MOṂ il gioiello Madre di Elvira Angela Pattitoni 1 MOṂ MOṂ è un gioiello-archetipo contenente elementi che fanno riferimento ad antiche discipline filosofiche ricche di significati che aiutano a proteggere, rafforzare e favorire il percorso individuale della vita. È prettamente femminile. Gli archetipi contenuti in esso sono incentrati e imperniati sulla figura della Dea Madre. Nasce prendendo spunto dalla forma del bottone sardo e si evolve e personalizza con la maestria del designer e dell’orafo in un gioiello unico e originale. L’importanza degli archetipi è la chiave attraverso la quale si accede alla conoscenza dell’insieme delle immagini presenti nell’inconscio collettivo che derivano da esperienze ancestrali. In psicologia, nel pensiero di Jung, questo concetto è di vitale importanza; la sua filosofia esalta e sottolinea a più riprese la valenza degli archetipi nell’inconscio collettivo. Nel pensiero di Platone e nel neoplatonismo, l’archetipo è inteso come modello trascendente delle cose sensibili. L’archetipo ha funzione di modello, esemplare, prima forma di qualcosa. La filosofia di MOṂ è di arte sincretica, cioè la conciliazione di elementi culturali eterogenei appartenenti a più culture e dottrine diverse. Il progetto grafico di MOṂ è stato concepito e studiato per contenere in un unico oggetto il potere intrinseco degli archetipi usati nella forma, nei colori e nei materiali e contiene i quattro elementi. Il nome L’atto dell’assegnare i nomi risponde all’esigenza dell’uomo di identificare gli oggetti, così come i concetti e le idee, attribuendo loro un nome-significato, capace di conferire potere e valore energetico, è di fondamentale importanza. MOṂ, termine inglese, nasce dalla considerazione che questa lingua è diffusa e predominante in tutto il mondo; il significato, nell’accezione italiana, corrisponde a MAMMA. Si noti che il termine MOṂ è arricchito da un punto sotto l’ultima lettera, che sta a significare il simbolo dell’OṂ in esso contenuto. 2 L’ OṂ Secondo la concezione orientale, OṂ è il simbolo della vibrazione primordiale, che scaturisce da un punto e si estende a ogni dove, creando l’universo. È usato come mantra contenente l’essenza energetica di ogni cosa del creato. È il simbolo cosmico che racchiude il tempo: passato, presente e futuro. Pronunciandolo come mantra si compone in genere di tre lettere fonetiche: AUM. Comunque venga pronunciato (sono infatti tanti i modi usati), è determinante l’intenzione del soggetto che lo recita. Le tre componenti fonetiche, se vengono salmodiate, in genere si pronunciano AUM: dove Ah (suono usato nelle preghiere di tutte le grandi religioni antiche) rappresenta la creazione, Uh rappresenta la conservazione e preservazione di ciò che è stato creato, MMM rappresenta la trasformazione ed il cambiamento. Nella tradizione Tibetana l’ OṂ sta per i tre aspetti dell’essere illuminato, in cui la A rappresenta il corpo, la U la parola e la M la mente. Il suono dell’ OṂ è per molti sinonimo dell’energia della pace nel mondo. Pronunciando consecutivamente l’OṂ, il suono che viene prodotto è MOṂ: ecco spiegata la valenza e l’importanza del nome attribuito al gioiello. MOṂ e il sacro L’uomo ha sentito fin dall’antichità il desiderio di individuare uno spazio dedicato al sacro e porre al suo interno un insieme di norme e principi da rispettare. Probabilmente l’idea di legge nella psiche collettiva nasce dagli archetipi (immagini mentali antiche e perenni) o come presunta esigenza di uniformità etiche dipendenti da esigenze esistenziali comuni. La nozione di sacro può essere descritta in positivo come ciò che è carico di presenza divina o, in negativo, come ciò che è proibito o precluso agli uomini. Lo spazio residuo umano sarà considerato “profano”. È più difficile che l’idea del “caso” sia inquadrabile in un sistema che ne spieghi il senso dal punto di vista umano. L’archetipo della DEA MADRE Anche MOṂ, al suo interno, contiene una simbologia archetipa, la cui figura portante è la DEA MADRE. È verosimile che le prime comunità agricole del neolitico abbiano conosciuto un’importante prevalenza culturale della figura e dei valori femminili nella compagine sociale di quei tempi. La figura della Dea Madre o la Grande Dea, detta anche Dea Bianca, è presente già nelle religioni neolitiche, simbolo della grande forza creativa femminile; colei che i cristiani hanno identificato nella Madonna, gli Yogi hanno chiamato Shakti, gli Induisti Kali e i Buddisti Tara; è l’archetipo della donna come espressione più completa e autentica della femminilità e in quanto tale anche della maternità. 3 La Grande Madre affonda le sue origini fin nel paleolitico sia nella tradizione europea sia in quella orientale e rappresenta una divinità primordiale genitrice e nutrice, la sola a detenere il potere della vita e l’unica con il potere di trasmetterla e di distruggere la manifestazione cosmica e riassorbirla in sé. Infatti anche la dissoluzione (morte), umanamente terribile, è un fatto complementare alla nascita. Nelle culture preistoriche, comprese quelle sarde cosiddette prenuragiche, quando l’uomo ancora non capiva il nesso tra concepimento e nascita, sembrava che la sopravvivenza del genere umano dipendesse soltanto dalla donna, infatti solo lei partoriva e generava per partenogenesi, mentre il maschio pareva sterile ed escluso da questo universo divino, senza poter riconoscere il proprio ruolo nel concepimento. Alcuni sostengono che, in Sardegna, la Dea Madre poteva inoltre alleviare l’evento traumatico della morte e assicurare la vita nell’aldilà, in un’elaborazione ciclica del concetto di rinascita; il defunto doveva essere sepolto nel ventre della madre terra o in una grotta, in posizione fetale, come se fosse ancora nel grembo materno e gli veniva sparsa sul corpo ocra rossa, rappresentativa del sangue, per evocare la prima immagine di sé nel venire alla luce e assicurargli così la rinascita. Inoltre accanto al defunto veniva posto il viatico e una statuina in pietra che rappresentava la rassicurante Dea Madre, tramite tra l’uomo e la divinità, tra il mortale e l’immortalità. Il nuraghe, in Sardegna, sempre secondo alcuni, era il tempio della Dea Madre, trasposizione sul piano simbolico della madre reale quindi, il dormire presso il nuraghe soddisfaceva la surroga simbolica del desiderio di dormire accanto alla propria madre reale. Sia in occidente, sia in oriente, veniva rappresentata con forme rotondeggianti in cui gli attributi delle femminilità venivano esaltati, divinizzati e rappresentavano la capacità di accogliere una nuova vita nel grembo: il sacro e misterioso potere di creare una nuova vita che spaventava e allo stesso tempo affascinava l’uomo preistorico come quello di oggi. La Dea Madre è l’archetipo principale del gioiello MOṂ. La magia L’uomo preistorico, una volta scoperto il concetto di causa-effetto, tenta di dominare la natura per adeguarla alle proprie esigenze. È proprio in questo momento che scopre la “magia” come strumento di controllo del mondo che lo circonda e che gli consente di superare i propri limiti proiettandosi verso l’ignoto, cercando di elevarsi o almeno avvicinarsi al rango di divinità. L’uomo primitivo sente il bisogno di dividere lo spazio sacro da quello profano, quindi crea il “Temenos”, cioè ogni luogo sia esso fonte, o grotta, bosco o monte, individuato e consacrato come residenza di un Dio, oppure un luogo dove si ripete costantemente la presenza di un Arché, il 4 prototipo del Dio nella sua forma totalitaria, contenente la storia di un’essenza; un Arché infatti, è un evento singolo che si ripete sempre identico a se stesso. L’Arché viene individuato con il suo “Nomos”, la sfera di influenza del Dio, ciò che è proprio di ciascuno. Questa caratteristica e questa attribuzione del luogo fisico a un Dio sarebbe presente anche in Sardegna, manifestatasi nella realtà di luoghi sacri per rituali funerari, tombe a fossa o grotticelle artificiali. La scelta di questi siti sarebbe stata determinata dall’istinto percettivo di localizzazione delle ley lines positive presenti nel sottosuolo, capaci di emanare e irradiare particolari quantità di energia. Ultimamente alcuni siti archeologici in Sardegna sono meta di pellegrinaggio di gente proveniente da tutto il mondo per le probabili proprietà terapeutiche di lenimento di patologie riguardanti le ossa, nonché per la capacità di infondere sensazioni di calma, pace e serenità. Tra i più conosciuti siti sacri in Sardegna vi sono le “Domus de Janas”, ovvero le “case delle fate” che, nella mitologia locale, tessevano fili d’oro e d’argento che diventavano stoffe ricamate con pietre preziose. Il gioiello sardo, sin dall’antichità, svolge una funzione di medium tra l’uomo e gli Dei, per invocare la grazia di allontanare la negatività. L’uomo sardo era superstizioso e spesso il gioiello faceva parte del corredo di oggetti preziosi che serviva per proteggere il nuovo nato dalle insidie del maleficio o il defunto, per garantirne la custodia del corpo e la rinascita alla vita; o usato anche come promessa di matrimonio, in cui il gioiello era il simbolo dell’alleanza e del vincolo. Tutt’oggi sono in vigore antiche pratiche di preghiera e rituali contro il malocchio, per ritrovare oggetti smarriti o per conoscere l’esito di un evento desiderato. In Sardegna sono sempre stati realizzati ed ancora oggi si realizzano, gioielli, amuleti e reliquiari impregnati di una forte valenza magica e religiosa. MOṂ introduce una grande novità in tal senso. La sua struttura è carica di energie archetipe sostenute dalle teorie provenienti da importanti discipline degne di menzione come la filosofia e la numerologia, i cui esponenti sono Pitagora e Sant’Agostino. Tuttavia, il concetto primario che MOṂ intende esprimere è quello di cristallizzare l’essenza dell’individuo principalmente nella definizione del suo obiettivo, di raggiungerlo attraverso la consapevolezza e la fede, perpetuata con costanza e, qualora non la si possedesse, prospetta la possibilità di ottenerla attraverso l’autosuggestione e una costante autodisciplina; la volontà indomabile supportata dalla fede ha una possente forza, un enorme potere che può realizzare ogni cosa. È il rapporto di fede tra la parte divina dell’uomo e il suo sé inferiore, quello fisico. Sarà d’aiuto il potere degli archetipi, nonché l’energia del metallo e delle pietre, che concorrono a fissare e rafforzare i propositi espressi. Tali archetipi hanno il potere di fortificare il proprio “prana”, che rinvigorirà 5 la persona e che potrà essere emanato agli altri; infatti la creatrice di MOṂ non crede nella mera “possibilità” del fato, ma è sostenitrice della consapevolezza e auto responsabilità, sempre in accordo con l’intelligenza universale poiché, nell’unicità di ognuno, siamo tutti in perfetto accordo e collegati con il tutto. La numerologia La numerologia è un’antica scienza fatta di arte, matematica e filosofia che tenta di interpretare e decifrare le leggi che mettono in relazione il mondo e la vita di un singolo essere umano, dando valore a ogni avvenimento che vive e attribuendo a esso un significato specifico, evolutivo, spirituale e non solo materialistico e casuale. La numerologia è quindi un’antica scienza diagnostica del carattere. Fu Pitagora, oltre ai cabalisti ebraici, il più esperto e illustre assertore di tale materia; egli riteneva che l’universo fosse armonia e numero e che la matematica fosse l’essenza ultima della realtà. I numeri, le figure geometriche e la musica erano per lui strumenti meditativi, attraverso i quali egli percepiva la perfetta armonia degli astri nel loro movimento. Sant’Agostino, grande filosofo della tradizione cristiana, sosteneva che spettasse alla mente umana investigare e ricercare i segreti di queste relazioni numeriche e ottenerle attraverso la forza divina. Egli scrisse: “I numeri sono il linguaggio universale offerto da Dio agli umani come riconferma della verità”. Altri personaggi investigarono e approfondirono questa scienza tra cui Leonardo Da Vinci e Piero della Francesca. Il grande ricercatore e scopritore dei meandri della mente nascosti nell’inconscio dell’ uomo e della sua psiche è Carl Gustav Jung il quale, in età moderna propone la valenza della numerologia. Lui riteneva il numero un’entità divina, sacra, che definiva come un archetipo della divinità fattosi cosciente. Credeva nella coscienza assoluta dell’inconscio che comprende il passato, presente e futuro e può percepire ciò che riguarda altre persone. L’inconscio collettivo è per lui un campo di energia costituito da archetipi e tra tutti loro esiste un legame. In questo campo di energia dell’inconscio, che lui ritiene ordinato e non casuale, risiede al centro il grande archetipo del sé, la realtà ultima. Come di seguito spiegherà la sua allieva Von Franz, i valori numerici sarebbero gli ordinatori del campo di energia collettivo che ultimamente è stato definito da alcuni studiosi come “campo unificato” o “Matrix divina”. Jung soleva affermare: “chi parla per immagini primordiali parla con mille voci”. Ogni persona ha i propri numeri, detti del destino, dell’espressione, dell’anima e della quintessenza, che si ottengono attraverso un’elaborazione della data di nascita e delle lettere che 6 compongono il proprio nome. Il risultato ottenuto verrà ridotto; nella numerologia, infatti, si tende a fare una riduzione, detta Teosofica (sapienza divina a cui l’uomo può accedere attraverso un’esperienza mistica), con cui i valori ottenuti dalla somma dei numeri devono essere ulteriormente ridotti a numeri interi da 1 a 9; non vengono ridotti, se non in alcuni casi, i numeri maestri 11, 22, 33, 44 e i numeri 13, 14, 16, 19. Scoprendo e attivando il numero relativo al proprio nome e data di nascita viene svelata una parte profonda della persona stessa, il suo ritmo ancestrale racchiuso nel proprio nome, col quale si è identificati come persone uniche e irrepetibili. Ognuno potrà conoscere i propri numeri attraverso testi specifici o consultando i siti di numerologia in Internet. La numerologia considera i numeri sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo ed è stata fin dai tempi antichi un’elemento base per la nascita dell’astrologia e della filosofia. Per la numerologia il numero è un essere del piano spirituale e l’uomo non è distaccato dal divino e dalla natura, i cui principi agiscono in essa esercitando le stesse modalità anche nell’uomo. La numerologia energetica sostiene l’efficacia di pratiche di consapevolezza interiore di tipo dinamico, quindi il concetto di nome-frequenza, attraverso il quale esprimiamo le vibrazioni della voce, dei suoni, dei pensieri, dunque, ciò che siamo. Ecco l’importanza del significato di MOṂ, il cui nome-frequenza esprime un insieme di simboli positivi contenuti negli archetipi. Assegnando un nome consentiamo la materializzazione di una realtà visibile attivando i principi degli archetipi esistenti nell’inconscio collettivo. In India il suono è l’espressione della mente cosmica ed è alla base di tutti i linguaggi umani. Ogni parola è vibrazione capace di influenzare il mondo fisico. Il DNA umano è il codice di lettere chimiche le cui particelle e vibrazioni creano la materia genetica di ogni essere vivente. Il linguaggio è l’esigenza umana di esprimere i propri pensieri che emergono dalla mente e l’alfabeto diventa lo strumento e il veicolo tra il trascendente mondo degli archetipi e il mondo della materia. La numerologia decodifica il codice nascosto dei nomi attribuendo un valore numerico alle lettere. Per i primi Pitagorici tutti gli oggetti erano composti dai numeri interi; per loro i numeri erano ciò che per noi sono gli atomi. Gli atomi a loro volta sono costituiti dall’unione di particelle subatomiche detti “quanti”. Per la fisica quantistica anche l’essere umano è campo di energia connesso con ogni cosa nell’universo. A un livello più profondo i pacchetti di informazione ed energia emergono da un oceano di possibilità, da una coscienza illimitata. Recenti esperimenti svelano che le particelle subatomiche si comportano e sono condizionate dall’osservatore e si materializzano secondo la sua intenzione. A livello subatomico la materia presenta le caratteristiche delle onde e solo all’atto dell’osservazione assume un comportamento corpuscolare. 7 Pare che tali particelle si manifestino soltanto quando vengono osservate, infatti, prima di questo esperimento, venivano considerate solo sotto forma di onda energetica contenente in sé tutte le potenzialità. Quindi le particelle esistono in materia quando le osserviamo e come onde energetiche quando non sono osservate. A intuire questa duplice natura è stato il fisico e matematico Luis de Broglie, premio Nobel nel 1929; le proprietà delle vibrazioni dell’onda quantistica, invece, furono descritte matematicamente dall’equazione d’onda del fisico matematico austriaco Schrödinger, premio Nobel nel 1933. A livello quantico anche noi umani siamo onde di energia in un campo connesso a tutte le cose nell’universo. A livello profondo, i pacchetti di informazioni possibili, emergono da un immenso spazio di possibilità, un campo di pura coscienza illimitata in ogni momento. Deepak Chopra definisce questa dimensione “regno non locale” e lo identifica come intelligenza cosmica che grazie al potere dell’intenzione organizza la pura potenzialità in particelle quantiche che formeranno atomi e infine molecole che, col tempo, assumeranno la struttura fisica della materia. Chopra, in accordo con il pensiero di Jung, crede che questo campo di intelligenza coincida con l’inconscio collettivo, dove i numeri rappresentano i principi primi e gli archetipi sono le infinite possibilità in embrione dentro di noi. Secondo Chopra quando noi permettiamo a queste potenzialità archetipe di esprimersi nella nostra esistenza, siamo capaci di realizzare il nostro proprio scopo nella vita, ciò che Chopra chiama “sincrodestino”. Quelle della fisica quantistica sono scoperte di notevole importanza che ci confermano il potere dell’intenzione dell’uomo sul piano materiale che, se spinto e supportato dalla definizione precisa del suo scopo, otterrà il risultato sperato nella sua manifestazione fisica attraverso la costanza e la profonda autodisciplina. Per l’autrice, infatti, il caso e la fortuna esistono solo come conseguenza di una grande volontà suprema che non conosce sconfitta. Degno di nota è il libro di Wayne Dyer “Il potere dell’ intenzione”. Capacità extrasensoriali Nell’universo regna un’armonia perfetta in cui tutto vibra secondo i ritmi che sono propri di ogni cosa e con un preciso significato. Tutto è ordinato, anche quando appare il contrario ai nostri occhi o alla nostra mente. Le varie discipline divinatorie sostengono che niente arriva per caso e a seconda della disciplina che si utilizza (numerologia, astrologia, cartomanzia) il sensitivo interpreta attraverso dei codici archetipi scelti dal consultante. 8 Merita un approfondimento la figura del cosiddetto “sensitivo” al quale sono attribuite particolari capacità extrasensoriali dette “ESP”. Tutti gli individui nascono con una innata capacità di percepire e interpretare fenomeni considerati paranormali, così come anche l’uomo primitivo riusciva grazie a uno spiccato istinto, attraverso ciò che è conosciuto come rabdomanzia, a individuare l’acqua sotto il terreno e anche i siti con forte energia tellurica ove edificava i suoi templi sacri che avrebbero avuto proprietà magnetiche positive e risanatrici. Nell’epoca moderna, queste capacità innate negli individui si sono sempre più affievolite poiché l’uomo ha maturato nuove esigenze affidandosi sempre più alle scienze esatte, riponendo una fede spesso smisurata nella tecnologia e in tutto ciò che può essere provato, misurato, riprodotto e catalogato. Ciò non toglie che le cosiddette scienze non precise siano state tramandate nel corso dei millenni e ancora praticate con rinnovato spirito che le rende attuali e sempre di grande interesse. Da ricerche effettuate sin dal secolo scorso, emerge che le persone dotate di particolari percezioni vivono fin dall’infanzia delle esperienze considerate non comuni che le spingono ad approfondire le materie con cui possono trovare spiegazione a tali fenomeni che la scienza non riconosce perché non sono scientificamente dimostrabili. Queste persone, in età adulta, con l’approfondimento adeguato, offrono servizi di consultazione attraverso arti divinatorie come, per esempio, la cartomanzia. Esistono però anche tante persone che si servono di queste arti e tendono a manipolare i soggetti facilmente suggestionabili a scopo di lucro, creando una dipendenza psicologica che garantisce loro una fonte di guadagno sicuro. I soggetti dotati di tali capacità dovrebbero, invece, metterle a disposizione di tutti, in particolare delle persone che vivono le stesse esperienze ma non ne comprendono la ragione e il significato, fornendo loro chiavi di lettura che diano un valido aiuto per la conoscenza e l'appofondimento dei fenomeni paranormali. In tale contesto merita di essere citato il filosofo Rudolf Steiner, il quale creò la scienza detta "Antroposofia", scienza dello spirito. Egli sosteneva che l’essere umano è costituito da quattro parti: una corporea, cioè il corpo fisico, e tre di natura immateriale (eterico), cioè le forze che danno forma alla vita, il corpo astrale (i sentimenti) e il corpo egotico (lo spirito); però l’armonia esistente tra queste parti può spezzarsi generando la cosiddetta malattia. Quest’ultima, infatti, è sempre una rottura dell’equilibrio psichico oltre che fisico. Ci sono delle discipline pratiche per ripristinare l’equilibrio tra corpo e mente, tra le quali, citandone alcune: pranoterapia, il reiki, il pranic healing. Va detto che queste pratiche non sono accettate dalla scienza medica poiché ad oggi non hanno avuto riscontro riguardo la loro efficacia, a eccezione dell’effetto placebo. Queste pratiche di medicina alternativa usano il "prana" o "soffio vitale", trasmesso dall’operatore al paziente. Tramandate dalle scienze orientali antichissime che cercano di risolvere disturbi fisici, emozionali 9 o mentali che si manifestano come alterazioni del corpo energetico, aiutano la rimozione di energie congestionate, trasferendo energia vitale attraverso l’imposizione delle mani in corrispondenza della parte malata. Agiscono sul paziente rafforzando lo stato emozionale, mentale, aumentando il potere personale e la vitalità, sviluppando la sensibilità, la pace interiore e favorendo la crescita personale. Altro personaggio del secolo scorso, conosciuto personalmente dall’autrice di questo opuscolo, è lo studioso inglese Colin Bloy, sostenitore anch’egli della forza degli archetipi e del dowsing (rabdomanzia), capacità di cercare l’acqua, i minerali e le forze magnetiche nel terreno. Egli fondò un’associazione che opera tuttora, in cui un gruppo di persone con particolare sensitività, si adopera per trasmettere anche a distanza energie vitali capaci di intervenire e sedare fenomeni delinquenziali in un luogo specifico o di supportare e sostenere, con le proprie energie, equipe di medici. MOṂ non si propone come un talismano, ma come un moderno "caduceo", il mitico bastone che, secondo la leggenda, Zeus donò ad Hermes; simbolo usato dall’ordine dei farmacisti in Italia e dall’ordine dei medici in USA; composto da una verga sormontata da una sfera, due serpenti che salgono a spirale intorno alla verga e in cima hanno di fronte la sfera e ai due lati le ali. Il caduceo sarebbe il simbolo di un equilibrio e di una salute perfetta. Prima dell’associazione del caduceo con Hermes (Mercurio per i Romani), era stato il bastone emblema di Ermete Trismegisto, progenitore dell’arte magica egizia e rappresentava il sapere universale di tutte le materie di studio, dalla religione alla medicina, alle scienze, alla matematica, alla filosofia e alla morale. Archetipi contenuti in MOṂ Nell’uomo l’emozione è la chiave per accedere alla parte più profonda dell’inconscio. Le immagini e il potere degli archetipi hanno un grande impatto emozionale e spesso riescono ad aggirare l’ostacolo costruito dalla nostra parte razionale, cerebrale e mentale che crea interiormente uno schema rigido difficile da penetrare e accedono invece all’emisfero destro, quello più intuitivo, potente e magico dell’uomo. L’autrice, studiando i Tarocchi aurei, ha constatato che esiste un’originale relazione tra gli arcani maggiori e le ventidue lettere del più arcaico alfabeto, oltre alla corrispondenza astrologica con i segni zodiacali e i pianeti, di grande impatto sull’inconscio attraverso le immagini-archetipo, i numeri, e le lettere; infatti in essi sono riportati graficamente, oltre al nome del tarocco, la lettera dell’antico alfabeto e un simbolo astrologico, corrispondenti per significato. L’alfabeto riportato sui tarocchi aurei ricorda i miti egizi che narrano delle "lettere sacre incise", donate dal Dio Thot, il "Signore delle parole divine", colui che aveva inventato il linguaggio e la magia. Pare che dai geroglifici dell’alfabeto fonetico egizio di ventiquattro lettere, si passò più di 3600 anni fa a un 10 alfabeto più essenziale nei segni di sole ventidue lettere sacre, analoghe per significato ai ventidue tarocchi, attribuiti anche essi da certe leggende al Dio Thot. Dagli enunciati descritti finora si evidenzia la filosofia unica e originale di MOṂ, non proposto come talismano, ma come un autentico gioiello contenente numeri-archetipi e materiali capaci di raggiungere la parte più recondita dello spirito umano e infondergli coraggio per la trasformazione, la responsabilizzazione e affermazione della definizione del proprio scopo nella vita. Un gioiello che darà vigore e vitalità per una rinnovata conferma della possibilità che il percorso della nostra vita è nelle nostre mani. Le vette della felicità e di qualsiasi ricchezza, sia essa spirituale o materiale, si raggiungono attraverso rigore, autodisciplina, perseveranza, costanza, coraggio e conquista della consapevolezza, ricordando che dietro un’apparente sconfitta c’è sempre una opportunità e che non bisogna mai arrendersi ma insistere sul proprio obiettivo. Per l’autrice non esiste il fallimento ma il valore e il significato che ognuno dà alle proprie azioni, ciò che attiriamo nella nostra vita, comunque ritenuto bene o male, fa parte di ogni lezione che ci necessita per raggiungere ciò che Chopra definisce il sincrodestino, già citato in precedenza, cioè la meta più profonda della vita di ognuno di noi. La volontà e l’impegno personale costanti, sono gli imperativi-cardine di questa filosofia domestica maturata in una vita attraverso la ricerca, lo studio e l’esperienza. Nel 1930 il New York Times pubblicò un editoriale riguardante le ricerche condotte dal dott. Rhine e dai suoi collaboratori della Duke University, riguardanti la telepatia e la chiaroveggenza. Questi esperimenti, praticati su migliaia di soggetti sottoposti a individuare i semi relativi ad alcune carte scelte da un mazzo e poste coperte su un tavolo, rivelarono eccezionali risultati. Infatti una percentuale molto alta di persone riusciva a indovinare le carte senza averle viste. Come conseguenza logica di questi test, si considerò la capacità dell’uomo anche di percepire il pensiero altrui. Secondo l’autrice, nella lettura attraverso la cartomanzia, il consultante sceglie quasi sempre le carte contenenti gli archetipi che riflettono il suo stato d’animo del momento (per legge d’attrazione) e, se lette varie volte al giorno, possono cambiare completamente il significato secondo le oscillazioni di pensiero di chi le consulta, per cui la lettura risulta inaffidabile. L’autrice però crede nel potere degli archetipi; infatti MOṂ non si propone come arte divinatoria ma come una combinazione numerica contenuta nel gioiello che sarà percepita come stimolatore e fissante per un lavoro di autosuggestione sui significati dei numeri archetipi di seguito indicati. 11 MOṂ è un concentrato di simboli-archetipi concettuali molto forti contenenti, oltre ai quattro elementi di aria, terra, fuoco ed acqua: A. Principio creativo contenente il femminile e il maschile, forte energia applicabile in ogni campo, sia spirituale sia fisico, affettivo, lavorativo e sentimentale. B. Simbolo ricettivo, introspettivo, ricerca della profondità in qualsiasi campo, accoglienza del principio, fecondazione. C. Creatività, fecondità, fascino, abbondanza, grazia, allegria, completezza e maturità femminile irradiante. D. Concretezza, comando, dominio di sé, potere, terra, ricchezza, autorità, autorevolezza. E. Potere morale, spiritualità, disciplina, regola, compostezza, organizzazione, controllo, suono, luce, religione. F. Trionfo, equilibrio, meditazione, avanzamento, spirito che domina la materia, progresso, lavoro, viaggio, ascesa, controllo del corpo fisico e mentale, accordo, contratto. G. Giustizia, esattezza, rigore, diritto, norma, rettitudine, impeccabilità, equilibrio, imparzialità,impassibilità, severità, ragione, razionalità, virtù, logica, ordine, metodo, saggezza, capacità di adottare nuove regole. H. Tempo ciclico, causa-effetto, mobilità, evoluzione, moto perpetuo, senso di eternità, vantaggio benefico, rigenerazione, fortuna cercata e ottenuta con impegno, occasioni afferrate. I. Cambiamento, trasformazione, fine di un ciclo ed inizio di uno nuovo, metamorfosi, guarigione, rinnovamento, visione della realtà, attrazione, abbraccio, cuore, libero arbitrio. J. Legame, scelta, sentimento, amore, passione, desiderio, coinvolgimento, unione, arte, innamoramento, attrazione, abbraccio, cuore, libero arbitrio. Caratteristiche e proprietà dei materiali Ogni corpo fisico contiene energia per il solo fatto di essere composto da atomi e molecole in movimento. Ogni corpo emana energia sotto forma di calore, colore e movimento. Assorbe energia attraverso reazioni chimiche. Il nostro corpo emana e assorbe energia attraverso la cosiddetta "aura". Quando l’aura è sana e carica di energia, la persona vive con pienezza ed equilibrio la sua vita quando, invece, non si trova in condizioni ottimali avverte difficoltà. Dall’Oriente ci pervengono i chakra, in sanscrito "ruote", che assorbendo l’energia universale, alimentano le aure e caricano il plesso nervoso su cui sono innestati. I principali chakra che l’uomo possiede nel proprio corpo sono sette. Si sostiene altresì che il corpo può essere energizzato con l’utilizzo di metalli e cristalli. Tra loro e l’uomo c’è un’interazione di energia. Il cristallo cede la 12 propria energia all’uomo che l’assorbe e l’uomo cede energia al cristallo. Questo scambio energetico è un valido aiuto per riequilibrare mente e corpo. Le proprietà fisiche dei cristalli sono la durezza, la conducibilità elettrica, le proprietà magnetiche, elettriche e principalmente ottiche come il colore. Le pietre I cristalli ci attirano per i loro colori o per gli altri caratteri come la lucentezza, la rifrazione, la riflessione. Il colore non è però una peculiarità degli oggetti ma è un carattere che attribuisce loro la luce infatti, se questa colpisce un oggetto in un certo angolo, il colore che noi vediamo varia, ma varia anche se l’oggetto è raggiunto da una luce filtrata, cioè un raggio luminoso al quale viene messo un filtro che assorbe. Il colore è luce, la luce è radiazione elettromagnetica cioè energia, composta da fotoni che sono definiti "quanti di energia". I cristalli e i colori hanno un’influenza importante quindi sull’uomo. Nota importante: i gioielli d’oro e d’argento con pietre possiedono energia e vanno puliti dopo l’acquisto ma anche ogni volta che vengono indossati in momenti che si sono percepiti come negativi. Non conservare i gioielli insieme ad altri; è bene riporli nel loro astuccio, le pietre possono scalfire con graffi quelle più tenere e graffiare i metalli. Evitare di spruzzarsi profumo, mettersi la lacca, il dopobarba, creme, trucco dopo essersi messi dei gioielli, poiché questi sono tutti elementi che possono accelerarne l’ossidazione. Per la pulizia dei metalli preziosi è consigliabile utilizzare prodotti industriali specifici o rivolgersi a negozi specializzati. L’autrice si è limitata a pochi cenni sugli argomenti trattati, per facilitare comprensione dei concetti espressi, escludendo l’approfondimento per il quale si invita il lettore a farlo personalmente attraverso testi specifici. Questo testo serve come opuscolo descrittivo di una creazione artistica, per la quale l’autrice ha empiricamente svolto studi, analisi e statistiche personali. L’autrice ringrazia per la lettura. L'autrice ringrazia tutti coloro che l'hanno aiutata per la stesura e la correzione del presente testo, in particolar modo la Dottoressa Manuela Fiori, Dario Maiore, Liliana Pirina, Dottor Glendoval J. Stephens, Dottor Giovanni Mureddue Anna Marie Hoke . 13