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Anno LI - Numero 19
Società
3
Speciale
4
Cultura
Siria: i cristiani
contano i morti
Cristiani
perseguitati
La Via Crucis
di don Pinat
di Terrasanta,
padre Pizzaballa
ai fedeli che vivono
nelle Americhe
dai soldati italiani,
fu internato in Sicilia
a drammatica
L
testimonianza
del Custode
EDITORIALE
24 maggio
a preghiera
L
di questa
settimana dedicata
arroco di Mossa,
P
arrestato
nel giugno 1915
16 maggio 2015 - Euro 1,00
9
Gorizia
14
Riforma
sanitaria
ome vengono
C
recepite
dal territorio le novità
volute dalla Giunta
Serracchiani?
Domenica 17 la raccolta in diocesi
di Mauro Ungaro
È
trascorso un secolo. Domenica
prossima, 24 maggio,
ricorderemo i 100 anni
dall’entrata dell’Italia nella
prima guerra mondiale.
Ci potranno essere molti modi per
celebrare quella data. L’importante è non
perdere di vista il senso che essa ebbe
per le popolazioni di questa nostra terra.
Già da un anno i giovani goriziani erano
partiti per il fronte orientale, verso terre
sconosciute che li avrebbero in troppi
casi inghiottiti per sempre: ai loro cari
rimaneva solo la speranza in un ritorno
che per molti si sarebbe ben presto
trasformato solo in illusione. Un destino,
però, ancora più crudele li attendeva: i
"vincitori" imposero sulla memoria dei
"vinti" la polvere dell’oblio forzoso. I loro
nomi non erano degni di essere incisi su
nessuna lapide: una damnatio memoriae
che solo da poco tempo - ma ancora con
tanta fatica - si sta scalfendo restituendo
a quei militari l’onore che meritano.
Quel 24 maggio l’inutile strage, con tutta
la sua violenza e la sua scia di
devastazione e di lutto, divelse le porte e
piombò nelle case dei goriziani ma
anche dei cormonesi o dei gradesi…
Quello che sino ad allora era stato
confine divenne, tragicamente ed
improvvisamente, fronte.
E furono i bombardamenti, le migrazioni
forzate, le deportazioni, le violenze…
Fu la fine dei sogni di una generazione di
italiani e austro-ungarici, cattolici e
ortodossi, musulmani ed ebrei: la brama
di potere dei governanti e l’ambizione
dei generali avrebbe impedito all’oggi di
quei giovani di divenire domani
facendone vittime sacrificali nelle
trincee del Sabotino o nelle pietraie del
Carso. Il destino, nella sua tragicità,
univa quello che le uniformi militari
facevano apparire diverso, beffando la
presunzione di onnipotenza degli
uomini.
Ed anche chi riuscì a salvare la vita ebbe,
comunque, il futuro lacerato per sempre
dal filo spinato dei campi di battaglia.
Non sarebbe bastato il 4 novembre di tre
anni dopo a richiudere le ferite che quel
24 maggio si aprivano. Ferite penetrate
nel profondo dell’animo di intere
popolazioni e che avrebbero condotto
l’Europa ed il mondo, poco più di un
quarto di secolo più tardi, ad un nuovo,
devastante conflitto.
Per ricordare il 24 maggio 1915 forse è
necessario ripartire proprio dalle parole
pronunciate questa settimana da papa
Francesco: "La pace è un lavoro, non è
uno stare tranquilli".
La solidarietà
per il Nepal
Sabato 23 Veglia di Pentescoste a Gradisca.
Appuntamento
per i giovani alle 17 a San Valeriano
e per le Aggregazioni laicali
alle 17.30 in S. Spirito.
Alle 20.30 inizio della Veglia sul ponte
che collega Gradisca a Sdraussina e quindi
trasferimento alla chiesa di Santo Spirito
Unitalsi
8
La pagina a cura
della Sottosezione di
Gorizia
Mandamento 19
Intervista al presidente
della BCC di
Staranzano e Villesse
Grado
18
Un premio a chi ha
permesso la riapertura
dell’Ospizio Marino
Mandamento 21
Scuole protagoniste
al festival
della Scienza
Società
Sabato, 16 maggio 2015
3
Il custode di Terra Santa, padre Pizzaballa, è appena rientrato da un viaggio in Siria
dove ha potuto verificare le condizioni drammatiche in cui vive tutta la popolazione
Siria: i cristiani contano i morti
“H
o visitato Latakia, Aleppo e Damasco. A Latakia
la situazione più
tranquilla dal punto di vista
dei combattimenti. Qui la
guerra si avverte soprattutto
per la carenza dei beni di prima necessità. Nel centro di
Damasco, rispetto a sei mesi
fa, si vive leggermente meglio,
ma la periferia non esiste più.
Interi quartieri sono stati distrutti, rasi al suolo, bombe
che cadono in continuazione e
totale mancanza di elettricità
e di acqua. Aleppo, invece, è
semidistrutta e sotto assedio,
con totale mancanza di acqua,
elettricità e cibo”. È un resoconto drammatico quello che
il custode di Terra Santa, padre
Pierbattista Pizzaballa, fa del
suo viaggio in Siria, da dove è
rientrato da pochissimi giorni,
nel quale ha incontrato le fraternità della Custodia e le comunità cristiane locali per mostrare loro vicinanza e
solidarietà.
“La gente è disorientata - racconta il custode - non riesce a
capire cosa sta accadendo e
cosa potrebbe accadere. Ho
assistito a funerali, conosciuto
carichi di sofferenza, di frustrazione, di impotenza incredibili. Nessuno sa cosa potrebbe
accadere,
il
disorientamento è totale. Ho
incontrato vescovi che non
sanno più cosa dire davanti a
tale scempio. I loro appelli cadono nel vuoto”.
Si combatte da quattro anni
senza vincitori. A perdere è
la popolazione con i cristiani che stanno pagando un
prezzo altissimo…
“Non è una guerra come le altre e non è una guerra religiosa. Questa sta provocando un
cambiamento radicale nella
vita della Siria e dell’intera regione. La domanda della gente non è solo ‘quando finirà
questa guerra?’. Ci si chiede soprattutto ‘cosa ci sarà dopo?,
stendo ad un “olocausto cristiano”. Come fermare il
massacro?
“Abbiamo celebrato il centenario del genocidio armeno.
Allora sembrava che tutto fosse finito per quel popolo. Così
non è stato. Non so come finirà
la guerra nella regione e lo
scontro tra sciiti e sunniti. Da
cristiano non posso credere
che nel mondo ci siano milioni e milioni di musulmani con
i quali non posso dialogare.
Non lo posso credere e per questo devo ricercare il dialogo.
Anche così si ferma il massacro”.
Cosa dovrebbe fare la comunità internazionale per
trovare una via di uscita alla crisi?
“La comunità internazionale
ha fatto molto sbagliando
molto. Ora potrebbe recuperare, innanzitutto fermando la
vendita di armi. Non sono co-
"Su 70 morti, 60 sono
musulmani e 10
cristiani. Ognuno
conta le proprie
vittime come
se fossero le uniche"
chi verrà qui?’, ‘lo Stato islamico o altri?’,‘se a vincere sarà
l’Is cosa sarà di noi?’, ‘chi sta
sparando?’ e ‘perché ci sparano?’. Sono tutte domande che
non hanno risposta. Ma a morire non sono solo i cristiani. Se
ci sono 70 morti 60 sono musulmani e 10 cristiani. Ogni
gruppo religioso conta le proprie vittime come se fossero le
uniche. Non è facendo valere il
numero dei propri morti che si
contrasta il radicalismo. Bisogna rinsaldare l’amicizia tra
cristiani e musulmani. Non
serve dividersi”.
Sui cristiani pesa l’accusa di
essere vicini al dittatore di
turno, come Assad. È così?
“Questa accusa viene contestata dai leader cristiani, ma
credo che un fondo di verità ci
sia. Quando lo Stato islamico
pensa ai cristiani pensa ad Assad, questo è un fatto. La minoranza cristiana è percepita
come una presenza occidentale nel mondo musulmano ma
non è vero. I cristiani sono i
primi abitanti di queste terre.
Vero è, invece, che i cristiani
hanno un legame con l’Occidente che l’Islam non ha.
Guardando in positivo credo
che i cristiani del mondo arabo possano aiutare i musulmani a comprendere meglio
l’Islam, ma dubito che possa
accadere in questa fase”.
È anche vero che in Siria e
Iraq sono rimasti pochissi-
mi cristiani. Un esodo che
interessa tutto il Medio
Oriente, specie dopo le primavere arabe. Siamo alla fine dell’Oriente cristiano?
“Le primavere arabe sono finite da tempo. Hanno rappresentato un cuneo nel quale si è
sviluppato tutto il caos attuale. Sono in Medio Oriente da
oltre venti anni e dell’emigrazione dei cristiani si è sempre
parlato. Se ci fosse stato un vero esodo saremmo già scomparsi. Oggi in Siria e in Iraq la
situazione è gravissima, più
della metà dei cristiani è fuggita, specie chi aveva le risorse
per farlo. Sono certo, tuttavia,
che non siamo alla fine dell’Oriente cristiano”.
Comprendo la necessità di
sperare, ma qui, come ha
detto il segretario generale
della Cei, monsignor Nunzio Galantino, stiamo assi-
"Da cristiano non
posso credere
che ci siano milioni
di musulmani
con i quali non posso
dialogare"
se scontate: bisogna insistere
molto sui Paesi arabi accompagnandoli non solo dal punto di vista economico ma anche vigilare sugli aspetti etici e
sociali, fare in modo che nelle
scuole islamiche venga dato
un corretto insegnamento dell’Islam. Il radicalismo non nasce dal nulla ma da un contesto culturale e religioso
sbagliato. Non esiste sviluppo
economico sostenibile che non
abbia al centro la persona e i
suoi diritti. Se vogliono lo possono fare”.
a cura di Daniele Rocchi
Sabato 23 maggio
A Gradisca la Veglia di Pentecoste: alle 17
appuntamento per i giovani in San Valeriano
a vigilia di Pentecoste nella
nostra diocesi da molto tempo
è un giorno per vivere un po’ la
comunione che viene dal fatto
di vivere tutti nello stesso Spirito
ricevuto nel battesimo.
In particolare è stata l’occasione per i
giovani da molto tempo, e più
recentemente anche per le
Aggregazione Laicali, di esprimere la
bellezza dell’unità nella diversità.
Quest’anno l’incontro di Pentecoste
si svolgerà a Gradisca, sabato 23
maggio, vigilia di Pentecoste.
Considerando che ci troviamo a 100
anni dalla Prima Guerra Mondiale, a
70 anni dalla Seconda Guerra
Mondiale e a 25 anni dal crollo del
muro di Berlino, seguendo lo spunto
proveniente dal Servizio Nazionale di
Pastorale Giovanile, il tema che farà
da filo conduttore e verrà proposto
alla riflessione dei presenti sarà
"Servono ponti non muri".
È lo Spirito che permette di superare
le divisioni rappresentate dai muri e
di vivere a pieno la comunione
rappresentata dai ponti.
L’incontro di sabato 23 sarà piuttosto
articolato.
Per i giovani dei gruppi, delle
associazioni e dei movimenti il
ritrovo sarà alle 17.00 presso la chiesa
di S. Valeriano.
Ci si dividerà poi in quattro gruppi
che si confronteranno con diversi
"muri" in diverse zone della
cittadina: il muro davanti allo
straniero, il muro davanti alla
diversità/malattia, il muro davanti
"Servono ponti, non muri"
L
alla tecnologia, il muro davanti alla
dittatura dell’apparenza.
Alle 19.30 si convergerà al Coassini
dove verrà fornito uno spuntino.
Alle 20.30 ci sarà l’inizio del momento
di preghiere presieduta dal vescovo
Carlo: simbolicamente il momento
della veglia comincerà sul ponte che
collega Gradisca a Sdraussina.
Ci si sposterà poi nella chiesa di S.
Spirito (Mercaduzzo) dove si
concluderà l’ascolto della Parola di
Dio e l’invocazione dello Spirito.
Gli adulti delle Aggregazioni Laicali,
rispondendo all’invito della Lettera
Pastorale, pregheranno per i giovani
della diocesi alternandosi dalle 17.30
alle 21.00 nella chiesa di S. Spirito,
per poi partecipare insieme al
momento di preghiera col vescovo.
4
Sabato, 16 maggio 2015
Speciale
Dall’11 al 17 maggio la Chiesa diocesana fa attenzione ai cristiani perseguitati nelle Americhe
I
l Messico è entrato nella
World Watch List 2015
(WWL) raggiungendo la
posizione numero 38.
Una situazione causata dalla progressiva espansione
del crimine organizzato che
ha fatto registrare molti incidenti aventi i cristiani come obiettivo.
Le fonti di persecuzione:
corruzione organizzata, antagonismo tribale, secolarismo intollerante coesistono
in parti differenti del territorio messicano.
La sovrapposizione di queste distinte fonti di persecuzione spingono verso l’alto
il punteggio di questo paese.
sponde a una vera e propria
persistente spinta da parte
di organizzazioni multilaterali e ONG allo scopo di rimuovere tutti i valori cristiani dalla sfera pubblica,
in particolare dal sistema
pubblico di istruzione.
Questo tipo di legislazione
liberale effettivamente riduce la libertà dei cristiani
di esprimere liberamente la
propria fede nella sfera
pubblica.
Da questa fonte, lo stile di
vita cristiano viene spesso
ridicolizzato.
La situazione
La violenza estrema, che include l’omicidio, estorsione
e rapimenti, crea paura e
Fonti
forza i cristiani e le Chiese
di persecuzione
a tenere un profilo basso.
In questo momento il
Queste minacce costanti,
Messico è un paese che sta
in alcune aree, rendono il
subendo un attacco fronnormale svolgersi della vitale da parte del crimine
ta della chiesa pressoché
organizzato. In certa miimpossibile.
Insegnare che gli affari connessi al traffico di droga
sura sta vivendo l’espeI cristiani che rifiutano di
rienza della Colombia dei
pagare il denaro richiesto
non sono compatibili con il Vangelo diventa causa di persecuzione
durissimi anni ’90. Negli
dalle organizzazioni crianni più recenti le più imminali sono costretti a
portanti basi del crimine legato al com- che gli affari connessi al commercio e al nelle aree tribali, principalmente cri- chiudere la loro chiesa o a non poter
mercio della droga e le sue connessioni traffico della droga non sono compati- stiani evangelici e pentecostali e in mi- svolgere la propria attività economica,
con il traffico di stupefacenti si sono bili con l’insegnamento del Vangelo e sura minore anche sui presbiteriani.
diversamente andrebbero incontro a
spostate dalla Colombia all’America tendono a chiedere lealtà e fedeltà ai Specialmente nei piccoli villaggi rurali violente rappresaglie.
Centrale e Messico.
principi evangelici, e quest’ultime non negli Stati del sud del paese i cattolici Le loro case vengono attaccate e qualLe organizzazioni criminali e i cartelli sono compatibili con l’atteggiamento continuano a mescolare il cattolicesimo cuno viene anche ucciso.
della droga prendono di mira i cristiani totalitario di questi gruppi mafiosi.
con antiche credenze pagane indiane; Nel periodo considerato (dall’1 novemperché vedono le Chiese come centri di Le comunità locali negli Stati del sud del coloro che seguono questa sincretica bre 2013 al 31 ottobre 2014), almeno 15
ricavo (perpetrando estorsioni) e per- Messico sono guidate da tradizionali forma di cattolicesimo contrastano con cristiani sono stati assassinati per queché le stesse supportano programmi "leggi di usi e costumi" per obbligare insistenza i cristiani e promuovono fra ste ragioni da parte delle della corruzioper la riabilitazione di persone con di- tutti i membri della comunità ad adot- gli abitanti dei villaggi la convinzione ne organizzata.
pendenza dalla droga e dall’alcol. Come tare uno stile di vita omogeneo. Non ap- che i cristiani stiano tentando di inde- Anche un numero importante di chiese
riportato da un notevole numero di te- pena i membri della comunità accetta- bolire la cultura tradizionale.
sono state attaccate.
stimoni, le organizzazioni criminali non no una religione diversa, la legge degli I cristiani dunque vengono condannati, Nelle comunità indigene, i convertiti
esitano a usare violenza pur di proteg- usi e costumi diventa il cappio che mi- incarcerati, picchiati e addirittura alcu- dalla religione tradizionale sono spesso
gere i loro interessi.
vittime di violenza o distruzione delle
naccia la loro stessa esistenza. Recente- ni assassinati per la loro fede.
Le Chiese sono viste come diretta mi- mente si è registrato un considerevole Vi è poi un diffuso secolarismo intolle- proprie case: molti sono costretti a
naccia al loro potere perché insegnano aumento della pressione sui cristiani rante: tale fonte di persecuzione corri- scappare dalla propria dimora.
Messico: violenza e secolarismo
Colombia - Cristianesimo combattuto per i valori che propone
Chiesa nel mirino
dei gruppi criminali
L
a Colombia si colloca al 35° posto nella lista mondiale del 2015.
Fonti di persecuzione
In aree specifiche, i gruppi paramilitari rivoluzionari e anti-rivoluzionari,
intimamente legati alla criminalità organizzata, operano in un contesto di
impunità, di corruzione, di anarchia, di guerre di droga e di una violenza
strutturale.
In tale contesto, i cristiani sono un
gruppo vulnerabile che, a causa
della sua semplice presenza,
diffuso in Colombia.
costituisce una minaccia per
Anche i convertiti dalle religioni
l’egemonia delle organizzazioni
indigene tradizionali sono oggetti di
criminali.
persecuzione.
Il cristianesimo rappresenta un
I convertiti al cristianesimo all’interno
modo alternativo di comportarsi
delle comunità indigene (antagonismo
nella società, soprattutto per i
tribale) sono visti come una minaccia
giovani, il che rende le Chiese un
per il potere dei feudi locali e delle
concorrente diretto delle
tradizioni indigene ancestrali.
organizzazioni criminali.
In Colombia, sia i guerriglieri che i
Il secolarismo intollerante
paramilitari controllano quasi la
Il secolarismo intollerante è una fonte
metà del territorio del paese, ed è
di persecuzione incipiente, una
anche la parte meno popolata del
preoccupazione soprattutto in ambito
paese.
nazionale e religioso.
Il secolarismo intollerante è un
In ambito nazionale, alcune
fattore di persecuzione sta
espressioni pubbliche del
lentamente diventando sempre più
cristianesimo sono ostacolate o
ridicolizzate.
La legge contro la discriminazione in
alcuni casi limita anche la libertà dei
cristiani di esprimere le loro opinioni
sul matrimonio e altre questioni
familiari.
Nella sfera religiosa, succede che le
funzioni religiose o le attività all’aria
aperta siano interrotte da gruppi
contrari alla loro visione. Inoltre, le
idee dei cristiani sono esplicitamente
meno tollerate nel sistema di
istruzione pubblica.
✎Preghiera per l’America
Madre Santissima, Madre di Cristo, Nostra
Signora che a Guadalupe hai riscattato il
popolo indigeno, con te ripetiamo con tutto
il cuore: "Gesù Cristo è il Signore!".
Oggi ti presentiamo i fratelli delle Americhe
del Nord e del Sud, molte nazioni, culture e
lingue diverse, ma con tante cose che li uniscono e molti modi in cui ognuno influisce
sulla vita dell’altro.
Ti affidiamo in modo particolare i giovani,
che per la povertà non hanno la possibilità
di guadagnarsi da vivere e di formare una
famiglia; i giovani il cui ideale è stato soffocato da un eccessivo consumismo e coloro
che cercano l’amorevole presenza di Dio
nella propria vita.
Con cuore carico di dolore, ti affidiamo le
dure prove che sopportano i bambini di
strada: ciò che essi, figli prediletti di Dio,
subiscono, non dovrebbe succedere a nessuno. Liberali dai pericoli, fa’ che possano godere di una vita sicura e normale e scoprire
la presenza dell’amore di Dio.
Ti affidiamo tutti gli immigranti, che non
sono stati bene accolti nei Paesi d’adozione:
sentano la vicinanza della Chiesa, che da
sempre ha accompagnato generazioni di
uomini e donne nel loro cammino verso
una vita migliore.
Ti affidiamo le minoranze, vittime di pregiudizi, i popoli aborigeni e indigeni dell’America, che tanto hanno sofferto nel corso degli ultimi cinque secoli,
i fratelli e sorelle di ascendenza africana, i
cui antenati sono arrivati in America in catene come schiavi.
Ti affidiamo i fratelli cristiani perseguitati
per la loro povertà e per la loro fede in Cristo, tuo Figlio che vive e regna nei secoli dei
secoli. Amen
(Ispirata al Messaggio dell’Assemblea per
l’America del Sinodo dei Vescovi, 2000)
Speciale Azione Cattolica
Sabato, 16 maggio 2015
Convegno delle Presidenze di AC sulla missionarietà alla luce dell'Evangelii gaudium
Povertà: non solo mancanza
ma negazione di opportunità
D
al 24 aprile al 26 aprile sono
stato a Roma per il Convegno
delle Presidenze diocesane di
Azione Cattolica dal tema "La
realtà "sorprende" l’idea. La
missionarietà dell’Ac alla luce
dell’Evangelii gaudium".
Era la prima volta che vi prendevo
parte, e, soprattutto per me che vi
prendevo parte come "Assistente" è
stata una magnifica avventura.
Sì, ho letto e riletto la Evangelii
gaudium di Papa Francesco, ma
rileggerla con i laici e soprattutto in
chiave missionaria all’interno
dell’AC, è stato un altro modo di
approcciarmi all’Esortazione.
Dalla mattina del 25 aprile ci siamo
divisi in cinque mini convegni
partendo da delle parole chiave:
Poveri, Popolo, Misericordia, Gioia e
Dialogo. Io ho preso parte al mini
convegno sui Poveri.
Quello che mi ha colpito è che la
povertà colpisce soprattutto le
famiglie, e molte volte non c’è ne
rendiamo conto, se non quando
qualcuno si ritira o non prende parte
a certi avvenimenti.
Ma è nata tuttavia una nuova
concezione di povertà, che si può
applicare a certe fasce della
popolazione. Per povertà, infatti, non
si intende più solo una mancanza di
ciò che è necessario al benessere
materiale, ma anche la negazione di
opportunità e scelte essenziali per lo
sviluppo umano, come condurre una
vita lunga, sana, creativa, godere di
uno standard di vita dignitoso,
godere di decoro, autostima, rispetto
degli altri e delle cose cui le persone
attribuiscono valore nella vita.
Dividerei dunque questa tematica in
opportuno investire soldi nella
creazione di un apparato produttivo
autonomo e controllato dalle
persone del posto.
Il secondo "tipo" di povertà invece,
riguarda più coloro che vivono nei
paesi più industrializzati. Questi non
sono così poveri da non potere
soddisfare i bisogni primari, ma nello
stesso tempo devono continuare a
vivere di stenti e di umiliazioni. In
Italia, secondo l’Istat, le persone con
un reddito inferiore a 600 euro
mensili sono più del 18%. Le cause
sono molto varie e possono
consistere in situazioni create
dall’individuo attraverso negligenze
o irresponsabilità, ma anche da
problemi di salute, di cattiva sorte, di
discriminazione sociale o da
ambienti poco favorevoli.
A costoro si aggiunge quella
"sottoclasse di emarginati: barboni,
homeless, disoccupati cronici,
immigrati non
integrati", costretti
nelle strade per
necessità. Questo
fenomeno si sta
Con questi primi articoli vogliamo rendervi partecipi di
proprio accentuando
quanto vissuto durante questi 3 giorni al Convegno
con l’aumentare del
Presidenze, in cui abbiamo ragionato sulle orme
fenomeno
dell’esortazione Evangelii gaudium.
dell’immigrazione.
In questo primo appuntamento le risonanze di Eleonora sul
Eliminare la povertà è
miniconvegno che ha trattato della Misericordia e di don
un problema che
Giovanni De Rosa sulla Povertà.
perdura da molti anni,
ma che non si è mai
riusciti a risolvere perché ciò va
Connesso a questo, è l’assenza di
inevitabilmente contro ad altri
istruzione, senza la quale la
interessi, ma "il grado di civiltà della
popolazione non si accorge neanche
società si misura anche dalla
di essere sfruttata e di vivere in una
capacità di distribuire la ricchezza e
condizione miserabile. A fare in
di attenuare gli effetti negativi delle
modo che le condizioni rimangano
disuguaglianze".
in questo modo ci sono gli interessi
Temi che mi hanno fatto molto
di persone che sfruttano queste
pensare e meditare anche come
situazioni per arricchirsi.
sacerdote: è davvero sempre più
Il modo migliore per risolvere questa
urgente far crescere la riflessione sui
situazione sarebbe quello di
temi socio-politici attraverso
intervenire sulle persone, mettendole un’attenzione costante che sia parte
in grado di comprendere la propria
integrante dei percorsi ordinari.
situazione. Invece di fornire aiuti
Don Giovanni De Rosa
momentanei, sarebbe, poi, più
Assistente diocesano A.C.R.
Voci dal Convegno
due parti.
Il primo dei due casi è frequente
soprattutto nei Paesi del Terzo
Mondo, dove la gente vive in uno
stato di miseria, che spesso
compromette la sopravvivenza
stessa. Le cause di questa condizione
sono molteplici. Un primo ostacolo
può essere l’isolamento e la
posizione geografica: condizioni
climatiche estreme rendono difficile
la produzione di prodotti essenziali,
e il buono sfruttamento del terreno è
impossibile. A questo si aggiungono,
inoltre, problemi legati alla politica e
alla storia, come la dittatura e la
presenza di guerre civili, che
distruggono il poco che si riesce a
creare. La povertà è poi strettamente
legata alla mancanza di
infrastrutture, prime tra tutti reti
stradali essenziali per comunicare.
Una delle questioni chiave che interrogano la vita dell’Associazione
Essere missionari, partendo dalla Misericordia...
Q
ualche giorno fa ho
partecipato al Convegno delle Presidenze
Diocesane (La realtà
"sorprende" l’idea - La missionarietà dell’AC alla luce dell’Evangelii Gaudium") a tema
le prospettive aperte dall’esortazione di Francesco e le scelte
che pone all’associazione per
"risignificare" il suo impegno in
chiave missionaria, a partire da
alcune parole chiave: Poveri,
Popolo, Misericordia, Gioia e
Dialogo.
In mattinata, nel miniconvegno a cui ho partecipato, Don Virginio Colmegna ha esposto la sua relazione sul
tema della Misericordia e ci ha invitati ad individuare le questioni che interrogano la vita associativa.
Papa Francesco ci esorta ad esser una Chiesa aperta, in uscita e portare la bellezza del Vangelo a tutte le persone che hanno bisogno di speranza. Questa è la
chiave per trovare Gesù, un volto misericordioso che non si capisce ma si rivela.
La misericordia ci aiuta a capire il valore dei sentimenti e sottolinearne la bellezza. I Sacramenti ci permettono di mettere in gioco le nostre relazioni soprattutto la liturgia della Riconciliazione risponde al i bisogno di perdono del poolo. Dio non smette di volerci bene, ci aspetta sulla soglia. La santità di Dio si
manifesta nel perdono. "Teologia dell’allenza": Dio è nostro alleato, Dio ci cerca,
ci cura, ci attende...
Nella Bibbia troviamo diversi esempi di misericordia: nel libro dell’ Esodo 32 34, l’incontro con la misericordia permette al popolo di Israele di sopravvivere.
La Chiesa è capace di essere misericordiosa nei confronti del peccato? La risposta è semplice: si... bisogna narrare sempre la misericordia di Dio. Dobbiamo curare i sentimenti in ambito educativo e non chiuderci in noi stessi soprattutto in
questo momento di tecnologia avanzata.
Un esempio di misericordia ce l’ha portata Don Vito della diocesi di Bari-Bitonto che, grazie all’aiuto dell’arcivescovo Francesco Cacucci e alla Caritas hanno
avviato il progetto "O.S.A. (Oasi Strade
Aperte"). O.S.A. è un progetto di accoglienza abitativa e di sostegno personale per padri separati, che vengono a trovarsi in una
condizione di precarietà economica e relazionale. Si tratta di un progetto che, pur
partendo dai padri, ha a cuore l’intera famiglia. E’ un’ opera - segno che vuol e gettare un seme di speranza per tutti coloro
che si sentono feriti da esperienze affettive
ed endofamiliari fallimentari. O.S.A. offre
un servizio di ospitalità ai padri separati
che non hanno la possibilità di avere una
condizione abitativa dignitosa sia per se
stessi, sia idonea a favorire l’incontro con i
propri figli.
All’ interno della struttura opera un’equipe
che ha il compito di ascoltare gli ospiti di
vivibilità e serenità personale e relazionale.
La casa ospita fino a sei padri per un periodo di otto massimo dodici mesi, con possibilità per gli ospiti di partecipare a laboratori di orientamento al lavoro. Sono
previsti colloqui periodici e costanti per ciascun ospite, un monitoraggio costante della loro capacità di riabilitarsi dal punto di
vista personale e di realizzare sereni percorsi di relazione tesi a riallaciare il rapporto con i propri figli ed eventualmente
anche con l’ex coniuge.
Nei laboratori del pomeriggio abbiamo cercato di individuare percorsi e prospettive
per un’AC in uscita:
1) Abitare le domande, condividere le diverse situazioni delle nostre comunità ,
ascoltare senza giudicare, cercando di "so-
stare con le domande (Franco Vaccari) senza farsi prendere dalla frenesia delle risposte".
2) Sviluppare percorsi formativi diversificati che rispondono ai tempi di vita delle
persone, facendo attenzione ai linguaggi ed
allo stile della comunicazione.
3) Accogliere il territorio come luogo in cui
riconoscere soggetti e realtà da incontrare,
sviluppando relazioni associative e comunitarie che riannodano percorsi e attenzioni (come ad esempio i migranti,gli amministratori locali, i volontari e operatori
sociali…).
4) Abbiamo bisogno di progettare percorsi
comuni, costruendo alleanze per accrescere le competenze sulla base della condivisione delle esperienze, cercando anche di
non consumarle ma di valorizzarle.
5) Attraverso la forza di attrazione dei
gruppi, possiamo diventare compagni di
strada di molte persone quando sappiamo
rischiare l’incontro come preziosa opportunità di crescita umana e di edificazione spirituale ed ecclesiale.
6) Le esperienze di accoglienza delle diverse marginalità e fragilità possono costituire per l’AC una sfida per rivitalizzare la vita ordinaria dei gruppi, la formazione degli
educatori e la vita associativa in generale.
La realtà sorprende l’idea... il nostro compito è quello di portare la gioia dell’annuncio nel mondo e nella quotidianità di
tutti i giorni.
Eleonora
Resposabile A.C.R.
5
6
Sabato, 16 maggio 2015
L’Ascensione
Chiesa Locale
✎ LA PAROLA DELLA DOMENICA |
N
ella Festa
dell’Ascensione, il
tempo liturgico della
Pasqua volge al
termine...
Il Signore ascende al cielo per
restare per sempre con la sua
Chiesa. Non è una partenza, un
distacco doloroso che prelude
ad una perdita, ma un
compimento che si realizza
attraverso una presenza diversa.
Che cosa sta, dunque, al centro
della celebrazione di questa
domenica? Gesù ascende al
cielo non per abbandonarci, ma
per portare a compimento la
sua missione e il nostro futuro.
Il brano del vangelo che oggi la
Liturgia ci regala, occupa gli
ultimi cinque versetti del
Vangelo di Marco nella sua
attuale stesura. (Il Vangelo di
Marco ha, infatti, due
conclusioni; lo si capisce dallo
stile e dai vocaboli usati in
questa aggiunta). Che cosa ci
di mons. Paolo Nutarelli
Essere testimoni
vuole comunicare Marco?
Una prima immagine. Questa
pagina evangelica ci mostra
come "cielo" e "terra" siano
strettamente uniti nella logica
di Dio. Non sono in
contrapposizione ma in Cristo
sono coinvolti in un legame
strettissimo. Con Gesù, infatti, il
"cielo" è venuto a far parte della
"terra": questo è il significato
della sua incarnazione.
Dio si è fatto coinvolgere fino in
fondo nella storia dell’uomo ed
adesso, se Gesù sale al "cielo",
non vuol dire che ci lascia al
nostro destino di "terra" ma che
ci mostra in anticipo qual è il
luogo nel quale anche noi sarà
possibile abitare per sempre.
Ma attenzione: per l’evangelista
il cielo non è solo un luogo ma
un "modo di essere"... quello di
Gesù in quel giorno, il nostro
nel giorno della nostra morte.
Ed è bello vedere negli occhi
degli Apostoli la gioia: Gesù
risorto, Gesù che ascende al
cielo non è un sogno ma
un’esperienza a cui Dio vuole
che tutti possano partecipare.
Ecco, allora, l’inizio della
missione, l’urgenza della buona
notizia da predicarla ad ogni
creatura.
Sì, ora i suoi discepoli
diventano testimoni. Potranno,
dovranno dire a tutti quello che
hanno visto ed ascoltato. Il
compito sembra disumano, al
di sopra delle loro forze. Come
riusciranno a farvi fronte dal
momento che hanno già
toccato con mano la loro
debolezza?
Ma la parola che viene loro
affidata, non è una parola
qualunque. È Parola capace di
cambiare la vita, di trasformare
i cuori. È Parola in grado di
guarire ferite profonde, piaghe
aperte, con la misericordia, la
tenerezza, il perdono di Dio.
Anche di questo saranno
testimoni. I segni che hanno
visto compiere da Gesù si
ripeteranno sotto i loro occhi. E
proprio loro saranno gli
strumenti che Dio ha scelto per
portare gioia e speranza,
guarigione e consolazione.
Il Vangelo di oggi diventa
domanda personale, intima:
noi, discepoli del III millennio,
ci sentiamo direttamente
coinvolti dalla missione che
Gesù ha affidato agli apostoli?
Non solo con le parole ma
soprattutto con i fatti...
Di questo voi siete testimoni
dicono i Vangeli: "Testimoni",
dunque, significa riuscire a far
percepire tutto questo.
Attraverso le parole e le opere,
nelle scelte di ogni giorno, con
uno stile nuovo di vita.
Ma non è una missione quasi
impossibile? Certo, non è cosa
di poco conto. Ma proprio per
questo Gesù ci dona il suo
Spirito: Spirito che sostiene,
consola, incoraggia, riveste di
potenza. "Testimoni": non solo
un impegno, un compito, una
missione, ma anche una nuova
possibilità, grazie al dono dello
Spirito, la Pentecoste.
Agenda
Raccolta "Dona la tua spesa"
Dall’agenda dell’arcivescovo
■ Rosa Mistica
■ Grazie a Coop e agli alunni
dell’Istituto "Slataper"
Domenica 17 maggio
Pastorale Familiare
Si svolgerà sabato 23 maggio a Cormons,
presso il Santuario di Rosa Mistica,
l’ultimo incontro diocesano di pastorale
famigliare.
Il tema scelto per quest’anno riguardava
le "sfide" che la famiglia oggi si trova a
dover aff ontare a cominciare da quelle
culturali come la "nuova teoria del
gender" a quelle che sono le diffico à
sempre maggiori di relazione e rapporti
che si creano all’interno delle stesse
famiglie.
Stimolati dal questionario che il Sinodo
per la famiglia ha preparato e a cui le
singole diocesi dovevano rispondere,
abbiamo chiesto a tutte le famiglie dei
diversi decanati di collaborare off endo il
loro personale contributo; è stata una
bella occasione di scambio e di confronto
con tante famiglie che sentono forte
l’esigenza di rispondere concretamente
alla richiesta di aiuto che viene da parte
di tante famiglie del nostro territorio.
A conclusione di questo percorso
volevamo anche dar voce al dolore che
nasce da tante famiglie ferite , per poter
condividere con loro almeno in parte
questo faticoso cammino e ritrovarci a
pregare insieme affidando a M ia tutte
le famiglie. L’incontro inizierà alle 16 con
una riflessione di Padre Silvano Moro di
Castelmonte e da Pia Meneguzzo con la
presentazione di alcune testimonianze,
seguirà un momento di preghiera
comunitario.
Al termine un momento conviviale
contando sulla collaborazione di tutti.
4007 kg di generi alimentari per gli Empori
della Solidarietà di Gorizia e Monfalcone
- Alle 11.30, nella Parrocchia di Santa
Maria Assunta di Farra d’Isonzo
celebrazione del sacramento della
Confermazione.
- Alle 17.00, nella Parrocchia di San Rocco
di Turriaco, celebrazione del sacramento
della Confermazione.
Dal 18 al 21 maggio
L’11 aprile 2015 si è svolta la raccolta dedicata agli Empori di Gorizia e Monfalcone e
alle Caritas di Gradisca e Cormons organizzata dalla Coop Consumatori Nordest presso i
punti vendita di Gorizia, Villesse, Cormons, Monfalcone e Ronchi dei Legionari. Sono
stati raccolti Kg. 4007 grazie all’aiuto dei soci Coop, alla collaborazione degli alunni
dell’Istituto Slataper del Polo Liceale di Gorizia e del loro insegnante Marco Luciano
oltre ai volontari degli Empori stessi.
"Dona la tua spesa", questo è il nome dell’iniziativa, ha visto gli alunni impegnati per
tutta la mattinata e non solo, poiché entusiasti dell’attività, hanno proseguito sino al
tardo pomeriggio dichiarando: "a casa o in giro per città ci saremmo annoiati, mentre
questa è una bellissima occasione per compiere una buona azione per noi e per il
prossimo".
Siamo rimasti colpiti da questo "per noi" perchè la Carità è un gesto che educa prima di
tutto chi lo compie ed è bello che sia stato percepito in modo così chiaro da questi
giovani ragazzi spesso tacciati (o accusati) di superficialità.
Un ringraziamento particolare va alla Coop Consumatori Nordest, all’ Istituto di scuola
Secondaria Superiore Slataper, ai nostri preziosissimi volontari e , naturalmente, tutti
coloro che hanno donato la loro spesa. GRAZIE
I responsabili dell’Emporio di Gorizia e Monfalcone
Chiara Bertolini e Andrea Anaclerio
✎ FAQ - FREQUENTLY ASKED QUESTIONS |
N
Nella nostra liturgia, oltre alle promesse battesimali
che si possono usare soprattutto nel tempo di
Pasqua, per esprimere la fede si usano due formule.
Una più breve è chiamata "Simbolo degli apostoli" che è la professione di fede usata nell’antica
chiesa di Roma per l’istruzione dei
catecumeni. Questo testo veniva
prima spiegato a coloro che si preparavano al battesimo. I catecumeni poi in modo solenne e davanti alla comunità facevano la
loro professione di fede in prossimità del battesimo. Il simbolo degli apostoli ha struttura trinitaria
e vuole esprimere l’adesione del
credente all’amore di Dio conosciuto come Padre, Figlio e Spirito.
L’altro testo che viene usato è il
"Credo Niceno-Costantinopolitano" che è più lungo e ha un’altra
storia. Questo Credo nasce al Con-
- Alle 9.30, nella Parrocchia di San
Michele Arcangelo di Cervignano,
celebrazione del sacramento della
Confermazione.
di Don Nicola Ban
Quale professione di fede
usiamo la domenica?
cilio di Nicea del 325 come
norma di ortodossia per i
vescovi e per mantenere legami di comunione. Il credo di Nicea intende guidare
nell’interpretazione delle
Scritture in modo da escludere gli
insegnamenti di Ario che metteva
in dubbio la divinità di Gesù. Il
credo dà un regolamento al linguaggio della Chiesa; stabilisce
delle direttive, esplicitate dalla tradizione previa, da seguire per interpretare le Scritture; stabilisce un
criterio di comunione tra i vescovi
e le Chiese.
Il testo di Nicea viene poi integrato al Concilio di Calcedonia del
451 con la parte sul Figlio che è vero uomo e vero Dio. Il credo Niceno-Costantinopolitano quindi è
un testo dogmatico nato per rispondere ad un contesto ben preciso e a dei problemi specifici…
forse per questo a volte è difficile
comprendere quello che si dice.
- a Roma, Assemblea Generale della
Conferenza Episcopale Italiana.
Sabato 23 maggio
- Alle 17.00, a Gradisca, Veglia di
Pentecoste con i giovani e le aggregazioni
laicali dell’Arcidiocesi
Domenica 24 maggio
- Alle 11.00, in Cattedrale (Gorizia),
celebrazione del sacramento della
Confermazione a ragazzi e adulti.
In breve
■ San Rocco
Le parabole
della Misericordia
Continua il percorso di riflessione sulle
parabole della Misericordia proposto
dalla parrocchia goriziana di San
Rocco.
Martedì 19 alle 20.30 presso la Sala
"Incontro" (Via Veniero 1) il don Santi
Grasso terrà il terzo dei quattro
incontri che hanno per oggetto "Le
Parabole della Misericordia". Tema
dell’incontro sarà: "La pecora smarrita,
la dramma, il fariseo e il pubblicano: la
misericordia per il deviante" .
Martedì 26, invece, don Santi parlerà
de "Il padre e i due figli: la
misericordia gratuita".
Gli incontri sono un momento di
riflessione in preparazione del giubileo
straordinario indetto da papa
Francesco che avrà al suo centro la
misericordia di Dio.
U.N.I.T.A.L.S.I.
Sottosezione di Gorizia - Maggio 2015
✎Dono di credere
A
ppassionati di fede e di speranza, dopo
aver celebrato ancora una volta quel eccellente e magnifico giorno che chiamiamo Pasqua del Signore, ora siamo
in attesa di fare festa per ulteriori tappe della nostra vita cristiana: personale e comunitaria. Mentre leggete questi miei versi dai nostri altari è
sparita la statua del Risorto che ha accompagnato le nostre comunità per quaranta giorni
(beh, noi in Italia siamo un po’ "fuori tempo" e
l’Ascensione ci celebra con tre giorni di posticipo). La sua sparizione non è un mero elemento "scenico" dei nostri luoghi di culto. Il Signore è veramente sparito mentre è asceso al Cielo!
I nostri occhi non lo vedono. Ma è sparita anche
la sua essenza? La sua presenza invisibile? La
sua partecipazione eucaristica nella Chiesa? Non
gli occhi né l’udito possono rispondere a queste
domande, ma solo la fede. La fede che è fiducia
nelle parole del Signore: "Io sono con voi fino
alla fine dei tempi!"
Come prete, ma anche noi tutti come unitalsiani, presenziamo spesso alle liturgie di commiato dai nostri soci ed amici. Se la liturgia con i
canti, con la Parola, con le azioni esprime una
profonda speranza nella vita eterna, non vi sembra che le nostre parole di saluto al/la defunto/a
siano intrise di pianto per una "fine" ed una vita che non torna? Soffriamo per la loro assenza
e dipartita, ma con grande, grande difficoltà ci
mettiamo nei loro panni di vita - vita eterna. Lodiamo il passato, lacrimiamo il presente… ci
sforziamo pure di credere nel futuro?
E questo dono, dono di credere, attendiamo ogni
giorno dallo Spirito di Dio, lo Spirito vivificante, non solo nella Pentecoste! La Pentecoste è
conferma della vita eterna! La Pentecoste è apertura verso l’oltre terreno! E noi la viviamo come Maria ed i discepoli? Nella meraviglia e nello stupore? Oppure visto che il Giorno della
memoria del Paraclito cade di domenica, di
maggio, in primavera, cogliamo l’occasione per
la gara podistica, il raduno delle moto, la biciclettata, le cantine aperte, il primo bagno al mare, la grigliata abbuffante? Pentecoste: INNO alla vita, vita che ha già sequestrato le armi alla
morte o INNO al mio corpo, al mio egoismo. Il
primo inno non tramonta, ma il secondo….
scende nella fossa e vi rimane.
"Non vi prometto la felicità in questo mondo"…
Dichiarazione di Maria a Bernardetta, a me, a te,
a lui, a lei. Non può lasciarci indifferenti. Se la
Theotocos è stata capace di esprimere tale promessa, lo ha fatto soltanto perché HA CREDUTO: nell’ incontro con l’Angelo, nel dolore sotto la Croce, nel primo incontro con il Figlio
risorto.
Ora siamo noi la bocca di Maria. A noi è affidato l’impegno di fidarsi del Padre, di annunciare
il Figlio, di accogliere intensamente lo Spirito.
E saremo veri missionari e il nostro annuncio
sarà una grande gioia!
I
La magia
di quel silenzio...
l 19 aprile ho partecipato, dopo molto tempo, all’incontro delle Sorelle
dell’Unitalsi di Gorizia. E’ stata
un’esperienza unica che, attraverso
questo scritto, vorrei condividere con gli
altri. Per questa ragione ho cercato di
descrivere l’avvenimento utilizzando
dovizie di particolari allo scopo di permettere al lettore di "esserci". Una domenica come tante, un pomeriggio accarezzato dal tepore di un sole che non
ha ancora indossato l’abito dell’estate,
una sala chiesta in prestito alle care suore dell’Istituto N.S. di Lourdes e le "sorelle" dell’Unitalsi sono pronte ad un
nuovo "incontro"… Fin dal primo istante ho percepito che quel giorno avrei
vissuto "qualcosa" di diverso, di particolare. All’interno della stanza, sotto lo
sguardo misericordioso di un Crocefisso ligneo, era stato creato un ambiente
domestico: la sala da pranzo. Sopra i tavoli, disposti a formare un rettangolo
senza soluzione di continuità, ad ogni
singolo posto era stata appoggiata una
tovaglietta in carta semplice impreziosita da uno scritto di Madre Teresa: l’inno alla vita", un panino ed un bicchiere
di plastica per accogliere sorella acqua.
Il mio sguardo, che scorreva lungo la tavolata, si era fermato all’estremità di
questa perché lì, nel posto che solitamente si assegna all’ospite d’onore, la
tavola era apparecchiata di "tutto punto"…Come mai, ho chiesto? E’ il posto
riservato al povero mi ha risposto Miriam! Ho provato un brivido…e non era
freddo!
Avevo preso posto e rivolgendo lo sguardo alla mia destra avevo visto che su una
colonnina di legno, coperta da una tovaglietta candida finemente ricamata,
era stata posta una coppa d’argento cesellato. Il nobile metallo non stonava affatto nella tangibile semplicità del luogo, al contrario, era il contenitore giusto
per accogliere l’acqua di Lourdes, ma
non era un’acquasantiera…era stata
creata a guisa di fonte battesimale. Cosa avremmo dovuto fare, pensavo fra me
e me attraversata da un inteso turba-
mento dovuto a sensazioni tra la meraviglia e l’imbarazzo. La risposta mi sarebbe giunta molto presto. Infatti dopo
i ringraziamenti, per la numerosa partecipazione, da parte della Capodama
Graziella, Miriam ci ha invitato a scrivere, su un piccolo frammento cartaceo,
la data di nascita e di battesimo.
E’ da queste due date importanti che
ognuno dei partecipanti, sarebbe dovuto partire per narrare la personale esperienza di accettazione del proprio fardello e di accoglienza della volontà del
Padre.
Affinché i contenuti delle narrazioni fossero "guidati" dallo Spirito Santo, prima
di ogni racconto, don Arnaldo aveva impartito la benedizione.
E così, in un tempo senza tempo, in un
silenzio che urlava, legata alle sorelle
dall’invisibile catena dell’"Ave Maria" di
Lourdes, mi sono narrata ma, come tutte, ho ascoltato ogni singola esperienza,
con l’attenzione che si serba alle grandi
occasioni e mi sono deliziata di tutti
quei doni che con gratuità mi venivano
offerti. Abbiamo parlato in tante! Poi il
silenzio nato dalla consapevolezza che
avevamo partecipato a qualcosa di molto grande.
La magia di quel silenzio era stata interrotta solo dalla voce di don Arnaldo che,
con la delicatezza di chi entra nel mondo dell’altro in punta di piedi, con sapienza ha saputo estrapolare dalle nostre storie i punti focali che poi ognuno
avrebbe elaborato e modellato affinché,
come fossero un "abito su misura", potessero diventare parte di noi, come
preziosi insegnamenti da custodire nello scrigno del mistero che avvolge il significato della nostra vita, del nostro
servizio e quindi della nostra vocazione.
Raccontarsi non è stato facile per nessuno ma è stato utile per tutti poiché
con le narrazioni ci si rivela agli altri ma
ci si ritrova e si rivedono molte cose, soprattutto ci si sofferma a rivalutare ciò
che è realmente importante e si comprende che si diventa persone complete quando, nelle difficoltà, nella tristezza, nell’apparente solitudine, riusciamo
a dire "sia fatta la tua volontà", così come ci insegnano gli ammalati che abbiamo il grande privilegio di poter accompagnare durante il loro e nostro
pellegrinaggio.
…E i bigliettini sopra i quali avevamo
scritto le due date? Tutti erano stati posti nella coppa d’argento, affinché una
volta disciolti nell’acqua benedetta, andassero a formare un "tutt’uno", a rappresentare una nuova nascita nella condivisione dei nostri "si".
In quel luogo di vita quotidiana, alla
presenza del "povero", immersi hic et
nunc nella semplicità e nel grande mistero della vita, come Maria, le sorelle
dell’ Unitalsi hanno "cantato" il loro
"Magnificat".
Grazie Miriam per avermi invitato e grazie a tutte le sorelle che con le loro esperienze mi hanno aiutato ad essere migliore.
G.G.
Don Carlo Bolcina
❚❚ Il mio chiodo fisso
C
arissimi amici tutti dell’Unitalsi di Gorizia, ricevo sempre con
grade piacere la posta con gli appuntamenti, il giornale Voce
Isontina che annualmente mi rinnovate l’abbonamento, ma
l’ultimo invito dedicato all’incontro di formazione per le "sorelle"
che portava come titolo "celebriamo la vita e cantiamo il nostro
Magnificat" mi ha fatto molto riflettere, quanto avrei voluto essere
presente!
E’ duro sentirsi soli, soprattutto quando si porta il peso di tante
diffico à e di tanti problemi. Però con l’aiuto di Gesù e della
Vergine Maria cerco di continuare a superarli ed andare avanti. E se
penso che Gesù questi pesi li ha già portati, e ancora oggi li porta
insieme a noi, vado avanti perché la Sua presenza è fonte di Grazia
che sana ogni ferita. Prego affinch la presenza di Gesù e Maria
continuino a custodire nel mio cuore gli eventi della mia vita che
non riesco a capire e ad accettare e avere fede anche quando mi
sento sola.
Perché il mio "chiodo fisso"? Subito spiegato. Da quando mi è stata
comunicata la data del pellegrinaggio per Lourdes non faccio altro
che pensare sul come fare per poter vedervi e condividere
nuovamente l’esperienza del pellegrinaggio. Partire in treno (abito
a Milazzo- Messina), in aereo, mille dubbi, mille perplessità, e tutte
le volte concludo: se la Madonna mi vuole sarà Lei ad indicarmi la
strada. Continuo a sognare! Mi auguro che diventi realtà. Vi potrò
riabbracciare? Spero proprio di sì.
Vostra sorella
Laura
Notizie in breve
Appuntamenti
Sabato 16 e domenica 17 maggio
Incontro triveneto dei giovani
dell’Unitalsi a Barbana.
Sabato 23 maggio
Presso la chiesa di S.Spirito
(Mercaduzzo) a Gradisca, Veglia di
Pentecoste. Dalle 18 alle 19 preghiera
per i giovani da parte dell’Unitalsi e
del Centro Volontari della Soffe enza.
◗
Condoglianze
La Sottosezione Unitalsi di Gorizia è
vicina, con la preghiera, a Suor
Gabriella Masiero e ai suoi famigliari
per la perdita della cara mamma
Maria.
Nel duomo di Pordenone, la
Sottosezione di Gorizia, ha
partecipato ai funerali dell’amico ed
ex-Presidente della Sottosezione
locale Gastone Bolognin, testimone di
fervido servizio nell’associazione.
Assemblea formativa Unitalsi
A proposito della relazione
del dottor Antonio Diella….
H
o seguito con attenzione l’ intervento del Dottor Antonio Diella all’assemblea
formativa dell’ Unitalsi Triveneta svoltasi a Bassano Del Grappa il 28-03-2015. Credo
che le parole di questo campano solare, ex presidente dell’Unitalsi, caschino a
pennello spiegando il " che fare " a quanti, non solo nell’Unitalsi ma anche in altri
movimenti ecclesiali, sono giustamente preoccupati per il futuro. La prima cosa che egli ha
sottolineato è che dobbiamo seguire con gioia il carisma unitalsiano, ovvero l’ accompagnare
i malati verso un luogo, la grotta di Lourdes, dove c’è qualcuno che ti aspetta per darti
comunque delle risposte. Questo fatto ti segna per tutta la vita ed è paragonabile alla
tenerezza e alla gioia dell’innamoramento. La bellezza del pellegrinaggio sta nell’attenzione
all’altro: " Io ci tengo alla tua vita, alla tua gioia, perché Dio ci tiene alla mia vita ed io ci
tengo a te." Qui i concetti espressi diventano conformi alle esortazioni del Papa:" Noi
dobbiamo essere ai margini dove c’è la solitudine, dove ci sono i meno importanti, dove ci
sono i malati. Abbiamo questa straordinaria opportunità per dare un esempio di chiesa
concreta. Ma - ricorda ancora Diella - la passione per i pellegrinaggi ben fatti deve generare
la stessa passione e fiducia fra di noi; fino a che agli occhi di quanti ci guardano noi
diventiamo la Sua Immagine, l’Icona di Dio". Allora ciò che succede nel pellegrinaggio è un
segno della presenza di Dio: " Ascolterò le persone senza arroganza poiché è l’occasione che
Dio mi da per costruire un cammino,una vita insieme nel Suo Nome".
Queste parole mi sono sembrate importanti ed è per questo che le metterò in valigia prima di
partire per il prossimo pellegrinagGio.
Aldo
Cultura
Sabato, 16 maggio 2015
Parroco di Mossa allo scoppio del primo conflitto mondiale, don Pinat venne arrestato
dai soldati italiani nel giugno 1915 e trasferito prima a Cremona e quindi in Sicilia
LaVia Crucis di don Arturo
L’
entrata in guerra del Regno d’Italia contro l’Austria-Ungheria il 24 maggio 1915 fece sì che
Mossa, appartenente ai territori imperiali e già in guerra dall’estate del
1914 e precisamente dal 28 luglio, si
trovò con il fronte della guerra alle
sue spalle verso occidente.
Prima di quel 24 maggio 1915, consapevoli dell’intervento in guerra
dell’Italia, poco più di un centinaio
di persone del paese era riparato a
Gorizia. Come riferisce Camillo Medeot nella sua opera "Storie di preti
isontini internati nel 1915", l’Amministratore della Parrocchia di
Mossa, don Arturo Pinat "era rimasto al suo posto" (1). Questa permanenza non fu dettata da imprudenza, ma dal fatto che una grossa parte
della popolazione di questo paese
era rimasta, inspiegabilmente, nelle proprie case. Un definitivo esodo
di circa 450 mossesi avvenne il 4
febbraio del 1916 a distanza di nove
mesi dall’entrata degli Italiani in
paese dopo che diversi paesani di
tutte le età morirono per i bombardamenti. Ricorda Camillo Medeot
che "È singolare il fatto che il comando italiano abbia tollerato la
presenza di parecchie centinaia di
persone e per sette mesi quando Capriva, San Lorenzo di Mossa e Lucinico erano stati fatti completamente sgombrare" (2).
Prima di raccontare gli avvenimenti occorsi al Sacerdote Arturo Pinat
sarà bene dire qualcosa della sua
persona. Era nato a Gradisca d’Isonzo in giorno 31 gennaio del 1886, figlio di Giuseppe e di Anna Zanetti. Il
suo atto di nascita è tutt’ora conservato presso l’archivio parrocchiale e trova la sua collocazione al
Tomo, IV, pag. 197, n° 8/II. Fu battezzato, come era uso fino a non
molto tempo fa, pochi giorni dopo,
ovvero il 2 febbraio 1886 da don Antonio Marizza. Ordinato Sacerdote
nel 1910 ebbe il suo primo incarico,
nello stesso anno, come Cooperatore a Lucinico alle dipendenze di
mons. Filipic Giovanni che morirà
a Lubiana, da profugo, il 26 giugno
1917.
Alla morte del parroco titolare don
Domenico Mosetti, avvenuta il 12
settembre 1911, fu inviato a Mossa,
quale amministratore, don Arturo
Pinat.
"Don Pinat accolse
gentilmente gli ufficiali
italiani, offendo loro da bere,
ma prima dovette bere lui.
Poi uno degli ufficiali salì
sul campanile
dopo aver detto al collega:
Tu stai attento al prete!"
Come poteva cambiare
la Grande Guerra?
to a Torre don Giovanni Evangelista
Marangon, fu spedito a Marsala in
Sicilia. Qui fu raggiunto dalla mamma Giovanna Zorzenon e dalle sorelle Lidia e Santina Medeot. Don
Marangon l’anno seguente si staccò
dal gruppo, mentre don Pinat e don
Iustulin si trasferirono a Monte San
Giuliano a 17 km. da Trapani e a 750
metri sul mare. Di quel periodo non
abbiamo se non uno scritto, un foglio di quaderno, inviato a don Stacul Carlo in data 29 ottobre 1916 nel
quale traspare la convinzione che
l’esilio in Italia sarebbe durato poco:
"Arrivato qui sotto l’azzurro cielo siciliano, speravo che le cose non andassero troppo per le lunghe, che
quindi non era necessario scrivere
qua e là: forse prima di aver risposta
si doveva già far ritorno ai patri lidi..." (4). Speranza disattesa dai fatti susseguenti. Durante la sua presenza a Monte San Giuliano,
nonostante la partenza per Campobasso del decano di Visco, non fece
alcun passo per essere traslocato altrove. Del periodo del suo internamento egli afferma che "non subì
nessuna angheria" purtroppo riservate ad altri sacerdoti internati.
Partì da Trapani il 6 marzo 1919,
quattro mesi dopo la fine della del
primo conflitto mondiale, e poté rivedere pochi giorni dopo, con profonda emozione, il paese di Mossa
semidistrutta e quei parrocchiani
che erano rientrati dai luoghi di
profuganza. La presenza fu invero
breve in quanto le non floride condizioni di salute lo costrinsero ad
accettare, di li a poco, la più tranquilla vicaria di Fratta ove operò per
circa un quarantennio.
Don Arturo Pinat scomparve silenziosamente, dice il Medeot "senza
dar fastidio a nessuno" a Gorizia,
presso l’ospedale civile il giorno 21
maggio 1962. Riposa nel cimitero di
Fratta, secondo le sue volontà, accanto alla mamma Anna.
Arnaldo Greco
1. Camillo Medeot, "Storie di preti
isontini internati nel 1915", 1969,
Quaderno di "Iniziativa isontina",
Gorizia, pag. 99
2. Ibidem, 101
3. Ibidem, 101
4. Lettera conservata presso l’Archivio Arcivescovile di Gorizia nel fascicolo "don Arturo Pinat".
Gorizia
Eventi a "Oltre
lo sguardo"
P
È
vero che l’Italia poteva vincere la sua guerra nei primi
giorni del maggio 1915?
Perchè i suoi reparti allora indugiarono, rallentarono,
comportandosi talvolta con efferatezza nei confronti
delle popolazioni che la propaganda raccontava "da liberare"?
E qual’era lo stato delle difese austro-ungariche lungo quello
che sarebbe diventato il fronte di guerra più insanguinato del
Sudwestfront? I trinceroni raccontati da tanta memorialistica
c’erano davvero o sono nati quali giustificativi degli
insuccessi iniziali? Ebbe davvero un peso quella guerra
speciale studiata e raccontata da Antonio Sema? E se sì,
perchè gli italiani non furono
capaci di superare ostacoli
rispondere la conferenza
improvvisati in mezzo a una
(che concluderà il ciclo
popolazione vista come ostile?
primaverile 2015 di "Storie di
Domande, la più importante delle
guerra della nostra gente
quali è forse quella legata alla
1914/1920") in programma
guerra etnica, guerra di confine
giovedì 14 maggio alle 18
che ha segnato queste terre e la
presso la "Casa della Musica"
memoria di quegli eventi per così
di Cervignano. Relatore della
lungo tempo.
serata sarà lo studioso
A queste domande cercherà di
È qui, in Mossa che la guerra colse
don Arturo praticamente impreparato a quella triste sorte che toccherà ad una sessantina di Sacerdoti internati in Italia dalle Autorità
italiane in quel 1915. "Don Pinat accolse gentilmente gli ufficiali italiani, offendo loro da bere, ma prima
dovette bere lui. Poi uno degli ufficiali salì sul campanile dopo aver
detto al collega: - Tu stai attento al
prete! -" così racconta Medeot sulla
base della testimonianza di una
persona testimone del fatto ed ancora vivente nel 1969 (pag.101). Era
il 25 maggio!
Aldo Spallicci (1886-1973), romagnolo, volontario medico, aggregato all’11° Reggimento Fanteria Casale, nel suo opuscolo "Con l’11°
Fanteria sul Monte Calvario", scrivendo sull’organizzazione dello
spionaggio organizzato dal nemico,
ovvero dagli Austro-Ungarici, riferiva: "L’organizzazione dello spionaggio era fatta ottimamente dal nemico. Il prete aveva aiutato a
completare l’opera. Il pievano di
Mossa nascondeva il telefono nel tabernacolo, un altro in una botte. A
Capriva quel degno sacerdote italiano insegnava ai fedeli alla vigilia
della nostra guerra preci osannanti
al venerando imperatore Francesco
Giuseppe e vituperanti i falsi alleati
italiani".
Con simili accuse era facile vedere
nei sacerdoti e negli altri personaggi pubblici di queste nostre terre i
nemici da eliminare quanto prima
rendendoli almeno inoffensivi.
Questa è stata la sorte di tanti sacerdoti italiani e sloveni allontanati
dalle loro parrocchie e avviati nelle
regioni remote d’Italia. Con don Pinat furono arrestate in quel lunedì 7
giugno 1915, altre quattro persone:
la guardia comunale Camillo Braidot, detto "Bossar", gli agricoltori
Enrico Medeot e Domenico Zorzenon detto "Meni Azint" e l’oste di
Blachis Giovanni Blanc. Risulta, comunque, che gli internati di quei
giorni furono di numero maggiore.
La precisione della data fu testimoniata dallo stesso don Arturo, pochi
anni prima di morire interpellato su
questo fatto da Augusto Pinat (3).
Don Arturo Pinat fu spedito a Cremona e da qui nel settembre del
1915, con il decano di Visco don Iustulin Mesrob ed il vicario di San Vi-
triestino Roberto Todero.
Il ciclo porta la firma di tre
associazioni culturali locali e
per esse dal curatore Giorgio
Milocco. Visto l’interesse
riscontrato e la buona
affluenza di pubblico si sta
programmando nuove ed
interessanti edizioni.
rosegue nella sede
della Fondazione
Car.Ri.Go. a Gorizia la mostra "Oltre
lo sguardo".
Gli eventi collaterali alla
rassegna propongono alcuni interessanti appuntamenti nelle prossime settimane con due percorsi guidati: venerdì 15 maggio, alle 18, Alessandra Martina e Antonella Gallarotti
proporranno una visita incentrata sui personaggi illustri presenti nelle fotografie esposte in mostra e martedì 19 maggio, alle
18, Raffaella Sgubin curerà un approfondimento sugli aspetti
legati alla moda.
Tra le iniziative anche un laboratorio didattico-artistico rivolto
ai bambini dai 5 ai 10 anni che si svolgerà sabato 16 maggio alle 10.30.
La partecipazione al laboratorio è gratuita previa prenotazione
entro venerdì 15 maggio telefonando al numero 348/2560991 e
fino al raggiungimento del limite massimo dei posti disponibili.
È anche in programma, il 29 maggio alle 18, un incontro sul dagherrotipo con il fotografo Rossano Bertolo.
9
10
Sabato, 16 maggio 2015
Dialogo Aperto
Lettori in dialogo
Gorizia, maggio 1945
Era il 1° maggio di 70 anni fa. La
guerra era finita e Gorizia tirò un
sospiro di sollievo: tutti si unirono ai
festeggiamenti. Gli sloveni, molto
ben preparati ed organizzati, riempiono la città di scritte e bandiere.
Un goriziano, semplice simpatizzante socialista, uscì di casa contento, rientrò preoccupato. "Non mi
piace, non gridano (in sloveno) a
morte i fascisti ma a morte gli italiani". Nella notte verrà deportato. Gli
elenchi erano pronti dall’autunno
del 1944 e non erano solo i cosiddetti
fascisti. Nel Comitato Misto costituito frettolosamente in aprile tra il
CLN e l’OF, nel quale il PCI italiano
stava giocando un ruolo determinante, si vivevano momenti di incertezza e preoccupazione. Si assicuravano il reciproco rispetto e la
definizione dei confini al tavolo della pace con i rispettivi governi. Il
rapporto del rappresentante del PCI
di Gorizia nel comitato misto descrive dettagliatamente il tradimento ai
danni del CLN e della resistenza italiana non comunista, tradire significa venire meno agli accordi appena
stipulati. E l’operazione viene testimoniata dalle note di altri esponenti comunisti. Una operazione di occupazione della città confermata
anche dalla presenza proprio in
quei giorni di Boris Kraiger in riunione con l’OF a Gorizia.
L’uscita del PCI dal CLN costringe
allo scioglimento, Olivi e Sverzutti
membri del CLN vengono deportati
e scompaiono. Vengono arrestate e
deportate alcune migliaia di persone. E’ Gorizia che lancia l’allarme
sulla sparizione delle persone. Per i
goriziani, dopo l’imposizione del fascismo, le leggi contro le minoranze,
le leggi razziali, la deportazione e
scomparsa della comunità israelita,
la vicenda del maggio 1945 è la pagina più atroce e drammatica della
millenaria storia di Gorizia, che non
vogliamo chiudere. Sulla stessa siamo ancora arroccati, lacerati e divisi
in un teatrino duro e puro fra "sinistri e destri" ma lacerante e amaro
per la maggior parte degli altri goriziani come me.
Quanto avvenne a Gorizia riguarda
il margine di quel grande massacro
perpetuato dal regime comunista
sul territorio sloveno sul quale anche la Slovenia è tuttora lacerata e
divisa. Massacro che riguarda anche
tutto il resto del territorio jugoslavo.
Quantificare sarà impossibile ma
direi anche inutile, la commissione
slovena certifica la eliminazione di
almeno 100.000 persone fra il maggio ed il giugno del 1945.
Fino alla fine del 1945, a Gorizia, sa-
ranno le squadre slovene a controllare la città, poi la parte italiana
lentamente prese coraggio, prima
aggregandosi in quel nucleo che costituì successivamente attorno al colonnello Corsini, a Stanta e ad altri
quella che verrà poi chiamata Divisione Gorizia. Seguì la costituzione
dell’AGI. La parte slovena, venuta a
mancare inaspettatamente l’annessione alla Jugoslavia, si trovò spiazzata in minoranza e difficoltà, e fu
un biennio lacerante che divise tutti
i goriziani e anche il PCI. Si costituì
il PCI filo italiano nel quale spiccava tra gli altri la figura di Pustetto
padre, dei fratelli Coderin, inopportunamente dimenticati ma io dico
volutamente omessi dalla storiografia locale di sinistra. Al quale si contrappose il PC Giuliano, favorevole
alla annessione alla Jugoslavia, tra
loro Poletto. Aderirono alla Divisione Gorizia coraggiosi combattenti
partigiani e diversi autorevoli garibaldini. Dal primo maggio non era
più resistenza, era lotta nazionale.
La popolazione goriziana italiana e
slovena ha saputo sapientemente
superare queste vicende complesse e
tragiche; la politica ed il reducismo,
no. In particolare gli esponenti del
PC non hanno ancora saputo affrontare quelle drammatiche pagine. Banalizzare quelle vicende è un
errore prima etico e poi politico; an-
SOLDATI DI TITO
SU UN CAMION
IN PIAZZA
VITTORIA A
GORIZIA NEL
MAGGIO 1945
cora di più strumentalizzarle, sia
con le mediocri ed effimere iniziative della destra sia con i silenzi e le
ambiguità della sinistra.
Resta un vulnus pesante, la negazione del diritto alla sepoltura dei morti. A qualcuno fa paura. mentre
qualche altro, spera di utilizzarlo
per interessi politici. Ai giovani interessa poco per essi è importante
guardare avanti; agli anziani va la
responsabilità di chiudere i conti
con il passato. La scelta è tra una
memoria balcanica di parte o una
memoria comune europea, capace
di trovarsi oltre i fatti piangendo insieme le vittime. Le scorie del passato che abbiamo visto provocano altre strumentalizzazioni, tantomeno
è possibile difendere un passato che
comunque è destinato a riemergere.
Franco Miccoli
12
Musica, Sport & Spettacoli
Sabato, 16 maggio 2015
✎A tutto sport
Successo della manifestazione promossa dall’Us Acli di Ruda
Il futuro della Pro
A
rchiviata con soddisfazione la promozione in prima categoria, per la
ProGorizia è tempo di bilanci e di
progettazione del futuro.
Con la quasi certa conferma in panchina di
mister Coceani, il diesse Valentino Andaloro, fin da subito inizierà il mercato che dovrà portare in riva all’Isonzo qualche pezzo
da novanta per rinforzare ulteriormente un
gruppo già di per se ben attrezzato.
L’intenzione è quella di proseguire la scalata delle gerarchie del calcio dilettantistico
regionale e per questo, il prossimo campionato, viene visto come ulteriore tappa di avvicinamento ai campionati che la storia e il
blasone della società meritano.
Il primo nodo da sciogliere sarà il ritorno o
meno sul campo di calcio della Campagnuzza, che si spera, venga ultimato prima
dell’inizio della prossima stagione agonistica; il Comune, proprietario del terreno,
indirà una gara d’appalto sulla sua gestione, come legge richiede, ma si spera che sia
proprio la Pro Gorizia ad aggiudicarsela,
anche perchè è l’unica società a non avere a
disposizione un terreno di gioco. In questo
modo non dovrebbe essere più quello di
Mossa il campo designato per le partite di
campionato della prima squadra: su quel
terreno potrebbero essere dirottate le formazioni del settore giovanile che quest’anno giocavano a Moraro.
Alla Pro vogliono consolidare anche il gruppo dirigenziale e cercare di riavvicinare sia
sponsor che tifosi. È un lavoro sicuramente
lungo e laborioso ma è anche vero, che dopo anni in cui in casa goriziana si viaggiava a vista, con il nuovo gruppo dirigenziale
con in testa il presidente Bressan e il suo
braccio destro Dapas, finalmente serietà e
programmazione sono ritornate di casa.
Ci sarebbe intenzione, poi, anche di stringere ancor di più i rapporti di collaborazione con le altre due realtà calcistiche cittadine quali l’Azzurra e l’Audax Sanrocchese:
non si arriverebbe certo ad una fusione ma
ad un’unità di intenti e sinergie comuni, per
gestire le prime squadre e i vivai. Ma queste
sono solo ipotesi per il futuro. Intanto godiamoci dopo diciassette anni di patimenti e delusioni, un salto di categoria dei biancoazzurri; passata l’estate, sapremo che Pro
Gorizia sarà.
Paolo Nanut
Oltre 500 partecipanti
alla "Calendimaggio"
L
a Calendimaggio proposta dall’U.S. Acli di Ruda è risultata ancora una
volta manifestazione davvero ad alto gradimento
Sono stati premiati in questo modo l’impegno e la determinazione degli
organizzatori che sotto piogge più o meno intense hanno preparato e
realizzato la manifestazione che ha visto celebrare la 43^ edizione della Marcia
di Calendimaggio.
Oltre 500 appassionati delle camminate, soprattutto festive, hanno calcato
nella prima domenica del mese di maggio i sentieri ed han potuto godere delle
bellezze primaverili del parco di Villa
Iachia al centro del paese, della
graziosa meraviglia del laghetto della
gruppi più numerosi, ha riservato
località di Cortona, degli stupendi
tanti plausi agli organizzatori per la
angoli boschivi dell’Isonzo e del
tenacia dimostrata e per gli sforzi
torrente Torre ed hanno potuto farlo
preziosi di voler far conoscere i più
in una giornata di tregua sul
interessanti angoli del paese ed, allo
maltempo del periodo difficile a
stesso tempo, per la fervida volontà
cavallo di aprile e maggio.
di portare per così tanto tempo
Il Sindaco Palmina Mian, intervenuto
all’attenzione generale la continua
nella cerimonia delle premiazioni dei
proposizione di una pratica sana e
Musicalmente
positiva.
Anche il presidente delle Penne Nere
locali Stelio Padovan ha elogiato lo
strenuo impegno aclista e ha espresso
tutta la propria disponibilità per la
fattiva collaborazione perpetrata
oramai da oltre un decennio, che ha
determinato l’ incarico, molto gradito
dai partecipanti, per un gustoso
finale in termini culinari della
giornata sportiva.
La palma del gruppo più numeroso è
andata ancora una volta al Gruppo
Donatori Sangue di Campolongo
Tapogliano. Hanno ben figurato
anche i gruppi bisiachi degli amatori
del G.M. Millepiedi di Monfalcone e
numerosi sono stati anche i
marciatori provenienti dal Gruppo
dell’Olmo di Ronchi dei Legionari.
Da parte sua il Presidente USAcli
Erminio Rigonat ha avuto parole di
ripetuto ringraziamento verso tante
collaborazioni e sostegni ottenuti, a
cominciare dall’Amministrazione
Comunale e dal Corpo della
Protezione Civile, dell’Auser, fino ad
un lungo elenco di ditte, di Istituti
bancari del territorio e di aziende
agricole.
Molto il lavoro dunque svolto e le
tante le preoccupazioni per le
incertezze atmosferiche ma ha vinto
ancora un volta la volontà di
riproporre momenti veramente
intensi dello stare insieme in modo
veramente positivo e costruttivo.
Se non bastasse tutta questa
propaganda verso il moto e lo sport,
come ogni anno viene riproposto, la
giornata ha riservato uno spazio
carico di buoni sentimenti e di ricordi
indimenticabili legati all’ospitalità
dei bambini bielorussi, cui erano
dedicate le tavolate dei fiori e quelle
dei dolci fatti in casa.
Insomma aldilà di concorrenze e di
concomitanze di manifestazioni
similari, a Ruda si è vissuta una bella
e partecipata giornata di amicizia e di
ricaricante stare insieme che non
bisogna disperdere ma anzi
decisamente coltivare.
E.R.
Agenda
■ Kulturni Dom
Vorrei volare
Aznavour si racconta
nel suo 51° album
C
ome annunciato, il mitico
cantautore francese Charles
Aznavour ha pubblicato lo
scorso 5 maggio un nuovo
bellissimo album, intitolato "Encores",
il cinquantunesimo disco di studio per
il 90enne chansonnier di origine
armena.
Aznavour, impegnato attualmente in
un tour mondiale, ha spiegato in una
recente intervista che l’album, da lui
scritto e arrangiato, "è il primo che
parla del mio passato, della guerra e
della Resistenza".
Un album che suona come una
testimonianza sincera ed un desiderio
di trasmettere tutto il suo mondo,
arrangiato dallo stesso Aznavour,
prodotto da Marc di Domenico (già
all’opera per "Chambre Avec Vue" di
Henri Salvador nel 2000) e con la
direzione artistica di Mischa Aznavour,
figlio di Charles, "Encores" contiene
"You’ve Got To Learn", riadattamento
del classico "Il Faut Savoir" in duetto
con Benjamin Clementine, giovane
rivelazione francese del Soul.
Il Maestro prosegue inoltre il tour in
giro per il mondo ..
I nostri preferiti
1(1) Sgadow in the night - Bob Dylan
2(2) Wallflower - Diana Krall
3(3) Prima di parlare - Nek-Filippo Neviani
4(4) Rhythmotlight - Lorenzo Ghetti
Alessandri
5(5) Porto di mare - Marcp Castelli
6(6) Tracker - Mark Kmopfler
7(7) Afrodezia - Marcus Miller
8(8) Marie - Rachele Bestrenhghi
9(-)Encores - Charles Aznavour
10 (-) Beyond - Mario Biondi.
Giuliano Almerigogna
C’è grande attesa a Gorizia per il concerto
"Vorrei volare" del gruppo Alberto Sergi
& Arakne Group, che si terrà giovedì 14
maggio alle 20.30, presso il Kulturni dom
di via Brass, 20. L’evento è promosso
nell’ambito del festival musicale "Across
the border", dalla Cooperativa culturale
Maja e dal Kulturni dom di Gorizia.
Alberto Sergi è nato e vive nel Friuli
Venezia Giulia. E’ un giovane di origini
salentine, appassionato interprete del
repertorio tradiziolnal-popolare
salentino e del sud Italia, la cui necessità
di inseguire l’identità culturale a cui sente
fortemente di appartenere lo porta con
naturalezza, attraverso la musica
popolare, a creare una sorta di ponte di
congiunzione col Salento.
Questo lavoro rappresenta un viaggio tra i
brani della tradizione popolare del
meridione d’Italia che vengono proposti
al pubblico conservando ’’l’umiltà’’ e la
natura originaria del significato e de
messaggio profondo dei testi tramandati,
rinfrescandone però la struttura sonora.
Il gruppo è composto da:Aleksander
Ipavec (fisa monicista, compositore e
didatta della minoranza slovena di
Trieste), Simone Serafini (bassi ta,
contrabbassista, compositore e didatta
udinese), Zoran Majstorivic (chitarrista e
polistrumentista, compositore
proveniente da Rijeka), Emanuele Liquori
(tamburellista salentino) e Alberto Sergi
(tamburellista e voce del gruppo).
Ingresso è fissato in 10 eu o per gli interi
e 7 per i ridotti.
14
Gorizia
Sabato, 16 maggio 2015
Riforma sanitaria: primo
bilancio dopo quattro mesi
Come vengono
recepite dal territorio
le novità volute dalla
Giunta Serracchiani?
di Selina Trevisan
● Silvana Romano,
assessore alle politiche
sociosanitarie
D
a gennaio è partita in Friuli Venezia
Giulia la riforma del Sistema
Sanitario, che pone una divisione
su tre strutture principali - i cosiddetti
"hub" - a Pordenone, Trieste e Udine.
A questi tre ospedali di Primo Livello
fanno riferimento i "secondari" o
● Evitiamo i partitismi
quando si parla
della salute dei cittadini
"spoke", che servono un bacino di
utenza compreso tra gli 80mila ed i
150mila abitanti. Tra questi anche le
strutture ospedaliere di Gorizia e
Monfalcone, che fanno capo a quella di
Trieste.
Il cambiamento che ha fatto
maggiormente discutere negli scorsi mesi
è quello del Punto Nascite, che chiuso a
Gorizia, è passato interamente sotto
gestione del "San Polo" di Monfalcone.
Mantenute invece alcune peculiarità che,
all’interno della riforma, farebbero capo
agli ospedali di primo livello.
Ma qual è la valutazione su questi primi
quattro mesi di riforma da parte di chi
rappresenta i cittadini ed il territorio?
In questa prima puntata, abbiamo
intervistato Silvia Altran, sindaco di
Monfalcone, e Silvana Romano, assessore
alle Politiche Sociosanitarie del Comune
di Gorizia, su questa tematica e ci hanno
illustrato pareri a favore ma anche
preoccupazioni legate ai cambiamenti in
atto, tanto sul territorio quanto sui
servizi alla cittadinanza.
● L’ambulatorio
pediatrico deve aprire
almeno 12 ore al giorno
Razionalizzare non significa
togliere tutto a Gorizia
Assessore Romano, cosa comporta sul territorio la riforma sanitaria in atto da gennaio.
Comporta circa 20 milioni di euro in
meno, il che significa fare dei tagli:
abbiamo visto però che alcune cose
possono essere razionalizzate ricalibrando e sistemando il bilancio. Il
direttore generale dell’Aas2, Pilatti,
ha affermato che è necessario chiudere un Punto Nascita nell’ex Azienda 5 (quella della Bassa Friulana,
unita ora a quella Isontina. n.d.r.) ed
una cardiologia nell’ex Azienda 2
ma anche che bisogna integrare le
quattro chirurgie nei quattro plessi
ospedalieri. Perdite di posti lavoro
non ce ne saranno, perché il personale verrà dirottato da un ospedale
all’altro: chiudere non vuol dire non
dare servizi; se prima davo servizio
su due ospedali, ora devo concentrare tutto in uno soltanto. Il problema
anzi è una carenza di personale, visto che sono da anni che non si fanno assunzioni.
Nello specifico, cosa chiedete per
l’isontino?
Come politici quello che chiediamo è
che venga dato maggior supporto al
territorio ma non venga tolto ciò che
dà una risposta ai cittadini nell’ospedaliero. È chiaro che, avendo
su 30 chilometri due ospedali, non
possiamo avere dei doppioni, quindi
è comprensibile questo ragionamento. Se lo faccio io, che sono parte dell’opposizione regionale, e dico "mi
sta bene una razionalizzazione, perché io voglio che venga data una
buona risposta ai miei cittadini e al
territorio", lo potrebbero fare molti.
Personalmente ritengo si debba andare contro le ideologie politiche;
con tematiche, che riguardano i servizi e la salute dei cittadini, non ci
devono essere inutili partitismi ma
bisogna guardare al territorio e alle
prestazioni che diamo alle nostre
persone.
Non voglio però che venga tolto tutto a Gorizia: ha già dato il Punto Nascita, non deve perdere - ad esempio
- la Cardiologia. Gorizia è stata la
prima a perdere un reparto, ancora
prima del Piano Sociosanitario,
quindi direi che è abbastanza. Per la
Chirurgia, da distribuire sui quattro
ospedali, andremo a discutere la distribuzione delle specificità.
Riguardo la disponibilità sul territorio, con la chiusura del Punto
Nascita c’è forse la necessità di un
servizio a domicilio?
È già attivo un Percorso Nascita, le
donne sono seguite. Ciò che invece
abbiamo chiesto a viva voce è un servizio da mettere in atto dopo la nascita del bambino. L’ambulatorio pediatrico non può essere attivo solo 8
ore, ma almeno 12 ore al giorno.
Quando una mamma ha un problema con il suo bambino, non deve essere costretta a fare 30 chilometri.
Questa è una risposta che noi vogliamo avere dall’Aas, poiché ci è
stato detto - quando è stato chiuso il
Punto Nascita - che gli ambulatori
sarebbero stati lasciati: il primo intervento dell’ambulatorio pediatrico
deve poter essere fatto sempre a Gorizia.
L’OSPEDALE
DI GORIZIA
Collegandomi a ciò, vedo un ulteriore problema, piuttosto pesante, che
riguarda il sistema del trasporto. La
provincia isontina non è molto ben
coperta; poniamo il caso che un
bambino vada di notte al Pronto
Soccorso goriziano e non sia possibile prestargli le cure sul luogo, deve essere portato da un’altra parte. Non
sempre il genitore, in quei momenti,
è in grado di farlo - emotivamente e
materialmente -. Bisogna studiare
quindi un sistema di trasporto dei
pazienti. E questo anche per quanto
riguarda le terapie.
Il sindaco Silvia Altran
Monfalcone non perderà
la sua indipendenza
Sindaco Altran, con l’attuale siQuello che ci interessa è che
stema della riforma sanitaria
l’assistenza che viene erogata
regionale, gli ospedali di Gorizia
e Monfalcone verranno suborai cittadini sia di qualità e che le
dinati a quello di Trieste. Per
funzioni di emergenza e più
una struttura ospedaliera che
copre un territorio vasto come
direttamente riferite al territorio
quello monfalconese, cosa sivengano mantenute
gnifica perdere la sua "indipendenza"?
L’ospedale di Monfalcone non perderà la sua "indi- Questo per dimostrare che il territorio è vigile, e non
pendenza"’, semplicemente sarà riorganizzato se- lascerà passare nessuna riduzione dello standard di
condo una struttura più funzionale. Le funzioni di qualità. E questo vale anche per le altre situazioni.
maggior specializzazione, come già avviene peraltro
da parecchi anni, saranno appannaggio degli ospeCome sarà possibile mantenere attive le eccellendali di Udine e Trieste. Quello che ci interessa è che
ze raggiunte nel corso di questi decenni, che ril’assistenza che viene erogata ai cittadini sia di quaschiano di non trovare un adeguato finanzialità e che le funzioni di emergenza e più direttamenmento perché non inserite in un ospedale di
te riferite al territorio vengano mantenute.
Primo Livello?
Sicuramente vigileremo su una ripartizione equa
Con questa riforma c’è qualche modifica che vi delle risorse economiche. Più volte, sia da parte di
crea preoccupazione per il futuro della struttura? tutti i sindaci del mandamento, sia dalla CommisCome dicevo prima, la preoccupazione è che i servi- sione comunale Sanità, è stato ribadito che non conzi che richiedono il pronto intervento e dei servizi a ta solo l’aspetto demografico in relazione al territotutela della sicurezza dei pazienti vengano garanti- rio regionale: siamo di fronte a una popolazione con
ti. Un esempio è quello della Cardiologia: un ordine specifiche caratteristiche, con la presenza del candel giorno elaborato dal consiglio comunale richie- tiere navale e dell’industrializzazione, e fungiamo
de la presenza di un cardiologo in guardia attiva per da riferimento anche per la vicina Grado, che dualmeno 12 ore nel caso in cui ci sia una riorganizza- rante la stagione estiva aumenta notevolmente gli
zione del servizio su entrambe le sedi ospedaliere. afflussi con l’arrivo dei turisti. Per quanto riguarda
la nostra area, quindi, si deve tener conto di una valutazione oggettiva delle necessità del territorio.
La questione delle nascite: con la chiusura del reparto goriziano, sicuramente il carico di lavoro su
quello monfalconese è maggiore...
È vero che il carico di lavoro a Monfalcone è cresciuto, ma non in modo da mettere di difficoltà il reparto, che gode di ottime professionalità, che sono aumentate con l’arrivo dei medici prima impiegati
nella struttura goriziana. Ci auguriamo che a breve
giunga il nuovo primario del reparto. Direttive nazionali e studi dimostrano come un numero più elevato di parti permette una migliore funzionalità, e
quindi più sicurezza per le mamme e i bambini. In
ogni caso noi siamo sempre stati e saremo sempre
attivi per il potenziamento del nostro reparto, pretendendo garanzie che il servizio di assistenza pre e
post parto sia assicurato su tutto il territorio afferente al nostro ospedale.
Gorizia
Sabato, 16 maggio 2015
Quasi 3000 euro raccolti dalla comunità di San Rocco
La solidarietà dei comunicandi per il Nepal
15
Agenda
■ Lunedì 18
Caritas e profughi
Il Centro Culturale"Crali" organizza un
incontro: "Intervista a don Paolo Zuttion
- La Caritas per i profughi" ,lunedì 18 alle
17 presso l’Aula Magna della sede
goriziana dell’Università di Udine in via
santa Chiara,1 a Gorizia.
Intervistato dalla presidente del Centro
Rosaria De Vitis, l’incontro costituisce
un’importante occasione per conoscere
questo fenomeno del nostro tempo, causa
di soffe enza e spesso di morte per i
migranti, ma anche di preoccupazione per
il Paese ospitante.
■ Kulturni Dom
20 BAMBINI DI S. ROCCO HANNO CELEBRATO IN UN CLIMA DI GRANDE RICONOSCENZA LA MESSA DELLA PRIMA COMUNIONE, ATTORNIATI DAI
LORO CARI E DALLA COMUNITÀ. IL LORO GRAZIE AL SIGNORE HA VOLUTO ESTENDERSI ANCHE AI TERREMOTATI DEL NEPAL RACCOGLIENDO 725
EURO PER LORO. NELLE MESSE DOMENICALI LA COMUNITÀ HA RACCOLTO 2000 EURO PER LO STESSO MOTIVO. (FOTO SALATEO)
30 aprile: verso
la "città comune"
È
andata oltre le previsioni la partecipazione ed
anche l’intensità dell’iniziativa del Centro
"Rizzatti" e del Forum za Gorisko di Nova Gorica
per fare del 30 aprile una ricorrenza stabile e
continuativa del Goriziano, verso la "Città Comune".
Quasi cento persone, attraverso contatti amichevoli
si sono ritrovate all’agriturismo "Brumat" (meglio
noto come "Bepon") alle casermette per un
confronto sul futuro delle due città gemelle, con una
serata "in rosa": Maida Bratina ha presieduto il
dibattito, avendo al fianco Sandra Sodini (direttrice
del GECT), Nadja Veluscek ha infine presentato il suo
filmato sul "confessionale dei peccati di
contrabbando" girato al momento della
eliminazione fisica dei controlli di polizia sui valichi
confinari.
È stato inizialmente proiettato anche il video
dell’intervista agli ex Sindaci Martina e Strukelj, i
principali protagonisti della rivoluzione pacifica sul
confine goriziano negli anni ’60.
Ricordo di Macor
Martedì 19, con inizio alle 18, nella sala
ridotto del Kulturni dom (Via I. Brass,
20), nell’ambito dei tradizionali "Incontri
con l’autore", si terrà, su iniziativa del
Kulturni dom di Gorizia, della Biblioteca
Statale Isontina, dal settimanale Voce
Isontina e del Forum Cultura di Gorizia, un
incontro pubblico in omaggio al poeta e
scrittore goriziano Celso Macor nel 90°
dalla nascita. All’incontro nell’occasione
interverranno: il giornalista Renzo
Boscarol, il direttore responsabile del
settimanale Voce Isontina Mauro Ungaro,
il direttore responsabile del settimanale
Novi Glas e poeta Jurij Paljk, il giornalista
Andrea Bellavite, il direttore della
Biblioteca Statale Isontina Marco Menato
e il presidente del Kulturni dom Igor
Komel.
16
Sabato, 16 maggio 2015
Bassa Friulana
Cervignano - Grazie all’impegno di 180 volontari, conclusa con successo l’edizione 2015
del mercatino solidale dell’usato e della raccolta dei materiali riciclabili proposta
dalla parrocchia ed il cui ricavato è destinato a favore delle opere missioniarie diocesane
Ucn 2015: raccolti 50 mila Euro
✎I progetti
C
S
onclusa la 48^
operazione Uomini Come Noi "Mercatino
Solidale
dell’Usato e raccolta materiali Riciclabili" effettuata
dalla parrocchia di Cervignano del Friuli in ambito
mandamentale con il patrocinio del comune.
Venerdì 8 maggio durante
la serata di ringraziamento
dei 180 volontari è stato
consegnato il ricavato delle
otto giornate del mercatino
solidale e delle due giornate dedicate al recupero dei
materiali riciclabili.
Con una semplice cerimonia don Dario Franco Parroco di Cervignano ha firmato l’assegno, la busta
con il ricavato (che simbolicamente rappresentava
l’impegno e il lavoro di
centinaia di volontari ma
anche delle miglia di famiglie che hanno donato i
materiali riciclabili e per il
mercatino solidale) è stata
consegnata dal coordinatore di "Uomini Come Noi" Sergio Odoni al direttore del centro Missionario
di Gorizia don Franco Gismano.
La serata ha visto la partecipazione
del vice sindaco di Cervignano, Marina Buda, che ha elogiato l’impegno
dei volontari (il sindaco Gianluigi Savino ha fatto pervenire un messaggio
perché impegnato da un evento di carattere nazionale) e del consigliere regionale Piero Paviotti sempre vicino
al mondo missionario.
Alla cerimonia hanno partecipato
inoltre alcuni referenti di progetti sostenuti da "Uomini Come Noi": le
missionarie laiche Luisella Paoli e Ivana Cossar che operano in Burkina Faso per il progetto "Un sorriso per il
Futuro" ed anche suor Irmarosa Villotti, referente per i progetti Costa
D’Avorio e in Romania dove operano
le suore della "Provvidenza
Soddisfazione è stata espressa anche
dalla responsabile del mercatino solidale dell’Usato Rita Guardia che ha
ringraziato i sessanta volontari e volontarie che hanno gestito tutti i settori del "mercatino solidale" allestito
all’interno della sala parrocchiale e
sulla piazza antistante sotto i tendoni.
Rita ha raccontato, inoltre, dell’offerta di denaro proveniente da una famiglia che aveva depositato davanti
al portone di casa del materiale ferroso: quando si è accorta che quel
materiale era stato asportato da privati non facenti parte dell’organizzazione, ha voluto comunque far pervenire all’organizzazione un’offerta
di 50 euro. Una coppia di pensionati,
poi, ha donato 70 euro recuperati con
un’iniziativa di autofinanziamento ed
un gruppo di signore ha devoluto il
ricavato di un "gioco di società".
Oltre ai responsabili parrocchiali e
dell’organizzazione "Uomini Come
Noi" hanno presenziato alla serata il
direttore del centro giovanile di cultura e ricreazione S. Michele, Andrea
Doncovio, il presidente dell’Azione
Cattolica, Luca Tardiva, il capo gruppo dell’AGESCI, Davide Franceschi e
i rappresentanti di Corima.
La raccolta degli indumenti è passata
da 11 tonnellate dello scorso anno a
12 tonnellate.
Nonostante una flessione sul ricavato rispetto lo scorso anno "Uomini
Come Noi" riuscirà a sostenere il valore stabilito per i singoli progetti.
Parallelamente all’operazione Uomini Come Noi è nata da alcuni anni a
Terzo di Aquileia l’operazione "Bambini Come Noi".
Sabato 9 maggio, la scuola primaria
per iniziativa di alcune insegnanti ha
organizzato una marcia a cui hanno
partecipato alunni, docenti, genitori,
presenti il sindaco e la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di
Aquileia. Il ricavato dell’iniziativa andrà a sostenere i progetti di "Uomini
Come Noi" presente alla giornata con
la responsabile della segreteria logistica Elisa Soardo e con Francesca
Giusti.
Continua nel frattempo l’attività del
Mercatino solidale dell’usato presso
il magazzino di via Da Riseris, 16 a
Cervignano. Sabato 6 giugno dalle 9
alle 13 e dalle 14.30 alle 19 ci sarà l’ultima apertura prima della pausa estiva: il mercatino riaprirà sabato 5 settembre.
ono stati complessivamente
50.814,15 gli euro raccolti grazie
all’operazione "Uomini come noi
2015".
Il totale è stato reso possibile dai 32.795
euro ottenuti con la vendita nel mercatino
solidale dell’usato cui si sono aggiunti i
270 euro ottenuti grazie ad offerte di privati. Ad essi si sono sommati 2.697 euro
grazie alle 12 tonnellate di indumenti e
14.338 euro frutto della raccolta di 54 tonnellate di materiali ferrosi. 714,15 euro sono giunti dalla rappresentazione teatrale
resa possibile dalla collaborazione fra
"Briciole d’arte", ricreatorio e campp.
Alle spese organizzative (pubblicità, tributi, affissioni, noleggi, riparazioni veicoli,
carburanti...) sono stati destinati 4.825
euro mentre alle opere parrocchiali è stato
devoluto un contributo di 5220,72 euro
per coprire i costi della sala parrocchiale, i
materiali di consumo, le utenze...
Al Centro missionario diocesano sono stati quindi consegnati 40.500 euro di cui
37.000 da ripartire fra i Progetti sostenuti
da UCN2015 e 3.500 per le spese gestionali
del Centro.
Fra i progetti sostenuti 10 mila euro sono
andati al sostegno alle opere di scolarizzazione di bambini e ragazzi nel progetto
scuola "Un sorriso per il futuro" realizzato
a Ouagadougou in Burkina Faso da Ivana
Cossar e Luisella Paoli; 12 mila serviranno
alla realizzazione di un centro agricolo
per l’orticoltura, l’allevamento di polli e
suini nell’ambito della parrocchia di Belleville (dove opera don Michele Stevanato)
con la realizzazione di quattro strutture;
10 mila euro serviranno al sostegno del
dispensario per la lotta al Morbo di Burulì
attivo a Kongouanou in Costa d’Avorio.
5.000 euro, infine, verranno consegnati alle suore della Provvidenza per le opere di
promozione umana, socio-sanitaria nell’ambito del servizio reso a Iasi in Romania.
Anche attraverso Voce Isontina gli organizzatori ringraziano i 180 volontari che
hanno reso possibile l’operazione, le ditte
ed aziende che hanno messo a disposizione oltre 30 mezzi fra camion, furgoni ma
anche le famiglie e singoli che hanno donato i materiali e che hanno contribuito il
successo anche di questa edizione di "Uomini come noi".
Bassa Friulana
Sabato, 16 maggio 2015
Con una mostra ed un torneo
Agenda
Aiello ricorda
Enzo Bearzot
U
■ Ruda
n mese di maggio che il paese
di Aiello del Friuli ha quasi
interamente dedicato a uno
dei suoi più illustri
concittadini, Enzo Bearzot, il
Commissario tecnico della nazionale
di calcio che con la sua guida ha vinto
il campionato mondiale in Spagna nel
1982.
In occasione del quinto anniversario
della sua scomparsa,
l’Amministrazione Comunale in
collaborazione con la Società
Polisportiva Dilettantistica Aiello, il
C.O.N.I. e le varie associazioni del
paese che gli ha dato i natali, lo ha
voluto ricordare con una serie di
interessanti iniziative: il 12 di maggio
è stata inaugurata la mostra
fotografica dedicata al grande
allenatore di calcio, presso il campo
sportivo "Arbeno Vrech" e in questa
occasione il relatore Stefano Perini ha
raccontato la storia delle foto esposte,
di quando, giovanissimo, militava
nella squadra locale, poi nella "Pro
Gorizia", di quando è ritornato in
visita ad Aiello dopo lo storico 1982.
L’archivio del Polifonico
Martedì 19 convegno
alle 20.45 in Sala Civica
con Bruno Pizzul
e l’intervento
di protagonisti
dello sport di ieri ed oggi
Tra le circa quaranta foto c’è anche
una rara foto delle figurine "Panini" .
Sempre nello stesso giorno ha avuto
inizio il 1° Torneo Enzo Bearzot che si
svolgerà nell’arco di due settimane,
con la finale il 23 maggio alle ore 20.
Il regolamento prevede che il trofeo
sarà assegnato definitivamente alla
squadra che riuscirà a vincere tre
volte, anche non consecutive, il
torneo.
Molta attesa per il convegno che il
giornalista Bruno Pizzul condurrà
martedì 19 maggio, con inizio alle ore
20.45, presso la Sala Civica, uno dei
momenti più interessanti vista la
partecipazione di alcuni protagonisti
del mondo del calcio di ieri e di oggi,
17
tra questi hanno già dato la loro
adesione Gigi Delneri e Massimo
Giacomini, ma si attendono altre
conferme di personaggi che hanno
conosciuto il grande Enzo.
Il 21 di maggio avrà luogo il secondo
"Fanny day", giornata dedicata allo
sport, nella quale le scuole primarie e
secondarie di primo grado si
cimenteranno nella prova di una serie
di discipline sportive, alcune molto
conosciute, altre poco note, tra cui
baseball/softball, rugby, danza, karate,
volley, bocce, calcio, minicross (moto),
per una conclusione gioiosa ed
educativa delle iniziative di questo
mese di maggio.
Livio Nonis
Due anni di lavoro, migliaia e migliaia di
partiture controllate, sistemazione delle
musiche secondo un ordine logico e
didattico, catalogazione dei vari lasciti
(Eligio Tomasin, Secondo Delbianco,
Giovanni Famea): è l’archivio storico del
coro Polifonico che sabato 16 maggio, con
inizio alle 20.30, in sala consiliare, a
Ruda, sarà presentato al pubblico dalle
ricercatrici Beatrice Pitassi e Annalisa
Filippo.
Il lavoro - reso possibile dall’intervento
della banca di credito cooperativo
CrediFriuli - era stato commissionato
proprio nell’intento di mettere a
disposizione dell’intera collettività
musicale del Friuli Venezia Giulia un
patrimonio unico frutto di settant’anni di
lavoro e di attività artistica.
Alla presentazione di sabato
interverranno anche Franco Colussi,
presidente dell’Usci del Friuli Venezia
Giulia, Luciano Sartoretti, presidente di
CrediFriuli e Palmina Mian, sindaco di
Ruda. Gli onori di casa saranno del
presidente del Polifonico, Adriano Pelos.
Nel corso della serata, poi, ci sarà spazio
per una breve ma doverosa
commemorazione di Marco Sofianopu o, il
maestro triestino che diresse il Polifonico
dal 1976 al 1987 prematuramente
scomparso lo scorso anno - e sul quale
sarà proposto un breve filmato - e a
proiezione del filmato sul s ttantennale
del coro.
Una occasione per rivivere insieme
momenti straordinari di vita corale.
18
Bassa Friulana - Grado
Sabato, 16 maggio 2015
La Consulta dei disabili del Fvg al Palacongressi di Grado
Un premio a chi ha
permesso la riapertura
dell’Ospizio Marino
Ribadito l’impegno
della regione per realizzare
un Piano del sociale
capace di ottimizzare
e migliore la gestione
delle risorse
"U
na volta riordinato il sistema sanitario, il piano
del sociale è fondamentale per rendere omogenea e quindi equa l’offerta dei servizi
su tutto il territorio regionale e per la
migliore gestione delle risorse".
Lo ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani rispondendo alle sollecitazioni della Consulta regionale di coordinamento delle
associazione dei disabili, nel corso del-
la cerimonia del Premio solidarietà, organizzato dalla consulta goriziana a
Grado e svoltasi domenica scorsa al Palacongressi di Grado.
"Non posso ancora dare una data precisa per il termine, ma garantisco che
con il piano siamo molto avanti", ha reso noto Serracchiani, ricordando però
che la prima necessità era "quella di
adattare con urgenza il sistema sanitario alle odierne esigenze". Una riforma,
quella della sanità, che è stata scritta
lavorando a stretto contatto con la
Consulta regionale dei disabili, per fare sì che nell’equilibrio e nell’integrazione tra ospedale e territorio venisse
dato il giusto spazio a quest’ultimo, è
stato ribadito.
Serracchiani ha risposto anche in merito alla richiesta di percorsi che tengano in adeguata considerazione le disabilità cognitive. In particolare, ha
rassicurato sul fatto che lo spostamento dal bilancio ordinario a quello sanitario dei finanziamenti a favore delle
associazioni a tutela dei disabili autistici risponde vuole mettere in sicurezza i fondi a disposizione di queste as-
sociazioni, che fino ad oggi venivano
considerate alla stregua di sodalizi culturali, sottraendole alla discrezionalità
della scelta politica.
È stato lo stesso presidente della Consulta di Gorizia, Mario Brancati a ricordare come il Friuli Venezia Giulia sia tra
le regioni d’Italia più attente al tema
della disabilità, sia per la garanzia dei
servizi che per l’utilizzo delle risorse (Il
Friuli Venezia Giulia è unica a garantire il FAP, il fondo per l’autonomia possibile e il Fondo per gravi e gravissimi).
Grande tributo è stato dato all’amministrazione regionale anche in merito
alla soluzione della questione della riapertura dell’Ospizio marino di Grado.
A tal proposito la presidente Serracchiani ha ricevuto la targa del Premio
regionale solidarietà della Consulta,
consegnata alla Regione "per aver
compreso l’importanza dell’Ospizio
marino di Grado per il mondo della disabilità e aver operato scelte coerenti e
funzionali alla sua riapertura e operatività".
Il premio, assegnato anche alla Provincia e al Comune di Grado, è stato con-
segnato a Serracchiani dal presidente
Brancati e dal presidente regionale Vincenzo Zoccano. Brancati ha sottolineato come la Regione abbia contributo al
finanziamento di un milione e mezzo
di euro per il recupero dell’Ospizio,
struttura termale riabilitativa "essenziale per salute e qualità della vita di oltre 4 mila disabili del Friuli Venezia Giulia", inserendola nel Piano riabilitativo
regionale e assegnando 20 posti di RSA.
Sono stati premiati per Udine (medaglia d’oro) il dottor Flavio D’Osualdo,
fisiatra del Gervasutta; l’associazione
Progetto autismo FVG onlus; il pluricampione italiano indoor della velocità Luca Campeotto; l’azienda agrituristica "Lignano".
Per Trieste: (medaglia d’oro) la prof. Ilaria Garofolo; il gruppo "Scritture MalEducate", coordinato da Pino Roveredo; la Casa della musica e la srl Tik AM
fondata da Valter Mahnic.
Per Pordenone: (medaglia d’oro) Gianfranca Santarossa; Santina Baldo e Tullio Frau.
Per Gorizia, e in particolare per avere
contribuito alla riapertura dell’Ospizio
Marino, sono stati premiati oltre a Regione, Provincia Go e Comune di Grado: il presidente del Tribunale di Gorizia Giovanni Sansone e il commissario
fallimentare Enrico Guglielmucci;
Franco Bosio presidente Confcoperative FVG. E inoltre: Andrea Della Rovere,
presidente di Universis Udine; Patrizia
Fantin, presidente Prodes Cielo Azzurro di Fagagna; Paolo Mansutti, presidente Friul Clean di Udine; Ervino Nanut presidente Confcooperative Go e il
parroco di Grado mons. Armando Zorzin.
Infine, hanno meritato una targa anche
Paolo Tavian, per aver favorito integrazione nello sport dei disabili e, come riconoscimento internazionale, Valter
Adamic per una vita dedicata al lavoro
per i diritti e l’inclusione sociale delle
persone con disabilità.
Per 17 bambini domenica scorsa in San Crisogono
Grazie al Gruppo parrocchiale
IN SAN CRISOGONO A GRADO SI È SVOLTA LA I^ CONFESSIONE DI 27 BAMBINI CHE HANNO CONCLUSO IL CAMMINO
DI PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DELLA PENITENZA AIUTATI DAI CATECHISTI ASSIEME A DON NADIR. "VI SIETE
PREPARATI - È STATO RICORDATO - AD INCONTRARE GESÙ ATTRAVERSO LA VOCE DEL SACERDOTE, ANCHE VOI COME
NOI TUTTI AVETE FATTO DEGLI SBAGLI MA PER QUESTO ABBIAMO BISOGNO DI UN AMICO FORTE E CHE CI FACCIA
VIVERE NELL’AMORE: QUESTO AMICO È GESÙ. NEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, LUI È VENUTO IN VOI PER DARVI
IL PERDONO. C’È BISOGNO PERÒ DEL VOSTRO IMPEGNO, PERCHÉ GESÙ DA SOLO NON FA NIENTE".
FRA LE TANTE INIZIATIVE CHE IL GRUPPO PARROCCHIALE DI GRADO
"CASA SERENA" ORGANIZZA PER LA GIOIA DEGLI OSPITI DELL’OMONIMA
STRUTTURA, SONO STATE PROPOSTE NELLE SCORSE SETTIMANE DUE
FESTE CON IL M.O ADAM ALLA FISARMONICA E UNA GRANDE FESTA
DELLA "MAMMA". PRESENTI IL "TRIO CANOCIA" E UNA PARTE DEL CORO
DI "GRADO CANTA".
Il giorno della prima confessione
Ruda: donatori
di sangue molto attivi
Una partita di calcio
per promuovere
la cultura del dono
di Franco
Lenarduzzi
B
ilancio del mese di aprile molto
positivo sul fronte degli impegni
per i donatori di sangue di Ruda e
dintorni.
Oltre all’occasione di ospitare
l’autoemoteca, gemellati con la sezione
di Villa Vicentina per la donazione
Festa a "Casa serena"
collettiva in quel di Campo di Sopra, i
donatori di Ruda sono stati partecipi di
una particolare iniziativa sportiva in
occasione della tradizionale festa della
Ottava di Pasqua di Perteole.
La partita di basket tra donatori di
sangue della Sezione locale e la squadra
dei Dindias di Aiello è stata senz’altro
motivo di condivisione e di gioia al di là
del risultato sportivo che, per solo per
cronaca, riportiamo ha avuto come
risultato la vittoria dei Donatori.
Il vero risultato, rimarcato da tutti anche
nel momento conviviale che a seguito
l’iniziativa sportiva e sottolineato dal
presidente Giancarlo Politti, è stato la
necessità di promuovere e diffonde e la
cultura del Dono, in particolare del dono
del sangue: attività questa che vede
vincitori sul piano umano tutti quanti,
perché in ballo c’è la partita della vita.
Pronti quindi, a dedicare allo scopo
nuove importanti iniziative di
informazione sui benefici della
prevenzione della salute e sul valore
dell’esperienza del dono.
Mandamento
Sabato, 16 maggio 2015
19
Coniugare servizi bancari di livello globale con l’attenzione alle comunità e realtà
locali: intervista al presidente della BCC di Staranzano e Villesse, Carlo Feruglio
Fedeli ai principi fondanti
I
l mondo delle Banche di
Credito Cooperativo è in
grande evoluzione con un
processo di autoriforma
che si concluderà entro l’estate. Ne abbiamo parlato con
Carlo Feruglio Presidente della
BCC di Staranzano e Villesse.
La BBC di cui Feruglio è Presidente gode di buona salute
chiudendo il bilancio 2014 con
oltre 1.800.000 euro di utile,un
patrimonio netto di 88 milioni
di euro,il 5,25 % di sofferenze
sul totale impieghi che è di oltre 440 milioni euro,19 filiali e
120 dipendenti.
Le banche di credito cooperativo affondano le loro radici nel cattolicesimo sociale. Cosa resta di quella
tradizione?
Nel momento che noi rinunciassimo ai nostri principi
fondanti, diventeremmo diversi, perderemmo la nostra
specificità e con essa quel senso di umanità e vicinanza alla
gente che ci è proprio. Se la logica del profitto dovesse prevalere ci troveremmo equiparati ad un sistema bancario
totalizzante dove non c’è spazio per il piccolo, dove il piccolo non è solo la banca di vicinato, ma anche la clientela
minore, quella che ti viene in
Banca con fiducia, portando i
suoi problemi quotidiani sapendo di essere ascoltata ed
aiutata. E lo stesso vale per
l’altro aspetto del sociale,
quello di sostenere i giovani, il
volontariato, l’associazionismo, lo sport nei vari paesi,
perché queste realtà di base
possano esistere.
In un contesto in cui il sistema bancario sta attraversando una profonda ristrutturazione e sono in
corso sempre maggiori processi di aggregazione quale
ruolo per le piccole BCC?
Le BCC sono un asse portante
della società ed operano su un
doppio livello, quello locale e
quello di sistema di rete attraverso la Federazione Regionale e Federcasse a livello nazionale per la parte politica
strategica, mentre per la parte
industriale fa riferimento ad
un contesto anch’esso nazionale, l’Iccrea Holding.
In pratica siamo un grande e
complesso organismo che garantisce alta professionalità,
profonda conoscenza dei mercati, elaborazione di strategie
di settore che poi si trasformano nel lavoro dei dirigenti e dipendenti nei singoli istituti i
quali possano erogare servizi
e prodotti in una logica di economia di scala.
Anche il Credito Cooperativo sta pensando ad una
riorganizzazione; non sarebbe il caso di riflettere anche se è ancora sostenibile
la frammentazione delle
piccole BCC dell’area giuliana? Staranzano, Turriaco,
Doberdò, Savogna, Lucinico, Carso... Non sono trop-
"La solidità del nostro
sistema piramidale ha
messo in sicurezza più
volte i nostri clienti
da investimenti
sbagliati"
pe per riuscire a reggere un
mercato sempre più difficile?
Siamo più che attrezzati a
confrontarci con il mercato ed
i suoi cambiamenti. Credo che
la solidità del nostro sistema
piramidale abbia messo in sicurezza più volte i nostri clienti da investimenti sbagliati,
come le cronache di questi anni di fallimenti azionari e di
collocamenti troppo a rischio
hanno purtroppo dimostrato
a tutto svantaggio delle fasce
di investitori più deboli.
Riflessione
Chi ha paura
del referendum?
M
a perchè tutta
questa
confusione? A chi
giova confondere le idee? Andiamo per ordine. Da anni
l’associazione CittàComune chiede ai politici e ai consigli comunali
di prendere le opportune iniziative per chiedere ai cittadini se voglio
o no fondere assieme i Comuni di Monfalcone, Ronchi e Staranzano.
Dal mondo politico prima silenzio, ma poi, negli anni,
riconoscimento ad una prospettiva avvertita come da percorrere.
Nessun atto concreto però.
Quando l’Associazione, stanca di aspettare scelte concrete, diventa
promotrice e ottiene dalla Regione di poter raccogliere firme per
chiedere ai cittadini di esprimersi, si scatena il putiferio di alcuni
politici e amministratori comunali. Si fa confusione tra Unioni
territoriali, obbligatorie per legge, e fusione di tre comuni e si arriva
a stigmatizzare un contributo da parte di un Istituto di credito
territoriale all’attività di una associazione che si propone di sentire
il parere dei cittadini. In realtà, la firma che in questi mesi viene
chiesta ai cittadini è solo la premessa per celebrare un referendum,
strumento democratico in mano ai cittadini per esprimere la loro
opinione. Chi ha paura di questo referendum e perchè?
Guido Baggi
ti sociali e di assistenza, le
scuole. È importante che per
qualcuno che si lamenta, ci sia
la gran massa grata della nostra generosità.
Come hanno accolto i triestini la Banca di Staranzano? Forse sarebbe il momento, vista la vostra
diffusione in tutta l’area
giuliana di dare anche alla
vostra ragione sociale un
nome che meglio rappresenti questa realtà?
Certo, nel mondo d’oggi, si deve sempre più ragionare in termini di sinergia, razionalizzazione ed efficienza, ma sono
passaggi strutturali, non trasformazioni sostanziali.
La nostra BCC ha un leadership conquistata in tutta la
sua centenaria storia.
Una centralità che le potrebbe
permettere di essere una capofila nel caso che le scelte strategiche a livello nazionale possano modificare i profili oggi
esistenti. Però è anche elemento di forza che dall’interno del
nostro universo di BCC si stia
pensando ad una riorganizzazione autonoma del Credito
Cooperativo per anticipare le
mosse della politica che sono
quelle più temute perché percorrono fini diversi dai nostri
con mentalità diverse dalle
nostre.
Voi vi siete uniti cinque anni fa con la BCC di Villesse
quale il bilancio di questa
esperienza?
Positiva al massimo.Villesse ci
ha portato valore aggiunt o sia
attraverso i collaboratori che
in termini di soci, di investimenti e capitale gestito, sia per
la presenza nel nostro Consiglio d’amministrazione di persone animate da sincera passione e di un forte senso di
appartenenza. Potrei dire che
Villesse ci ha fatto sentire ancora Cassa Rurale e Artigiana.
La BCC per il sociale... qualcuno si lamenta che fate
poco e che in fondo siete
come le altre banche...
Io non direi proprio, perché la
BCC di Staranzano Villesse si
identifica con il territorio, lo
conosce bene, molto bene nei
suoi problemi e necessità.
D’altra parte quanto più siamo cresciuti, abbiamo diciannove sportelli su tre province
della regione, tanto più si sono moltiplicati i richiedenti
del nostro aiuto o contributo.
È ovvio che non possiamo soddisfare tutti coloro che vengono a bussare da noi. Cerchiamo di accontentare il più
possibile; anche quest’anno
prevediamo sostanziosi interventi e il bilancio 2014 approvato in questi giorni parla di
erogazioni oltre 380.000 euro
di cui hanno beneficiato società sportive, associazioni ricreative, onlus, parrocchie, en-
Tutto a tempo debito. Non facciamo fughe in avanti e poi il
nome è come l’abito che non fa
il monaco. Quello che dobbiamo diffondere è il servizio, la
professionalità, la sicurezza
che sono le nostre prerogative.
Trieste ci ha accolti bene, anche perché è storicamente portata ad affezionarsi a istituti
cittadini, come era per la gloriosa Cassa di Risparmio di
Trieste. Noi dobbiamo riempi-
"Se la logica del profitto
dovesse prevalere ci
troveremmo equiparati
ad un sistema bancario
totalizzante dove non c’è
spazio per il piccolo"
re quel vuoto e lo stiamo facendo con ottimi risultati e la
gente sta comprendendo che
BCC di Staranzano e Villesse
non corrisponde ad una realtà
paesana, ma è espressione di
un efficiente sistema nazionale. Lo dicevo agli inizi: abbiamo la fortuna di essere globali per i servizi bancari che
eroghiamo e locali per l’attenzione che riserviamo alle nostre comunità, sarà nostra cura trovare un nome adeguato
che rappresenti tutto il nostro
territorio.
a cura di Luciano Rebulla
Il Maggio Musicale
fa il pieno di pubblico
L’
edizione 2015 del Maggio Musicale, l’evento annuale
promosso dall’Associazione "Albero del Melogramma
di Fogliano", si è aperta sabato 9 maggio scorso con il
concerto dell’Ensemble "AntiCaMeraviglia". Un appuntamento con l’arte barocca dal titolo "Musica alla Corte del Re
Sole" durante il quale il pubblico, affollatissimo nonostante le
condizioni meteorologiche avverse e la presenza incombente del
famoso orso, ha potuto apprezzare un
inusuale viaggio nel tempo. Le letture possono quindi riproporre sendi Valentino Pagliei hanno fatto viag- za anacronismi l’arte di S. Cegiare gli spettatori nel diciassettesimo cilia così come era proposta alsecolo per "assistere" ad una giornata la presenza del sovrano
tipica presso la reggia di Luigi XIV. Si francese.
sono alternate quindi parti discorsive I prossimi appuntamenti, che
alla musica vera e propria che ha visto si terranno presso la chiesetta
la sua mirabile ed applaudita esecu- di S. Maria in Monte sul colle di
zione con Tiziano Cantoni al flauto Fogliano, vedranno il pianista
traversiere, Laura Soranzio alla viola Matteo Alfonso e Giovanni Mada gamba e Fabio Accurso all’arciliu- ier al contrabbasso come proto. Strumenti, evidenziati dai loro stes- tagonisti del concerto "Naked
si nomi, che sono stati ricreati grazie Songs" venerdì 15 maggio alle
ad un’accurata ricerca filologica e che 20.30. Una settimana più tardi,
venerdì 22 alle 20.30 sempre
nello stesso luogo, Alessandro
Miniussi al pianoforte e Barbara Palombieri alle lettura proporranno "Liszt e il Dolce Stil
Novo". L’ultima esibizione si
terrà invece presso la Chiesa
del Sacrario di Redipuglia sabato 30 maggio alle ore 18 e vedrà il coro "Alpi Giulie" di Trieste, diretto da Stefano Fumo,
raccontare "La Grande Guerra:
l’inutile strage".
Ivan Bianchi
20
Mandamento
Sabato, 16 maggio 2015
Turriaco
Storia scritta a matita
D
opo i successi delle rappresentazioni a Ronchi dei Legionari (7 agosto 2014) e Castelvecchio (13 settembre
2014), il 10 maggio 2015 La storia scritta a matita è
sbarcata nella piazza principale di Turriaco. Scritto e
interpretato da Amerigo Visintini, il recital è un viaggio alla
scoperta della storia del nostro territorio, dal X secolo d.C. fino ai drammatici avvenimenti della Grande Guerra.
Fra risate e lacrime, alternando in maniera efficace l’italiano
e il dialetto, il testo si focalizza sui protagonisti spesso dimenticati dalla storia con la "S" maiuscola, ovvero le persone
comuni, quelle che hanno sofferto maggiormente orrori e privazioni durante il conflitto.
Insieme ad Amerigo Visintini si sono alternate nella lettura
del testo le voci della figlia Cristina, di Paola Bergamin, di Marilisa Trevisan e di Sergio Gregorin, accompagnate dagli interventi musicali del fisarmonicista Gilberto Leghissa e della
violinista Elisa Battistella.
Nel centenario dell’ingresso nella Grande Guerra dell’Italia
sono importanti opere come La storia scritta a matita, perché
fanno in modo che anche chi non ha vissuto questa drammatica esperienza possa comprendere ciò che questo conflitto ha significato per le nostre zone.
✎ RIFLESSIONE |
Via Lucis
di speranza
di Ivan Bianchi e Salvatore Ferrara
S
eguendo la croce
apostolica, portata
dall’Associazione
Marinai
d’Italia,
giovedì 30 aprile, uno sciame di quasi duecento persone ha scalato i monumentali gradoni del Sacrario Militare di
Redipuglia.
Guidati spiritualmente dall’Arcivescovo mons. Redaelli, da don
Schiavone, cappellano della chiesetta intitolata a Santa Maria Regina posta in cima al monumento,
e da altri esponenti del clero diocesano, i giovani e gli adulti si sono ritrovati a pregare insieme per
la pace nella cosiddetta "Via Lucis". Quattro le tappe fondamentali, nelle quali le preghiere sono
state recitate sia in italiano, che in
friulano ed in sloveno: la prima ai
piedi delle tombe mentre l’ultima
direttamente nella chiesetta. Qui
chiunque ha potuto accendere un
lumino dal cero pasquale per poi
porlo liberamente sui gradoni del
Sacrario stesso, quasi a ricordo del
proprio passaggio in quel momento particolare.
Momenti di rilievo sono state le riflessioni poste durante e a metà del
percorso stesso.
Poi, mentre il sole si accingeva a
lasciare lo spazio alle tenebre, l’attenzione è stata posta dalle guide
spirituali proprio a quell’evento,
facendo poi muovere lo sguardo
dei fedeli verso l’orizzonte. "Come
potete vedere, non ci sono confini
naturali fino all’orizzonte" ha affermato don Nicola Ban ai presenti durante la seconda riflessione,
come a richiamare costantemente
la richiesta al Padre per la Pace
duratura nel mondo.
Se cento anni fa le nostre zone erano teatro di feroci ed
inumani scontri, in quello
che fu il "suicidio d’Europa"
nell’ "Inutile strage", ora devono essere l’esempio fiorente di
una convivenza pacifica tra i Popoli costituenti comunità civili e
diocesane le cui frontiere, ormai
cadute tra i vari Stati, possano essere in via definitiva distrutte anche nelle menti delle persone.
Dalla Via Lucis allora è giunto un
augurio sincero ma potente, che
smuove gli animi e si fa ancora
una volta promotore di quella
convivenza fraterna che sta alla
base di una società più libera e civile. "La guerra è follia!" ricordiamocelo.
Non si compia nuovamente quel
disumano errore che ha causato
solo una strage che resterà indelebile nel trascorrere della storia dell’umanità.
La gioia di condividere
il Signore, pane spezzato
Una grande festa per i 24 bambini che si sono accostati
per la prima volta alla mensa eucaristica
nella parrocchiale di Santa Elisabetta a Fogliano
"Q
uesto è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come
io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici" (Gv 15,12-13).
Queste parole del vangelo di Giovanni sono state sottolineate da don
Duilio Nardin nella sua omelia, durante la S. Messa della Prima Comunione, che ha avuto luogo nella chiesa di S. Elisabetta a Fogliano Redipuglia il
10 maggio scorso. Circondati dall’affetto di amici e parenti, oltre che di tutta la comunità di Fogliano, ventiquattro bambini hanno ricevuto per la prima volta il corpo di Gesù, portando così a compimento un percorso di catechesi durato due anni.
L’amore, ha sottolineato don Duilio, deve essere al centro della nostra vita,
mettendo in pratica anche nella vita quotidiana lo stile accogliente di Gesù nei
confronti degli altri. Per questo, il parroco ha esortato i bambini a considerare la
Prima Comunione solo l’inizio di un percorso da cristiani consapevoli e protagonisti della nostra società, complessa e in
profondo mutamento.
Le catechiste Gabriella, Elisa e Fulvia si
uniscono alla gioia dei bambini e delle
loro famiglie, con l’augurio che la luce di
Cristo li possa sempre illuminare nelle
prove che affronteranno nel corso della
loro vita.
Il sacramento della Cresima per 13 ragazzi a Maria Madre della Chiesa
C
ome preannunciato, la
comunità di Maria Madre della
Chiesa sta vivendo in un clima
di festa e di gioia particolare
queste settimane del mese di maggio,
in cui la Chiesa fa particalare memoria
della Madre del Signore.
Domenica scorsa si è tenuta in
mattinata nella parrocchia di Ronchi la
celebrazione della Cresima di tredici
ragazzi della terza media.
I ragazzi sono entrati in fila con a
fianco i propri padrini o madrine,
seguiti dal parroco don Umberto, il
vescovo Redaelli e i chierichetti della
parrocchia. Tutta la cerimonia è stata
rallegrata e accompagnata dal piccolo
coro della chiesa di Maria Madre.
Nell’omelia il Vescovo ha spiegato il
significato di ricevere lo Spirito Santo.
"Lo Spirito vuole entrare dentro di voi
perché possiate vivere come figli di
Dio, perché possiate amare come ama
Dio", ha affermato Monsignor
Redaelli, spiegando ai ragazzi della
Cresima il valore di accogliere l’amore
di Dio, azione che vale la pena di
compiere in quanto riempie il cuore di
gioia.
"Il Signore ci vuole bene e dobbiamo
spendere la vita il meglio possibile" ha
detto il vescovo e ha invitato i ragazzi a
dedicare la propria esistenza ad amare
gli altri e ad aiutare gli adulti ad avere
più speranza, attraverso il loro
entusiasmo e la loro vita.
In seguito don Umberto ha chiesto al
vescovo di donare ai ragazzi lo Spirito
Confermati
dallo Spirito
L’invito del vescovo a percepire
il valore dell’accogliere
l’amore di Dio: un gesto
che vale la pena di compiere
perchè riempie il cuore di gioia
(FOTO LEBAN)
Santo.
Sono seguiti tre momenti diversi: il
rinnovo delle promesse fatte al
battesimo dai genitori e dai padrini e
madrine, l’invocazione dello Spirito e
l’unzione con l’olio.
Ricevuta la cresima, i ragazzi hanno
espresso alcune preghiere chiedendo
al Signore di aiutarli a capire il loro
cammino di cristiani, a riconoscere
Dio come Padre e ad accogliere e ad
aiutare ogni persona, anche la più
diversa.
I cresimandi hanno inoltre ringraziato
don Umberto, le suore e il catechista
Denis Del Bello per averli guidati nel
loro percorso di catechesi. Alla sera
della stessa domenica è stata celebrata
invece la festa della patrona Maria
Madre, sotto la guida del novello
sacerdote Giulio Boldrin.
La celebrazione ha visto la
partecipazione di tutte e tre le
parrocchie di Ronchi dei Legionari e la
presenza del vicesindaco del Comune.
La commemorazione di Maria è
incominciata con la recita e il canto
dei Vespri dei fedeli. In seguito ad una
lettura tratta dagli "Atti degli Apostoli",
Don Giulio ha ricordato la figura di
Maria come simbolo stesso della
Chiesa, in quanto ha dato vita assieme
agli Apostoli alla prima comunità
cristiana. Come l’apostolo diletto noi
siamo inoltre chiamati ad accogliere la
Madonna in casa nostra per darle
l’opportunità di vigilare su di noi e di
guidare ed illuminare la nostra vita.
"Cammineremo per strada assieme a
Maria, per mostrarle le nostre case, i
nostri negozi, la nostra famiglia e la
pregheremo di accompagnarci a Dio"
ha detto Don Giulio e subito dopo ha
avuto luogo la processione della
comunità ronchese con la statua della
Madonna per le vie e fra le case nella
zona residenziale accanto alla chiesa.
La cerimonia si è conclusa con un
piccolo rinfresco, che è stato ulteriore
occasione di incontro dei fedeli.
Beatrice Branca
Mandamento
Sabato, 16 maggio 2015
Dal Friuli al Lazio
Dall’Ermada a Borgo Hermada
U
na delegazione proveniente da tutto il Friuli Venezia
Giulia ha rappresentato la regione a Borgo Hermada
Terracina (in provincia da Latina) in occasione della
presentazione della Pedagnalonga evento di spicco della Regione Lazio, che annualmente richiama migliaia di appassionati. Al nome del monte Ermada è legata la presenza del
Comune di Terracina dove esiste un Borgo denominato proprio Borgo Hermada, sorto nel 1929 con la bonifica dell’Agro
Pontino, ed inaugurato nel 1934, quando la gestione dei terreni e dei poderi venne affidata in concessione a coloni provenienti dal Veneto e dal Friuli. Proprio per riscoprire una parte
della propria storia e delle proprie radici nel 2007 un gruppo
di abitanti del Borgo partì alla volta di quei luoghi. In quell’occasione l’amministrazione di Duino Aurisina fece dono di
un masso del Monte Ermada, oggi inserito nel Monumento ai
Caduti di Piazza IV Novembre.
Da allora intensi sono stati gli scambi culturali avallati dal
Patto d’amicizia del 2011 firmato dal comune di Terracina e di
Duino Aurisina. Da quel momento si sono stretti legami tra le
due realtà, tra il mondo delle associazioni con frequenti scambi culturali e di amicizia, e soprattutto legami di veri valori legati al ricordo delle passate generazioni.
Lucia Lalovich Toscano
✎ RIFLESSIONE |
I
Emozione comune alle analoghe
celebrazioni che in questo periodo rendono gioiose le nostre comunità.
Domenica 17 maggio sarà la volta dei ragazzi e delle ragazze che
riceveranno la comunione nella
Numerosi i temi: dall’Expo al centenario dell’entrata in guerra dell’italia
I
l comune di Monfalcone ha accolto quest’anno la sesta edizione del "Festival della
Comunicazione Scientifica", che ha basato le proprie attività sugli anniversari e gli
eventi del 2015 quali la sostenibilità ambientale, la luce, l’Expo di Milano e il Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, tragedia che ha coinvolto in modo particolare
il nostro territorio.
La manifestazione è stata inaugurata giovedì 7 maggio nella Galleria Comunale d’Arte di
Monfalcone in presenza delle autorità e in collaborazione con l’ISIS "Malignani" di Udine e l’ISIS "Fabiani" di Gorizia, a cui è seguito un rinfresco preparato dagli studenti dell’alberghiero di Grado. L’evento si è tenuto nei giorni giovedì 7 maggio, venerdì 8 maggio
e sabato 9 maggio dalle ore 9.00 alle ore
12.00 e il venerdì pomeriggio dalle 15.00 al- Alcune scuole si sono avvicinate al tema
le 18.30 con l’aiuto e la guida degli studen- dell’alimentazione in occasione dell’eventi dell’ ISIS "Pertini" di Monfalcone.
to EXPO di Milano, realizzando dei video
Il "Festival della Comunicazione Scientifi- sulla sicurezza alimentare, nei quali hanno
ca" ha visto la partecipazione di ventiquat- esposto i rischi e le malattie dovute ad una
tro scuole che si sono cimentate in diversi mal nutrizione. Altre scuole invece si sono
exibit, laboratori e spettacoli per cercare di dedicate alle tecnologie che contribuiscocoinvolgere e sensibilizzare i visitatori gran- no a migliorare le risorse scientifiche, come
di e piccoli sui quattro eventi di quest’anno. il GPS, e al tema della luce, mostrando ai
di G.B.
Il significato
della 1^ comunione
l battesimo di Nina, 6
anni, vispa, attenta e
partecipe, ha arricchito di significato il giorno della prima comunione
del gruppo di ragazze e ragazzi che il 10 maggio hanno ricevuto Gesù alla mensa eucaristica nella chiesa della
Marcelliana.
Il rinnovo delle promesse battesimali, che ha accomunato tutti i
presenti, aveva davanti il segno
concreto di questo impegno, inizio di un percorso nel quale la
prima comunione è stato un ulteriore passo verso la maturità
nella vita cristiana.
In quella domenica, l’emozione
dei ragazzi, dei genitori e della
comunità ha coinvolto molte famiglie che alla Marcelliana in
Panzano, a San Giuseppe in largo Isonzo, al Redentore in via
Romana hanno accompagnato
figlie e figli attorno all’altare.
Scuole protagoniste
al Festival della Scienza
21
visitatori la funzione delle vecchie macchine fotografiche, ricostruite dagli stessi studenti. Alcuni studenti, che si sono interessati al tema dell’ambiente, hanno esposto
il funzionamento dell’ atmosfera e si sono
avvicinati alle caratteristiche del nostro territorio, allestendo un exibit sul Carso.
In occasione del Centenario dell’entrata in
guerra dell’Italia, l’organizzazione Scienze
Under 18 Isontina ha dedicato un’area della Galleria d’Arte Comunale alle tecnologie
usate nella Grande Guerra. E’ stata allestita dunque una mostra " Da Leonardo ai
Droni", nella quale era presente una ricostruzione del progetto di Leonardo del decaplano e numerose foto sui modelli di aerei utilizzati durante la Prima Guerra
Mondiale.
Questa parte dell’evento è stata realizzata
in collaborazione con la sezione Aeronautica dell’ISIS Malignani e con quella di altri enti territoriali quali l’" Associazione Laboratorio
Leonardo"
di
Oderzo,
l’"Associazione Aeronautica" di Monfalcone , il "Club 77 Frecce Tricolori" e "ELIFRIULIA S.r.l.". Nella commemorazione
del centenario della Grande Guerra è stato
inoltre possibile visitare sabato mattina il
simulatore di volo della Grande Guerra di
proprietà del comune di Monfalcone al Palazzetto Veneto.
L’organizzazione scientifica, inoltre, ha cercato di coinvolgere nel Centenario anche i
bambini, sviluppando un laboratorio sulla
costruzione di aerei di carta e ha dedicato
altri otto laboratori invece su tematiche
ambientali e matematiche.Scienze Under
18 Isontina, per l’organizzazione dell’evento, ha trovato molto sostegno da parte di diversi enti e comuni della regione, e
dall’amministrazione comunale di Monfalcone.
Non va dimenticato inoltre che le scuole
sono state le principali protagoniste, in
quanto sono state in grado di educare i visitatori sul territorio. A partire dai bambini
c’è stata infatti una capacità di condividere con altri studenti e visitatori le nozioni
acquisite nel corso di questa manifestazione. La comunicazione è la forza del "Festival della Scienza"che il comune di Monfalcone si impegna a continuare a sostenere
anche in futuro.
Beatrice Branca
chiesta di Sant’Ambrogio
in centro città.
La festa in chiesa, la festa
con i genitori e i parenti e
poi ritorna la vita di ogni
giorno.
È proprio qui, nella vita di ogni
giorno, che la prima comunione
porta un nuovo significato, un
nuovo impegno, un nuovo modo
di vivere le cose che quotidianamente siamo chiamati a fare.
Allora si può ripensare al percorso fatto con queste ragazze e questi ragazzi, con le loro famiglie e
con l’intera comunità. La prima
comunione non è la festa finale
di un corso di dottrina; è un inizio, l’incontro con Gesù che chiede di camminare assieme sulle
strade della vita.
In questo ’camminare assieme’
le famiglie e la comunità cristiana continuano a esprimere la loro missione di testimonianza e
di crescita nella fede.
Agenda
■ Monfalcone
Concerto sacro
Si è svolto domenica 9 maggio scorso
presso il duomo di Monfalcone un
interessante concerto. Protagonista è
stata la cappella musicale della basilica di
San Francesco di Ravenna, diretta dal
maestro Giuliano Amadei. All’organo
Zanin del 1936 l’organista Andrea Berardi
che non si è solamente limitato a dare
supporto alla corale ma ha anche
eseguito alcuni brani concertistici per far
risaltare lo strumento. Una serata che ha
visto la presentazione di uno svariato
repertorio, che ha spaziato da brani
inglesi, cantate tedesche e arie
tardobarocche. Interessanti anche i due
brani per solisti eseguiti dalla soprano
Annarita Venieri e la mezzosoprano Carla
Milani. La ricerca della perfezione
esecutiva della compagine ha strappato al
modesto pubblico fragorosi e giubilanti
applausi.
■ Gorizia
Archivi a convegno
Nell’ambito della Settimana della cultura
friulana promossa dalla Società Filologica
Friulana, giovedì 14 alle 16 presso la sala
"della Torre" della Fondazione CARIGO
avrà luogo il convegno Archivi a Gorizia.
Sostenuto dalla BCC Lucinico Farra e
Capriva, il convegno - cui partecipano
l’Icm, la Biblioteca Statale Isontina e
l’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di
Gorizia - gode del patrocinio del Ministero
dei beni e attività culturali, della Regione
FVG, dell’Arcidiocesi e della Provincia di
Gorizia, dei Comuni di Gorizia e di Nova
Gorica, dalla stessa Fondazione Carigo e
dall’Associazione Nazionale Archivistica
Italiana.
Fine settimana di storia e cultura a Duino
W
eekend di storia,
cultura, arte a Duino
Aurisina: dopo l’ex
tempore di Primavera al
Castello, nell’ambito
dell’iniziativa "Vini:
appuntamento con la storia"
promosso dal Gruppo Ermada in
collaborazione con diversi
partner, il Centro di
Promozione Territoriale di
Sistiana ha ospitato la mostra
"L’arte è donna (le donne... il
vino)" , la presentazione del
libro "Nunc est bibendum" a
cui è seguita la premiazione
degli artisti che hanno
partecipato all’ex tempore al
Castello di Duino.
Nella foto oltre allo scrittore
Stefano Mariano Mazza, alla
presidente dell’Ajser Lucia
Lalovich Toscano organizzatrice
delle iniziative artistiche, alla
prof. Clama e la dott.ssa
Silvestri, anche numerosi
artisti premiati.
22
Cormonese - Gradiscano
Sabato, 16 maggio 2015
I^ comunione il 17 per 26 bambini
Agenda
Tanti appuntamenti
nei fine settimana
a San Valeriano
S
aranno dei fine settimana mai
così impegnativi per la
comunità di San Valeriano
quelli che inizieranno questa
domenica 17 maggio con la festa delle
Prime comunioni per 26 bambini
dell’Unità pastorale che si
accosteranno per la prima volta alla
Mensa eucaristica dopo due anni di
percorso con l’équipe degli amici
catechisti. Sarà poi la volta della festa
del Borgo da venerdì 22 a domenica
24 maggio che quest’anno all’ombra
della chiesa ha trovato il suo
ambiente più consono.
L’ultimo fine settimana vedrà invece
negli spazi della parrocchia la festa
dei Popoli, un momento "per stare
insieme" apprezzando le diversità
come convivialità delle differenze.
L’evento vuole essere anche una
risposta al messaggio che Papa
Francesco ha dato alla Chiesa lo
scorso anno, in particolare per la
giornata Mondiale del Migrante e del
Rifugiato, che recitava: "Chiesa senza
frontiere, madre di tutti." Alle ore 9,30
ci sarà la santa Messa presieduta
Domenica 31
la Festa dei Popoli
con la messa presieduta
dall’arcivescovo Carlo,
lo scambio di testimonianze
ed il pranzo comunitario
dall’arcivescovo e arricchita dai canti
liturgici delle diverse comunità
presenti. Seguiranno presso il
tendone uno scambio di
testimonianze e il pranzo
comunitario con degustazioni dei
piatti tipici delle diverse cucine del
mondo.
È questo un momento in cui la Chiesa
diocesana, attraverso la Caritas e
Migrantes, vuole allargare le sue
braccia per esprimere quel segno che
vive sulla pelle tutti i 365 giorni
dell’anno, quello dell’accoglienza di
tutti i popoli, senza distinzioni e
senza confini e per annunciare a tutti
che "Dio è amore" (1 Gv 4,8.16).
Questo diventa particolarmente
significativo a Gradisca, luogo di
ombre e luci in questo senso per la
presenza dell’unico CARA del
Triveneto.
La presenza di popoli con cultura e
lingua diverse che vivono accanto a
noi nel nostro territorio infatti ci
stimola a conoscerci, a relazionarci,
ad aprirci. Momento riassuntivo di
questi eventi sarà giovedì 4 giugno la
festa del Corpus Domini che per la
prima volta si celebrerà a San
Valeriano con la Messa e con la
processione per le vie del Borgo, vie le
cui famiglie sono state visitate in
questo ultimo tempo dai sacerdoti e
dai diaconi che hanno portato la
benedizione pasquale del Signore
❚❚ Sagrado
Insieme sul Quarin
per concludere
l’anno di catechesi
A
nche quest’anno, seppur con un numero più ridotto di partecipanti, si
è svolta l’uscita di fine anno organizzata dalla Parrocchia di Sagrado, con meta nuovamente come lo scorso
anno, la Chiesa della Madonna del Soccorso sul Monte Quarin.
Il tempo splendido e caldo ha permesso al
gruppo di passeggiare lungo il sentiero nel
bosco: i partecipanti, bambini e ragazzi appartenenti ai gruppi parrocchiali con le loro famiglie, hanno raggiunto la Chiesa tramite un sentiero, impegnandoli in una
piacevole passeggiata di circa un’ora, im-
mersi nella natura e nel verde.
Un momento davvero importante di conoscenza e di condivisione delle proprie esperienze.
Dopo una pausa ristorativa è stata celebrata la Messa da Don Giovanni Sponton: durante la celebrazione si è pregato molto per
la Chiesa ed è stata ribadita l’importanza
della Santa Messa come momento centrale
del nostro essere cristiani, della nostra vita,
del nostro essere testimoni del Vangelo nel
quotidiano.
Al termine c’è stato un momento di ringraziamento da parte di catechisti e animato-
G
Studenti ricercatori
sulla 1^ Guerra
Direttore responsabile: Mauro Ungaro
Direzione, Redazione, Amministrazione:
34170 Gorizia - Via Seminario, 7
Telefono 0481 531663 - Fax 0481 532878
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Registro 7-1-1964
Stampa: CENTRO STAMPA DELLE VENEZIE Soc.
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PD, tel. 049 8700713; email: [email protected].
Pubblicità: PUBLISTAR, Via Treppo, 5/B - 33100
li alunni della classe quinta
della scuola primaria
"Giuseppe Mazzini", di Villesse,
si sono gettati a capofitto, con
l’entusiasmo della loro età, per
recuperare le tracce dei loro ormai
trisavoli e raccogliere informazioni
sul loro conto, soprattutto in veste di
soldati della prima guerra mondiale,
che dalle nostre parti hanno
indossato, almeno inizialmente, la
divisa dell’esercito austro-ungarico.
Il tutto per partecipare al concorso
"Isonzo, teatro di guerra", indetto
- Udine - Tel. +39 0432 299664
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Spedizione in abbonamento postale
Abbonamenti: Ordinario (annuo): Euro 45,00
- Sostenitore: Euro 50,00 - Benemerito: 100,00
- Estero: Paesi europei: Euro 100,00 - Paesi
extraeuropei (via aerea): Euro 125,00 - Prezzo
di una copia Euro 1,00 - Una copia arretrata
Euro 2,00 - L’importo dell’abbonamento può essere direttamente versato all’Amministrazione,
IL GRUPPO DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI
DELLA PARROCCHIA DI SAGRADO
PARTECIPANTI ALL’INCONTRO
SUL MONTE QUARIN
ri per l’anno appena terminato, con l’impegno di portarlo avanti anche il prossimo e
per alcuni di concluderlo al meglio la prossima settimana con la Festa della Prima Comunione.
A tutti va l’augurio di poter rimanere uniti
su questa strada nel nome del Signore per
poter continuare ad offrire il proprio servizio alla comunità rivolgendo uno sguardo
particolare ai bambini e ai ragazzi.
Michela Becci
dal Club Unesco" di Gorizia.
"È stato un lavoro bellissimo", hanno
commentato gli scolari villessini, fieri
delle loro ricerche, così come si sono
sentite fiere del lavoro svolto anche le
insegnanti che li hanno seguiti e che
alla fine hanno avuto la gradita
sorpresa e la soddisfazione di figurare
tra i vincitori, addirittura con
menzione speciale. Ma al di là del
premio - rilevano le docenti stesse - il
lavoro è risultato molto importante,
soprattutto perché ha permesso di
rispolverare e far rivivere storie,
Giornale Locale
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oppure a mezzo C.C.P. n. 10656494 intestato
a Voce Isontina, via Arcivescovado, 4 - 34170
Gorizia
Pubblicità: Tariffe a modulo (mm. 40 x 42 mm.):
Euro 18; finanziari, legali: Euro 26
Tutti i diritti riservati - Esce ogni sabato. I manoscritti e le fotografie inviati alla redazione, an-
■ Gradisca
Santa Rita
Ritorna Venerdì 22 maggio la devozione a
Santa Rita da Cascia. In duomo a Gradisca
alle 8,30 e alle 18 saranno celebrate le
Sante Messe con la benedizione delle rose
e la venerazione della Reliquia della
Santa.
■ Mossa
Il 20° del Preval
Proseguono gli appuntamenti in
opccasione del 20° della ricostruzione del
santuario mariano del Preval.
Giovedì 14 maggio, giorno in cui ricadono
esattamente i
20 anni dalla
ricostruzione,
alle ore 20.30
si svolgerà
una
conferenza dal
titolo "Il
Preval fra
fede, storia,
arte e
cultura".
Realizzato in
collaborazione con l’Istituto di Storia
Sociale e Religiosa di Gorizia, vedrà la
presenza della dott.ssa Elisa Tofful,
autrice del volume "La Chiesa del Preval"
pubblicato dal Comune di Mossa, e della
prof.ssa Liliana Ferrari, docente di Storia
del Cristianesimo e delle Chiese presso
l’Università degli Studi di Trieste.
Nelle giornate di domenica 17 e 24
maggio, saranno organizzate delle
aperture straordinarie del Santuario dalle
ore 16 alle ore 18. Durante le aperture,
con inizio alle ore 16.30, ci sarà la
possibilità di assistere a visite guidate con
la dott.ssa Elisa Tofful che illustrerà ai
visitatori aspetti artistici, storici e
culturali della chiesa del Preval.
aneddoti ed episodi vissuti dagli
antenati dei bambini durante la
guerra. Episodi e racconti che sono
tornati alla memoria ad un secolo di
distanza, che meritano d’essere
conservati e tramandati oralmente e
che altrimenti sarebbero andati
perduti. Ed allora è tornata alla luce
la storia del trisavolo Luigi, soldato
austro-ungarico mandato a
combattere in Ungheria, dove un
proiettile gli trapassò il petto e,
ritenendolo morto, venne posto e
rimase per molte ore sotto un cumulo
che se non pubblicati, non si restituiscono.
Il settimanale usufruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.
Informativa: Ai sensi dell'art. 13 del Dlgs del
30.06.2003 n° 196 (Codice Privacy), si precisa che i dati dei destinatari del giornale, da
tempo in nostro possesso, forniti all'atto della
sottoscrizione dell'abbonamento o diversamente acquisiti da enti collegati con l'Arcidiocesi di Gorizia - Voce Isontina, verranno utilizzati dalla stessa Arcidiocesi di Gorizia -
di soldati morti: sopravvisse per
miracolo.
Emozionante anche la storia, della
trisavola Italia, che dovette cambiare
il suo nome con Maria, altrimenti non
avrebbe mai trovato lavoro.
Nell’ambito della loro ricerca, gli
scolari e le insegnanti, per capire più
a fondo la portata della grande
guerra, hanno visitato i luoghi che
sono stati teatro di queste storie, tra
cui Oslavia e la cima del Monte
Calvario.
E.C.
Voce Isontina, editrice del settimanale, per essere inseriti in un archivio informatizzato idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza.
Tali dati saranno utilizzati, salvo espresso divieto scritto degli interessati, oltre che per il rispetto del rapporto di abbonamento o di invio
di pacchi, anche per le proprie attività istituzionali ivi comprese la comunicazione, l'informazione e la promozione, nonché per conformarsi ad obblighi normativi e di legge.
Questo numero è stato chiuso in redazione
alle 13 di martedì 12 maggio 2015
Cormonese - Gradiscano
Sabato, 16 maggio 2015
23
Incontro sull'accoglienza di 15 richiedenti asilo
Immigrati: la comunità
cristiana farà la sua parte
"I
Don Nutarelli: "Necessario
fare rete fra le associazioni.
L’arrivo di 15 persone non
cambierà certo la vita di
Cormons"
l fenomeno dell’immigrazione c’è, non è destinato a
scomparire; perciò, davanti
a un fenomeno che c’è e
non si può cancellare, bisogna solo domandarsi come governarlo e come
reagire di fronte a queste persone, soprattutto quando le nostre comunità
sono chiamate a ospitarle concretamente. E per la comunità cristiana
l’accoglienza è fondamentale, ma è necessario mettersi
insieme, fare rete fra le associazioni presenti sul territorio e anche con le singole persone che vogliono essere solidali e dare una mano. L’arrivo di 15 persone non cambieranno certo la vita di Cormons".
Lo ha affermato a chiare lettere il parroco don Paolo Nutarelli intervenuto all’incontro svoltosi nella sala civica
sul tema "Cormòns accoglie i richiedenti asilo" promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con
E’ Qua, la parrocchia di Sant’Adalberto e l’Associazione
Cultura Globale.
Sono intervenuti Gianfranco Schiavone, presidente dell’ICS Ufficio Rifugiato Onlus di Trieste, don Valter Milocco vice direttore della Caritas diocesana e responsabile
diocesano di Migrantes, Walter Tosolini sindaco di Nimis, Angela Lovat rappresentante della ong "Ospiti in arrivo" di Udine e il sindaco di Cormons Luciano Patat. Ha
moderato il dibattito Andrea Bellavite.
La finalità dell’incontro era quella di informare la cittadinanza sulla questione dei richiedenti asilo, incentrandosi in particolare sulla disponibilità data dal Comune di
Cormons a ospitare quindici persone sul proprio territorio, attraverso un tipo di accoglienza diffusa.
E proprio per questo motivo sono stati chiamati a illustrare le loro esperienza il sindaco di Nimis, paese che
ospita una trentina di immigrati che, grazie a una serie
iniziative che li coinvolge, si stanno integrando con la
popolazione, e la Lovat. la cui associazione opera a favore dei richiedenti asilo privi di qualsiasi forma di accoglienza.
In particolare Tosolini ha spiegato che grazie a un protocollo di intesa con la Regione e la Caritas sono stati avviate iniziative come corsi di italiano, educazione civica
e piccoli lavori a base volontaria. Schiavone, la cui onlus
avrà in gestione i richiedenti asilo che arriveranno a Cormons, ha riportato sinteticamente i risultati positivi della situazione di Trieste, dove attualmente sono presenti
650 rifugiati in un sistema di accoglienza diffusa, con case e abitazioni sparse sul territorio.
Il sindaco di Cormòns Luciano Patat ha spiegato il percorso compiuto dal Comune, e la strada ancora da percorrere, nell’ospitalità di richiedenti asilo o rifugiati.
Dopo aver dato fin da subito la disponibilità a ricevere un
discreto numero di persone, dopo la formulazione di diverse ipotesi tra cui quella di recuperare un alloggio di
proprietà dei frati francescani, si è finalmente giunti alla stesura di un progetto ed una convenzione tra la Prefettura, il Comune e l’ICS Onlus di Trieste.
L’obiettivo è di riuscire a trovare alcune case private da affittare per l’accoglienza di 15 richiedenti asilo, molto probabilmente provenienti dall’Afghanistan presenti ora a
Gorizia.
La speranza è di riuscire a far partire il sistema già nel mese di maggio.
Anche se la gestione sarà affidata interamente all’Ics, Patat ha rimarcato la precisa volontà dell’amministrazione
di coinvolgere le diverse associazioni presenti sul territorio per permettere la conoscenza e l’integrazione di
queste persone.
A seguito degli interventi, si è svolto un breve dibattito in
cui alcuni cittadini hanno espresso le proprie opinioni o
rivolto domande ai relatori.
Festa di Prima Comunione a Cormons
Alla mensa di Gesù per la prima volta
In breve
■ 23 e 24 maggio
Torna la Fieste da viarte
sul monte Quarin
DOMENICA SCORSA 43 BAMBINI E BAMBINE DELLA PARROCCHIA DI CORMONS HANNO RICEVUTO LA PRIMA COMUNIONE. E’ STATO UN
MOMENTO DI FESTA CHE HA VISTO PARTECIPI, IN UN DUOMO GREMITO, I GENITORI , I PARENTI E GLI AMICI E CATECHISTI DEL
COMUNICANDI.LA CELEBRAZIONE È STATA PRESIEDUTA DAL PARROCO DON PAOLO NUTARELLI. (FOTO VALENTINA BALBI)
Preparare l’orto:
tecniche di semina
I vari metodi possibili (e facili)
per piantare le semenze o trapiantare
le piantine nel terreno preparato in precedenza
S
e avete seguito passo passo i vari consigli che vi abbiamo dato qualche settimana fa a questo punto avrete la terra, friabile, concimata al punto giusto e
con i vari solchi e potete procedere con la semina del vostro prodotto.
Cominciamo col dire che possiamo scegliere tra utilizzare la piantina o il seme. Cominciamo dal trapianto.
Rimuoviamo la piantina, con tutta la terra, dal vasetto di plastica in cui solitamente
si trovano quando le acquistiamo, utilizziamo un bastone o una piccola paletta per
fare un buco nel solco della larghezza del vaso e 5 cm più profondo, inseriamo la
piantina con la terra nel buco e avviciniamo la terra al fusto della piantina premendo un po’ per stabilizzarla. Una volta trapiantate tutte le piantine bagniamo abbondantemente.
E’ la terra che va bagnata abbondantemente
non la pianta. Il solco che avete precedentemente creato serve proprio per trattenere l’acqua quindi con il classico tubo da giardino o
con l’innaffiatoio versate l’acqua nel solco.
Se non bagnate le foglie eviterete fastidiose
malattie delle piante che potrebbero influire
negativamente sulla produzione delle vostre
colture.
La semina
Questa procedura può essere fatta, in due modi: Semina a spaglio. Gettare nel modo più
uniforme possibile la semenza su un’area di
terreno piano e friabile, suddiviso in aree di
circa un metro quadro, in modo da poter raggiungere il centro senza calpestare la zona coltivata. Quando i semi sono adagiati sul terreno verificate la loro uniformità e aggiungete o
diradate la semenza in base alle necessità. Ora
ricoprite il tutta l’area con 2 o 3 cm di terra
friabile per evitare che gli uccelli o le formiche
abbiano libero accesso ai semi. Compattate il
terreno con il dorso della pala e innaffiate abbondantemente. La terra per i primi 3 giorni
Cormons rivivrà sabato 23 e domenica 24
maggio la Fieste da viarte, una vera festa
di primavera che da anni richiama sul
Quarin migliaia di persone. A questa
manifestazione partecipa anche il Gruppo
missionario cormonese che per sabato 23,
dalle 15.30 alle 17.30, sul piazzale del
monte Quarin, organizzerà per i bambini il
laboratorio del riciclo che prevede la
costruzione di un leprotto. Ogni bimbo
dovrà essere accompagnato da un adulto
che lo aiuterà a cucire, decorare e
imbottire il pupazzo. Per partecipare è
sufficiente p tare un paio di calzetti usati
ma non bucati. Domenica, dalle 10 e fino
al tramonto ci sarà la festa vera e propria.
Sul piazzale del Quarin si svolgerà
Pompieropoli, l’iniziativa dei vigili del
fuoco di Gorizia, Nova Gorica e Trieste.
dovrà rimanere sempre molto umida per agevolare la germinazione. Vi consiglio in questo
caso un’innaffiatura a pioggia molto dolce per
evitare che getti troppo forti spostino i semi.
Semina in solco o in buche
Realizzate delle buche (preferibilmente in linea) o dei solchi, mettete due o tre semi per
buco o a mucchietti distanziati nel caso del
solco, ricoprite con la terra e compattatela per
evitare che se li mangino gli uccelli e bagnate
abbondantemente per i primi 3 o 4 giorni. Vi
consiglio di piantare un bastoncino sul bordo
del terreno appena seminato e di attaccarci la
busta della semenza che avete utilizzato, in
modo da ricordare cosa avete seminato prima che la piantina germogli. Se volete riparare ulteriormente la terra seminata vi consiglio
di utilizzare dei teli protettivi traspiranti così
eviterete che la pioggia forte e gli uccelli possano rimuovere i semi prima della germinazione.
Paolo Cappelli
responsabile provinciale progetto
Campagna Amica Coldiretti Gorizia
Info [email protected]
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