Sommario 18 2006 Metodologia Una proposta di utilizzo didattico di Internet: la webquest. Marco Mezzadri pag 2 Cosa possono fare le istituzioni per aiutare la formazione dei docenti Intervista di Fabio Caon a Fabrizio Lobasso, Console d’Italia ad Atene pag 8 “Una mammina in attesa di scodellare il mostro”, o come entusiasmare una classe di italiano come lingua straniera. Simona Bartoli Kucher pag 12 Apprendere l'italiano in Tunisia Abdelmonem Khelifi pag 16 Quito: una proposta bilingue dalla scuola dell’infanzia alla maturità Barbara Micheli pag 17 Italiano LS nel Mondo www.initonline.it n° 18 Direttore Scientifico Paolo E. Balboni Direttore Responsabile Domenico Corucci Redazione Mario Cardona Marco Mezzadri Anthony Mollica Editore Guerra Edizioni Via Manna, 25 - 06132 Perugia tel +39 075 5270257 - 8 fax +39 075 5288244 www.guerra-edizioni.com e-mail: [email protected] Grafica e impaginazione Keen s.r.l. Copertina Letizia Pignani Stampa Guerra Stampa - Perugia Pubblicità Guru S.r.l. Via Manna, 25 - 06132 Perugia tel +39 075 5270257 - 8 fax +39 075 5288244 Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 12 del 04/03/2000 Tiratura 12.000 copie Le illustrazioni di questo numero riproducono personaggi celebri del cinema italiano. Italiano L2 in Italia L’insegnamento dell’italiano ad adulti stranieri in Italia Paola Begotti pag 20 Insegnamento orientato all'azione: una proposta operativa Antonella Filippone e Andreina Scaglione pag 24 Cyberitaliano Indirizzi e siti utili per cercare offerte di lavoro per l'insegnamento dell'italiano a stranieri Roberta Barazza pag 28 Strumenti Università per Stranieri di Perugia. Università per Stranieri di Siena. Università di Venezia. pag 30 pag 31 pag 32 Materiali didattici Quaderni Cils Certificazione di italiano come lingua straniera Collana Arte e Metodo Esercitarsi con la grammatica Cantagramma Apprendere la grammatica italiana con le canzoni 1 pag 7 pag 19 pag 23 pag 27 In.IT metodologia Una proposta di utilizzo didattico d IN ITALIA, COME IN MOLTI Rodolfo Valentino attore 2 In.IT Continuiamo in questo numero la riflessione iniziata in In.it 16 altri paesi, è ormai prassi comune nella scuola affidarsi a Internet per realizzare attività di ricerca di informazioni. Questo campo di applicazione risulta prevalente (Petrucco, 2002) anche a causa della ricchezza di fonti che questa nuova risorsa mette a disposizione e della relativa facilità di reperimento delle informazioni. Questo tipo di impiego non riguarda una disciplina in particolare, ma in modo trasversale la maggior parte di esse. Anche per quanto riguarda l’italiano, LS o L2, per ragioni didattiche e organizzative fondamentalmente simili nei due ambiti, la rete Internet sta assurgendo a fondamentale fonte di informazione. Tuttavia a fronte di una sensazione, spesso avvalorata dai fatti, dell’alta probabilità di trovare in Internet quanto ricercato, è esperienza comune ritrovarsi ad annaspare nel tentativo di comprendere le informazioni reperite o di utilizzare tali informazioni per proseguire la ricerca. Alla base sta la necessità di interpretare lo strumento Internet quale risorsa che investe vari aspetti e non solo quelli che definiremmo contenutistici. Un uso didattico di Internet crediamo non possa prescindere da riflessioni riguardo alla metodologia da seguire per la sua applicazione o alla necessità di coniugare percorsi tematici ad altri di educazione all’utilizzo dello strumento. Dunque, l’intervento cui è chiamato il docente di italiano a stranieri si sviluppa sia sul piano linguistico e culturale, sia su quello dell’educazione all’uso del NT. Questo avverrà, a seconda dei contesti, con l’aiuto di colleghi di altre discipline o sviluppando il percorso formativo in maniera individuale. Comunque sia, il docente di italiano a stranieri dovrà affrontare, nel momento in cui accoglie l’opzione dell’utilizzo didattico delle NT, i tre piani di intervento contemporaneamente e così come dovrà richiamarsi alle conoscenze culturali e alle competenze linguistiche pregresse degli studenti, anche per quanto riguarda le NT dovrà comportarsi allo stesso modo. Dovrà, cioè, incentivare percorsi educativi che approfondiscano le competenze d’uso di questi strumenti; proponendo un esempio facilmente comprensibile, si dovrà insegnare allo studente a ope- rare in maniera efficace con Internet, promovendo l’acquisizione di tecniche di navigazione, di raccolta e di elaborazione dei dati, ecc., allo stesso modo in cui si insegnava e si insegna l’uso del dizionario, di un enciclopedia, e così via. Internet, tuttavia, non è un’enciclopedia. L’organizzazione del materiale presente è una non-organizzazione. È come se fossimo di fronte a innumerevoli mondi, i singoli siti, strutturati con un proprio ordine, che a volte comunicano tra loro, attraverso i collegamenti ipertestuali esterni, che si imitano l’un l’altro, ma che non rispondono a un’architettura generale coerente e coesa. Lo scenario per chi naviga in questo universo diventa quello che abbiamo descritto sul numero 16 di In.it: il rischio è il sovraccarico cognitivo, l’incapacità o quantomeno la grande difficoltà d’elaborazione del materiale reperito, ammesso e non concesso che l’utente sappia ricercare e trovare l’informazione necessaria. E questo dicasi solo per riprendere alcune delle insidie che derivano dall’uso del web. Negli anni sono stati sviluppati modelli di navigazione che cercano di affrontare il problema (Petrucco 2002, 2003), così come sono stati predisposti ambienti che accompagnano lo studente nell’esplorazione del web: da banche dati, quali i cataloghi di siti di interesse per una determinata disciplina, a piattaforme per l’e-learning. Questo contributo intende presentare un ambiente che ha nella coerenza e nella semplicità strutturale, crediamo, i maggiori punti di forza: la webquest. Una definizione Uno degli ideatori della webquest, Bernie Dodge (1995), fornisce questa definizione: Una WebQuest è un’attività di ricerca nella quale una parte o la totalità delle informazioni con cui interagiscono gli studenti provengono da risorse disponibili in Internet. (Nostra traduzione). Il secondo ideatore della webquest, Tom March, nel fornire una propria definizione, evidenzia la necessità di superare il livello della ricerca e acquisizione dell’informazione dal web se si desidera cogliere il reale valore della webquest. March (2004) afferma che la caratteristica principale di una webquest è permettere di trasformare l’informazione in modo tale da creare una nuova forma o di Internet: la webquest. di Marco Mezzadri testuale frutto della comprensione, della rielaborazione critica e dell’acquisizione delle informazioni originali. Secondo lo stesso autore (March 2004) questo avviene nelle migliori webquest motivando gli studenti a ricercare relazioni tematiche sempre più approfondite e a riflettere sui propri processi metacognitivi. Prima di passare a una descrizione del funzionamento ci pare utile presentare una serie di caratteristiche, obiettivi e vantaggi offerti dalla webquest: • insegna, affina, applica strategie di navigazione e di ricerca nel web; • sviluppa il pensiero critico e l’autonomia dello studente attraverso percorsi di costruzione della conoscenza; • sviluppa un atteggiamento collaborativo negli studenti; • sviluppa abilità cognitive di tipo alto, quali la capacità di analisi e sintesi, e grazie al suo carattere fortemente collaborativo la capacità di mediazione e negoziazione di significati sia sul piano delle competenze di tipo relazionale, sia per ciò che attiene allo sviluppo dei meccanismi della comprensione; • promuove un atteggiamento di tipo problem-solving, motivando gli studenti grazie all’impostazione che prevede la realizzazione di contesti, situazioni e compiti fortemente verosimili; • permette di strutturare attraverso un percorso di rielaborazione l’informazione reperita prevalentemente sul web, inducendo lo sviluppo di abilità e strategie atte a superare il possibile sovraccarico cognitivo cui è esposto lo studente oggi; • sviluppa strategie di apprendimento di qualità grazie alla sua struttura e al rigoroso procedimento basato su chiare fasi di pianificazione, esecuzione, monitoraggio e valutazione. Il procedimento Potremmo definire la webquest una tecnica, rendendo con questo termine più comprensibile il concetto e dar forse la sensazione di una relativa semplicità d’uso. Preferiamo però il termine ambiente in quanto crediamo permetta maggiormente di inquadrare questo strumento. La webquest è dotata di una struttura che le consente di svilupparsi creando un vero e proprio ambiente di lavoro per gli studenti. La presenza di una struttura accompagna lo studente al di là del percorso di ricerca ed elaborazione finalizzato alla creazione di un prodotto, come può essere ad esempio la realizzazione di un breve testo della tipologia che si vorrà scegliere su un tema specifico quale il Carnevale in Italia dell’esempio presentato in conclusione di questo articolo. Il grande valore aggiunto della presenza di una struttura rigorosa è consentire allo studente di promuovere in modo guidato lo sviluppo della consapevolezza circa i propri meccanismi e processi metacognitivi. Ciò permette di spingere lo studente verso performance superiori alle capacità del momento (Cho e Jonassen 2002), sostenendo e promovendo una crescita integrata sia da un punto di vista delle conoscenze, sia sul piano metacognitivo. La webquest è suddivisa in fasi: • introduzione • compito • procedimento • valutazione • conclusione. Le attività a cui sono chiamati gli studenti risultano predeterminate dal docente sulla base dello schema previsto dall’ambiente. Si tratta prevalentemente, ma non unicamente, di attività di tipo collaborativo, da svolgere in gruppo. Un elemento pressoché fondamentale e immancabile è l’approccio di tipo problem-solving delle webquest. Tale approccio fornisce agli studenti la possibilità di esprimersi in modo creativo e di andare oltre il semplice reperimento delle informazioni attraverso il web, in modo da risolvere il problema postulato. Antonio De Curtis, in arte Totò attore 3 In.IT metodologia Una proposta di utilizzo didattico di Internet: la webquest. L’introduzione Nella prima fase, quella dell’introduzione, si procede alla motivazione dello studente e alla definizione dello scenario. Se la webquest prevede l’assunzione di ruoli specifici da parte degli studenti per meglio simulare le attività, è questo il momento di proporla. Ad esempio: “sei giornalista e fai parte della redazione di un importante quotidiano. Hai ricevuto una telefonata anonima che ti informava di…”. Assieme alla definizione degli eventuali ruoli degli studenti, vengono qui introdotti altri elementi utili a inquadrare il contesto e a preparare la fase successiva, quella della definizione del compito. Come esempio si può dare un’occhiata alla webquest ospitata all’indirizzo: http://www.irrepuglia.it/webquest/webfed/ introduzione.htm. Ecco come viene presentata la fase dell’introduzione. Il compito La fase successiva è dedicata alla descrizione del compito da svolgere e pone l’accento in particolare sul risultato atteso. È questo il momento per il docente per chiarire agli studenti il tipo di competenze richiesto in particolare riguardo alle Nuove Tecnologie. Alla fine del compito, la soluzione del problema proposto porta infatti molto spesso alla rielaborazione di informazioni e materiali reperiti online e quindi possono venire richieste conoscenze di strumenti di videoscrittura, di presentazione o altro. 4 In.IT Eccone un esempio tratto da http://quarini.scuole.piemonte.it/webquest/ civprec/index.htm Il procedimento Il terzo momento è caratterizzato dalla descrizione del procedimento. Per un esempio proponiamo una webquest sui diritti umani: http://www.swif.uniba.it/lei/scuola/ insegnanti/WQ%20Diritti/index.htm. Si tratta della fase che richiede più preparazione da parte del docente. Occorre infatti indicare agli studenti quali risorse soprattutto web, ma anche di altro genere, essi devono utilizzare per portare a termine il compito assegnato. Ciò significa che lo studente viene guidato dall’insegnante a scoprire le risorse web e non viene scaraventato nel vuoto di uno spazio virtuale troppo pieno di informazioni, spesso difficili da reperire ed elaborare. A monte sta la ricerca e la selezione delle risorse da parte del docente. Questo è anche il momento in cui il docente deve scegliere le attività possibili da far svolgere. L’insegnante di italiano lingua straniera ha a disposizione le molteplici risorse fornite dalla sua conoscenza riguardo alle tecniche glottodidattiche, ma può anche optare per strumenti non tradizionali quali programmi autore specifici per le lingue, ad esempio Hot Potatoes (http://web.uvic.ca/ hrd/halfbaked) o trasversali per la didattica, come le cacce al tesoro sul web (Mezzadri 2001). Una rapida riflessione si impone ora circa i costi in termini di tempo che la creazione di una webquest comporta. Nel momento in cui, legittimamente, l’insegnante si interrogherà sul rapporto costo/beneficio che questo di Marco Mezzadri strumento presenta, crediamo sia importante non dimenticare che si tratta di strumenti che possono essere facilmente riproposti in contesti didattici diversi, in anni diversi, ecc. Inoltre le webquest permettono di procedere non in maniera individuale, come spesso accade nel panorama dell’italiano per stranieri, ma di condividere le proprie realizzazioni con altri docenti, e quindi consentono di usufruire delle proposte di altri. Ne sono un felice esempio le innumerevoli proposte che si possono rintracciare in Internet. borato alla stesura della webquest, alle fonti utilizzate e infine alle risorse web quali i generatori disponibili o la pagina principale della San Diego University dedicata alla webquest (http://webquest.sdsu.edu/). La valutazione La valutazione è la fase successiva in cui lo studente è invitato a riflettere sul processo messo in atto in chiave autovalutativa attraverso gli strumenti scelti dal docente come nella proposta a destra tratta da http://www.itsos.gpa.it/webquest/webquest/ gruppo3/valuta.htm La chiave autovalutativa è una possibile proposta didattica che può essere facilmente combinata e integrata in modelli di tipo valutativo. Quanto risulta indispensabile nella filosofia della webquest è affrontare questa fase in chiave collaborativa con lo studente, al quale vanno esplicitati i parametri che si andranno ad applicare e quindi gli elementi che si andranno a valutare. In rete si trovano risorse utili a creare tassonomie sia dei compiti (http://webquest.sdsu. edu/taskonomy.html), sia delle performance degli studenti (http://projects.edtech.sandi. net/staffdev/tpss99/rubrics/rubrics.html, anche in italiano http://www.bibliolab.it/ webquest_task/WebQuest%20Rubric.htm). La conclusione L’ultima parte della webquest riguarda una riflessione conclusiva su quanto gli studenti avranno realizzato e appreso alla fine del percorso. È possibile usare questo spazio per incoraggiare approfondimenti e indicare risorse e percorsi integrativi. Le pagine del docente e i ringraziamenti Queste due sezioni aggiuntive nel modello della San Diego University (http://projects. edtech.sandi.net/staffdev/buildingblocks/pindex.htm) sono dedicate a una sorta di guida per il docente che potrà essere d’aiuto all’insegnante in tutte le fasi della webquest. Nei ringraziamenti, invece, troveranno spazio le menzioni a persone che hanno colla- Marcello Mastroianni attore Anita Ekberg attrice 5 In.IT metodologia Una proposta di utilizzo didattico di Internet: la webquest. La lingua della webquest Tra i diversi compiti cui si trova di fronte il docente che intende usare la webquest vi è la scelta del registro da utilizzare e il modo di interagire con gli studenti. Se la struttura dell’ambiente risulta fissa, se i contenuti sono la parte mobile per eccellenza, crediamo che anche il modo in cui essi vengono proposti possa avere delle ricadute molto precise sulla fruizione da parte degli studenti, sulla loro motivazione, e quindi sulla riuscita dell’esperienza. A titolo d’esempio proponiamo uno stralcio da una webquest che riteniamo sia stata concepita con una giusta attenzione agli aspetti psico-affettivi che le scelte linguisti1 che possono coinvolgere : A Carnevale ... ogni dolce veneziano vale!!! INTRODUZIONE L'epifania tutte le feste si è portata via Ma in realtà la festa possiamo continuare mangiando, divertendoci e andando a ballare È iniziato infatti il Carnevale pieno di maschere, coriandoli e voglia di mangiare Se questa attività vuoi seguire stai attento a ciò che sto per dire: molti dolci italiani potrai imparare a cucinare tutti tipici del veneziano carnevale Prepara bilancia, uova, zucchero e farina e non dimenticare una bella terrina È giunto il momento di darsi da fare clicca su COMPITO se vuoi imparare Dimenticavo... Risorse web per l’approfondimento Il sito principale è The webquest page dell’Università di San Diego (in inglese) http://webquest.sdsu.edu/. È in inglese. Al suo interno è possibile trovare un’ampia banca dati con progetti di webquest realizzati per diverse discipline e a diversi livelli. In italiano sono disponibili parecchie risorse tra cui un generatore che può aiutare a prendere contatto e ad acquisire dimestichezza e fiducia nei confronti dei programmi autore: http://www.aula21.net/Wqfacil/webit.htm. Altre risorse in italiano sono disponibili all’indirizzo: http://www.bibliolab.it/webquest.htm. Tra queste la pagina http://www.bibliolab.it/webquest_task/webquestaskonomy%20italiano_file/frame.htm fornisce una spiegazione per immagini in italiano della webquest. Per la fase di valutazione, alla pagina indicata si trova una griglia: http://www.bibliolab.it/webquest_task/ WebQuest%20Rubric.htm. In rete sono numerosi gli esempi di webquest, tra questi citiamo alcuni siti che elencano numerose proposte: • nella sezione WebQuests del portale: http://webquest.org/ • BestWebQuests, sito gestito da Tom March: http://www.bestwebquests.com/ • e inoltre iwebquest.com: http://www.iwebquest.com/. NOTE 1 BUON DIVERIMENTO E... BUON CARNEVALE Federico Fellini regista COMPITO L'attività che stai per fare sarà molto utile per imparare non solo il lessico italiano, ma anche per capire esattamente quali dolci sono tipici di Venezia e da dove deriva la loro ricetta. Alla fine dell'attività, tu e il tuo gruppo potrete presentare ai vostri compagni una ricetta, in Power Point oppure in versione cartacea, e commentarla a voce. Non è finita. Durante la festa di Carnevale, sarà allestita, a scuola, una piccola zona cucina. L'insegnante procurerà gli ingredienti e dovrete provare a preparare i dolci. Ora clicca su PROCEDIMENTO se vuoi capire come organizzarti. 6 In.IT Tratta da una webquest creata da Anna Amadio nell’ambito di uno dei percorsi formativi del Master Itals di Ca’ Foscari. BIBLIOGRAFIA Dodge B., 1995, "Some Thoughts About WebQuests", in http://edweb.sdsu.edu/courses/edtec596/about_webquests.html Dodge B. J., 1995, “WebQuests: A structure for active learning on the World Wide Web”, The Distance Educator, 1(2). Dodge B. J., Muñoz G., 1997, “Lessons Learned from the San Diego Microworlds Project”, presentato al Sixth Annual German-American Dialog on Integrating Technology into Schools, Gütersloh (Germania). March T., 2000a, "Are We There Yet?: A Parable on the Educational Effectiveness of Technology. Multimedia Schools Magazine. Vol. 7 #3. http://www.infotoday.com/MMSchools/may00/march.htm March T., 2000b, "The 3 R's of WebQuests: Let’s keep them Real, Rich, and Relevant. Multimedia Schools Magazine. Vol. 7 #6. http://www.infotoday.com/MMSchools/nov00/march.htm March T., 2004, What WebQuests Are (Really) http://bestwebquests.com/what_webquests_are.asp Cho K., Jonassen D., 2002, “The Effects of Argumentation Scaffolds on Argumentation and Problem Solving.”, ETR&D, Vol. 50, No. 3. Mezzadri M., 2001, Internet nella didattica dell'italiano: la frontiera presente, Guerra-éditions SOLEIL, Perugia/Welland. Petrucco C., Costruire mappe per cercare in rete: il metodo Sewcom, in TD-Tecnologie Didattiche n. 25 - Numero 1-2002. Petrucco C., 2003, Ricercare in rete, Pensa Multimedia, Lecce. Ritchie D.; Dodge B. J., 1992, “Integrating Technology Usage across the Curriculum through Educational Adventure Games”, Paper presented at the Annual Conference on Technology and Teacher Education (Houston, TX, March 12-15, 1992). ERIC Document Reproduction Service Document #ED 349 955. Stinson A.D., 2003, “Encouraging the use of technology in the classroom: The WebQuest connection”, in Reading Online, 6(7). materiali didattici Materiali didattici QUADERNI CILS Certificazione di italiano come lingua straniera Questi volumi contengono le prove somministrate nelle due sessioni di esame (giugno e dicembre) negli anni 2003 e 2004 complete delle chiavi e dei criteri di valutazione utilizzati, del CD con i testi per le prove di ascolto, delle trascrizioni e delle istruzioni per la somministrazione. Grazie a questi strumenti, i Quaderni CILS sono utili a tutti coloro che sono impegnati nel processo di apprendimento o operano nel settore dell’insegnamento e valutazione della competenza linguistico-comunicativa. Servono agli studenti per esercitarsi e misurarsi con le prove e controllare i risultati ottenuti. Gli insegnanti possono utilizzare le prove in classe per simulare l’esame o parti dell’esame. Per entrambi rappresentano uno strumento di orientamento per la scelta del livello di esame adeguato al livello di competenza linguistico-comunicativa. Il volume, contenente le prove dei Moduli A1 e A2 - adulti all’estero e dei Moduli A1 e A2 - ragazzi all’estero, è destinato a coloro che si trovano nelle prime fasi del processo di apprendimento e che si avvicinano allo studio della lingua italiana in un paese straniero, e quindi hanno poche occasioni di scambio comunicativo con italofoni, al di fuori del contesto di apprendimento formale. Le prove sono adatte anche a chi possiede come lingua di origine una lingua tipologicamente distante dall’italiano (giapponese, cinese ecc.), per i quali, essendo più complesso il raggiungimento dell’autonomia comunicativa, le difficoltà incontrate nelle prime fasi del processo di apprendimento, potrebbero causare un abbassamento della motivazione. I due moduli certificatori possono rappresentare uno strumento utile per sostenerla. Il volume, contenente le prove del Modulo A1 - adulti in Italia e del Modulo A2 - adulti in Italia, è destinato a coloro che si trovano nelle prime fasi del processo di apprendimento e che si avvicinano allo studio della lingua italiana in novità Italia, e quindi possono aver appreso la lingua anche in contesti di interazione spontanea. Le prove rispecchiano i bisogni e gli usi linguistici primari di chi si trova in Italia, essenziali per la sopravvivenza e la convivenza in ambito sociale e lavorativo. Dal momento che le difficoltà incontrate nelle prime fasi del processo di apprendimento, potrebbero causare un abbassamento della motivazione, i due moduli certificatori possono rappresentare uno strumento utile per sostenerla. Il volume, contenente le prove del Livello UNO - B1, è destinato a coloro che possiedono una competenza di base in italiano come lingua straniera: verifica la capacità linguistico-comunicativa necessaria per usare la lingua italiana con autonomia e in modo adeguato nelle situazioni più frequenti della vita quotidiana. Uno straniero con questo livello di competenza può affrontare senza problemi un viaggio in Italia: è in grado di comunicare in italiano nelle situazioni di tutti i giorni sia per scritto sia oralmente. La produzione orale e scritta è comunicativamente efficace, anche se contiene errori. Il volume, contenente le prove del Livello DUE - B2, è destinato a coloro che possiedono una competenza autonoma in italiano come L2. Prevede una maggiore capacità di uso di elementi dell’area fondamentale della lingua rispetto al Livello UNO - B1. Permette di gestire una maggiore varietà di situazioni, sempre tipiche della vita quotidiana. Chi possiede questo livello è in grado di comunicare efficacemente durante un soggiorno in Italia per motivi di studio e in un contatto con la lingua e la cultura italiana anche per motivi di lavoro. La produzione orale e scritta deve essere comunicativamente efficace, anche se contiene errori. È il livello che devono possedere gli studenti extra-comunitari per iscriversi nelle università italiane. Il volume, contenente le prove del Livello TRE - C1, è destinato a coloro che possiedono un livello di padronanza in italiano come L2: prevede la capacità di gestire un’ampia area di usi linguistici in differenti contesti di comunicazione. Permette di comunicare non solo in situazioni tipiche della vita quotidiana, ma anche nei rapporti formali di tipo pubblico e nei rapporti di lavoro. Chi possiede questo livello è in grado di interagire oralmente e per scritto con Enti pubblici, aziende ecc. dimostrando di saper assumere un ruolo adeguato alla situazione. Il volume, contenente le prove del Livello QUATTRO - C2, è destinato a coloro che possiedono un livello di piena padronanza in italiano come L2: prevede la capacità di dominare una vasta gamma di situazioni comunicative. Chi lo possiede è in grado di interagire non solo nelle situazioni informali e formali di comunicazione, ma anche in quelle professionali. È il livello che deve possedere uno straniero che voglia insegnare italiano; richiede una completa formazione linguistica. 7 In.IT italiano LS nel mondo Cosa possono fare le istituzioni per a Intervista di Fabio Caon a Fabrizio Lobasso, Console d’Italia ad Atene Incontro centinaia di insegnanti di italiano ogni anno nei vari corsi di formazione in giro per il mondo. Le situazioni sono differenti, i problemi sono diversi, ma una richiesta è unica a ogni latitudine: “Le istituzioni dovrebbero essere più presenti nel pretendere e permettere la formazione”. Cosa possono fare le “istituzioni”, che poi vuol dire soprattutto i consoli, cui fanno capo i dirigenti scolastici e che hanno le funzioni di quelli che fino a poco tempo fa erano denominati Provveditori? Lo chiediamo a Fabrizio Lobasso, Console d’Italia ad Atene. Giulietta Masina attrice 8 In.IT Lei ricopre la carica di Console in uno dei Paesi in cui l’italiano gode di maggior diffusione, la Grecia. Cosa può fare, e cosa fa, un Console? Vista l’altissima domanda di apprendimento della lingua e l’ingente numero di connazionali residenti, contribuire a una maggiore e miglior diffusione della lingua italiana in Grecia rappresenta un servizio essenziale di questo Consolato. Tra le nostre prerogative vi sono le funzioni di supporto istituzionale all’Istituto Italiano Statale Comprensivo di Atene (anche “Scuola italiana”, esistente in Grecia dall’inizio del secolo) e al Comitato greco della Società Dante Alighieri. Con questi interlocutori, e con altri ancora, facciamo il massimo per mantenere vivo l’interesse dei connazionali (specie le ultime generazioni provenienti da famiglie miste) e dei greci, non solo per la lingua ma anche per il nostro modo di essere e di esprimere “italianità” nelle varie sfere della vita sociale. Dopotutto, “fare sistema” significa anche presentarsi come un soggetto attivo e integrato, capace di promuovere la propria immagine in modo efficace e competitivo, a cominciare dai propri connazionali all’estero. La lingua italiana è il nostro biglietto da visita e rappresenta uno dei più saldi punti di forza, perché legato a uno stile di vita che spesso suscita ammirazione e stimola emulazione. Per usare una definizione ricardiana, l’italiano è uno dei nostri “vantaggi comparati” sul quale bisogna investire ancora più tempo ed energie per mantenere alti i livelli di qualità e professionalità del suo insegnamento e i livelli di domanda internazionale. Lei parla di “altissima domanda”, di che numeri stiamo parlando? Da un recente studio fatto con l’Ambasciata d’Italia, si calcola che in Grecia il bacino attuale di utenza che studia l’italiano superi le 20.000 unità. Tale cifra comprende i dati provenienti dalle istituzioni italiane con specifici compiti in materia (ad esempio gli Istituti di Cultura e la Scuola italiana), quelli di enti in qualche modo collegati alle istituzioni italiane (ad esempio la Dante Alighieri o le due Scuole Materne con presa d’atto) e quelli provenienti dai numerosissimi “frontistiria” e cioè le locali scuole private di lingue straniere. Pur nell’oggettiva difficoltà di calcolare una cifra esatta, andrebbero anche considerati i numerosissimi greci che, privatamente, studiano l’italiano per ottenere una certificazione finale di conoscenza dal locale Ministero dell’Educazione. Il bacino potenziale, comunque, è sicuramente maggiore. La gran parte dei dati suesposti si riferisce alle due importanti circoscrizioni di Atene e Salonicco, ma esiste una forte domanda proveniente da altre città quali Patrasso, Volos, Larissa e importanti isole come Rodi, Corfù e Creta. La diffusione della lingua italiana in Grecia avviene in due modi. Quello classico, mediante scuole e istituti che insegnano lingua e cultura (tra questi menzioniamo tre dipartimenti di italianistica presso università le università di Atene, Salonicco e Rodi), e quello legato alla presenza di istituzioni italiane come la Scuola statale o le scuole materne dove l’insegnamento dell’italiano si iscrive in un contesto più generale di sistema educativo italiano presente nel paese. Anche l’identikit dell’utente è di due tipi. Da una parte vi sono i greci che percepiscono tutto cio’ che proviene dall’Italia come uno status symbol. Il caso classico è quello di un genitore (in genere il capo famiglia che ha effettuato studi universitari in Italia) che proietta i suoi desideri di approfondimento della lingua e della cultura italiana sui propri figli. Dall’altra vi sono i connazionali che talvolta restano legati al sistema educativo istituzionale italiano, ma che spesso risultano molto integrati al sistema educativo greco e desiderano rafforzare le proprie tradizioni mediante l’apprendimento della lingua attraverso strutture para-scolastiche. r aiutare la formazione dei docenti. Esistono modalità con le quali il Consolato partecipa direttamente al processo di promozione della lingua italiana e di formazione dei docenti in Grecia? Come detto, esistono in Grecia istituzioni e organismi italiani deputati alle attività di promozione culturale, linguistica e di formazione, raccordate con puntualità dalla Rappresentanza Diplomatica ad Atene. Con l’Ambasciata abbiamo organizzato nel 2005 una riuscitissima “Settimana della lingua italiana nel mondo”, iniziativa ideata e voluta dal Ministero degli Esteri, giunta oramai alla sua quinta edizione, nella quale abbiamo fatto confluire eventi riguardanti la lingua italiana applicata a settori come il cinema e la musica, e la sua diffusione attraverso la letteratura. Esistono poi attività che di per sé coinvolgono direttamente l’operato del Consolato, specie quando si riverberano sulla vita dei connazionali residenti (in Grecia, circa 12.000), sulla loro interrelazione con il paese, o quando riguardano il funzionamento delle istituzioni scolastiche come la Scuola statale di Atene. Un interessante fenomeno di interrelazione, per esempio, è quello associativo di tipo socio-ricreativo che vede cittadini italiani e greci (permeati dal comune sentimento d’amore per la cultura e lo stile di vita italiana) unire i propri sforzi per organizzare eventi ludici e culturali a beneficio dei membri dell’associazione stessa e della comunità locale. Il sostrato su cui è possibile sviluppare tale fenomeno è ovviamente la conoscenza della lingua italiana, diffusamente parlata dalle migliaia di greci che negli anni passati riempiva (e ancora riempie, anche se in misura minore) le nostre università. A questo fenomeno appassionante il Consolato dà un suo contributo, assicurando la sua efficacia e durevolezza nel tempo. Da una parte, infatti, esso opera affinché le relazioni tra italiani e greci siano sempre più fluide e orientate al reciproco arricchimento in chiave biculturale; dall’altra, crea le condizioni per cui tale fluidità sia assicurata. In tale ottica si iscrive l’opera di motivazione nel percorso formativo di chi svolge la professione di insegnante di lingua italiana all’estero, specie quando si tratta di cittadini stranieri: l’“operatore linguistico”, lungi dall’essere solo un mezzo per la diffusione della lingua, della letteratura e della cultura italiana, dovrebbe infatti poter rappresentare anche un simbolo della riuscita interazione di due culture e un meccanismo veicolare per mantenere alti livelli d’integrazione tra i connazionali residenti e la madre patria, da una parte, e tra connazionali e paese ospite, dall’altra. Sul fronte delle attività della Dante Alighieri e della Scuola statale italiana, poi, gli esempi di partecipazione diretta del Consolato alla promozione linguistica e culturale sono numerosissimi. Mi limiterò a menzionare due casi. Il primo è il recente successo con le locali Autorità per il riconoscimento in Grecia della certificazione linguistica della Dante Alighieri, il PLIDA, ottenuto con dedizione e costante coordinamento con il Comitato greco dell’ente. Il PLIDA, oggi, ha raggiunto le certificazioni di lingua italiana già riconosciute ufficialmente dalla Grecia (ad es. il CELI), e ha quindi arricchito il panorama nel paese di offerta del “prodotto lingua italiana”, in linea con il principio generale di sana competitività in un libero mercato. Un altro successo, in collaborazione con il Dirigente scolastico ad Atene, la Direzione degli Affari culturali del Ministero degli Esteri e l’Ambasciata d’Italia è stato il negoziato con le locali Autorità per la revisione dello status e del funzionamento della Scuola italiana che ha portato per la prima volta nella storia della Scuola alla riunione di una Commissione mista di lavoro italogreca, peraltro già prevista dal Protocollo culturale tra Italia e Grecia del 1956. Oltre a migliorare in chiave egalitaria la normativa per l’accesso e l’uscita dall’Istituto degli studenti, senza più limitazioni imposte dalla rispettiva nazionalità o dai differenti sistemi educativi, Italia e Grecia si apprestano oggi a negoziare alcune integrazioni curricolari nelle due sezioni (greca e italiana) della Scuola in un’ottica bilinguistica e biculturale mirata ad agevolare l’avvicinamento e la reciproca conoscenza dei rispettivi sistemi. L’obiettivo finale, da ottenere per gradi, è la piena integrazione delle due sezioni, pur mantenendo “tagli” differenziati per corrispondere alle richieste dell’utenza. Si rafforza, quindi, il famoso andante dei greci “una faccia, una razza” quando parlano dei “cugini” italiani... Esattamente. Ho ascoltato per la prima volta questa frase da un collega greco mentre terminavo la mia missione diplomatica a Santiago del Cile, ed è stata per così dire il mio biglietto d’ingresso per la Grecia. Gina Lollobrigida attrice 9 In.IT italiano LS nel mondo Cosa possono fare le istituzioni per aiutare la formazione dei docenti. Confermo l’interessante somiglianza socioculturale tra greci e italiani (specie quelli del sud), e aggiungo che desterebbe altrettanto interesse approfondire alcune differenze socio-comportamentali che, una volta conosciute e apprezzate, avvicinerebbero ulteriormente i due paesi. Il fatto che l’immagine dell’Italia e la richiesta d’“italianità” siano elementi qui così presenti, rende le attività del Consolato anche piacevoli, perché improntate alla creatività e alla ideazione di nuove forme comunicative, promozionali e, perché no, formative. Anna Magnani attrice 10 In.IT Ad esempio? Quest’anno, il Consolato organizzerà – con la preziosa collaborazione di ITALS e in linea con le iniziative previste dall’Ambasciata e dalle altre istituzioni italiane in Grecia – tre seminari che avranno come minimo comun denominatore il miglioramento della comunicazione interculturale in ambito sociale, artistico e aziendale. Da una parte l’attenzione sarà centrata sul bilinguismo come elemento evidente di una più profonda biculturalità da studiare in ambito comportamentale, familiare e scolastico, specie nelle famiglie miste. Dall’altra ci concentreremo sulle relazioni interpersonali in alcune aziende che rappresentano veri e propri laboratori di sperimentazione quotidiana di convivenza di diverse percezioni di valori quali il concetto del tempo, della gerarchia e dello status sociale nonché dei rispettivi strumenti comunicativi, verbali e non. Tema a parte è quello artistico, a me caro anche per ragioni personali essendo autore e compositore di musica. Con la collaborazione della Scuola italiana e dell’Università Kapodistriaca di Atene, proporremo un modulo formativo basato sui vantaggi dell’insegnamento della lingua italiana all’estero attraverso la canzone d’autore, un tema del quale l’ITALS è un indiscusso pioniere. Tale sistema non ha solo il vantaggio di utilizzare la ludicità insita nell’ascolto musicale quale stimolo alle capacità di apprendimento dell’utente. Esso recupera l’aspetto più profondo, curativo dell’ascolto musicale che permea il sistema fisico, emotivo, mentale e persino spirituale dell’ascoltatore, azionando un circolo virtuoso che moltiplica le sue capacità comunicative, cognitive, interattive e mnemoniche. Inoltre, oltre agli aspetti d’indubbio interesse per questa modalità“eccentrica” e briosa di insegnare lingua e letteratura, l’idea è quella di generare utili sinergie in campo musicale tra artisti di origine italiana e artisti locali, entrambi ispirati nelle loro professioni dal patrimonio musicale nostrano. In linea con l’iniziativa lanciata qualche tempo fa dal Ministero degli Italiani nel Mondo relativa agli “Artisti di origine italiana”, si metterà quindi in moto un meccanismo che mira a “stanare” eventuali eccellenze italiane in loco, e comunque a far risaltare la funzione ispiratrice della canzone italiana su artisti locali, anche di chiara fama. Lo scenario di cui parla sembra idilliaco... ma ci saranno pure alcune smagliature nel sistema promozionale e formativo all’estero della lingua italiana... Da un punto di vista istituzionale, l’Italia è pienamente consapevole dell’importanza di difendere a livello internazionale il patrimonio culturale rappresentato dalla propria lingua. Il Governo italiano è attivamente impegnato a difendere il ruolo dell'italiano in seno alle istituzioni comunitarie e nell'agire quotidiano di un'Europa che trova nella diversità culturale e linguistica un innegabile elemento di identità e di ricchezza. Sul piano tecnico lascerei sicuramente l’opinione a chi più di me ha esperienza nel campo della formazione linguistica. Pure, dal mio limitato angolo di osservazione, direi che maggiori sforzi potrebbero essere diretti verso l’individuazione più puntuale delle competenze glottodidattiche del personale votato all’insegnamento dell’italiano all’estero (a cominciare da quello nelle Scuole italiane), per corrispondere con più efficacia alle necessità dell’utenza. Una sistematica riflessione preventiva porterebbe all’individuazione di precise figure professionali per tale scopo. Per fare un esempio, potrebbero ridursi i casi in cui dall’Italia vengono inviate figure professionali per la didattica di tipo L1 laddove il bacino di utenza e le motivazioni locali all’apprendimento richiedono una didattica di tipo L2 o LS. Ancora, una preventiva attività di pre-posting (o anche il successivo aggiornamento professionale) gioverebbe sicuramente all’inserimento della figura del docente di italiano nel paese dove presta servizio. La conoscenza di nozioni relative al sistema educativo del paese ospite, sulla sua cultura, sui rapporti con l’Italia con particolare riferimento ai connazionali residenti, comporterebbe una più rapida integrazione con l’ambiente e la popolazione scolastica. In Grecia, ad esempio, risulta evidente che il sistema educativo – a differenza di quello italiano – abbia forti connotazioni mnemoniche che creano nei giovanissimi meccanismi automatici di apprendimento. Altro esempio è il fenomeno associativo menzionato in precedenza, che è sicuramente diverso in Grecia da quello di alcuni paesi del Sud America dove il mantenimento delle origini regionali si giustappone al sentimento di appartenenza alla patria e potrebbe ispirare anche le modalità d’insegnamento della lingua da parte del docente. Infine, un maggior coordinamento delle attività dei vari organismi votati all’insegnamento all’estero della lingua italiana, permetterebbe una visione d’insieme più chiara sia dei punti di eccellenza della nostra attività promozionale, sia di quelli che invece riescono a corrispondere solo parzialmente ai bisogni e alle richieste dell’utenza. Allargando il raggio di tale coordinamento, dialogando non solo con enti riconosciuti ma anche con le realtà private locali, si riuscirebbe forse a contrastare in modo più efficace l’ingiustificato proliferare di scuole private e di pseudo-docenti che, privi di debita competenza, si lanciano nelle attività di insegnamento dell’italiano sfruttando il trend positivo della domanda di apprendimento. In Consolato a volte giungono traduzioni di documenti originali di cui stentiamo anche a capire il senso. E infatti non è raro trovare organizzazioni locali che, in modo superficiale, attivano servizi estemporanei di traduzione e/o insegnamento linguistico, nei quali viene inclusa anche la lingua italiana pur non avendola studiata seriamente o in assenza di certificazioni ufficiali per tale attività. In questo scenario, ci è capitato a volte di dover restituire all’utente il documento e di non poter procedere. Per riassumere, lo spirito promozionale alla base della diffusione e dell’insegnamento della lingua italiana dovrebbe soggiacere a sua volta all’assunto che non è possibile oggi “abbassare la guardia”, contando su di una sorta di “auto-rigenerazione” del fascino dell’italiano per gli stranieri o per i cittadini italiani di ultima generazione nati e vissuti in un paese diverso dall’Italia. Come un valore, una moda, anche l’italiano ha bisogno di energie e di tempo per rinforzare e sviluppare il suo carisma, specie in uno scenario dove la lingua in generale e i meccanismi che ne regolano l’insegnamento e la diffusione subiscono attacchi violenti da parte della telematica e della comunicazione informatica “usa e getta” che, per corrispondere ad apparenti necessità di immediatezza, stanno contaminando anche i principi linguistici più basilari. Sofia Loren attrice 11 In.IT italiano LS nel mondo “Una mammina in attesa di scode o come entusiasmare una classe di italiano Harald Weinrich rifletteva sul ruolo imprescindibile della letteratura quale specchio sia della complessità linguistica che della complessità della vita, invitando gli insegnanti di lingua straniera a farne uso 1 fin dalle prime lezioni . Nella più attuale discussione su interdisciplinarietà e didattica delle lingue straniere, si può registrare una ricollocazione del ruolo della letteratura quale elemento essenziale per confrontare in modo consapevole gli utenti con l’asse dialettico tra aspettative, comprensione del mondo, esperienze precedenti di lettura e l’’altro da sé’ (lingua, testo, identità e cultura), 2 quell’“unità tra lingua e cultura” in cui i testi letterari si posizionano sia come barometro linguistico, che come istantanee della cultura straniera in oggetto, per il tramite di una delle sue molteplici manifestazioni. Altre posizioni nel dibattito più recente sono veri e propri plaidoyer a favore dei testi letterari non solo come documenti di lingua, ma anche come veicoli privilegiati del coinvolgimento emotivo del recipiente. Lothar Bredella per esempio sottolinea che una moderna didattica della letteratura non deve presentarsi come veicolo delle teorie letterarie più in voga, bensì contribuire a rendere possibile la competenza letteraria anche in lettori inesperti sfruttando “il potenziale dei testi letterari per lo sviluppo delle facoltà 3 cognitive ed emozionali” degli studenti . Il presente testo vuole proprio dare testimonianza del fattore emotivo rappresentato dai meccanismi complessi del giallo, calato nel tessuto complesso della lingua parlata di cui la letteratura contemporanea italiana si fa carico. Nell’immaginario del pubblico (tra l’altro prevalentemente femminile) dei corsi universitari di italiano, la rabbia e la determinazione di una giovane donna incinta, abbandonata dal suo uomo pochi mesi prima di “scodellare il mostro”(87) e improvvisatasi detective per far luce sulle circostanze oscure della morte di una vicina di casa, sono infatti destinate a fare centro, specialmente se il testo letterario che tutto questo racconta è intessuto dall’oralità. Quella dimensione della lingua che negli ultimi anni pervade la letteratura e che la ricerca linguistica associa all’italiano dell’uso comune quotidiano, dell’uso colloquiale nella sua variazione diafasica, “definita cioè dalla funzione e dalla 4 situazione d’uso” . GIÀ NEGLI ANNI ’80 Sergio Leone regista 12 In.IT La vicenda della giornalista italiana a Parigi, coinvolta suo malgrado nel delitto di una cantante dal nome esotico, con la quale ha addirittura trascorso una notte d’amore, affascina a prima vista stimolando a sprofondarsi nella lettura per terminarla d’un fiato. Lasciandosi piacevolmente coinvolgere anche da riflessioni sul ‘parlato gio5 vanile’ . Una strategia vincente per accorciare le distanze tra finzione e realtà, oltre che per conciliare la necessità di riempire l’insegnamento di una lingua straniera di contenuti della letteratura contemporanea senza rinunciare alle strutture della lingua viva, spendibili per capire e farsi capire. Della coesistenza di questi fattori, di casa nella letteratura dei nostri anni, dovrebbe farsi veicolo, secondo noi, una didattica della lingua e della letteratura attenta alle esigenze dei recipienti. A un lettore esperto, di casa nella letteratura italiana degli ultimi anni, non possono sfuggire le somiglianze, dal punto di vista tematologico, tra il giallo uscito dalla penna di Rossana Campo nel 1999, e quello pubblica6 to cinque anni prima da Dacia Maraini . Una giornalista curiosa in cerca di scoop con un occhio alla necessità di sbarcare il lunario, una vicina di casa per lungo tempo ignorata nell’anonimità del condominio metropolitano, un delitto improvviso e brutale in una sera d’estate, una famiglia apparentemente integerrima nei cui meandri si infila, per smascherarne i segreti, la detective improvvisata: queste le coordinate della fabula di Voci e di Mentre la mia bella dorme. Ma la ricerca dei punti comuni non va oltre questi elementi strutturali di superficie: la Maraini imbastisce il suo giallo nella nota prospettiva del narratore autobiografico, e fin dalle prime pagine cerca di dare risposta a un quesito di carattere sociologico, annoso quanto insoluto: perché tante donne vengono violentate e uccise? E perché nella maggior parte dei casi sono le donne stesse ad aprire la porta ai loro assassini? 7 Il giallo di Rossana Campo , nel mettere a nudo il marciume di una società sprofondata nella ricerca del profitto e nella predilezione per l’omertà, si presenta attraverso i pensieri e i discorsi diretti, conditi di forme idioma8 tiche del parlato giovanile , dell’ingombrante quanto sgangherata detective che fa di professione la cronista di nera. Una sera, dopo aver finito di raccontare in trenta righe l’ennesimo delitto di famiglia, trova l’ingresso della sua casa parigina bloccato dall’ambu- dellare il mostro”, no come lingua straniera. lanza, dalle auto della polizia e dai soliti sguardi morbosi dei passanti che non hanno nessuna voglia di spostarsi, gelosi come sono delle loro postazioni: “si stanno godendo la sciagura e non vogliono mollar9 la per niente al mondo” (31). Per terra un corpo disteso coperto da un telo grigio, da cui esce un braccio sottile di donna, la ragazza del sesto piano, la cantante: “Io ho paura di non aver capito, le dico di ripetere. Poi invece ho paura di aver capito. Dico: Ma come? E c’ho freddo nelle ossa, una specie di aspiratore ha cominciato a risucchiarmi il sangue. È arrivata Pauline, si è messa a piangere con la mano davanti alla bocca, ha detto: È Fruit! Si è buttata di sotto. Ho continuato a dire, Cosa cazzo dici? E me la sono presa con lei per non sentire una cosa che mi sta spaccando dentro. È qualcosa di non molto solido, che ero riuscita a riattaccare insieme un po’ a malapena, e da poco tempo” (32). Già in queste poche righe, alcune delle caratteristiche linguistiche che attraversano tutto il testo: al racconto in prima persona si intrecciano, senza le virgolette introduttive del discorso diretto, spaccati di parlato triviale (“Cosa cazzo dici?”), seguiti da riflessioni interiori espresse sempre nelle forme del parlato colloquiale come “i verbi pronominali, che formano un’unità lessicale con 10 uno o due clitici” (“e c’ho freddo nelle ossa”), usati come variante più espressiva rispetto al relativo verbo senza pronome (avere). “Non è certo il primo morto che vedo nella mia vita, però adesso di fronte alla sua faccia ho un senso di irrealtà. Perché il viso che sto guardando è lo stesso che avevo davanti ieri sera ma ora non ha più nessuna reazione e non ne avrà mai più. Ha gli occhi aperti, ma è stata portata via da un sonno definitivo. E c’è un’altra cosa, forse è l’ultima cosa che posso sentire. Questi occhi aperti mi stanno parlando. Negli occhi delle persone morte ho sempre visto la conferma di qualcosa che stavano aspettando. In quelli di Fruit invece c’è paura e sorpresa. Sono gli occhi di chi è stupito e non capisce quello che sta succedendo, come chi non se l’aspetta proprio di dover morire” (33). di Simona Bartoli Kucher In questa seconda citazione la chiave d’ingresso nel ‘romanzo criminale’: si tratta davvero di suicidio, come sostiene la polizia? La forza di quello sguardo, gli occhi aperti di quella ragazza morta quando proprio tutt’altro si aspettava dal futuro più prossimo, offrono la chiave di lettura del vero e proprio noir con colpi di scena e risvolti inattesi che verranno scoperti dall’ improvvisata detective col pancione sempre più ingombrante. Coordinate linguistiche e strategie narrative per tenere ben desta l’attenzione e la motivazione della più esigente classe di italiano come lingua straniera. E d’altronde non è forse vero che negli ultimi anni “il giallo, il noir, con il suo meccanismo seduttivo, ha trovato una generazione d’autore conqui11 stando spesso le classifiche” dei libri più venduti? Perché non utilizzare la popolarità del giallo, “racconto strutturato secondo complessi meccanismi fondanti, nel quale la trama dei rapporti di coerenza e di coesione assume forme tali da coinvolgere in modo impegnativo il lettore, come forse nessun 12 altro genere testuale” in una prospettiva innovativa di didattica della letteratura nell’insegnamento delle lingue straniere? Neanche il seguito del giallo della Campo delude le aspettative. Mentre la morte della cantante bella, ricca e intelligente - che tra l’altro “si scopava un modello bellissimo” (35) e pur avendo tutto si è stancata di campare - viene presa d’assalto da tutti i giornali, indignati “a palate” (39) per il vuoto dei giovani e della società, la scalcinata detective si mette alla ricerca del bandolo della matassa, guidata dal suo istinto: “D’accordo, io sono un essere tutt’altro che perfetto. Mi faccio metter incinta da una testa di cazzo, continuo a bere birra anche se non 13 dovrei, mi fa sangue un poliziotto polacco , d’accordo, per certi versi sono parecchio fuori. Però nella mia vita ho un’ancora. È una specie di bussola che mi dice fin dove posso arrivare, fino a che punto posso scendere. E questa bussola è la mia intuizione. Chiamiamola anche sesto senso, o istinto di sopravvivenza, però si dà il caso che è per via di questa bussola che sono rimasta in piedi fino a oggi, che non sono andata a pezzi e che posso pensare che il mondo non è solo lo schifo allucinante che sembra” (52). Vittorio De Sica regista Ce n’è d’avanzo per tenere sveglia la curiosità del lettore: quella ragazza l’io narrante non riesce a togliersela dalla testa, e la certezza 13 In.IT italiano LS nel mondo “Una mammina in attesa di scodellare il mostro”, o come entusiasmare un che non si sia suicidata la riempie di speranza. Il fatto che la stessa certezza illumini la sedicente zia di Marianne (questo il nome di battesimo della sfortunata cantante), - una ragazza bruttina e schiva, “il genere di persona che ti chiede scusa di essere al mondo” (54) -, danno all’io narrante la certezza che la sua testa “non sta andando a puttane” (40). Da questo punto in poi, il romanzo procede su due piani che si intersecano: la ricerca dell’assassino, con l’andamento incalzante degli interrogatori che la giornalista detective fa ai familiari e ai più stretti conoscenti della vittima - meccanismo fondante del giallo - e le riflessioni interiori della narratrice, formulate in una scrittura la cui forma dominante è l’oralità, il che sarebbe già di per sé rilevante nella prospettiva dell’apprendimento dell’italiano come lingua straniera. Tanto più che, in prospettiva didattica, vi si può collegare la riflessione che la lingua italiana, liberatasi dalla secolare armatura della tradizione letteraria, da tempo ormai si avvicina, anche a livello della scrittura, all’uso comune, quotidiano, colloquiale. E che proprio nella letteratura contemporanea stanno di casa elementi e strutture del parlato. Ma torniamo al giallo. Nella sua foga di smascherare il colpevole, la narratrice detective si rivolge direttamente al lettore, in quella mescolanza di tecniche narrative di cui è ricca tutta la letteratura contemporanea: “Tira su la testa a carciofo (la narratrice sta parlando di Janine), mi guarda coi suoi occhi gonfi e fa: Ah, bè, sì. Io non ci credo che Fruit si è suicidata. Allunga una mano per sfiorarmi il polso. Dice: Lei neanche, vero? (…) Non faccio fatica a confidarvi che in questo momento Janine si è come accesa di una luce dorata. Non mi vergogno a dire certe cose, perché è questo che fa la differenza fra le persone che soffrono di stitichezza emotiva e le altre. La vita può cambiare vibrazioni in certi momenti, e ora so che è per questo che ci siamo incontrate, io e lei, per tirare fuori dalla merda qualcosa che brilla” (57) Michelangelo Antonioni regista 14 In.IT Si noti la ricchezza di discorsi diretti integra14 ti nel tessuto testuale , così come l’uso del deittico ‘questo’, scelto dalla narratrice per rivolgersi al lettore (“Non faccio fatica a confidarvi che in questo momento Janine…”) sottolinea la vicinanza dell’io narrante con quanto lei stessa ricorda e racconta. Sono proprio strutture dell’informalità dell’uso, quelle di cui Rossana Campo si serve per sottolineare l’importanza assunta per l’io narrante dall’incontro fugace con quella vicina di casa sparita troppo in fretta, che era stata lì lì per farle scoprire una dimensione nuova, diversa: “Fruit mi si è avvicinata e ha detto, Mon dieu, che pancione, posso toccarlo? Io ho detto fai pure e quella ha incominciato a carezzarmi la trippa e come sensazione non è niente male, mi piace il suo tocco. (…) A un certo punto ci sono le mani e la bocca di Fruit che cominciano a andarmi dappertutto, e lei che mi dice, Je vais te faire l’amour, così, come se fosse la cosa più ovvia da fare al momento. Io ho pensato, bè, perché no, magari questa notte scopro una nuova dimensione” (22). Per questo la cronista detective, del pensiero di quella inspiegabile morte non può liberarsi, e ha la precisa sensazione che “su questa storia ci sto uscendo di testa” (85): una dislocazione a sinistra, che risponde all’esigenza di “collocare al primo posto ciò di cui 15 si parla” . Così come, alcune pagine dopo, un’altra struttura sintattica tipica del parlato - se pure meno frequente - in cui un elemento nominale già noto, la felicità dell’io narrante dopo la notte passata a casa del pulotto, “viene collocata dopo il nucleo della fra16 se” : “Però cavolo non è facile, perché non ho voglia di mollarla questa stronza di feli17 cità” (89) . È sempre attraverso il discorso diretto pieno di sequenze lessicali del parlato, che la protagonista spiega la propria ‘decisione esistenzialè di infilarsi nel labirinto di personaggi e fatti di cui è rimasta vittima la bella cantante: “Merda Krasicki, mi piaceva quella ragazza, e sento che devo fare qualcosa per lei. Oppure è solo che non so che cazzo fare, non ho da lavorare, mi sento sola, e ho una paura della madonna a pensare che fra poco devo mettere al mondo un’altra poveraccia. (…) E allora voglio trovare qualche motivo per dirmi che ne vale la pena” (87). Sarà un viaggio che decolla da Londra per atterrare negli anfratti del passato della famiglia di Fruit, a consentire alla nostra ‘eroina al rovescio’ di ricostruire la verità in un incredibile quanto inaspettato mosaico: la famiglia come ricettacolo di fantasmi scomodi, la famiglia come bandolo della matassa da districare. Chi ha ucciso la povera Fruit, re una classe di italiano come lingua straniera. fatto fuori il portiere dello stabile in cui viveva, - colpevole solo di aver visto o sentito qualcosa di troppo -, chi ha tentato di distogliere col terrore prima e di uccidere poi l’incauta giornalista, altro non è che il padre naturale di Fruit, “il rispettabile monsieur Morice, padre di famiglia e uomo d’affari lanciato nella carriera politica e un tempo fricchettone con l’hobby di violentare le ragazzine” (141). La ragazzina quattordicenne da lui violentata, sorella della sua amante di un tempo e attuale omertosa complice, altro non è che la vera madre di Fruit, spacciata sempre invece per la sua più anziana e sfortunata sorella. E chi accende i riflettori sul marcio nascosto dietro l’apparente normalità è una donna qualunque, mossa da un’autentica voglia di farsi giustizia da sola, 18 specie se è a un uomo a cui può farla pagare . Politica, sesso, violenza contro le donne, famiglia: coordinate del tutto attuali che, fino all’ultimo capitolo coinvolgono emotivamente il lettore, creando nel giallo della Campo quella suspence la cui esemplarità in prospettiva didattica è rappresentata, come si è già detto, dall’opportunità di mirare allo sviluppo della ‘competenza linguistica in uso’. Si pensi a tutti i casi di ‘overlexikalization’ con l’idea del ludico, per rendere il concetto degli avverbi “molto” e “tanto”: “mi sto calmando alla grande”(39), “Pauline ha continuato a spararne a raffica” (21), “Lui se ne sta lì bello, godendosela alla grande” (66), “Deve avere già cominciato a bere alla grande” (79). Quale strumento migliore, in una prospettiva innovativa della didattica della letteratura, di un racconto così strutturato, per insegnare che nella lingua contemporanea l’idea dell’intensificazione si realizza anche con parole che nello standard non vengono usate con lo stesso significato? Ecco che la letteratura contemporanea assume una particolare dimensione di fruibile testimonianza glottodidattica: testimonianza del ruolo crescente che varietà ambientate nella dimensione parlata hanno assunto nella realizzazione scritta. Come in ogni giallo popolare che si rispetti, in cui la conclusione promuove una visione ottimistica del mondo, anche in quello della Campo non manca l’happy ending. Mentre la protagonista avverte nella pioggia battente della turbolenta situazione finale una specie di metafora della propria vita, non appena spunta il sole lei e la sua amica quasi alcolista decidono di smetterla di fumare e di Simona Bartoli Kucher di scoppiarsi con il fumo, oltre che di correre dietro “a questi imbecilli che non mi cagano” (147), perché l’importante è capirci qualcosa, cominciare a capire che si vale qualcosa “nel senso che così puoi dare un senso alla tua vita, e smettere di considerarti meno di una merda, no?” (149). NOTE 1 Harald Weinrich, Literatur im Fremdsprachenunterricht – ja, aber mit Phantasie, in: Die neueren Sprachen 82:3 (1983), pp. 200-216. 2 Lothar Bredella, Werner Delanoy, Was ist interkultureller Fremdsprachenunterricht?, in: Bredella/Delanoy, Interkultureller , Tübingen: Narr 1999, pp. 11-31, in part. p. 27 e segg. Fremdsprachenunterricht 3 Lothar Bredella/Eva Burwitz-Melzer, Rezeptionsästhetische Literaturdidaktik mit Beispielen aus dem Fremdsprachenunterricht Englisch, Tübingen: Narr 2004, p. XVII. E ancora: Jürgen Donnerstag, Kulturelle Kreolisierung und interkulturelle Kompetenz, in: Bredella/ Delanoy, cit, pp. 240-260. 4 Monica Berretta, Il parlato italiano contemporaneo, in: Luca Serianni e Pietro Trifone (a cura di), Storia della lingua italiana. Scritto e parlato, II, Torino: Einaudi 1994, p. 242; Tullio De Mauro et alii, LIP-Lessico di frequenza dell’italiano parlato, Milano, Etas - IBM 1993. Per quanto riguarda la lingua parlata, si ricordi che a confronto con altre lingue europee, gli studi e le ricerche sull’italiano sono relativamente recenti. In proposito si veda la bibliografia riportata da Berretta nel testo su citato, e ancora, nello stesso volume: Michele Cortelazzo, Il parlato giovanile, pp. 291-317. Sia Berretta che Cortelazzo mettono a fuoco il problema della possibile identificazione dell’italiano parlato con l’italiano colloquiale. 5 A proposito di ‘lingua dei giovani’ si veda il già citato M. Cortelazzo. Per ‘varietà giovanile’ Cortelazzo intende la varietà di lingua“usata dagli appartenenti ai gruppi giovanili in determinate situazioni comunicative” (p.294), indipendentemente dal testo, orale o scritto, in cui compare. Questa varietà di lingua si ritrova in una notevole parte della letteratura contemporanea. 6 Dacia Maraini, Voci, Milano: Rizzoli 1994; Rossana Campo, Mentre la mia bella dorme, Milano: Feltrinelli 1999. Dal libro della Maraini nel 2001 Franco Giraldi ha tratto un film con lo stesso titolo. 7 Rossana Campo è nata nel 1963 a Genova in una famiglia di origini napoletane. Laureata in lettere moderne, vive tra Roma e Parigi. Nel 1992 ha pubblicato In principio erano le mutande, da cui il film omonimo di Anna Negri, e ancora alcuni racconti nella raccolta Narratori delle riserve, curata da Gianni Celati; poi Il pieno di super (1993), Mai sentita così bene (1995), L’attore americano (1997), Il matrimonio di Maria (1998), il libro per bambini La gemella buona e la gemella cattiva (2000), Sono pazza di te (2001), L’uomo che non ho sposato (2003). 8 Per quanto riguarda un panorama delle ricerche più recenti sul linguaggio giovanile, si veda: Elmar Schafroth, Überlegungen zur Erforschung von Jugendsprache - illustriert am Italienischen, in: Horizonte, 2000, pp. 25-48 9 Le sottolineature fanno riferimento a strutture proprie dell’informalità dell’uso, che le rende espressioni tipiche del parlato, ma anche dei livelli meno controllati della scrittura, presenti oltre che nella letteratura contemporanea, anche nella lingua dei giornali. 10 Monica Berretta, cit, p. 268. Nel testo della Campo, ancora: “Su questa storia ci sto uscendo di testa” (85), e “Irene c’aveva il pallino di andare a Parigi” (107) 11 “Oggi si legge di più per capire la realtà”, intervista ad Ernesto Franco, direttore editoriale dell’Einaudi, in: La Repubblica 5.8.2003. Gli autori a cui Franco fa riferimento, oltre naturalmente a Camilleri, sono Lucarelli, Fois, Ammaniti, coi loro “noir che sanno raccontare la società, aldilà della trama”. 12 Massimo Vedovelli, Analfabeti, criminali di guerra, sordomuti, certificazioni, in: M. Vedovelli (a cura di), Lingua in Giallo, Perugia: Guerra 2004, p. 8. 13 Si tratta del ‘pulotto’ polacco Krasicki che è fra i primi a giungere sul luogo della tragedia, e che la protagonista conosce da tempo : “… le sue mani e i suoi occhi un po’ da matto mi fanno ricordare due cose, uno, la volta che abbiamo scopato, due che avrei voglia di farlo ancora” (36) 14 L’uso dell’indicativo al posto del congiuntivo nella secondaria oggettiva retta da una principale con un verbo di valutazione (“io non ci credo che Fruit si è suicidata”), si trova ormai in molti livelli della scrittura. Si veda pure, nello stesso testo: “...io ho la sensazione precisa che questa donna mi si sta aggrappando”, e ancora: “(…) e adesso ho paura che a guardarmela ancora mi tornano su dei ricordi ingombranti” (61), e “Sembra che ha appena ricevuto un diretto in piena faccia” (116) , e “È nata Fruit e le abbiamo fatto credere che era figlia di Irene e del suo primo marito” (121) ecc. Tutte le forme verbali sottolineate, all’indicativo, dipendono da verbi che indicano un’opinione o un’impressione (avere la sensazione, avere paura, sembrare, far credere), e che richiedono pertanto il congiuntivo. 15 M. Berretta, cit., p. 255 16 Idem, p. 256 17 Si veda ancora: „Non sono riuscita a schiodarmelo dalla testa, quel nome” (133) 18 “Guarda che è un po’ di tempo che ho voglia di fare qualcosa di molto cattivo a un uomo” (137); “Mi è venuto in mente che quest’estate ho immaginato diverse volte di avere per le mani una pistola, ho immaginato di puntarla addosso al bastardo che mi ha mollata, e anche addosso a altri uomini” (144). Luchino Visconti regista 15 In.IT italiano LS nel mondo Apprendere l'italiano in Tunisia. è un paese molto vicino all'Italia e mantiene uno stretto rapporto di intercultura. La sua economia è basata soprattutto sul turismo, e gli italiani sono fra i più numerosi a visitare questo paese del Nord Africa. Per questo conoscere l’italiano diventa una sicura opportunità di trovare lavoro. Non mancano tuttavia persone spinte dal puro piacere di apprendere una lingua e una cultura nuova. L'insegnamento dell'italiano in Tunisia è ben avviato da parecchi anni: presente nei licei tunisini fin dagli anni Sessanta, con l'istituzionalizzazione dell'inglese come seconda lingua straniera dopo il francese, la lingua italiana è divenuta la terza lingua opzionale nei licei e viene studiata negli ultimi tre anni del liceo – non prima, con un volume orario di due ore alla settimana. C. Gravin Oliviero, docente alla scuola italiana di Tunisi, in un articolo sul «Corriere di Tunisi» del 25 giugno 2005, dopo aver esaminato futuri insegnanti di italiano, scrive: «per me si è trattato di un’esperienza meravigliosa, che mai avrei pensato di poter fare in vita mia. In un paese culturalmente molto distante da noi, gruppi compatti di giovani dei due sessi appassionati della lingua e della cultura italiana di null'altro desiderosi se non di approfondirne e ampliarne la conoscenza per sé e di diffonderne l'amore a frotte di scolari e di studenti: 238 docenti tunisini di italiano il prossimo anno scolastico per circa 22.000 studenti nell'80% dei licei di tutto il paese. E non si tratta di gente il cui impegno fosse unicamente finalizzato a ottenere un posto di lavoro, prospettiva peraltro per se sola dignitosa e legittima. Si tratta di gente che ha fatto delle scelte precise: una scelta culturale (scegliendo l'Italia Perché l’italiano Le motivazioni che spingono gli studenti del liceo a scegliere l'italiano variano. Ci sono quelli che lo scelgono per continuare a studiare l'italiano nelle università, conseguire una laurea e andare a insegnare l'italiano nei licei, dopo un concorso nazionale; ultimamente, sono chiamati a insegnare anche negli istituti superiori, e ci sono quelli che lo scelgono per evitare lo spagnolo, il tedesco, il russo o il cinese. La lingua italiana attira maggiormente le studentesse. Altra motivazione che suscita l'interesse per l'italiano è quella professionale (Istituti Turistici, di Giornalismo, di Traduzione, di Commercio, d'Industria ecc). come oggetto di studio), una scelta di amore (privilegiando il nostro paese su molti altri possibili), una scelta di vita (disponendosi di immergersi nell'insegnamento e dedicarsi alla diffusione della nostra cultura in Tunisia). Ho potuto constatare personalmente non solo quanto sincero fosse il loro desiderio di apprendere, ma anche quanto profondo fosse il loro entusiasmo di farlo incontrandosi con qualcuno venuto apposta dall'Italia ad incontrarsi con loro per corrispondere, il più che si possa, alle loro esigenze». Paragoniamo le cifre, citate sopra, con altre apparse sul «Corriere di Tunisi» il 20 novembre 1993: «durante l'anno scolastico 198990, gli allievi di italiano erano 4.000, gli inse- LA TUNISIA Bernardo Bertolucci regista 16 In.IT di Abdelmonem Khelifi gnanti 29, distribuiti in 59 licei e 11 regioni (su 23). Nel 1990-91: gli allievi erano 6.500, gli insegnanti 45, i licei 61 in 14 regioni. Nel 1991-92: gli allievi erano 8.250, gli insegnanti 60, tra cui 10 italiani, i licei 79 distribuiti in 23 regioni, cioè su tutto il territorio della Repubblica». Si nota il continuo crescere del numero sia degli insegnanti sia dei discenti. Da non dimenticare che la lingua italiana è presente e si studia anche nei due licei Mission Française a Tunisi. Quali sono le motivazioni dello studio della lingua italiana in Tunisi? A questa domanda la prof.ssa R. Razgallah, docente all'I.S.L.T, risponde così: «Sono basate prima di tutto sulla prossimità dell'Italia alla Tunisia. I tunisini, dopo due secoli di convivenza con la Claudia Cardinale attrice Quito: una proposta bilingue dalla scuola dell’infanzia alla maturità Barbara Micheli L’Istituto “Luigi Galvani” nasce a Quito, capitale dell’Ecuador, dieci anni fa, su iniziativa di una giovane imprenditrice ecuadoriana, Martha Alvarez de Enriquez, e dal suo amore e interesse verso la lingua e la cultura italiana . La scuola apre le sue porte a 30 bambini, alcuni dei quali sono ancora con noi e sono ormai vicini alla licenza media. In un secondo tempo entra a far parte della scuola un’altra ecuadoriana, Rosa Paredes, che con grande interesse , specialmente per i più piccoli, aiuta, coordina e organizza con grande simpatia. L’unione di queste due persone e l’amore verso i bambini fanno sì che la scuola presenti, già al secondo anno di vita, un incremento superiore al 100%. Questo porta alla necessità di inserire nell’équipe una persona di madre lingua italiana, per perfezionare l’insegnamento della lingua. Barbara Micheli, italiana e, più precisamente, veneta, entra all’Istituto Galvani nell’ottobre del ‘97, con la sola idea di insegnare ai bimbi ecuadoriani la lingua italiana, nello stesso modo con cui l’aveva fatto con i suoi figli, un po’ giocando, un po’ scherzando e un po’ sul serio. L’intesa tra le tre è immediata e il lavoro comincia a prendere dimensioni sempre più grandi, già durante l’anno scolastico 1999-2000 gli alunni sono 800. I genitori hanno creduto nella nostra scuola e ci hanno dimostrato sempre grande affetto e appoggio. La simpatia dimostrata verso la lingua italiana supera ogni aspettativa, ed è per questo che nel gennaio del 2000, l’allora Addetto Culturale dell’Ambasciata Italiana in Quito, Prof. Leo Luceri, propone di richiedere il riconoscimento legale al Ministero degli Affari Esteri italiano. Nell’aprile del 2004, la scuola viene dichiarata ufficialmente “scuola paritaria italiana”. Oggi l’Istituto Globale Luigi Galvani ha 1380 alunni, è la seconda scuola italiana più grande del mondo. I nostri bimbi entrano a 4 anni ed escono, dopo il diploma di maturità, a 18 anni. La scuola è cambiata molto, ha una sede con tre edifici, con più di 50 aule, due piscine, laboratori di audio e video, di scienze naturali, fisica e chimica, una biblioteca, due laboratori di informatica con 30 computer ognuno, e da quest’anno un meraviglioso teatro per 600 persone. Per evadere dal caos e dallo smog della città, gli alunni hanno a disposizione un grande spazio verde, di oltre un ettaro, in periferia , dove possono divertirsi praticando gli sport preferiti, dalla pallacanestro, al tennis, dal calcio, alla pallavolo o alla ginnastica artistica, ma possono anche giocare a scacchi o imparare l’arte della gastronomia, e per gli appassionati di agricoltura, abbiamo dei piccoli orticelli per imparare a coltivare alcuni prodotti. Ma non sono solo rose e fiori, sono tante le piccole sfide giornaliere che ci spingono sempre e comunque ad andare avanti. Finché troveremo delle risposte nel sorriso di un bimbo sapremo che ne vale la pena! 17 In.IT italiano LS nel mondo Apprendere l'italiano in Tunisia. comunità italiana, usano oggi le lingue dei suoi mestieri in una lingua franca in cui le parole italiane sono presenti in maggioranza. Affinità e simpatia spingono il tunisino ad interessarsi alla lingua italiana. Di più, questa prossimità permette di sperare di lavorare in e con l'Italia. I giovani tunisini credono in un mondo migliore dove la libera circolazione degli individui senza frontiere crea amicizia e collaborazione. Le università Il numero sempre crescente di studenti di italiano nei licei ha indotto l'università a dare luogo a un nuovo percorso di laurea in Lingua e letteratura italiana in parecchie università e istituti superiori. In particolare: Università di Manouba a Tunisi: • laurea in Lingua e letteratura italiana (4 anni); • laurea in Lingua italiana applicata al commercio, turismo, affari (4 anni); • laurea in Lingua italiana applicata (LEA; 3 anni); • master in Letteratura e linguistica (3 semestri); • inoltre si studia l'italiano come opzione quando si è iscritti a un altro corso di laurea. 1° anno, 180 studenti; 2° anno, 140 studenti; 3° anno, 100 studenti; 4° anno, 74 studenti. Totale: 494 studenti. Istituto superiore di lingue di Tunisi (Università 7 Novembre Carthage): • laurea in Lingua e letteratura italiana, con eventuale specializzazione in Traduzione (4 anni). 1° anno, 117 studenti; 2° anno, 107 studenti; 3° anno, 48 studenti; 4° anno, 35 studenti. Istituto superiore delle scienze umane di Tunisi (I.S.S.H.T), Università Tunis El Manar: • laurea in Lingue applicate (si studia anche l'italiano; 4 anni). 1° anno, 42 studenti; 2° anno, 35 studenti; 3° anno, 30 studenti; 4° anno, 9 studenti. Totale: 116 studenti. Stefania Sandelli attrice 18 In.IT Università di Gabes (400 km a sud di Tunisi): • laurea in Lingua e letteratura italiana (4 anni). 1°anno, 50 studenti; 2° anno, 30 studenti; 3° anno, 27 studenti; 4° anno, 19 studenti. Università di Moknine (regione centro orientale della Tunisia): • laurea in Lingua e letteratura italiana (4 anni); • laurea in Lingua applicata alla traduzione (3 anni); • laurea in Lingua applicata all'animazione turistica (3 anni). Università di Kairouan (150 km a sud di Tunisi): • L'italiano si studia come opzione nei seguenti indirizzi; • Laurea in lingue straniere applicate (3 anni). • Laurea in lingua applicata alla traduzione (3 anni). • Laurea triennale in turismo. Istituto delle lingue applicate di Nabeul (60 km a sud di Tunisi): • laurea in Lingua applicata (3 anni). Parallelamente si studia italiano frequentando corsi diurni, pomeridiani e serali dedicati agli adulti sia nell’Istituto Dante Alighieri di Tunisi che organizza parecchi corsi di lingua italiana (294 studenti nel 2004-05), sia negli Istituti del Bourguiba School sparsi su tutto il territorio (quello di Tunisi aveva 210 studenti nel 2004-05), sia nell'Istituto di Cultura Italiana che, a sua volta, ne organizza molti. E anche qui il numero degli studenti è sempre crescente e ha varie motivazioni, dallo studio alla professione e agli interessi di cultura generale (storia dell'arte, collaborazioni con gli italiani, capire i programmi della RAI, seguire il calcio italiano che appassiona 20 molto i giovani, ecc.) . NOTE 20 Dati forniti dalla prof.ssa Silvia Finzi, docente all'Università di Manouba, dalla prof.ssa Rawdha Razgallah, docente all' I.S.L.T Università 7 Novembre Carthage, dal prof. Fethi Negga, docente all' I.S.S.H.T. Università Tunis el Manar. BIBLIOGRAFIA C. Gravin Oliviero, L'insegnamento dell'italiano nelle scuole secondarie tunisine, «Il Corriere di Tunisi», 25 giugno 2005, p. 4. F.B., L'insegnamento della lingua italiana nei licei tunisini, «Il Corriere di Tunisi», 20 novembre 1993, p. 3. R. Razgallah, Le prospettive dell'insegnamento della lingua italiana in Tunisia, relazione dattiloscritta, s.d. I. Baldelli, Le sorti della lingua italiana all'estero, «Il Veltro», 1-2 (1989), pp. 61-70. J. Chouchane, L'insegnamento della lingua italiana nei licei tunisini, relazione dattiloscritta, 2002. materiali didattici Materiali didattici Collana ARTE E METODO Arte e metodo è una collana di testi operativi dedicati all’apprendimento/ insegnamento della lingua italiana. Gli autori ritengono di aver ideato le matrici che permettono a insegnanti e studenti di comporre percorsi di apprendimento efficaci, rigorosi e scientifici ma di volta in volta rinnovabili, integrabili con testi autentici e finalizzati al raggiungimento di un particolare obiettivo. Ogni testo mira alla presentazione di un aspetto specifico dell’apprendimento e dell’uso della lingua italiana, senza mai scindere la competenza linguistica dalle competenze comunicative generali. Gli autori hanno ripreso dal Quadro Comune Europeo di Riferimento delle Lingue l’esigenza di operare in modo puntuale sulle competenze generali, comunicative, linguistiche e strategiche. L’attenzione alle competenze strategiche e agli aspetti metacognitivi è la novità che gli autori colgono dalla consultazione del Framework e Portfolio. In Arte e metodo gli autori sostengono studenti e insegnanti nell’uso consapevole di metodo e di tecniche atte a dirigere studenti e insegnanti verso il raggiungimento degli obiettivi intermedi di un sistema di apprendimento permanente. Risolvere un singolo problema linguistico (task), sapendolo inquadrare in uno schema aperto e più ampio, significa già avere la consapevolezza di muoversi nell’apprendimento permanente. Nel processo di apprendimento permanente il raggiungimento degli obiettivi intermedi, la familiarità con le tecniche e le strategie necessarie qualora unite ad eccellenze creative consentono di operare non più entro il metodo ma entro l’arte. Da qui la scelta del titolo della collana: insegnare/imparare una lingua è una scienza, parlarla e scriverla è a volte un’arte. novità Grammatica e comunicazione L’opera è un esempio di didattica della grammatica italiana a livello operativo. È diretta a studenti principianti che avranno un quadro completo e preciso dello sviluppo graduale della lingua italiana nei suoi aspetti grammaticali, lessicali, nozionale-funzionali; studenti a livello medio-avanzato che troveranno materiali e cognizioni utili per una razionale sistematizzazione della lingua; insegnanti che avranno a disposizione tavole sinottiche di sintesi grammaticale; materiale lessicale scientificamente ordinato e tratto dalle principali liste di frequenza; presentazione a livello principiante e medio-avanzato delle funzioni e nozioni del Livello Soglia; futuri insegnanti di italiano a cui si offre una guida completa della didattica della grammatica italiana; autodidatti che necessitano di un percorso rigoroso e graduale nell’apprendimento dell’italiano. Prove graduate di profitto Il volume permette di verificare in itinere i progressi di uno studente e il conseguimento degli obiettivi intermedi prefissati, aiuta ad analizzare con cura minuziosa la competenza linguistica che, assieme alla competenza comunicativa, costituisce la materia degli esami di certificazione, definiti secondo i parametri tracciati dal Common European Framework of Reference. Si accerta la padronanza di microcosmi grammaticali, semantici, lessicali e funzionali attraverso percorsi diversi, griglie di items con controlli incrociati preparati che la performance (esecuzione) riveli anche il livello di competence (sapere consapevole). Sono presentate 996 batterie per un totale di 3984 items (a scelta multipla a base 4), raccolti in 7 livelli per un totale di 16 prove graduate. Guida all’uso delle preposizioni È suddiviso in 5 sezioni: 1) Completamento di 40 esercizi (ciascuno con 30 microsituazioni) elaborati nel rispetto della lista di frequenza oltre che della gradualità grammaticale. Lo sviluppo delle frasi per argomenti grammaticali è stato guidato dalla consultazione di Grammatica e comunicazione. 2) Completamento di 23 microdialoghi presenta esercitazioni chiave per la comunicazione efficace entro domini di maggiore frequenza, cioè i settori della vita sociale. La scelta di contesti d’uso di maggior rilevanza facilita la decodifica e l’uso corretto delle preposizioni. 3) Completamento di 23 Sai perché raccoglie alcune curiosità linguistiche a cui si collegano esercitazioni di approfondimento lessicale. 4) Una sinossi in grado di fornire allo studente un quadro completo dell’uso delle preposizioni. 5) Chiavi degli esercizi. 19 In.IT italiano L2 in Italia L’insegnamento dell’italiano ad a per il 2005 ci fornisce dei dati importanti sui soggiornanti stranieri regolari: sono due milioni e ottocentomila, corrispondente al 4,8% della popolazione attuale, e nella Unione Europea il nostro paese viene solo dopo Germania (7,3 milioni di immigrati) e Francia (3,5 milioni), mentre è alla pari di Spagna e Gran Bretagna. Per motivi di lavoro arrivano soprattutto i rumeni (40% dei visti) e quindi, molto distanziati, albanesi, marocchini, polacchi, ciascuno con quote tra il 15% e il 10%, mentre per gli universitari si è verificata una lieve ripresa, come si rileva dal numero di studenti in Italia nel 2004 (12.743) e docenti (1086) afferenti al progetto Erasmus. A questi dati dobbiamo aggiungere gli stranieri irregolari, soprattutto manodopera stagionale, gli adulti in Italia per turismo a lungo termine, per lavori altamente qualificati (dirigenti, manager, professionisti e i loro familiari), oppure chi sceglie l’Italia come paese d’elezione per vivere gli anni della pensione. Nel nostro paese questo afflusso massiccio di adulti stranieri ha determinato il fiorire di iniziative per insegnare l’italiano, ma le tipologie dei corsi si differenziano notevolmente ed è interessante notare come i diversi bisogni di questo pubblico adulto decretino anche una differenziazione di indirizzo a cui rivolgersi per la formazione linguistica. Infatti, gli adulti mediamente o altamente scolarizzati si rivolgono a istituzioni quali i Centri Linguistici delle Università, le sedi della Dante Alighieri o le Scuole private, mentre gli immigrati che arrivano nel nostro paese preferiscono rivolgersi ai corsi organizzati dai Centri Territoriali Permanenti (CTP) delle scuole statali, oppure ai Comuni o alle associazioni di volontariato, per contenere i costi di iscrizione e frequenza. Ne consegue che negli ultimi decenni, l’interesse degli studiosi di psicologia dello sviluppo umano e di alcuni pedagogisti si è trasferito progressivamente dallo studio della prima infanzia a quello dell’età adulta o matura, dando vita a quella che è stata definita life-span theory, ossia “prospettiva 21 centrata sull’arco della vita” , che si basa su una logica di evoluzione e di azione. Sempre più si è diffusa, quindi, l’espressio22 ne Lifelong Learning per indicare una formazione permanente dell’adulto, che preve- IL DOSSIER STATISTICO DELLA CARITAS Isabella Rossellini attrice 20 In.IT de un apprendimento costante a intervalli regolari lungo l’intero arco della vita, secondo uno sviluppo diacronico che consente al discente di occuparsi della propria formazione per un tempo che abbraccia un notevole numero di anni. Si sta diffondendo ora anche il concetto di 23 Lifewide Learning , ossia un tipo di formazione che comprende tutti gli aspetti della vita e in cui tutto diventa occasione di apprendimento, secondo uno sviluppo di tipo sincronico che moltiplica le situazioni di acquisizione di nuovi contenuti e consente all’adulto di occuparsi di più aree formative contemporaneamente. L’apprendimento in età adulta Gli adulti presentano dei tratti caratteristici ricorrenti che si differenziano rispetto all’apprendimento destinato ai bambini, e ciò a prescindere dalla loro provenienza geografica, età, sesso e formazione iniziale. Si possono distinguere le caratteristiche dell’apprendimento dell’adulto in sei 24 elementi distintivi : • il concetto di sé: l’adulto ha una personalità formata e desidera essere responsabile delle proprie decisioni e di autogestirsi; • la motivazione: l’adulto è spinto dal desiderio di autorealizzazione; • il bisogno di conoscenza: l’adulto valuta bene i vantaggi che potranno trarre dalla formazione poiché investe su questa un 25 notevole impegno ; • la disponibilità ad apprendere: l’adulto è disposto ad apprendere ciò di cui ha bisogno; • l’orientamento verso l’apprendimento: l’adulto impara per un utilizzo di conoscenze nella vita reale; • l’influenza dell’esperienza precedente: ciò sicuramente presenta più vantaggi che svantaggi in ambito formativo, perché l’ampio bagaglio interiore di conoscenze consente di metterle a confronto e di apprezzare e cogliere il valore profondo 26 della cultura . La fatica a intraprendere un percorso formativo da parte di un discente adulto viene supportata dalla motivazione, quella che Balboni definisce l’energia che mette in 27 moto hardware e software , la quale può presentarsi in tre forme: il dovere, che non porta all’acquisizione perché inserisce un filtro affettivo che fa restare nella memoria a medio termine le informazioni, il bisogno, che funziona fino a quando lo studente deci- d adulti stranieri in Italia. de che lo ha soddisfatto, e il piacere, motivazione essenzialmente legata all’emisfero destro, ma che può coinvolgere anche l’emisfero sinistro divenendo in tal modo potentissima. È evidente che l’adulto che impara può essere spinto da una qualsiasi delle tre motivazioni: un impiegato può accostarsi a un corso di aggiornamento organizzato dalla sua azienda spinto dal dovere, ma un immigrato che cerca lavoro in Italia, invece, sicuramente sarà spinto a frequentare un corso di italiano per bisogno, e cercherà di far studiare i figli per una sorta di riscatto socio-economico e cul28 turale che consenta a lui e alla sua famiglia di emergere e autorealizzarsi. Non dimentichiamo, tuttavia, che esistono anche adulti che si accostano agli studi motivati dal piacere, ad esempio le molte persone che arrivano in Italia e imparano l’italiano perché appassionati di lirica, oppure di storia dell’arte o perché desiderano leggere testi di letteratura italiana in lingua originaria, e questa motivazione senza dubbio è la spinta più potente, che conduce a risultati migliori. Fattori che influiscono sull’apprendimento dell’adulto Tra i fattori che si possono individuare come determinanti, sia in senso positivo che negativo, sull’apprendimento dell’individuo adulto possiamo annoverare l’esperienza del suo vissuto, il livello di scolarizzazione, gli stili cognitivi e le strategie messe in atto, le attitudini e la cultura d’origine. Determinante per la formazione è lo stile cognitivo che ciascuno di noi possiede, ossia il modo in cui ciascuna persona percepisce, elabora e organizza gli stimoli che le pervengono dall’ambiente: ciò non significa che l’individuo utilizzi sempre e comunque lo stesso metodo per imparare, ma sicuramente è una modalità che adotta in modo prevalente, che perdura nel tempo e che si 29 riscontra in diversi settori della formazione . È universalmente conosciuta la teoria delle 30 “intelligenze multiple” di H. Gardner , il quale afferma che ognuno di noi possiede una pluralità di intelligenze: ogni studente presenta delle specifiche attitudini e abilità di cui è fondamentale tener conto in ambito educativo, ognuno può avere un’intelligenza più sviluppata e preferita, ma tutti abbiamo la capacità di usarle tutte indifferentemente, alternando gradi di preferenza. In didattica, di conseguenza, il docente dovrà di Paola Begotti proporre attività variate, che prendano in considerazione la maggior parte dei tipi di intelligenza e di canali sensoriali preferiti, in modo da stimolare ciascun discente nella sua diversità. L’adulto, inoltre, ha anche subìto un’influenza dal contesto culturale e dallo stile di insegnamento del suo vissuto: è esemplificativa, ad esempio, la tipologia di apprendimento degli studenti orientali. Generalmente nel sistema scolastico orientale uno studente abbina il termine “apprendere” a “memorizzare” e questo semplicemente perché le lingue orientali presentano migliaia di forme diverse di ideogrammi che vanno memorizzati nel corso degli anni. Insegnare una lingua straniera a uno studente orientale utilizzando una metodologia di tipo induttivo, in particolare durante il primo approccio alla nuova lingua, significa porlo in seria difficoltà e spesso rendere inefficace l’insegnamento, poiché egli generalmente non è abituato a fare ipotesi e confrontarsi coi compagni per ricercare le regole della lingua, bensì richiede tabelle da memorizzare, frasi da copiare e ricordare. Al contrario, studenti ispanofoni, spagnoli o sudamericani mostrano di non temere il confronto con i colleghi, ma di apprezzare molto una metodologia dinamica, centrata sulla collaborazione tra partecipanti e con attività che siano operative. Nel caso di insegnamento della lingua straniera, determinante per la formazione può risultare anche la distanza tra la lingua materna e la lingua straniera o seconda: più la distanza sarà accentuata, più sarà maggiore lo sforzo cognitivo e quindi difficile il percorso formativo. Considerato questo punto di vista, è veramente da apprezzare l’impegno manifestato e gli sforzi compiuti dagli studenti adulti la cui lingua madre presenta ideogrammi, ad esempio cinesi, giapponesi, indiani e coreani, oppure comunque con un alfabeto non occidentale, ad esempio l’arabo o il cirillico perché devono cimentarsi non solo con diversità fonologiche e sintattiche, bensì anche con problemi di spazialità e manualità che all’apparenza sembrano banali, ma che possono inibire o frenare la motivazione all’apprendimento. Attività didattiche per adulti: un esempio In base a quanto precedentemente affermato, le attività proposte in classe dal docente di lingua straniera dovranno assolutamente tener conto delle caratteristiche dell’appren- Massimo Troisi attore, regista 21 In.IT italiano L2 in Italia L’insegnamento dell’italiano ad adulti stranieri in Italia. dimento dell’adulto, in particolar modo della motivazione che lo spinge a formarsi, del bisogno e di conseguenza della disponibilità e dell’orientamento verso l’apprendimento che manifesta. Una delle attività che ben si adattano all’adulto è la cena di classe, che richiama l’esperienza adulta, richiede partecipazione attiva, organizzativa, responsabilità. La cena che proponiamo è stata ideata per un gruppo di adulti venuti in Italia per studiare l’italiano come L2, ma si può utilizzare anche per l’italiano LS o per l’insegnamento di altre lingue straniere qualora si riesca a reperire del materiale pubblicitario autentico. Prerequisiti Per gli studenti è richiesto un livello di conoscenza dell’italiano che non può essere da principianti assoluti, naturalmente, ma che non deve necessariamente essere altissimo: può bastare, ai nostri scopi, un livello A2 del Common European Framework, ma si può effettuare anche con un livello A1 se il gruppo è particolarmente dotato, motivato, interessato: l’importante è che gli studenti abbiano, come prerequisiti, già affrontato il lessico relativo ai numeri, all’euro e in parte anche ai cibi. Monica Bellucci attrice 22 In.IT Realizzazione Il docente deve portare in classe degli opuscoli pubblicitari di ipermercati e spiega al gruppo che si deve organizzare una cena di classe per festeggiare il compleanno di uno dei componenti del gruppo. Si chiede agli studenti di dividersi a piccoli gruppi, l’ideale sarebbe di tre persone ciascuno, e a ogni gruppo verrà consegnato uno o più opuscoli pubblicitari di un ipermercato italiano con la descrizione di prodotti alimentari, di abbigliamento e piccoli elettrodomestici e il loro prezzo. A questo punto il docente assegna a ogni gruppo il compito di organizzare una cena per la classe per il compleanno di un partecipante a loro scelta. La cifra utilizzabile da ciascun gruppo è di 50 Euro in tutto con la quale gli studenti devono comprare un regalo appropriato alla persona prescelta, del cibo e delle bevande per la cena in modo da attirare l’attenzione e conquistare l’interesse dei compagni. Dopo aver concesso a tutti i gruppi 15 minuti per accordarsi e organizzare, ogni gruppo deve relazionare su chi ha scelto come festeggiato, sulla motivazione della scelta del regalo, su cosa preparerà per la cena e se ha rispettato il budget iniziale. Alla fine la classe intera decide a quale gruppo attribuirà la miglior idea di cena. Questa attività molto semplice è in realtà completa dal punto di vista glottodidattico, dal momento che consente di sviluppare nei discenti le abilità di base e il dialogo, di accrescere la capacità di socializzazione e di cooperazione del gruppo poiché si costringono i partecipati ad esporsi e a interagire per la scelta degli oggetti da acquistare. Oltre a ciò consente di confrontarsi su una tematica di vita quotidiana pregna di modelli culturali e di avviare, in tal modo, una stimolante discussione in ambito interculturale sulle modalità di invito a feste, sul tipo di regalo e sulla modalità di offrirlo, sull’usanza o meno di fare regali in situazioni diverse, sulle modalità di fare gli auguri di compleanno a qualcuno (baci, tirare le orecchie, brindare ecc.). L’attività, inoltre, garantisce il rispetto delle caratteristiche dell’apprendimento in età adulta poiché consente ampio margine di decisione da parte dei partecipanti, permette di imparare per un utilizzo delle conoscenze lessicali nella vita reale e di parlare di situazioni o modelli culturali ben conosciuti dagli apprendenti. Adattandosi a qualsiasi tipologia di studente adulto, per provenienza e per livello di scolarizzazione, e richiedendo un tempo abbastanza contenuto, tale attività può essere utilizzata a conclusione o come approfondimento di una lezione sul cibo, sull’euro, oppure per focalizzare alcuni aspetti del modello culturale italiano. Tale esperienza dimostra che il docente che insegna ad adulti può proporre attività efficaci e consone ai bisogni dei propri apprendenti utilizzando ben pochi strumenti, tuttavia è fondamentale che tenga sempre presente quelle caratteristiche intrinseche che sono peculiari della formazione dell’adulto. NOTE 21 Saraceno C., (a cura di), 1986, Età e corso della vita, Il Mulino, Bologna; Canestrari R., Godino A., 1985, “Prospettive teoriche della psicologia dell’arco della vita: ricerche sulle fasi di transizione”, in Pscicologia Italiana, nn. 1-2, pp. 47-59. 22 Kearnes, P., 1999, Lifelong learning: implications for VET, NCVER, Adelaide. 23 Faris, R., 2002, The Web of Life and the Web of Learning: Electronic Networking and Learning Communities, Building Community, Melbourne, Australia. 24 Knowles M., 1997, Quando l'adulto impara, Franco Angeli, Milano. 25 Tough A., 1979, The Adult’s Learning Projects, Ontario Institute for Studies in Education, Toronto. 26 Bocca G., 1993, Educazione permanente, Vita e Pensiero, Milano. 27 Balboni P., 2002, Le sfide di Babele, Utet Libreria, Torino. 28 Caon F., 2005, Un approccio umanistico affettivo all’insegnamento dell’italiano a non nativi, Cafoscarina, Venezia. 29 Cornoldi, C., 1995, Metacognizione e apprendimento, Il Mulino, Bologna 30 Gardner H., 1987, Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Feltrinelli, Milano. materiali didattici Materiali didattici ESERCITARSI CON LA GRAMMATICA Esercitarsi con la Grammatica è un testo per studenti di Italiano come lingua straniera di Scuole, Università, Istituti Italiani di Cultura, e per tutti coloro che desiderano approfondire e consolidare le proprie conoscenze della lingua italiana. Il testo è suddiviso in due volumi: il primo è dedicato a studenti principianti ed elementari e corrisponde ai livelli A1 e A2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue; il secondo, per studenti di livello intermedio, corrisponde ai livelli B1 e B2. Esercitarsi con la Grammatica non è un libro di grammatica né un eserciziario tradizionale, ma un vero e proprio ‘quaderno’, concepito come tale e destinato a essere strumento di lavoro dello studente che deve completarlo. Le caratteristiche del testo possono essere sintetizzate in: un equilibrio tra elementi comunicativi (presentati attraverso dialoghi) e grammaticali (presentati in contesto e attraverso schede); attività comunicative che motivano e facilitano l’apprendimento; equilibrio tra le 4 abilità linguistiche; presentazione della realtà socioculturale dell’Italia attraverso l’uso di materiale autentico (testi della vita quotidiana e testi letterari); revisione sistematica delle strutture morfosintattiche e del vocabolario; e, infine una impostazione grafica chiara e divertente. Esercitarsi con la Grammatica è uno strumento didattico estremamente flessibile, la cui impostazione come libro ‘quaderno’ ne fa anche un valido supporto per i manuali di lingua. È strutturato in Unità Didattiche, basate su testi autentici; esse sfruttano in modo particolare l’approccio comunicativo, senza escludere, tuttavia, l’uso di altri metodi più tradizionali, soprattutto in funzione del rinforzo delle conoscenze apprese. Tali Unità possono essere scelte dall’insegnante senza naturalmente seguire la sequenza proposta. In tal modo l’insegnante ha la possibilità di costruire il percorso che meglio si adatta alle necessità della classe scegliendo l’Unità, ma anche all’interno della stessa, selezionando tra gli esercizi proposti quelli che meglio si adattano al livello e/o alle necessità degli studenti. Ogni Unità è suddivisa in quattro parti: - un dialogo iniziale che introduce le strutture novità grammaticali oggetto di approfondimento e che fornisce spunti e occasioni comunicative. Nella formulazione del dialogo è stato privilegiato un approccio ‘realistico’, mirato alle esigenze concrete che gli studenti incontrano; - una scheda grammaticale, proposta con un linguaggio intenzionalmente semplice e schematico, che focalizza l’attenzione sull’uso della struttura grammaticale oggetto di riflessione; - una parte pratica, costituita da esercizi di diversa tipologia, organizzati in ordine crescente di difficoltà. Gli esercizi di produzione guidata, come quelli di completamento, trasformazione e/o sostituzione, si alternano agli esercizi di produzione individuale, quali esercizi di comprensione, di analisi, di correzione e di riscrittura, che consentono allo studente di approfondire e verificare quanto appreso; - una sezione dedicata al lessico, costituita da schede illustrate monotematiche (casa, generi alimentari, sport, ecc.) e modi di dire scelti tra quelli di uso più comune. Anche questa sezione è corredata da esercizi dedicati alla memorizzazione del lessico presentato. In tutti i casi, comunque, gli esercizi riportano un linguaggio autentico; evitano il più possibile l’uso di frasi isolate, ma inseriscono le strutture nei contesti, con il vantaggio per lo studente di comprendere più facilmente l’uso della struttura e di poterla poi riprodurre correttamente in modo autonomo. Una particolare attenzione è stata dedicata alla produzione scritta nell’ottica di aiutare lo studente a conquistare una autonomia personale nell’uso spontaneo della lingua partendo dalla produzione guidata per giungere a quella creativa. Esercitarsi con la Grammatica è nato dall’esperienza di insegnanti di Italiano per Stranieri presso l’Università di Lecce, che nel 1999 ha istituito la Scuola di Italiano per Stranieri all’interno del Centro Linguistico di Ateneo. Il contatto quotidiano con studenti di varia età, provenienza e livello di conoscenza della lingua ci ha consentito di sperimentare nuove strategie didattiche e nuovi materiali ma, soprattutto, ha offerto l’opportunità di verificare tra le esigenze degli studenti, quella di voler consolidare le proprie conoscenze della lingua attraverso una riflessione attenta e sistematica sui fatti della grammatica, alle descrizioni delle varietà degli usi e alle motivazioni dell’uso, per arrivare a comprendere la ‘logica interna’ della nostra lingua e, quindi, guadagnare un maggiore livello di autonomia. 23 In.IT italiano L2 in Italia Insegnamento orientato all’azione. U che presentiamo nasce da un’esperienza didattica che considera le riflessioni contenute nel Quadro Comune di Riferimento per le lingue per quanto riguarda l’approccio orientato all’azione, in cui gli apprendenti sono “attori sociali” che svolgono “compiti”, usando le proprie competenze per raggiungere un determinato risultato. Abbiamo, quindi, cercato di individuare dei percorsi didattici che offrivano le seguenti possibilità: a. superare la scansione testuale basata su un lavoro prevalentemente attuabile nell’ambito chiuso e rassicurante dell’aula b. raggiungere e/o perfezionare le competenze comunicative che si basano su una maggiore consapevolezza dei processi di apprendimento c. introdurre argomenti di natura culturale anche nelle classi monolingue ai primi livelli di apprendimento d. sostenere la motivazione degli studenti attraverso una realizzazione concreta dell’esperienza di apprendimento e. stimolare gli studenti a svolgere compiti non finalizzati solo al conseguimento dell’aspetto formale della lingua, ma finalizzati a realizzare un progetto, alternando il lavoro individuale a quello di gruppo. IL CONTRIBUTO Roberto Benigni attore, regista 24 In.IT Abbiamo, quindi, pensato che la metodologia didattica del project work venisse incontro a queste particolari esigenze di compenetrazione della cultura e della lingua e che potesse creare sentieri più ampi, e talvolta più complessi, di apprendimento, che presuppongono anche una compresenza di testualità differenti e di interdisciplinarietà. 2. Perché realizzare un project work? Il nostro project work voleva, dunque, sollecitare gli studenti (americani, livello A1) verso una conoscenza del mondo particolare della città in cui stavano studiando, contraddistinto dalla forte e imprescindibile presenza nella vita quotidiana di ogni cittadino delle contrade, sedi storiche e artistiche della vita di Siena fin dall’alto Medioevo: abbiamo definito, quindi, come tema la creazione di una nuova contrada. Il progetto realizzato con la classe si è trasformato in un’esperienza didattica efficace e insolita: generalmente, infatti, la maggior parte di questi progetti viene immaginata e realizzata con studenti che hanno una competenza linguistica di livello medio-avanzato, proprio perché devono interagire con il mondo esterno. L’idea del progetto è nata da una riflessione importante e, cioè, la differenza sostanziale dal punto di vista metodologico e didattico, tra l’insegnamento dell’italiano come lingua straniera e l’insegnamento dell’italiano come lingua seconda. Gli studenti che hanno l’opportunità di venire in Italia per studiare la nostra lingua sono, infatti, posti in una situazione privilegiata in quanto il processo di apprendimento non è limitato alle ore di didattica svolte in classe, ma prosegue all’esterno con il contatto con la lingua “viva”. Spesso, però, per motivi pratici e logistici, non abbiamo la possibilità di raccordare ciò che avviene in contesto extrascolastico con il lavoro in classe: da qui è nata l’esigenza di sperimentare un progetto che aiutasse gli studenti ad acquisire le preziose risorse che offre una città come Siena in termini di patrimonio storico e culturale e a vivere questa esperienza di studio come un’esperienza di vita formativa e determinante dal punto di vista non solo linguistico, ma anche pedagogico. La fase, però, più critica del progetto è stata quella di individuare degli obiettivi e degli input che fossero pertinenti, adeguati e comprensibili per studenti principianti, data la complessità delle dinamiche legate alla storia di Siena e del Palio. Gli obiettivi, dunque, individuati nella fase di ideazione del nostro progetto sono stati: • entrare in contatto con la storia di Siena, del Palio e della vita delle contrade, attraverso percorsi facilitati, grazie all’utilizzo di materiali preparati ad hoc; • offrire la possibilità di vivere la lingua come uno strumento vivo che consente di poter comunicare anche con una conoscenza limitata delle strutture linguistiche; . Una proposta operativa. • rendere il processo di apprendimento attivo e pratico; • motivare gli studenti attraverso la produzione di oggetti legati al tema del progetto; • stimolare gli studenti alla socializzazione e all’interazione attraverso la lingua italiana all’interno delle classi coinvolte nel progetto (ricordiamo che erano tutti studenti americani); • guidare gli studenti verso la consapevolezza che le strutture grammaticali possono essere apprese anche svolgendo compiti apparentemente non finalizzati all’apprendimento linguistico; • favorire un approccio di tipo ludico; • proporre un modello di lezione variabile; • attuare un modello di apprendimento non solipsistico, ma collaborativo. 3. Consigli didattici per una proposta operativa. Nella prima fase di lavoro abbiamo definito gli ambiti di ricerca: nel nostro caso la storia di Siena, la struttura della città divisa nelle attuali 17 contrade, la festa del Palio. Abbiamo, poi, selezionato i seguenti sussidi didattici: • materiali informativi principali, semplificati e didattizzati per un pubblico di principianti: video con e senza sonoro, accompagnati da schede e da attività di comprensione; • libri sull’argomento, reperiti all’interno dell’offerta editoriale rivolta a pubblici specifici (bambini, studenti di scuole medie, ecc.) e quindi più semplici dal punto di vista grafico e testuale; • foto e oggetti esemplificativi che appartengono alla vita dei contradaioli (come, per esempio, i fazzoletti o i barberi) e strumenti di lavoro per gli studenti (poster, matite colorate, libri, cartoline, ecc.).) Le fasi di realizzazione, attraverso le quali si è articolato il lavoro collettivo della classe, sono state fondamentalmente sette: a. abbiamo presentato i nomi e i colori delle contrade svolgendo alcune attività didattiche sul riconoscimento delle stesse: molte di loro, infatti, hanno colori simili e nomi particolari, qualche volta difficili da capire e/o ricordare. Quindi, in questa prima fase, le attività si sono concentrate sull’apprendimento del lessico e delle strutture idiomatiche legate al mondo contradaiolo; b. abbiamo, in seguito, analizzato l’estensione geografica del territorio della città e delle singole contrade: per questo sono state organizzate delle attività didattiche sul di Antonella Filippone e Andreina Scaglione territorio, alla scoperta dei confini e delle mura della città stessa; c. successivamente, gli studenti hanno assistito alla proiezione di alcuni video sulla corsa del Palio e sulle feste organizzate dalle contrade vittoriose; d. a questo punto, lo studio si è concentrato sulla vita della contrada, sulle attività svolte durante tutto l’anno e sulle sedi principali della sua organizzazione sociale, come il museo, l’oratorio, la fontana battesimale, la stalla per il cavallo, la stanza per le assemblee generali, ecc. e. nella fase centrale del lavoro, gli studenti si sono avvicinati allo studio degli antichi mestieri presenti nelle contrade durante il periodo medioevale e rinascimentale: le attività didattiche si sono concentrate soprattutto sull’ampliamento delle strutture lessicali e sintattiche, facendo uno studio più particolareggiato delle definizioni di alcuni termini (per esempio la parola “speziale”) legati a un ambiente e un’epoca storica particolari. f. gli studenti erano pronti, ormai, per elaborare un progetto articolato della propria contrada, dopo aver visto e studiato la realtà senese: quindi, hanno deciso un nuovo nome, un simbolo, uno stemma e una sede all’interno del territorio senese: - nome della contrada: “Lucertola” - simbolo: una lucertola appoggiata ad un muro di pietra antico - posizione: fra la contrada del Nicchio, quella della Giraffa e quella del Leocorno - mestiere: vetrai (un mestiere ancora attuale e nello stesso tempo molto tradizionale, che a Siena ha una storia notevole, dalle testimonianze della scuola di Duccio di Buoninsegna fino ai vari esempi moderni). - colori dello stemma: viola, arancio e oro (tali colori rappresentano un nuovo abbinamento all’interno del panorama cromatico degli stemmi delle contrade senesi, ma, nello stesso tempo, sono colori tipici della tradizione medioevale). - realizzazione dei barberi (piccole sfere di legno colorate) che rappresentano i cavalli, con i quali i bambini senesi giocano comunemente g. l’ultimo momento, il più emozionante, è stato quello della creazione dello stemma in ceramica (ad opera di una laboratorio artigianale che ha seguito scrupolosamente i suggerimenti degli stessi studenti) e della presentazione alle altre classi dei lavori effettuati in questo project work. Maria Grazia Cucinotta attrice 25 In.IT italiano L2 in Italia Insegnamento orientato all'azione. Una proposta operativa. 4. Finalità perseguite e finalità realizzate: un bilancio del progetto. Il bilancio finale del progetto si basa su una valutazione dei risultati ottenuti dalla classe e sull’analisi di spunti di riflessione per futuri progetti didattici di tale natura. Gli studenti hanno accolto positivamente il progetto, che li ha visti al centro del processo di apprendimento, ponendo in primo piano le loro caratteristiche personali e le loro risorse, all’interno di un approccio orientato all’azione, così come sottolineato nel Quadro Comune di Riferimento per le lingue, anche se non sono mancate alcune difficoltà. Tra i risultati positivi ottenuti ricordiamo: • la classe si è trasformata in laboratorio e luogo di confronto, in cui lo spazio è diventato “spazio comunicativo” per favorire al massimo l’interazione fra studenti che erano liberi di formare piccoli gruppi o coppie o di lavorare, per brevi momenti, in maniera autonoma; • gli studenti hanno avuto la possibilità di sperimentare un contatto diretto con la realtà, senza la mediazione costante del docente, seguendo intuizioni ed ipotesi personali; • il clima di apprendimento era disteso e rilassato e ha favorito l’instaurarsi di una particolare complicità tra gli studenti coinvolti nel progetto, che non si estendeva anche alle altre classi; • la creazione di una propria contrada ha consentito di: 5. Conclusioni L’esperienza svolta con le classi di studenti americani è stata positiva soprattutto perché, solitamente, tale pubblico incontra maggiori difficoltà nell’apprendimento linguistico e culturale di una lingua straniera, difficoltà dovute all’egemonia imperante della lingua e della cultura anglosassone; attraverso la realizzazione di questo progetto, invece, hanno avuto il compito specifico di approfondire alcuni aspetti culturali della città ospitante. Un feedback didattico importante che abbiamo ricevuto da questa esperienza è che, secondo noi, tale progetto si presta a essere realizzato, nella didattica dell’italiano L2, soprattutto con classi monolingui, in cui è più difficile favorire le condizioni per un superamento dell’estraneità linguistica e culturale, dovuta al fatto che spesso tale tipologia di studenti tende a usare la lingua materna sia in classe, nei momenti di pausa didattica, sia fuori dalla classe, ricreando una “cellula” del proprio mondo. I risultati più importanti, secondo noi, sono stati “a lungo termine”, dopo un periodo di sedimentazione dei contenuti ai quali gli studenti sono stati esposti. Tale riflessione nasce dal fatto che gli studenti, recentemente (dopo circa un anno) hanno espresso la volontà di ritornare in Italia per scoprire altri aspetti della nostra cultura e per ripetere esperienze simili. a. localizzare con attenzione la divisione territoriale in contrade della città di Siena al fine di scegliere la localizzazione preferita per la propria contrada; b. conoscere gli elementi fondamentali che caratterizzano la vita sociale di una contrada (oratorio, piazza, fontanina per il battesimo contradaiolo); c. capire l’importanza della partecipazione delle contrade al Palio; Raoul Bova attore d. creare lo stemma della propria contrada, scegliere il nome, i colori di riferimento, il mestiere, la facciata dell’oratorio e la fontanina; e. presentare il progetto finale con orgoglio e entusiasmo. 26 In.IT BIBLIOGRAFIA BALBONI, P.E. (1994), Didattica dell’italiano a stranieri, ed. Bonacci, Roma. CONSIGLIO D’EUROPA, MODERN LANGUAGES DIVISION, (2002), Quadro Comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, trad. italiana sull’originale inglese di F. Quartapelle, D. Bertocchi, ed. La Nuova Italia, Firenze. SERRA BORNETO, C. (1999), C’era una volta il metodo, ed. Carocci, Roma. materiali didattici Materiali didattici CANTAGRAMMA apprendere la grammatica italiana con le canzoni Cantagramma - Apprendere la grammatica italiana con le canzoni è un testo per studenti di italiano come lingua straniera di livello dall’A1 (elementare) al B2 (intermedio) secondo le indicazioni del Quadro comune europeo per le lingue. È suddiviso in due volumi con relativi cd. Ognuno contiene 8 percorsi didattici basati su 8 diverse canzoni. I percorsi didattici coprono le strutture principali della lingua italiana. Alla base del progetto Cantagramma stanno alcuni principi metodologici: innanzitutto la convinzione che le canzoni possano essere uno strumento formidabile per attivare particolari competenze e abilità cognitive che un approccio tradizionale alla grammatica non riesce a stimolare. In questo modo si passa, in ogni percorso, da una fase iniziale in cui lo studente è invitato prima ad assaporare, poi ad analizzare la canzone e quindi a riflettere sulla lingua utilizzata e a far pratica sugli elementi linguistici su cui si concentra il percorso. Lungo tutto questo processo, la memoria è sollecitata sia sul piano verbale, sia a livello non verbale, quello del linguaggio musicale. Alla fine lo studente potrà contare su una molteplicità di elementi che possono migliorare il livello di apprendimento: - percorsi di attivazione di abilità e strategie cognitive quali la formulazione di ipotesi; - attività induttive di scoperta della lingua; - memorizzazione attraverso diversi linguaggi; - riflessione razionale sui contenuti delle canzoni e sulle strutture della lingua; - percorsi didattici per consolidare l’apprendimento delle strutture. Il tutto avviene coinvolgendo lo studente che deve partecipare in modo attivo, ascol- novità tando e cantando le canzoni, giocando e riflettendo. Le canzoni che sono state selezionate rispondono ad alcuni criteri fondamentali: - accessibilità del lessico; - coerenza con le strutture; - rapporto melodia-testo; - valenza storica e culturale. La canzone italiana è talmente ricca che si potrebbe pensare che non c’è che l’imbarazzo della scelta nel momento in cui si propone un testo come Cantagramma. In realtà occorre adottare dei criteri precisi e, oltre a quelli ricordati sopra, vale la pena sottolineare il fatto che le canzoni che vengono presentate non costituiscono esempi a sé, ma risultano significative come momenti dell’evoluzione dei singoli autori e dell’epoca in cui vengono scritte. Momento di partenza di questo viaggio nella canzone italiana sono gli anni ’60, una decade ormai lontana, ma che ha segnato talmente la storia italiana che parecchie delle canzoni scritte in quegli anni sono ancora cantate e amate come o forse più di un tempo. Si è cercato di individuare, così, canzoni che per varie ragioni hanno superato i confini dell’epoca in cui sono state create e che ancora oggi, generazione dopo generazione, vengono cantate e suscitano emozioni in persone di diversa età. È un modo per permettere allo studente di italiano di ricostruire pezzi di storia del popolo italiano. A quanto detto sopra va aggiunto che la normativa sui diritti d’autore pone vincoli spesso molto rigidi e ad esempio impedisce l’accesso ai testi di diversi autori, in quanto non ne vengono concesse le licenze per lo sfruttamento, nemmeno per scopi didattici. Ogni cd comprende oltre alla canzone interpretata da cantanti professionisti la base musicale utile per attività di karaoke proposte alla fine di ogni percorso. 27 In.IT Cyberitaliano Indirizzi e siti utili per cercare o per l'insegnamento dell' italiano a stranieri. IN QUESTO ARTICOLO vengono elencati siti interessanti e utili per trovare offerte di lavoro per insegnanti di italiano in Italia o all'estero. www.unistrapg.it Il sito dell’Università per Stranieri di Perugia è una fonte di informazioni molto ricca sia per quanto riguarda eventuali posti vacanti per insegnanti di italiano come lingua straniera, sia per materiale didattico o informazioni più in generale concernenti questo campo di lavoro. Cliccare su “bandiera italiana”, poi su “Italiano L2 - mailing list” (in basso a destra). www.guerra-edizioni.com Anche questo sito della Casa Editrice Guerra edizioni di Perugia (che pubblica soprattutto testi di italiano per stranieri o per l'insegnamento di italiano a stranieri) è una fonte di informazioni ricca e preziosa. Per quanto riguarda eventuali posti di lavoro, cliccare su “didattica”, poi su “docenti”, poi su “discutiamone insieme”. www.itals.it È il portale del gruppo di lavoro Itals dell’Università di Venezia. Cliccare su “Post Master”, poi su “Domanda/ Offerta” o anche “Bacheca”. www.lablablab.com È un portale in inglese e italiano. La sede del centro linguistico è Bruxelles. Cliccare su “Lab” e poi “lavorare con noi”. www.eurolingua.com. Questo sito offre soprattutto la possibilità di organizzare attività di insegnamento “privato” nella propria casa in Italia (o in Francia per insegnanti di francese, in Spagna per spagnolo, ...) ospitando studenti e offrendo loro lezioni più personalizzate, organizzando gite e visite. Oltre a questo però vengono proposte anche attività collaterali sempre nel campo dell'insegnamento linguistico. Giancarlo Giannini attore 28 In.IT www.jiscmail.ac.uk Questo sito in inglese riguarda vari campi di studio. Se si pone “italian” come keyword e poi si sceglie l'opzione “italian studies” si ha una lista di discussione per italianisti con vari interventi di carattere didattico, letterario e culturale ma anche offerte di lavoro per insegnanti o accademici. www.jobs.ac.uk Questo sito offre “vacancies” in ogni campo. Ma per italianisti si può cliccare su “academic research” oppure su “languages” oppure su “school teaching” mettendo nel riquadro “search” la parola “italian”. www.teachers.net Questo sito è per insegnanti soprattutto di inglese o altre materie in inglese , però a volte ci sono proposte anche per altre lingue. Dovreste cliccare su “jobs”, poi su “view jobs”, e poi mettere nella casella “search” la parola “italian”. www.teachabroad.com Questo sito è dedicato soprattutto a insegnanti di inglese , ma ci sono anche posti per insegnanti di altre lingue. Si può consultarlo anche nel sito più generale www.goabroad.com. www.education.guardian.co.uk/jobs Questo sito del giornale inglese The Guardian ha varie “vacancies”. Conviene restringere il campo cliccando su “education” o mettendo una parola nel motore di ricerca del sito. www.languagejobs.org Qui si offrono posti in campo linguistico, non solo insegnamento, ma anche traduzioni, interpretariato... www.zeit.de È il portale del giornale tedesco Die Zeit. Cliccare su “Jobs”. Poi restringere le opzioni cliccando sulla casella “Sprach - und Literaturewissenschaft”, oppure porre la parola “italienisch” o “italian” nella casella “Stichwort”. www.anpe.fr Questo sito è in francese e propone offerte di lavoro in ogni campo. Conviene restringere la scelta con parole come “formation” o “enseignement”. www.eursc.org Questo sito sul sistema scolastico europeo, offre, cliccando “recruitment” nella versione inglese, molte informazioni per mandare la propria candidatura in istituzioni scolastiche europee: uffici e personale di riferimento, ma anche riviste con pubblicazioni delle offerte o procedure da seguire. ei. offerte di lavoro Inoltre qualche informazione piu' in generale sull'insegnamento dell'italiano all'estero: Assistenti di lingua italiana. Gli studenti iscritti agli ultimi anni del corso di laurea in lingue possono candidarsi per un periodo di assistentato linguistico in scuole europee. I bandi escono verso aprile di ogni anno. Si veda il sito www.istruzione.it. Progetto Comenius. Queste borse di studio sono per insegnanti o futuri insegnanti di lingue. Ci sono vari bandi. Per gli insegnanti all'inizio della attività vi è il progetto Comenius 2.2. I bandi escono verso marzo. Si veda www.indire.it (cliccare su Socrates e poi su Comenius). Lettori di lingua italiana. Per fare il lettore si può essere selezionati tramite concorso bandito dal Ministero degli Affari Esteri e per questo è necessario: essere già laureati in lettere e/o lingue straniere con due esami di lingua italiana o letteratura italiana; essere già docenti di ruolo nella scuola media o superiore. Si può però fare invece il lettore anche con incarico locale candidandosi direttamente nelle Università straniere inviando una domanda corredata da un dettagliato curriculum vitae (in italiano e nella lingua locale o veicolare). Supplenze nelle scuole e nei corsi di lingua e cultura italiana ell’estero. Per effettuare supplenze nelle scuole e nei corsi di lingua e cultura italiana all'estero è necessario essere inseriti nelle relative graduatorie di istituto o di sede, che sono periodicamente redatte dai dirigenti scolastici o dai Consoli secondo l'emanazione di una specifica circolare del Ministero degli Affari Esteri. Informarsi presso la sezione culturale del Ministero degli Esteri. Queste graduatorie sono simili alle graduatorie per le scuole medie e superiori in Italia. Oltre però alle graduatorie ufficiali, si può, come per le scuole italiane, inviare la propria disponibilità all'ufficio consolare o ai singoli presidi delle scuole. Possono chiedere di essere inseriti nelle graduatorie di istituto o di sede tutti coloro che sono in possesso del titolo di studio idoneo all'insegnamento della classe di concorso per cui chiedono l'inserimento (es. diploma di maturità magistrale per la scuola materna ed elementare e i corsi di lingua e cultura italiana a livello elementare, specifico diploma Roberta Barazza di laurea per la scuola media e superiore e i corsi di lingua e cultura a livello medio), ivi compresi docenti di ruolo e docenti in pensione. Non bisogna necessariamente essere abilitati per avere una supplenza. Il possesso dell'abilitazione all'insegnamento e la residenza nel Paese in cui si trova l'istituzione scolastica costituiscono soltanto titoli preferenziali. Le graduatorie sono infatti composte di quattro fasce di aspiranti, in ordine di precedenza: abilitati residenti, abilitati non residenti, non abilitati residenti, non abilitati non residenti. L'inserimento in graduatoria avviene in base ai titoli presentati dall'aspirante, valutati secondo le tabelle allegate alla circolare che dispone la riapertura delle graduatorie (titoli culturali e didattici). Inoltre: ll Giappone propone il JET Programme (Japan Exchange and Teaching Programme). Il progetto, nato nel 1987, promosso dal Consiglio degli Enti Locali per le Relazioni Internazionali in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, dell'Istruzione e degli Interni con l'obiettivo di offrire a giovani laureati stranieri l'opportunita'di prestare servizio negli enti locali e nelle scuole medie inferiori e superiori, sia pubbliche che private. Il programma si basa sull'intensificazione dell'insegnamento delle lingue straniere in Giappone e sulla promozione degli scambi internazionali. Nell'ambito del JET Programme 2004 le amministrazioni locali di Fukui-ken (Sabae), Shiga-ken (Azuchi), Aomori-ken, hanno fatto richiesta nel 2004 di 3 cittadini italiani laureati interessati a lavorare nella posizione di CIR (Coordinatore per le Relazioni Internazionali). I candidati dovranno avere, preferibilmente, un'età inferiore a 40 anni ed essere in possesso di una laurea e avere una buona conoscenza della lingua italiana, inglese e giapponese. Il programma, per l'anno 2004, aveva decorrenza il 1 Agosto 2004 e si dovevano presentare le domande entro il 1 aprile 2004. I moduli per la domanda vanno richiesti all'Ufficio Culturale presso l'Ambasciata del Giappone. Tel. 0648799335 fax. 064885109. Valeria Golino attrice 29 In.IT strumenti Università per Stranieri di Perugia L’Università per Stranieri di Perugia, fondata nel 1921 e riordinata con L. 17 febbraio 1992, n. 204, è la più antica e prestigiosa istituzione nell’attività di ricerca sull’apprendimento e l’insegnamento della lingua italiana e nella diffusione nel mondo della cultura e della civiltà italiane. Di essa fanno parte la Facoltà di Lingua e Cultura Italiana e i Centri speciali di ricerca WARREDOC (Water Resources Research and Documentation Centre) e CEDUIC (Centro elaborazione dati universitario dell’Italia centrale). Presso l’Ateneo sono attivi il Dipartimento di Scienze del Linguaggio e il Dipartimento di Culture Comparate. LA FACOLTÀ La Facoltà organizza per cittadini stranieri e italiani residenti all’estero Corsi di Lingua e Cultura Italiana, suddivisi in: Corsi specialistici di Alta Cultura. Aperti a italiani e stranieri, si qualificano per l’elevato livello di approfondimento degli ambiti disciplinari e culturali oggetto di studio. Al termine di ciascun corso si ottiene, a richiesta, un Attestato di Frequenza; mediante opportune prove scritte, si consegue un Attestato di Profitto. Su presentazione di una dissertazione scritta, discussa e approvata, per i Corsi di Lingua Italiana Contemporanea e di Etruscologia e Antichità Italiche si consegue un Diploma. Corso di Lingua Italiana Contemporanea Aspetti socio-linguistici dell’italiano contemporaneo. Corso di Storia dell’Arte Corsi e visite sul patrimonio artistico italiano. Corso di Etruscologia e Antichità Italiche Religione, arte, società in Etruria e nell’Italia preromana. Corsi di aggiornamento per Insegnanti di Italiano all’estero Riservati a docenti stranieri e italiani residenti all’estero, offrono l’opportunità di approfondimento di tematiche dell’area linguistico-didattica e di aggiornamento culturale dell’Italia di oggi. Non prevedono esami finali. A richiesta, viene rilasciato un Attestato di Frequenza. Corsi di lingua e cultura italiana: - Corsi Corsi Corsi Corsi Corsi ordinari di primo, secondo, terzo e quarto grado durata trimestrale ordinari di quinto grado durata semestrale straordinari di primo, secondo e terzo grado durata bimestrale straordinari di primo, secondo e terzo livello durata mensile straordinari intensivi Per tutti e cinque i gradi, durata mensile. Si caratterizzano per un maggior carico orario settimanale e per le classi con un numero programmato di studenti. Al temine di un Corso intensivo è rilasciato, a richiesta, un Attestato di Frequenza L’Università è membro dell’ALTE (Association of Language Testers in Europe) e rilascia in tale ambito la Certificazione di conoscenza della lingua italiana (CELI) articolata in cinque livelli, e la Certificazione dell’Italiano commerciale (CIC) i cui esami si svolgono sia in Italia che all’estero, di preferenza presso gli Istituti Italiani di Cultura. Università per Stranieri di Perugia Palazzo Gallenga, P. zza Fortebraccio, 1 - 06100 Perugia 30 In.IT tel. e fax: +39 075 5746456 e-mail: [email protected] www.unistrapg.it strumenti Università per Stranieri di Siena L’offerta formativa dell’Università per Stranieri di Siena, diretta dal prof. Massimo Vedovelli, si compone di due corsi di laurea (che abbiamo già descritto) e due corsi di laurea specialistica (che descriviamo in questo numero), due dottorati di ricerca, un master di I livello, una scuola di specializzazione (che illustreremo nel prossimo numero). CORSI DI LAUREA SPECIALISTICA Il corso di laurea specialistica in Competenze testuali per l’editoria e i media offre - una preparazione approfondita per sviluppare autonome capacità nei settori della filologia medievale, moderna e contemporanea; - solide basi teoriche sui processi di comunicazione in generale e sui meccanismi della produzione e della comunicazione letteraria in particolare; - i fondamenti della conoscenza teorica del linguaggio; - una conoscenza specialisticha di lingue e letterature del Medioevo e dell’età moderna e contemporanea; - la capacità di utilizzare in maniera adeguata i principali strumenti informatici e della comunicazione telematica negli ambiti specifici di competenza; - la capacità di utilizzare fluentemente, in forma scritta e orale, almeno una lingua dell’Unione Europea, oltre l’italiano, con riferimento anche ai lessici disciplinari. Il corso è rivolto a italiani e stranieri che intendano operare, con funzioni di elevata responsabilità, nei settori dell’industria editoriale e della comunicazione, in varie istituzioni specifiche come archivi, biblioteche, sovrintendenze, centri culturali, fondazioni, relazioni giornalistiche, in centri di studio presso enti e istituzioni nel settore della nuove tecnologie della comunicazione. Offre l’opportunità di accedere ai Dottorati di ricerca e ai Master di secondo livello. Consente anche, dopo aver opportunamente completato il percorso specifico di studi, di intraprendere la carriera di docente di materie umanistiche nella scuola. Il corso di laurea specialistica in Scienze linguistiche per la comunicazione interculturale offre - un’avanzata conoscenza delle metodologie e delle teorie linguistiche e glottodidattiche; - una padronanza delle tecniche di analisi e di descrizione dei sistemi linguistici e delle loro applicazioni anche all’insegnamento di lingue seconde (con particolare riferimento all’italiano come lingua seconda); - una solida capacità di analisi dei fatti linguistici nella loro dimensione storico-culturale, e una buona conoscenza delle dinamiche e dei meccanismi del contatto interlinguistico e interculturale; - la capacità di utilizzare in maniera adeguata i principali strumenti informatici telematici negli ambiti specifici di competenza; - la conoscenza, in forma scritta e orale, di almeno una lingua dell’Unione Europea oltre l’italiano, con riferimento anche ai lessici disciplinari. Il corso è rivolto a italiani e stranieri che intendano esercitare funzioni di consulenza specialistica in tutti i settori nei quali sono richieste avanzate competenze linguistiche, di tipo sia teorico che applicativo, e in particolare nel settore dell’editoria multilingue e multimediale, nell’ambito della cooperazione internazionale, nella gestione del contatto interlinguistico e interculturale, nei settori della comunicazione e dell’informazione, nella ricerca scientifica di livello specialistico. Offre l’opportunità di accedere ai Dottorati di ricerca e ai Master di secondo livello. Consente anche, dopo aver opportunamente completato il percorso specifico di studi, di intraprendere la carriera di docente di materie umanistiche nella scuola. Università per Stranieri di Siena via Pantaneto, 45 - Siena - Italia tel.: +39 0577 240115 fax: +39 0577 281030 e-mail: [email protected] www.unistrasi.it 31 In.IT strumenti Università di Venezia Progetto Itals UNA NOVITÀ… GRATIS! Sul sito www.itals.it la parola FILIM apre un nuovo servizio: Formazione degli Insegnanti di Lingua Italiana nel Mondo. Sullo stesso modello di ALIAS per gli insegnanti di italiano L2 in Italia, abbiamo creato una serie di moduli di aggiornamento per coloro che operano all’estero; altri moduli su altri temi verranno aggiunti nei prossimi mesi. Si tratta di materiale assolutamente gratuito: un nostro contributo alla diffusione della nostra lingua. Chi vuole, può seguire percorsi tutorati (quindi con un contributo richiesto per l’attivazione del tutorato) e con il conseguente rilascio di un attestato. LE OFFERTE “TRADIZIONALI” DI ITALS SONO: Italiano L2 in Italia Il settore A.L.I.A.S. (Approccio alla Lingua Italiana per Allievi Stranieri) offre percorsi a distanza (www.unive.it/progettoalias): • Il sito mette a disposizione gratuitamente materiali per l’autoformazione, e la possibilità di seguire (coprendo il costo del tutorato) programmi personalizzati. • I corsi in presenza possono essere organizzati nella sede dell'Università o presso Circoli Didattici, Scuole, CTP, CSA, associazioni, enti, gruppi che li richiedano. Referente per i corsi ALIAS: Barbara D’Annunzio, [email protected], tel. 347 7416832. Italiano LS nel mondo Le richieste di formazione nel mondo sono diversificate e il Laboratorio ITALS ha sviluppato proposte formative flessibili: • Formazione in presenza: corsi di durata variabile da un minimo di 15 ore, su tematiche concordate, tenuti da due formatori, svolti secondo la modalità seminariali e di laboratorio e prevedono lo svolgimento di attività pratiche. • Centri Risorse: sono centri stabili per la raccolta di materiali e l’incontro di persone, che organizzano attività di formazione continua in collaborazione con ITALS. Referente per i corsi all’estero: Elisabetta Pavan, [email protected], tel. +39 335 1847088 Percorsi integrati L2/LS • Master ITALS: prepara personale con un profilo professionale specifico, è essenzialmente on line, con due seminari a Venezia, ed è di primo e di secondo livello. Il Master dà un titolo universitario e corrisponde a 60 C.F.U. per ogni livello. • CEDILS: è una certificazione della competenza in didattica dell'italiano È possibile, ma non obbligatorio, seguire un corso di preparazione nelle sedi convenzionate in Italia ed all'estero oppure on line. La versione FILS è indirizzata a facilitatori linguistici in Italia. • Scuola di formazione: è rivolta a insegnanti, a laureati, a studenti universitari che abbiano superato almeno gli esami del secondo anno. itals "Laboratorio itals" Laboratorio per la formazione e la ricerca in Italiano come lingua straniera Direzione: Paolo E.Balboni, Roberto Dolci Coordinamento: Graziano Serragiotto 32 In.IT Ca’ Bembo - Dorsoduro 1075 30123 Venezia tel. e fax: -39 041 234 5708 orario: martedì, mercoledì e giovedì, ore 10-12 e-mail: [email protected]