Convegno nazionale
“Per una scuola interculturale”
Catania
9 e 10 Ottobre 2008
AULA MAGNA del RETTORATO
Intervento di Claudio Innamorato
Struttura di comparto FLC
“Il ruolo del personale ATA nella scuola interculturale”
Nei processi di integrazione degli immigrati nella nuova società di accoglienza, la scuola esercita un
ruolo fondamentale e irrinunciabile.
In questo senso, i numeri dei ragazzi di cittadinanza non italiana inseriti regolarmente nel nostro
sistema scolastico testimoniano un approccio sistematico alla domanda di integrazione proveniente
dalla popolazione straniera da parte delle scuole statali e un grosso coinvolgimento dei lavoratori
della scuola, sia docenti che personale ATA.Da una recente pubblicazione del MIUR, nell’anno
scolastico 2007/08, gli alunni con cittadinanza non italiana erano 574.133 unità, con una incidenza
percentuale pari al 6,4% del totale degli alunni iscritti nel sistema scolastico. Gli allievi stranieri
iscritti per la prima volta in una classe del nostre scuole sono stati 46.154; si tratta sicuramente degli
allievi più “problematici in quanto hanno il più delle volte una scarsa padronanza della nostra lingua
e una conoscenza occasionale e superficiale del nostro ordinamento scolastico e delle sue regole
L’ingresso di studenti non italiani nelle nostre scuole è un fenomeno in rapida espansione (nel 1995
gli allievi stranieri erano solo 50.000), che modifica in profondità anche le relazioni e i rapporti
socio economici presenti sul territorio. Sono interessati al processo di integrazione tutte le famiglie
straniere residenti in Italia ma necessariamente sono coinvolti anche i bambini/ragazzi provenienti
da famiglie “irregolari” o di passaggio, o appartenente a nuclei familiari non regolarizzati, minori
non accompagnati (fenomeno particolarmente significativo proprio qui in Sicilia) o da famiglie
nomade.
Sicuramente una delle caratteristiche dell’immigrazione di oggi è l’estrema frammentazione e
pluralità delle provenienze (oltre 190 stati rappresentati, 80 lingue diverse).
La maggior concentrazione di allievi non italiani si concentra nella scuola primaria e in quella di I
grado; tuttavia, sin d’ora, è facile prevedere nei prossimi anni un significativo incremento di
presenze di studenti non italiani anche nella scuola secondaria di II grado, con punte molte alte
negli istituti professionali e tecnici (canalizzazione precoce, mancato orientamento, insuccesso
scolastico).
Si pone dunque la necessità di portare a sistema le buone pratiche e porre le basi organizzative,
gestionali, didattiche per una scuola interculturale.
Tuttavia, la scuola non può ignorare i ricorrenti episodi di razzismo e xenofobia denunciati
recentemente, nella convinzione errata di ritenersi immune per fini istituzionali; la scuola in quanto
specchio più o meno fedele della nostra società rischia di essere facile preda delle paure e delle
insicurezze diffuse sul territorio, del ritorno di antichi pregiudizio etnici.
Come sindacato dobbiamo riflettere seriamente sui problemi posti dall’immigrazione e farci
portatore di una proposta complessiva capace di arginare la deriva autoritaria e decisionista presente
in alcuni recenti provvedimenti governativi.
Diventa fondamentale per le nostre scuole definire e sostenere percorsi di integrazioni che
coinvolgano attivamente tutti i soggetti che ruotano attorno al mondo scolastico e prevedano
l’attivazione di pratiche di rispetto reciproco e di pacifica convivenza.
Gli allievi stranieri, così come quelli italiani sono innanzitutto persone con una propria storia e
come tali sono tutti titolari di diritti e doveri che prescindono dalla loro origine.
Lo scenario in sintesi
- Migrazione e mobilità delle persone come fenomeno irreversibile;
- Processo in rapida e costante evoluzione, con un trend di crescita di circa 50 mila alunni
all’anno;
- Presenza di alunni stranieri molto disomogenea e differenziata su tutto il territorio nazionale;
- Rischio di eccessiva concentrazione di alunni stranieri in singole scuole o territori;
- Crescente canalizzazione degli allievi stranieri nei percorsi dell’istruzione professionale o
tecnica;
- Mancata regolarità nelle presenze a scuola degli allievi non italiani;
- Grossi problemi di inserimento nell’Università;
- Mancato riconoscimento dei titoli di studio posseduti.
Nella scuola italiana la presenza di allievi stranieri è diventato un dato strutturale, che impone
all’istituzione scolastica continui mutamenti organizzativi ed una costante ricerca di nuovi percorsi
didattici.
Oggi non è più sufficiente la gestione degli allievi non italiani attraverso la fase della
sperimentazione e della disponibilità e responsabilità del personale della scuola; servono misure ed
atti concreti per fornire risposte strutturali, di sistema, alla crescente domanda di integrazione
interculturale.
Occorre passare dall’emergenza all’ordinaria gestione.
In questo senso, i tanti piccoli problemi ordinari che affliggono e penalizzano la scuola italiana, con
o senza allievi stranieri, come la mancanza di risorse certe, la crescente precarizzazione del
personale, le difficoltà del reclutamento, la mancanza di una formazione costante, il ridondare di
pratiche amministrative inutili, devono essere realisticamente affrontati e possibilmente ricondotte
a soluzioni condivise; la presenza di allievi immigrati non deve divenire un ulteriore alibi per
soluzioni approssimative o per favorire politiche di destrutturazione e depotenziamento del sistema
scolastico italiano.
In particolare, parlando più direttamente del ruolo e delle professionali del personale ATA, occorre
rilanciare e definire una idea di scuola come rete cooperativa in cui professionalità diverse
collaborano tra loro per la piena realizzazione del offerta formativo.
Far uscire il personale ATA dalla crescente marginalità culturale e mediatica, per renderlo
protagonista attivo e partecipe della processo formativo, deve divenire una priorità assoluta,
attraverso il quale definire gli assetti organizzativi e gestionali della scuola futura.
I servizi amministrativi, tecnici ed ausiliari – Lo stato dell’arte
(Legge n. 133 del 6/8/2008, art 64)
Come ben sappiamo, la scuola pubblica in genere non sembra godere di buona salute; i recenti dati
OCSE confermano una certa debolezza e vulnerabilità del nostro sistema scolastico.
Le recenti scelte governative in materia di politica scolastica preannunciano un suo progressivo
impoverimento e destrutturazione.
Ci sono però anche segnali incoraggianti, da non sottovalutare; la recente manifestazione di Torino,
con una presenza massiccia di lavoratori della scuola e di famiglie dimostra una disponibilità che
non può essere sprecata.
L’anno scolastico 2008/2009 rischia di divenire un anno di transizione in attesa delle trasformazioni
imposte dal Governo in attuazione della Legge di conversione 6 agosto 2008, n. 133.
Gli scenari delineati dallo Schema di piano programmatico, predisposto dal Ministero
dell’Istruzione di concerto con il Ministero dell’Economia, incideranno pesantemente sull’intero
sistema di istruzione, con pesanti ricadute sull’organizzazione del lavoro docente ed ATA.
I servizi amministrativi, tecnici ed ausiliari, rischiano di implodere sotto il peso di un nuovo taglio
di organico ed in assenza di una gestione efficace dei processi di decentramento e di trasferimento
di competenza da altre amministrazioni alla scuola capace di ridefinire compiutamente i servizi
essenziali e funzionale per la piena realizzazione del Piano dell’offerta Formativa.
Il risultato sarà una scuola ingovernabile, con organico ridotto all’osso e congestionato per
l’accentuarsi dei carichi di lavoro, una minor qualità efficacia ed efficienza dei servizi scolastici a
danno della collettività e dell’attività didattica.
In particolare, la previsione di un taglio degli organici del personale ATA di 44.500 unità in tre
anni, pari al 17% degli addetti, pur in presenza di tendenze contrapposte di incremento e di
decremento dei livelli di popolazione scolastica in atto da diverso tempo rispettivamente nelle
regioni del Centro Nord e in quelle meridionali, trascina inevitabilmente la scuola statale verso un
progressivo collasso dell’azione amministrativa, gestionale ed organizzativa.
Ai tagli si dovrà probabilmente aggiungere un ulteriore contenimento del turn over con una crescita
del precariato.
La scuola italiana dal 2012 sarà ridotta ai minimi termini; in quest’ottica affrontare oggi il ruolo del
personale ATA nei processi di integrazione degli allievi stranieri vuole essere un segnale di
speranza e di incoraggiamento per quanti ancora si battono per una scuola pubblica di qualità che
include tutti senza alcuna esclusione.
Ma proviamo a ragionare sui numeri
Tipologia Scuole a. s. 2008/09 (dati MIUR)
Circoli Didattici
Istituti Comprensivi
Istituti principali di scuola secondaria di I grado
Istituti principali di scuola secondaria di II grado
Istituti d'istruzione secondaria superiore
TOTALE ISTITUZIONI SCOLASTICHE A.S. 2008/09
Istituzioni educative
Centri territoriali permanenti
Tipologia Scuole
Scuole dell’infanzia
Scuola primaria
Scuola secondaria I grado
Scuola secondaria di II grado
Totale
Punti
erogazione
servizio
13.641
16.081
7.149
5.179
42.050
Perc.
32,5%
38,4%
17,1%
12,4%
Numero
Classi
42.256
136.964
77.259
117.348
373.827
Perc.
N. Sedi
2.445
3.643
1.432
2.181
1.045
10.746
153
534
Numero
Alunni
Perc.
22,8%
33,9%
13,3%
20,3%
9,7%
Perc.
11,3% 967.575 12,5%
36,6% 2.564.111 33,0%
20,7% 1.640.789 21,1%
31,4% 2.596.031 33,4%
7.768.506
Rapporto
Alunni
Classi
22,90
18,72
21,24
22.12
20,80
Complessivamente i posti di organico del personale statale (comprensivo di dirigenti scolastici,
docenti, personale ATA e personale educativo) sfiora il milione di unità con questa articolazione:
•
1,1% di dirigenti scolastici;
• 73,4% di docenti (pari a 730.566 unità);
• 25,3% di personale ATA (pari a 251.628 unità)
•
0,2% di personale educativo. (pari a 2.451 unità)
A questi dati di organico, si dovrebbero aggiungere i posti determinati dalle situazione di fatto, con
la stipula di contratto a tempo determinato, la cui dimensione tuttavia è in progressivo ed
inesorabile svuotamento per effetto dei contingenti organici predeterminati a livello nazionale ed
incuranti delle reali esigenze funzionali proprie di ogni istituzione scolastica.
Inoltre, alla luce di alcune affermazione del Ministro dell’Istruzione sull’esagerata presenza di
collaboratori scolastici nelle nostre scuole, ritengo utile riflettere sulla tabelle seguente relativa alla
consistenza delle dotazioni organiche del personale ATA riferite allo scorso anno scolastico.
Profilo
D.s.ga
A.Avi
A.Tci
C.Scol.
Altri
Profili
Totale
Organico Con contratto Numero
Punti
Perc
sedi di erogazione
a.s.
a tempo
2007/08 indeterminato servizio
servizio
10.779
9.754
10779
10.779
56.916
42.850
10.779
10.779
19.686
13.781
5.179
165.245
99.456
10.779
41910
253.931
166.683
Tagli
DL 112/08
art. 64
700
10.452
3.965
29.076
307
Organico
a.s.
2012/12
10.079
46.464
14.507
136.169
44.500
Forse, alla luce di questi dati, la superficialità con cui spesso si parla di organico del personale ATA
emerge; mediamente possiamo dire che ogni segreteria ha 5 addetti che dal 2012 diventeranno 4,
ogni scuola ha 16 collaboratori scolastici che si ridurranno a 13 distribuiti su 41.910 punti di
erogazione del servizio scolastico (4 per ogni plesso)
La campagna contro il bullismo, anziché di un voto in condotta avrebbe bisogno di personale adulto
in grado di garantire costantemente la vigilanza e la sorveglianza e non costretto ad orari spezzati.
Anche i servizi di assistenza ai ragazzi diversamente abili o di supporto all’attività didattica
avrebbero bisogno di una qualificata presenza.
Se il piano di attuazione dell’art. 64 dovesse realmente andare in porto inevitabilmente dovremmo
interrogarci su quali servizi la scuola potrà garantire l’ordinaria erogazione.
Le cifre sono drammatiche
Il Ministero nel documento “Linee guide” affronta molti nodi legati alla presenza degli allivi
non italiani senza tuttavia dare un seguito reale alle affermazioni.
La normativa – Prima risorsa per l’integrazione
Dichiarazione universale dei Diritti Umani (1948)
Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989 (ratificato dall’Italia nel 1991)
D.P.R. n. 275/1999
D.P.R. 394/1999
Legge sull’immigrazione n. 40 del 6 marzo 1998 – D.L.vo n. 286 del 25 luglio 1998 “Testo Unico
Legge 144/1999 art. 68
Legge n. 189 del 30 luglio 2002 (cd Bossi/Fini)
Legge n. 53/2003 (cd Moratti)
D.L.vo n. 76/2005 diritto dovere all’istruzione e alla formazione
C.M. n. 205 del 26 luglio 1990
C.M. n. 73 del 2 marzo 1994
Il contratto nazionale
CCNL Comparto Scuola 1999
art. 5 e 29
(CC.MM. n. 155 del 26/10/2001 – n. 106 del
27/9/2002)
CCNL Comparto Scuola 2002/05 art 9
CCNL Comparto Scuola 2006/09 art. 9 Misure incentivanti per progetti relativi ad arfee e
rischio, a forte processo migratorio e contro l’emarginazione scolastica
In base alla norma contrattuale, il Ministero accredita dei fondi
Accoglienza – Primo contatto
Il Ministero nel documento “Le linee guide per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”,
con il termine accoglienza definisce tutti gli adempimenti attraverso i quali viene formalizzato il
rapporto dell’alunno e della sua famiglia con la realtà scolastica suddividendoli in tre ambiti:
A. Area amministrativa
Iscrizione, documentazione,
B. Area comunicavo-relazionale
Formazione costante del personale, Commissione di
Lavoro, relazioni con le famiglie, Facilitare la
comunicazione, Foglio informativo plurilingue
C. Area educativo-didattica.
Incontro docenti famiglia, situazione socio familiare,
percorsi scolastici pregressi, inserimento nelle classi
per età, percorsi apprendimento lingua italiana
Area Amministrativa – Organizzare l’accoglienza
L’inserimento scolastico di un ragazzo non italiano è un momento importante sia per la scuola che
per il ragazzo stesso e la famiglia. L’iscrizione e l’inserimento in classe di un allievo non italiano
pone le scuole di fronte ad una pluralità di problemi In particolare in presenza di provenienti da
famiglie neo arrivate o con una insufficiente conoscenza della lingua italiana, le difficoltà che
incontrano le scuole possono essere ricondotte a principale difficoltà incontrate dalle scuole è
rappresentata dalla difficoltà di costruire un rapporto con le famiglie dovuto sia a loro culture che ad
una reale difficoltà linguistica
1.
Organizzare l’accoglienza
La normativa italiana in materia di inserimento indica linee guida che demandano alle singole
istituzioni scolastiche la loro concreta applicazione in termini di modalità organizzative. Le
esperienze più innovative hanno previsto e sperimentato modalità di accoglienza efficaci e flessibili
partendo da un dato di fatto: l’inserimento di un alunno di nazionalità non italiana è un fatto
strutturale e “normale”. Da questa esperienza sono nati i protocolli per l’accoglienza, ossia una
serie di misure per definire modi, tempi e responsabilità. Generalmente sono frutto di un grosso
lavoro del collegio docenti in cui la componente dei servizi viene aggiunta solo in un secondo
tempo. Il protocollo contiene criteri, principi e indicazioni che riguardano l’iscrizione e
l’inserimento degli alunni imitati; definisce compiti e responsabilità dei diversi operatori scolastici
che interagiscono, disegna percorsi di apprendimento della lingua italiana.
Il protocollo di accoglienza si propone di:
-
definire pratiche condivise in tema di accoglienza
facilitare l’ingresso di bambini e ragazzi nel nostro sistema scolastico
sostenere gli alunni neo arrivati
promuovere la comunicazione e la collaborazione tra scuola e territorio
definire le azioni amministrative burocratiche (iscrizione, rapporti scuola famiglia)
definire criteri per l’inserimento degli alunni non italiani nelle classi
prevedere sempre la certificazione dei percorsi didattici
L’ISTITUZIONE E LA PIENA OPERATIVITA’ DELLA COMMISSIONE INTERCULTURA
Tale commissione è composta da:
Referente d’istituto
Almeno un docente referente per plesso
Eventuali Docenti che operano nei corsi di alfabetizzazione degli alunni immigrati
All’inizio dell’anno scolastico per valutare le nuove iscrizioni
In itinere per monitorare l’andamento dei progetti
Alla fine dell’anno scolastico per valutare il lavoro svolto e programmare quello futuro
Si possono prevedere da 3 - 4 incontri per anno scolastico
PREMESSA
SIGNIFICATO DI ACCOGLIENZA, INSERIMENTO E
INTEGRAZIONE
INTERCULTURALE
PRIMA ACCOGLIENZA: ISCRIZIONE
COLLOQUI INIZIALI
SOMMINISTRAZIONE TESTS D’INGRESSO
ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE
COMUNICAZIONE DELL’ASSEGNAZIONE DELLA SEZIONE/ CLASSE
ACCOGLIENZA NELLA CLASSE/SEZIONE
DEFINIZIONE PERCORSO SCOLASTICO ED INTERVENTI DI FACILITAZIONE
L CRITERI PER INTERVENTI DI SUPPORTO LINGUISTICO
Cosa significa accoglienza
ACCOGLIENZA: ATTENZIONE PER L’ALUNNO NEOARRIVATO E ACCETTAZIONE
DELLA PERSONA SENZA PREGIUDIZI
INSERIMENTO: INIZIO DI UN PROCESSO DI PARTECIPAZIONE ALLA FORMAZIONE
DELLA COMUNITA’ (GRUPPO-CLASSE, COMUNITA’ SCOLASTICA)
INTEGRAZIONE: PERCORSI PROGETTUALI ATTI A FAVORIRE L’INCONTRO TRA
CULTURE DIVERSE
ASSISTENTE AMMINISTRATIVO INCARICATO :
ACCOGLIE I FAMIGLIARI DELL’ALUNNO
FORNISCE SPIEGAZIONI PER LA COMPILAZIONE DEI MODULI D’ISCRIZIONE E
RACCOGLIE I DOCUMENTI
AVVISA LA DIRIGENTE
1° COLLOQUIO TRA I GENITORI E IL DIRIGENTE
IL DIRIGENTE INFORMA IL COLLABORATORE DI PLESSO E IL REFERENTE
INTERCULTURA , I QUALI:
FISSANO UN SECONDO APPUNTAMENTO CON I GENITORI E CON L’ALUNNO
( COMPILAZIONE MODULISTICA PREDISPOSTA da inserire nel fascicolo personale
dell’alunno) con EVENTUALE SUPPORTO DELLA MEDIATRICE CULTURALE
Assistente amministrativo incaricato provvede a dare comunicazione:
Ai genitori dell’alunno
Al referente d’istituto e di plesso
Al collaboratore di plesso il quale contatterà i docenti di classe
SI ATTIVANO PER PREPARARE I TESTS D’INGRESSO
ASSEGNAZIONE DELLA CLASSE/SEZIONE
Dirigente scolastico che , acquisita la domanda di iscrizione, analizzando tutti i dati in possesso
assegna l’alunno alla classe in base alla normativa vigente e alle indicazioni collegiali .
Criterio fondamentale:età anagrafica e confronto con studi precedenti; scarto tra età anagrafica e
classe d’inserimento non deve essere superiore ad un anno (+1 o -1), salvo casi eccezionali
Ripartizione equilibrata nelle classi
ACCOGLIENZA NELLA CLASSE
Preparazione della classe
Accompagnamento in classe dell’alunno da parte del personale A.T.A e affidamento al docente
della prima ora
Prima accoglienza in classe con la presenza di un mediatore linguistico se necessario
Iscrizione
La documentazione
La valutazione Significativi sono i dati sui ritardi scolastici, sulle bocciature e sulla dispersione
scolastica con una tendenza crescere nei diversi ordini di scuola e sulle bocciature
In assenza di norme specifiche per gli alunni stranieri si seguono gli orientamenti generali per gli
alunni “in particolari situazioni di apprendimento” CM 491/1996
Si veda inoltre il DPR 275/99 sull’Autonomia delle Istituzioni scolastiche (Capo II, art.4
(Autonomia didattica) e Capo III, art. 8 (Definizione dei curricoli).
Valutazione in itinere:
più che mai non ai fini di un ‘giudizio’, ma per adattare il percorso didattico.
1°quadrimestre
se alcune discipline non possono essere valutate:
sul documento di valutazione si potrà utilizzare una formula simile alla seguente :
“ la valutazione non viene espressa perché l’alunno è nella prima fase di alfabetizzazione in
lingua italiana”
per le discipline che possono essere valutate ( sicuramente almeno l’Italiano con riferimento al
percorso di alfabetizzazione organizzato per l’alunno) si farà riferimento al percorso
individualizzato
Fine anno scolastico:
la valutazione va espressa anche se l’iscrizione è molto tardiva;
si può utilizzare una formula simile alla seguente:
“ la valutazione si riferisce al percorso personale di apprendimento perché l’alunno non ha ancora
completato la fase di alfabetizzazione in lingua italiana
La formazione del personale
La contrattazione di scuola
Le azioni da sviluppare
Area istituzionale
Evitare forme di concentramento su singole classi, scuole. Il rischio che alcune scuole si vadano
caratterizzando per la forte presenza di allievi non italiani può determinare fenomeni di fuga delle
famiglie italiane e la creazione di scuole etniche. È opportuno verificare la fattibilità di una diversa
regolamentazione dei flussi attraverso intese con gli enti locali e le scuole stesse, e con il
coinvolgimento delle associazioni delle comunità presenti sul territorio
Area amministrativa:
Iscrizioni, Inserimento, Documentazione, Valutazione.
Area relazionale
Formazione costante del personale, semplificazione delle procedure,
Opuscoli in più lingue, mediatori culturali.
2.
Semplificazione e adattamento della comunicazione
La scuola si è dovuta far carico della necessità di un plurilinguismo come risorsa primaria per
garantire a tutti le stesse opportunità.
È bene prestare una maggiore attenzione agli spazi comunicati e alle modalità di relazione
Area servizi
Creazione gruppi di lavoro; Biblioteca, libri di testo, rapporti famiglia scuola, orientamento.
Area didattica
Coinvolgimento dei genitori; formazione classi eterogenee.
Area contrattuale
Organico, Stabilizzazione degli organici e dei lavoratori, Formazione, Risorse; Strutture
3.
4.
5.
6.
7.
Sostenere percorsi didattici che coinvolgano il personale ATA
Sostenere le relazioni con le famiglie immigrate
Educare alla intercultura e alla comprensione
Servizi e risorse per costruire l’integrazione
Convenzioni con gli Enti Locali (gestione dei flussi e del territorio, rete con associazioni
culturali e professionali, predisposizione di materiali multilingue, patti territoriali ASL,
Servizi sociali
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