Conversando con le
persone
Adunanze per il Servizio di Campo
*** km 10/90 p. 8 Presentazione della
buona notizia: Conversando con le
persone ***
1
Secondo
un
dizionario,
la
conversazione è uno “scambio orale di
sentimenti, osservazioni, opinioni o idee”.
Ma come si può iniziare una conversazione
biblica con persone che forse hanno idee
religiose opposte o sono occupate in
qualcos’altro?
Per
coinvolgere
gli
ascoltatori Gesù poneva loro delle
domande. — Giov. 4:9-15, 41, 42.
2
Dovremmo pregare fervidamente Dio
perché ci aiuti a trovare persone sincere e
ci dia la possibilità di conversare con loro. È
più
facile
dare
testimonianza
se
consideriamo ciascun padrone di casa
come un potenziale servitore di Geova.
Questo atteggiamento mentale ci aiuterà a
trasmettere la verità in una maniera
cordiale e sincera che attirerà gli
interessati.
USATE CIÒ CHE AVETE
3
Il libro Ragioniamo, alle pagine 9-15,
contiene molte introduzioni eccellenti, la
maggioranza delle quali si basa sull’efficace
uso di domande. Quando l’interlocutore
risponde a una domanda, ascoltate
rispettosamente e quindi esprimetevi in
modo che egli capisca che tenete conto di
ciò che ha detto. — Col. 4:6.
4
Naturalmente, quando rivolgete una
domanda, non sapete come risponderà il
padrone di casa. Siate pronti ad adattare la
vostra presentazione di conseguenza.
Cercate di portare avanti la conversazione
presentando altre informazioni bibliche che
hanno attinenza con le cose che gli
interessano
e
rivolgendogli
ulteriori
domande appropriate.
PREPARATEVI IN ANTICIPO
5
Forse conoscete già il modo di
pensare della maggioranza delle persone
del vostro territorio. In tal caso, scegliete
nel libro Ragioniamo quelle introduzioni che
saranno più efficaci in quel particolare
territorio. Può darsi che basti adattare una
di queste introduzioni all’argomento di
conversazione in corso. Iniziate la
conversazione con cose che ritenete
interessino al padrone di casa, esponendo
brevemente un problema e quindi
presentando la soluzione della Bibbia.
Quando la persona fa un’osservazione,
commentate positivamente, non in tono
critico, ciò che ha detto. Vedendo che vi
interessate di conoscere i suoi pensieri e
sentimenti, la persona dovrebbe sentirsi
incoraggiata a continuare la conversazione
con voi. Cercate di trovare punti di accordo
e metteteli in evidenza. Mantenete la
conversazione su un tono positivo dando
risalto alle benedizioni del Regno come la
soluzione che la Bibbia addita per i
problemi dell’uomo.
6
Considerate le opinioni diverse come
elementi
utili
per
proseguire
la
conversazione. Se la persona è disposta a
ragionare, potreste chiederle: “Ha mai
considerato la cosa da questo punto di
vista?” Mostrate quindi cosa dice la Parola
di Dio sull’argomento. Se vedete che la
persona è irragionevole, non insistete
perché accetti ciò che avete detto.
Piuttosto, concludete con un commento
amichevole, lasciando la strada aperta per
un’altra opportunità di presentarle la buona
notizia. — Prov. 12:8, 18.
7
Alcuni sono più disposti a conversare
quando li si incontra in circostanze
informali.
Non
esitate
a
iniziare
conversazioni con persone che incontrate
per strada o che stanno lavorando o si
stanno rilassando nel giardino di casa loro.
Potrebbero essere compiaciute del sincero
interesse che mostrate per ciò che stanno
facendo, e voi potreste portare la
conversazione sulla promessa biblica che
la terra diventerà presto un paradiso.
Quando iniziate una conversazione, cercate
di renderla piacevole per il vostro
interlocutore. Per quanto dipende da voi,
lasciate la persona con un’opinione più
favorevole verso Dio, la sua Parola e i suoi
servitori. Così facendo, anche se
inizialmente non riuscite a toccare il suo
cuore, forse la persona sarà più sensibile al
messaggio la prossima volta che un
Testimone le farà visita.
*** be p. 62 - p. 64 Come migliorare la
capacità di conversare ***
Conversare con un estraneo
Molti esitano a parlare con persone
che non conoscono, ma i testimoni di
Geova, per amore verso Dio e verso il
prossimo, si sforzano sinceramente di
imparare a conversare per trasmettere le
verità bibliche ad altri. Cosa può aiutarvi a
migliorare sotto questo aspetto?
Il principio enunciato in Filippesi 2:4 è
molto utile. Ci incoraggia a guardare ‘con
interesse personale non solo alle cose
nostre, ma anche con interesse personale a
quelle degli altri’. Vedete la cosa in questo
modo: se non avete mai incontrato prima
una persona, essa vi considera un
estraneo. Come potete metterla a suo
agio? Per esempio con un bel sorriso e un
saluto amichevole. Ma c’è dell’altro.
Forse era assorta nei suoi pensieri e
voi l’avete interrotta. Se cercate di
convincerla a parlare di ciò che avete nella
vostra mente, senza tener conto di ciò che
ha nella sua, reagirà in modo positivo?
Cosa fece Gesù quando incontrò una
donna presso un pozzo in Samaria? Lei
stava pensando ad attingere l’acqua. Gesù
iniziò la conversazione traendo spunto
proprio da questo, e la trasformò subito in
un’animata trattazione spirituale. — Giov.
4:7-26.
Se siete buoni osservatori, forse anche
voi potete discernere cosa stanno
pensando gli altri. La persona sembra felice
o triste? È anziana, forse inferma?
Qualcosa fa pensare che in casa ci sono
dei bambini? La persona dà l’impressione
di essere benestante o di pochi mezzi?
Certi oggetti nella casa o i monili che ha
indosso indicano la sua appartenenza
religiosa? Se le vostre frasi iniziali rivelano
che siete consapevoli di questi aspetti, la
persona potrebbe pensare che avete degli
interessi in comune.
Se non riuscite a vedere in faccia il
padrone di casa, ma forse ne udite solo la
voce attraverso la porta chiusa, cosa
potreste dedurre? Forse ha timore. Perché
non prendete lo spunto da questo per
iniziare la conversazione attraverso la
porta?
In certi luoghi è possibile intavolare
una conversazione dicendo alla persona
qualcosa di noi stessi: di dove siamo,
perché ci troviamo alla sua porta, perché
crediamo in Dio, perché abbiamo
cominciato a studiare la Bibbia e in che
modo essa ci ha aiutato. (Atti 26:4-23)
Naturalmente ciò va fatto con discrezione e
con un obiettivo ben preciso. Allora la
persona sarà forse disposta a dirci
qualcosa di sé e di quello che pensa.
In certe culture è consuetudine
mostrare ospitalità agli estranei. La gente
può invitarvi subito a entrare e ad
accomodarvi. Una volta seduti, se vi
informate gentilmente sulla salute della
famiglia e ascoltate sinceramente la
risposta, anche il padrone di casa potrebbe
mostrarsi attento a ciò che avete da dire.
Altre popolazioni mostrano ancora più
interesse per i visitatori, per cui i
convenevoli possono andare per le lunghe.
Durante questi preliminari forse il padrone
di casa si renderà conto di avere delle cose
in comune con voi. Da questo può nascere
una conversazione spiritualmente proficua.
Che dire se nella zona ci sono molte
persone di lingua straniera? Come potete
comunicare con loro? Se imparate anche
solo qualche frase di saluto in alcune di
queste lingue, le persone capiranno che vi
interessate di loro. Questo può portare a
ulteriori contatti.
Come portare avanti la conversazione
Per tenere viva la conversazione,
interessatevi di ciò che pensa il vostro
interlocutore. Incoraggiatelo a esprimersi,
se lo desidera. Può essere utile fare
domande appropriate. Le migliori sono
quelle volte a conoscere il punto di vista
della persona, perché di solito in questi casi
la risposta non si limita a un sì o a un no.
Per esempio, dopo aver menzionato un
problema di interesse locale, potreste
chiedere: “Secondo lei cosa ha portato a
questa situazione?” o: “Quale pensa che
sia il rimedio?”
Quando fate una domanda, ascoltate
attentamente la risposta. Mostrate sincero
interesse con una parola, un cenno del
capo, un gesto. Non interrompete.
Considerate con mente aperta ciò che
viene detto. ‘Siate pronti a udire, lenti a
parlare’. (Giac. 1:19) Quando rispondete,
dimostrate di aver ascoltato veramente ciò
che la persona ha detto.
Tenete presente, però, che non tutti
risponderanno alle vostre domande. In certi
casi l’unica risposta sarà un’espressione di
stupore o un sorriso. Altri forse diranno solo
sì o no. Non mostrate disappunto. Siate
pazienti. Non cercate di costringere la
persona a parlare. Se è disposta ad
ascoltare, approfittatene per menzionare
pensieri scritturali edificanti. Col tempo la
persona potrebbe considerarvi un amico.
Allora forse sarà più disposta a dire come la
pensa.
Mentre parlate, preparate il terreno per
la volta successiva. Se la persona fa delle
domande, rispondete ad alcune di esse, ma
lasciatene una o due per quando tornerete.
Dite che farete ricerche e che le mostrerete
ciò che avrete trovato. Se non fa domande,
potreste concludere la conversazione
ponendo voi una domanda che potrebbe
interessarle. Dite che vi piacerebbe
parlarne alla visita successiva. Potete
trovare molte idee nel libro Ragioniamo
facendo uso delle Scritture, nell’opuscolo
Cosa richiede Dio da noi? e in numeri
recenti della Torre di Guardia e di
Svegliatevi!
*** be studio 5 p. 100 parr. 1-4 Pause ***
Le conversazioni di ogni giorno sono
comunicazioni a due sensi. Le persone
sono più inclini ad ascoltarvi se voi
ascoltate loro e mostrate interesse per ciò
che dicono. Questo richiede che facciate
pause abbastanza lunghe da permettere
loro di esprimersi.
Nel
ministero
di
campo
la
testimonianza spesso è più efficace quando
si svolge sotto forma di conversazione.
Dopo uno scambio di saluti, molti Testimoni
trovano utile menzionare l’argomento e
porre una domanda. Fanno una pausa per
dare all’interlocutore l’opportunità di
rispondere e poi fanno capire di aver
seguito ciò che ha detto. In genere durante
la conversazione danno alla persona varie
opportunità
di
fare
commenti.
Comprendono che di solito si può aiutare
meglio qualcuno se si sa cosa pensa
dell’argomento in questione. — Prov. 20:5.
Naturalmente non tutti reagiranno
favorevolmente. Ma questo non impedì a
Gesù di fermarsi abbastanza a lungo da
dare anche agli oppositori l’opportunità di
esprimersi. (Mar. 3:1-5) Dando all’altra
persona l’opportunità di parlare la si
incoraggia a pensare e, di conseguenza,
può esternare ciò che ha nel cuore. Uno
degli scopi del nostro ministero è infatti
quello di toccare il cuore delle persone,
presentando loro questioni di vitale
importanza esposte nella Parola di Dio sulle
quali devono prendere una decisione. —
Ebr. 4:12.
Fare pause appropriate nel ministero è
veramente un’arte. Quando se ne fa buon
uso, i pensieri vengono trasmessi in modo
più chiaro e spesso si ricordano più a
lungo.
*** be studio 13 p. 124 par. 4 - p. 125 par.
3 Contatto visivo ***
Suggerimenti per il ministero di
campo. Quando partecipate al ministero di
campo, siate amichevoli e calorosi. Se è il
caso, per iniziare una conversazione su un
argomento di comune interesse fate
domande che inducono a riflettere. Cercate
quindi di stabilire un contatto visivo, o
almeno di guardare in viso la persona in
maniera rispettosa e gentile. Un sorriso
cordiale e un’espressione gioiosa negli
occhi sono molto efficaci. Possono
trasmettere all’interlocutore molte cose sul
tipo di persona che siete e farlo sentire più
a suo agio mentre conversate.
Osservare l’espressione che c’è negli
occhi
dell’interlocutore,
quando
è
appropriato farlo, può fornirvi indicazioni su
come affrontare una certa situazione.
Potreste capire se è adirato, se non è
realmente interessato o se non vi
comprende. Di solito riuscirete a capire se
sta per spazientirsi. Noterete anche se è
veramente interessato. L’espressione degli
occhi può farvi capire che è meglio
modificare
l’andatura,
cercare
di
coinvolgerlo di più nella conversazione,
porre fine alla discussione o magari
dimostrare come si tiene uno studio biblico.
Sia che partecipiate alla testimonianza
pubblica o che conduciate uno studio
biblico a domicilio, cercate di mantenere
rispettosamente il contatto visivo con
l’interlocutore. Non fissatelo in modo da
metterlo in imbarazzo. (2 Re 8:11) Tuttavia,
in maniera naturale e amichevole
guardatelo spesso in faccia. In molti paesi
questo è considerato un segno di sincero
interesse. Ovviamente, quando leggete un
brano della Bibbia o di un’altra
pubblicazione, i vostri occhi saranno rivolti
alla pagina stampata. Ma per mettere in
evidenza un punto, potreste guardare
direttamente la persona, anche solo per un
istante. Se ogni tanto alzate gli occhi,
questo vi permetterà pure di osservare
come reagisce a ciò che state leggendo.
Se in un primo tempo la timidezza vi
rende difficile mantenere il contatto visivo,
non arrendetevi. Con la pratica, vi verrà
naturale guardare la persona negli occhi e
ciò migliorerà la vostra capacità di
comunicare.
*** be studio 23 p. 158 par. 5 - p. 159 par.
3 Valore pratico messo in risalto ***
Aiutate altri a capire il valore pratico
del messaggio. Nel dare testimonianza,
non mancate di porre l’accento sul valore
pratico della buona notizia. A tal fine dovete
considerare a cosa è rivolta la mente delle
persone del territorio. Come potete
saperlo? Ascoltate le notizie del giornale
radio o del telegiornale. Osservate la prima
pagina dei giornali. Cercate inoltre di far
partecipare le persone alla conversazione e
ascoltatele quando si esprimono. Forse
noterete che sono alle prese con pressanti
problemi quali disoccupazione, affitto da
pagare, malattie, perdita di un familiare,
criminalità, ingiustizie, crisi coniugale, figli
indisciplinati, e via dicendo. La Bibbia può
aiutarle? Senz’altro!
Quando iniziate una conversazione,
probabilmente avete in mente un
argomento. Se però vi accorgete che alla
persona sta a cuore qualcos’altro, non
esitate a cambiare argomento, se possibile,
o a dire che farete ricerche e tornerete con
qualche informazione utile. Ovviamente non
vogliamo ‘intrometterci in ciò che non ci
riguarda’, ma siamo lieti di far conoscere ad
altri i pratici consigli della Bibbia. (2 Tess.
3:11) Logicamente le persone sono più
colpite dai consigli biblici che influiscono
sulla loro vita.
Se le persone non capiscono in che
modo il nostro messaggio le tocca
personalmente, è facile che tronchino
subito la conversazione. Anche quando ci
lasciano parlare, se non spieghiamo loro il
valore pratico di ciò che diciamo, il nostro
messaggio potrebbe influire ben poco sulla
loro vita. Viceversa, se rendiamo chiaro il
valore
pratico
del
messaggio,
la
conversazione potrebbe segnare una svolta
nella loro vita.
Quando tenete studi biblici, continuate
a dare risalto all’applicazione pratica. (Prov.
4:7) Aiutate gli studenti a capire i consigli, i
princìpi e gli esempi scritturali che indicano
come camminare nelle vie di Geova.
Evidenziate
i
benefìci
derivanti
dall’applicarli. (Isa. 48:17, 18) Questo li
spronerà a fare i cambiamenti necessari
nella loro vita. Edificate in loro l’amore per
Geova e il desiderio di piacergli, e lasciate
che sia il loro cuore a spingerli ad applicare
i consigli della Parola di Dio.
*** be studio 25 p. 167 par. 3 - p. 168 par.
1 Uso dello schema ***
Vi accingete a partecipare al servizio
di campo? Oltre a preparare la borsa del
servizio, prendetevi anche il tempo per
riordinare le idee. Se decidete di usare una
delle presentazioni suggerite nel Ministero
del Regno, leggetela diverse volte per
imprimervi bene le idee nella mente.
Riassumetela in una o due brevi frasi.
Adattate le parole alla vostra personalità e
al tipo di territorio. Troverete utile farvi uno
schema mentale. Cosa potrebbe includere?
(1) Come introduzione, potreste dire
qualcosa che interessa a molte persone
della zona. Invitate il padrone di casa a
esprimersi. (2) Pensate a qualcosa di
specifico da dire sull’argomento, comprese
una o due scritture indicanti ciò che Dio ha
promesso di fare per recare sollievo. Se è
possibile, mettete in risalto che Geova farà
questo mediante il suo Regno, il suo
governo
celeste.
(3) Incoraggiate
la
persona a fare qualcosa in merito a ciò che
avete trattato. Potreste offrirle delle
pubblicazioni e/o uno studio biblico, e
prendere accordi precisi per continuare la
conversazione.
Per una presentazione del genere
probabilmente sarà più che sufficiente farsi
uno schema mentale. Se volete dare
un’occhiata a uno schema scritto prima di
fare la prima visita, probabilmente tale
schema consisterà solo in poche parole da
usare come introduzione, una o due
scritture e un appunto di ciò che volete dire
nella conclusione. Preparando e usando
uno schema del genere eviteremo inutili giri
di parole e saremo in grado di lasciare un
messaggio chiaro e facile da ricordare.
Se c’è una domanda o un’obiezione
che ricorre spesso nel territorio, potrebbe
essere utile fare ricerche in merito. Di solito
basteranno due o tre punti basilari con
alcune scritture a sostegno. “Argomenti
Biblici di Conversazione” o i sottotitoli in
neretto del libro Ragioniamo facendo uso
delle Scritture possono costituire proprio lo
schema che cercate. Potreste trovare una
citazione adatta in qualche altra fonte.
Preparate un breve schema scritto, allegate
la fotocopia della citazione e tenete il tutto
insieme al materiale che usate nel servizio
di campo. Quando un padrone di casa fa
quella domanda o obiezione, ditegli che
siete lieti di potergli spiegare le ragioni di
ciò che credete. (1 Piet. 3:15) Servitevi
dello schema per rispondere.
*** be studio 28 p. 179 - p. 180 Stile di
conversazione ***
DI SOLITO quando conversano con gli
amici le persone sono rilassate. Si
esprimono in maniera spontanea. C’è chi
parla animatamente e chi è più riservato.
Nondimeno la naturalezza con cui ciascuno
si esprime è piacevole.
Quando ci si rivolge a un estraneo,
però, non è appropriato parlare in maniera
troppo familiare o informale. Presso certe
culture la conversazione con gli estranei
inizia sempre in maniera molto formale.
Tuttavia, dopo aver manifestato il dovuto
rispetto,
conviene
passare
con
discernimento a un linguaggio meno
formale e a uno stile più conversazionale.
Anche quando si parla dal podio
bisogna stare attenti. Se si parla in maniera
troppo informale si può sminuire la dignità
di un’adunanza cristiana e la serietà di ciò
che si dice. In alcune lingue occorre usare
determinate espressioni quando ci si rivolge
a una persona anziana, a un insegnante, a
un funzionario o a un genitore. (Si notino le
espressioni usate in Atti 7:2 e 13:16).
Parlando al proprio coniuge o a un caro
amico si usano espressioni diverse. Il
nostro modo di parlare sul podio, sebbene
non eccessivamente formale, dovrebbe
essere rispettoso.
Ci sono comunque dei fattori che
possono rendere la dizione inutilmente
rigida o formale. Uno è la struttura delle
frasi. Il problema sorge quando un oratore
cerca di ripetere certe espressioni
esattamente come compaiono in un testo
stampato. Di solito non si parla come si
scrive. È vero che quando si prepara un
discorso generalmente si fanno ricerche
nelle pubblicazioni stampate. Forse il
discorso stesso è basato su uno schema
stampato. Ma se si esprimono i pensieri
esattamente come sono formulati nel testo
stampato o si leggono direttamente dallo
schema durante il discorso, è difficile
esprimersi in tono di conversazione. Per
mantenere lo stile della conversazione,
esprimetevi con parole vostre ed evitate le
frasi elaborate.
Per usare nel ministero un tono di
conversazione
appropriato,
si
deve
prendere l’abitudine di parlare bene ogni
giorno. Questo non significa che bisogna
essere persone molto istruite. Ma nel
parlare è bene coltivare abitudini che
inducano gli altri ad ascoltare con rispetto
ciò che si dice. Tenendo presente questo,
considerate se nelle vostre conversazioni
quotidiane dovete prestare attenzione ai
seguenti punti.
(1) Evitate
espressioni
grammaticalmente scorrette o che vi
farebbero identificare con persone la cui
vita è in contrasto con le norme di Dio. In
armonia con il consiglio di Colossesi 3:8,
non usate un linguaggio rozzo o volgare.
Non c’è nulla di male invece a usare un
linguaggio colloquiale, che, essendo d’uso
comune, contiene espressioni informali ma
che rispettano le convenzioni.
(2) Evitate di ripetere sempre le stesse
parole e frasi per esprimere pensieri diversi.
Imparate a usare parole che esprimano con
chiarezza ciò che volete dire.
(3) Evitate di tornare inutilmente
indietro: prima riordinate le idee e poi
iniziate a parlare.
(4) Evitate
di
oscurare
pensieri
interessanti con una miriade di parole.
Prendete l’abitudine di esprimere con una
frase semplice e chiara il punto che bisogna
ricordare.
(5) Parlate in maniera rispettosa.
*** be studio 30 p. 186 par. 2 - p. 187 par.
4 Interesse per gli altri ***
Considerate il punto di vista di chi
vi ascolta. L’apostolo Paolo tenne conto
dell’ambiente culturale e della mentalità dei
suoi ascoltatori. Disse: “Ai giudei divenni
come un giudeo, per guadagnare i giudei; a
quelli sotto la legge divenni come sotto la
legge, benché io stesso non sia sotto la
legge, per guadagnare quelli che sono sotto
la legge. A quelli senza legge divenni come
senza legge, benché io non sia senza legge
verso Dio, ma sotto la legge verso Cristo,
per guadagnare quelli senza legge. Ai
deboli divenni debole, per guadagnare i
deboli. Son divenuto ogni cosa a persone di
ogni sorta, per salvare a tutti i costi alcuni.
Ma faccio tutto per amore della buona
notizia, per divenirne partecipe con altri”.
(1 Cor. 9:20-23) Come possiamo oggi
‘divenire ogni cosa a persone di ogni
sorta’?
ce ne sono, avete trovato un modo efficace
per dare loro testimonianza? Dato che è
volontà di Dio che “ogni sorta di uomini
siano salvati e vengano all’accurata
conoscenza della verità”, prefiggetevi di
presentare il messaggio del Regno in modo
attraente a tutti quelli che incontrate. —
1 Tim. 2:4.
Ascoltate attentamente. Geova, pur
essendo onnisciente, ascolta gli altri. In una
visione il profeta Micaia vide Geova che
incoraggiava gli angeli a esprimersi su
come pensavano di risolvere una certa
questione. Poi Dio concesse a uno di loro di
mettere in atto il suggerimento che aveva
dato. (1 Re 22:19-22) Quando Abraamo si
disse preoccupato per il giudizio che
doveva essere eseguito su Sodoma, Geova
lo ascoltò benignamente. (Gen. 18:23-33)
Nel nostro ministero, come possiamo
imitare la disponibilità di Geova ad
ascoltare?
Incoraggiate gli altri a esprimersi. Fate
una domanda appropriata e poi una pausa
abbastanza lunga da permettere loro di
rispondere. Ascoltate veramente. Vedendo
che seguite con attenzione ciò che dicono,
saranno
incoraggiati
a
esprimersi
liberamente. Se dalla risposta si capisce
quali sono i loro interessi, chiedete con tatto
maggiori informazioni. Senza fare loro un
interrogatorio di terzo grado, cercate di
conoscerli meglio. Lodateli per i pensieri
che esprimono, se potete farlo con
sincerità. Anche se non siete d’accordo con
il loro punto di vista, prendetene atto
garbatamente. — Col. 4:6.
Se prima di parlare con una persona
avete la possibilità di osservarla, anche per
breve tempo, potreste notare qualcosa che
rivela quali sono i suoi interessi o la sua
situazione. Ciò che avete notato vi dice
qualcosa sul lavoro che fa, sulle sue
convinzioni religiose o sulla sua situazione
familiare? In base a ciò che avete
osservato, potreste modificare la vostra
presentazione per renderla più adatta a
quella persona?
Dobbiamo però fare attenzione che il
nostro interesse per le persone non sconfini
nell’indiscrezione. Il fatto di interessarci
degli altri non ci autorizza a mettere il naso
nella loro vita privata. (1 Piet. 4:15) Se
parliamo con una persona dell’altro sesso,
dobbiamo stare attenti che non fraintenda il
nostro interesse e la nostra cortesia. Dato
che le opinioni su ciò che costituisce un
interesse appropriato possono cambiare da
paese a paese, come pure da una persona
all’altra, usate giudizio. — Luca 6:31.
Per rendere più attraente la vostra
presentazione dovete pensare in anticipo
alle persone del vostro territorio. In certe
zone occorre tener conto anche degli
immigrati stranieri. Se nel vostro territorio
La preparazione aiuta a essere buoni
ascoltatori. Se abbiamo chiaro in mente
quello che vogliamo dire, saremo rilassati e
presteremo attenzione spontaneamente.
Questo metterà gli altri a loro agio, e quindi
saranno più inclini a conversare con noi.
cose e vi fornirà ulteriori indicazioni di cui
tener conto per dargli testimonianza.
Ascoltando gli altri, mostriamo loro
onore. (Rom. 12:10) Dimostriamo riguardo
per i loro pensieri e sentimenti. Ciò può
indurli a prestare più attenzione a quello
che abbiamo da dire. Giustamente, quindi,
la Parola di Dio ci consiglia di essere ‘pronti
a udire, lenti a parlare’. — Giac. 1:19.
Man mano che la conversazione
procede, menzionate qualche punto tratto
dalla Bibbia o dalle pubblicazioni bibliche
che ha attinenza con l’argomento. Ma non
dominate la conversazione. (Eccl. 3:7) Fate
esprimere il padrone di casa, se lo
desidera. Ascoltate con interesse il suo
punto di vista e le sue opinioni. Avrete così
le informazioni che vi occorrono per usare
tatto.
*** be studio 33 p. 197 par. 4 - p. 199 par.
4 Tatto e fermezza ***
Tatto nel dare testimonianza. Sono
molte le situazioni in cui parliamo ad altri
della nostra fede. Ovviamente lo facciamo
quando partecipiamo al ministero di campo,
ma cerchiamo anche occasioni appropriate
per parlarne con parenti, colleghi di lavoro e
compagni di scuola. In tutte queste
situazioni dobbiamo usare tatto.
Se presentiamo il messaggio del
Regno come se volessimo fare loro la
predica, le persone potrebbero aversene a
male. Se non hanno chiesto il nostro aiuto e
magari pensano di non averne bisogno,
potrebbero offendersi qualora dessimo
l’impressione di volerle correggere. Come
possiamo evitare di dare un’impressione
errata? Sarà utile imparare l’arte di
conversare in maniera amichevole.
Cercate di iniziare la conversazione
menzionando un argomento che può
interessare alla persona. Nel caso di un
parente, un collega o un compagno di
scuola, forse sapete già quali sono i suoi
interessi. Se è una persona che non
conoscete, potreste menzionare qualche
notizia che avete sentito alla radio o al
telegiornale o che avete letto sul giornale.
Di solito sono queste le cose che le
persone hanno in mente. Quando andate di
casa in casa, siate buoni osservatori.
Addobbi e decorazioni, giocattoli in
giardino, oggetti religiosi, adesivi sull’auto
parcheggiata nel vialetto, ecc., possono
fornirvi ulteriori indicazioni sugli interessi del
padrone di casa. Quando questi viene alla
porta, ascoltatelo mentre si esprime. Ciò
che dice confermerà o smentirà le vostre
deduzioni su quelli che possono essere i
suoi interessi e il suo modo di vedere le
Prima di dire qualcosa, pensate a
come verrà recepito dall’altra persona.
Proverbi 12:8 loda la ‘discrezione della
bocca’. L’espressione ebraica usata in
questo versetto ha a che fare con qualità
come la perspicacia e la prudenza. Perciò
la discrezione implica il mostrare cautela
nel parlare dopo aver valutato bene la cosa,
in modo da agire saggiamente. Il
versetto 18 dello stesso capitolo di Proverbi
mette in guardia contro il ‘parlare
sconsideratamente come con i colpi di una
spada’. Si può sostenere la verità biblica
senza offendere.
Usando discernimento nella scelta
delle parole si eviterà di creare inutili
barriere. Se la parola “Bibbia” suscita
pregiudizi nella gente del posto, potreste
usare espressioni come “scritti sacri” o “un
libro che oggi è pubblicato in più di 2.000
lingue”. Se menzionate la Bibbia, potreste
chiedere all’interlocutore cosa ne pensa e
poi tenerne conto nel resto della
conversazione.
Spesso usare tatto significa trovare il
momento giusto per dire le cose. (Prov.
25:11) Forse non siete d’accordo con tutto
quello che dice il vostro interlocutore, ma
non c’è bisogno di eccepire su ogni
pensiero non scritturale che esprime. Non
cercate di dirgli tutto in una volta. Gesù
disse ai discepoli: “Ho ancora molte cose
da dirvi, ma non siete in grado di sostenerle
al presente”. — Giov. 16:12.
Quando
è
possibile,
lodate
sinceramente quelli a cui parlate. Anche
quando il padrone di casa è polemico,
potreste ugualmente lodarlo perché ha
delle convinzioni. L’apostolo Paolo fece
così con i filosofi nell’Areopago di Atene.
Essi “si misero a conversare con lui in tono
polemico”. Come poteva presentare il suo
argomento senza offenderli? In precedenza
aveva osservato i numerosi altari che gli
ateniesi avevano eretto ai loro dèi. Invece
di
condannarli
per
quell’adorazione
idolatrica, li lodò con tatto per la loro
religiosità: “Vedo che in ogni cosa voi
sembrate dediti al timore delle divinità più di
altri”. Questo gli permise di presentare il
messaggio riguardante il vero Dio. Come
risultato, alcuni divennero credenti. — Atti
17:18, 22, 34.
Quando vi vengono fatte delle
obiezioni, non agitatevi. Mantenete la
calma. Consideratele opportunità per
comprendere meglio cosa pensa il vostro
interlocutore. Potreste ringraziarlo per
avere espresso quello che pensa. Che fare
se dicesse bruscamente: “Ho la mia
religione”? Potreste chiedere con tatto:
“Nella sua vita è sempre stato una persona
religiosa?” Dopo aver udito la risposta,
aggiungete: “Pensa che il genere umano
sarà mai unito sotto una sola religione?”
Questo potrebbe consentirvi di proseguire
la conversazione.
Avere la giusta opinione di noi stessi ci
aiuta a usare tatto. Siamo fermamente
convinti della giustezza delle vie di Geova e
della veracità della sua Parola. Parliamo
con convinzione di queste cose, ma non
abbiamo motivo di considerarci più bravi
degli altri. (Eccl. 7:15, 16) Siamo grati di
conoscere la verità e di avere la
benedizione di Geova, ma sappiamo bene
che abbiamo la sua approvazione grazie
alla sua immeritata benignità e alla nostra
fede in Cristo, non per la nostra giustizia.
(Efes. 2:8, 9) Riconosciamo il bisogno di
‘continuare a provare se siamo nella fede,
di continuare a provare ciò che noi stessi
siamo’. (2 Cor. 13:5) Perciò quando
parliamo ad altri della necessità di
conformarsi alle norme di Dio, applichiamo
umilmente i consigli biblici anche a noi
stessi. Non spetta a noi giudicare il
prossimo. Geova “ha affidato tutto il giudizio
al Figlio” ed è quindi dinanzi a lui che
risponderemo del nostro operato. — Giov.
5:22; 2 Cor. 5:10
*** be studio 34 p. 202 par. 3 - p. 203 par.
2 Edificanti e positivi ***
Limitate il materiale negativo.
Ovviamente la vita ha i suoi aspetti negativi.
Non possiamo chiudere gli occhi alla realtà.
Per iniziare la conversazione, potreste
accennare a un problema che preoccupa le
persone del vostro territorio e trattarlo
brevemente. Ma di solito non è profittevole
soffermarsi a lungo sui problemi. Le
persone sentono in continuazione cattive
notizie, per cui se parliamo di cose
spiacevoli potrebbero chiudere la porta o gli
orecchi. Già nella parte iniziale della
conversazione cercate di portare il discorso
sulle ristoratrici verità della Parola di Dio.
(Riv. 22:17) Così, anche se la persona non
vuole continuare la conversazione, avrà
comunque qualcosa di edificante a cui
pensare. Può darsi che questo la renda più
disposta ad ascoltarci in un’altra occasione.
In modo
analogo,
se
dovete
pronunciare un discorso, non subissate
l’uditorio di informazioni negative solo
perché ce ne sono in abbondanza. Se
l’oratore si sofferma troppo sul fallimento
dei governanti umani, sulla criminalità e
sulla violenza o sulla scioccante diffusione
dell’immoralità,
l’effetto
può
essere
deprimente. Menzionate gli aspetti negativi
di un argomento solo se servono a uno
scopo utile. Usare tale materiale in piccola
quantità può aiutarvi a mettere in luce che il
vostro discorso è adatto ai tempi. Può
anche identificare le cause principali che
contribuiscono a creare una certa
situazione e quindi a dimostrare perché la
soluzione offerta dalla Bibbia è pratica.
Quando è possibile, siate specifici senza
dilungarvi nella descrizione del problema.
Di solito non è possibile né pratico
eliminare da un discorso tutti gli aspetti
negativi. Il segreto sta nel presentare un
insieme di elementi positivi e negativi in
modo che nel complesso l’effetto sia
positivo. A tal fine dovete stabilire cosa
includere, cosa tralasciare e cosa mettere
in risalto. Nel Sermone del Monte, Gesù
avvertì gli ascoltatori di non imitare gli
atteggiamenti egoistici degli scribi e dei
farisei e citò alcuni esempi per illustrare il
punto. (Matt. 6:1, 2, 5, 16) Tuttavia, invece
di soffermarsi sugli esempi negativi di quei
capi religiosi, pose l’accento sulla necessità
di comprendere le vere vie di Dio e di vivere
in armonia con esse. (Matt. 6:3, 4, 6-15, 1734) L’effetto fu molto positivo.
*** be studio 38 p. 217 parr. 1-4
Introduzione che suscita interesse ***
Anche nel servizio di campo avete
bisogno di catturare l’attenzione delle
persone. Se non vi attendeva, il padrone di
casa potrebbe essere impegnato in altre
faccende. In certe parti del mondo ci si
aspetta che i visitatori inattesi vadano
subito al dunque. Altrove le usanze
impongono il rispetto di certe formalità
prima di poter spiegare la ragione della
visita. — Luca 10:5.
In ciascun caso, la cordialità sincera
può contribuire a creare un’atmosfera
favorevole alla conversazione. Spesso è
utile cominciare con qualcosa che
l’interlocutore ha già in mente. Come si fa a
saperlo? Ebbene, quando vi siete
avvicinati, la persona stava svolgendo
qualche attività? Forse faceva lavori agricoli
o di giardinaggio, riparava l’auto, cucinava,
lavava i panni o accudiva i figli. Leggeva il
giornale o seguiva qualcosa che stava
avvenendo per strada? Ciò che vedete vi fa
pensare che abbia un interesse particolare
per la pesca, lo sport, i viaggi, il computer o
altro? Spesso le persone sono interessate
a ciò che hanno sentito di recente per radio
o alla televisione. Una domanda o una
breve osservazione su una notizia del
genere può sfociare in una piacevole
conversazione.
Un ottimo esempio di come iniziare
una conversazione per dare testimonianza
è quello di Gesù che parla con la
samaritana presso un pozzo nelle vicinanze
di Sichar. — Giov. 4:5-26.
Dovete preparare bene l’introduzione,
specialmente se il territorio della vostra
congregazione
è
percorso
spesso.
Altrimenti potreste non riuscire a dare
testimonianza.
*** be studio 44 p. 236 parr. 2-5 Uso di
domande ***
Per incoraggiare la conversazione.
Quando svolgete il ministero di campo,
siate desti a cogliere le opportunità per
invitare le persone a esprimersi, se lo
desiderano.
Molti Testimoni iniziano conversazioni
interessanti facendo questa semplice
domanda: “Si è mai chiesto . . . ?” Se si
scelgono domande su argomenti che
interessano veramente alle persone, quasi
certamente il ministero di campo risulterà
piacevole. Anche se per l’interlocutore la
domanda è nuova, può destare la sua
curiosità. Ci sono vari argomenti che si
possono introdurre con domande come:
“Cosa pensa di . . . ?”, “Secondo lei, . . . ?”,
“Crede che . . . ?”
Rivolgendosi a un funzionario di corte
etiope che stava leggendo ad alta voce la
profezia di Isaia, l’evangelizzatore Filippo
gli chiese soltanto: “Capisci effettivamente
quello che leggi?” (Atti 8:30) Quella
domanda gli diede la possibilità di spiegare
all’etiope certe verità inerenti a Gesù Cristo.
Usando una domanda simile, alcuni
Testimoni odierni hanno trovato persone
veramente assetate di verità e desiderose
di comprendere meglio la Bibbia.
Se date alle persone l’opportunità di
esprimere la loro opinione, molte saranno
più inclini ad ascoltarvi. Dopo aver posto
una domanda, ascoltate con attenzione.
Siate gentili, non critici: dite alla persona
che avete apprezzato la sua risposta.
Lodatela quando potete farlo sinceramente.
Una volta Gesù, dopo che uno scriba
“aveva risposto in modo intelligente”, lo
lodò dicendo: “Non sei lontano dal regno di
Dio”. (Mar. 12:34) Anche se non
condividete
il
punto
di
vista
dell’interlocutore,
potete
comunque
ringraziarlo di essersi espresso. Ciò che ha
detto può farvi capire qualcosa di cui è
opportuno tener conto nel parlargli della
verità biblica.
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Conversando con le persone