Conversando con le persone Adunanze per il Servizio di Campo *** km 10/90 p. 8 Presentazione della buona notizia: Conversando con le persone *** 1 Secondo un dizionario, la conversazione è uno “scambio orale di sentimenti, osservazioni, opinioni o idee”. Ma come si può iniziare una conversazione biblica con persone che forse hanno idee religiose opposte o sono occupate in qualcos’altro? Per coinvolgere gli ascoltatori Gesù poneva loro delle domande. — Giov. 4:9-15, 41, 42. 2 Dovremmo pregare fervidamente Dio perché ci aiuti a trovare persone sincere e ci dia la possibilità di conversare con loro. È più facile dare testimonianza se consideriamo ciascun padrone di casa come un potenziale servitore di Geova. Questo atteggiamento mentale ci aiuterà a trasmettere la verità in una maniera cordiale e sincera che attirerà gli interessati. USATE CIÒ CHE AVETE 3 Il libro Ragioniamo, alle pagine 9-15, contiene molte introduzioni eccellenti, la maggioranza delle quali si basa sull’efficace uso di domande. Quando l’interlocutore risponde a una domanda, ascoltate rispettosamente e quindi esprimetevi in modo che egli capisca che tenete conto di ciò che ha detto. — Col. 4:6. 4 Naturalmente, quando rivolgete una domanda, non sapete come risponderà il padrone di casa. Siate pronti ad adattare la vostra presentazione di conseguenza. Cercate di portare avanti la conversazione presentando altre informazioni bibliche che hanno attinenza con le cose che gli interessano e rivolgendogli ulteriori domande appropriate. PREPARATEVI IN ANTICIPO 5 Forse conoscete già il modo di pensare della maggioranza delle persone del vostro territorio. In tal caso, scegliete nel libro Ragioniamo quelle introduzioni che saranno più efficaci in quel particolare territorio. Può darsi che basti adattare una di queste introduzioni all’argomento di conversazione in corso. Iniziate la conversazione con cose che ritenete interessino al padrone di casa, esponendo brevemente un problema e quindi presentando la soluzione della Bibbia. Quando la persona fa un’osservazione, commentate positivamente, non in tono critico, ciò che ha detto. Vedendo che vi interessate di conoscere i suoi pensieri e sentimenti, la persona dovrebbe sentirsi incoraggiata a continuare la conversazione con voi. Cercate di trovare punti di accordo e metteteli in evidenza. Mantenete la conversazione su un tono positivo dando risalto alle benedizioni del Regno come la soluzione che la Bibbia addita per i problemi dell’uomo. 6 Considerate le opinioni diverse come elementi utili per proseguire la conversazione. Se la persona è disposta a ragionare, potreste chiederle: “Ha mai considerato la cosa da questo punto di vista?” Mostrate quindi cosa dice la Parola di Dio sull’argomento. Se vedete che la persona è irragionevole, non insistete perché accetti ciò che avete detto. Piuttosto, concludete con un commento amichevole, lasciando la strada aperta per un’altra opportunità di presentarle la buona notizia. — Prov. 12:8, 18. 7 Alcuni sono più disposti a conversare quando li si incontra in circostanze informali. Non esitate a iniziare conversazioni con persone che incontrate per strada o che stanno lavorando o si stanno rilassando nel giardino di casa loro. Potrebbero essere compiaciute del sincero interesse che mostrate per ciò che stanno facendo, e voi potreste portare la conversazione sulla promessa biblica che la terra diventerà presto un paradiso. Quando iniziate una conversazione, cercate di renderla piacevole per il vostro interlocutore. Per quanto dipende da voi, lasciate la persona con un’opinione più favorevole verso Dio, la sua Parola e i suoi servitori. Così facendo, anche se inizialmente non riuscite a toccare il suo cuore, forse la persona sarà più sensibile al messaggio la prossima volta che un Testimone le farà visita. *** be p. 62 - p. 64 Come migliorare la capacità di conversare *** Conversare con un estraneo Molti esitano a parlare con persone che non conoscono, ma i testimoni di Geova, per amore verso Dio e verso il prossimo, si sforzano sinceramente di imparare a conversare per trasmettere le verità bibliche ad altri. Cosa può aiutarvi a migliorare sotto questo aspetto? Il principio enunciato in Filippesi 2:4 è molto utile. Ci incoraggia a guardare ‘con interesse personale non solo alle cose nostre, ma anche con interesse personale a quelle degli altri’. Vedete la cosa in questo modo: se non avete mai incontrato prima una persona, essa vi considera un estraneo. Come potete metterla a suo agio? Per esempio con un bel sorriso e un saluto amichevole. Ma c’è dell’altro. Forse era assorta nei suoi pensieri e voi l’avete interrotta. Se cercate di convincerla a parlare di ciò che avete nella vostra mente, senza tener conto di ciò che ha nella sua, reagirà in modo positivo? Cosa fece Gesù quando incontrò una donna presso un pozzo in Samaria? Lei stava pensando ad attingere l’acqua. Gesù iniziò la conversazione traendo spunto proprio da questo, e la trasformò subito in un’animata trattazione spirituale. — Giov. 4:7-26. Se siete buoni osservatori, forse anche voi potete discernere cosa stanno pensando gli altri. La persona sembra felice o triste? È anziana, forse inferma? Qualcosa fa pensare che in casa ci sono dei bambini? La persona dà l’impressione di essere benestante o di pochi mezzi? Certi oggetti nella casa o i monili che ha indosso indicano la sua appartenenza religiosa? Se le vostre frasi iniziali rivelano che siete consapevoli di questi aspetti, la persona potrebbe pensare che avete degli interessi in comune. Se non riuscite a vedere in faccia il padrone di casa, ma forse ne udite solo la voce attraverso la porta chiusa, cosa potreste dedurre? Forse ha timore. Perché non prendete lo spunto da questo per iniziare la conversazione attraverso la porta? In certi luoghi è possibile intavolare una conversazione dicendo alla persona qualcosa di noi stessi: di dove siamo, perché ci troviamo alla sua porta, perché crediamo in Dio, perché abbiamo cominciato a studiare la Bibbia e in che modo essa ci ha aiutato. (Atti 26:4-23) Naturalmente ciò va fatto con discrezione e con un obiettivo ben preciso. Allora la persona sarà forse disposta a dirci qualcosa di sé e di quello che pensa. In certe culture è consuetudine mostrare ospitalità agli estranei. La gente può invitarvi subito a entrare e ad accomodarvi. Una volta seduti, se vi informate gentilmente sulla salute della famiglia e ascoltate sinceramente la risposta, anche il padrone di casa potrebbe mostrarsi attento a ciò che avete da dire. Altre popolazioni mostrano ancora più interesse per i visitatori, per cui i convenevoli possono andare per le lunghe. Durante questi preliminari forse il padrone di casa si renderà conto di avere delle cose in comune con voi. Da questo può nascere una conversazione spiritualmente proficua. Che dire se nella zona ci sono molte persone di lingua straniera? Come potete comunicare con loro? Se imparate anche solo qualche frase di saluto in alcune di queste lingue, le persone capiranno che vi interessate di loro. Questo può portare a ulteriori contatti. Come portare avanti la conversazione Per tenere viva la conversazione, interessatevi di ciò che pensa il vostro interlocutore. Incoraggiatelo a esprimersi, se lo desidera. Può essere utile fare domande appropriate. Le migliori sono quelle volte a conoscere il punto di vista della persona, perché di solito in questi casi la risposta non si limita a un sì o a un no. Per esempio, dopo aver menzionato un problema di interesse locale, potreste chiedere: “Secondo lei cosa ha portato a questa situazione?” o: “Quale pensa che sia il rimedio?” Quando fate una domanda, ascoltate attentamente la risposta. Mostrate sincero interesse con una parola, un cenno del capo, un gesto. Non interrompete. Considerate con mente aperta ciò che viene detto. ‘Siate pronti a udire, lenti a parlare’. (Giac. 1:19) Quando rispondete, dimostrate di aver ascoltato veramente ciò che la persona ha detto. Tenete presente, però, che non tutti risponderanno alle vostre domande. In certi casi l’unica risposta sarà un’espressione di stupore o un sorriso. Altri forse diranno solo sì o no. Non mostrate disappunto. Siate pazienti. Non cercate di costringere la persona a parlare. Se è disposta ad ascoltare, approfittatene per menzionare pensieri scritturali edificanti. Col tempo la persona potrebbe considerarvi un amico. Allora forse sarà più disposta a dire come la pensa. Mentre parlate, preparate il terreno per la volta successiva. Se la persona fa delle domande, rispondete ad alcune di esse, ma lasciatene una o due per quando tornerete. Dite che farete ricerche e che le mostrerete ciò che avrete trovato. Se non fa domande, potreste concludere la conversazione ponendo voi una domanda che potrebbe interessarle. Dite che vi piacerebbe parlarne alla visita successiva. Potete trovare molte idee nel libro Ragioniamo facendo uso delle Scritture, nell’opuscolo Cosa richiede Dio da noi? e in numeri recenti della Torre di Guardia e di Svegliatevi! *** be studio 5 p. 100 parr. 1-4 Pause *** Le conversazioni di ogni giorno sono comunicazioni a due sensi. Le persone sono più inclini ad ascoltarvi se voi ascoltate loro e mostrate interesse per ciò che dicono. Questo richiede che facciate pause abbastanza lunghe da permettere loro di esprimersi. Nel ministero di campo la testimonianza spesso è più efficace quando si svolge sotto forma di conversazione. Dopo uno scambio di saluti, molti Testimoni trovano utile menzionare l’argomento e porre una domanda. Fanno una pausa per dare all’interlocutore l’opportunità di rispondere e poi fanno capire di aver seguito ciò che ha detto. In genere durante la conversazione danno alla persona varie opportunità di fare commenti. Comprendono che di solito si può aiutare meglio qualcuno se si sa cosa pensa dell’argomento in questione. — Prov. 20:5. Naturalmente non tutti reagiranno favorevolmente. Ma questo non impedì a Gesù di fermarsi abbastanza a lungo da dare anche agli oppositori l’opportunità di esprimersi. (Mar. 3:1-5) Dando all’altra persona l’opportunità di parlare la si incoraggia a pensare e, di conseguenza, può esternare ciò che ha nel cuore. Uno degli scopi del nostro ministero è infatti quello di toccare il cuore delle persone, presentando loro questioni di vitale importanza esposte nella Parola di Dio sulle quali devono prendere una decisione. — Ebr. 4:12. Fare pause appropriate nel ministero è veramente un’arte. Quando se ne fa buon uso, i pensieri vengono trasmessi in modo più chiaro e spesso si ricordano più a lungo. *** be studio 13 p. 124 par. 4 - p. 125 par. 3 Contatto visivo *** Suggerimenti per il ministero di campo. Quando partecipate al ministero di campo, siate amichevoli e calorosi. Se è il caso, per iniziare una conversazione su un argomento di comune interesse fate domande che inducono a riflettere. Cercate quindi di stabilire un contatto visivo, o almeno di guardare in viso la persona in maniera rispettosa e gentile. Un sorriso cordiale e un’espressione gioiosa negli occhi sono molto efficaci. Possono trasmettere all’interlocutore molte cose sul tipo di persona che siete e farlo sentire più a suo agio mentre conversate. Osservare l’espressione che c’è negli occhi dell’interlocutore, quando è appropriato farlo, può fornirvi indicazioni su come affrontare una certa situazione. Potreste capire se è adirato, se non è realmente interessato o se non vi comprende. Di solito riuscirete a capire se sta per spazientirsi. Noterete anche se è veramente interessato. L’espressione degli occhi può farvi capire che è meglio modificare l’andatura, cercare di coinvolgerlo di più nella conversazione, porre fine alla discussione o magari dimostrare come si tiene uno studio biblico. Sia che partecipiate alla testimonianza pubblica o che conduciate uno studio biblico a domicilio, cercate di mantenere rispettosamente il contatto visivo con l’interlocutore. Non fissatelo in modo da metterlo in imbarazzo. (2 Re 8:11) Tuttavia, in maniera naturale e amichevole guardatelo spesso in faccia. In molti paesi questo è considerato un segno di sincero interesse. Ovviamente, quando leggete un brano della Bibbia o di un’altra pubblicazione, i vostri occhi saranno rivolti alla pagina stampata. Ma per mettere in evidenza un punto, potreste guardare direttamente la persona, anche solo per un istante. Se ogni tanto alzate gli occhi, questo vi permetterà pure di osservare come reagisce a ciò che state leggendo. Se in un primo tempo la timidezza vi rende difficile mantenere il contatto visivo, non arrendetevi. Con la pratica, vi verrà naturale guardare la persona negli occhi e ciò migliorerà la vostra capacità di comunicare. *** be studio 23 p. 158 par. 5 - p. 159 par. 3 Valore pratico messo in risalto *** Aiutate altri a capire il valore pratico del messaggio. Nel dare testimonianza, non mancate di porre l’accento sul valore pratico della buona notizia. A tal fine dovete considerare a cosa è rivolta la mente delle persone del territorio. Come potete saperlo? Ascoltate le notizie del giornale radio o del telegiornale. Osservate la prima pagina dei giornali. Cercate inoltre di far partecipare le persone alla conversazione e ascoltatele quando si esprimono. Forse noterete che sono alle prese con pressanti problemi quali disoccupazione, affitto da pagare, malattie, perdita di un familiare, criminalità, ingiustizie, crisi coniugale, figli indisciplinati, e via dicendo. La Bibbia può aiutarle? Senz’altro! Quando iniziate una conversazione, probabilmente avete in mente un argomento. Se però vi accorgete che alla persona sta a cuore qualcos’altro, non esitate a cambiare argomento, se possibile, o a dire che farete ricerche e tornerete con qualche informazione utile. Ovviamente non vogliamo ‘intrometterci in ciò che non ci riguarda’, ma siamo lieti di far conoscere ad altri i pratici consigli della Bibbia. (2 Tess. 3:11) Logicamente le persone sono più colpite dai consigli biblici che influiscono sulla loro vita. Se le persone non capiscono in che modo il nostro messaggio le tocca personalmente, è facile che tronchino subito la conversazione. Anche quando ci lasciano parlare, se non spieghiamo loro il valore pratico di ciò che diciamo, il nostro messaggio potrebbe influire ben poco sulla loro vita. Viceversa, se rendiamo chiaro il valore pratico del messaggio, la conversazione potrebbe segnare una svolta nella loro vita. Quando tenete studi biblici, continuate a dare risalto all’applicazione pratica. (Prov. 4:7) Aiutate gli studenti a capire i consigli, i princìpi e gli esempi scritturali che indicano come camminare nelle vie di Geova. Evidenziate i benefìci derivanti dall’applicarli. (Isa. 48:17, 18) Questo li spronerà a fare i cambiamenti necessari nella loro vita. Edificate in loro l’amore per Geova e il desiderio di piacergli, e lasciate che sia il loro cuore a spingerli ad applicare i consigli della Parola di Dio. *** be studio 25 p. 167 par. 3 - p. 168 par. 1 Uso dello schema *** Vi accingete a partecipare al servizio di campo? Oltre a preparare la borsa del servizio, prendetevi anche il tempo per riordinare le idee. Se decidete di usare una delle presentazioni suggerite nel Ministero del Regno, leggetela diverse volte per imprimervi bene le idee nella mente. Riassumetela in una o due brevi frasi. Adattate le parole alla vostra personalità e al tipo di territorio. Troverete utile farvi uno schema mentale. Cosa potrebbe includere? (1) Come introduzione, potreste dire qualcosa che interessa a molte persone della zona. Invitate il padrone di casa a esprimersi. (2) Pensate a qualcosa di specifico da dire sull’argomento, comprese una o due scritture indicanti ciò che Dio ha promesso di fare per recare sollievo. Se è possibile, mettete in risalto che Geova farà questo mediante il suo Regno, il suo governo celeste. (3) Incoraggiate la persona a fare qualcosa in merito a ciò che avete trattato. Potreste offrirle delle pubblicazioni e/o uno studio biblico, e prendere accordi precisi per continuare la conversazione. Per una presentazione del genere probabilmente sarà più che sufficiente farsi uno schema mentale. Se volete dare un’occhiata a uno schema scritto prima di fare la prima visita, probabilmente tale schema consisterà solo in poche parole da usare come introduzione, una o due scritture e un appunto di ciò che volete dire nella conclusione. Preparando e usando uno schema del genere eviteremo inutili giri di parole e saremo in grado di lasciare un messaggio chiaro e facile da ricordare. Se c’è una domanda o un’obiezione che ricorre spesso nel territorio, potrebbe essere utile fare ricerche in merito. Di solito basteranno due o tre punti basilari con alcune scritture a sostegno. “Argomenti Biblici di Conversazione” o i sottotitoli in neretto del libro Ragioniamo facendo uso delle Scritture possono costituire proprio lo schema che cercate. Potreste trovare una citazione adatta in qualche altra fonte. Preparate un breve schema scritto, allegate la fotocopia della citazione e tenete il tutto insieme al materiale che usate nel servizio di campo. Quando un padrone di casa fa quella domanda o obiezione, ditegli che siete lieti di potergli spiegare le ragioni di ciò che credete. (1 Piet. 3:15) Servitevi dello schema per rispondere. *** be studio 28 p. 179 - p. 180 Stile di conversazione *** DI SOLITO quando conversano con gli amici le persone sono rilassate. Si esprimono in maniera spontanea. C’è chi parla animatamente e chi è più riservato. Nondimeno la naturalezza con cui ciascuno si esprime è piacevole. Quando ci si rivolge a un estraneo, però, non è appropriato parlare in maniera troppo familiare o informale. Presso certe culture la conversazione con gli estranei inizia sempre in maniera molto formale. Tuttavia, dopo aver manifestato il dovuto rispetto, conviene passare con discernimento a un linguaggio meno formale e a uno stile più conversazionale. Anche quando si parla dal podio bisogna stare attenti. Se si parla in maniera troppo informale si può sminuire la dignità di un’adunanza cristiana e la serietà di ciò che si dice. In alcune lingue occorre usare determinate espressioni quando ci si rivolge a una persona anziana, a un insegnante, a un funzionario o a un genitore. (Si notino le espressioni usate in Atti 7:2 e 13:16). Parlando al proprio coniuge o a un caro amico si usano espressioni diverse. Il nostro modo di parlare sul podio, sebbene non eccessivamente formale, dovrebbe essere rispettoso. Ci sono comunque dei fattori che possono rendere la dizione inutilmente rigida o formale. Uno è la struttura delle frasi. Il problema sorge quando un oratore cerca di ripetere certe espressioni esattamente come compaiono in un testo stampato. Di solito non si parla come si scrive. È vero che quando si prepara un discorso generalmente si fanno ricerche nelle pubblicazioni stampate. Forse il discorso stesso è basato su uno schema stampato. Ma se si esprimono i pensieri esattamente come sono formulati nel testo stampato o si leggono direttamente dallo schema durante il discorso, è difficile esprimersi in tono di conversazione. Per mantenere lo stile della conversazione, esprimetevi con parole vostre ed evitate le frasi elaborate. Per usare nel ministero un tono di conversazione appropriato, si deve prendere l’abitudine di parlare bene ogni giorno. Questo non significa che bisogna essere persone molto istruite. Ma nel parlare è bene coltivare abitudini che inducano gli altri ad ascoltare con rispetto ciò che si dice. Tenendo presente questo, considerate se nelle vostre conversazioni quotidiane dovete prestare attenzione ai seguenti punti. (1) Evitate espressioni grammaticalmente scorrette o che vi farebbero identificare con persone la cui vita è in contrasto con le norme di Dio. In armonia con il consiglio di Colossesi 3:8, non usate un linguaggio rozzo o volgare. Non c’è nulla di male invece a usare un linguaggio colloquiale, che, essendo d’uso comune, contiene espressioni informali ma che rispettano le convenzioni. (2) Evitate di ripetere sempre le stesse parole e frasi per esprimere pensieri diversi. Imparate a usare parole che esprimano con chiarezza ciò che volete dire. (3) Evitate di tornare inutilmente indietro: prima riordinate le idee e poi iniziate a parlare. (4) Evitate di oscurare pensieri interessanti con una miriade di parole. Prendete l’abitudine di esprimere con una frase semplice e chiara il punto che bisogna ricordare. (5) Parlate in maniera rispettosa. *** be studio 30 p. 186 par. 2 - p. 187 par. 4 Interesse per gli altri *** Considerate il punto di vista di chi vi ascolta. L’apostolo Paolo tenne conto dell’ambiente culturale e della mentalità dei suoi ascoltatori. Disse: “Ai giudei divenni come un giudeo, per guadagnare i giudei; a quelli sotto la legge divenni come sotto la legge, benché io stesso non sia sotto la legge, per guadagnare quelli che sono sotto la legge. A quelli senza legge divenni come senza legge, benché io non sia senza legge verso Dio, ma sotto la legge verso Cristo, per guadagnare quelli senza legge. Ai deboli divenni debole, per guadagnare i deboli. Son divenuto ogni cosa a persone di ogni sorta, per salvare a tutti i costi alcuni. Ma faccio tutto per amore della buona notizia, per divenirne partecipe con altri”. (1 Cor. 9:20-23) Come possiamo oggi ‘divenire ogni cosa a persone di ogni sorta’? ce ne sono, avete trovato un modo efficace per dare loro testimonianza? Dato che è volontà di Dio che “ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all’accurata conoscenza della verità”, prefiggetevi di presentare il messaggio del Regno in modo attraente a tutti quelli che incontrate. — 1 Tim. 2:4. Ascoltate attentamente. Geova, pur essendo onnisciente, ascolta gli altri. In una visione il profeta Micaia vide Geova che incoraggiava gli angeli a esprimersi su come pensavano di risolvere una certa questione. Poi Dio concesse a uno di loro di mettere in atto il suggerimento che aveva dato. (1 Re 22:19-22) Quando Abraamo si disse preoccupato per il giudizio che doveva essere eseguito su Sodoma, Geova lo ascoltò benignamente. (Gen. 18:23-33) Nel nostro ministero, come possiamo imitare la disponibilità di Geova ad ascoltare? Incoraggiate gli altri a esprimersi. Fate una domanda appropriata e poi una pausa abbastanza lunga da permettere loro di rispondere. Ascoltate veramente. Vedendo che seguite con attenzione ciò che dicono, saranno incoraggiati a esprimersi liberamente. Se dalla risposta si capisce quali sono i loro interessi, chiedete con tatto maggiori informazioni. Senza fare loro un interrogatorio di terzo grado, cercate di conoscerli meglio. Lodateli per i pensieri che esprimono, se potete farlo con sincerità. Anche se non siete d’accordo con il loro punto di vista, prendetene atto garbatamente. — Col. 4:6. Se prima di parlare con una persona avete la possibilità di osservarla, anche per breve tempo, potreste notare qualcosa che rivela quali sono i suoi interessi o la sua situazione. Ciò che avete notato vi dice qualcosa sul lavoro che fa, sulle sue convinzioni religiose o sulla sua situazione familiare? In base a ciò che avete osservato, potreste modificare la vostra presentazione per renderla più adatta a quella persona? Dobbiamo però fare attenzione che il nostro interesse per le persone non sconfini nell’indiscrezione. Il fatto di interessarci degli altri non ci autorizza a mettere il naso nella loro vita privata. (1 Piet. 4:15) Se parliamo con una persona dell’altro sesso, dobbiamo stare attenti che non fraintenda il nostro interesse e la nostra cortesia. Dato che le opinioni su ciò che costituisce un interesse appropriato possono cambiare da paese a paese, come pure da una persona all’altra, usate giudizio. — Luca 6:31. Per rendere più attraente la vostra presentazione dovete pensare in anticipo alle persone del vostro territorio. In certe zone occorre tener conto anche degli immigrati stranieri. Se nel vostro territorio La preparazione aiuta a essere buoni ascoltatori. Se abbiamo chiaro in mente quello che vogliamo dire, saremo rilassati e presteremo attenzione spontaneamente. Questo metterà gli altri a loro agio, e quindi saranno più inclini a conversare con noi. cose e vi fornirà ulteriori indicazioni di cui tener conto per dargli testimonianza. Ascoltando gli altri, mostriamo loro onore. (Rom. 12:10) Dimostriamo riguardo per i loro pensieri e sentimenti. Ciò può indurli a prestare più attenzione a quello che abbiamo da dire. Giustamente, quindi, la Parola di Dio ci consiglia di essere ‘pronti a udire, lenti a parlare’. — Giac. 1:19. Man mano che la conversazione procede, menzionate qualche punto tratto dalla Bibbia o dalle pubblicazioni bibliche che ha attinenza con l’argomento. Ma non dominate la conversazione. (Eccl. 3:7) Fate esprimere il padrone di casa, se lo desidera. Ascoltate con interesse il suo punto di vista e le sue opinioni. Avrete così le informazioni che vi occorrono per usare tatto. *** be studio 33 p. 197 par. 4 - p. 199 par. 4 Tatto e fermezza *** Tatto nel dare testimonianza. Sono molte le situazioni in cui parliamo ad altri della nostra fede. Ovviamente lo facciamo quando partecipiamo al ministero di campo, ma cerchiamo anche occasioni appropriate per parlarne con parenti, colleghi di lavoro e compagni di scuola. In tutte queste situazioni dobbiamo usare tatto. Se presentiamo il messaggio del Regno come se volessimo fare loro la predica, le persone potrebbero aversene a male. Se non hanno chiesto il nostro aiuto e magari pensano di non averne bisogno, potrebbero offendersi qualora dessimo l’impressione di volerle correggere. Come possiamo evitare di dare un’impressione errata? Sarà utile imparare l’arte di conversare in maniera amichevole. Cercate di iniziare la conversazione menzionando un argomento che può interessare alla persona. Nel caso di un parente, un collega o un compagno di scuola, forse sapete già quali sono i suoi interessi. Se è una persona che non conoscete, potreste menzionare qualche notizia che avete sentito alla radio o al telegiornale o che avete letto sul giornale. Di solito sono queste le cose che le persone hanno in mente. Quando andate di casa in casa, siate buoni osservatori. Addobbi e decorazioni, giocattoli in giardino, oggetti religiosi, adesivi sull’auto parcheggiata nel vialetto, ecc., possono fornirvi ulteriori indicazioni sugli interessi del padrone di casa. Quando questi viene alla porta, ascoltatelo mentre si esprime. Ciò che dice confermerà o smentirà le vostre deduzioni su quelli che possono essere i suoi interessi e il suo modo di vedere le Prima di dire qualcosa, pensate a come verrà recepito dall’altra persona. Proverbi 12:8 loda la ‘discrezione della bocca’. L’espressione ebraica usata in questo versetto ha a che fare con qualità come la perspicacia e la prudenza. Perciò la discrezione implica il mostrare cautela nel parlare dopo aver valutato bene la cosa, in modo da agire saggiamente. Il versetto 18 dello stesso capitolo di Proverbi mette in guardia contro il ‘parlare sconsideratamente come con i colpi di una spada’. Si può sostenere la verità biblica senza offendere. Usando discernimento nella scelta delle parole si eviterà di creare inutili barriere. Se la parola “Bibbia” suscita pregiudizi nella gente del posto, potreste usare espressioni come “scritti sacri” o “un libro che oggi è pubblicato in più di 2.000 lingue”. Se menzionate la Bibbia, potreste chiedere all’interlocutore cosa ne pensa e poi tenerne conto nel resto della conversazione. Spesso usare tatto significa trovare il momento giusto per dire le cose. (Prov. 25:11) Forse non siete d’accordo con tutto quello che dice il vostro interlocutore, ma non c’è bisogno di eccepire su ogni pensiero non scritturale che esprime. Non cercate di dirgli tutto in una volta. Gesù disse ai discepoli: “Ho ancora molte cose da dirvi, ma non siete in grado di sostenerle al presente”. — Giov. 16:12. Quando è possibile, lodate sinceramente quelli a cui parlate. Anche quando il padrone di casa è polemico, potreste ugualmente lodarlo perché ha delle convinzioni. L’apostolo Paolo fece così con i filosofi nell’Areopago di Atene. Essi “si misero a conversare con lui in tono polemico”. Come poteva presentare il suo argomento senza offenderli? In precedenza aveva osservato i numerosi altari che gli ateniesi avevano eretto ai loro dèi. Invece di condannarli per quell’adorazione idolatrica, li lodò con tatto per la loro religiosità: “Vedo che in ogni cosa voi sembrate dediti al timore delle divinità più di altri”. Questo gli permise di presentare il messaggio riguardante il vero Dio. Come risultato, alcuni divennero credenti. — Atti 17:18, 22, 34. Quando vi vengono fatte delle obiezioni, non agitatevi. Mantenete la calma. Consideratele opportunità per comprendere meglio cosa pensa il vostro interlocutore. Potreste ringraziarlo per avere espresso quello che pensa. Che fare se dicesse bruscamente: “Ho la mia religione”? Potreste chiedere con tatto: “Nella sua vita è sempre stato una persona religiosa?” Dopo aver udito la risposta, aggiungete: “Pensa che il genere umano sarà mai unito sotto una sola religione?” Questo potrebbe consentirvi di proseguire la conversazione. Avere la giusta opinione di noi stessi ci aiuta a usare tatto. Siamo fermamente convinti della giustezza delle vie di Geova e della veracità della sua Parola. Parliamo con convinzione di queste cose, ma non abbiamo motivo di considerarci più bravi degli altri. (Eccl. 7:15, 16) Siamo grati di conoscere la verità e di avere la benedizione di Geova, ma sappiamo bene che abbiamo la sua approvazione grazie alla sua immeritata benignità e alla nostra fede in Cristo, non per la nostra giustizia. (Efes. 2:8, 9) Riconosciamo il bisogno di ‘continuare a provare se siamo nella fede, di continuare a provare ciò che noi stessi siamo’. (2 Cor. 13:5) Perciò quando parliamo ad altri della necessità di conformarsi alle norme di Dio, applichiamo umilmente i consigli biblici anche a noi stessi. Non spetta a noi giudicare il prossimo. Geova “ha affidato tutto il giudizio al Figlio” ed è quindi dinanzi a lui che risponderemo del nostro operato. — Giov. 5:22; 2 Cor. 5:10 *** be studio 34 p. 202 par. 3 - p. 203 par. 2 Edificanti e positivi *** Limitate il materiale negativo. Ovviamente la vita ha i suoi aspetti negativi. Non possiamo chiudere gli occhi alla realtà. Per iniziare la conversazione, potreste accennare a un problema che preoccupa le persone del vostro territorio e trattarlo brevemente. Ma di solito non è profittevole soffermarsi a lungo sui problemi. Le persone sentono in continuazione cattive notizie, per cui se parliamo di cose spiacevoli potrebbero chiudere la porta o gli orecchi. Già nella parte iniziale della conversazione cercate di portare il discorso sulle ristoratrici verità della Parola di Dio. (Riv. 22:17) Così, anche se la persona non vuole continuare la conversazione, avrà comunque qualcosa di edificante a cui pensare. Può darsi che questo la renda più disposta ad ascoltarci in un’altra occasione. In modo analogo, se dovete pronunciare un discorso, non subissate l’uditorio di informazioni negative solo perché ce ne sono in abbondanza. Se l’oratore si sofferma troppo sul fallimento dei governanti umani, sulla criminalità e sulla violenza o sulla scioccante diffusione dell’immoralità, l’effetto può essere deprimente. Menzionate gli aspetti negativi di un argomento solo se servono a uno scopo utile. Usare tale materiale in piccola quantità può aiutarvi a mettere in luce che il vostro discorso è adatto ai tempi. Può anche identificare le cause principali che contribuiscono a creare una certa situazione e quindi a dimostrare perché la soluzione offerta dalla Bibbia è pratica. Quando è possibile, siate specifici senza dilungarvi nella descrizione del problema. Di solito non è possibile né pratico eliminare da un discorso tutti gli aspetti negativi. Il segreto sta nel presentare un insieme di elementi positivi e negativi in modo che nel complesso l’effetto sia positivo. A tal fine dovete stabilire cosa includere, cosa tralasciare e cosa mettere in risalto. Nel Sermone del Monte, Gesù avvertì gli ascoltatori di non imitare gli atteggiamenti egoistici degli scribi e dei farisei e citò alcuni esempi per illustrare il punto. (Matt. 6:1, 2, 5, 16) Tuttavia, invece di soffermarsi sugli esempi negativi di quei capi religiosi, pose l’accento sulla necessità di comprendere le vere vie di Dio e di vivere in armonia con esse. (Matt. 6:3, 4, 6-15, 1734) L’effetto fu molto positivo. *** be studio 38 p. 217 parr. 1-4 Introduzione che suscita interesse *** Anche nel servizio di campo avete bisogno di catturare l’attenzione delle persone. Se non vi attendeva, il padrone di casa potrebbe essere impegnato in altre faccende. In certe parti del mondo ci si aspetta che i visitatori inattesi vadano subito al dunque. Altrove le usanze impongono il rispetto di certe formalità prima di poter spiegare la ragione della visita. — Luca 10:5. In ciascun caso, la cordialità sincera può contribuire a creare un’atmosfera favorevole alla conversazione. Spesso è utile cominciare con qualcosa che l’interlocutore ha già in mente. Come si fa a saperlo? Ebbene, quando vi siete avvicinati, la persona stava svolgendo qualche attività? Forse faceva lavori agricoli o di giardinaggio, riparava l’auto, cucinava, lavava i panni o accudiva i figli. Leggeva il giornale o seguiva qualcosa che stava avvenendo per strada? Ciò che vedete vi fa pensare che abbia un interesse particolare per la pesca, lo sport, i viaggi, il computer o altro? Spesso le persone sono interessate a ciò che hanno sentito di recente per radio o alla televisione. Una domanda o una breve osservazione su una notizia del genere può sfociare in una piacevole conversazione. Un ottimo esempio di come iniziare una conversazione per dare testimonianza è quello di Gesù che parla con la samaritana presso un pozzo nelle vicinanze di Sichar. — Giov. 4:5-26. Dovete preparare bene l’introduzione, specialmente se il territorio della vostra congregazione è percorso spesso. Altrimenti potreste non riuscire a dare testimonianza. *** be studio 44 p. 236 parr. 2-5 Uso di domande *** Per incoraggiare la conversazione. Quando svolgete il ministero di campo, siate desti a cogliere le opportunità per invitare le persone a esprimersi, se lo desiderano. Molti Testimoni iniziano conversazioni interessanti facendo questa semplice domanda: “Si è mai chiesto . . . ?” Se si scelgono domande su argomenti che interessano veramente alle persone, quasi certamente il ministero di campo risulterà piacevole. Anche se per l’interlocutore la domanda è nuova, può destare la sua curiosità. Ci sono vari argomenti che si possono introdurre con domande come: “Cosa pensa di . . . ?”, “Secondo lei, . . . ?”, “Crede che . . . ?” Rivolgendosi a un funzionario di corte etiope che stava leggendo ad alta voce la profezia di Isaia, l’evangelizzatore Filippo gli chiese soltanto: “Capisci effettivamente quello che leggi?” (Atti 8:30) Quella domanda gli diede la possibilità di spiegare all’etiope certe verità inerenti a Gesù Cristo. Usando una domanda simile, alcuni Testimoni odierni hanno trovato persone veramente assetate di verità e desiderose di comprendere meglio la Bibbia. Se date alle persone l’opportunità di esprimere la loro opinione, molte saranno più inclini ad ascoltarvi. Dopo aver posto una domanda, ascoltate con attenzione. Siate gentili, non critici: dite alla persona che avete apprezzato la sua risposta. Lodatela quando potete farlo sinceramente. Una volta Gesù, dopo che uno scriba “aveva risposto in modo intelligente”, lo lodò dicendo: “Non sei lontano dal regno di Dio”. (Mar. 12:34) Anche se non condividete il punto di vista dell’interlocutore, potete comunque ringraziarlo di essersi espresso. Ciò che ha detto può farvi capire qualcosa di cui è opportuno tener conto nel parlargli della verità biblica.