La gestione aziendale e la lettura del bilancio 4 1 “Esiste un modo giusto ed uno sbagliato di fare le cose. Tu ti puoi allenare a tirare 8 ore al giorno, ma se la tua tecnica è sbagliata, tutto quello che diventerai è bravissimo a tirare nella maniera sbagliata. Assimila bene i fondamentali ed il livello di tutto ciò che farai crescerà” Michael Jordan INDICE SISTEMATICO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Premesse sulla gestione Il finanziamento Esemplificazioni L’acquisto dei fattori produttivi Esemplificazioni La vendita del prodotto/servizio Esemplificazioni La sintesi dei valori per la determinazione del risultato economico 9. Esemplificazioni 10.La determinazione del risultato economico 11.Dalla tavola dei valori al bilancio 12.Appendice 13.Bibliografia Premesse sulla gestione Aspetto economico Aspetto finanziario IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI D’AZIENDA FINANZIAMENTI REPERIMENTO •Capitale proprio •Capitale di terzi RIMBORSO O ESTINZIONE •Capitale proprio •Capitale di terzi a) Entrate (immediate o differite) Uscite(immediate o differite) c) b) PROCESSO PRODUTTIVO INTERNO Vendite di beni e servizi ovvero disinvestimenti(ricavi) Acquisti di fattori produttivi ovvero investimenti(costi o spese) TRASFERIMENTO O TRASFORMAZIONE 5 GLI ASPETTI DELLA GESTIONE L’Amaduzzi, dal quale abbiamo riadattato la rappresentazione schematica del circuito, immagina che i mezzi monetari tramontino aldilà della linea dell’orizzonte (la linea di demarcazione) per divenire fattori produttivi e che risorgano, poi, come mezzi monetari all’atto del conseguimento dei ricavi di vendita dei prodotti ottenuti. (A. AMADUZZI 1966, L’AZIENDA NEL SUO SISTEMA E NELL’ORDINE DELLE SUE RILEVAZIONI, p. 149). Può dirsi che la gestione è un processo di ricambio tra mezzi numerari e mezzi economici, coordinati in un organismo aziendale. Il denaro, per il tramite delle operazioni di acquisto, si investe in beni; essi, attraverso operazioni di vendita, si trasformano in denaro. 6 Il finanziamento I FINANZIAMENTI FINANZIAMENTO Interno (titolare o soci) Esterno (banche o altri) DOTAZIONE PATRIMONIALE RICORSO AL “CREDITO” CAPITALE PROPRIO CAPITALE DI TERZI CAPITALE DI FINANZIAMENTO 8 I FINANZIAMENTI INTERNI ED ESTERNI Per svolgere la propria attività l’azienda deve disporre di mezzi finanziari, che provengono all’azienda da differenti fonti; sono utilizzati promiscuamente e congiuntamente, per cui non è possibile riscontrare una diretta corrispondenza tra singoli finanziamenti e singoli investimenti. I finanziamenti interni o di capitale proprio derivano dagli apporti effettuati, in sede di costituzione o di ampliamento dell’azienda, dal proprietario o dai soci. Il capitale proprio aumenta anche a causa degli utili non prelevati dal proprietario o non distribuiti ai soci (autofinanziamento). I finanziamenti esterni sono dati dai capitali ottenuti in prestito da terzi. Si vincolano all’azienda per durate prefissate e sono rimunerati dall’interesse concordato con il creditore. IL FINANZIAMENTO: la rappresentazione (1/2) L’azienda Alfa è costituita, in forma societaria, con un apporto iniziale di liquidità € 500, versato in contanti su un c/c bancario. Successivamente l’apporto è integrato con il ricorso ad un finanziamento bancario di € 300(accreditato anch’esso sul c/c bancario). Per rappresentare l’operazione è necessario indicare: 1) la qualità del capitale (cioè: come è impiegato); 2) la provenienza del capitale (cioè: le fonti). Avremo quindi, inizialmente, una situazione simile evidenza dal seguente prospetto: Un tale prospetto è denominato Capitale iniziale dell’impresa. TAVOLA DEI a quella messa in VALORI ed evidenzia il 10 IL FINANZIAMENTO. la rappresentazione (2/2) Per rappresentare ottenuto da terzi 1) la qualità del 2) la provenienza la seconda operazione, quella inerente il prestito a titolo di credito, è necessario indicare nuovamente capitale (cioè: come è impiegato); del capitale (cioè: le fonti). Avremo quindi, una situazione che tenuto conto di quanto rappresentato in precedenza è messa in evidenza dal seguente prospetto: Il denaro messo a disposizione sarà opportunamente fattori produttivi di cui l’azienda avrà bisogno. investito nei LE CATEGORIE DI FINANZITORI ESTERNI DEBITI DI FINANZIAMENTO O FINANZIARI Soggetti erogatori: Banche • • • • Mutui C/c passivi Anticipi su fatture Anticipazioni Risparmiatori • Obbligazioni Altri • Leasing • Factoring • In ipotesi di gruppi aziendali, società del gruppo ULTERIORI APPROFONDIMENTI: IL RIMBORSO DEI FINANZIAMENTI DEBITI DI FINANZIAMENTO O FINANZIARI Rimborso e compenso stabiliti contrattualmente QUOTA CAPITALE Rimborso effettivo di quanto preso in prestito QUOTA INTERESSI Rimborso del compenso (interesse) del servizio offerto I = C*i*t L’acquisto dei fattori produttivi I COSTI O SPESE (1/4) Acquisizione dei fattori produttivi necessari per la produzione. Determina (dal punto di vista economico) il formarsi di SPESE (o COSTI) Può trattarsi di SPESE DI INVESTIMENTO La parte del capitale finanziario che viene impiegata in questi fattori prende il nome di capitale fisso. Sono anche denominate, in gergo tecnico, immobilizzazioni. SPESE CORRENTI I fattori di esercizio “appartengono” a quella parte del capitale che viene generalmente definita capitale circolante. Sono anche denominate spese di esercizio. 15 I COSTI O SPESE (2/4) IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE Investimenti in beni e servizi funzionali all’attività di produzione materiali immateriali FINANZIARIE Trattasi, in prevalenza, di costi a fronte dei quali l’azienda iscrive nella tavola dei valori l’acquisto di quote di capitale di proprietà di altre aziende o i finanziamenti erogati a beneficio di altri soggetti. (Cfr. App.1) I COSTI O SPESE (3/4) IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE Gli impianti e le materie prime generano un reddito solo insieme ad altri fattori produttivi. FINANZIARIE Le obbligazioni e le partecipazioni generano un reddito senza bisogno del supporto di nessun altro fattore produttivo. I COSTI O SPESE (4/4) Il costo esprime la quantità di risorse a cui l’azienda deve rinunciare per procurarsi i fattori produttivi ed è misurato dalla quantità di mezzi monetari o assimilati alla moneta (altrimenti detti mezzi finanziari)impiegati dall’azienda per l’acquisto. Più precisamente, il costo di un qualsiasi iesimo fattore (Ci) è dato dalla quantità oggetto di negoziazione dell’iesimo fattore (fi) moltiplicata per il suo prezzo di acquisto (pi). In formula: Ci = fi * pi Il prezzo di acquisto di un fattore produttivo è la quantità di denaro che occorre cedere per ottenere una unità di quel fattore. IL PAGAMENTO DELLE SPESE L’acquisizione dei fattori produttivi avviene attraverso l’impiego di mezzi monetari. A dilazione In contanti Debito di dilazione (o di funzionamento) Il pagamento è contestuale SOSTITUISCE TEMPORANEAMENTE LA MONETA NELLE OPERAZIONI DI SCAMBIO SI ORIGINA UNA IMMEDIATA DIMINUZIONE DELLA DISPONIBILITA’ LIQUIDA Ne consegue che, l’importo dei costi è determinato dagli esborsi effettuati o dall’ammontare dei debiti di dilazione sorti all’atto del loro sostenimento. SEGUE. IL PAGAMENTO DELLE SPESE E I DEBITI DI DILAZIONE L’acquisto dei fattori produttivi con regolamento del prezzo a dilazione determina il formarsi di valori relativi al “finanziamento” ottenuto dai fornitori. I suddetti valori, denominati debiti di dilazione o di funzionamento o commerciali, rappresentano valori transitori, aventi vita dal momento dell’acquisto dei fattori produttivi fino alla scadenza della dilazione. Essi devono la loro nascita al “ritardo”, pattuito contrattualmente (e spesso reso sicuro dalla costituzione di garanzie) nell’afflusso di cassa relativo all’incasso del prezzo di acquisto. Nel momento della scadenza della dilazione ottenuta dai fornitori, l’uscita dei valori monetari relativi al prezzo di acquisto determinerà l’estinzione dei valori relativi ai debiti verso i fornitori stessi. LE SPESE: la rappresentazione (1/2) Fatto riferimento alla azienda Alfa, si ipotizzi il sostenimento, con pagamento in contanti, di spese di investimento per € 350 e di spese correnti per € 400. La tavola precedente: Si modifica così: LE SPESE: la rappresentazione (2/2) Fatto riferimento al precedente esempio, nel caso in cui l’azienda Alfa dovesse sostenere l’acquisto delle spese (di investimento per € 350 e spese correnti per € 400) dilazionandone € 600 a 60gg, si avrebbe: L’acquisto con pagamento a 60gg determina il sorgere di un debito verso fornitori. Tale debito non sarebbe sorto se i fattori fossero stati acquisiti in contanti. Il debito, rappresenta una nuova tipologia di capitale di terzi. Si sostituisce all’esborso monetario fino alla scadenza dei 60 gg determinando un aumento delle fonti e, dunque del valore della tavola, rispetto all’ipotesi precedente. LE SPESE DI INVESTIMENTO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (1/3) La classificazione in precedenza proposta è quella che distingue le spese a seconda della loro natura, cioè dell’oggetto o causa per il quale sono stati sostenuti. Le spese di investimento dette anche costi pluriennali e sono quelle sostenute, prevalentemente, per l’acquisto delle immobilizzazioni materiali ed immateriali e finanziarie (*) cioè di quegli elementi del capitale che danno la loro utilità per più anni e vengono impiegati più volte nel processo produttivo. Si tratta dei costi relativi all’acquisto di fattori produttivi a lungo ciclo di utilizzo. (*) L’analisi appendice. di tale componente di costo è contenuta in LE SPESE DI INVESTIMENTO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (2/3) Le spese di investimento denominate IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI si classificano come segue: •Costi di impianto e di ampliamento •Costi di ricerca e sviluppo •Costi di pubblicità •Diritti di brevetto e di utilizzo delle dell’ingegno •Concessioni, licenze, marchi e diritti simili •Avviamento •Altre immobilizzazioni immateriali •Immobilizzazioni in corso •Acconti per immobilizzazioni immateriali opere LE SPESE DI INVESTIMENTO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (3/3) Le IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI si classificano come segue: •Terreni e fabbricati •Impianti e macchinario •Attrezzature industriali e commerciali •Altre immobilizzazioni materiali •Immobilizzazioni in corso •Acconti per immobilizzazioni materiali L’acquisto di fabbricati, di impianti, di macchine è spesso accompagnato dal sostenimento di altre spese (spese notarili, spese di registrazione dell’atto, spese di installazione e collaudo, ecc). Solitamente tali spese si considerano di competenza di più esercizi e si portano in aumento del costo del bene acquistato; in tal caso sì dice che si capitalizzano, diventano cioè elementi attivi del capitale lordo di funzionamento come costi pluriennali. LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (1/5) Le spese di esercizio o spese correnti sono quelle che riguardano l’acquisto dei cosiddetti fattori di esercizio. Essi sono chiamati così poiché vengono utilizzati completamente per la produzione dell’anno; in altre parole, sono utilizzati immediatamente, nel momento stesso in cui sono acquistati, o entro un breve intervallo di tempo. Questo fatto li differenzia dai fattori pluriennali, i quali invece vengono utilizzati gradualmente, in più anni. In un’azienda commerciale, ad esempio, il principale fra questi fattori è rappresentato dalle merci; altri sono il lavoro dei dipendenti e tutti i servizi complementari necessari per lo svolgimento della produzione o, ancora, gli Oneri finanziari e quelli Oneri fiscali LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (2/5) Le spese di esercizio riguardanti il lavoro dipendente sono i costi sostenuti per il proprio personale, o costi del lavoro. Sono costituiti non solo dai salari e dagli stipendi pagati ad operai, impiegati, dirigenti, ma anche dagli oneri per le assicurazioni sociali obbligatorie e dalle indennità (o trattamenti) di fine rapporto. Questi ultimi maturano ogni anno a favore dei lavatori, in proporzione alla loro retribuzione, ma saranno pagati solo al termine del contratto di lavoro (all’atto del licenziamento, pensionamento o della morte del lavoratore). I costi del lavoro sono dati da: — salari e stipendi mensili — mensilità aggiuntive (tredicesima,ecc.) - contributi sociali obbligatori — indennità di fine rapporto maturate nell’anno — altre spese (mense, colonie estive, ecc.) LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (3/5) Le spese di esercizio inerenti i delle merci o materie sono quelli sostenuti per l’acquisto delle merci in genere o materie prime, materie sussidiarie, materiali di consumo, prodotti finiti, imbalaggi, etc. Le spese di esercizio inerenti l’acquisto di servizi comprendono un insieme di costi, relativi al funzionamento ed all’amministrazione dell’azienda nel suo complesso, denominati spese di vendita e spese di amministrazione; sono dati da: — fitti passivi — spese di riscaldamento — costi di trasporto — costi di magazzinaggio presso terzi — spese di cancelleria — spese di illuminazione e forza motrice LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (4/5) - spese di consulenza — spese di vigilanza — abbonamenti a giornali e riviste — spese di pubblicità — spese di addestramento del personale — provvigioni a rappresentanti — spese postali, telegrafiche e telefoniche — premi di assicurazione — spese di manutenzione — spese raccolta rifiuti solidi — spese varie LE SPESE DI ESERCIZIO E LA LORO CLASSIFICAZIONE (5/5) Le spese di esercizio inerenti gli oneri finanziari rappresentano costi pagati per ottenere finanziamenti a breve, medio o lungo termine; sono dati da: — interessi passivi su c/c bancari — interessi passivi su mutui passivi — interessi passivi pagati a fornitori — interessi passivi su obbligazioni — interessi passivi su debiti vi società controllate o collegate - commissioni, provvigioni, spese bancarie diverse Le spese di esercizio per oneri fiscali sono costituite da costi pagati allo Stato o agli enti locali (per esempio al Comune) per imposte e tasse; sono dati da: — imposte sul reddito — imposta di bollo — imposta di registro — imposte di fabbricazione — tasse di concessione governativa — imposte e tasse varie. I DEBITI DI FUNZIONAMENTO E LA LORO CLASSIFICAZIONE In relazione alle differenti tipologie di spesa si avrà, in ipotesi di pagamento dilazionato, un corrispondente debito di funzionamento. Si avranno dunque, Debiti verso fornitori di impianti, macchinari, attrezzature, etc. Debiti verso fornitori di materie prime, merci, etc. Debiti verso fornitori di servizi … Debiti verso il personale Debiti verso enti previdenziali Debiti tributari … 31 ALCUNI ESEMPI Esempio n. 1 In relazione alla vita gestionale dell’azienda XYZ, presentare la tavola dei valori al termine delle operazioni sotto riportate: 1) Costituita l’azienda con un capitale sociale di € 2.000, sottoscritto per € 1.500 in denaro (interamente versato), e per la differenza con il conferimento di un fabbricato; 2) Sostenute spese di costituzione (costi di impianto) per € 150, regolate in contanti; 3) Acquistati impianti e macchinari per € 300, con regolamento a dilazione; 4) Ottenuto un mutuo di € 500 con anticipazione diretta su c/c; 5) Acquistate materie per € 150 (a dilazione) e sostenute spese per servizi per € 150 (in contanti); 6) Pagati i debiti verso i fornitori di materie (€ 150); 7) Rimborsata la prima rata del mutuo, pari a € 20, di cui € 15 per interessi passivi; 8) Acquistati mobili e arredamenti. Il costo complessivo ammonta a € 500 e il pagamento avviene per € 100 in contanti. La differenza è regolata a dilazione. 33 Esempio 1. Svolgimento (1/8) Per rappresentare la prima operazione è necessario indicare nuovamente 1) la qualità del capitale (cioè: come è impiegato); 2) la provenienza del capitale (cioè: le fonti). Avremo quindi, una situazione che tenuto conto di quanto precedenza è messa in evidenza dal seguente prospetto: detto in Il fabbricato (spesa di investimento) messo a disposizione del socio entra nelle disponibilità dell’azienda come se essa lo avesse acquisito a titolo oneroso. Esempio 1. Svolgimento (2/8) Per rappresentare la seconda operazione occorre ricordare quanto detto a proposito della capitalizzazione di alcune spese (vedi pag….). Avremo quindi: Nessuna variazione interessa le Fonti. A ben vedere, diminuisce (1.500-150) per acquisire una spesa di immateriale di pari valore. la liquidità investimento Esempio 1. Svolgimento (3/8) Per rappresentare la terza operazione occorre ricordare quanto detto a proposito dell’acquisto a dilazione. Avremo quindi: Le fonti sono aumentate per effetto dell’aumento del capitale di terzi di € 300. Conseguentemente gli impieghi hanno visto un aumento per effetto del carico, nella tavola, del valore degli impianti e macchinari. Nessuna variazione interessa le disponibilità liquide. Esempio 1. Svolgimento (4/8) Per rappresentare la quarta operazione occorre ricordare quanto detto a proposito dei debiti finanziari. Avremo quindi: Le fonti sono aumentate per effetto dell’ottenimento di un mutuo. Conseguentemente gli impieghi registrano un aumento di pari importo per effetto dell’aumento delle disponibilità liquide. Esempio 1. Svolgimento (5/8) Per rappresentare la quinta operazione occorre ricordare quanto detto a proposito delle spese correnti e del loro pagamento, che può essere tanto in contanti quanto a dilazione. Avremo quindi: Esempio 1. Svolgimento (6/8) Per rappresentare la sesta operazione occorre ricordare quanto detto a proposito del regolamento dei debiti. Avremo quindi: Le fonti sono diminuite per effetto del pagamento condotto. Il rimborso di capitale di terzi determina sempre diminuzioni di capitale. Esempio 1. Svolgimento (7/8) Per rappresentare la settima operazione occorre ricordare quanto detto a proposito del regolamento dei debiti e dell’interesse. Avremo quindi: Le fonti sono diminuite per effetto del pagamento condotto ma solo per la quota capitale. Il rimborso determina la diminuzione di liquidità e l’inserimento dell’interesse passivo tra le spese di esercizio. Esempio 1. Svolgimento (8/8) L’ultima operazione permette di definire la composizione del prospetto finale. Avremo quindi: FONTI IMPIEGHI CAPITALE DI PROPRIETA' LIQUIDITA' 1.430 Capitale sociale Banca SPESE DI INVESTIMENTO DEBITI DI FINANZIAMENTO Immobilizzazioni immateriali Debiti verso banche Spese di impianto 2.000 495 150 DEBITI DI FUNZIONAMENTO Debiti verso fornitori Immobilizzazioni materiali Terreni e fabbricati 500 Impianti e macchinario 300 Mobili e arredi 500 700 1.450 ===== SPESE CORRENTI Spese di acquisto materie 150 Spese per servizi 150 Oneri finanziari 15 315 ===== TOTALE 3.195 TOTALE 3.195 41 Esempio n. 2 Posizionare le seguenti voci nella relativa tavola dei valori: •COSTI PER SERVIZI COMMERCIALI •FABBRICATI •DENARO IN CASSA •DEBITI VERSO BANCHE •DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALE •COSTI PER MATERIE PRIME •PARTECIPAZIONI IN IMPRESE COLLEGATE •DEPOSITI POSTALI •COSTI PER SERVIZI INDUSTRIALI •AUTOMEZZI •CAPITALE SOCIALE •IMPIANTI E MACCHINARIO •COSTI DI IMPIANTO •ONERI SOCIALI •TITOLI DI STATO •DEBITI VERSO FORNITORI •DEPOSITI BANCARI •ACCONTI A FORNITORI DI MATERIE •COSTI PER SERVIZI AMMINISTRATIVI •DEBITI VERSO ISTITUTI DI PREVIDENZALI •SALARI E STIPENDI •INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI •DEBITI VERSO DIPENDENTI •ATTREZZATURE INDUSTRIALI E COMMERCIALI 200 2.500 100 8.100 400 1.800 320 30 1.300 460 11.850 8.400 120 800 150 650 1.200 60 700 320 1.800 300 140 420 42 Esempio 2. Svolgimento IMPIEGHI LIQUIDITA' Depositi bancari Depositi postali Cassa FONTI 1.200 30 100 ===== CAPITALE Capitale DI PROPIETA' sociale 11.850 1.330 DEBITI DI FINANZIAMENTO Debiti verso banche 8.100 Debiti verso altri finanziatori 1.850 SPESE DI INVESTIMENTO Immobilizzazioni immateriali Costi di impianto 120 DEBITI DI FUNZIONAMENTO Brevetti industriali 400 520 Debiti verso fornitori 650 ==== Debiti verso ist. di previd. 320 Immobilizzazioni materiali Debiti verso dipendenti 140 Fabbricati 2.500 11.060 Impianti e macchinario 8.400 Attrezzature ind.li e comm.li 420 Automezzi 360 11.680 ==== Investimenti finanziari Partecipazioni in imp. Coll. 320 Titoli di Stato 150 470 12.670 ==== ===== SPESE CORR. DI ESERCIZIO Costi per materie prima 1.800 Acconti a fornitori di materie 60 Costi per servizi industriali 1.300 Costi per servizi comm.li 200 Costi per serv. Amm.vi 700 Salari e stipendi 1.800 Oneri sociali 800 Int. Passivi su finanziamenti 300 6.960 ===== ---------------20.960 22.910 ===== ===== 43 La vendita del prodotto/servizio I RICAVI (1/2) Cessione del prodotto o del servizio ottenuto con l’utilizzo dei fattori produttivi ***** Interessi (attivi), affitti, rendite Determina (dal punto di vista economico) il formarsi di RICAVI o PROVENTI Il ricavo esprime il recupero delle risorse impiegate dall’azienda ed è misurato dalla quantità di mezzi monetari ottenuti dall’operazione di “trasferimento”. 45 I RICAVI (2/2) Il ricavo è implicitamente misurato dalla quantità di mezzi monetari o assimilati alla moneta (altrimenti detti mezzi finanziari) generati dalla vendita del prodotto o servizio (output) che l’azienda ha realizzato tramite la suo processo produttivo. Più precisamente, il ricavo di un qualsiasi iesimo prodotto/servizio (Ri) è dato dalla quantità oggetto di negoziazione dell’iesimo prodotto (Qi) moltiplicata per il suo prezzo di acquisto (pi). In formula: Ci = Qi * pi Il prezzo di vendita in un atto di vendita rappresenta la quantità di denaro che occorre recuperare (realizzare)per ottenere una unità di output. I CREDITI (1/2) La vendita con regolamento del prezzo a dilazione determina il formarsi di valori relativi al “finanziamento” concesso ai clienti. I suddetti valori, denominati crediti di dilazione o commerciali, rappresentano valori transitori, aventi vita dal momento della vendita fino alla scadenza della dilazione. Essi devono la loro nascita al “ritardo”, pattuito contrattualmente (e spesso reso sicuro dalla costituzione di garanzie) nell’afflusso di cassa relativo all’incasso del prezzo di vendita. Nel momento della scadenza della dilazione concessa ai clienti, l’entrata dei valori monetari relativi al prezzo di vendita determinerà l’estinzione dei valori relativi ai crediti verso i clienti stessi. I CREDITI (2/2) A ben vedere, i crediti di dilazione o commerciali, non rappresentano l’unica forma di credito. Altre tipologie di valori creditizi possono nascere da contratti che l’azienda pone in essere attraverso i quali concede a terzi, per un determinato periodo di tempo, a definite condizioni e modalità operative (forme tecniche) la disponibilità del proprio denaro. Tale tipologia di credito denominata credito di finanziamento, tipica dell’operatività di aziende bancarie o di aziende facenti parte di un gruppo, costituisce un vero e proprio “investimento a rischio” di mezzi monetari che torneranno nelle disponibilità dell’azienda dopo un intervallo di tempo medio lungo. L’entrata di tali valori monetari è spesso accompagnata dall’incasso di interessi attivi e altri proventi accessori. I RICAVI: la rappresentazione (1/3) Con riferimento all’azienda Alfa, si supponga che la stessa realizzi, con la vendita di quanto ottenuto, ricavi per € 420 a fronte di un incasso in contanti. La tavola precedente: I RICAVI: la rappresentazione (2/3) La tavola dei valori si modifica così I RICAVI: la rappresentazione (3/3) Fatto riferimento all’esempio precedente, si supponga che l’azienda Alfa realizzi, con la vendita di quanto ottenuto (beni o servizi), ricavi del valore di € 420 incassando € 20 in contanti ed il resto a dilazione. La tavola dei valori si modifica così I RICAVI E LA LORO CLASSIFICAZIONE (1/3) Sono ricavi come detto sono gli introiti derivanti dalla vendita di beni e servizi. I ricavi sono connessi ad operazioni di disinvestimento od al percepimento di interessi, fitti, rendite, proventi. Essi possono essere così classificati: a) ricavi riguardanti la vendita di prodotti/merci, ottenuti con la vendita in genere (prodotti finiti, sottoprodotti, imballaggi); sono dati da: — ricavi di vendita di merci; — ricavi di vendita di prodotti; — ricavi accessori di vendita; — ricavi per rimborso spese anticipate a nome cliente; 52 I RICAVI E LA LORO CLASSIFICAZIONE (2/3) b) ricavi o proventi finanziari, ottenuti in relazione a finanziamenti a breve, medio o lungo termine concessi a terzi; sono dati da: — interessi attivi su c/c bancari — interessi attivi su c/c postali — interessi attivi su clienti — interessi attivi su mutui attivi — interessi attivi su prestiti concessi a società controllate o collegate — interessi attivi su titoli — dividendi su azioni in portafoglio — altri interessi attivi I RICAVI E LA LORO CLASSIFICAZIONE (3/3) c) proventi vari, quali: — fitti attivi — premi su acquisti — provvigioni attive — risarcimenti danni d) proventi straordinari derivanti, molto spesso, da operazioni straordinarie di disinvestimento (vendita) di beni strumentali quali di fabbricati, attrezzature, automezzi, macchinari e così via, effettuate in caso di sostituzioni o di rinnovi oppure in caso di liquidazione dell’azienda. LE VOCI CHE COMPONGONO I CREDITI In relazione alle differenti tipologie di credito e ad un’impresa industriale si avranno dunque: Crediti verso clienti Crediti tributari Altri crediti ….. Crediti verso imprese controllate Crediti verso imprese collegate Crediti verso imprese controllanti ALCUNI ESEMPI ESEMPIO n. 3 Presentare la tavola dei valori al termine delle operazioni sotto riportate: 1) costituita una società con un capitale sociale di € 5.000 con un versamento in un conto corrente bancario; 2) successivamente viene fatto ricorso a finanziamenti bancari per € 3.000; 3) i mezzi finanziari vengono investiti in titoli di Stato per € 100 e in impianti e macchinari per € 2.100; 4) sono sostenute spese di esercizio per l’acquisto di materie aventi il costo di € 1. 000, per retribuzioni ed oneri previdenziali di € 2.000, per servizi di € 100; il tutto con regolamento a dilazione; 5) parte della produzione ottenuta è stata venduta con un ricavo di € 4.500, con regolamento a dilazione per € 2000; 6) incassati crediti di dilazione per € 1.000; 7) pagati debiti di dilazione per € 1.000. 57 Esempio 3. Svolgimento (1/7) Per rappresentare la prima operazione è necessario indicare nuovamente 1) la qualità del capitale (cioè: come è impiegato); 2) la provenienza del capitale (cioè: le fonti). Avremo quindi, una situazione che tenuto conto di quanto precedenza è messa in evidenza dal seguente prospetto: detto in Il fabbricato (spesa di investimento) messo a disposizione del socio entra nelle disponibilità dell’azienda come se essa lo avesse acquisito a titolo oneroso. Esempio 3. Svolgimento (2/7) Per rappresentare la seconda operazione occorre ricordare quanto detto a proposito dei debiti finanziari. Avremo quindi: Le fonti sono aumentate per effetto dell’ottenimento di un mutuo. Conseguentemente gli impieghi registrano un aumento di pari importo per effetto dell’aumento delle disponibilità liquide. Esempio 3. Svolgimento (3/7) Per rappresentare la terza operazione occorre ricordare quanto detto a proposito dell’acquisto in contanti. Avremo quindi: Le fonti non sono aumentate. Conseguentemente gli impieghi hanno visto una riduzione per effetto dell’utilizzo del denaro che ha corrispondentemente misurato, nella tavola, l’aumento del valore degli impianti e macchinari e dei titoli. Esempio 3. Svolgimento (4/7) Per rappresentare la quarta operazione occorre ricordare quanto detto a proposito dell’acquisto a dilazione. Avremo quindi: Le fonti sono aumentate per effetto dell’aumento del capitale di terzi di € 1.100. Conseguentemente gli impieghi sono aumentati per effetto del carico, nella tavola, del valore delle spese correnti per pari importo. Risultano, infatti, utilizzate le disponibilità liquide per € 2.000. Esempio 3. Svolgimento (5/7) Per rappresentare la quarta operazione occorre ricordare quanto detto a proposito della vendita e dell’incasso dei ricavi. Avremo, quindi Esempio 3. Svolgimento (6/7) Per rappresentare la quarta operazione occorre ricordare quanto detto a proposito dell’incasso dei crediti. Avremo, quindi Esempio 3. Svolgimento (7/7) IMPIEGHI FONTI LIQUIDITA' Banca (7300-1000) CAPITALE DI PROP.TA' 6.300 Capitale sociale 5.000 CREDITI Crediti verso clienti DEBITI FINANZIARI 1.000 Debiti verso banche 3.000 SPESE DI INVESTIMENTO Impianti e ed altri fatt. 2.100 pl. DEBITI DI FUNZIONAMENTO Titoli di Stato 100 2.200 Debiti verso fornitori ===== SPESE CORRENTI RICAVI salari e stipendi 2.000 Vendita prodotti Materie 1.000 Servizi 100 3.100 TOTALE 12.600 TOTALE ====== 100 4.500 ---------12.600 ====== 64 ESEMPIO n. 4 Indicare quali aree, nella tavola dei valori, sono interessate dalle operazioni seguenti: 1) apporto di immobilizzazioni tecniche da parte di soci 2) incasso di crediti verso clienti 3) pagamento di debiti verso fornitori 4) vendita di immobilizzazioni tecniche, con minusvalenza 5) vendita di partecipazioni, con plusvalenza 6) pagamento di una rata di mutuo, comprensiva di oneri finanziari 7) incasso di un fitto attivo 8) aumento di capitale sociale 9) emissione di un prestito obbligazionario 10) ottenimento di un prestito da una società controllata, facente parte del gruppo 65 SOLUZIONE ESEMPIO n. 4 1) apporto di imm.ni tecniche da parte di soci: Cap. proprietà, Spese di inves.to 2) incasso di crediti verso clienti: Disponibilità Liquide, Crediti 3) pagamento di debiti verso fornitori: Disponibilità Liquide, Debiti di funz.to 4) vendita di immobilizzazioni tecniche, con minusvalenza: Disponibilità liquide, spese di investimento, spese correnti 5) vendita di partecipazioni, con plusvalenza: Disp.tà liquide, ricavi, spese di inv.to 6) pagamento di una rata di mutuo, comprensiva di oneri finanziari: debiti di finanziamento, disponibilità liquide, spese correnti 7) incasso di un fitto attivo: disponibilità liquide, ricavi 8) aumento di capitale sociale con versamento di denaro: disponibilità liquide, capitale di proprietà 9) emissione di un prestito obbligazionario: disponibilità liquide, debiti di finanziamento 10) ottenimento di un prestito da una società controllata, facente parte del gruppo: disponibilità liquide, debiti di finanziamento La sintesi dei valori per la determinazione del risultato economico LA SINTESI DEI VALORI PER LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO Nella vita aziendale si ha, con riferimento a periodi non eccessivamente lunghi, solitamente coincidenti con un anno, la necessità di conoscere il risultato economico della gestione. Ciò per varie ragioni: per poter determinare il compenso attribuibile al soggetto aziendale, per poter adempiere le obbligazioni tributarie, per poter informare i terzi sull’andamento della gestione. Prende nome di reddito di esercizio il risultato economico conseguito con la gestione di un periodo amministrativo. Può consistere in un risultato positivo (detto utile) o in un risultato negativo (detto perdita). L’entità del reddito si definisce come la differenza tra un flusso di valori positivi (ricavi) ed un flusso di valori negativi (spese) che scaturiscono dalle operazioni di gestione e si riferiscono ad un periodo amministrativo. LA SINTESI DEI VALORI PER LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO Più in particolare, il calcolo del reddito d’esercizio consiste nella somma algebrica flussi di valori (costi e ricavi) opportunamente integrati e rettificati al fine di determinarne la competenza. Il seguente schema mette in evidenza come il reddito sia influenzato da valori con manifestazione numeraria in diversi esercizi. IL REDDITO DELL’ESERCIZIO E’ il valore che risulta dalla differenza tra i ricavi e le spese attribuibili all’esercizio, sulla base del principio della COMPETENZA ECONOMICA Sono ricavi “di competenza” dell’esercizio: quelli relativi ad operazioni maturate nell’esercizio, cioè quelli relativi a prodotti venduti o prestazioni erogate nell’esercizio e che nello stesso esercizio hanno trovato il correlato costo. Sono spese “di competenza” dell’esercizio: quelle maturate nel periodo amministrativo considerato o che hanno ceduto nello stesso la loro utilità o hanno trovato copertura nel correlato ricavo. Così come risulta dopo la rilevazione delle operazioni di gestione, la tavola dei valori non è adatta a tale confronto. SONO NECESSARI, QUINDI, GLI OPPORTUNI ASSESTAMENTI 70 IL REDDITO DELL’ESERCIZIO Le spese sostenute ed i ricavi conseguiti in un determinato periodo amministrativo devono essere rettificati ed integrati in modo da determinare l’esatta competenza temporale Spese correnti Ricavi SI RETTIFICANO ED INTEGRANO SI RETTIFICANO ED INTEGRANO ASSESTAMENTO DELLE SPESE CORRENTI ASSESTAMENTO DEI RICAVI 71 …E LA TAVOLA DEI VALORI PRIMA DELL’ASSESTAMENTO Impieghi Fonti 1. LIQUIDITA’ 6. CAP. DI PROP.TA’ 2. CREDITI (*) 7. DEBITI di FINANZIAMENTO 3. SPESE DI INVESTIMENTO 8. DEBITI DI FUNZIONAMENTO 4. …. 9. …. 5. SPESE CORRENTI 10. RICAVI (*) crediti di funzionamento e di finanziamento 72 GLI ASSESTAMENTI ALLE SPESE Affinché l’area delle spese di esercizio della tavola dei valori esprima le SPESE di competenza dell’esercizio è necessario A) Integrare le spese correnti, per caricare all’esercizio il costo: B) Rettificare le spese correnti, per scaricare dall’esercizio il costo: 1)delle quote di ammortamento relative alle immobilizzazioni; 2) dei costi, certi, incerti ed in corso di maturazione, di competenza ma a manifestazione differita; 3)delle svalutazioni di specifici impieghi. 1)dei servizi in rimanenza; 2)delle materie in rimanenza; 3)dei prodotti in rimanenza; 4)delle produzioni “in economia”. 73 SEGUE.L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE A1) L’ ammortamento … 3. SPESE DI INVESTIMENTO Immobilizzazioni immateriali … Brevetti industriali Immobilizzazioni materiali … Impianti e macchinario … 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 74 L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE A2) per costi certi, incerti e in corso di maturazione… ….. 8. DEBITI DI DILAZIONE … Debiti per fatture da ricevere ….. 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … Spese di acquisto delle materie Imposte sul reddito dell’esercizio … Accantonamento per TFR Debiti tributari ... Debiti per TFR (Fondo TFR) Fondo per rischi e oneri (App.3) ... Ratei passivi … Accantonamento al fondo … Spese per servizi 75 L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE A3) per rischi relativi a specifici impieghi ….. 2. CREDITI … Crediti verso clienti ….. 3. SPESE DI INVESTIMENTO ... INVESTIMENTI FINANZIARI … Partecipazioni ….. 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … Svalutazione dei crediti … Svalutazione delle partecipazioni 76 LE RETTIFICHE ALLE SPESE B1) Le rimanenze di servizi … 4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO Risconti attivi 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO Costi per servizi - Spese per servizi(non di competenza) B2) Le rimanenze di materie e di merci … 4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO Materie (in magazzino) 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO Materie c/acquisti - Rimanenze finali di materie 77 LE RETTIFICHE ALLE SPESE B3) Le rimanenze di prodotti (finiti, semilavorati e in corso) VALORIZZAZIONE DEL MAGAZZINO PRODOTTI Soluzione anglosassone CONTO ECONOMICO A COSTI E RICAVI DELLA PRODUZIONE VENDUTA Soluzione italo-tedesca (Previsione Cod.civ.) CONTO ECONOMICO A COSTI E RICAVI DELLA PRODUZIONE OTTENUTA LE RETTIFICHE ALLE SPESE B3) Le rimanenze di prodotti (finiti, semilavorati e in corso) La soluzione anglosassone 4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO Prodotti (in magazzino) 10. RICAVI … 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … - Rimanenze finali di prodotti La soluzione italo-tedesca … 4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO Prodotti (in magazzino) … 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … 10. RICAVI Rimanenze finali di prodotti LE RETTIFICHE ALLE SPESE B4) Le produzioni “in economia” La… soluzione anglosassone 3. SPESE DI INVESTIMENTO … Fabbricati, Spese ricerca e sviluppo, etc. 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … - Incrementi alle imm. per lavori interni La soluzione italo-tedesca 3. SPESE DI INVESTIMENTO … Fabbricati, Spese ricerca e sviluppo, etc. … 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … 10. RICAVI Incrementi alle imm. per lavori interni GLI ASSESTAMENTI AI RICAVI Affinché l’area 10 della tavola dei valori esprima i RICAVI di competenza dell’esercizio è necessario A) Integrare i ricavi correnti, per caricare all’esercizio i ricavi certi, definiti o in corso di maturazione, di competenza ma a manifestazione differita. B) Rettificare i ricavi correnti, per scaricare dall’esercizio i ricavi anticipati, cioè relativi a prestazioni non ancora eseguite. 81 L’INTEGRAZIONE AI RICAVI A1) Per ricavi certi, definiti o in corso di maturazione ….. 2. CREDITI … Crediti per fatture da emettere … Ratei attivi ….. 10. RICAVI CORRENTI … Ricavi di vendita prodotti … Proventi finanziari … LA RETTIFICA AI RICAVI B1) Per ricavi relativi a prestazioni non ancora eseguite … 9. RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO Risconti passivi 10.RICAVI CORRENTI D’ESERCIZIO … Ricavi per servizi Proventi finanziari ... 83 LA TAVOLA DEI VALORI DOPO GLI ASSESTAMENTI Impieghi Fonti 1. LIQUIDITA’ 6. CAP. DI PROPIETA’ 2. CREDITI (*) 7. DEBITI DI FINANZIAMENTO 3. SPESE DI INVESTIMENTO 8. DEBITI DI FUNZIONAMENTO 4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO 9. RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO 5. SPESE CORRENTI 10. RICAVI CORRENTI (*) crediti di funzionamento e di finanziamento 84 ALCUNI ESEMPI ESEMPIO n. 5 Fatto riferimento alla tavola della beta SPA che di seguito si riepiloga: IMPIEGHI FONTI 1. LIQUIDITA' Banca Cassa 400 25 6. CAPITALE DI PROPIETA' Capitale sociale 5.000 425 ===== 2. CREDITI Crediti v/clienti Altri crediti 1.100 150 ===== 3. SPESE DI INVESTIMENTO Immobilizzazioni immateriali Spese di impianto Brevetti industriali 150 300 1.250 1.100 4.300 1.200 300 ==== Investimenti finanziari Partecipazioni Titoli di Stato Prestiti ad imprese contr. 450 5. SPESE CORR. DI ESERCIZIO Spese di acquisto materie Retribuzioni e contributi Spese generali industriali Spese generali di amm.ne Spese commerciali Altre spese e perdite Oneri finanziari TOTALE INVESTIMENTI 550 150 450 140 210 1.975 1.500 ===== 6.900 350 50 100 ==== 1.225 750 ===== 8. DEBITI DI DILAZIONE Debiti verso fornitori Debiti verso dipendenti Debiti verso enti Debiti tributari Altri debiti ==== Immobilizzazioni materiali Immobili Impianti e macchinario Altre immobilizzazioni Anticipi a fornitori 7. DEBITI FINANZIARI Debiti verso banche Altri finanziamenti 500 7.850 ===== 1.750 3.700 1.450 600 800 150 100 8.550 ===== --------18.075 10. RICAVI Ricavi di vendita del prodotto 8.340 Ricavi per servizi 1.050 Proventi finanziari 20 Altri proventi 190 ===== TOTALE IMPIEGHI 9.600 --------18.075 Si considerino le seguenti operazioni di assestamento: 1. quote di ammortamento: spese di impianto € 30, brevetti industriali € 20, immobili € 33, impianti e macchinari € 500, altre immobilizzazioni € 120; 2. svalutazioni su partecipazioni € 5 e su crediti v/clienti per e 100; 3. 4. 5. 6. 7. valutate materie in rimanenza per € 100; rilevati risconti su spese generali industriali per € 50; valutati i prodotti in rimanenza per € 1.500; accantonato TFR per € 225; integrate spese commerciali in corso di maturazione e di competenza economica pari ad € 20; 8. definite le imposte sul reddito che ammontano ad € 100; 9. accantonate a specifico fondo € 50 per spese di manutenzione; 10. determinati risconti passivi su altri proventi per € 15; 11. rilevati interessi attivi su titoli di Stato di competenza dell’esercizio per € 3. Quindi si componga la relativa tavola dei valori. 1. L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE PER AMMORTAMENTO quote di ammortamento: spese di impianto € 30, brevetti industriali € 20, immobili € 33, impianti e macchinari € 500, altre immobilizzazioni € 120; … 3. SPESE DI INVESTIMENTO Immobilizzazioni immateriali Spese di impianto Brevetti industriali 150-30 300-20 Immobilizzazioni materiali Immobili Impianti e macchinario Altre immobilizzazioni 1.100-33 4.300-500 1.200-120 … 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 50 (30+20) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 653 (33+500+120) 88 2. L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE PER SVALUTAZIONE svalutazioni su investimenti finanziari su partecipazioni € 5 e su crediti v/clienti per e 100;€ 120; … 3. CREDITI v/s Clienti 1.100-100 3. SPESE DI INVESTIMENTO INVESTIMENTI FINANZIARI Partecipazioni 350-5 … 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … Svalutazione crediti v/clienti Svalutazione partecipazioni 100 5 89 3-4. LE RETTIFICHE ALLE SPESE PER RIMANENZE DI MATERIE E SERVIZI Le rimanenze di materie sono valutate € 100. … 4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO Materie (in magazzino) 100 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO Materie c/acquisti - Rimanenze finali di materie 1.750 100 Rilevati risconti su spese generali industriali per € 50 … 4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO Risconti attivi 50 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO Costi per servizi - Spese per servizi(non di competenza) 1.450 50 90 5. LE RETTIFICHE ALLE SPESE PER RIMANENZE DI PRODOTTI Le rimanenze di prodotti sono valutate € 1.500 Se si attua il confronto tra valore e costo della produzione OTTENUTA ….. 4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO Prodotti (in magazzino) 1.500 ….. 10. RICAVI CORRENTI ... Rimanenze finali di prodotti 1.500 91 6-7-8-9.L’INTEGRAZIONE DELLE SPESE PER COSTI CERTI, INCERTI… Accantonato TFR per € 225; rilevati spese commerciali in corso di maturazione per € 20; determinate imposte per € 100;accantonate al fondo manutenzioni € 50 ….. 8. DEBITI DI DILAZIONE … Debiti tributari ... Debiti per TFR ….. 5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO … Fondo manutenzioni progr. ... Ratei passivi … 100 225 50 20 Imposte sul reddito dell’esercizio 100 … Accantonamento per TFR 225 Accantonamento al fondo … Spese commerciali 50 800 + 20 92 10 - LA RETTIFICA AI RICAVI Calcolati risconti passivi su altri proventi per € 15. … 9. RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO Risconti passivi 15 10.RICAVI CORRENTI D’ESERCIZIO … Proventi finanziari 190-15 ... 93 11 - L’INTEGRAZIONE AI RICAVI Rilevati interessi attivi in corso di maturazione su titoli di Stato, per € 3. ….. 2. CREDITI … Ratei attivi 3 ….. 10. RICAVI CORRENTI … Proventi finanziari … 20+3 94 SOLUZIONE ESEMPIO n. 5 IM PIEGHI 1. LIQUIDITA' Banca Cassa 400 25 ===== 2. CREDITI Crediti v/clienti Altri crediti Ratei attivi 3. SPESE DI INVESTIMENTO Immobilizza zioni imma te ria li Spese di impianto Brevetti industriali Immobilizza zioni ma te ria li Immobili Impianti e macchinario Altre immobilizzazioni Anticipi a fornitori Inve stime nti fina nzia ri Partecipazioni Titoli di Stato Prestiti ad imprese contr. 4. SPESE ANT. DI ESERCIZIO Materie in rimanenza Prodotti in rimanenza Risconti attivi 5. SPESE CORR. DI ESERCIZIO Spese di acquisto materie - Rimanenze di materie Retribuzioni e contributi Spese generali industriali Spese generali di amm.ne Spese commerciali Altre spese e perdite Oneri finanziari Quote ammortamento imma.li Quote ammortamento materiali Svalutazione partecipazioni Accantonamento TFR Svalutazione crediti Accantonamento imposte Acc. spese di manutenzione 1.000 150 3 ===== 120 280 ==== 1.067 3.800 1.080 300 ==== FONTI 6. CAPITALE DI PROPIETA' Capitale sociale 7. DEBITI FINANZIARI Debiti verso banche Altri finanziamenti 1.153 8. DEBITI DI DILAZIONE Debiti verso fornitori Debiti verso dipendenti Debiti verso enti Debiti tributari Altri debiti Fondo TFR Ratei passivi Fondo spese di man.ne 400 6.247 345 50 100 495 ==== ===== 100 1.500 50 ===== 5.000 425 1.225 750 ===== 550 150 450 240 210 225 20 50 ===== 1.975 1.895 7.142 9. RICAVI ANT. DI ESERCIZIO Risconti passivi 15 1.650 1.750 -100 3.700 1.400 600 820 150 100 50 653 5 225 100 100 50 9.603 ===== --------19.973 10. RICAVI Ricavi di vendita del prodotto Ricavi per servizi Proventi finanziari Altri proventi Rimanenze di prodotti 8.340 1.050 23 175 1.500 ===== 11.088 --------19.973 ESEMPIO n. 6 Sia data la seguente situazione: IM PIEGHI FONTI 1. LIQUIDITA' 6. CAPITALE DI PROPIETA' Banca Cassa 400 10 ===== Capitale sociale 2. CREDITI 7. DEBITI FINANZIARI Crediti v/clienti Altri crediti 1.200 300 ===== 1.500 3. SPESE DI INVESTIMENTO Immobilizzazioni immateriali Spese di impianto Brevetti industriali Immobilizzazioni materiali Immobili Impianti e macchinario Altre immobilizzazioni Anticipi a fornitori Investimenti finanziari Partecipazioni Titoli di Stato Prestiti ad imprese contr. Debiti verso banche Altri finanziamenti 4.450 1.500 ===== 5.950 8. DEBITI DI DILAZIONE 300 600 ==== 2.200 8.600 2.400 600 ==== Debiti verso fornitori Debiti verso dipendenti Debiti verso enti Debiti tributari Altri debiti 900 1.100 300 900 280 420 ===== 3.000 13.800 700 200 100 1.000 ==== ===== 15.700 5. SPESE CORR. DI ESERCIZIO Spese di acquisto materie Retribuzioni e contributi Spese generali industriali Spese generali di amm.ne Spese commerciali Altre spese e perdite Oneri finanziari 10.000 410 10. RICAVI 3.500 7.260 2.900 1.200 1.600 300 200 16.960 ===== --------34.570 Ricavi di vendita del prodotto Ricavi per servizi Proventi finanziari Altri proventi 15.000 200 40 380 ===== 15.620 --------34.570 96 ESEMPIO n. 6 Fatto riferimento alla tavola di cui all’esempio n. 6, si considerino le seguenti operazioni di assestamento: 1) quote di ammortamento: spese di impianto € 60, brevetti industriali € 40, immobili € 66, impianti e macchinari € 1.290, altre immobilizzazioni € 240; 2) svalutazioni su investimenti finanziari: su partecipazioni € 7, su titoli di Stato € 5, sui crediti verso clienti per € 100; 3) le materie prime in rimanenza sono valutate € 200; 4) risconti (attivi) su spese generali industriali per € 100; 5) addebitati (cioè portati in aumento del rispettivo debito) oneri finanziari su debiti V/s banche per € 300 e su altri finanziamenti per € 100; 6) Accantonamento al TFR € 550; 7) accreditati (cioè portati in aumento della giacenza di c/c) interessi attivi sui titoli per € 22; sono inoltre rilevati ratei attivi (sempre su interessi maturati sui titoli di Stato)per € 3; 8) risconti su altri proventi per € 30; 9) prodotti in rimanenza per € 3.000; 10) spese commerciali in corso di maturazione € 20; 11) accantonamento per imposte sul reddito € 1.100; 12) accantonamento per spese di manutenzione € 100. Si componga, dunque, la relativa tavola dei valori. 97 SOLUZIONE ESEMPIO n. 6 IM PIEGHI 1. LIQUIDITA' Banca Cassa 422 10 ===== 2. CREDITI Crediti v/clienti Altri crediti Ratei attivi 3. SPESE DI INVESTIMENTO Immobilizza zioni imma te ria li Spese di impianto Brevetti industriali Immobilizza zioni ma te ria li Immobili Impianti e macchinario Altre immobilizzazioni Anticipi a fornitori Inve stime nti fina nzia ri Partecipazioni Titoli di Stato Prestiti ad imprese contr. 4. SPESE ANT. DI ESERCIZIO Materie in rimanenza Prodotti in rimanenza Risconti attivi 5. SPESE CORR. DI ESERCIZIO Spese di acquisto materie - Rimanenze di materie Retribuzioni e contributi Spese generali industriali Spese generali di amm.ne Spese commerciali Altre spese e perdite Oneri finanziari Quote ammortamento Svalutazione partecipazioni Svalutazione titoli di Stato Accantonamento TFR Svalutazione crediti Accantonamento imposte Acc. spese di manutenzione 1.100 300 3 ===== 240 560 ==== 2.134 7.310 2.160 600 ==== FONTI 6. CAPITALE DI PROPIETA' Capitale sociale 7. DEBITI FINANZIARI Debiti verso banche Altri finanziamenti 1.403 8. DEBITI DI DILAZIONE Debiti verso fornitori Debiti verso dipendenti Debiti verso enti Debiti tributari Altri debiti Fondo TFR Ratei passivi Fondo spese di man.ne 800 12.204 693 195 100 988 ==== ===== 200 3.000 100 ===== 10.000 432 4.750 1.600 ===== 1.100 300 900 1.380 420 550 20 100 ===== 6.350 4.770 13.992 9. RICAVI ANT. DI ESERCIZIO Risconti passivi 30 3.300 3.500 -200 7.260 2.800 1.200 1.620 300 600 1.696 7 5 550 100 1.100 100 20.638 ===== --------39.765 10. RICAVI Ricavi di vendita del prodotto Ricavi per servizi Proventi finanziari Altri proventi Rimanenze di prodotti 15.000 200 65 350 3.000 ===== 18.615 --------39.765 La determinazione del risultato economico LA SEPARAZIONE DEI VALORI “DI CAPITALE” E DEI VALORI “DI REDDITO” (1/2) La tavola dei valori, che sin qui è stata letta in senso verticale – mettendo in evidenza da una parte gli impieghi e dall’altra le fonti – deve essere ora letta in senso orizzontale. In tal senso: a) nella parte superiore della tavola, è messa in evidenza la configurazione del capitale aziendale (rappresentato dalle aree 1-2-3-4 degli investimenti e 1-2-3-4 delle fonti); b) nella parte inferiore, è configurato il reddito aziendale relativo al periodo considerato (rappresentato dalla contrapposizione dell’area 5 degli investimenti e delle fonti, opportunamente assestate. LA SEPARAZIONE DEI VALORI “DI CAPITALE” E DEI VALORI “DI REDDITO” (2/2) Quando si calcola il reddito d’esercizio, si determinano contemporaneamente anche elementi del capitale d’esercizio esistente alla fine del periodo. Sono infatti elementi del capitale le rimanenze finali di merci, i risconti attivi e passivi, i ratei attivi che misurano i proventi vari presunti, i fondi per rischi e oneri, il fondo TFR che accoglie le indennità di fine rapporto maturate, e così via. La misura del reddito è influenzata dalla valutazione attribuita alle rimanenze di merci, dalla assegnazione delle quote di ammortamento, dalla previsione delle imposte e tasse da pagare o dei proventi vari da riscuotere in futuro, dal calcolo delle indennità di fine rapporto maturate e dalla stima dei costi ad utilità futura. Se variano queste valutazioni, varia il reddito d’esercizio. LA SEPARAZIONE DEI VALORI “DI CAPITALE” E DEI VALORI “DI REDDITO” TAVOLA DEL CAPITALE LIQUIDITA’ CAPITALE DI PROP.TA’ CREDITI DEBITI DI FINANZIAMENTO SPESE DI INVESTIMENTO DEBITI DI FUNZIONAMENTO SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO TAVOLA DEL REDDITO SPESE CORRENTI (ASSESTATE) RICAVI (ASSESTATI) 102 LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO:LA DEFINIZIONE DELL’UTILE TAVOLA DEL CAPITALE LIQUIDITA’ CAPITALE DI PROP.TA’ CREDITI DEBITI DI FINANZIAMENTO SPESE DI INVESTIMENTO DEBITI DI FUNZIONAMENTO SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO Utile dell’esercizio TAVOLA DEL REDDITO SPESE CORRENTI (ASSESTATE) RICAVI (ASSESTATI) Utile dell’esercizio 103 LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO:LA DEFINIZIONE DELLA PERDITA TAVOLA DEL CAPITALE LIQUIDITA’ CAPITALE DI PROP.TA’ CREDITI DEBITI DI FINANZIAMENTO SPESE DI INVESTIMENTO DEBITI DI FUNZIONAMENTO SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO Perdita dell’esercizio TAVOLA DEL REDDITO SPESE CORRENTI (ASSESTATE) RICAVI (ASSESTATI) Perdita dell’esercizio 104 IL REDDITO: ALCUNE CONSIDERAZIONI (1/4) Da quanto visto si osserva che il reddito di esercizio è in ogni caso un’entità indeterminata, in quanto affetta da innumerevoli incertezze. Esso – come visto - si misura come differenza tra costi e ricavi: tali parametri però non sono tutti certi; alcuni sono caratterizzati da incertezze più o meno intense a seconda dei casi. I costi, più che i ricavi, sono gli elementi che trasferiscono al reddito le maggiori incertezze. Abbiamo visto che il costo della produzione è formato dalla somma dei costi di utilizzazione dei vari fattori produttivi impiegati nella produzione stessa. Orbene, taluni costi di utilizzazione sono tendenzialmente certi in quanto misurati direttamente dalle relative variazioni di cassa o da debiti. Altri, di contro, sono eminentemente incerti in quanto derivano da un atto di stima: derivano cioè dalla scissione dei costi sospesi dai corrispondenti costi di acquisizione. IL REDDITO: ALCUNE CONSIDERAZIONI (2/4) Le maggiori incertezze provengono dai fattori produttivi anticipati. Essi sono, segnatamente, i fattori pluriennali e le materie. Pertanto il reddito di esercizio sarà maggiormente incerto in quelle aziende ove tali fattori prevalgono rispetto agli altri; ad esempio, a parità di altre condizioni, sarà maggiormente incerto nelle aziende industriali che nelle aziende commerciali o in quelle bancarie. Tutti in dottrina sono concordi nell’enunciare l’indeterminatezza del reddito di esercizio. Molti addirittura affermano che esso non esiste, proprio in quanto non può essere de determinato: è una finzione a cui si ricorre per necessità pratiche. Altri affermano, analogamente, che è un valore astratto, cioè inesistente nella realtà. IL REDDITO: ALCUNE CONSIDERAZIONI (3/4) Anche se le affermazioni anzidette sono incontrovertibili, è parimenti vero che il soggetto aziendale non può rinunciare al calcolo del reddito di esercizio. Proprio in quanto trattasi di un valore indeterminato, si preferisce parlare in genere di attribuzione del reddito all’esercizio più che di determinazione dello stesso. La presenza di una così vasta gamma di incertezze impone al soggetto aziendale un atteggiamento di prudenza. Esso si deve soprattutto manifestare in due momenti: 1) in fase di attribuzione del reddito all’esercizio; 2) in fase di distribuzione del reddito agli aventi diritto. IL REDDITO: ALCUNE CONSIDERAZIONI (4/4) La distribuzione dell’utile costituisce il prelevamento dello stesso da parte degli aventi diritto. Al contrario, la non distribuzione configura una “capitalizzazione dell’utile”; in tale ipotesi si parla anche di autofinanziamento. Il movimento dei valori, pertanto, implica: a)nel caso della distribuzione, una diminuzione delle fonti cui corrisponde una diminuzione degli impieghi monetari; b) nel caso della capitalizzazione, la permutazione nelle fonti (per l’annullamento dell’utile di esercizio e il suo incorporo nel capitale di rischio) con conseguente analoga permutazione nei valori economico-finanziari (per l’annullamento di quelli relativi all’utile e per l’aumento di quelli relativi al capitale). Dalla tavola dei valori al bilancio DALLA TAVOLA DEI VALORI AL BILANCIO (1/2) LIQUIDITA’ CREDITI DEBITI DI FINANZIAMENTO SPESE DI INVESTIMENTO DEBITI DI FUNZIONAMENTO SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO CONTO ECONOMICO Spese SPESE CORRENTI (ASSESTATE) Utile dell’esercizio Netto Passività e netto CAPITALE DI PROP.TA’ Utile dell’esercizio Attività Patrimonio STATO PATRIMONIALE Ricavi RICAVI (ASSESTATI) DALLA TAVOLA DEI VALORI AL BILANCIO (2/2) LIQUIDITA’ CREDITI Netto Passività e netto CAPITALE DI PROP.TA’ Perdita dell’esercizio Attività Patrimonio STATO PATRIMONIALE DEBITI DI FINANZIAMENTO SPESE DI INVESTIMENTO DEBITI DI FUNZIONAMENTO SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO CONTO ECONOMICO Spese SPESE CORRENTI (ASSESTATE) Ricavi RICAVI (ASSESTATI) Perdita dell’esercizio IL PATRIMONIO NETTO (1/5) In riferimento alla tavola dei valori osserviamo come l’insieme degli investimenti o attività prenda nome di capitale lordo di funzionamento. La differenza tra quest’ultimo e il capitale di terzi o passività (debiti complessivamente intesi e ricavi anticipati) definisce il patrimonio netto. Esso si iscrive nel prospetto dello stato patrimoniale in modo tale che le due colonne dei valori pareggino. Se esaminiamo il prospetto ci rendiamo conto che, nella sezione di sinistra, le attività indicano gli investimenti effettuati dall’azienda mentre nella sezione di destra appaiono i finanziamenti distinti in finanziamenti di terzi, costituiti dai debiti, e finanziamenti della proprietà, rappresentati dal patrimonio netto. IL PATRIMONIO NETTO (2/5) Il patrimonio netto determinato alla fine di un certo periodo, può scomporsi idealmente in due parti: il patrimonio netto esistente all’inizio del periodo e l’utile conseguito nel periodo stesso, oppure il patrimonio netto iniziale e la perdita sopportata (che naturalmente andrà sottratta dal patrimonio netto iniziale). In tale logica il patrimonio netto iniziale, l’utile o la perdita sono parti ideali in cui si può scomporre il patrimonio netto esistente in un dato momento. IL PATRIMONIO NETTO (3/5) Il patrimonio netto è un valore. Si può determinare solo considerando il capitale nell’aspetto quantitativomonetario. Il patrimonio netto non è un bene, nè si trova investito in singoli beni; è invece il risultato di un’operazione aritmetica effettuata confrontando l’insieme dei valori attivi con l’insieme dei valori passivi. Per tale ragione il patrimonio netto è definito come un fondo di valori riferiti ad un dato istante. Esso è un valore derivato, in quanto la sua entità deriva dai valori attribuiti ai singoli elementi attivi e passivi del capitale. Rappresenta inoltre il valore del capitale proprio del soggetto aziendale, mentre i debiti rappresentano i capitali forniti da terzi. IL PATRIMONIO NETTO (4/5) Nelle società di capitali il patrimonio netto è solito scomposto in varie voci che costituiscono le parti ideali del netto. Esse sono a) il capitale sociale, che corrisponde al valore nominale delle quote o delle azioni sottoscritte dai soci; b) i fondi di riserva, costituiti da quote di utili, conseguiti in passato e non distribuiti ai soci e dai sovrapprezzi fatti pagare in più ai soci all’atto della sottoscrizione delle quote di capitale sociale o delle azioni; c) gli utili da destinare, costituiti dall’utile conseguito nell’ultimo periodo amministrativo e dall’avanzo utile di anni precedenti;tali utili potranno essere distribuiti ai soci o trattenuti nell’azienda portandoli in aumento dei fondi di riserva. IL PATRIMONIO NETTO (5/5) d) le perdite in sospeso, che potranno essere coperte con versamenti dei soci, utili realizzati in futuro o diminuendo i fondi di riserva. Le perdite in sospeso sono parti ideali negative del capitale netto, in quanto lo diminuiscono. Se ci sono delle perdite in sospeso, queste possono essere scritte nella sezione di destra con segno negativo o nella sezione di sinistra come poste rettificative delle fonti. In quest’ultimo caso esse, pur apparendo nella parte ove figurano le attività, non sono elementi attivi del capitale, bensì poste ideali negative del patrimonio netto e si contrappongono al capitale sociale (posta ideale positiva), scritto a destra. LE VOCI CHE COMPONGONO IL PATRIMONIO NETTO • • • • • • • Capitale sociale Riserva da sovrapprezzo delle azioni Riserva legale Riserve statutarie Altre Riserve distintamente indicate Utili (perdite) portati a nuovo Utile (perdita) dell’esercizio RELAZIONI TRA ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO Se indichiamo con A le attività, con P le passività, con N il patrimonio netto, possiamo riscontrare le seguenti relazioni corrispondenti ad altrettanti casi: 1) 2) 3) 4) A A A P = > = > N P P A le le le le attività attività attività attività sono sono sono sono eguali al patrimonio netto; maggiori delle passività; eguali alle passività; minori delle passività. 1) L’azienda non ha debiti; il capitale lordo coincide con il capitale netto. L’azienda ha solo mezzi propri. Tipica situazione riscontrabile in fase di costituzione dell’azienda. RELAZIONI TRA ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO 2) L’azienda ha dei debiti; per trovare il capitale netto occorre fare la differenza tra attività e passività. Dalla relazione A—P=N possiamo ottenere la seguente: A = P + N Tale nuova relazione mette in evidenza che le attività sono in parte finanziate con mezzi di terzi (P) e in parte finanziate con mezzi propri (N). 3) L’azienda non dispone di mezzi propri; le attività sono eguali alle passività. Questo caso, piuttosto raro, è legato ad una situazione anomala e patologica dell’azienda. RELAZIONI TRA ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO 4) I debiti superano le attività; la differenza tra attività e passività ha segno negativo e prende il nome di passivo netto o deficit, che indichiamo con la lettera D. L’azienda non ha quindi un capitale proprio, anzi il deficit indica l’insufficienza delle attività nel far fronte agli impegni assunti verso i terzi. La relazione P—A=D può anche essere scritta come: A + D = P Una situazione del genere è indice di gravissimo squilibrio; è quindi chiaramente patologica. L’azienda può essere considerata «malata» e si avvia alla sua cessazione, cioè alla liquidazione delle attività e all’estinzione parziale delle passività. RELAZIONI TRA ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO Una situazione, come quella presentata, è tipica delle aziende in dissesto, per le quali si dà corso alla liquidazione fallimentare o ad un concordato con i creditori. Il fallimento è una procedura concorsuale, prevista dalla legge, per la cessazione e la messa in liquidazione di un’azienda il cui soggetto non è più in grado di far fronte al pagamento dei debiti assunti. Poiché i debiti superano le attività, in caso di fallimento una parte di essi non potrà essere pagata. Al termine di un fallimento si riscontrerà quindi la relazione: D = P cioè la parte deficit. dei debiti non pagata corrisponderà al APPENDICE APPENDICE 1 LE VOCI CHE COMPONGONO LE SPESE DI INVESTIMENTO INVESTIMENTI FINANZIARI Partecipazioni Partecipazioni Partecipazioni Partecipazioni Crediti Crediti Crediti Crediti verso verso verso verso in in in in imprese controllate imprese collegate imprese controllanti altre imprese imprese controllate imprese collegate imprese controllanti altri Altri titoli Azioni proprie 123 APPENDICE 2 LE SPESE DI INVESTIMENTO: ULTERIORI APPROFONDIMENTI SPESE COLLEGATE ALLE IMMOBILIZZAZIONI Manutenzione Spese sostenute sulle imm.ni materiali MANUTENZIONE ORDINARIA Spese correnti sostenute per mantenere il bene in condizioni di normale funzionamento Svalutazione Perdita di valore imprevedibile e legata a fattori esterni che MANUTENZIONE colpisce qualsiasi STRAORDINARIA tipo di Spese di inv.to immobilizzazione sostenute per incrementare la vita utile o la funzionalità del bene Ammortamento Perdita di valore fisiologica e prevedibile, relativa a tutte le immobilizzazioni con vita utile limitata nel tempo APPENDICE 3 LE PASSIVITA’ FUTURE PRESUNTE I FONDI PER RISCHI E ONERI Sono poste che derivano da accantonamenti di utili lordi Possono esprimere Debiti relativi a costi incerti Per oneri futuri Es. •Fondo TFR •Fondo spese di manutenzione ecc. Per rischi Es. •Fondo per imposte Contropartite di abbattimenti di specifici impieghi Es. •Fondo svalutazione crediti •Fondo svalutazione partecipazioni ecc. Fondi ammortamento 125 Riferimenti bibliografici Caramiello C., L’azienda (alcune brevi introduttive), Milano, Giuffrè, 1993 riflessioni Caramiello C., Contabilità generale. Principi e metodi, Milano, IPSOA, 1988 Cavalieri E., Economia Giappichelli, 2010. Aziendale, Vol. I, Torino, 126