MOṂ
il gioiello Madre
di
Elvira Angela Pattitoni
1
MOṂ
MOṂ è un gioiello-archetipo contenente elementi che fanno riferimento ad antiche discipline
filosofiche ricche di significati che aiutano a proteggere, rafforzare e favorire il percorso individuale
della vita.
È prettamente femminile. Gli archetipi contenuti in esso sono incentrati e imperniati sulla figura
della Dea Madre.
Nasce prendendo spunto dalla forma del bottone sardo e si evolve e personalizza con la maestria
del designer e dell’orafo in un gioiello unico e originale.
L’importanza degli archetipi è la chiave attraverso la quale si accede alla conoscenza dell’insieme
delle immagini presenti nell’inconscio collettivo che derivano da esperienze ancestrali.
In psicologia, nel pensiero di Jung, questo concetto è di vitale importanza; la sua filosofia esalta
e sottolinea a più riprese la valenza degli archetipi nell’inconscio collettivo.
Nel pensiero di Platone e nel neoplatonismo, l’archetipo è inteso come modello trascendente delle
cose sensibili.
L’archetipo ha funzione di modello, esemplare, prima forma di qualcosa.
La filosofia di MOṂ è di arte sincretica, cioè la conciliazione di elementi culturali eterogenei
appartenenti a più culture e dottrine diverse.
Il progetto grafico di MOṂ è stato concepito e studiato per contenere in un unico oggetto il
potere intrinseco degli archetipi usati nella forma, nei colori e nei materiali e contiene i quattro
elementi.
Il nome
L’atto dell’assegnare i nomi risponde all’esigenza dell’uomo di identificare gli oggetti, così
come i concetti e le idee, attribuendo loro un nome-significato, capace di conferire potere e valore
energetico, è di fondamentale importanza.
MOṂ, termine inglese, nasce dalla considerazione che questa lingua è diffusa e predominante in
tutto il mondo; il significato, nell’accezione italiana, corrisponde a MAMMA.
Si noti che il termine MOṂ è arricchito da un punto sotto l’ultima lettera, che sta a significare il
simbolo dell’OṂ in esso contenuto.
2
L’ OṂ
Secondo la concezione orientale, OṂ è il simbolo della vibrazione primordiale, che scaturisce
da un punto e si estende a ogni dove, creando l’universo. È usato come mantra contenente l’essenza
energetica di ogni cosa del creato. È il simbolo cosmico che racchiude il tempo: passato, presente e
futuro. Pronunciandolo come mantra si compone in genere di tre lettere fonetiche: AUM. Comunque
venga pronunciato (sono infatti tanti i modi usati), è determinante l’intenzione del soggetto che
lo recita. Le tre componenti fonetiche, se vengono salmodiate, in genere si pronunciano AUM:
dove Ah (suono usato nelle preghiere di tutte le grandi religioni antiche) rappresenta la creazione,
Uh rappresenta la conservazione e preservazione di ciò che è stato creato, MMM rappresenta la
trasformazione ed il cambiamento.
Nella tradizione Tibetana l’ OṂ sta per i tre aspetti dell’essere illuminato, in cui la A rappresenta
il corpo, la U la parola e la M la mente. Il suono dell’ OṂ è per molti sinonimo dell’energia della
pace nel mondo. Pronunciando consecutivamente l’OṂ, il suono che viene prodotto è MOṂ: ecco
spiegata la valenza e l’importanza del nome attribuito al gioiello.
MOṂ e il sacro
L’uomo ha sentito fin dall’antichità il desiderio di individuare uno spazio dedicato al sacro e porre
al suo interno un insieme di norme e principi da rispettare. Probabilmente l’idea di legge nella psiche
collettiva nasce dagli archetipi (immagini mentali antiche e perenni) o come presunta esigenza di
uniformità etiche dipendenti da esigenze esistenziali comuni.
La nozione di sacro può essere descritta in positivo come ciò che è carico di presenza divina o, in
negativo, come ciò che è proibito o precluso agli uomini. Lo spazio residuo umano sarà considerato
“profano”.
È più difficile che l’idea del “caso” sia inquadrabile in un sistema che ne spieghi il senso dal punto
di vista umano.
L’archetipo della DEA MADRE
Anche MOṂ, al suo interno, contiene una simbologia archetipa, la cui figura portante è la DEA
MADRE. È verosimile che le prime comunità agricole del neolitico abbiano conosciuto un’importante
prevalenza culturale della figura e dei valori femminili nella compagine sociale di quei tempi.
La figura della Dea Madre o la Grande Dea, detta anche Dea Bianca, è presente già nelle religioni
neolitiche, simbolo della grande forza creativa femminile; colei che i cristiani hanno identificato
nella Madonna, gli Yogi hanno chiamato Shakti, gli Induisti Kali e i Buddisti Tara; è l’archetipo
della donna come espressione più completa e autentica della femminilità e in quanto tale anche della
maternità.
3
La Grande Madre affonda le sue origini fin nel paleolitico sia nella tradizione europea sia in
quella orientale e rappresenta una divinità primordiale genitrice e nutrice, la sola a detenere il
potere della vita e l’unica con il potere di trasmetterla e di distruggere la manifestazione cosmica e
riassorbirla in sé.
Infatti anche la dissoluzione (morte), umanamente terribile, è un fatto complementare alla nascita.
Nelle culture preistoriche, comprese quelle sarde cosiddette prenuragiche, quando l’uomo ancora
non capiva il nesso tra concepimento e nascita, sembrava che la sopravvivenza del genere umano
dipendesse soltanto dalla donna, infatti solo lei partoriva e generava per partenogenesi, mentre il
maschio pareva sterile ed escluso da questo universo divino, senza poter riconoscere il proprio ruolo
nel concepimento.
Alcuni sostengono che, in Sardegna, la Dea Madre poteva inoltre alleviare l’evento traumatico
della morte e assicurare la vita nell’aldilà, in un’elaborazione ciclica del concetto di rinascita; il
defunto doveva essere sepolto nel ventre della madre terra o in una grotta, in posizione fetale, come
se fosse ancora nel grembo materno e gli veniva sparsa sul corpo ocra rossa, rappresentativa del
sangue, per evocare la prima immagine di sé nel venire alla luce e assicurargli così la rinascita.
Inoltre accanto al defunto veniva posto il viatico e una statuina in pietra che rappresentava la
rassicurante Dea Madre, tramite tra l’uomo e la divinità, tra il mortale e l’immortalità. Il nuraghe, in
Sardegna, sempre secondo alcuni, era il tempio della Dea Madre, trasposizione sul piano simbolico
della madre reale quindi, il dormire presso il nuraghe soddisfaceva la surroga simbolica del desiderio
di dormire accanto alla propria madre reale.
Sia in occidente, sia in oriente, veniva rappresentata con forme rotondeggianti in cui gli attributi
delle femminilità venivano esaltati, divinizzati e rappresentavano la capacità di accogliere una
nuova vita nel grembo: il sacro e misterioso potere di creare una nuova vita che spaventava e allo
stesso tempo affascinava l’uomo preistorico come quello di oggi.
La Dea Madre è l’archetipo principale del gioiello MOṂ.
La magia
L’uomo preistorico, una volta scoperto il concetto di causa-effetto, tenta di dominare la natura per
adeguarla alle proprie esigenze. È proprio in questo momento che scopre la “magia” come strumento
di controllo del mondo che lo circonda e che gli consente di superare i propri limiti proiettandosi
verso l’ignoto, cercando di elevarsi o almeno avvicinarsi al rango di divinità.
L’uomo primitivo sente il bisogno di dividere lo spazio sacro da quello profano, quindi crea il
“Temenos”, cioè ogni luogo sia esso fonte, o grotta, bosco o monte, individuato e consacrato come
residenza di un Dio, oppure un luogo dove si ripete costantemente la presenza di un Arché, il
4
prototipo del Dio nella sua forma totalitaria, contenente la storia di un’essenza; un Arché infatti, è
un evento singolo che si ripete sempre identico a se stesso.
L’Arché viene individuato con il suo “Nomos”, la sfera di influenza del Dio, ciò che è proprio di
ciascuno. Questa caratteristica e questa attribuzione del luogo fisico a un Dio sarebbe presente anche
in Sardegna, manifestatasi nella realtà di luoghi sacri per rituali funerari, tombe a fossa o grotticelle
artificiali. La scelta di questi siti sarebbe stata determinata dall’istinto percettivo di localizzazione
delle ley lines positive presenti nel sottosuolo, capaci di emanare e irradiare particolari quantità di
energia.
Ultimamente alcuni siti archeologici in Sardegna sono meta di pellegrinaggio di gente proveniente
da tutto il mondo per le probabili proprietà terapeutiche di lenimento di patologie riguardanti le
ossa, nonché per la capacità di infondere sensazioni di calma, pace e serenità.
Tra i più conosciuti siti sacri in Sardegna vi sono le “Domus de Janas”, ovvero le “case delle fate”
che, nella mitologia locale, tessevano fili d’oro e d’argento che diventavano stoffe ricamate con pietre
preziose.
Il gioiello sardo, sin dall’antichità, svolge una funzione di medium tra l’uomo e gli Dei, per
invocare la grazia di allontanare la negatività. L’uomo sardo era superstizioso e spesso il gioiello
faceva parte del corredo di oggetti preziosi che serviva per proteggere il nuovo nato dalle insidie del
maleficio o il defunto, per garantirne la custodia del corpo e la rinascita alla vita; o usato anche come
promessa di matrimonio, in cui il gioiello era il simbolo dell’alleanza e del vincolo. Tutt’oggi sono in
vigore antiche pratiche di preghiera e rituali contro il malocchio, per ritrovare oggetti smarriti o per
conoscere l’esito di un evento desiderato.
In Sardegna sono sempre stati realizzati ed ancora oggi si realizzano, gioielli, amuleti e reliquiari
impregnati di una forte valenza magica e religiosa.
MOṂ introduce una grande novità in tal senso. La sua struttura è carica di energie archetipe
sostenute dalle teorie provenienti da importanti discipline degne di menzione come la filosofia e la
numerologia, i cui esponenti sono Pitagora e Sant’Agostino. Tuttavia, il concetto primario che MOṂ
intende esprimere è quello di cristallizzare l’essenza dell’individuo principalmente nella definizione
del suo obiettivo, di raggiungerlo attraverso la consapevolezza e la fede, perpetuata con costanza
e, qualora non la si possedesse, prospetta la possibilità di ottenerla attraverso l’autosuggestione e
una costante autodisciplina; la volontà indomabile supportata dalla fede ha una possente forza, un
enorme potere che può realizzare ogni cosa.
È il rapporto di fede tra la parte divina dell’uomo e il suo sé inferiore, quello fisico. Sarà d’aiuto il
potere degli archetipi, nonché l’energia del metallo e delle pietre, che concorrono a fissare e rafforzare
i propositi espressi. Tali archetipi hanno il potere di fortificare il proprio “prana”, che rinvigorirà
5
la persona e che potrà essere emanato agli altri; infatti la creatrice di MOṂ non crede nella mera
“possibilità” del fato, ma è sostenitrice della consapevolezza e auto responsabilità, sempre in accordo
con l’intelligenza universale poiché, nell’unicità di ognuno, siamo tutti in perfetto accordo e collegati
con il tutto.
La numerologia
La numerologia è un’antica scienza fatta di arte, matematica e filosofia che tenta di interpretare e
decifrare le leggi che mettono in relazione il mondo e la vita di un singolo essere umano, dando valore
a ogni avvenimento che vive e attribuendo a esso un significato specifico, evolutivo, spirituale e non
solo materialistico e casuale.
La numerologia è quindi un’antica scienza diagnostica del carattere.
Fu Pitagora, oltre ai cabalisti ebraici, il più esperto e illustre assertore di tale materia; egli riteneva
che l’universo fosse armonia e numero e che la matematica fosse l’essenza ultima della realtà. I
numeri, le figure geometriche e la musica erano per lui strumenti meditativi, attraverso i quali egli
percepiva la perfetta armonia degli astri nel loro movimento.
Sant’Agostino, grande filosofo della tradizione cristiana, sosteneva che spettasse alla mente
umana investigare e ricercare i segreti di queste relazioni numeriche e ottenerle attraverso la forza
divina. Egli scrisse: “I numeri sono il linguaggio universale offerto da Dio agli umani come
riconferma della verità”.
Altri personaggi investigarono e approfondirono questa scienza tra cui Leonardo Da Vinci e
Piero della Francesca.
Il grande ricercatore e scopritore dei meandri della mente nascosti nell’inconscio dell’ uomo e
della sua psiche è Carl Gustav Jung il quale, in età moderna propone la valenza della numerologia.
Lui riteneva il numero un’entità divina, sacra, che definiva come un archetipo della divinità fattosi
cosciente. Credeva nella coscienza assoluta dell’inconscio che comprende il passato, presente e
futuro e può percepire ciò che riguarda altre persone.
L’inconscio collettivo è per lui un campo di energia costituito da archetipi e tra tutti loro esiste
un legame. In questo campo di energia dell’inconscio, che lui ritiene ordinato e non casuale, risiede
al centro il grande archetipo del sé, la realtà ultima. Come di seguito spiegherà la sua allieva Von
Franz, i valori numerici sarebbero gli ordinatori del campo di energia collettivo che ultimamente è
stato definito da alcuni studiosi come “campo unificato” o “Matrix divina”. Jung soleva affermare:
“chi parla per immagini primordiali parla con mille voci”.
Ogni persona ha i propri numeri, detti del destino, dell’espressione, dell’anima e della
quintessenza, che si ottengono attraverso un’elaborazione della data di nascita e delle lettere che
6
compongono il proprio nome. Il risultato ottenuto verrà ridotto; nella numerologia, infatti, si
tende a fare una riduzione, detta Teosofica (sapienza divina a cui l’uomo può accedere attraverso
un’esperienza mistica), con cui i valori ottenuti dalla somma dei numeri devono essere ulteriormente
ridotti a numeri interi da 1 a 9; non vengono ridotti, se non in alcuni casi, i numeri maestri 11, 22,
33, 44 e i numeri 13, 14, 16, 19. Scoprendo e attivando il numero relativo al proprio nome e data di
nascita viene svelata una parte profonda della persona stessa, il suo ritmo ancestrale racchiuso nel
proprio nome, col quale si è identificati come persone uniche e irrepetibili.
Ognuno potrà conoscere i propri numeri attraverso testi specifici o consultando i siti di
numerologia in Internet. La numerologia considera i numeri sia dal punto di vista quantitativo sia
qualitativo ed è stata fin dai tempi antichi un’elemento base per la nascita dell’astrologia e della
filosofia. Per la numerologia il numero è un essere del piano spirituale e l’uomo non è distaccato dal
divino e dalla natura, i cui principi agiscono in essa esercitando le stesse modalità anche nell’uomo.
La numerologia energetica sostiene l’efficacia di pratiche di consapevolezza interiore di tipo
dinamico, quindi il concetto di nome-frequenza, attraverso il quale esprimiamo le vibrazioni della
voce, dei suoni, dei pensieri, dunque, ciò che siamo.
Ecco l’importanza del significato di MOṂ, il cui nome-frequenza esprime un insieme di simboli
positivi contenuti negli archetipi. Assegnando un nome consentiamo la materializzazione di una
realtà visibile attivando i principi degli archetipi esistenti nell’inconscio collettivo.
In India il suono è l’espressione della mente cosmica ed è alla base di tutti i linguaggi umani. Ogni
parola è vibrazione capace di influenzare il mondo fisico.
Il DNA umano è il codice di lettere chimiche le cui particelle e vibrazioni creano la materia
genetica di ogni essere vivente. Il linguaggio è l’esigenza umana di esprimere i propri pensieri che
emergono dalla mente e l’alfabeto diventa lo strumento e il veicolo tra il trascendente mondo degli
archetipi e il mondo della materia. La numerologia decodifica il codice nascosto dei nomi attribuendo
un valore numerico alle lettere. Per i primi Pitagorici tutti gli oggetti erano composti dai numeri
interi; per loro i numeri erano ciò che per noi sono gli atomi. Gli atomi a loro volta sono costituiti
dall’unione di particelle subatomiche detti “quanti”.
Per la fisica quantistica anche l’essere umano è campo di energia connesso con ogni cosa
nell’universo. A un livello più profondo i pacchetti di informazione ed energia emergono da un
oceano di possibilità, da una coscienza illimitata.
Recenti esperimenti svelano che le particelle subatomiche si comportano e sono condizionate
dall’osservatore e si materializzano secondo la sua intenzione. A livello subatomico la materia
presenta le caratteristiche delle onde e solo all’atto dell’osservazione assume un comportamento
corpuscolare.
7
Pare che tali particelle si manifestino soltanto quando vengono osservate, infatti, prima di questo
esperimento, venivano considerate solo sotto forma di onda energetica contenente in sé tutte le
potenzialità. Quindi le particelle esistono in materia quando le osserviamo e come onde energetiche
quando non sono osservate. A intuire questa duplice natura è stato il fisico e matematico Luis de
Broglie, premio Nobel nel 1929; le proprietà delle vibrazioni dell’onda quantistica, invece, furono
descritte matematicamente dall’equazione d’onda del fisico matematico austriaco Schrödinger,
premio Nobel nel 1933.
A livello quantico anche noi umani siamo onde di energia in un campo connesso a tutte le cose
nell’universo. A livello profondo, i pacchetti di informazioni possibili, emergono da un immenso
spazio di possibilità, un campo di pura coscienza illimitata in ogni momento. Deepak Chopra
definisce questa dimensione “regno non locale” e lo identifica come intelligenza cosmica che grazie
al potere dell’intenzione organizza la pura potenzialità in particelle quantiche che formeranno atomi
e infine molecole che, col tempo, assumeranno la struttura fisica della materia. Chopra, in accordo
con il pensiero di Jung, crede che questo campo di intelligenza coincida con l’inconscio collettivo,
dove i numeri rappresentano i principi primi e gli archetipi sono le infinite possibilità in embrione
dentro di noi.
Secondo Chopra quando noi permettiamo a queste potenzialità archetipe di esprimersi nella
nostra esistenza, siamo capaci di realizzare il nostro proprio scopo nella vita, ciò che Chopra chiama
“sincrodestino”.
Quelle della fisica quantistica sono scoperte di notevole importanza che ci confermano il potere
dell’intenzione dell’uomo sul piano materiale che, se spinto e supportato dalla definizione precisa
del suo scopo, otterrà il risultato sperato nella sua manifestazione fisica attraverso la costanza e la
profonda autodisciplina.
Per l’autrice, infatti, il caso e la fortuna esistono solo come conseguenza di una grande volontà
suprema che non conosce sconfitta.
Degno di nota è il libro di Wayne Dyer “Il potere dell’ intenzione”.
Capacità extrasensoriali
Nell’universo regna un’armonia perfetta in cui tutto vibra secondo i ritmi che sono propri di ogni
cosa e con un preciso significato. Tutto è ordinato, anche quando appare il contrario ai nostri occhi
o alla nostra mente.
Le varie discipline divinatorie sostengono che niente arriva per caso e a seconda della disciplina
che si utilizza (numerologia, astrologia, cartomanzia) il sensitivo interpreta attraverso dei codici
archetipi scelti dal consultante.
8
Merita un approfondimento la figura del cosiddetto “sensitivo” al quale sono attribuite particolari
capacità extrasensoriali dette “ESP”. Tutti gli individui nascono con una innata capacità di percepire
e interpretare fenomeni considerati paranormali, così come anche l’uomo primitivo riusciva grazie a
uno spiccato istinto, attraverso ciò che è conosciuto come rabdomanzia, a individuare l’acqua sotto il
terreno e anche i siti con forte energia tellurica ove edificava i suoi templi sacri che avrebbero avuto
proprietà magnetiche positive e risanatrici.
Nell’epoca moderna, queste capacità innate negli individui si sono sempre più affievolite poiché
l’uomo ha maturato nuove esigenze affidandosi sempre più alle scienze esatte, riponendo una fede
spesso smisurata nella tecnologia e in tutto ciò che può essere provato, misurato, riprodotto e
catalogato. Ciò non toglie che le cosiddette scienze non precise siano state tramandate nel corso dei
millenni e ancora praticate con rinnovato spirito che le rende attuali e sempre di grande interesse.
Da ricerche effettuate sin dal secolo scorso, emerge che le persone dotate di particolari percezioni
vivono fin dall’infanzia delle esperienze considerate non comuni che le spingono ad approfondire le
materie con cui possono trovare spiegazione a tali fenomeni che la scienza non riconosce perché non
sono scientificamente dimostrabili. Queste persone, in età adulta, con l’approfondimento adeguato,
offrono servizi di consultazione attraverso arti divinatorie come, per esempio, la cartomanzia.
Esistono però anche tante persone che si servono di queste arti e tendono a manipolare i soggetti
facilmente suggestionabili a scopo di lucro, creando una dipendenza psicologica che garantisce
loro una fonte di guadagno sicuro. I soggetti dotati di tali capacità dovrebbero, invece, metterle
a disposizione di tutti, in particolare delle persone che vivono le stesse esperienze ma non ne
comprendono la ragione e il significato, fornendo loro chiavi di lettura che diano un valido aiuto per
la conoscenza e l'appofondimento dei fenomeni paranormali.
In tale contesto merita di essere citato il filosofo Rudolf Steiner, il quale creò la scienza detta
"Antroposofia", scienza dello spirito. Egli sosteneva che l’essere umano è costituito da quattro parti:
una corporea, cioè il corpo fisico, e tre di natura immateriale (eterico), cioè le forze che danno forma
alla vita, il corpo astrale (i sentimenti) e il corpo egotico (lo spirito); però l’armonia esistente tra
queste parti può spezzarsi generando la cosiddetta malattia. Quest’ultima, infatti, è sempre una
rottura dell’equilibrio psichico oltre che fisico. Ci sono delle discipline pratiche per ripristinare
l’equilibrio tra corpo e mente, tra le quali, citandone alcune: pranoterapia, il reiki, il pranic healing.
Va detto che queste pratiche non sono accettate dalla scienza medica poiché ad oggi non hanno avuto
riscontro riguardo la loro efficacia, a eccezione dell’effetto placebo.
Queste pratiche di medicina alternativa usano il "prana" o "soffio vitale", trasmesso dall’operatore
al paziente.
Tramandate dalle scienze orientali antichissime che cercano di risolvere disturbi fisici, emozionali
9
o mentali che si manifestano come alterazioni del corpo energetico, aiutano la rimozione di energie
congestionate, trasferendo energia vitale attraverso l’imposizione delle mani in corrispondenza della
parte malata. Agiscono sul paziente rafforzando lo stato emozionale, mentale, aumentando il potere
personale e la vitalità, sviluppando la sensibilità, la pace interiore e favorendo la crescita personale.
Altro personaggio del secolo scorso, conosciuto personalmente dall’autrice di questo opuscolo,
è lo studioso inglese Colin Bloy, sostenitore anch’egli della forza degli archetipi e del dowsing
(rabdomanzia), capacità di cercare l’acqua, i minerali e le forze magnetiche nel terreno. Egli fondò
un’associazione che opera tuttora, in cui un gruppo di persone con particolare sensitività, si adopera
per trasmettere anche a distanza energie vitali capaci di intervenire e sedare fenomeni delinquenziali
in un luogo specifico o di supportare e sostenere, con le proprie energie, equipe di medici.
MOṂ non si propone come un talismano, ma come un moderno "caduceo", il mitico bastone
che, secondo la leggenda, Zeus donò ad Hermes; simbolo usato dall’ordine dei farmacisti in Italia
e dall’ordine dei medici in USA; composto da una verga sormontata da una sfera, due serpenti che
salgono a spirale intorno alla verga e in cima hanno di fronte la sfera e ai due lati le ali.
Il caduceo sarebbe il simbolo di un equilibrio e di una salute perfetta. Prima dell’associazione
del caduceo con Hermes (Mercurio per i Romani), era stato il bastone emblema di Ermete
Trismegisto, progenitore dell’arte magica egizia e rappresentava il sapere universale di tutte le
materie di studio, dalla religione alla medicina, alle scienze, alla matematica, alla filosofia e alla
morale.
Archetipi contenuti in MOṂ
Nell’uomo l’emozione è la chiave per accedere alla parte più profonda dell’inconscio. Le immagini
e il potere degli archetipi hanno un grande impatto emozionale e spesso riescono ad aggirare
l’ostacolo costruito dalla nostra parte razionale, cerebrale e mentale che crea interiormente uno
schema rigido difficile da penetrare e accedono invece all’emisfero destro, quello più intuitivo,
potente e magico dell’uomo.
L’autrice, studiando i Tarocchi aurei, ha constatato che esiste un’originale relazione tra gli arcani
maggiori e le ventidue lettere del più arcaico alfabeto, oltre alla corrispondenza astrologica con
i segni zodiacali e i pianeti, di grande impatto sull’inconscio attraverso le immagini-archetipo, i
numeri, e le lettere; infatti in essi sono riportati graficamente, oltre al nome del tarocco, la lettera
dell’antico alfabeto e un simbolo astrologico, corrispondenti per significato. L’alfabeto riportato
sui tarocchi aurei ricorda i miti egizi che narrano delle "lettere sacre incise", donate dal Dio Thot,
il "Signore delle parole divine", colui che aveva inventato il linguaggio e la magia. Pare che dai
geroglifici dell’alfabeto fonetico egizio di ventiquattro lettere, si passò più di 3600 anni fa a un
10
alfabeto più essenziale nei segni di sole ventidue lettere sacre, analoghe per significato ai ventidue
tarocchi, attribuiti anche essi da certe leggende al Dio Thot.
Dagli enunciati descritti finora si evidenzia la filosofia unica e originale di MOṂ, non proposto
come talismano, ma come un autentico gioiello contenente numeri-archetipi e materiali capaci di
raggiungere la parte più recondita dello spirito umano e infondergli coraggio per la trasformazione,
la responsabilizzazione e affermazione della definizione del proprio scopo nella vita. Un gioiello che
darà vigore e vitalità per una rinnovata conferma della possibilità che il percorso della nostra vita
è nelle nostre mani. Le vette della felicità e di qualsiasi ricchezza, sia essa spirituale o materiale, si
raggiungono attraverso rigore, autodisciplina, perseveranza, costanza, coraggio e conquista della
consapevolezza, ricordando che dietro un’apparente sconfitta c’è sempre una opportunità e che
non bisogna mai arrendersi ma insistere sul proprio obiettivo. Per l’autrice non esiste il fallimento
ma il valore e il significato che ognuno dà alle proprie azioni, ciò che attiriamo nella nostra vita,
comunque ritenuto bene o male, fa parte di ogni lezione che ci necessita per raggiungere ciò che
Chopra definisce il sincrodestino, già citato in precedenza, cioè la meta più profonda della vita di
ognuno di noi.
La volontà e l’impegno personale costanti, sono gli imperativi-cardine di questa filosofia
domestica maturata in una vita attraverso la ricerca, lo studio e l’esperienza.
Nel 1930 il New York Times pubblicò un editoriale riguardante le ricerche condotte dal dott.
Rhine e dai suoi collaboratori della Duke University, riguardanti la telepatia e la chiaroveggenza.
Questi esperimenti, praticati su migliaia di soggetti sottoposti a individuare i semi relativi ad alcune
carte scelte da un mazzo e poste coperte su un tavolo, rivelarono eccezionali risultati. Infatti una
percentuale molto alta di persone riusciva a indovinare le carte senza averle viste. Come conseguenza
logica di questi test, si considerò la capacità dell’uomo anche di percepire il pensiero altrui. Secondo
l’autrice, nella lettura attraverso la cartomanzia, il consultante sceglie quasi sempre le carte
contenenti gli archetipi che riflettono il suo stato d’animo del momento (per legge d’attrazione) e, se
lette varie volte al giorno, possono cambiare completamente il significato secondo le oscillazioni di
pensiero di chi le consulta, per cui la lettura risulta inaffidabile. L’autrice però crede nel potere degli
archetipi; infatti MOṂ non si propone come arte divinatoria ma come una combinazione numerica
contenuta nel gioiello che sarà percepita come stimolatore e fissante per un lavoro di autosuggestione
sui significati dei numeri archetipi di seguito indicati.
11
MOṂ è un concentrato di simboli-archetipi concettuali molto forti contenenti, oltre ai quattro
elementi di aria, terra, fuoco ed acqua:
A. Principio creativo contenente il femminile e il maschile, forte energia applicabile in ogni campo,
sia spirituale sia fisico, affettivo, lavorativo e sentimentale.
B. Simbolo ricettivo, introspettivo, ricerca della profondità in qualsiasi campo, accoglienza del
principio, fecondazione.
C. Creatività, fecondità, fascino, abbondanza, grazia, allegria, completezza e maturità femminile
irradiante.
D. Concretezza, comando, dominio di sé, potere, terra, ricchezza, autorità, autorevolezza.
E. Potere morale, spiritualità, disciplina, regola, compostezza, organizzazione, controllo, suono,
luce, religione.
F. Trionfo, equilibrio, meditazione, avanzamento, spirito che domina la materia, progresso, lavoro,
viaggio, ascesa, controllo del corpo fisico e mentale, accordo, contratto.
G. Giustizia, esattezza, rigore, diritto, norma, rettitudine, impeccabilità, equilibrio,
imparzialità,impassibilità, severità, ragione, razionalità, virtù, logica, ordine, metodo, saggezza,
capacità di adottare nuove regole.
H. Tempo ciclico, causa-effetto, mobilità, evoluzione, moto perpetuo, senso di eternità, vantaggio
benefico, rigenerazione, fortuna cercata e ottenuta con impegno, occasioni afferrate.
I. Cambiamento, trasformazione, fine di un ciclo ed inizio di uno nuovo, metamorfosi, guarigione,
rinnovamento, visione della realtà, attrazione, abbraccio, cuore, libero arbitrio.
J. Legame, scelta, sentimento, amore, passione, desiderio, coinvolgimento, unione, arte,
innamoramento, attrazione, abbraccio, cuore, libero arbitrio.
Caratteristiche e proprietà dei materiali
Ogni corpo fisico contiene energia per il solo fatto di essere composto da atomi e molecole in
movimento. Ogni corpo emana energia sotto forma di calore, colore e movimento. Assorbe energia
attraverso reazioni chimiche. Il nostro corpo emana e assorbe energia attraverso la cosiddetta "aura".
Quando l’aura è sana e carica di energia, la persona vive con pienezza ed equilibrio la sua vita
quando, invece, non si trova in condizioni ottimali avverte difficoltà.
Dall’Oriente ci pervengono i chakra, in sanscrito "ruote", che assorbendo l’energia universale,
alimentano le aure e caricano il plesso nervoso su cui sono innestati. I principali chakra che l’uomo
possiede nel proprio corpo sono sette. Si sostiene altresì che il corpo può essere energizzato con
l’utilizzo di metalli e cristalli. Tra loro e l’uomo c’è un’interazione di energia. Il cristallo cede la
12
propria energia all’uomo che l’assorbe e l’uomo cede energia al cristallo. Questo scambio energetico
è un valido aiuto per riequilibrare mente e corpo. Le proprietà fisiche dei cristalli sono la durezza,
la conducibilità elettrica, le proprietà magnetiche, elettriche e principalmente ottiche come il colore.
Le pietre
I cristalli ci attirano per i loro colori o per gli altri caratteri come la lucentezza, la rifrazione, la
riflessione. Il colore non è però una peculiarità degli oggetti ma è un carattere che attribuisce loro
la luce infatti, se questa colpisce un oggetto in un certo angolo, il colore che noi vediamo varia, ma
varia anche se l’oggetto è raggiunto da una luce filtrata, cioè un raggio luminoso al quale viene messo
un filtro che assorbe. Il colore è luce, la luce è radiazione elettromagnetica cioè energia, composta
da fotoni che sono definiti "quanti di energia". I cristalli e i colori hanno un’influenza importante
quindi sull’uomo.
Nota importante: i gioielli d’oro e d’argento con pietre possiedono energia e vanno puliti dopo
l’acquisto ma anche ogni volta che vengono indossati in momenti che si sono percepiti come negativi.
Non conservare i gioielli insieme ad altri; è bene riporli nel loro astuccio, le pietre possono scalfire
con graffi quelle più tenere e graffiare i metalli. Evitare di spruzzarsi profumo, mettersi la lacca,
il dopobarba, creme, trucco dopo essersi messi dei gioielli, poiché questi sono tutti elementi che
possono accelerarne l’ossidazione. Per la pulizia dei metalli preziosi è consigliabile utilizzare prodotti
industriali specifici o rivolgersi a negozi specializzati.
L’autrice si è limitata a pochi cenni sugli argomenti trattati, per facilitare comprensione dei
concetti espressi, escludendo l’approfondimento per il quale si invita il lettore a farlo personalmente
attraverso testi specifici. Questo testo serve come opuscolo descrittivo di una creazione artistica, per
la quale l’autrice ha empiricamente svolto studi, analisi e statistiche personali. L’autrice ringrazia
per la lettura.
L'autrice ringrazia tutti coloro che l'hanno aiutata per la stesura e la correzione del
presente testo, in particolar modo la Dottoressa Manuela Fiori, Dario Maiore, Liliana
Pirina, Dottor Glendoval J. Stephens, Dottor Giovanni Mureddue Anna Marie Hoke .
13
Scarica

MOM il gioiello Madre