà,
in ipotesi di pagamento dilazionato, un corrispondente
debito di funzionamento. Si avranno dunque,
Debiti verso fornitori di impianti, macchinari,
attrezzature, etc.
Debiti verso fornitori di materie prime, merci, etc.
Debiti verso fornitori di servizi
…
Debiti verso il personale
Debiti verso enti previdenziali
Debiti tributari
…
31
ALCUNI ESEMPI
Esempio n. 1
In relazione alla vita gestionale dell’azienda XYZ, presentare la
tavola dei valori al termine delle operazioni sotto riportate:
1) Costituita l’azienda con un capitale sociale di € 2.000,
sottoscritto per € 1.500 in denaro (interamente versato), e per la
differenza con il conferimento di un fabbricato;
2) Sostenute spese di costituzione (costi di impianto) per € 150,
regolate in contanti;
3) Acquistati impianti e macchinari per € 300, con regolamento a
dilazione;
4) Ottenuto un mutuo di € 500 con anticipazione diretta su c/c;
5) Acquistate materie per € 150 (a dilazione) e sostenute spese per
servizi per € 150 (in contanti);
6) Pagati i debiti verso i fornitori di materie (€ 150);
7) Rimborsata la prima rata del mutuo, pari a € 20, di cui € 15 per
interessi passivi;
8) Acquistati mobili e arredamenti. Il costo complessivo ammonta a
€ 500 e il pagamento avviene per € 100 in contanti. La differenza è
regolata a dilazione.
33
Esempio 1. Svolgimento (1/8)
Per rappresentare la prima operazione è necessario indicare nuovamente
1) la qualità del capitale (cioè: come è impiegato);
2) la provenienza del capitale (cioè: le fonti).
Avremo quindi, una situazione che tenuto conto di quanto
precedenza è messa in evidenza dal seguente prospetto:
detto in
Il fabbricato (spesa di investimento) messo a disposizione del socio
entra nelle disponibilità dell’azienda come se essa lo avesse acquisito
a titolo oneroso.
Esempio 1. Svolgimento (2/8)
Per rappresentare la seconda operazione occorre ricordare quanto detto
a proposito della capitalizzazione di alcune spese (vedi pag….).
Avremo quindi:
Nessuna variazione interessa le Fonti. A ben vedere,
diminuisce (1.500-150) per acquisire una spesa di
immateriale di pari valore.
la liquidità
investimento
Esempio 1. Svolgimento (3/8)
Per rappresentare la terza operazione occorre ricordare quanto detto a
proposito dell’acquisto a dilazione. Avremo quindi:
Le fonti sono aumentate per effetto dell’aumento del capitale di terzi
di € 300. Conseguentemente gli impieghi hanno visto un aumento per
effetto del carico, nella tavola, del valore degli impianti e
macchinari. Nessuna variazione interessa le disponibilità liquide.
Esempio 1. Svolgimento (4/8)
Per rappresentare la quarta operazione occorre ricordare quanto detto a
proposito dei debiti finanziari. Avremo quindi:
Le fonti sono aumentate per effetto dell’ottenimento di un mutuo.
Conseguentemente gli impieghi registrano un aumento di pari importo per
effetto dell’aumento delle disponibilità liquide.
Esempio 1. Svolgimento (5/8)
Per rappresentare la quinta operazione occorre ricordare quanto detto a
proposito delle spese correnti e del loro pagamento, che può essere
tanto in contanti quanto a dilazione. Avremo quindi:
Esempio 1. Svolgimento (6/8)
Per rappresentare la sesta operazione occorre ricordare quanto detto a
proposito del regolamento dei debiti. Avremo quindi:
Le fonti sono diminuite per effetto del pagamento condotto. Il rimborso
di capitale di terzi determina sempre diminuzioni di capitale.
Esempio 1. Svolgimento (7/8)
Per rappresentare la settima operazione occorre ricordare quanto detto
a proposito del regolamento dei debiti e dell’interesse. Avremo quindi:
Le fonti sono diminuite per effetto del pagamento condotto ma solo per
la quota capitale. Il rimborso determina la diminuzione di liquidità e
l’inserimento dell’interesse passivo tra le spese di esercizio.
Esempio 1. Svolgimento (8/8)
L’ultima operazione permette di definire la composizione del prospetto
finale. Avremo quindi:
FONTI
IMPIEGHI
CAPITALE DI PROPRIETA'
LIQUIDITA'
1.430 Capitale sociale
Banca
SPESE DI INVESTIMENTO
DEBITI DI FINANZIAMENTO
Immobilizzazioni immateriali
Debiti verso banche
Spese di impianto
2.000
495
150
DEBITI DI FUNZIONAMENTO
Debiti verso fornitori
Immobilizzazioni materiali
Terreni e fabbricati
500
Impianti e macchinario
300
Mobili e arredi
500
700
1.450
=====
SPESE CORRENTI
Spese di acquisto materie
150
Spese per servizi
150
Oneri finanziari
15
315
=====
TOTALE
3.195 TOTALE
3.195
41
Esempio n. 2
Posizionare le seguenti voci nella relativa tavola dei valori:
•COSTI PER SERVIZI COMMERCIALI
•FABBRICATI
•DENARO IN CASSA
•DEBITI VERSO BANCHE
•DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALE
•COSTI PER MATERIE PRIME
•PARTECIPAZIONI IN IMPRESE COLLEGATE
•DEPOSITI POSTALI
•COSTI PER SERVIZI INDUSTRIALI
•AUTOMEZZI
•CAPITALE SOCIALE
•IMPIANTI E MACCHINARIO
•COSTI DI IMPIANTO
•ONERI SOCIALI
•TITOLI DI STATO
•DEBITI VERSO FORNITORI
•DEPOSITI BANCARI
•ACCONTI A FORNITORI DI MATERIE
•COSTI PER SERVIZI AMMINISTRATIVI
•DEBITI VERSO ISTITUTI DI PREVIDENZALI
•SALARI E STIPENDI
•INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI
•DEBITI VERSO DIPENDENTI
•ATTREZZATURE INDUSTRIALI E COMMERCIALI
200
2.500
100
8.100
400
1.800
320
30
1.300
460
11.850
8.400
120
800
150
650
1.200
60
700
320
1.800
300
140
420
42
Esempio 2. Svolgimento
IMPIEGHI
LIQUIDITA'
Depositi bancari
Depositi postali
Cassa
FONTI
1.200
30
100
=====
CAPITALE
Capitale
DI PROPIETA'
sociale
11.850
1.330 DEBITI DI FINANZIAMENTO
Debiti verso banche
8.100
Debiti verso altri finanziatori
1.850
SPESE DI INVESTIMENTO
Immobilizzazioni immateriali
Costi di impianto
120
DEBITI DI FUNZIONAMENTO
Brevetti industriali
400
520
Debiti verso fornitori
650
====
Debiti verso ist. di previd.
320
Immobilizzazioni materiali
Debiti verso dipendenti 140
Fabbricati
2.500
11.060
Impianti e macchinario 8.400
Attrezzature ind.li e comm.li
420
Automezzi
360 11.680
====
Investimenti finanziari
Partecipazioni in imp. Coll.
320
Titoli di Stato
150
470 12.670
====
=====
SPESE CORR. DI ESERCIZIO
Costi per materie prima
1.800
Acconti a fornitori di materie
60
Costi per servizi industriali 1.300
Costi per servizi comm.li
200
Costi per serv. Amm.vi
700
Salari e stipendi
1.800
Oneri sociali
800
Int. Passivi su finanziamenti
300
6.960
=====
---------------20.960
22.910
=====
=====
43
La vendita del prodotto/servizio
I RICAVI (1/2)
Cessione del prodotto o del servizio ottenuto con
l’utilizzo dei fattori produttivi
*****
Interessi (attivi), affitti, rendite
Determina (dal punto di vista economico) il formarsi di
RICAVI o PROVENTI
Il ricavo esprime il recupero delle risorse impiegate
dall’azienda ed è misurato dalla quantità di mezzi
monetari ottenuti dall’operazione di “trasferimento”.
45
I RICAVI (2/2)
Il ricavo è implicitamente misurato dalla quantità di
mezzi monetari o assimilati alla moneta (altrimenti detti
mezzi finanziari) generati dalla vendita del prodotto o
servizio (output) che l’azienda ha realizzato tramite la
suo processo produttivo.
Più precisamente, il ricavo di un qualsiasi iesimo
prodotto/servizio (Ri) è dato dalla quantità oggetto di
negoziazione dell’iesimo prodotto (Qi) moltiplicata per
il suo prezzo di acquisto (pi). In formula:
Ci = Qi * pi
Il prezzo di vendita in un atto di vendita rappresenta la
quantità di denaro che occorre recuperare (realizzare)per
ottenere una unità di output.
I CREDITI (1/2)
La vendita con regolamento del prezzo a dilazione
determina
il
formarsi
di
valori
relativi
al
“finanziamento” concesso ai clienti. I suddetti valori,
denominati
crediti
di
dilazione
o
commerciali,
rappresentano valori transitori, aventi vita dal momento
della vendita fino alla scadenza della dilazione.
Essi devono la loro nascita al “ritardo”, pattuito
contrattualmente (e spesso reso sicuro dalla costituzione
di garanzie) nell’afflusso di cassa relativo all’incasso
del prezzo di vendita.
Nel momento della scadenza della dilazione concessa ai
clienti, l’entrata dei valori monetari relativi al prezzo
di vendita determinerà l’estinzione dei valori relativi
ai crediti verso i clienti stessi.
I CREDITI (2/2)
A ben vedere, i crediti di dilazione o commerciali, non
rappresentano l’unica forma di credito.
Altre tipologie di valori creditizi possono nascere da
contratti che l’azienda pone in essere attraverso i quali
concede a terzi, per un determinato periodo di tempo, a
definite condizioni e modalità operative (forme tecniche)
la disponibilità del proprio denaro. Tale tipologia di
credito denominata credito di finanziamento, tipica
dell’operatività di aziende bancarie o di aziende facenti
parte di un gruppo, costituisce un vero e proprio
“investimento a rischio” di mezzi monetari che torneranno
nelle disponibilità dell’azienda dopo un intervallo di
tempo medio lungo. L’entrata di tali valori monetari è
spesso accompagnata dall’incasso di interessi attivi e
altri proventi accessori.
I RICAVI: la rappresentazione (1/3)
Con riferimento all’azienda Alfa, si supponga che la stessa
realizzi, con la vendita di quanto ottenuto, ricavi per € 420 a
fronte di un incasso in contanti.
La tavola precedente:
I RICAVI: la rappresentazione (2/3)
La tavola dei valori si modifica così
I RICAVI: la rappresentazione (3/3)
Fatto riferimento all’esempio precedente, si supponga che
l’azienda Alfa realizzi, con la vendita di quanto ottenuto
(beni o servizi), ricavi del valore di € 420 incassando € 20 in
contanti ed il resto a dilazione.
La tavola dei valori si modifica così
I RICAVI E LA LORO CLASSIFICAZIONE (1/3)
Sono ricavi come detto sono gli introiti derivanti
dalla vendita di beni e servizi. I ricavi sono
connessi ad operazioni di disinvestimento od al
percepimento di interessi, fitti, rendite, proventi.
Essi possono essere così classificati:
a) ricavi riguardanti la vendita di prodotti/merci,
ottenuti con la vendita in genere (prodotti finiti,
sottoprodotti, imballaggi); sono dati da:
— ricavi di vendita di merci;
— ricavi di vendita di prodotti;
— ricavi accessori di vendita;
— ricavi per rimborso spese anticipate a nome cliente;
52
I RICAVI E LA LORO CLASSIFICAZIONE (2/3)
b) ricavi o proventi finanziari, ottenuti in relazione a
finanziamenti a breve, medio o lungo termine concessi a
terzi; sono dati da:
— interessi attivi su c/c bancari
— interessi attivi su c/c postali
— interessi attivi su clienti
— interessi attivi su mutui attivi
— interessi attivi su prestiti concessi a società
controllate o collegate
— interessi attivi su titoli
— dividendi su azioni in portafoglio
— altri interessi attivi
I RICAVI E LA LORO CLASSIFICAZIONE (3/3)
c) proventi vari, quali:
— fitti attivi
— premi su acquisti
— provvigioni attive
— risarcimenti danni
d) proventi straordinari derivanti, molto spesso, da
operazioni straordinarie di disinvestimento (vendita) di
beni strumentali quali di fabbricati, attrezzature,
automezzi, macchinari e così via, effettuate in caso di
sostituzioni o di rinnovi oppure in caso di liquidazione
dell’azienda.
LE VOCI CHE COMPONGONO I CREDITI
In relazione alle differenti tipologie di credito e ad
un’impresa industriale si avranno dunque:
Crediti verso clienti
Crediti tributari
Altri crediti
…..
Crediti verso imprese controllate
Crediti verso imprese collegate
Crediti verso imprese controllanti
ALCUNI ESEMPI
ESEMPIO n. 3
Presentare la tavola dei valori al termine delle operazioni sotto riportate:
1) costituita una società con un capitale sociale di € 5.000 con un versamento in
un conto corrente bancario;
2) successivamente viene fatto ricorso a finanziamenti bancari per € 3.000;
3) i mezzi finanziari vengono investiti in titoli di Stato per € 100 e in
impianti e macchinari per € 2.100;
4) sono sostenute spese di esercizio per l’acquisto di materie aventi il costo di
€ 1. 000, per retribuzioni ed oneri previdenziali di € 2.000, per servizi di €
100; il tutto con regolamento a dilazione;
5) parte della produzione ottenuta è stata venduta con un ricavo di € 4.500, con
regolamento a dilazione per € 2000;
6) incassati crediti di dilazione per € 1.000;
7) pagati debiti di dilazione per € 1.000.
57
Esempio 3. Svolgimento (1/7)
Per rappresentare la prima operazione è necessario indicare nuovamente
1) la qualità del capitale (cioè: come è impiegato);
2) la provenienza del capitale (cioè: le fonti).
Avremo quindi, una situazione che tenuto conto di quanto
precedenza è messa in evidenza dal seguente prospetto:
detto in
Il fabbricato (spesa di investimento) messo a disposizione del socio
entra nelle disponibilità dell’azienda come se essa lo avesse acquisito
a titolo oneroso.
Esempio 3. Svolgimento (2/7)
Per rappresentare la seconda operazione occorre ricordare quanto detto
a proposito dei debiti finanziari. Avremo quindi:
Le fonti sono aumentate per effetto dell’ottenimento di un mutuo.
Conseguentemente gli impieghi registrano un aumento di pari importo per
effetto dell’aumento delle disponibilità liquide.
Esempio 3. Svolgimento (3/7)
Per rappresentare la terza operazione occorre ricordare quanto detto a
proposito dell’acquisto in contanti. Avremo quindi:
Le fonti non sono aumentate. Conseguentemente gli impieghi hanno visto
una
riduzione
per
effetto
dell’utilizzo
del
denaro
che
ha
corrispondentemente misurato, nella tavola, l’aumento del valore degli
impianti e macchinari e dei titoli.
Esempio 3. Svolgimento (4/7)
Per rappresentare la quarta operazione occorre ricordare quanto detto a
proposito dell’acquisto a dilazione. Avremo quindi:
Le fonti sono aumentate per effetto dell’aumento del capitale di terzi
di € 1.100. Conseguentemente gli impieghi sono aumentati per effetto
del carico, nella tavola, del valore delle spese correnti per pari
importo. Risultano, infatti, utilizzate le disponibilità liquide per €
2.000.
Esempio 3. Svolgimento (5/7)
Per rappresentare la quarta operazione occorre ricordare quanto detto a
proposito della vendita e dell’incasso dei ricavi. Avremo, quindi
Esempio 3. Svolgimento (6/7)
Per rappresentare la quarta operazione occorre ricordare quanto detto a
proposito dell’incasso dei crediti. Avremo, quindi
Esempio 3. Svolgimento (7/7)
IMPIEGHI
FONTI
LIQUIDITA'
Banca (7300-1000)
CAPITALE DI PROP.TA'
6.300 Capitale sociale
5.000
CREDITI
Crediti verso clienti
DEBITI FINANZIARI
1.000 Debiti verso banche
3.000
SPESE DI INVESTIMENTO
Impianti e ed altri fatt.
2.100
pl.
DEBITI DI FUNZIONAMENTO
Titoli di Stato
100
2.200 Debiti verso fornitori
=====
SPESE CORRENTI
RICAVI
salari e stipendi
2.000
Vendita prodotti
Materie
1.000
Servizi
100
3.100
TOTALE
12.600 TOTALE
======
100
4.500
---------12.600
======
64
ESEMPIO n. 4
Indicare quali aree, nella tavola dei valori, sono interessate dalle operazioni
seguenti:
1) apporto di immobilizzazioni tecniche da parte di soci
2) incasso di crediti verso clienti
3) pagamento di debiti verso fornitori
4) vendita di immobilizzazioni tecniche, con minusvalenza
5) vendita di partecipazioni, con plusvalenza
6) pagamento di una rata di mutuo, comprensiva di oneri finanziari
7) incasso di un fitto attivo
8) aumento di capitale sociale
9) emissione di un prestito obbligazionario
10) ottenimento di un prestito da una società controllata, facente parte del gruppo
65
SOLUZIONE ESEMPIO n. 4
1) apporto di imm.ni tecniche da parte di soci: Cap. proprietà, Spese di inves.to
2) incasso di crediti verso clienti: Disponibilità Liquide, Crediti
3) pagamento di debiti verso fornitori: Disponibilità Liquide, Debiti di funz.to
4) vendita di immobilizzazioni tecniche, con minusvalenza: Disponibilità liquide, spese
di investimento, spese correnti
5) vendita di partecipazioni, con plusvalenza: Disp.tà liquide, ricavi, spese di inv.to
6) pagamento di una rata di mutuo, comprensiva di oneri finanziari: debiti di
finanziamento, disponibilità liquide, spese correnti
7) incasso di un fitto attivo: disponibilità liquide, ricavi
8) aumento di capitale sociale con versamento di denaro: disponibilità liquide,
capitale di proprietà
9) emissione di un prestito obbligazionario: disponibilità liquide, debiti di
finanziamento
10) ottenimento di un prestito da una società controllata, facente parte del gruppo:
disponibilità liquide, debiti di finanziamento
La sintesi dei valori
per la determinazione del risultato economico
LA SINTESI DEI VALORI PER LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO
Nella vita aziendale si ha, con riferimento a periodi non
eccessivamente lunghi, solitamente coincidenti con un
anno, la necessità di conoscere il risultato economico
della gestione. Ciò per varie ragioni: per poter
determinare
il
compenso
attribuibile
al
soggetto
aziendale, per poter adempiere le obbligazioni tributarie,
per poter informare i terzi sull’andamento della gestione.
Prende nome di reddito di esercizio il risultato economico
conseguito con la gestione di un periodo amministrativo.
Può consistere in un risultato positivo (detto utile) o in
un risultato negativo (detto perdita).
L’entità del reddito si definisce come la differenza tra
un flusso di valori positivi (ricavi) ed un flusso di
valori negativi (spese) che scaturiscono dalle operazioni
di gestione e si riferiscono ad un periodo amministrativo.
LA SINTESI DEI VALORI PER LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO
Più
in
particolare,
il
calcolo
del
reddito
d’esercizio consiste nella somma algebrica flussi di
valori (costi e ricavi) opportunamente integrati e
rettificati al fine di determinarne la competenza.
Il seguente schema mette in evidenza come il reddito
sia
influenzato
da
valori
con
manifestazione
numeraria in diversi esercizi.
IL REDDITO DELL’ESERCIZIO
E’ il valore che risulta dalla differenza tra i ricavi e le
spese attribuibili all’esercizio, sulla base del principio
della COMPETENZA ECONOMICA
Sono ricavi “di competenza” dell’esercizio:
quelli relativi ad operazioni maturate nell’esercizio, cioè
quelli relativi a prodotti venduti o prestazioni erogate
nell’esercizio e che nello stesso esercizio hanno trovato il
correlato costo.
Sono spese “di competenza” dell’esercizio:
quelle maturate nel periodo amministrativo considerato o che
hanno ceduto nello stesso la loro utilità o hanno trovato
copertura nel correlato ricavo.
Così come risulta dopo la rilevazione delle operazioni di
gestione, la tavola dei valori non è adatta a tale confronto.
SONO NECESSARI, QUINDI, GLI OPPORTUNI ASSESTAMENTI
70
IL REDDITO DELL’ESERCIZIO
Le spese sostenute ed i ricavi conseguiti in un
determinato periodo amministrativo devono essere
rettificati ed integrati in modo da determinare l’esatta
competenza temporale
Spese correnti
Ricavi
SI RETTIFICANO ED INTEGRANO
SI RETTIFICANO ED INTEGRANO
ASSESTAMENTO
DELLE
SPESE CORRENTI
ASSESTAMENTO
DEI
RICAVI
71
…E LA TAVOLA DEI VALORI PRIMA DELL’ASSESTAMENTO
Impieghi
Fonti
1. LIQUIDITA’
6. CAP. DI PROP.TA’
2. CREDITI (*)
7. DEBITI di FINANZIAMENTO
3. SPESE DI INVESTIMENTO
8. DEBITI DI FUNZIONAMENTO
4. ….
9. ….
5. SPESE CORRENTI
10. RICAVI
(*) crediti di funzionamento e di finanziamento
72
GLI ASSESTAMENTI ALLE SPESE
Affinché l’area delle spese di esercizio della tavola dei valori
esprima le SPESE di competenza dell’esercizio è necessario
A) Integrare le spese correnti,
per
caricare
all’esercizio
il
costo:
B)
Rettificare
le
spese
correnti,
per
scaricare
dall’esercizio il costo:
1)delle
quote
di
ammortamento
relative alle immobilizzazioni;
2) dei costi, certi, incerti ed
in
corso
di
maturazione,
di
competenza ma a manifestazione
differita;
3)delle svalutazioni di specifici
impieghi.
1)dei servizi in rimanenza;
2)delle materie in rimanenza;
3)dei prodotti in rimanenza;
4)delle
produzioni
“in
economia”.
73
SEGUE.L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE
A1) L’ ammortamento
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Immobilizzazioni immateriali
…
Brevetti industriali
Immobilizzazioni materiali
…
Impianti e macchinario
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Ammortamento delle
immobilizzazioni immateriali
Ammortamento delle
immobilizzazioni materiali
74
L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE
A2) per costi certi, incerti e in corso di maturazione…
…..
8. DEBITI DI DILAZIONE
…
Debiti per fatture da ricevere
…..
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Spese di acquisto delle materie
Imposte sul reddito
dell’esercizio
…
Accantonamento per TFR
Debiti tributari
...
Debiti per TFR (Fondo TFR)
Fondo per rischi e oneri (App.3)
...
Ratei passivi
…
Accantonamento al fondo
…
Spese per servizi
75
L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE
A3) per rischi relativi a specifici impieghi
…..
2. CREDITI
…
Crediti verso clienti
…..
3. SPESE DI INVESTIMENTO
...
INVESTIMENTI FINANZIARI
…
Partecipazioni
…..
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Svalutazione dei crediti
…
Svalutazione delle partecipazioni
76
LE RETTIFICHE ALLE SPESE
B1) Le rimanenze di servizi
…
4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO
Risconti attivi
5. SPESE CORRENTI
D’ESERCIZIO
Costi per servizi
- Spese per servizi(non di competenza)
B2) Le rimanenze di materie e di merci
…
4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO
Materie (in magazzino)
5. SPESE CORRENTI
D’ESERCIZIO
Materie c/acquisti
- Rimanenze finali di materie
77
LE RETTIFICHE ALLE SPESE
B3) Le rimanenze di prodotti (finiti, semilavorati e in corso)
VALORIZZAZIONE DEL MAGAZZINO PRODOTTI
Soluzione
anglosassone
CONTO ECONOMICO A COSTI E
RICAVI DELLA PRODUZIONE
VENDUTA
Soluzione italo-tedesca
(Previsione Cod.civ.)
CONTO ECONOMICO A COSTI E
RICAVI DELLA PRODUZIONE
OTTENUTA
LE RETTIFICHE ALLE SPESE
B3) Le rimanenze di prodotti (finiti, semilavorati e in corso)
La soluzione anglosassone
4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO
Prodotti (in magazzino)
10. RICAVI
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
- Rimanenze finali di prodotti
La soluzione italo-tedesca
…
4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO
Prodotti (in magazzino)
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
10. RICAVI
Rimanenze finali di prodotti
LE RETTIFICHE ALLE SPESE
B4) Le produzioni “in economia”
La… soluzione anglosassone
3. SPESE DI INVESTIMENTO
…
Fabbricati, Spese ricerca e sviluppo, etc.
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
- Incrementi alle imm. per lavori interni
La soluzione italo-tedesca
3. SPESE DI INVESTIMENTO
…
Fabbricati, Spese ricerca e sviluppo, etc.
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
10. RICAVI
Incrementi alle imm.
per lavori interni
GLI ASSESTAMENTI AI RICAVI
Affinché l’area 10 della tavola dei valori esprima i RICAVI di
competenza dell’esercizio è necessario
A) Integrare i ricavi correnti,
per caricare all’esercizio i
ricavi certi, definiti o in
corso
di
maturazione,
di
competenza ma a manifestazione
differita.
B)
Rettificare
i
ricavi
correnti,
per
scaricare
dall’esercizio
i
ricavi
anticipati,
cioè
relativi
a
prestazioni
non
ancora
eseguite.
81
L’INTEGRAZIONE AI RICAVI
A1) Per ricavi certi, definiti o in corso di maturazione
…..
2. CREDITI
…
Crediti per fatture da emettere
…
Ratei attivi
…..
10. RICAVI CORRENTI
…
Ricavi di vendita prodotti
…
Proventi finanziari
…
LA RETTIFICA AI RICAVI
B1) Per ricavi relativi a prestazioni non ancora eseguite
…
9. RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO
Risconti passivi
10.RICAVI CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Ricavi per servizi
Proventi finanziari
...
83
LA TAVOLA DEI VALORI DOPO GLI ASSESTAMENTI
Impieghi
Fonti
1. LIQUIDITA’
6. CAP. DI PROPIETA’
2. CREDITI (*)
7. DEBITI DI FINANZIAMENTO
3. SPESE DI INVESTIMENTO
8. DEBITI DI FUNZIONAMENTO
4. SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
9. RICAVI ANTICIPATI
D’ESERCIZIO
5. SPESE CORRENTI
10. RICAVI CORRENTI
(*) crediti di funzionamento e di finanziamento
84
ALCUNI ESEMPI
ESEMPIO n. 5
Fatto riferimento alla tavola della beta SPA che di seguito si riepiloga:
IMPIEGHI
FONTI
1. LIQUIDITA'
Banca
Cassa
400
25
6. CAPITALE DI PROPIETA'
Capitale sociale
5.000
425
=====
2. CREDITI
Crediti v/clienti
Altri crediti
1.100
150
=====
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Immobilizzazioni immateriali
Spese di impianto
Brevetti industriali
150
300
1.250
1.100
4.300
1.200
300
====
Investimenti finanziari
Partecipazioni
Titoli di Stato
Prestiti ad imprese contr.
450
5. SPESE CORR. DI ESERCIZIO
Spese di acquisto materie
Retribuzioni e contributi
Spese generali industriali
Spese generali di amm.ne
Spese commerciali
Altre spese e perdite
Oneri finanziari
TOTALE INVESTIMENTI
550
150
450
140
210
1.975
1.500
=====
6.900
350
50
100
====
1.225
750
=====
8. DEBITI DI DILAZIONE
Debiti verso fornitori
Debiti verso dipendenti
Debiti verso enti
Debiti tributari
Altri debiti
====
Immobilizzazioni materiali
Immobili
Impianti e macchinario
Altre immobilizzazioni
Anticipi a fornitori
7. DEBITI FINANZIARI
Debiti verso banche
Altri finanziamenti
500
7.850
=====
1.750
3.700
1.450
600
800
150
100
8.550
=====
--------18.075
10. RICAVI
Ricavi di vendita del prodotto 8.340
Ricavi per servizi
1.050
Proventi finanziari
20
Altri proventi
190
=====
TOTALE IMPIEGHI
9.600
--------18.075
Si considerino le seguenti operazioni di assestamento:
1. quote di ammortamento: spese di impianto € 30, brevetti industriali
€ 20, immobili € 33, impianti e macchinari € 500, altre
immobilizzazioni € 120;
2. svalutazioni su partecipazioni € 5 e su crediti v/clienti per e
100;
3.
4.
5.
6.
7.
valutate materie in rimanenza per € 100;
rilevati risconti su spese generali industriali per € 50;
valutati i prodotti in rimanenza per € 1.500;
accantonato TFR per € 225;
integrate spese commerciali in corso di maturazione e di competenza
economica pari ad € 20;
8. definite le imposte sul reddito che ammontano ad € 100;
9. accantonate a specifico fondo € 50 per spese di manutenzione;
10. determinati risconti passivi su altri proventi per € 15;
11. rilevati interessi attivi su titoli di Stato di competenza
dell’esercizio per € 3.
Quindi si componga la relativa tavola dei valori.
1. L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE PER AMMORTAMENTO
quote di ammortamento: spese di impianto € 30, brevetti industriali € 20,
immobili € 33, impianti e macchinari € 500, altre immobilizzazioni € 120;
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Immobilizzazioni immateriali
Spese di impianto
Brevetti industriali
150-30
300-20
Immobilizzazioni materiali
Immobili
Impianti e macchinario
Altre immobilizzazioni
1.100-33
4.300-500
1.200-120
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Ammortamento delle
immobilizzazioni immateriali 50 (30+20)
Ammortamento delle
immobilizzazioni materiali
653 (33+500+120)
88
2. L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE PER SVALUTAZIONE
svalutazioni su investimenti finanziari su partecipazioni € 5 e su crediti
v/clienti per e 100;€ 120;
…
3. CREDITI
v/s Clienti
1.100-100
3. SPESE DI INVESTIMENTO
INVESTIMENTI FINANZIARI
Partecipazioni
350-5
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Svalutazione crediti v/clienti
Svalutazione partecipazioni
100
5
89
3-4. LE RETTIFICHE ALLE SPESE PER RIMANENZE DI MATERIE E SERVIZI
Le rimanenze di materie sono valutate € 100.
…
4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO
Materie (in magazzino)
100
5. SPESE CORRENTI
D’ESERCIZIO
Materie c/acquisti
- Rimanenze finali di materie
1.750
100
Rilevati risconti su spese generali industriali per € 50
…
4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO
Risconti attivi
50
5. SPESE CORRENTI
D’ESERCIZIO
Costi per servizi
- Spese per servizi(non di competenza)
1.450
50
90
5. LE RETTIFICHE ALLE SPESE PER RIMANENZE DI PRODOTTI
Le rimanenze di prodotti sono valutate € 1.500
Se si attua il confronto tra valore e costo della produzione OTTENUTA
…..
4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO
Prodotti (in magazzino)
1.500
…..
10. RICAVI CORRENTI
...
Rimanenze finali di prodotti
1.500
91
6-7-8-9.L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE PER COSTI CERTI, INCERTI…
Accantonato TFR per € 225; rilevati spese commerciali in corso di maturazione per €
20; determinate imposte per € 100;accantonate al fondo manutenzioni € 50
…..
8. DEBITI DI DILAZIONE
…
Debiti tributari
...
Debiti per TFR
…..
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Fondo manutenzioni progr.
...
Ratei passivi
…
100
225
50
20
Imposte sul reddito dell’esercizio 100
…
Accantonamento per TFR
225
Accantonamento al fondo
…
Spese commerciali
50
800 + 20
92
10 - LA RETTIFICA AI RICAVI
Calcolati risconti passivi su altri proventi per € 15.
…
9. RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO
Risconti passivi
15
10.RICAVI CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Proventi finanziari 190-15
...
93
11 - L’INTEGRAZIONE AI RICAVI
Rilevati interessi attivi in corso di maturazione su titoli di Stato, per € 3.
…..
2. CREDITI
…
Ratei attivi
3
…..
10. RICAVI CORRENTI
…
Proventi finanziari
…
20+3
94
SOLUZIONE ESEMPIO n. 5
IM PIEGHI
1. LIQUIDITA'
Banca
Cassa
400
25
=====
2. CREDITI
Crediti v/clienti
Altri crediti
Ratei attivi
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Immobilizza zioni imma te ria li
Spese di impianto
Brevetti industriali
Immobilizza zioni ma te ria li
Immobili
Impianti e macchinario
Altre immobilizzazioni
Anticipi a fornitori
Inve stime nti fina nzia ri
Partecipazioni
Titoli di Stato
Prestiti ad imprese contr.
4. SPESE ANT. DI ESERCIZIO
Materie in rimanenza
Prodotti in rimanenza
Risconti attivi
5. SPESE CORR. DI ESERCIZIO
Spese di acquisto materie
- Rimanenze di materie
Retribuzioni e contributi
Spese generali industriali
Spese generali di amm.ne
Spese commerciali
Altre spese e perdite
Oneri finanziari
Quote ammortamento imma.li
Quote ammortamento materiali
Svalutazione partecipazioni
Accantonamento TFR
Svalutazione crediti
Accantonamento imposte
Acc. spese di manutenzione
1.000
150
3
=====
120
280
====
1.067
3.800
1.080
300
====
FONTI
6. CAPITALE DI PROPIETA'
Capitale sociale
7. DEBITI FINANZIARI
Debiti verso banche
Altri finanziamenti
1.153
8. DEBITI DI DILAZIONE
Debiti verso fornitori
Debiti verso dipendenti
Debiti verso enti
Debiti tributari
Altri debiti
Fondo TFR
Ratei passivi
Fondo spese di man.ne
400
6.247
345
50
100
495
====
=====
100
1.500
50
=====
5.000
425
1.225
750
=====
550
150
450
240
210
225
20
50
=====
1.975
1.895
7.142
9. RICAVI ANT. DI ESERCIZIO
Risconti passivi
15
1.650
1.750
-100
3.700
1.400
600
820
150
100
50
653
5
225
100
100
50
9.603
=====
--------19.973
10. RICAVI
Ricavi di vendita del prodotto
Ricavi per servizi
Proventi finanziari
Altri proventi
Rimanenze di prodotti
8.340
1.050
23
175
1.500
=====
11.088
--------19.973
ESEMPIO n. 6
Sia data la seguente situazione:
IM PIEGHI
FONTI
1. LIQUIDITA'
6. CAPITALE DI PROPIETA'
Banca
Cassa
400
10
=====
Capitale sociale
2. CREDITI
7. DEBITI FINANZIARI
Crediti v/clienti
Altri crediti
1.200
300
=====
1.500
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Immobilizzazioni immateriali
Spese di impianto
Brevetti industriali
Immobilizzazioni materiali
Immobili
Impianti e macchinario
Altre immobilizzazioni
Anticipi a fornitori
Investimenti finanziari
Partecipazioni
Titoli di Stato
Prestiti ad imprese contr.
Debiti verso banche
Altri finanziamenti
4.450
1.500
=====
5.950
8. DEBITI DI DILAZIONE
300
600
====
2.200
8.600
2.400
600
====
Debiti verso fornitori
Debiti verso dipendenti
Debiti verso enti
Debiti tributari
Altri debiti
900
1.100
300
900
280
420
=====
3.000
13.800
700
200
100
1.000
====
=====
15.700
5. SPESE CORR. DI ESERCIZIO
Spese di acquisto materie
Retribuzioni e contributi
Spese generali industriali
Spese generali di amm.ne
Spese commerciali
Altre spese e perdite
Oneri finanziari
10.000
410
10. RICAVI
3.500
7.260
2.900
1.200
1.600
300
200
16.960
=====
--------34.570
Ricavi di vendita del prodotto
Ricavi per servizi
Proventi finanziari
Altri proventi
15.000
200
40
380
=====
15.620
--------34.570
96
ESEMPIO n. 6
Fatto riferimento alla tavola di cui all’esempio n. 6, si considerino le seguenti
operazioni di assestamento:
1) quote di ammortamento: spese di impianto € 60, brevetti industriali € 40,
immobili € 66, impianti e macchinari € 1.290, altre immobilizzazioni € 240;
2) svalutazioni su investimenti finanziari: su partecipazioni € 7, su titoli di
Stato € 5, sui crediti verso clienti per € 100;
3) le materie prime in rimanenza sono valutate € 200;
4) risconti (attivi) su spese generali industriali per € 100;
5) addebitati (cioè portati in aumento del rispettivo debito) oneri finanziari su
debiti V/s banche per € 300 e su altri finanziamenti per € 100;
6) Accantonamento al TFR € 550;
7) accreditati (cioè portati in aumento della giacenza di c/c) interessi attivi
sui titoli per € 22; sono inoltre rilevati ratei attivi (sempre su interessi
maturati sui titoli di Stato)per € 3;
8) risconti su altri proventi per € 30;
9) prodotti in rimanenza per € 3.000;
10) spese commerciali in corso di maturazione € 20;
11) accantonamento per imposte sul reddito € 1.100;
12) accantonamento per spese di manutenzione € 100.
Si componga, dunque, la relativa tavola dei valori.
97
SOLUZIONE ESEMPIO n. 6
IM PIEGHI
1. LIQUIDITA'
Banca
Cassa
422
10
=====
2. CREDITI
Crediti v/clienti
Altri crediti
Ratei attivi
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Immobilizza zioni imma te ria li
Spese di impianto
Brevetti industriali
Immobilizza zioni ma te ria li
Immobili
Impianti e macchinario
Altre immobilizzazioni
Anticipi a fornitori
Inve stime nti fina nzia ri
Partecipazioni
Titoli di Stato
Prestiti ad imprese contr.
4. SPESE ANT. DI ESERCIZIO
Materie in rimanenza
Prodotti in rimanenza
Risconti attivi
5. SPESE CORR. DI ESERCIZIO
Spese di acquisto materie
- Rimanenze di materie
Retribuzioni e contributi
Spese generali industriali
Spese generali di amm.ne
Spese commerciali
Altre spese e perdite
Oneri finanziari
Quote ammortamento
Svalutazione partecipazioni
Svalutazione titoli di Stato
Accantonamento TFR
Svalutazione crediti
Accantonamento imposte
Acc. spese di manutenzione
1.100
300
3
=====
240
560
====
2.134
7.310
2.160
600
====
FONTI
6. CAPITALE DI PROPIETA'
Capitale sociale
7. DEBITI FINANZIARI
Debiti verso banche
Altri finanziamenti
1.403
8. DEBITI DI DILAZIONE
Debiti verso fornitori
Debiti verso dipendenti
Debiti verso enti
Debiti tributari
Altri debiti
Fondo TFR
Ratei passivi
Fondo spese di man.ne
800
12.204
693
195
100
988
====
=====
200
3.000
100
=====
10.000
432
4.750
1.600
=====
1.100
300
900
1.380
420
550
20
100
=====
6.350
4.770
13.992
9. RICAVI ANT. DI ESERCIZIO
Risconti passivi
30
3.300
3.500
-200
7.260
2.800
1.200
1.620
300
600
1.696
7
5
550
100
1.100
100
20.638
=====
--------39.765
10. RICAVI
Ricavi di vendita del prodotto
Ricavi per servizi
Proventi finanziari
Altri proventi
Rimanenze di prodotti
15.000
200
65
350
3.000
=====
18.615
--------39.765
La determinazione del risultato economico
LA SEPARAZIONE DEI VALORI “DI CAPITALE” E DEI VALORI
“DI REDDITO” (1/2)
La tavola dei valori, che sin qui è stata letta in senso
verticale – mettendo in evidenza da una parte gli
impieghi e dall’altra le fonti – deve essere ora
letta in senso orizzontale.
In tal senso:
a) nella parte superiore della tavola, è messa in
evidenza la configurazione del capitale aziendale
(rappresentato dalle aree 1-2-3-4 degli investimenti
e 1-2-3-4 delle fonti);
b) nella parte inferiore, è configurato il reddito
aziendale
relativo
al
periodo
considerato
(rappresentato dalla contrapposizione dell’area 5
degli investimenti e delle fonti, opportunamente
assestate.
LA SEPARAZIONE DEI VALORI “DI CAPITALE” E DEI VALORI
“DI REDDITO” (2/2)
Quando si calcola il reddito d’esercizio, si determinano
contemporaneamente
anche
elementi
del
capitale
d’esercizio esistente alla fine del periodo. Sono infatti
elementi del capitale le rimanenze finali di merci, i
risconti attivi e passivi, i ratei attivi che misurano i
proventi vari presunti, i fondi per rischi e oneri, il
fondo TFR che accoglie le indennità di fine rapporto
maturate, e così via.
La misura del reddito è influenzata dalla valutazione
attribuita alle rimanenze di merci, dalla assegnazione
delle quote di ammortamento, dalla previsione delle
imposte e tasse da pagare o dei proventi vari da
riscuotere in futuro, dal calcolo delle indennità di fine
rapporto maturate e dalla stima dei costi ad utilità
futura. Se variano queste valutazioni, varia il reddito
d’esercizio.
LA SEPARAZIONE DEI VALORI “DI CAPITALE” E DEI VALORI
“DI REDDITO”
TAVOLA DEL CAPITALE
LIQUIDITA’
CAPITALE DI PROP.TA’
CREDITI
DEBITI DI FINANZIAMENTO
SPESE DI INVESTIMENTO
DEBITI DI FUNZIONAMENTO
SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO
TAVOLA DEL REDDITO
SPESE CORRENTI (ASSESTATE)
RICAVI (ASSESTATI)
102
LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO:LA
DEFINIZIONE DELL’UTILE
TAVOLA DEL CAPITALE
LIQUIDITA’
CAPITALE DI PROP.TA’
CREDITI
DEBITI DI FINANZIAMENTO
SPESE DI INVESTIMENTO
DEBITI DI FUNZIONAMENTO
SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO
Utile dell’esercizio
TAVOLA DEL REDDITO
SPESE CORRENTI (ASSESTATE)
RICAVI (ASSESTATI)
Utile dell’esercizio
103
LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO:LA
DEFINIZIONE DELLA PERDITA
TAVOLA DEL CAPITALE
LIQUIDITA’
CAPITALE DI PROP.TA’
CREDITI
DEBITI DI FINANZIAMENTO
SPESE DI INVESTIMENTO
DEBITI DI FUNZIONAMENTO
SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO
Perdita dell’esercizio
TAVOLA DEL REDDITO
SPESE CORRENTI (ASSESTATE)
RICAVI (ASSESTATI)
Perdita dell’esercizio
104
IL REDDITO: ALCUNE CONSIDERAZIONI (1/4)
Da quanto visto si osserva che il reddito di esercizio è in
ogni caso un’entità indeterminata, in quanto affetta da
innumerevoli incertezze. Esso – come visto - si misura come
differenza tra costi e ricavi: tali parametri però non sono
tutti certi; alcuni sono caratterizzati da incertezze più o
meno intense a seconda dei casi.
I costi, più che i ricavi, sono gli elementi che trasferiscono
al reddito le maggiori incertezze. Abbiamo visto che il costo
della produzione è formato dalla somma dei costi di
utilizzazione dei vari fattori produttivi impiegati nella
produzione stessa. Orbene, taluni costi di utilizzazione sono
tendenzialmente certi in quanto misurati direttamente dalle
relative variazioni di cassa o da debiti. Altri, di contro,
sono eminentemente incerti in quanto derivano da un atto di
stima: derivano cioè dalla scissione dei costi sospesi dai
corrispondenti costi di acquisizione.
IL REDDITO: ALCUNE CONSIDERAZIONI (2/4)
Le maggiori incertezze provengono dai fattori produttivi
anticipati. Essi sono, segnatamente, i fattori pluriennali
e le materie. Pertanto il reddito di esercizio sarà
maggiormente incerto in quelle aziende ove tali fattori
prevalgono rispetto agli altri; ad esempio, a parità di
altre condizioni, sarà maggiormente incerto nelle aziende
industriali che nelle aziende commerciali o in quelle
bancarie. Tutti in dottrina sono concordi nell’enunciare
l’indeterminatezza
del
reddito
di
esercizio.
Molti
addirittura affermano che esso non esiste, proprio in
quanto non può essere de determinato: è una finzione a cui
si ricorre per necessità pratiche. Altri affermano,
analogamente, che è un valore astratto, cioè inesistente
nella realtà.
IL REDDITO: ALCUNE CONSIDERAZIONI (3/4)
Anche
se
le
affermazioni
anzidette
sono
incontrovertibili, è parimenti vero che il soggetto
aziendale non può rinunciare al calcolo del reddito di
esercizio. Proprio in quanto trattasi di un valore
indeterminato, si preferisce parlare in genere di
attribuzione del reddito all’esercizio più che di
determinazione dello stesso. La presenza di una così
vasta gamma di incertezze impone al soggetto aziendale un
atteggiamento di prudenza.
Esso si deve soprattutto manifestare in due momenti:
1) in fase di attribuzione del reddito all’esercizio;
2) in fase di distribuzione del reddito agli aventi
diritto.
IL REDDITO: ALCUNE CONSIDERAZIONI (4/4)
La distribuzione dell’utile costituisce il prelevamento
dello stesso da parte degli aventi diritto. Al contrario,
la non distribuzione configura una “capitalizzazione
dell’utile”;
in
tale
ipotesi
si
parla
anche
di
autofinanziamento. Il movimento dei valori, pertanto,
implica:
a)nel caso della distribuzione, una diminuzione delle
fonti cui corrisponde una diminuzione degli impieghi
monetari;
b) nel caso della capitalizzazione, la permutazione nelle
fonti (per l’annullamento dell’utile di esercizio e il suo
incorporo nel capitale di rischio) con conseguente analoga
permutazione
nei
valori
economico-finanziari
(per
l’annullamento
di
quelli
relativi
all’utile
e
per
l’aumento di quelli relativi al capitale).
Dalla tavola dei valori al bilancio
DALLA TAVOLA DEI VALORI AL BILANCIO (1/2)
LIQUIDITA’
CREDITI
DEBITI DI FINANZIAMENTO
SPESE DI INVESTIMENTO
DEBITI DI FUNZIONAMENTO
SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO
CONTO ECONOMICO
Spese
SPESE CORRENTI (ASSESTATE)
Utile dell’esercizio
Netto
Passività e netto
CAPITALE DI PROP.TA’
Utile dell’esercizio
Attività
Patrimonio
STATO PATRIMONIALE
Ricavi
RICAVI (ASSESTATI)
DALLA TAVOLA DEI VALORI AL BILANCIO (2/2)
LIQUIDITA’
CREDITI
Netto
Passività e netto
CAPITALE DI PROP.TA’
Perdita dell’esercizio
Attività
Patrimonio
STATO PATRIMONIALE
DEBITI DI FINANZIAMENTO
SPESE DI INVESTIMENTO
DEBITI DI FUNZIONAMENTO
SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO
CONTO ECONOMICO
Spese
SPESE CORRENTI (ASSESTATE)
Ricavi
RICAVI (ASSESTATI)
Perdita dell’esercizio
IL PATRIMONIO NETTO (1/5)
In riferimento alla tavola dei valori osserviamo come
l’insieme degli investimenti o attività prenda nome di
capitale lordo di funzionamento.
La differenza tra quest’ultimo e il capitale di terzi o
passività
(debiti
complessivamente
intesi
e
ricavi
anticipati) definisce il patrimonio netto.
Esso si iscrive nel prospetto dello stato patrimoniale in
modo tale che le due colonne dei valori pareggino.
Se esaminiamo il prospetto ci rendiamo conto che, nella
sezione
di
sinistra,
le
attività
indicano
gli
investimenti effettuati dall’azienda mentre nella sezione
di
destra
appaiono
i
finanziamenti
distinti
in
finanziamenti
di
terzi,
costituiti
dai
debiti,
e
finanziamenti
della
proprietà,
rappresentati
dal
patrimonio netto.
IL PATRIMONIO NETTO (2/5)
Il patrimonio netto determinato alla fine di un certo
periodo, può scomporsi idealmente in due parti: il
patrimonio netto esistente all’inizio del periodo e
l’utile conseguito nel periodo stesso, oppure il
patrimonio netto iniziale e la perdita sopportata (che
naturalmente andrà sottratta dal patrimonio netto
iniziale).
In tale logica il patrimonio netto iniziale, l’utile o
la perdita sono parti ideali in cui si può scomporre il
patrimonio netto esistente in un dato momento.
IL PATRIMONIO NETTO (3/5)
Il patrimonio netto è un valore. Si può determinare solo
considerando
il
capitale
nell’aspetto
quantitativomonetario. Il patrimonio netto non è un bene, nè si trova
investito in singoli beni; è invece il risultato di
un’operazione
aritmetica
effettuata
confrontando
l’insieme dei valori attivi con l’insieme dei valori
passivi. Per tale ragione il patrimonio netto è definito
come un fondo di valori riferiti ad un dato istante.
Esso è un valore derivato, in quanto la sua entità deriva
dai valori attribuiti ai singoli elementi attivi e
passivi del capitale. Rappresenta inoltre il valore del
capitale proprio del soggetto aziendale, mentre i debiti
rappresentano i capitali forniti da terzi.
IL PATRIMONIO NETTO (4/5)
Nelle società di capitali il patrimonio netto è solito
scomposto in varie voci che costituiscono le parti ideali
del netto. Esse sono
a) il capitale sociale, che corrisponde al valore
nominale delle quote o delle azioni sottoscritte dai
soci;
b) i fondi di riserva, costituiti da quote di utili,
conseguiti in passato e non distribuiti ai soci e dai
sovrapprezzi fatti pagare in più ai soci all’atto della
sottoscrizione delle quote di capitale sociale o delle
azioni;
c)
gli
utili
da
destinare,
costituiti
dall’utile
conseguito
nell’ultimo
periodo
amministrativo
e
dall’avanzo utile di anni precedenti;tali utili potranno
essere distribuiti ai soci o trattenuti nell’azienda
portandoli in aumento dei fondi di riserva.
IL PATRIMONIO NETTO (5/5)
d) le perdite in sospeso, che potranno essere coperte
con versamenti dei soci, utili realizzati in futuro o
diminuendo i fondi di riserva. Le perdite in sospeso
sono parti ideali negative del capitale netto, in
quanto lo diminuiscono.
Se ci sono delle perdite in sospeso, queste possono
essere scritte nella sezione di destra con segno
negativo o nella sezione di sinistra come poste
rettificative delle fonti. In quest’ultimo caso esse,
pur apparendo nella parte ove figurano le attività, non
sono elementi attivi del capitale, bensì poste ideali
negative del patrimonio netto e si contrappongono al
capitale sociale (posta ideale positiva), scritto a
destra.
LE VOCI CHE COMPONGONO IL PATRIMONIO NETTO
•
•
•
•
•
•
•
Capitale sociale
Riserva da sovrapprezzo delle azioni
Riserva legale
Riserve statutarie
Altre Riserve distintamente indicate
Utili (perdite) portati a nuovo
Utile (perdita) dell’esercizio
RELAZIONI TRA ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO
Se indichiamo con A le attività, con P le passività,
con N il patrimonio netto, possiamo riscontrare le
seguenti relazioni corrispondenti ad altrettanti
casi:
1)
2)
3)
4)
A
A
A
P
=
>
=
>
N
P
P
A
le
le
le
le
attività
attività
attività
attività
sono
sono
sono
sono
eguali al patrimonio netto;
maggiori delle passività;
eguali alle passività;
minori delle passività.
1) L’azienda non ha debiti; il capitale lordo
coincide con il capitale netto. L’azienda ha solo
mezzi propri. Tipica situazione riscontrabile in fase
di costituzione dell’azienda.
RELAZIONI TRA ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO
2) L’azienda ha dei debiti; per trovare il capitale
netto occorre fare la differenza tra attività e
passività.
Dalla relazione A—P=N possiamo ottenere la seguente:
A = P + N
Tale nuova relazione mette in evidenza che le attività
sono in parte finanziate con mezzi di terzi (P) e in
parte finanziate con mezzi propri (N).
3) L’azienda non dispone di mezzi propri; le attività
sono eguali alle passività. Questo caso, piuttosto
raro, è legato ad una situazione anomala e patologica
dell’azienda.
RELAZIONI TRA ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO
4) I debiti superano le attività; la differenza tra
attività e passività ha segno negativo e prende il
nome di passivo netto o deficit, che indichiamo con la
lettera D. L’azienda non ha quindi un capitale
proprio, anzi il deficit indica l’insufficienza delle
attività nel far fronte agli impegni assunti verso i
terzi.
La relazione P—A=D può anche essere scritta come:
A + D = P
Una situazione del genere è indice di gravissimo
squilibrio; è quindi chiaramente patologica. L’azienda
può essere considerata «malata» e si avvia alla sua
cessazione, cioè alla liquidazione delle attività e
all’estinzione parziale delle passività.
RELAZIONI TRA ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO
Una situazione, come quella presentata, è tipica delle
aziende in dissesto, per le quali si dà corso alla
liquidazione fallimentare o ad un concordato con i
creditori. Il fallimento è una procedura concorsuale,
prevista dalla legge, per la cessazione e la messa in
liquidazione di un’azienda il cui soggetto non è più in
grado di far fronte al pagamento dei debiti assunti.
Poiché i debiti superano le attività, in caso di
fallimento una parte di essi non potrà essere pagata. Al
termine di un fallimento si riscontrerà quindi la
relazione:
D = P
cioè la parte
deficit.
dei
debiti
non
pagata
corrisponderà
al
APPENDICE
APPENDICE 1
LE VOCI CHE COMPONGONO
LE SPESE DI INVESTIMENTO INVESTIMENTI FINANZIARI
Partecipazioni
Partecipazioni
Partecipazioni
Partecipazioni
Crediti
Crediti
Crediti
Crediti
verso
verso
verso
verso
in
in
in
in
imprese controllate
imprese collegate
imprese controllanti
altre imprese
imprese controllate
imprese collegate
imprese controllanti
altri
Altri titoli
Azioni proprie
123
APPENDICE 2
LE SPESE DI INVESTIMENTO: ULTERIORI APPROFONDIMENTI
SPESE COLLEGATE ALLE IMMOBILIZZAZIONI
Manutenzione
Spese sostenute sulle
imm.ni materiali
MANUTENZIONE
ORDINARIA
Spese correnti
sostenute per
mantenere il
bene in
condizioni di
normale
funzionamento
Svalutazione
Perdita di valore
imprevedibile e
legata a fattori
esterni che
MANUTENZIONE
colpisce qualsiasi
STRAORDINARIA
tipo di
Spese di inv.to
immobilizzazione
sostenute per
incrementare la
vita utile o la
funzionalità
del bene
Ammortamento
Perdita di valore
fisiologica e
prevedibile, relativa
a tutte le
immobilizzazioni con
vita utile limitata
nel tempo
APPENDICE 3
LE PASSIVITA’ FUTURE PRESUNTE
I FONDI PER RISCHI E ONERI
Sono poste che derivano da accantonamenti di utili lordi
Possono esprimere
Debiti relativi a costi incerti
Per oneri futuri
Es.
•Fondo TFR
•Fondo spese di manutenzione
ecc.
Per rischi
Es.
•Fondo per imposte
Contropartite di abbattimenti di
specifici impieghi
Es.
•Fondo svalutazione crediti
•Fondo svalutazione partecipazioni
ecc.
Fondi ammortamento
125
Riferimenti bibliografici
 Caramiello C., L’azienda (alcune brevi
introduttive), Milano, Giuffrè, 1993
riflessioni
 Caramiello C., Contabilità generale. Principi e metodi,
Milano, IPSOA, 1988
 Cavalieri E., Economia
Giappichelli, 2010.
Aziendale,
Vol.
I,
Torino,
126
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modulo2 1. Come silegge il bilancio (1