Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale | D:L: 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1, NE/PD | tassa riscossa/taxe perçue/Padova WWW.VOCEISONTINA.EU Anno LI - Numero 19 Società 3 Speciale 4 Cultura Siria: i cristiani contano i morti Cristiani perseguitati La Via Crucis di don Pinat di Terrasanta, padre Pizzaballa ai fedeli che vivono nelle Americhe dai soldati italiani, fu internato in Sicilia a drammatica L testimonianza del Custode EDITORIALE 24 maggio a preghiera L di questa settimana dedicata arroco di Mossa, P arrestato nel giugno 1915 16 maggio 2015 - Euro 1,00 9 Gorizia 14 Riforma sanitaria ome vengono C recepite dal territorio le novità volute dalla Giunta Serracchiani? Domenica 17 la raccolta in diocesi di Mauro Ungaro È trascorso un secolo. Domenica prossima, 24 maggio, ricorderemo i 100 anni dall’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale. Ci potranno essere molti modi per celebrare quella data. L’importante è non perdere di vista il senso che essa ebbe per le popolazioni di questa nostra terra. Già da un anno i giovani goriziani erano partiti per il fronte orientale, verso terre sconosciute che li avrebbero in troppi casi inghiottiti per sempre: ai loro cari rimaneva solo la speranza in un ritorno che per molti si sarebbe ben presto trasformato solo in illusione. Un destino, però, ancora più crudele li attendeva: i "vincitori" imposero sulla memoria dei "vinti" la polvere dell’oblio forzoso. I loro nomi non erano degni di essere incisi su nessuna lapide: una damnatio memoriae che solo da poco tempo - ma ancora con tanta fatica - si sta scalfendo restituendo a quei militari l’onore che meritano. Quel 24 maggio l’inutile strage, con tutta la sua violenza e la sua scia di devastazione e di lutto, divelse le porte e piombò nelle case dei goriziani ma anche dei cormonesi o dei gradesi… Quello che sino ad allora era stato confine divenne, tragicamente ed improvvisamente, fronte. E furono i bombardamenti, le migrazioni forzate, le deportazioni, le violenze… Fu la fine dei sogni di una generazione di italiani e austro-ungarici, cattolici e ortodossi, musulmani ed ebrei: la brama di potere dei governanti e l’ambizione dei generali avrebbe impedito all’oggi di quei giovani di divenire domani facendone vittime sacrificali nelle trincee del Sabotino o nelle pietraie del Carso. Il destino, nella sua tragicità, univa quello che le uniformi militari facevano apparire diverso, beffando la presunzione di onnipotenza degli uomini. Ed anche chi riuscì a salvare la vita ebbe, comunque, il futuro lacerato per sempre dal filo spinato dei campi di battaglia. Non sarebbe bastato il 4 novembre di tre anni dopo a richiudere le ferite che quel 24 maggio si aprivano. Ferite penetrate nel profondo dell’animo di intere popolazioni e che avrebbero condotto l’Europa ed il mondo, poco più di un quarto di secolo più tardi, ad un nuovo, devastante conflitto. Per ricordare il 24 maggio 1915 forse è necessario ripartire proprio dalle parole pronunciate questa settimana da papa Francesco: "La pace è un lavoro, non è uno stare tranquilli". La solidarietà per il Nepal Sabato 23 Veglia di Pentescoste a Gradisca. Appuntamento per i giovani alle 17 a San Valeriano e per le Aggregazioni laicali alle 17.30 in S. Spirito. Alle 20.30 inizio della Veglia sul ponte che collega Gradisca a Sdraussina e quindi trasferimento alla chiesa di Santo Spirito Unitalsi 8 La pagina a cura della Sottosezione di Gorizia Mandamento 19 Intervista al presidente della BCC di Staranzano e Villesse Grado 18 Un premio a chi ha permesso la riapertura dell’Ospizio Marino Mandamento 21 Scuole protagoniste al festival della Scienza Società Sabato, 16 maggio 2015 3 Il custode di Terra Santa, padre Pizzaballa, è appena rientrato da un viaggio in Siria dove ha potuto verificare le condizioni drammatiche in cui vive tutta la popolazione Siria: i cristiani contano i morti “H o visitato Latakia, Aleppo e Damasco. A Latakia la situazione più tranquilla dal punto di vista dei combattimenti. Qui la guerra si avverte soprattutto per la carenza dei beni di prima necessità. Nel centro di Damasco, rispetto a sei mesi fa, si vive leggermente meglio, ma la periferia non esiste più. Interi quartieri sono stati distrutti, rasi al suolo, bombe che cadono in continuazione e totale mancanza di elettricità e di acqua. Aleppo, invece, è semidistrutta e sotto assedio, con totale mancanza di acqua, elettricità e cibo”. È un resoconto drammatico quello che il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, fa del suo viaggio in Siria, da dove è rientrato da pochissimi giorni, nel quale ha incontrato le fraternità della Custodia e le comunità cristiane locali per mostrare loro vicinanza e solidarietà. “La gente è disorientata - racconta il custode - non riesce a capire cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere. Ho assistito a funerali, conosciuto carichi di sofferenza, di frustrazione, di impotenza incredibili. Nessuno sa cosa potrebbe accadere, il disorientamento è totale. Ho incontrato vescovi che non sanno più cosa dire davanti a tale scempio. I loro appelli cadono nel vuoto”. Si combatte da quattro anni senza vincitori. A perdere è la popolazione con i cristiani che stanno pagando un prezzo altissimo… “Non è una guerra come le altre e non è una guerra religiosa. Questa sta provocando un cambiamento radicale nella vita della Siria e dell’intera regione. La domanda della gente non è solo ‘quando finirà questa guerra?’. Ci si chiede soprattutto ‘cosa ci sarà dopo?, stendo ad un “olocausto cristiano”. Come fermare il massacro? “Abbiamo celebrato il centenario del genocidio armeno. Allora sembrava che tutto fosse finito per quel popolo. Così non è stato. Non so come finirà la guerra nella regione e lo scontro tra sciiti e sunniti. Da cristiano non posso credere che nel mondo ci siano milioni e milioni di musulmani con i quali non posso dialogare. Non lo posso credere e per questo devo ricercare il dialogo. Anche così si ferma il massacro”. Cosa dovrebbe fare la comunità internazionale per trovare una via di uscita alla crisi? “La comunità internazionale ha fatto molto sbagliando molto. Ora potrebbe recuperare, innanzitutto fermando la vendita di armi. Non sono co- "Su 70 morti, 60 sono musulmani e 10 cristiani. Ognuno conta le proprie vittime come se fossero le uniche" chi verrà qui?’, ‘lo Stato islamico o altri?’,‘se a vincere sarà l’Is cosa sarà di noi?’, ‘chi sta sparando?’ e ‘perché ci sparano?’. Sono tutte domande che non hanno risposta. Ma a morire non sono solo i cristiani. Se ci sono 70 morti 60 sono musulmani e 10 cristiani. Ogni gruppo religioso conta le proprie vittime come se fossero le uniche. Non è facendo valere il numero dei propri morti che si contrasta il radicalismo. Bisogna rinsaldare l’amicizia tra cristiani e musulmani. Non serve dividersi”. Sui cristiani pesa l’accusa di essere vicini al dittatore di turno, come Assad. È così? “Questa accusa viene contestata dai leader cristiani, ma credo che un fondo di verità ci sia. Quando lo Stato islamico pensa ai cristiani pensa ad Assad, questo è un fatto. La minoranza cristiana è percepita come una presenza occidentale nel mondo musulmano ma non è vero. I cristiani sono i primi abitanti di queste terre. Vero è, invece, che i cristiani hanno un legame con l’Occidente che l’Islam non ha. Guardando in positivo credo che i cristiani del mondo arabo possano aiutare i musulmani a comprendere meglio l’Islam, ma dubito che possa accadere in questa fase”. È anche vero che in Siria e Iraq sono rimasti pochissi- mi cristiani. Un esodo che interessa tutto il Medio Oriente, specie dopo le primavere arabe. Siamo alla fine dell’Oriente cristiano? “Le primavere arabe sono finite da tempo. Hanno rappresentato un cuneo nel quale si è sviluppato tutto il caos attuale. Sono in Medio Oriente da oltre venti anni e dell’emigrazione dei cristiani si è sempre parlato. Se ci fosse stato un vero esodo saremmo già scomparsi. Oggi in Siria e in Iraq la situazione è gravissima, più della metà dei cristiani è fuggita, specie chi aveva le risorse per farlo. Sono certo, tuttavia, che non siamo alla fine dell’Oriente cristiano”. Comprendo la necessità di sperare, ma qui, come ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, stiamo assi- "Da cristiano non posso credere che ci siano milioni di musulmani con i quali non posso dialogare" se scontate: bisogna insistere molto sui Paesi arabi accompagnandoli non solo dal punto di vista economico ma anche vigilare sugli aspetti etici e sociali, fare in modo che nelle scuole islamiche venga dato un corretto insegnamento dell’Islam. Il radicalismo non nasce dal nulla ma da un contesto culturale e religioso sbagliato. Non esiste sviluppo economico sostenibile che non abbia al centro la persona e i suoi diritti. Se vogliono lo possono fare”. a cura di Daniele Rocchi Sabato 23 maggio A Gradisca la Veglia di Pentecoste: alle 17 appuntamento per i giovani in San Valeriano a vigilia di Pentecoste nella nostra diocesi da molto tempo è un giorno per vivere un po’ la comunione che viene dal fatto di vivere tutti nello stesso Spirito ricevuto nel battesimo. In particolare è stata l’occasione per i giovani da molto tempo, e più recentemente anche per le Aggregazione Laicali, di esprimere la bellezza dell’unità nella diversità. Quest’anno l’incontro di Pentecoste si svolgerà a Gradisca, sabato 23 maggio, vigilia di Pentecoste. Considerando che ci troviamo a 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale, a 70 anni dalla Seconda Guerra Mondiale e a 25 anni dal crollo del muro di Berlino, seguendo lo spunto proveniente dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, il tema che farà da filo conduttore e verrà proposto alla riflessione dei presenti sarà "Servono ponti non muri". È lo Spirito che permette di superare le divisioni rappresentate dai muri e di vivere a pieno la comunione rappresentata dai ponti. L’incontro di sabato 23 sarà piuttosto articolato. Per i giovani dei gruppi, delle associazioni e dei movimenti il ritrovo sarà alle 17.00 presso la chiesa di S. Valeriano. Ci si dividerà poi in quattro gruppi che si confronteranno con diversi "muri" in diverse zone della cittadina: il muro davanti allo straniero, il muro davanti alla diversità/malattia, il muro davanti "Servono ponti, non muri" L alla tecnologia, il muro davanti alla dittatura dell’apparenza. Alle 19.30 si convergerà al Coassini dove verrà fornito uno spuntino. Alle 20.30 ci sarà l’inizio del momento di preghiere presieduta dal vescovo Carlo: simbolicamente il momento della veglia comincerà sul ponte che collega Gradisca a Sdraussina. Ci si sposterà poi nella chiesa di S. Spirito (Mercaduzzo) dove si concluderà l’ascolto della Parola di Dio e l’invocazione dello Spirito. Gli adulti delle Aggregazioni Laicali, rispondendo all’invito della Lettera Pastorale, pregheranno per i giovani della diocesi alternandosi dalle 17.30 alle 21.00 nella chiesa di S. Spirito, per poi partecipare insieme al momento di preghiera col vescovo. 4 Sabato, 16 maggio 2015 Speciale Dall’11 al 17 maggio la Chiesa diocesana fa attenzione ai cristiani perseguitati nelle Americhe I l Messico è entrato nella World Watch List 2015 (WWL) raggiungendo la posizione numero 38. Una situazione causata dalla progressiva espansione del crimine organizzato che ha fatto registrare molti incidenti aventi i cristiani come obiettivo. Le fonti di persecuzione: corruzione organizzata, antagonismo tribale, secolarismo intollerante coesistono in parti differenti del territorio messicano. La sovrapposizione di queste distinte fonti di persecuzione spingono verso l’alto il punteggio di questo paese. sponde a una vera e propria persistente spinta da parte di organizzazioni multilaterali e ONG allo scopo di rimuovere tutti i valori cristiani dalla sfera pubblica, in particolare dal sistema pubblico di istruzione. Questo tipo di legislazione liberale effettivamente riduce la libertà dei cristiani di esprimere liberamente la propria fede nella sfera pubblica. Da questa fonte, lo stile di vita cristiano viene spesso ridicolizzato. La situazione La violenza estrema, che include l’omicidio, estorsione e rapimenti, crea paura e Fonti forza i cristiani e le Chiese di persecuzione a tenere un profilo basso. In questo momento il Queste minacce costanti, Messico è un paese che sta in alcune aree, rendono il subendo un attacco fronnormale svolgersi della vitale da parte del crimine ta della chiesa pressoché organizzato. In certa miimpossibile. Insegnare che gli affari connessi al traffico di droga sura sta vivendo l’espeI cristiani che rifiutano di rienza della Colombia dei pagare il denaro richiesto non sono compatibili con il Vangelo diventa causa di persecuzione durissimi anni ’90. Negli dalle organizzazioni crianni più recenti le più imminali sono costretti a portanti basi del crimine legato al com- che gli affari connessi al commercio e al nelle aree tribali, principalmente cri- chiudere la loro chiesa o a non poter mercio della droga e le sue connessioni traffico della droga non sono compati- stiani evangelici e pentecostali e in mi- svolgere la propria attività economica, con il traffico di stupefacenti si sono bili con l’insegnamento del Vangelo e sura minore anche sui presbiteriani. diversamente andrebbero incontro a spostate dalla Colombia all’America tendono a chiedere lealtà e fedeltà ai Specialmente nei piccoli villaggi rurali violente rappresaglie. Centrale e Messico. principi evangelici, e quest’ultime non negli Stati del sud del paese i cattolici Le loro case vengono attaccate e qualLe organizzazioni criminali e i cartelli sono compatibili con l’atteggiamento continuano a mescolare il cattolicesimo cuno viene anche ucciso. della droga prendono di mira i cristiani totalitario di questi gruppi mafiosi. con antiche credenze pagane indiane; Nel periodo considerato (dall’1 novemperché vedono le Chiese come centri di Le comunità locali negli Stati del sud del coloro che seguono questa sincretica bre 2013 al 31 ottobre 2014), almeno 15 ricavo (perpetrando estorsioni) e per- Messico sono guidate da tradizionali forma di cattolicesimo contrastano con cristiani sono stati assassinati per queché le stesse supportano programmi "leggi di usi e costumi" per obbligare insistenza i cristiani e promuovono fra ste ragioni da parte delle della corruzioper la riabilitazione di persone con di- tutti i membri della comunità ad adot- gli abitanti dei villaggi la convinzione ne organizzata. pendenza dalla droga e dall’alcol. Come tare uno stile di vita omogeneo. Non ap- che i cristiani stiano tentando di inde- Anche un numero importante di chiese riportato da un notevole numero di te- pena i membri della comunità accetta- bolire la cultura tradizionale. sono state attaccate. stimoni, le organizzazioni criminali non no una religione diversa, la legge degli I cristiani dunque vengono condannati, Nelle comunità indigene, i convertiti esitano a usare violenza pur di proteg- usi e costumi diventa il cappio che mi- incarcerati, picchiati e addirittura alcu- dalla religione tradizionale sono spesso gere i loro interessi. vittime di violenza o distruzione delle naccia la loro stessa esistenza. Recente- ni assassinati per la loro fede. Le Chiese sono viste come diretta mi- mente si è registrato un considerevole Vi è poi un diffuso secolarismo intolle- proprie case: molti sono costretti a naccia al loro potere perché insegnano aumento della pressione sui cristiani rante: tale fonte di persecuzione corri- scappare dalla propria dimora. Messico: violenza e secolarismo Colombia - Cristianesimo combattuto per i valori che propone Chiesa nel mirino dei gruppi criminali L a Colombia si colloca al 35° posto nella lista mondiale del 2015. Fonti di persecuzione In aree specifiche, i gruppi paramilitari rivoluzionari e anti-rivoluzionari, intimamente legati alla criminalità organizzata, operano in un contesto di impunità, di corruzione, di anarchia, di guerre di droga e di una violenza strutturale. In tale contesto, i cristiani sono un gruppo vulnerabile che, a causa della sua semplice presenza, diffuso in Colombia. costituisce una minaccia per Anche i convertiti dalle religioni l’egemonia delle organizzazioni indigene tradizionali sono oggetti di criminali. persecuzione. Il cristianesimo rappresenta un I convertiti al cristianesimo all’interno modo alternativo di comportarsi delle comunità indigene (antagonismo nella società, soprattutto per i tribale) sono visti come una minaccia giovani, il che rende le Chiese un per il potere dei feudi locali e delle concorrente diretto delle tradizioni indigene ancestrali. organizzazioni criminali. In Colombia, sia i guerriglieri che i Il secolarismo intollerante paramilitari controllano quasi la Il secolarismo intollerante è una fonte metà del territorio del paese, ed è di persecuzione incipiente, una anche la parte meno popolata del preoccupazione soprattutto in ambito paese. nazionale e religioso. Il secolarismo intollerante è un In ambito nazionale, alcune fattore di persecuzione sta espressioni pubbliche del lentamente diventando sempre più cristianesimo sono ostacolate o ridicolizzate. La legge contro la discriminazione in alcuni casi limita anche la libertà dei cristiani di esprimere le loro opinioni sul matrimonio e altre questioni familiari. Nella sfera religiosa, succede che le funzioni religiose o le attività all’aria aperta siano interrotte da gruppi contrari alla loro visione. Inoltre, le idee dei cristiani sono esplicitamente meno tollerate nel sistema di istruzione pubblica. ✎Preghiera per l’America Madre Santissima, Madre di Cristo, Nostra Signora che a Guadalupe hai riscattato il popolo indigeno, con te ripetiamo con tutto il cuore: "Gesù Cristo è il Signore!". Oggi ti presentiamo i fratelli delle Americhe del Nord e del Sud, molte nazioni, culture e lingue diverse, ma con tante cose che li uniscono e molti modi in cui ognuno influisce sulla vita dell’altro. Ti affidiamo in modo particolare i giovani, che per la povertà non hanno la possibilità di guadagnarsi da vivere e di formare una famiglia; i giovani il cui ideale è stato soffocato da un eccessivo consumismo e coloro che cercano l’amorevole presenza di Dio nella propria vita. Con cuore carico di dolore, ti affidiamo le dure prove che sopportano i bambini di strada: ciò che essi, figli prediletti di Dio, subiscono, non dovrebbe succedere a nessuno. Liberali dai pericoli, fa’ che possano godere di una vita sicura e normale e scoprire la presenza dell’amore di Dio. Ti affidiamo tutti gli immigranti, che non sono stati bene accolti nei Paesi d’adozione: sentano la vicinanza della Chiesa, che da sempre ha accompagnato generazioni di uomini e donne nel loro cammino verso una vita migliore. Ti affidiamo le minoranze, vittime di pregiudizi, i popoli aborigeni e indigeni dell’America, che tanto hanno sofferto nel corso degli ultimi cinque secoli, i fratelli e sorelle di ascendenza africana, i cui antenati sono arrivati in America in catene come schiavi. Ti affidiamo i fratelli cristiani perseguitati per la loro povertà e per la loro fede in Cristo, tuo Figlio che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen (Ispirata al Messaggio dell’Assemblea per l’America del Sinodo dei Vescovi, 2000) Speciale Azione Cattolica Sabato, 16 maggio 2015 Convegno delle Presidenze di AC sulla missionarietà alla luce dell'Evangelii gaudium Povertà: non solo mancanza ma negazione di opportunità D al 24 aprile al 26 aprile sono stato a Roma per il Convegno delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica dal tema "La realtà "sorprende" l’idea. La missionarietà dell’Ac alla luce dell’Evangelii gaudium". Era la prima volta che vi prendevo parte, e, soprattutto per me che vi prendevo parte come "Assistente" è stata una magnifica avventura. Sì, ho letto e riletto la Evangelii gaudium di Papa Francesco, ma rileggerla con i laici e soprattutto in chiave missionaria all’interno dell’AC, è stato un altro modo di approcciarmi all’Esortazione. Dalla mattina del 25 aprile ci siamo divisi in cinque mini convegni partendo da delle parole chiave: Poveri, Popolo, Misericordia, Gioia e Dialogo. Io ho preso parte al mini convegno sui Poveri. Quello che mi ha colpito è che la povertà colpisce soprattutto le famiglie, e molte volte non c’è ne rendiamo conto, se non quando qualcuno si ritira o non prende parte a certi avvenimenti. Ma è nata tuttavia una nuova concezione di povertà, che si può applicare a certe fasce della popolazione. Per povertà, infatti, non si intende più solo una mancanza di ciò che è necessario al benessere materiale, ma anche la negazione di opportunità e scelte essenziali per lo sviluppo umano, come condurre una vita lunga, sana, creativa, godere di uno standard di vita dignitoso, godere di decoro, autostima, rispetto degli altri e delle cose cui le persone attribuiscono valore nella vita. Dividerei dunque questa tematica in opportuno investire soldi nella creazione di un apparato produttivo autonomo e controllato dalle persone del posto. Il secondo "tipo" di povertà invece, riguarda più coloro che vivono nei paesi più industrializzati. Questi non sono così poveri da non potere soddisfare i bisogni primari, ma nello stesso tempo devono continuare a vivere di stenti e di umiliazioni. In Italia, secondo l’Istat, le persone con un reddito inferiore a 600 euro mensili sono più del 18%. Le cause sono molto varie e possono consistere in situazioni create dall’individuo attraverso negligenze o irresponsabilità, ma anche da problemi di salute, di cattiva sorte, di discriminazione sociale o da ambienti poco favorevoli. A costoro si aggiunge quella "sottoclasse di emarginati: barboni, homeless, disoccupati cronici, immigrati non integrati", costretti nelle strade per necessità. Questo fenomeno si sta Con questi primi articoli vogliamo rendervi partecipi di proprio accentuando quanto vissuto durante questi 3 giorni al Convegno con l’aumentare del Presidenze, in cui abbiamo ragionato sulle orme fenomeno dell’esortazione Evangelii gaudium. dell’immigrazione. In questo primo appuntamento le risonanze di Eleonora sul Eliminare la povertà è miniconvegno che ha trattato della Misericordia e di don un problema che Giovanni De Rosa sulla Povertà. perdura da molti anni, ma che non si è mai riusciti a risolvere perché ciò va Connesso a questo, è l’assenza di inevitabilmente contro ad altri istruzione, senza la quale la interessi, ma "il grado di civiltà della popolazione non si accorge neanche società si misura anche dalla di essere sfruttata e di vivere in una capacità di distribuire la ricchezza e condizione miserabile. A fare in di attenuare gli effetti negativi delle modo che le condizioni rimangano disuguaglianze". in questo modo ci sono gli interessi Temi che mi hanno fatto molto di persone che sfruttano queste pensare e meditare anche come situazioni per arricchirsi. sacerdote: è davvero sempre più Il modo migliore per risolvere questa urgente far crescere la riflessione sui situazione sarebbe quello di temi socio-politici attraverso intervenire sulle persone, mettendole un’attenzione costante che sia parte in grado di comprendere la propria integrante dei percorsi ordinari. situazione. Invece di fornire aiuti Don Giovanni De Rosa momentanei, sarebbe, poi, più Assistente diocesano A.C.R. Voci dal Convegno due parti. Il primo dei due casi è frequente soprattutto nei Paesi del Terzo Mondo, dove la gente vive in uno stato di miseria, che spesso compromette la sopravvivenza stessa. Le cause di questa condizione sono molteplici. Un primo ostacolo può essere l’isolamento e la posizione geografica: condizioni climatiche estreme rendono difficile la produzione di prodotti essenziali, e il buono sfruttamento del terreno è impossibile. A questo si aggiungono, inoltre, problemi legati alla politica e alla storia, come la dittatura e la presenza di guerre civili, che distruggono il poco che si riesce a creare. La povertà è poi strettamente legata alla mancanza di infrastrutture, prime tra tutti reti stradali essenziali per comunicare. Una delle questioni chiave che interrogano la vita dell’Associazione Essere missionari, partendo dalla Misericordia... Q ualche giorno fa ho partecipato al Convegno delle Presidenze Diocesane (La realtà "sorprende" l’idea - La missionarietà dell’AC alla luce dell’Evangelii Gaudium") a tema le prospettive aperte dall’esortazione di Francesco e le scelte che pone all’associazione per "risignificare" il suo impegno in chiave missionaria, a partire da alcune parole chiave: Poveri, Popolo, Misericordia, Gioia e Dialogo. In mattinata, nel miniconvegno a cui ho partecipato, Don Virginio Colmegna ha esposto la sua relazione sul tema della Misericordia e ci ha invitati ad individuare le questioni che interrogano la vita associativa. Papa Francesco ci esorta ad esser una Chiesa aperta, in uscita e portare la bellezza del Vangelo a tutte le persone che hanno bisogno di speranza. Questa è la chiave per trovare Gesù, un volto misericordioso che non si capisce ma si rivela. La misericordia ci aiuta a capire il valore dei sentimenti e sottolinearne la bellezza. I Sacramenti ci permettono di mettere in gioco le nostre relazioni soprattutto la liturgia della Riconciliazione risponde al i bisogno di perdono del poolo. Dio non smette di volerci bene, ci aspetta sulla soglia. La santità di Dio si manifesta nel perdono. "Teologia dell’allenza": Dio è nostro alleato, Dio ci cerca, ci cura, ci attende... Nella Bibbia troviamo diversi esempi di misericordia: nel libro dell’ Esodo 32 34, l’incontro con la misericordia permette al popolo di Israele di sopravvivere. La Chiesa è capace di essere misericordiosa nei confronti del peccato? La risposta è semplice: si... bisogna narrare sempre la misericordia di Dio. Dobbiamo curare i sentimenti in ambito educativo e non chiuderci in noi stessi soprattutto in questo momento di tecnologia avanzata. Un esempio di misericordia ce l’ha portata Don Vito della diocesi di Bari-Bitonto che, grazie all’aiuto dell’arcivescovo Francesco Cacucci e alla Caritas hanno avviato il progetto "O.S.A. (Oasi Strade Aperte"). O.S.A. è un progetto di accoglienza abitativa e di sostegno personale per padri separati, che vengono a trovarsi in una condizione di precarietà economica e relazionale. Si tratta di un progetto che, pur partendo dai padri, ha a cuore l’intera famiglia. E’ un’ opera - segno che vuol e gettare un seme di speranza per tutti coloro che si sentono feriti da esperienze affettive ed endofamiliari fallimentari. O.S.A. offre un servizio di ospitalità ai padri separati che non hanno la possibilità di avere una condizione abitativa dignitosa sia per se stessi, sia idonea a favorire l’incontro con i propri figli. All’ interno della struttura opera un’equipe che ha il compito di ascoltare gli ospiti di vivibilità e serenità personale e relazionale. La casa ospita fino a sei padri per un periodo di otto massimo dodici mesi, con possibilità per gli ospiti di partecipare a laboratori di orientamento al lavoro. Sono previsti colloqui periodici e costanti per ciascun ospite, un monitoraggio costante della loro capacità di riabilitarsi dal punto di vista personale e di realizzare sereni percorsi di relazione tesi a riallaciare il rapporto con i propri figli ed eventualmente anche con l’ex coniuge. Nei laboratori del pomeriggio abbiamo cercato di individuare percorsi e prospettive per un’AC in uscita: 1) Abitare le domande, condividere le diverse situazioni delle nostre comunità , ascoltare senza giudicare, cercando di "so- stare con le domande (Franco Vaccari) senza farsi prendere dalla frenesia delle risposte". 2) Sviluppare percorsi formativi diversificati che rispondono ai tempi di vita delle persone, facendo attenzione ai linguaggi ed allo stile della comunicazione. 3) Accogliere il territorio come luogo in cui riconoscere soggetti e realtà da incontrare, sviluppando relazioni associative e comunitarie che riannodano percorsi e attenzioni (come ad esempio i migranti,gli amministratori locali, i volontari e operatori sociali…). 4) Abbiamo bisogno di progettare percorsi comuni, costruendo alleanze per accrescere le competenze sulla base della condivisione delle esperienze, cercando anche di non consumarle ma di valorizzarle. 5) Attraverso la forza di attrazione dei gruppi, possiamo diventare compagni di strada di molte persone quando sappiamo rischiare l’incontro come preziosa opportunità di crescita umana e di edificazione spirituale ed ecclesiale. 6) Le esperienze di accoglienza delle diverse marginalità e fragilità possono costituire per l’AC una sfida per rivitalizzare la vita ordinaria dei gruppi, la formazione degli educatori e la vita associativa in generale. La realtà sorprende l’idea... il nostro compito è quello di portare la gioia dell’annuncio nel mondo e nella quotidianità di tutti i giorni. Eleonora Resposabile A.C.R. 5 6 Sabato, 16 maggio 2015 L’Ascensione Chiesa Locale ✎ LA PAROLA DELLA DOMENICA | N ella Festa dell’Ascensione, il tempo liturgico della Pasqua volge al termine... Il Signore ascende al cielo per restare per sempre con la sua Chiesa. Non è una partenza, un distacco doloroso che prelude ad una perdita, ma un compimento che si realizza attraverso una presenza diversa. Che cosa sta, dunque, al centro della celebrazione di questa domenica? Gesù ascende al cielo non per abbandonarci, ma per portare a compimento la sua missione e il nostro futuro. Il brano del vangelo che oggi la Liturgia ci regala, occupa gli ultimi cinque versetti del Vangelo di Marco nella sua attuale stesura. (Il Vangelo di Marco ha, infatti, due conclusioni; lo si capisce dallo stile e dai vocaboli usati in questa aggiunta). Che cosa ci di mons. Paolo Nutarelli Essere testimoni vuole comunicare Marco? Una prima immagine. Questa pagina evangelica ci mostra come "cielo" e "terra" siano strettamente uniti nella logica di Dio. Non sono in contrapposizione ma in Cristo sono coinvolti in un legame strettissimo. Con Gesù, infatti, il "cielo" è venuto a far parte della "terra": questo è il significato della sua incarnazione. Dio si è fatto coinvolgere fino in fondo nella storia dell’uomo ed adesso, se Gesù sale al "cielo", non vuol dire che ci lascia al nostro destino di "terra" ma che ci mostra in anticipo qual è il luogo nel quale anche noi sarà possibile abitare per sempre. Ma attenzione: per l’evangelista il cielo non è solo un luogo ma un "modo di essere"... quello di Gesù in quel giorno, il nostro nel giorno della nostra morte. Ed è bello vedere negli occhi degli Apostoli la gioia: Gesù risorto, Gesù che ascende al cielo non è un sogno ma un’esperienza a cui Dio vuole che tutti possano partecipare. Ecco, allora, l’inizio della missione, l’urgenza della buona notizia da predicarla ad ogni creatura. Sì, ora i suoi discepoli diventano testimoni. Potranno, dovranno dire a tutti quello che hanno visto ed ascoltato. Il compito sembra disumano, al di sopra delle loro forze. Come riusciranno a farvi fronte dal momento che hanno già toccato con mano la loro debolezza? Ma la parola che viene loro affidata, non è una parola qualunque. È Parola capace di cambiare la vita, di trasformare i cuori. È Parola in grado di guarire ferite profonde, piaghe aperte, con la misericordia, la tenerezza, il perdono di Dio. Anche di questo saranno testimoni. I segni che hanno visto compiere da Gesù si ripeteranno sotto i loro occhi. E proprio loro saranno gli strumenti che Dio ha scelto per portare gioia e speranza, guarigione e consolazione. Il Vangelo di oggi diventa domanda personale, intima: noi, discepoli del III millennio, ci sentiamo direttamente coinvolti dalla missione che Gesù ha affidato agli apostoli? Non solo con le parole ma soprattutto con i fatti... Di questo voi siete testimoni dicono i Vangeli: "Testimoni", dunque, significa riuscire a far percepire tutto questo. Attraverso le parole e le opere, nelle scelte di ogni giorno, con uno stile nuovo di vita. Ma non è una missione quasi impossibile? Certo, non è cosa di poco conto. Ma proprio per questo Gesù ci dona il suo Spirito: Spirito che sostiene, consola, incoraggia, riveste di potenza. "Testimoni": non solo un impegno, un compito, una missione, ma anche una nuova possibilità, grazie al dono dello Spirito, la Pentecoste. Agenda Raccolta "Dona la tua spesa" Dall’agenda dell’arcivescovo ■ Rosa Mistica ■ Grazie a Coop e agli alunni dell’Istituto "Slataper" Domenica 17 maggio Pastorale Familiare Si svolgerà sabato 23 maggio a Cormons, presso il Santuario di Rosa Mistica, l’ultimo incontro diocesano di pastorale famigliare. Il tema scelto per quest’anno riguardava le "sfide" che la famiglia oggi si trova a dover aff ontare a cominciare da quelle culturali come la "nuova teoria del gender" a quelle che sono le diffico à sempre maggiori di relazione e rapporti che si creano all’interno delle stesse famiglie. Stimolati dal questionario che il Sinodo per la famiglia ha preparato e a cui le singole diocesi dovevano rispondere, abbiamo chiesto a tutte le famiglie dei diversi decanati di collaborare off endo il loro personale contributo; è stata una bella occasione di scambio e di confronto con tante famiglie che sentono forte l’esigenza di rispondere concretamente alla richiesta di aiuto che viene da parte di tante famiglie del nostro territorio. A conclusione di questo percorso volevamo anche dar voce al dolore che nasce da tante famiglie ferite , per poter condividere con loro almeno in parte questo faticoso cammino e ritrovarci a pregare insieme affidando a M ia tutte le famiglie. L’incontro inizierà alle 16 con una riflessione di Padre Silvano Moro di Castelmonte e da Pia Meneguzzo con la presentazione di alcune testimonianze, seguirà un momento di preghiera comunitario. Al termine un momento conviviale contando sulla collaborazione di tutti. 4007 kg di generi alimentari per gli Empori della Solidarietà di Gorizia e Monfalcone - Alle 11.30, nella Parrocchia di Santa Maria Assunta di Farra d’Isonzo celebrazione del sacramento della Confermazione. - Alle 17.00, nella Parrocchia di San Rocco di Turriaco, celebrazione del sacramento della Confermazione. Dal 18 al 21 maggio L’11 aprile 2015 si è svolta la raccolta dedicata agli Empori di Gorizia e Monfalcone e alle Caritas di Gradisca e Cormons organizzata dalla Coop Consumatori Nordest presso i punti vendita di Gorizia, Villesse, Cormons, Monfalcone e Ronchi dei Legionari. Sono stati raccolti Kg. 4007 grazie all’aiuto dei soci Coop, alla collaborazione degli alunni dell’Istituto Slataper del Polo Liceale di Gorizia e del loro insegnante Marco Luciano oltre ai volontari degli Empori stessi. "Dona la tua spesa", questo è il nome dell’iniziativa, ha visto gli alunni impegnati per tutta la mattinata e non solo, poiché entusiasti dell’attività, hanno proseguito sino al tardo pomeriggio dichiarando: "a casa o in giro per città ci saremmo annoiati, mentre questa è una bellissima occasione per compiere una buona azione per noi e per il prossimo". Siamo rimasti colpiti da questo "per noi" perchè la Carità è un gesto che educa prima di tutto chi lo compie ed è bello che sia stato percepito in modo così chiaro da questi giovani ragazzi spesso tacciati (o accusati) di superficialità. Un ringraziamento particolare va alla Coop Consumatori Nordest, all’ Istituto di scuola Secondaria Superiore Slataper, ai nostri preziosissimi volontari e , naturalmente, tutti coloro che hanno donato la loro spesa. GRAZIE I responsabili dell’Emporio di Gorizia e Monfalcone Chiara Bertolini e Andrea Anaclerio ✎ FAQ - FREQUENTLY ASKED QUESTIONS | N Nella nostra liturgia, oltre alle promesse battesimali che si possono usare soprattutto nel tempo di Pasqua, per esprimere la fede si usano due formule. Una più breve è chiamata "Simbolo degli apostoli" che è la professione di fede usata nell’antica chiesa di Roma per l’istruzione dei catecumeni. Questo testo veniva prima spiegato a coloro che si preparavano al battesimo. I catecumeni poi in modo solenne e davanti alla comunità facevano la loro professione di fede in prossimità del battesimo. Il simbolo degli apostoli ha struttura trinitaria e vuole esprimere l’adesione del credente all’amore di Dio conosciuto come Padre, Figlio e Spirito. L’altro testo che viene usato è il "Credo Niceno-Costantinopolitano" che è più lungo e ha un’altra storia. Questo Credo nasce al Con- - Alle 9.30, nella Parrocchia di San Michele Arcangelo di Cervignano, celebrazione del sacramento della Confermazione. di Don Nicola Ban Quale professione di fede usiamo la domenica? cilio di Nicea del 325 come norma di ortodossia per i vescovi e per mantenere legami di comunione. Il credo di Nicea intende guidare nell’interpretazione delle Scritture in modo da escludere gli insegnamenti di Ario che metteva in dubbio la divinità di Gesù. Il credo dà un regolamento al linguaggio della Chiesa; stabilisce delle direttive, esplicitate dalla tradizione previa, da seguire per interpretare le Scritture; stabilisce un criterio di comunione tra i vescovi e le Chiese. Il testo di Nicea viene poi integrato al Concilio di Calcedonia del 451 con la parte sul Figlio che è vero uomo e vero Dio. Il credo Niceno-Costantinopolitano quindi è un testo dogmatico nato per rispondere ad un contesto ben preciso e a dei problemi specifici… forse per questo a volte è difficile comprendere quello che si dice. - a Roma, Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Sabato 23 maggio - Alle 17.00, a Gradisca, Veglia di Pentecoste con i giovani e le aggregazioni laicali dell’Arcidiocesi Domenica 24 maggio - Alle 11.00, in Cattedrale (Gorizia), celebrazione del sacramento della Confermazione a ragazzi e adulti. In breve ■ San Rocco Le parabole della Misericordia Continua il percorso di riflessione sulle parabole della Misericordia proposto dalla parrocchia goriziana di San Rocco. Martedì 19 alle 20.30 presso la Sala "Incontro" (Via Veniero 1) il don Santi Grasso terrà il terzo dei quattro incontri che hanno per oggetto "Le Parabole della Misericordia". Tema dell’incontro sarà: "La pecora smarrita, la dramma, il fariseo e il pubblicano: la misericordia per il deviante" . Martedì 26, invece, don Santi parlerà de "Il padre e i due figli: la misericordia gratuita". Gli incontri sono un momento di riflessione in preparazione del giubileo straordinario indetto da papa Francesco che avrà al suo centro la misericordia di Dio. U.N.I.T.A.L.S.I. Sottosezione di Gorizia - Maggio 2015 ✎Dono di credere A ppassionati di fede e di speranza, dopo aver celebrato ancora una volta quel eccellente e magnifico giorno che chiamiamo Pasqua del Signore, ora siamo in attesa di fare festa per ulteriori tappe della nostra vita cristiana: personale e comunitaria. Mentre leggete questi miei versi dai nostri altari è sparita la statua del Risorto che ha accompagnato le nostre comunità per quaranta giorni (beh, noi in Italia siamo un po’ "fuori tempo" e l’Ascensione ci celebra con tre giorni di posticipo). La sua sparizione non è un mero elemento "scenico" dei nostri luoghi di culto. Il Signore è veramente sparito mentre è asceso al Cielo! I nostri occhi non lo vedono. Ma è sparita anche la sua essenza? La sua presenza invisibile? La sua partecipazione eucaristica nella Chiesa? Non gli occhi né l’udito possono rispondere a queste domande, ma solo la fede. La fede che è fiducia nelle parole del Signore: "Io sono con voi fino alla fine dei tempi!" Come prete, ma anche noi tutti come unitalsiani, presenziamo spesso alle liturgie di commiato dai nostri soci ed amici. Se la liturgia con i canti, con la Parola, con le azioni esprime una profonda speranza nella vita eterna, non vi sembra che le nostre parole di saluto al/la defunto/a siano intrise di pianto per una "fine" ed una vita che non torna? Soffriamo per la loro assenza e dipartita, ma con grande, grande difficoltà ci mettiamo nei loro panni di vita - vita eterna. Lodiamo il passato, lacrimiamo il presente… ci sforziamo pure di credere nel futuro? E questo dono, dono di credere, attendiamo ogni giorno dallo Spirito di Dio, lo Spirito vivificante, non solo nella Pentecoste! La Pentecoste è conferma della vita eterna! La Pentecoste è apertura verso l’oltre terreno! E noi la viviamo come Maria ed i discepoli? Nella meraviglia e nello stupore? Oppure visto che il Giorno della memoria del Paraclito cade di domenica, di maggio, in primavera, cogliamo l’occasione per la gara podistica, il raduno delle moto, la biciclettata, le cantine aperte, il primo bagno al mare, la grigliata abbuffante? Pentecoste: INNO alla vita, vita che ha già sequestrato le armi alla morte o INNO al mio corpo, al mio egoismo. Il primo inno non tramonta, ma il secondo…. scende nella fossa e vi rimane. "Non vi prometto la felicità in questo mondo"… Dichiarazione di Maria a Bernardetta, a me, a te, a lui, a lei. Non può lasciarci indifferenti. Se la Theotocos è stata capace di esprimere tale promessa, lo ha fatto soltanto perché HA CREDUTO: nell’ incontro con l’Angelo, nel dolore sotto la Croce, nel primo incontro con il Figlio risorto. Ora siamo noi la bocca di Maria. A noi è affidato l’impegno di fidarsi del Padre, di annunciare il Figlio, di accogliere intensamente lo Spirito. E saremo veri missionari e il nostro annuncio sarà una grande gioia! I La magia di quel silenzio... l 19 aprile ho partecipato, dopo molto tempo, all’incontro delle Sorelle dell’Unitalsi di Gorizia. E’ stata un’esperienza unica che, attraverso questo scritto, vorrei condividere con gli altri. Per questa ragione ho cercato di descrivere l’avvenimento utilizzando dovizie di particolari allo scopo di permettere al lettore di "esserci". Una domenica come tante, un pomeriggio accarezzato dal tepore di un sole che non ha ancora indossato l’abito dell’estate, una sala chiesta in prestito alle care suore dell’Istituto N.S. di Lourdes e le "sorelle" dell’Unitalsi sono pronte ad un nuovo "incontro"… Fin dal primo istante ho percepito che quel giorno avrei vissuto "qualcosa" di diverso, di particolare. All’interno della stanza, sotto lo sguardo misericordioso di un Crocefisso ligneo, era stato creato un ambiente domestico: la sala da pranzo. Sopra i tavoli, disposti a formare un rettangolo senza soluzione di continuità, ad ogni singolo posto era stata appoggiata una tovaglietta in carta semplice impreziosita da uno scritto di Madre Teresa: l’inno alla vita", un panino ed un bicchiere di plastica per accogliere sorella acqua. Il mio sguardo, che scorreva lungo la tavolata, si era fermato all’estremità di questa perché lì, nel posto che solitamente si assegna all’ospite d’onore, la tavola era apparecchiata di "tutto punto"…Come mai, ho chiesto? E’ il posto riservato al povero mi ha risposto Miriam! Ho provato un brivido…e non era freddo! Avevo preso posto e rivolgendo lo sguardo alla mia destra avevo visto che su una colonnina di legno, coperta da una tovaglietta candida finemente ricamata, era stata posta una coppa d’argento cesellato. Il nobile metallo non stonava affatto nella tangibile semplicità del luogo, al contrario, era il contenitore giusto per accogliere l’acqua di Lourdes, ma non era un’acquasantiera…era stata creata a guisa di fonte battesimale. Cosa avremmo dovuto fare, pensavo fra me e me attraversata da un inteso turba- mento dovuto a sensazioni tra la meraviglia e l’imbarazzo. La risposta mi sarebbe giunta molto presto. Infatti dopo i ringraziamenti, per la numerosa partecipazione, da parte della Capodama Graziella, Miriam ci ha invitato a scrivere, su un piccolo frammento cartaceo, la data di nascita e di battesimo. E’ da queste due date importanti che ognuno dei partecipanti, sarebbe dovuto partire per narrare la personale esperienza di accettazione del proprio fardello e di accoglienza della volontà del Padre. Affinché i contenuti delle narrazioni fossero "guidati" dallo Spirito Santo, prima di ogni racconto, don Arnaldo aveva impartito la benedizione. E così, in un tempo senza tempo, in un silenzio che urlava, legata alle sorelle dall’invisibile catena dell’"Ave Maria" di Lourdes, mi sono narrata ma, come tutte, ho ascoltato ogni singola esperienza, con l’attenzione che si serba alle grandi occasioni e mi sono deliziata di tutti quei doni che con gratuità mi venivano offerti. Abbiamo parlato in tante! Poi il silenzio nato dalla consapevolezza che avevamo partecipato a qualcosa di molto grande. La magia di quel silenzio era stata interrotta solo dalla voce di don Arnaldo che, con la delicatezza di chi entra nel mondo dell’altro in punta di piedi, con sapienza ha saputo estrapolare dalle nostre storie i punti focali che poi ognuno avrebbe elaborato e modellato affinché, come fossero un "abito su misura", potessero diventare parte di noi, come preziosi insegnamenti da custodire nello scrigno del mistero che avvolge il significato della nostra vita, del nostro servizio e quindi della nostra vocazione. Raccontarsi non è stato facile per nessuno ma è stato utile per tutti poiché con le narrazioni ci si rivela agli altri ma ci si ritrova e si rivedono molte cose, soprattutto ci si sofferma a rivalutare ciò che è realmente importante e si comprende che si diventa persone complete quando, nelle difficoltà, nella tristezza, nell’apparente solitudine, riusciamo a dire "sia fatta la tua volontà", così come ci insegnano gli ammalati che abbiamo il grande privilegio di poter accompagnare durante il loro e nostro pellegrinaggio. …E i bigliettini sopra i quali avevamo scritto le due date? Tutti erano stati posti nella coppa d’argento, affinché una volta disciolti nell’acqua benedetta, andassero a formare un "tutt’uno", a rappresentare una nuova nascita nella condivisione dei nostri "si". In quel luogo di vita quotidiana, alla presenza del "povero", immersi hic et nunc nella semplicità e nel grande mistero della vita, come Maria, le sorelle dell’ Unitalsi hanno "cantato" il loro "Magnificat". Grazie Miriam per avermi invitato e grazie a tutte le sorelle che con le loro esperienze mi hanno aiutato ad essere migliore. G.G. Don Carlo Bolcina ❚❚ Il mio chiodo fisso C arissimi amici tutti dell’Unitalsi di Gorizia, ricevo sempre con grade piacere la posta con gli appuntamenti, il giornale Voce Isontina che annualmente mi rinnovate l’abbonamento, ma l’ultimo invito dedicato all’incontro di formazione per le "sorelle" che portava come titolo "celebriamo la vita e cantiamo il nostro Magnificat" mi ha fatto molto riflettere, quanto avrei voluto essere presente! E’ duro sentirsi soli, soprattutto quando si porta il peso di tante diffico à e di tanti problemi. Però con l’aiuto di Gesù e della Vergine Maria cerco di continuare a superarli ed andare avanti. E se penso che Gesù questi pesi li ha già portati, e ancora oggi li porta insieme a noi, vado avanti perché la Sua presenza è fonte di Grazia che sana ogni ferita. Prego affinch la presenza di Gesù e Maria continuino a custodire nel mio cuore gli eventi della mia vita che non riesco a capire e ad accettare e avere fede anche quando mi sento sola. Perché il mio "chiodo fisso"? Subito spiegato. Da quando mi è stata comunicata la data del pellegrinaggio per Lourdes non faccio altro che pensare sul come fare per poter vedervi e condividere nuovamente l’esperienza del pellegrinaggio. Partire in treno (abito a Milazzo- Messina), in aereo, mille dubbi, mille perplessità, e tutte le volte concludo: se la Madonna mi vuole sarà Lei ad indicarmi la strada. Continuo a sognare! Mi auguro che diventi realtà. Vi potrò riabbracciare? Spero proprio di sì. Vostra sorella Laura Notizie in breve Appuntamenti Sabato 16 e domenica 17 maggio Incontro triveneto dei giovani dell’Unitalsi a Barbana. Sabato 23 maggio Presso la chiesa di S.Spirito (Mercaduzzo) a Gradisca, Veglia di Pentecoste. Dalle 18 alle 19 preghiera per i giovani da parte dell’Unitalsi e del Centro Volontari della Soffe enza. ◗ Condoglianze La Sottosezione Unitalsi di Gorizia è vicina, con la preghiera, a Suor Gabriella Masiero e ai suoi famigliari per la perdita della cara mamma Maria. Nel duomo di Pordenone, la Sottosezione di Gorizia, ha partecipato ai funerali dell’amico ed ex-Presidente della Sottosezione locale Gastone Bolognin, testimone di fervido servizio nell’associazione. Assemblea formativa Unitalsi A proposito della relazione del dottor Antonio Diella…. H o seguito con attenzione l’ intervento del Dottor Antonio Diella all’assemblea formativa dell’ Unitalsi Triveneta svoltasi a Bassano Del Grappa il 28-03-2015. Credo che le parole di questo campano solare, ex presidente dell’Unitalsi, caschino a pennello spiegando il " che fare " a quanti, non solo nell’Unitalsi ma anche in altri movimenti ecclesiali, sono giustamente preoccupati per il futuro. La prima cosa che egli ha sottolineato è che dobbiamo seguire con gioia il carisma unitalsiano, ovvero l’ accompagnare i malati verso un luogo, la grotta di Lourdes, dove c’è qualcuno che ti aspetta per darti comunque delle risposte. Questo fatto ti segna per tutta la vita ed è paragonabile alla tenerezza e alla gioia dell’innamoramento. La bellezza del pellegrinaggio sta nell’attenzione all’altro: " Io ci tengo alla tua vita, alla tua gioia, perché Dio ci tiene alla mia vita ed io ci tengo a te." Qui i concetti espressi diventano conformi alle esortazioni del Papa:" Noi dobbiamo essere ai margini dove c’è la solitudine, dove ci sono i meno importanti, dove ci sono i malati. Abbiamo questa straordinaria opportunità per dare un esempio di chiesa concreta. Ma - ricorda ancora Diella - la passione per i pellegrinaggi ben fatti deve generare la stessa passione e fiducia fra di noi; fino a che agli occhi di quanti ci guardano noi diventiamo la Sua Immagine, l’Icona di Dio". Allora ciò che succede nel pellegrinaggio è un segno della presenza di Dio: " Ascolterò le persone senza arroganza poiché è l’occasione che Dio mi da per costruire un cammino,una vita insieme nel Suo Nome". Queste parole mi sono sembrate importanti ed è per questo che le metterò in valigia prima di partire per il prossimo pellegrinagGio. Aldo Cultura Sabato, 16 maggio 2015 Parroco di Mossa allo scoppio del primo conflitto mondiale, don Pinat venne arrestato dai soldati italiani nel giugno 1915 e trasferito prima a Cremona e quindi in Sicilia LaVia Crucis di don Arturo L’ entrata in guerra del Regno d’Italia contro l’Austria-Ungheria il 24 maggio 1915 fece sì che Mossa, appartenente ai territori imperiali e già in guerra dall’estate del 1914 e precisamente dal 28 luglio, si trovò con il fronte della guerra alle sue spalle verso occidente. Prima di quel 24 maggio 1915, consapevoli dell’intervento in guerra dell’Italia, poco più di un centinaio di persone del paese era riparato a Gorizia. Come riferisce Camillo Medeot nella sua opera "Storie di preti isontini internati nel 1915", l’Amministratore della Parrocchia di Mossa, don Arturo Pinat "era rimasto al suo posto" (1). Questa permanenza non fu dettata da imprudenza, ma dal fatto che una grossa parte della popolazione di questo paese era rimasta, inspiegabilmente, nelle proprie case. Un definitivo esodo di circa 450 mossesi avvenne il 4 febbraio del 1916 a distanza di nove mesi dall’entrata degli Italiani in paese dopo che diversi paesani di tutte le età morirono per i bombardamenti. Ricorda Camillo Medeot che "È singolare il fatto che il comando italiano abbia tollerato la presenza di parecchie centinaia di persone e per sette mesi quando Capriva, San Lorenzo di Mossa e Lucinico erano stati fatti completamente sgombrare" (2). Prima di raccontare gli avvenimenti occorsi al Sacerdote Arturo Pinat sarà bene dire qualcosa della sua persona. Era nato a Gradisca d’Isonzo in giorno 31 gennaio del 1886, figlio di Giuseppe e di Anna Zanetti. Il suo atto di nascita è tutt’ora conservato presso l’archivio parrocchiale e trova la sua collocazione al Tomo, IV, pag. 197, n° 8/II. Fu battezzato, come era uso fino a non molto tempo fa, pochi giorni dopo, ovvero il 2 febbraio 1886 da don Antonio Marizza. Ordinato Sacerdote nel 1910 ebbe il suo primo incarico, nello stesso anno, come Cooperatore a Lucinico alle dipendenze di mons. Filipic Giovanni che morirà a Lubiana, da profugo, il 26 giugno 1917. Alla morte del parroco titolare don Domenico Mosetti, avvenuta il 12 settembre 1911, fu inviato a Mossa, quale amministratore, don Arturo Pinat. "Don Pinat accolse gentilmente gli ufficiali italiani, offendo loro da bere, ma prima dovette bere lui. Poi uno degli ufficiali salì sul campanile dopo aver detto al collega: Tu stai attento al prete!" Come poteva cambiare la Grande Guerra? to a Torre don Giovanni Evangelista Marangon, fu spedito a Marsala in Sicilia. Qui fu raggiunto dalla mamma Giovanna Zorzenon e dalle sorelle Lidia e Santina Medeot. Don Marangon l’anno seguente si staccò dal gruppo, mentre don Pinat e don Iustulin si trasferirono a Monte San Giuliano a 17 km. da Trapani e a 750 metri sul mare. Di quel periodo non abbiamo se non uno scritto, un foglio di quaderno, inviato a don Stacul Carlo in data 29 ottobre 1916 nel quale traspare la convinzione che l’esilio in Italia sarebbe durato poco: "Arrivato qui sotto l’azzurro cielo siciliano, speravo che le cose non andassero troppo per le lunghe, che quindi non era necessario scrivere qua e là: forse prima di aver risposta si doveva già far ritorno ai patri lidi..." (4). Speranza disattesa dai fatti susseguenti. Durante la sua presenza a Monte San Giuliano, nonostante la partenza per Campobasso del decano di Visco, non fece alcun passo per essere traslocato altrove. Del periodo del suo internamento egli afferma che "non subì nessuna angheria" purtroppo riservate ad altri sacerdoti internati. Partì da Trapani il 6 marzo 1919, quattro mesi dopo la fine della del primo conflitto mondiale, e poté rivedere pochi giorni dopo, con profonda emozione, il paese di Mossa semidistrutta e quei parrocchiani che erano rientrati dai luoghi di profuganza. La presenza fu invero breve in quanto le non floride condizioni di salute lo costrinsero ad accettare, di li a poco, la più tranquilla vicaria di Fratta ove operò per circa un quarantennio. Don Arturo Pinat scomparve silenziosamente, dice il Medeot "senza dar fastidio a nessuno" a Gorizia, presso l’ospedale civile il giorno 21 maggio 1962. Riposa nel cimitero di Fratta, secondo le sue volontà, accanto alla mamma Anna. Arnaldo Greco 1. Camillo Medeot, "Storie di preti isontini internati nel 1915", 1969, Quaderno di "Iniziativa isontina", Gorizia, pag. 99 2. Ibidem, 101 3. Ibidem, 101 4. Lettera conservata presso l’Archivio Arcivescovile di Gorizia nel fascicolo "don Arturo Pinat". Gorizia Eventi a "Oltre lo sguardo" P È vero che l’Italia poteva vincere la sua guerra nei primi giorni del maggio 1915? Perchè i suoi reparti allora indugiarono, rallentarono, comportandosi talvolta con efferatezza nei confronti delle popolazioni che la propaganda raccontava "da liberare"? E qual’era lo stato delle difese austro-ungariche lungo quello che sarebbe diventato il fronte di guerra più insanguinato del Sudwestfront? I trinceroni raccontati da tanta memorialistica c’erano davvero o sono nati quali giustificativi degli insuccessi iniziali? Ebbe davvero un peso quella guerra speciale studiata e raccontata da Antonio Sema? E se sì, perchè gli italiani non furono capaci di superare ostacoli rispondere la conferenza improvvisati in mezzo a una (che concluderà il ciclo popolazione vista come ostile? primaverile 2015 di "Storie di Domande, la più importante delle guerra della nostra gente quali è forse quella legata alla 1914/1920") in programma guerra etnica, guerra di confine giovedì 14 maggio alle 18 che ha segnato queste terre e la presso la "Casa della Musica" memoria di quegli eventi per così di Cervignano. Relatore della lungo tempo. serata sarà lo studioso A queste domande cercherà di È qui, in Mossa che la guerra colse don Arturo praticamente impreparato a quella triste sorte che toccherà ad una sessantina di Sacerdoti internati in Italia dalle Autorità italiane in quel 1915. "Don Pinat accolse gentilmente gli ufficiali italiani, offendo loro da bere, ma prima dovette bere lui. Poi uno degli ufficiali salì sul campanile dopo aver detto al collega: - Tu stai attento al prete! -" così racconta Medeot sulla base della testimonianza di una persona testimone del fatto ed ancora vivente nel 1969 (pag.101). Era il 25 maggio! Aldo Spallicci (1886-1973), romagnolo, volontario medico, aggregato all’11° Reggimento Fanteria Casale, nel suo opuscolo "Con l’11° Fanteria sul Monte Calvario", scrivendo sull’organizzazione dello spionaggio organizzato dal nemico, ovvero dagli Austro-Ungarici, riferiva: "L’organizzazione dello spionaggio era fatta ottimamente dal nemico. Il prete aveva aiutato a completare l’opera. Il pievano di Mossa nascondeva il telefono nel tabernacolo, un altro in una botte. A Capriva quel degno sacerdote italiano insegnava ai fedeli alla vigilia della nostra guerra preci osannanti al venerando imperatore Francesco Giuseppe e vituperanti i falsi alleati italiani". Con simili accuse era facile vedere nei sacerdoti e negli altri personaggi pubblici di queste nostre terre i nemici da eliminare quanto prima rendendoli almeno inoffensivi. Questa è stata la sorte di tanti sacerdoti italiani e sloveni allontanati dalle loro parrocchie e avviati nelle regioni remote d’Italia. Con don Pinat furono arrestate in quel lunedì 7 giugno 1915, altre quattro persone: la guardia comunale Camillo Braidot, detto "Bossar", gli agricoltori Enrico Medeot e Domenico Zorzenon detto "Meni Azint" e l’oste di Blachis Giovanni Blanc. Risulta, comunque, che gli internati di quei giorni furono di numero maggiore. La precisione della data fu testimoniata dallo stesso don Arturo, pochi anni prima di morire interpellato su questo fatto da Augusto Pinat (3). Don Arturo Pinat fu spedito a Cremona e da qui nel settembre del 1915, con il decano di Visco don Iustulin Mesrob ed il vicario di San Vi- triestino Roberto Todero. Il ciclo porta la firma di tre associazioni culturali locali e per esse dal curatore Giorgio Milocco. Visto l’interesse riscontrato e la buona affluenza di pubblico si sta programmando nuove ed interessanti edizioni. rosegue nella sede della Fondazione Car.Ri.Go. a Gorizia la mostra "Oltre lo sguardo". Gli eventi collaterali alla rassegna propongono alcuni interessanti appuntamenti nelle prossime settimane con due percorsi guidati: venerdì 15 maggio, alle 18, Alessandra Martina e Antonella Gallarotti proporranno una visita incentrata sui personaggi illustri presenti nelle fotografie esposte in mostra e martedì 19 maggio, alle 18, Raffaella Sgubin curerà un approfondimento sugli aspetti legati alla moda. Tra le iniziative anche un laboratorio didattico-artistico rivolto ai bambini dai 5 ai 10 anni che si svolgerà sabato 16 maggio alle 10.30. La partecipazione al laboratorio è gratuita previa prenotazione entro venerdì 15 maggio telefonando al numero 348/2560991 e fino al raggiungimento del limite massimo dei posti disponibili. È anche in programma, il 29 maggio alle 18, un incontro sul dagherrotipo con il fotografo Rossano Bertolo. 9 10 Sabato, 16 maggio 2015 Dialogo Aperto Lettori in dialogo Gorizia, maggio 1945 Era il 1° maggio di 70 anni fa. La guerra era finita e Gorizia tirò un sospiro di sollievo: tutti si unirono ai festeggiamenti. Gli sloveni, molto ben preparati ed organizzati, riempiono la città di scritte e bandiere. Un goriziano, semplice simpatizzante socialista, uscì di casa contento, rientrò preoccupato. "Non mi piace, non gridano (in sloveno) a morte i fascisti ma a morte gli italiani". Nella notte verrà deportato. Gli elenchi erano pronti dall’autunno del 1944 e non erano solo i cosiddetti fascisti. Nel Comitato Misto costituito frettolosamente in aprile tra il CLN e l’OF, nel quale il PCI italiano stava giocando un ruolo determinante, si vivevano momenti di incertezza e preoccupazione. Si assicuravano il reciproco rispetto e la definizione dei confini al tavolo della pace con i rispettivi governi. Il rapporto del rappresentante del PCI di Gorizia nel comitato misto descrive dettagliatamente il tradimento ai danni del CLN e della resistenza italiana non comunista, tradire significa venire meno agli accordi appena stipulati. E l’operazione viene testimoniata dalle note di altri esponenti comunisti. Una operazione di occupazione della città confermata anche dalla presenza proprio in quei giorni di Boris Kraiger in riunione con l’OF a Gorizia. L’uscita del PCI dal CLN costringe allo scioglimento, Olivi e Sverzutti membri del CLN vengono deportati e scompaiono. Vengono arrestate e deportate alcune migliaia di persone. E’ Gorizia che lancia l’allarme sulla sparizione delle persone. Per i goriziani, dopo l’imposizione del fascismo, le leggi contro le minoranze, le leggi razziali, la deportazione e scomparsa della comunità israelita, la vicenda del maggio 1945 è la pagina più atroce e drammatica della millenaria storia di Gorizia, che non vogliamo chiudere. Sulla stessa siamo ancora arroccati, lacerati e divisi in un teatrino duro e puro fra "sinistri e destri" ma lacerante e amaro per la maggior parte degli altri goriziani come me. Quanto avvenne a Gorizia riguarda il margine di quel grande massacro perpetuato dal regime comunista sul territorio sloveno sul quale anche la Slovenia è tuttora lacerata e divisa. Massacro che riguarda anche tutto il resto del territorio jugoslavo. Quantificare sarà impossibile ma direi anche inutile, la commissione slovena certifica la eliminazione di almeno 100.000 persone fra il maggio ed il giugno del 1945. Fino alla fine del 1945, a Gorizia, sa- ranno le squadre slovene a controllare la città, poi la parte italiana lentamente prese coraggio, prima aggregandosi in quel nucleo che costituì successivamente attorno al colonnello Corsini, a Stanta e ad altri quella che verrà poi chiamata Divisione Gorizia. Seguì la costituzione dell’AGI. La parte slovena, venuta a mancare inaspettatamente l’annessione alla Jugoslavia, si trovò spiazzata in minoranza e difficoltà, e fu un biennio lacerante che divise tutti i goriziani e anche il PCI. Si costituì il PCI filo italiano nel quale spiccava tra gli altri la figura di Pustetto padre, dei fratelli Coderin, inopportunamente dimenticati ma io dico volutamente omessi dalla storiografia locale di sinistra. Al quale si contrappose il PC Giuliano, favorevole alla annessione alla Jugoslavia, tra loro Poletto. Aderirono alla Divisione Gorizia coraggiosi combattenti partigiani e diversi autorevoli garibaldini. Dal primo maggio non era più resistenza, era lotta nazionale. La popolazione goriziana italiana e slovena ha saputo sapientemente superare queste vicende complesse e tragiche; la politica ed il reducismo, no. In particolare gli esponenti del PC non hanno ancora saputo affrontare quelle drammatiche pagine. Banalizzare quelle vicende è un errore prima etico e poi politico; an- SOLDATI DI TITO SU UN CAMION IN PIAZZA VITTORIA A GORIZIA NEL MAGGIO 1945 cora di più strumentalizzarle, sia con le mediocri ed effimere iniziative della destra sia con i silenzi e le ambiguità della sinistra. Resta un vulnus pesante, la negazione del diritto alla sepoltura dei morti. A qualcuno fa paura. mentre qualche altro, spera di utilizzarlo per interessi politici. Ai giovani interessa poco per essi è importante guardare avanti; agli anziani va la responsabilità di chiudere i conti con il passato. La scelta è tra una memoria balcanica di parte o una memoria comune europea, capace di trovarsi oltre i fatti piangendo insieme le vittime. Le scorie del passato che abbiamo visto provocano altre strumentalizzazioni, tantomeno è possibile difendere un passato che comunque è destinato a riemergere. Franco Miccoli 12 Musica, Sport & Spettacoli Sabato, 16 maggio 2015 ✎A tutto sport Successo della manifestazione promossa dall’Us Acli di Ruda Il futuro della Pro A rchiviata con soddisfazione la promozione in prima categoria, per la ProGorizia è tempo di bilanci e di progettazione del futuro. Con la quasi certa conferma in panchina di mister Coceani, il diesse Valentino Andaloro, fin da subito inizierà il mercato che dovrà portare in riva all’Isonzo qualche pezzo da novanta per rinforzare ulteriormente un gruppo già di per se ben attrezzato. L’intenzione è quella di proseguire la scalata delle gerarchie del calcio dilettantistico regionale e per questo, il prossimo campionato, viene visto come ulteriore tappa di avvicinamento ai campionati che la storia e il blasone della società meritano. Il primo nodo da sciogliere sarà il ritorno o meno sul campo di calcio della Campagnuzza, che si spera, venga ultimato prima dell’inizio della prossima stagione agonistica; il Comune, proprietario del terreno, indirà una gara d’appalto sulla sua gestione, come legge richiede, ma si spera che sia proprio la Pro Gorizia ad aggiudicarsela, anche perchè è l’unica società a non avere a disposizione un terreno di gioco. In questo modo non dovrebbe essere più quello di Mossa il campo designato per le partite di campionato della prima squadra: su quel terreno potrebbero essere dirottate le formazioni del settore giovanile che quest’anno giocavano a Moraro. Alla Pro vogliono consolidare anche il gruppo dirigenziale e cercare di riavvicinare sia sponsor che tifosi. È un lavoro sicuramente lungo e laborioso ma è anche vero, che dopo anni in cui in casa goriziana si viaggiava a vista, con il nuovo gruppo dirigenziale con in testa il presidente Bressan e il suo braccio destro Dapas, finalmente serietà e programmazione sono ritornate di casa. Ci sarebbe intenzione, poi, anche di stringere ancor di più i rapporti di collaborazione con le altre due realtà calcistiche cittadine quali l’Azzurra e l’Audax Sanrocchese: non si arriverebbe certo ad una fusione ma ad un’unità di intenti e sinergie comuni, per gestire le prime squadre e i vivai. Ma queste sono solo ipotesi per il futuro. Intanto godiamoci dopo diciassette anni di patimenti e delusioni, un salto di categoria dei biancoazzurri; passata l’estate, sapremo che Pro Gorizia sarà. Paolo Nanut Oltre 500 partecipanti alla "Calendimaggio" L a Calendimaggio proposta dall’U.S. Acli di Ruda è risultata ancora una volta manifestazione davvero ad alto gradimento Sono stati premiati in questo modo l’impegno e la determinazione degli organizzatori che sotto piogge più o meno intense hanno preparato e realizzato la manifestazione che ha visto celebrare la 43^ edizione della Marcia di Calendimaggio. Oltre 500 appassionati delle camminate, soprattutto festive, hanno calcato nella prima domenica del mese di maggio i sentieri ed han potuto godere delle bellezze primaverili del parco di Villa Iachia al centro del paese, della graziosa meraviglia del laghetto della gruppi più numerosi, ha riservato località di Cortona, degli stupendi tanti plausi agli organizzatori per la angoli boschivi dell’Isonzo e del tenacia dimostrata e per gli sforzi torrente Torre ed hanno potuto farlo preziosi di voler far conoscere i più in una giornata di tregua sul interessanti angoli del paese ed, allo maltempo del periodo difficile a stesso tempo, per la fervida volontà cavallo di aprile e maggio. di portare per così tanto tempo Il Sindaco Palmina Mian, intervenuto all’attenzione generale la continua nella cerimonia delle premiazioni dei proposizione di una pratica sana e Musicalmente positiva. Anche il presidente delle Penne Nere locali Stelio Padovan ha elogiato lo strenuo impegno aclista e ha espresso tutta la propria disponibilità per la fattiva collaborazione perpetrata oramai da oltre un decennio, che ha determinato l’ incarico, molto gradito dai partecipanti, per un gustoso finale in termini culinari della giornata sportiva. La palma del gruppo più numeroso è andata ancora una volta al Gruppo Donatori Sangue di Campolongo Tapogliano. Hanno ben figurato anche i gruppi bisiachi degli amatori del G.M. Millepiedi di Monfalcone e numerosi sono stati anche i marciatori provenienti dal Gruppo dell’Olmo di Ronchi dei Legionari. Da parte sua il Presidente USAcli Erminio Rigonat ha avuto parole di ripetuto ringraziamento verso tante collaborazioni e sostegni ottenuti, a cominciare dall’Amministrazione Comunale e dal Corpo della Protezione Civile, dell’Auser, fino ad un lungo elenco di ditte, di Istituti bancari del territorio e di aziende agricole. Molto il lavoro dunque svolto e le tante le preoccupazioni per le incertezze atmosferiche ma ha vinto ancora un volta la volontà di riproporre momenti veramente intensi dello stare insieme in modo veramente positivo e costruttivo. Se non bastasse tutta questa propaganda verso il moto e lo sport, come ogni anno viene riproposto, la giornata ha riservato uno spazio carico di buoni sentimenti e di ricordi indimenticabili legati all’ospitalità dei bambini bielorussi, cui erano dedicate le tavolate dei fiori e quelle dei dolci fatti in casa. Insomma aldilà di concorrenze e di concomitanze di manifestazioni similari, a Ruda si è vissuta una bella e partecipata giornata di amicizia e di ricaricante stare insieme che non bisogna disperdere ma anzi decisamente coltivare. E.R. Agenda ■ Kulturni Dom Vorrei volare Aznavour si racconta nel suo 51° album C ome annunciato, il mitico cantautore francese Charles Aznavour ha pubblicato lo scorso 5 maggio un nuovo bellissimo album, intitolato "Encores", il cinquantunesimo disco di studio per il 90enne chansonnier di origine armena. Aznavour, impegnato attualmente in un tour mondiale, ha spiegato in una recente intervista che l’album, da lui scritto e arrangiato, "è il primo che parla del mio passato, della guerra e della Resistenza". Un album che suona come una testimonianza sincera ed un desiderio di trasmettere tutto il suo mondo, arrangiato dallo stesso Aznavour, prodotto da Marc di Domenico (già all’opera per "Chambre Avec Vue" di Henri Salvador nel 2000) e con la direzione artistica di Mischa Aznavour, figlio di Charles, "Encores" contiene "You’ve Got To Learn", riadattamento del classico "Il Faut Savoir" in duetto con Benjamin Clementine, giovane rivelazione francese del Soul. Il Maestro prosegue inoltre il tour in giro per il mondo .. I nostri preferiti 1(1) Sgadow in the night - Bob Dylan 2(2) Wallflower - Diana Krall 3(3) Prima di parlare - Nek-Filippo Neviani 4(4) Rhythmotlight - Lorenzo Ghetti Alessandri 5(5) Porto di mare - Marcp Castelli 6(6) Tracker - Mark Kmopfler 7(7) Afrodezia - Marcus Miller 8(8) Marie - Rachele Bestrenhghi 9(-)Encores - Charles Aznavour 10 (-) Beyond - Mario Biondi. Giuliano Almerigogna C’è grande attesa a Gorizia per il concerto "Vorrei volare" del gruppo Alberto Sergi & Arakne Group, che si terrà giovedì 14 maggio alle 20.30, presso il Kulturni dom di via Brass, 20. L’evento è promosso nell’ambito del festival musicale "Across the border", dalla Cooperativa culturale Maja e dal Kulturni dom di Gorizia. Alberto Sergi è nato e vive nel Friuli Venezia Giulia. E’ un giovane di origini salentine, appassionato interprete del repertorio tradiziolnal-popolare salentino e del sud Italia, la cui necessità di inseguire l’identità culturale a cui sente fortemente di appartenere lo porta con naturalezza, attraverso la musica popolare, a creare una sorta di ponte di congiunzione col Salento. Questo lavoro rappresenta un viaggio tra i brani della tradizione popolare del meridione d’Italia che vengono proposti al pubblico conservando ’’l’umiltà’’ e la natura originaria del significato e de messaggio profondo dei testi tramandati, rinfrescandone però la struttura sonora. Il gruppo è composto da:Aleksander Ipavec (fisa monicista, compositore e didatta della minoranza slovena di Trieste), Simone Serafini (bassi ta, contrabbassista, compositore e didatta udinese), Zoran Majstorivic (chitarrista e polistrumentista, compositore proveniente da Rijeka), Emanuele Liquori (tamburellista salentino) e Alberto Sergi (tamburellista e voce del gruppo). Ingresso è fissato in 10 eu o per gli interi e 7 per i ridotti. 14 Gorizia Sabato, 16 maggio 2015 Riforma sanitaria: primo bilancio dopo quattro mesi Come vengono recepite dal territorio le novità volute dalla Giunta Serracchiani? di Selina Trevisan ● Silvana Romano, assessore alle politiche sociosanitarie D a gennaio è partita in Friuli Venezia Giulia la riforma del Sistema Sanitario, che pone una divisione su tre strutture principali - i cosiddetti "hub" - a Pordenone, Trieste e Udine. A questi tre ospedali di Primo Livello fanno riferimento i "secondari" o ● Evitiamo i partitismi quando si parla della salute dei cittadini "spoke", che servono un bacino di utenza compreso tra gli 80mila ed i 150mila abitanti. Tra questi anche le strutture ospedaliere di Gorizia e Monfalcone, che fanno capo a quella di Trieste. Il cambiamento che ha fatto maggiormente discutere negli scorsi mesi è quello del Punto Nascite, che chiuso a Gorizia, è passato interamente sotto gestione del "San Polo" di Monfalcone. Mantenute invece alcune peculiarità che, all’interno della riforma, farebbero capo agli ospedali di primo livello. Ma qual è la valutazione su questi primi quattro mesi di riforma da parte di chi rappresenta i cittadini ed il territorio? In questa prima puntata, abbiamo intervistato Silvia Altran, sindaco di Monfalcone, e Silvana Romano, assessore alle Politiche Sociosanitarie del Comune di Gorizia, su questa tematica e ci hanno illustrato pareri a favore ma anche preoccupazioni legate ai cambiamenti in atto, tanto sul territorio quanto sui servizi alla cittadinanza. ● L’ambulatorio pediatrico deve aprire almeno 12 ore al giorno Razionalizzare non significa togliere tutto a Gorizia Assessore Romano, cosa comporta sul territorio la riforma sanitaria in atto da gennaio. Comporta circa 20 milioni di euro in meno, il che significa fare dei tagli: abbiamo visto però che alcune cose possono essere razionalizzate ricalibrando e sistemando il bilancio. Il direttore generale dell’Aas2, Pilatti, ha affermato che è necessario chiudere un Punto Nascita nell’ex Azienda 5 (quella della Bassa Friulana, unita ora a quella Isontina. n.d.r.) ed una cardiologia nell’ex Azienda 2 ma anche che bisogna integrare le quattro chirurgie nei quattro plessi ospedalieri. Perdite di posti lavoro non ce ne saranno, perché il personale verrà dirottato da un ospedale all’altro: chiudere non vuol dire non dare servizi; se prima davo servizio su due ospedali, ora devo concentrare tutto in uno soltanto. Il problema anzi è una carenza di personale, visto che sono da anni che non si fanno assunzioni. Nello specifico, cosa chiedete per l’isontino? Come politici quello che chiediamo è che venga dato maggior supporto al territorio ma non venga tolto ciò che dà una risposta ai cittadini nell’ospedaliero. È chiaro che, avendo su 30 chilometri due ospedali, non possiamo avere dei doppioni, quindi è comprensibile questo ragionamento. Se lo faccio io, che sono parte dell’opposizione regionale, e dico "mi sta bene una razionalizzazione, perché io voglio che venga data una buona risposta ai miei cittadini e al territorio", lo potrebbero fare molti. Personalmente ritengo si debba andare contro le ideologie politiche; con tematiche, che riguardano i servizi e la salute dei cittadini, non ci devono essere inutili partitismi ma bisogna guardare al territorio e alle prestazioni che diamo alle nostre persone. Non voglio però che venga tolto tutto a Gorizia: ha già dato il Punto Nascita, non deve perdere - ad esempio - la Cardiologia. Gorizia è stata la prima a perdere un reparto, ancora prima del Piano Sociosanitario, quindi direi che è abbastanza. Per la Chirurgia, da distribuire sui quattro ospedali, andremo a discutere la distribuzione delle specificità. Riguardo la disponibilità sul territorio, con la chiusura del Punto Nascita c’è forse la necessità di un servizio a domicilio? È già attivo un Percorso Nascita, le donne sono seguite. Ciò che invece abbiamo chiesto a viva voce è un servizio da mettere in atto dopo la nascita del bambino. L’ambulatorio pediatrico non può essere attivo solo 8 ore, ma almeno 12 ore al giorno. Quando una mamma ha un problema con il suo bambino, non deve essere costretta a fare 30 chilometri. Questa è una risposta che noi vogliamo avere dall’Aas, poiché ci è stato detto - quando è stato chiuso il Punto Nascita - che gli ambulatori sarebbero stati lasciati: il primo intervento dell’ambulatorio pediatrico deve poter essere fatto sempre a Gorizia. L’OSPEDALE DI GORIZIA Collegandomi a ciò, vedo un ulteriore problema, piuttosto pesante, che riguarda il sistema del trasporto. La provincia isontina non è molto ben coperta; poniamo il caso che un bambino vada di notte al Pronto Soccorso goriziano e non sia possibile prestargli le cure sul luogo, deve essere portato da un’altra parte. Non sempre il genitore, in quei momenti, è in grado di farlo - emotivamente e materialmente -. Bisogna studiare quindi un sistema di trasporto dei pazienti. E questo anche per quanto riguarda le terapie. Il sindaco Silvia Altran Monfalcone non perderà la sua indipendenza Sindaco Altran, con l’attuale siQuello che ci interessa è che stema della riforma sanitaria l’assistenza che viene erogata regionale, gli ospedali di Gorizia e Monfalcone verranno suborai cittadini sia di qualità e che le dinati a quello di Trieste. Per funzioni di emergenza e più una struttura ospedaliera che copre un territorio vasto come direttamente riferite al territorio quello monfalconese, cosa sivengano mantenute gnifica perdere la sua "indipendenza"? L’ospedale di Monfalcone non perderà la sua "indi- Questo per dimostrare che il territorio è vigile, e non pendenza"’, semplicemente sarà riorganizzato se- lascerà passare nessuna riduzione dello standard di condo una struttura più funzionale. Le funzioni di qualità. E questo vale anche per le altre situazioni. maggior specializzazione, come già avviene peraltro da parecchi anni, saranno appannaggio degli ospeCome sarà possibile mantenere attive le eccellendali di Udine e Trieste. Quello che ci interessa è che ze raggiunte nel corso di questi decenni, che ril’assistenza che viene erogata ai cittadini sia di quaschiano di non trovare un adeguato finanzialità e che le funzioni di emergenza e più direttamenmento perché non inserite in un ospedale di te riferite al territorio vengano mantenute. Primo Livello? Sicuramente vigileremo su una ripartizione equa Con questa riforma c’è qualche modifica che vi delle risorse economiche. Più volte, sia da parte di crea preoccupazione per il futuro della struttura? tutti i sindaci del mandamento, sia dalla CommisCome dicevo prima, la preoccupazione è che i servi- sione comunale Sanità, è stato ribadito che non conzi che richiedono il pronto intervento e dei servizi a ta solo l’aspetto demografico in relazione al territotutela della sicurezza dei pazienti vengano garanti- rio regionale: siamo di fronte a una popolazione con ti. Un esempio è quello della Cardiologia: un ordine specifiche caratteristiche, con la presenza del candel giorno elaborato dal consiglio comunale richie- tiere navale e dell’industrializzazione, e fungiamo de la presenza di un cardiologo in guardia attiva per da riferimento anche per la vicina Grado, che dualmeno 12 ore nel caso in cui ci sia una riorganizza- rante la stagione estiva aumenta notevolmente gli zione del servizio su entrambe le sedi ospedaliere. afflussi con l’arrivo dei turisti. Per quanto riguarda la nostra area, quindi, si deve tener conto di una valutazione oggettiva delle necessità del territorio. La questione delle nascite: con la chiusura del reparto goriziano, sicuramente il carico di lavoro su quello monfalconese è maggiore... È vero che il carico di lavoro a Monfalcone è cresciuto, ma non in modo da mettere di difficoltà il reparto, che gode di ottime professionalità, che sono aumentate con l’arrivo dei medici prima impiegati nella struttura goriziana. Ci auguriamo che a breve giunga il nuovo primario del reparto. Direttive nazionali e studi dimostrano come un numero più elevato di parti permette una migliore funzionalità, e quindi più sicurezza per le mamme e i bambini. In ogni caso noi siamo sempre stati e saremo sempre attivi per il potenziamento del nostro reparto, pretendendo garanzie che il servizio di assistenza pre e post parto sia assicurato su tutto il territorio afferente al nostro ospedale. Gorizia Sabato, 16 maggio 2015 Quasi 3000 euro raccolti dalla comunità di San Rocco La solidarietà dei comunicandi per il Nepal 15 Agenda ■ Lunedì 18 Caritas e profughi Il Centro Culturale"Crali" organizza un incontro: "Intervista a don Paolo Zuttion - La Caritas per i profughi" ,lunedì 18 alle 17 presso l’Aula Magna della sede goriziana dell’Università di Udine in via santa Chiara,1 a Gorizia. Intervistato dalla presidente del Centro Rosaria De Vitis, l’incontro costituisce un’importante occasione per conoscere questo fenomeno del nostro tempo, causa di soffe enza e spesso di morte per i migranti, ma anche di preoccupazione per il Paese ospitante. ■ Kulturni Dom 20 BAMBINI DI S. ROCCO HANNO CELEBRATO IN UN CLIMA DI GRANDE RICONOSCENZA LA MESSA DELLA PRIMA COMUNIONE, ATTORNIATI DAI LORO CARI E DALLA COMUNITÀ. IL LORO GRAZIE AL SIGNORE HA VOLUTO ESTENDERSI ANCHE AI TERREMOTATI DEL NEPAL RACCOGLIENDO 725 EURO PER LORO. NELLE MESSE DOMENICALI LA COMUNITÀ HA RACCOLTO 2000 EURO PER LO STESSO MOTIVO. (FOTO SALATEO) 30 aprile: verso la "città comune" È andata oltre le previsioni la partecipazione ed anche l’intensità dell’iniziativa del Centro "Rizzatti" e del Forum za Gorisko di Nova Gorica per fare del 30 aprile una ricorrenza stabile e continuativa del Goriziano, verso la "Città Comune". Quasi cento persone, attraverso contatti amichevoli si sono ritrovate all’agriturismo "Brumat" (meglio noto come "Bepon") alle casermette per un confronto sul futuro delle due città gemelle, con una serata "in rosa": Maida Bratina ha presieduto il dibattito, avendo al fianco Sandra Sodini (direttrice del GECT), Nadja Veluscek ha infine presentato il suo filmato sul "confessionale dei peccati di contrabbando" girato al momento della eliminazione fisica dei controlli di polizia sui valichi confinari. È stato inizialmente proiettato anche il video dell’intervista agli ex Sindaci Martina e Strukelj, i principali protagonisti della rivoluzione pacifica sul confine goriziano negli anni ’60. Ricordo di Macor Martedì 19, con inizio alle 18, nella sala ridotto del Kulturni dom (Via I. Brass, 20), nell’ambito dei tradizionali "Incontri con l’autore", si terrà, su iniziativa del Kulturni dom di Gorizia, della Biblioteca Statale Isontina, dal settimanale Voce Isontina e del Forum Cultura di Gorizia, un incontro pubblico in omaggio al poeta e scrittore goriziano Celso Macor nel 90° dalla nascita. All’incontro nell’occasione interverranno: il giornalista Renzo Boscarol, il direttore responsabile del settimanale Voce Isontina Mauro Ungaro, il direttore responsabile del settimanale Novi Glas e poeta Jurij Paljk, il giornalista Andrea Bellavite, il direttore della Biblioteca Statale Isontina Marco Menato e il presidente del Kulturni dom Igor Komel. 16 Sabato, 16 maggio 2015 Bassa Friulana Cervignano - Grazie all’impegno di 180 volontari, conclusa con successo l’edizione 2015 del mercatino solidale dell’usato e della raccolta dei materiali riciclabili proposta dalla parrocchia ed il cui ricavato è destinato a favore delle opere missioniarie diocesane Ucn 2015: raccolti 50 mila Euro ✎I progetti C S onclusa la 48^ operazione Uomini Come Noi "Mercatino Solidale dell’Usato e raccolta materiali Riciclabili" effettuata dalla parrocchia di Cervignano del Friuli in ambito mandamentale con il patrocinio del comune. Venerdì 8 maggio durante la serata di ringraziamento dei 180 volontari è stato consegnato il ricavato delle otto giornate del mercatino solidale e delle due giornate dedicate al recupero dei materiali riciclabili. Con una semplice cerimonia don Dario Franco Parroco di Cervignano ha firmato l’assegno, la busta con il ricavato (che simbolicamente rappresentava l’impegno e il lavoro di centinaia di volontari ma anche delle miglia di famiglie che hanno donato i materiali riciclabili e per il mercatino solidale) è stata consegnata dal coordinatore di "Uomini Come Noi" Sergio Odoni al direttore del centro Missionario di Gorizia don Franco Gismano. La serata ha visto la partecipazione del vice sindaco di Cervignano, Marina Buda, che ha elogiato l’impegno dei volontari (il sindaco Gianluigi Savino ha fatto pervenire un messaggio perché impegnato da un evento di carattere nazionale) e del consigliere regionale Piero Paviotti sempre vicino al mondo missionario. Alla cerimonia hanno partecipato inoltre alcuni referenti di progetti sostenuti da "Uomini Come Noi": le missionarie laiche Luisella Paoli e Ivana Cossar che operano in Burkina Faso per il progetto "Un sorriso per il Futuro" ed anche suor Irmarosa Villotti, referente per i progetti Costa D’Avorio e in Romania dove operano le suore della "Provvidenza Soddisfazione è stata espressa anche dalla responsabile del mercatino solidale dell’Usato Rita Guardia che ha ringraziato i sessanta volontari e volontarie che hanno gestito tutti i settori del "mercatino solidale" allestito all’interno della sala parrocchiale e sulla piazza antistante sotto i tendoni. Rita ha raccontato, inoltre, dell’offerta di denaro proveniente da una famiglia che aveva depositato davanti al portone di casa del materiale ferroso: quando si è accorta che quel materiale era stato asportato da privati non facenti parte dell’organizzazione, ha voluto comunque far pervenire all’organizzazione un’offerta di 50 euro. Una coppia di pensionati, poi, ha donato 70 euro recuperati con un’iniziativa di autofinanziamento ed un gruppo di signore ha devoluto il ricavato di un "gioco di società". Oltre ai responsabili parrocchiali e dell’organizzazione "Uomini Come Noi" hanno presenziato alla serata il direttore del centro giovanile di cultura e ricreazione S. Michele, Andrea Doncovio, il presidente dell’Azione Cattolica, Luca Tardiva, il capo gruppo dell’AGESCI, Davide Franceschi e i rappresentanti di Corima. La raccolta degli indumenti è passata da 11 tonnellate dello scorso anno a 12 tonnellate. Nonostante una flessione sul ricavato rispetto lo scorso anno "Uomini Come Noi" riuscirà a sostenere il valore stabilito per i singoli progetti. Parallelamente all’operazione Uomini Come Noi è nata da alcuni anni a Terzo di Aquileia l’operazione "Bambini Come Noi". Sabato 9 maggio, la scuola primaria per iniziativa di alcune insegnanti ha organizzato una marcia a cui hanno partecipato alunni, docenti, genitori, presenti il sindaco e la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Aquileia. Il ricavato dell’iniziativa andrà a sostenere i progetti di "Uomini Come Noi" presente alla giornata con la responsabile della segreteria logistica Elisa Soardo e con Francesca Giusti. Continua nel frattempo l’attività del Mercatino solidale dell’usato presso il magazzino di via Da Riseris, 16 a Cervignano. Sabato 6 giugno dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 ci sarà l’ultima apertura prima della pausa estiva: il mercatino riaprirà sabato 5 settembre. ono stati complessivamente 50.814,15 gli euro raccolti grazie all’operazione "Uomini come noi 2015". Il totale è stato reso possibile dai 32.795 euro ottenuti con la vendita nel mercatino solidale dell’usato cui si sono aggiunti i 270 euro ottenuti grazie ad offerte di privati. Ad essi si sono sommati 2.697 euro grazie alle 12 tonnellate di indumenti e 14.338 euro frutto della raccolta di 54 tonnellate di materiali ferrosi. 714,15 euro sono giunti dalla rappresentazione teatrale resa possibile dalla collaborazione fra "Briciole d’arte", ricreatorio e campp. Alle spese organizzative (pubblicità, tributi, affissioni, noleggi, riparazioni veicoli, carburanti...) sono stati destinati 4.825 euro mentre alle opere parrocchiali è stato devoluto un contributo di 5220,72 euro per coprire i costi della sala parrocchiale, i materiali di consumo, le utenze... Al Centro missionario diocesano sono stati quindi consegnati 40.500 euro di cui 37.000 da ripartire fra i Progetti sostenuti da UCN2015 e 3.500 per le spese gestionali del Centro. Fra i progetti sostenuti 10 mila euro sono andati al sostegno alle opere di scolarizzazione di bambini e ragazzi nel progetto scuola "Un sorriso per il futuro" realizzato a Ouagadougou in Burkina Faso da Ivana Cossar e Luisella Paoli; 12 mila serviranno alla realizzazione di un centro agricolo per l’orticoltura, l’allevamento di polli e suini nell’ambito della parrocchia di Belleville (dove opera don Michele Stevanato) con la realizzazione di quattro strutture; 10 mila euro serviranno al sostegno del dispensario per la lotta al Morbo di Burulì attivo a Kongouanou in Costa d’Avorio. 5.000 euro, infine, verranno consegnati alle suore della Provvidenza per le opere di promozione umana, socio-sanitaria nell’ambito del servizio reso a Iasi in Romania. Anche attraverso Voce Isontina gli organizzatori ringraziano i 180 volontari che hanno reso possibile l’operazione, le ditte ed aziende che hanno messo a disposizione oltre 30 mezzi fra camion, furgoni ma anche le famiglie e singoli che hanno donato i materiali e che hanno contribuito il successo anche di questa edizione di "Uomini come noi". Bassa Friulana Sabato, 16 maggio 2015 Con una mostra ed un torneo Agenda Aiello ricorda Enzo Bearzot U ■ Ruda n mese di maggio che il paese di Aiello del Friuli ha quasi interamente dedicato a uno dei suoi più illustri concittadini, Enzo Bearzot, il Commissario tecnico della nazionale di calcio che con la sua guida ha vinto il campionato mondiale in Spagna nel 1982. In occasione del quinto anniversario della sua scomparsa, l’Amministrazione Comunale in collaborazione con la Società Polisportiva Dilettantistica Aiello, il C.O.N.I. e le varie associazioni del paese che gli ha dato i natali, lo ha voluto ricordare con una serie di interessanti iniziative: il 12 di maggio è stata inaugurata la mostra fotografica dedicata al grande allenatore di calcio, presso il campo sportivo "Arbeno Vrech" e in questa occasione il relatore Stefano Perini ha raccontato la storia delle foto esposte, di quando, giovanissimo, militava nella squadra locale, poi nella "Pro Gorizia", di quando è ritornato in visita ad Aiello dopo lo storico 1982. L’archivio del Polifonico Martedì 19 convegno alle 20.45 in Sala Civica con Bruno Pizzul e l’intervento di protagonisti dello sport di ieri ed oggi Tra le circa quaranta foto c’è anche una rara foto delle figurine "Panini" . Sempre nello stesso giorno ha avuto inizio il 1° Torneo Enzo Bearzot che si svolgerà nell’arco di due settimane, con la finale il 23 maggio alle ore 20. Il regolamento prevede che il trofeo sarà assegnato definitivamente alla squadra che riuscirà a vincere tre volte, anche non consecutive, il torneo. Molta attesa per il convegno che il giornalista Bruno Pizzul condurrà martedì 19 maggio, con inizio alle ore 20.45, presso la Sala Civica, uno dei momenti più interessanti vista la partecipazione di alcuni protagonisti del mondo del calcio di ieri e di oggi, 17 tra questi hanno già dato la loro adesione Gigi Delneri e Massimo Giacomini, ma si attendono altre conferme di personaggi che hanno conosciuto il grande Enzo. Il 21 di maggio avrà luogo il secondo "Fanny day", giornata dedicata allo sport, nella quale le scuole primarie e secondarie di primo grado si cimenteranno nella prova di una serie di discipline sportive, alcune molto conosciute, altre poco note, tra cui baseball/softball, rugby, danza, karate, volley, bocce, calcio, minicross (moto), per una conclusione gioiosa ed educativa delle iniziative di questo mese di maggio. Livio Nonis Due anni di lavoro, migliaia e migliaia di partiture controllate, sistemazione delle musiche secondo un ordine logico e didattico, catalogazione dei vari lasciti (Eligio Tomasin, Secondo Delbianco, Giovanni Famea): è l’archivio storico del coro Polifonico che sabato 16 maggio, con inizio alle 20.30, in sala consiliare, a Ruda, sarà presentato al pubblico dalle ricercatrici Beatrice Pitassi e Annalisa Filippo. Il lavoro - reso possibile dall’intervento della banca di credito cooperativo CrediFriuli - era stato commissionato proprio nell’intento di mettere a disposizione dell’intera collettività musicale del Friuli Venezia Giulia un patrimonio unico frutto di settant’anni di lavoro e di attività artistica. Alla presentazione di sabato interverranno anche Franco Colussi, presidente dell’Usci del Friuli Venezia Giulia, Luciano Sartoretti, presidente di CrediFriuli e Palmina Mian, sindaco di Ruda. Gli onori di casa saranno del presidente del Polifonico, Adriano Pelos. Nel corso della serata, poi, ci sarà spazio per una breve ma doverosa commemorazione di Marco Sofianopu o, il maestro triestino che diresse il Polifonico dal 1976 al 1987 prematuramente scomparso lo scorso anno - e sul quale sarà proposto un breve filmato - e a proiezione del filmato sul s ttantennale del coro. Una occasione per rivivere insieme momenti straordinari di vita corale. 18 Bassa Friulana - Grado Sabato, 16 maggio 2015 La Consulta dei disabili del Fvg al Palacongressi di Grado Un premio a chi ha permesso la riapertura dell’Ospizio Marino Ribadito l’impegno della regione per realizzare un Piano del sociale capace di ottimizzare e migliore la gestione delle risorse "U na volta riordinato il sistema sanitario, il piano del sociale è fondamentale per rendere omogenea e quindi equa l’offerta dei servizi su tutto il territorio regionale e per la migliore gestione delle risorse". Lo ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani rispondendo alle sollecitazioni della Consulta regionale di coordinamento delle associazione dei disabili, nel corso del- la cerimonia del Premio solidarietà, organizzato dalla consulta goriziana a Grado e svoltasi domenica scorsa al Palacongressi di Grado. "Non posso ancora dare una data precisa per il termine, ma garantisco che con il piano siamo molto avanti", ha reso noto Serracchiani, ricordando però che la prima necessità era "quella di adattare con urgenza il sistema sanitario alle odierne esigenze". Una riforma, quella della sanità, che è stata scritta lavorando a stretto contatto con la Consulta regionale dei disabili, per fare sì che nell’equilibrio e nell’integrazione tra ospedale e territorio venisse dato il giusto spazio a quest’ultimo, è stato ribadito. Serracchiani ha risposto anche in merito alla richiesta di percorsi che tengano in adeguata considerazione le disabilità cognitive. In particolare, ha rassicurato sul fatto che lo spostamento dal bilancio ordinario a quello sanitario dei finanziamenti a favore delle associazioni a tutela dei disabili autistici risponde vuole mettere in sicurezza i fondi a disposizione di queste as- sociazioni, che fino ad oggi venivano considerate alla stregua di sodalizi culturali, sottraendole alla discrezionalità della scelta politica. È stato lo stesso presidente della Consulta di Gorizia, Mario Brancati a ricordare come il Friuli Venezia Giulia sia tra le regioni d’Italia più attente al tema della disabilità, sia per la garanzia dei servizi che per l’utilizzo delle risorse (Il Friuli Venezia Giulia è unica a garantire il FAP, il fondo per l’autonomia possibile e il Fondo per gravi e gravissimi). Grande tributo è stato dato all’amministrazione regionale anche in merito alla soluzione della questione della riapertura dell’Ospizio marino di Grado. A tal proposito la presidente Serracchiani ha ricevuto la targa del Premio regionale solidarietà della Consulta, consegnata alla Regione "per aver compreso l’importanza dell’Ospizio marino di Grado per il mondo della disabilità e aver operato scelte coerenti e funzionali alla sua riapertura e operatività". Il premio, assegnato anche alla Provincia e al Comune di Grado, è stato con- segnato a Serracchiani dal presidente Brancati e dal presidente regionale Vincenzo Zoccano. Brancati ha sottolineato come la Regione abbia contributo al finanziamento di un milione e mezzo di euro per il recupero dell’Ospizio, struttura termale riabilitativa "essenziale per salute e qualità della vita di oltre 4 mila disabili del Friuli Venezia Giulia", inserendola nel Piano riabilitativo regionale e assegnando 20 posti di RSA. Sono stati premiati per Udine (medaglia d’oro) il dottor Flavio D’Osualdo, fisiatra del Gervasutta; l’associazione Progetto autismo FVG onlus; il pluricampione italiano indoor della velocità Luca Campeotto; l’azienda agrituristica "Lignano". Per Trieste: (medaglia d’oro) la prof. Ilaria Garofolo; il gruppo "Scritture MalEducate", coordinato da Pino Roveredo; la Casa della musica e la srl Tik AM fondata da Valter Mahnic. Per Pordenone: (medaglia d’oro) Gianfranca Santarossa; Santina Baldo e Tullio Frau. Per Gorizia, e in particolare per avere contribuito alla riapertura dell’Ospizio Marino, sono stati premiati oltre a Regione, Provincia Go e Comune di Grado: il presidente del Tribunale di Gorizia Giovanni Sansone e il commissario fallimentare Enrico Guglielmucci; Franco Bosio presidente Confcoperative FVG. E inoltre: Andrea Della Rovere, presidente di Universis Udine; Patrizia Fantin, presidente Prodes Cielo Azzurro di Fagagna; Paolo Mansutti, presidente Friul Clean di Udine; Ervino Nanut presidente Confcooperative Go e il parroco di Grado mons. Armando Zorzin. Infine, hanno meritato una targa anche Paolo Tavian, per aver favorito integrazione nello sport dei disabili e, come riconoscimento internazionale, Valter Adamic per una vita dedicata al lavoro per i diritti e l’inclusione sociale delle persone con disabilità. Per 17 bambini domenica scorsa in San Crisogono Grazie al Gruppo parrocchiale IN SAN CRISOGONO A GRADO SI È SVOLTA LA I^ CONFESSIONE DI 27 BAMBINI CHE HANNO CONCLUSO IL CAMMINO DI PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DELLA PENITENZA AIUTATI DAI CATECHISTI ASSIEME A DON NADIR. "VI SIETE PREPARATI - È STATO RICORDATO - AD INCONTRARE GESÙ ATTRAVERSO LA VOCE DEL SACERDOTE, ANCHE VOI COME NOI TUTTI AVETE FATTO DEGLI SBAGLI MA PER QUESTO ABBIAMO BISOGNO DI UN AMICO FORTE E CHE CI FACCIA VIVERE NELL’AMORE: QUESTO AMICO È GESÙ. NEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, LUI È VENUTO IN VOI PER DARVI IL PERDONO. C’È BISOGNO PERÒ DEL VOSTRO IMPEGNO, PERCHÉ GESÙ DA SOLO NON FA NIENTE". FRA LE TANTE INIZIATIVE CHE IL GRUPPO PARROCCHIALE DI GRADO "CASA SERENA" ORGANIZZA PER LA GIOIA DEGLI OSPITI DELL’OMONIMA STRUTTURA, SONO STATE PROPOSTE NELLE SCORSE SETTIMANE DUE FESTE CON IL M.O ADAM ALLA FISARMONICA E UNA GRANDE FESTA DELLA "MAMMA". PRESENTI IL "TRIO CANOCIA" E UNA PARTE DEL CORO DI "GRADO CANTA". Il giorno della prima confessione Ruda: donatori di sangue molto attivi Una partita di calcio per promuovere la cultura del dono di Franco Lenarduzzi B ilancio del mese di aprile molto positivo sul fronte degli impegni per i donatori di sangue di Ruda e dintorni. Oltre all’occasione di ospitare l’autoemoteca, gemellati con la sezione di Villa Vicentina per la donazione Festa a "Casa serena" collettiva in quel di Campo di Sopra, i donatori di Ruda sono stati partecipi di una particolare iniziativa sportiva in occasione della tradizionale festa della Ottava di Pasqua di Perteole. La partita di basket tra donatori di sangue della Sezione locale e la squadra dei Dindias di Aiello è stata senz’altro motivo di condivisione e di gioia al di là del risultato sportivo che, per solo per cronaca, riportiamo ha avuto come risultato la vittoria dei Donatori. Il vero risultato, rimarcato da tutti anche nel momento conviviale che a seguito l’iniziativa sportiva e sottolineato dal presidente Giancarlo Politti, è stato la necessità di promuovere e diffonde e la cultura del Dono, in particolare del dono del sangue: attività questa che vede vincitori sul piano umano tutti quanti, perché in ballo c’è la partita della vita. Pronti quindi, a dedicare allo scopo nuove importanti iniziative di informazione sui benefici della prevenzione della salute e sul valore dell’esperienza del dono. Mandamento Sabato, 16 maggio 2015 19 Coniugare servizi bancari di livello globale con l’attenzione alle comunità e realtà locali: intervista al presidente della BCC di Staranzano e Villesse, Carlo Feruglio Fedeli ai principi fondanti I l mondo delle Banche di Credito Cooperativo è in grande evoluzione con un processo di autoriforma che si concluderà entro l’estate. Ne abbiamo parlato con Carlo Feruglio Presidente della BCC di Staranzano e Villesse. La BBC di cui Feruglio è Presidente gode di buona salute chiudendo il bilancio 2014 con oltre 1.800.000 euro di utile,un patrimonio netto di 88 milioni di euro,il 5,25 % di sofferenze sul totale impieghi che è di oltre 440 milioni euro,19 filiali e 120 dipendenti. Le banche di credito cooperativo affondano le loro radici nel cattolicesimo sociale. Cosa resta di quella tradizione? Nel momento che noi rinunciassimo ai nostri principi fondanti, diventeremmo diversi, perderemmo la nostra specificità e con essa quel senso di umanità e vicinanza alla gente che ci è proprio. Se la logica del profitto dovesse prevalere ci troveremmo equiparati ad un sistema bancario totalizzante dove non c’è spazio per il piccolo, dove il piccolo non è solo la banca di vicinato, ma anche la clientela minore, quella che ti viene in Banca con fiducia, portando i suoi problemi quotidiani sapendo di essere ascoltata ed aiutata. E lo stesso vale per l’altro aspetto del sociale, quello di sostenere i giovani, il volontariato, l’associazionismo, lo sport nei vari paesi, perché queste realtà di base possano esistere. In un contesto in cui il sistema bancario sta attraversando una profonda ristrutturazione e sono in corso sempre maggiori processi di aggregazione quale ruolo per le piccole BCC? Le BCC sono un asse portante della società ed operano su un doppio livello, quello locale e quello di sistema di rete attraverso la Federazione Regionale e Federcasse a livello nazionale per la parte politica strategica, mentre per la parte industriale fa riferimento ad un contesto anch’esso nazionale, l’Iccrea Holding. In pratica siamo un grande e complesso organismo che garantisce alta professionalità, profonda conoscenza dei mercati, elaborazione di strategie di settore che poi si trasformano nel lavoro dei dirigenti e dipendenti nei singoli istituti i quali possano erogare servizi e prodotti in una logica di economia di scala. Anche il Credito Cooperativo sta pensando ad una riorganizzazione; non sarebbe il caso di riflettere anche se è ancora sostenibile la frammentazione delle piccole BCC dell’area giuliana? Staranzano, Turriaco, Doberdò, Savogna, Lucinico, Carso... Non sono trop- "La solidità del nostro sistema piramidale ha messo in sicurezza più volte i nostri clienti da investimenti sbagliati" pe per riuscire a reggere un mercato sempre più difficile? Siamo più che attrezzati a confrontarci con il mercato ed i suoi cambiamenti. Credo che la solidità del nostro sistema piramidale abbia messo in sicurezza più volte i nostri clienti da investimenti sbagliati, come le cronache di questi anni di fallimenti azionari e di collocamenti troppo a rischio hanno purtroppo dimostrato a tutto svantaggio delle fasce di investitori più deboli. Riflessione Chi ha paura del referendum? M a perchè tutta questa confusione? A chi giova confondere le idee? Andiamo per ordine. Da anni l’associazione CittàComune chiede ai politici e ai consigli comunali di prendere le opportune iniziative per chiedere ai cittadini se voglio o no fondere assieme i Comuni di Monfalcone, Ronchi e Staranzano. Dal mondo politico prima silenzio, ma poi, negli anni, riconoscimento ad una prospettiva avvertita come da percorrere. Nessun atto concreto però. Quando l’Associazione, stanca di aspettare scelte concrete, diventa promotrice e ottiene dalla Regione di poter raccogliere firme per chiedere ai cittadini di esprimersi, si scatena il putiferio di alcuni politici e amministratori comunali. Si fa confusione tra Unioni territoriali, obbligatorie per legge, e fusione di tre comuni e si arriva a stigmatizzare un contributo da parte di un Istituto di credito territoriale all’attività di una associazione che si propone di sentire il parere dei cittadini. In realtà, la firma che in questi mesi viene chiesta ai cittadini è solo la premessa per celebrare un referendum, strumento democratico in mano ai cittadini per esprimere la loro opinione. Chi ha paura di questo referendum e perchè? Guido Baggi ti sociali e di assistenza, le scuole. È importante che per qualcuno che si lamenta, ci sia la gran massa grata della nostra generosità. Come hanno accolto i triestini la Banca di Staranzano? Forse sarebbe il momento, vista la vostra diffusione in tutta l’area giuliana di dare anche alla vostra ragione sociale un nome che meglio rappresenti questa realtà? Certo, nel mondo d’oggi, si deve sempre più ragionare in termini di sinergia, razionalizzazione ed efficienza, ma sono passaggi strutturali, non trasformazioni sostanziali. La nostra BCC ha un leadership conquistata in tutta la sua centenaria storia. Una centralità che le potrebbe permettere di essere una capofila nel caso che le scelte strategiche a livello nazionale possano modificare i profili oggi esistenti. Però è anche elemento di forza che dall’interno del nostro universo di BCC si stia pensando ad una riorganizzazione autonoma del Credito Cooperativo per anticipare le mosse della politica che sono quelle più temute perché percorrono fini diversi dai nostri con mentalità diverse dalle nostre. Voi vi siete uniti cinque anni fa con la BCC di Villesse quale il bilancio di questa esperienza? Positiva al massimo.Villesse ci ha portato valore aggiunt o sia attraverso i collaboratori che in termini di soci, di investimenti e capitale gestito, sia per la presenza nel nostro Consiglio d’amministrazione di persone animate da sincera passione e di un forte senso di appartenenza. Potrei dire che Villesse ci ha fatto sentire ancora Cassa Rurale e Artigiana. La BCC per il sociale... qualcuno si lamenta che fate poco e che in fondo siete come le altre banche... Io non direi proprio, perché la BCC di Staranzano Villesse si identifica con il territorio, lo conosce bene, molto bene nei suoi problemi e necessità. D’altra parte quanto più siamo cresciuti, abbiamo diciannove sportelli su tre province della regione, tanto più si sono moltiplicati i richiedenti del nostro aiuto o contributo. È ovvio che non possiamo soddisfare tutti coloro che vengono a bussare da noi. Cerchiamo di accontentare il più possibile; anche quest’anno prevediamo sostanziosi interventi e il bilancio 2014 approvato in questi giorni parla di erogazioni oltre 380.000 euro di cui hanno beneficiato società sportive, associazioni ricreative, onlus, parrocchie, en- Tutto a tempo debito. Non facciamo fughe in avanti e poi il nome è come l’abito che non fa il monaco. Quello che dobbiamo diffondere è il servizio, la professionalità, la sicurezza che sono le nostre prerogative. Trieste ci ha accolti bene, anche perché è storicamente portata ad affezionarsi a istituti cittadini, come era per la gloriosa Cassa di Risparmio di Trieste. Noi dobbiamo riempi- "Se la logica del profitto dovesse prevalere ci troveremmo equiparati ad un sistema bancario totalizzante dove non c’è spazio per il piccolo" re quel vuoto e lo stiamo facendo con ottimi risultati e la gente sta comprendendo che BCC di Staranzano e Villesse non corrisponde ad una realtà paesana, ma è espressione di un efficiente sistema nazionale. Lo dicevo agli inizi: abbiamo la fortuna di essere globali per i servizi bancari che eroghiamo e locali per l’attenzione che riserviamo alle nostre comunità, sarà nostra cura trovare un nome adeguato che rappresenti tutto il nostro territorio. a cura di Luciano Rebulla Il Maggio Musicale fa il pieno di pubblico L’ edizione 2015 del Maggio Musicale, l’evento annuale promosso dall’Associazione "Albero del Melogramma di Fogliano", si è aperta sabato 9 maggio scorso con il concerto dell’Ensemble "AntiCaMeraviglia". Un appuntamento con l’arte barocca dal titolo "Musica alla Corte del Re Sole" durante il quale il pubblico, affollatissimo nonostante le condizioni meteorologiche avverse e la presenza incombente del famoso orso, ha potuto apprezzare un inusuale viaggio nel tempo. Le letture possono quindi riproporre sendi Valentino Pagliei hanno fatto viag- za anacronismi l’arte di S. Cegiare gli spettatori nel diciassettesimo cilia così come era proposta alsecolo per "assistere" ad una giornata la presenza del sovrano tipica presso la reggia di Luigi XIV. Si francese. sono alternate quindi parti discorsive I prossimi appuntamenti, che alla musica vera e propria che ha visto si terranno presso la chiesetta la sua mirabile ed applaudita esecu- di S. Maria in Monte sul colle di zione con Tiziano Cantoni al flauto Fogliano, vedranno il pianista traversiere, Laura Soranzio alla viola Matteo Alfonso e Giovanni Mada gamba e Fabio Accurso all’arciliu- ier al contrabbasso come proto. Strumenti, evidenziati dai loro stes- tagonisti del concerto "Naked si nomi, che sono stati ricreati grazie Songs" venerdì 15 maggio alle ad un’accurata ricerca filologica e che 20.30. Una settimana più tardi, venerdì 22 alle 20.30 sempre nello stesso luogo, Alessandro Miniussi al pianoforte e Barbara Palombieri alle lettura proporranno "Liszt e il Dolce Stil Novo". L’ultima esibizione si terrà invece presso la Chiesa del Sacrario di Redipuglia sabato 30 maggio alle ore 18 e vedrà il coro "Alpi Giulie" di Trieste, diretto da Stefano Fumo, raccontare "La Grande Guerra: l’inutile strage". Ivan Bianchi 20 Mandamento Sabato, 16 maggio 2015 Turriaco Storia scritta a matita D opo i successi delle rappresentazioni a Ronchi dei Legionari (7 agosto 2014) e Castelvecchio (13 settembre 2014), il 10 maggio 2015 La storia scritta a matita è sbarcata nella piazza principale di Turriaco. Scritto e interpretato da Amerigo Visintini, il recital è un viaggio alla scoperta della storia del nostro territorio, dal X secolo d.C. fino ai drammatici avvenimenti della Grande Guerra. Fra risate e lacrime, alternando in maniera efficace l’italiano e il dialetto, il testo si focalizza sui protagonisti spesso dimenticati dalla storia con la "S" maiuscola, ovvero le persone comuni, quelle che hanno sofferto maggiormente orrori e privazioni durante il conflitto. Insieme ad Amerigo Visintini si sono alternate nella lettura del testo le voci della figlia Cristina, di Paola Bergamin, di Marilisa Trevisan e di Sergio Gregorin, accompagnate dagli interventi musicali del fisarmonicista Gilberto Leghissa e della violinista Elisa Battistella. Nel centenario dell’ingresso nella Grande Guerra dell’Italia sono importanti opere come La storia scritta a matita, perché fanno in modo che anche chi non ha vissuto questa drammatica esperienza possa comprendere ciò che questo conflitto ha significato per le nostre zone. ✎ RIFLESSIONE | Via Lucis di speranza di Ivan Bianchi e Salvatore Ferrara S eguendo la croce apostolica, portata dall’Associazione Marinai d’Italia, giovedì 30 aprile, uno sciame di quasi duecento persone ha scalato i monumentali gradoni del Sacrario Militare di Redipuglia. Guidati spiritualmente dall’Arcivescovo mons. Redaelli, da don Schiavone, cappellano della chiesetta intitolata a Santa Maria Regina posta in cima al monumento, e da altri esponenti del clero diocesano, i giovani e gli adulti si sono ritrovati a pregare insieme per la pace nella cosiddetta "Via Lucis". Quattro le tappe fondamentali, nelle quali le preghiere sono state recitate sia in italiano, che in friulano ed in sloveno: la prima ai piedi delle tombe mentre l’ultima direttamente nella chiesetta. Qui chiunque ha potuto accendere un lumino dal cero pasquale per poi porlo liberamente sui gradoni del Sacrario stesso, quasi a ricordo del proprio passaggio in quel momento particolare. Momenti di rilievo sono state le riflessioni poste durante e a metà del percorso stesso. Poi, mentre il sole si accingeva a lasciare lo spazio alle tenebre, l’attenzione è stata posta dalle guide spirituali proprio a quell’evento, facendo poi muovere lo sguardo dei fedeli verso l’orizzonte. "Come potete vedere, non ci sono confini naturali fino all’orizzonte" ha affermato don Nicola Ban ai presenti durante la seconda riflessione, come a richiamare costantemente la richiesta al Padre per la Pace duratura nel mondo. Se cento anni fa le nostre zone erano teatro di feroci ed inumani scontri, in quello che fu il "suicidio d’Europa" nell’ "Inutile strage", ora devono essere l’esempio fiorente di una convivenza pacifica tra i Popoli costituenti comunità civili e diocesane le cui frontiere, ormai cadute tra i vari Stati, possano essere in via definitiva distrutte anche nelle menti delle persone. Dalla Via Lucis allora è giunto un augurio sincero ma potente, che smuove gli animi e si fa ancora una volta promotore di quella convivenza fraterna che sta alla base di una società più libera e civile. "La guerra è follia!" ricordiamocelo. Non si compia nuovamente quel disumano errore che ha causato solo una strage che resterà indelebile nel trascorrere della storia dell’umanità. La gioia di condividere il Signore, pane spezzato Una grande festa per i 24 bambini che si sono accostati per la prima volta alla mensa eucaristica nella parrocchiale di Santa Elisabetta a Fogliano "Q uesto è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici" (Gv 15,12-13). Queste parole del vangelo di Giovanni sono state sottolineate da don Duilio Nardin nella sua omelia, durante la S. Messa della Prima Comunione, che ha avuto luogo nella chiesa di S. Elisabetta a Fogliano Redipuglia il 10 maggio scorso. Circondati dall’affetto di amici e parenti, oltre che di tutta la comunità di Fogliano, ventiquattro bambini hanno ricevuto per la prima volta il corpo di Gesù, portando così a compimento un percorso di catechesi durato due anni. L’amore, ha sottolineato don Duilio, deve essere al centro della nostra vita, mettendo in pratica anche nella vita quotidiana lo stile accogliente di Gesù nei confronti degli altri. Per questo, il parroco ha esortato i bambini a considerare la Prima Comunione solo l’inizio di un percorso da cristiani consapevoli e protagonisti della nostra società, complessa e in profondo mutamento. Le catechiste Gabriella, Elisa e Fulvia si uniscono alla gioia dei bambini e delle loro famiglie, con l’augurio che la luce di Cristo li possa sempre illuminare nelle prove che affronteranno nel corso della loro vita. Il sacramento della Cresima per 13 ragazzi a Maria Madre della Chiesa C ome preannunciato, la comunità di Maria Madre della Chiesa sta vivendo in un clima di festa e di gioia particolare queste settimane del mese di maggio, in cui la Chiesa fa particalare memoria della Madre del Signore. Domenica scorsa si è tenuta in mattinata nella parrocchia di Ronchi la celebrazione della Cresima di tredici ragazzi della terza media. I ragazzi sono entrati in fila con a fianco i propri padrini o madrine, seguiti dal parroco don Umberto, il vescovo Redaelli e i chierichetti della parrocchia. Tutta la cerimonia è stata rallegrata e accompagnata dal piccolo coro della chiesa di Maria Madre. Nell’omelia il Vescovo ha spiegato il significato di ricevere lo Spirito Santo. "Lo Spirito vuole entrare dentro di voi perché possiate vivere come figli di Dio, perché possiate amare come ama Dio", ha affermato Monsignor Redaelli, spiegando ai ragazzi della Cresima il valore di accogliere l’amore di Dio, azione che vale la pena di compiere in quanto riempie il cuore di gioia. "Il Signore ci vuole bene e dobbiamo spendere la vita il meglio possibile" ha detto il vescovo e ha invitato i ragazzi a dedicare la propria esistenza ad amare gli altri e ad aiutare gli adulti ad avere più speranza, attraverso il loro entusiasmo e la loro vita. In seguito don Umberto ha chiesto al vescovo di donare ai ragazzi lo Spirito Confermati dallo Spirito L’invito del vescovo a percepire il valore dell’accogliere l’amore di Dio: un gesto che vale la pena di compiere perchè riempie il cuore di gioia (FOTO LEBAN) Santo. Sono seguiti tre momenti diversi: il rinnovo delle promesse fatte al battesimo dai genitori e dai padrini e madrine, l’invocazione dello Spirito e l’unzione con l’olio. Ricevuta la cresima, i ragazzi hanno espresso alcune preghiere chiedendo al Signore di aiutarli a capire il loro cammino di cristiani, a riconoscere Dio come Padre e ad accogliere e ad aiutare ogni persona, anche la più diversa. I cresimandi hanno inoltre ringraziato don Umberto, le suore e il catechista Denis Del Bello per averli guidati nel loro percorso di catechesi. Alla sera della stessa domenica è stata celebrata invece la festa della patrona Maria Madre, sotto la guida del novello sacerdote Giulio Boldrin. La celebrazione ha visto la partecipazione di tutte e tre le parrocchie di Ronchi dei Legionari e la presenza del vicesindaco del Comune. La commemorazione di Maria è incominciata con la recita e il canto dei Vespri dei fedeli. In seguito ad una lettura tratta dagli "Atti degli Apostoli", Don Giulio ha ricordato la figura di Maria come simbolo stesso della Chiesa, in quanto ha dato vita assieme agli Apostoli alla prima comunità cristiana. Come l’apostolo diletto noi siamo inoltre chiamati ad accogliere la Madonna in casa nostra per darle l’opportunità di vigilare su di noi e di guidare ed illuminare la nostra vita. "Cammineremo per strada assieme a Maria, per mostrarle le nostre case, i nostri negozi, la nostra famiglia e la pregheremo di accompagnarci a Dio" ha detto Don Giulio e subito dopo ha avuto luogo la processione della comunità ronchese con la statua della Madonna per le vie e fra le case nella zona residenziale accanto alla chiesa. La cerimonia si è conclusa con un piccolo rinfresco, che è stato ulteriore occasione di incontro dei fedeli. Beatrice Branca Mandamento Sabato, 16 maggio 2015 Dal Friuli al Lazio Dall’Ermada a Borgo Hermada U na delegazione proveniente da tutto il Friuli Venezia Giulia ha rappresentato la regione a Borgo Hermada Terracina (in provincia da Latina) in occasione della presentazione della Pedagnalonga evento di spicco della Regione Lazio, che annualmente richiama migliaia di appassionati. Al nome del monte Ermada è legata la presenza del Comune di Terracina dove esiste un Borgo denominato proprio Borgo Hermada, sorto nel 1929 con la bonifica dell’Agro Pontino, ed inaugurato nel 1934, quando la gestione dei terreni e dei poderi venne affidata in concessione a coloni provenienti dal Veneto e dal Friuli. Proprio per riscoprire una parte della propria storia e delle proprie radici nel 2007 un gruppo di abitanti del Borgo partì alla volta di quei luoghi. In quell’occasione l’amministrazione di Duino Aurisina fece dono di un masso del Monte Ermada, oggi inserito nel Monumento ai Caduti di Piazza IV Novembre. Da allora intensi sono stati gli scambi culturali avallati dal Patto d’amicizia del 2011 firmato dal comune di Terracina e di Duino Aurisina. Da quel momento si sono stretti legami tra le due realtà, tra il mondo delle associazioni con frequenti scambi culturali e di amicizia, e soprattutto legami di veri valori legati al ricordo delle passate generazioni. Lucia Lalovich Toscano ✎ RIFLESSIONE | I Emozione comune alle analoghe celebrazioni che in questo periodo rendono gioiose le nostre comunità. Domenica 17 maggio sarà la volta dei ragazzi e delle ragazze che riceveranno la comunione nella Numerosi i temi: dall’Expo al centenario dell’entrata in guerra dell’italia I l comune di Monfalcone ha accolto quest’anno la sesta edizione del "Festival della Comunicazione Scientifica", che ha basato le proprie attività sugli anniversari e gli eventi del 2015 quali la sostenibilità ambientale, la luce, l’Expo di Milano e il Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, tragedia che ha coinvolto in modo particolare il nostro territorio. La manifestazione è stata inaugurata giovedì 7 maggio nella Galleria Comunale d’Arte di Monfalcone in presenza delle autorità e in collaborazione con l’ISIS "Malignani" di Udine e l’ISIS "Fabiani" di Gorizia, a cui è seguito un rinfresco preparato dagli studenti dell’alberghiero di Grado. L’evento si è tenuto nei giorni giovedì 7 maggio, venerdì 8 maggio e sabato 9 maggio dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e il venerdì pomeriggio dalle 15.00 al- Alcune scuole si sono avvicinate al tema le 18.30 con l’aiuto e la guida degli studen- dell’alimentazione in occasione dell’eventi dell’ ISIS "Pertini" di Monfalcone. to EXPO di Milano, realizzando dei video Il "Festival della Comunicazione Scientifi- sulla sicurezza alimentare, nei quali hanno ca" ha visto la partecipazione di ventiquat- esposto i rischi e le malattie dovute ad una tro scuole che si sono cimentate in diversi mal nutrizione. Altre scuole invece si sono exibit, laboratori e spettacoli per cercare di dedicate alle tecnologie che contribuiscocoinvolgere e sensibilizzare i visitatori gran- no a migliorare le risorse scientifiche, come di e piccoli sui quattro eventi di quest’anno. il GPS, e al tema della luce, mostrando ai di G.B. Il significato della 1^ comunione l battesimo di Nina, 6 anni, vispa, attenta e partecipe, ha arricchito di significato il giorno della prima comunione del gruppo di ragazze e ragazzi che il 10 maggio hanno ricevuto Gesù alla mensa eucaristica nella chiesa della Marcelliana. Il rinnovo delle promesse battesimali, che ha accomunato tutti i presenti, aveva davanti il segno concreto di questo impegno, inizio di un percorso nel quale la prima comunione è stato un ulteriore passo verso la maturità nella vita cristiana. In quella domenica, l’emozione dei ragazzi, dei genitori e della comunità ha coinvolto molte famiglie che alla Marcelliana in Panzano, a San Giuseppe in largo Isonzo, al Redentore in via Romana hanno accompagnato figlie e figli attorno all’altare. Scuole protagoniste al Festival della Scienza 21 visitatori la funzione delle vecchie macchine fotografiche, ricostruite dagli stessi studenti. Alcuni studenti, che si sono interessati al tema dell’ambiente, hanno esposto il funzionamento dell’ atmosfera e si sono avvicinati alle caratteristiche del nostro territorio, allestendo un exibit sul Carso. In occasione del Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, l’organizzazione Scienze Under 18 Isontina ha dedicato un’area della Galleria d’Arte Comunale alle tecnologie usate nella Grande Guerra. E’ stata allestita dunque una mostra " Da Leonardo ai Droni", nella quale era presente una ricostruzione del progetto di Leonardo del decaplano e numerose foto sui modelli di aerei utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale. Questa parte dell’evento è stata realizzata in collaborazione con la sezione Aeronautica dell’ISIS Malignani e con quella di altri enti territoriali quali l’" Associazione Laboratorio Leonardo" di Oderzo, l’"Associazione Aeronautica" di Monfalcone , il "Club 77 Frecce Tricolori" e "ELIFRIULIA S.r.l.". Nella commemorazione del centenario della Grande Guerra è stato inoltre possibile visitare sabato mattina il simulatore di volo della Grande Guerra di proprietà del comune di Monfalcone al Palazzetto Veneto. L’organizzazione scientifica, inoltre, ha cercato di coinvolgere nel Centenario anche i bambini, sviluppando un laboratorio sulla costruzione di aerei di carta e ha dedicato altri otto laboratori invece su tematiche ambientali e matematiche.Scienze Under 18 Isontina, per l’organizzazione dell’evento, ha trovato molto sostegno da parte di diversi enti e comuni della regione, e dall’amministrazione comunale di Monfalcone. Non va dimenticato inoltre che le scuole sono state le principali protagoniste, in quanto sono state in grado di educare i visitatori sul territorio. A partire dai bambini c’è stata infatti una capacità di condividere con altri studenti e visitatori le nozioni acquisite nel corso di questa manifestazione. La comunicazione è la forza del "Festival della Scienza"che il comune di Monfalcone si impegna a continuare a sostenere anche in futuro. Beatrice Branca chiesta di Sant’Ambrogio in centro città. La festa in chiesa, la festa con i genitori e i parenti e poi ritorna la vita di ogni giorno. È proprio qui, nella vita di ogni giorno, che la prima comunione porta un nuovo significato, un nuovo impegno, un nuovo modo di vivere le cose che quotidianamente siamo chiamati a fare. Allora si può ripensare al percorso fatto con queste ragazze e questi ragazzi, con le loro famiglie e con l’intera comunità. La prima comunione non è la festa finale di un corso di dottrina; è un inizio, l’incontro con Gesù che chiede di camminare assieme sulle strade della vita. In questo ’camminare assieme’ le famiglie e la comunità cristiana continuano a esprimere la loro missione di testimonianza e di crescita nella fede. Agenda ■ Monfalcone Concerto sacro Si è svolto domenica 9 maggio scorso presso il duomo di Monfalcone un interessante concerto. Protagonista è stata la cappella musicale della basilica di San Francesco di Ravenna, diretta dal maestro Giuliano Amadei. All’organo Zanin del 1936 l’organista Andrea Berardi che non si è solamente limitato a dare supporto alla corale ma ha anche eseguito alcuni brani concertistici per far risaltare lo strumento. Una serata che ha visto la presentazione di uno svariato repertorio, che ha spaziato da brani inglesi, cantate tedesche e arie tardobarocche. Interessanti anche i due brani per solisti eseguiti dalla soprano Annarita Venieri e la mezzosoprano Carla Milani. La ricerca della perfezione esecutiva della compagine ha strappato al modesto pubblico fragorosi e giubilanti applausi. ■ Gorizia Archivi a convegno Nell’ambito della Settimana della cultura friulana promossa dalla Società Filologica Friulana, giovedì 14 alle 16 presso la sala "della Torre" della Fondazione CARIGO avrà luogo il convegno Archivi a Gorizia. Sostenuto dalla BCC Lucinico Farra e Capriva, il convegno - cui partecipano l’Icm, la Biblioteca Statale Isontina e l’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia - gode del patrocinio del Ministero dei beni e attività culturali, della Regione FVG, dell’Arcidiocesi e della Provincia di Gorizia, dei Comuni di Gorizia e di Nova Gorica, dalla stessa Fondazione Carigo e dall’Associazione Nazionale Archivistica Italiana. Fine settimana di storia e cultura a Duino W eekend di storia, cultura, arte a Duino Aurisina: dopo l’ex tempore di Primavera al Castello, nell’ambito dell’iniziativa "Vini: appuntamento con la storia" promosso dal Gruppo Ermada in collaborazione con diversi partner, il Centro di Promozione Territoriale di Sistiana ha ospitato la mostra "L’arte è donna (le donne... il vino)" , la presentazione del libro "Nunc est bibendum" a cui è seguita la premiazione degli artisti che hanno partecipato all’ex tempore al Castello di Duino. Nella foto oltre allo scrittore Stefano Mariano Mazza, alla presidente dell’Ajser Lucia Lalovich Toscano organizzatrice delle iniziative artistiche, alla prof. Clama e la dott.ssa Silvestri, anche numerosi artisti premiati. 22 Cormonese - Gradiscano Sabato, 16 maggio 2015 I^ comunione il 17 per 26 bambini Agenda Tanti appuntamenti nei fine settimana a San Valeriano S aranno dei fine settimana mai così impegnativi per la comunità di San Valeriano quelli che inizieranno questa domenica 17 maggio con la festa delle Prime comunioni per 26 bambini dell’Unità pastorale che si accosteranno per la prima volta alla Mensa eucaristica dopo due anni di percorso con l’équipe degli amici catechisti. Sarà poi la volta della festa del Borgo da venerdì 22 a domenica 24 maggio che quest’anno all’ombra della chiesa ha trovato il suo ambiente più consono. L’ultimo fine settimana vedrà invece negli spazi della parrocchia la festa dei Popoli, un momento "per stare insieme" apprezzando le diversità come convivialità delle differenze. L’evento vuole essere anche una risposta al messaggio che Papa Francesco ha dato alla Chiesa lo scorso anno, in particolare per la giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che recitava: "Chiesa senza frontiere, madre di tutti." Alle ore 9,30 ci sarà la santa Messa presieduta Domenica 31 la Festa dei Popoli con la messa presieduta dall’arcivescovo Carlo, lo scambio di testimonianze ed il pranzo comunitario dall’arcivescovo e arricchita dai canti liturgici delle diverse comunità presenti. Seguiranno presso il tendone uno scambio di testimonianze e il pranzo comunitario con degustazioni dei piatti tipici delle diverse cucine del mondo. È questo un momento in cui la Chiesa diocesana, attraverso la Caritas e Migrantes, vuole allargare le sue braccia per esprimere quel segno che vive sulla pelle tutti i 365 giorni dell’anno, quello dell’accoglienza di tutti i popoli, senza distinzioni e senza confini e per annunciare a tutti che "Dio è amore" (1 Gv 4,8.16). Questo diventa particolarmente significativo a Gradisca, luogo di ombre e luci in questo senso per la presenza dell’unico CARA del Triveneto. La presenza di popoli con cultura e lingua diverse che vivono accanto a noi nel nostro territorio infatti ci stimola a conoscerci, a relazionarci, ad aprirci. Momento riassuntivo di questi eventi sarà giovedì 4 giugno la festa del Corpus Domini che per la prima volta si celebrerà a San Valeriano con la Messa e con la processione per le vie del Borgo, vie le cui famiglie sono state visitate in questo ultimo tempo dai sacerdoti e dai diaconi che hanno portato la benedizione pasquale del Signore ❚❚ Sagrado Insieme sul Quarin per concludere l’anno di catechesi A nche quest’anno, seppur con un numero più ridotto di partecipanti, si è svolta l’uscita di fine anno organizzata dalla Parrocchia di Sagrado, con meta nuovamente come lo scorso anno, la Chiesa della Madonna del Soccorso sul Monte Quarin. Il tempo splendido e caldo ha permesso al gruppo di passeggiare lungo il sentiero nel bosco: i partecipanti, bambini e ragazzi appartenenti ai gruppi parrocchiali con le loro famiglie, hanno raggiunto la Chiesa tramite un sentiero, impegnandoli in una piacevole passeggiata di circa un’ora, im- mersi nella natura e nel verde. Un momento davvero importante di conoscenza e di condivisione delle proprie esperienze. Dopo una pausa ristorativa è stata celebrata la Messa da Don Giovanni Sponton: durante la celebrazione si è pregato molto per la Chiesa ed è stata ribadita l’importanza della Santa Messa come momento centrale del nostro essere cristiani, della nostra vita, del nostro essere testimoni del Vangelo nel quotidiano. Al termine c’è stato un momento di ringraziamento da parte di catechisti e animato- G Studenti ricercatori sulla 1^ Guerra Direttore responsabile: Mauro Ungaro Direzione, Redazione, Amministrazione: 34170 Gorizia - Via Seminario, 7 Telefono 0481 531663 - Fax 0481 532878 email:[email protected] Autorizzazione Tribunale di Gorizia n. 33 del Registro 7-1-1964 Stampa: CENTRO STAMPA DELLE VENEZIE Soc. Coop. a r. l.,Via Austria 19/b - 35127 Padova PD, tel. 049 8700713; email: [email protected]. Pubblicità: PUBLISTAR, Via Treppo, 5/B - 33100 li alunni della classe quinta della scuola primaria "Giuseppe Mazzini", di Villesse, si sono gettati a capofitto, con l’entusiasmo della loro età, per recuperare le tracce dei loro ormai trisavoli e raccogliere informazioni sul loro conto, soprattutto in veste di soldati della prima guerra mondiale, che dalle nostre parti hanno indossato, almeno inizialmente, la divisa dell’esercito austro-ungarico. Il tutto per partecipare al concorso "Isonzo, teatro di guerra", indetto - Udine - Tel. +39 0432 299664 Email: [email protected] www.publistarudine.com Spedizione in abbonamento postale Abbonamenti: Ordinario (annuo): Euro 45,00 - Sostenitore: Euro 50,00 - Benemerito: 100,00 - Estero: Paesi europei: Euro 100,00 - Paesi extraeuropei (via aerea): Euro 125,00 - Prezzo di una copia Euro 1,00 - Una copia arretrata Euro 2,00 - L’importo dell’abbonamento può essere direttamente versato all’Amministrazione, IL GRUPPO DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI DELLA PARROCCHIA DI SAGRADO PARTECIPANTI ALL’INCONTRO SUL MONTE QUARIN ri per l’anno appena terminato, con l’impegno di portarlo avanti anche il prossimo e per alcuni di concluderlo al meglio la prossima settimana con la Festa della Prima Comunione. A tutti va l’augurio di poter rimanere uniti su questa strada nel nome del Signore per poter continuare ad offrire il proprio servizio alla comunità rivolgendo uno sguardo particolare ai bambini e ai ragazzi. Michela Becci dal Club Unesco" di Gorizia. "È stato un lavoro bellissimo", hanno commentato gli scolari villessini, fieri delle loro ricerche, così come si sono sentite fiere del lavoro svolto anche le insegnanti che li hanno seguiti e che alla fine hanno avuto la gradita sorpresa e la soddisfazione di figurare tra i vincitori, addirittura con menzione speciale. Ma al di là del premio - rilevano le docenti stesse - il lavoro è risultato molto importante, soprattutto perché ha permesso di rispolverare e far rivivere storie, Giornale Locale di Informazione Generale oppure a mezzo C.C.P. n. 10656494 intestato a Voce Isontina, via Arcivescovado, 4 - 34170 Gorizia Pubblicità: Tariffe a modulo (mm. 40 x 42 mm.): Euro 18; finanziari, legali: Euro 26 Tutti i diritti riservati - Esce ogni sabato. I manoscritti e le fotografie inviati alla redazione, an- ■ Gradisca Santa Rita Ritorna Venerdì 22 maggio la devozione a Santa Rita da Cascia. In duomo a Gradisca alle 8,30 e alle 18 saranno celebrate le Sante Messe con la benedizione delle rose e la venerazione della Reliquia della Santa. ■ Mossa Il 20° del Preval Proseguono gli appuntamenti in opccasione del 20° della ricostruzione del santuario mariano del Preval. Giovedì 14 maggio, giorno in cui ricadono esattamente i 20 anni dalla ricostruzione, alle ore 20.30 si svolgerà una conferenza dal titolo "Il Preval fra fede, storia, arte e cultura". Realizzato in collaborazione con l’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia, vedrà la presenza della dott.ssa Elisa Tofful, autrice del volume "La Chiesa del Preval" pubblicato dal Comune di Mossa, e della prof.ssa Liliana Ferrari, docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese presso l’Università degli Studi di Trieste. Nelle giornate di domenica 17 e 24 maggio, saranno organizzate delle aperture straordinarie del Santuario dalle ore 16 alle ore 18. Durante le aperture, con inizio alle ore 16.30, ci sarà la possibilità di assistere a visite guidate con la dott.ssa Elisa Tofful che illustrerà ai visitatori aspetti artistici, storici e culturali della chiesa del Preval. aneddoti ed episodi vissuti dagli antenati dei bambini durante la guerra. Episodi e racconti che sono tornati alla memoria ad un secolo di distanza, che meritano d’essere conservati e tramandati oralmente e che altrimenti sarebbero andati perduti. Ed allora è tornata alla luce la storia del trisavolo Luigi, soldato austro-ungarico mandato a combattere in Ungheria, dove un proiettile gli trapassò il petto e, ritenendolo morto, venne posto e rimase per molte ore sotto un cumulo che se non pubblicati, non si restituiscono. Il settimanale usufruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250. Informativa: Ai sensi dell'art. 13 del Dlgs del 30.06.2003 n° 196 (Codice Privacy), si precisa che i dati dei destinatari del giornale, da tempo in nostro possesso, forniti all'atto della sottoscrizione dell'abbonamento o diversamente acquisiti da enti collegati con l'Arcidiocesi di Gorizia - Voce Isontina, verranno utilizzati dalla stessa Arcidiocesi di Gorizia - di soldati morti: sopravvisse per miracolo. Emozionante anche la storia, della trisavola Italia, che dovette cambiare il suo nome con Maria, altrimenti non avrebbe mai trovato lavoro. Nell’ambito della loro ricerca, gli scolari e le insegnanti, per capire più a fondo la portata della grande guerra, hanno visitato i luoghi che sono stati teatro di queste storie, tra cui Oslavia e la cima del Monte Calvario. E.C. Voce Isontina, editrice del settimanale, per essere inseriti in un archivio informatizzato idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Tali dati saranno utilizzati, salvo espresso divieto scritto degli interessati, oltre che per il rispetto del rapporto di abbonamento o di invio di pacchi, anche per le proprie attività istituzionali ivi comprese la comunicazione, l'informazione e la promozione, nonché per conformarsi ad obblighi normativi e di legge. Questo numero è stato chiuso in redazione alle 13 di martedì 12 maggio 2015 Cormonese - Gradiscano Sabato, 16 maggio 2015 23 Incontro sull'accoglienza di 15 richiedenti asilo Immigrati: la comunità cristiana farà la sua parte "I Don Nutarelli: "Necessario fare rete fra le associazioni. L’arrivo di 15 persone non cambierà certo la vita di Cormons" l fenomeno dell’immigrazione c’è, non è destinato a scomparire; perciò, davanti a un fenomeno che c’è e non si può cancellare, bisogna solo domandarsi come governarlo e come reagire di fronte a queste persone, soprattutto quando le nostre comunità sono chiamate a ospitarle concretamente. E per la comunità cristiana l’accoglienza è fondamentale, ma è necessario mettersi insieme, fare rete fra le associazioni presenti sul territorio e anche con le singole persone che vogliono essere solidali e dare una mano. L’arrivo di 15 persone non cambieranno certo la vita di Cormons". Lo ha affermato a chiare lettere il parroco don Paolo Nutarelli intervenuto all’incontro svoltosi nella sala civica sul tema "Cormòns accoglie i richiedenti asilo" promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con E’ Qua, la parrocchia di Sant’Adalberto e l’Associazione Cultura Globale. Sono intervenuti Gianfranco Schiavone, presidente dell’ICS Ufficio Rifugiato Onlus di Trieste, don Valter Milocco vice direttore della Caritas diocesana e responsabile diocesano di Migrantes, Walter Tosolini sindaco di Nimis, Angela Lovat rappresentante della ong "Ospiti in arrivo" di Udine e il sindaco di Cormons Luciano Patat. Ha moderato il dibattito Andrea Bellavite. La finalità dell’incontro era quella di informare la cittadinanza sulla questione dei richiedenti asilo, incentrandosi in particolare sulla disponibilità data dal Comune di Cormons a ospitare quindici persone sul proprio territorio, attraverso un tipo di accoglienza diffusa. E proprio per questo motivo sono stati chiamati a illustrare le loro esperienza il sindaco di Nimis, paese che ospita una trentina di immigrati che, grazie a una serie iniziative che li coinvolge, si stanno integrando con la popolazione, e la Lovat. la cui associazione opera a favore dei richiedenti asilo privi di qualsiasi forma di accoglienza. In particolare Tosolini ha spiegato che grazie a un protocollo di intesa con la Regione e la Caritas sono stati avviate iniziative come corsi di italiano, educazione civica e piccoli lavori a base volontaria. Schiavone, la cui onlus avrà in gestione i richiedenti asilo che arriveranno a Cormons, ha riportato sinteticamente i risultati positivi della situazione di Trieste, dove attualmente sono presenti 650 rifugiati in un sistema di accoglienza diffusa, con case e abitazioni sparse sul territorio. Il sindaco di Cormòns Luciano Patat ha spiegato il percorso compiuto dal Comune, e la strada ancora da percorrere, nell’ospitalità di richiedenti asilo o rifugiati. Dopo aver dato fin da subito la disponibilità a ricevere un discreto numero di persone, dopo la formulazione di diverse ipotesi tra cui quella di recuperare un alloggio di proprietà dei frati francescani, si è finalmente giunti alla stesura di un progetto ed una convenzione tra la Prefettura, il Comune e l’ICS Onlus di Trieste. L’obiettivo è di riuscire a trovare alcune case private da affittare per l’accoglienza di 15 richiedenti asilo, molto probabilmente provenienti dall’Afghanistan presenti ora a Gorizia. La speranza è di riuscire a far partire il sistema già nel mese di maggio. Anche se la gestione sarà affidata interamente all’Ics, Patat ha rimarcato la precisa volontà dell’amministrazione di coinvolgere le diverse associazioni presenti sul territorio per permettere la conoscenza e l’integrazione di queste persone. A seguito degli interventi, si è svolto un breve dibattito in cui alcuni cittadini hanno espresso le proprie opinioni o rivolto domande ai relatori. Festa di Prima Comunione a Cormons Alla mensa di Gesù per la prima volta In breve ■ 23 e 24 maggio Torna la Fieste da viarte sul monte Quarin DOMENICA SCORSA 43 BAMBINI E BAMBINE DELLA PARROCCHIA DI CORMONS HANNO RICEVUTO LA PRIMA COMUNIONE. E’ STATO UN MOMENTO DI FESTA CHE HA VISTO PARTECIPI, IN UN DUOMO GREMITO, I GENITORI , I PARENTI E GLI AMICI E CATECHISTI DEL COMUNICANDI.LA CELEBRAZIONE È STATA PRESIEDUTA DAL PARROCO DON PAOLO NUTARELLI. (FOTO VALENTINA BALBI) Preparare l’orto: tecniche di semina I vari metodi possibili (e facili) per piantare le semenze o trapiantare le piantine nel terreno preparato in precedenza S e avete seguito passo passo i vari consigli che vi abbiamo dato qualche settimana fa a questo punto avrete la terra, friabile, concimata al punto giusto e con i vari solchi e potete procedere con la semina del vostro prodotto. Cominciamo col dire che possiamo scegliere tra utilizzare la piantina o il seme. Cominciamo dal trapianto. Rimuoviamo la piantina, con tutta la terra, dal vasetto di plastica in cui solitamente si trovano quando le acquistiamo, utilizziamo un bastone o una piccola paletta per fare un buco nel solco della larghezza del vaso e 5 cm più profondo, inseriamo la piantina con la terra nel buco e avviciniamo la terra al fusto della piantina premendo un po’ per stabilizzarla. Una volta trapiantate tutte le piantine bagniamo abbondantemente. E’ la terra che va bagnata abbondantemente non la pianta. Il solco che avete precedentemente creato serve proprio per trattenere l’acqua quindi con il classico tubo da giardino o con l’innaffiatoio versate l’acqua nel solco. Se non bagnate le foglie eviterete fastidiose malattie delle piante che potrebbero influire negativamente sulla produzione delle vostre colture. La semina Questa procedura può essere fatta, in due modi: Semina a spaglio. Gettare nel modo più uniforme possibile la semenza su un’area di terreno piano e friabile, suddiviso in aree di circa un metro quadro, in modo da poter raggiungere il centro senza calpestare la zona coltivata. Quando i semi sono adagiati sul terreno verificate la loro uniformità e aggiungete o diradate la semenza in base alle necessità. Ora ricoprite il tutta l’area con 2 o 3 cm di terra friabile per evitare che gli uccelli o le formiche abbiano libero accesso ai semi. Compattate il terreno con il dorso della pala e innaffiate abbondantemente. La terra per i primi 3 giorni Cormons rivivrà sabato 23 e domenica 24 maggio la Fieste da viarte, una vera festa di primavera che da anni richiama sul Quarin migliaia di persone. A questa manifestazione partecipa anche il Gruppo missionario cormonese che per sabato 23, dalle 15.30 alle 17.30, sul piazzale del monte Quarin, organizzerà per i bambini il laboratorio del riciclo che prevede la costruzione di un leprotto. Ogni bimbo dovrà essere accompagnato da un adulto che lo aiuterà a cucire, decorare e imbottire il pupazzo. Per partecipare è sufficiente p tare un paio di calzetti usati ma non bucati. Domenica, dalle 10 e fino al tramonto ci sarà la festa vera e propria. Sul piazzale del Quarin si svolgerà Pompieropoli, l’iniziativa dei vigili del fuoco di Gorizia, Nova Gorica e Trieste. dovrà rimanere sempre molto umida per agevolare la germinazione. Vi consiglio in questo caso un’innaffiatura a pioggia molto dolce per evitare che getti troppo forti spostino i semi. Semina in solco o in buche Realizzate delle buche (preferibilmente in linea) o dei solchi, mettete due o tre semi per buco o a mucchietti distanziati nel caso del solco, ricoprite con la terra e compattatela per evitare che se li mangino gli uccelli e bagnate abbondantemente per i primi 3 o 4 giorni. Vi consiglio di piantare un bastoncino sul bordo del terreno appena seminato e di attaccarci la busta della semenza che avete utilizzato, in modo da ricordare cosa avete seminato prima che la piantina germogli. Se volete riparare ulteriormente la terra seminata vi consiglio di utilizzare dei teli protettivi traspiranti così eviterete che la pioggia forte e gli uccelli possano rimuovere i semi prima della germinazione. Paolo Cappelli responsabile provinciale progetto Campagna Amica Coldiretti Gorizia Info [email protected]