Dott. GIUSEPPE MOLLER LE FORMICHE DELLA VENEZIA GIULIA E DELLA DALMAZIA Premetto, che non esiste peranco alcun lavoro riassuntivo sulle formiche della regione adriatica orientale. Nei lavori mirmecologici, che risguardano la Dalmazia e la Venezia Giulia, vengono elencate per lo più specie comuni, di vasa distribuzione geografica, la cui esistenza nei nostri paesi potevasi presumere a p r i o r i ; essi contengono poi un numero troppo esiguo di indicazioni topografiche, per poter precisare la diffusione orizzontale e verticale delle singole specie eatro i confini della nostra fauna. Dedicatomi fin dal 1908 allo studio delle formiche e ciò principalmente per la necessità di poter determinare quelle specie, che albergano coleotteri mirmecotìli, mi accorsi subito di trovarmi in un campo quasi vergine e promettente i più bei risultati. Dal 1911 in poi ebbi a collaboratore nel campo mirmecologico i l compianto Dott. C a r l o W o l f , i l quale, dedicatosi esclusivamente a tale studio, attendeva, insieme a me, alla compilazione di un catalogo ragionato delle nostre formiche, quando, sopravvenuta la guerra mondiale, egli soccombette alle ferite riportate sui campi di bat taglia. Prima di morire egli fece testamento e mi lasciò in clono la sua raccolta di formiche colla preghiera di ultimare la preparazione e la classificazione del materiale da lui raccolto e di pubblicarne i risultati in un lavoro riassuntivo. Io adempio finalmente questo suo ultimo desiderio, rendendo omaggio al mio compianto collega ed amico, il quale, se non fosse stato rapilo da morte crudele, colla sua intelligenza non comune e col suo fervore giovanile avrebbe certamente reso servigi inestimabili alla conoscenza della fauna mirmecologica delle nostre Provincie. 12 Fortuna volle, che i l compianto Dott. Wolf ebbe un degno successore nella persona del mio ottimo amico B r u n o F i n z i , il quale da alcuni anni si dedica con grande amore e straordinaria costanza allo studio e alla ricerca delle formiche. La sua collezione, preparata in modo esemplare e ricca di cospicue serie d'individui da ogni singolo nido, ci da piena affidamento, che lo studio delle nostre formiche viene proseguito con criteri veramente moderni e si avvia ad un perfezionamento straordinario. Ed è perciò che io chiudo col presente lavoro la mia attività nel campo mirmecologico, lasciando all'amico Finzi l'ulteriore completamento della nostra fauna e la pubblicazione dei risultati dovuti alle sue ricerche. Onde agevolare la classificazione delle, nostre formiche credetti opportuno eli inserire nel presente lavoro delle t a b e l l e a n a l i t i c h e per la determinazione delle operaie, come quelle che più di spesso vengono osservate e raccolte. Sarebbe stata prematura la compilazione di tabelle analoghe per le forme alate, non essendo note ancor tutte. Lascio questo lavoro all'amico Finzi, augurandogli di poter colmare ben presto le lacune tuttora esistenti. M i permetto di osservare, che le tabelle inserite in questa fauna non sono il risultato di semplice trascrizione o compilazione, ma s i b a s a n o su 11'esame r i g o r o s o d e l m a t e r i a l e d e l l e n o s t r e p r ò v i n c i e, avendo vagliato e scelto i caratteri che meglio s' adattano alla distinzione delle nostre formiche. In parecchi generi critici credo di aver agevolato la discriminazione delle specie, sia per aver trovato nuovi caratteri, sia per aver modificato la disposizione delle tabelle, eliminando certe differenze troppo sottili o soggette alla variabilità individuale. I n base a queste tabelle posso esimermi dalla compilazione di diagnosi per ogni singola specie. H o invece creduto opportuno di aggiungere alle indicazioni faunistiche delle varie specie brevi cenni sulla loro distribuzione geografica in genere. Nella valutazione del v a l o r e t a s s o n o m i c o delle singole forme ho seguito una via spesso diversa da quella generalmente ammessa oggigiorno dai mirmecologi. Mentre nelle vecchie opere di N Y L A N D E R e M A Y R si trovano elencate e distinte non 13 poche specie di Camponotus, Formica, Lasius ecc. dell' Europa centrale, oggigiorno, principalmente in seguito ai lavori di F O R E L ed E M E R Y , si è creduto di dover ridurre i l numero delle specie ammesse dai vecchi autori, degradandole, in parte, al rango di sottospecie o varietà. Non dubito menomamente che, in certi casi, tale riduzione corrisponda effettivamente alla realtà; ma sono convinto d'altronde, che si è andati troppo in la nella smania di semplificare i l sistema, svalutando a torto non poche delle specie ammesse dai nostri vecchi maestri. Così non credo assolutamente all' unità specifica del Camponotus herculeanus e vagus, della Formica exsecta e pressilabris, del Lasius alienus ed emarginatus, dell'Aphaenogaster barbara e structor, e tante altre, che si trovano ben distinte l'uria accanto all'altra nello stesso territorio. E se anche qualcuno pretendesse di aver osservato in qualche singola località delle forme intermedie, chi ci garantisce trattarsi di vere forme di passaggio e non piuttosto di prodotti d'ibridazione? La straordinaria rarità di tali forme intermedie e d'altro canto la frequenza delle due forme estreme, ben distinte nello stesso ferri torio faunistico, mi pare che addimostrino abbastanza chiaramente la loro diversità specifica. A d ogni modo osservo che, nella valliazione specifica mi attenni strettamente alle mie osservazioni nel nostro t e r r i t o r i o ; ove si t r a t t i di forme costantemente diverse con distribuzione geografica promiscua nella nostra regione, le designai come s p e c i e , mentre le considero come sottospecie o razze locali, se distinte per caratteri che variano da luogo a luogo e che dipendono adunque evidentemente dalle mutate condizioni d' ambiente. Nelle c i t a z i o n i b i b l i o g r a f i c h e che seguono il nome delle singole specie e sottospecie mi attenni pure ad un criterio del tutto proprio. M o l t i autori di elenchi faunistici sprecano lo spazio, copiando da cataloghi e monografie un' infinità di citazioni bibliografiche e sinonimi, senza avere neppure la possibilità di consultare le rispettive fonti. Tali citazioni non hanno alcun valore, tranne quello d'ingrossare la mole del lavoro, mentre non servono affatto alla definizione della rispettiva specie. Io mi sono invece limitato alla citazione di quei lavori, di cui mi sono realmente servito per la determinazione delle singole 14 forme, tralasciando l'enumerazione delle vecchie descrizioni, spesso vaghe e confuse e non corrispondenti alle esigenze della sistematica moderna. Vale più una sola citazione di una buona opera, in cui è chiaramente definita una data specie, che tutte ie citazioni vecchie, più o meno problematiche, prese assieme. Si citi pure i l nome dell' autore, per deferenza a chi diede le prime notizie sopra una data specie, ma non si tralasci mai di aggiungervi quelle indicazioni bibliografiche più recenti, che servono realmente, alla definizione della specie .secondo lo stato attuale delle nostre conoscenze. Per ciò che risguarda la l e t t e r a t u r a faunistica sulle nostre formiche ho compilato un elenco delle pubblicazioni a me note con brevi indicazioni del contenuto. Questo elenco m i da la possibilità di abbreviare le citazioni nel testo, riducendole al nome dell'autore e alla pagina; aggiunsi l'anno della pubblicazione solamente nei casi in cui sono elencati due o più lavori dello stesso autore. T u t t i gli altri dati bibliografici si possono dessumcre dall' elenco che segue. Nel riportare le località delle singole specie o forme mi sono attenuto alle seguenti massime. Tutte le indicazioni di località, con o senza data, ma senza ulteriori aggiunte, si riferiscono ad esemplari catturati e riveduti da me stesso. I l materiale raccolto da altre persone e riveduto da me, porta l'indicazione abbreviata del raccoglitore tra parentesi. Le indicazini desunte dalla letteratura, dunque non controllate da me stesso, sono contraddistinte dalla citazione bibliografica abbreviata, messa tra parentesi. P. e. « M A Y R , 1863, 20 » vuol dire: secondo l'indicazione del Mayr, nel suo lavoro del 1863 (vedi l'elenco bigliografico) a pagina 20. Nei casi in cui non vorrei assolutamente assumermi la garanzia per l'esattezza della località o della determinazione, ho detto esplicitamente « secondo » (abbreviato « sec. »). T u t t i i dati faunistici contenuti nel presente lavoro, senza indicazione del sesso, si riferiscono sempre alla forma operaia ( § ) • Trattandosi di individui sessuali è stato inserito i l rispettivo segno (cf, 9 ) . Le abbreviazioni dei r a c c o g l i t o r i usate nel testo sono le seguenti: C. = Prof. Cari Cori ( f r a g a ) ; D . = Guido Depoli lo (Fiume) ; F. = Bruno Finzi (Trieste) ; Ga. = D o t t . Egon Galvagni (Vienna); K . = D o t t . Paul Kammcrer (Vienna): N . = Pietro Novak (Spalato); P. = Egon Pretner (Trieste); Spr. = Dott. Giovanni Springer (Trieste) e W . = Dott. Carlo W o l f (Innsbruck). A t u t t i questi Signori vada l'espressione della mia più viva gratitudine. Ringrazio specialmente l'amico N o v a k , che per lunga serie d'anni volle inviarmi tutte le formiche da lui raccolte in Dalmazia, poi l'amico F i n z i , il quale mise a mia disposizione la sua ricca biblioteca mirmccologica, agevolando in tal modo non poco i l mio compito. Ringrazio pure l'illustre Prof. C a r l o E ni e r y di Bologna, per avermi gentilmente inviato la sua opera sulle formiche d'Italia, che mi servì egregiamente per la determinazione del mio materiale. S e r b e r ò grata memoria a! compianto Dott. W o 1 f, le cui raccolte formano parte integrante del materiale elaborato nel presente lavoro. Purtroppo non sono riuscito a rintracciare i suoi manoscritti, che erano ricchi di indicazioni biologiche ed altre osservazioni personali. In fine mi sia permesso di ringraziare il nostro egregio Presidente, Prof. M a r i o S t e n t a , [ier diversi utili consigli e per avermi dato la possibilità di ultimare questo lavoro nel Museo di storia naturale da lui diretto. 16 BIBLIOGRAFIA MIRMECOLOGICA della, V e n e z i a Giulia e della Dalmazia, Bondroit, C. : L e s F o u r m i s d e F r a n c e. e t B e 1 g i q u e. — A n n . Soc. Ent. France, 1918. Non de contiene nuovi contributi alla fauna della nostra regione, ma sola- mente alcune citazioni di specie già note. Sul Dorylus fulvus, riportato a pag. 16 come specie di Trieste, veggasi più sotto. Cobelli, D o t t . Ruggero: L e f o r m i c h e d e l P r o m o tvt o r i o d i S e z z a ( I s t r i a ) . — Verhandl. zool.-botan. Ges. Wien, 1906, 477-480. Enumerazione di 12 specie di formiche raccolte nei dintorni di Pirano, L ' A . rileva i l carattere meridionale della fauna mirmecologica di quella regione e la frequenza dell'Aphaenogaster barbara L . Emery, C. : B e i t r à g e z u r Monographieder Formiciden des palaearktischen F a u n e n g eb i e t e s. Parte I — X I . — Deutsche entom. Zeitschr. Berlino, 1908- 1912. L'unico l'opera lavoro monografico di A N D R É , delle formiche ormai antiquata. Quanto paleartiche poco studiata comparso sia la fauna dopo mir- mecologica della regione adriatica-orientale lo dimostrano i pochissimi accenni che l ' A . fa alle formiche di questa regione (Sysphincla Sysphincta da Trieste, Crcmalogaster scutellaris mayri, Schmidti, Dalmazia; 1 $ di Istria, Dalmazia). — : W i s s c n s c h a f t l i c h e E r g e b n i s s e d e r Bearbeitung von Leonhard's Sammlungen, 5. S ù d e u r o p à i s c h e A m e i s e n . — E n t o m . Mitteilungen, Berlino, 1914, 156- 159. L'A. cita anche alcune specie della Dalmazia, purtroppo senza indi- cazione della località precisa. — : C o n t r i b u t o a l l a c o n o s c e n z a d e l l e form i c h e d e l l e i s o l e i t a l i a n e . Annali Mus. civ. stor. nat. Genova, serie 3., voi. V I , 1915, 244-270, tav. I V . A pag. 259 è citata V Aphaenogaster Dalmazia e descritta la Solcnopsìs pallida subterranoides Emery dalla Wolfi n. sp. di Lesina e Gjeverske in Dalmazia. 17 — : F a u n a e n t o m o l o g i c a i t a l i a n a . I . H y m en o p t e r à . — F o r m i c i d a e . — Bullett. Soc. E n t o m . I t a liana, X L V I I , Firenze 1916, 79-275 (con molte figure nel testo). Lavoro sistemativa pregevolissimo, mirmecologica delle formiche d'Italia e perchè riassume contiene ottime i risultati più tabelle e dei paesi limitrofi. Purtroppo forme una certa scarsità d'indicazioni topografiche, mente carico a l l ' illustre Maestro, per la moderni della determinazione osservasi per molte di cui non faccio menoma- mentre constato solamente la deficenza di un buon materiale di studio da molti siti d ' I t a l i a . — Dai lidi adriatico-orientali l'A. cita le seguenti forme: Aphaenogaster ovaticeps e Lissa), Phcid. palìid. Lissa), Solenopsis Sysphincta muelleriana v. orientalis Wolii Emery (Litorale orientale pallìdula Franenfeldi (Dalmazia) e Formica adriatico), N y l . (Trieste (Istria merid.), Cremaiogasler (Dalmazia), I^eptothorax (Isole della Dalmazia), Acantholepìs v. dalmatina Mayri (Trieste), Pheidole exsecla bulgar, scutcllaris subsp. (Dalmazia), Camponotus (Alpi graeca lalcralis Giulie). Finzi, B. : P r i m o c o n t r i b u t o a l l a c o n o s c e n z a della fauna m i r m e c o l o g i c a della V e n e z i a Giul i a . — Bullett. Soc. E n t o m . I t a l . L U I , Firenze, 1921, 118. L ' A . descrive i l Leptothorax Divaccia e dà diverse interessanti miillerianus n. sp. da S. Canziano presso indicazioni faunistiche sulle formiche della Venezia Giulia. — : Note alla fauna mi r m ecologica della Venezia G i u l i a . •— Unione zool. Ital., Rendiconto del Convegno in Trieste, settembre 1921. (Pubblicato nel 1922). Tratta delle caratteristiche Venezia Giulia e di interessanti generali osservazioni della fauna mirmecologica della biologiche ed corologiche. Forel, A . : A m e i s e n aus d e n S p o r a d e n, d e n C y k l a d e n u n d G r i e c h e n l a n d . (Berlin. Ent. Zeitschr. 1888, 2 5 5 - 2 6 5 ) . Trattando del Proceratium europaeum TOT., lo cita anche dalla Dalmazia (ex coli. Mayr). Notisi però che 1' A . confondeva allora le due specie, e Mayri, europaeum distinte più tardi da l u i stesso, e che g l i esemplari dalmati apparten- gono a quest' ultima. — : F o u r m i s de T u n i s i e e t de l ' A l g e r i e o r i e n t a l e . (Ann. Soc. Ent. Belg. C. R. seances 1890, 61 - 7 6 ) . Constatando la presenza del Proceratium per incidenza anche degli stessi esemplari tées dalla Dalmazia europeaum in Tunisia, lo cita evidentemente sempre descritti più tardi dall' A . stesso come Procerat. Mayri. — : F o u r m i s de par M. G r a f f e . (p. 68). Trattasi T r i e s t e et e n v i r o n s récol(Ann. Soc. cut. Belg. 1905, 177- 179). 18 Contiene la descrizione di un Proceratium $, trovato dal Dott. E. Graffe a Trieste e che 1' autore attribuisce con riserva al P. europaeum, escludere che si t r a t t i eventualmente della Sysphincta var. mediospina {Crematogastcr del Crematogastcr v. Plachi scutcllaris Mayri. non potendo Descrive, inoltre la e dà alcune indicazioni faunistiche di Volosca, Strumigenys Baudieri di Trieste). Frauenfeld, G. : B e i t r a g z u r F a u n a D a l m a t i c n s . (Verhandl. zool.-bot. Ver. Wien, 1856, 431 -448). A pag. 435 vengono dall' autore a Zara, Mayr. L ' a u t o r e Sinj, elencate 15 specie Scardona, Macarsca scoperse a Sinj una di formiche dalmate raccolte e Ragusa e classificate nuova specie (Hypoclinca da G. Frauenfeldi), descritta dal Mayr nel suo lavoro del 1855, pag. 378. Fritsch, Dr. K a r l : U n t e r s u c h u n g e n ii b e r d i e B es t à u b u n g s v e r h à 1 1 n i s s e s u d e u r o p à i s c h e r P f 1 a nz e n a r t e n, i n s b e s o n d e r c s o 1 c li e r a u s d e m 6 s t e rr e i c h i s c h e n K ù s t e n l a n d e . Parte V . — Sitzungsber. Akad. Wiss. W i e n , Math.-naturwiss. Klasse, A b t . I . , voi. 124, p. 255-290 (1915). L ' A. annovera anche quattro specie comuni di formiche, osservate sui fiori a Trieste. Galvagni, D r . Egon : B e i t r à g e z u r K e n n t n i s d e r Fauna ein ig er dalmatinischer I n s e 1 n. — Verhandl. zool.-bot. Ges. Wien, 1902, 362-388. A pag. 380 sono elencate le formiche raccolte dall' autore Lissa, Mellisello, Lagosta e Pelagosa. Complessivamente nelle isole di 7 specie, che sono state classificate da F r . K o h l di Vienna. Gasperini, R. : N o t i z i e s u l l a f a u n a i m c n o t t e r o l o g i c a d a l m a t a . I I . Formicidae-Chrysididac. — Annuario dalmatico, 1887, 20 pagine. A pag. 6 - 9 sono elencati 17 generi con 29 specie di formiche dalmate. Joseph, D r . G. : B e r i c h t i i b e r d i e T à t i g k e i t d e i ' e n t o m o l o g . S e c t i o n der S c h l e s i s c h e n Gesells c h a f t i n i J a h r e 1 8 7 1 . (Breslau, 1872, estratto, pag. 1 - 23). Riferisce brevemente su formiche attere e cieche, raccolte a l l ' entrata delle caverne di S. Canziano, Corgiale e S. Servolo presso Trieste e che egli ritiene sieno le femmine di Dorylus. — : S y s t e i n a t i s c h e s V e r z e i c h n i s der in den T r o p f s t e i n g r o t t e n von K r a i n einheimischen 19 A r t h r o p o d e n ecc. (Berlin. Ent. Zeitschr., voi. X X V I . , 1882, 5 5 - 104). Le formiche nominate nel lavoro precedente vengono qui descritte (a pagina 101) sotto i l nome di Typkloponc Clausii, n . sp. L ' A . ha constatato anato- micamente che si tratta di operaie e non già di femmine attere di Dorylus. Katuric, M . : O s s e r v a z i o n i biologiche sulle f o r m i c h e . — Glasnik hrvatskoga naravoslovnoga drustva, annata I I , Zagabria, 1887, 105- 110. Osservazioni sopra una formica dei dintorni di Imoschi, che l ' A . crede di poter riferire al Lasius niger L . — : U l t e r i o r i osservazioni biologiche sulle f o r m i c h e . — Loc. cit., annata V I , Zagabria, 1891, 14-28. I l lavoro contiene anzitutto una rettifica: le osservazioni annata I L non si riferiscono al Lasius riportate nella niger L . , ma bensì a l l ' Atta barbara L . L ' A . tratta poi della biologia di 7 specie d i formiche osservate nei d i n t o r n i di Zara, e precisamente: Atta barbara L . , structor L t r . , Tclramorium pallidula cacspitum Acantholepis Fraucnfeldi Mayr, Pheìdole N y l . , Camponotus Dr. e Lasius emarginatus Latr. Viene stabilita la data della prima L„ rubripes apparizione di queste formiche e del volo nuziale, la qualità del nutrimento ecc. ecc. A l Velebit 1' A. osservò la Myrmica sulcinodis Nyl. Lanza, D o t t . F. : S a g g i o storico- statisticom e d i c o s o p r a 1' a n t i c a c i t t à d i N a r o n a e l o s t a t o p r e s e n t e d e l s u o t e r r i t o r i o . — Bologna, 1842. A pag. 99 sono citate 3 specie dal territorio di Narenta: « Formica ruta, la quale si annida nelle fenditure delle interne pareti delle case, ed a sciami innumerevoli porta i l guasto a tutte le sostanze alimentari, per guisa, da non potersene garantire mi i n verun modo: i n una sola notte, questa specie di formiche distrusse intieramente una superba e numerosa raccolta d'insetti che io aveva fatto a Narenta ». Segue poi una « formica nigra » ed infine una « formica cacspitum » senza ulteriori commenti. Maidl, D r . F. : B e i t r à g e z u r HymenopterenFauna D a 1 m a t i e n s, M o n t e i l e g r o s und A 1 b an i e n s. — Annalen Naturhist. Mus. W i e n , voi. X X X V , 1922, 36 - 106. Importante contributo alla conoscenza della fauna Provincie adriatiche orientali. N e i l ' elenco delle formiche imenotterologica delle (p. 43 - 45) figurano 32 specie e v a r i e t à delle quali 16 riscontrate anche i n Dalmazia (Arbe, Brazza, Gravosa e Crivoscie). M a y r , D r . Gustav L . : E i n i g e n e u e A m e i s e n. — Verhandl. zool.-bot. Ver. Wien, annata I L , 1852, 142- 150. 20 Contiene la descrizione del Tapinoma dell' Oecophthora dell' Acrococlìa subdentata Schmidti (= nitens Pheidole) dalla ( = Crematogaster) ( = Prenolepis) da Lubiana, Carniola e dal Trentino e dalla Valle del Frigido. •— : B e i t r à g e z u r K e n n t n i s d e r A m e i s e n. — Verhandl. zool.-bot. Ver. Wien, I I I . , 1853, 101 - 114. L ' A . cita la Myrmica descrive VAcrocoelia Mayri montana Imhoff (= rubida Latr.) da Vipacco e Schmidt i l i t t . ( = Crematogaster sordidula Nyl.) da Zara. — : F o r m i c i n a a u s t r i a c a . — Verhandl. zool.-bot. Ver. Wien, V . , 1855, 273 - 478. Oliera fondamentale per la sistematica delle formiche dell' Europa cen- trale, con appunti su tutte le specie europee. Dettagliate descrizioni delle singole specie e forme con esatte indicazioni topografiche, dalle quali risulta, che l ' A . conosceva 16 specie della Venezia Giulia e 20 specie dalmate. descritta una nuova formica dalmata (Hypoclinca des Fraucnfeldi, A pag. 378 è da Sinj). — : F i n A u s f 1 u g n a c h d e n s ù d 1 i c h e n 1 n s e 1n O u a r n e r o. — Opuscolo a sè, pubblicato a Vienna, 1863. L ' A. menziona Scoglio Zabodarski alcune formiche di Canidole (1), di Unie (2) e S. Pietro piccola (2 specie), dello dei Nembi (5). Epoca della raccolta: aprile 1862. — : N e u e F o r m i c i d e n . — Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1870, 939. A pag. 973 - 976 l ' A . tratta delle v a r i e t à del menziona parecchie forme dalmate e delle isole del Tclramorium cacspitum e Carnaro. — : D i e F o r m i c i d e n der V e r e i n i g t e n S l a a t e n v o n N o r d a m e r i k a . — V e r h . zool.-bot. Ges. Wien, 1886, 419-464. I n una nota a pag. 438 l ' A . comunica di aver ricevuto la Sysphincta europaea For. (olimi) da Ragusa. Trattasi della specie dalmata citata anche da Forel due volte come Proceratiumspecie a sè (Sysphincta Mayri europacum, descritta però più tardi come For. 1899). Mayr G. e Kohl F. : F o n n i c i d a e , nella « Z o o l o g i s c h e R e i s e des N a t u r w i s s . V e r e i n s n a c h D a l m a t i e n i n i J a h r e 1 9 0 6 ». — M i t t e i l . Nat. Ver. an der Univerversitàt W i e n , 1908, 123 e 124. Elenco delle formiche raccolte dai partecipanti al viaggio universitario in Dalmazia nel 1906 e precisamente 8 specie dell' isola di Meleda, 11 di Lissa, e )2 dei dintorni di Spalato (compilato secondo le determinazioni di G. Mayr). Vi sono F. K o h l . aggiunte 4 specie d i Curzola, raccolte nel 1908 e determinate da 21 Miiller, D o t t . Giuseppe : D u e nuove formiche della regione a d r i a t i c a . — Bollettino Soc. A d r i a t . Scienze natur. X X V I I , Trieste, 1921, 4 6 - 4 9 . Descrizione gaster pallida del Camponotus (?) subsp. Finzii tergestinus n. sp. (Trieste) e dell'"Aphaeno- (Dalmazia settentr. ed Istria merid.). — Enu- merazione di 14 formiche interessanti o nuove per la regione adriatica orientale (Euponera migenis ochracea, Baudierì, Stigmatomma Epitrilus dentìculalum, Argiolus Formicoxenus nitidulus, Stru- ecc.). Nylander, D r . W . : A d d i t a m e n t u m a 11 e r u m a d n o t a t io n u m in M o n o g r a p h ia m f o r m i c a r u m h o r e a 1 i u m E u r o p a e. — Acta Soc. Scient. Fennicae, I I I , 1848. Contiene laleralis var., la descrizione della Formica dalmatica Nyl. ( = Camponotus Mayr, Forel). Roger, J. : B e i t r a g e z u r K e n n t n i s d e r A m e i s e n f a u n a d e r M i 1 1 e 1 ni e e r 1 a n (1 e r. — Deutsche E n tom. Zeitschrift, I L I . , 1859, 225 -259, Taf. V I I . Cita una forma a colorito chiaro della Formica descrive la Q dell''Acantholepis Fraucnfeldi marginata da Lagosta; da Ragusa. Wolf, D r . K . : S t u d i e n LÌ b e r palaearktische F o r m i c i d e n , I . — Ber. d. med. naturw. Vereins, Innsbruck, X X X V , 1914, 39 -52, con figure nel testo. Descrive a pag. 44 VAphaenogaster ovaliceps Emery subspec. mulleriana, basata sopra un unico esemplare da Miramar. — A pag. 46 - 52 tratta della varietà della Formica exsecta N y l . e descrive anche due forme della Venezia Giulia (N.° 1 da Kobiljaglava e N.° 2 dalla Malga Tolstec sul Tricorno. 22 Famìglia: FORMICIDAE. Specchietto delle sottofamiglie. 1. Forme provviste d'occhi, t u t t ' a l più le f^c^ di certe specie ipogee cieche. Clipeo evidente, le antenne inserite a maggiore o minore distanza dal margine anteriore del capo . . . 2. — Solamente i cfcf provvisti d' occhi, le e le <^(J> cieche. Clipeo rudimentale o indistinto, di conseguenza le antenne inserite quasi al margine anteriore del capo. Peduncolo addominale composto da uno o due segmenti relativamente ampi, subquadrati. [ I L Dorylinae] ) . 1 2. Peduncolo addominale composto di due segmenti piccoli, nodosi (peziolo e postpeziolo). Aculeo sviluppato. (Larve senza tubercoli; crisalidi nude). I I I . Myrmicinae. — Peduncolo addominale costituito da un solo segmento (peziolo) 3. 3. I l segmento addominale corrispondente al postpeziolo delimitato posteriormente da leggera strozzatura circolare. Aculeo sviluppato. (Larve con tubercoli piliferi; crisalidi quasi sempre chiuse in un bozzolo). I . Ponerinae. — I l primo segmente addominale che corrisponde al postpeziolo non delimitato da strozzatura circolare posteriore. Senza aculeo evidente 4. 4. I l clipeo sorpassa all' indietro la linea d'inserzione delle antenne. I l gastro si compone di 4 segmenti visibili esteriormente. L ' orifizio della cloaca a forma di fessura trasversale. Aculeo rudimentale. Crisalidi nude. I V . Dolichoderinae. ») E M E R Y (1916, Form. Ital.) e B O N D R O I T (1918, Fourm. France) mettono in prima linea le Dorylinae, rinae. e fanno seguire come seconda sottofamiglia le Pone- M i pare p e r ò che l a mancanza d' occhi nelle Q e la riduzione del clipeo dimostrino la posizione sistematica derivata delle Dorylinae rinae, rispetto alle Pone- per cui m i associo a l l ' opinione di FoREL (1915, Ameis. Schweiz), che considera le Ponerinae come le più primitive. 23 — I l clipeo non sorpassa all' indietro la linea d'inserzione delle antenne. I l gastro si compone di 5 segmenti visibili esteriormente. L ' orifizio della cloaca circolare e ciliato. Aculeo nullo. Crisalidi per lo più rinchiuse in un bozzolo. V . Camponotinae. I . Sottofamiglia : P O N E R I N A E . (Revis. : E M E R Y , Beitr. M o n . Form., D. G . Z. 1909, 355 - 376). Tabella delle tribù e dei g e n e r i ( (j5 e Q ) : 1. Mandibole lunghe e strette, falciformi, internamente armate di denti spesso accoppiati, i l clipeo pure dentato al margine anteriore; il peziolo ampio, quadrato, poco più piccolo del prossimo segmento. (Amblyoponini). 1. Stigmatomma. — Mandibole larghe, trigone. I l peziolo molto più piccolo e più stretto del prossimo segmento addominale . . . 2. 2. I l secondo segmento dopo i l peziolo grandissimo, coli' apice curvato a l l ' ingiù, in modo da coprire t u t t i g l i a l t r i piccolissimi segmenti, che formano un piccolo cono rivolto a l l ' innanzi. I l torace della ^ senza alcuna sutura sul dorso. (Proceratiini). 4. Sysphincta. — I l secondo segmento dopo i l peziolo normale, non curvato all' ingiù, gli ultimi segmenti addominali visibili dal di sopra. I l torace con evidenti suture anche sul dorso ( Ponerini) . . 3. 3. Tibie medie e posteriori provviste all' apice di uno sperone grande, pettinato e di uno sperone piccolo, semplice ) ; primo articolo tarsale medio con piccolissimi aculei sul lato dorsale ) . 2, Euponera. 1 1 — Tibie medie e posteriori provviste all' apice solamente di uno sperone pettinato; primo articolo tarsale medio finissimamente peloso, senza aculei. 3. Ponera. J ) D a osservarsi con fortissima lente o meglio al microscopio e in diverse direzioni, acciocché lo sperone più piccolo non resti coperto dalla tibia o dallo sperone più grande. 24 Tribù : Amblyoponini. 1. Genere : S T I G M A T O M M A Roger. 1. Capo appena smarginato a l l ' o r l o occipitale, con occhi minuti, ma distinti e cogli angoli anteriori evidentemnte spiniformi. I l clipeo munito al margine anteriore d i dentini presso a poco egua|i, le mandibole più strette. Colore rosso-ferrugineo o bruno. L . ^ 6 - 7.5. — Italia, Sicilia, Grecia. [impressifrons E m e r y ] , — Capo evidentemente smarginato a l l ' occipite, con occhi minutissimi, quasi invisibili e cogli angoli anteriori acuti, ma non spiniformi. I l clipeo munito di dentini ineguali, dei quali tre o quattro mediani più piccoli e maggiormente avvicinati; mandibole lievemente allargate nel mezzo. Colorito più chiaro, giallorossiccio. L . (degli esemplari dalmati) 3 . 5 - 4 mm. 1. denticulatum Roger. 1. Stigmatomma denticulatum Roger (Mayr, Europ. Form. 1861, 53; Emery, Beitr. Monogr. F o r m . 1909, 357 e F o r m . Ital. 1916, 27; Bondroit, Fourm. France, 1918, 80. — Amblyopone denticulatum, A n d r é , Spec. H y m . 1891, 233). Dalmazia : C a s t e l l a presso Spalato, vagliando i l terriccio al piede di olivi, singole operaie, 2, 3, 7 e 10-1912 ( N . ) . Specie meridionale descritta originariamente dall' isola di Zante (Roger) e trovata poi i n Balcania, a Corfù (Faganetti!), in Italia (Firenze, Roma, Napoli, secondo Emery anche nel Veneto) e nel Marocco. Tribù : Ponerini. 2. Genere : E U P O N E R A Forel. 2. Euponera ochracea M a y r (Emery, Beitr. M o n . Form. 1909, 364 e F o r m . I t a l . 1916, 31; Bondroit, F o u r m . France, 1918. 81. — Fonerà ochracea Mayr, Form. Austr., Verh. zool.-bot. Ver. W i e n , voi. V , 1855, 390 ) e Europ. F o r m . 1861, 55; A n d r é Spec. H y m . 1881, 241). x 1 ) EMERY (1909) e B O N D R O I T (1918) indicano erroneamente la pag. 290 ove non trovasi che la citazione della specie (nomen nudum); la descrizione segue a pag. 390. 25 c^> : Giallo-bruna. Capo opaco, senza occhi distinti. Torace e addome sublucidi, finemente punteggiati. Forma generalmente più larga e più robusta della Fonerà coarctata. L . 3 - 3.6 mm. — 9 : Capo e torace più larghi, occhi neri, relativamente grandi, tre ocelli situati su macchiette nerastre; ali un poco offuscate, con due cellule cubitali chiuse. L . 4.2 mm. Venezia Giulia : Trieste, in città, a volo 1 9> ai p r i m i di ottobre 1910. — Dalmazia: Zemonico pr. Zara, vagliando terriccio, 8 e 9-1914, diverse operaie ( N . ) . Descritta originariamente da Imola ( M a y r ) è stata poi trovata in vari punti d ' I t a l i a ed in Sicilia (qui la subsp. siculo Emery) ; inoltre nella Francia meridionale, nell' isola di Corsica, in Spagna (Menozzi), in Rumenia e in Crimea. 3. Genere : P O N E R A Latreille. Le operaie hanno gli occhi piccolissimi; le femmine sono normalmente alate e provviste di occhi molto più grandi, nonché di 3 ocelli sul vertice. I maschi (che non conosco ancora dalla nostra regione) sono alati nella Fonerà coarctata ed Edwardi, oppure atteri e simili alle operaie (Q" ergatomorfi, nella P. punctatissima ed in singoli esemplari della Edwardi). T a b e l l a per la d e t e r m i n a z i o n e delle specie. A. — I l mesonoto della 8 separato dalla pleura e dall' epinoto per mezzo di suture distinte. 1. Punteggiatura del capo più evidente, per quanto densissima e quasi subrugosa. Palpi mascellari composti di due articoli. L o scapo antennale raggiunge quasi i l margine occipitale del capo. Epinoto lateralmente più o meno lucente. Colorito delle ^) bruno nerastro (f. typ.) o giallo (ab. et subspec. testacea Emery), delle 9 sempre bruno o nerastro. Antenne gialle, lobi frontali ferruginei. L . ^5 2.5-3.5 mm., 9 3.5 m m . 3. coarctata L a t r . — Punteggiatura del capo finissima e densissima, appena percettibile con forte lente. Palpi di un articolo. Colorito del corpo oscuro*) 2. J ) Esemplari giallo-bruni della P. Eduardi (9) vengono M E N O Z Z I per la Spagna. (Boi. Soc. Esp. Hist. Nat. 1922, 325). segnalati da 26 2. Scapo lungo ed esile, esso raggiunge i l margine occipitale. Epinoto lateralmente opaco in seguito a fitta scultura ( A n tenne più o meno offuscate, anche i lobi frontali più oscuri che nella P. coarctata). L . £ 2 . 6 - 3 mm., 9 3 - 3 . 5 mm. 4. Eduardi Forel. — Scapo più breve, esso non raggiunge i l margine occipitale. Epinoto lateralmente lucido (secondo B O N D R O I T ) . I l capo più largo che nella P. coarctata, gli occhi della9 più grandi e molto avvicinati alla base delle mandibole. L . 2.4 - 2.8 mm, 9 3.3 - 3.9 mm. -— Inghilterra, Francia sett., Germania, Svizzera; Isole Canarie. [punctatissima Rog.]. B. —- Nella manca la sutura tra i l mesonoto e la pleura; in una specie (Abeillei) è obliterata anche la sutura meso-epinotale sul dorso. A questo gruppo appartengono diverse specie estranee alla nostra fauna: Ragusae Lesnei Emery (Sicilia), colla subspec. Santschii e parva Bondr. (Francia) e Abeillei Emery (Algeria, Tunisi, Siria), A n d r é (Corsica, Liguria, Tunisia). Sono tutte specie gialle con punteggiatura del capo finissima. 3. Ponera coarctata L a t r . 1802 (Emery, Beitr. M o n . Form. 1909, 368; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 6; Donisthorpe, Brit. Ants, 1915, 67; Emery, Form. Ital. 1916, 108; Bondroit, Fourm. France, 1918, 82. — Ponera contrada L a t r . 1804; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 240). Specie ipogea, lenta, che si raccoglie sotto pietre o vagliando il terriccio e che si riscontra alle volte nei nidi di altre formiche. Non si arrampica mai sulle piante. Venezia Giulia : Carnizza nella Selva di Tarnova, 6-911, 1 cs. ( S p r . ) ; Monte R è , 5-912, 1 es. (Ciana); Roditti, vagliando un nido di Formica rufo-pratensis, come pure nel cavo di salice abitato da Lasius fuliginosus, diverse operaie, 23-4-911; Monte Carso sopra Bagnoli, vagliando i l terriccio in un sito umido, ove trovasi VAnillus florentinus, diversi es. 10-909; Fiumicello in F r i u l i , 30-4-914, 3 es. ( W . ) ; Duino, nel terriccio alla base d i Quercus ilex, 16-11-913, 2 es. ( W . ) ; Trieste, dintorni, 2 es. ( P . ) ; Boschetto pr. Trieste, 5-911, 1 £ e 1 9 senza ali ( P . ) ; Noghera, 6-911, ( P . ) ; Clanez, 6-913, ( S p r . ) ; Salvore, in un parco, vagliando fogliame caduto, 23-4-22; Rovigno, 6-4-912, ( W . ) ; Venula pr. Pola, ( C ) . 27 Dalmazia : Zemonico pr. Zara, 7-913, 8 e 9-014, nel terriccio div. es. ( N . ) ; Kistanje, 1 es. 9-99; Castella pr. Spalato, nel terriccio alla base di olivi, frequente specialmente d'inverno, 1, 2, 3 e 7-912, 11-917 e 9-921; anche 2 9 Q senza ali, 4 e 5-912 ( N . ) . Specie dell' Europa meridionale ed occidentale, che si estende al N o r d fino in Germania e in Inghilterra, al Sud fino in Algeria e a oriente fino al Caucaso. Venne descritta per la prima volta da un parco di Londra. E M E R Y distinse dalla forma tipica, di colorito oscuro, una forma gialla, che denominò «var. testacea» (Mera. Accad. Bologna, 1895, 294). M I N O Z Z I propone di elevarla al rango di « subspecies », avendo egli osservato in Calabria anche piccole differenze morfologiche ed avendo trovato alcuni nidi composti unicamente da individui gialli (Boll, del Lab. di Zool. gen. e agraria, Portici, voi. X V , 1921, 25 e Boi. Soc. Espan. H i s t . n a t , 1922, 324). E M E R Y , nella sua fauna (1918, 107), non ci dà indicazioni speciali sulla distribuzione di questa « varietà » in Italia, ma dice semplicemente: « C o l t i p o » . Dalle osservazioni fatte nella regione adriatica orientale trovo invece, che c' entra, almeno i n parte, i l fattore corologicó. Dalla parte più nordica e montuosa del nostro territorio faunistico non ebbi finora che la forma tipica (Carnizza, Monte Rè, Roditti, Clanez, Monte Carso) ; essa si estende nel Goriziano fino alla foce dell' Isonzo (Fiumicello) e raggiunge la costa anche a Trieste (Boschetto) e Salvore. P e r ò già a Trieste si frammischia alla forma gialla, che tengo poi da Duino e Noghera e che, più al Sud, neh' Istria meridionale e in Dalmazia è la forma assolutamente predominante (Rovigno, Veruda, Castella). Essa si estende i n Dalmazia anche nell'interno (Kistanje) e arriva fino in Bosnia (Tuzla, leg. Spr., 1 es.). P e r ò a Zemonico vicino Zara pare predomini la f. tipica con individui di colorito intermedio. S i n g o l i esemplari più oscuri trovai anche nel materiale delle Castella. Non v i è dubbio adunque che la forma tipica predilige generalmente siti più nordici, più montuosi e più umidi e la forma gialla le plaghe più meridionali, rispettivamente costiere, aride e calde. E ' vero che le due forme si trovano in certi punti più o meno promiscue e che possono perciò considerarsi come semplici varietà o aberrazioni; ma è pur vero d'altronde, che in altre zone 28 predomina con stragrande maggioranza solo una o l ' a l t r a delle due, di modo che esse costituiscono pure due forme o razze locali propriamente d e t t e ) . Qui ci troviamo adunque in uno di quei casi, certamente non rari, ove la medesima forma assume un d o p p i o valore sistematico: di forma geografica o razza in una regione, di semplice aberrazione individuale in altri siti. Ed è perciò che noi, tenendo conto di questo fatto, dobbiamo designare la var. testacea Emery come « Subspec. et aberr. », in conformità a quanto ebbi a proporre per un caso analogo già 12 anni f a ) . Oltre che nel colorito la nostra Ponera coarctata presenta notevoli v a r i a z i o n i d e l l a f o r m a d e l c a p o , locchè mi pare non sia stato ancora rilevato dagli autori. Una parte degli esemplari corrisponde perfettamente al profilo del capo descritto e illustrato da E M E R Y (1918, 108, fìg. 14 b ) . P e r ò osservansi tanto nella forma bruna, quanto nella gialla degli individui col capo evidentemente più allungato, più parallelo e meno arrotondato verso gli angoli posteriori, insomma una forma che si avvicina più al profilo della P. Ragusae ( E M E R Y , 1. e, fig. 15 a). Per la punteggiatura del capo e gli altri caratteri essi collimano colla P. coarctata. Io posseggo questi differenti tipi di conformazione del capo dalla medesima località (p. e. dalle Castella) ; mi pare però che si tratti di caratteristiche speciali di singoli nidi. 1 2 4. Ponera Eduardi Forel. (Emery, Beitr. M o n . Form". 1909, 372; Bondroit, Fourm. France, 1918, 83. — Ponera punctatissima pars, André, Spec. H y m . 1882, 241). Dalmazia: Salona, 13-3-912, 1 9 senza ali ( N . ) ; Ragusa, vagliando terriccio all'entrata della caverna d i Kono, 12-921, 1 £ (Svircev). Specie mediterranea, che sarà probabilmente più frequente nella Dalmazia meridionale e che pare non si estenda fino alla Vel ) Singole eccezioni non possono menomare i l valore della razza. Se ci fosse assoluta costanza si tratterebbe di specie. Basta che si manifesti la t e n d e n z a di variare in un dato senso negli individui della stessa regione, per costituire i l criterio della forma locale o razza (sottospecie). ') Athous cavus ab. et subsp. singularis lettino », v o i . X X V I , parte I I , 130 e 131 (1912). (Reill.) Mùller, in questo « Bol- 29 nezia Giulia. I n Italia è limitata al meridione e a tutto i l versante tirreno ( E M E R Y , 1918). Francia merid., Spagna, Algeria, Marocco, Isole Canarie; Balcania, Asia minore. Tribù : P r o c e r a t i i n i . 4. Genere : S Y S P H I N C T A Roger. 1. A n g o l i dell'epinoto acuti. Peziolo più corto, leggermente elevato nella parte dorsale a forma di squama. I l segmento più grande dell'addome non raggiunge in lunghezza i l doppio del precedente. Antenne più corte, g l i articoli del funicolo più larghi che lunghi. Colorito del corpo giallo. L . 8 3 mm, 9 4.5 mm. [europaea Forel], — A n g o l i dell' epinoto ottusi. Peziolo nodiforme, superiormente arrotondato, senza accenno di squama. I l segmento più grande dell' addome raggiunge in lunghezza i l doppio del precedente. Antenne più lunghe, g l i articoli del funicolo non più larghi che lunghi. Colorito più oscuro, rosso-bruno. L . ^ 3.8-4.5, 9 4.5. 5. Mayri Forel. [Sysphincta europaea Forel, A n n . Soc. entom. Belg., voi. X X X , 1886, C. R. p. 163 ) ; Emery, Beitr. Mon. Form. 1909, 359 e Form. Ital. 1910, 103. — Proceratium europaeum Q Forel, Beri. Ent. Zeitschr. 1888, 258]. F O R E L ( A n n . Soc. Ent. Belg. 1905, 177) descrive un cf da Trieste, che egli crede appartenga a questa specie. E ' probabile che ciò sia esatto, come osserva anche E M E R Y (1918, 29); però l'assoluta certezza 1' avremo non appena saranno noti altri Q"Q" sicuri delle due specie di Sysphincta dell' Europa meridionale. — L ' esemplare di Trieste, 1' unico cf del genere che finora sia stato trovato in Europa, trovasi illustrato nelle opere di E M E R Y (1909, 360, fig. 3 e 1918, 29, fig. 12 c). La specie è stata descritta originariamente dalla Grecia (Elide). Fu raccolta più tardi a Corfù, in Albania, Rumenia, L i guria, Piemonte e nell'Emilia. x ' ) L a citazione presso E M E R Y (Deutsche E n i . Zeitschr. 1909, 359) e B O N D R O I T ( A n n . Soc. ent. France, 1918, 80) è inesatta. 30 5. Sysphincta Mayri Forel. (Emery, Beitr. M o n . F o r m . 1909, 361, fig. 2 a e Form. Ital. 1916, 103, fig. 12 a — Proceratium europaeum % Forel, Beri. Ent. Zeitschr. 1888, 258). Rarissima alle Castella presso Spalato, nel terriccio profondo alla base degli olivi, 11-912 e 9-921, due operaie ( N . ) . L a lunghezza di questi esemplari è di 4.5 mm. •— Indicata dalla Dalmazia anche da E M E R Y (1909, 361). A questa specie si riferiscono evidentemente anche gli esemplari raccolti al vaglio presso Ragusa dai Sigg. Kaufmaun e Reitter e menzionati dal M A Y R (Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1886, 438, nota) col nome di Sysphincta europaea Forel *). Albania, Corfù (Paganetti!); Messina e Reggio Calabria ( E M E R Y ) ; Sambiase di Calabria II. Tabella Sottofamiglia: delle tribù 1. Peduncolo addominale ($» 9 e Ó*)- I Cf l n o (MINOZZI). D O R Y L I N A E . e dei generi europei. costituito da un solo segmento ' t o grandi, le loro ali con nervatura bene svi- luppata. (Dorylini). Dorylus. — Peduncolo addominale costituito da due segmenti nelle operaie e da un solo nelle femmine e nei maschi. Quest' ultimi con ali senza nervatura. Specie minutissime, di 1-2 mm di lunghezza della regione mediterranea occidentale : Pirenei orientali, Corsica e Sardegna. (Leptanillini). [Leptanilla.] Gen. D O R Y L U S Fabr. [Dorylus (Typhlopone) fulvus Westw.; Bondroit, Fourm. France, 1918, 15. — Typhlopone Clausii Joseph, Beri. Ent. Zeitschr., voi. X X V I , 1882, 101. — Dorylus Clausii A n d r é , Spec. H y m . 1882, 252]. <J>. Corpo giallo-rossiccio, lucente. I l capo subquadrato, più lungo che largo, cogli angoli posteriori arrotondati, cosparsa da puntini minutissimi e peli quasi impercettibili, senza occhi, con due ' ) I l nome Sysphincta Mayri venne proposto da FoKEL appena 13 anni più tardi, quantunque egli non fosse ancora del tutto persuaso che si trattasse d i una specie a sè, ma bensi di una forma speciale (2j) ( A n n . Soc. ent. Belg. 1899, 305 - 306). del Proceratium europaeum 31 carene frontali elevate e spongenti oltre i l margine anteriore del capo a forma di uncino (visione laterale!). Mandibole falciformi, bidentate, con leggero accento di un terzo dente. Antenne brevissime e robuste, composte di 11 articoli; lo scapo dilatato dalla base all'apice, coli'angolo apicale anteriore sporgente; gli articoli del funicolo trasversali (eccetto i l primo), ingrossati verso l'apice; l ' u l t i m o articolo allungato, circa tanto lungo quanto i tre precedenti r i u n i t i . I l torace superiormente attraversato da un solo solco, sicché, apparentemente, risulta composto da due soli grandi tergiti, dei quali i l posteriore negli individui grandi è solcato longitudinalmente. L a punteggiatura del torace un poco più forte, la pubescenza più evidente di quella del capo. Peziolo quadrangolare, un poco ristretto all' innanzi. L a rimanente parte dell' addome, composta di 5 segmenti visibili, forma un' ovale molto allungato, maggiormente attenuato all' innanzi e più arrotondato all' indietro, colla superficie finemente punteggiata e provvista di peli minutissimi. L ' ultimo tcrgite incavato verso 1' apice, col margine munito di tre piccoli dentini. Lunghezza dei miei esemplari: 4 - 8 mrn (secondo JOSEPH : 2 . 8 - 9 mm). Questa descrizione e basata su due esemplari che ebbi in dono dall' amico Antonio Valle, il quale l i ricevette a suo tempo dal Dott. JOSEPH di Brcslavia per Typhlopone Clausii. Osservo però che i rispettivi esemplari non portavano alcun cartellino che indicasse la specie o la località. JOSEPH (Ber. Entom. Section Breslau, 1872, 15 e Beri. Entom. Ges. 1882, 102) dice di aver scoperto la Typhlopone Clausii all'entrata della Caverna di San Galiziano presso Mataun, della Grotta di Corgnale e della Grotta di San Servolo presso Trieste. Specialmente in quest' ultima 1' avrebbe trovata più copiosa e più volte, da ultimo in settembre del 1881. Egli pretende perfino di averla allevata da crisalidi raccolte nell' aprile del 1875. Io trovo, che gli esemplari spediti al Prof. Valle coincidono perfettamente colla Typhlopone nordafricana, che figura nell'opera di A n d r é come Dorylus oraniensis ed in quella di Bondroit come Dorylus fulvus Westw. e della quale tengo numerosi esemplari raccolti dal Dott. E . Graeffe in Tunisia. L a pretesa differenza di lunghezza dell' ultimo articolo antennale tra la T. Clausii e 1' oraniensis.{ci. JOSEPH, 1882, 102) non si verifica negli esemplari di zi JOSEPH che ho sott' occhi, essendo 1' ultimo articolo t u t t ' al più così lungo, quanto i tre precedenti r i u n i t i , non altrimenti di quanto si riscontra negli esemplari tunisini. Tutte le altre differenze indicate costì, come pure quelle nell'opera di A N D R É (p. 2 5 2 ) , non reggono ad un esame di un numeroso materiale, entrando nella cerchia della variabilità individuale (così ad esempio i l solco longitudinale del torace, che varia secondo la grandezza degli individui). I l Dorylus fulvus (oraniensis) è sparso nell'Africa del Nord e in Asia minore. Non verme però ancora riscontrato in tutta la Balcania e in tutta l ' I t a l i a , uè ci fu mai dato di scoprirne uno in trenta anni di esplorazione entomologica della Venezia Giulia e della Dalmazia. L a presenza di questa specie o di qualsiasi altro Dorylus nel C'arso di Trieste è adunque per lo meno molto problematica e va presa con tutte le riserve, fino a che non sopraggiunga una conferma del tutto inaspettata. D i questo parere è anche l ' i l lustre Prof. E M E R Y ( 1 9 1 6 , 2 0 , nota), che dichiara la notizia di JOSEPH senz'altro erronea, come pure quella di ROGER, che indica da Torino la Typhlopone europaea ( = Dorylus punctatus dell'Africa meridionale). A d ogni modo non è lecito riportare senza alcun commento e senza indicazione della fonte il Dorylus fulvus Westw. per Trieste, come fa B O N D R O I T nella sua opera recente sulle formiche di Francia ( 1 9 1 8 , p. 1 6 ) . III. Sottofamiglia: M Y R M I C I N A E . T a b e l l a per la d e t e r m i n a z i o n e dei generi. 1. Antenne di 1 0 - 1 2 articoli. I l capo ovale, rotondo o rettangolare, ma non cordiforme; le lamine frontali e le fosse antennali sulla parte superiore del capo. ( I . sezione: Eumyrmicinae) 2. — Antenne di 4 o 6 articoli. Capo cordiforme, ristretto all' innanzi, con profondi solchi antennali l a t e r a l i , che possono accogliere buona parte dello scapo. Le lamine frontali, spostate ai margini del capo, ricoprono i solchi antennali e nascondono gli ' occhi. ( I I . sezione : Rhagomyrmicinae) 20. 2. Postpeziolo inserito al margine superiore del gastro, che è cordiforme e appuntito nella 0 e può venir ripiegato al disopra del torace quando la formice e irritata e vuole aggredire. 10. Crematogaster. 33 — Postpeziolo inserito al margine anteriore del gastro, quest' ultimo non appuntito posteriormente 3. 3. Mandibole esili, ricurve, appuntite, senza margine masticatorio. Capo più o meno rettangolare; antenne di 12 articoli, con clava di 3 articoli; epinoto debolmente dentato o quasi inerme. — Vivono in società miste col Tetramorium caespitum. [ Strongylognathus]. — Mandibole trigone, piatte, con margine masticatorio, per lo più dentato 4. 4. Antenne di 10 articoli (11 nella 9 ) ' a distinta, composta di 2 articoli. Epinoto inerme. Operaie piccolissime, gialle o brune, con occhi piccolissimi o rudimentali; femmine molto più grandi, bruno-picee. 12. Solenopsis. — Antenne di 11 -12 articoli, con clava composta almeno di 3 articoli o indistinta 5. c o n c a v 5. Postpeziolo di sotto con sporgenza dentiforme o spiniforme, rivolta all'innanzi. Antenne di 11 articoli; epinoto dentato. — V i vono nei nidi di altre formiche 6. — Postpeziolo senza sporgenza ventrale oppure le antenne composte di 12 articoli 8. 6. Fosse antennali grandissime, nettamente limitate e lunghe quanto lo scapo; esse si estendono all'indietro di un bel pezzo oltre gli occhi. Clava antennale di 4 articoli. Peziolo di sopra con sporgenza angolosa rivolta all' innanzi e con appendice ventrale compressa. L . (^5eO) 4 - 5 mm. — Vive assieme col Leptothorax acervorum. [Harpagoxenus]. •— Le fosse antennali non si estendono oltre i l limite posteriore degli occhi. Clava antennale di 3 art. L . 2.5 - 3 mm. 7. 7. Corpo opaco, con peli clavati. I l peziolo, visto in profilo, di sopra acuminato o troncato, di sotto con appendice compressa; postpeziolo di sotto con breve sporgenza dentiforme. Nei nidi di Leptothorax. [Epimyrma]. — Corpo lucido, con peli semplici. I l peziolo di sopra con sporgenza acuminata, di sotto con appendice compressa; postpeziolo di sotto con sporgenza spiniforme. — Nei nidi di Formica rufa e pratensis. 16. Formicoxenus. 34 1 8. Antenne di 11 a r t i c o l i ) . Epinoto armato di spine; clipeo non smarginato; colorito almeno in parte giallo o ferrugineo. 14. Leptothorax [part.j. — Antenne (li 12 articoli 9. 9. Clava antennale distintamente triarticolata, essendo i l t e r z u l t i m o articolo alquanto più lungo o più grande del precedente; la lunghezza della clava corrisponde circa alla iunghezza dell' intero funicolo 10. — Clava di 4 - 5 articoli, o indistinta; il terz'ultimo articolo delle antenne poco differente dal precedente; gli u l t i m i tre articoli antennali non raggiungono la lunghezza del resto del funicolo ) 19. 2 10. Epinoto del t u t t o inerme, arrotondato. Clipeo con depressione o solco mediano, limitato da due carene longitudinali, che terminano in una piccola sporgenza. 11. Monomorium. — Epinoto munito di denti o spine (o almeno con sporgenza angolosa) 11. 11. Senza peli eretti sul capo, torace e addome. Peziolo lungamente peduncolato, postpeziolo almeno due volte più largo del peziolo, semplicemente trasversale oppure cordato. [Cardiocondyla]. — Sul corpo v i sono dei peli eretti più o meno copiosi. I l postpeziolo di solito poco più largo del pezioso (eccezioni : Cìialepo.venits e certi Tetramorium) 12. 12. I l capo enormemente ingrandito, con solco mediano fortemente impresso verso l'occipite. Mandibole robuste, larghe; antenne relativamente piccole, lo scapo raggiunge appena la metà della lunghezza del capo; corpo in gran parte lucido e liscio. — Capo normale, senza solco mediano . 9. Pheidole 2i. . . . 13. *) Qui andrebbe inserita eventualmente la (J) del genere Altergates Forel (colla sola specie atratulus Schenck), del quale non esiste la forma operaia. Epinoto con due piccoli tubercoli; clipeo con smarginatura mediana; colorito bruno. — Parassita nei nidi di ') Tetramorium. Qui troverebbe posto probabilmente i l genere Sifolinia sola specie: Laurae Emery (con una Emery, di Siena), del quale non è noto che un solo esem- plare (J). Postpeziolo con sporgenza ventrale come nei generi al n. 6 e 7 di questa tabella, però le antenne di 12 articoli. Capo, torace e peduncolo rugosi; epinoto dentato. L . 5 mm. grossolanamente 35 13. Tibie posteriori e medie c o n s p e r o n e d i s t i n t o , più grosso dei soliti peli. Clipeo e fronte con striatura longitudinale, area frontale indistinta. Torace con angoli anteriori più o meno marcati. Postpeziolo a forma di elissoide trasverso, talvolta molto largo. 17. Tetramorium. — Tibie posteriori e medie, senza sperone distinto, t u t t ' al più con peli più lunghi. Area frontale bene sviluppala, non p e r ò sempre bene delimitata 14. 14. Torace con angoli anteriori marcati. Peziolo quadrangolare, non peduncolato. Clipeo anteriormente tridentato, però il dente mediano talvolta piccolissimo o mancante. Capo fortemente rugoso, zampe e antenne brevi e tozze, tibie irsute. 13. Myrmecina. — Torace con angoli anteriori più o meno arrotondati. Peziolo peduncolato, con declivio anteriore dorsale obliquo o incavato, di dietro con nodo dorsale elevato . . . . 15. 15. I lobi frontali avvicinati, l'incisione che l i separa profonda e stretta, subparallela e lucida. Peziolo lungamente peduncolato, di sotto senza sporgenza dentiforme basale; postpeziolo stretto e rotondo. — Vedi Stenamma al n. 19. — L o b i frontali più distanti e divergenti, lo spazio che l i divide largamente arcuato o triangolare 16. 16. Peziolo di sotto senza sporgenza dentiforme basale; le tibie (nella nostra specie) con lunghi peli eretti; base del gastro leggermente troncata, però non incavata. Antenne lunghe ed esili, lo scapo oltrepassa i l margine occipitale, i l primo articolo della clava circa 2 volte più lungo che largo; corpo bruno, quasi totalmente liscio e lucente. 9. Pheidole <J. •— Peziolo di sotto con piccola sporgenza dentiforme basale; le tibie con pubescenza più o meno aderente; base del gastro di solito leggermente incavata. Antenne di solito meno lunghe, lo scapo oltrepassa solo eccezionalmente ( L . recedens) il margine occipitale 17. 17. Capo e promesonoto quasi perfettamente lisci e lucenti, solco mesoepinotale abbastanza profondo. Antenne lunghe ed esili, lo scapo oltrepassa a l l ' indietro i l margine occipitale. T u t t o il corpo superiormente con lunghi peli eretti. 14. Leptothorax [subg. Temnothorax]. 36 — O manca i l solco mesoepinotale oppure i l capo e promesonoto più o meno rugosi o striati. L o scapo non oltrepassa i l margine occipitale. Peli eretti del corpo più brevi . . 18. 18. Torace con profondo solco mesoepinotale. Occhi più grandi; le fosse antennali si prolungano in forma eli solchi debolmente marcati fin sopra g l i occhi. Postpeziolo con accenno di sporgenza ventrale anteriore più o meno distinta. Area frontale lucida, triangolare. 15. Chalepoxenus. — Torace senza o t u t t ' al più con leggero solco meso-epinotale. Occhi più piccoli; le fosse antennali rotonde, non prolungate a l l ' indietro. Postpeziolo senza alcuna sporgenza ventrale. 14. Leptothorax fpart.] 19. Antenne più spesse, i l 4. - 7. articolo distintamente trasversi, i l 9., 10. e 11. non più lunghi che larghi. L ' i n c i s u r a che divide i lobi frontali stretta e profonda, quasi parallela. Gli occhi piccoli, i l loro diametro non oltrepassa lo spessore massimo dello scapo antennale. Tibie posteriori, e medie senza sperone apicale. 6. Stenamma. — Antenne verso, i l 9., 10. e che s' incunea tra golare. Tibie con più gracili, nessun articolo del funicolo tras11. spesso più lunghi che larghi. L ' insenatura i lobi frontali generalmente più larga, subtriau1-2 speroni apicali interni . . . . 20. 20. Peduncolo addominale robusto, i l postpeziolo raggiunge circa un terzo della larghezza del gastro. Tibie posteriori e medie con sperone apicale pettinato, senza spine o speroni accessori. Torace di solito pianeggiante, rugoso, con spine epinotali, di rado inerme e anteriormente convesso ( M. rùbida), in tal caso però le mandibole sporgenti come negli Aphaenogaster ed i l clipeo fortemente convesso. 5. Myrmica. — Peduncolo addominale più esile, i l postpeziolo non raggiunge nemmeno lontanamente un terzo della larghezza del gastro. Tibie posteriori e medie con sperone semplice, oppure leggermente pettinato (in certi Messor), in tal caso esiste però almeno una seconda spina o sperone apicale accessorio. L a parte anteriore del torace (promesonoto) sempre elevata e convessa, 1' epinoto situato molto più in basso 21. 37 21. Epinoto dentato o spinoso. Mandibole meno larghe e più sporgenti; riunite e chiuse, esse formano un triangolo, la cui base non oltrepassa i l doppio dell' altezza. Tibie posteriori e medie con sperone apicale interno semplice e talvolta con finissima spina accessoria esterna. Gli individui asessuali monomorfi. 7. Aphaenogaster. — Epinoto nelle nostre specie inerme o tutto al più debolmente dentato. Mandibole più larghe e robuste; riunite e chiuse, esse formano un triangolo, la cui base supera i l doppio dell' altezza. Gli individui asessuali sono dimorfi : piccole e grandi operaie, queste ultime col capo ingrossato. Le tibie posteriori e medie sono provviste (almeno negli individui maggiori) di uno sperone apicale interno, semplice o pettinato, e di due spine apicali accessorie, una interna e un' altra esterna. 8. Messor. 22. Antenne di 6 articoli. ( l . ° articolo del funicolo allungato, 2.° e 3." molto più piccoli, eguali, i l penultimo, ma specialmente 1' ultimo assai ingrandito, questo solo raggiunge la lunghezza dei 4 precedenti r i u n i t i ) . 18. Strumigenys. — Antenne di 4 articoli, anche qui 1' ultimo lunghissimo. 19. Epitritus. 1. Sezione: E u m y r m i c i n a e Emery. 5. Genere : M Y R M I C A (Revis. : E M E R Y , (Latr.) Mayr. Deutsche Entom. Zeitschr. 1908, 165). 1. Epinoto con due sporgenze ottuse al posto delle spine. Promesonoto con finissima e densissima striatura. Specie grande. L . 5 - 8 mm. (Neomyrna For. 1914, = Manica J u r i n è 1807). 6. rubida L a t r . — Epinoto con due spine. Promesonoto rugoso. Specie più piccole. (Myrmica s. str.) 2. 2. Scapo con base semplice, più o meno curvata, però sempre nel punto della massima curvatura più sottile che nel mezzo dello scapo. Fronte larga, protratta all' innanzi in due lobi sopraanteunali poco divergenti e più appuntiti 3. — L o scapo alla base nettamente angoloso oppure con dilatazione basale a forma di lobo. Nel caso di semplice angolosità, lo ss scapo nel punto della massima curvatura per io meno tanto largò quanto nel mezzo. L a fronte di solito ben più ristretta nel mezzo tra le fosse antennali, coi due lobi soprantennali più divergenti e arrotondati ) 6. l 3. Scapo più lungo ed esile, con curvatura basale più ampia e meno brusca; ripiegato all' indietro, esso sorpassa i l margine occipitale. L ' occipite relativ. lucido e debolmente rugoso . 4. — Scapo più breve, con curvatura basale più brusca; ripiegato all' indietro, esso arriva fino al margine occipitale. L ' occipite o grossolanamente rugoso o distintamente reticolato . . 5. 4. Torace debolmente rugoso; peziolo quasi liscio, postpeziolo liscio e lucido. Spine epinotali circa tanto lunghe quanto la loro distanza basale. I l peziolo (almeno nei nostri esemplari) con nodo distintamente acuminato e arrotondato in profilo. !.. 4 - 5 mm. 7. laevinodis N y l . •— Torace fortemente rugoso; anche i l peziolo e i l postpeziolo più o meno rugosi. Spine epinotali molto lunghe, curvate, la loro lunghezza sorpassa la loro distanza basale ). I l peziolo (nei nostri esemplari) con nodo appiattito, ciò che lo fa apparire in profilo più o meno troncato. L . 4.2 - 5.5 mm. 8. ruginodis N y l . 2 5. Specie più grande col peziolo e postpeziolo fortemente rugoso. Colorito più oscuro : capo e gastro di color bruno fin nerastro, i l resto rosso-ferrugineo. L . 4 - 5.5 mm. — Europa ed Asia boreale; al Sud in montagna, fino i n Grecia. Potrebbe adunque facilmente trovarsi anche da noi, sui monti. [sulcinodis Nyl-1 — Specie più piccola, col peduncolo addominale quasi liscio, ma opaco in seguito a scultura microscopica. Colorito più chiaro, quasi uniformemente bruno, col gastro un poco più oscuro. L . 3.5-4.2 mm. — Europa media e settentrionale. [rugulosa N y l . ] . *) Solamente la M. rugolosoides si avvicina in questo riguardo al gruppo antecedente. P e r ò lo scapo piegato ad angolo (non semplicemente curvato) la distingue dalle specie contemplate al n . 3. ' ) L a differenza nella lunghezza delle spine è ancor più evidente nelle Q . 39 6. L a base dello scapo piegata ad angolo o con dilatazione laterale a lobo al margine posteriore 7. — L o scapo alla base con lobo t r a s v e r s a l e (che in profilo si presenta a forma di dente) .8. 7. L o scapo più esile, alla base semplicemente angoloso. La fronte poco più stretta ed i lobi sopraantennali poco più divergenti che nella M. rugulosa. L . 3.5 - 4.2 mm. 9. rugulosoides Emery. — L o scapo più robusto, verso la base con evidente dilatazione unilaterale (lobo) al margine posteriore. L a fronte evidentemente più stretta ed i lobi sopraantennali molto più divergenti che nella M. rugulosa. L . 4 - 4 . 8 mm. 10. scabrinodis N y l . 8 Postpeziolo più breve, quasi due volte più largo che lungo. La fronte tra le fosse antennali raggiunge circa / della larghezza del capo tra gli occhi (come nella M. scabrinodis). L o scapo con lobo trasverso piccolo e stretto. I l colorito dei miei esemplari ) nerastro, torace e peduncolo leggermente rosso-ferruginei, gastro completamente nero. L . 4 - 4.5 mm. — Europa boreale, più al Sud in montagna. [lobicornis N y l . ] . — Postpeziolo un poco più lungo, più globoso, leggermente trasverso. L a fronte più stretta, lo scapo con lobo basale più grande 9. 1 3 1 9. L a fronte tra le fosse antennali poco più stretta della M. lobicornis, le spine dell' epinoto circa della stessa lunghezza o poco più lunghe. L . 4.5-5 mm. 11. Schencki Emery. — L a fronte tra le fosse antennali molto più stretta della M. lobicornis (e scabrionidis), le spine dell'epinoto molto lunghe. I l lobo basale dello scapo raggiunge in questa specie i l m a s s i m o dello sviluppo. L . 5.5 mm. — Monti dell'Albania (Tomor). [Ravasinii P i n z i ] . Sottogenerc Manica Turine. 6. Myrmica rubida L a t r . (Mayr, Form. Austr. 1855, 128 e Europ. Form. 1861, 63; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 314; Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 167. M. [Neomyrma] rubida Forel, *) Piemonte, Alpi Cozie (Della Beffa, coli. Pinzi!). 40 Revue Suisse Zool. 1914, 274, Ameìs. Schweiz, 1915, Emery, Form. Ital. 1916, 121. Neomyrma [gen. propr.] rubida, Bonrdoit, Fourm. France, 1918, 97). Specie prevalentemente montana o submontana, che trovasi da noi solamente nella parte più nordica e fredda. Predilige specialmente le sponde dei fiumi alpini, ove fa i nidi nella sabbia, circondandone l'entrata con cratere; vive però anche sui monti nella regione dei faggi. Possiede un pungiglione fortissimo col quale produce punture dolorosissime. Venezia Giulia. — Valle dell' Isonzo e del Frigido : Tolmino, all'Isonzo, 9-919; lungo i l ruscello Tominca, diverse § e 1 9 dealata, 6-912 ( P . ) ; Volzano, da un prato vicino all'Isonzo, numerose § , 6-908 ( P . ) ; S. Lucia, 1 9 dealata, 25-6-911 ( P . ) ; Luico, 1 '£> dealata, 9-919; Vipacco, leg. F . Schmidt ( M A Y R , 1853, 113, col nome di M. montana Imhof, e 1855, 402). — M . Nevoso, alla casa forestale di Massun, per terra, 1 es. 7-920 (Circovich; cf. F I N Z I , 1921, p. 120). Diffusa nella zona temperata, montana della regione paleartica, dalle A l p i fino alla Siberia orientale. I n Italia fino nell'Appennino emiliano. Anche nell'Asia minore e nel Caucaso. Manca invece in Inghilterra. Sottogenere Myrmica ( L a t r . ) Forel s. str. 7. Myrmica laevinodis N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 402 e Europ. F o r m . 1861, 63; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 316; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 110; Bondroit, Fourm. France, 1918, 104. M. rubra levinodis, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 170 e Form. Ital. 1916, 1919; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 28). Specie nordica, sparsa specialmente nella Valle dell' Isonzo, però anche nei punti più alti o boschivi del Carso triestino e istriano. Manca assolutamente alla costa. Ama i siti umidi, ombrosi, oppure la vicinanza dei fiumi. Fa i nidi in terra, sotto sassi o muschio oppure allo scoperto, di rado in tronchi vecchi. Punge sensibilmente. Venezia Giulia. — Valle dell' Isonzo : tra Tolmino e V o l zano, lungo i l fiume, un nido con 9 dealate, 5-909 ( P . ) ; Volzano, sotto un sasso, un nido con Q* e 9 alate, 22-7-908 ( P . j ; Luico, 41 9-919; Gorizia, alMsonzo, 10-920, 1 es.; Chiapovano, 5-911 ( W . ) . — Valle del Frigido : Pervacina, 5-912. — Carso triestino e istriano: Roditti, un nido con O dealate, 23-4-911; Matavun presso Divaccia, falciando sulle erbe, alcune 5-08; dinanzi alla Grotta Larga presso Marcovsina, 1 (j5 dealata, 5-919 (Chenda). Europa settentrionale e media, Siberia, Manciuria e Giappone. I n Italia solamente nelle A l p i e Prealpi. 8. Myrmica ruginodis N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 407 e Europ. Form. 63; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 317; Uonisthorpe, Brit. Ants, 1915, 115; Bondroit, Fourm. France, 1918, 103. M. ì ubra ruginodis, Escherich, Die Ameise, 1906, 216; Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 171 e Form. Ital. 1916, 121; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 28). Specie nordica, che trovasi da noi specialmente nella regione dei faggi, sui monti, però anche in alcuni siti adatti, boschivi, della regione delle quercie (Lipizza, Lanaro). Manca assolutamente alla costa. Fa i nidi in terra oppure nei tronchi d' alberi e punge sensibilmente, come la specie precedente. Venezia Giulia. — Altipiano di Tarnova e Selva del Piro : Sebrelje, tra S. Lucia e Idria, 1 c$> 9-909; Carnizza e Eriauci, nella S. di Tarnova, specialmente di sera, falciando le erbe al margine dei boschi, numerose 0<J, 6-911; Monte Re (Nanos), nei boschi, sotto un sasso, un nido con una 9 dealata, 5-909. — Valle del Frigido : Pervacina, 1 es., 5-909. — Altipiano di Trieste : Roditti, sotto sassi, 4-911; Lipizza, 1 (J), 5-911 ( P . ) . — Istria montana : M . Tajano, sotto la corteccia di un tronco numerose <^> e piccole larve, singoli esemplari anche vagliando i l fogliame di faggio, 5-908; Mune, diverse § e 1 9 dealata, 4-911. Dalmazia. — Velebit, Paclenizza, 1 es. 6-916 ( N . ) . — Si troverà probabilmente anche sulle altre montagne della Dalmazia. Diffusa nell'Europa media e boreale come la specie precedente, però vive di preferenza nei boschi e va più in alto, in montagna. I n Asia pare che non si estenda tanto verso oriente. Nota. —- Trovo, che le nostre sempre ben distinte, specialmente credo assolutamente che si t r a t t i passaggi (M. ruginodo - laevinodis M. ruginodis e laevinodis sono per la scultura del torace, e di due buone specie. I pretesi Forel), osservati qua e là in Svizzera, potrebbero essere benissimo anche ibridi. Vedi in proposito il recente lavoro di C. E M E R Y : « Formiche ibride » (Rendiconto della R. Accademia delle scienze di Bologna, 1917, 2 6 - 2 9 ) . M y r m i c a s u l c i n o d i s N y l . — Indicata dal V e l e b i t i n Dalmazia (sec. K A T U R 1 C , 1891, 26). — L a presenza d i questa specie nelle montagne della nostra regione è possibile, anzi probabile. P e r ò le determinazioni del Katuric non sono sicure e hanno bisogno d i conferma. 9. Myrmica rugulosoides Emery (M. scabinodis scabrinodis v . r u g u l o s o i d e s Emery, Form. ital. 1916, 50; ? Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 29). Confesso, che sotto questo nome ho riunito, provvisoriamente, un certo numero di mirmiche molto simili, ma non del tutto identiche, che perù, stando ai lavori di E M E R Y sulle formiche d ' I t a l i a (1916) non si possono determinare altrimenti. E M E R Y osserva giustamente (1. e, p. 175, nota), che converrà rifare lo studio del genere Myrmica coli' aiuto di un materiale molto ricco e ben assortito. A tale lavoro attende da parecchio tempo 1' amico F i n z i , ed io mi rimetto in lui per i l giudizio definitivo sulle forme che circolano attualmente sotto i l nome di rugulosoides. Osservo che in genere il mio materiale di rugulosoides tiene, per la conformazione della fronte e dei lobi sopraantennali, una via di mezzo tra la M. rugulosa e la M. scabrinodis, però in certe località si osserva un maggior avvicinamento alla rugulosa, in altre alla scabrinodis. Altrettanto dicasi della conformazione dello scapo, del peziolo e della scultura del capo. Ora, converrà vedere, se si tratti realmente di una serie continua di passaggi tra le due mirmiche, o di un fenomeno di riduzione o degenerazione o di piccole specie incipienti, ancor molto affini tra loro. Ad ogni modo, per essere esatto, enumero separatamente gli esemplari di ogni singola località o nido, aggiungendovi brevi cenni descrittivi : a) Z e r a o n i c o , dintorni di Zara, sotto un sasso, 3 (J5 assieme a 2 Atemeles, fine di marzo 913 (leg. Schatzmayr). — Forma piccola, chiara, molto somigliante alla rugulosa, però lo scapo evidentemente angoloso alla base. Peziolo molto stretto e lungo, i l nodo del peziolo, visto dall' alto, ben più lungo che largo. Peziolo e postpeziolo di sopra debolmente rugosi o quasi lisci, opachi. La 43 fronte nel mezzo Un poco più stretta che nella rugulosa, la scultura del capo quasi identica, composta d i fine e dense strie sulla fronte. Le spine dell' epinoto di mediocre lunghezza, circa come nella rugulosa, debolmente curvate. b) G r a n G a s t e i l a r o (altipiano di Trieste, a circa 770 ni, sull'arenaria), sotto un sasso numerose 5-09. —• Molto simile alla forma di Zemonico per grandezza, colore e scultura del capo, solamente i l nodo del peziolo più breve, visto di sopra non più lungo che largo, la fronte nel mezzo un poco più stretta. c) R o d i t t i (altipiano di Trieste, circa 600 n i ) , un nido sotto un sasso, 4-911. — Molto affine alla forma del Castellare, nodo del peziolo forse ancor più breve, però la statura un poco maggiore, i l capo più lucido, con striatura meno densa. La fronte è poco più larga che nella vera scabrinodis, però lo scapo antennale più esile e senza lobo distinto al gomito basale. d) P a n o v i z presso Gorizia, falciando l'erbe, 1 ^ , 16-4-908. — Statura, peziolo ecc. come negli esemplari di Roditti, però la striatura della fronte alquanto più densa e fina. e) D i v a c c i a, 10-911, 2 Jj5 ( W . ) . —• Individui alquanto più oscuri di t u t t i i precedenti, rosso-bruni, col gastro bruno-piceo. Spine epinotali lunghe e quasi diritte. Conformazione e rugosità del peduncolo addominale come nella vera scabrionodis, anche la striatura del capo identica, solamente la fronte un poco più larga nel mezzo, tra le fosse antennali, e lo scapo alla base con lobo appena accennato. f) P o l j i c a in Dalmazia, 7-914, numerose 0 ( N . ) . — Forma identica a quella di Divaccia. — Del resto osservo che posseggo anche un esemplare della Spagna (Palencia) quasi preciso. 10. M y r m i c a scabrinodis N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 410 e Europ. Form. 1861, 64; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 319; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 125; Bondroit, Fourm. France, 1918, 101. M. rugulosa scabrinodis, Escherich, Die Ameise, 1906, 216; M. scabrinodis scabrinodis part., Forel, Ameis. Schweiz 1915, 29 ed Emery, Form. Ital. 1916, 4 9 - 5 0 ) . Specie molto diffusa in Europa, che trovasi anche al meridione in siti più bassi. Nella Venezia Giulia essa scende al mare 44 fin Trieste; però non manca nemmeno sull'altipiano e sui monti. Fa i nidi in terra, sotto sassi, e non punge come la M. laevinodis e ruginodis. Venezia Giulia. — Goriziano: Tricorno, 1 9 dealata, 7-911 (P.); Piava. 1 9 dealata, 5-912; Selva di Tarnova, Carnizza, operaie e 1 9 dealata, 6-911; Panoviz pr. Gorizia, falciando, 1 9> 4-908. — Altipiano carsico di T r i e s t e : Gran Castellaro, 5-911 (Spr.); Panaro, 5-911 ( P . ) ; Poverio, 10-911 ( W . ) ; Trebiciano, 11-911 ( P . ) ; Opcina, in una dolina, vagliando i l terriccio coperto di foglie d'edera, 4-901, diverse una 9 dealata, 4-911 (P.). — Conca arenacea di Trieste : Terstenico, 4-911 ( 1 \ ) ; Roiano, 4-908; Boschetto, 5-911 ( P . ) ; Cattinara, 28-3-09; Bagnoli, 4-910; Zaule 3- 911 (P.) ; Muggia, 5-912. —• Interno e monti dell' Istria : Clanez, 4- 908; M . Tajano, nel bosco di faggi, a 900 m, sotto un sasso, 5- 908; M . Maggiore, 4-912 (Gridelli). Dalmazia. — Kosore, neh' interno, alle sorgenti del Cetina, 9-901, 2 9 dealate. Europa, Siberia, Turchestan. Nota. •— P u ò darsi che i nostri esemplari appartengano alla M. scabrinodis v. sabuleti (Meinert) sensu Emery, che sarebbe, secondo Emery, la forma meridionale, diffusa in tutta l ' I t a l i a , mentre la vera scabrinodis sarebbe la forma dell' Europa centrale e nordica. P e r ò E M E R Y dice di non poter distinguere con sicurezza la sabuleti che solamente per lunghezza dello scapo dei efef, dei quali io, purtroppo, non posseggo alcun esemplare della nostra regione. 11. Myrmica Schencki Emery (Bondroit, F o u r m . France, 1918, 103; scabrinodis Schencki, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 178 e Form. Ital. 1916, 123; Forel, Amcis. Schweiz, 1915, 29). Specie da noi certamente molto rara. Venezia Giulia. — Selva di Tarnova, Carnizza, falciando l'erbe, 1 6-911. Posseggo un esemplare identico de! Tirolo ( H o t t i n g presso lnnsbruck). Secondo E M E R Y (1908) nell'Europa centrale, specialinente in pianura e sulle colline; anche in Svizzera nei siti più bassi ( F O R E L ) . Per l ' I t a l i a E M E R Y indica le Alpi Carniche, i l M . della Disgrazia, Ticino, Piemonte 6. Genere : S T E N A M M A Westwood (Ascmorrhoptrum Mayr) T a 1) e 1 1 a d e l l e s p e c i e e u r o p e e ( £ e Q ) • 1. Scapo e tibie con peii corti, aderenti e peli molto più lunghi, eretti. — P i ù grande e più gracile della St. Westwoodi; 10 scapo raggiunge i l margine occipitale; le spine dell'epinoto più lunghe, i l peziolo più lungamente peduncolato, con nodo meno elevato. L . (J5 4.5, 9 4.8 mm. — Campania, Toscana, Genova. [petiolatum E m e r y ] . — Scapo e tibie senza peli eretti 2. 2. I l peziolo con peduncolo più lungo e col nodo distintamente troncato di sopra (visto in profilo). — Scultura come nella St. Westwoodi, ma il capo più allungato e più ovale, le antenne più lunghe, il profilo dell' epinoto più disteso, le spine più lunghe. L. 3.5-4, 9 4.5 mm. — Saldegna. [sardoum E m e r y ] . — I l peziolo con peduncolo più breve e col nodo arrotondatoangoloso. I l capo più rettangolare 3. 3. 11 capo è grossolanamente reticolato-rugoso, con prevalenza delle rughe longitudinali sulla fronte. Le spine dell' epinoto piccole e rivolte obliquamente all' insù. Specie un poco più grande e robusta, colle antenne più spesse; lo scapo non raggiunge il margine occipitale. I l torace anteriormente senza carena mediana. Colore variabile, bruno ferruginoso più o meno scuro, il gastro sempre annerito. L . 0 3 - 3.5, 9 3.7 - 4.4 mm. 12. Westwoodi Westw. — I l capo con scultura analoga, ma più sottile, la fronte con strie longitudinali più evidenti e più dense. L e spine dell ' epinoto più lunghe e meno rivolte a l l ' insù. Statura un poco minore, le antenne un poco più esili; lo scapo raggiunge quasi 11 margine occipitale ed è un poco più sottile, come pure i l funicolo. I l torace anteriormente con piccola carena mediana. Le § sempre col corpo anteriore nettamente rosso-bruno. L . ^ 2.5 - 3, 9 3.3- 3.5 mm. 13. striatulum Emery. 46 12. Stenamma Westwoodi Westw. (André, Spec. H y m . 1883, 311; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 37; Westwoodi part., Emery Form. Ital. 1916, 128. Asemorrhoptrum lippidum Mayr, Europ. Form. 1861, 76). Specie ipogea carsica, che si raccoglie per lo più vagliando il fogliame ed il terriccio nelle doline e nei boschi. Nella Venezia Giulia trovasi tanto nella zona dei faggi, quanto in quella delle quercie, ma evita in generale la costa. Così manca ad esempio nei prossimi dintorni di Trieste, mentre è abbastanza frequente in vari punti dell' altipiano carsico. Della Dalmazia non conosco finora che una sola località in montagna, ma credo che si troverà anche in altri punti dell' interno. Venezia Giulia. — Montagne (regione del faggio): Monte Maggiore, 4-912, 2 £ (Gridelli); M . Tajano, 5-08. — Carso triestino (regione della quercia) : Bosco di Lipizza, nelle doline, in primavera, relativamente frequente nel terriccio; ai 28-5-911, 1 Q e una 9 senza ali ( P . ) ; ai 28-9-921 un nido con cf 9 (F.); nelle doline tra Basovizza e Lipizza, div. es. 23-3-08; in una dolina presso Trebiciano, molti es. 6-909. — Istria : Castclnuovo, 6-908; Mune, 4-911 ( W . ) ; Bosco Siana pr. Fola, 7-922, 1 9 senza ali. Dalmazia. — Velcbit, Paclenizza, vagliando fogliame di faggi vicino alla casa forestale, 8 - 9 0 1 , 1 9 senza ali. Europa inedia e meridionale. B O N D R O I T la dice comune nel Belgio, nella Francia nordica e centrale. F O R E D 1' indica come rara nella Svizzera. Secondo E M E R Y in tutta l ' I t a l i a e in Bulgaria. c 13. Stenamma striatulum Emery (Stenamma Westwoodi var., Emery, Zoo!. Jahrb. Abt. f. Syst., 1895, 300 e Form. Ita!. 1916, 127). Io credo di poter attribuire a questa forma, descritta da E M E R Y come varietà della St. Westzvoodi, una serie di esemplari della nostra regione, che per quanto vicinissimi alla St. Westwoodi, mi sembrano specificatamente diversi, innanzitutto perchè non conosco forme intermedie e poi perchè si trovano in diverse località assieme alla vera Westwoodi. La St. striatulum pare sia una specie più meridionale della precedente, perchè la posseggo da due punti della costa istriana, uno dei quali si riferisce anzi alla zona delle macchie sempreverdi; 47 però essa si trova anche stili' altipiano carsico di Trieste, ove vive ponniscua colla Stenamma Westwoodi. Venezia Giulia. — Carso triestino : Bosco di Lipizza, 2-4-901, 1 0; 29-5-911, una 9 dealata ( P . ) ; Trebiciano, in una dolina 6-09, 1 ( i . — Istria : Scoglio Tondo grande pr. Orsera, vagliando i l terriccio nelle macchie, 4-09, 1 S; ( C ) ; Bosco Siana presso P^ola, diverse 5 e 1 9 dealata, 7-922. Tengo inoltre un esemplare di Jablanizza nell' Erzegovina. E M E R Y (1916) la indica da Napoli, Roma e dalla Toscana. 7. Genere : A P H A E N O G A S T E R (Mayr 1853), Emery. (Rcvis. : EMERY, Deutsche Entom. Zeitschr. 1908. 305 - 338). 1. Le tibie con pubesccnza fine e più o meno aderente. Gastro totalmente lucido (Attomyrma) 2. — Le tibie irte di peli rigidi, bianchi. Gastro totalmente o almeno verso la base sericeo, opaco, pure cosparso di peli brevi, rigidi e bianchi. (Aphaenogaster). — Capo ovale, allungato, antenne e gambe esili e lunghe; epinoto spinoso; colorito generalmente nero opaco ). L . 5-6.5 mm. 19. testaceopilosa Lue. 2. Antenne e gambe di mediocre lunghezza, lo scapo non oltrepassa i l margine occipitale che poco o affatto; il nono articolo delle antenne non raggiunge in lunghezza i l doppio della sua larghezza. L a forma del capo si avvicina più al genere Messor, cogli angoli posteriori più o meno marcati 3. — Antenne e gambe lunghe ed esili, lo scapo oltrepassa almeno di un terzo della sua lunghezza i l margine occipitale; il nono articolo almeno 2 / volte più lungo che largo. La forma del capo si avvicina piti all'/ì. testaceopilosa, cogli angoli posteriori indistinti 5. 3. I l capo con rugosità reticolari longitudinali g r o s s o l a n e e quasi sempre con fossetta frontale centrale. Specie più robusta, di colorito bruno o nerastro. I l gastro con peli rigidi, biancastri, molto più densi che nell'/f. subterranea. L . 4.5-6.5 mm. 1 1 2 14. obsidiana Mayr. y ) Una specie affine di color ferrugineo chiaro è VA. sardoa di Sardegna, Sicilia e dell'Africa settentrionale. 48 — Capo finemente e densamente rugoso oppure del tutto liscio, senza fossetta frontale 4. 4. I l capo nella m e t à anteriore subopaco, finemente rugoso e zigrinato. I peli del gastro più radi e r i g i d i , setuliformi. E p i noto dentato. Colorito generalmente più oscuro, i l gastro cpiasi sempre bruno o nerastro, la parte anteriore bruno-rossiccia col capo un poco più oscuro. L . 4 - 5 mm. 15. subterranea L a t r . — I l capo, almeno nelle nostre razze adriatiche, quasi totalmente liscio e lucente. I peli del gastro più sottili e flessibili. Epinoto dentato (nella forma tipica di Sicilia inerme). Colorito generalmente più chiaro, giallo-bruno, t u t t ' al più i l gastro leggermente offuscato. L . 3.5-4 mm. 16. pallida N y l . 5. Gialla, con fascia trasversa bruna o nerastra sul gastro. Il capo con sottili, ma distinte rugosità reticolari. L . 5 - 6 mm. 17. splendida Rog. — Bruno-rossiccia, col gastro più oscuro. I l capo densamente e finemente zigrinato, però con reticolato poco evidente. Gli articoli della clava antennale ancor più lunghi che nella specie precedente. L . 5-5.5 mm. 18. ovaticeps Emery. 1. Per lo meno i l gastro liscio e lucido. Le tibie con pubescenza aderente 2. — I l gastro fli sopra o del t u t t o opaco, sericeo. I l resto del corpo pure totalmente opaco, nero. Tibie irte di peli rigidi, biancastri, (testaceopilosa). 2. Capo subquadrato, cogli angoli posteriori arrotondati, ma distinti. Antenne più brevi, i primi 3 articoli della clava non raggiungono in lunghezza i l doppio della loro larghezza. Promesonoto lucido e liscio, oppure posteriormente striato, in tal caso (A. obsidiana) i l colorito generale nero . 3. y — Capo ovale, maggiormente ristretto all' indietro, a curvatura quasi continua ed uguale dagli occhi fino all'occipite, di modo che non resta traccia degli angoli posteriori. Antenne più lunghe, i primi 3 articoli della clava sorpassano in lunghezza i l doppio della J ) L e specie, di cui non posseggo le (j) dal nostro territorio, sono messe tra parentesi. 49 larghezza. Colorito bruno chiaro e proinesouoio almeno in gran parte striato o rugoso 5. 3. Postepeziolo con appendice spiniforme ventrale. Gastro quasi nudo nella metà anteriore dorsale. 1 denti dell'epinoto robusti, ma ottusi e fortemente divaricati all' infuori. Colore bruno-rossiccio, 1' addome più chiaro del torace. pallida Finzii. — Postpeziolo senza appendice ventrale. I l gastro uniformemente peloso. I denti dell'epinoto ( \ i s t i di sopra) rivolti all' indietro, non divaricati 4. 4. 11 capo grossolanamente reticolato. Mesonoto posteriormente e scutello striato. Peduncolo addominale robusto, rugoso e groppoloso. Gastro con peli più densi, più brevi e r i g i d i . Colorito bruno-piceo, quasi nero. L . 8.5 - 10 min. obsidiana. — I l capo più sottilmente rugoso. Mesonoto e scutello lisci e lucidi. Peduncolo addominale meno robusto, quasi liscio. Gastro con peli più sparsi e più lunghi. Colore bruno-rossiccio, i l gastro più oscuro. L . 7-7.5 m m . subterranea. 5. I l corpo giallo-rossiccio, con fascia trasversale bruna sul gastro. L . 7.5-8.5 mm. (splendida). — Bruno-rossiccio uniforme, il gastro senza fascia trasversa, però totalmente un poco più oscuro. L . 7.5 m m . (o vaticeps). Cf1. Capo trapezoidale, dilatato a l l ' indietro. Torace fortemente strozzato dinanzi a l l ' epinoto, a guisa di peduncolo (vedi la fig. 20, presso E M E R Y , 1916, 138). Colore giallo-rossiccio. (splendida). — Capo ovale, non dilatato dietro g l i occhi . . . 2. 2. Torace zigrinato ed opaco. Nero, le antenne verso 1' apice e le articolazioni delle gambe rossiccie. L e ali leggermente offuscate. testaceo pilosa. — Torace lucente 3. 3. Corpo nero lucente. L o scutello del torace più o meno striato; i denti dell'epinoto rettangolari, non spiniformi. L e ali leggermente offuscate. obsidiana. — Corpo bruno lucente. L o scutello de! tutto liscio. I denti dell'epinoto più acuti; le ali non offuscate 4. 50 4. I l capo e il gastro un poco più oscuri del torace. L a fronte del tutto zigrinata ed opaca. subterranea. — I l capo e il gastro non più oscuri del torace. L a fronte con arca mediana lucente dinanzi all'ocello anteriore. pallida Finzii. Sottogencre Attomyrma Emery, 1915. (Alla pari., Mayr 1855; Aphaenogaster part. Mayr 1865, A n d r é 1883 et Emery 1908). 14. Aphaenogaster obsidiana M a y r . subspec. epirotes Emery (Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 336; striola part. A n d r é , Spec. H y m . 1883, 362). Descritta dall'Albania e da C o r f ù ) . Come rilevai nel mio lavoro del 1919, mi consta ormai questa specie da parecchie località lungo la costa adriatica orientale e precisamente : Venezia Giulia. — Dintorni di Trieste : Scorcola, sotto pietre, 25-3-909 e Conconello, 23-3-911 (P.). Rovigno, 5-4-912 ( W . ) . Dignano pr. Pola, sotto pietre, 2-11-908. Dalmazia. — Dintorni di Zara: Barcagno, 23-11-913, molte e 1 9 ' ( N . ) , Boccagnazzo, 4-10-914, un nido con <J, cf 9 alate ( N . ) . Dintorni di Spalato : Castel V i t t u r i , 1-4-912 e Lecevica, 25-9-912, singole Q ( N . ) . Bocche di Cattaro : Megline 24-5-912, 1 cs. ( C ) . — Località insulari : Gelsa (Lesina), 20-3-912, 1 cs. ( N . ) ; Brusje (Lesina), indicata da Gasperini, 1887, p. 9 col nome di A. striola Rog., Q e 9- Lissa, nel terriccio raccolto al vaglio, 11-911 (C.) e 6-912 (Prof. Steuer), singole 1 a a L a Descrizione e delle forme alate. O. Capo, torace e addome di colore nero-piceo, mandibole, gambe e antenne rosso-brune, però i femori e in parte anche le tibie annerite. I l capo con forti rugosità longitudinali, reticolari; il clipeo ed in parte anche l'area frontale con striatura abbastanza densa. Le antenne simili a quelle dell'US, però gli articoli del funicolo più allungati. TI torace anteriormente lucido, liscio, sul dorso (vale a dire parte posteriore del mesonoto e scutello) striato. Spine epinotali robuste, rivolte all'indietro (non divergenti). Peduncolo ) La forma tipica è propria del Caucaso. 51 addominale robusto, di sopra rugoso e groppoloso, il postpeziolo quasi due volte più largo che lungo. Gastro lucido, peli piuttosto rigidi, giallognoli e relativamente densi. Le ali leggermente offuscate, con nervatura giallo-bruna. D a l s e c o n d o n e r v o t r a sv e r s o c u b i t a l e (cf. E M E R Y , 1916, fig. 5, cu ) s i s t a c c a un breve r u d i m e n t o di un n e r v o l o n g i t u d i n a l e , che scompare ben presto nella 3. cellula cubitale. L . 9 - 10 mm. Cf. La massima parte del corpo nero lucente, solamente le antenne e le zampe verso l'estremità giallo-brune. I l capo subopaco, più robusto e meno piatto che neW'A. subterranea. L a linea frontale (mediana) evidentemente impressa e dilatata dinanzi all' ocello anteriore. I l profilo del torace simile a quello dcWA. subterranea, però i denti dell' epinoto rettangolari e un poco smussati all' apice. Nodi del peduncolo addominale lisci e lucidi. Le ali leggermente offuscate, senza rudimento di nervo longitudinale che si stacca dal secondo nervo trasverso cubitale. L . 4.5 - 5 mm. 2 15. Aphaenogaster subterranea L a t r . ( A n d r é , Spec. H y m . 1883, 359; Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 326 e Form. Ital. 1916, 135; Forel, Amcis. Schweiz, 1915, 36; Bondroit, Fourm. France, 1919, 158. — Atta subterranea Mayr, Form. Austr. 1855, 460 e Europ. Form. 1861, 67). Diffusa nella Venezia Giulia e abbastanza frequente. Constatata anche in Dalmazia fino alle Bocche di Cattare, però a preferenza nell' interno o i n posizioni boschive, mentre nei siti costieri a regime mediterraneo, secco, come pure nelle isole dalmate predomina 1' altra specie affine (A. pallida colle sue razze Finzii e subterraneoides). Fa i nidi in terra sotto sassi. Venezia Giulia. — Gorizia, luogo aprico vicino la città, sotto pietre d'arenaria, molte 6-4-919. Bosco Panoviz pr. Gorizia, vagliando fogliame 4-908, alcuni es. — Dintorni di Trieste (arenaria): Boschetto, sotto pietre, 3-909 e 6-910, operaie, 21-5-911 operaie e 1 9 senza ali; Terstenicco, 5-908; Noghera, 5-911, <3 (P.). — Altipiano carsico di Trieste : Opcina, sito boschivo, sotto pietre, nidi in terra con molte (|5, anche 1 9 senza ali, 30-4-910; Percidol, 5-08; Barine, 3-11-911 ( P . ) ; Lipizza, bosco di quercie, stacciando fogliame 4-901, anche in un Agaricus imputridito, 5-911 alcune 0 ; M . Lanaro, 5-911 ( P . ) ; Ternovizza, 10-911, 1 9 senza ali ( P . ) ; 52 S. Canziano, ai molini, 4-913 ( W . ) . — Istria settentrionale : all'entrata della Grotta larga presso Matteria, 5-919, 3 Q (Chenda) ; Clanez, umida vallata arenacea, un nido sotto sassi, 4 - 9 0 8 ; Salvore, vagliando fogliame in un vecchio parco, 23-4-922. — Istria meridionale : Rovigno, 4-912 ( W . ) ; Digitano, 2-11-908, 1 > Bosco Siana, sotto un sasso, 7-922, numerose (J ). — Isole : Cherso, parte settentrionale, vagliando all' entrata di una voragine, diverse Q, forma piccola, coi denti epinotali brevi e rivolti all'insù, 3-921 (Ravasini). Dalmazia. — Kistanje (Dalmazia settentr.), 1 (J) raccolta al vaglio. Castelnuovo di Cattaro, nel bosco Savina, 7-908, numerose (J). Specie dell' Europa media e meridionale, però non prettamente mediterranea, perchè manca ad esempio in Africa. Predilige al Sud siti umidi, boschivi, al Nord (p. e. Svizzera settentrionale e Belgio) località xerotermiche. Anche in Crimea, Caucasia e nell'Asia minore. P o , a 1 16. Aphaenogaster pallida N y l . ( A n d r é , Spec. H y m . 1883, 358, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 311 e 328 e Form. Ital. 1916, 134). Rappresentata nel nostro territorio da due razze locali, le iinali si distinguono rispetto alla forma tipica della Sicilia per i caratteri seguenti : a) 11 capo distintamente zigrinato dietro le fosse antennali. Epinoto del tutto o quasi inerme. Pronoto largo, globoso, lucido. L'incisione della fronte occupata dall'area frontale circa come nell'/L subterranea. — Sicilia, Calabria. [pallida pallida N y l . ] . b) TI capo quasi del tutto liscio dietro le fosse antennali. Epinoto munito di due piccoli dentini rivolti all'insù. Pronoto ed area frontale circa come nella forma precedente. pallida subterranoides Eni, r) I l capo quasi liscio dietro le fosse antennali. Epinoto armato di due spine piuttosto lunghe, triangolari, non rivolte all'insù. *) G l i esemplari di Pola sono più oscuri del solito : anche la parte posteriore del torace ed i l peduncolo sono nerastri, solamente i l pronoto e 1' occipite rossiccio. 53 Incisione frontale più stretta ed allungata che nelle due forme precedenti, ad angolo acuto. Pronoto più stretto, meno arrotondato, i peli del gastro più lunghi. pallida Finsii M u l i . A. pallida subterranoides Emery ( A n n . Mus. Civ. Genova, 1915, 258; pallida v. subterranoides Emery, 1. c. 1881, 534 e A n d r é , Spec. H y m . 1883, 358; pallida cypriotes Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 329, = subterranoides sec. Emery, Ann, Genova, 1915, 259). Dalmazia. — Unica località finora nota : Verhagno nell' Isola di Lesina, nel terriccio alla base di olivi, una serie di 0 , 5-3-911 ( N . ) . E M E R Y (1914, 156) cita pure questa forma dalla Dalmazia, sotto i l nome di cypriotes, senza precisare la località. Si tratta dei medesimi esemplari di Verbanjo, che io gli avevo fatto spedire dal compianto Dott. Wolf, ma che sono raccolti effettivamente dall' amico Novak. : Questa razza è stata trovata all' infuori del nostro territorio solamente nelle Isole Ionie (Zante, loc. class, della v. subterranoides) e a Cipro (donde fu descritta col nome di cypriotes). A. pallida~ Finzii M u l i . (Boll. Soc. Adriat. scienze natur. Trieste, voi. 27, parte I I , 1921, p. 47). L ' area di distribuzione di questa razza non comprende, almeno finora, che il lembo estremo dell' Istria e la Dalmazia settentrionale, due territori che hanno in comune anche tante altre specie e razze d'insetti del tutto caratteristiche. Terradiga presso Promontore al Sud di Pola, nel terriccio, 1 es. ( C ) . Zegar, Dalmazia settentrionale continentale, una serie di 5 , 6-11-913 ( N . ) . Zemonico presso Zara, un nido in terra sotto una pietra, con e? e 9 alate, 27-7-913. Non essendo ancora note le forme alate, ne dò la descrizione. M i rincresce solamente di non avere a mia disposizione le forme alate delle altre razze d e l l ' A pallida, onde poter fare i debiti raffronti : 9- Bruno-rossiccia, il torace un poco più oscuro del gastro (l'opposto che nella A. subterranea). I l capo subquadrato, cogli angoli posteriori meno arrotondati che nella A. subterranea e con rugosità molto meno estese, i n modo da lasciar libera e lucida 54 quasi tutta la metà occipitale. L a superficie del capo coperta oltre che da peli eretti, anche da una pubescenza abbastanza densa, aderente, gialla, rivolta all' innanzi. L a parte superiore del torace lucente e perfettamente liscia, con solco' mediano nella parte posteriore del mesonoto e impressione trasversale abbastanza profonda tra i l mesonoto e lo scutello. Guest' ultimo pure leggermente solcato di dietro. Le spine dell' epinoto robuste, pubescenti e rivolte obliquamente all' infuori. I l peduncolo addominale alquanto più robusto che nell'/L subterranea, con finissima pubescenza, addensata al margine posteriore dei nodi; i l p o s t p e z i o l o p r o v v i s t o d i s o t t o , al margine anteriore, d i u n a s p o r g e n z a s p i n i f o r m e abbastanza grande. I l gastro lucente, con solco mediano più o meno distinto verso la base. I peli del gastro non sono disseminati egualmente, come nelle altre specie, ma disposti in modo speciale. Anzitutto si osserva una ricca pubescenza giallognola, composta di peli sottili, inclinati, sulla metà apicale del gastro; poi dei p e l i a d d e n s a t i i n t o r n o a l l a b a s e del gastro, di sopra e, specialmente, di sotto; mentre r i m a n e q u a s i n u d a l a m a s s i m a p a r t e d e l p r i m o t e r g i t e. Le ali ialine, con nervatura giallognola; i l secondo nervo trasverso cubitale senza appendice di altro nervo longitudinale. L . 7 - 7.5 mm. cf. Simile per colore e statura al cf deìYA. subterranea, però il capo meno appiattito (da osservarsi in profilo), col centro della fronte un po' lucente, i l torace più basso, scutello più piano davanti e più convesso di dietro, la parte anteriore dell'epinoto meno ripidamente inclinata ed i l colorito un po' diverso, non essendo il gastro più oscuro del torace. L . 3.5 mm. 17. Aphaenogaster splendida Roger ( A n d r é , Spec. H y m . 1983, 359; Emery, Deut. Ent. Zeitschr. 1908, 325 e Form. Ital. 1916, 133; Bondroit, Fourm. France, 1918, 160. Atta splendida Roger, Berlin. Ent. Zeitschr. 1859, 257 e Mayr, Europ. Form. 1861, 67). Dalmazia. — Spalato, nel cortile dell' Hotel Troccoli, parecchie operaie che correvano di notte sui muri, 2-8-912; Lissa, alcune £ (sec. GASPERINI, 1887, 9). Specie mediterranea, descritta originariamente dalla Grecia. Spalato segna i l limite settentrionale finora noto nella regione adriatica. Anche in Italia fu trovata soltanto al meridione. 55 Nidifica, come 1' ovaticeps, nei muri delle case. E ' probabile che sia maggiormente diffusa nella Dalmazia meridionale ma che sfugga alle ricerche per i suoi costumi crepuscolari o notturni. 18. Aphaenogaster ovaticeps Emery (Ovfers. Finska Vet. Soc. E X , 1898, 136, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 324 e Form. Ital. 1916, 58). D i questa specie, ritenuta rarissima, non erano noti prima della guerra che pochi esemplari: singole operaie e maschi di Genova, sui quali si basa la descrizione originale, e pochi individui alati dell'Albania. Nel 1913 trovai il primo esemplare nella Venezia Giulia (Miramar) e 1' amico Wolf ne fece una razza speciale, che denominò subsp. miìllcriana. In seguito raccolsi questa specie in più riprese e in gran numero a Trieste e alle Castella di Spalato. Essa vive da noi esclusivamente nelle fessure alla base dei muri e si arrampica fino ai piani superiori delle case. P u ò venir facilmente adescata con pezzetti di carne ed ossa. L ' esame comparativo di tutto i l mio materiale mi addimostra l'esistenza di almeno d u e d i f f e r e n t i r a z z e n e l l a r e g i o n e a d r i a t i c a o r i e n t a l e , e cioè : a) A. ovaticeps mulleriana W o l f (Berichte mediz.-naturwiss. Ver. Innsbruck, X X X V , 1914, 44; Emery, Form. Ital. 1916, 56; Finzi, Bull. Soc. ent. Ital. 1921, 119). I l capo più largo che nella forma tipica di Genova, con maggior lucentezza verso 1' occipite. Area frontale profondamente infossata dietro i l clipeo e lucida. Pronoto parimenti più lucido. Postpeziolo con nodo dorsale più sviluppato che nella forma di Genova; colorito generale più oscuro, essendo il corpo anteriore bruno-rossiccio ed il gastro nero-bruno, eccetto la base. Venezia Giulia. — Miramar, sulle mura del castello, di giorno, 22-5-913, 1 Trieste, in vari siti della città e precisamente : sulla finestra della cucina della mia abitazione in V i a Madonna del Mare, 2 (J) provenienti probabilmente da qualche fessura del muro della corticella sottostante, 29-7-914; in un cortile sulla pelle di un capretto, 3 25-4-920 ( F . ) ; neh'edifizio del Museo di storia naturale in Piazza degli Studi, sulla terrazzetta della corte al I H piano, numerose Q adescate con pezzettini di ossa e carne, primavera 1922. 56 L ' unico esemplare di Miramar, sul quale si basa la descrizione originale della subsp. m UH e riama, ha i denti dell' epinoto triangolari, molto più brevi del tipo di Genova. Gli esemplari di Trieste hanno invece i denti dell'epinoto più lunghi, spiniformi; oltre a ciò le tempie del capo sono più arcuate, di modo che i l capo apparisce ancor più largo nella metà posteriore. Non essendo riuscito a raccogliere altri esemplari a Miramar, resta a vedersi se queste differenze sieno realmente locali oppure individuali. b) A. ovaticeps subsp. — Differisce a prima vista ben poco dalla forma precedente; però un esame accurato di molti esemplari ci rivela dei caratteri differenziali costanti, che meritano certamente di essere rilevati. Le tempie hanno bensì all' incirca la medesima curvatura degli esemplari di Trieste, però tutto i l capo è più stretto e allungato. La scultura de! capo è generalmente più forte e la lucentezza dell'occipite minima o nulla; anche l'area frontale, che è meno infossata, apparisce poco lucente, essendo sottilmente striata e rugosa. 11 colorito un poco più chiaro che nella forma precedente, però sempre ancor più oscuro che nelT esemplare tipico di Genova. I denti dell'epinoto spiniformi, però più brevi che negli esemplari di Trieste. Dalmazia. — Nel vivaio di v i t i americane alle Castella presso Spalato (tra C. Suciuraz e C. V i t t u r i ) , numerose (J) sul terrazzo dinanzi all'abitazione del custode, 8-921. I l capo più ristretto e la minore lucentezza avvicinano certamente questa razza dalmata alla f. typ. di Genova. Però i l nodo del postpeziolo combina perfettamente colla sbsp. mulleriana, mentre è più basso nella ovaticeps di Genova. Pare, stando alla figura dell' E M E R Y (D. E . Z. 1908, p. 324) che questa abbia il capo più piccolo, lo scapo antennale più lungo e le tempie meno arcuate. Però non avendo presentemente soft' occhi i l tipo di Genova, non oso proporre un nome per la razza delle Castella. Resta a vedersi se VA. ovaticeps dell'Albania si riferisca realmente alla subsp. mulleriana, come opina 1' E M E R Y (Form. Ital. 1916, 56). M i pare più probabile che si tratti di una forma affine alla razza delle Castella, però occorrono assolutamente le per poter decidere in merito. 57 Sottogenere Aphaenogaster (Mayr) Emery, 1916. (Atta part., Mayr, 1861; Aphaenogaster part. A n d r é , 1883 et Emery, 1908). 19. Aphaenogaster testaceopilosa Lue. (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 66; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 3 6 1 ; Emery, Beitr. M o n . Form. 1908, 310 e Form. Ital. 1916, 136; senilis Mayr, Form. Austr. 1855, 466; senilis A-iberica^spinosa Bondr. 1918, 156). Vive presumibilmente lungo tutto i l litorale adriatico orientale, in siti caldi. Manca però certamente nella conca arenaceomarnosa di Trieste, per ricomparire più al N o r d sulla costiera calcarea di Duino, che segna i l limite settentrionale nella nostra regione. Trovasi in Dalmazia anche in alcuni punti dell' interno. I nostri esemplari costituiscono una razza abbastanza omogenea, che varia relativamente poco (nello sviluppo delle spine epinotali e nella forma del capo). I o credo di poterla riferire alla var. balcanica Emery (Ófvers. Finska V e t . Soc. X L , 1898, 136 e Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 320), la quale va considerata come razza locale o sottospecie e presenta i seguenti caratteri : cj). I l primo segmento del gastro di sopra sericeo, verso i lati più o meno lucido; il capo versò gli angoli posteriori pure un poco lucido ). Postpeziolo relativamente breve, tendente alla forma globosa. Spine dell' epinoto di mediocre lunghezza, orizzontali o leggermente rivolte all' insù. Colorito nero, in certi esemplari (probabilmente immaturi) i l corpo anteriore bruno. L . 5 - 6.5 mm. 1 cf. Forma del capo piuttosto breve, simile alla fig. /' di E M E R Y , D. E. Z. 1908, p. 318. i l profilo del torace come nella subsp. semipolita di Sicilia (cf. E M E R Y , 1916, fig. 28 c), però i l peziolo con nodo dorsale ben più alto e sporgente. Venezia Giulia. — Lungo la costiera calcarea di Duino fino al T i m a v o ) ; un nido in terra con numerosi cf, 13-10-912 ( W . ) ; esemplari (CJ)) vaganti sulle roccie lungo la spiaggia, 6-920. — Pirano, presso la fabbrica di vetrami, singole v> sulle foglie di Arum italicum, 8-905 ( C O B E L L I 1906, 480). 2 *) Nelle forme occidentali di Spagna) i l capo è totalmente gastro sericeo. -) G l i esemplari di D u ì n o per statura un poco maggiore ed (testaceopilosa t y p . dell'Algeria e senilis Mayr opaco e cosi pure tutto i l primo tergite del si scostano un poco da (nielli della Dalmazia i l postpeziolo un poco più allungato. 58 Dalmazia. — Dintorni dì Zara : Nona, un nido con Q", 5-8-913, Bibinje, idem, 25-7-913 e Babindub, 1-11-913, poche $ (N.); prossimi dintorni della città, 9-8-908. Sinj e Zara (sec. FRAUENFELD, 1856, 435 e MAYR, 1855, 467 col nome di A. senilis M a y r ) , Spalato, frequente (sec. GASPERINI, 1987, 9). Salona, sulla strada, 1 es., 8-921. Castelvecchio pr. Spalato, 4-906 (Mayr, 1911, 75). — Località insulari: Arbe, Campo Marzio, 2 £>, 6- 914 ( M A I D L , 1922, 43). Uglian, alcune £ vaganti per terra, 7-908. Lissa, 4-906 (MJTTR e K O H L , 1908, 123). Curzola, estate 1908, £ e cf (MAYR e KOHL, 1908, 124); ibidem numerose 7-913. La razza balcanica Emery è basata su esemplari dell'Albania, di Corfù, Zante, Costantinopoli e Brussa. Numerose altre forme locali dell' A. testaceopilosa abitano tutto i l bacino del Mediterraneo, dall'Asia minore e dal Caucaso fino alle Isole Azorre e Canarie. 8. Genere : M E S S O R Forel, Emery. (Aita part. Mayr 1885 et 1861; Aphaenogaster part. A n d r é 1883). (Revis. : E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1908, 437 - 460). N o t a . — Gli individui assessuali presentano notoriamente un dimorfismo alquanto accentuato, che si manifesta anzitutto in notevoli differenze di grandezza del corpo e di sviluppo del capo. P e r ò le due forme estreme sono congiunte nello stesso nido da una serie continua di individui di transizione. Nella classificazione dei Messor si manifesta una grande incertezza dovuta alla variabilità dei caratteri adottati dagli autori per distinguere le varie forme. Era quasi impossibile classificare le piccole operaie, nelle quali si dilegua la scultura del capo, più o meno caratteristica negli individui maggiori. Così si spiega che E M E R Y e F O R E L consideravano addirittura come un' unica specie il M. barbarus e structor già distinti come specie diverse da M A Y R e A N D R É . Nel recente lavoro di BONDROTT (1918) troviamo bensì distinte parecchie specie di Messor europei, però ancor sempre sulla base di caratteri difficilmente apprezzabili. Io credo di poter eliminare, almeno in parte, la difficoltà della classificazione dei Messor, essendo riuscito a scoprire nuovi 59 Caratteri, dedotti dalla microscultura e dalla disposizione dei peli sul gastro. Tali caratteri, valutati insieme alla distribuzione geografica delle singole forme nella regione adriatica orientale, mi dimostrano 1' esistenza di t r e d i f f e r e n t i s p e c i e di Messor nella nostra regione, che vanno distinte nel modo seguente: 1. Gastro con peli eretti u n i f o r m e m e n t e s p a r s i su tutta la sua superficie, però con microscultura ridotta, essendo i l primo tergite almeno nel mezzo perfettamente liscio, senza reticolato distinto. Epinoto con solco dorsale mediano più stretto. ( I l colorito dei nostri esemplari generalmente uniforme, nero o bruno) 2. — Gastro non uniformemente peloso, essendovi sul primo tergite solamente una fila irregolare di peli eretti lungo i l margine posteriore ed un gruppo mediano di peli sulla metà anteriore del disco. La rimanente superficie del primo tergite è provvista solamente di peli minutissimi, aderenti, quasi impercettibili. T u t t a la s u p e r f i c i e d e l g a s t r o c o n f i n i s s i m o ret i c o l a t o , visibile con forte lente. L a faccia dorsale dell'epinoto con solco mediano più largo. I l corpo per lo più bicolore : capo e gastro neri, torace più o meno rossiccio. L . 3.5 - 8.5 mm. 22. meridionalis (André). 2. Specie bruna, densamente rivestita di peli eretti giallognoli, in certe varietà i l corpo anteriore più chiaro. Negli individui maggiori e di media grandezza i l corpo anteriore subopaco, il capo densamente striato e i l torace più o meno rugoso; negli individui piccoli si attenua la scultura, di conseguenza i l tegumento più lucido. Postpeziolo con nodo spesso rugoso, basso e visto di fianco largamente arrotondato. L . 3.5 - 8 mm. 20. structor L a t r . — Colorito dei nostri esemplari di solito nero lucente, di rado bruno. I l capo quasi liscio o con debole striatura sulla fronte e attorno le fosse antennali. Postpeziolo con nodo dorsale liscio; visto di fianco, questo nodo apparisce più stretto, più sporgente e ben delimitato di dietro da un angolo rientrante. L o scapo generalmente più assottigliato dinanzi a l l ' apice. L . 3.5-10 mm. 21. barbarus ( L . ) . 60 20. Messor structor L a t r . (Bondroit, F o u r m . France, 1918, 150. Atta structor Mayr. Form. Austr. 1855, 464 e Europ. Form. 1861, 66. Aphaenogaster structor, A n d r é , Spec. H y m . 1883, 353. Stenamma [Messor] structor Emery Ofvers. Finska Vet. Soc. X I , 1878, 140. Messor barbarus structor, Emery Deutsche Entom. Zeitschr. 1918, 455; Form. Ital. 1916, 455 e A n n . Mus. Genova, 1921, 210). Gli esemplari dell'Adriatico orientale variano alquanto sia pel colore del corpo, sia per 1' estensione della macchia sulle guancie, sia per la grandezza delle femmine e pare che costituiscano diverse piccole forme più o meno locali. P e r ò ci vorranno ancora lunghe ricerche e raffronti colle varie razze descritte da altri paesi, per chiarire in t u t t i i dettagli i l problema delle razze adriatiche. Per il momento mi limito a distinguere le due principali, che si basano sulla scultura del capo : a) A. structor structor Latr. (Atta structor Mayr 1855 e 1861; Aphaen. structor André, 1883; Messor barbarus structor var. tyrrhena-\-mutica Emery 1908; M. barbarus structor Emery 1921). Questa razza appartiene ad ogni modo al complesso di forme o varietà, che 1' E M E R Y nel suo recente lavoro (1921) raggruppa nella serie a e che egli chiama M. barbarus structor. Infatti i l capo dei grandi individui (%) è poco più largo che lungo, coi lati subparalleli, la striatura del capo assai estesa e di conseguenza quasi tutto i l capo subopaco e le ali dei QS delle Q affumicate. Del resto si osservano nei moltissimi esemplari, che tengo da molte località della nostra regione, variazioni del colore dal bruno-giallognolo (col gastro più oscuro) al bruno-nerastro. La macchia più chiara sulle guancie è quasi sempre distinta, però meno negli individui oscuri, mentre si dilata alle volte in modo da occupare tutta la parte laterale del capo. I l profilo dell' epinoto varia un pochino, però corrisponde circa a quello della razza t i r rena, che posseggo in molti esemplari di Sorgono in Sardegna. Gli angoli dell' epinoto sono alle volte ben marcati, ma non formano una vera sporgenza dentiforme come osservasi in certi esemplari del M. barbarus niger. e 61 Le femmine corrispondono per grandezza in parte alla var. tyrrhena Emery 1908, misurando in lunghezza da 8 a 9.5 min. (Roiano, Bibinje), in parte raggiungono una lunghezza maggiore (9 - 10.5 mm.) e si avvicinano alla var. mutica di Emery 1908. Onesta razza è sparsa nella Venezia Giulia e in Dalmazia, comprese le isole, tanto nella regione carsica, quanto in quella mediterranea. Vive di preferenza vicino all' abitato e fa spesso i suoi nidi sotterranei nei cortili delle case, nei granai, nei giardini ecc. P e r ò anche all' aperto sotto sassi. Venezia Giulia. — Goriziano : Belvedere pr. Grado, 9 908. — t'arso triestino: S. Galiziano presso Divaccia, 4-913 ( W . ì ; Roditti, 4-911; Brestovizza, 10-911 (P.) ; Trebiciano, 4-912, molte $ e 1 cf e 1 9 ' Percidol, 5-08, numerose ^ (Doìt. Graeffe) : Opcina-Fcrnetich, sotto un sasso, 5-3-911, numerose t) (P.). — Conca di Trieste (arenaria) : Terstenico, 9-5 908, 1 cf e 1 9 senza ali (Ciana); Conconello, 2-11-911 ( P . ) ; Roiano, 25-3-913, 1 9 alata ( W . ) ; Barcola-Miramar, lungo la strada, un nido in terra, sotto un sasso, assieme a numerose Solettofisis fuga.v, 9-3-919, esemplari molto più oscuri del solito, nero-picei; Boschetto, 25-3-909; Trieste, città, 5-908 e 6-911 ( W . ) ; Bagnoli, 5-903, esemplari piuttosto chiari. — Istria : Sicciole pr. Pirano, 6-912 ( W . ) ; Canfanaro, sotto pietre, una forma piccola di color chiaro, i l corpo anteriore spesso del tutto testaceo, solamente la fronte più oscura, 1-11-08; Dignano, terreno carsico, sotto pietre, 2-11-908; Laurana, 6-08. — Tsole : Unie, in una cucina con orto attiguo, dalle fessure alla base dei muri, 7-922. a a t a Dalmazia. — Dintorni di Zara : Boccagnazzo, 31 -3-914, in un nido 2 cf e 1 9 senza ali ( N . ) ; Diclo, 8-2-914, molte ci e 1 rf (N.) ; Barcagno, 1-4-914, in un nido 3 e? e 1 O senza ali; Borgo Erizzo, 8-914, un nido con operaie di color chiaro, 11-913 e 8-914. due nidi con operaie molto più oscure; Zara, città, 8-908. Indicata da Zara già da F R A U E N F E L D (1856. 435) e K A T T - R I C (1891); B i binje, un nido sotto un sasso, con 1 9 alata, 28-3-914 ( N . ) . — Dintorni di Spalato: Castel Suciuraz, 7-909 e 11-912 ( N . ) ; Castelvecchio ( M A Y R 1911, 76); Salona, lungo la strada, 8-921; Spalato, 4-911, un nido con alcune 9 senza ali (Schatzrnayr) ; Gata, ai piedi del Mossor, 7-911. — Ragusa (FRAUENFELD, 1856, 435): 62 Risano presso Caltaro, 7-08. — Isole : Arbe, 9-910; Uglian pr. Zara, 1908; Brazza (indicata da GASPERINI, 1887, p. 9, i l quale aggiunge che gli esemplari alati compaiono nella seconda metà di agosto e nella prima metà di settembre); Lesina, 1901; Lissa ( M A Y R 1911, 75); Busi, 5-911 (Galv.). I l complesso subspecifico di questa razza (la quale comprende parecchie forme locali di minore e n t i t à ) , sarebbe sparso, secondo E M E R Y (1921, 214, nota) dall'Asia minore lungo il litorale europeo del Mediterraneo fino nella penisola iberica. U n altro ramo del M. structor, che E M E R Y chiama barbarus rufitarsis, e che è caratterizzato dalle ali ialine, non affumicate, si sarebbe espanso dalle steppe dell'Asia centrale nei paesi al N o r d dei Balcani e delle A l p i (bacino del Danubio, pianure russo-germaniche) per finire nella Francia orientale. b) M. structor subspec. — Differisce dalla forma precedente per la striatura debole, limitata alla metà anteriore del capo, che ha di conseguenza l'occipite lucido in maggior estensione. Inoltre i peli al di sotto del capo sono meno densi e più lunghi e ricurvi. Il gastro e il peduncolo bruno-picei, la parte anteriore del corpo un poco più chiara, salvo la fronte, che è più oscura. I l capo degli esemplari maggiori quadrato coi lati subparalleli, come nella razza precedente. Lunghezza (delle operaie) : 3.5 - 6.5 mm. Dalmazia centrale : Siveric, ai piedi del Monte Promina, un nido con sole ^5, 2-6-915 ( N . ) . Stando alla monografia del genere Messor di E M E R Y (1908) si potrebbe ritenere questa forma come affine alla razza clivorum Ruzsky o all' orientalis Emery. P e r ò si desume dal recente lavoro dello stesso E M E R Y , aver egli fino allora confuso, sotto la categoria della var. orientalis, diverse forme « che non rientravano tutte nella sottospecie structor e neppure nella specie o superspecie barbarus » (Ann. Mus. Genova, 1921, 210). Ora egli riguarda come orientalis una forma di Mersina coli'epinoto dentato nella dunque differente dalla razza sopra descritta di Siveric. 11 clivorum poi è escluso, secondo la n u o v a interpretazione di E M E R Y (1921) per la lunghezza relativa dei primi tre articoli del funicolo, che non corrispondono affatto alla figura data d a l l ' E M E R Y (1. e, p. 212, fig. 1), non sorpassando i l primo articolo la lunghezza complessiva 63 del secondo e terzo. Si potrebbe forse pensare anche alla razza sordidus Forel, però la località (Andalusia e Catalogna) rende improbabile tale determinazione. Non avendo tutto il materiale necessario delle razze affini allo structor di altri paesi, per i debiti confronti colla razza di Siveric, mi limito adunque a segnalare questa notevole forma dalmata, senza proporne, per ora, un nuovo nome. 21. Messor barbarus ( L . ) sensu novo (Atta capitata Mayr, Form. Austr. 1855, 462, part.; Atta barbara Mayr, Europ. Form. 1861, 66, part.; Aphaen. barbara A n d r é , Spec. H y m . 1883, 354, part.; Messor barbarus barbarus Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 445; M. barbarus subsp. barbara Emery, Form. Ital. 1916, 144; M. barbarus+capitatus Bondr. Fourm. Fr., 1918, 152 e 153). Considerando come M. barbarus tipico la forma ibero-africana massima, di color bruno-piceo, col capo rossiccio, trovo di dover unire specificamente a questa forma anche la nostra razza adriatica di color nero uniforme, mentre ne escludo il gruppo della uieridìonalis, che va considerato assolutamente come specie distinta. Partendo da questi criteri dò la seguente definizione specifica del M. barbarus : Gastro a fondo liscio e lucido, con peli gialli sparsi uniformemente. Capo più o meno lucido, leggermente striato o in grati parte liscio. L o scapo evidentemente assottigliato dinanzi all'apice. Postpeziolo con nodo dorsale più o meno liscio, più alto e posteriormente meglio delimitato che nel M. structor. Dimorfismo delle operaie per lo più assai accentuato, gli individui massimi con testa enorme e coli' epinoto angoloso o dentato. I l solco mediano sulla faccia dorsale dell' epinoto per lo più stretto e lungo. Questa specie è rappresentata da noi dalla razza seguente : M. barbarus niger A n d r é (Apliaeuogaster barbara var. nigra A n d r é , Spec. H y m . 1893, 355; Messor barbarus barbarus v. nigra Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 446 e Form. Ital. 1916, 144; M. capitatus Bondroit, Fourm. France, 1918, 153). D i color nero intenso uniforme, di rado il torace o il capo leggermente rossicci. — Abita di preferenza nelle regioni carsiche, soleggiate e si estende un poco più al nord e all' interno che la 64 specie seguente. Non manca però del tutto anche nelle isole. Fa i nidi in terra tra i sassolini compressi delle strade e v i accumula intorno all'entrata dei piccoli crateri di terra o sabbia. Venezia Giulia. — Sul Carso di Ronchi presso Monfalconc, 9 908. — Carso triestino : Nabresina, al margine della strada v i cino alla stazione, un nido, 8-18-911; nella stessa località, 29-4-914 ( W . ) ; Santa Croce, 5-913 e 10-913, esemplari enormi con piccole spine sull'epinoto ( W . ) ; Sgonicco, sulla strada, 9-922; Monte Spaccato, 9-920; Moccò, vicino alla stazione c sulla strada verso Tezcro, piccoli nidi, 21-5-911. — Istria settentrionale: Mondano nel territorio di Buie, 7-920 ( F . ) . — Isole : Lussili, Monte Giovanni, 6-911 (G.). Dalmazia. — Retroterra di Zara : Zcnionico e Smilcich, 7-913, forma non troppo grande, col torace leggermente rossiccio; Zegar, 6-11-913, molte operaie piccole, nere ( N . ) . — Retroterra di Spal a t o ) : Lecevica, 9-912 ( N . ) ; Gata (300 ni) e Kotlenice (500 m sul livello del mare), individui enonni, del tutto neri, come ciucili di S. Croce pr. Trieste, 7-911 risp. 7-912 ( N . ) . — Isole: Sabbioncello (Kucistc) 7-913, forma più piccola col capo leggermente rossiccio per trasparenza ( W . ) ; Cazza, 7-911 (Dott. Kammerer, 1 es. perfettamente nero). 1 Una varietà piuttosto bruna, anziché nera, raccolsi vicino a Pietrarossa presso Monfalcone, 11-02. 11 Messor barbarus niger è diffuso in Italia, in Sicilia e nelle isole del Tirreno ( E M E R Y , 1908). L a forma tipica del barbarus trovasi nella penisola iberica, in Algeria e Tunisia. 22. Messor meridionalis A n d r é (Bondroit, Fourm. France, 1918, 155. Aphaen. barbara v. meridionalis A n d r é , Spec. H y m . 1883, 355. Messor barbarus meridionalis Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 450 e Form. Ital. 1916, 145). D e f i n i z i o n e d e l l a s p e c i e . — y . I peli eretti del gastro non sono sparsi egualmente su tutta la superficie del primo ») I l Dott. M A I D L indica la razza nigra di Spalato come pure di Boi e S. Pietro della Brazza (1922, pag. 4 4 ) . Resta a vedersi, se trattasi effettivamente di questa razza o di qualche M. meridionalis di colore assai oscuro. 65 tergite, ina limitati ad una fila più o meno regolare dinanzi al margine posteriore e a un gruppo mediano sulla metà anteriore di questo t e r g i t e ) . La superficie del gastro possiede una finissima microscultura reticolare visibile con forte lente. I l capo debolmente striato, più o meno lucido. L o scapo antennale egualmente largo all'apice (senza strozzatura preapicale). I l postpeziolo con nodo dorsale ben marcato, rotondo, quasi liscio e ben delimitato di dietro. I l colorito degli esemplari adriatici è di solito nero, col torace del tutto o in parte rosso; v i sono però dei nidi con esemplari più oscuri e perfino del tutto n e r i ) . I l M. meridionalis predilige i siti costieri dell' Istria e della Dalmazia e non arriva al Nord lino al territorio di Trieste. I n Dalmazia poi non va tanto in alto e nell' interno come la specie precedente. Venezia Giulia. — Istria continentale : Marcovaz nel Carso fli Castelvencrc, 5-913, esemplari molto grandi di colorazione normale e più piccoli col torace più o meno annerito ( W . ) ; Pirano e dintorni « di tutte le varietà colorate fino alla forma perfettamente n e r a ) , e così pure di tutte le dimensioni », sotto sassi, fra 1' erba, sul melograno e sulle mura, agosto-settembre 1905 (sec. C O B E L L I , 1906, 480, citata col nome di Aphaenogaster barbara L . ) ; Dignano pr. Fola, sotto pietre, 2-11-909, 2 0 col torace bruno oscuro. — Isole : Unie, nei dintorni del villaggio su terreno carsico un nido con esemplari tipici e nel « polje » (terreno argilloso-sabbioso) un altro nido con esemplari quasi completamente neri, 7-922; Scoglio Gruizza, forma a torace nerastro, 6-911 (G.). Dalmazia. — Dintorni di Zara, su prati magri e secchi, in alcuni nidi esemplari col torace parzialmente o completamente 1 2 3 4 ) Nelle operaie piccole possono mancare i peli sulla metà anteriore del primo tergite e sono talora indistinti anche quelli di dietro, i n modo da fare apparire i l gastro nudo. Le due specie precedenti {structor e barbarus} hanno invece i l gastro sempre cosparso di peli evidenti, anche negli individui più piccoli. S ) K R A U S S E (Zool. Anzeiger, 1910, 524) ha distinto g l i esemplari col torace parzialmente nero col nome di v. Wasmanni; la forma del tutto nera non è stata ancora descritta. Io tralascio però di darle un nuovo nome, trattandosi di un colorito più o meno individuale, che equivale adunque al concetto di aberrazione, non di forma locale propriamente detta. 3 ) Naturalmente non è escluso che CoBELLI abbia confuso i l M. niger colla forma oscura del meridionalis. barbarus 66 annerito, in altri, vicini, esemplari col torace rosso e dimorfismo maggiormente accentuato, però in certi nidi le due forme di color i t o del tutto promiscue, 7-913 ( W . ) ; raccolto anche da me a Zara nell'8-908 e indicato già dal GASPERINI (1887, 9) e dal K A T U R I C (1891, 15). Babinduh pr. Zara (a 8 km. nell'interno), col torace rosso-bruno fin nero, a seconda della maggiore o minore grandezza, 8-914 ( N . ) . — Dintorni di Spalato : Castella, esemplari di color bruno, compresa la- parte anteriore del gastro, la fronte poco più oscura, i l gastro di dietro bruno-nerastro, 7-909 ) ; Salona, per lo più esemplari oscuri, in un nido quasi totalmente neri; in altri nidi esemplari maggiormente dimorfi, col torace rosso o parzialmente annerito (leg. Miiller, 7-912 e 8-921, leg. Wolf, 7-913). — Dalmazia merid. e Albania settentr. : Lapad pr. Ragusa, torace rosso-bruno o nerastro, 15-7-913 ( W . ) ; Teodo, in un parco, sotto pietre, 5-912 (Dott. Steuer); Scutari, forma tipica, 5-914 (Dona). — Isole: Arbe, 6-918 ( M A I D L , 1922, 44); Brazza (S. Pietro), torace bruno o nerastro, 7-913 ( W . ) e Milnà, 7-912 ( M A I D L , 1922, 44); Kucistc (Sabbioncello), torace in parte annerito, 7-913 ( W . ) ; Lissa, lungo la costa, esemplari col torace rosso fin quasi completamente nero, 6-912 (Dott. Steuer); Curzola, numerosi esemplari, con prevalenza degli individui oscuri, 7-913; Meleda ( M A Y R , 1911, 7 5 ) . ) . 1 2 Io posseggo esemplari sicuri del M. meridionalis anche d' I talia (Monte Martiuello in Calabria, leg. Stauder) e d'Algeria (Biskra, leg. Stauder). A N D R É basò la sua descrizione originale su esemplari della Grecia, E M E R Y lo riporta nella sua fauna d ' I t a l i a ' ) I l dott. W O L F determinò questa forma, per i l suo colore differente dai soliti esemplari adriatici, per var. sancta Forel. P e r ò questa possiede, secondo 1 E M K R Y fl908. 449) i l capo subopaco, fittamente striato, mentre è quasi liscio e lucido nei miei esemplari delle Castella. •) Esistono nella letteratura ancor altre indicazioni di località dalmate, sotto i l nome di Atta o Aphaenogaster barbara, e precisamente : « Lagosta, Lissa e Lesina, nonché Bencovaz, donde mi vennero portati anche alcuni neutri della forma major, e Dernis, dove fu raccolta una femmina ai 25 aprile 1886 » (sec. G A S P E R I N I , 1887, 9 ) ; Comisa, Lagosta e Pelagosa grande (sec. G A L V A O N I , 1902, 380). Poi sotto i l nome di Atta capitata Latr. : Macarsca e Ragusa (leg. Frauenfeld, sec. M A Y R , 1855, 464). Credo che nella maggior parte dei casi si t r a t t i del Messor meridionalis, forse eccettuate le località di Bencovaz e Dernis, che potrebbero facilmente riferirsi al Messor barbarus niger. 67 solamente dalla Calabria e dalle Isole Tremiti, Corsica e Sardegna, lo dice però diffuso nella penisola balcanica e in Asia. E ' probabile che una si vasta distribuzione geografica determini la formazione di singole razze locali, che dovranno essere studiate in rapporto ai nuovi caratteri contenuti nella mia definizione del M. meridionalis. 9. Genere : P H E I D O L E Westw. 23. Pheidole pallidula N y l . ( A n d r é , Spec. H y m . 1883, 383; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 33; Emery, Form. Ital. 1916, 149; Bondroit, Fourm. France, 1918, 166; Oecophthora pallidula, Mayr, Form. Austr. 1855, 455; Pheidole megacephala, Mayr, Europ. Form. 1861, 70). I l mio materiale di Pheidole, compreso quello elei Dott. Wolf, venne gentilmente riveduto nel 1912 dal Prof. Emery, e ne conservo tuttora le sue etichette originali. I n base a questo materiale P E M E R Y distinse nella sua Fauna d ' I t a l i a due razze diverse : a) una occidentale (pallidula pallidula N y l . ) , che è comune in Italia fino a Trieste e che si troverebbe anche nell' isola di Lissa, e b) una forma orientale (pallidula arenar uni Ruzsky var. orientalis Emery), che abiterebbe le coste dell' Istria da Umago al Sud e via dicendo la penisola balcanica e l'Asia minore. Lo studio accurato del materiale determinato dall' E M E R Y mi dimostra che P illustre mirmecologo si è basato per la distinzione delle due forme di Pheidole su differenze minute e variabili nella conformazione del capo, differenze che servono bensì per caratterizzare delle piccole forme locali, ma che non si adattano per definire due grandi razze mediterraneee, una occidentale e P altra orientale. D i r ò ad esempio, che posseggo esemplari d' Elba e L i sbona, che per la forma del capo si dovrebbero ritenere per la var. orientalis della Balcania, ciò che non è il caso. L a vera differenza sta, a mio modo di vedere, nella diversità del solco longitudinale sull'epinoto, carattere questo che mi permette di distinguere nettamente tutte le mie Pheidole d'occidente (Lisbona, Elba, Italia) da quelle della Dalmazia litorale e delia Grecia. L a forma balcanica non comincia però a Umago, ma bensì più al Sud alle coste della Dalmazia, mentre tutte le mie Pheidole dell' Istria appartengono al tipo occidentale. 68 Secondo me, la Pheidole pallidula delle nostre regioni si suddivide adunque facilmente nelle due razze seguenti : a) Ph. pallidula pallidula N y l . (Occopthora subdentata Mayr, Verh. zool.-bot. Ver. Wien 1852, 145). — %. Epinoto con l a r g a impressione concava longitudinale, sormontata di dietro da due denti epinotali a base larga, triangolare. Capo subquadrato, col vertice incavato e cogli angoli posteriori largamente arrotondati (vedi E M E R Y , 1916, pag. 150, fig. 32, I ) . Postpeziolo ai lati più o meno angoloso, ma non dentato. Clipeo elevato nella linea mediana a mo' di tubercolo longitudinale o carena. — y \ Epinoto con dentini piccolissimi, spesso ridotti a minutissimi tubercoli o semplice angolosità. Capo generalmente più largo di dietro. — I l colorito varia tra i l giallo-rossiccio chiaro ed il bruno oscuro (v. Emeryi Krausse). Frequente nell' Istria; si estende al N o r d lungo il golfo di Trieste, in una zona ristretta tra la costa ed il ciglione del Carso, fino alle plaghe più calde del Goriziano meridionale. Si trova anche in Dalmazia, li però solamente nella zona submontana. Venezia Giulia. — Goriziano meridionale : Gorizia (sec. M A Y R , 1855, 459); Vipacco (loc. class. dcW'Oecophthora subdentata Mayr, vedi Zool.-bot. Ver. Wien, 1852, 147 e 1855, 459); colline carsiche di Ronchi, sotto sassi, 9-908; Pietrarossa pr. Monfalcone, 2-11-902. — Dintorni di Trieste: Grigliano - S. Croce, esemplari più scuri, 4-911 ( P . ) ; Strada Vicentina, tra Opcina e Prosecco, un nido sotto un sasso, 2-3-919; Conconello, 4-911 ( P . ) ; Rozzol, 4-08 e Terstenicco, 5-08 (Ciana); S. Giovanni, 1 Q$ a volo 6-08; Moccò, presso la stazione ferroviaria, 5-911, esemplari più oscuri (Spr.). — Istria : Umago, 6-912, esemplari più oscuri ( W . ) ; Val di Torre, alla foce del Quieto, 4-09 ( C ) : Rovigno, 4-912, due nidi, uno con soldati perfettamente testacei, un altro con esemplari più bruni ( W . ) ; Pedcna, 4-914 ( W . ) . Dalmazia. — Retroterra di Spalato : Konjsko, molti esempi, della forma chiara, 5-912; Gata, ai piedi de! Mossor, un nido con 9 alate, v. Emeryi. 14-7-911 ( N . ) . Secondo E M E R Y comune nella penisola italica, donde ho potuto esaminare parecchi esemplari precisi ai nostri (coli. Finzi). Si spinge al Nord fino alla Svizzera meridionale (Ticino). 69 b) Ph. pallidula orientalis (Emery), emend. M u l i , (pallidula arenarum var. orientalis Emery part., Form. Ital. 1916, 150). — % . Epinoto con s o l c o l o n g i t u d i n a l e b e n p i ù s t r e t t o , specialmente nella sua porzione anteriore. I denti dell' epinoto generalmente più esili, spiniformi, rivolti all' insù. I l postpeziolo dilatato lateralmente ad angolo acuto, spesso addirittura con sporgenza (lentiforme. 11 capo in genere un poco più allungato e con striatura più densa e fina sulla parte anteriore; i l clipeo come nella razza precedente. — § . Epinoto sempre munito di piccoli dentini spiniformi rivolti all' insù. 11 capo generalmente più ristretto all' indietro. — Colorito quasi sempre giallo-rossiccio. Diffusa alle coste e nelle isole della Dalmazia centrale e meridionale. (Per la Dalmazia settentrionale e le isole del Chiamerò non posso dire nulla di sicuro, non avendo presentemente nella mia collezione che poche operaie senza i rispettivi soldati). Dalmazia. — Dintorni di Spalato : Castella, frequente, 7-912 e 8-921. — Bocche di Cattare : Risano, 7-908. — Isole : Puntalunga presso Boi (Brazza), sotto pietre, 4-902; Lesina, 1901; Cazza e Cazziol, 5-911 (K.) ; Pomo, 5-911 (C.) e 6-912 (Steuer); L o m barda (Curzola) un nido con maschi, e Cuciste (Curzola) un nido con QS 9 > 7-913 ( W . ) . Noto che gli esemplari delle Castella e di Cuciste si avvicinano per certi caratteri alla razza precedente, salvo il postpeziolo che è distintamente dentato ai lati. Col nome di Pheidole pallidula N y l . figurano nella letteratura le seguenti indicazioni di altre località dalmate, le quali, almeno in parte, saranno da riferirsi alla razza orientalis : Zara, Scardona ) e Ragusa (FRAUENFED, 1856, 435): Spalato e Lesina, molto frequente, i l volo nuziale in luglio (GASPERINI, 1887, p. 9 ) ; Clissa-Salona, Meleda e Lissa ( M A Y R , 1908, p. 75). Esemplari di Patrasso in Grecia hanno i l solco longitudinale dell' epinoto egualmente stretto come i ' orientalis delle isole dalmate, però la striatura del capo è un poco più estesa ed i l postpeziolo non dentato lateralmente. e a l a r e 1 L ) F R A U E N F E L D racconta, che 1' Occophthora pallidula g l i divorò di notte tempo le collezioni d'insetti che aveva con se nelle camere del mulino alle cascate del Kerka presso Scardona (1. e ) . 70 Oltre a queste due razze che si trovano nel territorio adriatico, posseggo una serie di esemplari di Lisbona (leg. Schatzmayr) e d' Elba, che portano sull' etichetta scritta da Emery i l nome di pallidula pallidula N y l . Per la conformazione dell' epinoto esse appartengono certamente al tipo occidentale (con solco largo); però v i sono altre differenze che riassumo brevemente nella seguente diagnosi : c) Ph. pallidula subspec. — 2).. I l capo un poco più allungato e più r i stretto a l l ' indietro che nella razza a, cogli angoli posteriori più sporgenti, meno arrotondati. L a forma del capo corrisponde adunque alla fig. I I i n E M E B Y , Form. Ital., 1916, pag. 150. I l clipeo senza carena o tubercolo longitudinale mediano. L'epinoto con larga impressione concava sormontata di dietro da due piccoli denti triangolari. Postpeziolo lateralmente angoloso, ma non dentato. —• ("). E p i noto con dentini minutissimi. I l capo più o meno ristretto a l l ' indietro. Qualora questa forma fosse realmente la vera pallidula N y l . (che è descritta dalla Francia meridionale), si dovrebbe cambiare i l nome alla forma designata come pallidula nel presente lavoro. Allora si potrebbe adottare i l nome di subdentata Mayr, che per la sua località (Vipacco) va riferito certamente alla razza di Trieste e dell' Istria. 10. (Acrococlia Genere : C R E M A T O G A S T E R Luna. Mayr 1853, Cremastogaster Mayr 1861, A n d r é 1883). Revisione : E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1912, 651 - 672. 1. Peziolo trapezoidale, dilatato a l l ' i n n a n z i e Q ) ; postpeziolo (almeno nella y ) diviso da un solco mediano in due m e t à arrotondate. Specie più grande, con Q spesso bicolori, essendo i l capo o anche i l torace rosso e i l gastro nero, di rado t u t t o i l corpo piceo. Mesotorace opaco, con carena mediana più o meno distinta ( < p ) , lucido, come i l resto del torace, nella 9- — H cf nero, con antenne di 12 articoli. L . delle (J5 3.5-5, delle 9 8-9.5 e dei cf 4-5 m m . 24. scutellaris Oliv. 1 — Peziolo subparallelo o leggermente ristretto a l l ' innanzi ( 8 e 9)"> postpeziolo senza solco mediano. Specie più piccola, bruna o nerastra, col torace totalmente lucente anche nelle <J5, senza traccia di carena mediana sul mesonoto. — I l cf, secondo E M E R Y , con antenne eli 11 articoli. L . delle y 2 - 3, delle 9 6-6.5 e dei cf 2.2-3 mm. 25. sordidula N y l . 24. Crematogaster scutellaris Oliv. (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 469, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1912, 652 e F o r m . I t a l . 1916, 157, Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 32. Crematogaster scutellaris Mayr, Europ. Form. 1861, 74; Bondroit, Fourm. Fr. 1918, 71 113; Cremasi, scutellaris part. A n d r é , Spec. H y m . 1883, 392; Acrocoelia ruficeps -f- Schmidti Mayr, Verh. zool.-bot. Ver. Wien, I I , 1853, 147). I l M A Y R descrisse nel 1853 la sua Acrocoelia Schmidti di Vipacco, che egli stesso mise poi in sinonimia della Crematogastcr scutellaris. La seguì A N D R É (1883), che cita senz'altro la Cr. Schmidti tra i sinonimi della scutellaris. L ' E M E R Y distinse nuovamente la Cr. Schmidti come specie a sè (Ré.vis. Fourm. Tunisie, Paris 1891, 14), poi come sottospecie o razza della scutellaris (1912 e 1916), che sostituirebbe in tutta la penisola balcanica la vera scutellaris d ' I t a l i a e del Mediterraneo occidentale. In realtà si trovano nel nostro territorio ambo le forme, scutellaris e Schmidti, però non del tutto promiscue; anzi esse assumono in alcune zone del nostro territorio i l valore di vere e proprie f o r m e l o c a l i , mentre in altre, intermedie, si manifesta una certa variabilità del colorito nello stesso sito e perfino nello stesso nido. Nidifica a preferenza nei tronchi d' alberi, sotto le corteccie e nel legno; spesso s'incontrano esemplari vaganti sul tronco e sui rami. a) Cr. scutcllaris scutellaris O l . s. str. (Emery 1912 e 1916). — y \ Corpo nero, comprese le zampe, solamente la testa rossa. Talvolta i l torace più o meno bruno, però sempre evidentemente più oscuro del capo. Quest' ultimo di solito finemente e densamente striato, subopaco; i l gastro con puntini piligeri più marcati. — Q. P i ù grande, nera, col capo di un rosso vivo, che spicca molto bene dal colore del torace; epinoto nerastro. Razza mediterranea, che trovasi da noi, come forma unica e costante, nella zona litorale dell' Istria meridionale, della D a l mazia settentrionale e ned' arcipelago dalmato. P i ù al Nord, neh' Istria settentrionale, ricorre promiscua colla subsp. Schmidti. Osservo che la striatura del capo degli esemplari dalmati non combina perfettamente cogli esemplari italiani, essendo spesso meno densa, in modo da rendere più lucente la fronte; in pari tempo si accentua maggiormente i l solco frontale nel mezzo. Gli esemplari di Pola si avvicinano maggiormente al tipo italiano. Venezia Giulia. — Istria settentrionale : nel bosco del Quieto presso Levade, sui tronchi di quercia, assieme alla subsp. Schmidti, 72 4-923. — Istria meridionale: Orsera-Leme, 4-921 ( W i n k l e r ) ; Pola (Bosco Siana), un nido sotto la corteccia di una Quercus pseudosuber, 7-922. — Isole : Unie, operaie vaganti sui rami d i fico e sugli olivi, 7-922; Sansego, 7-922; Kozjak-Oriule, 6-911 (Galv.). e Dalmazia. — Dintorni di Zara : Nona, un nido con QS 9 alate, 10-9-916 ( N . ) ; Borgo Erizzo, 2 9 dealate, 29-11-913 ( N . ) . — Val Manera presso Sebenico, 6-912 (Steuer). — D i n t o r n i di Spalato : Monte Marian, molte <3 di colorazione tipica, 7-908; Salona, 7-913 ( W . ) ; Castella, 7-909 e 7 - 9 1 2 ) ; T r a ù , 4-906 ( M A Y R , 1908, 76). Forse anche a Macarsca (indicata dal F R A U E N FELD, 1856, 435, col nome di Cr. scutellaris). — Isole : Scoglio Pettini pr. Premuda, 5-911 (Galv.); Brazza, nel bosco di Kneza Ravan (a circa 400 m d i altezza) un nido sotto la corteccia di Pinus nigra, 8-921 ; tra Boi e Neresi, pure nell' isola di Brazza, 7-912 ( M A I D L 1922, 44) ; Lesina, diversi esemplari raccolti da me e dal prof. Steuer; Lissa (Comisa, leg. Galv.); indicata pure di Lissa dal M A Y R (1908, 75) e d a l l ' E M E R Y (1916, 155); S. Andrea, 6 911 (Galv.); Cazza, 7-911 ( K . ) . J b) Cr. scutellaris Schmidti Mayr (Emery 1912 e 1916. Acrocoelia Schmidti Mayr 1853. Crem. Schmidti Emery, Explor. scient. de la Tunisie, Paris 1891, Zool. Hymenoptera, p- 14. Cr. scutellaris var. mcdispina Forel, Bull. Soc. ent. Belg. 1905, 17). — y \ Nella razza più pura solamente i l gastro nero, tutto i l resto rosso. Assai di rado i l corpo anteriore bruno o piceo (var. jonia Forel). I l capo sempre più liscio e parzialmente lucido. I l gastro con puntini piligeri assai fini. — 9 - l ' media più piccola della forma precedente, bruna, col capo e l ' e p i n o t o r o s s i c c i o . n Razza politica. Sostituisce del tutto la subsp. scutellaris sull' altipiano carsico di Trieste, ove regna come razza pura, di colorito costante. P e r ò già alla costa d i Trieste non mancano del tutto individui di transizione; i n certi punti d e l l ' I s t r i a settentrionale essa vive promiscua colla vera scutellaris. Nella Dalmazia *) G A S P E R I N I (1887, 9 ) indica pure la Cr. scutellaris dalle Castella pr. Spalato e dice di averla ottenuta i n gran numero dalle galle di Cynips raccolte durante l ' i n v e r n o sul Quercus Cerris L . argentea 73 settentrionale la subspec. Schmidti è limitata al retroterra; nella Dalmazia meridionale essa raggiunge invece nuovamente la costa ). Su esemplari di Trieste, di statura grande, colle spine epinotali più lunghe, è basata la varietà medispina Forel. 1 Venezia Giulia. — Valle dell' Isonzo : Piava, 5-912. — Valle del Frigido : Vipacco (loc. class.!), esemplari vaganti sui tronchi di quercia ( M A Y R 1853, 149); Pervacina, 5-912. — Altipiano carsico e dintorni di Trieste : Nabresina, sbattendo quercie, 5-909; Auber pr. S. Daniele, 10-910 ( W . ) ; Duttole-Pliscovizza, molte Cj ibernanti sotto corteccie d'alberi, 12-2-911; Ternovizza, 10-911 ( W . ) ; Orleg, 1 9 dealata, 25-3-912 (Spr.); Conconello, 23-3-911 ( P . ) ; Boschetto, in una quercia cava numerose 4-911, un altro grande nido sotto la corteccia di un pino, con molti cj, 11-919; Gretta, 1 9 dealata, 5-908; Barcola-Cedas, sbattendo cespugli, 5-911; Trieste, nei rami corrosi di Rttbus (var. medispina Forel, 1. e, leg. Dott. Graeffe). — Istria settentrionale : Muggia, sbattendo i rami fioriti di ciliegi, 24-4-910; Valle d'Oltra, un nido nel legno e sotto la corteccia di un ceppo di quercia, con numerosissime operaie e forme sessuali alate, 12-9-919; Levade, nei boschi del Quieto, accanto alla subsp. scutellaris, 4-923; Laurana, 1 Q col primo segmento del gastro quasi totalmente ferrugineo, 6-908. Dalmazia. — Retroterra di Zara : Smilcich (24 km nelP interno), 7-913. — Dalmazia meridionale : Kuciste nella penisola di Sabbioncello, 7-913 ( W . ) ; Ragusa, 6-914 ( N . ) ; Papad pr. Ragusa, 7-913 ( W . ) ; Teodo, 913 ( C . ) ; Risano, 7-908. — U n esemplare quasi perfettamente nero (var. jonia F o r . ) , di Zelcnicca pr. Castelnuovo, m ' i n v i ò i l sig. Paganetti-Hummler ) . 2 r ) Questo fenomeno della ricomparsa di certe forme piuttosto continen- tali alle coste della Dalmazia meridionale, trova riscontro nella distribuzione di molti coleotteri e sta in nesso colla natura del suolo, montuoso per eccellenza, alla costa balcanica dell'Adriatico meridionale. (Vedi in proposito i miei lavori nelle Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1909, 463 e 1921, 156). J ) laestrygon Questo esemplare era stato determinato dal Dott. W o l f per Cr. Aubcrti v. maura For., alla quale assomiglia effettivamente pel colorito quasi nero di tutto i l corpo. P e r ò i l torace più snello e le spine epinotali alquanto più esili e lunghe assegnano a l l ' esemplare di Zelenicca un posto tra le varietà della scutellaris. 74 La subsp. Schmidti è diffusa in Balcania, nell'Asia minore e nel Caucaso. La var. fonia è nota dall'Anatolia, poi da Patrasso, Atene e Corfù, dove essa forma passaggi evidenti alla subspec. Schmidti. c) Forme intermedie a colorito variabile (var. hybrida Emery, 1918) ed altre varietà innominate. Venezia Giulia. — Nei dintorni di Trieste ricorrono degli esemplari, che per la lucentezza del capo e la finissima punteggiatura del gastro corrispondono perfettamente alla subsp. Schmidti, mentre hanno i l torace più o meno annerito : Miramar, 5-913 ( W . ) e Scorcola, 25-3-09 (P.). — Neil' Istria settentrionale, secondo F I N Z I (1921, 120) nei medesimi luoghi tutte le due forme di colorito, come pure una forma intermedia. L o stesso vale per Pirano, ove venne raccolta sulle mura del Duomo e sul fusto degli ulivi (sec. C O B E L L I , 1906, 480). — Presso Salvore esemplari con scultura del capo e del gastro come nella vera scutellaris, però i l torace variabile tra i l bruno e il rosso, 4-922. — A Rovigno, 4-912 ( W . ) individui grandi, con scultura piuttosto forte e di colorito insolito: capo rossiccio, torace e gastro uniformemente bruni (forse esemplari immaturi della vera scutellaris?). Dalmazia. — Castella pr. Spalato, esemplari grandi, col torace e gastro di un bruno rossiccio oscuro, ma non nero, anche una 9 alata col gastro piuttosto bruno, 9-912 ( N . ) . — Gata, ai piedi del Mossor, una serie di esemplari di una speciale varietà di colore : gastro nero, torace e occipite più o meno abbruniti, dimodoché soltanto la parte anteriore del capo è di un rosso-giallo marcato, 7-911. 25. Crematogaster sordidula N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 472 e Europ. Form. 1861, 75; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 391; E mery, Deutsche E n t . Zeitschr. 1912, 669 e F o r m . I t a l . 1916, 156; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 32; Bondroit, Fourm. France, 1918, 113). Gli esemplari dell' Istria e della Dalmazia appartengono più o meno distintamente alla seguente razza balcanica : Crcm. sordidula M a y r i Mayr (Acrocoelia Mayri [Schmidt i . l i t t . ] Mayr, Verh. zool.-bot. Ver. Wien, I I I , 1853, 114; Crem sordidula part., Mayr 1855 e 1861, A n d r é , 1983: sordidula var. 75 Plachi Forel, M i t i . Schweiz. ent. Ges., I X , 1895, 229 e Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1912, 670). — Colorito generalmente più oscuro della forma tipica, bruno o piceo, grandezza spesso un poco maggiore, torace per lo più un poco più allungato, col promesonoto del tutto o quasi liscio (nella f. tipica spesso con alcune strie irregolari). L . 2.2-3 mm. Razza poco differente dalla f. tipica e basata su caratteri minuti e molto labili. P u ò darsi che più al Sud, in Grecia, essa sia meglio fissata che da noi. A Trieste e nel Goriziano essa si avvicina alla forma tipica dell' Italia e del bacino occidentale del Mediterraneo; però già nell' Istria orientale e in molti punti della costa dalmata non differisce affatto da esemplari della Balcania meridionale. Abita quasi esclusivamente la zona costiera ed insulare della nostra regione. Nel territorio di Trieste essa raggiunge t u t t ' al più i pendii del Carso, senza estendersi sull' altipiano. Neil' Istria meridionale (e probabilmente anche in Dalmazia) si interna maggiormente nel retroterra. Fa i nidi nel suolo, sotto sassi. Venezia Giulia. — Goriziano: Monfalcone ( F . ) ; Jamiano, molte y vaganti sui cespugli, 5-910; Duino, 3-914 ( W . ) ; Nabresina, sotto sassi, 5-09. — Dintorni di Trieste : Cedas-Prosecco, solfo sassi, 5-08 e 5-21; Strada Vicentina, 15 3-911 (P.). — Istria meridionale: Pedena, un nido in terra, 4-914 ( W . ) ; Rovigno, 4-912 ( W . ) ; Siana pr. Pola, falciando su prati secchi, 7-922. — Dintorni di Fiume : Volosca (indicato dal F O R E L , 1905, 179, col nome di var. Plachi, leg. Graeffe) ; Laurana, 6-908. — Isole : Venula pr. Pola, 4-910 ( C ) ; Lussin, 911 e M . Ossero, 4-08 ( G . ) ; Scoglio Zabodarski, dinanzi al porto di Lussin ( M A Y R 1863, 12); Oruda, Tasorca, Kozjak, Gruizza e Oriule piccola, 6-911 ( G . ) ; S. Pietro dei Nembi ( M A Y R 1863, p. 20). Dalmazia. — Dintorni di Zara : loc. class, dell'Acrocoelia Mayri, raccolta dal capitano della guardia imperiale russa de Manderstjerna e descritta dal M A Y R (1. e ) ; Krmcine, tra Zara e Zaravecchia, 1-2-914, molte y" ( N . ) . — Dintorni di Spalato ( F R A U E N F E L D 1856, 435 e G A S P E R I N I , 1887, p. 9 ) ; Castella, nel terriccio alla base degli ulivi, gennaio-marzo 912 ( N . ) ; Clissa-Salona, 4-906 ( M A Y R 1911, p. 76); Labin pr. Tran ( G A S P E R I N I , 1887, p. 9 ) . —Ragusa, 6-914, 2 £ e Ombla pr. Gravosa, 6-914, 1 § e 1 Qj 76 1922, p. 44). — Isole : Arbe, Campo Marzio, 6-914 1922, p. 44); Scoglio Pettini pr. Premuda e Isola Grossa, Sale, circondario di Zara, 5-911 ( G . ) ; Lesina, Brusije ( G A S P E R I N I , 1887, p. 9 ) ; Lissa, 4-906 ( M A Y R 1911, p. 75) e 5-913 ( N . ) ; Collusa e Busi, 5-911 ( G . ) ; Pelagosa grande, 6-911 ( G A L V A G N I 1902, 380); Curzola, S. Antonio, un nido con parecchie 9 alate, 12-7-913 ( W . ) ; Lagosta (leg. Zeller, sec. M A Y R , 1955, p. 473); Meleda, 4-906 ( M A Y R , 1911, p. 75). (MAIDL (MAIDL, Balcania, Asia minore e Asia centrale. — La forma tipica in Italia e attorno al bacino occidentale del Mediterraneo. Altre varietà nell'Asia fino al Giappone. Nota. — E M E R Y distinse la razza balcanica col nome di var. Plachi Forel, che si basa originariamente su esemplari di Creta e Belgrado. Noto però che essa ha un nome ben più vecchio nella Acrocoelia Mayri Mayr di Zara, che passava finora come sinonimo della sordidula. Tanto dalla indicazione della località, quanto dalla descrizione del M A Y R emerge chiaramente trattarsi della razza balcanica, per cui sostituisco nel presente lavoro i l nome vecchio di M A Y R a quello più recente di F O R E L . F O R E L e E M E R Y non conoscevano che la forma (J) di questa razza. Le QO, che ho a mia disposizione (dell'isola di Curzola) raggiungono 6.5 - 7 mm di lunghezza, i l corpo è di sopra brunopiceo, lucente, i l margine laterale inferiore del gastro più chiaro, rossiccio, le ali anteriori leggermente, ma distintamente offuscate verso la base e verso il margine esterno, la cellula cubitale più larga della discoidale, quest' ultima semplice oppure divisa in due da un nervo secondario trasversale. 11. Genere : M O N O M O R I U M Mayr. CRevis. : E M E R Y , Deutsche E n t o m . Zeitschr. 190S, C63 - 68fi). 1. Colorito giallo, solamente l'addome verso l'apice offuscato. I l capo opaco in seguito a densa zigrinatura microscopica. Antenne più slanciate, i due p r i m i articoli della clava evidentemente allungati. L . 2 mm. ( y 3.5-4 m m ) . 26. Pharaonis L . — Corpo bruno-nerastro, totalmente lucente e liscio. A n tenne più brevi, i p r i m i due articoli della clava non più lunghi che larghi. L . 1.3-1.6. L a 9 punteggiatura del capo più distinta; L . 3.2-3.6 m m ) . 27. m i n u t u m Mayr. c o n 77 26. Monomorium pharaonis L i n n è (André, Spec. H y m . 1833, 338; Emery 1908, 684 e 1916, 163; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 39; Donisthorpe, B r i t . A i d s 1915, 96; Bondroit, F o u r m . France, 1918, 143). Venezia Giulia : Pola (Handlirsch, 7-6-87, molte y ) . Specie descritta originariamente dall' Egitto, però importata col commercio in molte città d'Europa ed ormai quasi cosmopolita. Predilige i climi temperati e caldi; in regioni a clima più freddo fu osservata in vicinanza di luoghi riscaldati (forni, serre, ecc.) Si annida nelle case, ove riesce talvolta oltremodo molesta. N i d i fica alle volte anche sui bastimenti, nelle fenditure delle pareti in legno ( E M E R Y , 1908, 684). 27. Monomorium minutum M a y r (Form. Austr. 1855, 453 e Europ. F o r m . 1861, 72; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 333: Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 39; Emery, Form. Ital. 1916, 95. — M. minutum minutum Emery, Beitr. Mon. Form. D . E. Z. 1908, 681). Venezia Giulia. — Negherà presso Muggia, su terreno alluvionale leggermente salmastro. 5-912, 3 3 e una 0 senza ali; nelle saline di C'apodistria, 6-911, diverse y e una 9 senza ali (Spr.); Unie, al margine del « polje » (terreno argilloso sabbioso a pochi passi dalla spiaggia), 7-922, diversi es. Dalmazia. — Indicato da E M E R Y * (1914, 157), però senza precisare la località. Io posseggo una (3 di Salona pr. Spalato. Specie mediterranea (loc. class. Italia), che avrà certamente maggior diffusione nella regione litoranea, ma che sfugge facilmente alle ricerche per la sua piccolezza e per la sua somiglianza colla Plagiolepis pygmaca. Fa piccoli nidi nel suolo con semplice apertura, senza cratere ( E M E R Y , 1916, 160). 12. Genere : S O L E N O P S I S Westw. (Revis. : E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 27 - 36). 28. Solenopsis fugax Eatr. (André, Spec. H y m . 1883, 388; Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 30; Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 102; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 37; Emery, F o r m . Ital. 1916. 166; Bondroit, Fourm. France 1918, 144; Diplorrhoptrum fugax L t r . , Mayr, Eur. Form. 1861, 73. — Subspec. Wolfi; Solenopsis Wolfi Emery, Ann. Mus. Genova, 1915, 259). ' 78 Specie diffusa nella nostra regione e variabile per grandezza, colorito generale e forma del capo. Si possono distinguere due razze estreme, tra le quali non mancano però t u t t i i passaggi : a) S. fugax Latr. f. typ. — Occhi piccoli, ma ben visibili anche colla lente, visti al microscopio distintamente facettati, statura variabile da 1.5 a 2.3 m m ) , le più grandi y col capo più largo. Colorito giallo-ferrugineo o giallo-bruno, talvolta i l capo e 1' addome d i un bruno più intenso. 1 Questi caratteri si accentuano, nella nostra regione, principalmente nei siti più nordici o a regime continentale; alle coste meridionali dell' Istria, in Dalmazia e sulle isole osservansi generalmente individui p i c c o l i ) , pallidi, col capo più ristretto e allungato e cogli occhi talvolta assai piccoli. Venezia Giulia. — Gorizia, all' ingresso del bosco di Panoviz, sotto un sasso, una colonia con molte y, 4-08; S. Pietro del Carso, sotto un sasso, una colonia con molte 9 alate, 18-9-910; Roditti, sotto pietre, 9-911, un esemplare anche i n un nido d i Formica piniphila; S. Galiziano, sotto pietre, 4-911; Mune-Zejane, sotto un sasso, assieme a Tetramorium cacspitum, 4-911 ( W . ) ; M . Tajano, in un nido d i Formica pratensis, 5-08, 1 es.; Brestovizza, 10-911 ( W . ) ; Ronchi, 9-908 (qui ancor sempre esemplari abbastanza grandi, t i p i c i ) ; Ronchi-Doberdò, 3 cf, 29-8-08; Cattinara, 28-3-09; Conconello, sotto pietre, 23-3 e 9-4-911 ( P . ) ; Terstenicco, 15-4-911 ( P . ) ; nella stessa località singole 99 b \ sotto escrementi bovini semi-asciutti, 8-9-920; Trieste, città, 11-908, 1 cf; Trieste, Boschetto ( M A Y R 1855, 452); Barcola-Miramar, lungo la strada, sotto una pietra d'arenaria, i n un nido d i Aphaenogaster structor molti es., dei quali un gran numero quasi immobili ed ammucchiati, 9-3-919; S. Bartolomeo, 7-3-09; LipizzaBasovizza, terreno carsico aprico, un nido in terra, sotto un sasso, moltissime y, nessuna forma sessuale, 26-9-920; molti esemplari, specialmente i più grandi, col capo e la parte basale del gastro più o meno offuscato, i più piccoli del tutto gialli; Mondano, nel ter2 s e n z a a ' ) I n certe regioni pare che v i sieno esemplari ancor p i ù grandi, perchè EMERY (1909) d à una lunghezza massima d i 2.7 m m . 2 ) L a stessa constatazione fa E M E R Y per la S. fugax della Sardegna e delle Isole Tirrene ( A n n . Mus. civ. Genova, 1915, 260 e Form. I t a l . 1916, 166). 79 riccio alla base di una quercia, 4 es. col capo e specialmente 1' addome oscuro, bruno, 9-920 ( F . ) ; Salvore, nel terriccio raccolto al vaglio, esempi, piccoli, gialli, 9-910 (C.) ; Tondo grande pr. Orsera, nel terriccio delle macchie, 4-09 ( C ) ; Venula pr. Pola, es. piccoli col gastro offuscato ( C ) . Dalmazia. — Gli esemplari, che corrispondono meglio al tipo continentale (grande, giallo-bruno), tengo da Zemonico pr. Zara, località umida, argillosa, a 14 km. dalla costa, 18-9-14 ( N . ) . Dai dintorni di Zara (Cimitero) posseggo invece esemplari piccoli, gialli, 4-12, così pure da Nona al Nord di Zara, alla costa, 8-13, molte y e 9 alate ( N . ) . Alle Castella presso Spalato numerose (j nel terriccio dei campi, di statura piccola, colorito giallo o giallobruno, col gastro spesso offuscato, 1-912, 3-912 e 3-921 ( N . ) . — Località insulari : Rava, alcune <J piccole col gastro bruno, 8-899; Lesina (Verbagno, Gelsa, nel terriccio), esempi, piccoli col gastro bruno, 3-912 ( N . ) ; Pomo (scoglio vulcanico), statura mediocre, testa e gastro bruni, 6-911 ( C ) . — Interessanti due es. di Rogosnizza presso Sebenico, i quali per la statura ed il colorito uniformemente giallo-pallido, combinano perfettamente colla subsp. Wolfi, pur avendo gli occhi ben distinti, meno atrofizzati, ( C , 1911). Più al Sud, in Albania (Scutari, leg. Lona, 5-14) ed in Grecia (Patrasso, leg. Novak) ricompare la forma grande, giallo-bruna, come a Zemonico nella Dalmazia settentrionale. I tipi della 5". fugax provengono da Parigi e dalla Francia meridionale (sec. B O N D R O I T ) . L'area di diffusione attuale abbraccia l'Europa media e meridionale e gran parte dell'Asia temperata. La specie si spinge al Nord fino in Inghilterra ( D O N I S T H O R P E ) , ma non è constatata con certezza dalla Svezia. A l Sud essa arriva fino al Marocco ( E M E R Y , 1916). b) S. fugax W o l f i Emery. — Occhi minutissimi, essi appariscono anche con forte lente come due puntini, talvolta appena percettibili. Sempre di statura piccola, che va da 1.5 a 1.9 mm; il colorito sempre chiaro uniforme, spesso giallo-pallido. Questa Solenopsis venne scoperta da me in agosto 1900 nella Grotta di Privorac nell' isola di Lesina, ove raccolsi non poche y nei bicchieri con ossa putrefatte, esposti nella grotta per adescare insetti cavernicoli. U n ' a l t r a serie di esemplari fu raccolta pure 80 1 da m e ) in una piccola grotta presso Gjeverschc nella Dalmazia centrale, 1903. Infine posseggo un esemplare trovato dal Novak assieme ad altre Solenopsis nel terriccio profondo alle Castella e che m i sembra doversi pure annoverare come subsp. Wolfi. Nota. — L ' i l l u s t r e mirmecologo e psichiatra F O R E L di Zurigo, al quale avevo spedito in esame alcuni esemplari di questa Solenopsis, l i riferì in data 8-4-907 alla Sol. orbala Emery di Corsica e precisamente alla forma tipica (« essendo munita di occhi, per quanto piccolissimi »). 11 Prof. E M E R Y , che aveva ricevuto dal Dott. Wolf alcuni dei miei esemplari, scrisse in data 7-11-912 : « L a Solenopsis orbala? della Dalmazia è vicinissima alla specie corsicana, ma non mi pare quella; il capo non, è così allungato ed il colore è diverso, più tendente al grigio, mentre 1' orbula è schiettamente gialla. M i pare che si potrebbe descriverla come varietà ». Nel 1915 pubblicò poi questa mia Solenopsis come 5. Wolfi n. sp. Lascio all'amico Finzi di fare un accurato confronto tra la 5". Wolfi e 1' orbula, non possedendo io di quest'ultima che un unico esemplare, il quale effettivamente mi sembra distinto per il capo molto lungo, rettangolare, coi margini laterali quasi rettilinei, paralleli. Io mi limito al confronto colla .T. fugax, della quale dispongo un bel materiale di molte località. E qui devo osservare, che i caratteri attribuiti da E M E R Y alla S. Wolfi non reggono all' esame del mio materiale. Anzitutto la forma del capo va soggetta a tali variazioni da non costituire un criterio sicuro per la distinzione della S. Wolfi come specie a sè. I l capo allungato e stretto della S. Wolfi riscontrasi non di rado anche nella 5". fugax delle Castella e, d' altro canto, vi sono singoli individui della 5. Wolfi col capo meno allungato, che assai poco si scostano dalla forma meridionale, piccola, della S. fugax. Gli occhi variano notoriamente nella 5. fugax in modo da costituire una serie ininterrotta di vari gradini di riduzione, fino a quello della 6". Wolfi. I l colorito tendente al grigio, che E M E R Y rileva nella sua descrizione della S. Wolfi, non riscontrasi che negli esemplari di Gjeversche ed è dovuto forse alla lunga permanenza di detti esemplari in alcool diluito. ) N o n da W o l f , come cita erroneamente EMERY, 1915, 259. 81 Da t u t t i questi fatti emerge l'impossibilità di mantenere la S. Wolfi come specie a sè. Essa costituisce una forma estrema di adattamento della 5. fugax alla vita ipogea o cavernicola e presenta i soliti caratteri determinati da tale regime di vita (depigmentazione, riduzione degli occhi, allungamento del capo). 13. Genere : M Y R M E C I N A Curtis. 1 Da noi una sola specie ) : 29. Myrmecina graminicola Latreille (Emery, F o r m . I t a l . 1916, 170; Bondroit, Fourm. France, 1918, 116. Myrmecina Latreillei Curtis, Mayr, Form. Austr. 1855, 421 e Europ. Form. 1861, 74; André, Spec. H y m . 1883, 275. — Var. Grouvellei Bondroit, 1. e ) . Largamente diffusa nella regione adriatica orientale, tanto nella zona carsica (delle quercie), quanto in quella mediterranea (delle macchie sempreverdi). Specie lenta, timida, che vive in piccole colonie ipogee e che raccogliesi di solito vagliando i l terriccio. Toccata o irritata resta immobile, fingendosi morta. Venezia Giulia. — Goriziano: Chiapovano, 5-911; Panoviz pr. Gorizia, 4-908, diverse £) e una 9 senza ali. — Carso triestino : Ponikve pr. Auber, 11-911 ( P . ) ; Lipizza, nel terriccio e fogliame delle doline, singole operaie, 4 e 5-911; anche esemplari ^rgatogini ( F I N Z I , 1921, 120); Fernetich, nel terriccio all'entrata di una grotta, 4-922; Trebiciano, vagliando in una dolina diverse y e una 9 dealata; Opcina, nelle doline, solite y e 2 esemplari ergatogini, 14-4-901; Gabrovizza, 4-09. — Zona costiera di Trieste : Duino, nel parco, 3-914 ( W . ) . — Istria : Clanez, 4-08; Mondano, solite operaie e singole ergatogine ( F I N Z I , 1921, p. 120); Salvore, nel parco Gabrielli, vagliando fogliame di cespugli sempreverdi, 4-922; Val di Torre pr. Cittanova, 4-09 (C.) ; Pola, Bosco Siana, 7-922. — Isole : Lussingrande, 3-914 (Schatzmayr). Dalmazia. — Parte settentrionale: Zara, 8-913, 1 y ( N . ) ; Zemonico, nel terriccio numerose y , 9-914 ( N . ) ; Kistanje, 9-909; Kosore pr. Verlicca, 9-911. — Dintorni di Spalato : Castella, nel *) L a seconda specie europea, AL sicula ( A n d r é ) , Emery, nota finora so- lamente t . Sicilia (Palermo), differisce dalla graminicola toracica della (*$ in gran parte levigata. per la superficie dorsale 82 terriccio alla base di olivi, frequente, 2 e 3-914 ( N . ) . — Bocche di Cattaro : Oko, 5-912, 1 8 ( C ) . — Isola di Lesina : Gelsa e Vcrbagno, nel terriccio, 3-912 ( N . ) ; Brusije, esemplari cf in luglio (sec. GASPERINI, 1887, p. 8). Europa media e meridionale, Tunisia. Nota. — B O N D R O I T (1918) distinse in Francia oltre alla forma tipica, una forma meridionale, che denominò var. Grouvellei. Le medesime due forme si trovano anche da noi, solamente è difficile tracciarne un limite netto causa i passaggi insensibili che le collegano. Nei siti più settentrionali e continentali, come ad esempio nel Carso di Trieste, predomina la forma tipica dell'Europa centrale, che è un poco più grande, più oscura, quasi totalmente nero-picea. Più al Sud, in Dalmazia, specialmente a Zemonico, alle Castella e ncll' Isola di Lesina, osservatisi delle operaie di un colorito un poco più chiaro; i l torace diventa alle parti e di dietro rosso-bruno o giallo-rossiccio, altrettanto le guancie. L a statura è in media un poco minore, i l torace un poco meno allungato. 11 dente mediano del clipeo tende a indebolirsi ed è talvolta obliterato. Trattasi adunque evidentemente della var. Grouvellei, descritta dalla Francia meridionale. Interessantissimo un esemplare ( y ) di Zemonico, che si scosta notevolmente dagli altri della stessa località. E ' piccolo, col torace quasi totalmente giallo-bruno, coperto di strie longitudinali come nella solita graminicola, però più deboli. Manca totalmente la sporgenza dentiforme basale dell' epinoto e le spine epinotali sono molto più brevi del solito. Anche ifeapo è un po' diverso, i l margine occipitale meno incavato nel mezzo, gli angoli posteriori meno sporgenti e più arrotondati; lo scapo antennale meno robusto, più sottile. Queste differenze sarebbero naturalmente più che sufficienti per costituire una specie a sè, qualora si potesse accertare la costanza dei caratteri. Ma trattandosi di un unico esemplare, preso assieme con altri normali, ritengo piuttosto che. si t r a t t i di un individuo anormale, arrestatosi nell' evoluzione ontogenetica per motivi ignoti, in modo da non aver raggiunto lo sviluppo completo di t u t t i i dettagli morfologici e cromatici della M. graminicola. 83 E ' nota nella M. graminicola la presenza di individui asessuali che differiscono dalle solite operaie per statura maggiore e robusta ed occhi più grandi. Essi assomigliano molto alle 9 normali, ma ne differiscono per la mancanza degli ocelli, delle ali e del parattero. Lina relazione esauriente su queste forme anormali coi rispettivi disegni del torace pubblicò E M E R Y nel Rendiconto della R. Accademia delle scienze di Bologna, voi. X X , 1916, p. 56-59. Egli aggruppa tali individui anormali in due serie: a) quelli che serbano ancora la scultura toracica normale delle e di cui sarebbe una forma estrema, di grandi dimensioni la M. Kutteri Forel, e b) le vere forme di passaggio tra le operaie e le femmine, caratterizzate da scultura del torace differente, La presenza di tali individui asessuali maggiori nel Carso di Trieste, fu segnalata dal nostro F I N Z I (1921, 120 e 1922, 31). A n che io tengo attualmente due esemplari di Opcina. Essi appartengono al gruppo b) di E M E R Y , avendo la scultura del torace del tutto diversa dalle solite operaie. L a striatura non è affatto longitudinale, ma più o meno irregolare, con rugosità oblique o trasverse; in uno dei due esemplari rimane un'area centrale lucida anteriore ed una posteriore. Lunghezza : 3.5 - 4 mm. L'unica 9 che posseggo attualmente (da Panoviz) corrisponde per la scultura del torace alla fig. 4 dell' E M E R Y (1. c. 1916, p. 58), vale a dire collo scutello liscio. Lunghezza 3.8 mm. Riassumendo, si possono distinguere le forme in questione coli' aiuto dello specchietto seguente : 1. Capo con ocelli. Torace alato, con parattero distinto, con striatura longitudinale di estensione variabile; lo scutello striato o liscio. L . 3.5-4 m m . graminicola 9— Senza ocelli. Torace non alato, senza parattero . 2. 2. Esemplari più grandi e robusti, con occhi grandi come nella 9- Torace più largo, con striatura irregolare, più o meno trasversa o obliqua e talvolta con aree lucide nel mezzo. L . 3.5-4 mm. graminicola f. ergatog. — Esemplari più piccoli, con occhi più piccoli della 9 col torace completamente striato longitudinalmente. Lunghezza 3-3,3 mm 3. e 84 3. Colorito quasi totalmente nero-piceo. Clipeo più o meno distintamente tridentato. graminicola f. t y p . y . — Colorito più chiaro, statura un poco minore, le parti laterali e posteriori del torace più o meno rossiccie o giallo-brune. I l dente mediano del clipeo spesso rudimentale. graminicola v. Grouvellei y . 14. Genere : L E P T O T H O R A X M a y r . L o studio definitivo delle numerose specie e varietà non è ancora compiuto. Sul valore tassonomico delle varie forme, specialmente nel gruppo tuberum-Nyland'eri, regna ancora una estrema divergenza di vedute. M A Y R distingueva tutte le forme note nel 1861 (Europ. Form.) come specie a se. A N D R É invece le considera nel 1883 (Spec. H y m . ) tutte come varietà di una specie sola. F O R E L ed E M E R Y (Ameis. Schweiz, 1915 e Form. Ital. 1916) tengono una via di mezzo, riducendo i l numero delle specie del gruppo tuberumNylanderi a tre, una delle quali (tuberum) con molte razze e varietà. Nel recente lavoro di B O N D R O I T (1918) troviamo di nuovo tutte le specie del M A Y R considerate come tali, in più un certo numero di specie nuove. E ' difficilissimo seguire i l B O N D R O I T nella sua classificazione dei Leptothorax ed identificare il nostro materiale adriatico colle numerose forme da lui ammesse o descritte. Del resto i l suo lavoro non mi sembra uno studio profondo e critico dei Leptothorax francesi, ma piuttosto una semplice descrizione d'innumerevoli forme, che P autore designa quasi tutte come specie, senza curarsi della ben nota variabilità di certi caratteri. Converrà rifare il lavoro del B O N D R O I T sulla base dei tipi e di un materiale ricco e ben assortito, onde poter stabilire effettivamente la variabilità delle singole forme e giungere in tal modo alla delimitazione oggettiva delle specie. Ed è perciò che io non ho ritenuto opportuno di basarmi su questo lavoro per la determinazione dei Leptothorax adriatici, onde non aumentare maggiormente la confusione che regna in questo genere. So che la mia classificazione non rispecchia in t u t t i i dettagli la molteplicità delle nostre forme, però preferii distinguerne poche, principali, che molte, dubbiose. 85 Tabella dei s o t t o g e n e r i e delle specie (y). 1. Antenne esili, lo scapo oltrepassa un poco i l margine occipitale ed è assottigliato e leggermente strozzato dinanzi all' apice. I peli del gastro lunghi e sottili; solco mesoepinotale profondo. Capo e promesonoto lisci e lucidi. Antenne di 12 articoli. L . 2.4-3.2 mm. (Temnothorax M a y r ) . 30. recedens N y l . — L o scapo non oltrepassa i l margine occipitale; i peli del gastro più brevi e rigidi, spesso ottusi o clavati; solco mesoepinotale indistinto o t u t t ' al più leggermente accennato . . . 2. 2. Antenne di 12 articoli (Leptothorax s. str. part.) . 3. — Antenne di 11 articoli 18. 3. Specie relativamente grande, totalmente picea. Capo e torace con rugosità grossolane longitudinali, parzialmente reticolate. Peziolo con gambo cilindrico, lungo e con un nodo che si presenta in profilo molto grosso e del tutto arrotondato. L . 3 - 4 mm. 31. Rottenbergi Emery. — I l corpo almeno parzialmente giallo o rossiccio, in due sole specie (exilis e angustatas) più scuro, però in tal caso il nodo del peziolo angoloso e la statura minore ) 4. 4. I l capo del tutto o almeno di dietro opaco, con minutissima z i g r i n a t u r a r o t o n d a ) o rugosità reticolari . . 5. — 11 capo di dietro più o meno liscio e l u c i d o , senza zigrinatura rotonda, t u t t ' al più con minutissima striatura longitudinale ) 15. 5. Antenne perfettamente gialle*) 6. — Antenne colla clava offuscata o annerita ) . . . 1 1 . 6. Capo, gastro e femori picei o nerastri, torace e peduncolo di un giallo-bruno rossiccio. Epinoto con spine brevi, triangolari. Peziolo breve, non più lungo che alto, con profilo dorsale netta1 2 3 4 1 ) U n ' altra specie picea e di statura minore è i l L . niger Forel, di Mar- siglia e Genova. Capo e torace opachi, eccetto la fronte che è un po' lucente; occhi relativamente grandi; senza solco mesoepinotale. Specie terricola. 2 ) Da osservarsi al microscopio. 3 ) I l L . exilis, che presenta alle volte l'occipite meno liscio, con scultura che si avvicina alla zigrinatura rotonda, è contemplato per maggior sicurezza anche nel gruppo precedente (al n. 5 ) . 4 ) I l L . unìfasciatus, ambo i gruppi. che varia nel colore della clava, è contemplato i n 86 mente angoloso. L . 2.5 - 3.2 mm. — Europa media, sotto le cortcccie *) [corticalis Schenk]. — Colorazione diversa. Spine epinotali più lunghe; peziolo più lungo (eccetto i l clypeatus) .7. 7. 11 capo alle parti e posteriormente con rugosità reticolare abbastanza grossolana, gli spazi del reticolo con debole zigrinatura rotonda. 11 clipeo delimitato dalla fronte da un solco semicircolare lucido, senza accenno di area frontale. Specie relativamente robusta, gialla, col gastro bruno (eccetto la base). Torace rugoso e zigrinato, con spine epinotali lunghe. L . 2.5 - 3.5 mm. — Specie rara, arboricola, che si trova qua e là neh' Europa media e in Italia. [clypeatus M a y r ] . — I l capo di dietro fittamente zigrinato, senza o con debolissime rugosità. Dietro i l clipeo scorgesi sovente, sebbene indistinto, il contorno triangolare dell' area frontale 8. 8. Quasi uniformemente bruno, i l capo un poco più oscuro. Torace con solco mesoepinotale distinto, come nel vero Nylanderì, però le spine dell' epinoto alquanto più brevi, non arquatc. E. 2.6 mm. 40. sordidulus n. sp. — Specie gialle, f u t i ' ai più i l capo leggermente offuscato, il gastro giallo con fascia trasversale bruna o nera . . 9. 9. Con leggero solco mesoepinotale. — Specie gialla, i l capo spesso un poco offuscato e le spine epinotali lunghe, falciformi. L . 1.8-2.8 m m . 39. N y l a n d e r ì F ò r s t . — Senza solco mesoepinotale 10. 10. Peli del gastro più lunghi e sottili. I l capo spesso anteriormente un poco offuscato; spine epinotali lunghe. — Vedi Nylanderì al n. 9. — Peli del gastro più brevi e rigidi. Capo e torace totalmente e uniformemente gialli con tinta leggermente rossiccia; spine epinotali meno lunghe. — Vedi unifasciatus al n. 14. 11. I femori più o meno offuscati o nerastri . . . 1 2 . — Le gambe totalmente gialle 14. 12. Colorito quasi totalmente bruno o piceo. I l capo un poco lucido, i l peziolo con profilo dorsale nettamente angoloso. — Vedi exilis al n. 16. !) Potrebbe venir trovato nella nostra regione, nell' alto Isonzo o sulle A l p i . Io lo posseggo da Lubiana (leg. D r . Springer). 87 — Specie più o meno bicolori, col capo opaco e col peziolo spesso meno angoloso 13. 13. Capo perfettamente nero o piceo, torace e peduncolo rossicci (come nel L . corticalis), gastro nero colla base gialla. Clava intensamente annerita; spine epinotali abbastanza lunghe, ma con base più larga e gradatamente assottigliata verso l'apice. L . 2.4 - 2.8 mm. 37. nigriceps auct. — Giallo-bruniccio, col capo più oscuro (ma non perfettamente nero o piceo), gastro bruno colla base più chiara. Clava alle volte assai debolmente offuscata, spine epinotali lunghe, r i curve, colla base assai assottigliata, bruscamente staccata dall ' epinoto e poco più larga delle spine stesse nel mezzo. Capo subquadrato, largo di dietro. L . 2.5-3 mm. 36. affinis Mayr. 14. Corpo giallo-testaceo, con fascia trasversale nera o bruna sul gastro. I peli del gastro più brevi. Spine epinotali di varia lunghezza. L . 2 - 3 m m . 35. unifasciatus L a t r . — Corpo giallo chiaro, i l gastro con fascia oscura dilatata lateralmente e attenuata o interrotta nel mezzo; i l capo colle guancie annerite dinanzi agli occhi. I peli del gastro più lunghi ed esili. Spine epinotali lunghe. L . 1.7-2.2 mm. 38. interruptus Schenk. 15. Torace con leggera impressione mesoepinotale. Colorito quasi uniformemente bruno, col gastro più oscuro verso l'apice; clava antennale non più oscura del funicolo. Capo anteriormente con fine strie longitudinali, posteriormente liscio e lucido; torace distintamente rugoso. Peziolo alto, con profilo dorsale nettamente angoloso; spine epinotali abbastanza lunghe. L . 2.5-3.2 mm. — Francia meridionale e Italia meridionale. Vive nei rami. [angustulus N y l . j . •— Senza alcun accenno di solco mesoepinotale. Clava delle antenne più o meno offuscata 16. 16. Colorito più o meno uniformemente bruno-castagno. Peziolo con profilo dorsale angoloso. Spine epinotali lunghe ed esili. — Distinguesi dal precedente con facilità per i l torace zigrinato, senza r u g o s i t à marcate. L . 2 - 2.5 mm. 32. exilis Emery. — Colorito giallo-testaceo chiaro. Peziolo con nodo arrotondato o molto più basso 17. 88 17. Capo almeno tanto largo quanto lungo, distintamente striato e subopaco nella m e t à anteriore. Peziolo con nodo basso, ottusamente angoloso. Spine epinotali brevissime, rivolte all'insù. Statura più grande, colore giallo, con fascia nera sul gastro. L . 2.3-2.8 m m . 34. bulgaricus graecus. For. — Capo allungato, subparallelo, ben più lungo che largo, totalmente lucido, con minutissima striatura longitudinale nella m e t à anteriore. I l nodo del peziolo ben più sviluppato, rotondo. Spine epinotali più grandi, rivolte obliquamente a l l ' indietro. Statura piccola, i l gastro leggermente offuscato verso 1' apice, senza fascia trasversale distinta; anche la clava delle antenne assai debolmente offuscata. L . 1.8 m m . 33. pelagosanus n. sp. 18. P i ù piccolo, del tutto giallo, compresa la clava delle antenne; sul gastro t u t t ' a l più una fascia bruna appena accennata. L . 1.7-2 mm. — L ' a l a anteriore del cf, come nelle specie precedenti, con cellula radiale breve e chiusa (Leptothorax s. str. part.). 4L flavicornis Emery. — Specie più grandi, bicolori : capo e gastro di color bruno o nerastro, torace giallo fin bruno-rossiccio, clava più o meno annerita. — I cf cellula radiale lunga e aperta (Mychothorax sensu Emery) 19. c o n 19. Le tibie, come in tutte le specie precedenti, con pubescenza aderente. Colorito generalmente un poco più chiaro, la clava leggermente offuscata e le gambe perfettamente gialle. L . 2.7 -3.7 m m . — Europa boreale e media, in Italia fin V a l l o m brosa. A l Sud esclusivamente in montagna, [muscorum N y l , ] . — Le tibie con peli eretti. L a clava antennale più intensamente annerita, talvolta i femori debolmente offuscati. Torace con solco mesoepinotale più marcato. L . 3.3-3.7 mm. 42. acervorum Fabr. Sottogenere : Temnothorax M a y r . 30. Leptothorax recedens N y l . (Temnothorax [gen. propr.] recedens, Mayr, Eur. Form. 1861, 69; T. recedensA-Rogeri, A n d r é , Spec. H y m . 1883, 308; Leptothorax recedens, Forel, Ameis. Schweiz 1915, 27 e Emery, Form. Ital. 1916, 177). Comprende due razze distinte, delle quali probabilmente una sola nella regione adriatica orientale : 89 a) L . recedens recedens N y l . (T. recedens, A n d r é , Spec. H y m . 1883, 308). — Epinoto con grandi denti t r i a n g o l a r i . Scapo meno assottigliato a l l ' apice. Regione mediterranea occidentale (Spagna, Portogallo, Francia meridionale. Svizzera [Ticino], Italia e Sicilia). I tipi dì NYLANDER provengono dalla Francia meridionale (Beaucaire). Io ho esaminato esemplari d i Sambiase i n Calabria (leg. M i n o z z i ) . Nella letteratura troviamo indicato i l T. recedens anche da due località dalmate: Spalato, comune nel musco e s u i m u r i dei bastioni veneti intorno alla città (sec. GASPERINI, 1887, p. 8) e Arbe, Tignarossa, 6-914, 1 £ (sec MAIDL, 1922, 43). Resta p e r ò a vedersi se trattasi effettivamente del recedens s. str. o piuttosto della razza seguente: b) L . recedens Rogeri Emery (Ent. M i t t . 1914, 158 e Forel, Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1892, 315. — T. Rogeri, A n d r é , Spec. H y m . 1883, 308). — Epinoto con lunghe spine. Scapo assai distintamente assottigliato all' apice, con leggera strozzatura preapicale. Dalmazia. — Scoglio Pomo nell'Adriatico meridionale, 1 es. nel terriccio, 5-911 (C.). Forma balcanica. Grecia (loc. class.), Bulgaria. Sottogenere : Leptothorax s. str. 31. Leptothorax Rottenbergi Emery ( A n d r é , Spec. H y m . 1883, 296; Emery, F o r m . I t a l . 1916, 177). Dalmazia. — M t e . Koziak vicino Spalato, 2 es., 5-912 ( N . ) . Osservo che questi due esemplari furono gentilmente esaminati e determinati dall'Autore. Era noto finora solamente d ' I t a l i a (Italia meridionale fino a Napoli, Gargano e colline intorno a Bologna). Diverse altre forme nella regione mediterranea. Specie terricola. 32. Leptothorax exilis Emery ( F o r m . I t a l . 1916, 179; tuberum v. exilis, A n d r é , Spec. H y m . 1883, 299 e tuberum subsp., Emery, Ent. M i t t . 1914, 157). Specie mediterranea, terricola, trovata finora da noi in pochi esemplari negli scogli dell'Adriatico. — Venezia Giulia : Palazzuoli e Tasorca presso Lussin, 2 es., 6-911 (G.). — Dalmazia: Scoglio Pomo nell'Adriatico meridionale, 6-911, 1 es. ( K . ) . Osservo che 1' esemplare di Palazzuoli ha i l capo più fortemente striato e di conseguenza meno lucido. Descritto originariamente da Napoli e dalla Corsica, trovato poi in diverse varietà neh' Emilia, in Sardegna, nell' Isola d' Elba 90 e Giglio. I o tengo un esemplare di Evora in Portogallo (Schatzmayr), che m i fu determinato dall'Emery per exilis e che combina coi miei esemplari adriatici. 33. Leptothorax pelagosanus n. sp. Ritengo superfluo compilare una descrizione particolareggiata, che non farebbe altro che ripetere i caratteri riportati nella tabella dicotomica. L ' u n i c o esemplare (<p) che posseggo trovai nel terriccio gentilmente inviatomi dal Prof. Cori dall' Isola di Pelagosa in pieno Adriatico nel marzo del 1911. I l Prof. Emery, al quale sottoposi in esame questo esemplare nel 1912, riteneva potesse essere forse un esemplare minimo del L . bulgaricus graecus. Egli non aveva evidentemente osservato 1' enorme diversità nella conformazione e scultura del capo, nello sviluppo del nodo del postepeziolo, delle spine epinotali e nel colore del gastro. Non è escluso invece, che i l L . pelagosanus possa essere identico col L . massiliensis Bondroit (1918, 133), noto finora solamente di Marsiglia. P e r ù la brevissima descrizione di B O N D R O I T non fa alcun cenno della forma del capo e non permette una interpretazione sicura. Preferisco arrischiare di veder messo in sinonimia i l mio L . pelagosanus, che designare la specie con un nome incerto. 34. Leptothorax bulgaricus Forel (Verh. zool.-bot. Ges. W i e n , 1892, 314). Specie molto rassomigliante al L . unifasciatus, però i l capo di dietro più o meno liscio e lucente, i l nodo del peziolo più basso e le spine epinotali molto piccole. Comprende parecchie forine locali che si distinguono per piccole differenze nella scultura e lucentezza del capo, nel profilo del torace e del peziolo (angoloso o rotondo) ecc. (vedi F O R E L , Bull. Soc. Vaudoise scienc. nat., Lausanne 1911, n. 173, p. 334). Esse abitano varie località della Balcania e dell'Asia minore. Una di queste fu trovata anche nella nostra regione : L . bulgaricus graecus Forel (Bull. Soc. Vaudoise, 1911, n. 173, 336; Emery, Form. Ital. 1916, 179). Dalmazia. — Scoglio Pomo nell'Adriatico meridionale, vagliando terriccio, diverse y e 1 Q dealata, 5-911 ( C ) . 91 L a descrizione originale si basa su esemplari di Patrasso, Atene e Corfù. L ' autore osserva, che gli esemplari di Atene e Corfù hanno la scultura più debole. Io tengo un esemplare di Corfù, che è più piccolo e che ha i l capo più lucido degli esemplari dalmati; del resto t u t t i i caratteri essenziali sono identici. I l mio esemplare 9 (di Pomo) è di un giallo chiaro, coli' addome piceo, eccetto la terza parte basale; la clava bruna, lo scutello e la parte anteriore del capo assai debolmente offuscati. I l capo è relativamente piccolo, abbastanza grossolanamente striato fino agli ocelli, però coli' occipite quasi liscio e lucente, non zigrinato. Promesonoto con finissima striatura longitudinale, come nell' unifasciatus, lo scutello completamente liscio e lucido. Epinoto con piccolissimi dentini angolosi. Peziolo alquanto più basso del Nylanderì, circa come nella 9 dell' affinis e unifasciatus. L . 3.8 mm. 35. Leptothorax unifasciatus L a t r . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 444 e Europ. Form. 1861, 59; tuberum var. unifasciatus, André, Spec. H y m . 299; tuberum subsp. unifasciatus, Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 23 e Emery, Form. Ital. 1916, 181). Gli esemplari che riunisco sotto questo nome hanno di comune il colorito del corpo; essi differiscono però notevolmente tra loro per la lunghezza delle spine dell'epinoto. E M E R Y (1916, 181) definisce per unifasciatus una forma a spine brevi; il M A Y R (1855, 444) gli ascrive però spine « mediocremente lunghe ». I n generale osservo, che gli esemplari dei siti più alti e più interni della Venezia Giulia (Roditti, Gorizia) hanno le spine piuttosto brevi, quelli dei siti costieri spine più lunghe, talvolta poco differenti dal L . affinis. Specie che nidifica per lo più in terra, sotto sassi, però anche sotto muschi nei tronchi d' alberi. Nel materiale della nostra regione distinguo due razze principali, differenti per i l colore della clava : a) U unifasciatus unifasciatus Latr., colla clava più o meno annerita. — Forma dell' Europa media, largamente diffusa nella Venezia Giulia : Goriziano : tra Gorizia e S. Pietro, 4-919, 1 es.; Monfalcone, 5-920, 2 es. grandi con spine brevi; Monfalcone-Oppacchiasella, sui cespugli, 5-910, 3 es. con spine più lunghe. — Territorio di Trieste: 92 Roditti, 4-911; Basovizza-Lipizzà, numerose y , 22-3-08; Duino, un nido con 1 9 dealata ), le y con fascia addominale assai debole, leggermente bruna, 22-3-914 ( S p r . ) ; Barcola-Prosecco, in un ramo di quercia, numerose y , con spine variabili, i n alcuni esemplari quasi come i l L . affinis, 5-921 ; Scorcola, sotto pietre, un esemplare con spine mediocri ed uno come i l L . affinis, 6-4-909. — Istria : S. Bartolomeo, sotto pietre, 7-3-909; V a l di Torre, 4-909 (C.) ; Rovigno, 1 es. 4-912 ( W . ) ; Lussin, 1 es., 911 (G.). 1 Dalmazia. — Vrana, 6-914, 1 es. con spine mediocri ( N . ) . I l M A Y R indica i l L . unifasciatus da diverse località dell'Austria e dell' Italia, F O R E L lo dice diffuso in Svizzera, 1' E M E R Y l ' i n dica dall' Italia continentale, da Corsica, Sardegna e dall' Isola del Giglio. Una forma un poco differente, che si determina secondo M A Y R (1855) per L . tuberum, raccolsi sul M . Maggiore in Istria, 5-911. I l colorito è più oscuro, i l capo bruno, la fascia addominale più estesa, in modo da non lasciar che la terza parte basale del primo segmento di color giallo, però le gambe non offuscate, del tutto gialle; spine dell' epinoto piuttosto brevi. b) L . unifasciatus subsp., con antenne del tutto gialle. — Forma meridionale, che posseggo da poche località costiere o insulari : Venezia Giulia. — Isola di Unie, i n tre diverse località, 7-922. — Dalmazia : Risano alle Bocche di Cattaro, 7-908, 2 es. I l capo di questi esemplari e del tutto opaco, densamente zigrinato, le spine epinotali piuttosto brevi. Una serie di esemplari di eguale colorazione, però colla fronte nel mezzo più o meno lucente e colle spine epinotali un poco più lunghe mi mandò l'amico Novak da Poljica in Dalmazia, 7-914. Questa razza colla clava gialla merita certamente una denominazione, però non oso proporne un nome, visto i l gran numero di Leptothorax descritti da B O N D R O I T , tra i quali facilmente si potrebbe trovare una forma identica alla nostra. Osservo, che l bruna, ) Questa Q, V unica col gastro piceo, che posseggo attualmente del L . unifasciatus, giallo alla base. Lo scutello debolmente striato, è nel mezzo liscio; le spine ridotte a due sporgenze angolose dell'epinoto; i l peziolo con nodo alquanto più basso del Nylanderì. spine epinotali lunghe. — Le rispettive (jj hanno invece le 93 questa forma, per i l colorito, potrebbe facilmente venir scambiata col L . Nylanderì, però i peli del gastro sono brevi e rigidi, mentre i Nylanderì della stessa provenienza (Istria e Dalmazia costiera) hanno i peli evidentemente più lunghi ed esili, locchè facilita la distinzione senza bisogno del solco mesoepinotale, che non è sempre costante. 36. Leptothorax affinis M a y r (Form. Austr. 1855, 442; tuberum subsp. affinis, Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 23 e Emery, Form. Ital. 1916, 180). Specie arboricola dell' Europa media, che fu trovata anche in due località della Venezia Giulia : Clanez, Istria settetrionale, 3 es. 6-913 ( W . ) ; Lupolano, Istria centrale, in un ramoscello molte S e 1 9 dealata, 2-11-912 (Spr.). Posseggo inoltre esemplari di Lubiana, 10-915 (Spr.). La descrizione originale si basa su esemplari trovati sugli alberi del Prater a Vienna. I n Svizzera, specialmente al meridione, abbastanza frequente nei ramoscelli secchi di noce e quercia ( F O R E L , 1915, 23). Nella fauna italiana di E M E R Y (1916) è indicata solamente del Trentino. L ' unica 9 posseggo (di Lupolano) ha i l capo ed i l torace di un bruno-rossastro, col mesonoto più chiaro nel mezzo, i l gastro piceo colla base gialla, le antenne e le gambe giallognole, la clava distintamente bruna, i femori debolmente offuscati. 11 capo quasi tanto largo quanto i l torace, densamente striato, opaco; lo scutello del tutto liscio e lucente. Le spine dell' epinoto pìccole, molto più brevi che nel Nylanderì, il nodo del peziolo alquanto più basso. L . 3.6 mm. c n e 37. Leptothorax nigriceps Forel (tuberum tuberum v. nigriceps Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 23 e Emery Form. Ital. 1916, 180; ? nigriceps Mayr, Form. Austr. 1855, 441). Forma alpina, che raccolsi finora una sola volta nel Goriziano, sul Jelenk, tra S. Lucia e Idria, a circa 1700 m, nelle screpolature di una roccia, 7-920. Alpi della Svizzera ( F O R E L ) e del Piemonte ( E M E R Y ) , sotto sassi e nelle roccie. Nota. — I l L . nigriceps Mayr è stato descritto nel 1855 secondo un unico esemplare trovato su un albero vicino a Pottenstein 94 nell'Austria inferiore. La descrizione originale si adatta perfettamente ai miei esemplari del Jelenk per quanto riguarda il colorito del corpo, però i l corsaletto dovrebbe essere distintamente rugoso, come nel corticalis, mentre nei mici esemplari predomina la zigrinatura anziché la rugosità. I l M A Y R accentua tale carattere nel 1861 (Europ. Form., p. 59), ponendo il suo nigriceps in sinonimia dell ' affinis, specie pure arboricola e contradistinta per rughe longitudinali marcate sul torace. E d è perciò che io non sono certo, se il nigriceps Mayr sia veramente la forma da me raccolta sul Jelenk, mentre non v' è dubbio, che si tratti del nigriceps nel senso di F O R E L (1915) ed E M E R Y (1916). Questo il motivo per cui ho citato come autore Forel anziché Mayr. 38. Leptothorax interruptus Schenck (Mayr F o r m . Austr. 1855, 446, Europ. Form. 1861, 59; Donisthorpe, Brit. Ants 1915, 166; tuberum var., André, Spec. H y m . 1883, 299; tuberum subsp. interruptus, Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 24 e Emery, F o r m . Ital. 1915, 181). Specie con vasta distribuzione nell' Europa media e meridionale, generalmente rara. Vive per lo più sotto muschi, nel terriccio. Dalmazia meridionale. •— Dintorni di Ragusa: Siano, 1911 e Ombla, 11-913, diversi esemplari presi al vaglio, nel terriccio (C.) ; Bocche di Cattaro : Oko, 1 es. raccolto nel medesimo modo, 5-912 ( C ) . In Italia V interruptus sembra pure molto raro; 1 ' E M E R Y non lo indica che solamente del Trentino e di Corsica. Raro anche in Svizzera (sec. F O R E L ) . I n Francia due sole località (Dijon e Massane), comune invece nel Belgio (sec. B O N D R O I T ) . Gli esemplari dalmati sono molto piccoli, i l capo è annerito solamente sulle guancie, non sulla parte anteriore della fronte, la clava é assai debolmente offuscata. Forse essi costituiscono una razza a sè. 39. Leptothorax Nylanderì F ò r s t . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 447 e Eur. Form. 1861, 59; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 22; Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 155; Emery, Form. Ital. 1916, 181; tuberum var., A n d r é , Spec. H y m . 1883, 300; tuberum subsp. Nylanderì, Forel, Verh. zool.-bot. Ges. 1892, 314 e Emery, Ent. M i t t . 1914, 157). 95 Specie largamente diffusa nel nostro territorio, dalla regione del faggio fino al mare. Vive nelle corteccie dei tronchi, nei muschi, però si raccoglie anche vagliando il fogliame ed il terriccio nelle doline e nei boschi. I l materiale della regione adriatica orientale va diviso nelle seguenti razze : a) L . Nylanderì N y l a n d e r ì Forst (Forel 1915 e Emery 1916; L . Nylanderì, Mayr, Form. Austr. 1855, 447). — Forma generalmente più grande, col capo largo, di sopra più o meno diffusamente offuscato, però le guancie sempre gialle, la fronte con minutissima e densa striolatura longitudinale. — L a 9 P epinotali robuste e lunghe e lo scutello in gran parte striato; il capo con finissima e densissima striatura longitudinale. Forma dell' Europa media, che dal Nord si estende fino all ' Istria centrale. Abita le regioni più alte e più fredde ed evita la costa del mare. c o n s m e Venezia Giulia. — Prevallo-Scnosccchia, 5-909, 1 es.; M . Tajano, 5-908, 1 es. nel terriccio; Mime pr. Caslcluuovo, 2 y e 2 9 dealate, 4-911 ( W . ) ; Clanez, in un tronco d'albero, sotto la corteccia, numerose y, 25-9-910; Divaccia, vagliando, 1 9 dealata, 29-3-914; Lipizza, vagliando fogliame e muschi nelle doline, 3-908 e 5-901, abbastanza frequente. Esemplari raccolti al Boschetto presso Trieste, sotto un sasso, si avvicinano più o meno alla razza c. b) L . Nylanderì parvulus Schenck (Nylanderì var. parvulus, Forel 1915 e Emery 1918; !.. parvulus, Mayr, Form. Austr. 1855, 448). — Forma piccola, col capo del tutto giallo. La 9 più piccola, colle spine dell' epinoto meno lunghe e collo scutello nel mezzo liscio e lucido. Venezia Giulia. — Nel bosco di Panoviz presso Gorizia, una serie di y ed 1 y dealata raccolte al vaglio, 16-4-908. c) L . Nylanderì Lichtensteini Bondroit (L. Lichtensteini Bondroit, Fourm. France, 1918, 123). — 11 capo generalmente più stretto, anche sulla fronte con distinta zigrinatura rotonda, spesso un poco offuscato nella parte anteriore. Statura piccola. La 9 striatura del capo meno densa che nel Nylanderì f. typ. c o n 96 Se la differente scultura del capo nelle O. fosse costante, potrebbe darsi che i l Lichtensteini sia realmente una buona specie, come lo considera i l B O N D R O I T . I l mio materiale è però troppo esiguo per poter decidere in merito. 11 Lichtensteini abita di preferenza la zona costiera della Dalmazia e dell' Istria e si spinge al Nord fino a Trieste. Venezia Giulia. — Dintorni di Trieste : Opcina in una dolina, nel terriccio sotto foglie di edera, 4-901; Trebiciano, 6-09, 1 9 dealata, con spine lunghe ( P . ) ; Duino, 15-3-914, 2 y e 1 9 dealata, con spine epinotali assai brevi, angolose. — Istria : Salvore, stacciando fogliame in un parco, 4-922; Draga di Moscenizze, 6-09, 1 es.; scoglio Tondo grande presso Orsera, 4-909, vagliando il fogliame nelle macchie, 1 es. (C.). Dalmazia. — Retroterra di Zara : Kistanje, 1 9 dealata, con spine bene sviluppate. — Dintorni di Spalato: Castella, 9-921, 1 es. — Bocche di Cattaro : Oko, nel terriccio, numerose y , 2-912 ( C ) . — Probabilmente sono da ascriversi a questa forma anche gli esemplari di Ragusa raccolti dal Frauenfeld e indicati dal M A Y R (1855, p. 448) col nome di Nylanderì. Osservo, che tra gli esemplari di Oko nelle Bocche di Cattaro ve ne sono molti senza traccia di solco mesoepinotale. Essi hanno però i peli del gastro evidentemente più lunghi ed esili dell' unifasciatus delle Bocche di Cattaro. Il Lichtensteini è descritto dalla Francia meridionale, ove sostituisce i l vero Nylanderì della Francia centrale e settentrionale. 40. Leptothorax sordidulus n. sp. Affine al Nylanderì per le antenne perfettamente gialle ed i l solco mesoepinotale ben distinto, però la colorazione affatto diversa (vedi la tabella) e le spine dell' epinoto molto più brevi, quasi triangolari. Differisce dal L . unifasciatus, oltre che per i l colorito diverso, per i l solco mesoepinotale ben distinto e per le spine dell'epinoto brevi e triangolari (come nel corticalis). I l capo densamente zigrinato, con sottilissime rughe longitudinali (come nel{'unifasciatus e nel Nylanderì f. typ.); i peli del gastro brevi e rigidi (come nel!' unifasciatus). Stando alla tabella del B O N D R O I T , si arriva al L . Krausseì Emery di Sardegna, Corsica e Sicilia, i l quale però dovrebbe avere 97 il capo densamente striato (mentre è fittamente zigrinato nel sordidulus), le spine epinotali più esili e lunghe e i l peziolo nettamente angoloso (nel sordidulus con nodo piuttosto arrotondato). Venezia Giulia. — Carso triestino : Roditti, 23-4-911, un unico esemplare ( y ) . 41. Leptothorax flavicornis Emery ( A n d r é , Spec. H y m . 1883, 294; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 36; Emery, F o r m . I t a l . 1916, 176). Non ho ancora veduto le y dalla nostra regione, ma posseggo due G , che avendo le antenne 11 articolate, devo ascrivere a questa specie. L a cellula cubitale dell' ala anteriore corrisponde per la forma al tipo Leptothorax s. str. di E M E R Y (vedi Form. Ital. 1916, p. 185, fig. 1), quantunque il radio non raggiunga del tutto i l margine dell' ala. I l colore è completamente giallo, tranne i segmenti del gastro, che hanno fascie brune più o meno accentuate. L ' epinoto è munito di due spine abbastanza lunghe. L . 3.3 mm. Dalmazia. — Isola di Lesina : Gelsa, nel terriccio, 20-3-912, 1 9 dealata ( N . ) . — Bocche di Cattaro : Risano. 11-7-908, 1 9 alata, coli' addome più oscuro, bruno-piceo, eccetto la terza parte basale del primo segmento. I l L . flavicornis era noto finora solamente d ' I t a l i a e della Svizzera (Ticino). Nidifica nel suolo. Sottogenere Mychothorax (Ruzsky) Emery. 42. Leptothorax acervorum Fabr. (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 436 e Europ. Form. 1861, 58; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 294; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 26; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 147; Emery, Form. Ital. 1916, 182). Specie dell' Europa centrale e settentrionale, che è stata trovata finora da noi in una sola località montana dell' Istria, ma che certamente sarà più diffusa nelle A l p i Giulie. Venezia Giulia. — M . Tajano, regione dei faggi, vagliando nidi di Formica piniphila, poggiati su tronchi fracidi, 5-922. I primi esemplari vennero raccolti dall' amico Finzi, altri successivamente da me. I n Italia nelle A l p i , Prealpi e nell'Apennino, almeno fino alla Toscana ( E M E R Y ) . 98 15. Genere : C H A L E P O X E N U S Menozzi. A t t i Soc. I t a l . di Scienze Naturali, L X I (1922), 257. 43. Chalepoxenus mullerianus Finzi (Leptothorax [subg. Temnothorax} mullerianus Finzi, Bull. Soc. Ent. Ital. 1921, 118). D ' accordo coli' amico F I N Z I credo di dover ascrivere i l suo Temnothorax mullerianus al nuovo genere Chalepoxenus, istituito di recente da M E N O Z Z I per una nuova formica mirmecofila del Piemonte (Citai. Gribodoi Menozzi n. gen., n. sp.). Colle tabelle di M A Y R e A N D R É si determina effettivamente il mullerianus per Temnothorax, però confrontandolo col 7". recedens, che va considerato come tipo del genere, ne risultano differenze essenziali. Anzitutto lo scapo del mullerianus non oltrepassa il margine occipitale e non è affatto assottigliato o strozzato all'apice; le antenne sono in genere più grosse e robuste. I l capo si avvicina alla forma rettangolare, gli occhi sono ben più grandi; la f o s s a a n t e n n a l e si p r o l u n g a i n un s o l c o p i a t t o , fin sopra gli occhi. L a fronte è appiattita, con breve solco o depressione longitudinale nel mezzo. Tanto la fronte, quanto i solchi antennali sono più o meno striati o rugosi, mentre i l capo del T. recedens è completamente liscio e lucido. T u t t a la conformazione del capo ricorda piuttosto i l genere Harpagoxcnus, solamente i solchi frontali sono appena accennati e non bene delimitati. I l solco mesoepinotale è più profondo che nel T. recedens e !'epinoto nuovamente elevato dietro i l solco suddetto. I denti dell'epinoto hanno circa la stessa forma come nel T. recedens, ma sono un poco più grandi. Straordinarie appariscono le differenze del peduncolo addominale : nel T. recedens molto più stretto ed esile, nel Ch. mullerianus assai largo e robusto, con nodi enormi, trasversi, quello del postpeziolo ancor più largo del peziolo. L a forma dei nodi assomiglia a certi Tetramorium cacspitum del gruppo de! ferox. I peli del gastro sono ben più corti che nel T. recedens. D i sotto, il peziolo possiede un valido dente obliquo alla base ed il postpeziolo una leggerissima prominenza tubercoliforme, che va considerata come un rudimento della sporgenza che caratterizza i generi mirmecofili Ilarpagoxenus, Formicoxenus, Epimyrma, ecc. T u t t i i caratteri del mullerianus sono tali, da coincidere perfettamente colla diagnosi g e n e r i c a di Chalepoxenus. I o non 99 posseggo la specie descritta da M E N O Z Z I ( C / I . Gribodoi), però dalla buona descrizione che ne fa l'autore risulta che i l nostro mullerianus differisce per i l postpeziolo molto più largo, lateralmente arrotondato e per i l solco mesoepinotale più profondo, i l colore è pressoché uniformemente bruno, le zampe giallo-chiare. L . 3 mm. Venezia Giulia. — S. ('anziano pr. Divaccia, sotto il muschio nella cavità di una roccia. Gli unici quattro esemplari finora noti sono stati trovati dall' amico Finzi nel 1920. Genere: H A R P A G O X E N U S Forel. (Tomognathus Mayr 1861). [ H . sublaevis N y l . — Adlerz, Myrmecologiska studier, I I I , B i h . Svenska Ak., v o i , 2 1 , afd. 4, n. 4, 1896, $ 9 ergatoidi. — Viehmcyer, A b h . nat. Ges. Isis, Dredsen, 1906, Heft 2, p. 57, tav. 3, ? ] . Specie dell'Europa media che vive i n s o c i e t à miste col Leptothorax acervorum. Non è stata ancora rinvenuta nel nostro territorio, n è nel rimanente d ' I t a l i a ; però è probabile che v e r r à scoperta nelle A l p i Giulie. I l punto p i ù vicino alla nostra frontiera, donde posseggo questa specie, è Friesach i n Carinzia (leg. Dott. C. Cori j u n . , 9-912). e 16. Genere : F O R M I C O X E N U S Mayr. (Revisione: E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1908, 551). 44. Formicoxenus nitidulus N y l . (Mayr, F o r m . A u s t r . 1855, 418; André, Spec. H y m . 1883, 273; Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 551 e Form. Ital. 1916, 190; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 83; Forel, Ameis. .Schweiz 1915, 18; Bondroit, Fourm. France, 1918, 141. Stenamma Westwoodi Mayr, Europ. Form. 1861, 56). y . Totalmente lucida, giallo o bruno-rossiccia, il capo alle volte più oscuro, il gastro piceo eccetto la base e 1' apice. L . 2.3 - 2.6 mm. — La 9 ha di solito i l corpo anteriore più oscuro. L . 3 mm. Specie dell' Europa centrale e settentrionale, che E M E R Y (1916) non conosceva ancora d ' I t a l i a . Trovasi invece abbastanza frequente nella Venezia Giulia, sui monti e ned' interno, nei nidi della Formica piniphila e pratensis. Non mancherà probabilmente nemmeno nelle montagne dalmate, però nessuno 1' ha finora cercata nei siti convenienti. Venezia Giulia. — Istria centrale e settentrionale : Lupolano, 10-912 ( W . ) ; Mune, 4-911, operaie e singole 9 dealate (W.) ; M.te Tajano, in un nido di Formica pratensis diverse y e una 9 dealata, 5-908; Roditti, in diversi nidi della Formica piniphila, 23-4-911. Anche a Tolmezzo in Carnia (4-914, una 9 dealata). 100 17. Genere : T E T R A M O R I U M Mayr. (Revisione : E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 695 - 706). 1. Le fosse antennali e le lamine frontali non si estendono al di là della linea che unisce i margini anteriori degli occhi . 2. -— I l capo con s o l c h i antennali lunghi quanto lo scapo, le lamine frontali arrivano quasi fino al vertice . . . . 4. 2. I l capo con striatura longitudinale sulla fronte e t r a s v e r s a l e sull' occipite. Del resto somigliante per colore, statura, scultura e forma del peduncolo al 7". semilaeve. — 9 Relativamente piccola, giallo-bruna; i l mesonoto non ricopre del tutto la parte mediana del pronoto, che è di conseguenza visibile dall' alto in tutta la sua larghezza; nodo del peziolo e postpeziolo fortemente trasversi. — Regione tirrena; Andalusia; Crimea, Caucaso. : (meridionale E m e r y ) . — I l capo con striatura longitudinale anche stili' occipite oppure la parte posteriore del capo è irregolarmente rugosa o liscia. — 9 P grande, col margine anteriore del mesonoto a strapiombo, in modo da coprire del t u t t o o almeno nel mezzo i l pronoto 3. 3. I l capo opaco b poco lucente, con striatura completa, più forte e spesso ineguale per P alternarsi di strie più marcate con altre più deboli, accessorie. Nodo del peziolo rotondo o trasverso, però sempre un poco più stretto del postpeziolo. — 9 corpo nero-piceo, torace alto, colle spalle più o meno nascoste sotto la convessità anteriore del mesonoto; peduncolo addominale più o meno rugoso ed opaco; gastro con pubescenza più ricca; spine epinotali più snelle e più appuntite. — Lunghezza y 2.5-4 mm, 9 5.5-8 m m . 45. caespitum ( L . ) . —- I l capo più lucido, con striatura finissima, densa e uguale, evanescente ai lati dietro g l i occhi, talvolta quasi del tutto mancante; le parti liscie (non s t r i a t e ì con punti piligeri evidenti. I l nodo del peziolo sempre trasverso e quasi tanto largo quanto i l postpeziolo, che è relativamente più piccolo che nella specie precedente. — 9 bruna, lucente (eccetto i l capo) ; torace più basso, coli' orlo omerale del pronoto spianato, più sporgente, ben visibile d a l l ' a l t o ; peduncolo addominale liscio; gastro con peli più radi; spine epinotali più brevi, ottuse, triangolari. L . y 2.2-3 mm, 9 5.5-6.5 mm. 46. semilaeve A n d r é . : m : : 101 4. Nodo del peziolo non più largo che lungo. L a fronte con striatura longitudinale grossolana, l'occipite, i lati del capo, il torace ed i l peziolo reticolati. Spine epinotali più lunghe. L . 3.4 - 4 mm. — Specie tropicale acclimatizzata i n qualche serra calda d' Europa. (guineense Fabr.). — Nodo del peziolo leggermente trasverso. Scultura più sottile, capo e torace con striatura longitudinale. Spine epinotali molto brevi. D i color ferrugineo chiaro, col gastro bruno; i peli eretti più brevi, clavati. L . 1.6-2 mm. — Specie tropicale, importata in alcune serre d' Europa. (simillimum Smith). 45. Tetramorium caespitum ( L . ) Bondroit (Fourm. France, 1918, 109; Mayr, Form. Austr. 1855, 427. T. caespitum part., André, Spec. H y m . 1883, 285; Emery, Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 697 e Form. Ital. 1916, 121). Quantunque io consideri questa specie, nel presente lavoro, in un senso più ristretto di E M E R Y (1909 e 1916), avendo eliminato i l gruppo del semilaeve come specie a sè, pure ne rimane ancor sempre un Tetramorium caespitum assai polimorfo, sia per la grandezza ed i l colore, sia per la scultura, sia per la conformazione del peduncolo addominale. Non già che gli esemplari provenienti dalla stessa colonia fossero molto differenti tra loro, anzi osservasi di solito una grande uniformità tra gli esemplari raccolti nello stesso nido; ma confrontando serie di vari nidi o colonie, talora non molto distanti, ci si affacciano spesso differenze morfologiche, che basterebbero, in altri generi, per definire specie distinte. Studiando minutamente un ricco materiale, si ha la convinzione, che quasi ogni sito del nostro territorio adriatico alberghi una propria forma di Tetramorium caespitum, contraddistinta almeno in qualche piccolo carattere dai Tetramorium dei siti circostanti; e ciò tanto più, se si riesce a procacciarsi anche le rispettive femmine, che presentano di solito differenze morfologiche ancor più marcate. P e r ò è ben difficile definire nettamente tutte le varie forme del T. caespitum della nostra regione, causa l'ininterrotta catena d'insensibili passaggi tra le forme operaie e la scarsità di esemplari femminili, per cui mi limiterò a raggruppare tutto i l mio materiale intorno a pochi tipi principali. I l T. caespitum, nel senso ristretto che gli dò nel presente lavoro, abita tutta la regione adriatica orientale, dalle vette dei monti fino al mare e alle isole dei Carnaro; però non 1' ho ancora osservato nelle isole dell'Adriatico meridionale. Generalmente le forme dei siti più elevati o anche bassi, ma umidi, si avvicinano al tipo dell'Europa centrale; mentre alle coste e nelle isole predomina una forma piccola, giallognola, col gastro oscuro, che rassomiglia al T. semilaeve. Nidifica sempre nel suolo, sotto sassi, oppure alla base dei muri nelP abitato e penetra alle volte nelle abitazioni in cerca di cibo. a) Forma typica. — y di colore bruno piceo o nerastro, di statura generalmente più grande. I nodi del peduncolo addominale nel mezzo lisci, ai lati più o meno rugosi. — 9 picea, lunga 7 - 8 nini; mesonoto più o meno striato, la striatura più sottile di quella del capo; la faccia dell' epinoto al di sopra delle spine con striatura variabile, talvolta longitudinale, talvolta obliqua e assimmetrica, di rado trasversale. Regione montana: Monte Re, 5-912 (Ciana); Velebit, Mali Halan, un nido con una 9 senza ali, 20-5-14 ( N . ) ; Mossor (tra Spalato e Almissa), un nido con singoli QS, 12-7-911; Orjen (la più alta vetta del Crivoscie, oltre 1800 ni, Bocche di Cattaro), 7-908. — Gorizia e F r i u l i : Panoviz, lungo la strada, un nido con larve molto grandi, 16-4-908; Grado, 5-914, 1 y grande, tipica e 7-921, una serie di operaie più piccole, ma nere; Monfalcone, sotto sassi, 28-3-09; però anche sotto mucchi di Zostera alla spiaggia di Monfalcone, 9-906 singole y e 1-6-919 un intero nido con 9 9 alate (Spr.). — Territorio di Trieste : Roditti (600 m ) , sotto sassi su terreno carsico, 4-911; Storje, su terreno erboso in una dolina, sotto un sasso, 11-909 (Spr.); sul Petnjak presso Brestovizza nei dintorni di Storje, 10-911 ( P . ) ; Panaro, 5-911 (P.) ; Miramar, spiaggia rocciosa dinanzi al Castello, 8-920 (F.) ; Terstenicco, 5-08 (Cj,ana) ; Trieste, città, 4-909; molte femmine alate (volo nuziale) sul colle di S. Giusto, 10-6-920 ( F . ) ; singole femmine senza ali, 28-6-08 e 25-6-911; Draga-Moccò, sotto un sasso, 4-08. — Istria : Bagnoli, 4-910; Negherà pr. Muggia, su terreno salmastro, 5-912, y y e 1 9 senza ali ( W . ) ; Umago, 6-912 ( W . ) ; Lotiche, terreno carsico, aprico, 4-910; Clanez, 11-911 ( W . ) ; Slivie pr. Marcovsina, 25-2-912 ( W . ) ; Mune-Zejane, 4-911 ( W . ) . — Isole : Cherso, parte settentrionale, 3-921 (Ravasini); Unie, polje, terreno sabbiosoargilloso, 7-922; Sansego, terreno sabbioso, un nido con una 9 103 Senza ali, 20-7-922. — Dalmazia, zona costiera : Zjemonico pr. Zara, 27-7-913, un nido con una 9 alata; numerosi altri esemplari 4.914 9-914 (N.) ; Salona, 7-913 ( W . ) ; Suciuraz, 1-912 ( N . ) . Fra tutti questi esemplari raggiungono la massima grandezza quelli di Umago, Cherso, Noghera, Trieste e Monfalcone (spiaggia). Notevoli per piccolezza quelli trovati da Finzi alla costa di Miramar, che hanno però i l colorito nero-piceo intenso (non giallastro, come osservasi spesso nelle forme piccole dei lidi dell' Istria meridionale e della Dalmazia). Questi esemplari di Miramar coincidono quasi perfettamente colla forma più piccola di Grado. I l nodo del peziolo varia in larghezza e di conseguenza anche nella forma : è rotondo, come nel caespitum typ., negli esemplari del Velebit, del M.te Re e di R o d i t t i ; verso la costa esso diventa gradualmente un poco più largo, trasverso, e raggiunge i l massimo della larghezza negli esemplari di Cherso e Umago, che rappresentano una forma molto grande, nero-picea. A Zemonico esemplari abbastanza grandi, bruni o picei, con peduncolo diverso a seconda dei nidi : in alcuni nidi i l peziolo più stretto e rugoso, in altri più trasverso e quasi liscio. Esemplari abbastanza grandi, ma di colorito più chiaro, col torace giallo-bruno, i l capo ed i l gastro più oscuri, sono quelli del Lanaro, di Lotiche e Salona. P i ù piccoli e di colore abbastanza chiaro quelli di Panoviz. e Certe colorazioni chiare potrebbero forse venir ascritte a uno stadio di sviluppo immaturo; però le diversità del peduncolo e della grandezza sono indici di effettive variazioni morfologiche, che converrà stabilire nel loro vero valore tassonomico sulla base di un materiale ben più importante del mio e principalmente sulle rispettive forme sessuali. b) Affine alla forma precedente, ma le 9 n o t e v o l m e n t e p i ù p i c c o l e , c o n s t r i a t u r a d e l m e s o n o t o molto estesa e p i ù g r o s s o l a n a che quella sulla fronte. L . 9 5-5-6 mm. — Le operaie brune o giallo-brune, col gastro più oscuro e coi nodi del peduncolo spesso rugosi anche nel mezzo. Dintorni di Trieste : Opcina, terreno carsico, sotto pietre, un nido con 3 9 senza ali, 30-5-911; Monte Spaccato, un nido con 1 9 senza ali, 5-11-911 (P.). Due y di Castelnuovo di Cattaro, in Dalmazia, coi nodi del peduncolo fortemente rugosi, di color bruno rossiccio, col gastro 104 nerastro, hanno 1' aspetto della forma b, ma non possono venir identificati con sicurezza senza le rispettive G\ c) Forma piccola, chiara, delle isole del Carnaro e della Dalmazia settentrionale. Giallo-bruna, col gastro nerastro. Nodi del peduncolo in gran parte lucidi, solamente ai lati debolmente rugosi. 9 ignota. Cherso, 4-922 (Ravasini) ; Arbe, 9-910 (de M a y e r ) ; Lussin, Chiusi, 7-913 (Gridelli); Zara, 8-908, un nido con molte operaie ancor molli, immature; Bencovaz, 12-913 (Nov.). — Sull'isola di Uglian pr. Zara una serie di operaie un poco più oscure, 7-908. d) Simile alla precedente, ma la striatura del torace più debole, più o meno obliterata nel mezzo, in modo da lasciar libera sul mesonoto un' area centrale quasi liscia. Torace e capo, compresa la fronte, giallo-rossicci. — 9 piccola (6 mm.), picea, col c a p o r o s s a s t r o ; mesonoto perfettamente lucido, senza striatura, solamente con punti piligeri. I QSCS lunghi 5 mm, col capo piceo. — Non è escluso che questa forma si riferisca alla var. Schmidti Forel della Palestina e dell'Albania. : U n nido con tutte le tre forme sul Vaganj, nella catena del Prolog, sotto un sasso a circa 1700 m d'altezza, 7-912. Tralascio la citazione delle altre l o c a l i t à del T. caespitum indicate nella vecchia letteratura (FRAUENFELD, 1856, 435; GASPERINI, 1887, 8; GALVAGN1, 1902, 380), n o n potendosi stabilire, se g l i autori intendano i l vero caespitum o i l semilaeve. Solamente per M e 1 e d a m i pare assicurata la presenza del cacspitum (accanto al semilaeve), come risulta da una indicazione del MAYR (1911, 75). 46. T e t r a m o r i u m semilaeve A n d r é , (Bondroit, F o u r m . France, 1918, 109. T. caespitum part., Mayr, Verh. zool.-bot. Ges. 1870, 973; caespitum v. semilaeve A n d r é , Spec. H y m . 1893, 286; subsp. semileve Emery, Deutsche Ent. Zeitschr, 1909, 703 e subsp. semilaevis Emery, Form. Ital. 1916, 196). La striatura del capo varia" notevolmente in estensione. Gli esemplari dalmati hanno spesso il capo in gran parte liscio e lucido ) ; però ve ne sono dei singoli colla fronte totalmente striata. Ma le strie sono sempre alquanto più sottili e più dense che nel T. caespitum, per cui si riesce di solito a distinguere nettamente le due specie. Le parti lucide del capo presentano dei punti piligeri 1 ' ) Questi esemplari corrispondono alla var. splendens Ruzsky del semilaeve, indicata dal Caucaso e dall'Asia minore (secondo la revisione di E M E R Y , 1909, 704). 105 ben distinti. Il colorito è di solito un bruno più o meno chiaro, col capo ed il gastro più oscuri; però tengo due esemplari dello scoglio Galiola, che sono di un colore bruno-piceo uniforme. Per la forma e lucentezza del capo, specialmente per i punti piligeri molto evidenti sulle parti del capo non striate, sussiste una grande somiglianza colla var. diomedea Emery delle Tremiti e dell' Italia meridionale, la quale ha però il peduncolo addominale ancor più robusto e di conseguenza il nodo del peziolo ancor più trasverso. L a 9 del semilaeve differisce notevolmente dal T. caespitum per la forma del torace e si avvicina in questo riguardo al T. meridionale. L o scutello forma un piano perfetto in continuazione del mesonoto, mentre è più convesso all' apice nel T. caespitum. L e spine epinotali sono più brevi, triangolari, la faccia dell' epinoto al di sopra delle spine minutamente zigrinata. Il peduncolo addominale è conformato all' incirca come nel 7". caespitum, però quasi perfettamente liscio e lucido ed il postpeziolo meno largo. In ciò la 9 del nostro semilaeve differisce notevolmente dalla var. diomedea, la quale, stando alla descrizione dell' E M E R Y , ha il peduncolo più largo e ben diversamente conformato che nel T. caespitum (vedi E M E R Y , 1916, 146, fig. 1 e 2, 9). Il T. semilaeve venne descritto originariamente da A N D R É come una varietà mediterranea del T. caespitum ed ancor E M E R Y nel 1916 lo considera come razza locale. A prima vista parebbe che anche da noi i due Tetramorium si comportino come forme geografiiche, vicarianti, essendo il caespitum in ispecial modo copioso nella zona continentale e persino sui monti, mentre il semilaeve abita esclusivamente le plaghe costiere ed insulari da Pola al Sud, e manca completamente ad esempio nel territorio di Trieste. Però lo studio minuzioso della distribuzione delle due forme nella regione adriatica orientale, ci insegna che le due aree di distribuzione, per quanto generalmente distinte, s i s o v r a p p o n g o n o i n p a r t e e che proprio lì ove avviene l'incontro delle due forme, esse si distinguono nettamente 1' una dall' altra per la scultura del capo. Se si aggiungono le nuove differenze morfologiche riscontrate nelle femmine, specialmente il torace alquanto diverso, credo non si possa fare a meno di considerare il T. semilaeve come specie a sè. Ciò vale naturalmente per la nostra regione. Può darsi che altrove esistano tutti gli anelli di congiunzione; ma può darsi anche, 106 che sotto i l nome di T. caespitum si nascondano ancora altre specie distinte, ritenute finora come razze o varietà. P e r ò , per poter decidere un tanto, non bastano le cognizioni attuali sui Tetramorium, che si compendiano in una sequela interminabile di descrizioni di « nuove » forme, basate in gran parte su singole serie d ' i n d i v i d u i senza le rispettive Q;; ma converrà raccogliere ancor molto materiale, per poter stabilire con esattezza la variabilità effettiva e la distribuzione di ogni singola forma. Sarebbe bene che tali studi, lunghi e minuziosi, si facessero anzitutto per singole regioni, onde poter poi coordinare i risultati ed affrontare definitivamente i l problema delle forme del T. caespitum. Ed ora ecco le località a me note del T. semilaeve nella regione adriatica orientale : Venezia Giulia. — Pola, Bosco Siana, falciando 1' erbe, 7-920; Cherso, 4-922 (Ravasini); Scoglio Galiola; 5-911 ( G . ) ; Scoglietto dinanzi al porto di Unie, sotto sassi, 7-922; Scoglio Kozjak, 6-911 (G.); S. Pietro dei Nembi (sec. M A Y R , 1870, 973). Dalmazia. —- D i n t o r n i di Zara : Boccagnazzo, 3 e 4-914, numerosissimi esemplari ( N . ) ; Diclo, 13-4-914 diverse 8 e una 9 senza ali ( N . ) . — Dintorni di Sebenico : Scoglio Svilan presso Rogosnizza, 4 y, delle quali 2 col capo quasi perfettamente liscio, 5-911 ( G . ) . — Dintorni di Spalato : Castella, 4-911 e 4-922, numerose y ( N . ) . — Dalmazia meridionale : Ragusa, 1 singola 9 senza ali, 22-6-914 ( N . ) ; Risano, Bocche di Cattaro, 7-908. —Isole : Brusje (Lesina) tutte le tre forme, alla fine di maggio e in giugno (sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 8 ) ; Comisa, (Lissa), 7-909; Busi, 5-911 ( G . ) ; Cazza, 6-912, 1 cs. col capo quasi perfettamente liscio ( C ) ; Melisello, 3-912, 1 es. col capo striato ( C ) ; Meleda, 4-906 (sec. MAYR, 1911, p. 75). I I . Sezione: R h a g o m y r m i c i n a e Forel, 1917. (Cryptoccridac A n d r é 1883, Dacctini Emery 1916). Le nostre specie (y e 9 ) hanno i l postpeziolo molto largo, trasversalmente ovale, orlato ai lati e di dietro con e s p a n s i o n i ni e m b r a n o s e o spugnose, affatto particolari. 11 clipeo è grande, triangolare, incuneato, nella fronte, anteriormente arrotondato. L ' e p i n o t o munito di due piccoli denti. — Piccole formiche gialle, ipogee, con piccolissimi occhi neri. 10? 18. Genere : S T R U M I G È N Y S Smith. Sottogenere : Cephaloxys Smith. Mandibole piccole, ma relativamente larghe, non lineari, col margine interno densamente denticolato. 47. Strumigenis Baudieri Emery ( F o r m . I t a l . 1916, 205, fig. 61; Bondroit, Fourm. France 1918, 168. — Epitritus Baudieri Emery, Ann. Mus. Genova, 1875, 474; Anche, H y m . 1883, 403). y . Capo molto ristretto e sporgente all'innanzi; la porzione del capo, situata tra le antenne e le mandibole, lunga quanto larga. Occhi piccoli, neri. Mandibole allungate. Corpo anteriormente opaco, addome (compreso i l peduncolo) lucente. L . 2 mm. — La Q differisce solamente per gli occhi più grandi ed i l torace altrimenti foggiato. L . 2.3 mm. Dalmazia. — Zemonico pr. Zara, nel terriccio raccolto al vaglio, parecchie 0 e 2 9 dealate, 7 e 9-914 ( N . ) ; Kistanje, 9-901, 1 ; Castella pr. Spalato, 11-917 e 4-918 ( N . ) . Venezia Giulia. — L a località di Trieste, indicata dal F O R E L (1905, 179) in base al materiale ricevuto dal Dott. Graeffe, non è sicura, avendo i l Dott. Graeffe raccolto anche a Fola e Laurana, confondendo spesso i l materiale di varia provenienza. Italia, Francia meridionale, Tunisia e Costantinopoli. y 19. Genere : E P I T R I T U S Emery. 48. Epitritus argiolus Emery ( B u l l . Soc. E n t . I t a l . 1868, 136 e Form. I t a l . 1916, 206, fig. 64; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 402, tav. X X V , fig. 13; Bondroit, F o u r m . France, 1918, 169). y . Distinguesi facilmente dalla specie precedente non solo per i caratteri generici, contemplati nella tabella, ma benanco per i l capo meno allungato a l l ' innanzi, cosparso di squamette rotonde, pallide, che g l i danno quasi un aspetto ocellato; per le mandibole relativamente lunghe, falciformi, tra le quali sporge il labro appuntito, bifido; e per i l peduncolo addominale opaco. L . 1.6 - 2 mm. Dalmazia : Zemonico, nel terriccio, assieme alla Strumigenis Baudieri, diverse operaie, 8 e 9 914 ( N . ) . Specie mediterranea, probabilmente diffusa come la precedente (Francia merid., Italia, Tunisia, Ungheria). 108 I V . Sottofamiglia: D O L I C H O D E R I N A E Forel. T a b e l l a delle t r i b ù e dei g e n e r i (y e 9) • 1. Declivio posteriore dell'epinoto fortemente incavato, l ' i n cavatura sormontata da una lamina dorsale sporgente e leggermente biloba. Capo e torace con forte punteggiatura. (Dolichoderini). 20. Dolichoderus. — Declivio dell' epinoto piano o leggermente convesso. Capo e torace con punteggiatura finissima. (Tapinomini) . . 2. 2. Torace con lunghi peli eretti. Clipeo largamente troncato o leggermente bisinuato; lamine frontali brevi; ocelli più o meno distinti. Peziolo squamiforme. La 9 molto grande, le ali anteriori con due cellule cubitali chiuse. 21. Liometopum. — Torace (nelle nostre specie) senza peli eretti. Le ali anteriori della 9 a cellula cubitale 3. c o n u n 3. Clipeo semplicemente arrotondato, senza incisione mediana; la fronte senza lamine frontali distinte. Peziolo squamiforme. Profilo dorsale del torace ( y ) quasi diritto nella regione mesoepinotale. 22. Bothriomyrmex. — Clipeo con piccola e stretta incisione mediana. L a fronte con brevi lamine frontali. Peziolo con squama rudimentale, indistinta. Profilo del torace con evidente impressione angolosa nella sutura mesoepinotale. 23. Tapinoma. Tribù : D o l i c h o d e r i n i . 20. Genere : D O L I C H O D E R U S L u n d . 49. Dolichoderus quadripunctatus L . ( A n d r é , Spec. H y m . 1892, 226; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 4 1 ; Emery, Form. Ital. 1916, 210; Bondroit, Fourm. France, 1918, 87. Hypodìnea quadripunctata Mayr, Form. Austr. 1855, 107 e Europ. Form. 1861, 40). y . Capo e gastro neri, quest'ultimo con due paia di macchie giallognole, torace rosso o bruno. I l clipeo con depressione mediana al margine anteriore. Solco mesoepinotale profondo. Peziolo inserito alla parte inferiore del gastro, con squama grossa, arrotondata e inclinata all' innanzi. L . 3 - 4 mm. Le forme alate poco più grandi dell' operaia, con due cellule cubitali chiuse. L a 9 simile all' y , però il torace rosso, macchiato 109 di nero. I l cf del tutto nero, senza macchie sul gastro e senza incavatura dell' epinoto. Specie rara nella nostra regione. Nidifica nei rami secchi e sotto le corteccie. Predilige le quercie ed i noci. Venezia Giulia. — Trieste, numerose operaie su una quercia, 10-908 (Dott. Graeffe). Europa media e meridionale, però pare che manchi nella zona prettamente mediterranea. Dappertutto piuttosto rara (Belgio, Francia, Svizzera, Italia, Bosnia, Bulgaria, ecc.). Nota. — Gli esemplari di Trieste, come pure alcuni della Bosnia (Tuzla-Spr.) costituiscono forse una piccola razza balcanica, che differisce dai miei esemplari dell' Europa media (Seeboden - Carinzia e Vcldes - Carniola) per minor statura, per la punteggiatura del capo più rada e per l'epinoto in gran parte bruno. L . 3 - 3 . 2 mm. Resta a vedersi se si tratti realmente di una forma geografica che meriti di esser denominata. Tribù : T a p i n o m i n i . 21. Genere : L I O M E T O P U M Mayr. 50. Liometopum microcephalum Panzer (Mayr, Europ. Form. 1861, 39; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 220; Forel, Ameis. Schweiz. 1915, 43; Emery, Form. Ital. 1916, 212; Bondroit, Fourm. France 1918, 88. Formica austriaca Mayr, Verh. zool.-bot. Ver. Wien, 1852, 144 e Form. Austr. 1855, 318). y\ D i grandezza molto variabile. Corpo anteriore giallo-rossiccio, col capo più o meno offuscato; gastro bruno o nero con fitta pubescenza biancastra, sericea. Sul capo si riconoscono spesso gli ocelli, quantunque molto meno distintamente che nella 9- Lutigli. 3.5 - 6 mm. 9- Molto più grande, totalmente bruno-picea, ad eccezione della parte anteriore del capo, che è rossastra. I l gastro con pubescenza più fina, giallognola. Le ali leggermente giallognole. Lungh. 10-12 mm. Specie pontica che trovasi nel continente dalmate tra Sebenico e Ragusa, mentre manca assolutamente nei dintorni di Trieste. Venne trovata appena pochi anni fa nell'Istria orientale, alle falde del M . Maggiore. — Nidifica nel cavo degli alberi, particolarmente 110 delle quercie, dove costruisce dei nidi di cartone legnoso. Emana un forte odore di Tapinoma ed è assai aggressiva. Venezia Giulia. — Sulla strada al M . Maggiore (versante istriano), numerose y sul tronco di una quercia (Ciana, 7-920). Dalmazia. — Dintorni di Sebenico : Scardona ( F R A U E N F E L D , 1856, 435, citato col nome di Formica austriaca). — Dintorni di Spalato : Castella, 5-922 ( N . ) ; Salona, sui pioppi, 7-913; Spalato (Danza, sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 8 ) ; Stobrec, 28-3-912 ( N . ) ; Gata, ai piedi del Mossor, numerosissimi esemplari vaganti sul fusto di una vecchia quercia, 7-914. — Dintorni di Ragusa : Cibacia, operaie e molte 9 alate, 19-6-914 ( N . ) . Europa meridionale orientale : Caucaso, Russia meridionale, Asia minore, Balcania, bacino del Danubio fino a Vienna. Si estende a occidente fino in Italia e in Sicilia (sec. E M E R Y ) , non raggiunge però la Svizzera, la Francia e la Spagna. 22. Genere : B O T H R I O M Y R M E X Emery. 51. B o t h r i o m y r m e x meridionalis Roger ( A n d r é , Spec. H y m . 1882, 218; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 42; Emery, Form. Ital. 1916, 213; Bondroit, Fourm. France 1918, 88). 8 . Bruno-giallognola, con finissima pubescenza chiara, senza peli eretti. I l capo piuttosto lucido. L . 2-2.5 mm. — 9- Brunopicea, simile alla femmina di Tapinoma, ma più piccola ed il clipeo anteriormente non inciso. L . 2.5 - 3 mm. Specie meridionale, rara nella Venezia Giulia, che però arriva al Nord tino all' altipiano carsico di Trieste. P i ù frequente lungo la costa dalmata e sulle isole. —- Nidifica nel suolo, sotto sassi, e trovasi alle volte in nidi misti col Tapinoma crratìcum ). Venezia Giulia : Sesana, sul Carso di Trieste, 5-910; S. Stefano-Levade, nella Val del Quieto, 4-923; Rovigno, 6-4-912, diverse § e 1 9 dealata ( W . ) . 1 y myrmex ) I l Dott. SANTSCHI ha dimostrato per una specie di Tunisi decapìtans) (Bothrio- che 1' unione colle Tapinome rappresenta un caso di paras- sitismo temporaneo. L a (J) della B. decapitane, penetrare i n un nido di Tapinoma, dopo i l volo nuziale, cerca di per tagliare la testa alla regina legittima e deporvi le uova nel nido estraneo. Le operaie di Tapinoma, dapprima ostili verso la nuova sopravvenuta, v i si abituano a poco a poco e finiscono col curare le uova e le larve di Bothriomyrmex assieme a quelle della regina uccisa. Ili Dalmazia. — Dintorni di Zara, 8-908, numerose (j ; Boccagnazzo, 11-913 e Bibinje, 3-914 ( N . ) . — Dintorni di Spalato : Clissa-Salona, 4-906 ( M A Y R 1911, p. 75). — Isole : Pago, 5-914 ( N . ) ; Sale, nell'Isola Grossa, 5-911 ( G . ) ; Svilan pr. Rogosnizza, dintorni di Sebenico, 5-911 (G.) ; Lissa e Meleda, 4-906 ( M A Y R 1911, p. 75). Europa meridionale, regione mediterranea. Constatata al Nord fino a Ginevra e fino alla Francia centrale. Nota. — I l Dott. S A N T S C H I , nella Revue zool. africaine, V I I , 1920, 201 -224, tav. I I e I I I , ha fatto uno studio critico del genere Bothriomyrmex, ove descrive un buon numero di nuove specie estremamente affini. P u ò darsi benissimo che gli esemplari adriatici non siano la vera B. meridionalis sensu Saul sebi, però ritengo inutile ogni tentativo di determinazione senza materiale di confronto dalle varie parti del Mediterraneo. 23. Genere : T A P I N O M A Forster. 52. Tapinoma erraticum L a t r . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 373 e Europ. F o r m . 1861, 4 1 ; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 222; D o nisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 179; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 43; Emery, F o r m . I t a l . 1916, 215. — Subspec. n i g e r r i m u m N y l . , A n dré e Emery, 1. e; T. nigerrimum spec. propr., Bondroit, Fourmis France, 1918, 89; T. magnimi Mayr (9cf) Europ. Form. 1861, 41). y . La forma tipica, dell'Europa media, è bruna o picea, sublucida, con finissima pubescenza aderente, i l capo è relativamente stretto e allungato. L . 2.1 -3.5 mm. — L a subsp. nigerrimum, del meridione, è più grande, intensamente nera, col capo più largo, maggiormente arrotondato ai lati e profondamente incavato ai margine occipitale. L . 3 - 4.5 mm. 9- Nei nostri esemplari i l capo è spesso leggermente dilatato all' indietro. Le ali giallognole. L . 4.5 - 5 mm (nella subsp. nigerrimum fino a 7 m m ) . La nervatura delle ali anteriori corrisponde normalmente al tipo Formica, con una cellula cubitale; però eccezionalmente v i possono essere due cellule cubitali chiuse ( E M E R Y , 1916). Frequentissima in tutta la nostra regione. Nidifica sotto i sassi in posizioni apriche, soleggiate. Corre rapidamente ed emana un forte odore aromatico (« odore di Tapinoma »). 112 Venezia Giulia. — Goriziano : Matajur, 9-919; Sebrelje, tra S. Lucia e Idria, 9-919; Valle di Vipacco, 5-09 ( P . ) ; Pietrarossa pr. Monfalcone, 2-11-902; Belvedere presso Grado, 28-5-911, un nido con cf e 9 alate (Spr.). •— I n moltissime località del territorio di Trieste, dalla costa fino ai monti dell' altipiano (Scorcola, Terstenicco, Miramar, Conconello, Opcina, M . Spaccato, Basovizza, Brcstovizza, Divaccia, S. Galiziano, Gran Castellare Roditti, A r t vise). In marzo-aprile si trovano spesso nei nidi singole 9 dealate e giovani larve. — Egualmente diffusa anche in Istria (Zaule, Noghera, Bagnoli, S. Bartolomeo, Pirano, Clanez, Mune, Pola e Fiume; a Pcdena un nido con 1 9 dealata, 12-4-14, W . ) . — Isole : Galiola e Lussin, 5-911 (G-); M . Ossero (Schatzmayr). Dalmazia. —- Retroterra dalmata settentrionale : Paclenizza, Velehit, 6-916, M . Promina, 5-915 e Pridraga, 12-913 ( N . ) . — Dintorni di Z a r a : Boccagnazzo, 11-913 e 2-914 ( N . ) ; Cosino, 12-913 ( N . ) ; Diclo, sui fiori di Vcrbascum, 7-913. — Dintorni di Spalato : Castella, 12-911, un nido con una 9 dealata e M . Kozjak, 5-912 ( N . ) ; a Spalato molto frequente, il volo nuziale verso la fine di maggio (sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 8 ) . — Dintorni di Ragusa : Lapad, 7-913 ( W . ) ; Cibacia, 6-914 ( N . ) ; Gravosa, 6-914, 1 $ ( M A I D L , 1922, p. 44). — Isole : Arbe, 9-914 ( M A I D L , 1. e ) ; Pago, 3-914 ( N . ) ; Lesina, Brusje (sec. G A S P E R I N I , 1. c.) e Verbosca, un nido con 1 9 dealata, 27-2-913 ( N . ) ; Busi, 5-911 ( G . ) ; Curzola, 7-913 ( W . ) . Non ho distinto esplicitamente la subsp. nigerrimum dalla f. tipica, essendovi proprio nella nostra regione molte forme di transizione, che è impossibile assegnare con sicurezza all' una o all' altra. I n generale gli esemplari di Trieste e dell' Istria appartengono alla f. tipica. L a subspec. nigerrimum si trova qua e là in Dalmazia (Boccagnazzo, singoli esemplari, accanto alla f. tipica; inoltre nella Paclenizza e sul M . Promina; ma specialmente a Cibacia e Lapad pr. Ragusa, donde tengo degli esemplari che non differiscono affatto dal vero T. nigerrimum raccolto da me a F i renze sulle sabbie dell'Arno). Strano, che in certe isole meridionali, come a Curzola e Busi, ricompare nuovamente una razza più piccola, col capo più stretto, del tutto simile a quella di Trieste. L a forma tipica si spinge al Nord fino all' isotera di 15°. La var. nigerrimum è diffusa nella regione mediterranea, 113 V . Sottofamiglia : C A M P O N O T I N A E . Tabella delle t r i b ù e dei generi (fi e 9 ) • 1 1. Antenne di 11 a r t i c o l i ) . Squama del peziolo inclinata all ' innanzi. Le ali anteriori della G/ senza cellula discoidale. (Plagiolepidini) 2. — Antenne di 12 articoli 3. 2. Epinoto dentato. Squama del peziolo alta, al margine supcriore più ';p meno incisa e bidet-tata. 11 torace con forte strozzatura nella regione mesonotale. Antenne e zampe molto lunghe, lo scapo oltrepassa per la metà della sua lunghezza i l margine occipitale. Ocelli bene sviluppati. 24. Acantholepis. — Torace inerme; la squama del peziolo bassa e nascosta, non incisa. Antenne e zampe meno lunghe, lo scapo oltrepassa di poco i l margine occipitale. Le operaie senza ocelli. 25. Plagiolepis. 3. Inserzione delle antenne ai lati delle lamine frontali, a una c e r t a d i s t a n z a dal m a r g i n e p o s t e r i o r e del c l i p e o ; la fossetta antennale nettamente sperata dalla fossetta clipeale. Le operaie senza ocelli; l'addome con m i c r o s c u l t u r a c o m p o s t a d i s t r i e t r a s v e r s a l i . Le ali anteriori della 9 senza cellula discoidale. (Camponotini) 3 1 . Camponotus. — L'inserzione delle antenne vicinissima al margine posteriore del clipeo. Le operaie spesso con ocelli 4. 4. I l gastro alla base largamente troncato o smarginato, con angoli anteriori evidenti. Peziolo con squama inclinata all' innanzi e ricoperta parzialmente dal gastro. L a fossetta ai lati del clipeo nettamente separata dalla fossetta antennale. Le ali anteriori della 9 senza cellula discoidale (Prenolcpidini). L ' u n i c a nostra specie ha i l corpo lucente, bruno, e almeno i l capo e i l primo segmento del gastro perfettamente lisci. 26. Prenolepis. — I l gastro alla base arrotondato, senza angoli distinti. Peziolo con squama verticale o leggermente inclinata, non ricoperta dal gastro. L a fossetta clipeale comunica largamente colla fossetta 1 ) . Esiste anche un genere colle antenne di 9 articoli : Mayr. Una specie dell'America centrale (B. Hceri nella serra delle orchidee. Brachymyrme.v For.) è stata trovata a Zurigo 114 antennale. Le ali anteriori della 9 normalmente con cellula discoidale. I l corpo dell'8 mai perfettamente liscio, o con fìtta pubescenza aderente o con microscultura di varia specie, sviluppata anche sul primo segmento del gastro. (Formicini) . . . 5. 5. Mandibole falciformi, senza margine masticatorio dentato. Arca frontale e ocelli ben distinti. Palpi mascellari brevissimi, di 4 articoli. Peziolo con squama grossa. Tibie al margine inferiore con una fila di setole spiniformi. 29. Polyergus. — Mandibole triangolari, con margine masticatorio dentato. Palpi mascellari di 5 - 6 articoli 6. 6. Palpi mascellari lunghi, i l terz' ultimo articolo molto più lungo del penultimo. Zampe molto lunghe, i femori posteriori, stesi a l l ' i n d i e t r o , sorpassano di solito l'apice del gastro. Qucst' ultimo leggeremnte compresso ai lati, di modo che, guardando il gastro della parte posteriore, si ha un profilo elissoide più alto che largo. Peziolo con nodo dorsale o squama relativamente grossa, arrotondata di sopra. Ocelli distinti; lamine frontali brevi, d i r i t t e ; clipeo con una fila di g r o s s e s e t o l e ricurve al margine anteriore. Tibie con setole spiniformi al margine inferiore esterno. 30. Cataglyphis. — Terz' ultimo articolo dei palpi mascellari poco più lungo del penultimo. Zampe meno lunghe, i femori posteriori non sorpassano mai l'apice del gastro. Q u e s t ' u l t i m o , visto dalla parte posteriore, presenta la forma di un' elisse più largo che alto. Peziolo con squama appiattita e più o meno tagliente al margine superiore 7. 7. T u t t e le tibie con una fila di se t o 1 e s p i n i f o r m i al margine i n f e r i o r e esterno. Area frontale bene delimitata, triangolare; lamine frontali più sviluppate, col margine esterno più o meno riflesso a l l ' i n s ù ; ocelli distinti. 2° - 4° articolo del funicolo antennale quasi sempre più lunghi dei penultimi. 28. Formica. — Le tibie senza fila di setole spiniformi al margine inferiore ( t u t t ' a l più con peli rialzati in quelle specie che hanno le tibie irsute anche di sopra). Area frontale non bene delimitata; lamine frontali per lo più rudimentali, col margine esterno poco o nulla affatto ripiegato. Ocelli spesso indistinti. 2° - 4° articolo del funicolo non più lunghi dei penultimi. 27. Lasius. 115 Tribù: Plagiolepidini. 24. Genere: A C A N T H O L E P I S M a y r 1861. 53. Acantholepis Frauenfeldi M a y r (Europ. F o r m . 1861, 42; André, Spec. H y m . 1881, 210; Emery, F o r m . I t a i . 1916, 221. Hypoclinea Frauenfeldi Mayr, Form. Austr. 1855, 106. — Subspec. nigra Emery, F o r m . I t a l . 1916, 221). Specie meridionale-orientale, constatata nella nostra gione in Dalmazia e all'estremo limite dell'Istria ( U n i e ) . re- i a) A. Frauenfeldi f. typ. — I l torace giallo-rossiccio, il capo di sopra offuscato, il gastro nero. ( I n esemplari immaturi i l capo completamente giallo-rossiccio ed il gastro bruno). Dalmazia. — Sign (loc. class.!), nell'interno della Dalmazia centrale, scoperta e citata dal F R A U E N F E L D (1856, 435), descritta dal M A Y R (1855, 378); Clissa, numerose , 4-913 ( N . ) ; Castella presso Spalato, nel vivaio di v i t i di Suciuraz, sulla soglia della casa, esemplari vaganti, 7-921 ) . y 1 b) subsp. nigra Emery. — Corpo totalmente nero, compreso il torace, tutt' al più la strozzatura mesonotale leggermente rossa. Vive di preferenza sulle coste rocciose del mare, ove corre con grande velocità sulle rupi e sui sassi. Nidifica nelle fessure delle roccie. Venezia Giulia. — Isole del Carnaro : Unie, Portolongo, 7-922; S. Pietro dei Nembi ( M A Y R 1863, 20); Oruda, 5-911 (G.). Dalmazia. — Continente : Smilcich pr. Zara, 7-913; Sebenico, esemplari vaganti sul monumento di Tommaseo, 7-912; Castel Suciuraz pr. Spalato, alla spiaggia del mare, 7-921; Salona, 7-913 (W.); Spalato, 6-914 ( M A I D L , 1922, p. 44); Ragusa, alla spiaggia, 7-908. Già R O G E R conosceva questa varietà nera (Deutsche Ent. Zeitschr. 1859, 243). Egli descrive per la prima volta anche la Q, basandosi su esemplari raccolti da Stein presso Ragusa (1. c. 244). — Isole : Scoglio Pettini pr. Premuda, 5-911 ( G . ) : Melarla, Punta Bonaster, 5-911 ( K . ) ; Brazza, Milnà, 7-912 ( M A I D L 1922, p. 44); ') Nella letteratura esistono ancora le seguenti indicazioni, però non detto esplicitamente se si tratti della f. tipica o della ( K A T U R I O 1891, p. 15), Salona, Lissa e Meleda ( M A Y R varietà 1906, p. 75 - 76), (KOHl, 1908, 124), Pelagosa e Melisello ( G A L V A O N I 1902) 380). è nera i Zara Curzola 116 Scoglio Cernaz pr. Lagosta, 5-911 ( K . ) ; Lissa, 6-912 (Steuer); Curzola, Pupnata, nella regione delle macchie sempreverdi, verso sera, numerose 8 e c f che correvano rapidamente sopra una roccia, 14-7-913. UAcantholepìs Frauenfeldi è diffusa, in numerose forme locali e varietà, nella regione mediterranea orientale, fino nell'Asia centrale; verso occidente essa oltrepassa l'Adriatico e trovasi uell ' I t a l i a meridionale, in Sicilia, Tunisia ed Algeria. Non è nota della Francia e della Spagna. 25. Genere : P L A G I O L E P I S Mayr, 1861. 54. Plagiolepis pygmaea L a t r . (Santschi, B u l l . Soc. Yaud. scienc. nat., voi. 53, 1920, 167 e Emery, A n n . Soc. Ent. Belg., voi. 61, 1921, 313. F. pygmaea part. Mayr, Europ. Form. 1861, 43; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 208; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 49; Emery, Form. Ila!. 1916, 220; Bondroit, Fourm. France, 1918, 18. Tapinoma pygmaeum, Mayr, Form. Austr. 1855, 375). Specie piccolissima, bruna, lucente. I l torace leggermente strozzato ne! mezzo, con metanoto distinto. 11 secondo e terzo articolo del funicolo brevi, quasi trasversali, i segmenti allungati. L . 1.3-2 mm. — L a 9 meno lucida della y , bruna, i l gastro pubescente, voluminoso. L . 3 - 4 mm. — I r j piccolissimi, lunghi 1.5-2 mm. Frequente in Istria e in Dalmazia, dal livello del mare fino a circa 500 in. Nidifica in terra, sotto sassi, tanto nella zona arenacea e alluvionale, quanto nel Carso. I primi esemplari compaiono nei dintorni di Trieste in febbraio e in marzo. Nella buona stagione sale anche sulle erbe e penetra nei fiori. Individui alati in giugno e luglio. Venezia Giulia. — Goriziano : Monfalcone (Terme romane). — Altipiano carsico di Trieste : Roditti, S. Canziano, Ternovizza, Lipizza (un nido con una Q dealata, 5-911), Basovizza, Fernetich, Opcina (nei fiori della Campanula pyramidalis, 9-906, sec. F R I T S C H , 1915, 282). — Riviera di Trieste : Duino (un nido con c f , 6-6-920, F . ) , Cedas, Barcola (nei fiori di Scorzonera villosa e Onosma Javorkae, 25-4-906, sec. F R I T S C H , 1915, 274), Conconello, Terstenicco (parecchi nidi sotto sassi, con G/ dealate abbastanza frequenti, fine 4-919), Cattinara (un nido con una 9 dealata ai 117 19-6-911), Boschetto. — Vallone di Muggia : Zaule, Bagnoli, S. Bartolomeo. — Istria e Fiume : Erpelje, Sezza pr. Pirano (sulle infiorescenze di Daucus carota, 9-905, sec. C O B E L I , 1906, 479), Rovigno (nidi con 9 dealate, 4-912, W . ) , Pola (falciando l'erbe nel bosco Siana, 7-922), Lovrana, Fiume e Martinisca (leg. Mann, sec. M A Y R , 1855, 376. — Isole : Lussin, Sansego; S. Pietro dei Nembi ( M A Y R , 1863, p. 20). Dalmazia. — Interno : K n i n (un nido con molti rj , 9-7-915, N . ) . — Costa dalmata : Zara, Bibinje, Castella (frequente nel terriccio alla base degli ulivi, d'inverno, N . ) , Clissa, Spalato, Ragusa, Teodo, Castelnuovo di Cattaro. — Isole : Isola grossa (Sale), Lesina (Verbagno, Gelsa, Verbosca, in quest' ultima località un nido con 9 $ dealate, 4-913, N . ) , Lissa. Comune in Italia; in Svizzera però solamente nelle parti più calde, meridionali; in Francia a partire da Fontainebleau al Sud. Secondo E M E R Y e F O R E L limitata al N o r d dall' isolerà di 18°. 1 Nota. — Le Plagiolcpis del gruppo pygmaea si suddividono nella regione mediterranea, secondo E M E R Y ( A n n . Soc. E n t . Belg. 1921, 313) almeno in tre specie : a) barbara Santschi, dell'Africa settentrionale-occidentale fino alle Canarie e alla Spagna; b) pallescens Forel 1888 (colla var. maura Santschi) dell'Africa del Nord e dell' Oriente, comprese le isole greche; c) la vera pygmaea Latr. della Francia, Spagna e Italia. E M E R Y lascia aperta la domanda (per mancanza d i materiale), quale specie esista in Balcania e nel bacino del Danubio, se la pygmaea d' occidente, o la pallescens d' oriente. I o ho esaminato diversi esemplari della PI. pygmaea d ' I t a l i a ( M . Faito, M . Argentario, Isola d ' E l b a ) , i quali, messi al confronto col mio materiale dalmato-istriano, non mi sembrano differenti. Credo adunque di poter attribuire le Plagiolepis della nostra regione alla vera pygmaea scnsu Emery, 1921. 26. Genere : P R E N O L E P I S M a y r 1861. Revisione : E M E R Y , Deutsche E n t . Zeitschr. 1910, 127. 1. Tibie e scapo con pubescenza semiaderente, senza setole erette. Tegumento lucidissimo, senza microscultura sulla parte superiore del corpo. L o scapo sorpassa i l margine occipitale per quasi / della sua lunghezza. I l corpo bruno, con lunghissimi peli eretti. L . 3-3.5 mm (Prenolepis s. str.). 55. nitens Mayr. 2 B 118 — Tibie e scapo con finissima pubescenza aderente ed oltre a ciò con peli eretti più o meno evidenti. Tegumento del gastro con microscultura. (Nylanderia Emery) 2. 2. Gambe e antenne molto lunghe, lo scapo almeno due volte più lungo del capo. Anche i l torace molto allungato e depresso. Tegumento con microscultura reticolare. L . 2 - 2.5 mm. — Specie dei paesi tropicali, importata in Europa coi bastimenti. E ' stata trovata più volte nelle serre di Parigi, Kew, ecc. [longicornis L a t r . ] . — Gambe e antenne meno lunghe. Anche i l torace molto più breve e più convesso. 11 gastro con finissima striolatura trasversale. L . 2 mm. — Specie originaria dall'America del Sud. E ' stata pure trovata in diverse serre d' Europa. A n z i la prima descrizione è basata su esemplari del giardino botanico di Helsingfors. [vividula N y l . ] . 55. Prenolepis nitens M a y r (Europ. F o r m . 1861, 52; André, Spec. H y m . 1882, 205; Emery, Form. Ital. 1916, 238. Tapinoma nitens Mayr, Verh. zool.-bot. Ver. Wien, 1852, 144 e Form. Austr. 1855, 377. Prenolepis impar Say subsp. nitens, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1910, 128). Diffusa nella Venezia Giulia fino a circa 500 m di altezza. Essa abita adunque all' incirca la zona ove cresce la vite. D i Dalmazia non mi consta finora che una sola località. — Predilige specialmente i parchi con arbusti sempreverdi e i giardini, ove nidifica nel suolo e nelle fessure dei m u r i ; trovasi però anche sul Carso sotto sassi e vagante sugli arbusti. I l volo nuziale in aprile. Venezia Giulia. — Goriziano : Piava, sulle erbe, 5-912; Panoviz pr. Gorizia, sulle erbe, molte 8 e cf, nel terriccio singole 9> 16-4-08; Prevacina, 5-912. — F r i u l i : Palmanova ( E M E R Y , 1916, 238). — Carso di Trieste : Auber pr. S. Daniele, 10-910; Creple, all'entrata della grotta, vagliando i l terriccio, 3-910 ( P . ) ; Nabresina-Berje, un nido con 9 alate, 10-4-921; Fernetich, singole y nel terriccio, 4-22; Opcina, nel suolo alla base di un carpino, 5-911. — Riviera di Trieste : Grignano, sotto sassi in siti umidi ( F I N Z I , 1921, p. 120), anche sbattendo cespugli di alloro ed altri sempreverdi, 4-10-920; nel parco di Miramar, vagliando i l fogliame sempreverde, 10-919; Terstenicco, 5-08; Trieste (Boschetto e Orto 119 botanico); frequentissima in V i a Fabio Severo in una villa e nel giardino attiguo nel 1913, gli individui alati ai 30 marzo (Spr.); al 1-4-921 un enorme sciame di individui alati che volavano nel giardino vescovile intorno ad un alto cipresso dinanzi alla mia abitazione, e lo stesso giorno degli esemplari alati, in copula, sul lastrico in Via Cavana. — Muggia, 5-912; Pirano ( C O B E L L I , 1900, p. 479); Mondano, 9-921 ( F . ) ; Lupolano, 10-912; Rovigno, 4-912 ( W . ) ; Valle d'Arsa, 1 9 alata, 12-4-914 ( W . ) ; Abbazia, 10-912 ( N . ) . — Isole : Lussingrande, 3-914 (Schatzmayr) ; S. Pietro dei Nembi, ( M A Y R , 1863, 20); Scoglio Asinelio pr. Lussin, 4-08 ( C ) . Dalmazia. — Castella pr. Spalato (Castel V i t t u r i , 4-912 e Suciuraz, 4-913, N . ) . — Anche il M A Y R (1855, 377) l'indica di Dalmazia, purtroppo senza precisare la località, e lo stesso G A S P E R I N I (1887, 7), che riporta 1' indicazione del Mayr, non aggiunge alcuna propria osservazione corologica. Pare adunque che (mesta specie sia realmente molto più rara in Dalmazia che nella Venezia Giulia. La Prenolepis nitens ha una distribuzione spiccatamente p o n t i c a , essendo diffusa nella Palcania settentrionale e nel nostro Carso (fino a Lubiana). 11 M A Y R la indica anche dalla Transilvania, ove fu osservata nelle vigne, mentre succhiava gli acini d'uva. I l limite estremo verso occidente è segnato attualmente da Palmanova in F r i u l i . Notoriamente esiste nell'America dei Nord una Prenolepis (impar Say) tanto affine alla nostra nitens, che certi autori ritenevano amhidue come razze di una sola specie. E M E R Y propende però, nel suo lavoro del 1916 (p. 164, nota), per la diversità specifica della P. nitens, e ciò « principalmente a cagione della sua distribuzione, anziché per i suoi caratteri distintivi, i quali si riducono a minore gracilità e lunghezza delle estremità, e, nei sessi alati, alle ali brune ». Nota 1. — Osservo che tra le y normali si trovano degli individui coli'addome notevolmente ingrossato e le membrane intersegmentali tese in seguito al volume aumentato. Per tutto il resto, e specialmente per la conformazione del torace, essi combinano perfettamente colle operaie normali. Trattandosi di individui asessuali, sarebbe interessante indagare a che si debba ascrivere tale ingrossamento eccessivo del gastro. 120 Nota 2. — Le Q della Prenolepis nitens hanno una certa somiglianza, per la loro statura, per la piccolezza del capo, per la pubescenza e grossezza del gastro, colle G; dei Lasius del gruppo niger, però si distinguono facilmente per i l colorito più chiaro, bruno-rossiccio, con una fascia oscura ai lati del torace. Le ali sono fortemente offuscate in tutta la loro estensione e non hanno la cellula discoidale. 11 torace è un poco più alto e convesso di quello del Lasius alìenus. Tutta la parte superiore del corpo con peli eretti, brevi ma abbastanza densi; le tibie e lo scapo solamente con pubescenza aderente. L . 7 mm. — I Qj sono molto più piccoli delle y \ di color nero lucente, colle ali offuscate. Essi differiscono notevolmente dai cj 'el genere Lasius per statura più snella e 1' armatura genitale più lunga e sporgente. ( 27. Genere : L A S I U S (F.) M a y r . (Donisthorpea Morice & Durrant, Trans. Ent. Soc. London 1915, 423 e Do- nisthorpe, Brit. Ants, 1915, 184. Formicina e Bondroit, F o r m . France 1918, 19. Lasius, Tabella Shuckard, Emery, Form. I t a l . 1916, 239 Emery, Boll. Soc. Ent. H a i . 1922, 9 ) . d e l l e s p e c i e (8 e Q). 1. Tegumento lucido, nero, con reticolato microscopico e radi puntini piligeri. Capo più grande che nelle specie seguenti, con ocelli piccolissimi, ma distinti. La 9 si distingue pure dalle specie seguenti per la microscultura del gastro che si compone di un reticolato evidente e di puntini sparsi. (Sottogenere : Dendrolasius Ruzsky). 64. fuliginosus L a t r . — Tegumento opaco o sublucido, con scultura microscopica composta anzitutto di densi puntini piligeri, tramezzo con o senza reticolato (Sottogenere : Lasius s. str.) . . . 2. 2. Occhi più grandi, i l loro diametro longitudinale circa della lunghezza delle tempie. I palpi mascellari sorpassano in lunghezza la m e t à del capo, spesso essi raggiungono 1' occipite. Colorito generalmente più oscuro, almeno i l gastro distintamente bruno o piceo. Le 9 con testa piccola, più stretta o al massimo della larghezza del torace 3. — Occhi piccoli, i l loro diametro longitudinale molto più breve delle tempie. I palpi più brevi, essi raggiungono al massimo la m e t à della lunghezza del capo. Colorito più chiaro, di solito giallo-bruno uniforme 6. 121 3. L e tibie lungo t u t t o i l margine estensore irte di peli; anche lo scapo con peli eretti 4. — Le tibie senza o con pochi peli eretti al margine estensore; lo scapo sempre privo di peli eretti 5. 4. Torace rosso-bruno chiaro, capo e gastro nerastri o picei. L . 2.5-3.8 mm. — L a 9 ° l torace depresso, lucido, di color bruno-marrone. L . 7-8.5 m m . 56. emarginatus L a t r . — T u t t o i l corpo più o meno uniformemente piceo o bruno. L . 2.8-4 mm. — L a 9 ° l torace poco depresso, più voluminoso e meno lucente; t u t t o i l corpo uniformemente bruno-piceo. L . 7-9.5 mm. 57. niger ( L . ) L a t r . c c 5. I segmenti del gastro con una serie di peli al margine posteriore ed altri, meno distinti, sul disco. L o scapo, relativamente robusto, sorpassa appena i l margine occipitale. L a fronte nella forma tipica con sottile solco mediano che va fino a l l ' ocello anteriore. Colorito bruno, i l gastro (e talvolta anche i l capo) più oscuro. Specie più tozza, a r b o r i c o l a . L . 3 - 4 mm. L a 9 ba i l capo quasi tanto largo quanto i l torace e le ali offuscate nella m e t à anteriore. L . 6.5-9 m m . 58. brunneus L a t r . — I l gastro più uniformemente cosparso di peli eretti. L o scapo più esile e lungo, la fronte senza solco mediano. Colorito di solito nero o piceo, alle volte perù di un bruno più chiaro come nel L . brunneus. Specie più gracile e di solito t e r r i c o l a . L . 2.5-3.5 mm. — I l capo della 9 P ' stretto del torace, le ali ialine o t u t t ' al più leggermente offuscate. 59. alienus F ò r s t . u 1 6. Capo di sotto senza peli e r e t t i ) . Specie gialla, subopaca, con finissima e densa pubescenza aderente; talvolta i l gastro e la fronte un poco più scuri. Tibie senza, torace con lunghi peli eretti. Profilo del torace circa come nel L . affinis. Lunghezza dei nostri esemplari 2 - 3 mm. — La 9 simile a quella del L . alienus o niger, col capo più stretto del torace, p e r ò senza peli eretti di sotto. L . 7-8 mm. 60. flavus F. — Capo di sotto con peli eretti. I l capo della 9 più largo del torace ' ) Vedi eventualmente anche i l /.. carniolicus, u n poco 7. i l quale si distingue però facilmente dal fìavus per i l peli del torace molto più brevi, prescindendo dal profilo del torace del tutto diverso, ecc. 122 7. I l profilo del torace presenta la sella mesoepinale larga e piana; la faccia dorsale dell'epinoto leggermente convessa e lunga circa quanto i l mesonoto. Squama del peziolo, vista in profilo, più grossa che nelle specie seguenti, coli' apice ottuso; vista di faccia, ristretta a l l ' insù col margine superiore troncato e leggermente incavato. I l capo più largo che nelle specie seguenti. I l corpo con scarse e brevi setole, quelle dell' addome fortemente inclinate. L . 3 mm. [ L a 9> secondo le descrizioni, poco più grande d e l l ' y ; L . 3-3.6 m m ] . 63. carniolicus Mayr. — I l profilo del torace colla sella mesoepinotale più profonda e stretta; la faccia dorsale dell'epinoto molto più breve del mesonoto, i l declivio posteriore molto lungo, cogli stigmi circa nel mezzo della sua lunghezza. Squama più sottile. A d dome con setole o peli più rialzati. Le 9 alquanto più grandi delle y , lunghe 5.5-7 mm 8. 8. Gastro lucido, con puntini diradati già sul 2." tergite. — Squama del peziolo circa come nell' umbratus, però i l profilo dell' epinoto meno angoloso, più arrotondato e le tibie eli solito senza peli eretti. Torace con lunghi peli eretti. L . 3-3.8 mm. L a 9 squama larga, incisione apicale ampia ma poco profonda. 62. distinguendus Emery. — i l 2." tergite del gastro più opaco, con puntini sottilissimi, ma molto densi su tutta la sua superficie 9. c o n 9. Tibie e scapo con finissimi peli eretti. — Squama del peziolo piuttosto larga, al margine superiore leggermente incisa. Profilo dell'epinoto quasi ad angolo retto, coli'apice arrotondato. Torace con peli eretti abbastanza lunghi. L . 3.5 - 4.5 mm. La 9 squama larga, leggermente incavata al margine superiore; le ali offuscate nella m e t à basale. 61. umbratus N y l . c o n — Tibie e scapo senza peli eretti 10. 10. Squama molto alta e ristretta a l l ' insù, essa termina in due punte triangolari, divise da una incisura stretta, ad angolo retto od a c u t o ) . Torace con peli lunghi. E. 3.4-4.5 mm. La 9 con squama più alta e ristretta del L . umbratus, con incisione 1 ' ) I l L . bicorni* assieme a l l ' affinis, Forst., che FOREL (1915) considera come una specie unica avrebbe la squama egualmente alta e ristretta, però con inci- sione rotonda, a n z i c h é angolosa. 123 apicale più stretta e profonda; le ali leggermente offuscate fin verso l'apice. — Vive, secondo F O R E L , in Svizzera nei tronchi fracidi. [affinis (? Schenck) F o r e l ] . — Squama meno alta, col margine superiore più largo, troncato o leggermente inciso ad angolo ottuso 11. 11. Torace con peli eretti pivi lunghi, come nel L . umbratus; anche i l profilo dell'epinoto simile ?AY umbratus, ad angolo quasi retto. L . 3 - 4 mm. 61. umbratus subsp. — Torace con peli eretti corti, essi raggiungono a stento ia lunghezza degli occhi; l'angolo dell'epinoto meno sporgente, ottuso (visto in profilo). I l funicolo delle antenne con articoli un poco più brevi delle specie precedenti. L . 3.3-4 mm. — E u ropa centrale. Nidifica i n terra. [mixtus N y l . ] . Sottogenere : Lasius s. str. (Forel 1915). 1. gruppo ( L a s i u s s. str. Emery 1922). Le $ quasi sempre con occhi relativamente grandi e palpi l u n g h i (eccetto i l L. ftavus). Le Q- molto grandi, col gastro voluminoso. Esse possono fondare il nido senza parassitismo sociale temporaneo. 56. Lasius emarginatus O l . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 50; André, Spec. H y m . 1882, 193; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 53. L . brunneus emarginatus, Escherich, Die Ameise 1906, 220. Formicina emarginata, Emery, Form. I t . 1916, 243 e Bondroit, Fourm. France 1918, 24. Formica brunnea Mayr, Form. Austr. 1855, 86). Frequente nella regione adriatica orientale, dal livello del mare fino a circa 900 m di altezza. Nidifica nel suolo, sotto sassi, di rado nel cavo degli alberi. Si arrampica sugli arbusti, sui pini, ecc., dai quali viene alle volte sbattuto in gran numero. Si raccoglie da marzo fino ottobre. Venezia Giulia. — Goriziano : Sebrelje, Volzano, Piava, Tarnova, Dol, Panoviz, Monfalcone. — Altipiano carsico di Trieste : Divaccia, Roditti, Corgnale, Lipizza, Basovizza (nel bosco d i pini, molti nidi in terra sotto sassi, esemplari vaganti sugli alberi), Trecciano, Opcina (ai 30-4-911 una 9 dealata), Sgonico (ai 30-4-09 un nido sotto un sasso, con una 9 dealata). — Zona costiera di Trieste : Duino (nel parco sui fiori di Yucca, 5-920, frequente, anche nello scoglio Dante sbattendo i cespugli di Quercus ìlex, 5-920), Grigliano (sbattendo i pini, 10-920), Strada Vicentina, Contovello, Terstenicco, Boschetto. — Istria : Umago, Salvore, 124 Pirano, Draga-Moccò, Matteria, Mime, M . Maggiore, Abbazia, Lovrana, Fiume. — Isole : Tondo grande presso Orsera (vagliando i l fogliame nelle macchie sempreverdi), Sansego, Scoglio Cernicovaz. Dalmazia. — Zona costiera : Zara, Barcagno, Castella, Spalato, Castelnuovo di Cattaro. — Isole : Lesina (Brusije, 1 G; ~ concio G A S P E R I N I , 1887, p. 7) e Curzola (Samograd pr. Raciscie, un nido sotto un sasso, con molti g* e 2 9 alate, 7-913, W . ) . Europa media e meridionale. Frequente in Italia. Manca in Inghilterra e nel Belgio. — Emana un odore specifico muschiato. se 57. Lasius niger L . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 49; André, Spec. H y m . 1882, 192. Formica nigra Mayr, Form. Austr. 1855, 83. Donisthorpea nigra, Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 200. Formicina nigra Bondr., Fourm. France 1918, 23. Lasius niger niger Forel, Ameis. Schweiz 1915, 53. Formicina nigra nigra Emery, Form. Ital. 1916, 244). Nella parte centrale e settentrionale della Venezia Giulia abbastanza frequente, dalla regione del faggio (1000 m) fino al mare. Più raro in Dalmazia. Credo che manchi assolutamente nella regione delle macchie sempreverdi, essendo specie piuttosto igrofila, — Nidifica nel suolo e in tronchi fracidi. Si raccoglie da marzo a ottobre; anche esemplari vaganti sulle piante. Venezia Giulia. — Goriziano : Piava, Chiapovano, Selva di Tarnova (Eriauci, in un tronco fracido), Panoviz e S. Pietro pr. Gorizia (un nido in terra, sotto un sasso, 4-919), Ronchi, Monfalcone (sui fiori di un ombrellifera, 10-911), S. Giovanni di Duino (molte y e 1 cf, 13-10-912, W . ) . — Altipiano carsico di Trieste : Divaccia, Roditti. — Vallone di M u g g i a ) : sui prati paludosi di Zaule e Noghera, sotto sassi, anche a Dolina. —• Istria centrale : nei boschi di faggio tra Mime e Sapiane, due nidi nei tronchi fracidi. — Isole: indicato dal M A Y R di Canidole piccola (1863, p. 12), locchè a mio modo di vedere ha bisogno di conferma. L ' autore osserva, che i Las. niger di Canidole gli parvero interessanti per le maggiori dimensioni e 1' abbondante pubescenza delle operaie. 1 ' ) U n picchio verde (Tj, ucciso in gennaio 1920 a Muggia e portato al Museo di storia naturale, aveva lo stomaco ripieno di Lasius niger e delle sue larve. I l picchio aveva evidentemente aperto col becco un nido di Lasius tronco d' albero e ingerito t u t t i g l i inquilini. i n un 125 Dalmazia. —• Obbrovazzo, alle sponde del fiume Zermagna, falciando l'erbe, 5-914 ( N . ) ; Koljane pr. Verlicca, 5-913 ( L \ . ) ; Salona, 4-906 (sec. M A Y R , 1911, 76) e 5-913 ( N . ) ; Milnà, n e l l ' i sola di Brazza (sec. M A I D L , 1922, 45). Diffusa.specialmente nell' Europa media e boreale, perù anche in Italia fino in Sicilia, in Algeria, nell'Asia minore, Turkestan, ecc. Si spinge al Nord, secondo M A Y R (1879) fino alla isolerà di 12° (temperatura media dei tre mesi d'estate). T 58. Lasius alienus F ò r s t . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 49; André, Spec. H y m . 1882, 192. Formica aliena Mayr, Form. Austr. 1855 ,88. Donistlwrpea aliena, Donisthorpe, Brit. Ants 1915, 212. Formicina aliena, Bondroit, Fourm. France, 1918, 25. Lasius niger alienus, Eschcrich, Die Ameise 1906, 220 e Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 53. Formicina nigra aliena, Emery, Forni. Ital. 1916, 244. — Var. alieno - niger Forel, Fourm. Suisse 1874 e Ameis. Schweiz 1915; Emery 1916 e Bondroit 1918). Specie comunissima nella Venezia Giulia e in Dalmazia. T r o vasi nel territorio della specie precedente, però di solito in siti più aprichi e più aridi. Nidifica in terra, sotto sassi, eccezionalmente negli alberi. Frequente da marzo a novembre. a) L . alienus f. typ. (Colorito bruno-piceo o nerastro, il capo relativamente largo, le tibie senza peli cretti). Venezia Giulia. — Goriziano : Tarnova, Prevacina, Monfalcone. — Altipiano carsico di Trieste : S. Canziano, Roditti, A r t vise, Castellaro maggiore, Lipizza, Orleg, Opcina. — Zona costiera di Trieste e dell' Istria settentrionale : Scorcola, Boschetto, Bagnoli, Muggia (sui ciliegi fioriti e sulle quercie, 24-4-910), S. Bartolomeo, Pirano. — Interno d e l l ' I s t r i a : Erpclje, M . Tajano (un nido con una G ricalata, 26-5-21), Lupolano (sulla vetta del Sokolic, terreno carsico aprico, un nido sotto sassi, con r f e 0 alate, 2-11-912, N , ) . M . Maggiore (sopra il rifugio e sulla cresta, sotto sassi, 5-911). — Isole : Unie, 7-922. (Esemplari di Volzano presso Tolmino e di Mime nell' Istria centrale si avvicinano nel colorito e nella statura alla razza c delle montagne dalmate). Dalmazia. — Sulla Tignarossa nell' isola di Arbe ( M A I D L , 1922, 45); Zara, leg. Frauenfeld ( M A Y R , 1855, 361); Zemonico, 126 Bencovaz e Kistanje nel retroterra di Zara; Castella pr. Spalato, Risano alle Bocche di Cattaro, nell' isola di Lissa e probabilmente altrove. Diffusa in Europa, però non arriva tanto al Nord quanto i l niger, essendo limitato dall' isotcra di 18° ( M A Y R 1879, 452). Nel Belgio trovasi solamente nella regione calcarea e sulle dune del litorale ( B O N D R O I T ) ; anche in Svizzera più frequente nella parte più calda, meridionale ( F O R E L ) . b) Var. alieno-niger Forel (con singoli peli eretti sulle tibie, specialmente alla base). — Trovasi dappertutto nel territorio del vero alienus, con t u t t i i passaggi possibili, e non costituisce adunque una forma geografica. Le località a me note sono : Venezia Giulia. — Goriziano : Lazna pr. Chiapovano, Monfalcone. (operaie e 9 alate, 2-7-911, Schatzmayr). — Carso di Trieste : Roditti, S. Galiziano, Brestovizza, Sgonicco; sul Carso di Opcina sotto pietre, singole 9 dealate, inoltre un intero nido con y , cf 9 ' » 8-9-920. — Zona costiera eli Trieste e Muggia : Tersteuicco, sui prati alla sommità del colle, singole 9 dealate sotto escrementi bovini scmiasciutti, 8-9-920; Conconello, Boschetto, Noghera. — Istria : M . Carso in. Val Rosandra, Erpelje, Lupoglava, M . Maggiore, Pola, Laurana. — Isole : Unie. Dalmazia. — Babindub presso Zara, Karin, Obbrovazzo, Castella di Spalato e probabilmente altrove. Anche in Italia dappertutto assieme col tipo ( E M E R Y ) . Svìzzera, Francia e Spagna. e a a t e e) L . alienus subsp. (? lasioides Emery, Form. Ital. 1916, 244). — Differisce dalle due forme precedenti per il colorito più chiaro, simile a quello del L . brunneus : i l capo ed il torace di un bruno-rossiccio chiaro, i l gastro poco più oscuro. Statura gracile, i l capo relativamente stretto, le tibie senza peli eretti. Lunghezza 2.5 - 3 mm. Sui monti delal Dalmazia. — Velebit, Mali Halan, a circa 1000 m, numerose y , 5-914 ( N . ) ; Mossor, sulla cresta a 1300 m, un nido sotto un sasso, 20-3-913; un altro nido, con molti cf, ai 17-8-921 ( N . ) ; Biocovo, singole 7-905. A questa forma si adatta abbastanza bene la diagnosi della razza lasioides Emery, di Napoli, Firenze, Corsica, Malta ed A l geri. Non avendo però esemplari tipici del lasioides per i debiti 127 confronti, non oso stabilire con sicurezza 1' identità della razza dalmata montana. 59. Lasius brunneus L a t r . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 50; André, Spec. H y m . 1882, 193; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 52. Formica timida Fòrst., Mayr, Form. Austr. 1855, 89. Formicina brunnea, Bondroit, Fourm. France 1918, 26. Formicina nigra brunnea, Emery, Form. Ital. 1916, 244). Specie prettamente arboricola, che nidifica nei tronchi d' alberi e che ha costumi più lucifughi delle specie precedenti. Europa media e meridionale; manca in Inghilterra. La forma tipica ha la linea mediana della fronte distintamente solcata fino al posto dell' ocello anteriore. Io posseggo questa forma dal Wiencrwald presso Vienna (regione dei faggi). Nel nostro territorio fu trovata finora solamente la seguente razza, nella regione delle quercie : a) L . brunneus subspec. (? var. alicno-brunnea Forel, Ameis. Schweiz 1915, 53). — I l solco mediano della fronte più breve e più sottile. L . 3-3.5 mm. Venezia Giulia. — Bosco di Lipizza, ai piedi di una quercia, nell'humus sotto la corteccia staccata, 3-909, poi in tante altre quercie cave, nel legno fracido, inverno 1922; egualmente al Boschetto pr. Trieste, nel cavo delle quei .e e sotto le corteccie, 4-908 ed anni successivi ). Per la riduzione del solco frontale potrebbe trattarsi della var. alieno-br umica Forel, la quale però, stando alla descrizione dell' autore, dovrebbe essere di statura minore. 1 60. Lasius flavus F. (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 50; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 195; Forel, Fourm. Suisse 1874, 47 e Ameis. Schweiz 1915, 51. Formica flava, Mayr, Form. Austr. 1855, 91. Donisthorpea flava, Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 216; Formicina flava, Emery, Form. Ital. 1916, 245). Da noi due razze distinte, 1'una nella regione dei faggi, l ' a l tra in quella delle quercie ed ancor più in basso : *) Secondo un' indicazione del D o t t . M A I P L troverebbe anche nell'isola di Arbe, sulla cosidetta Tale indicazione va riveduta. (1922, 45), il brunneus .si « Tignarossa » (6-914, 1 ^ ) ) . 128 a) L . flavus flavus F . (Formicina flava Bondroit, Fourm. France 1918, 27. Lasius flavus myops var. flavomyops Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 52). — Le operaie dello stesso nido di varia grandezza, le più grandi col capo e gastro un poco offuscato, le piccole del tutto gialle. Gli occhi più grandi, con oltre 40 faccette. L . 2 - 3 mm. Nella zona montana della Venezia Giulia e Dalmazia (regione dei faggi). Nidifica nel suolo, sui prati. Venezia Giulia. — Goriziano : Matajur, due nidi sotto sassi, con c$ e 0 alate, 9-9-919; Kobilaglava pr. S. Lucia, 1 y", 6-911 (P.). — Istria montana : M . Maggiore, 4-911 (Gridelli) ; Tajano, 5-922. — Altipiano di Trieste: S. Canziano pr. D i v a c c i a ) , 10-911, un nido ( W . ) . Dal mazia. — Mali Halan sul Velebit, a circa 1000 m, numerose operaie, 5-914 ( N . ) . — Europa media e settentrionale. 1 b) L . flavus myops Forel (Ameis. Schweiz 1915, 5 1 . Formicina myops spec. propr. Bondroit, Fourm. France 1918, 29). — Operaie monomorfe, piccole, gialle, occhi piccoli, con circa 15-20 faccette. L . 2 - 2.5 mm. Nella zona carsica (delle quercie) e litorale. Razza meno igrofila della precedente, trovandosi anche in siti sassosi, aprichi, ove nidifica in terra, sotto sassi. Frequente nei dintorni di Trieste, in Istria e probabilmente anche in Dalmazia. Venezia Giulia. — Altipiano carsico di Trieste : Brestovizza, 10-911 ( W . ) ; nella grande conca di Erpelje, 3-911 ( W . ) . — Dintorni di Trieste (arenaria): Terstenicco, 5-08; Cattinara, 28-3-09; Boschetto, accanto ad un nido di Las. emarginatus, sotto i l medesimo sasso, 25-3-909 ) . — Istria : sotto il Castello di S. Servolo, molte operaie intirizzite dal freddo, sotto un sasso, 21-1-923, altre già i n attività ai 11-3-923. — Isole : Unie, nel terriccio umido del « Poi]e » al margine di un campo, 7-922; probabilmente anche Canidoie piccola (indicalo da M A Y R , 1863, p. 12, col nome di L . flavus). 2 *) Probabilmente nelle due grandi voragini, che contengono anche altri insetti e piante subalpine. Esemplari raccolti da me i n un altro nido sul Carso di Mataun preso S. Canziano si avvicinano maggiormente alla razza -) Levando i l sasso osservai che i Lasius emarginatus, myops. più grandi e più rapidi, inseguivano i piccoli L . flavus, sminuzzandoli colle mandibole! 129 Dalmazia. — Pago, 18-12-913 ( N . ) . — Sono convinto che anche gli esemplari di Zara, indicati da F R A U E N F E L D (1856, 435) col nome di « Formica flava ['. » vanno riferiti alla subsp. myops. Svizzera, Francia, Italia e probabilmente anche altrove nell'Europa media in siti adatti, più caldi. 2. gruppo ( C h t h o n o l a s i u s [Ruzsky] scnsu Emery 1922). Le $ con occhi piccoli e palpi brevi. Le O poco maggiori delle 9, ° l Capo un poco più largo del corsaletto, ma col gastro meno v o l u m i n o s o . L a fondazione dei formicai avviene per parassitismo sociale temporaneo presso specie del primo gruppo. c 61. Lasius umbratus N y l . (Formicina timbrata Bondroit, Fourm. France 1918, 29). La vecchia definizione del umbratus si basa sulla presenza di peli eretti sulle tibie. Ancor E M E R Y nel 1916 si attiene a questo criterio per distinguere 1' umbratus dal bicornis e mi.vius. Il B O N D R O I T , nel 1918, nega alla pelosità delle tibie ogni valore specifico, locchè è ammesso oggigiorno anche d a l l ' E M E R Y (1922) in base a comunicazioni epistolari del defunto V I E H M E Y E R di Dresda. Ammetto anch' io, che la pelosità delle tibie sia soggetta a variazioni e che non possa costituire perciò un criterio specifico. Però trovo che la nuova circoscrizione del L . umbratus secondo E M E R Y 1922 (che attribuisce a questa specie le varietà meridionalis Bondr., distinguendus Eni. e hybridus Eni., nonché la subsp. mìxtus) non corrisponde certamente alla realtà. Io considero come umbratus (sensu lato) una specie caratterizzata in prima linea d a u n a p u n t e g g i a t u r a d e l g a s t r o d e n s i s s i m a , in seconda linea dalla squama del peziolo piuttosto larga e debolmente incisa, ed elimino senz' altro la cosidetta « varietà » distinguenda Emery come specie a sè, ben distinta per la lucentezza dell' addome e la rada punteggiatura sul secondo teclgite. Dell' umbratus, considerato in questo senso ristretto, distinguo poi nella nostra regione due razze, a seconda dei peli delle tibie : a) L . umbratus umbratus N y l . (Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 52. Formica timbrata, Mayr, Form, austr. 1855, 93. Lasius umbratus, Mayr, Europ. Form. 1861. 50 e A n d r é , Spec. H y m . 1882, 195. Donisthorpea ambrata, Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 223 Formìcina umbrata, Emery, Form. Ital. 1916, 246. F. ambrata 130 f. typ. Bondroit, Fourm. France 1 9 1 8 , 2 9 ) . — Tibie al margine estensore e lo scapo con finissimi peli cretti. Venezia Giulia. — La località di Monfalcone, segnalata dal FINZI ( 1 9 2 1 , 1 2 0 ) era l'unica finora nota nella nostra regione. Guest' anno, in inaggio, raccolsi moltissimi esemplari sulla vetta del M . Tajauo, sotto un sasso. E ' probabile che questa specie si trovi anche sui monti del Goriziano, donde potrebbe essere stata trasportata nella pianura friulana colle piene dell' Isonzo. I l vero umbratus è una forma dell' Europa media, che vive in terra o nel legno fracido. Predilige siti umidi e si estende dall'isotera di 12" a quella di 2 2 " (sec. E M E R Y e F O R E L , 1 8 7 9 , 4 5 2 ) . b) Las. umbratus subspec. (? var. nuda Bondroit, Fourm. France, 1 9 1 8 , 3 0 ) . — Le tibie e lo scapo senza peli eretti. Del resto come la forma precedente. Venezia Giulia. — Valle del Quieto, lungo la strada LevadeS. Stefano, assieme al L . distinguendus, sotto un sasso, 4 - 9 2 3 . Dalmazia. — Sui prati umidi nella zona marnoso-argillosa di Zemonico pr. Zara, 4 - 9 1 4 ( N . ) e Salona, 7 - 9 1 3 ( W . ) , frequente sotto sassi. I n anibidue le località assieme al L . distinguendus, a Salona certamente n e l l o s t e s s o n i d o . Ó2. Lasius distinguendus Emery, sensu novo (Formicina bicornis subsp. distinguendo Emery, Form. Ital. 1916, 2 5 0 . Lasius umbratus var. distinguendo Emery, Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, 13. Formica affinis e Lasius affinis part., Mayr, Form. Austr. 1855, 9 6 e Europ. Form. 1 8 6 1 , 5 0 ) . Non posso condividere l'opinione d e l l ' E M E R Y ( 1 9 2 2 ) , che annovera questo Lasius tra le varietà dell' umbratus, evidentemente senza aver badato alla differente punteggiatura del gastro, al profilo dell' epinoto meno angoloso ed ai peli eretti del tronco un poco più lunghi. Del resto queste differenze morfologiche potrebbero egualmente costituire caratteri subspecifici o di varietà, se non ci fosse il fattore geografico, vale a dire la convivenza del distinguendus con una forma dell' umbratus nello stesso sito, senza forme di transizione. Anzi osservo, che proprio lì, ove questi due Lasius coabitano nella stessa regione (Zemonico, Salona), si manifesta il massimo della differenziazione morfologica, locchè ci dimostra il valore specifico dei predetti caratteri. 131 I l Lasius distinguendus è la specie più frequente del gruppo Chthonolasius nella Venezia Giulia e in Dalmazia. Nidifica nel suolo. Predilige luoghi umidi e trovasi sovente nelle doline del Carso all' entrata delle spelonche, sotto sassi e nel fogliame infracidilo; fu osservato perfino nell' interno delle caverne in punti perfettamente oscuri. Venezia Giulia. — Carso di Trieste : Roditti - S. Galiziano. 4-911; Lipizza, molto frequente ( F . ) ; Fernetich, all'entrata di una caverna, vagliando il terriccio ed il fogliame, 5-910; Gabrovizza pr. Prosecco, all'entrata della Grotta dell'Orso, 9-921. —- D i n torni di Trieste : Conconello, un nido con un cumulo di terra, 4-911 ( P . ) ; Scorcola, solio sassi, 3-909. — Carso istriano: PoIjane-Velika Vrata, 6-909; Marcovsina, Grotta Dimnice, nei detriti-ai fondo dell'abisso ove trovasi i l Typhlotrechus Bilimcki tcrgestinus, 5-909. — Isole: Bidoni, 4-907 (Dott. Patzelt); Unie, un nido sotto sassi con molti cf, 18-7-922. - - Probabilmente anche Fiume e Martinisca (indicato dal M A Y R , 1855, p. 369, col nome di Formica affinis). — Una varietà del /.. distinguendus, con peli eretti sulle tibie, raccolsi questo anno a Levade e Gradole nella Valle del Quieto, sotto sassi. Dalmazia. — Dintorni di Zara : Zemonico, sotto un sasso, assieme al L . alienus v. alicno-niger. 4-902; moltissimi altri esemplari di Zemonico, trovati assieme al L . umbratus subsp., 4-914, mi mandò 1' amico Novak. — Dintorni di Spalato : Castella, vagliando i l terriccio, gennaio 912 ( N . ) ; Salona, in un nido assieme al L . umbratus subsp.. 7-913 ( W . ) . — Probabilmente anche a Lovrec (Dalmazia centrale), nella spelonca sul M . Gradina, esemplari vaganti sul suolo argilloso e umido, nel tratto già totalmente oscuro della caverna, 22-7-905 ) . I l L . distinguendus è descritto dall' Italia settentrionale, donde posseggo alcune operaie (di Spilamberto nell' Emilia, leg. Menozzi) che devo alla cortesia dell'amico Finzi. Resta a stabilirsi l'ulteriore diffusione sulla base della nuova definizione della specie. 1 *) Purtroppo non posseggo più alcuno di questi esemplari. L i avevo spediti a suo tempo al prof. F o r e l , che me l i d e t e r m i n ò per affinis, certamente nel senso del vecchio M A Y R , non già in quello degli autori moderni. Anche io ritenevo fino a poco tempo fa tutti i nostri distinguendus Adriat. scienze nat., X X V I I , parte I I , pag. 48), per affinis (cf. B o l l . Soc. 132 63. Lasius carniolicus M a y r ( 9 ) e Forel ( y , QS). (Forel, A n n . Soc. E n t . Belg. 1886, 2Qt e Ameis. Schweiz 1915, 51. Formicina carniolica, Emery, Form. Ital. 1916, 244 e Bondroit, Fourm. France 1918, 36). Dalmazia. — To raccolsi questa specie un'unica volta sul Mossor, tra Spalato e Almissa, presso la casa forestale a circa 700 m, in posizione carsica aprica, sotto un sasso, 7-910. Specie rara e sporadica dell' Europa media e meridionale. Carinola, (Lubiana, loc. class.), Francia ( D r ó m c ) , Catalogna, Piemonte (Andiate), Isola di Gotland, Russia meridionale. Sottogenere : D e n d r o l a s i u s Ruzsky. Nidifica nel cavo degli alberi, ove l'abbi ica n i d i d i cartone, adoperando sostanza legnosa o, i n mancanza d i questa, materie minerali. Emana un odore fortissimo, acre. Le C> poco più grandi delle operaie, col capo p i ù largo del torace ed i l gastro poco voluminoso. 64. Lasius fuliginosus L a t r . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 49; André, Spec. H y m . 1882, 191; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 50. Donisthorpea fuliginosa, Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 188. Formicina f uliginosa, Emery, Form. Ital. 1916, 169 e Bondroit, Fourm. France 1918, 35. Formica fuliginosa Mayr, Form. Austr. 1855, 79). Nella Venezia Giulia dai monti del retroterra fino al mare (Trieste, Pola). i n Dalmazia solamente nel retroterra montano. Credo che manchi assolutamente nelle isole con vegetazione prettamente mediterranea. — Nidifica negli alberi più diversi (pioppi, quercie, salici, ecc.). 11 volo nuziale in luglio. Venezia Giulia. — Goriziano: Luico, Matajur, 9-919; Carnizza nella Selva di Tarnova, falciando 1' erbe di sera, singole y vaganti, 6-911; Prevacina, 5-912; Monfalcone, terreno alluvionale, 28-3-09. — Carso di Trieste : Roditti, alcuni nidi nei salici, 4-911; Dane-S. Galiziano, in un tronco di quercia, 4-911 (Spr.) e 10-911 ( W . ) ; Gabrovizza-Sgonicco, 30-4-09; Fernet•idi, in una dolina numerosissimi esemplari che camminavano in fila sul fusto di un Pinus nigra, dal suolo quasi fino in cima, senza che io abbia potuto trovare il nido; i l pino era apparentemente sano (12-3-922). — Dintorni di Trieste e Vallone di M u g g i a : Couconello, 23-3-911 ( P . ) ; Scorcola, in un tronco di quercia e sotto un sasso vicino al 133 tronco, 7-3-909 ( P . ) ; M . Castiglione, 31-3-908 (Dott. Graeffe); Noghera, 5-912 ( W . ) ; Zaule-Dolina, 11-912 (1'.); Bagnoli, 4-910; /S. Bartolomeo, nel cavo di un salice, 7-3-909. — Pola, Bosco Siana, un nido in una vecchia quercia con molti esemplari vaganti sul tronco assieme con numerosi individui alati (>f e O ) , 7-922. Dalmazia. — Velehit, Paclenizza, 7-910 ( X . ) ; Mossor, vicino al villaggio di Gata, 7-911. Diffuso e comune in una gran parte d' Europa e nell'Asia settentrionale. Secondo E M E R Y e F O R E L (1879) limitato dalle isotere di 16" e 24". Frequente nell'Italia continentale. In Balcania sui monti dell'Albania (Mali Daiti-Ravasini), in Bulgaria ( F O R E L ) . 28. Genere : F O R M I C A E., Mayr 18òl. (Revisione : E M E B V . Deutsche K m . Zeitschr. 1WW, 17')). Specchietto 1 d e i g r u p p i ). 1. Clipeo con incisione mediana al margine anteriore. Statura e forma del capo circa come nel gruppo Formica s. str., però i l margine occipitale leggermente incavato. Area frontale opaca. 3. gruppo (Rapii/cirillica For.). — Clipeo senza incisione mediana 2. 2. Occipite depresso e fortemente incavato, gli angoli posteriori del capo ben marcati e sporgenti. La 9 ha il capo allungato, colla massima larghezza nel mezzo, le tempie lunghe e ristrette all'indietro, gli occhi situati più innanzi. La medesima forma del capo, però meno accentuata, hanno del resto anche le y . 4. gruppo (Coploforinica i n . ) . — Occipite non incavato. La O ha i l capo breve, triangolare o trapezoidale, colla massima larghezza di dietro; gli occhi meno distanti dal margine occipitale 3. l ) l'OBEL (1915) ed F.MERY (191(>; dividono i l genere Formica generi : Serviformìca, Formica s. str. e Rnptiformica. in tre sotto- Non credo si tratti di veri e propri sottogeneri. A d ogni modo, qualora si vogliano mantenere questi nomi, conviene assolutamente crearne un nuovo per i l gruppo della c.vsccta e pressi- labris, che è meglio caratterizzato, per la conformazione del capo, di tutti gli altri. Ed è perciò che io propongo di chiamarlo Copto!ormica ; senza voler a t t r i - buire a questo nome altro valore che quello di una denominazione breve e concisa per distinguere : gruppo dell' cxsccla dagli altri gruppi già denominati dal KoRKL. 184 3. Statura più gracile, antenne più lunghe, lo scapo oltrepassa di molto i l margine occipitale ed è sempre di colore più chiaro della fronte. Epinoto ouasi sempre senza peli eretti. Specie perfettamente nere, oppure bicolori, in tal caso 1' area frontale opaca. 1. gruppo (Serviformìca For.). — Statura più robusta, antenne meno lunghe, lo scapo oltrepassa di poco i l margine occipitale ed è normalmente dello stesso colore della fronte. Epinoto quasi sempre con peli eretti. Specie bicolori, con area frontale più o meno lucente. 2. gruppo (Formica s. str.)". T a b e l l a p e r 1 a d e t e r m i n a z i o n e d e l l e s p e c i e. 1. Clipeo inciso nel mezzo al margine anteriore. — Specie opaca, col corpo anteriore rosso, la fronte più o meno offuscata, il gastro nero. Pochi peli eretti sulla fronte, i l torace quasi nudo. Lutigli. 6 - 9 mm. (Rapiiformica). 74. sanguinea Latr. — Clipeo senza incisione mediana 2. 2. Occipite fortemente incavato, cogli angoli posteriori sporgenti. La massima larghezza del capo circa nel mezzo, le tempie lunghe e ristrette all' indietro. La massima parte del corpo quasi priva di peli eretti. (Coptoformica) 3. — Occipite non incavato. I l capo più breve, più largo di dietro, le tempie meno lunghe e più arrotondate 4. 3. Clipeo con carena mediana e col margine anteriore semplice. Area frontale più o meno lucente. Palpi mascellari più lunghi. Gastro con una fila di setole al margine posteriore dei segmenti. L u n g h . dei nostri esemplari : 5.5-6.5 mm. 76. exsecta N y l . — Clipeo senza o con debole carena mediana, però con leggera impressione trasversale dietro i l margine anteriore, che è di conseguenza leggermente ripiegato a l l ' insù. Area frontale subopaca. I l gastro quasi senza setole al margine posteriore dei p r i m i segmenti. L . 4.8-5.2 mm. 75. pressilabris N y l . 4. Corpo totalmente nero, oppure bicolore, in tal caso però l'area frontale opaca. L o scapo oltrepassa di molto il margine occipitale ed è sempre di colore più chiaro che la fronte. Epinoto di solito n u d o ) . (Serviformìca) 5. 1 Eccettuata la f. cinerea, che ha qualche setola sull' epinoto. 135 — Corpo bicolore, parzialmente rosso, e 1' area frontale più o meno lucida. L o scapo oltrepassa di poco il margine occipitale ed è normalmente dello stesso colore della fronte. Epinoto di solito con peli e r e t t i ) . (Formica i . sp.) 9. 1 2 5. Corpo lucido, perfettamente n e r o ) . Angolo dell'epinoto largamente arrotondato; l'addome irto di lunghe setole, con m i croscultura composta di una finissima striatura trasversale e radi puntini piligeri. Gli occhi più piccoli e più distanti dal margine occipitale. L . 4.5-7 mm. 65. gagates L a t r . — Corpo opaco o subopaco-scriceo. Colorito più chiaro, oppure completamente nero (F. fitsca), in tal caso però l'epinoto angoloso e le setole del gastro rade e brevi 6. 6. 11 capo di sotto con peli eretti. Tegumento nero, con pubescenza densissima sericei>-cinerea e brevi setole bianchiccie. I l torace ai lati ed i l capo sotto g l i occhi spesso leggermente bruno o rossiccio. L . 4.5-6.5 nini. — Vive sulla sabbia e sui ciotoli alle sponde dei fiumi. 69. cinerea Mayr. •— I l capo di sotto senza peli eretti. La squama del peziolo più larga e maggiormente compressa 7. 7. Corpo perfettamente nero, comprese le guancie. I l tegumento presenta spesso un leggero riflesso bronzeo; colla lente a forte ingrandimento si arriva a discernere una finissima e fitta punteggiatura sopra un fondo meno opaco che nelle specie seguenti. Gastro con una fila di setole al margine posteriore dei tergiti e poche e brevi setole sul disco. La y col gastro lucido. L . 4 - 6 mm. 66. fusca ( L . ) N y l . — Almeno le guancie più o meno rossiccie o brune. TI tegumento presenta un aspetto perfettamente opaco in seguito ad una densissima zigrinatura microscopica, clic nasconde i puntini piligeri. La 9 ' gastro opaco 8. c o ' ) Eccettuata la F. ruta. -) U n ' altra specie lucida e completamente nera è la F. picca N y l . , clie si distingue dalla gagates per l'epinoto angoloso, i l capo e le antenne più brevi ed i l torace con rade setole gialle. !.. 3.H - (> mm. — Specie caratteristica delle torbiere, ove fa nidi a cumulo come le specie Europa boreale, Asia. del gruppo nifa pratensis. 136 8. Torace nudo (di rado con 2 o 3 peli eretti), i n gran parte bruno o nerastro, i l bordo anteriore e le suture laterali più o meno rossiccie. I l gastro generalmente con setole meno abbondanti. L a Q col torace cpiasi totalmente fosco. L . 4 - 6.5 mm. 67. glebaria N y l . -— Pro- e mesonoto più o meno pelosi (peli eretti) ; anche il gastro generalmente con setole più abbondanti. I l torace nella forma tipica rosso, t u t t ' a l più leggermente offuscato; v i sono però delle varietà più oscure, (forse ibridi?) che hanno quasi il colorito della glebaria. La 9 col torace anche di sopra parzialmente rosso. L . 5 - 7 m m . 68. rufìbarbis F. 9. I l corpo anteriore totalmente rosso-ferrugineo, t u t t ' a l più i l vertice debolmente offuscato. Anche lo scapo rosso. Tutto il corpo dell' y e della 9 copiosamente rivestito di peli eretti, gialli. L . 5 - 8 mm. 70. truncicola N y l . — La parte superiore del capo fino al clipeo e lateralmente di solito lino agli occhi bruna o nera. L a 9 senza peli eretti sulla parte superiore del gastro, spesso anche i l torace nudo . . 1 0 . 10. Torace con peli eretti più o meno copiosi. Anche i l capo di sotto e le coscie anteriori con peli eretti 11. — Torace perfettamente nudo o tutt' al più con qualche singolo pelo eretto sul dorso 12. 11. Occhi minutamente pelosi. Le tibie posteriori per lo più su tutto i l margine estensore con peli inclinati a 45°. Tutto il corpo con pelosità abbondante e abbastanza lunga. I l profilo dell' epinoto con angolo marcato. Pro- e mesonoto con macchia dorsale di solito più grande e più intensamente oscura che nelle specie seguenti. L a 9 occhi distintamente pelosi, i l gastro ed i l torace totalmente opachi. L . 4 - 8 mm (9 10-12 mm). c o n 71. pratensis Retzius. — Occhi nudi. Le tibie tutt' al più con singoli peli semiaderenti. I l torace con peli eretti distinti, ma meno abbondanti e più brevi della specie precedente. I l profilo dell' epinoto con angolo rifondato Pro- e mesonoto con macchia dorsale meno estesa o totalmente mancante. L a 9 cogli occhi nudi, i l gastro lucido, con p u n t e g g i a t u r a rada sul primo t e r g i t e , anche lo scutello di sopra totalmente lucido. Lungh. 5 - 8 mm. (9 10- 11 mm.). 72. piniphila Schenck. 137 12. Le tibie con peli rialzati a 45° come nella F. pratensis, però meno copiosi; anche il capo di sotto spesso con alcuni brevi peli eretti. La 9 ha i l gastro lucente come la /'\ piniphila, però il p r i m o t e r g i t e è c o p e r t o di p u n t i n i m o l t o p i ù d e n s i ; lo scutello è fittamente punteggiato, quasi opaco; gli occhi con brevissimi peli eretti. — Nelle A l p i ; probabilmente anche da noi. [rufa L . sensu Bondr.J. — Le tibie senza peli eretti (tutt' al più alla base 2 o 3 peli). I I capo d i s o t t o e le c o s c i o a n t e r i o r i s e n z a p e l i e r e t t i . (La y> secondo il B O N D R O I T , col gastro sublucido, con punteggiatura come nella piniphila; lo scutello opaco, zigrinato, con punteggiatura poco evidente; gli occhi nudi, l o non ho però ancora veduto esemplari 9 della Venezia Giulia). L . 5 - 8 inni. 73. polyctena Forst. 1. Gruppo ( S e r v i f o r m ì c a Forel). Specie con caratteri b i o l o g i c i meno e v o l u t i . Nidificano suolo. Le femmine sono capaci d i fondare un nuovo per formicaio lo da più nel sole. Le operaie vengono spesso rapite dalle specie dei gruppi seguenti, che le tengono come schiave. 65. Formica gagates L a t r . (Mayr, Form. Austr. 1855, 347 e Europ. Form. 1861, 46; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 182; Donisthorpe, Brit. Ants, 1915, 329, fig. 92, 1; Forel, Ameis. Schweiz, 1915,63; Emery, Form. Ital. 1916, 261; Bondroit, Fourm. France, 1918, 46. F. fusca gagates, Escherich, Die Ameise, 1906, 222 ed Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 194). Specie piuttosto meridionale, abbastanza frequente nel Goriziano e sul Carso di Trieste. Predilige la regione delle quercie e dei castagni. Fa i nidi in terra, sotto sassi, e si arrampica sui cespugli e sugli alberi (come del resto tutte le specie di Formica della nostra regione). Venezia Giulia. — Goriziano : Gorizia-S. Pietro, 4-919; Panoviz, falciando, 4-908; Prcvacina, 5-912. — Retroterra ed altipiano carsico di Trieste : Pendii del M . Re, 5-909; S. (anziano, sotto un sasso, 4-911; sulla cresta tra i l M . Concusso ed i l Castellaro, 5-09; Panaro, 5-911 ( P . ) ; Ternovizza, 3-911 (P.) ; Basovizza, sotto un sasso, 25-2-912; Perciclol, sotto un sasso molte y intirizzite dal freddo, 18-12-921. — Conca arenacea di Trieste : Conconello, 3 e 5-911 ( P . ) ; Terstenicco, sbattendo giovani quercie, 138 frequente, fine di 4-919; Scorcola, 4-908; Boschetto, sui fiori di Dorycnium herbaceum, 30-6-906 ( F R I T S C H , 1915, 265), anche sotto pietre, 3-909; Barcola, sotto sassi, 4-911; Cedas, sulle piante, 5-909. — Istria settentrionale : Erpelje-Clanez, sotto un sasso, 4-908; Capodistria, 5-913 ( W . ) . Non ho veduto ancora esemplari dell' Istria meridionale e della Dalmazia, ma non escludo che v i si possano trovare. Stando alla indicazione di G A S P E R I N I (1887, p. 7) la F. gagates sarebbe frequente nella regione montana di Labin presso T r a ù . Trovasi qua e là nella Germania meridionale e nell'Austria. Manca i n Inghilterra e nel Belgio. I n Svizzera solamente nel Ticinese, in Francia da D i j o n e Fontainebleau al Sud. Italia continentale, Balcania, Crimea, Asia minore. 66. Formica fusca L . , N y l . (F. fusca fusca, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 196 e Form. Ital. 1916, 261; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 63. F. fusca-\-Feniani, Bondroit, Fourm. France 1918, 48). Specie limitata alla parte nordica c montana della nostra regione. Nel retroterra di Trieste essa trovasi appena al di là del varco di Sesana (Poverio, 400 in) e nei pressi di Roditti (500 ni); poi nel centro dell'Istria a Mime (600 n i ) . In Dalmazia probabilmente solo sui monti più alti. — Specie timida, che predilige i boschi e che nidifica sotto pietre o nei tronchi d' alberi. 1 nostri esemplari appartengono in parte alla vera fusca sensu strictiss., in parte alla F. Feniani Bondroit, che io considero come una forma alpina della fusca. a) fusca fusca L . (Formica fusca Bondroit, Fourm. France, 1918, 48). — Torace nudo, senza peli eretti. Venezia Giulia. — Goriziano : Matajur, 9-919, un nido sotto sassi, con 2 9 dealate. — Retroterra di Trieste : Prevallo, 1 9» 5-09; Artvise, sotto un sasso, 6-23; R o d i t t i , 4-911: Poverio, tra Sesana e Divaccia, 10-911 ( W . ) . — Istria centrale : nei boschi tra M i m e e Sapiane, alcuni nidi nei tronchi fracidi, 4-911. Europa media e settentrionale, Siberia. I n Italia solamente nella regione montana. Gli esemplari trovati sulle massime vette delle A l p i (fino a 2400 m) e indicati col nome di F. fusca, appartengono probabilmente alla razza seguente. 139 b) fusca Lemani Bonrlr. (/<". 1,emani Bondroit, Fourm. France 1918, 48. /•''. fusca part. auct.j. — Torace più o meno irto di peli eretti. Vere Lemani, che corrispondono perfettamente alla descrizione del B O N D R O I T , con riflesso verde-bronzeo spiccato, raccolsi sulla vetta più alta del M . Biocovo (S. Giorgio, 1753 ni) sopirà Macarsca in Dalmazia, sotto sassi, 12-7-907. Altri esemplari che si avvicinano più o meno a questa razza, posseggo dalle seguenti località : M . Dinara (1756 m ) , in Dalmazia, 7-909; M . Re (1300 i n ) , sull'altipiano, sotto un sasso, 5-909; Carnizza, nella Selva di Tarnova, in una radura del bosco sotto sassi, a circa 1000 in, 6-911; Kobila glava presso Tolmino (1400 m), 6-911 ( 1 \ ) . Descritta dalle montagne del Belgio e delia Francia, al Sud fino ai Pirenei e alle Alpi marittime; anche in Norvegia e in Svizzera ( B O N D R O I T ) . 67. Formica glebaria X y l . (Bondroit, Fourm. France 1918, 49. F. fusca glebaria, Forel, Ameis. Schweiz 1915, 63 e Fmery, Form. Ital. 1916, 262. F. fusca fusca v. glebaria, Fmery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 196). Sostituisce da noi la F. fusca nelle posizioni più basse, più apriche e arriva lino alla costa del mare. Nidilica nel suolo, sui prati ecc. e sale sovente sugli alberi e sui cespugli. Venezia Giulia. — Goriziano : Volzano presso Tolmino, 908 (P.); Piava, sui cespugli, 5-912; Gorizia - S. Pietro, 4-909; Prevacina, 5-912. — t'arso di Trieste : Castellare (740 n i ) , un nido con 1 9 dealata, 11 -5-911 ( I V ) ; M . Panaro, 5-911 ( P . ) : tra Basovizza e Lipizza, 3-908 e 5 911; Opciua, un nido con una 9 dealata, 23-4-911 ( ! ' . ) : Vedetta Alice, 4-911. — Conca arenacea di Trieste : Miramar, sbattendo le siepi di Cratacgus pyracantha in fioritura, 5-921; Barcola-Miramar, lungo la strada, sui fiori di Daucus carola, 8 900; Trieste, nel giardino di Piazza degli Studi, 4-908; .Negherà, 5-912 ( W . ) . — Istria ; Capodistria, 5 912 ( \ V . ) ; Pirano, sotto sassi e sui fiori di Canini carri, agosto settembre 1905 (indicata da C O H K L L I , 1906, p. 479, col nome di /•'. fusca); Umago, 6-912 ( W . ) ; Mime, 4-911 ( W . ) ; Laurana, 6-08; Abbazia, 10-912 ( X . ) . — Isole : Unie, sbattendo cespugli e sul suolo, 7 911, 140 Dalmazia. — Vraua presso Zaravecchia, 9-914 ( N . ) ; sul M. Mossor, presso la casa forestale, sotto sassi, 15-7-910. — E ' probabile che la F. fusca constatata in Arbe da M A I D L (1922, p. 45) appartenga pure alla glebaria. Specie diffusa in quasi tutta l'Europa. Anche in Sicilia ( E M E R Y ) e in Algeria ( B O N D R O I T ) . 68. Formica rufibarbis F. (Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 64; Donisthorpe, Brit. Ants 1915, 320; Bondroit, Fourm. France, 1918, 51. F. fusca rufibarbis, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 197 e Form. Ital. 1916, 262. F. cunicularia [part.?] Mayr, Form. Austr. 1855, 342 e Europ. Form. 1861, 47). Esemplari tipici, grandi, col torace quasi perfettamente rosso e distintamente irsuto, si trovano specialmente nei dintorni di Trieste sotto sassi; Conconello, 4-911 ( P . ) ; Terstenicco, 5-908 (Ciana); Scorcola, 4-09 (P.) ; Noghera, moltissime (jj sotto un grande lastrone di pietra, 19-3-22; Dolina, 3-09 ( P . ) ; Capodistria, 5-913 ( W . ) . Esemplari col dorso del torace più oscuro (bruno nei grandi, quasi nero nei piccoli) si trovano di preferenza su 1F altipiano : S. Canziano presso Divaccia, 5-914 ( W . ) ; Roditti, 4-911 ( P . ) ; Castellare maggiore, 5-911. anche 1 y dealata. P e r ò anche tra quelli di Conconello (vedi sopra) e a Umago, 6-912 ( W . ) . Una serie di Matteria in Istria, sud' altipiano carsico presso la Grotta Martino (5-6-911) consta di esemplari piccoli, col torace in gran parte rosso, però con scarsi peli eretti o quasi nudo. Io li raccolsi sul terreno mentre erano in procinto di scavare i l nido. Dalla piccola apertura nel suolo si vedeva comparire ogni tanto una y con un granellino di terra in bocca, che depositava poi a una certa distanza dal foro di entrata. Non ho veduto ancora esemplari dell' Istria meridionale e della Dalmazia. H a una grande diffusione in Europa e nell'Asia occidentale. I n Italia sul continente, al piano e sulle colline ( E M E R Y ) . I n Svizzera frequente fino a circa 1500 m ( F O R E L ) . E ' più aggressiva delle due specie precedenti. L a variabilità del colorito rende talvolta assai difficile la distinzione della Form, rufibarbis dalla F. glebaria. 141 69. Formica cinerea M a y r (Form. Austr. 1855, 344 e Europ. Formic. 1861, 47; André, Spec. H y m . 1882, 181; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 64; Emery, Form. Ital. 1916, 262; Bondroit, Fourm. France 1918, 53. F. fusca cinerea, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 199). Venezia Giulia. — Bagnoli presso Trieste, sulle ghiaie della Rosandra, numerose operaie vaganti, 4-908 e 911. Quantunque non mi consti che questa unica località della F. cinerea nella nostra regione, ritengo probabile che v i si trovi anche in altri siti della Venezia Giulia e della Dalmazia, lungo le rive dei fiumi e dei t o r r e n t i ) . Europa media e meridionale. In Italia sul continente, in luoghi sabbiosi, particolarmente sulle sponde dei fiumi ( E M E R Y ) . N i difica nel terreno sabbioso e fa colonie estese, composte di molti nidi comunicanti per mezzo di canali sotterranei ( A N D R É , E M E R Y ) . 1 Fu osservata nei dintorni di Norimberga e Fiirth sul Sarothamnus scoparius, in siti sabbiosi, assieme ad una piccola cicala, la Gargara genistae F. La F. cinerea accarezza colle antenne le larve di questa cicala, che secernono dall'addome un liquido, che viene immediatamente succhiato dalle formiche ( F N S L I N , Zeitschr. wiss. Ins. Bici. 1911, 1 9 - 2 1 , con 2 figure). 2. gruppo ( F o r m i c a s. str.). Fanno n i d i a cumulo con detriti vegetali. La O ha bisogno, per fondare il nido, di operaie della propria specie o di altre formiche (Serviformìca), che fungono da schiave. 70. Formica truncicola N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 69 e Europ. Form. 1861, 46; A n d r é , Spec. H y m . 1982, 183; F. rufa truncicola, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 187 e Form. Ital. 1916, 260; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 57. F. truncorum F., Bondroit, Fourm. France 1918, 60). Venne constatata per la prima volta 1' anno scorso in maggio dall'amico Finzi sul M . Tajano (Istria settentrionale, a circa 1000 m) e ritrovata poi da me nello stesso sito. Quantunque non si conoscano altre località nella Venezia Giulia, è quasi certo che si troverà anche sui monti del Goriziano. ») V indicazione del Dott. GALVAOKI (1902, p. 380), che novera la F. cinerea tra le formiche di Lissa ( H u m ) , dovrebbe riferirsi piuttosto alla F. glebaria. 142 Europa media e settentrionale, Caucaso e Siberia. I n Italia solamente al Nord, sulle A l p i . — Fa cumuli piuttosto bassi, di preferenza su tronchi fracidi. 71. Formica pratensis Retzius (André, Spec. H y m . 1882, 184; Donisthorpe, Brit. Ants 1915, 267; Bondroit, Foum. France 1918, 57 e 59. F. rufa pratensis, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 186 c Form. Ital. 1916, 260; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 57. F. congerens N y l . , Mayr, Form. Austr. 1855, 332 e Europ. Form. 1861, 46). Da noi specie prefercntementc montana (regione del faggio), che trovasi però anche più in basso, nella regione delle quercie. Nel territorio di Trieste essa nidifica sull' altipiano carsico, ma non oltrepassa la catena del Vena. Nel vallone di Muggia, più umido e di conseguenza più propizio all' esistenza di specie dell' Europa centrale, essa scende quasi lino al livello del mare. Neil' Istria meridionale e in Dalmazia essa manca assolutamente nella zona litorale e si trova solamente nell' interno e sin monti. — Nidifica sui prati, nelle radure dei boschi ecc. e costruisce cumuli piuttosto bassi e composti di detriti relativamente grossolani. Venezia Giulia. — Volzano, 7-08 ( ! ' . ) : Cobilaglava pr. Tolmino (1400 n i ) , un nido con Q alate (P.) ; Sebrelje, valle. dell'Irina. 9-919. — Altipiano di Trieste : Storje, 10-909; Divaccia, 4- 911; M . Castellare un nido con 3 cf, 25-5-911 (Spr.); ai piedi del M . Concusso pr. Basovizza, 1 9 vagante sull' erba, 23-5-09; Lipizza, un cumulo senza forme sessuali, però con alcune operaie ancora immature, 26-9-920; sui prati dietro i l M . Spaccato, 5- 11-911 ( P . ) . — Istria settentrionale e media: Noghera, 4-919 (Schatzmayr e Ravasini); Beca sull'altipiano di S. Servolo, 4-909 ( P . ) ; M . Tajano, sui prati nella regione dei faggi, fino a 900 m, frequente, 5-908; un nido con molti rf, 25-5-919; più in basso, ai piedi del Tajano verso Erpelje 1 9 alata e molte i£ vaganti sull'erba, 16-5-908; Mime, molti nidi sui prati tra i boschi, in uno anche una 9 ricalata, 4-911; M . Maggiore, sul versante occidentale a circa 1000 in, un nido di media altezza concresciuto con erba, 5-911. Dalmazia. — Stermizza pr. K n i n , 5-916 ( N . ) ; Crivoscie alle Bocche di Cattaro, 1 y (leg. Paganctti, sec. M A I D L 1922, 45). 143 Europa inedia e boreale, Siberia. Anche in Italia, Spagna e Balcania, però solamente sui monti. Nota. — L a pelosità delle 9 varia moltissimo e forse si sciupa in esemplari più vecchi in seguito a sfregamento. L* esemplare più villoso è quello trovato ai piedi del M . Concusso, essendo tutto il corpo, tranne la parte dorsale dell'addome, provvisto di fini e lunghi peli cretti. Questa 9 corrisponde alla var. Cordieri Bondroit, (Bull. Soc. Lnt. France, 1917, 174 e Fourm. France 1918, 58). La 9 di Mime possiede bensì un abbondante pelosità eretta sulla parte inferiore del capo, ma il mesonoto e lo scutello sono quasi nudi. Questo esemplare, dealato e vecchio, ha tutto 1'aspetto di aver perso i peli sulla parie supcriore del corpo in seguito a sfregamento. Non così la O di Cobilaglava e quella del Tajano, le quali, sebbene alate e giovani non hanno traccia di peli eretti nè sulla parte inferiore del capo uè su tutta la pai-te dorsale del corpo; solamente la parte inferiore e l'apice del gastro sono forniti di peli eretti. Sarà interessante studiare in seguito, sopra un materiale più copioso, se si possano stabilire in tale riguardo delle razze o va rietà locali, basate sulla pelosità rielle Q, oppure se si tratti di differenze di nido o rlel tutto individuali. 72. Formica piniphila Schenck (Bondroit, Fourm. Franco 1918, 57 e 60. F. rufa pari. Mayr Form. Austr. 1855, 328 e Europ. Form. 1861, 46. F. rufa rufa v. piniphila, Forel, Ameis, Schweiz 1915, 57 e 59; Emery,-Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 185 e Form. Ital. 1916, 264). Specie più strettamente legata alla regione dei faggi che la precedente. Le quote più basse constatate finora nella Venezia Giulia sono: nella Valle dell'Isonzo 200 ni, nel retroterra di Trieste e nell'Istria settentrionale circa 500 ni. Trovasi in parecchie località dell'interno assieme alla pratensis, ma non si estende, come questa, sull'altipiano carsico di Trieste. — Fa nidi simili a quelli della specie precedente, ma più alti. Venezia Giulia. — Goriziano : Volzano, su un ciligio, 7-908 (P.). _ Retroterra di T r i e s t e : Roditti, diversi nidi, 23-4-911; un nido con 99 appena sbocciate rialte crisalidi ai 6 5 923. — Istria: Clanez, 1-11-911, 1 cs. ( W . ) ; Tajano, a circa 900 in, un 144 x nido con y alate, 5-922, singole anche sbattendo i faggi, 5-921; tra roljane e Vclika Vrata, al Sud del Tajano, 5 909; Mune, diversi nidi, 4-911. Dalmazia. — Finora un'unica località al versante meridionale della catena del Velebit : Paclenizza, 7-916 ( M . ) . E ' probabile però che verrà trovata anche altrove nelle montagne di contine, le quali sono quasi affatto inesplorate dal lato mirniecologico. Diffusa, secondo B O N D R O I T , in Europa, ad eccezione dell' estremo Sud. 73. Formica polyctena F ò r s t . (Bondroit, Fourm. France 1918, 5 7 e 60. /•'. rufa part. Mayr, Form. Austr. 1855, 328 e Europ. Form. 1861, 46. F. rufa rufa v. polycicna Forel. Ameis. Schweiz 1915, 58; Fmery, Form. Ital. 1916, 259). F.sclusivamente nella regione dei faggi, in posizioni montane o submontane (nel retroterra di Trieste da 600 ni impoi"). Venezia (dulia. — Nel bosco tra Prevallo e Senosecchia, sbatlendo i faggi, singole » , 5 09; sul M . Maggiore, a circa 1000 m, un nido, 5-910. Purtroppo, non posseggo nessuna Q per poter controllare se esistano in realtà le differenze specifiche indicate dal B O N D R O I T , oppure se si tratti piuttosto di una semplice varietà della F. rufa, come ritengono E M E R Y e F O R E L . Trovasi qua e là nell'Europa centrale, però meno frequente della F. piniphila (sec. B O N D R O I T ) . Nota. -— Oltre alle tre specie precedenti, ben definite, posseggo 2 y e 2 0 dalla Selva di Tarnova presso Gorizia, che non sono riuscito a classificare con esattezza, tanto più che non mi sembra del tutto accertato, se le O e le y appartengano realmente alla medesima specie. M i limito perciò a dame una breve descrizione : Formica spec. ( y ) . — Colorito ancor più oscuro della pratensis, essendo anche 1' epinoto di sopra più o meno annerito. I. peli cretti del torace più brevi che nella pratensis e il capo un poco più stretto. TI colorito del torace corrisponde perfettamente a quello della F. pratensis v. nigricans Emery (delle Alpi marittime, del Ticino, Tiralo, Vallombrosa, ecc.), però uè E M E R Y , nò gli altri autori, 145 fanno menzione della differente pelosità del torace. I n questo r i guardo le due O di Tarnova combinano perfettamente colla F. piniphila, però la colorazione è ben diversa. L a forma elei capo potrebbe far pensare anche alla F. alpina San!sebi, la quale però, stando alle figure, dovrebbe avere il capo ancor più allungato e poi il colorito della F. rufa. Formica spec. ( y ) . — Gastro lucido, con punteggiatura densa sul primo segmento. Scutello subopaco, leggermente lucente nel mezzo. Occhi con peli brevissimi, ma ben visibili con forte lente. Io dichiarerei senz'altro queste due y di Tarnova per F. rufa s. str., se avessi la certezza che le due Q raccolte nel medesimo sito appartengono ad una specie differente, Con serra raccogliere ulteriori esemplari (<^> e y ) bene assortiti secondo nidi, per chiarire definitivamente la questione. 3. gruppo ( R a p t i f o r m i c a Forel). Fa i l nido i n terra e lo ricopre con poco pupe di una Serviformìca, schiave. La 9 n a dalle quali bisogno d i queste materiale mobile. Rapisce le alleva le $ che tiene formiche ausiliarie nel nido come per fondare un nuovo nido. 74. Formica sanguinea L a t r . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 64 e Europ. Form. 1861, 46; André. Spec. H y m . 1882, 180; Donisthorpe British Ants 1915, 280; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 6 1 ; Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 182 e F o r m . H a i . 1916, 257; Bondroit, Fourm. Franco, 1918, 55). Constatata finora solamente nella parte settentrionale della Venezia Giulia, da Mime e dal M . Maggiore al Nord. Tanto nella regione montana (dei faggi), quanto nella zona carsica (delle quercie). Raggiunge a Trieste quasi i l livello del mare; manca però certamente nella zona mediterranea dell' Istria meridionale e della Dalmazia. Venezia Giulia. -— Goriziano : Carnizza nella Selva di Tarnova, 6-911. — Retroterra di Trieste : S. Pietro del Carso, 9-910; Dane pr. Divaccia, sotto un sasso, 4-09 ( P . ) ; Berje presso Nabresina, un nido a cumulo, assieme colla F. gagaics. 4-921; nel bosco di Lipizza, un nido in terra, 5-911; sull'altipiano tra Orleg e L i pizza, un nido fatto su un tronco d'albero, 5-908 ( P . ) ; M . Concusso, un nido in terra appoggiato ad un tronco, senza cumulo, 5-909. — Dintorni di Trieste : Terstenicco, un nido in terra alla 146 base riì un tronco cri anche parecchi esemplari vaganti sulle giovani quercie, 4-919. — Istria : M . Tajano, sul versante verso Pierlimontc a mezza altezza, un nido in terra sotto un sasso, 5-922; Mune, su prati carsici al margine dei boschi di faggio, un nido a cumulo abbastanza grande, composto di detriti vegetali e terra, assieme alla F. fusca, 4-911; M . Maggiore, 1 vagante nei boschi sopra il rifugio, 5-911. Diffusa nella regione paleartica, però al Sud in montagna. Si estende in Italia lungo l'Appennino fino in Sicilia (Madonie). 4. gruppo (Coptoformica m.). Fanno n i d i a cumulo con detriti vegetali, come le specie del 2. gruppo (Formica s. str.), p e r ò ne differiscono per la conformazione del capo. Le 9 hanno pure bisogno di operaie per fondare i l nido. 75. Formica pressilabris N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 67 e Europ. Form. 1861, 46; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 179. F. c.vsccta Pressilabris, Emery, Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 191 e Form. Ital. 1916, 259; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 59). L a forma tipica, col gastro sublucido, trovasi nell' Europa settentrionale c a Zcrmatt nelle A l p i svizzere. Da noi fu trovata un' unica volta una forma col gastro opaco, che credo di poter attribuire alla razza seguente : a) subsp. Foreli Emery (Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 192 e Form. Ital. 1916, 259; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 59. /<". Foreli sp. propr., Bondroit, Form. France, 1918, 65). Venezia Giulia. — U n nido a cumulo nei dintorni di Mune, nell'Istria centrale. 12-4-911 ( W . ) . Io ascrivo questi esemplari alla subsp. Foreli, perchè questa è la forma più diffusa nell'Europa centrale; però osservo che non ho avuto esemplari rli confronto di altre località, per poter stabilire se la razza istriana coincide perfettamente con quella dell'Europa centrale o meno. 76. Formica exsecta N y l . (Mayr, Form. Austr. 1855, 68 e Europ. Form. 1861, 46; André, Spec. H y m . 1882, 178; Wolf, Ber. med.-nat. Ver. Innsbruck, 1914, 46; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 273. F. c.vsccta part. (exclus. pressilabris) Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 189 e Form. Ital. 1916, 258; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 58), 147 Specie constatala da noi sulle montagne della Venezia Giulia, tra i 9 0 0 e 1 8 0 0 m. Fa cumuli bassi, composti di detriti vegetali più fini di quelli della F. pratensis. Venezia Giulia. — Alpi Giulie : Malga Tolstez sul Tricorno, 1800 m, un nido a forma di tronco di cono, del diametro di 3 0 cm, composto di detriti vegetali e terra e concresciuto all'intorno con erba, 7 - 9 1 3 ( W . ) ; Matajur, 9 - 9 1 9 ; Cobilaglava pr. S. Lucia, 6 - 9 1 1 (P.). — Monti dell'Istria : Tajano, a circa 9 0 0 m, nelle radure dei boschi di faggio al Sud della vetta principale, molti nidi, in uno di questi anche 1 Q dealata, 14-5-922. Europa boreale e media, Siberia. Al Sud in montagna (Pirenei, Alpi, Appennino toscano, Caucaso). Nota. — Negli esemplari della Venezia Giulia i palpi mascellari sono di mediocre lunghezza, essi non raggiungono, ripiegati all'indietro, il margine posteriore dell'occhio. Il gastro è sempre nero, la fronte ed il vertice di solito più o meno offuscati. Solamente in uno dei nidi osservati sul Tajano raccolsi una forma coi capo più chiaro, quasi totalmente rosso-testaceo, mentre il gastro conserva il colorito nero di tutte le altre. Data la lunghezza mediocre dei palpi ed il colore del gastro, non mi sembra che si possa trattare della vera F. c.vsccta sensu FOREL (1915) e B O N D R O I T ( 1 9 1 8 ) . P e r ò non potrei dire, senza aver fatto uno studio comparativo di tutte le razze rlci vari paesi, a quale razza si connettano gli esemplari della Venezia Giunlia. Quanto difficile sia lo studio delle varietà della F. c.vsccta, emerge chiaramente da un lavoro del Dott. W O L F ( 1 9 1 4 , p. 4 6 - 5 2 ) , il quale, pur avendo stabilito certe particolarità morfologiche per i singoli ceppi di F. c.vsccta da lui esaminati, non è riuscito ad identificarli con sicurezza colle razze o varietà già descritte da altri. Solamente per gli esemplari della Malga Tolstez egli crede di poter constatare un avvicinamento alla v. etnisca Emery di Abetone. 29. Genere : P O L Y E R G U S L a t r . 77. Polyergus rufescens L a t r . (Mayr, Form. Austr. 1855, 112 e Europ. Form. 1861, 44: A n d r é Spec. H y m . 1882. 164; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 6 6 ; Emery, Form. Ital. 1916, 2 6 9 ; Bondroit, Fourm. France, 1918. 4 1 ) . 148 Testaceo o ferrugineo, i primi due segmenti del gastro offuscati; il corpo anteriore opaco. Area frontale e mandibole, lucidissime. L o scapo alquanto più breve del cai». " torace circa come nel genere V or mica, ma la squama del peziolo ben diversa, alta e grossa. Il gastro relativamente piccolo, appuntilo, con finissima pubescenza sericea e lunghi peli dorati. Lunghezza dei nostri esemplari 6 - 6.5 min. Raro nella parte settentrionale e continentale della Venezia (dulia. Nidifica in terra, sotto sassi ed alleva come schiave le fj della formica glebaria e di altre specie del gruppo Serviformìca, che rapisce allo stato di crisalide. Venezia Giulia. — Goriziano: Volzano pr. Tolmino, 908 — t'arso di Trieste : sulla cresta del Lanaro, al margine del bosco di pini, un nido sotterraneo, colla Form, glebaria, 9 922. — Istria settentrionale : t o r t i v i pr. Mondano, una schiera di operaie « nell'istante in cui, attraversando una strada, stavano ritornando da una di quelle spedizioni depredatrici che caratterizzano questa formica » ( P I N Z I , 1921, 120). Europa media. Italia superiore. Umbria. Toscana ( E M E R Y ) . Rara nella Svizzera nordica, più frequente nei cantoni meridionali ( F O R E L ) . Manca in Inghilterra ( D O N I S T H O R P E ) . 30. Genere : C A T A G L Y P H I S Focrster. iRevisione: EsiEKY, Meni. Accad. Scienze Bologna. 1906, 47). 1. Il penultimo articolo dei palpi mascellari molto più lungo fieli'ultimo. Peziolo con nodo dorsale grosso, rifondato. - - Specie grande, il corpo anteriore di solito rosso, opaco, il gastro nero, con lucentezza sericea, le gambe e le antenne rosse. I l clipeo elevato a carena nel mezzo: profilo dell'epinoto arrotondato.. Lutigli. 7-12 mm. 78. bicolor F., Fmery. — 1 due ultimi articoli dei palpi mascellari circa uguali o il penultimo poco più lungo 2. 2. Specie grande, simile al bicolor e confusa per mollo tempo con questa. Il corpo anteriore di solito rosso; prominenza dorsale del peziolo bassa, conica o squamiforme. — La forma tipica in Spagna; la razza mauritanicus F.inerv {allisquamis auct.) in Tunisia, Algeria e Marocco. |viaticus F.. Fmery], 149 — Specie più piccola, con squama del peziolo alta e grossa. Il corpo anteriore densamente zigrinato, con lucentezza sericea; il gastro lucido, però con finissima striatura trasversale. Clipeo non carenato; epinoto con profilo angoloso, leggermente arrotondato. I nostri esemplari dalmati sono completamente neri, con riflesso bronzeo; i tarsi e più o meno anche le tibie e lo scapo ferruginei. L . 4 - 7 m m . 79. cursor Fonsc. 78. Cataglyphis bicolor F., Emery (Myrmccocystus bicolor, Emery, Accad. scienze Bologna, 1906, 58, fig. 27. Monocombus viaticus, Mayr, Form. Austr. 1855, 382. Cataglyphis viaticus, Mayr, Europ. Form. 1861, 45. Myrmccocystus viaticus, A n d r é , Spec. Hym. 1882, 170). 10 non ho veduto peranco esemplari della nostra regione, però esistono nella letteratura delle indicazioni per la Dalmazia (col nome viaticus). Già nel 1855 il M A Y R annovera la Dalmazia tra i paesi abitati dal Monoconibus viaticus e nomina anche i raccoglitori (Botteri e Frauenfeld). A N D R É (1882) cita pure la Dalmazia, riportando evidentemente l'indicazione del Mayr. E ' unica indicazione topografica precisa ci dà i l G A S P E R I N I (1887, p. 6 e 7 ) , che dice di aver ricevuto y y e cfcS del Myrmccocystus -viaticus da Brusje ned' isola di Lesina. Osservo che anche i l Botteri abitava a Lesina, sicché è probabile che questa sia anche la provenienza degli esemplari esaminati dal M A Y R . A d ogni modo è strano, che nessuno abbia più trovato questa formica, negli ultimi 40 anni, in Dalmazia. 11 C. bicolor F. è descritto originariamente dall'Africa settentrionale. Però la specie è indubbiamente di origine orientale, essendo diffusa nell'Asia centrale ed occidentale, in Balcania e nel bacino del Danubio tino a Budapest. Attraverso 1' Egitto essa si •estende lungo la costa africana e nel deserto fino in Algeria; però in Europa essa si arresta all'Adriatico, mancando del tutto in Italia, in Francia e in Spagna. 79. Cataglyphis cursor Fonsc. 45; Myrmecocystus cursor, Emery, gna, 1906, 47). Rappresentato in Dalmazia da probabilmente alla subsp. aenescens ( M a y r , Europ. Form. 1861, Aleni. Accad. scienze Bolouna forma, che va ascritta N y l . dell' oriente. I l corpo 150 dell'y totalmente nero con riflesso bronzino; i tarsi e più o métto anche le tibie e lo scapo ferruginei. L . 4 - 7 mm. Le 9 hanno il corpo anteriore bruno oscuro, leggermente rossastro, i l gastro nerobronzato, lucente, i femori picei, i tarsi, le tibie anteriori e lo scapo ferruginei. I l capo è leggermente allungato, non più largo del torace e come questo provvisto di peli eretti. Anche le tibie sono provviste al margine estensore di lunghi peli eretti, che mancano affatto nelle operaie. L . 8.5 mm. D i n t o r n i di Zara : Diclo, un nido con 2 9 dealate, 13-4-14 ( N . ) . — Dintorni di Spalato : Clissa-Salona, 4-906 ( M A Y R 1911, 76); Lecevizza, 9-912, 1 (N.). y 11 C. cursor è diffuso in Oriente, dall'Asia centrale fino in Ungheria e in Balcania. Forma due oasi staccate nell'Apulia (subsp. italica Emery) e nella Francia meridionale (f. typica). Manca nell'Africa del Nord. Nota. — E M E R Y distingue nella sua bellissima monografia dei Myrmccocystus paleartici (1. c.) due razze principali del M. cursor : a) la / . typica della Francia meridionale, col corpo anteriore più o meno bruno; la squama genitale del r f con notevole prolungamento dell'angolo posteriore dorsale, la lamina subgenitale del (jf col lobo mediano poco sporgente, largamente rifondato o inciso nel mezzo; b) la subsp. aenescens N y l . dell'Ungheria, della Russia e dell Asia centrale, col corpo interamente nero-bronzato; la squama genitale senza prolungamento all' angolo posteriore dorsale, la lamina subgenitale protratta a punta nel mezzo. A Candia una varietà (v. eretica Emery) col lobo mediano della lamina subgenitale bensi sporgente, ma inciso ne! mezzo. I n Grecia i l M. cursor hclenicus Forel, di colore chiaro, col gastro bruno. In Italia, alla sponda adriatica tra Foggia e Lecce, il M. cursor italicus Fmery, di colorito oscuro; si distingue tanto dalla subsp. aenescens, quanto dalla f. tipica per statura più tozza ed i l capo notevolmente più corto, non più lungo che largo, meno prolungato dietro gli occhi. E ' probabile che la forma dalmata appartenga alla razza orientale, aenescens N y l . , almeno per ciò che risguarda il colorito e la forma; però l'assoluta certezza ci darà appena l'esame dei rj , che io ancora non posseggo. 1 151 31. Genere : C A M P O N O T U S (Camponotus + Colobopsis ( M a y r ) E n i . et For. Mayr 1861, 35 e 3 8 ) . Sottogeneri : F O E E L , Meni. Soc. Ent. Belg., v o i . 20, 1912, 90. — Revisioni di Singoli gruppi (herculeanus e maculalus) : E M E R Y , Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 182 e Bull. Soc. ent. I t a l . 1920, 3; M E N O Z Z I , Boll. Soc. ent. I t a l . 1922, 14. Genere critico, che comprende oltre un migliaio di forme d i verse, sparse nella zona tropicale e temperata del mondo intero, tranne la Nuova Zelanda. Interessante il fatto, che anche in Inghilterra, stando all' opera recente del D O N I S T H O R P E (1915), non v i sia alcuna specie indigena di Camponotus. . I l numero straordinario di specie, sottospecie e varietà rende difficilissimo i l raggruppamento naturale delle medesime. To condivido pienamente l'opinione d e l l ' E M E R Y (1916, 224), che non è soddisfatto della divisione subgenerica proposta dal F O R E L nel 1912, ma che egli, in mancanza di una migliore, adotta provvisoriamente. I o trovo che già le poche specie europee non consentono di distinguere dei veri sottogeneri ben definiti (tranne i l sottogenere Colobopsis) e mi limito a dividerle in gruppi di specie, ai quali non ascrivo un valore subgenerico. Mi preme ancora osservare, che i caratteri usati per la d i stinzione dei gruppi e delle specie nella tabella che segue, sono dedotti unicamente dal materiale d e l l a n o s t r a r e g i o n e e che quindi dovrebbero certamente subire delle modificazioni, volendo adattare la tabella ai Camponotus di altri paesi. Tabella delle specie (y). 1. La squama del peziolo incavata al margine superiore. Faccia dorsale dell' epinoto con profilo diritto o leggermente concavo. Gli occhi più grandi e maggiormente spostati all' indietro, le tempie più brevi del diametro oculare. Le lamine frontali divergenti e quasi diritte. Gli individui asessuali dimorfi, senza forme di transizione : i % col capo anteriormente troncato e granuloso, le y col capo semplice e liscio. Le y col capo troncalo come i %. (Sottogenere : Colobopsis M a y r ) . 88. truncatus Spinola. — Squama non incavata. Faccia dorsale dell' epinoto con profilo generalmente convesso o p i a n o ) . Gli occhi più piccoli e 1 4 ) Fanno eccezione certe razze del C. aethiops concavo di sopra. coli' epinoto leggermente 152 situati a maggior distanza dal margine occipitale. Le lamine frontali curvate ad 5. Gli individui asessuali dimorfi, grandi e piccoli, perù con tutte le forme intermedie. (Sottogenere : Camponotus s. str.) 2. 2. Epinoto stretto, la faccia dorsale lunga e più o meno convessa in senso trasversale, essa passa con semplice rotondità nelle faccie laterali o forma t u t t ' a l più uno spigolo laterale ottuso verso la base ed evanescente di dietro (C. tergestinus e Cestroi). Profilo del torace in curva continua (solamente nel Cestroi creticns con leggero angolo rientrante dinanzi all'epinoto) . . . . 3. — Epinoto largo, la sua faccia dorsale piana o leggermente concava di dietro, quadrangolare, limitata lateralmente da uno s p i g o l o b e n m a r c a t o , s p e c i a l in e n t e d i d i e t r o verso 1' angolo epinotale, mentre si attenua o svanisce alla base; la faccia declive concava è tagliata a picco, in modo che ne risulta un angolo epinotale quasi retto. Dinanzi all' epinoto fin solco mesoepinotale distinto, al quale corrisponde un angolo rientrante nel profilo del torace (6. gruppo : Orihonotomyrme.r Ashm. Specie tipo : C. lateralis) 9. 3. Clipeo distintamente carenato, con lobo mediano largo, troncato, protratto all' innanzi oltre la linea di congiunzione dei lobi laterali e terminato lateralmente quasi sempre ad angolo. Le mandibole con 6 - 7 dentini al margine interno. Torace molto compresso di dietro, con profilo dorsale a curva continua ed angolo epinotale ottuso. ( 1 . gruppo : Myrmoturba Forel. — Specie tipo: C. macidatus). 80. aethiops Latr. — Clipeo non carenato o con lieve accenno di carena, i l lobo mediano arrotondato, senza angolo laterale. Mandibole con 5 (di rado con 6) denti al margine interno 4. 4. Corpo grande, bicolore, oppure totalmente nero, in tal caso però il gastro opaco. Le guancie con pubescenza aderente, senza peli eretti. Torace compresso, a curva dorsale continua, con angolo epinotale ottuso. 11 lobo mediano del clipeo non sorpassa affatto o • pochissimo la linea di congiunzione dei lobi laterali. L . 5.5 - 12.5 min. (2. gruppo. — Specie tipo : C. herculeanus) . . 5. — Corpo più piccolo, totalmente nero, il gastro lucente. Guancie con o senza peli eretti. L . 4 . 5 - 8 min . . . . 7. 153 5. Corpo Compiei àmen te néro, opaco, il gastro irto di lunghi peli biancastri. Il lobo mediano de! clipeo un poco più sporgente che nelle specie seguenti. Anche la O completamente nera, colle ali leggermente affumicate. 81. vagus Scopoli. — Torace rosso o bruno. 1 peli eretti del gastro meno copiosi, giallognoli o dorati. Nella 9 ' parti laterali del torace, 1' epinoto, la squama e le zampe più o meno rossiccie o brune . . . 6. c 6. Corpo totalmente opaco; gastro completamente nero, con distinta pubescenza gialla e peli eretti dorati. Forma piuttosto tozza, angolo epinotale più sporgente. Le 9 ' gastro subopaco, distintamente punteggiato e pubescente; le ali giallastre. c o 82. herculeanus L . — Gastro più o meno lucido e d i s o l i t o alla base ferrugineo. Forma più slanciata, 1' angolo epinotale più ottuso e arrotondato. Le 9 ' gastro più o meno lucido, meno distintamente punteggiato e pubescente; le ali ferruginee, eccetto l'apice. 83. ligniperdus L a t r . c o 7. 11 profilo del torace a curva continua, discendente all'indietro, l'angolo dell'epinoto ottuso e largamente rifondato. Epinoto compresso, senza spigoli ai lati della faccia dorsale. L e g u a n c i e (nella nostra specie) s e n z a p e l i c r e i t i . 11 clipeo con incisione mediana. Corpo nero, le gambe in parte rossiccie. (3. gruppo. — Specie tipo : C. fallax). 84. fallax N y l . — I l profilo del torace pianeggiante di dietro, di conseguenza l'angolo epinotale più marcato. L a faccia dorsale dell'epinoto con spigolo laterale ottuso 8. 8. 11 lobo mediano del clipeo non sorpassa all'innanzi la linea di congiunzione dei lobi laterali. Tra i l mesonoto e l'epinoto è incuneato un pezzo abbastanza largo e piano corrispondente al metanoto ). L a faccia dorsale dell'epinoto più stretta e lunga. Corpo nero, lucente, l e g a m b e t o t a l m e n t e g i a l l e , comprese le coscie. Specie abbondantemente irsuta con molti peli eretti sulle guancie. (4. gruppo. — Specie tipo : C, tergestinus). 85. tergestinus M u l i . — I l lobo mediano del clìpeo protratto all' innanzi oltre la linea di congiunzione dei lobi laterali. Torace senza traccia di nie1 ') Talvolta indistinto per obliterazione delle suture 154 tauoto cuneiforme, con profilo perfettamente pianeggiante di dietro (f. typ.) oppure con leggero angolo rientrante dinanzi all'epinoto (subsp. crelicus). Faccia dorsale dell'epinoto piti larga e più breve. Corpo nero, nelle gambe almeno le coscie ed i femori picei. Sulle guancie solamente qualche singolo pelo eretto. ( 5 . gruppo. — Specie tipo : C. Cestroi). |Gestroi Emery]. 9. Corpo totalmente nero. Torace con peli eretti più lunghi e copiosi, s p e c i a l ni e n t e s u l l a f a c c i a d o r s a 1 e d e 11 e p i n o t o, che ne porta parecchi anche nella metà anteriore. Solco mesoepinotale di solito meno profondo, di conseguenza la faccia dorsale dell' epinoto più piana. Anche la y completamente nera, col margine occipitale troncato. E . 3.5 - 7 ( y ) , 9 - 1 0 nini ( 0 ) . 86. merula Eosana. — Almeno i l torace parzialmente rosso. E'epinoto solali] e n t e c o n u n a f i 1 a d i p e l i e r e t t i al margine posteriore della faccia dorsale. Solco mesoepinotale generalmente più profondo, di conseguenza la faccia dorsale dell' epinoto maggiormente curvata all' ingiù verso il solco predetto. Nella Q il capo parzialmente rosso. E . 3.5 - 7.5 (u), 8-9.5 inni ( y ) . 87. lateralis 01. Sottogenere : Camponotus s. s t r . 1. Gruppo del C. mactilatas F. ( M y r m o t u r b a For.). 80. Camponotus aethiops F a i r . (Rondroit, F o u r m . France, 1918, 7 2 ; l ù n e r y , Full. Soc. ent. Ital. 1920, 1 1 . Formica aethiops, Xfavr, Forni. Austr. 1855, 3 1 3 . Camponotus aethiops -\-marginatns, Mavr, Euro]). Forni. 1 8 6 1 , 3 6 . C. Tnaculatus aethiops, lùnery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 1 9 9 e Form. Ital. 1916, 2 2 9 ; Forel, Ameis. Schweiz 1 9 1 5 , 7 0 . C. sylvaticus [part.] Forel, Fourm. Suisse 1874, 3 8 e André, Spec. FTym. 1 8 8 2 , 1 4 6 ) . Specie terricola, frequente nella Venezia Giulia e in Dalmazia. Nidifica sotto i sassi, sale però spesso sugli arbusti e sugli alberi, come del resto la maggior parte dei Camponotus. Diffusa nell'Europa meridionale, in parte anche nell' Europa media, specialmente in località xerotenniche. Si estende verso oriente tino nell'Asia centrale. (EMERY, 1920). 11 mio materiale della regione adriatica orientale si suddivide nelle seguenti razze e varietà : a) C. aethiops aethiops Latr. (C. aethiops Mayr 1861; C. Sylvaticus aethiops Forel 1874; C. maculatus aethiops s. str. Emery 1908 e 1916, Eorel 1915; ('. aethiops s. str. Bondroit 1918. — Var. marginatus Latr., lùnery 1908 e 1916, Eorci 1915 e Bondroit 1918; C. marginatus [sp. propr.] Mayr 1861, 36; ('. sylvaticus s. str. Forel 1874). — Nero, le gambe nerastre o picee, eccetto le articolazioni che sono ferruginee o rossastre. Nella var. •marginatus le gambe rosso-brune o giallo brune, spesso anche il margine anteriore del clipeo rossastro. I l C. aethiops f. typica è diffuso e comune nei sili carsici di media altezza e lungo la costa, dal golfo di Trieste .almeno tino alla Dalmazia centrale; anche nelle isole. Venezia Giulia. — Carso triestino : Mataun pr. Divaccia, 4-911; Basovizza-Lipizza, 22-3-908; S. l'rinio tra l'rosecco e S. Croce, 21-3-914; Vedetta Alice, 4-911. — Costiera di Trieste; Duino, 10-912 e 3-914 ( W . j ; Grigliano, lungo la strada sotto un sasso su terreno arenaceo, molti esemplari assieme al Camponotus menda, 10-920; Barcola-Cedas, sbattendo cespugli, molli esemplari, però esclusivamente la forma minore col capo allungato, 5-911; Conconello, 2-11-911 e Scorcola, 25-3-09 ( ! ' . ) ; Boschetto, 4-908 ) ; S. Giovanni, 1 Q ricalala, 28-6-08 ( ! ' . ) . — Vallone d i ' M u g g i a : Noghera, 1 O. dealata sotto un sasso, 1-5-911 (Spr.); Bagnoli, 4-910; Muggia, esemplari vaganti sulle quercie, 24-4-910; S. Bartolomeo-Muggia, sotto un sasso, 7-3-09. — Istria . Rovigno, 4-912 (W.); Chersano, esemplari vaganti sui pini, 4-914 (YVV); Draga di Moschienizze, falciando l'erbe, 6 09; Abbazia, 10 912 ( N . ) . — Isole : Unie, esemplari vaganti (con capo allungato) sui cespugli, 7-922; indicato di Gnie già rial M A Y R (1863, p. 17); Sansego, 7-922; Orbile piccola, 8-6-911 ( G . ) . 1 Dalmazia. — Costa dalmata ; Barcagno presso Zara, 8-914 (N.); Spalato (sec. G A S I ' K R I N I , 1887, p. 6 ) ; Gravosa, 1 y , 6-914 (sec. M A I D L , 1922, 45). ----- Isole : Arbc, 2 9, 6-914 (sec. M A I D L , 1922, 45); Saie, nell'Isola Grossa, 5-911 ( G . ) ; Cazza, 7-911 ( K. ) ; Lissa, Comi sa e Busi, 5-911 ( G . ) ; J'elagosa grande (sec. G A L VAGNI, 1902, 380). ') Già i l M A Y H nel 1.SS5 (t'orni. Austr. p. 314) lo riporta da questa località Secondo E M E R Y (1916) in tutta 1' Italia, comprese le isole, salvo le alte montagne. I n Svizzera frequente nei cantoni meridionali, del resto soltanto in siti xerotermici ( F O R E L 1915). Francia meridionale e centrale ( B O N D R O I T 1918). Balcania, Caucaso. La varietà marginatus L a t r . avrebbe, secondo E M E R Y ' (1908, 199) la stessa distribuzione del vero aethiops, essendo ambidue indicate dell' Europa media e meridionale. Le poche località del marginatus finora note nella nostra regione non consentono di stabilire con esattezza la sua corologia; però mi sembra che si' tratti, almeno nella Venezia Giulia, di una forma piuttosto continentale, di località meno apriche e più boschive. Resta a vedersi se ciò sia la regola e se si possa quindi elevare il marginatus al rango di forma locale o sottospecie. Venezia (dulia. — Carso triestino : nel bosco di Lipizza, un nido sotto un sasso, composto di y con gambe molto chiare, 4-922; altri esemplari, in parte coi femori offuscati, 5-909. — Istria centrale : Zcjane presso Mune, un nido sotto un sasso, esemplari coi femori foschi nel mezzo, 4-911 ( W . ) . Dalmazia. — Velebit, Fodprag, a circa 700 m, 5 914 (N.). Una forma che si avvicina maggiormente all' aethiops, colle gambe poco più chiare, mi consta dalla voragine di S. ('anziano pr. Divaccia, 4-913 (\V.) e dal M . Promiua pr. Siverich in Dalmazia, 5-915 ( N . ) . h) C. aethiops veris. subsp. sylvaticoides Forel (Verh. zool.bot. Ges. Wien, 1892, 306). — Le y maggiori non uniformemente nere, essendo il torace rosso-bruno oscuro; i l capo di sopra brunonerastro, però il clipeo, lo spazio tra le lamine frontali, la parte anteriore delle guancie e tutta la faccia inferiore del capo rossobruna; le zampe e le antenne pure rossastre. 11 colorito corrisponde all' incirca alla diagnosi del C. silvaticus sensu B O N D R O I T (1918), però le guancie sono distintamente pelose, come nel vero aethiops. lo credo di poter riferire questa razza al C. aethiops v. sylvaticoides l'orci, della Bulgaria. Dalmazia meridionale. — Oko, alle Bocche di Cattaro, 5-912, 1 es. ( C ) ; Isola Cazziol, 6-911, 3 es. ( K . ) . — Una forma intermedia tra questa razza e Y aethiops trovasi a Racisce nell'isola di Curzola (W., 7-913). 157 Nota. — Nella letteratura esistono parecchie indicazioni di forme dalmate <lel gruppo maculaius. che perù vanno interpretate colle debite riserve, data la confusione sinonimica e sistematica rlei vecchi autori. M i limito pertanto a citarle brevemente : « Formica marginata Latr. . . . "Lagosta (Zeller) ». ( M A Y R , Form. Austr. 1855, 317). — 11 Mayr confondeva a ([nell'epoca ['aethiops var. marginatus degli autori moderni col fallax. R O G E R (Beri. Ent. Zeitschr. 1859, 228) menziona pure gli esemplari raccolti da Zeller a Lagosta (e Messina) e li classifica per una varietà della « Formica marginata {costavi pes Lea eh) ». Dalla descrizione risulta con certezza, che R O G E R intende sotto questo nome diversi Camponolus del gruppo maculains. con gambe chiare. Gli esemplari di Lagosta avrebbero anche il corpo di color chiaro e pochi peli eretti sul gastro (2 lite per ogni segmento). Nell'elenco del G A S P E R I N I (1897, p. 6) troviamo annoverati due Camponotus del gruppo maculatus. che egli designa come specie diverse. Anzitutto un « C. silvaticus O h » , clic l'autore dice di aver ricevuto da Brusje nell'isola di Lesina, mentre a Spalato troverebbesi la « v a r . aethiops L a t r . » . Boi, coinè specie a sè. il Camponotus di Lagosta. che egli riporta dal lavoro 'lei M A Y R col nome di «C. marginatus 1 .atr. =_ Jù/rmica marginala Latr. in Mayr 1855 », aggiungendovi le nuove località di Spalato, Lahin e S. Giorgio di Lesina. I l M A Y R (1911, p. 7 5 - 7 6 ) , trattando del materiale raccolto in Dalmazia dall'Associazione universitaria dei naturalisti di Vienna nell'aprile 1906, determina per « C. maculaius F . subsp. silvaticus 0 1 . » degli esemplari di Glissa e Castel vecchio presso Spalato, di Meleda e di Lissa. Suppongo che si tratti di forme intermedie tra V aethiops e la var. sylvaticoides. In fine, per essere al completo, cito il <••. C. ruhripes D r . » del (1891, p. 15), osservato nei dintorni di Zara. Dal Catalogus Hymenopterorum del D A L L A T O R R I ' , pag. 220 e seguenti, si desume che esiste anzitutto una Formico ruhripes La Ir., Westvv., Drury = Camponotus barbarus ( D r y ) Dalla Torre. dell'Africa, ciò che esclude trattarsi della forma di Zara : poi troviamo un C. ruhripes st. aethiops Forel 1886 ('. aethiops (Latr.) Mayr ed un C. ruhripes st. sylvaticus Forel 1 8 9 0 = C. silvaticus (01.) Mayr. KATURIC 158 sicché possiamo ammettere, che il K A T U R I C abbia osservato il C. aethiops nel senso degli autori moderni o almeno una varietà affine. 2. Gruppo del C. herculeanus L . ( C a m p o n o t u s Forel s. str.). 81. Camponotus vagus Scop. (Forel, Ameis. Schweiz 1915, 68; Emery, Form. Hai. 1916, 230; Bondroit, Fourm. France 1918, 71; Menozzi, Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, 141, nota. C. herculeanus vagus, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 183. Formica pubescens, Mayr, Form. Austr. 1855, 310. Camp, pubcsccns, Mayr, Europ. Form. 1861. 36 e André, Spec. H y m . 1882, 142). Diffuso nella regione adriatica orientale, dalla costa del mare fino a circa 800 ni di altezza. Nidifica nei tronchi e sotto le corteccic degli alberi. Venezia Giulia. — Goriziano : Volzano, nel tronco di un pero, 7-08 ( P . ) ; sul pendio meridionale del M . Giaun, 1 9 dealata, • 30 5 09 ( ! " ' . ) ; Gorizia-S. Pietro, 4-09; Vipacco ( M A Y R 1955, 312); Rouchi-Doberdò, 9-08; Monfalcone, 10-08. — Dintorni di Trieste : S. Daniele de! C'arso, 1 9 dcalata, 6 910; ('edas-Prosccco, un nido tra i gradini di pietra del viottolo, 5 911; Terstenicco, 5-08; Boschetto, nelle vecchie quercie e nei tronchi abbattuti, frequente, un nido con tutte le tre forme ( r f e 9 alate) ai primi di aprile 08 ( P . ) ; Trieste, città, 5-911 (YV.): Dolina, in un pioppo abbattuto, un nido con 9 alate, 21-2-09; S. Bartolomeo pr. Muggia, sotto la corteccia staccata di gelsi avarcati, un nido con individui alati (cf, 9) giovani larve, 7-3-09. — Istria : Pirano, sui fichi e sotto la corteccia dei mandorli, frequente, 8-05 ( C O B E T . L T , 1906, 478); Umago, 6-912 ( W . ) ; Castelnuovo, 1 9 dealata, 5-09; M . Tajano,, a circa 800 m, un nido in un tronco fracido di faggio, 5-922; Laurana-Moschieiiizze, falciando l'erbe, esemplari vaganti, 6-08. c Dalmazia. — Velebit : Paclenizza, molte fS, 6-916 ( N . ) . — Dintorni di Zara : Bibinjc, 6-911 ( A . Botteri). — Spalato, leg. Danza (sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 6 ) : nel cortile dell'Hotel Troccoli 1 <3 vagante d i notte, 8-912. — Dalmazia meridionale : Ragusa, 6-14 ( N . ) ; Castelnuovo d i Cattaro. 7-08. Europa meridionale ed in parte anche Europa media, Asia minore, Caucaso. Frequente in Italia, comprese le isole ( E M E R Y ) . In Svizzera specialmente al sud, del resto solo in posizioni xerotermiche ( F O R E L C Francia media e meridionale ( B O N D R O I T ) . 159 82. Camponotus herculeanus L . (Mayr, Europ. Eonn. 1861, 36; André, Spec. H y m . 1882, 142; Bondroit, Fourm. France, 1918, 70; Menozzi, Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, 142. Formica hcrculcana, Mayr, Form. Austr. 1855, 308. Camp, herculeanus [pari.] Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 184 e Form. Hai. 1916, 231; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 68). Venezia Giulia. — Trovato finora unicamente a Carnizza nella Selva di Tarnova, in un tronco fracido, operaie e maschi, 3-6-911. Credo però che ci sarà anche altrove nelle A l p i Giulie. Europa ed Asia settentrionale, Europa centrale montana. I n Svizzera tra gli 800 e 1800 ni di altezza ( F O R E L ) , in Italia sulle Alpi, nella regione dell'abete ( E M E R Y ) . Corrode delle gallerie nei tronchi degli alberi. Nota. — L'indicazione del K O H L (1911, p. 76), che si riferisce alla presenza del C. herculeanus nell' isola di Curzola, nell'Adriatico meridionale, va presa colla massima riserva. T u t t ' al più potrebbe trattarsi della specie seguente (ligniperdus L a t r . ) , che scende più in basso e più a sud del C. herculeanus. 83. Camponotus ligniperdus L a t r . (Mayr, Europ. Form. 1861, 36; André, Spec. H y m . 1882, 142; Bondroit, Fourm. France 1918, 69; Menozzi, Boll. Soc. Ent. Hai. 1922, 143. Formica ligniperda, Mayr, Form. Austr. 1855, 304. Camp, herculeanus ligniperdus, Forel, Fourm. Suisse 1874, 39 e Ameis. Schweiz, 1915, 68; C. hercul. ligniperda Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 185 e Form. Ital. 1916, 231). Nella parte settentrionale e montana della Venezia Giulia, nonché sui monti delia Dalmazia. Manca totalmente nella zona litorale. Predilige i boschi e fa i l nido nei tronchi, oppure in terra sotto sassi. Venezia Giulia. — Goriziano ; Cobilaglava pr. S. Lucia, 6-911 (P.); Carnizza e Eriauci nella Selva di Tarnova. molti esemplari vaganti per terra, altri sugli arbusti di Sorhus anca paria in fioritura, 6-911; Chiapovano, 5-911; Piava, 5-912. — Altipiano carsico e retroterra montano di Trieste : Prevallo, 5-09; Roditti, un nido con 99 l ' terreno argilloso al margine di un campo, sotto una pietra, 23-4.911 ; Artvise, diverse 0 , una Q alata e due 9 dealate, 27-5-908; Castellato maggiore, 5-09; ai 25 5 911 una 9 a a r e 1 1 C 160 cicalata (Spr.); nel bosco di Lipizza, esemplari vaganti sul suolo. 5-909; tra Orleg e Basovizza, in un tronco, 5-909 (P.). —• Istria montana: Clanez, 1-11-911 ( W . ) ; in una vallecola presso Cosina, un nido in un tronco, 5-909 ( P . ) ; M . Tajano, nel bosco di faggi a circa 900 m, un nido in terra nel humus, sotto una pietra, anche esemplari vaganti sul suolo, 5-08; M . Maggiore, nei boschi di faggio sopra i l rifugio, a circa 1000 ni, 5-911. Dalmazia. — Velebit : Paclenizza, 6-916 e Mali Halan, foreste di faggio, 5-914 ( N . ) . - Alpi dinariche : Prolog, 7-912. Diffuso in gran parte ci' Europa, però al Sud solamente sui monti. I n Italia al settentrione nelle A l p i e Prealpi, però anche nell'Appennino fino in Sicilia (Madonie, sec. E M E R Y ) . Nota. — T r a gli esemplari della Selva di Tarnova ve ne sono alcuni col gastro nero alla base, che si potrebbero scambiare col herculeanus, se non combinassero per tutto il resto col ligniperdus. La diversità specifica del C. ligniperdus dall' herculeanus venne avvalorata recentemente dal M E N O Z Z I (1922). 3. Gruppo del C. fallax Nyl. (Camponotus Forel s. str.). 84. Camponotus fallax N y l . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 36; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 67; Emery, Form. Ital. 1916, 230; Bondroit, Fourm. France 1918, 71. Camp, marginatus, Forel, Fourm. Suisse 1874, 40; André, Spec. H y m . 1882, 140). Venezia Giulia. — Goriziano : Monfalcone, diverse y e 1 y dealate, 21-4-912 (Spr.). — Dintorni di Trieste: Terstenicco, 5-08, 1 y ( P . ) ; Boschetto, 5-911 (P.) e 3-921, diverse § e una 9 (Spr.); Dolina, alla base di un pino, sotto la corteccia, molte y e una 9 dealafa, 21-1-923. Specie piuttosto meridionale, descritta originariamente da Montpellier. Trovasi in Francia a partire da D i j o i n e F"ontainebleu verso Sud ( B O N D R O I T ) . Rara in Svizzera, nei rami morti e sotto le corteccie ( F O R E L ) . I n Italia sul continente, al piano e sulle colline; anche nell'isola d ' E l b a ( E M E R Y ) . Nota. — Sembra che v i sia una differenza di colorito tra il C. fallax di Trieste e gli esemplari d ' I t a l i a . Infatti E M E R Y (1916, 230) descrive il fallax di color bruno castagno, mentre i nostri fallax sono del tutto simili al C. aethiops, vale a dire di color neropiceo intenso, meno le zampe che sono parzialmente ferruginee. 161 4. Gruppo del C. tergestinus Muli. 85. Camponotus tergestinus M u l i . (Boll. Soc. Adriat. scienze nat. Trieste, v o i . 27, parte 2., 1921, 46). Alla descrizione originale (1. c.) devo fare le seguenti aggiunte. Differisce dal fallax, oltreché per la conformazione totalmente diversa dell' epinoto, anche per le guancie provviste d i abbondanti peli eretti; dal Gestroi, al quale si avvicina per la struttura dell' epinoto, differisce per il lobo mediano del clipeo nulla affatto sporgente. Le gambe totalmente gialle (comprese le coscie) lo distinguono facilmente da t u t t i gli altri Camponotus neri della nostra regione. Solamente certi esemplari del C. aethiops var. marginatus, a gambe molto chicre, rassomigliano pel colorito ai C. tergestinus, ma si distinguono facilmente da questo per il clipeo carenato e 1' epinoto meno angoloso. Questa specie caratteristica è stata trovata due sole volte nei dintorni di Trieste; anzitutto una y alata raccolta da me nel bosco di Lipizza sotto un tronco di quercia abbattuto ai 22-3-1908; poi numerose (3 ibernanti in un grosso ramo di quercia tagliato a Coloncavez presso Trieste e trasportato al nostro Museo colla legna da bruciare nel febbraio del 1920. T u t t i i nostri tentativi di ritrovare questo Camponotus riuscirono vani, quantunque ne avessimo fatto moltissime ricerche e a Lipizza ed in altri boschi di quercie. 5). Gruppo del C. Gestroi Em. ( O r t h o n o t o m y r m e x Ashm., Emery). Camponotus G e s t r o i Emery subsp. c r e t i c u s Forel (Emery, F o r m . Ital 1916, 232, nota). 10 posseggo una serie d i esemplari d e l l ' i s o l a d i Rodi, che devo alla gentilezza del prof. Emery d i Bologna. Essi differiscono dalla f. tipica (della regione tirrena) per i l capo fortemente zigrinato, opaco e per i l profilo del torace più o meno interrotto da un angolo leggermente rientrante nella sutura imesoepinotale. 11 prof. Emery, i n una lettera del 9 maggio 1914, diretta al Dott. Carlo Wolf, comunica d i aver trovato i n una scatola, speditagli dal Viehmeyer per la determinazione, un Camponotus da O p c i n a presso Trieste, che egli ritiene essere un individuo gigantesco del C. Gestroi creticus. Essendo questa forma propria delle Isole j o n i e , Emery suppone nella stessa lettera che si t r o v e r à verosimilmente anche i n Dalmazia. Ho riportato queste indicazioni epistolari, quantunque nessuno dei nostr entomologhi abbia trovato finora i l C. Gestroi creticus ne a Opcina n è altrove nella regione adriatica orientale. Prima di annoverarlo con sicurezza tra le formiche indigene del nostro territorio, s a r à bene attendere ulteriori catture. 162 6). Gruppo del C. lateralis 01. ( O r t h o n o t o m y r m e x Ashm.). 86. Camponotus menila Losana (Bondroit, F o u r m . France 1918, 78. C. lateralis subsp. menda, Emery, Form. Ital. 1916, 233. C. lateralis var. atricolor N y l . , Forel, Fourm. Suisse 1874, 40; lateralis v. foveolata Mayr, Forel, Ameis. Schweiz 1915, 72. Formica lateralis part. Mayr, Form. Austr. 1855, 322. Camp, lateralis part. Mayr, Europ. Form. 1861, 36 e André, Spec. H y m . 1882, 150). Diffuso nella regione adriatica orientale, dalla costa fino a circa 600 in di altezza. Anche nell'arcipelago del Carnaio. Nidifica nel suolo. Esemplari vaganti sugli arbusti e sugli alberi. Venezia Giulia. — Goriziano : Flava, falciando l'erbe, 5-912; Prevaciiia, 5-912; Belvedere pr. Grado, falciando, 9-908. — Carso triestino : tra Duttole e Aubcr, in un bosco di quercie, un nido in terra, sotto un sasso, 9-922; Roditti ( W . ) ; Sesana, sbattendo le giovani quercie, 5-910; nella regione alta del M . Cocusso e del Castcllaro maggiore, falciando, tutte le tre forme, anche cf e 9 alate, 23-5-09; Danaro, 5-911 (F.) ; Ternovizza, 10-911 ( W . ) ; L i pizza, 5-911; Nabresina, sbattendo cespugli, 5-909. — Costiera di Trieste : Duino, 10-912 e Miramar, 5-913 ( W . ) ; Grigliano, lungo la strada, sotto una pietra un nido di C. menda accanto ad uno di C. aethiops, 10-920; Barcola-Contovello, falciando e sbattendo arbusti, frequenti in maggio; Conconello, 3-911 (P.) ; Roiano, 4-911 ( W . ) ; Boschetto, 5-911 (P.). — Istria continentale : Pirano, sulle infiorescenze eli ombrellifere, 8-905 ( C O B E L L I 1906, 479); Umago, 6- 912; Erpelje, sotto sassi, 5-09: Chersano, un nido con cf e 9 alate, 12-4-914 ( W . ) ; Pola, Bosco Siana, sbattendo gli alberi, 7- 922; Laurana, sull'erba, 6-08. — Isole e scogli : Lussin, Kozjak, Oriule grande e piccola, Cernicovaz, Crucia e Tasorca, 5 c 6-911 (G.) ; Unie. 7-922. Dalmazia. — Zara, un nido con 9 alate, 20-4-914 ( N . ) ; Sàlona-Clissa, 7-912; Siano presso Ragusa, 911 ( G ) ; Castelnuovo c Risano, nelle Bocche di Cattaro, 7-908. Diffusione : come il Camponotus aethiops, vale a dire Europa meridionale ed in parte anche Europa media. In Italia sul continente e nell' isola del Giglio ( E M E R Y ) . Svizzera meridionale, raro più al Nord ( F O R E E ) . Francia centrale e meridionale; Algeria (BONDROIT). 163 87. Camponotus lateralis 0 1 . (Bondroit, F o u r m . France, 1918, 78. C. lateralis lateralis Emery, Form. Ital. 1916, 232. Formica lateralis part. Mayr, Form. Austr. 1855, 322. Camp, lateralis part. Mayr, Europ. Form. 1861, 36; André, Spec. H y m . 1882, 150; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 71. — Var. dalmatinus N y l , A n d r é , 1. c. 1882, 151 e Emery, 1. c. 1916, 232). Specie più meridionale della precedente, limitata alla zona litorale, da Grado fino alle Bocche di Cattaro. Qui s'incontra e vive promiscua colla specie precedente, però non la segue sugli altipiani carsici. Differisce da essa anche per i nidi, che fa di solito negli alberi, sotto le corteccie. Le differenze nella disposizione delle setole del torace, rilevate da me nella tabella sinottica, permettono di distinguere con sicurezza i nostri C. lateralis dal menda, anche nei siti ove vivono promiscui, e mi comprovano perciò la loro d i v e r s i t à s p e c i f i c a , contestata da quasi t u t t i gli autori. Per i l colorito si possono distinguere due forme principali, che non hanno però, nelle nostre regioni, una dislibuzione geografica differente : a) C. lateralis O l . f. typ. (bicolor L a t r . ) . — Capo e torace interamente giallo-rossicci, t u t t ' a l più i l torace offuscato. Imita nel colorito mirabilmente il Crematogastcr scutellaris, col quale si trova non di rado promiscuo sotto le stesse corteccie o vagante sugli stessi alberi. Venezia Giulia. — F r i u l i : Grado. 5-914. — Riviera di Trieste : Duino, nel parco, sotto un sasso, molti es., 3-914 ( W . ) ; Nabresina, sbattendo quercie, un esemplare assieme a diversi Crematogaster, 5-09; Miramar, 5-913, div. ; 28-4-914, 2 e una 9 alata ( W . ) ; Barccla-Cedas, esemplari vacanti sui cespugli, solamente la f. minor, 5-911; Terstenicco, 5-908 ( P . ) ; Boschetto, una § f. major sotto un sasso. 4-908 (Ciana). — Istria continentale : Pirano (sec. C O B E E E I 1906, 479V, Umago, 6-912 ( W . ) : Pola, Bosco Siana, assieme al Crematogaster, 7-922 (Messa); Laurana. falciando, diversi esemplari, dei quali uno col torace e la fronte offuscata, 6-908. - - Isole : Lussin, 5-911 (G.). y y Dalmazia. — Zona litorale : Boccagnazzo presso Zara, 1 della f. major, col centro della fronte ed una parte del torace offuscata, 4-914 ( N . ) ; Castel Suciuraz pr. Spalato, singole OL 7-09 e 164 1-913; un intero nido con una 9 dealata, 1-3-921 ( N . ) ; Castelnuovo di Cattaro, molte Q, in parte esemplari assai grandi, col corpo anteriore perfettamente rosso, 7-908; Teodo pr. Cattaro, 913 1 es. ( C ) . — Isole : Brazza, nella località di Kneza-Ravan, un grandissimo nido sotto la corteccia di Pinus nigra, assieme al Crematogastcr scutcllaris, 8-921; i l torace, nella massima parte degli individui più o meno offuscato, in modo da rendere perfetta la somiglianza coi Crematogaster di quella località; Comisa nell' isola di Lissa, 2 y col torace offuscato, 5-911 ( G . ) ; Curzola (tra Pupnata e Zcrnovo), 7-913, 1 es.; Cazza, 6-912 (C.) ; S. Andrea, 6-911 e Veli Rutvinjak, 5-911, esemplari col corpo anteriore perfettamente chiaro (G.). Presumibilmente dovrebbero riferirsi a questa forma anche le seguenti indicazioni desunte dalla letteratura, quantunque non sia detto esplicitamente che si tratta della f. tipica : Zara e Ragusa, leg. Frauenfeld, Lagosta, leg. Zeller (sec. M A Y R 1855, 325). — Dintorni di Spalato e Isola di Lesina (Rrusije e S. Giorgio). Gli individui sessuali volano in agosto; un rj trovato a S. Giorgio ai primi di giugno del 1885 (sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 6 ) . — Duino, sui fiori del Paliurus australis, 6-906, e Sorvola, sui fiori di Scandi.v pecten Vcneris, 4-906, y v a r . ) (sec. F R I T S C H , 1915, 269 e 271). — Arbe e Gravosa, 6-914; Brazza (Neresi, Boi, S. Pietro), numerose , 7-912; Spalato, una 9, 7-912 e una y , 6-914 (sec. M A I D L 1922, 45). l U 1 v Secondo E E M R Y (1916) diffuso nel bacino del Mediterraneo, nella penisola italica specialmente sul versante tirreno, nel Mezzogiorno e nelle isole, però anche nel Trentino. I n Svizzera solamente nel Cantone Ticino ( F O R E L ) . Nella Francia meridionale, a partire dal versante Sud del Massif centrai; i tipi di Olivier provengono dalla Provenza e da Montpellier ( B O N D R O I T ) . b) Var. dalmatinus N y l . — Capo nero, torace interamente o parzialmente giallo-rossiccio. — Pel colorito, fa quasi 1' impressione di un ibrido del C. lateralis e menda, la quale ipotesi verrebbe anche convalidata dal fatto, che sembra limitato alla zona, ove vivono promiscue ambo le specie; nei caratteri morfologici del torace non si scosta però affatto dal C. lateralis. ') Forse la var. dalmatinus ? (G. Mùller). Venezia Giulia. — Dintorni di Trieste ; lungo la strada tra Barcola e Cedas, sbattendo arbusti, alcuni esemplari assieme alla f. typica, 5-911. — Istria : Rovigno, 4-912 (W.) ; Garpano pr. Abbona (Circovich). — Isole: Veglia (Netolitzky); Lussin, Monte Ossero, 5-911 (G.). Dalmazia. — Continente : Gravosa, 1 y , 6-914 ( M A I D L 1922, 45); Castelnuovo di Cattaro, 3 es. assieme alle f. typ., 3-908; R i sano pr. Cattaro, 7-908, 1 es. — Isole : Curzola, tra Pupnata e Zernovo, 1 es. assai grande, col meso- ed epinoto offuscati, 7-13; Busi, 2 piccoli esemplari, mesoepinoto parimenti offuscato, 5-911 (G.). Trovasi anche nell' Italia meridionale ( E M E R Y 1916), sul M . Gargano, nelle isole di Zante, Kephalonia ( E M E R Y ' 1914), in Bulgaria (FOREL 1892) ed in altre località meridionali, mentre manca nell' Europa media. Sottogenerc : Colobopsis Mayr. 88. Camponotus truncatus Spin. (Forel, Ameis. Schweiz 1915, 73; Emery, Form. Ital. 1916, 228. Colobopsis truncata, A n dré, Spec. H y m . 1882, 161; Bondroit, Fourm. France 1918, 66. Col. truncata (%, G ) + fuscipcs ( y ) Mayr, Eur. Form. 1861, 38). Venezia Giulia. — Dintorni di Trieste : Scorcola, 1 9 ' ~ alata, 21-3-909 ( P . ) ; S. Galiziano pr. Divaccia, 1 % e 1 y , 4-914 (C. de Mayer); Velikidol, sotto la corteccia di un lieo, 1 %, 12-916 (Spr.). — Istria settentrionale : Forforose, 1 y , 6-912 ( W . ) : Clanez, 1 y , 11-911 ( W . ) ; nei boschi di quercie presso Levarle nella Valle del Quieto, sui tronchi, 5-923. Europa meridionale, Algeria, Marocco; raro nell' Euorpa media (bacino del Rodano e del Danubio). I n Svizzera al piano, nei noci, castagni, nelle quercie. ecc. ( F O R E L ) . I n Francia raro al Nord, più frequente al Sud ( B O N D R O I T ) . — Vive in piccole società nei rami secchi, sotto le corteccie, nelle galle, ecc. I 2J possono chiudere le gallerie del nido colla faccia anteriore troncata del capo, che si adatta perfettamente al foro di entrata. ( e 166 TABELLA ACCESSORIA per la determinazione delle formiche ( y e %) della Venezia Giulia e della Dalmazia, senza riguardo al sistema ) . 1 1) . T r a il torace e i l gastro due segmenti di-congiunzione più piccoli : peziolo e postpeziolo (2). - - Un solo segmento di congiunzione : peziolo (44). 2) . Antenne di 11 - 12 articoli (3). — D i 6 articoli : Strnmigenys Baudieri. — D i 4 articoli : lìpitritus argiolus. 3) . Antenne con clava terminale di 2 articoli; complessivamente 10 articoli antennali. Specie piccolissima, gialla con occhi piccolissimi : * Solenopsis fugax. — Antenne con clava di almeno 3 articoli o senza clava distinta; complessivamente 11-12 articoli antennali (4). 4) . Postpeziolo grandissimo, quasi della larghezza del gastro, occhi minutissimi, quasi invisibili (45). — Postpeziolo piccolo e ad ogni modo molto più stretto del gastro, occhi grandi o pìccoli, ma sempre distinti (5). 5) . Parte posteriore del torace (epinoto) inerme o t u t t ' a l più leggermente angolosa (6). — Munita di 2 denti o spine (11). 6) . Gli u l t i m i tre articoli delle antenne formano una clava distinta, lunga quanto i l resto del funicolo (7). — Antenne con clava di 4 - 5 articoli o senza clava distinta, ad ogni modo gli u l t i m i tre articoli r i u n i t i più brevi del resto del funicolo (8). 7) . Specie piccolissima, gialla, col capo opaco : Monomorium Pharaonis. — Specie piccolissima, nera o picea, col capo lucente : * Monomorium minutum. — Specie un poco più grande (2-2.5 mm), gialla, col capo lucente : * Pheidole pallidula y . ' ) Con questa tabella, che è destinata anzitutto per i principianti, si determinano solamente le specie; per le categorie subordinate alla specie (razze e varietà) veggansi le tabelle anteriori dei singoli generi. Le specie che vivono nella Venezia Giulia sono segnate in caratteri marcati, quelle dei dintorni di Trieste (compreso 1' altipiano fino a Sesana ed Erpelje) hanno un * dinanzi al nome. Le specie trovate finora solamente in Dalmazia sono stampate in corsivo. 167 8) . Profilo del clipeo fortemente convesso, i penultimi 3 articoli del funicolo non più lunghi che larghi; giallo-rossiccia (compresi i femori), solamente i l gastro di dietro nerastro : Myrmica rubida. — Clipeo pianeggiante, con lunghe setole al margine anteriore, i tre penultimi articoli antennali più lunghi che larghi; operaie alquanto dimorfe, grandi e piccole (9). 9) . Tutto i l gastro con finissimo reticolato microscopico, però meno irsuto : sul primo tergite solamente una fila di peli al margine posteriore ed un gruppo di peli sulla parte anteriore del disco. D i solito i l corpo nero col torace più o meno rossiccio: Messor meridionalis. — Primo tergite del gastro almeno nel mezzo perfettamente liscio, senza reticolato microscopico, perù uniformemente cosparso di peli eretti (10). 10) . Corpo nero, lucente : * Messor barbarus niger. — Corpo bruno fin giallognolo, i l capo e il torace più o meno opachi : * Messor structor. 11) . Gastro leggermente cordiforme, a p p u n t i t o, i l postpeziolo inserito al margine s u p e r i o r e del gastro (12). — Gastro ovale o rotondo, non appuntito, i l postpeziolo inserito al margine anteriore del gastro (13). 12) . Specie più grande ( 3 - 5 mm), bicolore, capo o anche i l torace rosso, gastro nero : * Crematogaster scutellaris. — Specie più piccola (2.2-3 m m ) , uniformemente bruna o picea, lucente : * Crematogaster sordidula. 13) . Antenne di 11 articoli (14). — D i 12 articoli (16). 14) . Corpo perfettamente lucido, postpeziolo di sotto con sporgenza spiniforme : * Formicoxenus nitidulus. —- Corpo almeno in parte zigrinato e opaco, postpeziolo senza sporgenza spiniforme ventrale (15). 15) . Corpo totalmente giallo : Leptothorax flavicornis. — Nero o bruno, col torace giallo-rossiccio; le tibie con peli eretti : Leptothorax acervorum. 16) . Le tibie posteriori e medie senza sperone apicale distinto; le antenne (eccetto i l genere Stenamma) con clava distintamente triarticolata (17). — Tibie con uno o due speroni apicali interni, più grossi dei soliti peli e ben visibili colla lente [ % ) . 168 17) . Capo enormemente ingrandito con solco occipitale lungo e profondo : * Pheidole pallidula %. — Capo normale, senza solco occipitale (18). 18) . Torace con angoli anteriori marcati, peziolo quadrangolare, quasi senza peduncolo basale; capo fortemente rugoso, antenne e zampe brevi e tozze : * Myrmecina graminicola. — Torace con angoli anteriori ritondati, peziolo peduncolato, con nodo dorsale posteriore (19). 19) . I . ' incisione mediana della fronte, dietro i l clipeo, stretta e profonda, subparallela, lucente; occhi molto piccoli, essi raggiungono a stento lo spessore dello scapo, antenne con clava non bene delimitata, di 3 - 4 articoli (20). — Incisione frontale larga, triangolare o semicircolare, alle volte indistinta; gli occhi sono almeno un poco più lunghi dello spessore dello scapo; antenne con clava nettamente triarticolata (21). 20) . Specie bruna, i l capo rugoso-reticolato, i l torace senza carena mediana anteriore, di dietro con due piccole spine rivolte all' insù : * Stenamma Westwoodi. — Corpo più rossiccio, i l capo meno rugoso, la fronte con fine strie longitudinali; i l torace verso i l margine anteriore con leggera carena mediana, di dietro con spine più lunghe : * Stenamma striolatum. 21) . Antenne esili, lo scapo, rivolto a l l ' indietro oltrepassa un poco i l margine occipitale; torace con solco trasversale, la parte anteriore convessa e al pari del capo quasi perfettamente liscia e lucente (22). — L o scapo non oltrepassa i l margine occipitale; torace con o senza solco trasversale, però sempre più o meno rugoso, striato o zigrinato (23). 22) . Tibie con lunghi peli eretti, torace di dietro con due piccolissimi dentini, peziolo di sotto alla base senza sporgenza dentiforme : * Pheidole pallidula y . — Tibie senza peli eretti, torace con due denti o spine maggiori, peziolo di sotto alla base con piccola sporgenza dentiforme : Leptothorax recedens. 23) . Torace con solco trasversale profondo; peduncolo addominale robusto, con nodi larghi, trasversi; corpo bruno, i l capo leggermente striato o rugoso, con leggero prolungamento delle fosse antennali fin dietro g l i occhi : * Chalepoxenus mullerianus. — Torace senza o t u t t ' al più con debolissimo accenno 169 di solco trasversale; peduncolo merto grosso; rotonde, normali (24). fosse antennali 24) . Corpo nero o pìceo, lungo 3 - 4 mm. Capo e torace con rugosità grossolane longitudinali, peziolo con nodo grande, rotondo : Leptothorax Rottcnbergi. — Corpo almeno parzialmente giallo, bruno o rossiccio, di rado nero, in tal caso la statura minore ed il capo senza rugosità grossolane; i l nodo del peziolo, visto di fianco, più o meno, acuminato (25). 25) . Capo densamente zigrinato e opaco (26). •— Capo almeno di dietro liscio e lucente (29). 26) . Femori più o meno offuscati o nerastri (27). — Gambe totalmente gialle; corpo giallo con fascia nerastra trasversale sul gastro (28). 27) . Capo nero o piceo, torace giallo-rossiccio, gastro nero colla base gialla. Clava antennale intensamente annerita. Spine del torace abbastanza lunghe : Leptothorax nigriceps. — Corpo giallo-bruno, capo più o meno offuscato ma non perfettamente nero o piceo, clava leggermente offuscata o bruna. Spine del torace lunghe ed esili, specialmente alla base : * Lept. affinis. — Quasi uniformemente bruno, i l capo ed i l gastro un poco più oscuri. Torace con spine brevi, non arquate e linea trasversale leggermente impressa dinanzi a l l ' epinoto : * Lept. sordidulus. 28) . Clava delie antenne quasi sempre annerita, la fascia oscura del gastro integra; torace senza traccia di linea trasversa sul dorso : * Lept. unifasciatus. — Clava delle antenne leggermente annerita, la fascia trasversale del gastro nel mezzo interrotta o attenuata, le guancie annerite : Lept. interruptus. — A n tenne totalmente gialle; spesso una leggera traccia di linea o solco trasversale sul dorso del torace : * Lept. Nylanderi. 29) . Corpo piti o meno uniformemente bruno; peziolo con profilo dorsale angoloso : Lept. exilis. — Corpo giallo, con o senza fascia oscura sul gastro (30). 30) . Capo non più lungo che largo, sottilmente striato sulla parte anteriore; gastro con fascia trasversale oscura : Lept. bulgaricus graecus. — Capo ben più lungo che largo, subparallelo, totalmente lucido; gastro senza fascia distinta : Lept. pelagosanus. 170 31) . I tre u l t i m i articoli delie antenne formano una clava distinta, lunga circa come il resto del funicolo (32). — Antenne con clava di 4 - 5 articoli, oppure senza clava distinta, ad ogni modo g l i u l t i m i 3 articoli r i u n i t i alquanto più brevi del resto del funicolo (35). 32) . Capo enormemente ingrossato, con solco occipitale profondo (17). — Capo normale, senza solco occipitale (33). 33) . Antenne esili, lo scapo oltrepassa a l l ' i n d i e t r o l'occipite, la parte anteriore del torace convessa, liscia e lucente (22). —• Antenne più robuste, lo scapo non oltrepassa l'occipite; torace pianeggiante e più o meno rugoso (34). 34) . Capo completamente striato; specie generalmente più grande e più oscura; L . 2.5-4 mm : * T e t r a m o r i u m caespitum. — Capo più lucido, con striatura finissima, evanescente ai lati e dietro g l i occhi, talvolta quasi del tutto mancante; specie in media più piccola e più chiara; L . 2.2-3 mm : T e t r . semilaeve. 35) . Torace di dietro solamente con due piccole sporgenze (lentiformi, triangolari. Capo grande, quadrangolare, m a n d i b o l e b r e v i e r o b u s t e ; lunghezza del corpo da 7 a 11 mm (9). —• Torace con due spine evidenti, di rado assai piccole, in tal caso la statura minore o i l capo ovale; le mandibole sempre più lunghe e sporgenti (36). 36) . Le tibie e i l gastro irte di peli r i g i d i e b i a n c h i ; i l primo segmento del gastro almeno parzialmente z i g r i n a t o e sericeo; corpo nero o bruno : * Aphaenogaster testaceopilosa. — Tibie con pubescenza o peli normali, bruni o g i a l l i ; i l gastro totalmente lucido, senza microscultura (37). 37) . Torace anteriormente elevato, convesso e più o meno liscio; tibie posteriori con sperone semplice (38). — Torace pianeggiante, con forti r u g o s i t à reticolari; tibie con sperone pettiniforme; corpo bruno, lunghezza 3.5-5 mm (41). 38) . Antenne meno lunghe, lo scapo non sorpassa che poco o affatto i l margine occipitale, i l quart' ultimo articolo non raggiunge in lunghezza i l doppio della sua larghezza; capo subquadrato, cogli angoli posteriori arrotondati (39). — Antenne molto lunghe, lo scapo oltrepassa di parecchi diametri i l margine occipitale, i l quart' ultimo articolo almeno due volte e mezza 171 più lungo che largo; capo ovale-allungato, senza angoli posteriori distinti (40). 39) . 11 capo con rughe reticolari e longitudinali piuttosto grossolane, la fronte quasi sempre con fossetta centrale; corpo bruno o nerastro, lungo 4.5 - 6.5 mm : * Aphaenogaster obsidiana. — I l capo nella m e t à anteriore densamente zigrinato, subopaco e sottilmente rugoso; gastro piceo, corpo anteriore giallo-bruno, però alle volte tutto i l corpo quasi uniformemente bruno; L . 4 - 5 mm : * Aph. subterranea. — Capo quasi totalmente liscio e l u cente; corpo giallo-bruno, i l gastro o anche i l capo più oscuro; L . 3.5 - 4 mm : Aph. pallida. 40) . Gialla, con fascia trasversale bruna o nerastra sul gastro. L . 5 - 6 mm : Aph. splendida. — Bruno-rossiccia, i l gastro più oscuro. !.. 5 - 5.5 min : * Aph. ovaticeps. 41) . Scapo alla base semplice, curvato, senza lobi o sporgenze angolose, nel punto della massima curvatura più sottile che nel mezzo (42). — Scapo alla base bruscamente piegato ad angolo o con dilatazione lobiforme unilaterale (43). 42) . Torace debolmente rugoso, peziolo quasi liscio, con nodo distintamente acuminato e arrotondato in profilo : * M y r mica laevinodis. — Torace fortemente rugoso, i l peziolo pure più o meno rugoso, con nodo appiattito, ciò che lo fa apparire in profilo più o meno troncato : * M . ruginodis. 43) . Scapo esile, con semplice a n g o l o s i t à alla base. L u n g h . 3.5-4.2 mm : * M . rugulosoides. — Scapo più robusto, con lobo basale longitudinale al margine s u p e r i o r e ) ; L . 4-4.8 mm : * M . scabrinodis. — L o scapo con lobo basale t r a s v e r s a l e , che osservato dalla parte anteriore del capo si presenta in forma di una punta sporgente; L . 4.5-5 mm : M . Schenckii. 1 44) . Occhi minutissimi, quasi invisibili colla lente. I l primo segmento del gastro (vale a dire i l 2" segmento dietro i l torace) delimitato posteriormente da una strozzatura circolare (45). — Occhi distinti; i l gastro senza strozzatura circolare tra i l primo e i l secondo segmento (50). ' ) I l lobo si vede nella sua massima estensione guardando i l capo dalla parte anteriore. 172 45) . Mandibole lunghe e strette, falciformi, col margine interno dentato; corpo giallo : Stigmatomma denticulatum. — Mandibole larghe, trigone (46). 46) . Torace senza suture dorsali ; apice dell' addome nascosto di sotto e rivolto all' innanzi (47). — Torace con suture dorsali; apice dell'addome visibile di sopra (48). 47) . Torace di dietro con angoli acuti; peziolo leggermente elevato a forma di squama; corpo g i a l l o : [* Sysphincta europaea]. — Torace di dietro con angoli ottusi; peziolo nodiforme, di sopra arrotondato; corpo rosso-bruno : Sysphincta Mayri. 48) . Tibie posteriori e medie con sperone apicale pettinato e uno sperone accessorio, più piccolo e semplice ' ) ; corpo giallo, opaco : * Euponera ochracea. — Tibie senza sperone accessorio, 'solamente con uno sperone pettinato (49). 49) . Colorito giallo fin bruno-nerastro, però i lobi frontali e le antenne sempre totalmente ferruginee; i l capo con punteggiatura fina e densissima, subrugosa : * Ponera coarctata. — Colorito nerastro, i lobi frontali solo a l l ' apice ferruginei, lo scapo leggermente offuscato; punteggiatura del capo finissima, appena percettibile con forte lente : Ponera Eduardi. 50) . Capo anteriormente t r o n c a t o e granuloso: * Camponotus truncatus %. — Capo non troncato e non granuloso (51). 51) . Gastro nero, con due paia di m a c c h i e giallog n o l e alla base. Torace rossiccio, di dietro fortemente incavato, P incavatura sormontata da una lamina dorsale sporgente : * Dolichoderus 4-punctatus. •— Gastro senza macchie, torace senza lamina sporgente di dietro (52). 52) . Torace di dietro con due spine; corpo nero o parzialmente rosso : Acantholepis Frauenfeldi. — Torace inerme (53). 53) . Specie piccolissima, al massimo di 2 mm, bruna o picea, lucente, con antenne di 11 articoli : * Plagiolepis pygmaea. — Antenne di 12 articoli, statura spesso maggiore (54). 54) . Gli occhi molto più vicini a l l ' inserzione delle antenne che al margine occipitale, gastro con 4 segmenti visibili estel ) Da osservarsi coti lente a forte ingrandimento, meglio ancora al mi- croscopio. 173 riormente (55). — Gli occhi circa a uguale distanza dall' inserzione delle antenne e dal margine occipitale, oppure più vicini a quest'ultimo; gastro di solito con 5 segmenti visibili esteriormente (57). 55) . Specie più grande, bicolore, con peli cretti sul torace; torace rosso o testaceo, gastro ciuereo-sericeo : Liometopum microcephalum. — Specie più piccole, unicolori, senza peli eretti sul torace (56). 56) . Corpo nero o bruno, clipeo con stretta incisione mediana al margine anteriore : * Tapinoma erraticum. — Corpo giallognolo col gastro più oscuro, clipeo senza incisione mediana : * Bothriomyrmex meridionalis. 57) . Mandibole strette, falciformi. Corpo anteriore rosso, opaco, gastro più oscuro, con peli dorati; 6-6.5 mm : * Polycrgus rufescens. — Mandibole larghe, trigone, con margine masticatorio- dentato (5S). 58) . Peziolo con nodo dorsale rotondo. Specie grande con zampe molto lunghe; corpo anteriore rossastro, gastro nero : Cataglyphis bicolor. — Peziolo con squama dorsale più o meno compressa in senso antero-posteriore (59). 59) . Antenne inserite ai lati delle lamine frontali, a una certa distanza dal margine posteriore del clipeo; capo senza ocelli; gastro con finissima striatura trasversale (60). — L'inserzione delle antenne vicinissima al margine posteriore del clipeo; capo con o senza ocelli (68). 60) . Torace assolutamente privo di peli eretti, squama del peziolo con incisione arquata al margine superiore. Corpo ante riore bruno, L . 3-4.5 mm : * Camponotus truncatus y . — T o race almeno con qualche pelo cretto sull'angolo dell'epinoto (61). 61) . Torace con profilo a curva continua, senza solco dorsale trasverso, la parte posteriore (epinoto) stretta e lateralmente compressa (62). — Torace con solco dorsale che divide nettamente l'epinoto da! mesonoto, il profilo del torace con angolo rientrante in corrispondenza del solco, epinoto elevato, largo, quadrangolare (67). 62) . Le gunacie con peli eretti (63). — Le guancie senza peli eretti (64). 174 63) . Clipeo distintamente carenato, con lobo mediano sporgente oltre la linea di congiunzione dei lobi laterali; corpo di solito totalmente nero, le zampe picee o giallognole : * Camponotus aethiops. — Clipeo non carenato, senza lobo sporgente nel mezzo, corpo nero lucente, zampe g i a l l e : * C. tergestinus. 64) . Corpo nero, compresa la squama de! peziolo (65). — Corpo bicolore, i l torace o almeno la squama rossa (66). 65) . Clipeo con incisione mediana al margine anteriore, gastro lucente, con due sole file di brevi setole su ogni segmento : Camponotus fallax. — Clipeo senza incisione mediana, gastro subopaco, abbondantemente irsuto : * C. vagus. + 66) . Castro totalmente nero e opaco : Camponotus herculeanus. — Gastro meno opaco c quasi sempre rosso alla base : * C. ligniperdus. 67) . Corpo totalmente nero, lucente; la faccia basale dell'epinoto con peli eretti anche nella m e t à anteriore : * Camponotus merula. — Torace o anche i l capo rosso; la faccia basale dell'epinoto solamente con poche setole dinanzi al declivio posteriore : * C. lateralis. 68) . Base del gastro distintamente smarginata (concava), con angoli anteriori evidenti. Corpo totalmente lucido, bruno, con lunghi peli eretti : * Prenolepis nitens. — Base del gastro più o meno arrotondata (69). 69) . Corpo intensamente nero-lucente, i l gastro con rada pubescenza aderente, appena percettibile, le tibie senza setole al margine inferiore; occhi piccoli, i l loro diametro alquanto più breve delle tempie : * Lasius fuliginosus. — Nel caso che i l corpo sia nero e lucente., le tibie con un fila di setole al margine inferiore esterno (70). 70) . Corpo giallo o giallo-bruno, con occhi piccoli, i l diametro oculare alquanto più breve delle tempie; lunghezza del corpo 2.5-4.5 nini (71). — Colorito e statura diversa, oppure gli occhi più grandi, circa della lunghezza delle tempie (74). 71) . Capo di sotto senza peli eretti; L . 2 - 3 mm : * Lasius flavus. — Capo di sotto con peli eretti (72). 72) . Gastro lucente, il 2" tergite con punteggiatura più rada verso l'apice; L . 3 - 4 mm : * Lasius distinguendus. — Gastro 175 -subopaco, i due primi tergiti con punteggiatura finissima e densissima fino a l l ' apice ) (73). r 73) . La parte posteriore del torace (epinoto) con profilo arrotondato, i peli eretti del dorso molto brevi, quelli del gastro fortemente inclinati; L . 3 mm : Lasius carnìoìicus. — Epinoto più sporgente e più angoloso, i peli del dorso più lunghi, quelli del gastro più rialzati; L . 3-4.5 mm : * L . umbratus. 74) . Specie piccole, di 2.5-4 mm. di lunghezza, con epinoto angoloso, molto più alto della squama, l a f a c c i a b a s a l e d e l l ' e p i n o t o b r e v e , i l declivio posteriore molto più lungo (75). — Specie di 4 - 8 mm di lunghezza, con epinoto arrotondato in profilo oppure angoloso, in tal caso la faccia basale e i l declivio circa di uguale lunghezza; l e t i b i e c o n u n a f i l a d i s e t o l e e r e t t e al margine inferiore esterno (78). 75) . Le tibie irte di peli su t u t t o i l margine estensore, anche lo scapo con peli eretti (76). — Le tibie e lo scapo con pubescenza aderente, t u t t o al più qualche singolo pelo eretto verso la base delle tibie (77). 76) . Corpo bicolore, torace giallo-rossiccio, i l resto nero o bruno : * Lasius emarginatus. — Corpo più o meno uniformemente bruno o piceo : * L . niger. 77) . Specie più gracile, unicolore, bruna o picca, col gastro uniformemente cosparso di brevi setole erette : * Lasius alienus. — Specie più tozza, leggermente bicolore, essendo i l gastro bruno ed i l corpo anteriore un poco più chiaro; sul gastro una serie di peli eretti al margine posteriore dei tergiti ed altri, meno distinti, sul disco : * Lasius brunneus. 78) . Corpo nero e almeno il gastro lucente (79). — Corpo del tutto opaco o sericeo, spesso altrimenti colorato (80). 79) . I due primi segmenti del gastro senza fila di setole al margine posteriore, tutto al più con 1-2 setole sul disco; capo subopaco, clipeo senza carena mediana : Cataglyphis cursor. — T u t t i i segmenti del gastro con una fila di setole al margine posteriore ed altre sparse sul disco, capo lucente, clipeo carenato : * Formica gagates. ' ) Queste differenze di punteggiatura si vedono meglio con luce artificiale che di giorno, usando una lente a forte ingrandimento. 176 80) . Clipeo con incisione mediana al margine anteriore; torace rosso. L . 6 - 9 m m : * Formica sanguinea. — Clipeo senza incisione mediana (81). 81) . Occipite fortemente incavato, cogli angoli posteriori sporgenti e poco arrotondati; i l capo più lungo, esso raggiunge la massima larghezza circa nel mezzo ed è egualmente ristretto davanti e dietro gli occhi. Corpo bicolore, anteriormente rosso, senza peli eretti sul torace (82). — Occipite troncato o t u t t ' a l più lievemente incavato, però i l capo meno lungo, colla massima larghezza verso la base, le tempie meno lunghe, g l i angoli posteriori arrotondati (83). 82) . Clipeo con carena mediana, senza impressione trasversale; gastro con una fila di brevi setole al margine posteriore dei segmenti; L . 5.5-6.5 m m : Formica exsecta. — Clipeo senza o con debole carena, però con leggera impressione trasversale dietro i l margine anteriore; i due primi segmenti del gastro senza fila di setole lungo il margine posteriore; I . . 4.8-5.2 mm : F . pressilabris. 83) . Capo di sotto con peli eretti; anche i l dorso del torace più o meno irto di peli (84). —Capo di sotto senza peli eretti (87). 84) . 11 corpo anteriore totalmente rosso ( t u t t ' a l più il centro della fronte leggermente offuscato); t u t t o il corpo rivestito di brevi ma densissimi peli eretti, giallognoli : Formica truncicola. — I l capo di sopra in gran parte nero o piceo (85). 85) . Scapo giallo-rossiccio, torace più o meno bruno colle suture giallognole: forma più snella: L . 4.5-6.5 m m : * Formica cinerea. — Scapo offuscato o nerastro, torace rosso, con o senza macchie dorsali nerastre; statura più robusta, L . 5 - 8 mm (86). 86) . Occhi con peli eretti minutissimi, visibili con forte lente; t u t t o i l corpo con abbondante pelosità eretta; torace di solito con grande macchia oscura sul dorso : * Formica pratensis. — Occhi nudi; il dorso con peli eretti più brevi e meno copiosi; torace con macchia dorsale di solito più piccola o meno intensa : * F . piniphila. 87) . I due primi segmenti del gastro senza tìla di setole al margine posteriore, anche le coscie anteriori senza peli eretti. Statura più tozza e robusta, torace rosso, t u t t ' a l p i ù legger- 177 mente macchiato sul dorso; L . 5 - 8 m m : Formica polyctena. — I segmenti del gastro con fila di setole al margine posteriore e le coscie anteriori con peli eretti; statura più snella (88). 88) . Corpo perfettamente nero, comprese le guancie, i l tegumento spesso con leggero riflesso bronzeo : Formica fusca. — Almeno le guancie più o meno rossiccie o brune (89). 89) . Torace nudo, di rado con 2 - 3 peli eretti, in gran parte bruno o nerastro, i margini e le suture più o meno rossiccie o giallognole : * Formica glebaria. — Pro- e mesonoto con peli eretti; torace normalmente rosso, con leggera macchia dorsale, però in certe varietà più oscuro, cpiasi come la specie precedente i * F . rufibarbis. 178 INDICE ALFABETICO. a) Sottofamiglie, tribù, generi e sottogeneri. ' I t i carattere s p a z i a t o t sottogeneri e sinonimi). i nomi delle sottofamiglie e tribù, in corsivo Acantholepis 113, 115 D o r y 1 i n i 30 Acrocoelia 70 Dorylus 30 Amblyopone 24 Epimyrina 33 A m b l y o p o n i n i 28, 24 Epitritus 37, 107 Anergates 34 Epitritus 107 Aphaenogaster 37, 47 E u m y r m i c i n a e 32, Aphaenogaster Buponera 23, 24 47, 5(1, 57, 58 Formica 114, 133 A&emorrhoptrum 45 Formica 134, 141 Atta 50, 57, 58 Formici/M 120 Attomyrma 47, 50 F o r m i e i n i 114 Botlnyoinyrmex 108, 110 Formi coxenus 38, 98 Brachymyrrnex 113 Harpagoxenus 33, 99 C a m p o n o t i n a e 28, 113 Hypoclinca 108, 115 C a m p o n o t i n i 113 Lasius 114, 120 Camponotus 113, 151 Camponotus 152, 151, 158 Lasim 120, 123 Leptanilla 30 Cardiocoudyla 34 L e p t a n i l l i n i 30 Cataglyphis' 114, 148 Leptothorax (lephaloxys 107 34, 35, 36, 81 Chttlepoxeuus 36, 98 Leptothorax a. str. Chthouolasitis 129 85, 88, 89 Colobopsis 151, 165 Liometopum 108, 109 Coptoformica 133, 146 Crematogaster 82, 70 Cremastogaster 70 Cryptoeericlat 106 Ducetiid 106 Denirohmm 120, 132 Ihplorrhofjtrum 77 Dolycho d erinae 22, 108 D o l y c h o d e r i n i 108 Dolychoderus 108 IJonìsthorpea 120 D o r y l i n a e 22, 30 Manica 37, 39 Messor 37, 58 Monomorium 34, 76 Mychothorax 88, 97 Myrmecina 84. 81 Myrmecocystus 149 M y r m i c i n a e 22, 32 Myrmica 36, 37 Myrmica 37, 40 Myrmoturba 152, 154 Neomyrma 37 Nylancteria 118 Oecophtltoru 67 Orthono Ioni yrmex 152, 161, 162 Pheidole 34, 35, 67 Plagiolepidiini 113, 115 Hagiolepis 113, 116 Polyergus 114, 147 Ponera 23, 25 P o n e r i n a e 22, 23 P o n e r i n i 23, 24 P r e n o l e p ì d i n i 118 Prenolepis 113, 117 P r o o o r a t i i n i 23, 29 Proceratium 29 liaptiformica 133, 145 R h a g o m y r m i c i n ae 32, ìoe S'ereiformica 134, 137 Siiblinia 84 Solenopsis 33, 77 Stenamma 85, 36, 45 Stenamma 99 Stigmatomma 23, 24 Strongylognathus 33 Strumigenys 37, 107 Sysphincta 23, 29 Tapinoma 108, 111 Tapinoma 116 T a p i n o m i n i 108, 109 Temnothorax 35, 85, 88, 98 Tetramorium 34, 100 Tomognathus 99 Typhlopone 30 179 b) Specie, sottospecie e varietà. ( I n , •orsivo Abeillei 26 acervorum 88, 97 aenescens 150 aethiops 152, 154 affinis (Las.) 123 affinis (Las.) 130 affinis (Lept.) 87, 93 alienus 121, 125 alieno-niger 126 alieno-brunnea 127 alpina 145 .angustulus 87 arenarmi 67, 69 argiolus 107 atratulus 34 atricolor 162 Auberti 73 austriaca 109 le sottospecie, v a r i e t à corticalis 86 eretica 150 creticus 151, 161 cnnicidaria 140 cursor 149 cypriotes 53 dalmatinus 163, 164 decapitans 110 denticulatum 21 diomedea 105 distinguendus 122, 130 E d i t a r t i 26, 28 emarginata 123 emarginatus 121, 123 cpirotes 50 erraticttm 111 etnisca 147 europaea (Sysph.) 29 europaea (Typlil.) 32 europaeum 29, 30 exilis 87, 89 exsecta 131, 116 exsecta 146 balcanica 57 barbara 117 barbarus 59, 63 Baudieri 107 bicolor (Camp.) 163 bicolor (Catagl.) 148, 149 bicornis 122 fallax 153, 160 bieornis 130 Finzii 49, 50, 53 brunnea 123 Flaclii 75 brunneus 121, 127 flavicornis 88, 97 brmneus 123 ' flavus 121, 127 bulgaricus 88, 90 Foreli 146 foveolata 162 caespitum 100, 101 Frauenfeldi 115 capitata 63 fugax 77 capitatus 63 fuliginosus 120, 132 oamiolicus 122, 132 fulvus 30 cinerea 135, 141 fusca 135, 138 Clausii 30 fusca 139, 140, 141. clivorum 62 fuscipes 165 clypeatus 86 coarctata 25, 26 gagates 135, 137 congerens 142 Gestroi 154, 161 eontracta 26 glebaria 136. 139 Cordieri 143 graecus 88, 90 sinonimi). Gribodoi 98 Grouvellei 82, 84 guineense 101 graminicola 81 Heeri 113 hclenicus 150 herculeanus 153, 159 hercideanus 158, 159 h>jbri(la 74 iberica 57 impar 118 impressifrous 24 interruptus 87, 94 italicus 150 fonia 72 kraussei 96 lattieri 83 laeatrygon 78 laevinodis 38, 40 lasioides 126 lateralis 151, 163 lateralis 162 Latrcillei 81 Laurae 34 Lemani 139 Lesnei 26 IJcliteusteini 95 ligniperda 159 ligniperdus 153. 159 lippulum 46 lobicornis 39 longioornìs 118 maculutus 154 magnimi 111 marginatus 155, 156 inaura (Crem.) 73 inaura (Plag.) 117 massiliensis 90 Mayri (Crem.) 74 M a y r i (Sysph.) 29, 30 180 medispina 72 megacepluda 67 meridionale 100 meridionalis (B.) 110 meridionali* (M.) 59, 64 nierula 154, 162 mierocephalus 109 minutum 76, 77 mixtus 123 inulleriana 55 milllerianus 98 muscorum 88 mutica 60 myops 128 niger (Las.) 121, 124 lager (Las ) 125 niger (Lept.) 85 niger (Mess.) 68 idgerrimum 111 nigra (Acanth.) 115 nigra (Mess.) 63 nigriceps 87, 93 nitens 117, 118 nitidulus 99 nuda 130 Nylanderi 86, 91 obsidiana 47, 49, 50 ochrauea 24 oranieusis 30 orimi a 80 orientalis 62, 67, 69 ovaticeps 48, 49, 55 pallescens 117 pallida 48, 52 pallidula 67, 68 parva 26 parmlus 95 pelagosanus 88, 90 petiolatum 45 picea 135 piniphila 186, 143 Pharaonis 76, 77 polyctena 137, 144 pratensis 136, 142 pressilabris 134, 146 P"besceus 158 punctatissima 26 punctatissima 28 punctatus 32 pygmaea 116, 117 pygmaeum 116 guad ripa notata 108 quadripunctatus 108 Ragusae 26 fìavasinii 39 reeedens 85, 88 Eogeri 89 Rottenbergi 85. 89 rabida 37, 39 rubra 40, 41 rubripes 157 ruta 137 rufa 142, 143, 144 rufescens 147 rufibarbis 136, 140 ruficeps 71 rugiiiodis 38, 41 rugulosa 38 rugulosoides 39, 42 sabulett 44 sanguinea 134, 145 Santschii 26 sardoa 47 sardoum 45 soabrinodis 39, 43 Schencki 39, 44 Schmidti (Ci.) 71, 72 Schmidti (T.) 104 scutellaris 70 semilaeve 100, 104 semipolita 57 seniiis 57 sicula 81 sthaticus 156, 157 simillimum 101 sordidula 70, 74 sordidulus 86, 96 sordidus 63 spinosa 57 splendenti 104 splendida 48, 49, 54 striatulum 45, 46 striola 50 structor 59, 60 strucior 60 stibdentata 68, 70 sublaevis 99 subterranea 48, 49, 50, 51 subterranoides 52, 53 sulcinodis 38, 42 sglvaticoides 156 sylvaticus 154 tergestinus 153, 161 testacea 25, 26 fcestaceopilosa 47, 48, 49, 57 timida 127 trunoatus 151, 165 truncicola 136, 141 truncorum 141 tuberum 89, 91, 93, 94 tyrrhena 60 umbratus 122, 123, 129 umbratus 130 unifasciatus 87, 91 vagus 153, 158 viaticus 148 daticus 149 vividula 118 Wasmanni 65 Westwoodi 45, 46 Westwoodi 99 Wolfi 79