S T O R I A D I C OP ERTI N A L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE NELL’UTILIZZO DEI MEZZI DA DEMOLIZIONE CRESCITA PROFESSIONALE, SICUREZZA E SPECIALIZZAZIONE SONO I PRINCIPALI CONTENUTI DELL’INNOVATIVO PERCORSO DI FORMAZIONE PROPOSTO DA NAD di Massimo Viarenghi G li escavatori a braccio alto sono un’evoluzione degli escavatori cingolati da scavo e sono l’elemento distintivo dei più svariati lavori di demolizione. Lavorare con parametri operativi sensibilmente diversi rispetto allo scavo e movimento terra, raggiungere altezze di demolizione sempre più elevate è stata un’esigenza imprescindibile delle imprese del settore delle demolizioni che ha stimolato i costruttori di macchine alla realizzazione di escavatori che oggi possono demolire con precisione chirurgica edifici di 50 m di altezza, per intendersi quasi 20 piani. Se è vero che dentro ogni macchina c’è sempre un uomo che la manovra, allora la specializzazione e la formazione degli operatori che sono demandati all’utilizzo questi giganti delle demolizioni, deve essere l’obiettivo primario di ogni impresa che opera nel settore delle demolizioni. La NAD, Associazione Nazionale Demolitori Italiani, per prima in Italia ha attivato un apposito percorso di formazione che partendo dalla formazione per escavatori a braccio standard vuole arrivare all'obiettivo della qualifica per l’utilizzo dei bracci alti aperto a tutti gli operatori delle aziende associate; un corso che si sviluppa a partire della scelta della macchina più idonea per eseguire un lavoro, 8 Anno 6 - Numero 22 alle tecniche operative, fino alla manutenzione programmata, fondato sul bagaglio di esperienze acquisite in decenni di lavori dai big delle demolizioni. Ce ne parla l’ing. Ivan Poroli, Coordinatore della Commissione Tecnica dell'associazione, che ha fortemente creduto e contribuito alla nascita di questi corsi, il cui obiettivo principale è la sicurezza operativa in lavorazioni dove il fattore umano gioca un ruolo fondamentale. Come questo progetto formativo si inserisce all’interno della mission NAD? NAD ha sempre avuto come mission quella di supportare e favorire la crescita professionale delle imprese operanti nel settore della demolizione ed in particolare delle proprie aziende associate. La sicurezza sul lavoro, bene primario e imprescindibile in una società etica e moderna, principale fattore qualificante delle nostre imprese, è ovviamente un aspetto che NAD ha sempre cercato di sviluppare. Partendo dall’adempimento normativo legato agli artt. 36 e 37 del D.Lgs. 81/08 e del conseguente accordo della Conferenza Stato Regioni del 22 febbraio 2012, sulla formazione e l’addestramento per l’uso delle macchine e attrezzature di lavoro per cui è necessaria una specifica abilitazione, NAD ha deciso di dare il proprio apporto qualificato. La formazione è reputata da NAD il veicolo primario per diffondere cultura e professionalità nella demolizione. Gli addetti operatori di macchine, sono considerati uno dei pilastri su cui si fonda la professionalità e la competitività delle nostre aziende. NAD in questo caso si è candidata per essere motore del circolo virtuoso che lega azienda e dipendente anche attraverso il coinvolgimento e la formazione; tutto questo Ing. Ivan Poroli, Coordinatore della Commissione Tecnica NAD rientra appieno negli scopi che da sempre ci siamo riproposti di perseguire. Il corso base in cosa si differenzia rispetto all’offerta formativa già esistente sul mercato? Una delle prime domande che ci siamo posti durante lo sviluppo di questo progetto rientra proprio nella sfera dell’offerta formativa che NAD propone. Il nostro progetto ha origini già nel 2011, prima dell’emanazione dell’accordo stato regioni, sulla spinta anche di una richiesta di mercato delle aziende di demolizione volta ad avere una formazione maggiormente “customizzata” e specifica per le attività legate alla demolizione civile e industriale. Basti pensare infatti alla sostanziale differenza tra l’uso di un escavatore per effettuare attività di scavo e movimento terra e l’uso di un escavatore per attività di demolizione. Durante lo scavo e movimento terra l’escavatore passa l’80% del tempo operativo con il braccio e l’utensile che si trovano a livello del terreno o al di sotto di tale livello. In demolizione invece l’escavatore si trova per la maggior parte del tempo con il braccio a quote ben superiori a quelle del livello del terreno con ovvie ripercussioni sulla gestione della stabilità della macchina. Non parliamo poi delle sempre più marcate differenze costruttive tra escavatori da movimento terra e demolizione che giocoforza si riflettono anche sulla necessità dell’operatore di avere conoscenze specifiche sulla macchina che andrà ad utilizzare. Raccogliendo queste osservazioni, nate negli incontri mensili della Commissione Tecnica NAD che si svolgono presso la nostra sede a Milano, ci siamo chiesti come la nostra associazione possa offrire qualche qualcosa in più rispetto all’offerta di formazione base che è stata formalizzata nei contenuti dell’accordo con la Conferenza Stato Regioni del 22 Febbraio 2012. Quindi partendo dall’ottemperare quelli che sono i contenuti minimi del corso e che devono ovviamente essere rispettati per legge, abbiamo aggiunto nel nostro progetto formativo elementi sia teorici che pratici indirizzati nello specifico al mondo della demolizione. Nella parte teorica analizziamo le differenze costruttive tra un escavatore da demolizione e uno da scavo/movimento terra, le differenze a livello di manutenzione, di gestione degli accessori e, molto importante, la diversa gestione/segnalazione/perimetrazione tra un’area di demolizione e una di scavo. Anche nell’esecuzione della prova pratica abbiamo voluto aggiungere qualcosa di nostro, prevedendo l’esecuzione delle prove direttamente nei cantieri delle nostre aziende. È stato uno sforzo notevole, basti pensare alla logistica per la variabilità del territorio ove sono dislocati i cantieri, all’applicazione da parte delle ditte dei protocolli formativi per garantire in cantiere le macchine e le attrezzature necessarie ad eseguire compiutamente la prova pratica e infine ai rapporti con le Committenti e con i Coordinatori della Sicurezza che, devo dire però, alla fine hanno gradito la presenza di un “esaminatore” in cantiere che valutava la professionalità degli operatori delle ditte appaltatrici. I nostri sforzi sono stati anche ampiamente ripagati dai feedback degli operatori e dei datori di lavoro che hanno accettato di buon grado la formazione ed hanno ritenuto i corsi, sia per contenuti che per modalità di effettuazione, interessanti e confacenti alla loro reale attività. Chi partecipa ai corsi, quanti ne avete fatti e quanti sono in programma? Al momento la partecipazione ai corsi è riservata agli operatori di macchine movimento terra (escavatori con bracci standard) di aziende iscritte a NAD. Abbiamo realizzato un primo corso pilota, per la messa a punto e la validazione del progetto formativo, che si è svolto a cavallo tra il 2011 e il 2012 in cui abbiamo formato una quindicina di addetti. Successivamente abbiamo effettuato altri 2 corsi in cui abbiamo formato in totale circa 25 addetti. Prevediamo di programmare entro la fine del 2013 almeno altre 4 sessioni formative che ci permetteranno di formare ancora circa una cinquantina di operatori. Naturalmente la cadenza dei corsi è in funzione della domanda formativa che, a sua volta, risente del mercato che, come sappiamo, purtroppo oggi è molto debole; la congiuntura economica spinge le aziende a ridurre il personale e quindi il numero degli operatori a cui è destinata la nostra azione formativa. Speriamo come tutti in un risveglio della domanda nella seconda metà del 2013 con anche qualche significativo incremento di occupazione nel settore delle demolizioni. Che tipo di riscontro avete ricevuto da chi vi ha partecipato? Come ho detto prima i feedback che abbiamo ricevuto sono stati molto positivi sia da parte dei datori di lavoro che da parte degli operatori. In particolare i datori di lavoro hanno apprezzato la flessibilità nell’organizzazione dei corsi che sono stati effettuati sia nella sede NAD di Milano che direttamente nelle sedi delle aziende iscritte in funzione della dislocazione sul territorio nazionale delle stesse e del numero di partecipanti iscritti. Gli operatori hanno confermato la validità e la contestualizzazione del corso attraverso i risultati delle prove di apprendimento che sono state effettuate sia in ingresso che in uscita al corso. Gli stessi operatori intervistati sull’efficacia dell’azione formativa, in particolare durante lo svolgimento del corso pilota, hanno apprezzato soprattutto il fatto che sono state trattate 9 S T O R I A D I C OP ERTI N A tematiche realmente affini allo loro mansione approfondendo aspetti tecnici e teorici relativi alla demolizione che fino ad oggi venivano scarsamente affrontati nell’offerta formativa standard, per non parlare della scarsa disponibilità di materiale didattico su cui lavorare. Proprio per ovviare a questo oltre alla distribuzione ai corsisti delle slides proiettate nel corso stiamo completando un opuscolo a supporto contenente una serie di azioni da fare e da non fare in cantiere (in stile anglosassone do - don’t) supportato da una parte grafica rilevante che identifica un personaggio a fumetti che accompagnerà in futuro tutte le pubblicazioni didattiche di NAD. Qual è il mercato dei bracci alti in Italia dal punto di vista operativo? Innanzi tutto è da rilevare il grande impulso tecnologico nello sviluppo di queste macchine e delle relative attrezzature, oggi, anche grazie alle ditte associate NAD che sono state pioneristiche nel collaborare con i costruttori, l’escavatore da demolizione a braccio alto è 10 una tipologia di macchina finalmente matura e pienamente inserita in un mercato specifico. In Italia il mercato dei bracci alti risente ovviamente del clima di profonda crisi in cui è immerso tutto il settore dell’edilizia. La domanda è in forte stagnazione, si iniziano a vedere sul mercato dell’usato numerose macchine anche di recente costruzione che vengono vendute dalle aziende in difficoltà. Questo fenomeno, monitorato da NAD, desta una certa preoccupazione anche per i riflessi sulla sicurezza che un mercato dell’usato dei bracci alti può determinare. L’acquisto di macchine del genere, che fino ad ora è stato prevalentemente effettuato attraverso i canali ufficiali dei commercianti e dei distributori, è infatti più controllato e soprattutto i rivenditori ufficiali offrono sempre agli acquirenti, un supporto formativo per operatori che magari, in alcuni casi, si cimentano per la prima volta nell’utilizzo di macchine di questo tipo o hanno semplicemente aumentato la “taglia” della macchina a disposizione. La compravendita di unità usate da azienda ad azienda invece non è praticamente mai accompagnata da un supporto formativo per il personale che andrà ad utilizzare la macchina a braccio alto, a maggior ragione se tale prassi avviene tra aziende di scarsa esperienza senza personale adeguatamente formato, questo può avere evidenti e tragiche ripercussioni sulla sicurezza. Anche per i datori di lavoro più attenti alla sicurezza la disponibilità sul mercato di corsi di formazione per macchine a braccio alto è praticamente nulla determinando ovvie lacune formative soprattutto per operatori con scarsa esperienza pregressa. Il secondo livello sarà proprio dedicato all’utilizzo dei bracci alti, come verrà strutturato? Ce ne sono altri nel mondo? NAD ha sempre avuto come obiettivo la formazione degli operatori per macchine a braccio alto, come testimonia anche la nostra ultima pubblicazione che tratta proprio questo argomento. Attualmente le macchine a braccio alto si possono considerare l’elemento distintivo del comparto delle demolizioni, la macchina “regina” di questa attività, e ci sembra la cosa più ovvia nel percorso logico della qualificazione professionale delle aziende quella di avere operatori con formazione specifica per questa tipologia di macchine. L’associazione dei demolitori inglese NFDC ha già sperimentato con successo un protocollo formativo con abilitazioni per passi successivi degli operatori per macchine a braccio alto, ma in questo caso si tratta di un settore che in Inghilterra ha una tradizione di oltre cent’anni e quindi ha un terreno fertile su cui fare attecchire il seme della formazione per questa tipologia di operatori. Attualmente in Italia l’offerta formativa è affidata, come dicevo prima, sostanzialmente ai grandi produttori e ai canali ufficiali di commercializzazione di queste macchine. NAD sta verificando la possibilità di una collaborazione con alcune case costruttrici per mettere a disposizione corsi di formazione specifici per macchine a braccio alto con la finalità di offrire un ulteriore gradino professionale e un significativo contributo alla sicurezza per le aziende qualificate nel campo della demolizione. Bracci alti e sicurezza... come viene trattato questo aspetto nel corso? La sicurezza sul lavoro è un valore imprescindibile che si deve radicare ancora di più di quanto non lo sia oggi nel nostro tessuto economico. Le nostre aziende associate lo hanno capito da anni, la qualità del nostro lavoro e la professionalità delle nostre aziende è molto spesso misurata dai grandi Committenti anche nelle “performances” di sicurezza che ogni impresa è in grado di mettere in campo. Va da sé che il filo rosso che governerà la struttura del corso sarà proprio legato alla sicurezza, a partire della scelta della macchina più idonea per eseguire un lavoro, alle tecniche operative, fino alla manutenzione programmata, saranno tutti argomenti in cui la sicurezza entrerà in maniera preponderante. L’associazione pensa di aprire anche all’esterno l’attività formativa? Per il momento puntiamo a fornire il servizio ai nostri associati, anche se è in corso da parte del Consiglio Direttivo la valutazione sull’opportunità di aprire l’accesso a questi corsi anche ad aziende non associate; questo dipenderà anche da eventuali accordi che si potranno instaurare con i costruttori di macchine e dalla richiesta del mercato. Anno 6 - Numero 22 Eco_