ISSN 1725-194X CESE Settembre 2004 / Nuovo indirizzo del CESE: Rue Belliard 99, B-1040 Bruxelles INFO IL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO – UN PONTE TRA L’EUROPA E LA SOCIETÀ CIVILE ORGANIZZATA EDITORIALE Informare il cittadino europeo per agevolare la (meritata) ratifica della nuova Costituzione europea Seminario del CESE del 27 e 28 settembre sul tema «Per una migliore governance nei negoziati OMC» lità più appropriate la società civile nei negoziati commerciali multilaterali e regionali e per prendere iniziative comuni — queste alcune delle considerazioni che domineranno il seminario, organizzato dal CESE il 27 e 28 settembre, sulle modalità per garantire una migliore governance nei lavori dell’OMC. Il 18 giugno scorso, l’approvazione del progetto di trattato costituzionale da parte della conferenza intergovernativa costituisce una tappa fondamentale del processo di unificazione europea. Questo risultato storico, tuttavia, non sarebbe stato possibile senza la convenzione europea, che ha conferito una nuova e ben più marcata legittimità all’integrazione europea e ha consentito di effettuare un passo avanti decisivo verso una Unione di cittadini e non più di soli Stati. È pur vero che l’accordo dei capi di Stato e di governo è stato possibile solo a prezzo di alcuni compromessi che hanno costituito un passo indietro rispetto al progetto di trattato elaborato dalla convenzione, soprattutto nel caso dell’estensione del voto a maggioranza qualificata. Ciononostante, i risultati e gli equilibri essenziali già raggiunti sono stati preservati e si può pertanto affermare a buon diritto che la Costituzione rappresenta un considerevole passo avanti rispetto agli attuali trattati. Notevoli i progressi compiuti Vale la pena, a questo proposito, ricordare qualche risultato particolarmente significativo: diritti fondamentali giuridicamente vincolanti, consolidamento democratico, estensione del voto a maggioranza qualificata, rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo, unicità dei trattati, chiarimento delle responsabilità delle singole istituzioni, semplificazione dei processi legislativi e delle responsabilità, maggiore coordinamento delle politiche economiche e sociali, riconoscimento del ruolo dei servizi d’interesse generale nel promuovere la coesione sociale e territoriale dell’Unione europea, nonché riconoscimento (di importanza fondamentale) del dialogo sociale e della realtà della democrazia partecipativa quale parte integrante del modello europeo di società. Roger Briesch Il CESE ha avviato una riflessione su come migliorare la partecipazione della società civile ai lavori dell’OMC e, a questo proposito, ha elaborato il parere dal titolo «Per un’OMC dal volto umano». Il CESE dispone infatti di una vasta rete di contatti in seno all’Unione, con i suoi omologhi nei paesi terzi e i rappresentanti delle organizzazioni socioprofessionali di Africa, Asia e America latina. Con i suoi interlocutori dei paesi terzi ha tra l’altro avviato una serie di discussioni sui negoziati commerciali in corso a livello regionale (Mercosur, paesi ACP ecc.). Avviare una riflessione sulle conclusioni da trarre dal fallimento della conferenza ministeriale di Cancún: quale futuro per il multilateralismo? Come tener conto in maniera più adeguata delle istanze dei paesi in via di sviluppo? Individuare gli strumenti per coinvolgere secondo moda- Il seminario consentirà di approfondire la riflessione con oltre 80 rappresentanti della società civile organizzata dei paesi dell’Unione europea, dell’Africa, dei Caraibi, del Pacifico, dell’America latina, dell’Asia e del Mediterraneo e con le delegazioni delle istituzioni europee e delle organizzazioni internazionali. Riunione costitutiva del gruppo di collegamento CESE-organizzazioni e reti della società civile La Costituzione apre prospettive di grande interesse per lo sviluppo della democrazia europea e, di conseguenza, per la cittadinanza europea. Dal titolo VI della I parte della Costituzione — La vita democratica dell’Unione — emerge chiara l’intenzione di fare dei cittadini europei attori a pieno titolo del processo d’integrazione europea e della sua evoluzione. Il 29 settembre, sotto la presidenza Briesch, si terrà la riunione costitutiva del gruppo di collegamento tra il CESE e le organizzazioni e le reti della società civile, che fungerà da struttura di dialogo politico con le suddette organizzazioni e reti. La decisione di creare questo gruppo di collegamento è stata adottata dall’ufficio di presidenza del CESE il 24 febbraio scorso sulla base di una relazione elaborata da un gruppo ad hoc presieduto da Giacomina Cassina (relatore: Jean-Michel Bloch-Lainé). La democrazia partecipativa viene riconosciuta come strumento in grado di rafforzare la legittimità democratica dell’Unione. Questa nuova acquisizione risponde del resto alle necessità di una buona governance e alle esigenze del processo d’integrazione europea. Si creano così le basi per poter ridimensionare il deficit non solo democratico, ma anche partecipativo dell’attuale Unione ed instaurare, in futuro, un autentico dialogo civile. Il gruppo di collegamento avrà il compito di garantire, da un lato, un’azione coordinata del CESE nei confronti di organizzazioni e reti europee della società civile e, dall’altro, la prosecuzione delle iniziative decise congiuntamente. Sviluppo della democrazia europea Chiarire il ruolo e la posizione del CESE La Costituzione comporta nuovi passi avanti importanti per il CESE benché siano falliti i tentativi compiuti da questa istituzione per inserire nel documento una disposizione che ne chiarisse e ne consolidasse il ruolo e la posizione nel futuro sistema istituzionale dell’Unione. Al CESE viene tuttavia offerta un’ulteriore possibilità di svolgere fino in fondo la sua funzione di portavoce delle aspettative e delle aspirazioni della società civile organizzata, nonché di intermediario privilegiato tra la società civile organizzata e gli organi decisionali dell’Unione, di complemento alle altre istituzioni. Decisamente più moderno appare il profilo del CESE che rende così possibile una ancor più ampia rappresentazione della società civile organizzata. Per il processo d’integrazione si prospetta adesso una tappa decisiva: la ratifica della Costituzione ad opera dei popoli d’Europa. Informare, illustrare, favorire la comprensione: questi gli obiettivi che le istituzioni europee dovranno porsi. Mi auguro davvero che anche il CESE saprà impegnarsi seriamente nel dibattito in corso e contribuirà a diffondere la conoscenza della Costituzione tra i cittadini europei e a sensibilizzarli alla posta in gioco. Roger Briesch Presidente del CESE La sua creazione rientra tra le iniziative intraprese dal CESE negli ultimi anni per una cooperazione più siste- matica e strutturata con le organizzazioni europee della società civile. Jean-Michel Bloch-Lainé, membro del CESE: per un approccio coordinato del CESE nei confronti delle organizzazioni e delle reti della società civile europea La strategia di Lisbona all’esame del CESE e del CES lussemburghese La revisione intermedia della strategia di Lisbona: questo il tema dell’incontro organizzato congiuntamente dal CESE e dal Consiglio economico e sociale (CES) del Lussemburgo il 15 luglio scorso a Bruxelles. A condurre il dibattito il segretario generale del CESE Patrick Venturini, la sua omologa del CES Marianne Nati-Stoffel e il vicepresidente del CES Raymond Hencks. europeo al CESE nel marzo 2004, di individuare le modalità per perfezionare l’attuazione della strategia di Lisbona. L’incontro rientra tra i preparativi effettuati dai due organi a seguito della richiesta, rivolta dal Consiglio Su CESE Info di ottobre sarà disponibile un breve resoconto dell’audizione. IN QUESTO NUMERO • Riunione straordinaria del III gruppo a Budapest • Intervista con Gilbert Broß, consigliere del CESE (membro del III gruppo e relatore del parere sullo sviluppo rurale) • I principali pareri adottati nel corso della sessione plenaria di luglio WWW.ESC.EU.INT In questa ottica, il CESE ha organizzato il 9 e 10 settembre un’audizione a cui hanno partecipato i CES e le organizzazioni socioprofessionali dell’Unione europea. DA SEGNALARE pagina 2 pagina 2 pagina 3 • dal 21 settembre al 3 ottobre: visita di una delegazione della CCMI al Comitato economico e sociale cinese • 29 settembre: incontro tra, da un lato, il CESE e il Foro consultivo económico-social del Mercosur e, dall’altro, i negoziatori europei (mattina); incontro bilaterale CESE/FCES (pomeriggio) CESE-INFO/Settembre 2004/ Confermata la candidatura di Anne-Marie Sigmund alla presidenza del CESE Anne-Marie Sigmund, attuale presidente del III gruppo, e Roger Briesch, attuale presidente del CESE, con il ministro ungherese Péter Kiss In occasione della riunione straordinaria tenutasi a Budapest il 9 luglio scorso, il III gruppo «Attività diverse» ha approvato in via ufficiale la candidatura alla presidenza del CESE della sua presidente AnneMarie Sigmund (responsabile degli Affari europei in seno al Comitato federale austriaco delle professioni liberali). Le elezioni si terranno nella plenaria di ottobre. Nel suo intervento, Kiss ha voluto sottolineare le reazioni estremamente positive degli ambienti politici e della società in generale all’adesione dell’Ungheria all’Unione europea. Ha posto poi l’accento sull’importante ruolo svolto dal CESE, e in special modo dal III gruppo, nell’aiutare i nuovi Stati membri a fornire un contributo maggiormente attivo al dialogo civile e nel promuovere la democrazia partecipativa. L’attuale presidente del CESE Briesch ha assistito alla riunione, a cui è intervenuto il segretario di Stato presso il primo ministro ungherese Péter Kiss ed hanno assistito alcuni rappresentanti della società civile organizzata ungherese. Kiss ha poi approfittato dell’occasione per annunciare che il governo ungherese è attualmente impegnato nella creazione di un consiglio economico e sociale, la cui sessione inaugurale dovrebbe tenersi al principio di agosto. Per una politica che risponda alle aspettative dei cittadini europei Da Venezia a Budapest via Siviglia Intervista con Gilbert Broß, membro del CESE (III gruppo, Attività diverse, rappresentante delle camere dell’agricoltura francesi) Gilbert Broß (III gruppo, Attività diverse, Francia) CESE Info: Lei ha elaborato un parere dal titolo «Il 2º pilastro della PAC: le prospettive di adattamento della politica di sviluppo delle zone rurali (il seguito della conferenza di Salisburgo)». Cos’è il 2º pilastro della PAC? GB: Come lei saprà, con la riforma del 1992 la Commissione europea aveva soppresso una parte degli aiuti destinati agli agricoltori, privilegiando, invece, gli aiuti allo sviluppo rurale. Partendo dalla constatazione che il numero di agricoltori era diminuito, aveva infatti pensato che questi non avrebbero più tanto contato sulla produzione agricola e sugli aiuti come fonte di sussistenza, mentre avrebbero dovuto sviluppare un certo numero di attività in ambiente rurale. Il 2° pilastro ha per l’appunto voluto riequilibrare il bilancio europeo a favore dello sviluppo rurale in Europa. CESE Info: Nel titolo del parere si menziona la conferenza di Salisburgo. Quali con esattezza le decisioni prese nella città austriaca? GB: Nel novembre 2003, a Salisburgo si è tenuta una conferenza per fare il punto sui risultati raggiunti in termini di sviluppo rurale e su quanto ancora restava da fare per il periodo 2007-2013. Il parere illustra la posizione del CESE riguardo a questo secondo aspetto. CESE Info: Perché è stata scelta la formula del parere d’iniziativa? Quale istituzione si vuole in questo caso sensibilizzare? Il Consiglio, il Parlamento o la Commissione? GB: L’intenzione è quella di sensibilizzare la Commissione sulla scia della conferenza di Salisburgo, nel corso della quale è emersa una serie di elementi non sempre troppo coerenti tra loro. Prendo come esempio la ripartizione tra le competenze del Fondo rurale e quelle del Fondo di coesione e della politica regionale. Il Fondo rurale deve fungere di preferenza da 2° pilastro della PAC, mantenersi cioè relativamente agricolo, pur dovendo di tanto in tanto aprirsi ad altri attori delle zone rurali; la politica di coesione, invece, deve conservare le zone rurali tra le sue priorità in modo da finanziare le infrastrutture rurali, la creazione di posti di lavoro a livello industriale e di servizi a vantaggio della popolazione delle zone rurali, con particolare attenzione per anziani e bambini. Ciò non significa però affidare l’onere dello sviluppo delle zone rurali solo e soltanto al Fondo rurale. Ecco perché è importante un parere d’iniziativa. In secondo luogo, di fronte all’aumento del numero di commissari europei come conseguenza dell’ampliamento dell’Unione, era essenziale affermare la necessità — e in questo il CESE era unanime — di incaricare un solo commissario della gestione del 1º e del 2º pilastro della PAC; infatti, per avanzare in condizioni di equilibrio — che è poi l’obiettivo della Commissione e del Consiglio — bisogna camminare muovendo i due piedi, in questo caso il 1º e il 2º pilastro. Se i due pilastri vengono assegnati a due commissari o direzioni generali diverse, ben presto emergeranno delle incoerenze e i due piedi non si muoveranno al medesimo ritmo, ma con un’andatura claudicante. CESE Info: Nel parere lei parla di «zone grigie» tra la futura politica regionale e la futura politica di sviluppo rurale. Potrebbe essere più esplicito, a beneficio dei nostri lettori? GB: È quanto avviene attualmente e mi auguro che nel 2007 tutto ciò sarà solo un ricordo. Attualmente, dicevo, alcune attività possono essere finanziate sia dal Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG) sia dal Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR). Ci auguriamo che in futuro le cose saranno molto più chiare, e cioè che il FEAOG finanzierà le attività agricole, mentre il FEASR si occuperà di operazioni di ben più ampio respiro, soprattutto infrastrutturali. Finora i lavori di abbellimento di un paese o di risanamento di una zona rurale potevano essere finanziati dal FEAOG o dal FEASR. Riteniamo che tutto quanto riguarda le infrastrutture e i servizi sociali a favore della popolazione debba di preferenza rientrare tra le competenze del FEASR, mentre quanto interessa in via diretta l’attività economica agricola o ruota intorno ad essa debba essere finanziato dal FEAOG. L’esistenza di una zona grigia fa sì che più nessuno controlli nulla, più nessuno abbia le idee chiare e questo non va; è nostro dovere, infatti, utilizzare correttamente i fondi europei e sapere esattamente a cosa devono servire. A mio parere, è questa la responsabilità primaria della Commissione, che è poi quanto ripetiamo nel parere: attenzione, bisogna eliminare le zone grigie; altrimenti più nessuno riuscirà a vederci chiaro. CESE Info: Nel parere si chiede di assegnare una dotazione finanziaria adeguata alla politica di sviluppo rurale. Come i nostri lettori sanno, all’agricoltura è già destinata una grossa fetta (Continua a pagina 3) Juan Mendoza (II gruppo, Lavoratori, Spagna) e Victor Hugo Sequeira (presidente della sezione INT — II gruppo, Lavoratori, Portogallo) in occasione della riunione di Siviglia dell’aprile scorso L’Ungheria, in stretta collaborazione con la Commissione europea e le organizzazioni che rappresentano il turismo europeo, organizzerà a Budapest, il 15 e 16 ottobre prossimo, il forum europeo del turismo. Sono attesi circa 500 partecipanti. Questo terzo incontro offrirà agli operatori del settore e a tutti gli interessati — industria del turismo, società civile, organi e istituzioni internazionali, nazionali, regionali e locali — la possibilità di fare il punto sulle sfide da affrontare. Il CESE sarà rappresentato da Patrizio Pesci (I gruppo, Datori di lavoro, Italia) e Juan Mendoza (II gruppo, Lavoratori, Spagna). Pesci affronterà la questione della formazione e dell’occupazione nel settore turistico mentre Mendoza interverrà alla sessione di chiusura. Questi i principali temi all’ordine del giorno: il mercato interno dei servizi nell’Unione a 25, l’occupazione e la formazione nell’industria del turismo e le nuove tendenze. Avviso ai lettori: In occasione del forum, verrà distribuito un opuscolo con il parere del CESE dal titolo «La politica del turismo e la cooperazione tra il settore pubblico e quello privato», che trae ispirazione dalle conclusioni raggiunte nell’audizione pubblica di Siviglia dell’aprile scorso. CESE-INFO/Settembre 2004/ (Continua da pagina 2) del bilancio comunitario. Ciò significa, allora, che vanno ancora aumentati i finanziamenti o basta invece una migliore gestione del bilancio? GB: L’agricoltura non ha necessariamente bisogno di altri finanziamenti. L’agricoltura costa molto cara perché, già da tempo, è l’unica politica europea perfettamente integrata. Oggigiorno, invece, è bene sviluppare altre politiche, a cui va necessariamente destinata una parte delle risorse. Vorrei comunque ricordare che il bilancio comunitario rappresenta meno dell’1 % del PIL dei paesi dell’Unione. Con un bilancio così esiguo è impossibile finanziare tutte le politiche. La Commissione propone di portarlo all’1,24 % del PIL, che a noi pare il minimo. Se anche raggiungeremo questo livello, disporremo di risorse appena sufficienti per la politica di sviluppo regionale e di coesione, mentre per la politica di sviluppo rurale la dotazione resterà invariata. CESE Info: Il massimale di 1,24 % è sufficiente? GB: Certamente. CESE Info: Ed è abbastanza? GB: È appena sufficiente; eppure qualche Stato membro già lo giudica eccessivo. I bilanci degli Stati membri attraversano, senza alcuna esclusione, un periodo difficile — questo lo sanno tutti — ma, se si vuole costruire l’Europa, bisogna pure che gli Stati si dotino La coesistenza tra colture geneticamente modificate, convenzionali e biologiche Bernd Voß Al momento attuale, nell’Unione europea non si rileva la presenza, se non sporadica, di colture OGM. Con la fine della moratoria, però, la situazione potrebbe cambiare. Le questioni relative alle condizioni che consentono di garantire la coesistenza tra colture diverse — e, in sostanza, tra metodi di coltivazione diversi — non sono state ancora disciplinate sul piano giuridico. Spetta esclusivamente ai 25 Stati membri dell’Unione regolamentare tale coesistenza, fissando le disposizioni in materia di responsabilità e di buone prassi professionali. Né il CESE, né il Parlamento europeo sono stati consultati in merito alla purezza delle sementi, un aspetto fondamentale per la coesistenza. La regolamentazione di tale aspetto compete alla Commissione, al Consiglio e al comitato permanente istituito nel quadro della procedura di comitatologia. Con il suo parere d’iniziativa, il CESE non intende avviare un nuovo dibattito di fondo sui pro e i contro degli OGM, né riaprire il confronto sui rischi che questi comportano. Preferisce infatti affrontare gli aspetti pratici che interessano le parti socioeconomiche in Europa, vale a dire: — come può funzionare la coesistenza, — quali costi comporta l’autorizzazione a praticare un doppio metodo di coltivazione, — chi deve sostenere tali costi, — a quale legislatore o operatore economico spetta gestire questi aspetti. Gli operatori economici intervenuti all’audizione organizzata dalla sezione NAT il 5 luglio scorso hanno illustrato una serie di iniziative adottate dai diretti interessati per garantire la purezza della loro produzione e il rispetto dei valori soglia. Dall’audizione è tuttavia emersa lampante la mancanza di conoscenze scientifiche approfondite e solide. dei mezzi necessari. Non si può dire all’Europa di assumersi tutta una serie di compiti senza fornirle le risorse per farlo. È a questo punto che bisogna fare le cose seriamente e, tra gli interessi degli Stati e quelli dell’Europa, fornire a quest’ultima un minimo di risorse finanziarie per poter gestire le sue politiche. La politica di coesione è assolutamente fondamentale: l’Europa, infatti, non esiste senza una buona coesione economica e sociale su tutto il territorio comunitario, ed è soprattutto per questo che si rendono necessarie maggiori risorse. Quanto al 2º pilastro della PAC, la Commissione mira semplicemente a mantenere, dopo l’ampliamento, le risorse ai livelli attuali. CESE Info: Come può l’iniziativa comunitaria per lo sviluppo rurale (Leader) favorire lo sviluppo delle regioni rurali? GB: L’iniziativa Leader presenta un certo interesse in quanto ha permesso di mettere in rete operatori di diversi paesi interessati da tematiche comuni. Ha consentito inoltre di introdurre alcune innovazioni nei metodi o nelle azioni di sviluppo rurale. L’iniziativa merita sì di proseguire, ma deve concentrarsi più che in passato sull’innovazione. Quando si vogliono sviluppare le zone rurali, bisogna infatti saper innovare e non è certo con gli strumenti usuali che ci si può riuscire, altrimenti lo si sarebbe già fatto. L’iniziativa deve pertanto proseguire, focalizzandosi però sull’innovazione perché proprio di questa si ha bisogno per trovare nuove vie di sviluppo nelle zone più difficili e arretrate del territorio comunitario, specie all’indomani dell’adesione di dieci nuovi paesi. CESE Info: Gli aiuti devono essere destinati ai soli produttori agricoli? GB: Gli aiuti allo sviluppo rurale non devono limitarsi agli agricoltori; mi riferisco in particolare al Fondo di coesione che va pertanto dotato di risorse sufficienti. CESE Info: I suoi commenti, per finire? GB: Direi che abbiamo detto praticamente tutto. L’importante è che, tramite il 2º pilastro della PAC, l’Europa si doti dei mezzi per costruire un’agricoltura all’altezza delle aspettative dei cittadini in termini tanto di qualità dei prodotti e dell’ambiente quanto di conservazione dei paesaggi e di benessere degli animali; esiste tutta una serie di sfide a cui, dopo la riforma della PAC del giugno 2003, non si potrà più far fronte limitandosi a coltivare prodotti da vendere al mercato, perché il mercato è sempre meno redditizio e gli aiuti diretti all’agricoltura sempre più limitati. Tramite il Fondo rurale bisognerà pertanto dotarsi dei mezzi necessari per rispondere alle aspettative dei cittadini. Io credo che gli agricoltori europei siano pronti a cogliere queste sfide, come del resto sperano ardentemente i cittadini europei. Ed è questo il punto cruciale della discussione sul 2º pilastro della PAC, mentre il dibattito sullo sviluppo rurale è incentrato in parte sul 2º pilastro e in parte sui fondi di coesione, che devono disporre di una dotazione sufficiente. Sessione plenaria di luglio Il CESE adotta pareri su temi molteplici, quali i negoziati di adesione con la Turchia, la fusione nucleare, l’orario di lavoro e lo sviluppo rurale La sessione plenaria di luglio del CESE è stata ricca di temi diversi; segue ora un breve riepilogo dei principali pareri adottati. Apertura dei negoziati di adesione con la Turchia Relatore: Thomas Etty (II gruppo, Lavoratori, Paesi Bassi) Il processo di riforma della Turchia ha ottenuto negli ultimi due o tre anni risultati impressionanti. Se, fino a fine anno, continueranno a registrarsi progressi credibili tanto da poter considerare ormai varcato il «punto di non ritorno», l’Unione europea potrebbe decidere di aprire i negoziati ufficiali di adesione con il governo turco. Da molti decenni ormai, la Turchia ha infatti dimostrato di aver scelto inequivocabilmente di volgersi verso l’Europa. Se la Turchia avrà attuato le riforme fondamentali in misura sufficiente (se, in altri termini, si può ammettere che sul cammino delle riforme è stato varcato il punto di non ritorno) si dovrà adottare una decisione favorevole all’apertura dei negoziati di adesione di tale paese all’UE. Il CESE tiene a sottolineare che, prima di una possibile apertura dei negoziati, la Turchia dovrebbe soddisfare i medesimi criteri politici degli altri paesi candidati e che i progressi da essa compiuti nel campo delle riforme dovrebbero essere valutati con lo stesso metro applicato agli altri candidati. Fusione nucleare (parere d’iniziativa) Relatore: Gerd Wolf (III gruppo, Attività diverse, Germania) A lungo termine, l’uso pacifico dell’energia di fusione possiede il potenziale necessario per contribuire ampiamente a risolvere in maniera duratura la questione dell’approvvigionamento energetico all’insegna della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e della competitività. Il CESE, oltre a pronunciarsi a favore di una promozione più convinta del programma di ricerca e sviluppo in materia di fusione nucleare, condivide la volontà espressa dalla Commissione di preparare l’Europa sul piano strategico perché questa possa occupare una posizione di forza nella fase di sfruttamento commerciale di tale forma di energia. Riesame della direttiva 93/104/CE su taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro (comunicazione) Relatore: Erik Hahr (I gruppo, Datori di lavoro, Svezia) Il parere del CESE si fonda sulla direttiva 93/104/CE (successivamente modificata) che prevede prescrizioni minime in materia di organizzazione dell’orario di lavoro volte a garantire un miglior livello di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori. Il CESE: — giudica inadeguato il metodo di consultazione utilizzato dalla Commissione. Trattandosi infatti di una materia oggetto, a livello nazionale, di contrattazione collettiva, la Commissione avrebbe dovuto consultare le parti sociali prima di avviare la procedura di consultazione con le istituzioni europee, il CESE e il CdR, — considera necessaria un’analisi più approfondita delle modalità con cui la direttiva è stata recepita nella legislazione degli Stati membri e dell’impatto da essa esercitato, — ritiene che le attuali disposizioni offrano alle parti sociali la flessibilità necessaria per poter adattare gli orari di lavoro alle diverse realtà nazionali, dal momento che, in virtù dei contratti collettivi, in numerosi Stati membri un periodo di riferimento di dodici mesi è già in applicazione, — rileva che le decisioni della Corte di giustizia in merito all’interpretazione del concetto di «orario di lavoro» possono provocare un certo numero di problemi, ma, nella situazione attuale, preferisce non schierarsi per l’una o l’altra delle soluzioni proposte dalla Commissione, — in questa fase non intende pronunciarsi sul diritto di deroga, il cosiddetto «opt-out», pur nutrendo alcune riserve; per poter prendere una posizione andrebbe, infatti, effettuata un’analisi più approfondita della situazione, con la partecipazione delle parti sociali, — attira l’attenzione sulle particolari difficoltà dei genitori che tentano di conciliare vita professionale e responsabilità familiari. Lo sviluppo rurale: il seguito della conferenza di Salisburgo (parere d’iniziativa) Relatore generale: Gilbert Broß (III gruppo, Attività diverse, Francia) — Leggere l’intervista con il relatore a pag. 2. (Continua a pagina 4) CESE-INFO/Settembre 2004/ La tavola rotonda UE-India si incontra nel Kashmir Il presidente Briesch in visita all’OIL La tavola rotonda UE-India ha tenuto una riunione sotto la presidenza congiunta del presidente del CESE Roger Briesch e di NN Vohra, interlocutore per il governo indiano nello Stato dello Jammu e Kashmir, a Srinagar (Kashmir) dal 17 al 20 giugno 2004. Il 14 giugno scorso il presidente del CESE Briesch ha avuto un colloquio, a Ginevra, con il direttore generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) Somavia, nel corso del quale è stato deciso congiuntamente di rafforzare la cooperazione tra OIL e CESE specie nel caso delle operazioni condotte dalle due istituzioni nei paesi in via di sviluppo. A margine della riunione, la tavola rotonda ha incontrato il governatore dello Stato S.K. Sinha e il primo ministro Mufti Mohammed Sayeed. Numerosi, inoltre, i contatti con i rappresentanti della società civile locale. La tavola rotonda ha adottato alcune raccomandazioni sulla cooperazione UE-India nel settore del turismo. A suo avviso, il turismo può fornire un contributo immediato allo sviluppo economico e sociale, all’occupazione e alla comprensione reciproca. La tavola rotonda ha insistito sull’importanza di promuovere un turismo sostenibile dal volto umano; ha inoltre sottolineato che occorre, da un lato, incoraggiare forme di partenariato tra enti pubblici, settore privato e investitori internazionali per realizzare progetti infrastrutturali e, dall’altro, coinvolgere a pieno titolo la società civile organizzata nella cooperazione UE-India in materia di turismo. Relatore: Antonello Pezzini (I gruppo, Datori di lavoro, Italia) Il CESE intende elaborare un parere sulla dimensione sociale della globalizzazione in risposta alla relazione sullo stesso tema presentata di recente dalla commissione mondiale dell’OIL. Il presidente Briesch ha sottolineato che il documento della commissione mondiale è stato molto apprezzato e che il CESE organizzerà un convegno per illustrare le attività dell’OIL. Briesch è inoltre intervenuto alla seduta plenaria della conferenza internazionale dell’OIL, dove ha colto l’occasione per ribadire il ruolo del CESE in seno all’Unione europea quale rappresentante istituzionale della società civile organizzata europea e ha posto l’accento sul lavoro da questi svolto a favore della strategia di Lisbona. Briesch ha infine sottolineato gli sforzi compiuti dal CESE per una governance a livello mondiale, adottando in particolare una serie di iniziative a favore della democratizzazione delle istituzioni internazionali e la promozione della democrazia partecipativa nei paesi con i quali il CESE intrattiene contatti. Roger Briesch in visita al consiglio di sviluppo economico e sociale del Brasile Il 5 e 6 agosto scorsi Roger Briesch, presidente del CESE, si è recato in Brasile per assistere ad un dibattito sul tema «Il dialogo sociale quale motore di sviluppo», organizzato dal Consiglio di sviluppo economico e sociale del Brasile (Conselho de Desenvolvimento Económico e Social). Questa visita fa seguito ad un invito ufficiale del ministro Jacques Wagner, presidente del CSES, con il quale il CESE intrattiene rapporti di proficua cooperazione. Il Consiglio di sviluppo economico e sociale costituisce una colonna portante del pacchetto di riforme lanciato nel gennaio 2003 dall’allora entrante governo brasiliano, presieduto da Luis Inacio Lula da Silva. Adesso pienamente operativo, il CSES rappre- EVENTI FUTURI Le altre sessioni plenarie del 2004 27-28 ottobre, 15-16 dicembre Riunioni del gruppo Comunicazione del CESE 21 ottobre, 2 dicembre (Continua da pagina 3) Il futuro del settore tessile e dell’abbigliamento nell’Unione allargata (comunicazione) Jacques Wagner, presidente del Conselho de Desenvolvimento Económico e Social e Roger Briesch, presidente del Comitato economico e sociale europeo senta la società civile organizzata brasiliana e fornisce un contributo determinante alla messa a punto delle politiche del governo del paese. Nel luglio 2003 il Comitato economico e sociale europeo (CESE) e il Consiglio di sviluppo economico e sociale del Brasile (CSES) hanno siglato un protocollo d’accordo per la cooperazione: tale protocollo getta le basi per il rafforzamento della cooperazione tra le due istituzioni e mira a promuovere iniziative concrete che favoriscano lo sviluppo di strumenti democratici e consultivi della società civile nelle rispettive sfere geografiche (Unione europea e Mercosur). Per gli imprenditori, i lavoratori e i decisori politici dell’Unione europea ai vari livelli occorrerebbe una visione partecipata e condivisa a medio-lungo termine del futuro del tessile e dell’abbigliamento per mantenere questo settore competitivo e avanzato. Agli occhi dei numerosi imprenditori europei del settore appare ingiusta e punitiva la realtà che spesso li costringe a soccombere, in un confronto combattuto a volte su un piano che prescinde dalla lealtà, dalle capacità imprenditoriali e dal rispetto dei diritti dell’uomo nel lavoro. Il rispetto dei diritti fondamentali del lavoro va associato a meccanismi concreti di controllo e di ricorso riconosciuti dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). L’Unione deve intensificare gli sforzi affinché i principi dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), volti a tutelare i lavoratori, diventino il punto di riferimento per l’OMC. Le trasformazioni industriali e la coesione economica, sociale e territoriale (parere d’iniziativa) Relatore: José Custodio Leirião (III gruppo, Attività diverse, Portogallo) Per il successo della politica di coesione economica, sociale e territoriale, il CESE ritiene indispensabile un maggiore e migliore coordinamento nell’applicazione delle politiche di sviluppo esistenti nell’Unione europea. A parere del CESE, il continuo deteriorarsi della competitività dell’Europa rispetto agli Stati Uniti deriva dall’assenza dell’obbligo per gli Stati membri di rispettare i termini in sede di implementazione delle strategie e degli strumenti di base dell’Unione (strategia di Lisbona, riforme strutturali e sviluppo sostenibile). Il CESE ritiene necessario creare un equilibrio tra aspetti economici e aspetti sociali, e adottare una gestione delle trasformazioni industriali con una duplice finalità: da un lato, garantire e promuovere obiettivi sociali globali (formazione, occupazione, opportunità e protezione sociale) e, dall’altro, assicurare la sostenibilità delle imprese attraverso apposite politiche di sostegno che garantiscano la ristrutturazione e il consolidamento come condizione della loro sopravvivenza e di una maggiore competitività, attraverso azioni integrate e complementari che coinvolgano i principali attori, ovverossia lo Stato ai diversi livelli (centrale, regionale e locale) e le imprese. Le aree metropolitane europee: implicazioni socioeconomiche per il futuro dell’Unione (parere d’iniziativa) Relatore: Joost Van Iersel (I gruppo, Datori di lavoro, Paesi Bassi) Il CESE auspica che il tema dello sviluppo economico, sociale e ambientale delle metropoli europee venga iscritto stabilmente nel programma di lavoro comunitario. Il CESE fa presente in particolare il nesso diretto che intercorre tra il ruolo delle metropoli europee e la strategia di Lisbona: per conseguire gli obiettivi di Lisbona, infatti, è determinante il modo in cui questi trovano realizzazione nelle aree metropolitane. Le attività in questo settore risulterebbero notevolmente agevolate se, con cadenza annuale, venissero raccolti dati più affidabili e più abbondanti sulle aree metropolitane. Il CESE raccomanda pertanto la creazione, in seno a Eurostat, di un servizio «aree metropolitane» incaricato di produrre i dati testé citati. Il programma di ricerca Galileo Redattore capo • Vasco de Oliveira Redattore aggiunto • Tristan Macdonald Indirizzo • Comitato economico e sociale europeo Rue Belliard, 99, Bruxelles, B-1040, Belgio Tel. (32-2) 546 93 96 o 546 93 93 Fax (32-2) 546 97 64 E-mail: [email protected] Internet: http://www.esc.eu.int CESE Info è disponibile in formato PDF sulla pagina web del CESE: http://www.esc.eu.int/pages/fr/docs/CESInfo_f.htm CESE-Info può essere ottenuto gratuitamente e in forma elettronica presso l’unità Stampa del CESE, disponibile in 11 lingue. Viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE. CESE Info non può essere considerato come un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. Per un tale resoconto si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE. La riproduzione — con citazione della fonte — è autorizzata (a condizione di inviare una copia alla redazione). Tiratura: 23 839 copie. Il prossimo numero uscirà nell’ottobre 2004. Relatore: Stéphane Buffetaut (I gruppo, Datori di lavoro, Francia) Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale Relatore: Paulo Barros Vale (I gruppo, Datori di lavoro, Portogallo) La convenzione internazionale sui diritti dei lavoratori migranti (parere d’iniziativa) Relatore: Luis Miguel Pariza Castaños (II gruppo, Lavoratori, Spagna) Definire il futuro della cantieristica europea (LeaderSHIP 2015) Relatore: Joost van Iersel (I gruppo, Datori di lavoro, Paesi Bassi) QE-AA-04-007-IT-C CESE-INFO/Settembre 2004/