Aldo
Aldo Pio Manuzio nacque a Bassiano, piccolo borgo della campagna laziale, verso il 1450 e morì a
Venezia il 6 febbraio 1515.
Studiò prima a Roma e poi a Ferrara dove
proseguì la sua formazione umanistica, sotto la guida di Battista Guarino. Nel 1479 si stabilì alla
corte di Carpi per prendersi cura dell’educazione
dei principi, Alberto Pio e Leonello.
Nel 1489 si trasferì a Venezia, la patria dei commerci e della stampa, dove già fiorivano le prime
tipografie. E qui a partire dal 1495 pubblicò più
di centotrenta edizioni e divenne l’editore principe del Rinascimento europeo.
Le sue edizioni, note come aldine, sono ancora
oggi un esempio di rara bellezza e squisita leggibilità. Nel 1496 compose il De Aetna dell’amico
Pietro Bembo e nel 1499 la Hypnerotomachia Poliphili, considerato il capolavoro tipografico per
eccellenza. Il successo editoriale arrivò nel 1501
con la fortunata collana dei classici latini, greci e
italiani, nel formato portatile con il carattere corsivo. Nel 1508 insieme ad Erasmo da Rotterdam
stampò la sua edizione degli Adagia.
Nella ricorrenza del quinto centenario della
scomparsa di Aldo Manuzio, la Biblioteca Ambrosiana espone una significativa selezione della
sua collezione composta da ben 296 esemplari.
A corredo dei volumi sono presentati alcuni strumenti tipografici originali del Cinquecento di
proprietà dell’editore Enrico Tallone.
ACCADEMIA
AMBROSIANA
2 12 2015
Aldo Manuzio
in Ambrosiana
Informazioni:
Biblioteca Ambrosiana - Piazza Pio XI, 2 - Milano
Tel. 02 80.692.1 - www.ambrosiana.it
Grazie al partner
Manuzio
28 2 2016
a cura di Marina Bonomelli
e Angelo Colombo
Aldo
Vetrina 1. A Venezia: l’inizio dell’attività editoriale
Probabilmente Aldo Manuzio iniziò l’attività tipografica nel 1494, ma il
suo primo libro con data di pubblicazione è la grammatica greca del
Lascaris del 1495, a cui seguirono l’opuscolo di Museo e la monumentale
edizione dell’Aristotele, in cinque volumi.
•
Costantino Lascaris, Erotemata, in greco e in latino, 1495, INC. 611,
donazione Federico Fagnani
•
Musaeus, Opusculum de Herone et Leandro, in greco e in latino, [post
1495-ante 1497], INC. 46
•
Aristotele, Opera, in greco, 1495-1498, 5 vol., INC. 374/1-2;
esemplari postillati in greco, latino e in volgare da Vincenzo Pinelli
Vetrina 2. I grandi capolavori del Rinascimento
Fra i libri usciti dalla tipografia di Aldo Manuzio godono grande fama
la Hypnerotomachia Poliphili del 1499 e le Epistole di santa Caterina, edito
nel 1500. Accanto a queste due opere è collocato il De Aetna dell’amico
Pietro Bembo, impreziosito dal bel carattere romano intagliato dal
bolognese Francesco Griffo.
•
Pietro Bembo, De Aetna dialogus, in latino, 1496, INC. 1258, donazione
Federico Fagnani
•
Scriptores astronomici veteres, in latino e in greco, 1499, INC. 283bis,
donazione Federico Fagnani
•
Hypnerotomachia Poliphili, in volgare, 1499, INC. 1923
•
Santa Caterina da Siena, Epistole devotissime, in volgare, 1500,
INC.1191
•
Marco Anneo Lucano, Lucanus, in latino, 1502, S.Q#.D.IV.22,
donazione Federico Fagnani, timbri di possesso sul frontespizio
Vetrina 4. La punteggiatura, la marca e la contraffazione
Nel biennio 1502-1503 le aldine conquistarono l’Europa e la loro
circolazione fu tale (circa 1.000 copie per ogni edizione) che Aldo
Manuzio si trovò a dover creare la più importante rete commerciale del
Rinascimento. Dal 1502 Aldo iniziò a usare la marca dell’ancora con il
delfino, ma questo provvedimento non riuscì a impedire le contraffazioni
editoriali. La Commedia di Dante segnò una svolta nella stampa per l’impiego
della punteggiatura nelle opere in volgare.
•
Poetae Christiani veteres, 3 vol., in latino, gennaio 1501-[ 1504], vol. 2,
[1502], S.Q#.E.VI.51, donazione Federico Fagnani
•
Dante Alighieri, Le terze rime, in volgare, 1502, S.P.XII.32, legatura
di J. Clarke
•
Dante Alighieri, Le terze rime, in volgare, [Lione, Baldassarre da
Gabiano, post 1502], S.Q#.L.I.13
•
Euripide, Tragoediae, in greco, 1504, 2 vol., S.Q#.L.X.32-33, timbro
di possesso della Biblioteca del Convento di S. Michele di Firenze
•
Origene, Homiliae, in latino, 1504, S.R.144, capolettera in oro, bordura
floreale ai margini e iniziali rubricate, nota di possesso del frate Michele
di Gallarate, della Congregazione degli Eremitani di S. Agostino
V.3 Gaio Valerio Catullo, Catullus.
Tibullus. Propertius, in latino, 1502,
S.Q#.D.V.41, esemplare con cornice
decorata in oro appartenuto
a Donato Giannotti
V.4 Dante Alighieri,
Le terze rime, in volgare, 1502,
S.P.XII.32,
legatura di J. Clarke
Vetrina 6. La collaborazione con Erasmo da Rotterdam
Nel 1505 Aldo Manuzio sposò Maria, figlia ventenne del suo socio Andrea
Torresano; l’azienda si trasferì presso la famiglia Torresano a San Paternian.
Nel 1506 la produzione venne interrotta e solo nel 1507 riprese vita con
la stampa delle tragedie di Euripide tradotte da Erasmo da Rotterdam.
•
Euripide, Hecuba & Iphigenia, in latino, 1507, S.Q#.D.I.53/1
•
Erasmo da Rotterdam, Adagiarum chiliades tres, in latino, 1508, S.R.68,
donazione Federico Fagnani, linee di cancellatura sul frontespizio
•
Plutarco, Opuscula LXXXXII, in greco, 1509, S.Q#.E.VII.27,
esemplare appartenuto a Cesare Rovida, postille di Ottaviano
Ferrari, sul frontespizio, nota di Antonio Olgiati, primo prefetto della
Biblioteca Ambrosiana
•
Albrecht Dürer, Ritratto di Erasmo da Rotterdam, Ve 701, inc.
16897, silografia
Vetrina 7. La ripresa dopo l’interruzione: 1513-1515
Dopo un periodo di crisi e di interruzione dell’attività tipografica, dovuta
al trasferimento di Aldo a Ferrara, il suo rientro a Venezia nel 1512 portò
alla piena ripresa dei torchi aldini e negli anni successivi la sua stamperia
realizzò addirittura la produzione migliore.
•
Platone, Omnia Platonis opera, in greco, 1513, S.Q#.E.VII.12
•
Gaio Giulio Cesare, Commentariorum de bello Gallico libri VIII, in latino,
1513, S.Q#.L.X.29, esemplare con coloritura all’acquarello dai toni
vividi e intensi; S.Q#.D.III.34, donazione Federico Fagnani
•
Marco Fabio Quintiliano, De institutione oratoria, in latino, 1514,
S.Q#.D.VII.21, esemplare rarissimo in carta speciale colore azzurro
•
Tito Lucrezio Caro, De rerum natura, in latino, 1515, S.Q#.E.IV.35,
esemplare appartenuto a Federico Borromeo, tagli incisi e dorati con
le iniziali F.B.
•
Aldo Manuzio, Grammaticae institutiones graecae, in greco, [1515], P 35
sup., manoscritto autografo
V.5 Pietro Bembo, Gli Asolani, in volgare,
1505, S.P.XII.83, esemplare con la dedica;
S.P.XII.84, esemplare senza la dedica, firma
di possesso di Giorgio Trivulzio
Manuzio
V.1 Musaeus, Opusculum de Herone
et Leandro, in greco e in latino,
[post 1495-ante 1497], INC. 46
V.2 Hypnerotomachia Poliphili,
in volgare, 1499, INC. 1923
Vetrina 3. I classici latini in formato in ottavo e in corsivo
Vetrina 5. I classici greci e l’amico Pietro Bembo
Aldo Manuzio era convinto del valore educativo dei classici e in quest’ottica pedagogica e letteraria dal 1501 pubblicò i più grandi autori latini e
greci, usando il caratteristico formato in-ottavo con il carattere corsivo.
Questi libri erano chiamati da Aldo libelli portatiles in formam enchiridii
perché si potevano tenere con una sola mano.
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Publio Virgilio Marone, Virgilius, in latino, 1501, S.P.II.149
•
Quinto Orazio Flacco, Horatius, in latino, 1501, S.Q#.E.IV.39,
esemplare con dedica a Marin Sanudo
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Marco Valerio Marziale, Martialis, in latino, 1501, S.Q#.L.X.31, ex
libris di William Morehead
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Gaio Valerio Catullo, Catullus. Tibullus. Propertius, in latino, 1502,
S.Q#.D.V.41, esemplare con cornice decorata in oro appartenuto a
Donato Giannotti
•
Marco Tullio Cicerone, M.T.C. Epistolae familiares, in latino, 1502,
S.Q#.D.IV.33, donazione Federico Fagnani, esemplare con iniziali
rubricate con il minio e in oro
Spiccano Gli Asolani del Bembo che costituiscono una vera rarità bibliografica. Di questa edizione Aldo Manuzio stampò due emissioni, documentate da questi due esemplari dell’Ambrosiana, una con e una senza la dedica
a Lucrezia Borgia, figlia di Alessandro VI e moglie di Alfonso d’Este, e con
la quale il Bembo ebbe una relazione amorosa.
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Omero, Ilias; Vlyssea. Batrachomyomachia, in greco, [1504],
S.Q#.D.V.24, S.Q#.D.IV.6, donazione Federico Fagnani
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Demostene, Demosthenis oratione duae & sexaginta, in volgare, 1504,
S.Q#.E.VII.2, esemplare appartenuto a Pietro Rasario, Ottaviano Ferrari e Cesare Rovida, postille in greco, sul frontespizio nota di
Antonio Olgiati, primo prefetto della Biblioteca Ambrosiana
•
Pietro Bembo, Gli Asolani, in volgare, 1505, S.P.XII.83, esemplare con la dedica; S.P.XII.84, esemplare senza la dedica, firma di
possesso di Giorgio Trivulzio
V.6 Albrecht Dürer, Ritratto
di Erasmo da Rotterdam,
Ve 701, inc. 16897, silografia
V.7 Gaio Giulio Cesare, Commentariorum de bello Gallico libri
VIII, in latino, 1513, S.Q#.L.X.29, esemplare con coloritura
all’acquarello dai toni vividi e intensi; S.Q#.D.III.34, donazione
Federico Fagnani
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