Italian Development Cooperation Iniziativa per la preservazione del Patrimonio Artistico Libanese: Restauro degli affreschi romani conservati presso il Museo Nazionale di Beirut (fondi a dono) Descrizione del sito di progetto L’iniziativa e’ stata finanziata dalla Cooperazione Italiana con un ammontare di Euro 256.000 destinato al restauro e conservazione degli affreschi romani provenienti dalla cosiddetta “Tomba di Tiro” nonché all’impostazione di una strategia museologica per la presentazione al pubblico degli affreschi e alla successiva esecuzione di un nuovo allestimento museografico per la camera funeraria e per lo spazio antistante. Per l’esecuzione delle attività conservative ci si e’ avvalsi di due esperti restauratori italiani: il Dott. Giorgio Capriotti – consulente ICCROM (International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property in Rome) - e la Dott.ssa Caterina Michelini Tocci che hanno coordinato un piccolo team di restauratrici libanesi selezionate dalla Direzione Generale delle Antichità (DGA) del Ministero della Cultura libanese: Isabelle Doumet Skaf, Badr Gideon e Ghada Salem. La definizione della strategia museologica e l’elaborazione della progettazione museografica e’ stata invece affidata all’Arch Antonio Giammarusti assistito da Lea Captan, giovane architetto libanese. Il ritrovamento a Tiro e il trasferimento a Beirut Nel 1938, nella località di Burj al Shemali, nei pressi di Tiro, venne rinvenuta una tomba affrescata di epoca Romana Imperiale. La tomba monumentale risalente al II sec d.C conservava ancora la struttura originale con scalinata e porta d’accesso alla camera funeraria, loculi e pareti affrescate con scene mitologiche a tema funebre (restituzione del corpo di Ettore a Priamo, il ratto di Proserpina, il mito di Ercole ed Alcesti, Tantalo ecc.) ed era presumibilmente di proprietà di una famiglia aristocratica di Tiro. Nel 1940 si decise lo stacco dei dipinti e lo spostamento della camera funeraria presso il Museo Nazionale di Beirut. La stanza principale e l’entrata alla tomba sono stati pertanto ricostruiti Figura 1 - Piana originale della Camera Funeraria all’interno del piano interrato del Museo, mentre si e’ sfortunatamente persa traccia della bellissima scala monumentale. Nel periodo della guerra civile (tra il 1975 e il 1993), i dipinti hanno subito alterazione chimica e deterioramento legato a biodeteriogeni a causa della forte umidità presente nell’ambiente dove erano conservati (umidità relativa pari al 90/100%). Nel 1997 (Aprile 15-21) una missione di valutazione dell’ICCROM guidata da M. Werner Schmidt e con lo scopo di verificare il livello di degrado degli affreschi, elaborò un piano di conservazione a lungo termine ed una stima dei costi per gli interventi necessari. Da allora sono stati svolti ulteriori interventi di diagnosi delle condizioni della camera funeraria con esecuzione di primi test di pulitura da parte dello stesso Giorgio Capriotti conservatore esperto fortemente raccomandato dall’ICCROM per la sua alta specializzazione nel restauro di Figura 2 - Test di pulitura 1997-98 affreschi romani. Nel 2009, la stessa Direzione Generale delle Antichità del Ministero della Cultura, in virtù delle qualificata esperienza che vanta il nostro paese nel settore della conservazione dei beni culturali, chiese al Governo italiano di intervenire con un progetto mirato al restauro e alla valorizzazione di questo prestigioso monumento di epoca romana imperiale. L’intervento della cooperazione italiana - Il restauro degli affreschi Il progetto finanziato dalla Cooperazione Italiana ha permesso la realizzazione di un intervento completo di restauro per le superfici affrescate della camera funeraria. Le attività sono state svolte nel corso di tre campagne di restauro – della durata di due mesi ciascuna – finalizzate a garantire la conservazione delle superfici affrescate, all’esecuzione di attività di pulitura, al consolidamento delle superfici degli affreschi e quindi, di fatto, a permettere una corretta valorizzazione e fruizione degli splendidi motivi decorativi che caratterizzano la camera funeraria. Iniziativa per la preservazione del patrimonio artistico libanese: restauro degli affreschi romani conservati presso il Museo Nazionale di Beirut Italian Development Cooperation Gli affreschi nel seminterrato del Museo erano infatti in evidente stato di degrado a causa dell’eccessiva umidità che ne aveva compromesso le condizioni conservative. Erano evidenti le tracce di biodeteriogeni e le efflorescenze. Le azione conservative eseguite dal nostro restauratore esperto – Dott. Giorgio Capriotti – e dalla Dott.ssa Caterina Michelini Tocci sono state mirate ad intervenire sulle cause di degrado e sanare le superfici pittoriche con diverse metodologie (pulitura meccanica, pulitura chimica, impacchi adatti ad eliminare i sali, biocidi adeguati, interventi dedicati a ristabilire, ove necessario, la coesione degli strati pittorici e dello strato di intonaco, trattamento delle lacune ed integrazioni o iniezioni laddove ci sono fessurazioni). Il 30 novembre 2010, con l’ultima campagna di interventi, si sono conclusi i lavori di restauro che hanno portato al recupero delle condizioni conservative di tutte le pareti affrescate della tomba, al restauro anche strutturale della parete destra gravemente danneggiata, al consolidamento degli strati pittorici, alla pulitura delle superfici ricoperte da biodeteriogeni e all’opportuna integrazione delle lacune secondo le linee guida approvate a livello internazionale da UNESCO ed ICCROM. L’intervento di restauro consente ora di riuscire a leggere ed apprezzare completamente il ciclo pittorico di affreschi e di comprendere il significato dei miti di morte e rinascita illustrati nelle pareti. Si e’ contribuito inoltre a migliorare le condizioni conservative degli affreschi ed evitare l’ulteriore degrado che potrebbe manifestarsi qualora non si fossero sanate le condizioni attuali. L’intervento della cooperazione italiana – il progetto museografico Al fine di permettere una adeguata valorizzazione degli affreschi romani e dell’intervento di restauro, su esplicita richiesta della Direzione delle Antichità libanese di avere expertise italiana per la definizione della strategia museologica per la Tomba di Tiro, sono state avviate le necessarie attività di progettazione ed esecuzione di un allestimento museografico che permettesse una più completa ed agevole fruizione dell’opera da parte dei visitatori. A partire dalle piante originali della Tomba e dai documenti che testimoniano quale dovesse essere l’aspetto originale della camera funeraria, e’ stato definito un nuovo allestimento che consente di ricreare nell’area antistante la tomba i tratti salienti del vestibolo e permettere al visitatore di comprendere in maniera più immediata ed efficace la dimensione anche architettonica della Tomba cosi come fu ritrovata nella necropoli di Tiro. Il vestibolo, che riprende l’originale visibile nelle piante lasciate dall’Archeologo Dunand, diviene pertanto l’area di accesso alla Figura 3 – Allestimento museografico – il vestibolo di accesso camera funeraria: 5 nicchie ospitano i pannelli didattici che alla Camera funeraria affrescata introducono i temi fondamentali della Tomba, la inquadrano storicamente, descrivono l’iconografia degli affreschi e chiariscono l’intervento di restauro. Un impianto video si colloca al lato destro dell’entrata al vestibolo dove e’ stata ripristinata l’idea e l’illusione della scala monumentale, ora purtroppo perduta, di discesa verso la tomba. In questo modo il visitatore entra nella dimensione “sotterranea” in cui era anticamente collocata la camera funeraria e si riappropria degli spazi antichi. All’interno della camera funeraria la strategia museologica ha fatto in modo di mirare all’essenziale: obiettivo dell’allestimento e’ infatti la fruizione dell’opera e l’apprezzamento consapevole della bellezza degli affreschi restaurati. E’ stato perciò indispensabile togliere la passerella che era stata precedentemente inserita dalla DGA come accesso alla tomba, al fine di riportare il punto di osservazione al livello da cui l’artista antico ha concepito ed eseguito gli affreschi. Un’area calpestabile più estesa rispetto alla precedente superficie lasciata libera dalla passerella, ma delimitata da una Figura 4 – Interno della Camera funeraria restaurata con nuovo allestimento museografico - particolare bordura in ghiaino che definisce i confini dell’area accessibile alla visita, permette ai visitatori di ammirare tutto il ciclo pittorico degli affreschi ad una distanza adeguata. Le basi delle colonne che sostenevano l’antico soffitto sono state ripristinate come citazione dell’antico, mentre il soffitto si annulla a Iniziativa per la preservazione del patrimonio artistico libanese: restauro degli affreschi romani conservati presso il Museo Nazionale di Beirut Italian Development Cooperation particolare esclusivamente strutturale per concentrare l’attenzione sui soli affreschi. Un margine di circa 5 cm tra il limite superiore delle pareti dipinte e il soffitto ripristinato in colore neutro consente che gli affreschi possano avere condizioni microclimatiche ottimali. La scelta dei punti luce per la camera funeraria e’ studiata per garantire una illuminazione omogenea a luce radente con inclinazione che consente l’apprezzamento degli affreschi, ma permette di distinguere gli interventi di restauro dalle parti conservate ed originali. Le luci LED concorrono infine a mantenere intatti gli equilibri microclimatici richiesti per una corretta conservazione degli affreschi. L’intervento della cooperazione italiana – visibilità e promozione Far conoscere ed apprezzare la bellezza degli affreschi e l’unicità della tomba monumentale trasferita da Tiro e’ un altro degli obiettivi del progetto. Al fine di accrescere il numero e la tipologia di visitatori del Museo si sono portate avanti alcune attività dedicate a dare un approccio non solo didattico alla visita, ma anche mirate ad attirare l’attenzione delle fasce più giovani della popolazione libanese e dei visitatori internazionali. Attualmente il museo non appare infatti sufficientemente promosso e le pregevoli collezioni, se pur accuratamente disposte, da sole non riescono a garantire l’affluenza di visitatori che il Museo potrebbe avere. Il restauro della Tomba e’ quindi, nelle intenzioni della DGA come pure della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, l’occasione per dare nuova vitalità al museo e amplificare il bacino di potenziali fruitori attraverso un’adeguata opera di promozione culturale. A questo proposito si sono avviate campagne di promozione presso l’aeroporto R Hariri, l’elaborazione e la produzione di opuscoli informativi, la realizzazione di un documentario per il museo e che verrà distribuito in piccola tiratura, la pubblicazione di un articolo sulla rivista Cedar Wings della Middle East Airlines, la realizzazione di poster di visibilità dell’iniziativa. Un sito web dedicato alla Tomba di Tiro con visita virtuale della camera funeraria Figura 5 – Poster di visibilità della Tomba e approfondimento delle tematiche legate al restauro e agli affreschi sarà restaurata – particolare dei cavalli di Plutone collegato al sito del Ministero della Cultura e lanciato prossimamente. Attraverso tale sito sarà possibile scaricare una applicazione speciale che rende disponibile su telefonia mobile la visita virtuale degli affreschi ed altre informazioni utili a turisti e viaggiatori in maniera molto semplice ed efficace. E’ infine in corso di realizzazione un libro fotografico che documenti, tramite la testimonianza di quanti hanno collaborato all’iniziativa grazie alla loro expertise, non solo i diversi aspetti tecnici del progetto di restauro e valorizzazione degli affreschi, ma anche gli aspetti di collaborazione culturale che sono emersi nel corso di questi mesi di lavoro congiunto tra esperti libanesi ed italiani. Iniziativa per la preservazione del patrimonio artistico libanese: restauro degli affreschi romani conservati presso il Museo Nazionale di Beirut