MOBBING
Molestie e violenze psicologiche in occasione di lavoro, esercitate con
modalità lesiva in modo sistematico, intenso e duraturo, generalmente
contro un singolo individuo che viene per questo spinto in una
condizione di inferiorità psicologica con impossibilità di difesa.
Queste azioni si verificano con una elevata frequenza e per un lungo
periodo di tempo (almeno da sei mesi) e portano ad un degrado delle
condizioni di lavoro tali da compromettere la salute, la professionalità
e la dignità del lavoratore.
Sono atti e comportamenti che hanno il fine di emarginare,
discriminare, screditare e recare danno al lavoratore/lavoratrice e
possono portare all’interruzione del rapporto del lavoro.
MOBBING
Condizione in cui una o più persone, in modo sistematico e
per un certo periodo di tempo, sono vittime di un
trattamento negativo da parte di una o più persone, e
nella quale la persona esposta al trattamento ha difficoltà a
difendersi.
Non si può chiamare mobbing una situazione in cui gli
opponenti che si affrontano si trovano sullo stesso piano
(psicologico e non).
(Einarsen)
PREVALENZA DEL FENOMENO
(Rapporto dell’Eurispes Italia 2003)
Vittime del mobbing:
In Europa 12 milioni
In Italia 1.5 milioni
Maggiore frequenza in:
Donne
Età superiore a 35 anni
Settore pubblico
Impiegati, quadri, dirigenti
Scolarità elevata
Percentuale dei settori lavorativi maggiormente
interessati nei Paesi dell’U. E.
Fonte: Fondazione Europea di Dublino (2000)
MOBBING
IL MOBBING PUÒ ESSERE:
Verticale
- dall’alto verso il basso (bossing)
- dal basso verso l’alto (down-up)
Orizzontale o tra pari
- esercitato da parte di un pari grado
ALCUNE POSSIBILI CAUSE
Disfunzione nell’organizzazione del lavoro
Difetti nella gestione del personale
Incapacità di risoluzione dei conflitti da parte del
management
Fusioni tra società
Sovra/sotto-occupazione
AZIENDE A RISCHIO DI MOBBING
Il rischio sembra essere più elevato in organizzazioni:
• Molto grandi e con una gerarchia rigida
• Con esubero di personale risultante da ristrutturazioni,
fusioni ed altri processi di ristrutturazioni aziendali
• Con stile di leadership autoritario ed orientato al compito
• Con management che stimola la competizione ed una logica
di produzione a breve periodo.
• In cui non viene data rilevanza alla gestione delle risorse
umane e al clima organizzativo.
MOBBING
I protagonisti del mobbing sono:
il mobber (aggressore): è colui che esercita il mobbing
il mobbizzato (vittima): è colui che subisce il mobbing
i side/co-mobber che possono agire come:
Complici
Spettatori
Oppositori
creatosi,
Favoriscono attivamente il mobbing
Non intervengono rendendo così possibile il
conflitto
cercano di aiutare la vittima o non accettano
il clima dì tensione e di conflitto
cercano una soluzione
ESEMPI DI AZIONI VESSATORIE
ATTACCHI COMUNICAZIONE: si urla, si rimprovera, si
critica (lavoro, vita privata), o si rifiuta il contatto, non gli
si rivolge più la parola, si mormora in sua presenza, ecc.
IMMAGINE SOCIALE: pettegolezzi, offese, ridicolizzazioni,
derisioni pubbliche, umiliazioni, attacco alle convizioni
religiose, sessuali e morali, ecc.
ISOLAMENTO SISTEMATICO: non gli viene rivolta la
parola, gli viene assegnato un luogo di lavoro isolato, ci
si comporta come se non ci fosse...
ATTACCHI PROFESSIONALITA’: gli viene sottratto il
lavoro (sindrome della scrivania vuota), o affidati compiti
senza senso, o umilianti , o attribuiti carichi di lavoro
insostenibili (sindrome della scrivania piena), ecc.
ATTACCHI ALLA SALUTE: gli si affidano lavori nocivi, lo
si colloca in condizioni ambientali nocive o sgradevoli,
gli si fanno minacce fisiche, talvolta si arriva alla
violenza fisica (di solito leggera a volte anche pesante),
è oggetto di approcci sessuali pesanti.
NON SONO AZIONI MOBBIZZANTI:
• Cassa integrazione
• Licenziamento per cause strutturali di crisi aziendale
• Cambio di mansione dovuto a riorganizzazione
aziendale
• Situazioni indotte dalle dinamiche psicologico-relazionali
comuni sia agli ambienti di lavoro che a quelli di vita
(conflittualità interpersonali, difficoltà relazionali)
• Un litigio/discussione
• Un insulto
• Un pettegolezzo
• Un trasferimento
MOBBING
Il mobbizzato si trova nell’impossibilità di reagire
adeguatamente agli attacchi e a lungo andare accusa
disturbi psicosomatici e relazionali che possono
portare anche a invalidità psicofisica permanente.
Niedl 1995
CONSEGUENZE PER LA
VITTIMA
CONSEGUENZE PER LA VITTIMA:
v
v
v
v
v
v
v
Salute
Autostima
Tono dell’umore
Famiglia
Denaro
Lavoro
Professionalità
IL “DOPPIO MOBBING”
In un primo momento il sistema famiglia offre conforto e
sostegno al mobbizzato, compensando così la
situazione di squilibrio.
Il doppio mobbing si verifica nel momento in cui il
sistema familiare esaurisce le proprie risorse e, a
protezione della propria integrità, ritira il sostegno.
Il processo è ovviamente inconsapevole per i familiari,
ma la vittima si trova così tra due fuochi: isolata e
vessata sul lavoro e privata della comprensione e
dell’aiuto anche della famiglia che ora la emargina.
Si presuppone che in un numero considerevole di
separazioni/divorzi la componente mobbing abbia
giocato un ruolo rilevante.
SALUTE
Disturbi psicosomatici e patologie d’organo
Disturbi emozionali e comportamentali
Patologie psichiatriche
QUADRI CLINICI
SINTOMI PRECOCI:
•
PSICOSOMATICI: cefalea, tachicardia, gastroenteralgia, dolori
osteoarticolari, mialgia, disturbi dell’equilibrio, disturbi muscoloscheletrici, diminuzione della libido.
•
EMOZIONALI: ansia, tensione, disturbi del sonno e dell’umore.
•
COMPORTAMENTALI: anoressia, bulimia, potus,
farmacodipendenza.
SINTOMI TARDIVI:
•
PATOLOGIE D’ORGANO: asma bronchiale,
ulcera gastro-duodenale, colon irritabile,
ipertensione arteriosa, dermatite (psoriasi,
eczema…),
•
sindrome
ansioso-depressiva, stati d’ansia, disturbo
dell’adattamento, disturbo post-traumatico
da stress, ecc...
PATOLOGIE
PSICHIATRICHE:
Malattie psichiche
Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS).
Disturbo dell’Adattamento (DDA)
Episodio (Disturbo) Depressivo Maggiore.
Disturbo Ansioso-Depressivo Misto.
Disturbo d’Ansia Generalizzata.
Tutte queste patologie sono contemplate nel manuale
classificativo e diagnostico DSM IV.
L'accordo mira a impedire e, se del caso, a gestire
i problemi di prepotenza, molestie sessuali e
violenza fisica sul luogo di lavoro.
Esso condanna tutte le forme di molestia e di
violenza e conferma il dovere del datore di
lavoro di tutelare i lavoratori contro tali rischi.
Le imprese in Europa sono tenute ad adottare una
politica di tolleranza zero nei confronti di tali
comportamenti e a fissare procedure per gestire
i casi di molestie e violenza laddove essi si
verifichino.
Le procedure possono comprendere una fase
informale con la partecipazione di una persona che
goda della fiducia tanto della direzione che dei
lavoratori. I ricorsi andranno esaminati e risolti
rapidamente.
Occorre rispettare i principi di dignità, riservatezza,
imparzialità ed equo trattamento.
Contro i colpevoli saranno adottate misure adeguate,
dall'azione disciplinare fino al licenziamento, mentre
alle vittime sarà fornita, se del caso, assistenza nel
processo di reinserimento.
LE PARTI SOCIALI EUROPEE
riconoscono che le molestie e la violenza
possono interessare qualsiasi posto di lavoro e
qualsiasi lavoratore, indipendentemente
dall'ampiezza dell'impresa, dal settore di attività
o dalla forma di contratto o di relazione di lavoro.
Obbligo dei datori di lavoro di:
proteggere i lavoratori contro le molestie e la violenza sul
luogo di lavoro.
Varie sono le forme di molestie e di violenza che possono
presentarsi sul luogo di lavoro. Esse possono:
– essere di natura fisica, psicologica e/o sessuale;
– costituire incidenti isolati o comportamenti più sistematici;
– avvenire tra colleghi, tra superiori e subordinati o da parte
di terzi, ad esempio clienti, pazienti, studenti, ecc.;
– andare da manifestazioni lievi di mancanza di rispetto ad
altri atti più gravi, ad esempio reati che richiedono
l'intervento delle autorità pubbliche.
DESCRIZIONE MOLESTIE E VIOLENZA
Molestie e violenza sono l'espressione di comportamenti inaccettabili di
uno o più individui e possono assumere varie forme, alcune delle quali
sono più facilmenteidentificabili di altre. L'ambiente di lavoro può influire
sull'esposizione delle persone alle molestie e alla violenze.
Le molestie avvengono quando uno o più lavoratori o dirigenti sono
ripetutamente e deliberatamente maltrattati, minacciati e/o umiliati in
circostanze connesse al lavoro.
La violenza interviene quando uno o più lavoratori o dirigenti sono
aggrediti in circostanze connesse al lavoro.
Molestie e violenza possono essere esercitate da uno o più lavoratori o
dirigenti, allo scopo e con l'effetto di ferire la dignità della persona
interessata, nuocere alla sua salute e/o creare un ambiente di lavoro
ostile.
PREVENIRE, RICONOSCERE E GESTIRE LE
SITUAZIONI DI MOLESTIE E VIOLENZA
Una maggiore consapevolezza e una formazione adeguata dei dirigenti e
dei lavoratori possono ridurre le probabilità di molestie e di violenza sul
luogo di lavoro.
Le imprese debbono elaborare una dichiarazione precisa che indichi che
le molestie e la violenza non saranno tollerate.
Tale dichiarazione deve specificare le procedure da seguire in caso di
incidenti.
Le procedure possono includere una fase informale in cui una persona che
gode della fiducia tanto della direzione quanto dei lavoratori è disponibile
per fornire consigli e assistenza.
È possibile che procedure preesistenti siano adeguate a far fronte ai
problemi di molestie e violenza.
Una procedura adeguata deve ispirarsi ma non limitarsi alle
seguenti considerazioni
• Ove siano state constatate molestie e violenza, occorre
adottare misure adeguate nei confronti del/degli autore/i.
Tali misure possono andare da sanzioni disciplinari al
licenziamento.
• La/le vittima/e deve/devono ricevere sostegno e, se del
caso, essere assistita/e nel processo di reinserimento.
• I datori di lavoro, in consultazione con i lavoratori e/o i loro
rappresentanti, elaborano, riesaminano e controllano tali
procedure, al fine di garantirne l'efficacia nella prevenzione
dei problemi e nella loro risoluzione, ove essi sorgano.
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