L’ARCOBALENO per una cultura della donazione Anno 12 - n. 2 Luglio 2009 Trimestrale dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule- Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n° 224/98 del 19 maggio 1998 Iscritto al Registro Stampa del Garante per l’Editoria - Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Roma. 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Si parla molto dei progressi della medicina in materia di trapianto e poco di donazione degli organi, come se i primi possano esistere a prescindere dai secondi. Esistono ancora molti dubbi e resistenze intorno a questo tema. Parlare della propria morte mentre si è ancora in vita suscita in molti un sentimento di forte disagio; la scarsa informazione alimenta credenze che faticano a dissiparsi, così come non averne mai parlato in famiglia ha spesso come conseguenza la rinuncia da parte dei familiari al consenso per il prelievo degli organi del proprio congiunto. Da queste riflessioni è nata nel luglio 2008 la campagna "Donazione, parlane oggi", ideata e realizzata per A.I.D.O. dall'agenzia di comunicazione Wells di Bologna, composta da uno spot televisivo della durata di 30'', manifesti in tre soggetti e una cartella con inserti informativi. Il tema sviluppato è proprio quello dell'imbarazzo, sentimento che il tema della donazione d'organi inevitabilmente suscita facendo di esso un argomento tabù. L'obiettivo è stato quello di affrontare tale tema in modo leggero ed ironico, per aiutare a superare l'impasse e a parlare liberamente di un gesto che non di morte tratta, ma che anzi è pieno di vita. La compagnia teatrale rappresentata nello spot è guidata dal regista (Alessandro Gassman) in un'improvvisazione teatrale sul tema dell'imbarazzo. Le situazioni quotidiane presentate (ammettere di non saper nuotare di fronte agli amici, raccontare ai propri figli come sono nati, essere scoperti dal proprio partner in una relazione extraconiugale) rendono, quando ad esso raffrontate, il tema della donazione di organi un argomento di cui parlare con maggior serenità e naturalezza coi propri cari. Il risultato è uno spot essenziale nella fotografia e ritmato nelle battute, che nel finale centra il cuore del problema in maniera chiara e diretta, col volto intenso del testimonial Alessandro Gassman che, guardando in camera, invita a parlare di donazione vincendo ogni remora, e a parlarne oggi. A distanza di un anno è stato deciso di rilanciare la campagna perché nonostante i dati dei primi sei mesi del 2009 indicano un ripresa delle donazioni, le liste di attese si attestano sui 9.500 pazienti (più di 6.000 sono in attesa di un trapianto di rene). Le previsioni indicano per la fine dell'anno poco più di 3.000 trapianti. Solo una persona su tre di quelle in attesa per un trapianto riusciranno a vincere la loro battaglia per la vita. Per gli altri o una lista d'attesa che non lascia speranze o sarà la fine. E' quindi importante continuare ad educare meglio alla socialità e a promuovere lo sviluppo di una coscienza sociale e l'assunzione di responsabilità nei confronti della salute altrui. In caso di mancata consegna si prega di restituire all’ufficio P.T. di Roma - Romanina per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la relativa tariffa. P a cura di Vincenzo Passarelli a pag. 4-5 Sport e Trapianti di Manuela Trerotola ____________________________________________ a pag. 2 Dichiarazioni anticipate di trattamento di Mirella Mancuso ____________________________________________ a pag. 3 La donazione compensata: un dibattito aperto negli USA… di Nicoletta Vesentini ____________________________________________ 800.736.745 a pag. 7 PENSIERI… di Salvatore Fragalà Sabato 11 e domenica 12 ottobre 2009 i volontari dell’Associazione saranno nelle piazze italiane per informare correttamente sulla Donazione di Organi, aiutare la ricerca sui trapianti e offrire, a quanti sottoscriveranno la campagna soci, un Anthurium. La manifestazione, giunta all’ ottava edizione, ha come obiettivo principale di informare correttamente ed esaurientemente tutti i cittadini italiani così da spingerli a scelte consapevoli, in conformità con la legge n. 91 del 1 Aprile 1999. In questo campo l’A.I.D.O. è in grado di dare un notevole contributo sia sul piano culturale, in quanto da oltre trenta anni svolge attività di informazione, sia su quello logistico; grazie, infatti, alla presenza di gruppi attivi su quasi tutto il territorio nazionale, può raggiungere quei cittadini che per situazioni logistiche, spesso sono esclusi dalle comunicazioni degli organi istituzionali. Se hai caldo, rinfrescati. Se hai freddo, copriti. Se hai sete, bevi. Se hai fame, mangia. Se hai sonno, dormi. Studia il mondo per migliorarlo. Non disprezzare la realtà. Ci sei. Accettati L’ARCOBALENO La III edizione del convegno conferma il successo e l’importanza del progetto per la salute dei trapiantati Sport e Trapianti MANUELA TREROTOLA Corvara - Medici dello sport, specialisti, operatori del setto- Ed è proprio per invitare trapiantati e non a praticare tre a ciclisti amatoriali e ai testimonial presenti al convegno, re e trapiantati si sono dati appuntamento il 3 luglio alle sport, fonte indiscutibile di benefici psico-fisici che volti hanno gareggiato insieme spinti da uno spirito partecipatiore 15.00 presso la “Sala noti dello sport hanno vo e non competitivo. manifestazioni” di Coraderito al progetto “Tra- Il convegno “Sport e Trapianti” rappresenta uno degli apvara, in occasione della pianto e adesso sport”. puntamenti principali nell’ambito del progetto nazionale III edizione del conveInfatti, nel corso della “Trapianto e…adesso Sport”, promosso dal Centro Nazionagno “Sport e Trapianti”, gior nata del 3 luglio, le Trapianti, in collaborazione con l’ISS, l’Università di Boloun incontro scientifico hanno pedalato con i gna, il Centro Studi Isokinetic, Cimurri Impresa e Sport, promosso dal Centro trapiantati e partecipato ANED Sport e A.I.D.O. con l’intento di diffondere tra i traNazionale Trapianti, con al convegno campioni piantati l’importanza della pratica sportiva e per sostenere il patrocinio della Prodel ciclismo del calibro la ricerca scientifica in materia. vincia Autonoma di Boldi Francesco Moser e Al progetto dedicato alla promozione della salute e dell’attizano e in collaborazione Maria Canins, lo sciatore vità sportiva per i trapiantati hanno aderito tanti campioni con l’A.I.D.O. - Bolzano Peter Runggaldier e il sportivi presenti alla Maratona delle Dolomiti, tra i quali gli e la Maratona delle Docalciatore della Naziona- 11 campioni del gruppo Campagnolo: il campione Olimpico lomiti. le Fabrizio Ravanelli. e mondiale di canoa, il capitano Antonio Rossi; la campioStorica meta di ciclisti Tra gli eventi collaterali nessa Olimpica di Judo a Pechino 2008, Giulia Quintavalle; il professionisti e amatoriaalla Maratona delle Dolo- campione Olimpico e mondiale di canottaggio, Rossano Galli che ogni anno partecimiti, ha avuto grande tarossa; la campionessa mondiale di scherma, Margherita pano alla Maratona delle successo la gita ciclistica Grambassi; il campione del mondo 2008 SBK,Troy Bayliss; il Il Gruppo Ciclistico Italiano Trapiantati d’Organo alla partenza. Dolomiti, Corvara si concampione olimpico e ferma una sede significamondiale di sci di tiva per il convegno “Sport e Trapianti”, durante il quale si so- intorno al percorso fondo, Cristian Zorzi; no alternati interventi medico-scientifici e testimonianze pro- della “Sellaronda”, oril campione olimpico venienti dal mondo dell’associazionismo di settore. In partico- ganizzata dall’A.I.D.O. e mondiale di ginnalare, nel corso del convegno sono stati presentati i dati relati- Bolzano e dall’ADMO stica artistica, Jur y vi ai monitoraggi che il team di esperti dell’Isokinetic ha con- Bolzano e che ha viChechi; la campiodotto su un gruppo di trapiantati che hanno partecipato alla sto la partecipazione nessa olimpionica e gara. I test clinici sono stati effettuati attraverso un armband di circa 200 ciclisti; mondiale di wind(il sensore a fascia che monitorizza l'attività metabolica) che nella mattinata del 3 surf, Alessandra Senha registrato i dati del paziente relativi al dispendio energeti- luglio, alle ore 9.00, sini; il campione co, la frequenza cardiaca e il livello di latticemia prima e dopo gruppi sportivi di traolimpionico di marala gara. I test che gli esperti hanno previsto, mirano ad indivi- piantati appartenenti tona, Stefano Baldini; duare i fattori clinici che possono aiutare i pazienti a riappro- alla nazionale ANED la regina del Super priarsi della completa funzionalità del proprio corpo dopo un Sport, al Gruppo CiG, Isolde Kostner; il trapianto d’organo, nella certezza che praticare un’attività fisi- clistico Trapiantati Da destra Alessandro Nanni Costa (Cnt), Anna Maria Bernasconi vincitore della coppa ca e sportiva contribuisce notevolmente a raggiungere questo d’Organo e al Tran- (ANED), Francesco Moser, Fabrizio Ravanelli, Cimurri e Annamaria del mondo di Super obiettivo. splant Sport Club, ol- Saviolo (A.I.D.O. Bolzano). G, Peter Runggaldier. Lazio: libretto digitale per i trapiantati BILANCIO SOCIALE 2008 Supplemento al n. 2 de L’Arcobaleno, il Bi- Al via la sperimentazione del primo libretto sanitario digitale al portatore, denominato “Ape Sanitaria”, che verrà impiegato nel processo di follow-up dei pazienti che hanno subito un trapianto. I pazienti trapiantati possono finalmente dire addio all'obbligo di portare con sé lo storico degli esami effettuati nei diversi ospedali, in formato cartaceo. La sperimentazione del nuovo libretto digitale sanitario interesserà per ora 100 pazienti che hanno subito un trapianto di rene o di fegato, ma verrà presto estesa anche agli altri centri trapianti di Roma e provincia. In realtà il libretto digitale altro non è altro che una pendrive, del tutto simile a quelle che si utilizzano tutti i giorni per archiviare file di ogni genere.Tanto è vero che sarà possibile consultare il proprio quadro clinico anche sul pc di casa, inserendo la pendrive in una porta USB. La penna evita inoltre l’eventuale perdita dei dati sanitari o la duplicazione di analisi e test clinici, con un indubbio vantaggio anche per il controllo della spesa sanitaria. La grande quantità di dati di ogni tipo (esami di laboratorio, analisi cliniche, dosaggio dei farmaci prescritti, radiografie, tac, rmn) 2 che può essere memorizzata all'interno del piccolo dispositivo risulta anche un passo avanti nella dematerializzazione dei documenti della pubblica amministrazione sanitaria, oltre che di quelli personali. La sicurezza dei dati, spiega Carlo Umberto Casciani, presidente dell’Agenzia regionale del Lazio, che conduce la sperimentazione insieme a Giuseppe Iaria, dirigente medico di I livello presso il centro trapianti dell'ospedale S. Eugenio di Roma, è garantita da una seconda pendrive, che rimane in possesso del medico. Entrambi i dispositivi possiedono un sistema di riconoscimento delle impronte digitali che tutela l'identità della persona proprietaria dei dati e, nello stesso tempo, la riservatezza degli stessi in caso di smarrimento. Dai primi riscontri il gradimento dei pazienti risulta molto elevato perché il meccanismo è semplice ed utile come salvavita in circostanze di emergenza o quando si è in viaggio. «Al termine di questa sperimentazione - ha concluso il professor Iaria - ci auguriamo che questo sistema di semplificazione amministrativa venga adottato dal Servizio sanitario nazionale». Lorenzo Gennai lancio Sociale 2008, strumento di trasparenza e responsabilità sociale, realizzato con la collaborazione e la consulenza di Sinopsi Lab. Il documento vuole rendere conto dell’attività svolta da A.I.D.O. Nazionale nel 2008 ai propri portatori di interesse, in modo chiaro e semplice, al fine di migliorare la comprensione del ruolo dell’Associazione all’interno del sistema trapianti e della società civile in cui opera. L’ARCOBALENO Dichiarazioni anticipate di trattamento: una proposta di legge che suscita molte perplessità MIRELLA MANCUSO “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”: questo il titolo di un disegno di legge, in discussione al Parlamento, che però non sembra convincere del tutto gli addetti ai lavori. Per approfondire il tema e cercare un confronto la FNOMCeO – Federazione Nazionale Medici Chirurghi e Odontoiatri – ha organizzato a Terni lo scorso 12 Giugno un Convegno Nazionale che ha coinvolto, oltre ai rappresentanti delle maggiori società scientifiche del settore, anche esperti della comunicazione, politici e alcune Associazioni che operano in ambito sanitario.Tra queste l'A.I.D.O. Il primo aspetto controverso è costituito dal campo di applicabilità del d.l.: il titolo lascerebbe pensare che questa legge si riferisca a tutti i pazienti attuali (alleanza terapeutica e consenso informato) o futuri (d.a.t.), questi ultimi non più in grado di manifestare le proprie volontà. Nell'art. 1 comma 1 a) si parla infatti genericamente di “... ipotesi in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere ...”; ciò sembrerebbe ancora più esplicito nell'art. 3 comma 1 dove si legge: “Nella dichiarazione anticipata di trattamento il dichiarante esprime il proprio orientamento in merito ai trattamenti sanitari in previsione di un'eventuale futura perdita della propria capacità di intendere e di volere.” In realtà l'onorevole Calabrò, relatore sul disegno di legge, ha chiarito che la proposta si riferisce solo agli stati vegetativi, come peraltro risulta chiaramente espresso nel comma 6 dello stesso articolo: “La dichiarazione anticipata di trattamento assume rilievo nel momento in cui è accertato che il soggetto in stato vegetativo non è più in grado di comprendere la informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze e per questo motivo non può assumere decisioni che lo riguardano.” La perplessità riguarda sia la forma che il merito. Sarebbe infatti stato più corretto chiarire già nel titolo la forte limitazione di questa legge. Il titolo avrebbe potuto così recitare: “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento riferite agli stati vegetativi.” Ma, e qui entriamo nel merito, ciò che non si comprende è la circoscrizione a una condizione patologica estremamente rara – lo stato vegetativo – quando esistono numerosissime altre patologie di gran lunga più frequenti che conducono a una perdita o a una fortissima limitazione delle capacità di autodeterminazione dell'individuo. Cosa accadrà in tutti gli altri casi? Chi deciderà per il paziente non più in grado di farlo da solo, ma non in stato vegetativo? La scelta di una tale limitazione appare davvero paradossale e fa pensare a una legge nata sull'onda emotiva del caso Englaro. Un altro aspetto controverso riguarda l'esclusione dell'alimentazione e dell'idratazione dalle indicazioni che è possibile inserire nella propria d.a.t. L'art. 3, al comma 5 è esplicito in tal senso: “... l'alimentazione e l'idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento”. Ciò che più colpisce, e che è stato evidenziato dai numerosi esponenti delle società scientifiche, è il fatto che questa legge si lancia in considerazioni di carattere scientifico assolutamente non supportate dalle evidenze in campo internazionale. Il Comitato Centrale della FNOMCeO, in un documento approvato all'unanimità durante una riunione di esame del testo legislativo, dichiara infatti quanto segue: “Nutrizione e idratazione artificiali sono, come da parere pressoché unanime della comunità scientifica, trattamenti assicurati da competenze mediche e sanitarie.” Qualcuno esorta anche a una più chiara forma di comunicazione ai cittadini perché si eviti la confusione tra alimentazione e nutrizione, e soprattutto l'evocazione di scenari di pazienti lasciati morire di fame o di sete: spiegava infatti la professoressa Valenti, rappresentante della SICP (Società Italiana per le Cure Palliative) che, in alcuni casi, nelle fasi terminali, i protocolli terapeutici possono addirittura prevedere la sospensione graduale dell'idratazione per evitare al paziente atroci sofferenze! Ma il passaggio che probabilmente suscita le maggiori perplessità, soprattutto tra i cittadini che si aspettavano una legge che tutelasse il loro diritto all'autodeterminazione, è quello contenuto nell'art. 7 comma 1: “Le volontà espresse dal soggetto nella sua dichiarazione anticipata di trattamento, sono prese in considerazione dal medico curante che, sentito il fiduciario, annota nella cartella clinica le motivazioni per le quali ritiene di seguirle o meno.” È ben strano che una persona che, da vigile, detiene il diritto - costituzionalmente tutelato - a rifiutare qualunque terapia (eccetto alcuni limitatissimi casi previsti dalla legge in cui tale rifiuto possa causare danni ad altri), perda tale fondamentale diritto nel momento in cui entri in stato vegetativo. Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, chiarisce che, se è vero che la Costituzione parla di Diritto alla Vita, ciò non implica necessariamente un Dovere alla Vita. Prevedere una limitazione dell'autodeterminazione del paziente, persino nel caso in cui il rifiuto delle cure porti alla morte, non ha giustificazione costituzionale. Significativo il suo invito “all'umiltà e alla concretezza” nell'affrontare certi temi, “evitando la radicalizzazione degli scontri e la guerra di ideologie”, ma anche riconoscendo la difficoltà di legiferare in un campo in cui sarebbe necessario tenere presente l'unicità di ogni caso. Probabilmente la conclusione migliore è quella espressa dal Comitato Centrale della FNOMCeO nel documento già citato: “Per queste ragioni, chiediamo che il processo legislativo, peraltro caratterizzato da forti contrasti politico-istituzionali, faccia una doverosa pausa di riflessione, per consentire lo sviluppo di un confronto nella Società che aiuti il Parlamento a dispiegare, su questa materia così intima e delicata, un Diritto mite e condiviso Etica forte delle persone e della comunità.” nella certezza di un'E Curiosità Da Denver le Organ Donors Dolls Queste bambole sono tutte cuore, polmoni, occhi e cervello. Le parti del corpo adatte al trapianto antropomorfizzate in una schiera di pupazzetti, 24, che formano la collezione Organ Donors Dolls, creata da David Foox, un artista di Denver, per sensibilizzare alla donazione degli organi. La tribù è accomunata dagli organi vitali che ci portiamo dentro; ci sono anche fegato sbronzo e polmone da fumatore, moniti per chi ha abitudini insane. L’idea degli Organ Donors è venuta all’artista quando un componente della famiglia di sua moglie si trovò ad affrontare la necessità di un doppio trapianto di polmoni. L’uomo soffriva di fibrosi cistica sin dalla nascita ed ebbe la fortuna di ricevere i polmoni da un atleta coinvolto in un incidente. Quei polmoni aiutarono l’uomo a vivere più a lungo di quanto avesse mai sperato, e questo miracolo costituì anche il seme per la serie di giocattoli in vinile Organ Donors di Foox. Ciascuno di questi giocattoli in vinile di circa 8 cm ha 5 punti di articolazione e si presenta in confezione individuale, anonima, rivestita all’interno di carta d’alluminio; la scatola è in formato cieco, nel senso non si sa quale Organ Donor è stato ricevuto fino all’apertura della scatola. Gli organi rappresentati nella serie sono 9 (polmoni, cellule staminali, cervello, bulbo oculare/cornea, cellule del sangue, reni, fegato, plasma e cuore) in 24 diversi colori. Ciascun colore ha una sua motivazione, e quindi alcuni pezzi sono più rari di altri. Ma non importa quale giocattolo ci capita in mano, perché hanno tutti il tipico camice da ospedale, è la testa che ci dice chiaramente di quale organo si tratta. “Credo che se riuscissimo a capire – afferma David - che tutti noi condividiamo gli stessi organi e che siamo in questa cosa chiamata "vita" insieme, la gente sarebbe più disponibile con gli altri e più comprensiva. Quindi, in breve, il senso di ciò è "rendere il mondo migliore attraverso la comprensione delle similitudini che noi tutti condividiamo". Laura Barsanti 3 ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● L’ARCO Francia: i principali fattori dell Gli elementi relativi alla decisione se accettare o no Uno studio in Francia, condotto dall’antropologa Claire Boileau, li identifica con a cura di VINCEN Partendo dalla constatazione che in Francia, l'ostacolo al prelievo degli organi e/o dei tessuti è largamente rappresentato dalla percentuale dei rifiuti al consenso espressi dalle famiglie al momento della richiesta, l’Istituto Francese dei Trapianti (IFT) ha affidato all’antropologa Claire Boileau uno studio per "identificare e comprendere i fattori di opposizione e gli ostacoli legati al prelievo degli organi e dei tessuti nei potenziali donatori". Il lavoro ha previsto una serie di colloqui con famiglie che avevano ricevuto una richiesta di prelievo in seguito alla morte di un loro parente, ma anche con il personale medico e paramedico. Si riporta di seguito una sintesi che riguarda solo i colloqui con le famiglie, che mettono in luce gli ostacoli che sono di aiuto per evidenziare delle strategie al fine di diminuire il tasso di rifiuto. I fattori di opposizione per le famiglie dei donatori Quando le famiglie si trovano di fronte alla richiesta di dono degli organi del loro parente deceduto, non hanno a priori parere favorevole o sfavorevole sul dono stesso. La loro decisione (rifiuto o accettazione del dono) risulta da un insieme di fattori. Allo scopo di rivelarli, un’indagine di campo è stata condotta presso 21 famiglie che erano state sollecitate per un prelievo in seguito al decesso di un parente; morte che aveva avuto luogo in media 18 mesi prima dell’ inchiesta. Durante le 2h30 di colloquio, il faccia a faccia con le famiglie dei donatori è consistito in un dialogo per comprendere la loro scelta (rifiuto o accordo) rispetto alla richiesta di prelievo d’organi del loro parente. Ogni colloquio è stato innanzitutto focalizzato sul ricordo delle circostanze del decesso del parente, e poi su quanto volevano esprimere al riguardo i familiari. medici sono ritenuti responsabili della cattiva organizzazione delle cure che hanno provocato il decesso del paziente. Questa percezione rappresenta un limite al consenso al momento dell’elaborazione della decisione finale per il prelievo degli organi. La comprensione e l’interpretazione della morte encefalica Dal film “Tutto su mia madre” di Almodovar: colloquio di richiesta di donazione di organi La trama delle domande, affrontate in funzione della loro opportunità, che servono da guida al colloquio riguardavano specialmente il problema della comprensione della morte encefalica, della conoscenza del dono degli organi al momento del decesso del parente, delle condizioni generali di accoglienza, dei riferimenti religiosi o tradizionali. Altrettanti aspetti suscettibili di facilitare la comprensione del processo di decisione delle famiglie. In conclusione di questi colloqui, sono stati identificati cinque fattori esplicativi dell’opposizione al prelievo degli organi. L’accoglienza e la presa in carico medica Una parte dei rifiuti potrebbe essere spiegata con la percezione negativa della famiglia al momento della presa in carico medica del paziente. Giudicata troppo tardiva o mal gestita, la presa in carico causerebbe malcontento poiché i Il grado di comprensione della morte encefalica non sembra costituire un fattore significativo per i rifiuti. Più che la comprensione della morte encefalica, è fondamentale l’accettazione della realtà della morte che permette di riflettere sulla decisione di un prelievo possibile sul defunto. Dal momento che, generalmente, i membri della famiglia ricevono tutti insieme le informazioni sulle condizioni del loro parente, non tutti sono in grado di accettare la realtà nello stesso momento. Finché la morte del familiare non è accettata da un membro della famiglia, la decisione di un prelievo eventuale è rifiutata dal membro in questione. Esisterebbe una difficoltà aggiuntiva per le famiglie nella presa di coscienza della morte: la presenza del respiratore dà l’apparenza della vita. Questa macchina ostacolerebbe la comprensione di quanto accade veramente: le famiglie trovano in effetti contraddittoria la spiegazione data di uno stato terminale, senza che questa spiegazione sia seguita da una proposta di “scollegamento”. Alcuni pensano che finché il loro parente è mantenuto collegato al respiratore, ci siano delle possibilità che si risvegli. Questa percezione della situazione non spinge la famiglia a rassegnarsi alla morte cerebrale e ad avviare di conseguenza una riflessione sul dono degli organi. La campagna di informazione sulla donazione e trapianto dell’Agen Lo slogan: DONO DEGLI OR Io so per i miei familia 4 OBALENO ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● l’opposizione al dono di organi o il prelievo degli organi dipendono da molti fattori. n una serie di colloqui con le famiglie che hanno ricevuto una richiesta di prelievo. NZO PASSARELLI Alleanza e gerarchia relazionale tra i parenti del defunto L’influenza dei genitori o dei figli è più importante degli affini o dei collaterali del defunto. Il parere di un coniuge o del compagno nella fase di riflessione sul dono degli organi appare come secondario, o addirittura occultato quando la persona è poco o per niente conosciuta dalla famiglia d’origine del defunto. Si nota chiaramente la preminenza del parere della madre del defunto di fronte ai pareri e/o alle esitazioni degli altri membri della famiglia. La madre si trova a capo di una gerarchia nell’ambito del gruppo familiare rispetto alla decisione del prelievo degli organi di suo figlio o di sua figlia. E’ frequente vedere la famiglia rifiutare il prelievo poiché la madre del defunto non è o si suppone che non sia favorevole al dono degli organi. Alcuni parenti per unione (coniugi o compagni) hanno lamentato il poco interesse che è stato riservato al loro parere da parte della famiglia di origine, con la quale il defunto aveva conservato relativamente pochi contatti. deterioramento naturale del corpo stesso. Più che l’appartenenza religiosa, ad essere implicati in questo processo sarebbero l’influenza delle tradizioni familiari e/o generazionale. Mentre i giovani sembrano più sensibilizzati e quindi familiarizzati con i temi del trapianto di organi, le persone di una quarantina d’anni e più si mostrerebbero meno motivate poiché meno preparate al dono. Peraltro principi più tradizionalisti spingono alcuni a pensare che proteggere le spoglie equivarrebbe alla protezione della persona che si conosceva e che si amava. Proteggere la sua immagine ed il suo aspetto sarebbe dunque una forma di rispetto nei confronti del congiunto, rispetto che prevale sulla necessità terapeutica e medica della richiesta di prelievo. Lutti a ripetizione della famiglia Dai colloqui condotti risulta che le famiglie che erano state esposte a dei lutti ripetuti sarebbero meno disposte delle altre ad acconsentire al dono d’organi. Un oltraggio all’integrità del corpo Quali conclusioni? Il prelievo è associato ad un oltraggio all’integrità del corpo ed è percepito come una violenza esercitata sull’immagine del defunto. L’esigenza di lasciare intatto il corpo, per conservare l’immagine del defunto più vicina possibile a quando era in vita, costituisce una motivazione importante di rifiuto del dono degli organi.Tutto ciò si spiega per due ragioni: Nel caso di un ritorno a casa del corpo e della visita dei parenti (più lontani), l’esposizione di un corpo deteriorato è fuori questione poiché significherebbe dare un’immagine fisica del proprio caro differente da quella che aveva in vita; Alterando il corpo, il prelievo di organi può essere percepito come una procedura che va contro la natura delle cose ed il Gli elementi relativi alla decisione se accettare o no il prelievo di organi dipendono da una moltitudine di fattori. Il rifiuto del dono sarebbe più o meno esplicitamente guidato da: La percezione dell’accoglienza e della presa in carico medica del paziente; L’accettazione più o meno rapida della morte encefalica del congiunto; L’intesa e le relazioni gerarchiche all’interno della famiglia; La successione di lutti nella famiglia. della sanità preposti all’annuncio della morte encefalica e alla richiesta di prelievo appaiono più come una fonte di informazione che non come degli interlocutori che permettano loro di aiutarli a prendere una decisione. Chi è Claire Boileau Antropologa al CNRS, Claire Boileau è specializzata sulle problematiche del corpo, della morte e del dono ed incentra le sue ricerche sul prelievo ed il dono degli organi. I suoi lavori sul dono degli organi si fondano non soltanto sulle sue competenze nell’ambito delle Scienze Umane, ma anche in quello delle cure infermieristiche, poiché ha lavorato parecchi anni anche come infermiera. Nella sua opera, “Nel dedalo del dono degli organi: il cammino dell'etnologo”, Claire Boileau applica i metodi dell'etnologia allo scopo di rivelare la natura delle resistenze suscitate dal dono degli organi. 2008: i numeri in Francia 4.620 trapianti realizzati 5% dei trapianti sono stati realizzati da donatore vivente 13.687 persone in lista di attesa 1.563 donatori 222 malati morti in attesa di trapianto Questa decisione del prelievo è giudicata come molto personale dalle famiglie. E’ senza dubbio per questo che i medici nzia di Biomedicina Francese «Grande causa nazionale per il 2009» RGANI: DONATORE O NO ari, loro sanno per me 5 L’ARCOBALENO Informazione e formazione, obiettivi per il futuro ROSSELLA PIETRANGELI Roma - Il 13 giugno i rappresentanti regionali dell’A.I.D.O. Nazionale, riuniti a Roma, presso l’Hotel Globus, per l’Assemblea Intermedia, hanno approvato, condiviso e confermato le linee proposte per il quadriennio; in particolare, hanno posto l’attenzione sull’impor tanza dell’informazione verso i cittadini, le Istituzioni, le scuole, i giovani e una nuova campagna diretta verso il popolo dei migranti. Adempiuti gli obblighi statutari, l’incontro, come già avvenuto nel 2007, è proseguito anche il giorno successivo con la par tecipazione dei rappresentanti delle Sezioni Provinciali e Pluricomunali di tutta Italia. E’ stata l’occasione per presentare non solo la relazione sull’attività svolta nel 2008 (vedi suppl. Bilancio Sociale 2008) ma anche i progetti a cui da diversi mesi la Giunta di Presidenza sta lavorando: il nuovo sito www.aido.it, i corsi per la formazione on line, la nuova versione del Sistema Informativo A.I.D.O., il SIA 2, che sostituirà quella attualmente in uso, il nuovo opuscolo informativo della campagna Donazione, parlane oggi (vedi Aidoteca), finanziata con il contributo del 5 x mille. Presentati anche i Gruppi di lavoro A.I.D.O. impegnati nella formazione e nella comunicazione. “Al di là della relazione del Presidente Nazionale, che ha fatto una fotografia della situazione dei prelievi/trapianti e che ha ben illustrato lo stato della nostra associazione, e del dibattito che ne è seguito, che ha approfondito alcuni aspetti della relazione stessa evidenziando la situazione operativa delle regioni e delle province con relative difficoltà emerse in alcune realtà, mi preme richiamare – osserva Felice Riva, Vicepresidente Nazionale - quella che io ritengo una fase di svolta storica dell’A.I.D.O.: le proposte operative emerse mirano ad un adeguamento del nostro agire quotidiano usufruendo dei mezzi informatici moderni e, tramite i Gruppi di lavoro, migliorare il nostro modo di rappor tarci con il mondo dei massmedia. Il nuovo sito Web ed i corsi di formazione on line vanno in questo senso e richiedono da parte di tutti noi uno sforzo per imparare ad usufruire degli stessi. Nel contempo, l’aver uniformato l’uso degli indirizzi e mail ([email protected]), consente di meglio concentrare l’uso della comunicazione interna con risparmio in prospettiva di costi e tempi rapidi per far girare le nostre comunicazioni. Ma, per raggiungere gli obiettivi, occorre uno sforzo comune di adeguamento al sistema che abbiamo creato; occorre da parte di tutti maggior umiltà nell’ammettere eventuali nostre mancanze nell’usufruire di tali mezzi e chiedere la necessaria collaborazione a chi li sa usare; occorre, se necessario, impegnarci a frequentare corsi di formazione in tal senso. La strada indicata è quella giusta; occorre l’impegno di tutti perché quanto prima si raggiunga l’operatività in tutte le regioni e le province d’Italia. Sta a noi, di fronte ad eventuali difficoltà personali, avere il coraggio anche di farci da parte per dare spazio ad altri che, operativamente, saranno in grado di adeguarsi a questi strumenti”. Aidoteca Il rilancio della campagna “Donazione: parlane oggi” con la pubblicazione di un contenitore con le schede informative su donazione e trapianto. 6 Documento di valutazione dell’attività svolta Il Consiglio Nazionale che si è insediato nel giugno scorso, fatto proprio il documento finale approvato dall’Assemblea elettiva 2008, ha condiviso con i vari livelli associativi il relativo programma di politica associativa. L’Assemblea Intermedia Nazionale 2009, riunita il 13 giugno a Roma, ha approvato, condiviso e confermato le linee proposte per il quadriennio. In particolare si pone l’attenzione sull’importanza dell’informazione verso i cittadini, le Istituzioni, le scuole, i giovani e una nuova campagna diretta verso il popolo dei migranti. Si evidenzia la necessità di: Insistere sulla formazione dei dirigenti, quale condizione indispensabile per proseguire nelle attività associative ed avere maggiore credibilità e incisività nelle Istituzioni Portare a compimento nel più breve tempo possibile l’inserimento dei dati nel SIA, in virtù dell’importante ruolo che gli è riconosciuto Proseguire Con costanza e tenacia nella riorganizzazione associativa per proseguire anche così il coinvolgimento di tutte le strutture associative e parlare così un unico linguaggio. Si dà atto della significativa svolta nella gestione politica e organizzativa della struttura Nazionale auspicandone il proseguimento. L’ARCOBALENO La donazione compensata: un dibattito aperto negli USA… NICOLETTA VESENTINI Nel pieno di una preoccupante carenza di donatori di reni, negli Stati Uniti è stato riproposto il tema della vendita di organi: questa volta, però, il suggerimento non viene da un fautore del libero mercato, bensì da Arthur Matas, prominente chirurgo che si occupa di trapianti e noto per le sue ricerche sulla ciclosporina, farmaco fondamentale nella prevenzione del rigetto dei trapianti. Secondo Matas un mercato controllato aumenterebbe le offerte di reni, salverebbe vite e migliorerebbe la qualità di vita di individui con insufficienza renale allo stadio terminale. Ad opporsi energicamente a questo che per lungo tempo è stato considerato un anatema, vi è, tra gli altri, Francis Delmonico professore all’Università di Harvard e collega ed amico di Matas. Il rischio sostiene Delmonico è che la vendita di organi determinerà lo sfruttamento delle classi più vulnerabili e meno sane: “sono i poveri che vendono” afferma il professore. Il bando alla vendita di organi negli Stati Uniti risale ad una legge del 1984 allorché un medico della Virginia propose di acquistare reni e venderli a chiunque se lo potesse permettere. Dal 1984 ad oggi, tuttavia, la lunghezza della lista di attesa di organi è aumentata cinque volte, mentre il numero di donatori deceduti è a malapena incrementato. Ne consegue, abbastanza naturalmente, che il tema della vendita regolamentata di organi sia ampiamente dibattuto negli Stati Uniti, ma il risultato sorprendente è che, quando all’inizio dello scorso gennaio all’American Society of Transplant Surgeons, sia Francis Delmonico che Arthur Matas esposero le proprie posizioni, la maggioranza dei presenti si è mostrata disponibile ad una verifica della viabilità di un mercato di organi statunitense. La vendita di organi è comune, ma illegale, in alcuni paesi in via di sviluppo, quali il Pakistan e le Filippine, e solo in Iran la vendita di organi è legale. Osservatori esterni affermano che in questi paesi coloro che vendono gli organi vengono in realtà sfruttati: la maggior parte dell’introito va a intermediari senza scrupoli e non vi è alcun controllo sulla salute dei donatori. La proposta di Matas, che finora non ha avuto sostegno politico, prevede che il prezzo degli organi sia fissato dal governo e che venga pagato dall’assicurazione – in particolare Medicare, l’assicurazione sulla salute amministrata dal governo americano stesso - del ricevente. In questo modo i reni andrebbero a chi è in cima alla lista di attesa, indipendentemente dalla sua situazione economica, e vi sarebbe un controllo medico e psicologico del donatore che, inoltre, sarebbe seguito a distanza di tempo, per verificare l’effetto della donazione sulla sua vita. Alla base del pensiero di Matas è che non vi è alcun motivo di distinguere tra coloro che donano per un atto compassionevole e coloro che donano per danaro.Alcuni studiosi di etica stanno iniziando a pensare che valga la pena fare un tentativo, ma l’opposizione da parte di organi quali l’Institute of Medicine, ramo della National Academies of Science, e la National Kidney Foundation contro la compravendita di organi è esplicito e fermo. Nel 2003 alcuni gruppi di medici, tra i quali l’American Medical Association e la United Network for Organ Sharing hanno appoggiato una legislazione per favorire studi pilota per la compensazione delle famiglie che donano gli organi dei famigliari deceduti.Vi fu un forte dissenso a riguardo e tra gli oppositori figurava il Dr Delmonico, il quale, in rappresentanza della National Kidney Foundation, affermò davanti al Congresso che “la vendita di corpi o di parti di corpi minerebbe i valori fondamentali della nostra società”. Il governo federale, da allora, ha stabilito un rimborso delle spese ai donatori viventi, e, ad oggi, oltre una dozzina di Stati offre ai donatori la possibilità di dedurre fino a 10000$ di tasse come compenso dei costi ai quali hanno fatto fronte. Secondo i calcoli del dottor Matas pubblicati nel 2004, in considerazione delle spese affrontate da Medicare per la dialisi di pazienti, il governo potrebbe investire fino a 95000$ per valutare e compensare ciascun donatore, e lo stesso finire in pari. La compensazione verrebbe effettuata sia in danaro che in assicurazione sulla salute e sulla vita. Nel 2006 Matas è stato eletto presidente dell’American Society of Transplant Surgeons e il dibattito sulla vendita di organi continua. In particolare un paio di mesi fa Matas e Delmonico hanno concordato di richiedere che gli Stati Uniti eliminassero i disincentivi per la donazione (per esempio ostacoli posti dalle assicurazioni ai donatori) e che tutti i donatori fossero adeguatamente monitorati dopo l’intervento.Tuttavia, nessun accordo è stato raggiunto per quel che riguarda la vendita di organi. Nanni Costa: “Falsa risposta ad un reale problema” “L’apertura di un mercato di organi controllato e “sicuro”, basato sulla cosiddetta “donazione rimborsata”, rappresenta un’inaccettabile e falsa risposta ad un reale problema assistenziale. Il problema richiede un esame su piani diversi per giungere ad una risposta che consenta di favorire l’accesso dei pazienti alla terapia con trapianto. Il cosiddetto mercato controllato è basato sulla donazione “spontanea” di un organo non vitale (rene o parte di fegato) da parte di un soggetto che riceve benefici di natura economica in un contesto regolato da autorità sanitarie che assicurano la non trasmissibilità di patologie infettive, la spontaneità dell’atto e la assegnazione dell’organo secondo criteri predefiniti. La prima valutazione riguarda il piano etico: questo tipo di “donazione” compensata, coinvolge 2 soggetti deboli, cioè il donatore ed il paziente ricevente, che agiscono entrambi in condizioni di necessità per esigenze di carattere economico o di salute. Ma se il paziente ha diritto ad essere curato, il sog- getto donatore non ha il diritto di vendere organi solo perché li possiede e non ne ha bisogno, sottoponendosi ad operazioni il cui rischio non è assente. Sul piano generale la società viene ad essere deresponsabilizzata, con la prevedibile diminuzione delle donazioni da donatore deceduto. L’etica del mercato,“rendiamo disponibile tutto ciò che viene richiesto” non è accettabile in sanità come in altri settori. La seconda considerazione riguarda il livello organizzativo: la rete delle donazioni da cadavere si è sviluppata in Italia come negli altri paesi europei sul concetto di solidarietà gratuita tra individui, come la donazione di sangue o altri meccanismi che non prevedono scambio o mutualità. I risultati determinati dallo sviluppo organizzativo sono positivi: grazie alla donazione altruistica e gratuita da donatore deceduto negli ultimi anni abbiamo ottenuto un incremento del numero e della qualità dei trapianti; le liste di attesa sono stabili; esiste un ampio coinvolgimento di istituzioni, associazioni e cittadini di forte sostegno su queste tematiche. Nondimeno il problema nei paesi emergenti è assolutamente rilevante; l’esempio è rappresentato dall’IRAN dove oltre 1550 trapianti di rene all’anno vengono effettuati da donatori rimborsati attraverso il controllo di organizzazioni supportate dal Ministero della Sanità. È necessario prendere atto che nei paesi islamici e nei paesi orientali, nonostante sia ammesso dalla religione, l’accertamento di morte cerebrale rappresenta una pratica con scarsa diffusione. Credo sia necessario affiancare, come già il CNT sta facendo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha iniziato un opera di promozione di una corretta organizzazione e di miglioramento dei sistemi esistenti in questi paesi. Il trapianto sta divenendo una realtà terapeutica ormai diffusa ovunque. È necessario esportare sia il know-how, sia i principi di solidarietà che ne sono il fondamento in Italia e negli altri paesi occidentali. Il CNT assieme alla Organizzazione Mondiale della Sanità ha già iniziato un importante percorso in questa direzione.” Le parole di Pio XII E intanto a Singapore il via libera alla compravendita di organi tra vivi Il 14 maggio 1956 Pio XII ricevette alcuni delegati dell’Associazione italiana donatori di cornea e dell’Unione italiana ciechi, nonché alcuni medici oftalmologi e docenti di medicina legale, ai quali rivolse un discorso che verteva principalmente sul prelievo della cornea. Egli ampliò tuttavia le sue considerazioni, e in seguito la chiesa cattolica ha visto in questo discorso un punto di riferimento per i problemi etici posti dal prelievo dopo la morte e dal trapianto di tessuti e di organi. Queste le sue parole in merito alla possibilità di un compenso:“……..Bisogna inoltre, come spesso accade, rifiutare per principio ogni compenso? La questione rimane posta. È fuori dubbio che possono introdursi gravi abusi se si esige una retribuzione; ma sarebbe esagerato giudicare immorale qualunque accettazione o richiesta di compenso. Il caso è analogo a quello della trasfusione del sangue: è merito per il donatore rifiutare un compenso; non è necessariamente una colpa accettarlo”. Il parlamento di Singapore ha approvato una legge che legalizza il mercato degli organi tra vivi. In pratica, il parlamento della città-Stato asiatica ha autorizzato il pagamento al donatore di una cifra a titolo di rimborso. I prezzi saranno determinati in base alle richieste. Probabilmente per un rene, l'organo più richiesto, si parla già di prezzi intorno ai 5 mila euro. Inoltre, la nuova legge potrebbe favorire il turismo sanitario a Singapore, in quanto anche gli stranieri avranno la possibilità di acquistare un organo da donatore vivo. Lo riferisce Asianews che riporta come la quasi totalità dei parlamentari, 79 su 84, abbia votato a favore. Secondo il Ministro della salute di Singapore Khaw Boon Wan, non si tratta propriamente di una legalizzazione delle vendite di organi, «ma è intesa a correggere la posizione estrema che criminalizza tutti i tipi di pagamenti per chi decide di donare». La proposta del Governo della città-stato è arrivata in seguito all'arresto, lo scorso giugno, del miliardario Tang Wee Sung che aveva cercato di comprare un rene da un donatore indonesiano. In seguito all'accaduto, il Governo ha deciso di regolamentare le donazioni, consentendo ai donatori di ricevere un pagamento per vie legali. Halimah Yacob, uno dei parlamentari dissidenti, è però convinto che molti lavoratori in questo periodo di crisi potrebbero essere indotti a donare gli organi. «Per chi viene licenziato - ha dichiarato Halimah Yacob - anche un rimborso di 6,600 dollari sarebbe meglio che tornare a casa senza lavoro e a mani vuote». 7 L’ARCOBALENO leggiamoli insieme a cura di Vincenzo Passarelli Abbiamo vinto. Insieme Antonio Ascione, Giovanni Ruggiero Edizioni Messaggero, Padova, € 8,00 I prossimi appuntamenti Mai come in questo caso è vero che la guarigione è stata il frutto di un'alleanza medico-paziente. Giovanni Ruggiero, giornalista di Avvenire, e Antonio Ascione, epatologo, hanno raccontato insieme l'avventura della malattia, del trapianto di fegato e della «vittoria». Lo hanno fatto in un libro intenso, commovente, composito, in cui le voci narranti si alternano: ora il paziente malato con tutte le sue emozioni, ora il medico, più tecnico nelle descrizioni, ma dotato di una indescrivibile carica di umanità. Presentazione del libro «Il trapianto moltiplica la vita» Venerdì 18 settembre 2009 - ore16,00, presso la Residenza di Ripetta - Sala Leonina via di Ripetta 231 a Roma sarà presentato il libro “Il trapianto moltiplica la vita” a cura di Franco Filipponi e Luigi Ripamonti. Non c’è futuro senza solidarietà Dionigi Tettamanzi SANPAOLO, Cinisello Balsamo (MI),, € 14,00 In un tempo di crisi economica, la voce libera e controcorrente del cardinale Tettamanzi rilancia la sfida della solidarietà. In questo testo, il cardinale Tettamanzi ripercorre per la prima volta l’intuizione del Fondo Famiglia Lavoro, il suo annuncio la notte di Natale, la visione che lo anima. Nell’evocare una “nuova primavera della solidarietà”,Tettamanzi traccia un modello che sta già ispirando molte iniziative analoghe in diverse diocesi e realtà locali. E numerose sono anche le voci di approvazione che si levano nella comunità civile e politica. Nella seconda parte del volume, l’Autore analizza gli “spazi” alla portata di tutti per vivere la dimensione della solidarietà: la famiglia (solidarietà “nella” famiglia e “tra” le famiglie); il lavoro (alcuni problemi del lavoro affrontati secondo la “cifra” della solidarietà); il mondo economico-finanziario oggi; i nuovi cittadini (immigrazione); la testimonianza delle comunità ecclesiali; gli stili di vita. A Cuore aperto Luigi Rainero Fassati Longanesi, Milano, € 16,60 "Nessuno di noi si era mai trovato davanti a un malato privato del suo fegato senza che ce ne fosse uno pronto da sostituire", racconta la voce narrante di questo romanzo, in una delle incredibili storie che lo compongono. Storie di pazienti, medici, infermieri, storie di vita in corsia. Prima che fossero trasformati per sempre in aziende interessate più al profitto che alla cura, gli ospedali erano luoghi in cui il colloquio medico-paziente era la premessa per qualsivoglia percorso di guarigione. Perché al centro di tutto c'era l'uomo, incarnato qui da tanti personaggi incredibilmente autentici, così come veri e drammatici sono il dolore, la speranza e la felicità di avercela fatta. Fuori dalla sala operatoria, intanto (e a volte anche al suo interno), gelosie e invidie, amori e passioni travolgenti fanno da cornice a eventi eccezionali. Come lo xenotrapianto tra uomo e babbuino, l'operazione di un bambino collegato a un anziano paziente in coma irreversibile e la storia di un giovane che vivrà 42 ore senza fegato e che al suo risveglio sembrerà aver assorbito difetti e vizi del donatore. Narrato dall'interno di un mondo ai più sconosciuto, grazie allo sguardo disincantato ma partecipe di un autore che è anche medico chirurgo di consolidata esperienza, questo romanzo apre uno squarcio su fatti e misfatti della sanità in Italia. V Congresso OCST Il V Congresso della Organizzazione Centro Sud Italia Trapianti (OCST) si terrà all'Aquila dal 24 al 26 settembre. Venerdì 25 è prevista una tavola rotonda con le Associazioni A.I.D.O., ANED, ADMO, ADISCO. Bergamoscienza Tavola rotonda Mercoledì 7 ottobre 2009 - ore 21.00 Bergamo, Auditorium - piazza della Libertà - Città Bassa In risposta al bisogno disperato di organi, il viaggio si propone tre obiettivi: l’educazione al trapianto, il reclutamento di donatori e la discussione dell’argomento donazione nelle famiglie. Intervengono: Francesco Biroli Neurochirurgo, Ospedali Riuniti di Bergamo, Mario Scalamogna Direttore Nord Italia Transplant (NITp), Martino Introna Immunologo, Lab. di Terapia Cellulare e Genica “G. Lanzani”, Ospedali Riuniti di Bergamo,Vincenzo Passarelli Presidente Nazionale A.I.D.O. Moderatore: Mariangelo Cossolini Coordinatore prelievo e trapianto d’organi Area provincia di Bergamo, AO Ospedali Riuniti di Bergamo. EUROPARLAMENTO: in agenda Sono 28 i dossier “caldi” che approderanno sul tavolo dell’Europarlamento in autunno.Tra questi la direttiva su “Standard comuni di sicurezza e qualità per gli organi utilizzati nei trapianti.”, proposta dalla Commissione l’8 dicembre 2008. Il voto è atteso in prima lettura. La macchia della razza L’ARCOBALENO Lettera alle vittime della paura e dell’intolleranza. Marco Aime Ponte alle Grazie, Milano, € 8,00 Dragan è un bambino. Un bambino rom. Bisogna schedarlo, prendergli le impronte. Come a tutti gli stranieri che invadono il nostro paese e le nostre città. Il razzismo non c'entra. E che bisogna tenerli sotto controllo, rispedirli a casa prima che ci infastidiscano ai semafori, rubino nelle nostre case, stuprino le nostre donne. Perché la nuova parola d'ordine dei nostri politici, da destra a sinistra, è "sicurezza". Non c'è quotidiano o telegiornale che non tenga a specificare la nazionalità o l'etnia del criminale di turno - rumeno, albanese, marocchino - quando invece andrebbero ricordate le vittime più recenti dell'immigrazione clandestina e del razzismo strisciante nel nostro paese. Eppure noi italiani, "brava gente", qualche decennio fa eravamo proprio come "quelli lì", guardati con sospetto, maltrattati, offesi, quando cercavamo lavoro e fortuna all'estero. La storia non ci ha insegnato proprio nulla, sembra dirci Marco Aime, e allora certe cose bisogna ripeterle, e ripeterle ancora, perché la macchia della razza scolori, per poi un giorno sparire per sempre. per una cultura della donazione Direttore Responsabile: LORETTA CAVARICCI Hanno collaborato a questo numero: L AURA B ARSANTI , S ALVATORE F RAGALÀ , L ORENZO G ENNAI , M IRELLA M ANCUSO , A URELIO N AVARRA , V INCENZO PASSARELLI , N ADIA P IETRANGELI , R OSSELLA P IETRANGELI , F ELICE R IVA , MANUELA TREROTOLA, NICOLETTA VESENTINI. Proprietario: AIDO Via Silvio Pellico, 9 - 00195 Roma http://www.aido.it Tipografia: TIPOLITOGRAFIA TRULLO Via delle Idrovore della Magliana, 173 00148 Roma - Tel. 066535677 Finito di stampare nel mese di luglio 2009 Tiratura copie 5.000 8