ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CENTALLO – VILLAFALLETTO
Scuola dell’infanzia – Scuola primaria - Scuola secondaria di primo grado
Via delle Scuole 8 - 12044 Centallo (CN)
Tel. 0171214049
fax 0171214049
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PROTOCOLLO D’ACCOGLIENZA E INSERIMENTO
DEGLI ALUNNI STRANIERI
Nell’Istituto è ormai consolidata la presenza di alunni provenienti da Paesi stranieri. Attualmente
sono iscritti alunni appartenenti a molteplici etnie e la loro percentuale ha raggiunto circa il 17%
della popolazione scolastica dell’Istituto (con un picco del 26,8 % nella scuola dell’infanzia di
Centallo ), composto da quattro plessi di scuola dell’infanzia, da cinque plessi di scuola primaria e
due plessi di scuola secondaria di primo grado.
Premessa:
Questo documento, che avrà decorrenza dall’anno scolastico 2015/2016, intende presentare un
modello d’accoglienza che illustri una modalità corretta e pianificata di quanto deve
obbligatoriamente essere fatto per affrontare e facilitare il pieno successo nell’inserimento
scolastico degli alunni stranieri, anche di quelli che si iscrivono ad anno scolastico iniziato.
Finalità:

definire e attivare pratiche condivise all’interno dell’Istituto in tema d’accoglienza di alunni
stranieri

facilitare l’ingresso a scuola dei bambini stranieri e sostenerli nella fase di adattamento al
nuovo ambiente

favorire un clima d’accoglienza nella scuola

entrare in relazione con la famiglia immigrata

promuovere la comunicazione e la collaborazione tra scuole e tra scuola e territorio sui temi
dell’accoglienza e dell’educazione interculturale.
Contenuti
Il Protocollo d’Accoglienza Stranieri
1
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
prevede la costituzione di una Commissione d’Accoglienza

contiene criteri e indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento a scuola degli alunni
stranieri

traccia fasi e modalità dell’accoglienza a scuola, definendo compiti e ruoli degli operatori
scolastici e di coloro che partecipano a questo processo.
I DIVERSI ASPETTI DELL’ACCOGLIENZA
La fase dell’accoglienza rappresenta il primo contatto del bambino e della famiglia straniera con
la scuola italiana, con gli insegnanti e il dirigente scolastico. In questo momento iniziale le
strategie d’accoglienza per un inserimento positivo si basano su cinque aspetti principali.
Amministrativo

procedure di iscrizione e documentazione;

accertamento della scolarità precedente, dello stato di
salute, della situazione giuridica e familiare;

intervento del mediatore linguistico o scheda plurilingue sul
funzionamento della scuola (per i genitori).

rilevazione delle capacità, degli interessi, delle abilità, delle
competenze e dei bisogni specifici di apprendimento;

individuazione della classe e della sezione in cui inserire il
bambino;

elaborazione di percorsi didattici individualizzati e
adeguamento in itinere.

revisione della programmazione di classe;

modalità di informazione e di comunicazione tra scuola e
famiglie straniere;

attenzione agli aspetti non verbali della comunicazione;

ricorso alla modulistica tradotta o ad interpreti e mediatori
culturali per facilitare la comunicazione e superare le
difficoltà linguistiche.
burocratico
(segreteria)
Educativo
(Dirigente Scolastico,
insegnanti referenti e
insegnanti di classe)
Comunicativo
(segreteria, Direzione,
insegnanti)
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
attenzione al “clima” e alla relazione per ridurre l’ansia, la
diffidenza, la distanza;

attenzione ai momenti iniziali di socializzazione del
bambino neo-arrivato e ai rapporti con i compagni;

coinvolgimento della famiglia nelle iniziative della scuola.
Sociale

(commissione stranieri e
insegnanti di classe)
contatti con Enti e Associazioni del territorio per
collaborazioni e intese;

acquisizione di materiali, risorse e testi presso centri di
documentazione e attraverso contatti con altre scuole.
Relazionale
(insegnanti di classe e
insegnanti referenti)
ITER PER L’ACCOGLIENZA E L’INSERIMENTO
1.
PRIME FASI DELL’ACCOGLIENZA
A.1) Colloquio e iscrizione (durata: due giorni)
Durante queste prime fasi il Dirigente e/o gli insegnanti referenti hanno un colloquio con i genitori
dell’alunno, eventualmente alla presenza di un mediatore linguistico, durante il quale vengono
raccolte le prime notizie sul bambino e si danno informazioni sul funzionamento della scuola. Se è
necessario si assistono i genitori nelle varie procedure dell’iscrizione condotta dalla segreteria.
A.2) I minori in condizioni di irregolarità giuridica
Anche i minori presenti in Italia irregolarmente devono aver garantito il diritto all’istruzione secondo
i principi della “Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia”, approvata in sede O. N. U. e
ratificata in Italia dalla legge n° 176/91. Ad essa fa riferimento la Circolare n° 5 del 12/01/1994
“Iscrizione nelle scuole e negli istituti di ogni ordine e grado di minori stranieri privi del permesso di
soggiorno”, che recita: “I minori non in regola, hanno titolo ad essere iscritti e a frequentare gli
istituti e le scuole di ogni ordine e grado in Italia. L’iscrizione è effettuata con riserva, da sciogliere
non appena gli interessati abbiano normalizzato la propria situazione.”.
Successivamente con la Circolare n° 119 del 6/04/1995 è stata eliminata la condizione di “iscrizione
con riserva”. E, infatti l’articolo 2 di tale Circolare dice: “Si dispone che, fermo restando la modalità
per l’iscrizione indicata con la predetta Circolare n° 5/1994, la riserva suddetta si è sciolta in senso
positivo a seguito del conseguimento del titolo conclusivo di studio d’istruzione secondaria inferiore
e superiore. Il rilascio del diploma o dell’attestato finale conseguito dall’alunno privo del permesso
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di soggiorno non costituisce requisito per la regolarizzazione della presenza sul territorio italiano né
per lo studente né per i suoi familiari.”.
Per regolarizzare la posizione dei minori gli iter da seguire sono diversi, a seconda della situazione
familiare e delle modalità di arrivo.

Per i bambini irregolari con un genitore regolare, si deve prevedere l’iter burocratico del
ricongiungimento familiare.(compito della famiglia)

I minori privi temporaneamente o definitivamente dell’ambiente familiare e senza protezione,
sono tutelati dall’autorità giudiziaria minorile e possono ottenere un permesso di soggiorno
provvisorio.

Per i minori irregolari con famiglia irregolare la situazione è complessa e il minore –inserito
come gli altri a scuola “con riserva”- può regolarizzare la sua condizione giuridica solo nel
caso in cui i genitori, o il tutore, ottengano lo stesso riconoscimento.
A.3) Incontro con il bambino: fase di osservazione del neo-arrivato
(una/due settimane, a seconda dell’età e del livello di scolarizzazione con frequenza scolastica
ridotta).
All’incontro con i genitori segue quello con il bambino condotto dalle insegnanti referenti per
conoscere il bambino e verificare il possesso di alcuni prerequisiti relativi a:

funzioni cognitive di base (memorizzazione, percezione visiva, orientamento spaziotemporale, capacità di riprodurre un suono ascoltato…);

capacità grafico-manipolative;

abilità strumentali nella lingua d’origine (lettura,scrittura, comprensione …);

abilità logico matematiche;

grado di conoscenza della lingua italiana.
A.4) La scelta della classe e della sezione di inserimento
Il DPR 394 del 31/8/99 all’art.45 reca le norme relative all’inserimento degli stranieri fornendo
alcune indicazioni sulla determinazione della classe d’iscrizione. L’art. citato recita: “I minori
stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età
anagrafica, salvo che il Collegio Docenti deliberi l’iscrizione a una classe diversa, tenendo conto:
1. dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno, che può determinare
l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella
corrispondente all’età anagrafica;
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2. dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno;
3. del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza;
4. del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno.”
La scelta della sezione di inserimento spetta al Dirigente Scolastico, sulla base degli elementi forniti
dai referenti e dal Consiglio d’Interclasse. Tale scelta è preceduta da un incontro congiunto fra
referenti, Dirigente e insegnanti delle interclassi coinvolte, nel caso di alunni neo-arrivati.
Quindi, anche nel caso più complesso di inserimento in una classe non corrispondente all’età
anagrafica, è previsto al termine del periodo d’Accoglienza un incontro congiunto.
In quest’ultimo caso nel nostro istituto, il Collegio Docenti delega la decisione alla Commissione
Intercultura/ Gruppo Lavoro Inclusione.
Nel caso in cui ci sono più alunni stranieri presenti in uno stesso ordine di scuola interessato, le
Circolari 301 del 8/9/89 e 205 del 26/7/90 suggeriscono un inserimento fino a quattro/cinque
bambini per classe. Solamente quando ci siano bambini appartenenti a uno stesso gruppo etnico e
dello stesso livello scolastico, si ritiene “didatticamente proficuo inserirli in una medesima classe”. Il
DPR 394 citato in precedenza recita in proposito all’art. 45, comma 3: ”Il Collegio dei Docenti
formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi: la ripartizione è effettuata
evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni
stranieri”.
In sintesi i criteri sono:
 la scolarità precedente, desunta dal certificato di studi o dall’autocertificazione del genitore;
 le rilevazioni effettuate dall’insegnante incaricato;
 la disseminazione delle presenze nelle varie classi, evitando la formazione di classi di soli
alunni stranieri o di classi monoetniche;
 il raggruppamento eventuale nella medesima classe di bambini appartenenti allo stesso
gruppo nazionale e dello stesso livello scolastico;
 l’assegnazione alla classe immediatamente precedente (rispetto alla scolarità pregressa) nelle
situazioni di difficoltà;
 le richieste della famiglia rispetto all’orario scolastico;
 le considerazioni delle insegnanti referenti;
 e degli insegnanti di interclasse per la scelta della sezione (essi valuteranno la situazione
delle classi: socializzazione, bambini problematici, portatori di handicap,…).
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2. LE PRIME FASI DELL’INSERIMENTO
Per tutti i minori neo-arrivati è positiva una fase di accoglienza, di gioco, di scoperta della nuova
scuola ai fini della socializzazione e della conoscenza reciproca.
B.1) Un inserimento “dolce”
La presentazione del bambino alla classe di assegnazione prevede un’attività guidata dalle insegnanti
referenti e dalle insegnanti di classe.
Il bambino arrivato da poco tempo in Italia è ora inserito nella classe. I suoi compagni hanno già
tante cose in comune: esperienze di anni vissuti insieme, di giochi e feste, antipatie e simpatie
consolidate, paure e progetti condivisi…….
L’arrivo di un bambino “nuovo” modifica sempre il clima del gruppo e della classe.
Nei confronti dell’alunno venuto da lontano gli insegnanti possono assumere un atteggiamento
protettivo oppure provare ansia e impotenza di fronte alle difficoltà comunicative e voler forzare i
tempi dell’apprendimento.
Gli altri bambini si trovano di fronte a un compagno che non comunica in italiano, curiosi o timorosi
di conoscere la sua storia, le mille cose che li uniscono e ciò che li differenzia. Per un’accoglienza
ancora più amichevole si può individuare un ragazzo italiano o immigrato di vecchia data o nato in
Italia da genitori stranieri che svolga la funzione di tutor, specialmente nei primi tempi e con gli
alunni più grandi.
Il bambino straniero da parte sua è impegnato in uno sforzo enorme di adattamento e di
apprendimento.
 Deve adattarsi alla nuova scuola e alla nuova situazione; capire come sono “le regole del
gioco”, come ci si rivolge all’insegnante, che cosa si fa in determinate occasioni, come è
meglio comportarsi e agire. In questa prima fase deve quindi decodificare i segni nuovi e
attribuirgli significato, osservare i comportamenti degli altri per poterli imitare. Il rapporto
con i compagni può essere positivo fin dall’inizio: il nuovo venuto viene accolto, accettato,
inserito nei giochi e nei momenti di scambio. In altri casi possono esserci invece, da entrambe
le parti, chiusure, timidezze, forme di aggressività. Alcuni giochi che favoriscono la
socializzazione e che mirano alla reciproca conoscenza servono a superare questa prima fase
di disagio reciproco.
 Deve imparare la lingua per la comunicazione quotidiana di base per esprimere i bisogni, per
richiamare l’attenzione, per inserirsi nel gioco, per chiedere qualcosa e capire che cosa
succede intorno a lui.
 Deve anche apprendere a leggere, a scrivere, a studiare, deve imparare cioè “la lingua della
scuola”. Le difficoltà di inserimento iniziale sono più o meno forti a secondo dell’età, della
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scolarità precedente, della lingua d’origine, della storia personale e familiare del bambino
immigrato.
B.2) Gli atteggiamenti dell’accoglienza
Nel momento dell’accoglienza si pongono le basi per l’inserimento e l’integrazione, è l’inizio di un
percorso comune per il bambino che viene da lontano e per il gruppo della classe. E’ il momento di
scoperta dell’altro, delle sue ansie, delle sue paure, delle sue attese.
Come rendere meno traumatico questo momento?
 Il bambino neo-inserito deve sentire di essere atteso, sapere che c’è un posto per lui (cartelli
di benvenuto, clima della classe, segni dell’ospitalità).
 Il bambino neo-inserito ha bisogno di essere conosciuto e “riconosciuto” (scrittura del suo
nome nella propria lingua, cartina e fotografie del Paese dal quale proviene).
 Il bambino neo-inserito ha bisogno di costruirsi nuovi riferimenti e “ancoraggi”: testi, disegni,
immagini, uso di alcune parole tratte dalla sua lingua materna, possono facilitare la
comprensione delle comunicazioni di routine e delle attività scolastiche.
 Il bambino straniero ha bisogno di essere informato, gradualmente e regolarmente, sui diversi
aspetti e momenti della vita scolastica e deve poter riconoscere il “ritmo” della scuola,
costruirsi riferimenti spaziali e temporali che gli permettono di anticipare e di capire che cosa
succederà di lì a poco. Padroneggiare i tempi e gli spazi del quotidiano lo renderà più sicuro.
B.3) Le risposte ai bisogni linguistici
L’alunno straniero non può contare soltanto sulla situazione di “immersione e di bagno linguistico”
ma ha bisogno di momenti di insegnamento individualizzato o a piccoli gruppi. Quando nella scuola
è presente l’insegnante referente si prevede un momento iniziale intensivo di insegnamento per
l’acquisizione dell’italiano della comunicazione quotidiana; in seguito un intervento di
“accompagnamento” concreto nell’inserimento in classe e nell’apprendimento della lingua per
studiare. Quando non è presente l’insegnante referente o è necessario aumentare le ore d’intervento
(casi problematici, notevole presenza di alunni stranieri) la scuola deve organizzare, con le risorse
esistenti, l’insegnamento dell’italiano agli alunni neo-arrivati secondo una programmazione
individualizzata. Le possibili risorse sono:
 l’uso della compresenza anche con l’insegnante di lingua straniera per tutto l’anno scolastico;
 utilizzo per i bambini che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica delle
ore dedicate all’attività alternativa;
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 le ore di non docenza dell’insegnante di lingua straniera;
 il fondo dell’Istituzione scolastica;
 fondi provenienti da finanziamenti esterni (Ufficio Scolastico Regionale).
3.
INTEGRAZIONE E ALFABETIZZAZIONE
Alla fase di accoglienza iniziale segue “l’accompagnamento” educativo-didattico e relazionale per
tutta la durata dell’anno scolastico. L’alunno infatti segue una programmazione educativo-didattica
individualizzata stesa dopo le prove di rilevazione dei prerequisiti, le osservazioni effettuate dalle
insegnanti e la prima raccolta dei dati sulla biografia linguistica-familiare-scolastica dell’alunno. I
percorsi individualizzati e le attività di classe si devono concordare secondo una programmazione
flessibile che veda l’alunno impegnato nel Laboratorio di italiano.
4.
COMUNICARE CON LA FAMIGLIA IMMIGRATA
C.1 La scuola si presenta
Per far conoscere alle famiglie straniere il sistema scolastico italiano, la Commissione ha raccolto e
elaborato, con l’aiuto di alcuni genitori e alunni stranieri, materiali informativi in varie lingue. Essi
servono a:
 facilitare l’accesso a scuola e ai servizi educativi;
 stabilire un “ponte” tra scuola e famiglia sulla base della lingua conosciuta.
In genere, gli opuscoli informativi contengono notizie su:
 l’organizzazione del sistema scolastico italiano,
 il calendari scolastico,
 i documenti richiesti per l’iscrizione,
 le discipline d’insegnamento,
 la relazione tra scuola e famiglia,
 i servizi per la scuola.
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C.2) I messaggi, gli avvisi “di routine” e la scheda di valutazione.
Le difficoltà linguistiche impediscono in molti casi alle famiglie immigrate di seguire e
accompagnare il processo d’inserimento del figlio, di comprendere i messaggi della scuole, di
rispondere agli avvisi e alle richieste. Per superare questo problema comunicativo la Commissione
intercultura ha predisposto un “pacchetto di messaggi di routine” tradotti nelle lingue delle etnie
presenti.
I SOGGETTI COINVOLTI ALL’INTERNO DELLA SCUOLA
E I LORO COMPITI SPECIFICI
Diversi sono i soggetti coinvolti nei diversi aspetti del processo d’accoglienza.
1.
LA DIREZIONE E LA SEGRETERIA
Compiti
amministrativi
rispetto ai genitori
 distribuire il materiale informativo fornito dall’Ufficio Scolastico
Provinciale e da altri Enti sul sistema scolastico italiano
Funzioni
pedagogicoorganizzative
 scegliere la classe d’inserimento degli alunni neo-arrivati secondo i
criteri già delineati;
 ricorrere quando necessario all’aiuto di traduttori/mediatori culturali
informali e ufficiali.
 costituire una Commissione intercultura, composta da almeno un
insegnante per classe e le insegnanti referenti;
 fornire a tutte le Interclassi copia del Protocollo d’accoglienza e della
documentazione prodotta dalla Commissione;
 stimolare e favorire la partecipazione, delle insegnanti referenti e/o
dei colleghi interessati a convegni/seminari di formazione e il
mantenimento dei rapporti con altre istituzioni che si occupano delle
problematiche legate agli alunni stranieri.
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2.
LA COMMISSIONE INTERCULTURA E IL GLI
La Commissione intercultura ha compiti promozionali in ordine a diversi aspetti.
In ordine
all’inserimento nelle
classi di nuovi
iscritti stranieri
 fornisce griglie di ossevazione iniziale;
 produce e aggiorna il materiale atto a rilevare la situazione socioeconomico-familiare e la biografia linguistica dei bambini;
 delibera, su delega del Collegio Docenti, la classe di inserimento
qualora essa sia diversa da quella corrispondente all’età anagrafica
dopo l’incontro comune con l’interclasse o le interclassi interessate e
il Dirigente scolastico;
 collabora con i genitori stranieri della scuola, da più tempo in Italia
per ampliare la modulistica, i messaggi, gli avvisi tradotti;
In ordine all’aspetto
educativo-didattico
In ordine all’aspetto
sociale
3.

organizza i Laboratori multietnici aperti a tutti (testi, risorse,
materiali didattici, …);

elabora Unità Didattiche per l’accoglienza, l’integrazione e
l’educazione interculturale;

promuove, all’interno di tutte le scuole dell’Istituto, l’inserimento
nelle singole programmazioni, di itinerari anche transdisciplinari
sull’educazione interculturale;

sensibilizza i docenti di classe alla necessaria flessibilità nelle
programmazioni delle classi nelle quali sono inseriti alunni stranieri;

stabilisce i contatti con altre scuole, con l’Ufficio scolastico
Provinciale, con Enti e Istituzioni diversi, con i Servizi del territorio
per: organizzare percorsi comuni, per acquisire strumenti, materiali e
indicazioni progettuali e didattiche e promuovere la partecipazione a
corsi e convegni.
LE INSEGNANTI DI CLASSE
Le insegnanti di classe sono pienamente coinvolte nell’attuazione del Progetto di accoglienza, in
quanto, l’alunno trascorre in classe la maggior parte del tempo scuola.
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Funzioni
pedagogicodidattiche
Funzioni
sociali

prestano particolare attenzione, soprattutto nel primo mese, al
comportamento del bambino in classe per rilevare eventuali
problemi e verificare l'inserimento;

raccolgono notizie sulla situazione sociale, familiare e linguistica
del bambino;

si informano sul sistema scolastico e sul sistema linguistico del
Paese di provenienza;

stimolano la partecipazione dell’alunno alle attività di classe che
privilegiano i linguaggi non-verbali e che permettono la
socializzazione con il gruppo classe;

svolgono costantemente il ruolo di mediatori tra i bisogni dei
bambini stranieri e i bisogni degli alunni delle classi d’inserimento;

seguono l’alunno nell’esecuzione di lavori differenziati preparati
dalle insegnanti stesse (importante l’utilizzo dei testi specifici per
l’apprendimento dell’italiano come L2);

si preoccupano di verificare, insieme agli insegnanti referenti il
livello di integrazione dell’alunno.

fissano un colloquio iniziale di tutti gli insegnanti di classe e degli
insegnanti referenti con i genitori e cercano di instaurare con loro un
rapporto di collaborazione e fiducia.
Per l’attuazione del Protocollo sono indispensabili alcune condizioni:

Presenza di due insegnanti referenti;

Disponibilità dei genitori a rispettare i tempi di un efficace periodo di accoglienza e di
inserimento;

Disponibilità degli insegnanti a condividere il progetto sopra esposto;

Possibilità di inserire l’alunno straniero nella classe più idonea ai suoi bisogni;

Presenza dei mediatori culturali e linguistici durante gli incontri con i genitori dell’alunno
straniero in fase di accoglienza.
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Tale protocollo, inoltre, non è da intendersi in maniera rigida ma sarà oggetto di revisione da parte
del Collegio Docenti o della Commissione preposta, a seguito di eventuali nuove disposizioni
normative sulla materia di che trattasi.
Centallo, 30.06.2015
Il Dirigente Scolastico
La commissione
12
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protocollo di accoglienza alunni stranieri