INSERTO SPECIALE L’integrazione della famiglia straniera attraverso i servizi sociosanitari Il ruolo degli operatori a favore dell’accoglienza e dell’integrazione Paroletti: dalla ASL chiavarese un punto di riferimento per il ricongiungimento familiare Alcune riflessioni sul ricongiungimento familiare e le sue problematiche. I consultori della ASL chiavarese rappresentano, da anni, un punto di riferimento per gli stranieri, così come due ambulatori per stranieri (uno pediatrico e un altro di ascolto e cura). Essi scaturiscono dal progetto più complessivo ‘Nessuno escluso’. Gli interventi hanno messo in evidenza bisogni, legati al disagio ed, in particolare, ai rapporti tra figli e genitori, purtroppo problematici. L’arrivo dei bambini rende l’adulto più visibile e mette in evidenza una realtà, spesso complessa e che si porta dietro inevitabilmente aspetti di sofferenza. Possono pertanto manifestarsi difficoltà connesse al mancato riconoscimento del ruolo genitoriale da parte dei figli, sottese alla diversità delle aspettative dei genitori. Un’altra causa è provocata dalla barriera linguistica: i figli diventano più competitivi e quindi possono mettere in atto comportamenti svalutativi nei XVI confronti dei genitori. Si arrestano, inoltre, i rapporti con altre figure non genitoriali ed i figli si confrontano con i nuovi nuclei, talvolta formati dai genitori. INSERTO SPECIALE Le problematiche legate al ricongiungimento familiare Riguardanti i genitori che, in molte situazioni, sono rappresentati dalle sole madri Sofferenza legata al mancato riconoscimento da parte dei figli del loro ruolo genitoriale Difficoltà di coniugare lavoro e necessità dei figli Difficoltà rispetto all’inserimento e al rendimento scolastico Sovvertimento delle gerarchie familiari quando i figli diventano più competenti dei genitori rispetto agli aspetti linguistici e culturali del nuovo paese La ASL 4 ha così dedicato un progetto a questa tematica, con l’obiettivo di rendere consapevoli i genitori delle difficoltà che possono insorgere all’atto del ricongiungimento, anche con il coinvolgimento delle figure sostitutive del paese di origine, per contrastare elementi di frattura. Si tratta di un intervento di accompagnamento, di consulenza e di preparazione all’evento. Occorre infatti rendere consci i genitori della necessità di rispettare i tempi di maturazione dei figli, guidandoli nell’utilizzo delle risorse territoriali (non solo di quelle amicali…). L’immigrato da solo tende a risolvere all’interno del suo gruppo di appartenenza molte delle sue esperienze relazionali. L’arrivo dei figli rende l’immigrato adulto più visibile e comporta la necessità di interfacciarsi con diversi servizi e istituzioni (sanitari, sociali, educativi, scolastici) e viceversa, in una parola: favorire la narrazione dell’’Odissea della migrazione’, attraverso il supporto dell’equipe consultoriale. Sono stati mappati i servizi che, sul territorio, si occupano di ricongiungimento, anche con lo scopo di conoscere il primo bacino di utenza. È stato elaborato un depliant informativo multilingue che viene, non solo distribuito, ma anche spiegato. Riguardanti i minori Interruzione dei legami di attaccamento con gli adulti di riferimento sostitutivi dei genitori nel paese di origine Instaurare legami di appartenenza e di attaccamento sicuro con la figura materna/paterna o con i genitori, con cui per lungo tempo spesso non si sono avuti altro che contatti sporadici o esclusivamente telefonici Adattamento ad un diverso contesto soprattutto se il minore si inserisce in un nuovo sistema familiare, sociale e scolastico Gli obiettivi del ricongiungimento Maggiore consapevolezza nei genitori sulle possibili difficoltà emotive e affettive che comporta il ricongiungimento Adeguata attenzione alla preparazione dei figli al ricongiungimento Capacità di attendere i tempi dei figli Conoscenza e utilizzo delle risorse territoriali Favorire la “narrazione della odissea della migrazione” Utilizzo dell’équipe consultoriale per consulenze soprattutto nella prima fase del ricongiungimento XVII INSERTO SPECIALE Ragazzini: la rete come luogo mentale, più che fisico Gli immigrati regolari che si rivolgono al pediatra di famiglia sono il 41%. Il Pronto soccorso pediatrico può quindi rappresentare un punto potenziale di indirizzo per la conoscenza dei servizi. È un riferimento per le famiglie straniere che non conoscono altri Servizi Sanitari territoriali e svolge un compito di accoglienza e orientamento all’uso delle strutture sanitarie. Il ruolo del pediatra è sempre posto al centro delle risorse: ciò è sicuramente vero, anche se andrebbe forse depurato dal narcisismo che può essere presente nella categoria. ti l’emigrato spesso si isola, si difende da un ambiente sconosciuto/ostile, con un retroterra di paura che occorre contribuire a superare. Livolsi: alla ASL della Spezia progetti per facilitare l’accesso ai servizi Queste le parole chiave su cui puntare: facilità di accesso, comprensione di lingua/cultura/religioni. Occorre fornire alternative in ragione delle differenze. I determinanti sociali incidono sullo stato di salute; la marginalità comporta spesso un ritegno all’accesso ai servizi di assistenza, così come il basso livello di reddito/istruzione. La rete consultoriale ha queste caratteristiche: gratuità, capillarità, facilità di accesso, presa in carico, raccordo con altre agenzie, professionalità e multidisciplinarietà. Questi alcuni tra i progetti attivi. ‘Altri mondi’ Sarebbe utile però superare questa concezione, per porsi in modo più trasversale rispetto al problema. Ricordiamo quanto dice in proposito la LR 12/2006 “Promozione del sistema integrato dei servizi sociali e socio-sanitari” (vedi box art. 1 – Principi e finalità). Va esaltato il concetto di rete: tanti nodi, tanti punti di riferimento, non tanto spazi fisici, quanto spazi mentali dedicati all’accoglienza. Bisogna puntare, più sugli aspetti culturali che su quelli sanitari. InfatXVIII Il principio è molto semplice, ma altrettanto suggestivo: favorire l’accesso ai servizi consultoriali alle persone di diversa lingua e cultura. Dal momento che la comprensione della lingua è il primo passo verso la conoscenza e l’integrazione, abbiamo prodotto un breve opuscolo informativo riguardante l’accesso ai servizi socio – sanitari dei cittadini stranieri, e informazioni circa la gravidanza, il puerperio, l’allattamento, i mezzi contraccettivi e le possibili infezioni trasmissibili sessualmente. Tali opuscoli sono diffusi gratuitamente, attraverso le varie agenzie sanitarie e socio – sanitarie, oltre che naturalmente disponibili nelle sedi consultoriali, e sono state per ora stampati in sette lingue, oltre l’italiano: tra queste il cinese, l’arabo, il somalo, il rumeno. Inoltre, è in fase di introduzione nel settore ostetrico – ginecologico un “traduttore multilingue” che consente al medico specialista di effettuare una anamnesi corretta anche tra persone che non parlano la stessa lingua. Nell’ambito dell’educazione alla procreazione consapevole un intervento possibile, e che riteniamo assai importante, è la conoscenza e la possibilità di impiegare metodi che abbiano ad un tempo una ragionevole (anche se non assoluta) efficacia e una larga condivisione. Elementi strutturali del Progetto (fase sperimentale): Popolazione di riferimento: Per la Provincia della Spezia, le giovani donne dell’età di 18 anni, che secondo i dati statistici riferiti all’anno 2001 sono 806; non vogliamo in questa fase distinguere tra giovani italiane e straniere; Attività programmata: Diffondere, attraverso le strutture consultoriali, la conoscenza e l’uso di dispositivi che consentano l’individuazione dei periodi fertili del ciclo mensile; fornire tali dispositivi alla popolazione di riferi- L.R. 24 maggio 2006, n. 12. Promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari Art. 1. (Principi e finalità) 1. La Regione Liguria assume i principi fissati nella Costituzione, quali valori di riferimento per la promozione del sistema integrato sociale e sociosanitario e per l’esigibilità dei diritti civili e sociali da parte delle persone, delle famiglie e delle formazioni sociali. 2. In attuazione dei principi di libertà, democrazia, uguaglianza, sussidiarietà, pluralismo, solidarietà enunciati dall’articolo 2, comma 1, dello Statuto, la Regione disciplina il sistema integrato di promozione e di protezione sociale, al fine di tutelare e sostenere ogni persona e le famiglie, rimuovendo o riducendo le cause e gli ostacoli che impediscono l’esercizio dei diritti di cittadinanza sociale, le pari opportunità e l’inclusione sociale. 3. La Regione, in conformità a quanto stabilito dall’articolo 2, comma 2, dello Statuto, riconosce, valorizza e sostiene l’autonoma iniziativa delle persone, dei nuclei familiari, delle forme di auto-aiuto, delle formazioni sociali per lo svolgimento di attività solidali e sociali agevolandone il ruolo e l’apporto nell’organizzazione e nella gestione del sistema integrato di promozione e di protezione sociale. Applica il principio di sussidiarietà come metodo istituzionale dell’azione programmatoria. 4. La Regione, in armonia con le disposizioni di cui alla legge 8 novembre 2000 n. 328 (legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e mento in modo agevolato, per il primo anno sperimentale di valenza del Progetto; Valutare con incontri successivi e periodici l’effettivo uso del dispositivo e procedere al termine dell’anno, all’analisi comparata dei risultati. Durata del Progetto: Gennaio 2009 – Gennaio 2010 Alla base, la convinzione che la diffusione sul territorio di informazioni comprensibili e di azioni preventive possano portare ad abbassare il numero di interventi traumatici che influiscono ancora più pesantemente sulle donne giovani ed extracomunitarie. INSERTO SPECIALE ‘Progetto “Persona”’ Morano: le modalità di assistenza al percorso nascita dell’Ospedale S. Martino di Genova Ricordiamo, in sintesi, le caratteristiche peculiari delle persone straniere che giungono nel nostro Paese. servizi sociali), si avvale degli strumenti di programmazione, indirizzo, coordinamento, partecipazione e collaborazione dei diversi livelli di governo locale per disciplinare il funzionamento della rete dei servizi sociali e garantire la sua integrazione funzionale con le politiche sanitarie; rafforza ed intensifica le interazioni della rete dei servizi sociali anche nei rapporti con il sistema di istruzione e della formazione, con le politiche del lavoro e quelle di sostegno allo sviluppo socio-economico del territorio. 5. Il sistema integrato, attraverso interventi e servizi sociali e sociosanitari, perseguendo obiettivi di omogeneità e congruità, efficienza ed efficacia, differenziazione ed adeguatezza, è rivolto: a) alla valorizzazione, alla promozione e al sostegno della persona e della famiglia, con prioritario riferimento alle situazioni di fragilità o a rischio di esclusione sociale; b) alla promozione della cittadinanza attiva delle persone e al sostegno delle organizzazioni di rappresentanza e tutela sociale riconoscendo la centralità delle comunità locali per il miglioramento della qualità della vita e delle relazioni; c) alla formazione alla socialità e alla prevenzione dei fattori del disagio sociale, ponendosi come obiettivo il superamento delle condizioni che ostacolano la piena partecipazione delle persone alla vita sociale. 6. La rete di interventi e servizi sociali e sociosanitari ha il carattere di universalità e garantisce i livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni, individuate dagli atti di programmazione nazionale e regionale. XIX INSERTO SPECIALE Si tratta di popolazioni in transito, dove alta è l’incidenza di persone di sesso femminile, soprattutto sudamericane. Nel nostro territorio la popolazione ‘autoctona’ è anziana, in ottima salute, con poche nascite ‘locali’. Genova è una città che ha perso i giovani, quindi il futuro. Ciò a fronte di popolazioni spesso più sfortunate, ma che portano una speranza ed una prospettiva di vita (molti aborti, ma anche molti figli, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità). Le donne hanno un’età giovane, il loro modello di fecondità si pone a confronto con il nostro. Un modello ‘sano’, nonostante la loro situazione economica spesso difficile. Il 70% delle donne si rivolge all’accesso sanitario pubblico, con gravidanza medicalizzata. I due target – straniero e ‘locale’ – hanno un destino comune, all’atto dell’assistenza dopo la nascita. Le immigrate, una volta arrivate, attuano un confronto con il nostro modello familiare: molte sono le famiglie con pochi figli, i nuclei composti da una sola persona o con la presenza di un solo genitore: un modello di famiglia fragile. La percentuale di divorzi in Liguria è alta, anche tra i giovani. Questo dovrebbe preoccuparci, abbiamo perso le coordinate culturali, nonostante il dato economico spesso non problematico. Da qui l’importanza dei ‘centri nascita’ per ripartire, guardando anche alle esperienze europee. Come messo in evidenza da Paolo Arvati, se si vuole superare queste fragilità e utilizzare il ‘nuovo’ dell’integrazione, bisogna lavorare per cercare di investire su risorse di rete e modalità di auto-aiuto, utilizzando la ‘ricchezza’ di chi viene da noi, per costruire un ‘altro’ sistema di vita. XX Il percorso nascita L’assistenza al percorso nascita tra le straniere è complessivamente migliorata, anche grazie alle normative che hanno esteso il diritto all’assistenza socio-sanitaria in area materno-infantile alle donne prive di permesso di soggiorno. Complessivamente gli indicatori di qualità dell’assistenza alla nascita tra le donne straniere sono leggermente peggiori paragonati alle donne italiane e permangono problemi di accesso ai servizi e alla fruizione di alcune opportunità assistenziali, tuttavia il percorso nascita appare meno medicalizzato nelle donne straniere rispetto a quelle italiane. L’assistenza prenatale L’assistenza prenatale è, per circa il 70%, ad opera del servizio pubblico Maggiore proporzione di donne che non vengono assistite in gravidanza o che entrano tardivamente in contatto (oltre la 12a settimana di gestazione) con un operatore sanitario (24% di straniere contro il 4,4% di italiane) Scarsa adesione ai corsi di accompagnamento alla nascita. Carpanini: sintesi dei lavori Politiche di integrazione tra cittadini stranieri e benessere comune: questo il tema di confronto e questi alcuni dei punti cardine emersi dagli interventi: la prevenzione è un nodo critico, ma anche una prospettiva è fondamentale un’informazione sulle prestazioni mirata, per ridurre il gap l’orientamento/accompagnamento alla rete dei servizi è un fattore facilitante c’è necessità di nuovi operatori, tra cui i mediatori culturali occorre far crescere lo spazio mentale dell’accoglienza