Dott. GIUSEPPE MOLLER
LE FORMICHE DELLA VENEZIA GIULIA E DELLA DALMAZIA
Premetto, che non esiste peranco alcun lavoro riassuntivo
sulle formiche della regione adriatica orientale. Nei lavori mirmecologici, che risguardano la Dalmazia e la Venezia Giulia, vengono
elencate per lo più specie comuni, di vasa distribuzione geografica, la cui esistenza nei nostri paesi potevasi presumere a p r i o r i ;
essi contengono poi un numero troppo esiguo di indicazioni topografiche, per poter precisare la diffusione orizzontale e verticale
delle singole specie eatro i confini della nostra fauna.
Dedicatomi fin dal 1908 allo studio delle formiche e ciò principalmente per la necessità di poter determinare quelle specie, che
albergano coleotteri mirmecotìli, mi accorsi subito di trovarmi in
un campo quasi vergine e promettente i più bei risultati. Dal 1911
in poi ebbi a collaboratore nel campo mirmecologico i l compianto
Dott. C a r l o W o l f , i l quale, dedicatosi esclusivamente a tale
studio, attendeva, insieme a me, alla compilazione di un catalogo
ragionato delle nostre formiche, quando, sopravvenuta la guerra
mondiale, egli soccombette alle ferite riportate sui campi di bat
taglia. Prima di morire egli fece testamento e mi lasciò in clono la
sua raccolta di formiche colla preghiera di ultimare la preparazione e la classificazione del materiale da lui raccolto e di pubblicarne i risultati in un lavoro riassuntivo.
Io adempio finalmente questo suo ultimo desiderio, rendendo
omaggio al mio compianto collega ed amico, il quale, se non fosse
stato rapilo da morte crudele, colla sua intelligenza non comune
e col suo fervore giovanile avrebbe certamente reso servigi inestimabili alla conoscenza della fauna mirmecologica delle nostre Provincie.
12
Fortuna volle, che i l compianto Dott. Wolf ebbe un degno
successore nella persona del mio ottimo amico B r u n o F i n z i ,
il quale da alcuni anni si dedica con grande amore e straordinaria
costanza allo studio e alla ricerca delle formiche. La sua collezione,
preparata in modo esemplare e ricca di cospicue serie d'individui
da ogni singolo nido, ci da piena affidamento, che lo studio delle
nostre formiche viene proseguito con criteri veramente moderni e
si avvia ad un perfezionamento straordinario. Ed è perciò che io
chiudo col presente lavoro la mia attività nel campo mirmecologico,
lasciando all'amico Finzi l'ulteriore completamento della nostra
fauna e la pubblicazione dei risultati dovuti alle sue ricerche.
Onde agevolare la classificazione delle, nostre formiche credetti opportuno eli inserire nel presente lavoro delle t a b e l l e
a n a l i t i c h e per la determinazione delle operaie, come quelle
che più di spesso vengono osservate e raccolte. Sarebbe stata prematura la compilazione di tabelle analoghe per le forme alate,
non essendo note ancor tutte. Lascio questo lavoro all'amico Finzi,
augurandogli di poter colmare ben presto le lacune tuttora esistenti.
M i permetto di osservare, che le tabelle inserite in questa
fauna non sono il risultato di semplice trascrizione o compilazione,
ma s i b a s a n o su 11'esame r i g o r o s o d e l m a t e r i a l e
d e l l e n o s t r e p r ò v i n c i e, avendo vagliato e scelto i caratteri che meglio s' adattano alla distinzione delle nostre formiche.
In parecchi generi critici credo di aver agevolato la discriminazione delle specie, sia per aver trovato nuovi caratteri, sia per aver
modificato la disposizione delle tabelle, eliminando certe differenze
troppo sottili o soggette alla variabilità individuale.
I n base a queste tabelle posso esimermi dalla compilazione
di diagnosi per ogni singola specie. H o invece creduto opportuno
di aggiungere alle indicazioni faunistiche delle varie specie brevi
cenni sulla loro distribuzione geografica in genere.
Nella valutazione del v a l o r e t a s s o n o m i c o delle singole forme ho seguito una via spesso diversa da quella generalmente ammessa oggigiorno dai mirmecologi. Mentre nelle vecchie
opere di N Y L A N D E R e M A Y R si trovano elencate e distinte non
13
poche specie di Camponotus, Formica, Lasius ecc. dell' Europa
centrale, oggigiorno, principalmente in seguito ai lavori di F O R E L
ed E M E R Y , si è creduto di dover ridurre i l numero delle specie
ammesse dai vecchi autori, degradandole, in parte, al rango di
sottospecie o varietà. Non dubito menomamente che, in certi casi,
tale riduzione corrisponda effettivamente alla realtà; ma sono convinto d'altronde, che si è andati troppo in la nella smania di
semplificare i l sistema, svalutando a torto non poche delle specie
ammesse dai nostri vecchi maestri. Così non credo assolutamente
all' unità specifica del Camponotus herculeanus e vagus, della Formica exsecta e pressilabris, del Lasius alienus ed
emarginatus,
dell'Aphaenogaster barbara e structor, e tante altre, che si trovano ben distinte l'uria accanto all'altra nello stesso territorio. E
se anche qualcuno pretendesse di aver osservato in qualche singola
località delle forme intermedie, chi ci garantisce trattarsi di vere
forme di passaggio e non piuttosto di prodotti d'ibridazione? La
straordinaria rarità di tali forme intermedie e d'altro canto la
frequenza delle due forme estreme, ben distinte nello stesso ferri
torio faunistico, mi pare che addimostrino abbastanza chiaramente
la loro diversità specifica. A d ogni modo osservo che, nella valliazione specifica mi attenni strettamente alle mie osservazioni nel
nostro
t e r r i t o r i o ; ove si t r a t t i di forme costantemente
diverse con distribuzione geografica promiscua nella nostra
regione, le designai come s p e c i e , mentre le considero come
sottospecie o razze locali, se distinte per caratteri che variano da
luogo a luogo e che dipendono adunque evidentemente dalle mutate
condizioni d' ambiente.
Nelle c i t a z i o n i b i b l i o g r a f i c h e
che seguono il
nome delle singole specie e sottospecie mi attenni pure ad un
criterio del tutto proprio. M o l t i autori di elenchi faunistici sprecano lo spazio, copiando da cataloghi e monografie un' infinità di
citazioni bibliografiche e sinonimi, senza avere neppure la possibilità di consultare le rispettive fonti. Tali citazioni non hanno
alcun valore, tranne quello d'ingrossare la mole del lavoro, mentre
non servono affatto alla definizione della rispettiva specie. Io mi
sono invece limitato alla citazione di quei lavori, di cui mi sono
realmente
servito
per la determinazione delle singole
14
forme, tralasciando l'enumerazione
delle vecchie descrizioni,
spesso vaghe e confuse e non corrispondenti alle esigenze della
sistematica moderna. Vale più una sola citazione di una buona
opera, in cui è chiaramente definita una data specie, che tutte ie
citazioni vecchie, più o meno problematiche, prese assieme. Si citi
pure i l nome dell' autore, per deferenza a chi diede le prime notizie
sopra una data specie, ma non si tralasci mai di aggiungervi quelle
indicazioni bibliografiche più recenti, che servono realmente, alla
definizione della specie .secondo lo stato attuale delle nostre conoscenze.
Per ciò che risguarda la l e t t e r a t u r a
faunistica
sulle nostre formiche ho compilato un elenco delle pubblicazioni a
me note con brevi indicazioni del contenuto. Questo elenco m i da
la possibilità di abbreviare le citazioni nel testo, riducendole al
nome dell'autore e alla pagina; aggiunsi l'anno della pubblicazione
solamente nei casi in cui sono elencati due o più lavori dello stesso
autore. T u t t i gli altri dati bibliografici si possono dessumcre dall' elenco che segue.
Nel riportare le località delle singole specie o forme mi sono
attenuto alle seguenti massime. Tutte le indicazioni di località, con
o senza data, ma senza ulteriori aggiunte, si riferiscono ad esemplari catturati e riveduti da me stesso. I l materiale raccolto da
altre persone e riveduto da me, porta l'indicazione abbreviata del
raccoglitore tra parentesi. Le indicazini desunte dalla letteratura,
dunque non controllate da me stesso, sono contraddistinte dalla
citazione bibliografica abbreviata, messa tra parentesi. P. e. « M A Y R ,
1863, 20 » vuol dire: secondo l'indicazione del Mayr, nel suo lavoro
del 1863 (vedi l'elenco bigliografico) a pagina 20. Nei casi in
cui non vorrei assolutamente assumermi la garanzia per l'esattezza della località o della determinazione, ho detto esplicitamente
« secondo » (abbreviato « sec. »).
T u t t i i dati faunistici contenuti nel presente lavoro, senza
indicazione del sesso, si riferiscono sempre alla forma operaia ( § ) •
Trattandosi di individui sessuali è stato inserito i l rispettivo
segno (cf, 9 ) .
Le abbreviazioni dei r a c c o g l i t o r i usate nel testo sono
le seguenti: C. = Prof. Cari Cori ( f r a g a ) ; D . = Guido Depoli
lo
(Fiume) ; F. = Bruno Finzi (Trieste) ; Ga. = D o t t . Egon Galvagni (Vienna); K . = D o t t . Paul Kammcrer (Vienna): N . =
Pietro Novak (Spalato); P. = Egon Pretner (Trieste); Spr. =
Dott. Giovanni Springer (Trieste) e W . = Dott. Carlo W o l f
(Innsbruck).
A t u t t i questi Signori vada l'espressione della mia più viva
gratitudine. Ringrazio specialmente l'amico N o v a k , che per
lunga serie d'anni volle inviarmi tutte le formiche da lui raccolte
in Dalmazia, poi l'amico F i n z i , il quale mise a mia disposizione
la sua ricca biblioteca mirmccologica, agevolando in tal modo non
poco i l mio compito. Ringrazio pure l'illustre Prof. C a r l o
E ni e r y di Bologna, per avermi gentilmente inviato la sua opera
sulle formiche d'Italia, che mi servì egregiamente per la determinazione del mio materiale. S e r b e r ò grata memoria a! compianto
Dott. W o 1 f, le cui raccolte formano parte integrante del materiale
elaborato nel presente lavoro. Purtroppo non sono riuscito a rintracciare i suoi manoscritti, che erano ricchi di indicazioni biologiche ed altre osservazioni personali.
In fine mi sia permesso di ringraziare il nostro egregio Presidente, Prof. M a r i o S t e n t a , [ier diversi utili consigli e per
avermi dato la possibilità di ultimare questo lavoro nel Museo di
storia naturale da lui diretto.
16
BIBLIOGRAFIA
MIRMECOLOGICA
della, V e n e z i a Giulia e
della
Dalmazia,
Bondroit, C. : L e s F o u r m i s d e F r a n c e. e t
B e 1 g i q u e. — A n n . Soc. Ent. France, 1918.
Non
de
contiene nuovi contributi alla fauna della nostra regione, ma sola-
mente alcune citazioni di specie già note. Sul Dorylus
fulvus,
riportato a pag. 16
come specie di Trieste, veggasi più sotto.
Cobelli, D o t t . Ruggero: L e f o r m i c h e d e l P r o m o tvt o r i o d i S e z z a ( I s t r i a ) . — Verhandl. zool.-botan. Ges.
Wien, 1906, 477-480.
Enumerazione
di 12 specie di formiche raccolte nei dintorni di Pirano,
L ' A . rileva i l carattere meridionale della fauna mirmecologica di quella regione
e la frequenza
dell'Aphaenogaster barbara L .
Emery, C. : B e i t r à g e z u r
Monographieder
Formiciden
des palaearktischen
F a u n e n g eb i e t e s. Parte I — X I . — Deutsche entom. Zeitschr. Berlino,
1908- 1912.
L'unico
l'opera
lavoro monografico
di A N D R É ,
delle formiche
ormai antiquata.
Quanto
paleartiche
poco studiata
comparso
sia la fauna
dopo
mir-
mecologica della regione adriatica-orientale lo dimostrano i pochissimi accenni
che l ' A . fa alle formiche di questa regione (Sysphincla
Sysphincta
da
Trieste,
Crcmalogaster
scutellaris
mayri,
Schmidti,
Dalmazia; 1 $ di
Istria, Dalmazia).
— : W i s s c n s c h a f t l i c h e E r g e b n i s s e d e r Bearbeitung
von
Leonhard's
Sammlungen,
5.
S ù d e u r o p à i s c h e A m e i s e n . — E n t o m . Mitteilungen,
Berlino, 1914, 156- 159.
L'A.
cita
anche alcune
specie della
Dalmazia, purtroppo
senza indi-
cazione della località precisa.
— : C o n t r i b u t o a l l a c o n o s c e n z a d e l l e form i c h e d e l l e i s o l e i t a l i a n e . Annali Mus. civ. stor. nat.
Genova, serie 3., voi. V I , 1915, 244-270, tav. I V .
A
pag. 259 è citata V Aphaenogaster
Dalmazia e descritta la Solcnopsìs
pallida
subterranoides
Emery dalla
Wolfi n. sp. di Lesina e Gjeverske in Dalmazia.
17
— : F a u n a e n t o m o l o g i c a i t a l i a n a . I . H y m en o p t e r à . — F o r m i c i d a e . — Bullett. Soc. E n t o m . I t a liana, X L V I I , Firenze 1916, 79-275 (con molte figure nel testo).
Lavoro
sistemativa
pregevolissimo,
mirmecologica
delle formiche
d'Italia
e
perchè
riassume
contiene
ottime
i
risultati più
tabelle
e dei paesi limitrofi.
Purtroppo
forme una certa scarsità d'indicazioni topografiche,
mente carico a l l ' illustre Maestro,
per
la
moderni
della
determinazione
osservasi per
molte
di cui non faccio menoma-
mentre constato solamente la deficenza
di
un buon materiale di studio da molti siti d ' I t a l i a . — Dai lidi adriatico-orientali
l'A.
cita le seguenti forme:
Aphaenogaster
ovaticeps
e Lissa), Phcid.
palìid.
Lissa), Solenopsis
Sysphincta
muelleriana
v. orientalis
Wolii
Emery
(Litorale orientale
pallìdula
Franenfeldi
(Dalmazia) e Formica
adriatico),
N y l . (Trieste
(Istria merid.), Cremaiogasler
(Dalmazia), I^eptothorax
(Isole della Dalmazia), Acantholepìs
v. dalmatina
Mayri
(Trieste), Pheidole
exsecla
bulgar,
scutcllaris
subsp.
(Dalmazia), Camponotus
(Alpi
graeca
lalcralis
Giulie).
Finzi, B. : P r i m o c o n t r i b u t o a l l a c o n o s c e n z a
della fauna m i r m e c o l o g i c a della V e n e z i a Giul i a . — Bullett. Soc. E n t o m . I t a l . L U I , Firenze, 1921, 118.
L ' A . descrive i l Leptothorax
Divaccia e dà diverse interessanti
miillerianus
n. sp. da S. Canziano presso
indicazioni faunistiche
sulle formiche
della
Venezia Giulia.
— : Note alla fauna
mi r m ecologica
della
Venezia
G i u l i a . •— Unione zool. Ital., Rendiconto del
Convegno in Trieste, settembre 1921. (Pubblicato nel 1922).
Tratta
delle
caratteristiche
Venezia Giulia e di interessanti
generali
osservazioni
della
fauna
mirmecologica
della
biologiche ed corologiche.
Forel, A . : A m e i s e n
aus
d e n S p o r a d e n, d e n
C y k l a d e n u n d G r i e c h e n l a n d . (Berlin. Ent. Zeitschr.
1888, 2 5 5 - 2 6 5 ) .
Trattando del Proceratium
europaeum
TOT., lo cita anche dalla Dalmazia
(ex coli. Mayr). Notisi però che 1' A . confondeva allora le due specie,
e Mayri,
europaeum
distinte più tardi da l u i stesso, e che g l i esemplari dalmati apparten-
gono a quest' ultima.
— : F o u r m i s de T u n i s i e e t de l ' A l g e r i e o r i e n t a l e . (Ann. Soc. Ent. Belg. C. R. seances 1890, 61 - 7 6 ) .
Constatando la presenza del Proceratium
per
incidenza
anche
degli stessi esemplari
tées
dalla
Dalmazia
europeaum
in Tunisia, lo cita
evidentemente
sempre
descritti più tardi dall' A . stesso come Procerat.
Mayri.
— : F o u r m i s de
par M. G r a f f e .
(p. 68). Trattasi
T r i e s t e et e n v i r o n s
récol(Ann. Soc. cut. Belg. 1905, 177- 179).
18
Contiene la descrizione di un Proceratium
$, trovato dal Dott. E. Graffe
a Trieste e che 1' autore attribuisce con riserva al P. europaeum,
escludere che si t r a t t i eventualmente della Sysphincta
var. mediospina
{Crematogastcr
del Crematogastcr
v. Plachi
scutcllaris
Mayri.
non potendo
Descrive, inoltre la
e dà alcune indicazioni faunistiche
di Volosca, Strumigenys
Baudieri
di Trieste).
Frauenfeld, G. : B e i t r a g z u r F a u n a D a l m a t i c n s .
(Verhandl. zool.-bot. Ver. Wien, 1856, 431 -448).
A pag. 435 vengono
dall' autore
a Zara,
Mayr. L ' a u t o r e
Sinj,
elencate
15 specie
Scardona, Macarsca
scoperse a Sinj una
di
formiche
dalmate
raccolte
e Ragusa e classificate
nuova specie (Hypoclinca
da G.
Frauenfeldi),
descritta dal Mayr nel suo lavoro del 1855, pag. 378.
Fritsch, Dr. K a r l : U n t e r s u c h u n g e n ii b e r d i e B es t à u b u n g s v e r h à 1 1 n i s s e s u d e u r o p à i s c h e r P f 1 a nz e n a r t e n, i n s b e s o n d e r c s o 1 c li e r a u s d e m 6 s t e rr e i c h i s c h e n K ù s t e n l a n d e . Parte V . — Sitzungsber.
Akad. Wiss. W i e n , Math.-naturwiss. Klasse, A b t . I . , voi. 124,
p. 255-290 (1915).
L ' A. annovera
anche quattro
specie comuni di formiche, osservate sui
fiori a Trieste.
Galvagni, D r . Egon : B e i t r à g e z u r K e n n t n i s d e r
Fauna ein ig er dalmatinischer
I n s e 1 n. — Verhandl. zool.-bot. Ges. Wien, 1902, 362-388.
A pag. 380 sono elencate le formiche raccolte dall' autore
Lissa,
Mellisello,
Lagosta
e
Pelagosa. Complessivamente
nelle isole di
7 specie, che
sono
state classificate da F r . K o h l di Vienna.
Gasperini, R. : N o t i z i e s u l l a f a u n a i m c n o t t e r o l o g i c a d a l m a t a . I I . Formicidae-Chrysididac. — Annuario
dalmatico, 1887, 20 pagine.
A pag. 6 - 9 sono elencati 17 generi con 29 specie di formiche dalmate.
Joseph, D r . G. : B e r i c h t i i b e r d i e T à t i g k e i t d e i '
e n t o m o l o g . S e c t i o n der S c h l e s i s c h e n
Gesells c h a f t i n i J a h r e 1 8 7 1 . (Breslau, 1872, estratto, pag. 1 - 23).
Riferisce brevemente su formiche attere e cieche, raccolte a l l ' entrata delle
caverne di S. Canziano, Corgiale e S. Servolo presso Trieste e che egli ritiene
sieno le femmine di
Dorylus.
— : S y s t e i n a t i s c h e s V e r z e i c h n i s der in den
T r o p f s t e i n g r o t t e n von K r a i n
einheimischen
19
A r t h r o p o d e n ecc. (Berlin. Ent. Zeitschr., voi. X X V I . , 1882,
5 5 - 104).
Le formiche nominate nel lavoro precedente vengono qui descritte (a pagina 101) sotto i l nome di Typkloponc
Clausii,
n . sp. L ' A . ha constatato anato-
micamente che si tratta di operaie e non già di femmine attere di
Dorylus.
Katuric, M . : O s s e r v a z i o n i
biologiche sulle
f o r m i c h e . — Glasnik hrvatskoga naravoslovnoga
drustva,
annata I I , Zagabria, 1887, 105- 110.
Osservazioni sopra una formica dei dintorni di Imoschi, che l ' A . crede
di poter riferire al Lasius
niger L .
— : U l t e r i o r i osservazioni biologiche sulle
f o r m i c h e . — Loc. cit., annata V I , Zagabria, 1891, 14-28.
I l lavoro contiene anzitutto una rettifica: le osservazioni
annata I L non si riferiscono al Lasius
riportate nella
niger L . , ma bensì a l l ' Atta
barbara L .
L ' A . tratta poi della biologia di 7 specie d i formiche osservate nei d i n t o r n i di
Zara, e precisamente: Atta
barbara L . , structor
L t r . , Tclramorium
pallidula
cacspitum
Acantholepis
Fraucnfeldi
Mayr, Pheìdole
N y l . , Camponotus
Dr. e Lasius
emarginatus
Latr. Viene stabilita la data della prima
L„
rubripes
apparizione
di queste formiche e del volo nuziale, la qualità del nutrimento ecc. ecc. A l
Velebit 1' A. osservò la Myrmica
sulcinodis
Nyl.
Lanza, D o t t . F. : S a g g i o
storico- statisticom e d i c o s o p r a 1' a n t i c a c i t t à d i N a r o n a e l o s t a t o
p r e s e n t e d e l s u o t e r r i t o r i o . — Bologna, 1842.
A pag. 99 sono citate 3 specie dal territorio di Narenta: « Formica
ruta, la
quale si annida nelle fenditure delle interne pareti delle case, ed a sciami innumerevoli porta i l guasto a tutte le sostanze alimentari, per guisa, da non potersene garantire
mi
i n verun modo: i n una sola notte, questa specie di formiche
distrusse intieramente
una
superba e numerosa raccolta
d'insetti
che
io
aveva fatto a Narenta ». Segue poi una « formica nigra » ed infine una « formica
cacspitum » senza ulteriori commenti.
Maidl, D r . F. : B e i t r à g e z u r
HymenopterenFauna
D a 1 m a t i e n s, M o n t e i l e g r o s
und
A 1 b an i e n s. — Annalen Naturhist. Mus. W i e n , voi. X X X V , 1922,
36 - 106.
Importante contributo alla conoscenza della fauna
Provincie adriatiche
orientali. N e i l ' elenco delle formiche
imenotterologica delle
(p. 43 - 45)
figurano
32 specie e v a r i e t à delle quali 16 riscontrate anche i n Dalmazia (Arbe, Brazza,
Gravosa e Crivoscie).
M a y r , D r . Gustav L . : E i n i g e n e u e A m e i s e n. —
Verhandl. zool.-bot. Ver. Wien, annata I L , 1852, 142- 150.
20
Contiene la descrizione del Tapinoma
dell' Oecophthora
dell' Acrococlìa
subdentata
Schmidti
(=
nitens
Pheidole)
dalla
( = Crematogaster)
( = Prenolepis) da Lubiana,
Carniola
e dal
Trentino e
dalla Valle del Frigido.
•— : B e i t r à g e z u r K e n n t n i s d e r A m e i s e n. —
Verhandl. zool.-bot. Ver. Wien, I I I . , 1853, 101 - 114.
L ' A . cita la Myrmica
descrive VAcrocoelia
Mayri
montana
Imhoff
(=
rubida Latr.) da Vipacco e
Schmidt i l i t t . ( = Crematogaster
sordidula
Nyl.) da
Zara.
— : F o r m i c i n a a u s t r i a c a . — Verhandl. zool.-bot.
Ver. Wien, V . , 1855, 273 - 478.
Oliera fondamentale
per la sistematica
delle formiche dell' Europa
cen-
trale, con appunti su tutte le specie europee. Dettagliate descrizioni delle singole
specie e forme con esatte indicazioni topografiche, dalle quali risulta, che l ' A .
conosceva 16 specie della Venezia Giulia e 20 specie dalmate.
descritta una nuova formica dalmata (Hypoclinca
des
Fraucnfeldi,
A pag. 378 è
da Sinj).
— : F i n A u s f 1 u g n a c h d e n s ù d 1 i c h e n 1 n s e 1n
O u a r n e r o. — Opuscolo a sè, pubblicato a Vienna, 1863.
L ' A. menziona
Scoglio Zabodarski
alcune formiche
di Canidole
(1), di Unie (2) e S. Pietro
piccola (2 specie),
dello
dei Nembi (5). Epoca
della
raccolta: aprile 1862.
— : N e u e F o r m i c i d e n . — Verh. zool.-bot. Ges. Wien,
1870, 939.
A pag. 973 - 976 l ' A . tratta
delle v a r i e t à del
menziona parecchie forme dalmate e delle isole del
Tclramorium
cacspitum
e
Carnaro.
— : D i e F o r m i c i d e n der V e r e i n i g t e n S l a a t e n
v o n N o r d a m e r i k a . — V e r h . zool.-bot. Ges. Wien, 1886,
419-464.
I n una nota a pag. 438 l ' A . comunica di aver ricevuto la
Sysphincta
europaea For. (olimi) da Ragusa. Trattasi della specie dalmata citata anche da
Forel due volte come Proceratiumspecie a sè (Sysphincta
Mayri
europacum,
descritta
però più tardi come
For. 1899).
Mayr G. e Kohl F. : F o n n i c i d a e , nella « Z o o l o g i s c h e R e i s e des N a t u r w i s s . V e r e i n s n a c h D a l m a t i e n i n i J a h r e 1 9 0 6 ». — M i t t e i l . Nat. Ver. an der Univerversitàt W i e n , 1908, 123 e 124.
Elenco
delle formiche raccolte
dai partecipanti al viaggio universitario
in Dalmazia nel 1906 e precisamente 8 specie dell' isola di Meleda, 11 di Lissa,
e )2 dei dintorni di Spalato (compilato secondo le determinazioni di G. Mayr).
Vi
sono
F. K o h l .
aggiunte
4 specie
d i Curzola,
raccolte
nel
1908 e
determinate
da
21
Miiller, D o t t . Giuseppe : D u e
nuove
formiche
della
regione
a d r i a t i c a . — Bollettino Soc. A d r i a t .
Scienze natur. X X V I I , Trieste, 1921, 4 6 - 4 9 .
Descrizione
gaster pallida
del Camponotus
(?) subsp. Finzii
tergestinus
n. sp. (Trieste) e
dell'"Aphaeno-
(Dalmazia settentr. ed Istria merid.). — Enu-
merazione di 14 formiche interessanti o nuove per la regione adriatica orientale
(Euponera
migenis
ochracea,
Baudierì,
Stigmatomma
Epitrilus
dentìculalum,
Argiolus
Formicoxenus
nitidulus,
Stru-
ecc.).
Nylander, D r . W . : A d d i t a m e n t u m
a 11 e r u m
a d n o t a t io n u m in M o n o g r a p h ia m f o r m i c a r u m
h o r e a 1 i u m E u r o p a e. — Acta Soc. Scient. Fennicae,
I I I , 1848.
Contiene
laleralis
var.,
la descrizione
della
Formica
dalmatica
Nyl. ( =
Camponotus
Mayr, Forel).
Roger, J. : B e i t r a g e z u r K e n n t n i s d e r A m e i s e n f a u n a d e r M i 1 1 e 1 ni e e r 1 a n (1 e r. — Deutsche E n tom. Zeitschrift, I L I . , 1859, 225 -259, Taf. V I I .
Cita una forma a colorito chiaro della Formica
descrive la Q dell''Acantholepis Fraucnfeldi
marginata
da
Lagosta;
da Ragusa.
Wolf, D r . K . : S t u d i e n
LÌ b e r
palaearktische
F o r m i c i d e n , I . — Ber. d. med. naturw. Vereins, Innsbruck,
X X X V , 1914, 39 -52, con figure nel testo.
Descrive a pag. 44 VAphaenogaster
ovaliceps
Emery subspec.
mulleriana,
basata sopra un unico esemplare da Miramar. — A pag. 46 - 52 tratta della
varietà della Formica
exsecta
N y l . e descrive anche due forme della
Venezia
Giulia (N.° 1 da Kobiljaglava e N.° 2 dalla Malga Tolstec sul Tricorno.
22
Famìglia: FORMICIDAE.
Specchietto
delle sottofamiglie.
1. Forme provviste d'occhi, t u t t ' a l più le f^c^ di certe specie
ipogee cieche. Clipeo evidente, le antenne inserite a maggiore o
minore distanza dal margine anteriore del capo . . .
2.
— Solamente i cfcf provvisti d' occhi, le
e le <^(J> cieche.
Clipeo rudimentale o indistinto, di conseguenza le antenne inserite
quasi al margine anteriore del capo. Peduncolo addominale composto da uno o due segmenti relativamente ampi, subquadrati.
[ I L Dorylinae] ) .
1
2. Peduncolo addominale composto di due segmenti piccoli,
nodosi (peziolo e postpeziolo). Aculeo sviluppato. (Larve senza
tubercoli; crisalidi nude).
I I I . Myrmicinae.
— Peduncolo addominale costituito da un solo segmento
(peziolo)
3.
3. I l segmento addominale corrispondente al postpeziolo delimitato posteriormente da leggera strozzatura circolare. Aculeo sviluppato. (Larve con tubercoli piliferi; crisalidi quasi sempre chiuse
in un bozzolo).
I . Ponerinae.
— I l primo segmente addominale che corrisponde al postpeziolo non delimitato da strozzatura circolare posteriore. Senza
aculeo evidente
4.
4. I l clipeo sorpassa all' indietro la linea d'inserzione delle
antenne. I l gastro si compone di 4 segmenti visibili esteriormente.
L ' orifizio della cloaca a forma di fessura trasversale. Aculeo rudimentale. Crisalidi nude.
I V . Dolichoderinae.
») E M E R Y (1916, Form. Ital.) e B O N D R O I T (1918, Fourm. France) mettono
in prima linea le Dorylinae,
rinae.
e fanno seguire come seconda sottofamiglia le Pone-
M i pare p e r ò che l a mancanza d' occhi nelle Q e la riduzione del clipeo
dimostrino la posizione sistematica derivata delle Dorylinae
rinae,
rispetto alle Pone-
per cui m i associo a l l ' opinione di FoREL (1915, Ameis. Schweiz), che
considera le Ponerinae
come le più primitive.
23
— I l clipeo non sorpassa all' indietro la linea d'inserzione
delle antenne. I l gastro si compone di 5 segmenti visibili esteriormente. L ' orifizio della cloaca circolare e ciliato. Aculeo nullo. Crisalidi per lo più rinchiuse in un bozzolo. V . Camponotinae.
I . Sottofamiglia :
P O N E R I N A E .
(Revis. : E M E R Y , Beitr. M o n . Form., D. G . Z. 1909, 355 - 376).
Tabella delle tribù
e dei g e n e r i
( (j5 e Q ) :
1. Mandibole lunghe e strette, falciformi,
internamente
armate di denti spesso accoppiati, i l clipeo pure dentato al margine anteriore; il peziolo ampio, quadrato, poco più piccolo del
prossimo segmento. (Amblyoponini).
1. Stigmatomma.
— Mandibole larghe, trigone. I l peziolo molto più piccolo
e più stretto del prossimo segmento addominale . . .
2.
2. I l secondo segmento dopo i l peziolo grandissimo, coli' apice curvato a l l ' ingiù, in modo da coprire t u t t i g l i a l t r i piccolissimi segmenti, che formano un piccolo cono rivolto a l l ' innanzi.
I l torace della ^ senza alcuna sutura sul dorso.
(Proceratiini).
4. Sysphincta.
— I l secondo segmento dopo i l peziolo normale, non curvato
all' ingiù, gli ultimi segmenti addominali visibili dal di sopra. I l
torace con evidenti suture anche sul dorso ( Ponerini) . . 3.
3. Tibie medie e posteriori provviste all' apice di uno sperone
grande, pettinato e di uno sperone piccolo, semplice ) ; primo
articolo tarsale medio con piccolissimi aculei sul lato dorsale ) .
2, Euponera.
1
1
— Tibie medie e posteriori provviste all' apice solamente di
uno sperone pettinato; primo articolo tarsale medio finissimamente peloso, senza aculei.
3. Ponera.
J
) D a osservarsi con fortissima lente o meglio al microscopio e in diverse
direzioni, acciocché lo sperone più piccolo non resti coperto dalla tibia o dallo
sperone più grande.
24
Tribù :
Amblyoponini.
1. Genere : S T I G M A T O M M A Roger.
1. Capo appena smarginato a l l ' o r l o occipitale, con occhi
minuti, ma distinti e cogli angoli anteriori evidentemnte spiniformi. I l clipeo munito al margine anteriore d i dentini presso a
poco egua|i, le mandibole più strette. Colore rosso-ferrugineo o
bruno. L . ^ 6 - 7.5. — Italia, Sicilia, Grecia.
[impressifrons E m e r y ] ,
— Capo evidentemente smarginato a l l ' occipite, con occhi
minutissimi, quasi invisibili e cogli angoli anteriori acuti, ma
non spiniformi. I l clipeo munito di dentini ineguali, dei quali tre
o quattro mediani più piccoli e maggiormente avvicinati; mandibole lievemente allargate nel mezzo. Colorito più chiaro, giallorossiccio. L . (degli esemplari dalmati) 3 . 5 - 4 mm.
1. denticulatum
Roger.
1. Stigmatomma denticulatum Roger (Mayr, Europ. Form.
1861, 53; Emery, Beitr. Monogr. F o r m . 1909, 357 e F o r m . Ital.
1916, 27; Bondroit, Fourm. France, 1918, 80. — Amblyopone denticulatum, A n d r é , Spec. H y m . 1891, 233).
Dalmazia : C a s t e l l a presso Spalato, vagliando i l terriccio al piede di olivi, singole operaie, 2, 3, 7 e 10-1912 ( N . ) .
Specie meridionale descritta originariamente dall' isola di
Zante (Roger) e trovata poi i n Balcania, a Corfù (Faganetti!),
in Italia (Firenze, Roma, Napoli, secondo Emery anche nel Veneto) e nel Marocco.
Tribù :
Ponerini.
2. Genere : E U P O N E R A Forel.
2. Euponera ochracea M a y r (Emery, Beitr. M o n . Form.
1909, 364 e F o r m . I t a l . 1916, 31; Bondroit, F o u r m . France, 1918.
81. — Fonerà ochracea Mayr, Form. Austr., Verh. zool.-bot. Ver.
W i e n , voi. V , 1855, 390 ) e Europ. F o r m . 1861, 55; A n d r é Spec.
H y m . 1881, 241).
x
1
)
EMERY
(1909) e B O N D R O I T
(1918) indicano erroneamente la pag. 290 ove
non trovasi che la citazione della specie (nomen nudum); la descrizione segue
a pag.
390.
25
c^> : Giallo-bruna. Capo opaco, senza occhi distinti. Torace
e addome sublucidi, finemente punteggiati. Forma generalmente
più larga e più robusta della Fonerà coarctata. L . 3 - 3.6 mm. —
9 : Capo e torace più larghi, occhi neri, relativamente grandi,
tre ocelli situati su macchiette nerastre; ali un poco offuscate,
con due cellule cubitali chiuse. L . 4.2 mm.
Venezia Giulia : Trieste, in città, a volo 1 9> ai p r i m i di
ottobre 1910. — Dalmazia: Zemonico pr. Zara, vagliando terriccio, 8 e 9-1914, diverse operaie ( N . ) .
Descritta originariamente da Imola ( M a y r ) è stata poi trovata in vari punti d ' I t a l i a ed in Sicilia (qui la subsp. siculo Emery) ;
inoltre nella Francia meridionale, nell' isola di Corsica, in Spagna
(Menozzi), in Rumenia e in Crimea.
3. Genere : P O N E R A Latreille.
Le operaie hanno gli occhi piccolissimi; le femmine sono normalmente alate e provviste di occhi molto più grandi, nonché di 3
ocelli sul vertice. I maschi (che non conosco ancora dalla nostra
regione) sono alati nella Fonerà coarctata ed Edwardi,
oppure
atteri e simili alle operaie (Q" ergatomorfi, nella P. punctatissima
ed in singoli esemplari della
Edwardi).
T a b e l l a per la d e t e r m i n a z i o n e
delle
specie.
A. — I l mesonoto della 8 separato dalla pleura e dall' epinoto
per mezzo di suture distinte.
1. Punteggiatura del capo più evidente, per quanto densissima e quasi subrugosa. Palpi mascellari composti di due articoli.
L o scapo antennale raggiunge quasi i l margine occipitale del capo.
Epinoto lateralmente più o meno lucente. Colorito delle ^) bruno
nerastro (f. typ.) o giallo (ab. et subspec. testacea Emery), delle 9
sempre bruno o nerastro. Antenne gialle, lobi frontali ferruginei.
L . ^5 2.5-3.5 mm., 9 3.5 m m .
3. coarctata L a t r .
— Punteggiatura del capo finissima e densissima, appena
percettibile con forte lente. Palpi di un articolo. Colorito del
corpo oscuro*)
2.
J
)
Esemplari
giallo-bruni della
P.
Eduardi
(9)
vengono
M E N O Z Z I per la Spagna. (Boi. Soc. Esp. Hist. Nat. 1922, 325).
segnalati
da
26
2. Scapo lungo ed esile, esso raggiunge i l margine occipitale. Epinoto lateralmente opaco in seguito a fitta scultura ( A n tenne più o meno offuscate, anche i lobi frontali più oscuri che
nella P. coarctata). L . £ 2 . 6 - 3 mm., 9 3 - 3 . 5 mm.
4. Eduardi Forel.
— Scapo più breve, esso non raggiunge i l margine occipitale.
Epinoto lateralmente lucido (secondo B O N D R O I T ) . I l capo più largo
che nella P. coarctata, gli occhi della9 più grandi e molto avvicinati alla base delle mandibole. L .
2.4 - 2.8 mm, 9 3.3 - 3.9 mm.
-— Inghilterra, Francia sett., Germania, Svizzera; Isole Canarie.
[punctatissima Rog.].
B. —- Nella
manca la sutura tra i l mesonoto e la pleura; in
una specie (Abeillei)
è obliterata anche la sutura meso-epinotale
sul dorso.
A questo gruppo appartengono diverse specie estranee alla nostra fauna:
Ragusae
Lesnei
Emery (Sicilia), colla subspec. Santschii
e parva
Bondr. (Francia) e Abeillei
Emery (Algeria, Tunisi, Siria),
A n d r é (Corsica, Liguria, Tunisia).
Sono tutte specie gialle con punteggiatura del capo finissima.
3. Ponera coarctata L a t r . 1802 (Emery, Beitr. M o n . Form.
1909, 368; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 6; Donisthorpe, Brit.
Ants, 1915, 67; Emery, Form. Ital. 1916, 108; Bondroit, Fourm.
France, 1918, 82. — Ponera contrada L a t r . 1804; A n d r é , Spec.
H y m . 1882, 240).
Specie ipogea, lenta, che si raccoglie sotto pietre o vagliando
il terriccio e che si riscontra alle volte nei nidi di altre formiche.
Non si arrampica mai sulle piante.
Venezia Giulia : Carnizza nella Selva di Tarnova, 6-911,
1 cs. ( S p r . ) ; Monte R è , 5-912, 1 es. (Ciana); Roditti, vagliando
un nido di Formica rufo-pratensis, come pure nel cavo di salice
abitato da Lasius fuliginosus, diverse operaie, 23-4-911; Monte
Carso sopra Bagnoli, vagliando i l terriccio in un sito umido, ove
trovasi VAnillus florentinus, diversi es. 10-909; Fiumicello in F r i u l i ,
30-4-914, 3 es. ( W . ) ; Duino, nel terriccio alla base d i Quercus
ilex, 16-11-913, 2 es. ( W . ) ; Trieste, dintorni, 2 es. ( P . ) ; Boschetto
pr. Trieste, 5-911, 1 £ e 1 9 senza ali ( P . ) ; Noghera, 6-911, ( P . ) ;
Clanez, 6-913, ( S p r . ) ; Salvore, in un parco, vagliando fogliame
caduto, 23-4-22; Rovigno, 6-4-912, ( W . ) ; Venula pr. Pola, ( C ) .
27
Dalmazia : Zemonico pr. Zara, 7-913, 8 e 9-014, nel terriccio
div. es. ( N . ) ; Kistanje, 1 es. 9-99; Castella pr. Spalato, nel terriccio alla base di olivi, frequente specialmente d'inverno, 1, 2, 3
e 7-912, 11-917 e 9-921; anche 2 9 Q senza ali, 4 e 5-912 ( N . ) .
Specie dell' Europa meridionale ed occidentale, che si estende
al N o r d fino in Germania e in Inghilterra, al Sud fino in Algeria
e a oriente fino al Caucaso. Venne descritta per la prima volta da
un parco di Londra.
E M E R Y distinse dalla forma tipica, di colorito oscuro, una
forma gialla, che denominò «var. testacea» (Mera. Accad. Bologna,
1895, 294). M I N O Z Z I propone di elevarla al rango di « subspecies »,
avendo egli osservato in Calabria anche piccole differenze morfologiche ed avendo trovato alcuni nidi composti unicamente da individui gialli (Boll, del Lab. di Zool. gen. e agraria, Portici, voi. X V ,
1921, 25 e Boi. Soc. Espan. H i s t . n a t , 1922, 324).
E M E R Y , nella sua fauna (1918, 107), non ci dà indicazioni
speciali sulla distribuzione di questa « varietà » in Italia, ma dice
semplicemente: « C o l t i p o » . Dalle osservazioni fatte nella regione
adriatica orientale trovo invece, che c' entra, almeno i n parte, i l
fattore corologicó. Dalla parte più nordica e montuosa del nostro
territorio faunistico non ebbi finora che la forma tipica (Carnizza,
Monte Rè, Roditti, Clanez, Monte Carso) ; essa si estende nel Goriziano fino alla foce dell' Isonzo (Fiumicello) e raggiunge la costa
anche a Trieste (Boschetto) e Salvore. P e r ò già a Trieste si frammischia alla forma gialla, che tengo poi da Duino e Noghera e che,
più al Sud, neh' Istria meridionale e in Dalmazia è la forma assolutamente predominante (Rovigno, Veruda, Castella). Essa si
estende i n Dalmazia anche nell'interno (Kistanje) e arriva fino
in Bosnia (Tuzla, leg. Spr., 1 es.). P e r ò a Zemonico vicino Zara
pare predomini la f. tipica con individui di colorito intermedio.
S i n g o l i esemplari più oscuri trovai anche nel materiale delle
Castella.
Non v i è dubbio adunque che la forma tipica predilige generalmente siti più nordici, più montuosi e più umidi e la forma
gialla le plaghe più meridionali, rispettivamente costiere, aride e
calde. E ' vero che le due forme si trovano in certi punti più o
meno promiscue e che possono perciò considerarsi come semplici
varietà o aberrazioni; ma è pur vero d'altronde, che in altre zone
28
predomina con stragrande maggioranza solo una o l ' a l t r a delle
due, di modo che esse costituiscono pure due forme o razze locali
propriamente d e t t e ) .
Qui ci troviamo adunque in uno di quei casi, certamente non
rari, ove la medesima forma assume un d o p p i o valore sistematico: di forma geografica o razza in una regione, di semplice aberrazione individuale in altri siti. Ed è perciò che noi, tenendo conto
di questo fatto, dobbiamo designare la var. testacea Emery come
« Subspec. et aberr. », in conformità a quanto ebbi a proporre per
un caso analogo già 12 anni f a ) .
Oltre che nel colorito la nostra Ponera coarctata presenta notevoli v a r i a z i o n i d e l l a f o r m a d e l c a p o , locchè mi pare
non sia stato ancora rilevato dagli autori. Una parte degli esemplari corrisponde perfettamente al profilo del capo descritto e illustrato da E M E R Y (1918, 108, fìg. 14 b ) . P e r ò osservansi tanto nella
forma bruna, quanto nella gialla degli individui col capo evidentemente più allungato, più parallelo e meno arrotondato verso gli
angoli posteriori, insomma una forma che si avvicina più al profilo
della P. Ragusae ( E M E R Y , 1. e, fig. 15 a). Per la punteggiatura
del capo e gli altri caratteri essi collimano colla P. coarctata.
Io posseggo questi differenti tipi di conformazione del capo
dalla medesima località (p. e. dalle Castella) ; mi pare però che si
tratti di caratteristiche speciali di singoli nidi.
1
2
4. Ponera Eduardi Forel. (Emery, Beitr. M o n . Form". 1909,
372; Bondroit, Fourm. France, 1918, 83. — Ponera punctatissima
pars, André, Spec. H y m . 1882, 241).
Dalmazia: Salona, 13-3-912, 1 9 senza ali ( N . ) ; Ragusa,
vagliando terriccio all'entrata della caverna d i Kono, 12-921,
1 £ (Svircev).
Specie mediterranea, che sarà probabilmente più frequente
nella Dalmazia meridionale e che pare non si estenda fino alla Vel
) Singole eccezioni non possono menomare i l valore della razza. Se ci
fosse assoluta costanza si tratterebbe di specie. Basta che si manifesti la t e n d e n z a di variare in un dato senso negli individui della stessa regione, per
costituire i l criterio della forma locale o razza (sottospecie).
')
Athous
cavus ab. et subsp. singularis
lettino », v o i . X X V I , parte I I , 130 e 131 (1912).
(Reill.) Mùller, in questo « Bol-
29
nezia Giulia. I n Italia è limitata al meridione e a tutto i l versante
tirreno ( E M E R Y , 1918). Francia merid., Spagna, Algeria, Marocco,
Isole Canarie; Balcania, Asia minore.
Tribù : P r o c e r a t i i n i .
4. Genere : S Y S P H I N C T A Roger.
1. A n g o l i dell'epinoto acuti. Peziolo più corto, leggermente
elevato nella parte dorsale a forma di squama. I l segmento più
grande dell'addome non raggiunge in lunghezza i l doppio del
precedente. Antenne più corte, g l i articoli del funicolo più larghi
che lunghi. Colorito del corpo giallo. L . 8 3 mm, 9 4.5 mm.
[europaea Forel],
— A n g o l i dell' epinoto ottusi. Peziolo nodiforme, superiormente arrotondato, senza accenno di squama. I l segmento più
grande dell' addome raggiunge in lunghezza i l doppio del precedente. Antenne più lunghe, g l i articoli del funicolo non più
larghi che lunghi. Colorito più oscuro, rosso-bruno. L . ^ 3.8-4.5,
9 4.5.
5. Mayri Forel.
[Sysphincta europaea Forel, A n n . Soc. entom. Belg., voi.
X X X , 1886, C. R. p. 163 ) ; Emery, Beitr. Mon. Form. 1909, 359
e Form. Ital. 1910, 103. — Proceratium europaeum Q Forel, Beri.
Ent. Zeitschr. 1888, 258].
F O R E L ( A n n . Soc. Ent. Belg. 1905, 177) descrive un cf da
Trieste, che egli crede appartenga a questa specie. E ' probabile che
ciò sia esatto, come osserva anche E M E R Y (1918, 29); però l'assoluta certezza 1' avremo non appena saranno noti altri Q"Q" sicuri
delle due specie di Sysphincta dell' Europa meridionale. — L ' esemplare di Trieste, 1' unico cf del genere che finora sia stato trovato
in Europa, trovasi illustrato nelle opere di E M E R Y (1909, 360, fig. 3
e 1918, 29, fig. 12 c).
La specie è stata descritta originariamente dalla Grecia
(Elide). Fu raccolta più tardi a Corfù, in Albania, Rumenia, L i guria, Piemonte e nell'Emilia.
x
' ) L a citazione presso E M E R Y (Deutsche E n i . Zeitschr. 1909, 359) e
B O N D R O I T ( A n n . Soc. ent. France, 1918, 80) è inesatta.
30
5. Sysphincta Mayri Forel. (Emery, Beitr. M o n . F o r m . 1909,
361, fig. 2 a e Form. Ital. 1916, 103, fig. 12 a — Proceratium europaeum % Forel, Beri. Ent. Zeitschr. 1888, 258).
Rarissima alle Castella presso Spalato, nel terriccio profondo
alla base degli olivi, 11-912 e 9-921, due operaie ( N . ) . L a lunghezza di questi esemplari è di 4.5 mm. •— Indicata dalla Dalmazia anche da E M E R Y (1909, 361).
A questa specie si riferiscono evidentemente anche gli esemplari raccolti al vaglio presso Ragusa dai Sigg. Kaufmaun e Reitter
e menzionati dal M A Y R (Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1886, 438,
nota) col nome di Sysphincta europaea Forel *).
Albania, Corfù (Paganetti!); Messina e Reggio Calabria
( E M E R Y ) ; Sambiase di Calabria
II.
Tabella
Sottofamiglia:
delle
tribù
1. Peduncolo addominale
($» 9
e
Ó*)- I Cf
l n o
(MINOZZI).
D O R Y L I N A E .
e dei generi
europei.
costituito da un
solo
segmento
' t o grandi, le loro ali con nervatura bene svi-
luppata. (Dorylini).
Dorylus.
— Peduncolo addominale costituito da due segmenti nelle
operaie e da un solo nelle femmine e nei maschi. Quest' ultimi con
ali senza nervatura. Specie minutissime, di 1-2 mm di lunghezza
della regione mediterranea occidentale : Pirenei orientali, Corsica
e Sardegna. (Leptanillini).
[Leptanilla.]
Gen. D O R Y L U S Fabr.
[Dorylus (Typhlopone) fulvus Westw.; Bondroit, Fourm.
France, 1918, 15. — Typhlopone Clausii Joseph, Beri. Ent. Zeitschr.,
voi. X X V I , 1882, 101. — Dorylus Clausii A n d r é , Spec. H y m .
1882, 252].
<J>. Corpo giallo-rossiccio, lucente. I l capo subquadrato, più
lungo che largo, cogli angoli posteriori arrotondati, cosparsa da
puntini minutissimi e peli quasi impercettibili, senza occhi, con due
' ) I l nome Sysphincta
Mayri
venne proposto da FoKEL appena 13 anni più
tardi, quantunque egli non fosse ancora del tutto persuaso che si trattasse d i una
specie a sè, ma bensi di una forma speciale (2j)
( A n n . Soc. ent. Belg. 1899, 305 - 306).
del Proceratium
europaeum
31
carene frontali elevate e spongenti oltre i l margine anteriore del
capo a forma di uncino (visione laterale!). Mandibole falciformi,
bidentate, con leggero accento di un terzo dente. Antenne brevissime e robuste, composte di 11 articoli; lo scapo dilatato dalla
base all'apice, coli'angolo apicale anteriore sporgente; gli articoli
del funicolo trasversali (eccetto i l primo), ingrossati verso l'apice;
l ' u l t i m o articolo allungato, circa tanto lungo quanto i tre precedenti r i u n i t i . I l torace superiormente attraversato da un solo solco,
sicché, apparentemente, risulta composto da due soli grandi tergiti,
dei quali i l posteriore negli individui grandi è solcato longitudinalmente. L a punteggiatura del torace un poco più forte, la pubescenza più evidente di quella del capo. Peziolo quadrangolare, un
poco ristretto all' innanzi. L a rimanente parte dell' addome, composta di 5 segmenti visibili, forma un' ovale molto allungato, maggiormente attenuato all' innanzi e più arrotondato all' indietro,
colla superficie finemente punteggiata e provvista di peli minutissimi. L ' ultimo tcrgite incavato verso 1' apice, col margine munito
di tre piccoli dentini. Lunghezza dei miei esemplari: 4 - 8 mrn
(secondo JOSEPH : 2 . 8 - 9
mm).
Questa descrizione e basata su due esemplari che ebbi in dono
dall' amico Antonio Valle, il quale l i ricevette a suo tempo dal Dott.
JOSEPH di Brcslavia per Typhlopone Clausii. Osservo però che i
rispettivi esemplari non portavano alcun cartellino che indicasse
la specie o la località.
JOSEPH (Ber. Entom. Section Breslau, 1872, 15 e Beri. Entom.
Ges. 1882, 102) dice di aver scoperto la Typhlopone Clausii all'entrata della Caverna di San Galiziano presso Mataun, della Grotta
di Corgnale e della Grotta di San Servolo presso Trieste. Specialmente in quest' ultima 1' avrebbe trovata più copiosa e più volte,
da ultimo in settembre del 1881. Egli pretende perfino di averla
allevata da crisalidi raccolte nell' aprile del 1875.
Io trovo, che gli esemplari spediti al Prof. Valle coincidono
perfettamente colla Typhlopone nordafricana, che figura nell'opera
di A n d r é come Dorylus oraniensis ed in quella di Bondroit come
Dorylus fulvus Westw. e della quale tengo numerosi esemplari
raccolti dal Dott. E . Graeffe in Tunisia. L a pretesa differenza di
lunghezza dell' ultimo articolo antennale tra la T. Clausii e 1' oraniensis.{ci.
JOSEPH, 1882, 102) non si verifica negli esemplari di
zi
JOSEPH che ho sott' occhi, essendo 1' ultimo articolo t u t t ' al più così
lungo, quanto i tre precedenti r i u n i t i , non altrimenti di quanto si
riscontra negli esemplari tunisini. Tutte le altre differenze indicate
costì, come pure quelle nell'opera di A N D R É (p. 2 5 2 ) , non reggono
ad un esame di un numeroso materiale, entrando nella cerchia della
variabilità individuale (così ad esempio i l solco longitudinale del
torace, che varia secondo la grandezza degli individui).
I l Dorylus fulvus (oraniensis) è sparso nell'Africa del Nord
e in Asia minore. Non verme però ancora riscontrato in tutta la
Balcania e in tutta l ' I t a l i a , uè ci fu mai dato di scoprirne uno in
trenta anni di esplorazione entomologica della Venezia Giulia e
della Dalmazia. L a presenza di questa specie o di qualsiasi altro
Dorylus nel C'arso di Trieste è adunque per lo meno molto problematica e va presa con tutte le riserve, fino a che non sopraggiunga
una conferma del tutto inaspettata. D i questo parere è anche l ' i l lustre Prof. E M E R Y ( 1 9 1 6 , 2 0 , nota), che dichiara la notizia di
JOSEPH senz'altro erronea, come pure quella di ROGER, che indica
da Torino la Typhlopone europaea ( = Dorylus punctatus dell'Africa meridionale). A d ogni modo non è lecito riportare senza
alcun commento e senza indicazione della fonte il Dorylus fulvus
Westw. per Trieste, come fa B O N D R O I T nella sua opera recente
sulle formiche di Francia ( 1 9 1 8 , p. 1 6 ) .
III.
Sottofamiglia: M Y R M I C I N A E .
T a b e l l a per la d e t e r m i n a z i o n e
dei
generi.
1. Antenne di 1 0 - 1 2 articoli. I l capo ovale, rotondo o rettangolare, ma non cordiforme; le lamine frontali e le fosse antennali
sulla parte superiore del capo. ( I . sezione: Eumyrmicinae)
2.
— Antenne di 4 o 6 articoli. Capo cordiforme, ristretto all' innanzi, con profondi solchi antennali l a t e r a l i , che possono accogliere buona parte dello scapo. Le lamine frontali, spostate ai
margini del capo, ricoprono i solchi antennali e nascondono gli
' occhi. ( I I . sezione : Rhagomyrmicinae)
20.
2. Postpeziolo inserito al margine superiore del gastro, che è
cordiforme e appuntito nella 0 e può venir ripiegato al disopra del
torace quando la formice e irritata e vuole aggredire.
10. Crematogaster.
33
— Postpeziolo inserito al margine anteriore del gastro, quest' ultimo non appuntito posteriormente
3.
3. Mandibole esili, ricurve, appuntite, senza margine masticatorio. Capo più o meno rettangolare; antenne di 12 articoli, con
clava di 3 articoli; epinoto debolmente dentato o quasi inerme. —
Vivono in società miste col Tetramorium caespitum.
[ Strongylognathus].
— Mandibole trigone, piatte, con margine masticatorio, per lo
più dentato
4.
4. Antenne di 10 articoli (11 nella 9 ) ' a distinta,
composta di 2 articoli. Epinoto inerme. Operaie piccolissime, gialle
o brune, con occhi piccolissimi o rudimentali; femmine molto
più grandi, bruno-picee.
12. Solenopsis.
— Antenne di 11 -12 articoli, con clava composta almeno di
3 articoli o indistinta
5.
c
o
n
c
a v
5. Postpeziolo di sotto con sporgenza dentiforme o spiniforme,
rivolta all'innanzi. Antenne di 11 articoli; epinoto dentato. — V i vono nei nidi di altre formiche
6.
— Postpeziolo senza sporgenza ventrale oppure le antenne
composte di 12 articoli
8.
6. Fosse antennali grandissime, nettamente limitate e lunghe
quanto lo scapo; esse si estendono all'indietro di un bel pezzo
oltre gli occhi. Clava antennale di 4 articoli. Peziolo di sopra con
sporgenza angolosa rivolta all' innanzi e con appendice ventrale
compressa. L . (^5eO) 4 - 5 mm. — Vive assieme col Leptothorax
acervorum.
[Harpagoxenus].
•— Le fosse antennali non si estendono oltre i l limite posteriore degli occhi. Clava antennale di 3 art. L . 2.5 - 3 mm. 7.
7. Corpo opaco, con peli clavati. I l peziolo, visto in profilo, di
sopra acuminato o troncato, di sotto con appendice compressa;
postpeziolo di sotto con breve sporgenza dentiforme. Nei nidi di
Leptothorax.
[Epimyrma].
— Corpo lucido, con peli semplici. I l peziolo di sopra con sporgenza acuminata, di sotto con appendice compressa; postpeziolo di
sotto con sporgenza spiniforme. — Nei nidi di Formica rufa e
pratensis.
16. Formicoxenus.
34
1
8. Antenne di 11 a r t i c o l i ) . Epinoto armato di spine; clipeo
non smarginato; colorito almeno in parte giallo o ferrugineo.
14. Leptothorax [part.j.
— Antenne (li 12 articoli
9.
9. Clava antennale distintamente triarticolata, essendo i l
t e r z u l t i m o articolo alquanto più lungo o più grande del precedente; la lunghezza della clava corrisponde circa alla iunghezza
dell' intero funicolo
10.
— Clava di 4 - 5 articoli, o indistinta; il terz'ultimo articolo
delle antenne poco differente dal precedente; gli u l t i m i tre articoli antennali non raggiungono la lunghezza del resto del funicolo )
19.
2
10. Epinoto del t u t t o inerme, arrotondato. Clipeo con depressione o solco mediano, limitato da due carene longitudinali,
che terminano in una piccola sporgenza.
11. Monomorium.
— Epinoto munito di denti o spine (o almeno con sporgenza angolosa)
11.
11. Senza peli eretti sul capo, torace e addome. Peziolo
lungamente peduncolato, postpeziolo almeno due volte più largo
del peziolo, semplicemente trasversale oppure cordato.
[Cardiocondyla].
— Sul corpo v i sono dei peli eretti più o meno copiosi. I l
postpeziolo di solito poco più largo del pezioso (eccezioni : Cìialepo.venits e certi Tetramorium)
12.
12. I l capo enormemente ingrandito, con solco mediano fortemente impresso verso l'occipite. Mandibole robuste, larghe; antenne relativamente piccole, lo scapo raggiunge appena la metà
della lunghezza del capo; corpo in gran parte lucido e liscio.
— Capo normale, senza solco mediano
.
9. Pheidole 2i.
. . . 13.
*) Qui andrebbe inserita eventualmente la (J) del genere Altergates
Forel
(colla sola specie atratulus Schenck), del quale non esiste la forma operaia. Epinoto
con due piccoli tubercoli; clipeo con smarginatura mediana; colorito bruno. —
Parassita nei nidi di
')
Tetramorium.
Qui troverebbe posto probabilmente i l genere Sifolinia
sola specie: Laurae
Emery (con una
Emery, di Siena), del quale non è noto che un solo esem-
plare (J). Postpeziolo con sporgenza ventrale come nei generi al n. 6 e 7 di questa
tabella, però le antenne di 12 articoli. Capo, torace e peduncolo
rugosi; epinoto dentato. L . 5 mm.
grossolanamente
35
13. Tibie posteriori e medie c o n s p e r o n e d i s t i n t o ,
più grosso dei soliti peli. Clipeo e fronte con striatura longitudinale, area frontale indistinta. Torace con angoli anteriori più o
meno marcati. Postpeziolo a forma di elissoide trasverso, talvolta molto largo.
17. Tetramorium.
— Tibie posteriori e medie, senza sperone distinto, t u t t ' al
più con peli più lunghi. Area frontale bene sviluppala, non p e r ò
sempre bene delimitata
14.
14. Torace con angoli anteriori marcati. Peziolo quadrangolare, non peduncolato. Clipeo anteriormente tridentato, però
il dente mediano talvolta piccolissimo o mancante. Capo fortemente rugoso, zampe e antenne brevi e tozze, tibie irsute.
13. Myrmecina.
— Torace con angoli anteriori più o meno arrotondati.
Peziolo peduncolato, con declivio anteriore dorsale obliquo o
incavato, di dietro con nodo dorsale elevato . . . .
15.
15. I lobi frontali avvicinati, l'incisione che l i separa profonda e stretta, subparallela e lucida. Peziolo lungamente peduncolato, di sotto senza sporgenza dentiforme basale; postpeziolo stretto e rotondo. — Vedi Stenamma al n. 19.
— L o b i frontali più distanti e divergenti, lo spazio che l i
divide largamente arcuato o triangolare
16.
16. Peziolo di sotto senza sporgenza dentiforme basale; le
tibie (nella nostra specie) con lunghi peli eretti; base del gastro
leggermente troncata, però non incavata. Antenne lunghe ed
esili, lo scapo oltrepassa i l margine occipitale, i l primo articolo
della clava circa 2 volte più lungo che largo; corpo bruno, quasi
totalmente liscio e lucente.
9. Pheidole <J.
•— Peziolo di sotto con piccola sporgenza dentiforme basale;
le tibie con pubescenza più o meno aderente; base del gastro di
solito leggermente incavata. Antenne di solito meno lunghe, lo
scapo oltrepassa solo eccezionalmente ( L . recedens) il margine
occipitale
17.
17. Capo e promesonoto quasi perfettamente lisci e lucenti,
solco mesoepinotale abbastanza profondo. Antenne lunghe ed
esili, lo scapo oltrepassa a l l ' indietro i l margine occipitale. T u t t o
il corpo superiormente con lunghi peli eretti.
14. Leptothorax [subg.
Temnothorax].
36
— O manca i l solco mesoepinotale oppure i l capo e promesonoto più o meno rugosi o striati. L o scapo non oltrepassa i l
margine occipitale. Peli eretti del corpo più brevi . . 18.
18. Torace con profondo solco mesoepinotale. Occhi più
grandi; le fosse antennali si prolungano in forma eli solchi debolmente marcati fin sopra g l i occhi. Postpeziolo con accenno di
sporgenza ventrale anteriore più o meno distinta. Area frontale
lucida, triangolare.
15. Chalepoxenus.
— Torace senza o t u t t ' al più con leggero solco meso-epinotale. Occhi più piccoli; le fosse antennali rotonde, non prolungate a l l ' indietro. Postpeziolo senza alcuna sporgenza ventrale.
14. Leptothorax fpart.]
19. Antenne più spesse, i l 4. - 7. articolo distintamente trasversi, i l 9., 10. e 11. non più lunghi che larghi. L ' i n c i s u r a che
divide i lobi frontali stretta e profonda, quasi parallela. Gli
occhi piccoli, i l loro diametro non oltrepassa lo spessore massimo dello scapo antennale. Tibie posteriori, e medie senza sperone apicale.
6. Stenamma.
— Antenne
verso, i l 9., 10. e
che s' incunea tra
golare. Tibie con
più gracili, nessun articolo del funicolo tras11. spesso più lunghi che larghi. L ' insenatura
i lobi frontali generalmente più larga, subtriau1-2 speroni apicali interni . . . .
20.
20. Peduncolo addominale robusto, i l postpeziolo raggiunge
circa un terzo della larghezza del gastro. Tibie posteriori e medie
con sperone apicale pettinato, senza spine o speroni accessori. Torace di solito pianeggiante, rugoso, con spine epinotali, di rado
inerme e anteriormente convesso ( M. rùbida), in tal caso però le
mandibole sporgenti come negli Aphaenogaster ed i l clipeo fortemente convesso.
5. Myrmica.
— Peduncolo addominale più esile, i l postpeziolo non raggiunge nemmeno lontanamente un terzo della larghezza del gastro.
Tibie posteriori e medie con sperone semplice, oppure leggermente
pettinato (in certi Messor),
in tal caso esiste però almeno una
seconda spina o sperone apicale accessorio. L a parte anteriore del
torace (promesonoto) sempre elevata e convessa, 1' epinoto situato
molto più in basso
21.
37
21. Epinoto dentato o spinoso. Mandibole meno larghe e più
sporgenti; riunite e chiuse, esse formano un triangolo, la cui base
non oltrepassa i l doppio dell' altezza. Tibie posteriori e medie con
sperone apicale interno semplice e talvolta con finissima spina
accessoria esterna. Gli individui asessuali monomorfi.
7. Aphaenogaster.
— Epinoto nelle nostre specie inerme o tutto al più debolmente dentato. Mandibole più larghe e robuste; riunite e chiuse,
esse formano un triangolo, la cui base supera i l doppio dell' altezza. Gli individui asessuali sono dimorfi : piccole e grandi
operaie, queste ultime col capo ingrossato. Le tibie posteriori e
medie sono provviste (almeno negli individui maggiori) di uno
sperone apicale interno, semplice o pettinato, e di due spine apicali
accessorie, una interna e un' altra esterna.
8. Messor.
22. Antenne di 6 articoli. ( l . ° articolo del funicolo allungato,
2.° e 3." molto più piccoli, eguali, i l penultimo, ma specialmente
1' ultimo assai ingrandito, questo solo raggiunge la lunghezza dei
4 precedenti r i u n i t i ) .
18. Strumigenys.
— Antenne di 4 articoli, anche qui 1' ultimo lunghissimo.
19. Epitritus.
1. Sezione: E u m y r m i c i n a e Emery.
5. Genere : M Y R M I C A
(Revis. : E M E R Y ,
(Latr.)
Mayr.
Deutsche Entom. Zeitschr. 1908, 165).
1. Epinoto con due sporgenze ottuse al posto delle spine.
Promesonoto con finissima e densissima striatura. Specie grande.
L . 5 - 8 mm. (Neomyrna For. 1914, = Manica J u r i n è 1807).
6. rubida L a t r .
— Epinoto con due spine. Promesonoto rugoso. Specie più
piccole. (Myrmica s. str.)
2.
2. Scapo con base semplice, più o meno curvata, però sempre
nel punto della massima curvatura più sottile che nel mezzo dello
scapo. Fronte larga, protratta all' innanzi in due lobi sopraanteunali poco divergenti e più appuntiti
3.
— L o scapo alla base nettamente angoloso oppure con dilatazione basale a forma di lobo. Nel caso di semplice angolosità, lo
ss
scapo nel punto della massima curvatura per io meno tanto largò
quanto nel mezzo. L a fronte di solito ben più ristretta nel mezzo
tra le fosse antennali, coi due lobi soprantennali più divergenti e
arrotondati )
6.
l
3. Scapo più lungo ed esile, con curvatura basale più ampia
e meno brusca; ripiegato all' indietro, esso sorpassa i l margine
occipitale. L ' occipite relativ. lucido e debolmente rugoso . 4.
— Scapo più breve, con curvatura basale più brusca; ripiegato all' indietro, esso arriva fino al margine occipitale. L ' occipite
o grossolanamente rugoso o distintamente reticolato . . 5.
4. Torace debolmente rugoso; peziolo quasi liscio, postpeziolo
liscio e lucido. Spine epinotali circa tanto lunghe quanto la loro
distanza basale. I l peziolo (almeno nei nostri esemplari) con nodo
distintamente acuminato e arrotondato in profilo. !.. 4 - 5 mm.
7. laevinodis N y l .
•— Torace fortemente rugoso; anche i l peziolo e i l postpeziolo
più o meno rugosi. Spine epinotali molto lunghe, curvate, la loro
lunghezza sorpassa la loro distanza basale ). I l peziolo (nei nostri
esemplari) con nodo appiattito, ciò che lo fa apparire in profilo
più o meno troncato. L . 4.2 - 5.5 mm.
8. ruginodis N y l .
2
5. Specie più grande col peziolo e postpeziolo fortemente
rugoso. Colorito più oscuro : capo e gastro di color bruno fin
nerastro, i l resto rosso-ferrugineo. L . 4 - 5.5 mm. — Europa ed
Asia boreale; al Sud in montagna, fino i n Grecia. Potrebbe adunque facilmente trovarsi anche da noi, sui monti.
[sulcinodis Nyl-1
— Specie più piccola, col peduncolo addominale quasi liscio,
ma opaco in seguito a scultura microscopica. Colorito più chiaro,
quasi uniformemente bruno, col gastro un poco più oscuro.
L . 3.5-4.2 mm. — Europa media e settentrionale.
[rugulosa N y l . ] .
*) Solamente la M. rugolosoides
si avvicina in questo riguardo al gruppo
antecedente. P e r ò lo scapo piegato ad angolo (non semplicemente curvato) la
distingue dalle specie contemplate al n . 3.
' ) L a differenza nella lunghezza delle spine è ancor più evidente nelle Q .
39
6. L a base dello scapo piegata ad angolo o con dilatazione
laterale a lobo al margine posteriore
7.
— L o scapo alla base con lobo t r a s v e r s a l e (che in profilo si presenta a forma di dente)
.8.
7. L o scapo più esile, alla base semplicemente angoloso. La
fronte poco più stretta ed i lobi sopraantennali poco più divergenti che nella M. rugulosa. L . 3.5 - 4.2 mm.
9. rugulosoides Emery.
— L o scapo più robusto, verso la base con evidente dilatazione unilaterale (lobo) al margine posteriore. L a fronte evidentemente più stretta ed i lobi sopraantennali molto più divergenti
che nella M. rugulosa. L . 4 - 4 . 8 mm.
10. scabrinodis N y l .
8 Postpeziolo più breve, quasi due volte più largo che lungo.
La fronte tra le fosse antennali raggiunge circa / della larghezza
del capo tra gli occhi (come nella M. scabrinodis).
L o scapo con
lobo trasverso piccolo e stretto. I l colorito dei miei esemplari )
nerastro, torace e peduncolo leggermente rosso-ferruginei, gastro
completamente nero. L . 4 - 4.5 mm. — Europa boreale, più al Sud
in montagna.
[lobicornis N y l . ] .
— Postpeziolo un poco più lungo, più globoso, leggermente trasverso. L a fronte più stretta, lo scapo con lobo basale
più grande
9.
1
3
1
9. L a fronte tra le fosse antennali poco più stretta della M.
lobicornis, le spine dell' epinoto circa della stessa lunghezza o poco
più lunghe. L . 4.5-5 mm.
11. Schencki Emery.
— L a fronte tra le fosse antennali molto più stretta della M.
lobicornis (e scabrionidis),
le spine dell'epinoto molto lunghe. I l
lobo basale dello scapo raggiunge in questa specie i l m a s s i m o
dello sviluppo. L . 5.5 mm. — Monti dell'Albania (Tomor).
[Ravasinii P i n z i ] .
Sottogenerc Manica Turine.
6. Myrmica rubida L a t r . (Mayr, Form. Austr. 1855, 128
e Europ. Form. 1861, 63; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 314; Emery,
Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 167. M. [Neomyrma] rubida Forel,
*) Piemonte, Alpi Cozie (Della Beffa, coli. Pinzi!).
40
Revue Suisse Zool. 1914, 274, Ameìs. Schweiz, 1915, Emery,
Form. Ital. 1916, 121. Neomyrma [gen. propr.] rubida, Bonrdoit,
Fourm. France, 1918, 97).
Specie prevalentemente montana o submontana, che trovasi
da noi solamente nella parte più nordica e fredda. Predilige specialmente le sponde dei fiumi alpini, ove fa i nidi nella sabbia,
circondandone l'entrata con cratere; vive però anche sui monti
nella regione dei faggi. Possiede un pungiglione fortissimo col
quale produce punture dolorosissime.
Venezia Giulia. — Valle dell' Isonzo e del Frigido : Tolmino,
all'Isonzo, 9-919; lungo i l ruscello Tominca, diverse § e 1 9
dealata, 6-912 ( P . ) ; Volzano, da un prato vicino all'Isonzo,
numerose § , 6-908 ( P . ) ; S. Lucia, 1 9 dealata, 25-6-911 ( P . ) ;
Luico, 1 '£> dealata, 9-919; Vipacco, leg. F . Schmidt ( M A Y R ,
1853, 113, col nome di M. montana Imhof, e 1855, 402). —
M . Nevoso, alla casa forestale di Massun, per terra, 1 es. 7-920
(Circovich; cf. F I N Z I , 1921, p. 120).
Diffusa nella zona temperata, montana della regione paleartica, dalle A l p i fino alla Siberia orientale. I n Italia fino nell'Appennino emiliano. Anche nell'Asia minore e nel Caucaso. Manca
invece in Inghilterra.
Sottogenere Myrmica ( L a t r . ) Forel s. str.
7. Myrmica laevinodis N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 402
e Europ. F o r m . 1861, 63; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 316; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 110; Bondroit, Fourm. France, 1918,
104. M. rubra levinodis, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 170
e Form. Ital. 1916, 1919; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 28).
Specie nordica, sparsa specialmente nella Valle dell' Isonzo,
però anche nei punti più alti o boschivi del Carso triestino e
istriano. Manca assolutamente alla costa. Ama i siti umidi, ombrosi, oppure la vicinanza dei fiumi. Fa i nidi in terra, sotto sassi
o muschio oppure allo scoperto, di rado in tronchi vecchi. Punge
sensibilmente.
Venezia Giulia. — Valle dell' Isonzo : tra Tolmino e V o l zano, lungo i l fiume, un nido con 9 dealate, 5-909 ( P . ) ; Volzano,
sotto un sasso, un nido con Q* e 9 alate, 22-7-908 ( P . j ; Luico,
41
9-919; Gorizia, alMsonzo, 10-920, 1 es.; Chiapovano, 5-911 ( W . ) .
— Valle del Frigido : Pervacina, 5-912. — Carso triestino e
istriano: Roditti, un nido con O dealate, 23-4-911; Matavun
presso Divaccia, falciando sulle erbe, alcune
5-08; dinanzi alla
Grotta Larga presso Marcovsina, 1 (j5 dealata, 5-919 (Chenda).
Europa settentrionale e media, Siberia, Manciuria e Giappone. I n Italia solamente nelle A l p i e Prealpi.
8. Myrmica ruginodis N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 407
e Europ. Form. 63; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 317; Uonisthorpe,
Brit. Ants, 1915, 115; Bondroit, Fourm. France, 1918, 103. M.
ì ubra ruginodis,
Escherich, Die Ameise, 1906, 216; Emery,
Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 171 e Form. Ital. 1916, 121; Forel,
Ameis. Schweiz, 1915, 28).
Specie nordica, che trovasi da noi specialmente nella regione
dei faggi, sui monti, però anche in alcuni siti adatti, boschivi,
della regione delle quercie (Lipizza, Lanaro). Manca assolutamente
alla costa. Fa i nidi in terra oppure nei tronchi d' alberi e punge
sensibilmente, come la specie precedente.
Venezia Giulia. — Altipiano di Tarnova e Selva del Piro :
Sebrelje, tra S. Lucia e Idria, 1 c$> 9-909; Carnizza e Eriauci,
nella S. di Tarnova, specialmente di sera, falciando le erbe al margine dei boschi, numerose 0<J, 6-911; Monte Re (Nanos), nei
boschi, sotto un sasso, un nido con una 9 dealata, 5-909. — Valle
del Frigido : Pervacina, 1 es., 5-909. — Altipiano di Trieste :
Roditti, sotto sassi, 4-911; Lipizza, 1 (J), 5-911 ( P . ) . — Istria
montana : M . Tajano, sotto la corteccia di un tronco numerose
<^> e piccole larve, singoli esemplari anche vagliando i l fogliame di
faggio, 5-908; Mune, diverse § e 1 9 dealata, 4-911.
Dalmazia. — Velebit, Paclenizza, 1 es. 6-916 ( N . ) . — Si
troverà probabilmente anche sulle altre montagne della Dalmazia.
Diffusa nell'Europa media e boreale come la specie precedente, però vive di preferenza nei boschi e va più in alto, in montagna. I n Asia pare che non si estenda tanto verso oriente.
Nota. —- Trovo, che le nostre
sempre ben distinte, specialmente
credo assolutamente che si t r a t t i
passaggi (M. ruginodo - laevinodis
M. ruginodis e laevinodis sono
per la scultura del torace, e
di due buone specie. I pretesi
Forel), osservati qua e là in
Svizzera, potrebbero essere benissimo anche ibridi. Vedi in proposito il recente lavoro di C. E M E R Y : « Formiche ibride » (Rendiconto della R. Accademia delle scienze di Bologna, 1917, 2 6 - 2 9 ) .
M y r m i c a s u l c i n o d i s N y l . — Indicata dal V e l e b i t i n Dalmazia (sec.
K A T U R 1 C , 1891, 26). — L a presenza d i questa specie nelle montagne della
nostra regione è possibile, anzi probabile. P e r ò le determinazioni del Katuric
non sono sicure e hanno bisogno d i conferma.
9. Myrmica rugulosoides Emery (M. scabinodis scabrinodis
v . r u g u l o s o i d e s Emery, Form. ital. 1916, 50; ? Forel, Ameis.
Schweiz, 1915, 29).
Confesso, che sotto questo nome ho riunito, provvisoriamente,
un certo numero di mirmiche molto simili, ma non del tutto identiche, che perù, stando ai lavori di E M E R Y sulle formiche d ' I t a l i a
(1916) non si possono determinare altrimenti. E M E R Y osserva giustamente (1. e, p. 175, nota), che converrà rifare lo studio del
genere Myrmica coli' aiuto di un materiale molto ricco e ben assortito. A tale lavoro attende da parecchio tempo 1' amico F i n z i , ed
io mi rimetto in lui per i l giudizio definitivo sulle forme che circolano attualmente sotto i l nome di rugulosoides.
Osservo che in genere il mio materiale di rugulosoides tiene,
per la conformazione della fronte e dei lobi sopraantennali, una via
di mezzo tra la M. rugulosa e la M. scabrinodis, però in certe
località si osserva un maggior avvicinamento alla rugulosa, in altre
alla scabrinodis. Altrettanto dicasi della conformazione dello scapo,
del peziolo e della scultura del capo. Ora, converrà vedere, se si
tratti realmente di una serie continua di passaggi tra le due mirmiche, o di un fenomeno di riduzione o degenerazione o di piccole
specie incipienti, ancor molto affini tra loro.
Ad ogni modo, per essere esatto, enumero separatamente gli
esemplari di ogni singola località o nido, aggiungendovi brevi cenni
descrittivi :
a) Z e r a o n i c o , dintorni di Zara, sotto un sasso, 3 (J5 assieme a 2 Atemeles, fine di marzo 913 (leg. Schatzmayr). — Forma
piccola, chiara, molto somigliante alla rugulosa, però lo scapo evidentemente angoloso alla base. Peziolo molto stretto e lungo, i l
nodo del peziolo, visto dall' alto, ben più lungo che largo. Peziolo e
postpeziolo di sopra debolmente rugosi o quasi lisci, opachi. La
43
fronte nel mezzo Un poco più stretta che nella rugulosa, la scultura
del capo quasi identica, composta d i fine e dense strie sulla fronte.
Le spine dell' epinoto di mediocre lunghezza, circa come nella rugulosa, debolmente curvate.
b) G r a n G a s t e i l a r o (altipiano di Trieste, a circa
770 ni, sull'arenaria), sotto un sasso numerose
5-09. —• Molto
simile alla forma di Zemonico per grandezza, colore e scultura del
capo, solamente i l nodo del peziolo più breve, visto di sopra non
più lungo che largo, la fronte nel mezzo un poco più stretta.
c) R o d i t t i (altipiano di Trieste, circa 600 n i ) , un nido
sotto un sasso, 4-911. — Molto affine alla forma del Castellare,
nodo del peziolo forse ancor più breve, però la statura un poco
maggiore, i l capo più lucido, con striatura meno densa. La fronte
è poco più larga che nella vera scabrinodis, però lo scapo antennale
più esile e senza lobo distinto al gomito basale.
d) P a n o v i z presso Gorizia, falciando l'erbe, 1 ^ , 16-4-908.
— Statura, peziolo ecc. come negli esemplari di Roditti, però la
striatura della fronte alquanto più densa e fina.
e) D i v a c c i a, 10-911, 2 Jj5 ( W . ) . —• Individui alquanto
più oscuri di t u t t i i precedenti, rosso-bruni, col gastro bruno-piceo.
Spine epinotali lunghe e quasi diritte. Conformazione e rugosità
del peduncolo addominale come nella vera scabrionodis, anche la
striatura del capo identica, solamente la fronte un poco più larga
nel mezzo, tra le fosse antennali, e lo scapo alla base con lobo appena accennato.
f) P o l j i c a in Dalmazia, 7-914, numerose 0 ( N . ) . —
Forma identica a quella di Divaccia. — Del resto osservo che
posseggo anche un esemplare della Spagna (Palencia) quasi preciso.
10. M y r m i c a scabrinodis N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855,
410 e Europ. Form. 1861, 64; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 319;
Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 125; Bondroit, Fourm. France, 1918,
101. M. rugulosa scabrinodis, Escherich, Die Ameise, 1906, 216;
M. scabrinodis scabrinodis part., Forel, Ameis. Schweiz 1915, 29
ed Emery, Form. Ital. 1916, 4 9 - 5 0 ) .
Specie molto diffusa in Europa, che trovasi anche al meridione in siti più bassi. Nella Venezia Giulia essa scende al mare
44
fin Trieste; però non manca nemmeno sull'altipiano e sui monti.
Fa i nidi in terra, sotto sassi, e non punge come la M. laevinodis
e ruginodis.
Venezia Giulia. — Goriziano: Tricorno, 1 9 dealata, 7-911
(P.); Piava. 1 9 dealata, 5-912; Selva di Tarnova, Carnizza, operaie e 1 9 dealata, 6-911; Panoviz pr. Gorizia, falciando, 1 9>
4-908. — Altipiano carsico di T r i e s t e : Gran Castellaro, 5-911
(Spr.); Panaro, 5-911 ( P . ) ; Poverio, 10-911 ( W . ) ; Trebiciano,
11-911 ( P . ) ; Opcina, in una dolina, vagliando i l terriccio coperto
di foglie d'edera, 4-901, diverse
una 9 dealata, 4-911 (P.). —
Conca arenacea di Trieste : Terstenico, 4-911 ( 1 \ ) ; Roiano, 4-908;
Boschetto, 5-911 ( P . ) ; Cattinara, 28-3-09; Bagnoli, 4-910; Zaule
3- 911 (P.) ; Muggia, 5-912. —• Interno e monti dell' Istria : Clanez,
4- 908; M . Tajano, nel bosco di faggi, a 900 m, sotto un sasso,
5- 908; M . Maggiore, 4-912 (Gridelli).
Dalmazia. — Kosore, neh' interno, alle sorgenti del Cetina,
9-901, 2 9 dealate.
Europa, Siberia, Turchestan.
Nota. •— P u ò darsi che i nostri esemplari appartengano alla
M. scabrinodis v. sabuleti (Meinert) sensu Emery, che sarebbe,
secondo Emery, la forma meridionale, diffusa in tutta l ' I t a l i a ,
mentre la vera scabrinodis sarebbe la forma dell' Europa centrale
e nordica. P e r ò E M E R Y dice di non poter distinguere con sicurezza
la sabuleti che solamente per lunghezza dello scapo dei efef, dei
quali io, purtroppo, non posseggo alcun esemplare della nostra
regione.
11. Myrmica Schencki Emery (Bondroit, F o u r m . France,
1918, 103; scabrinodis Schencki, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr.
1909, 178 e Form. Ital. 1916, 123; Forel, Amcis. Schweiz, 1915, 29).
Specie da noi certamente molto rara.
Venezia Giulia. — Selva di Tarnova, Carnizza, falciando
l'erbe, 1
6-911.
Posseggo un esemplare identico de! Tirolo ( H o t t i n g presso
lnnsbruck). Secondo E M E R Y (1908) nell'Europa centrale, specialinente in pianura e sulle colline; anche in Svizzera nei siti più bassi
( F O R E L ) . Per l ' I t a l i a E M E R Y indica le Alpi Carniche, i l M . della
Disgrazia, Ticino, Piemonte
6. Genere : S T E N A M M A Westwood
(Ascmorrhoptrum
Mayr)
T a 1) e 1 1 a d e l l e s p e c i e e u r o p e e ( £ e Q ) •
1. Scapo e tibie con peii corti, aderenti e peli molto più
lunghi, eretti. — P i ù grande e più gracile della St.
Westwoodi;
10 scapo raggiunge i l margine occipitale; le spine dell'epinoto più
lunghe, i l peziolo più lungamente peduncolato, con nodo meno
elevato. L . (J5 4.5, 9 4.8 mm. — Campania, Toscana, Genova.
[petiolatum E m e r y ] .
— Scapo e tibie senza peli eretti
2.
2. I l peziolo con peduncolo più lungo e col nodo distintamente
troncato di sopra (visto in profilo). — Scultura come nella St.
Westwoodi, ma il capo più allungato e più ovale, le antenne più
lunghe, il profilo dell' epinoto più disteso, le spine più lunghe.
L.
3.5-4, 9 4.5 mm. — Saldegna.
[sardoum E m e r y ] .
— I l peziolo con peduncolo più breve e col nodo arrotondatoangoloso. I l capo più rettangolare
3.
3. 11 capo è grossolanamente reticolato-rugoso, con prevalenza delle rughe longitudinali sulla fronte. Le spine dell' epinoto
piccole e rivolte obliquamente all' insù. Specie un poco più grande
e robusta, colle antenne più spesse; lo scapo non raggiunge il
margine occipitale. I l torace anteriormente senza carena mediana.
Colore variabile, bruno ferruginoso più o meno scuro, il gastro
sempre annerito. L . 0 3 - 3.5, 9 3.7 - 4.4 mm.
12. Westwoodi Westw.
— I l capo con scultura analoga, ma più sottile, la fronte
con strie longitudinali più evidenti e più dense. L e spine dell ' epinoto più lunghe e meno rivolte a l l ' insù. Statura un poco
minore, le antenne un poco più esili; lo scapo raggiunge quasi
11 margine occipitale ed è un poco più sottile, come pure i l funicolo. I l torace anteriormente con piccola carena mediana. Le §
sempre col corpo anteriore nettamente rosso-bruno. L . ^ 2.5 - 3,
9 3.3- 3.5 mm.
13. striatulum Emery.
46
12. Stenamma Westwoodi Westw. (André, Spec. H y m .
1883, 311; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 37; Westwoodi
part.,
Emery Form. Ital. 1916, 128. Asemorrhoptrum
lippidum Mayr,
Europ. Form. 1861, 76).
Specie ipogea carsica, che si raccoglie per lo più vagliando
il fogliame ed il terriccio nelle doline e nei boschi. Nella Venezia
Giulia trovasi tanto nella zona dei faggi, quanto in quella delle
quercie, ma evita in generale la costa. Così manca ad esempio nei
prossimi dintorni di Trieste, mentre è abbastanza frequente in vari
punti dell' altipiano carsico. Della Dalmazia non conosco finora che
una sola località in montagna, ma credo che si troverà anche in
altri punti dell' interno.
Venezia Giulia. — Montagne (regione del faggio): Monte
Maggiore, 4-912, 2 £ (Gridelli); M . Tajano, 5-08. — Carso triestino (regione della quercia) : Bosco di Lipizza, nelle doline, in primavera, relativamente frequente nel terriccio; ai 28-5-911, 1 Q
e una 9 senza ali ( P . ) ; ai 28-9-921 un nido con cf 9
(F.);
nelle doline tra Basovizza e Lipizza, div. es. 23-3-08; in una dolina
presso Trebiciano, molti es. 6-909. — Istria : Castclnuovo, 6-908;
Mune, 4-911 ( W . ) ; Bosco Siana pr. Fola, 7-922, 1 9 senza ali.
Dalmazia. — Velcbit, Paclenizza, vagliando fogliame di faggi
vicino alla casa forestale, 8 - 9 0 1 , 1 9 senza ali.
Europa inedia e meridionale. B O N D R O I T la dice comune nel
Belgio, nella Francia nordica e centrale. F O R E D 1' indica come rara
nella Svizzera. Secondo E M E R Y in tutta l ' I t a l i a e in Bulgaria.
c
13. Stenamma striatulum Emery (Stenamma
Westwoodi
var., Emery, Zoo!. Jahrb. Abt. f. Syst., 1895, 300 e Form. Ita!.
1916, 127).
Io credo di poter attribuire a questa forma, descritta da
E M E R Y come varietà della St. Westzvoodi, una serie di esemplari
della nostra regione, che per quanto vicinissimi alla St.
Westwoodi,
mi sembrano specificatamente diversi, innanzitutto perchè non
conosco forme intermedie e poi perchè si trovano in diverse località assieme alla vera
Westwoodi.
La St. striatulum pare sia una specie più meridionale della
precedente, perchè la posseggo da due punti della costa istriana,
uno dei quali si riferisce anzi alla zona delle macchie sempreverdi;
47
però essa si trova anche stili' altipiano carsico di Trieste, ove vive
ponniscua colla Stenamma
Westwoodi.
Venezia Giulia. — Carso triestino : Bosco di Lipizza,
2-4-901, 1 0; 29-5-911, una 9 dealata ( P . ) ; Trebiciano, in una
dolina 6-09, 1 ( i . — Istria : Scoglio Tondo grande pr. Orsera,
vagliando i l terriccio nelle macchie, 4-09, 1 S; ( C ) ; Bosco Siana
presso P^ola, diverse 5 e 1 9 dealata, 7-922.
Tengo inoltre un esemplare di Jablanizza nell' Erzegovina.
E M E R Y (1916) la indica da Napoli, Roma e dalla Toscana.
7. Genere : A P H A E N O G A S T E R
(Mayr 1853), Emery.
(Rcvis. : EMERY, Deutsche Entom. Zeitschr. 1908. 305 - 338).
1. Le tibie con pubesccnza fine e più o meno aderente. Gastro
totalmente lucido (Attomyrma)
2.
— Le tibie irte di peli rigidi, bianchi. Gastro totalmente o
almeno verso la base sericeo, opaco, pure cosparso di peli brevi,
rigidi e bianchi. (Aphaenogaster). — Capo ovale, allungato, antenne
e gambe esili e lunghe; epinoto spinoso; colorito generalmente nero
opaco ). L . 5-6.5 mm.
19. testaceopilosa Lue.
2. Antenne e gambe di mediocre lunghezza, lo scapo non oltrepassa i l margine occipitale che poco o affatto; il nono articolo delle
antenne non raggiunge in lunghezza i l doppio della sua larghezza.
L a forma del capo si avvicina più al genere Messor, cogli angoli
posteriori più o meno marcati
3.
— Antenne e gambe lunghe ed esili, lo scapo oltrepassa
almeno di un terzo della sua lunghezza i l margine occipitale; il
nono articolo almeno 2 / volte più lungo che largo. La forma del
capo si avvicina piti all'/ì. testaceopilosa, cogli angoli posteriori
indistinti
5.
3. I l capo con rugosità reticolari longitudinali g r o s s o l a n e
e quasi sempre con fossetta frontale centrale. Specie più robusta,
di colorito bruno o nerastro. I l gastro con peli rigidi, biancastri,
molto più densi che nell'/f. subterranea. L . 4.5-6.5 mm.
1
1
2
14. obsidiana Mayr.
y
) Una specie affine di color ferrugineo chiaro è VA. sardoa di Sardegna,
Sicilia e dell'Africa settentrionale.
48
— Capo finemente e densamente rugoso oppure del tutto
liscio, senza fossetta frontale
4.
4. I l capo nella m e t à anteriore subopaco, finemente rugoso
e zigrinato. I peli del gastro più radi e r i g i d i , setuliformi. E p i noto dentato. Colorito generalmente più oscuro, i l gastro cpiasi
sempre bruno o nerastro, la parte anteriore bruno-rossiccia col
capo un poco più oscuro. L . 4 - 5 mm.
15. subterranea L a t r .
— I l capo, almeno nelle nostre razze adriatiche, quasi
totalmente liscio e lucente. I peli del gastro più sottili e flessibili.
Epinoto dentato (nella forma tipica di Sicilia inerme). Colorito
generalmente più chiaro, giallo-bruno, t u t t ' al più i l gastro leggermente offuscato. L . 3.5-4 mm.
16. pallida N y l .
5. Gialla, con fascia trasversa bruna o nerastra sul gastro.
Il capo con sottili, ma distinte rugosità reticolari. L . 5 - 6 mm.
17. splendida Rog.
— Bruno-rossiccia, col gastro più oscuro. I l capo densamente e finemente zigrinato, però con reticolato poco evidente.
Gli articoli della clava antennale ancor più lunghi che nella
specie precedente. L . 5-5.5 mm.
18. ovaticeps Emery.
1. Per lo meno i l gastro liscio e lucido. Le tibie con pubescenza aderente
2.
— I l gastro fli sopra o del t u t t o opaco, sericeo. I l resto del
corpo pure totalmente opaco, nero. Tibie irte di peli rigidi, biancastri,
(testaceopilosa).
2. Capo subquadrato, cogli angoli posteriori arrotondati, ma
distinti. Antenne più brevi, i primi 3 articoli della clava non raggiungono in lunghezza i l doppio della loro larghezza. Promesonoto
lucido e liscio, oppure posteriormente striato, in tal caso (A. obsidiana) i l colorito generale nero
. 3.
y
— Capo ovale, maggiormente ristretto all' indietro, a curvatura quasi continua ed uguale dagli occhi fino all'occipite, di modo
che non resta traccia degli angoli posteriori. Antenne più lunghe,
i primi 3 articoli della clava sorpassano in lunghezza i l doppio della
J
) L e specie, di cui non posseggo le (j) dal nostro territorio, sono messe
tra parentesi.
49
larghezza. Colorito bruno chiaro e proinesouoio almeno in gran
parte striato o rugoso
5.
3. Postepeziolo con appendice spiniforme ventrale. Gastro
quasi nudo nella metà anteriore dorsale. 1 denti dell'epinoto robusti,
ma ottusi e fortemente divaricati all' infuori. Colore bruno-rossiccio, 1' addome più chiaro del torace.
pallida Finzii.
— Postpeziolo senza appendice ventrale. I l gastro uniformemente peloso. I denti dell'epinoto ( \ i s t i di sopra) rivolti
all' indietro, non divaricati
4.
4. 11 capo grossolanamente reticolato. Mesonoto posteriormente e scutello striato. Peduncolo addominale robusto, rugoso
e groppoloso. Gastro con peli più densi, più brevi e r i g i d i . Colorito bruno-piceo, quasi nero. L . 8.5 - 10 min.
obsidiana.
— I l capo più sottilmente rugoso. Mesonoto e scutello lisci
e lucidi. Peduncolo addominale meno robusto, quasi liscio. Gastro con peli più sparsi e più lunghi. Colore bruno-rossiccio, i l
gastro più oscuro. L . 7-7.5 m m .
subterranea.
5. I l corpo giallo-rossiccio, con fascia trasversale bruna sul
gastro. L . 7.5-8.5 mm.
(splendida).
— Bruno-rossiccio uniforme, il gastro senza fascia trasversa, però totalmente un poco più oscuro. L . 7.5 m m .
(o vaticeps).
Cf1. Capo trapezoidale, dilatato a l l ' indietro. Torace fortemente strozzato dinanzi a l l ' epinoto, a guisa di peduncolo (vedi
la fig. 20, presso E M E R Y , 1916, 138). Colore giallo-rossiccio.
(splendida).
— Capo ovale, non dilatato dietro g l i occhi . . .
2.
2. Torace zigrinato ed opaco. Nero, le antenne verso 1' apice e le articolazioni delle gambe rossiccie. L e ali leggermente
offuscate.
testaceo pilosa.
— Torace lucente
3.
3. Corpo nero lucente. L o scutello del torace più o meno
striato; i denti dell'epinoto rettangolari, non spiniformi. L e ali
leggermente offuscate.
obsidiana.
— Corpo bruno lucente. L o scutello de! tutto liscio. I denti
dell'epinoto più acuti; le ali non offuscate
4.
50
4. I l capo e il gastro un poco più oscuri del torace. L a
fronte del tutto zigrinata ed opaca.
subterranea.
— I l capo e il gastro non più oscuri del torace. L a fronte
con arca mediana lucente dinanzi all'ocello anteriore.
pallida Finzii.
Sottogencre Attomyrma Emery, 1915.
(Alla
pari., Mayr 1855; Aphaenogaster
part. Mayr 1865, A n d r é 1883 et Emery 1908).
14. Aphaenogaster obsidiana M a y r . subspec. epirotes Emery
(Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 336; striola part. A n d r é , Spec.
H y m . 1883, 362).
Descritta dall'Albania e da C o r f ù ) . Come rilevai nel mio
lavoro del 1919, mi consta ormai questa specie da parecchie località lungo la costa adriatica orientale e precisamente :
Venezia Giulia. — Dintorni di Trieste : Scorcola, sotto
pietre, 25-3-909 e Conconello, 23-3-911 (P.). Rovigno, 5-4-912
( W . ) . Dignano pr. Pola, sotto pietre, 2-11-908.
Dalmazia. — Dintorni di Zara: Barcagno, 23-11-913, molte
e 1 9 '
( N . ) , Boccagnazzo, 4-10-914, un nido con <J, cf
9 alate ( N . ) . Dintorni di Spalato : Castel V i t t u r i , 1-4-912 e Lecevica, 25-9-912, singole Q ( N . ) . Bocche di Cattaro : Megline
24-5-912, 1 cs. ( C ) . — Località insulari : Gelsa (Lesina), 20-3-912,
1 cs. ( N . ) ; Brusje (Lesina), indicata da Gasperini, 1887, p. 9 col
nome di A. striola Rog., Q e 9- Lissa, nel terriccio raccolto al
vaglio, 11-911 (C.) e 6-912 (Prof. Steuer), singole
1
a
a L a
Descrizione
e
delle forme
alate.
O. Capo, torace e addome di colore nero-piceo, mandibole,
gambe e antenne rosso-brune, però i femori e in parte anche le
tibie annerite. I l capo con forti rugosità longitudinali, reticolari;
il clipeo ed in parte anche l'area frontale con striatura abbastanza
densa. Le antenne simili a quelle dell'US, però gli articoli del funicolo più allungati. TI torace anteriormente lucido, liscio, sul dorso
(vale a dire parte posteriore del mesonoto e scutello) striato. Spine
epinotali robuste, rivolte all'indietro (non divergenti). Peduncolo
) La forma tipica è propria del Caucaso.
51
addominale robusto, di sopra rugoso e groppoloso, il postpeziolo
quasi due volte più largo che lungo. Gastro lucido, peli piuttosto
rigidi, giallognoli e relativamente densi. Le ali leggermente offuscate, con nervatura giallo-bruna. D a l s e c o n d o n e r v o t r a sv e r s o c u b i t a l e (cf. E M E R Y , 1916, fig. 5, cu ) s i s t a c c a
un breve r u d i m e n t o di un n e r v o l o n g i t u d i n a l e ,
che scompare ben presto nella 3. cellula cubitale. L . 9 - 10 mm.
Cf. La massima parte del corpo nero lucente, solamente le
antenne e le zampe verso l'estremità giallo-brune. I l capo subopaco,
più robusto e meno piatto che neW'A. subterranea. L a linea frontale (mediana) evidentemente impressa e dilatata dinanzi all' ocello
anteriore. I l profilo del torace simile a quello dcWA. subterranea,
però i denti dell' epinoto rettangolari e un poco smussati all' apice.
Nodi del peduncolo addominale lisci e lucidi. Le ali leggermente
offuscate, senza rudimento di nervo longitudinale che si stacca dal
secondo nervo trasverso cubitale. L . 4.5 - 5 mm.
2
15. Aphaenogaster subterranea L a t r . ( A n d r é , Spec. H y m .
1883, 359; Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 326 e Form. Ital.
1916, 135; Forel, Amcis. Schweiz, 1915, 36; Bondroit, Fourm.
France, 1919, 158. — Atta subterranea Mayr, Form. Austr. 1855,
460 e Europ. Form. 1861, 67).
Diffusa nella Venezia Giulia e abbastanza frequente. Constatata anche in Dalmazia fino alle Bocche di Cattare, però a preferenza nell' interno o i n posizioni boschive, mentre nei siti costieri
a regime mediterraneo, secco, come pure nelle isole dalmate predomina 1' altra specie affine (A. pallida colle sue razze Finzii e
subterraneoides).
Fa i nidi in terra sotto sassi.
Venezia Giulia. — Gorizia, luogo aprico vicino la città, sotto
pietre d'arenaria, molte
6-4-919. Bosco Panoviz pr. Gorizia,
vagliando fogliame 4-908, alcuni es. — Dintorni di Trieste (arenaria): Boschetto, sotto pietre, 3-909 e 6-910, operaie, 21-5-911
operaie e 1 9 senza ali; Terstenicco, 5-908; Noghera, 5-911, <3 (P.).
— Altipiano carsico di Trieste : Opcina, sito boschivo, sotto pietre,
nidi in terra con molte (|5, anche 1 9 senza ali, 30-4-910; Percidol,
5-08; Barine, 3-11-911 ( P . ) ; Lipizza, bosco di quercie, stacciando
fogliame 4-901, anche in un Agaricus imputridito, 5-911 alcune 0 ;
M . Lanaro, 5-911 ( P . ) ; Ternovizza, 10-911, 1 9 senza ali ( P . ) ;
52
S. Canziano, ai molini, 4-913 ( W . ) . — Istria settentrionale : all'entrata della Grotta larga presso Matteria, 5-919, 3 Q (Chenda) ;
Clanez, umida vallata arenacea, un nido sotto sassi, 4 - 9 0 8 ; Salvore,
vagliando fogliame in un vecchio parco, 23-4-922. — Istria meridionale : Rovigno, 4-912 ( W . ) ; Digitano, 2-11-908, 1
>
Bosco Siana, sotto un sasso, 7-922, numerose (J ). — Isole :
Cherso, parte settentrionale, vagliando all' entrata di una voragine, diverse Q, forma piccola, coi denti epinotali brevi e rivolti
all'insù, 3-921 (Ravasini).
Dalmazia. — Kistanje (Dalmazia settentr.), 1 (J) raccolta al
vaglio. Castelnuovo di Cattaro, nel bosco Savina, 7-908, numerose (J).
Specie dell' Europa media e meridionale, però non prettamente mediterranea, perchè manca ad esempio in Africa. Predilige
al Sud siti umidi, boschivi, al Nord (p. e. Svizzera settentrionale
e Belgio) località xerotermiche. Anche in Crimea, Caucasia e nell'Asia minore.
P o , a
1
16. Aphaenogaster pallida N y l . ( A n d r é , Spec. H y m . 1883,
358, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 311 e 328 e Form. Ital.
1916, 134).
Rappresentata nel nostro territorio da due razze locali, le
iinali si distinguono rispetto alla forma tipica della Sicilia per i
caratteri seguenti :
a) 11 capo distintamente zigrinato dietro le fosse antennali.
Epinoto del tutto o quasi inerme. Pronoto largo, globoso, lucido.
L'incisione della fronte occupata dall'area frontale circa come
nell'/L subterranea. — Sicilia, Calabria.
[pallida pallida N y l . ] .
b) TI capo quasi del tutto liscio dietro le fosse antennali. Epinoto munito di due piccoli dentini rivolti all'insù. Pronoto ed area
frontale circa come nella forma precedente.
pallida subterranoides Eni,
r) I l capo quasi liscio dietro le fosse antennali. Epinoto armato di due spine piuttosto lunghe, triangolari, non rivolte all'insù.
*) G l i esemplari di Pola sono più oscuri del solito : anche la parte posteriore del torace ed i l peduncolo sono nerastri, solamente i l pronoto e 1' occipite
rossiccio.
53
Incisione frontale più stretta ed allungata che nelle due forme precedenti, ad angolo acuto. Pronoto più stretto, meno arrotondato,
i peli del gastro più lunghi.
pallida Finsii M u l i .
A. pallida subterranoides Emery ( A n n . Mus. Civ. Genova,
1915, 258; pallida v. subterranoides Emery, 1. c. 1881, 534 e A n d r é ,
Spec. H y m . 1883, 358; pallida cypriotes Emery, Deutsche Ent.
Zeitschr. 1908, 329, = subterranoides sec. Emery, Ann, Genova,
1915, 259).
Dalmazia. — Unica località finora nota : Verhagno nell' Isola
di Lesina, nel terriccio alla base di olivi, una serie di 0 , 5-3-911
( N . ) . E M E R Y (1914, 156) cita pure questa forma dalla Dalmazia,
sotto i l nome di cypriotes, senza precisare la località. Si tratta dei
medesimi esemplari di Verbanjo, che io gli avevo fatto spedire dal
compianto Dott. Wolf, ma che sono raccolti effettivamente dall' amico Novak.
:
Questa razza è stata trovata all' infuori del nostro territorio
solamente nelle Isole Ionie (Zante, loc. class, della v. subterranoides) e a Cipro (donde fu descritta col nome di cypriotes).
A. pallida~ Finzii M u l i . (Boll. Soc. Adriat. scienze natur.
Trieste, voi. 27, parte I I , 1921, p. 47).
L ' area di distribuzione di questa razza non comprende, almeno finora, che il lembo estremo dell' Istria e la Dalmazia settentrionale, due territori che hanno in comune anche tante altre specie
e razze d'insetti del tutto caratteristiche.
Terradiga presso Promontore al Sud di Pola, nel terriccio,
1 es. ( C ) . Zegar, Dalmazia settentrionale continentale, una serie
di 5 , 6-11-913 ( N . ) . Zemonico presso Zara, un nido in terra sotto
una pietra, con e? e 9 alate, 27-7-913.
Non essendo ancora note le forme alate, ne dò la descrizione.
M i rincresce solamente di non avere a mia disposizione le forme
alate delle altre razze d e l l ' A pallida, onde poter fare i debiti raffronti :
9- Bruno-rossiccia, il torace un poco più oscuro del gastro
(l'opposto che nella A. subterranea).
I l capo subquadrato, cogli
angoli posteriori meno arrotondati che nella A. subterranea e con
rugosità molto meno estese, i n modo da lasciar libera e lucida
54
quasi tutta la metà occipitale. L a superficie del capo coperta oltre
che da peli eretti, anche da una pubescenza abbastanza densa, aderente, gialla, rivolta all' innanzi. L a parte superiore del torace
lucente e perfettamente liscia, con solco' mediano nella parte posteriore del mesonoto e impressione trasversale abbastanza profonda
tra i l mesonoto e lo scutello. Guest' ultimo pure leggermente solcato di dietro. Le spine dell' epinoto robuste, pubescenti e rivolte
obliquamente all' infuori. I l peduncolo addominale alquanto più
robusto che nell'/L subterranea, con finissima pubescenza, addensata
al margine posteriore dei nodi; i l p o s t p e z i o l o p r o v v i s t o
d i s o t t o , al margine anteriore, d i u n a s p o r g e n z a s p i n i f o r m e abbastanza grande. I l gastro lucente, con solco mediano
più o meno distinto verso la base. I peli del gastro non sono disseminati egualmente, come nelle altre specie, ma disposti in modo
speciale. Anzitutto si osserva una ricca pubescenza giallognola,
composta di peli sottili, inclinati, sulla metà apicale del gastro; poi
dei p e l i a d d e n s a t i i n t o r n o a l l a b a s e del gastro, di
sopra e, specialmente, di sotto; mentre r i m a n e q u a s i n u d a
l a m a s s i m a p a r t e d e l p r i m o t e r g i t e. Le ali ialine, con
nervatura giallognola; i l secondo nervo trasverso cubitale senza
appendice di altro nervo longitudinale. L . 7 - 7.5 mm.
cf. Simile per colore e statura al cf deìYA. subterranea, però
il capo meno appiattito (da osservarsi in profilo), col centro della
fronte un po' lucente, i l torace più basso, scutello più piano davanti
e più convesso di dietro, la parte anteriore dell'epinoto meno ripidamente inclinata ed i l colorito un po' diverso, non essendo il
gastro più oscuro del torace. L . 3.5 mm.
17. Aphaenogaster splendida Roger ( A n d r é , Spec. H y m .
1983, 359; Emery, Deut. Ent. Zeitschr. 1908, 325 e Form. Ital. 1916,
133; Bondroit, Fourm. France, 1918, 160. Atta splendida Roger,
Berlin. Ent. Zeitschr. 1859, 257 e Mayr, Europ. Form. 1861, 67).
Dalmazia. — Spalato, nel cortile dell' Hotel Troccoli, parecchie operaie che correvano di notte sui muri, 2-8-912; Lissa, alcune £
(sec. GASPERINI, 1887, 9).
Specie mediterranea, descritta originariamente dalla Grecia.
Spalato segna i l limite settentrionale finora noto nella regione
adriatica. Anche in Italia fu trovata soltanto al meridione.
55
Nidifica, come 1' ovaticeps, nei muri delle case. E ' probabile
che sia maggiormente diffusa nella Dalmazia meridionale ma che
sfugga alle ricerche per i suoi costumi crepuscolari o notturni.
18. Aphaenogaster ovaticeps Emery (Ovfers. Finska Vet.
Soc. E X , 1898, 136, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 324 e Form.
Ital. 1916, 58).
D i questa specie, ritenuta rarissima, non erano noti prima
della guerra che pochi esemplari: singole operaie e maschi di Genova, sui quali si basa la descrizione originale, e pochi individui
alati dell'Albania. Nel 1913 trovai il primo esemplare nella Venezia
Giulia (Miramar) e 1' amico Wolf ne fece una razza speciale, che
denominò subsp. miìllcriana. In seguito raccolsi questa specie in
più riprese e in gran numero a Trieste e alle Castella di Spalato.
Essa vive da noi esclusivamente nelle fessure alla base dei muri
e si arrampica fino ai piani superiori delle case. P u ò venir facilmente adescata con pezzetti di carne ed ossa.
L ' esame comparativo di tutto i l mio materiale mi addimostra
l'esistenza di almeno d u e d i f f e r e n t i r a z z e n e l l a r e g i o n e a d r i a t i c a o r i e n t a l e , e cioè :
a) A. ovaticeps mulleriana W o l f (Berichte mediz.-naturwiss. Ver. Innsbruck, X X X V , 1914, 44; Emery, Form. Ital. 1916,
56; Finzi, Bull. Soc. ent. Ital. 1921, 119).
I l capo più largo che nella forma tipica di Genova, con
maggior lucentezza verso 1' occipite. Area frontale profondamente
infossata dietro i l clipeo e lucida. Pronoto parimenti più lucido.
Postpeziolo con nodo dorsale più sviluppato che nella forma di
Genova; colorito generale più oscuro, essendo il corpo anteriore
bruno-rossiccio ed il gastro nero-bruno, eccetto la base.
Venezia Giulia. — Miramar, sulle mura del castello, di giorno,
22-5-913, 1
Trieste, in vari siti della città e precisamente :
sulla finestra della cucina della mia abitazione in V i a Madonna del
Mare, 2 (J) provenienti probabilmente da qualche fessura del muro
della corticella sottostante, 29-7-914; in un cortile sulla pelle di
un capretto, 3
25-4-920 ( F . ) ; neh'edifizio del Museo di storia
naturale in Piazza degli Studi, sulla terrazzetta della corte al I H
piano, numerose Q adescate con pezzettini di ossa e carne, primavera 1922.
56
L ' unico esemplare di Miramar, sul quale si basa la descrizione originale della subsp. m UH e riama, ha i denti dell' epinoto triangolari, molto più brevi del tipo di Genova. Gli esemplari di Trieste
hanno invece i denti dell'epinoto più lunghi, spiniformi; oltre a
ciò le tempie del capo sono più arcuate, di modo che i l capo apparisce ancor più largo nella metà posteriore. Non essendo riuscito
a raccogliere altri esemplari a Miramar, resta a vedersi se queste
differenze sieno realmente locali oppure individuali.
b) A. ovaticeps subsp. — Differisce a prima vista ben poco
dalla forma precedente; però un esame accurato di molti esemplari
ci rivela dei caratteri differenziali costanti, che meritano certamente di essere rilevati. Le tempie hanno bensì all' incirca la medesima curvatura degli esemplari di Trieste, però tutto i l capo è
più stretto e allungato. La scultura de! capo è generalmente più
forte e la lucentezza dell'occipite minima o nulla; anche l'area
frontale, che è meno infossata, apparisce poco lucente, essendo
sottilmente striata e rugosa. 11 colorito un poco più chiaro che
nella forma precedente, però sempre ancor più oscuro che nelT esemplare tipico di Genova. I denti dell'epinoto spiniformi, però più
brevi che negli esemplari di Trieste.
Dalmazia. — Nel vivaio di v i t i americane alle Castella presso
Spalato (tra C. Suciuraz e C. V i t t u r i ) , numerose (J) sul terrazzo
dinanzi all'abitazione del custode, 8-921.
I l capo più ristretto e la minore lucentezza avvicinano certamente questa razza dalmata alla f. typ. di Genova. Però i l nodo del
postpeziolo combina perfettamente colla sbsp. mulleriana, mentre è
più basso nella ovaticeps di Genova. Pare, stando alla figura dell' E M E R Y (D. E . Z. 1908, p. 324) che questa abbia il capo più piccolo, lo scapo antennale più lungo e le tempie meno arcuate. Però
non avendo presentemente soft' occhi i l tipo di Genova, non oso
proporre un nome per la razza delle Castella.
Resta a vedersi se VA. ovaticeps dell'Albania si riferisca
realmente alla subsp. mulleriana, come opina 1' E M E R Y (Form. Ital.
1916, 56). M i pare più probabile che si tratti di una forma affine
alla razza delle Castella, però occorrono assolutamente le
per
poter decidere in merito.
57
Sottogenere Aphaenogaster (Mayr) Emery, 1916.
(Atta part., Mayr, 1861; Aphaenogaster
part. A n d r é , 1883 et Emery, 1908).
19. Aphaenogaster testaceopilosa Lue. (Mayr, Europ. F o r m .
1861, 66; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 3 6 1 ; Emery, Beitr. M o n .
Form. 1908, 310 e Form. Ital. 1916, 136; senilis Mayr, Form.
Austr. 1855, 466; senilis A-iberica^spinosa
Bondr. 1918, 156).
Vive presumibilmente lungo tutto i l litorale adriatico orientale, in siti caldi. Manca però certamente nella conca arenaceomarnosa di Trieste, per ricomparire più al N o r d sulla costiera
calcarea di Duino, che segna i l limite settentrionale nella nostra
regione. Trovasi in Dalmazia anche in alcuni punti dell' interno.
I nostri esemplari costituiscono una razza abbastanza omogenea, che varia relativamente poco (nello sviluppo delle spine epinotali e nella forma del capo). I o credo di poterla riferire alla var.
balcanica Emery (Ófvers. Finska V e t . Soc. X L , 1898, 136 e
Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 320), la quale va considerata come
razza locale o sottospecie e presenta i seguenti caratteri :
cj). I l primo segmento del gastro di sopra sericeo, verso i lati
più o meno lucido; il capo versò gli angoli posteriori pure un poco
lucido ). Postpeziolo relativamente breve, tendente alla forma
globosa. Spine dell' epinoto di mediocre lunghezza, orizzontali o
leggermente rivolte all' insù. Colorito nero, in certi esemplari (probabilmente immaturi) i l corpo anteriore bruno. L . 5 - 6.5 mm.
1
cf. Forma del capo piuttosto breve, simile alla fig. /' di E M E R Y ,
D. E. Z. 1908, p. 318. i l profilo del torace come nella subsp. semipolita di Sicilia (cf. E M E R Y , 1916, fig. 28 c), però i l peziolo con
nodo dorsale ben più alto e sporgente.
Venezia Giulia. — Lungo la costiera calcarea di Duino fino
al T i m a v o ) ; un nido in terra con numerosi cf, 13-10-912 ( W . ) ;
esemplari (CJ)) vaganti sulle roccie lungo la spiaggia, 6-920. —
Pirano, presso la fabbrica di vetrami, singole v> sulle foglie di
Arum italicum, 8-905 ( C O B E L L I 1906, 480).
2
*) Nelle forme occidentali
di Spagna) i l capo è totalmente
gastro sericeo.
-) G l i esemplari di D u ì n o
per statura un poco maggiore ed
(testaceopilosa t y p . dell'Algeria e senilis Mayr
opaco e cosi pure tutto i l primo tergite del
si scostano un poco da (nielli della Dalmazia
i l postpeziolo un poco più allungato.
58
Dalmazia. — Dintorni dì Zara : Nona, un nido con Q",
5-8-913, Bibinje, idem, 25-7-913 e Babindub, 1-11-913, poche $
(N.);
prossimi dintorni della città, 9-8-908. Sinj e Zara
(sec.
FRAUENFELD,
1856,
435
e MAYR,
1855,
467
col
nome
di
A. senilis M a y r ) , Spalato, frequente (sec. GASPERINI, 1987, 9).
Salona, sulla strada, 1 es., 8-921. Castelvecchio pr. Spalato, 4-906
(Mayr, 1911, 75). — Località insulari: Arbe, Campo Marzio, 2 £>,
6- 914 ( M A I D L , 1922, 43). Uglian, alcune £ vaganti per terra,
7-908. Lissa, 4-906 (MJTTR e K O H L , 1908, 123). Curzola, estate
1908,
£ e cf
(MAYR e KOHL,
1908, 124); ibidem numerose
7-913.
La razza balcanica Emery è basata su esemplari dell'Albania,
di Corfù, Zante, Costantinopoli e Brussa. Numerose altre forme
locali dell' A. testaceopilosa abitano tutto i l bacino del Mediterraneo, dall'Asia minore e dal Caucaso fino alle Isole Azorre e
Canarie.
8. Genere : M E S S O R Forel, Emery.
(Aita
part. Mayr 1885 et 1861; Aphaenogaster
part. A n d r é 1883).
(Revis. : E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1908, 437 - 460).
N o t a . — Gli individui assessuali presentano notoriamente
un dimorfismo alquanto accentuato, che si manifesta anzitutto in
notevoli differenze di grandezza del corpo e di sviluppo del capo.
P e r ò le due forme estreme sono congiunte nello stesso nido da
una serie continua di individui di transizione.
Nella classificazione dei Messor si manifesta una grande incertezza dovuta alla variabilità dei caratteri adottati dagli autori
per distinguere le varie forme. Era quasi impossibile classificare
le piccole operaie, nelle quali si dilegua la scultura del capo, più
o meno caratteristica negli individui maggiori. Così si spiega che
E M E R Y e F O R E L consideravano addirittura come un' unica specie
il M. barbarus e structor già distinti come specie diverse da M A Y R
e A N D R É . Nel recente lavoro di BONDROTT (1918) troviamo bensì
distinte parecchie specie di Messor europei, però ancor sempre
sulla base di caratteri difficilmente apprezzabili.
Io credo di poter eliminare, almeno in parte, la difficoltà
della classificazione dei Messor, essendo riuscito a scoprire nuovi
59
Caratteri, dedotti dalla microscultura e dalla disposizione dei peli
sul gastro. Tali caratteri, valutati insieme alla distribuzione geografica delle singole forme nella regione adriatica orientale, mi
dimostrano 1' esistenza di t r e d i f f e r e n t i s p e c i e di Messor
nella nostra regione, che vanno distinte nel modo seguente:
1. Gastro con peli eretti u n i f o r m e m e n t e s p a r s i su
tutta la sua superficie, però con microscultura ridotta, essendo i l
primo tergite almeno nel mezzo perfettamente liscio, senza reticolato distinto. Epinoto con solco dorsale mediano più stretto.
( I l colorito dei nostri esemplari generalmente uniforme, nero o
bruno)
2.
— Gastro non uniformemente peloso, essendovi sul primo
tergite solamente una fila irregolare di peli eretti lungo i l margine posteriore ed un gruppo mediano di peli sulla metà anteriore
del disco. La rimanente superficie del primo tergite è provvista
solamente di peli minutissimi, aderenti, quasi impercettibili.
T u t t a la s u p e r f i c i e d e l g a s t r o c o n f i n i s s i m o ret i c o l a t o , visibile con forte lente. L a faccia dorsale dell'epinoto
con solco mediano più largo. I l corpo per lo più bicolore : capo e
gastro neri, torace più o meno rossiccio. L . 3.5 - 8.5 mm.
22. meridionalis (André).
2. Specie bruna, densamente rivestita di peli eretti giallognoli, in certe varietà i l corpo anteriore più chiaro. Negli individui maggiori e di media grandezza i l corpo anteriore subopaco,
il capo densamente striato e i l torace più o meno rugoso; negli
individui piccoli si attenua la scultura, di conseguenza i l tegumento più lucido. Postpeziolo con nodo spesso rugoso, basso e
visto di fianco largamente arrotondato. L . 3.5 - 8 mm.
20. structor L a t r .
— Colorito dei nostri esemplari di solito nero lucente, di
rado bruno. I l capo quasi liscio o con debole striatura sulla
fronte e attorno le fosse antennali. Postpeziolo con nodo dorsale
liscio; visto di fianco, questo nodo apparisce più stretto, più
sporgente e ben delimitato di dietro da un angolo rientrante.
L o scapo generalmente più assottigliato dinanzi a l l ' apice.
L . 3.5-10 mm.
21. barbarus ( L . ) .
60
20. Messor structor L a t r . (Bondroit, F o u r m . France, 1918,
150. Atta structor Mayr. Form. Austr. 1855, 464 e Europ. Form.
1861, 66. Aphaenogaster structor, A n d r é , Spec. H y m . 1883, 353.
Stenamma [Messor] structor Emery Ofvers. Finska Vet. Soc. X I ,
1878, 140. Messor barbarus structor, Emery Deutsche Entom.
Zeitschr. 1918, 455; Form. Ital. 1916, 455 e A n n . Mus. Genova,
1921, 210).
Gli esemplari dell'Adriatico orientale variano alquanto sia pel
colore del corpo, sia per 1' estensione della macchia sulle guancie,
sia per la grandezza delle femmine e pare che costituiscano diverse
piccole forme più o meno locali. P e r ò ci vorranno ancora lunghe
ricerche e raffronti colle varie razze descritte da altri paesi, per
chiarire in t u t t i i dettagli i l problema delle razze adriatiche. Per
il momento mi limito a distinguere le due principali, che si basano
sulla scultura del capo :
a) A. structor structor Latr. (Atta structor Mayr 1855 e
1861; Aphaen. structor André, 1883; Messor barbarus structor
var. tyrrhena-\-mutica
Emery 1908; M. barbarus structor Emery
1921).
Questa razza appartiene ad ogni modo al complesso di forme
o varietà, che 1' E M E R Y nel suo recente lavoro (1921) raggruppa
nella serie a e che egli chiama M. barbarus structor. Infatti i l capo
dei grandi individui (%) è poco più largo che lungo, coi lati subparalleli, la striatura del capo assai estesa e di conseguenza quasi
tutto i l capo subopaco e le ali dei QS delle Q affumicate.
Del resto si osservano nei moltissimi esemplari, che tengo
da molte località della nostra regione, variazioni del colore dal
bruno-giallognolo (col gastro più oscuro) al bruno-nerastro. La
macchia più chiara sulle guancie è quasi sempre distinta, però
meno negli individui oscuri, mentre si dilata alle volte in modo
da occupare tutta la parte laterale del capo. I l profilo dell' epinoto
varia un pochino, però corrisponde circa a quello della razza t i r rena, che posseggo in molti esemplari di Sorgono in Sardegna. Gli
angoli dell' epinoto sono alle volte ben marcati, ma non formano
una vera sporgenza dentiforme come osservasi in certi esemplari
del M. barbarus niger.
e
61
Le femmine corrispondono per grandezza in parte alla var.
tyrrhena Emery 1908, misurando in lunghezza da 8 a 9.5 min. (Roiano, Bibinje), in parte raggiungono una lunghezza maggiore
(9 - 10.5 mm.) e si avvicinano alla var. mutica di Emery 1908.
Onesta razza è sparsa nella Venezia Giulia e in Dalmazia,
comprese le isole, tanto nella regione carsica, quanto in quella mediterranea. Vive di preferenza vicino all' abitato e fa spesso i suoi
nidi sotterranei nei cortili delle case, nei granai, nei giardini ecc.
P e r ò anche all' aperto sotto sassi.
Venezia Giulia. — Goriziano : Belvedere pr. Grado, 9 908. —
t'arso triestino: S. Galiziano presso Divaccia, 4-913 ( W . ì ; Roditti,
4-911; Brestovizza, 10-911 (P.) ; Trebiciano, 4-912, molte $ e 1 cf
e 1 9 '
Percidol, 5-08, numerose ^ (Doìt. Graeffe) :
Opcina-Fcrnetich, sotto un sasso, 5-3-911, numerose t) (P.). —
Conca di Trieste (arenaria) : Terstenico, 9-5 908, 1 cf e 1 9 senza
ali (Ciana); Conconello, 2-11-911 ( P . ) ; Roiano, 25-3-913, 1 9
alata ( W . ) ; Barcola-Miramar, lungo la strada, un nido in terra,
sotto un sasso, assieme a numerose Solettofisis fuga.v, 9-3-919,
esemplari molto più oscuri del solito, nero-picei; Boschetto,
25-3-909; Trieste, città, 5-908 e 6-911 ( W . ) ; Bagnoli, 5-903, esemplari piuttosto chiari. — Istria : Sicciole pr. Pirano, 6-912 ( W . ) ;
Canfanaro, sotto pietre, una forma piccola di color chiaro, i l corpo
anteriore spesso del tutto testaceo, solamente la fronte più oscura,
1-11-08; Dignano, terreno carsico, sotto pietre, 2-11-908; Laurana, 6-08. — Tsole : Unie, in una cucina con orto attiguo, dalle
fessure alla base dei muri, 7-922.
a
a t a
Dalmazia. — Dintorni di Zara : Boccagnazzo, 31 -3-914, in
un nido 2 cf e 1 9 senza ali ( N . ) ; Diclo, 8-2-914, molte ci e 1 rf
(N.) ; Barcagno, 1-4-914, in un nido 3 e? e 1 O senza ali; Borgo
Erizzo, 8-914, un nido con operaie di color chiaro, 11-913 e 8-914.
due nidi con operaie molto più oscure; Zara, città, 8-908. Indicata
da Zara già da F R A U E N F E L D (1856. 435) e K A T T - R I C (1891); B i binje, un nido sotto un sasso, con 1 9 alata, 28-3-914 ( N . ) . —
Dintorni di Spalato: Castel Suciuraz, 7-909 e 11-912 ( N . ) ; Castelvecchio ( M A Y R 1911, 76); Salona, lungo la strada, 8-921; Spalato, 4-911, un nido con alcune 9 senza ali (Schatzrnayr) ; Gata,
ai piedi del Mossor, 7-911. — Ragusa (FRAUENFELD, 1856, 435):
62
Risano presso Caltaro, 7-08. — Isole : Arbe, 9-910; Uglian pr.
Zara, 1908; Brazza (indicata da GASPERINI, 1887, p. 9, i l quale
aggiunge che gli esemplari alati compaiono nella seconda metà di
agosto e nella prima metà di settembre); Lesina, 1901; Lissa
( M A Y R 1911,
75);
Busi, 5-911
(Galv.).
I l complesso subspecifico di questa razza (la quale comprende
parecchie forme locali di minore e n t i t à ) , sarebbe sparso, secondo
E M E R Y (1921, 214, nota) dall'Asia minore lungo il litorale europeo
del Mediterraneo fino nella penisola iberica. U n altro ramo del
M. structor, che E M E R Y chiama barbarus rufitarsis, e che è caratterizzato dalle ali ialine, non affumicate, si sarebbe espanso dalle
steppe dell'Asia centrale nei paesi al N o r d dei Balcani e delle A l p i
(bacino del Danubio, pianure russo-germaniche) per finire nella
Francia orientale.
b) M. structor subspec. — Differisce dalla forma precedente
per la striatura debole, limitata alla metà anteriore del capo, che
ha di conseguenza l'occipite lucido in maggior estensione. Inoltre
i peli al di sotto del capo sono meno densi e più lunghi e ricurvi.
Il gastro e il peduncolo bruno-picei, la parte anteriore del corpo
un poco più chiara, salvo la fronte, che è più oscura. I l capo degli
esemplari maggiori quadrato coi lati subparalleli, come nella razza
precedente. Lunghezza (delle operaie) : 3.5 - 6.5 mm.
Dalmazia centrale : Siveric, ai piedi del Monte Promina, un
nido con sole ^5, 2-6-915 ( N . ) .
Stando alla monografia del genere Messor di E M E R Y (1908)
si potrebbe ritenere questa forma come affine alla razza clivorum
Ruzsky o all' orientalis Emery. P e r ò si desume dal recente lavoro
dello stesso E M E R Y , aver egli fino allora confuso, sotto la categoria
della var. orientalis, diverse forme « che non rientravano tutte nella
sottospecie structor e neppure nella specie o superspecie barbarus »
(Ann. Mus. Genova, 1921, 210). Ora egli riguarda come orientalis
una forma di Mersina coli'epinoto dentato nella
dunque differente dalla razza sopra descritta di Siveric. 11 clivorum poi è
escluso, secondo la n u o v a interpretazione di E M E R Y (1921) per
la lunghezza relativa dei primi tre articoli del funicolo, che non
corrispondono affatto alla figura data d a l l ' E M E R Y (1. e, p. 212,
fig. 1), non sorpassando i l primo articolo la lunghezza complessiva
63
del secondo e terzo. Si potrebbe forse pensare anche alla razza
sordidus Forel, però la località (Andalusia e Catalogna) rende improbabile tale determinazione.
Non avendo tutto il materiale necessario delle razze affini allo
structor di altri paesi, per i debiti confronti colla razza di Siveric,
mi limito adunque a segnalare questa notevole forma dalmata,
senza proporne, per ora, un nuovo nome.
21. Messor barbarus ( L . ) sensu novo (Atta capitata Mayr,
Form. Austr. 1855, 462, part.; Atta barbara Mayr, Europ. Form.
1861, 66, part.; Aphaen. barbara A n d r é , Spec. H y m . 1883, 354,
part.; Messor barbarus barbarus Emery, Deutsche Ent. Zeitschr.
1908, 445; M. barbarus subsp. barbara Emery, Form. Ital. 1916,
144; M. barbarus+capitatus
Bondr. Fourm. Fr., 1918, 152 e 153).
Considerando come M. barbarus tipico la forma ibero-africana massima, di color bruno-piceo, col capo rossiccio, trovo di
dover unire specificamente a questa forma anche la nostra razza
adriatica di color nero uniforme, mentre ne escludo il gruppo della
uieridìonalis,
che va considerato assolutamente come specie distinta. Partendo da questi criteri dò la seguente definizione specifica del M. barbarus :
Gastro a fondo liscio e lucido, con peli gialli sparsi uniformemente. Capo più o meno lucido, leggermente striato o in grati
parte liscio. L o scapo evidentemente assottigliato dinanzi all'apice.
Postpeziolo con nodo dorsale più o meno liscio, più alto e posteriormente meglio delimitato che nel M. structor. Dimorfismo delle
operaie per lo più assai accentuato, gli individui massimi con testa
enorme e coli' epinoto angoloso o dentato. I l solco mediano sulla
faccia dorsale dell' epinoto per lo più stretto e lungo.
Questa specie è rappresentata da noi dalla razza seguente :
M. barbarus niger A n d r é (Apliaeuogaster barbara var. nigra
A n d r é , Spec. H y m . 1893, 355; Messor barbarus barbarus v. nigra
Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 446 e Form. Ital. 1916, 144;
M. capitatus Bondroit, Fourm. France, 1918, 153).
D i color nero intenso uniforme, di rado il torace o il capo
leggermente rossicci. — Abita di preferenza nelle regioni carsiche,
soleggiate e si estende un poco più al nord e all' interno che la
64
specie seguente. Non manca però del tutto anche nelle isole. Fa i
nidi in terra tra i sassolini compressi delle strade e v i accumula
intorno all'entrata dei piccoli crateri di terra o sabbia.
Venezia Giulia. — Sul Carso di Ronchi presso Monfalconc,
9 908. — Carso triestino : Nabresina, al margine della strada v i cino alla stazione, un nido, 8-18-911; nella stessa località, 29-4-914
( W . ) ; Santa Croce, 5-913 e 10-913, esemplari enormi con piccole
spine sull'epinoto ( W . ) ; Sgonicco, sulla strada, 9-922; Monte
Spaccato, 9-920; Moccò, vicino alla stazione c sulla strada verso
Tezcro, piccoli nidi, 21-5-911. — Istria settentrionale: Mondano
nel territorio di Buie, 7-920 ( F . ) . — Isole : Lussili, Monte Giovanni, 6-911 (G.).
Dalmazia. — Retroterra di Zara : Zcnionico e Smilcich, 7-913,
forma non troppo grande, col torace leggermente rossiccio; Zegar,
6-11-913, molte operaie piccole, nere ( N . ) . — Retroterra di Spal a t o ) : Lecevica, 9-912 ( N . ) ; Gata (300 ni) e Kotlenice (500 m
sul livello del mare), individui enonni, del tutto neri, come
ciucili di S. Croce pr. Trieste, 7-911 risp. 7-912 ( N . ) . — Isole:
Sabbioncello (Kucistc) 7-913, forma più piccola col capo leggermente rossiccio per trasparenza ( W . ) ; Cazza, 7-911 (Dott. Kammerer, 1 es. perfettamente nero).
1
Una varietà piuttosto bruna, anziché nera, raccolsi vicino a
Pietrarossa presso Monfalcone, 11-02.
11 Messor barbarus niger è diffuso in Italia, in Sicilia e nelle
isole del Tirreno ( E M E R Y , 1908). L a forma tipica del barbarus
trovasi nella penisola iberica, in Algeria e Tunisia.
22. Messor meridionalis A n d r é (Bondroit, Fourm. France,
1918, 155. Aphaen. barbara v. meridionalis A n d r é , Spec. H y m .
1883, 355. Messor barbarus meridionalis Emery, Deutsche Ent.
Zeitschr. 1908, 450 e Form. Ital. 1916, 145).
D e f i n i z i o n e d e l l a s p e c i e . — y . I peli eretti del
gastro non sono sparsi egualmente su tutta la superficie del primo
») I l Dott. M A I D L indica la razza nigra di Spalato come pure di Boi e
S. Pietro della Brazza (1922, pag. 4 4 ) . Resta a vedersi, se trattasi effettivamente
di questa razza o di qualche M. meridionalis di colore assai oscuro.
65
tergite, ina limitati ad una fila più o meno regolare dinanzi al
margine posteriore e a un gruppo mediano sulla metà anteriore
di questo t e r g i t e ) . La superficie del gastro possiede una finissima
microscultura reticolare visibile con forte lente. I l capo debolmente
striato, più o meno lucido. L o scapo antennale egualmente largo
all'apice (senza strozzatura preapicale). I l postpeziolo con nodo
dorsale ben marcato, rotondo, quasi liscio e ben delimitato di dietro.
I l colorito degli esemplari adriatici è di solito nero, col torace
del tutto o in parte rosso; v i sono però dei nidi con esemplari più
oscuri e perfino del tutto n e r i ) .
I l M. meridionalis predilige i siti costieri dell' Istria e della
Dalmazia e non arriva al Nord lino al territorio di Trieste. I n Dalmazia poi non va tanto in alto e nell' interno come la specie precedente.
Venezia Giulia. — Istria continentale : Marcovaz nel Carso
fli Castelvencrc, 5-913, esemplari molto grandi di colorazione normale e più piccoli col torace più o meno annerito ( W . ) ; Pirano e
dintorni « di tutte le varietà colorate fino alla forma perfettamente
n e r a ) , e così pure di tutte le dimensioni », sotto sassi, fra 1' erba,
sul melograno e sulle mura, agosto-settembre 1905 (sec. C O B E L L I ,
1906, 480, citata col nome di Aphaenogaster barbara L . ) ; Dignano
pr. Fola, sotto pietre, 2-11-909, 2 0 col torace bruno oscuro. —
Isole : Unie, nei dintorni del villaggio su terreno carsico un nido
con esemplari tipici e nel « polje » (terreno argilloso-sabbioso) un
altro nido con esemplari quasi completamente neri, 7-922; Scoglio
Gruizza, forma a torace nerastro, 6-911 (G.).
Dalmazia. — Dintorni di Zara, su prati magri e secchi, in
alcuni nidi esemplari col torace parzialmente o completamente
1
2
3
4
) Nelle operaie piccole possono mancare i peli sulla metà anteriore del
primo tergite e sono talora indistinti anche quelli di dietro, i n modo da fare
apparire i l gastro nudo. Le due specie precedenti {structor e barbarus} hanno
invece i l gastro sempre cosparso di peli evidenti, anche negli individui più piccoli.
S
) K R A U S S E (Zool. Anzeiger, 1910, 524) ha distinto g l i esemplari col torace
parzialmente nero col nome di v. Wasmanni; la forma del tutto nera non è stata
ancora descritta. Io tralascio però di darle un nuovo nome, trattandosi di un
colorito più o meno individuale, che equivale adunque al concetto di aberrazione, non di forma locale propriamente detta.
3
) Naturalmente non è escluso che CoBELLI abbia confuso i l M.
niger colla forma oscura del
meridionalis.
barbarus
66
annerito, in altri, vicini, esemplari col torace rosso e dimorfismo
maggiormente accentuato, però in certi nidi le due forme di color i t o del tutto promiscue, 7-913 ( W . ) ; raccolto anche da me a Zara
nell'8-908 e indicato già dal GASPERINI (1887, 9) e dal K A T U R I C
(1891, 15). Babinduh pr. Zara (a 8 km. nell'interno), col torace
rosso-bruno fin nero, a seconda della maggiore o minore grandezza,
8-914 ( N . ) . — Dintorni di Spalato : Castella, esemplari di color
bruno, compresa la- parte anteriore del gastro, la fronte poco più
oscura, i l gastro di dietro bruno-nerastro, 7-909 ) ; Salona, per
lo più esemplari oscuri, in un nido quasi totalmente neri; in altri
nidi esemplari maggiormente dimorfi, col torace rosso o parzialmente annerito (leg. Miiller, 7-912 e 8-921, leg. Wolf, 7-913). —
Dalmazia merid. e Albania settentr. : Lapad pr. Ragusa, torace
rosso-bruno o nerastro, 15-7-913 ( W . ) ; Teodo, in un parco, sotto
pietre, 5-912 (Dott. Steuer); Scutari, forma tipica, 5-914 (Dona).
— Isole: Arbe, 6-918 ( M A I D L , 1922, 44); Brazza (S. Pietro),
torace bruno o nerastro, 7-913 ( W . ) e Milnà, 7-912 ( M A I D L , 1922,
44); Kucistc (Sabbioncello), torace in parte annerito, 7-913 ( W . ) ;
Lissa, lungo la costa, esemplari col torace rosso fin quasi completamente nero, 6-912 (Dott. Steuer); Curzola, numerosi esemplari,
con prevalenza degli individui oscuri, 7-913; Meleda ( M A Y R ,
1911, 7 5 ) . ) .
1
2
Io posseggo esemplari sicuri del M. meridionalis anche d' I talia (Monte Martiuello in Calabria, leg. Stauder) e d'Algeria
(Biskra, leg. Stauder). A N D R É basò la sua descrizione originale su
esemplari della Grecia, E M E R Y lo riporta nella sua fauna d ' I t a l i a
' ) I l dott. W O L F determinò questa forma, per i l suo colore differente dai
soliti esemplari adriatici, per var. sancta Forel. P e r ò questa possiede, secondo
1 E M K R Y fl908. 449) i l capo subopaco, fittamente striato, mentre è quasi liscio
e lucido nei miei esemplari delle Castella.
•) Esistono nella letteratura ancor altre indicazioni di località dalmate,
sotto i l nome di Atta o Aphaenogaster barbara, e precisamente : « Lagosta, Lissa
e Lesina, nonché Bencovaz, donde mi vennero portati anche alcuni neutri della
forma major, e Dernis, dove fu raccolta una femmina ai 25 aprile 1886 » (sec.
G A S P E R I N I , 1887, 9 ) ; Comisa, Lagosta e Pelagosa grande (sec. G A L V A O N I , 1902,
380). Poi sotto i l nome di Atta capitata Latr. : Macarsca e Ragusa (leg. Frauenfeld, sec. M A Y R , 1855, 464). Credo che nella maggior parte dei casi si t r a t t i del
Messor meridionalis, forse eccettuate le località di Bencovaz e Dernis, che potrebbero facilmente riferirsi al Messor barbarus niger.
67
solamente dalla Calabria e dalle Isole Tremiti, Corsica e Sardegna,
lo dice però diffuso nella penisola balcanica e in Asia. E ' probabile
che una si vasta distribuzione geografica determini la formazione
di singole razze locali, che dovranno essere studiate in rapporto ai
nuovi caratteri contenuti nella mia definizione del M. meridionalis.
9. Genere : P H E I D O L E Westw.
23. Pheidole pallidula N y l . ( A n d r é , Spec. H y m . 1883, 383;
Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 33; Emery, Form. Ital. 1916, 149;
Bondroit, Fourm. France, 1918, 166; Oecophthora pallidula, Mayr,
Form. Austr. 1855, 455; Pheidole megacephala, Mayr, Europ.
Form. 1861, 70).
I l mio materiale di Pheidole, compreso quello elei Dott. Wolf,
venne gentilmente riveduto nel 1912 dal Prof. Emery, e ne conservo tuttora le sue etichette originali. I n base a questo materiale
P E M E R Y distinse nella sua Fauna d ' I t a l i a due razze diverse : a)
una occidentale (pallidula pallidula N y l . ) , che è comune in Italia
fino a Trieste e che si troverebbe anche nell' isola di Lissa, e b) una
forma orientale (pallidula arenar uni Ruzsky var. orientalis Emery),
che abiterebbe le coste dell' Istria da Umago al Sud e via dicendo
la penisola balcanica e l'Asia minore.
Lo studio accurato del materiale determinato dall' E M E R Y mi
dimostra che P illustre mirmecologo si è basato per la distinzione
delle due forme di Pheidole su differenze minute e variabili nella
conformazione del capo, differenze che servono bensì per caratterizzare delle piccole forme locali, ma che non si adattano per definire due grandi razze mediterraneee, una occidentale e P altra
orientale. D i r ò ad esempio, che posseggo esemplari d' Elba e L i sbona, che per la forma del capo si dovrebbero ritenere per la
var. orientalis della Balcania, ciò che non è il caso. L a vera differenza sta, a mio modo di vedere, nella diversità del solco longitudinale sull'epinoto, carattere questo che mi permette di distinguere
nettamente tutte le mie Pheidole d'occidente
(Lisbona, Elba,
Italia) da quelle della Dalmazia litorale e delia Grecia. L a forma
balcanica non comincia però a Umago, ma bensì più al Sud alle
coste della Dalmazia, mentre tutte le mie Pheidole dell' Istria
appartengono al tipo occidentale.
68
Secondo me, la Pheidole pallidula delle nostre regioni si suddivide adunque facilmente nelle due razze seguenti :
a) Ph. pallidula pallidula N y l . (Occopthora subdentata Mayr,
Verh. zool.-bot. Ver. Wien 1852, 145). — %. Epinoto con l a r g a
impressione concava longitudinale, sormontata di dietro da due
denti epinotali a base larga, triangolare. Capo subquadrato, col
vertice incavato e cogli angoli posteriori largamente arrotondati
(vedi E M E R Y , 1916, pag. 150, fig. 32, I ) . Postpeziolo ai lati più o
meno angoloso, ma non dentato. Clipeo elevato nella linea mediana
a mo' di tubercolo longitudinale o carena. — y \ Epinoto con dentini piccolissimi, spesso ridotti a minutissimi tubercoli o semplice
angolosità. Capo generalmente più largo di dietro. — I l colorito
varia tra i l giallo-rossiccio chiaro ed il bruno oscuro (v. Emeryi
Krausse).
Frequente nell' Istria; si estende al N o r d lungo il golfo di
Trieste, in una zona ristretta tra la costa ed il ciglione del Carso,
fino alle plaghe più calde del Goriziano meridionale. Si trova anche
in Dalmazia, li però solamente nella zona submontana.
Venezia Giulia. — Goriziano meridionale : Gorizia (sec.
M A Y R , 1855, 459); Vipacco (loc. class. dcW'Oecophthora subdentata Mayr, vedi Zool.-bot. Ver. Wien, 1852, 147 e 1855, 459);
colline carsiche di Ronchi, sotto sassi, 9-908; Pietrarossa pr. Monfalcone, 2-11-902. — Dintorni di Trieste: Grigliano - S. Croce,
esemplari più scuri, 4-911 ( P . ) ; Strada Vicentina, tra Opcina e
Prosecco, un nido sotto un sasso, 2-3-919; Conconello, 4-911 ( P . ) ;
Rozzol, 4-08 e Terstenicco, 5-08 (Ciana); S. Giovanni, 1 Q$ a volo
6-08; Moccò, presso la stazione ferroviaria, 5-911, esemplari più
oscuri (Spr.). — Istria : Umago, 6-912, esemplari più oscuri ( W . ) ;
Val di Torre, alla foce del Quieto, 4-09 ( C ) : Rovigno, 4-912, due
nidi, uno con soldati perfettamente testacei, un altro con esemplari più bruni ( W . ) ; Pedcna, 4-914 ( W . ) .
Dalmazia. — Retroterra di Spalato : Konjsko, molti esempi,
della forma chiara, 5-912; Gata, ai piedi de! Mossor, un nido con
9 alate, v. Emeryi. 14-7-911 ( N . ) .
Secondo E M E R Y comune nella penisola italica, donde ho potuto esaminare parecchi esemplari precisi ai nostri (coli. Finzi).
Si spinge al Nord fino alla Svizzera meridionale (Ticino).
69
b) Ph. pallidula orientalis (Emery), emend. M u l i , (pallidula
arenarum var. orientalis Emery part., Form. Ital. 1916, 150). —
% . Epinoto con s o l c o l o n g i t u d i n a l e b e n p i ù s t r e t t o ,
specialmente nella sua porzione anteriore. I denti dell' epinoto
generalmente più esili, spiniformi, rivolti all' insù. I l postpeziolo
dilatato lateralmente ad angolo acuto, spesso addirittura con sporgenza (lentiforme. 11 capo in genere un poco più allungato e con
striatura più densa e fina sulla parte anteriore; i l clipeo come nella
razza precedente. — § . Epinoto sempre munito di piccoli dentini
spiniformi rivolti all' insù. 11 capo generalmente più ristretto all' indietro. — Colorito quasi sempre giallo-rossiccio.
Diffusa alle coste e nelle isole della Dalmazia centrale e meridionale. (Per la Dalmazia settentrionale e le isole del Chiamerò
non posso dire nulla di sicuro, non avendo presentemente nella
mia collezione che poche operaie senza i rispettivi soldati).
Dalmazia. — Dintorni di Spalato : Castella, frequente, 7-912
e 8-921. — Bocche di Cattare : Risano, 7-908. — Isole : Puntalunga presso Boi (Brazza), sotto pietre, 4-902; Lesina, 1901; Cazza
e Cazziol, 5-911 (K.) ; Pomo, 5-911 (C.) e 6-912 (Steuer); L o m barda (Curzola) un nido con maschi, e Cuciste (Curzola) un nido
con QS 9
> 7-913 ( W . ) .
Noto che gli esemplari delle Castella e di Cuciste si avvicinano per certi caratteri alla razza precedente, salvo il postpeziolo
che è distintamente dentato ai lati.
Col nome di Pheidole pallidula N y l . figurano nella letteratura
le seguenti indicazioni di altre località dalmate, le quali, almeno in
parte, saranno da riferirsi alla razza orientalis :
Zara, Scardona ) e Ragusa (FRAUENFED, 1856, 435): Spalato e Lesina, molto frequente, i l volo nuziale in luglio (GASPERINI,
1887, p. 9 ) ; Clissa-Salona, Meleda e Lissa ( M A Y R , 1908, p. 75).
Esemplari di Patrasso in Grecia hanno i l solco longitudinale
dell' epinoto egualmente stretto come i ' orientalis delle isole dalmate, però la striatura del capo è un poco più estesa ed i l postpeziolo non dentato lateralmente.
e
a l a r e
1
L
) F R A U E N F E L D racconta, che 1' Occophthora pallidula g l i divorò di notte
tempo le collezioni d'insetti che aveva con se nelle camere del mulino alle
cascate del Kerka presso Scardona (1. e ) .
70
Oltre a queste due razze che si trovano nel territorio adriatico, posseggo
una serie di esemplari di Lisbona (leg. Schatzmayr) e d' Elba, che portano
sull' etichetta scritta da Emery i l nome di pallidula pallidula N y l . Per la conformazione dell' epinoto esse appartengono certamente al tipo occidentale (con solco
largo); però v i sono altre differenze che riassumo brevemente nella seguente
diagnosi :
c) Ph. pallidula subspec. — 2).. I l capo un poco più allungato e più r i stretto a l l ' indietro che nella razza a, cogli angoli posteriori più sporgenti, meno
arrotondati. L a forma del capo corrisponde adunque alla fig. I I i n E M E B Y , Form.
Ital., 1916, pag. 150. I l clipeo senza carena o tubercolo longitudinale mediano.
L'epinoto con larga impressione concava sormontata di dietro da due piccoli
denti triangolari. Postpeziolo lateralmente angoloso, ma non dentato. —• ("). E p i noto con dentini minutissimi. I l capo più o meno ristretto a l l ' indietro.
Qualora questa forma fosse realmente la vera pallidula N y l . (che è descritta dalla Francia meridionale), si dovrebbe cambiare i l nome alla forma
designata come pallidula nel presente lavoro. Allora si potrebbe adottare i l nome
di subdentata Mayr, che per la sua località (Vipacco) va riferito certamente alla
razza di Trieste e dell' Istria.
10.
(Acrococlia
Genere : C R E M A T O G A S T E R Luna.
Mayr 1853, Cremastogaster
Mayr 1861, A n d r é 1883).
Revisione : E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1912, 651 - 672.
1. Peziolo trapezoidale, dilatato a l l ' i n n a n z i
e Q ) ; postpeziolo (almeno nella y ) diviso da un solco mediano in due m e t à
arrotondate. Specie più grande, con Q spesso bicolori, essendo i l
capo o anche i l torace rosso e i l gastro nero, di rado t u t t o i l
corpo piceo. Mesotorace opaco, con carena mediana più o meno
distinta ( < p ) , lucido, come i l resto del torace, nella 9- — H cf
nero, con antenne di 12 articoli. L . delle (J5 3.5-5, delle 9 8-9.5
e dei cf 4-5 m m .
24. scutellaris Oliv.
1
— Peziolo subparallelo o leggermente ristretto a l l ' innanzi
( 8 e 9)"> postpeziolo senza solco mediano. Specie più piccola,
bruna o nerastra, col torace totalmente lucente anche nelle <J5,
senza traccia di carena mediana sul mesonoto. — I l cf, secondo
E M E R Y , con antenne eli 11 articoli. L . delle y 2 - 3, delle 9 6-6.5
e dei cf 2.2-3 mm.
25. sordidula N y l .
24. Crematogaster scutellaris Oliv. (Mayr, F o r m . Austr.
1855, 469, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1912, 652 e F o r m . I t a l .
1916, 157, Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 32. Crematogaster scutellaris Mayr, Europ. Form. 1861, 74; Bondroit, Fourm. Fr. 1918,
71
113; Cremasi, scutellaris part. A n d r é , Spec. H y m . 1883, 392;
Acrocoelia ruficeps -f- Schmidti Mayr, Verh. zool.-bot. Ver. Wien,
I I , 1853, 147).
I l M A Y R descrisse nel 1853 la sua Acrocoelia Schmidti di
Vipacco, che egli stesso mise poi in sinonimia della Crematogastcr
scutellaris.
La seguì A N D R É (1883), che cita senz'altro la Cr.
Schmidti tra i sinonimi della scutellaris. L ' E M E R Y distinse nuovamente la Cr. Schmidti come specie a sè (Ré.vis. Fourm. Tunisie,
Paris 1891, 14), poi come sottospecie o razza della scutellaris
(1912 e 1916), che sostituirebbe in tutta la penisola balcanica la
vera scutellaris d ' I t a l i a e del Mediterraneo occidentale.
In realtà si trovano nel nostro territorio ambo le forme, scutellaris e Schmidti, però non del tutto promiscue; anzi esse assumono in alcune zone del nostro territorio i l valore di vere e proprie
f o r m e l o c a l i , mentre in altre, intermedie, si manifesta una
certa variabilità del colorito nello stesso sito e perfino nello
stesso nido.
Nidifica a preferenza nei tronchi d' alberi, sotto le corteccie
e nel legno; spesso s'incontrano esemplari vaganti sul tronco e
sui rami.
a) Cr. scutcllaris scutellaris O l . s. str. (Emery 1912 e 1916).
— y \ Corpo nero, comprese le zampe, solamente la testa rossa.
Talvolta i l torace più o meno bruno, però sempre evidentemente
più oscuro del capo. Quest' ultimo di solito finemente e densamente striato, subopaco; i l gastro con puntini piligeri più marcati. — Q. P i ù grande, nera, col capo di un rosso vivo, che
spicca molto bene dal colore del torace; epinoto nerastro.
Razza mediterranea, che trovasi da noi, come forma unica
e costante, nella zona litorale dell' Istria meridionale, della D a l mazia settentrionale e ned' arcipelago dalmato. P i ù al Nord,
neh' Istria settentrionale, ricorre promiscua colla subsp. Schmidti.
Osservo che la striatura del capo degli esemplari dalmati non
combina perfettamente cogli esemplari italiani, essendo spesso
meno densa, in modo da rendere più lucente la fronte; in pari
tempo si accentua maggiormente i l solco frontale nel mezzo. Gli
esemplari di Pola si avvicinano maggiormente al tipo italiano.
Venezia Giulia. — Istria settentrionale : nel bosco del Quieto
presso Levade, sui tronchi di quercia, assieme alla subsp. Schmidti,
72
4-923. — Istria meridionale: Orsera-Leme, 4-921 ( W i n k l e r ) ;
Pola (Bosco Siana), un nido sotto la corteccia di una Quercus
pseudosuber, 7-922. — Isole : Unie, operaie vaganti sui rami d i
fico e sugli olivi, 7-922; Sansego, 7-922; Kozjak-Oriule, 6-911
(Galv.).
e
Dalmazia. — Dintorni di Zara : Nona, un nido con QS 9
alate, 10-9-916 ( N . ) ; Borgo Erizzo, 2 9 dealate, 29-11-913 ( N . ) .
— Val Manera presso Sebenico, 6-912 (Steuer). — D i n t o r n i di
Spalato : Monte Marian, molte <3 di colorazione tipica, 7-908;
Salona, 7-913 ( W . ) ; Castella, 7-909 e 7 - 9 1 2 ) ; T r a ù , 4-906
( M A Y R , 1908, 76). Forse anche a Macarsca (indicata dal F R A U E N FELD, 1856, 435, col nome di Cr. scutellaris).
— Isole : Scoglio
Pettini pr. Premuda, 5-911 (Galv.); Brazza, nel bosco di Kneza
Ravan (a circa 400 m d i altezza) un nido sotto la corteccia di
Pinus nigra, 8-921 ; tra Boi e Neresi, pure nell' isola di Brazza,
7-912 ( M A I D L 1922, 44) ; Lesina, diversi esemplari raccolti da me
e dal prof. Steuer; Lissa (Comisa, leg. Galv.); indicata pure di
Lissa dal M A Y R (1908, 75) e d a l l ' E M E R Y (1916, 155); S. Andrea,
6 911 (Galv.); Cazza, 7-911 ( K . ) .
J
b) Cr. scutellaris Schmidti Mayr (Emery 1912 e 1916. Acrocoelia Schmidti Mayr 1853. Crem. Schmidti Emery, Explor. scient.
de la Tunisie, Paris 1891, Zool. Hymenoptera, p- 14. Cr. scutellaris var. mcdispina Forel, Bull. Soc. ent. Belg. 1905, 17). —
y \ Nella razza più pura solamente i l gastro nero, tutto i l resto
rosso. Assai di rado i l corpo anteriore bruno o piceo (var. jonia
Forel). I l capo sempre più liscio e parzialmente lucido. I l gastro
con puntini piligeri assai fini. — 9 - l ' media più piccola della
forma precedente, bruna, col capo e l ' e p i n o t o r o s s i c c i o .
n
Razza politica. Sostituisce del tutto la subsp. scutellaris
sull' altipiano carsico di Trieste, ove regna come razza pura, di
colorito costante. P e r ò già alla costa d i Trieste non mancano del
tutto individui di transizione; i n certi punti d e l l ' I s t r i a settentrionale essa vive promiscua colla vera scutellaris. Nella Dalmazia
*) G A S P E R I N I
(1887, 9 ) indica pure la Cr. scutellaris
dalle Castella pr.
Spalato e dice di averla ottenuta i n gran numero dalle galle di Cynips
raccolte durante l ' i n v e r n o sul Quercus Cerris L .
argentea
73
settentrionale la subspec. Schmidti è limitata al retroterra; nella
Dalmazia meridionale essa raggiunge invece nuovamente la costa ).
Su esemplari di Trieste, di statura grande, colle spine epinotali più lunghe, è basata la varietà medispina Forel.
1
Venezia Giulia. — Valle dell' Isonzo : Piava, 5-912. — Valle
del Frigido : Vipacco (loc. class.!), esemplari vaganti sui tronchi
di quercia ( M A Y R 1853, 149); Pervacina, 5-912. — Altipiano
carsico e dintorni di Trieste : Nabresina, sbattendo quercie, 5-909;
Auber pr. S. Daniele, 10-910 ( W . ) ; Duttole-Pliscovizza, molte Cj
ibernanti sotto corteccie d'alberi, 12-2-911; Ternovizza, 10-911
( W . ) ; Orleg, 1 9 dealata, 25-3-912 (Spr.); Conconello, 23-3-911
( P . ) ; Boschetto, in una quercia cava numerose
4-911, un altro
grande nido sotto la corteccia di un pino, con molti cj, 11-919;
Gretta, 1 9 dealata, 5-908; Barcola-Cedas, sbattendo cespugli,
5-911; Trieste, nei rami corrosi di Rttbus (var. medispina Forel,
1. e, leg. Dott. Graeffe). — Istria settentrionale : Muggia, sbattendo i rami fioriti di ciliegi, 24-4-910; Valle d'Oltra, un nido nel
legno e sotto la corteccia di un ceppo di quercia, con numerosissime operaie e forme sessuali alate, 12-9-919; Levade, nei boschi
del Quieto, accanto alla subsp. scutellaris, 4-923; Laurana, 1 Q
col primo segmento del gastro quasi totalmente ferrugineo, 6-908.
Dalmazia. — Retroterra di Zara : Smilcich (24 km nelP interno), 7-913. — Dalmazia meridionale : Kuciste nella penisola di
Sabbioncello, 7-913 ( W . ) ; Ragusa, 6-914 ( N . ) ; Papad pr. Ragusa,
7-913 ( W . ) ; Teodo, 913 ( C . ) ; Risano, 7-908. — U n esemplare
quasi perfettamente nero (var. jonia F o r . ) , di Zelcnicca pr. Castelnuovo, m ' i n v i ò i l sig. Paganetti-Hummler ) .
2
r
) Questo fenomeno della ricomparsa di certe forme piuttosto continen-
tali alle coste della Dalmazia meridionale, trova riscontro nella distribuzione di
molti coleotteri e sta in nesso colla natura del suolo, montuoso per eccellenza,
alla costa balcanica dell'Adriatico meridionale. (Vedi in proposito i miei lavori
nelle Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1909, 463 e 1921, 156).
J
)
laestrygon
Questo esemplare era stato determinato dal Dott. W o l f per Cr.
Aubcrti
v. maura For., alla quale assomiglia effettivamente pel colorito quasi
nero di tutto i l corpo. P e r ò i l torace più snello e le spine epinotali alquanto
più esili e lunghe assegnano a l l ' esemplare di Zelenicca un posto tra le varietà
della
scutellaris.
74
La subsp. Schmidti è diffusa in Balcania, nell'Asia minore
e nel Caucaso. La var. fonia è nota dall'Anatolia, poi da Patrasso,
Atene e Corfù, dove essa forma passaggi evidenti alla subspec.
Schmidti.
c) Forme intermedie a colorito variabile (var. hybrida Emery,
1918) ed altre varietà innominate.
Venezia Giulia. — Nei dintorni di Trieste ricorrono degli
esemplari, che per la lucentezza del capo e la finissima punteggiatura del gastro corrispondono perfettamente alla subsp. Schmidti,
mentre hanno i l torace più o meno annerito : Miramar, 5-913 ( W . )
e Scorcola, 25-3-09 (P.). — Neil' Istria settentrionale, secondo
F I N Z I (1921, 120) nei medesimi luoghi tutte le due forme di colorito, come pure una forma intermedia. L o stesso vale per Pirano,
ove venne raccolta sulle mura del Duomo e sul fusto degli ulivi
(sec. C O B E L L I , 1906, 480). — Presso Salvore esemplari con scultura del capo e del gastro come nella vera scutellaris, però i l torace
variabile tra i l bruno e il rosso, 4-922. — A Rovigno, 4-912 ( W . )
individui grandi, con scultura piuttosto forte e di colorito insolito:
capo rossiccio, torace e gastro uniformemente bruni (forse esemplari immaturi della vera
scutellaris?).
Dalmazia. — Castella pr. Spalato, esemplari grandi, col torace e gastro di un bruno rossiccio oscuro, ma non nero, anche
una 9 alata col gastro piuttosto bruno, 9-912 ( N . ) . — Gata, ai
piedi del Mossor, una serie di esemplari di una speciale varietà
di colore : gastro nero, torace e occipite più o meno abbruniti,
dimodoché soltanto la parte anteriore del capo è di un rosso-giallo
marcato, 7-911.
25. Crematogaster sordidula N y l . (Mayr, F o r m . Austr.
1855, 472 e Europ. Form. 1861, 75; A n d r é , Spec. H y m . 1883,
391; E mery, Deutsche E n t . Zeitschr. 1912, 669 e F o r m . I t a l .
1916, 156; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 32; Bondroit, Fourm.
France, 1918, 113).
Gli esemplari dell' Istria e della Dalmazia appartengono
più o meno distintamente alla seguente razza balcanica :
Crcm. sordidula M a y r i Mayr (Acrocoelia Mayri [Schmidt i .
l i t t . ] Mayr, Verh. zool.-bot. Ver. Wien, I I I , 1853, 114; Crem
sordidula part., Mayr 1855 e 1861, A n d r é , 1983: sordidula var.
75
Plachi Forel, M i t i . Schweiz. ent. Ges., I X , 1895, 229 e Emery,
Deutsche Ent. Zeitschr. 1912, 670). — Colorito generalmente più
oscuro della forma tipica, bruno o piceo, grandezza spesso un poco
maggiore, torace per lo più un poco più allungato, col promesonoto
del tutto o quasi liscio (nella f. tipica spesso con alcune strie irregolari). L . 2.2-3 mm.
Razza poco differente dalla f. tipica e basata su caratteri
minuti e molto labili. P u ò darsi che più al Sud, in Grecia, essa sia
meglio fissata che da noi. A Trieste e nel Goriziano essa si avvicina alla forma tipica dell' Italia e del bacino occidentale del Mediterraneo; però già nell' Istria orientale e in molti punti della costa
dalmata non differisce affatto da esemplari della Balcania meridionale.
Abita quasi esclusivamente la zona costiera ed insulare della
nostra regione. Nel territorio di Trieste essa raggiunge t u t t ' al più
i pendii del Carso, senza estendersi sull' altipiano. Neil' Istria
meridionale (e probabilmente anche in Dalmazia) si interna maggiormente nel retroterra. Fa i nidi nel suolo, sotto sassi.
Venezia Giulia. — Goriziano: Monfalcone ( F . ) ; Jamiano,
molte y vaganti sui cespugli, 5-910; Duino, 3-914 ( W . ) ; Nabresina, sotto sassi, 5-09. — Dintorni di Trieste : Cedas-Prosecco,
solfo sassi, 5-08 e 5-21; Strada Vicentina, 15 3-911 (P.). — Istria
meridionale: Pedena, un nido in terra, 4-914 ( W . ) ; Rovigno,
4-912 ( W . ) ; Siana pr. Pola, falciando su prati secchi, 7-922. —
Dintorni di Fiume : Volosca (indicato dal F O R E L , 1905, 179, col
nome di var. Plachi, leg. Graeffe) ; Laurana, 6-908. — Isole : Venula pr. Pola, 4-910 ( C ) ; Lussin, 911 e M . Ossero, 4-08 ( G . ) ;
Scoglio Zabodarski, dinanzi al porto di Lussin ( M A Y R 1863, 12);
Oruda, Tasorca, Kozjak, Gruizza e Oriule piccola, 6-911 ( G . ) ;
S. Pietro dei Nembi ( M A Y R 1863, p. 20).
Dalmazia. — Dintorni di Zara : loc. class, dell'Acrocoelia
Mayri, raccolta dal capitano della guardia imperiale russa de Manderstjerna e descritta dal M A Y R (1. e ) ; Krmcine, tra Zara e Zaravecchia, 1-2-914, molte y" ( N . ) . — Dintorni di Spalato ( F R A U E N F E L D 1856, 435 e G A S P E R I N I , 1887, p. 9 ) ; Castella, nel terriccio
alla base degli ulivi, gennaio-marzo 912 ( N . ) ; Clissa-Salona, 4-906
( M A Y R 1911, p. 76); Labin pr. Tran ( G A S P E R I N I , 1887, p. 9 ) . —Ragusa, 6-914, 2 £ e Ombla pr. Gravosa, 6-914, 1 § e 1 Qj
76
1922, p. 44). — Isole : Arbe, Campo Marzio, 6-914
1922, p. 44); Scoglio Pettini pr. Premuda e Isola Grossa,
Sale, circondario di Zara, 5-911 ( G . ) ; Lesina, Brusije ( G A S P E R I N I ,
1887, p. 9 ) ; Lissa, 4-906 ( M A Y R 1911, p. 75) e 5-913 ( N . ) ; Collusa e Busi, 5-911 ( G . ) ; Pelagosa grande, 6-911 ( G A L V A G N I 1902,
380); Curzola, S. Antonio, un nido con parecchie 9 alate, 12-7-913
( W . ) ; Lagosta (leg. Zeller, sec. M A Y R , 1955, p. 473); Meleda,
4-906 ( M A Y R , 1911, p. 75).
(MAIDL
(MAIDL,
Balcania, Asia minore e Asia centrale. — La forma tipica in
Italia e attorno al bacino occidentale del Mediterraneo. Altre varietà nell'Asia fino al Giappone.
Nota. — E M E R Y distinse la razza balcanica col nome di var.
Plachi Forel, che si basa originariamente su esemplari di Creta e
Belgrado. Noto però che essa ha un nome ben più vecchio nella
Acrocoelia Mayri Mayr di Zara, che passava finora come sinonimo
della sordidula. Tanto dalla indicazione della località, quanto dalla
descrizione del M A Y R emerge chiaramente trattarsi della razza
balcanica, per cui sostituisco nel presente lavoro i l nome vecchio
di M A Y R a quello più recente di F O R E L .
F O R E L e E M E R Y non conoscevano che la forma (J) di questa
razza. Le QO, che ho a mia disposizione (dell'isola di Curzola)
raggiungono 6.5 - 7 mm di lunghezza, i l corpo è di sopra brunopiceo, lucente, i l margine laterale inferiore del gastro più chiaro,
rossiccio, le ali anteriori leggermente, ma distintamente offuscate
verso la base e verso il margine esterno, la cellula cubitale più
larga della discoidale, quest' ultima semplice oppure divisa in due
da un nervo secondario trasversale.
11. Genere : M O N O M O R I U M
Mayr.
CRevis. : E M E R Y , Deutsche E n t o m . Zeitschr. 190S, C63 - 68fi).
1. Colorito giallo, solamente l'addome verso l'apice offuscato. I l capo opaco in seguito a densa zigrinatura microscopica.
Antenne più slanciate, i due p r i m i articoli della clava evidentemente allungati. L . 2 mm. ( y 3.5-4 m m ) . 26. Pharaonis L .
— Corpo bruno-nerastro, totalmente lucente e liscio. A n tenne più brevi, i p r i m i due articoli della clava non più lunghi
che larghi. L . 1.3-1.6. L a 9
punteggiatura del capo più
distinta; L . 3.2-3.6 m m ) .
27. m i n u t u m Mayr.
c
o
n
77
26. Monomorium pharaonis L i n n è (André, Spec. H y m .
1833, 338; Emery 1908, 684 e 1916, 163; Forel, Ameis. Schweiz,
1915, 39; Donisthorpe, B r i t . A i d s 1915, 96; Bondroit, F o u r m .
France, 1918, 143).
Venezia Giulia : Pola (Handlirsch, 7-6-87, molte y ) .
Specie descritta originariamente dall' Egitto, però importata
col commercio in molte città d'Europa ed ormai quasi cosmopolita.
Predilige i climi temperati e caldi; in regioni a clima più freddo
fu osservata in vicinanza di luoghi riscaldati (forni, serre, ecc.)
Si annida nelle case, ove riesce talvolta oltremodo molesta. N i d i fica alle volte anche sui bastimenti, nelle fenditure delle pareti in
legno ( E M E R Y , 1908, 684).
27. Monomorium minutum M a y r (Form. Austr. 1855, 453
e Europ. F o r m . 1861, 72; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 333: Forel,
Ameis. Schweiz, 1915, 39; Emery, Form. Ital. 1916, 95. — M. minutum minutum Emery, Beitr. Mon. Form. D . E. Z. 1908, 681).
Venezia Giulia. — Negherà presso Muggia, su terreno alluvionale leggermente salmastro. 5-912, 3 3 e una 0 senza ali; nelle
saline di C'apodistria, 6-911, diverse y e una 9 senza ali (Spr.);
Unie, al margine del « polje » (terreno argilloso sabbioso a pochi
passi dalla spiaggia), 7-922, diversi es.
Dalmazia. — Indicato da E M E R Y * (1914, 157), però senza
precisare la località. Io posseggo una (3 di Salona pr. Spalato.
Specie mediterranea (loc. class. Italia), che avrà certamente
maggior diffusione nella regione litoranea, ma che sfugge facilmente alle ricerche per la sua piccolezza e per la sua somiglianza
colla Plagiolepis pygmaca. Fa piccoli nidi nel suolo con semplice
apertura, senza cratere ( E M E R Y , 1916, 160).
12. Genere : S O L E N O P S I S
Westw.
(Revis. : E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 27 - 36).
28. Solenopsis fugax Eatr. (André, Spec. H y m . 1883, 388;
Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 30; Donisthorpe, B r i t .
Ants 1915, 102; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 37; Emery, F o r m .
Ital. 1916. 166; Bondroit, Fourm. France 1918, 144; Diplorrhoptrum fugax L t r . , Mayr, Eur. Form. 1861, 73. — Subspec. Wolfi;
Solenopsis Wolfi Emery, Ann. Mus. Genova, 1915, 259). '
78
Specie diffusa nella nostra regione e variabile per grandezza,
colorito generale e forma del capo. Si possono distinguere due
razze estreme, tra le quali non mancano però t u t t i i passaggi :
a) S. fugax Latr. f. typ. — Occhi piccoli, ma ben visibili
anche colla lente, visti al microscopio distintamente facettati, statura variabile da 1.5 a 2.3 m m ) , le più grandi y col capo più
largo. Colorito giallo-ferrugineo o giallo-bruno, talvolta i l capo
e 1' addome d i un bruno più intenso.
1
Questi caratteri si accentuano, nella nostra regione, principalmente nei siti più nordici o a regime continentale; alle coste
meridionali dell' Istria, in Dalmazia e sulle isole osservansi generalmente individui p i c c o l i ) , pallidi, col capo più ristretto e allungato e cogli occhi talvolta assai piccoli.
Venezia Giulia. — Gorizia, all' ingresso del bosco di Panoviz,
sotto un sasso, una colonia con molte y, 4-08; S. Pietro del Carso,
sotto un sasso, una colonia con molte 9 alate, 18-9-910; Roditti,
sotto pietre, 9-911, un esemplare anche i n un nido d i Formica
piniphila; S. Galiziano, sotto pietre, 4-911; Mune-Zejane, sotto
un sasso, assieme a Tetramorium cacspitum, 4-911 ( W . ) ; M . Tajano, in un nido d i Formica pratensis, 5-08, 1 es.; Brestovizza,
10-911 ( W . ) ; Ronchi, 9-908 (qui ancor sempre esemplari abbastanza grandi, t i p i c i ) ; Ronchi-Doberdò, 3 cf, 29-8-08; Cattinara,
28-3-09; Conconello, sotto pietre, 23-3 e 9-4-911 ( P . ) ; Terstenicco,
15-4-911 ( P . ) ; nella stessa località singole 99
b \ sotto
escrementi bovini semi-asciutti, 8-9-920; Trieste, città, 11-908,
1 cf; Trieste, Boschetto ( M A Y R 1855, 452); Barcola-Miramar,
lungo la strada, sotto una pietra d'arenaria, i n un nido d i Aphaenogaster structor molti es., dei quali un gran numero quasi immobili ed ammucchiati, 9-3-919; S. Bartolomeo, 7-3-09; LipizzaBasovizza, terreno carsico aprico, un nido in terra, sotto un sasso,
moltissime y, nessuna forma sessuale, 26-9-920; molti esemplari,
specialmente i più grandi, col capo e la parte basale del gastro più
o meno offuscato, i più piccoli del tutto gialli; Mondano, nel ter2
s
e
n
z
a
a
' ) I n certe regioni pare che v i sieno esemplari ancor p i ù grandi, perchè
EMERY
(1909) d à una lunghezza massima d i 2.7 m m .
2
) L a stessa constatazione fa E M E R Y per la S. fugax
della Sardegna e
delle Isole Tirrene ( A n n . Mus. civ. Genova, 1915, 260 e Form. I t a l . 1916, 166).
79
riccio alla base di una quercia, 4 es. col capo e specialmente 1' addome oscuro, bruno, 9-920 ( F . ) ; Salvore, nel terriccio raccolto al
vaglio, esempi, piccoli, gialli, 9-910 (C.) ; Tondo grande pr. Orsera, nel terriccio delle macchie, 4-09 ( C ) ; Venula pr. Pola, es.
piccoli col gastro offuscato ( C ) .
Dalmazia. — Gli esemplari, che corrispondono meglio al tipo
continentale (grande, giallo-bruno), tengo da Zemonico pr. Zara,
località umida, argillosa, a 14 km. dalla costa, 18-9-14 ( N . ) . Dai
dintorni di Zara (Cimitero) posseggo invece esemplari piccoli,
gialli, 4-12, così pure da Nona al Nord di Zara, alla costa, 8-13,
molte y e 9 alate ( N . ) . Alle Castella presso Spalato numerose (j
nel terriccio dei campi, di statura piccola, colorito giallo o giallobruno, col gastro spesso offuscato, 1-912, 3-912 e 3-921 ( N . ) . —
Località insulari : Rava, alcune <J piccole col gastro bruno, 8-899;
Lesina (Verbagno, Gelsa, nel terriccio), esempi, piccoli col gastro
bruno, 3-912 ( N . ) ; Pomo (scoglio vulcanico), statura mediocre,
testa e gastro bruni, 6-911 ( C ) . — Interessanti due es. di Rogosnizza presso Sebenico, i quali per la statura ed il colorito uniformemente giallo-pallido, combinano perfettamente colla subsp. Wolfi,
pur avendo gli occhi ben distinti, meno atrofizzati, ( C , 1911).
Più al Sud, in Albania (Scutari, leg. Lona, 5-14) ed in Grecia
(Patrasso, leg. Novak) ricompare la forma grande, giallo-bruna,
come a Zemonico nella Dalmazia settentrionale.
I tipi della 5". fugax provengono da Parigi e dalla Francia
meridionale (sec. B O N D R O I T ) . L'area di diffusione attuale abbraccia l'Europa media e meridionale e gran parte dell'Asia temperata.
La specie si spinge al Nord fino in Inghilterra ( D O N I S T H O R P E ) ,
ma non è constatata con certezza dalla Svezia. A l Sud essa arriva
fino al Marocco ( E M E R Y , 1916).
b) S. fugax W o l f i Emery. — Occhi minutissimi, essi appariscono anche con forte lente come due puntini, talvolta appena
percettibili. Sempre di statura piccola, che va da 1.5 a 1.9 mm; il
colorito sempre chiaro uniforme, spesso giallo-pallido.
Questa Solenopsis venne scoperta da me in agosto 1900 nella
Grotta di Privorac nell' isola di Lesina, ove raccolsi non poche y
nei bicchieri con ossa putrefatte, esposti nella grotta per adescare
insetti cavernicoli. U n ' a l t r a serie di esemplari fu raccolta pure
80
1
da m e ) in una piccola grotta presso Gjeverschc nella Dalmazia
centrale, 1903. Infine posseggo un esemplare trovato dal Novak
assieme ad altre Solenopsis nel terriccio profondo alle Castella e
che m i sembra doversi pure annoverare come subsp. Wolfi.
Nota. — L ' i l l u s t r e mirmecologo e psichiatra F O R E L di Zurigo, al quale avevo spedito in esame alcuni esemplari di questa
Solenopsis, l i riferì in data 8-4-907 alla Sol. orbala Emery di Corsica e precisamente alla forma tipica (« essendo munita di occhi,
per quanto piccolissimi »).
11 Prof. E M E R Y , che aveva ricevuto dal Dott. Wolf alcuni dei
miei esemplari, scrisse in data 7-11-912 : « L a Solenopsis orbala?
della Dalmazia è vicinissima alla specie corsicana, ma non mi pare
quella; il capo non, è così allungato ed il colore è diverso, più tendente al grigio, mentre 1' orbula è schiettamente gialla. M i pare
che si potrebbe descriverla come varietà ». Nel 1915 pubblicò poi
questa mia Solenopsis come 5. Wolfi n. sp.
Lascio all'amico Finzi di fare un accurato confronto tra la
5". Wolfi e 1' orbula, non possedendo io di quest'ultima che un
unico esemplare, il quale effettivamente mi sembra distinto per il
capo molto lungo, rettangolare, coi margini laterali quasi rettilinei, paralleli. Io mi limito al confronto colla .T. fugax, della quale
dispongo un bel materiale di molte località. E qui devo osservare,
che i caratteri attribuiti da E M E R Y alla S. Wolfi non reggono all' esame del mio materiale.
Anzitutto la forma del capo va soggetta a tali variazioni da
non costituire un criterio sicuro per la distinzione della S. Wolfi
come specie a sè. I l capo allungato e stretto della S. Wolfi riscontrasi non di rado anche nella 5". fugax delle Castella e, d' altro canto,
vi sono singoli individui della 5. Wolfi col capo meno allungato,
che assai poco si scostano dalla forma meridionale, piccola, della
S. fugax. Gli occhi variano notoriamente nella 5. fugax in modo
da costituire una serie ininterrotta di vari gradini di riduzione,
fino a quello della 6". Wolfi. I l colorito tendente al grigio, che
E M E R Y rileva nella sua descrizione della S. Wolfi, non riscontrasi
che negli esemplari di Gjeversche ed è dovuto forse alla lunga
permanenza di detti esemplari in alcool diluito.
) N o n da W o l f , come cita erroneamente EMERY, 1915, 259.
81
Da t u t t i questi fatti emerge l'impossibilità di mantenere la
S. Wolfi come specie a sè. Essa costituisce una forma estrema di
adattamento della 5. fugax alla vita ipogea o cavernicola e presenta
i soliti caratteri determinati da tale regime di vita (depigmentazione, riduzione degli occhi, allungamento del capo).
13. Genere : M Y R M E C I N A Curtis.
1
Da noi una sola specie ) :
29. Myrmecina graminicola Latreille (Emery, F o r m . I t a l .
1916, 170; Bondroit, Fourm. France, 1918, 116. Myrmecina Latreillei Curtis, Mayr, Form. Austr. 1855, 421 e Europ. Form. 1861,
74; André, Spec. H y m . 1883, 275. — Var. Grouvellei Bondroit,
1. e ) .
Largamente diffusa nella regione adriatica orientale, tanto
nella zona carsica (delle quercie), quanto in quella mediterranea
(delle macchie sempreverdi). Specie lenta, timida, che vive in piccole colonie ipogee e che raccogliesi di solito vagliando i l terriccio.
Toccata o irritata resta immobile, fingendosi morta.
Venezia Giulia. — Goriziano: Chiapovano, 5-911; Panoviz
pr. Gorizia, 4-908, diverse £) e una 9 senza ali. — Carso triestino : Ponikve pr. Auber, 11-911 ( P . ) ; Lipizza, nel terriccio e
fogliame delle doline, singole operaie, 4 e 5-911; anche esemplari
^rgatogini ( F I N Z I , 1921, 120); Fernetich, nel terriccio all'entrata
di una grotta, 4-922; Trebiciano, vagliando in una dolina diverse y
e una 9 dealata; Opcina, nelle doline, solite y e 2 esemplari ergatogini, 14-4-901; Gabrovizza, 4-09. — Zona costiera di Trieste :
Duino, nel parco, 3-914 ( W . ) . — Istria : Clanez, 4-08; Mondano,
solite operaie e singole ergatogine ( F I N Z I , 1921, p. 120); Salvore,
nel parco Gabrielli, vagliando fogliame di cespugli sempreverdi,
4-922; Val di Torre pr. Cittanova, 4-09 (C.) ; Pola, Bosco Siana,
7-922. — Isole : Lussingrande, 3-914 (Schatzmayr).
Dalmazia. — Parte settentrionale: Zara, 8-913, 1 y ( N . ) ;
Zemonico, nel terriccio numerose y , 9-914 ( N . ) ; Kistanje, 9-909;
Kosore pr. Verlicca, 9-911. — Dintorni di Spalato : Castella, nel
*) L a seconda specie europea, AL sicula
( A n d r é ) , Emery, nota finora so-
lamente t . Sicilia (Palermo), differisce dalla graminicola
toracica della (*$ in gran parte levigata.
per la superficie
dorsale
82
terriccio alla base di olivi, frequente, 2 e 3-914 ( N . ) . — Bocche
di Cattaro : Oko, 5-912, 1 8 ( C ) . — Isola di Lesina : Gelsa e
Vcrbagno, nel terriccio, 3-912 ( N . ) ; Brusije, esemplari cf in luglio
(sec.
GASPERINI,
1887,
p.
8).
Europa media e meridionale, Tunisia.
Nota. — B O N D R O I T (1918) distinse in Francia oltre alla
forma tipica, una forma meridionale, che denominò var. Grouvellei.
Le medesime due forme si trovano anche da noi, solamente è difficile tracciarne un limite netto causa i passaggi insensibili che le
collegano.
Nei siti più settentrionali e continentali, come ad esempio nel
Carso di Trieste, predomina la forma tipica dell'Europa centrale,
che è un poco più grande, più oscura, quasi totalmente nero-picea.
Più al Sud, in Dalmazia, specialmente a Zemonico, alle Castella e ncll' Isola di Lesina, osservatisi delle operaie di un colorito un poco più chiaro; i l torace diventa alle parti e di dietro
rosso-bruno o giallo-rossiccio, altrettanto le guancie. L a statura
è in media un poco minore, i l torace un poco meno allungato. 11
dente mediano del clipeo tende a indebolirsi ed è talvolta obliterato.
Trattasi adunque evidentemente della var. Grouvellei, descritta
dalla Francia meridionale.
Interessantissimo un esemplare ( y ) di Zemonico, che si
scosta notevolmente dagli altri della stessa località. E ' piccolo, col
torace quasi totalmente giallo-bruno, coperto di strie longitudinali
come nella solita graminicola, però più deboli. Manca totalmente la
sporgenza dentiforme basale dell' epinoto e le spine epinotali sono
molto più brevi del solito. Anche ifeapo è un po' diverso, i l margine
occipitale meno incavato nel mezzo, gli angoli posteriori meno
sporgenti e più arrotondati; lo scapo antennale meno robusto, più
sottile.
Queste differenze sarebbero naturalmente più che sufficienti
per costituire una specie a sè, qualora si potesse accertare la costanza dei caratteri. Ma trattandosi di un unico esemplare, preso
assieme con altri normali, ritengo piuttosto che. si t r a t t i di un
individuo anormale, arrestatosi nell' evoluzione ontogenetica per
motivi ignoti, in modo da non aver raggiunto lo sviluppo completo
di t u t t i i dettagli morfologici e cromatici della M. graminicola.
83
E ' nota nella M. graminicola la presenza di individui asessuali che differiscono dalle solite operaie per statura maggiore e
robusta ed occhi più grandi. Essi assomigliano molto alle 9 normali, ma ne differiscono per la mancanza degli ocelli, delle ali e
del parattero. Lina relazione esauriente su queste forme anormali
coi rispettivi disegni del torace pubblicò E M E R Y nel Rendiconto
della R. Accademia delle scienze di Bologna, voi. X X , 1916, p.
56-59. Egli aggruppa tali individui anormali in due serie: a)
quelli che serbano ancora la scultura toracica normale delle
e
di cui sarebbe una forma estrema, di grandi dimensioni la M. Kutteri Forel, e b) le vere forme di passaggio tra le operaie e le femmine, caratterizzate da scultura del torace differente,
La presenza di tali individui asessuali maggiori nel Carso di
Trieste, fu segnalata dal nostro F I N Z I (1921, 120 e 1922, 31). A n che io tengo attualmente due esemplari di Opcina. Essi appartengono al gruppo b) di E M E R Y , avendo la scultura del torace del
tutto diversa dalle solite operaie. L a striatura non è affatto longitudinale, ma più o meno irregolare, con rugosità oblique o trasverse; in uno dei due esemplari rimane un'area centrale lucida
anteriore ed una posteriore. Lunghezza : 3.5 - 4 mm.
L'unica 9 che posseggo attualmente (da Panoviz) corrisponde per la scultura del torace alla fig. 4 dell' E M E R Y (1. c. 1916,
p. 58), vale a dire collo scutello liscio. Lunghezza 3.8 mm.
Riassumendo, si possono distinguere le forme in questione
coli' aiuto dello specchietto seguente :
1. Capo con ocelli. Torace alato, con parattero distinto,
con striatura longitudinale di estensione variabile; lo scutello
striato o liscio. L . 3.5-4 m m .
graminicola 9— Senza ocelli. Torace non alato, senza parattero . 2.
2. Esemplari più grandi e robusti, con occhi grandi come
nella 9- Torace più largo, con striatura irregolare, più o meno
trasversa o obliqua e talvolta con aree lucide nel mezzo.
L . 3.5-4 mm.
graminicola f. ergatog.
— Esemplari più piccoli, con occhi più piccoli della 9
col torace completamente striato longitudinalmente. Lunghezza
3-3,3 mm
3.
e
84
3. Colorito quasi totalmente nero-piceo. Clipeo più o meno
distintamente tridentato.
graminicola f. t y p . y .
— Colorito più chiaro, statura un poco minore, le parti
laterali e posteriori del torace più o meno rossiccie o giallo-brune.
I l dente mediano del clipeo spesso rudimentale.
graminicola v. Grouvellei y .
14. Genere : L E P T O T H O R A X M a y r .
L o studio definitivo delle numerose specie e varietà non è
ancora compiuto. Sul valore tassonomico delle varie forme, specialmente nel gruppo tuberum-Nyland'eri, regna ancora una estrema
divergenza di vedute. M A Y R distingueva tutte le forme note nel
1861 (Europ. Form.) come specie a se. A N D R É invece le considera
nel 1883 (Spec. H y m . ) tutte come varietà di una specie sola. F O R E L
ed E M E R Y (Ameis. Schweiz, 1915 e Form. Ital. 1916) tengono una
via di mezzo, riducendo i l numero delle specie del gruppo tuberumNylanderi a tre, una delle quali (tuberum) con molte razze e varietà. Nel recente lavoro di B O N D R O I T (1918) troviamo di nuovo
tutte le specie del M A Y R considerate come tali, in più un certo
numero di specie nuove.
E ' difficilissimo seguire i l B O N D R O I T nella sua classificazione
dei Leptothorax ed identificare il nostro materiale adriatico colle
numerose forme da lui ammesse o descritte. Del resto i l suo lavoro
non mi sembra uno studio profondo e critico dei Leptothorax francesi, ma piuttosto una semplice descrizione d'innumerevoli forme,
che P autore designa quasi tutte come specie, senza curarsi della
ben nota variabilità di certi caratteri. Converrà rifare il lavoro del
B O N D R O I T sulla base dei tipi e di un materiale ricco e ben assortito,
onde poter stabilire effettivamente la variabilità delle singole forme
e giungere in tal modo alla delimitazione oggettiva delle specie. Ed
è perciò che io non ho ritenuto opportuno di basarmi su questo
lavoro per la determinazione dei Leptothorax adriatici, onde non
aumentare maggiormente la confusione che regna in questo genere.
So che la mia classificazione non rispecchia in t u t t i i dettagli la
molteplicità delle nostre forme, però preferii distinguerne poche,
principali, che molte, dubbiose.
85
Tabella dei s o t t o g e n e r i e delle specie
(y).
1. Antenne esili, lo scapo oltrepassa un poco i l margine occipitale ed è assottigliato e leggermente strozzato dinanzi all' apice.
I peli del gastro lunghi e sottili; solco mesoepinotale profondo.
Capo e promesonoto lisci e lucidi. Antenne di 12 articoli.
L . 2.4-3.2 mm. (Temnothorax M a y r ) .
30. recedens N y l .
— L o scapo non oltrepassa i l margine occipitale; i peli del
gastro più brevi e rigidi, spesso ottusi o clavati; solco mesoepinotale indistinto o t u t t ' al più leggermente accennato . . .
2.
2. Antenne di 12 articoli (Leptothorax s. str. part.) . 3.
— Antenne di 11 articoli
18.
3. Specie relativamente grande, totalmente picea. Capo e torace con rugosità grossolane longitudinali, parzialmente reticolate.
Peziolo con gambo cilindrico, lungo e con un nodo che si presenta
in profilo molto grosso e del tutto arrotondato. L . 3 - 4 mm.
31. Rottenbergi Emery.
— I l corpo almeno parzialmente giallo o rossiccio, in due sole
specie (exilis e angustatas) più scuro, però in tal caso il nodo del
peziolo angoloso e la statura minore )
4.
4. I l capo del tutto o almeno di dietro opaco, con minutissima
z i g r i n a t u r a r o t o n d a ) o rugosità reticolari . . 5.
— 11 capo di dietro più o meno liscio e l u c i d o , senza
zigrinatura rotonda, t u t t ' al più con minutissima striatura longitudinale )
15.
5. Antenne perfettamente gialle*)
6.
— Antenne colla clava offuscata o annerita ) . . . 1 1 .
6. Capo, gastro e femori picei o nerastri, torace e peduncolo
di un giallo-bruno rossiccio. Epinoto con spine brevi, triangolari.
Peziolo breve, non più lungo che alto, con profilo dorsale netta1
2
3
4
1
) U n ' altra specie picea e di statura minore è i l L . niger Forel, di Mar-
siglia e Genova. Capo e torace opachi, eccetto la fronte che è un po' lucente;
occhi relativamente grandi; senza solco mesoepinotale. Specie terricola.
2
) Da osservarsi al microscopio.
3
) I l L . exilis,
che presenta alle volte l'occipite meno liscio, con scultura
che si avvicina alla zigrinatura rotonda, è contemplato per maggior sicurezza
anche nel gruppo precedente (al n. 5 ) .
4
) I l L . unìfasciatus,
ambo i gruppi.
che varia nel colore della clava, è contemplato i n
86
mente angoloso. L . 2.5 - 3.2 mm. — Europa media, sotto le cortcccie *)
[corticalis Schenk].
— Colorazione diversa. Spine epinotali più lunghe; peziolo
più lungo (eccetto i l clypeatus)
.7.
7. 11 capo alle parti e posteriormente con rugosità reticolare
abbastanza grossolana, gli spazi del reticolo con debole zigrinatura rotonda. 11 clipeo delimitato dalla fronte da un solco semicircolare lucido, senza accenno di area frontale. Specie relativamente robusta, gialla, col gastro bruno (eccetto la base). Torace
rugoso e zigrinato, con spine epinotali lunghe. L . 2.5 - 3.5 mm. —
Specie rara, arboricola, che si trova qua e là neh' Europa media e
in Italia.
[clypeatus M a y r ] .
— I l capo di dietro fittamente zigrinato, senza o con debolissime rugosità. Dietro i l clipeo scorgesi sovente, sebbene indistinto,
il contorno triangolare dell' area frontale
8.
8. Quasi uniformemente bruno, i l capo un poco più oscuro.
Torace con solco mesoepinotale distinto, come nel vero Nylanderì,
però le spine dell' epinoto alquanto più brevi, non arquatc.
E. 2.6 mm.
40. sordidulus n. sp.
— Specie gialle, f u t i ' ai più i l capo leggermente offuscato,
il gastro giallo con fascia trasversale bruna o nera . . 9.
9. Con leggero solco mesoepinotale. — Specie gialla, i l
capo spesso un poco offuscato e le spine epinotali lunghe, falciformi. L . 1.8-2.8 m m .
39. N y l a n d e r ì F ò r s t .
— Senza solco mesoepinotale
10.
10. Peli del gastro più lunghi e sottili. I l capo spesso anteriormente un poco offuscato; spine epinotali lunghe. — Vedi Nylanderì al n. 9.
— Peli del gastro più brevi e rigidi. Capo e torace totalmente e uniformemente gialli con tinta leggermente rossiccia; spine
epinotali meno lunghe. — Vedi unifasciatus al n. 14.
11. I femori più o meno offuscati o nerastri . . . 1 2 .
— Le gambe totalmente gialle
14.
12. Colorito quasi totalmente bruno o piceo. I l capo un poco
lucido, i l peziolo con profilo dorsale nettamente angoloso. — Vedi
exilis al n. 16.
!)
Potrebbe venir trovato nella nostra regione, nell' alto Isonzo o sulle
A l p i . Io lo posseggo da Lubiana (leg. D r . Springer).
87
— Specie più o meno bicolori, col capo opaco e col peziolo
spesso meno angoloso
13.
13. Capo perfettamente nero o piceo, torace e peduncolo rossicci (come nel L . corticalis), gastro nero colla base gialla. Clava
intensamente annerita; spine epinotali abbastanza lunghe, ma
con base più larga e gradatamente assottigliata verso l'apice.
L . 2.4 - 2.8 mm.
37. nigriceps auct.
— Giallo-bruniccio, col capo più oscuro (ma non perfettamente nero o piceo), gastro bruno colla base più chiara. Clava
alle volte assai debolmente offuscata, spine epinotali lunghe, r i curve, colla base assai assottigliata, bruscamente staccata dall ' epinoto e poco più larga delle spine stesse nel mezzo. Capo
subquadrato, largo di dietro. L . 2.5-3 mm. 36. affinis Mayr.
14. Corpo giallo-testaceo, con fascia trasversale nera o
bruna sul gastro. I peli del gastro più brevi. Spine epinotali di
varia lunghezza. L . 2 - 3 m m .
35. unifasciatus L a t r .
— Corpo giallo chiaro, i l gastro con fascia oscura dilatata
lateralmente e attenuata o interrotta nel mezzo; i l capo colle
guancie annerite dinanzi agli occhi. I peli del gastro più lunghi
ed esili. Spine epinotali lunghe. L . 1.7-2.2 mm.
38. interruptus Schenk.
15. Torace con leggera impressione mesoepinotale. Colorito
quasi uniformemente bruno, col gastro più oscuro verso l'apice;
clava antennale non più oscura del funicolo. Capo anteriormente
con fine strie longitudinali, posteriormente liscio e lucido; torace
distintamente rugoso. Peziolo alto, con profilo dorsale nettamente angoloso; spine epinotali abbastanza lunghe. L . 2.5-3.2
mm. — Francia meridionale e Italia meridionale. Vive nei rami.
[angustulus N y l . j .
•— Senza alcun accenno di solco mesoepinotale. Clava delle
antenne più o meno offuscata
16.
16. Colorito più o meno uniformemente bruno-castagno.
Peziolo con profilo dorsale angoloso. Spine epinotali lunghe ed
esili. — Distinguesi dal precedente con facilità per i l torace
zigrinato, senza r u g o s i t à marcate. L . 2 - 2.5 mm.
32. exilis Emery.
— Colorito giallo-testaceo chiaro. Peziolo con nodo arrotondato o molto più basso
17.
88
17. Capo almeno tanto largo quanto lungo, distintamente
striato e subopaco nella m e t à anteriore. Peziolo con nodo basso,
ottusamente angoloso. Spine epinotali brevissime, rivolte all'insù.
Statura più grande, colore giallo, con fascia nera sul gastro.
L . 2.3-2.8 m m .
34. bulgaricus graecus. For.
— Capo allungato, subparallelo, ben più lungo che largo,
totalmente lucido, con minutissima striatura longitudinale nella
m e t à anteriore. I l nodo del peziolo ben più sviluppato, rotondo.
Spine epinotali più grandi, rivolte obliquamente a l l ' indietro.
Statura piccola, i l gastro leggermente offuscato verso 1' apice,
senza fascia trasversale distinta; anche la clava delle antenne
assai debolmente offuscata. L . 1.8 m m . 33. pelagosanus n. sp.
18. P i ù piccolo, del tutto giallo, compresa la clava delle antenne; sul gastro t u t t ' a l più una fascia bruna appena accennata.
L . 1.7-2 mm. — L ' a l a anteriore del cf, come nelle specie precedenti, con cellula radiale breve e chiusa (Leptothorax s. str. part.).
4L flavicornis Emery.
— Specie più grandi, bicolori : capo e gastro di color bruno
o nerastro, torace giallo fin bruno-rossiccio, clava più o meno annerita. — I cf
cellula radiale lunga e aperta
(Mychothorax
sensu Emery)
19.
c
o
n
19. Le tibie, come in tutte le specie precedenti, con pubescenza aderente. Colorito generalmente un poco più chiaro, la
clava leggermente offuscata e le gambe perfettamente gialle.
L . 2.7 -3.7 m m . — Europa boreale e media, in Italia fin V a l l o m brosa. A l Sud esclusivamente in montagna, [muscorum N y l , ] .
— Le tibie con peli eretti. L a clava antennale più intensamente annerita, talvolta i femori debolmente offuscati. Torace
con solco mesoepinotale più marcato. L . 3.3-3.7 mm.
42. acervorum Fabr.
Sottogenere : Temnothorax M a y r .
30. Leptothorax recedens N y l . (Temnothorax
[gen. propr.]
recedens, Mayr, Eur. Form. 1861, 69; T. recedensA-Rogeri, A n d r é ,
Spec. H y m . 1883, 308; Leptothorax
recedens, Forel, Ameis.
Schweiz 1915, 27 e Emery, Form. Ital. 1916, 177).
Comprende due razze distinte, delle quali probabilmente una
sola nella regione adriatica orientale :
89
a) L . recedens recedens N y l . (T. recedens, A n d r é , Spec. H y m . 1883, 308). —
Epinoto con grandi denti t r i a n g o l a r i . Scapo meno assottigliato a l l ' apice.
Regione mediterranea occidentale (Spagna, Portogallo, Francia meridionale.
Svizzera [Ticino], Italia e Sicilia). I tipi dì NYLANDER provengono dalla Francia
meridionale (Beaucaire). Io ho esaminato esemplari d i Sambiase i n Calabria
(leg. M i n o z z i ) .
Nella letteratura troviamo indicato i l T. recedens anche da due località
dalmate: Spalato, comune nel musco e s u i m u r i dei bastioni veneti intorno
alla città (sec. GASPERINI, 1887, p. 8) e Arbe, Tignarossa, 6-914, 1 £
(sec
MAIDL, 1922, 43). Resta p e r ò a vedersi se trattasi effettivamente del recedens
s. str. o piuttosto della razza seguente:
b) L . recedens Rogeri Emery (Ent. M i t t . 1914, 158 e Forel,
Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1892, 315. — T. Rogeri, A n d r é , Spec.
H y m . 1883, 308). — Epinoto con lunghe spine. Scapo assai distintamente assottigliato all' apice, con leggera strozzatura preapicale.
Dalmazia. — Scoglio Pomo nell'Adriatico meridionale, 1 es.
nel terriccio, 5-911 (C.).
Forma balcanica. Grecia (loc. class.), Bulgaria.
Sottogenere : Leptothorax s. str.
31. Leptothorax Rottenbergi Emery ( A n d r é , Spec. H y m .
1883, 296; Emery, F o r m . I t a l . 1916, 177).
Dalmazia. — M t e . Koziak vicino Spalato, 2 es., 5-912 ( N . ) .
Osservo che questi due esemplari furono gentilmente esaminati
e determinati dall'Autore.
Era noto finora solamente d ' I t a l i a (Italia meridionale fino
a Napoli, Gargano e colline intorno a Bologna). Diverse altre
forme nella regione mediterranea. Specie terricola.
32. Leptothorax exilis Emery ( F o r m . I t a l . 1916, 179; tuberum v. exilis, A n d r é , Spec. H y m . 1883, 299 e tuberum subsp.,
Emery, Ent. M i t t . 1914, 157).
Specie mediterranea, terricola, trovata finora da noi in pochi
esemplari negli scogli dell'Adriatico. — Venezia Giulia : Palazzuoli e Tasorca presso Lussin, 2 es., 6-911 (G.). — Dalmazia:
Scoglio Pomo nell'Adriatico meridionale, 6-911, 1 es. ( K . ) .
Osservo che 1' esemplare di Palazzuoli ha i l capo più fortemente striato e di conseguenza meno lucido.
Descritto originariamente da Napoli e dalla Corsica, trovato
poi in diverse varietà neh' Emilia, in Sardegna, nell' Isola d' Elba
90
e Giglio. I o tengo un esemplare di Evora in Portogallo (Schatzmayr), che m i fu determinato dall'Emery per exilis e che combina
coi miei esemplari adriatici.
33. Leptothorax pelagosanus n. sp.
Ritengo superfluo compilare una descrizione particolareggiata,
che non farebbe altro che ripetere i caratteri riportati nella tabella
dicotomica.
L ' u n i c o esemplare (<p) che posseggo trovai nel terriccio gentilmente inviatomi dal Prof. Cori dall' Isola di Pelagosa in pieno
Adriatico nel marzo del 1911.
I l Prof. Emery, al quale sottoposi in esame questo esemplare
nel 1912, riteneva potesse essere forse un esemplare minimo del
L . bulgaricus graecus. Egli non aveva evidentemente osservato
1' enorme diversità nella conformazione e scultura del capo, nello
sviluppo del nodo del postepeziolo, delle spine epinotali e nel colore
del gastro.
Non è escluso invece, che i l L . pelagosanus possa essere identico col L . massiliensis Bondroit (1918, 133), noto finora solamente
di Marsiglia. P e r ù la brevissima descrizione di B O N D R O I T non fa
alcun cenno della forma del capo e non permette una interpretazione sicura. Preferisco arrischiare di veder messo in sinonimia
i l mio L . pelagosanus, che designare la specie con un nome incerto.
34. Leptothorax bulgaricus Forel (Verh. zool.-bot. Ges.
W i e n , 1892, 314).
Specie molto rassomigliante al L . unifasciatus, però i l capo
di dietro più o meno liscio e lucente, i l nodo del peziolo più basso
e le spine epinotali molto piccole.
Comprende parecchie forine locali che si distinguono per piccole differenze nella scultura e lucentezza del capo, nel profilo del
torace e del peziolo (angoloso o rotondo) ecc. (vedi F O R E L , Bull.
Soc. Vaudoise scienc. nat., Lausanne 1911, n. 173, p. 334). Esse
abitano varie località della Balcania e dell'Asia minore. Una di
queste fu trovata anche nella nostra regione :
L . bulgaricus graecus Forel (Bull. Soc. Vaudoise, 1911,
n. 173, 336; Emery, Form. Ital. 1916, 179).
Dalmazia. — Scoglio Pomo nell'Adriatico meridionale, vagliando terriccio, diverse y e 1 Q dealata, 5-911 ( C ) .
91
L a descrizione originale si basa su esemplari di Patrasso,
Atene e Corfù. L ' autore osserva, che gli esemplari di Atene e
Corfù hanno la scultura più debole. Io tengo un esemplare di Corfù,
che è più piccolo e che ha i l capo più lucido degli esemplari dalmati;
del resto t u t t i i caratteri essenziali sono identici.
I l mio esemplare 9 (di Pomo) è di un giallo chiaro, coli' addome piceo, eccetto la terza parte basale; la clava bruna, lo scutello
e la parte anteriore del capo assai debolmente offuscati. I l capo è
relativamente piccolo, abbastanza grossolanamente striato fino agli
ocelli, però coli' occipite quasi liscio e lucente, non zigrinato. Promesonoto con finissima striatura longitudinale, come nell' unifasciatus, lo scutello completamente liscio e lucido. Epinoto con piccolissimi dentini angolosi. Peziolo alquanto più basso del Nylanderì, circa come nella 9 dell' affinis e unifasciatus. L . 3.8 mm.
35. Leptothorax unifasciatus L a t r . (Mayr, F o r m . Austr.
1855, 444 e Europ. Form. 1861, 59; tuberum var. unifasciatus,
André, Spec. H y m . 299; tuberum subsp. unifasciatus, Forel, Ameis.
Schweiz, 1915, 23 e Emery, Form. Ital. 1916, 181).
Gli esemplari che riunisco sotto questo nome hanno di comune
il colorito del corpo; essi differiscono però notevolmente tra loro
per la lunghezza delle spine dell'epinoto. E M E R Y (1916, 181) definisce per unifasciatus una forma a spine brevi; il M A Y R (1855,
444) gli ascrive però spine « mediocremente lunghe ». I n generale
osservo, che gli esemplari dei siti più alti e più interni della Venezia Giulia (Roditti, Gorizia) hanno le spine piuttosto brevi,
quelli dei siti costieri spine più lunghe, talvolta poco differenti dal
L . affinis.
Specie che nidifica per lo più in terra, sotto sassi, però anche
sotto muschi nei tronchi d' alberi.
Nel materiale della nostra regione distinguo due razze principali, differenti per i l colore della clava :
a) U unifasciatus unifasciatus Latr., colla clava più o meno
annerita. — Forma dell' Europa media, largamente diffusa nella
Venezia Giulia :
Goriziano : tra Gorizia e S. Pietro, 4-919, 1 es.; Monfalcone,
5-920, 2 es. grandi con spine brevi; Monfalcone-Oppacchiasella, sui
cespugli, 5-910, 3 es. con spine più lunghe. — Territorio di Trieste:
92
Roditti, 4-911; Basovizza-Lipizzà, numerose y , 22-3-08; Duino,
un nido con 1 9 dealata ), le y con fascia addominale assai debole,
leggermente bruna, 22-3-914 ( S p r . ) ; Barcola-Prosecco, in un ramo
di quercia, numerose y , con spine variabili, i n alcuni esemplari
quasi come i l L . affinis, 5-921 ; Scorcola, sotto pietre, un esemplare
con spine mediocri ed uno come i l L . affinis, 6-4-909. — Istria :
S. Bartolomeo, sotto pietre, 7-3-909; V a l di Torre, 4-909 (C.) ;
Rovigno, 1 es. 4-912 ( W . ) ; Lussin, 1 es., 911 (G.).
1
Dalmazia. — Vrana, 6-914, 1 es. con spine mediocri ( N . ) .
I l M A Y R indica i l L . unifasciatus da diverse località dell'Austria e dell' Italia, F O R E L lo dice diffuso in Svizzera, 1' E M E R Y l ' i n dica dall' Italia continentale, da Corsica, Sardegna e dall' Isola del
Giglio.
Una forma un poco differente, che si determina secondo M A Y R
(1855) per L . tuberum, raccolsi sul M . Maggiore in Istria, 5-911.
I l colorito è più oscuro, i l capo bruno, la fascia addominale più
estesa, in modo da non lasciar che la terza parte basale del primo
segmento di color giallo, però le gambe non offuscate, del tutto
gialle; spine dell' epinoto piuttosto brevi.
b) L . unifasciatus subsp., con antenne del tutto gialle. —
Forma meridionale, che posseggo da poche località costiere o insulari :
Venezia Giulia. — Isola di Unie, i n tre diverse località, 7-922.
— Dalmazia : Risano alle Bocche di Cattaro, 7-908, 2 es.
I l capo di questi esemplari e del tutto opaco, densamente
zigrinato, le spine epinotali piuttosto brevi.
Una serie di esemplari di eguale colorazione, però colla fronte
nel mezzo più o meno lucente e colle spine epinotali un poco più
lunghe mi mandò l'amico Novak da Poljica in Dalmazia, 7-914.
Questa razza colla clava gialla merita certamente una denominazione, però non oso proporne un nome, visto i l gran numero
di Leptothorax descritti da B O N D R O I T , tra i quali facilmente si
potrebbe trovare una forma identica alla nostra. Osservo, che
l
bruna,
)
Questa
Q,
V unica
col gastro piceo,
che
posseggo attualmente del L . unifasciatus,
giallo alla base. Lo scutello
debolmente striato,
è
nel
mezzo liscio; le spine ridotte a due sporgenze angolose dell'epinoto; i l peziolo
con nodo alquanto più basso del Nylanderì.
spine epinotali lunghe.
— Le rispettive (jj hanno invece le
93
questa forma, per i l colorito, potrebbe facilmente venir scambiata
col L . Nylanderì, però i peli del gastro sono brevi e rigidi, mentre
i Nylanderì della stessa provenienza (Istria e Dalmazia costiera)
hanno i peli evidentemente più lunghi ed esili, locchè facilita la
distinzione senza bisogno del solco mesoepinotale, che non è sempre costante.
36. Leptothorax affinis M a y r (Form. Austr. 1855, 442; tuberum subsp. affinis, Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 23 e Emery,
Form. Ital. 1916, 180).
Specie arboricola dell' Europa media, che fu trovata anche in
due località della Venezia Giulia : Clanez, Istria settetrionale, 3 es.
6-913 ( W . ) ; Lupolano, Istria centrale, in un ramoscello molte S
e 1 9 dealata, 2-11-912 (Spr.).
Posseggo inoltre esemplari di Lubiana, 10-915 (Spr.). La
descrizione originale si basa su esemplari trovati sugli alberi del
Prater a Vienna. I n Svizzera, specialmente al meridione, abbastanza frequente nei ramoscelli secchi di noce e quercia ( F O R E L ,
1915, 23). Nella fauna italiana di E M E R Y (1916) è indicata solamente del Trentino.
L ' unica 9
posseggo (di Lupolano) ha i l capo ed i l torace
di un bruno-rossastro, col mesonoto più chiaro nel mezzo, i l gastro
piceo colla base gialla, le antenne e le gambe giallognole, la clava
distintamente bruna, i femori debolmente offuscati. 11 capo quasi
tanto largo quanto i l torace, densamente striato, opaco; lo scutello
del tutto liscio e lucente. Le spine dell' epinoto pìccole, molto più
brevi che nel Nylanderì,
il nodo del peziolo alquanto più basso.
L . 3.6 mm.
c
n
e
37. Leptothorax nigriceps Forel (tuberum tuberum v. nigriceps Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 23 e Emery Form. Ital. 1916,
180; ? nigriceps Mayr, Form. Austr. 1855, 441).
Forma alpina, che raccolsi finora una sola volta nel Goriziano, sul Jelenk, tra S. Lucia e Idria, a circa 1700 m, nelle screpolature di una roccia, 7-920.
Alpi della Svizzera ( F O R E L ) e del Piemonte ( E M E R Y ) , sotto
sassi e nelle roccie.
Nota. — I l L . nigriceps Mayr è stato descritto nel 1855 secondo un unico esemplare trovato su un albero vicino a Pottenstein
94
nell'Austria inferiore. La descrizione originale si adatta perfettamente ai miei esemplari del Jelenk per quanto riguarda il colorito
del corpo, però i l corsaletto dovrebbe essere distintamente rugoso,
come nel corticalis, mentre nei mici esemplari predomina la zigrinatura anziché la rugosità. I l M A Y R accentua tale carattere nel 1861
(Europ. Form., p. 59), ponendo il suo nigriceps in sinonimia dell ' affinis, specie pure arboricola e contradistinta per rughe longitudinali marcate sul torace. E d è perciò che io non sono certo, se
il nigriceps Mayr sia veramente la forma da me raccolta sul Jelenk,
mentre non v' è dubbio, che si tratti del nigriceps nel senso di
F O R E L (1915) ed E M E R Y (1916). Questo il motivo per cui ho citato come autore Forel anziché Mayr.
38. Leptothorax interruptus Schenck (Mayr F o r m . Austr.
1855, 446, Europ. Form. 1861, 59; Donisthorpe, Brit. Ants 1915,
166; tuberum var., André, Spec. H y m . 1883, 299; tuberum subsp.
interruptus, Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 24 e Emery, F o r m . Ital.
1915, 181).
Specie con vasta distribuzione nell' Europa media e meridionale, generalmente rara. Vive per lo più sotto muschi, nel terriccio.
Dalmazia meridionale. •— Dintorni di Ragusa: Siano, 1911
e Ombla, 11-913, diversi esemplari presi al vaglio, nel terriccio (C.) ;
Bocche di Cattaro : Oko, 1 es. raccolto nel medesimo modo,
5-912 ( C ) .
In Italia V interruptus sembra pure molto raro; 1 ' E M E R Y non
lo indica che solamente del Trentino e di Corsica. Raro anche in
Svizzera (sec. F O R E L ) . I n Francia due sole località (Dijon e Massane), comune invece nel Belgio (sec. B O N D R O I T ) .
Gli esemplari dalmati sono molto piccoli, i l capo è annerito
solamente sulle guancie, non sulla parte anteriore della fronte, la
clava é assai debolmente offuscata. Forse essi costituiscono una
razza a sè.
39. Leptothorax Nylanderì F ò r s t . (Mayr, F o r m . Austr.
1855, 447 e Eur. Form. 1861, 59; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 22;
Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 155; Emery, Form. Ital. 1916, 181;
tuberum var., A n d r é , Spec. H y m . 1883, 300; tuberum subsp. Nylanderì, Forel, Verh. zool.-bot. Ges. 1892, 314 e Emery, Ent. M i t t .
1914, 157).
95
Specie largamente diffusa nel nostro territorio, dalla regione
del faggio fino al mare. Vive nelle corteccie dei tronchi, nei muschi,
però si raccoglie anche vagliando il fogliame ed il terriccio nelle
doline e nei boschi.
I l materiale della regione adriatica orientale va diviso nelle
seguenti razze :
a) L . Nylanderì N y l a n d e r ì Forst (Forel 1915 e Emery 1916;
L . Nylanderì, Mayr, Form. Austr. 1855, 447). — Forma generalmente più grande, col capo largo, di sopra più o meno diffusamente offuscato, però le guancie sempre gialle, la fronte con minutissima e densa striolatura longitudinale. — L a 9
P
epinotali robuste e lunghe e lo scutello in gran parte striato; il capo
con finissima e densissima striatura longitudinale.
Forma dell' Europa media, che dal Nord si estende fino all ' Istria centrale. Abita le regioni più alte e più fredde ed evita la
costa del mare.
c
o
n
s
m e
Venezia Giulia. — Prevallo-Scnosccchia, 5-909, 1 es.; M . Tajano, 5-908, 1 es. nel terriccio; Mime pr. Caslcluuovo, 2 y e 2 9
dealate, 4-911 ( W . ) ; Clanez, in un tronco d'albero, sotto la corteccia, numerose y, 25-9-910; Divaccia, vagliando, 1 9 dealata,
29-3-914; Lipizza, vagliando fogliame e muschi nelle doline, 3-908
e 5-901, abbastanza frequente.
Esemplari raccolti al Boschetto presso Trieste, sotto un sasso,
si avvicinano più o meno alla razza c.
b) L . Nylanderì parvulus Schenck (Nylanderì var. parvulus,
Forel 1915 e Emery 1918; !.. parvulus, Mayr, Form. Austr. 1855,
448). — Forma piccola, col capo del tutto giallo. La 9 più piccola,
colle spine dell' epinoto meno lunghe e collo scutello nel mezzo liscio
e lucido.
Venezia Giulia. — Nel bosco di Panoviz presso Gorizia, una
serie di y ed 1 y dealata raccolte al vaglio, 16-4-908.
c) L . Nylanderì
Lichtensteini Bondroit (L.
Lichtensteini
Bondroit, Fourm. France, 1918, 123). — 11 capo generalmente più
stretto, anche sulla fronte con distinta zigrinatura rotonda, spesso
un poco offuscato nella parte anteriore. Statura piccola. La 9
striatura del capo meno densa che nel Nylanderì f. typ.
c
o
n
96
Se la differente scultura del capo nelle O. fosse costante, potrebbe darsi che i l Lichtensteini
sia realmente una buona specie,
come lo considera i l B O N D R O I T . I l mio materiale è però troppo
esiguo per poter decidere in merito.
11 Lichtensteini
abita di preferenza la zona costiera della
Dalmazia e dell' Istria e si spinge al Nord fino a Trieste.
Venezia Giulia. — Dintorni di Trieste : Opcina in una dolina, nel terriccio sotto foglie di edera, 4-901; Trebiciano, 6-09,
1 9 dealata, con spine lunghe ( P . ) ; Duino, 15-3-914, 2 y e 1 9
dealata, con spine epinotali assai brevi, angolose. — Istria : Salvore, stacciando fogliame in un parco, 4-922; Draga di Moscenizze,
6-09, 1 es.; scoglio Tondo grande presso Orsera, 4-909, vagliando
il fogliame nelle macchie, 1 es. (C.).
Dalmazia. — Retroterra di Zara : Kistanje, 1 9 dealata, con
spine bene sviluppate. — Dintorni di Spalato: Castella, 9-921, 1 es.
— Bocche di Cattaro : Oko, nel terriccio, numerose y , 2-912 ( C ) .
— Probabilmente sono da ascriversi a questa forma anche gli
esemplari di Ragusa raccolti dal Frauenfeld e indicati dal M A Y R
(1855, p. 448) col nome di Nylanderì.
Osservo, che tra gli esemplari di Oko nelle Bocche di Cattaro
ve ne sono molti senza traccia di solco mesoepinotale. Essi hanno
però i peli del gastro evidentemente più lunghi ed esili dell' unifasciatus delle Bocche di Cattaro.
Il
Lichtensteini è descritto dalla Francia meridionale, ove
sostituisce i l vero Nylanderì della Francia centrale e settentrionale.
40. Leptothorax sordidulus n. sp.
Affine al Nylanderì per le antenne perfettamente gialle ed i l
solco mesoepinotale ben distinto, però la colorazione affatto diversa
(vedi la tabella) e le spine dell' epinoto molto più brevi, quasi
triangolari. Differisce dal L . unifasciatus, oltre che per i l colorito
diverso, per i l solco mesoepinotale ben distinto e per le spine dell'epinoto brevi e triangolari (come nel corticalis). I l capo densamente zigrinato, con sottilissime rughe longitudinali (come nel{'unifasciatus
e nel Nylanderì f. typ.); i peli del gastro brevi e
rigidi (come nel!' unifasciatus).
Stando alla tabella del B O N D R O I T , si arriva al L . Krausseì
Emery di Sardegna, Corsica e Sicilia, i l quale però dovrebbe avere
97
il capo densamente striato (mentre è fittamente zigrinato nel sordidulus), le spine epinotali più esili e lunghe e i l peziolo nettamente
angoloso (nel sordidulus con nodo piuttosto arrotondato).
Venezia Giulia. — Carso triestino : Roditti, 23-4-911, un
unico esemplare ( y ) .
41. Leptothorax flavicornis Emery ( A n d r é , Spec. H y m .
1883, 294; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 36; Emery, F o r m . I t a l .
1916, 176).
Non ho ancora veduto le y dalla nostra regione, ma posseggo
due G , che avendo le antenne 11 articolate, devo ascrivere a questa
specie. L a cellula cubitale dell' ala anteriore corrisponde per la
forma al tipo Leptothorax s. str. di E M E R Y (vedi Form. Ital. 1916,
p. 185, fig. 1), quantunque il radio non raggiunga del tutto i l margine dell' ala. I l colore è completamente giallo, tranne i segmenti
del gastro, che hanno fascie brune più o meno accentuate. L ' epinoto è munito di due spine abbastanza lunghe. L . 3.3 mm.
Dalmazia. — Isola di Lesina : Gelsa, nel terriccio, 20-3-912,
1 9 dealata ( N . ) . — Bocche di Cattaro : Risano. 11-7-908, 1 9
alata, coli' addome più oscuro, bruno-piceo, eccetto la terza parte
basale del primo segmento.
I l L . flavicornis era noto finora solamente d ' I t a l i a e della
Svizzera (Ticino). Nidifica nel suolo.
Sottogenere Mychothorax (Ruzsky) Emery.
42. Leptothorax acervorum Fabr. (Mayr, F o r m . Austr. 1855,
436 e Europ. Form. 1861, 58; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 294; Forel,
Ameis. Schweiz, 1915, 26; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 147;
Emery, Form. Ital. 1916, 182).
Specie dell' Europa centrale e settentrionale, che è stata trovata finora da noi in una sola località montana dell' Istria, ma che
certamente sarà più diffusa nelle A l p i Giulie.
Venezia Giulia. — M . Tajano, regione dei faggi, vagliando
nidi di Formica piniphila, poggiati su tronchi fracidi, 5-922. I
primi esemplari vennero raccolti dall' amico Finzi, altri successivamente da me.
I n Italia nelle A l p i , Prealpi e nell'Apennino, almeno fino alla
Toscana ( E M E R Y ) .
98
15. Genere : C H A L E P O X E N U S Menozzi.
A t t i Soc. I t a l . di Scienze Naturali, L X I (1922), 257.
43. Chalepoxenus mullerianus Finzi (Leptothorax [subg.
Temnothorax} mullerianus Finzi, Bull. Soc. Ent. Ital. 1921, 118).
D ' accordo coli' amico F I N Z I credo di dover ascrivere i l suo
Temnothorax mullerianus al nuovo genere Chalepoxenus, istituito
di recente da M E N O Z Z I per una nuova formica mirmecofila del Piemonte (Citai. Gribodoi Menozzi n. gen., n. sp.).
Colle tabelle di M A Y R e A N D R É si determina effettivamente il
mullerianus per Temnothorax, però confrontandolo col 7". recedens,
che va considerato come tipo del genere, ne risultano differenze
essenziali. Anzitutto lo scapo del mullerianus non oltrepassa il
margine occipitale e non è affatto assottigliato o strozzato all'apice; le antenne sono in genere più grosse e robuste. I l capo si
avvicina alla forma rettangolare, gli occhi sono ben più grandi;
la f o s s a a n t e n n a l e si p r o l u n g a i n un s o l c o p i a t t o ,
fin sopra gli occhi. L a fronte è appiattita, con breve solco o depressione longitudinale nel mezzo. Tanto la fronte, quanto i solchi
antennali sono più o meno striati o rugosi, mentre i l capo del
T. recedens è completamente liscio e lucido. T u t t a la conformazione del capo ricorda piuttosto i l genere Harpagoxcnus, solamente
i solchi frontali sono appena accennati e non bene delimitati. I l
solco mesoepinotale è più profondo che nel T. recedens e !'epinoto
nuovamente elevato dietro i l solco suddetto. I denti dell'epinoto
hanno circa la stessa forma come nel T. recedens, ma sono un poco
più grandi. Straordinarie appariscono le differenze del peduncolo
addominale : nel T. recedens molto più stretto ed esile, nel Ch. mullerianus assai largo e robusto, con nodi enormi, trasversi, quello
del postpeziolo ancor più largo del peziolo. L a forma dei nodi assomiglia a certi Tetramorium cacspitum del gruppo de! ferox. I peli
del gastro sono ben più corti che nel T. recedens. D i sotto, il
peziolo possiede un valido dente obliquo alla base ed il postpeziolo
una leggerissima prominenza tubercoliforme, che va considerata
come un rudimento della sporgenza che caratterizza i generi mirmecofili Ilarpagoxenus, Formicoxenus, Epimyrma, ecc.
T u t t i i caratteri del mullerianus sono tali, da coincidere perfettamente colla diagnosi g e n e r i c a di Chalepoxenus. I o non
99
posseggo la specie descritta da M E N O Z Z I ( C / I . Gribodoi), però dalla
buona descrizione che ne fa l'autore risulta che i l nostro mullerianus differisce per i l postpeziolo molto più largo, lateralmente arrotondato e per i l solco mesoepinotale più profondo, i l colore è
pressoché uniformemente bruno, le zampe giallo-chiare. L . 3 mm.
Venezia Giulia. — S. ('anziano pr. Divaccia, sotto il muschio
nella cavità di una roccia. Gli unici quattro esemplari finora noti
sono stati trovati dall' amico Finzi nel 1920.
Genere: H A R P A G O X E N U S
Forel.
(Tomognathus
Mayr 1861).
[ H . sublaevis N y l .
— Adlerz, Myrmecologiska studier, I I I , B i h . Svenska
Ak., v o i , 2 1 , afd. 4, n. 4, 1896,
$
9 ergatoidi. — Viehmcyer, A b h . nat.
Ges. Isis, Dredsen, 1906, Heft 2, p. 57, tav. 3, ? ] .
Specie dell'Europa media che vive i n s o c i e t à miste col Leptothorax
acervorum. Non è stata ancora rinvenuta nel nostro territorio, n è nel rimanente
d ' I t a l i a ; però è probabile che v e r r à scoperta nelle A l p i Giulie. I l punto p i ù
vicino alla nostra frontiera, donde posseggo questa specie, è Friesach i n
Carinzia (leg. Dott. C. Cori j u n . , 9-912).
e
16. Genere : F O R M I C O X E N U S
Mayr.
(Revisione: E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1908, 551).
44. Formicoxenus nitidulus N y l . (Mayr, F o r m . A u s t r . 1855,
418; André, Spec. H y m . 1883, 273; Emery, Deutsche Ent. Zeitschr.
1908, 551 e Form. Ital. 1916, 190; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915,
83; Forel, Ameis. .Schweiz 1915, 18; Bondroit, Fourm. France,
1918, 141. Stenamma Westwoodi Mayr, Europ. Form. 1861, 56).
y . Totalmente lucida, giallo o bruno-rossiccia, il capo alle
volte più oscuro, il gastro piceo eccetto la base e 1' apice. L . 2.3 - 2.6
mm. — La 9 ha di solito i l corpo anteriore più oscuro. L . 3 mm.
Specie dell' Europa centrale e settentrionale, che E M E R Y
(1916) non conosceva ancora d ' I t a l i a . Trovasi invece abbastanza
frequente nella Venezia Giulia, sui monti e ned' interno, nei nidi
della Formica piniphila e pratensis. Non mancherà probabilmente
nemmeno nelle montagne dalmate, però nessuno 1' ha finora cercata nei siti convenienti.
Venezia Giulia. — Istria centrale e settentrionale : Lupolano,
10-912 ( W . ) ; Mune, 4-911, operaie e singole 9 dealate (W.) ; M.te
Tajano, in un nido di Formica pratensis diverse y e una 9 dealata,
5-908; Roditti, in diversi nidi della Formica piniphila, 23-4-911.
Anche a Tolmezzo in Carnia (4-914, una 9 dealata).
100
17. Genere : T E T R A M O R I U M
Mayr.
(Revisione : E M E R Y , Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 695 - 706).
1. Le fosse antennali e le lamine frontali non si estendono al
di là della linea che unisce i margini anteriori degli occhi . 2.
-— I l capo con s o l c h i antennali lunghi quanto lo scapo,
le lamine frontali arrivano quasi fino al vertice . . . .
4.
2. I l capo con striatura longitudinale sulla fronte e t r a s v e r s a l e sull' occipite. Del resto somigliante per colore, statura,
scultura e forma del peduncolo al 7". semilaeve. — 9 Relativamente piccola, giallo-bruna; i l mesonoto non ricopre del tutto la
parte mediana del pronoto, che è di conseguenza visibile dall' alto
in tutta la sua larghezza; nodo del peziolo e postpeziolo fortemente trasversi. — Regione tirrena; Andalusia; Crimea, Caucaso.
:
(meridionale E m e r y ) .
— I l capo con striatura longitudinale anche stili' occipite
oppure la parte posteriore del capo è irregolarmente rugosa o
liscia. — 9 P grande, col margine anteriore del mesonoto a
strapiombo, in modo da coprire del t u t t o o almeno nel mezzo i l
pronoto
3.
3. I l capo opaco b poco lucente, con striatura completa, più
forte e spesso ineguale per P alternarsi di strie più marcate con
altre più deboli, accessorie. Nodo del peziolo rotondo o trasverso,
però sempre un poco più stretto del postpeziolo. — 9 corpo
nero-piceo, torace alto, colle spalle più o meno nascoste sotto la
convessità anteriore del mesonoto; peduncolo addominale più o
meno rugoso ed opaco; gastro con pubescenza più ricca; spine
epinotali più snelle e più appuntite. — Lunghezza y 2.5-4 mm,
9 5.5-8 m m .
45. caespitum ( L . ) .
—- I l capo più lucido, con striatura finissima, densa e
uguale, evanescente ai lati dietro g l i occhi, talvolta quasi del
tutto mancante; le parti liscie (non s t r i a t e ì con punti piligeri
evidenti. I l nodo del peziolo sempre trasverso e quasi tanto largo
quanto i l postpeziolo, che è relativamente più piccolo che nella
specie precedente. — 9 bruna, lucente (eccetto i l capo) ; torace
più basso, coli' orlo omerale del pronoto spianato, più sporgente,
ben visibile d a l l ' a l t o ; peduncolo addominale liscio; gastro con
peli più radi; spine epinotali più brevi, ottuse, triangolari. L . y
2.2-3 mm, 9 5.5-6.5 mm.
46. semilaeve A n d r é .
:
m
:
:
101
4. Nodo del peziolo non più largo che lungo. L a fronte con
striatura longitudinale grossolana, l'occipite, i lati del capo,
il torace ed i l peziolo reticolati. Spine epinotali più lunghe.
L . 3.4 - 4 mm. — Specie tropicale acclimatizzata i n qualche serra
calda d' Europa.
(guineense Fabr.).
— Nodo del peziolo leggermente trasverso. Scultura più
sottile, capo e torace con striatura longitudinale. Spine epinotali molto brevi. D i color ferrugineo chiaro, col gastro bruno;
i peli eretti più brevi, clavati. L . 1.6-2 mm. — Specie tropicale,
importata in alcune serre d' Europa.
(simillimum Smith).
45. Tetramorium caespitum ( L . ) Bondroit (Fourm. France,
1918, 109; Mayr, Form. Austr. 1855, 427. T. caespitum part.,
André, Spec. H y m . 1883, 285; Emery, Deutsche Entom. Zeitschr.
1909, 697 e Form. Ital. 1916, 121).
Quantunque io consideri questa specie, nel presente lavoro,
in un senso più ristretto di E M E R Y (1909 e 1916), avendo eliminato i l gruppo del semilaeve come specie a sè, pure ne rimane
ancor sempre un Tetramorium caespitum assai polimorfo, sia per
la grandezza ed i l colore, sia per la scultura, sia per la conformazione del peduncolo addominale. Non già che gli esemplari provenienti dalla stessa colonia fossero molto differenti tra loro, anzi
osservasi di solito una grande uniformità tra gli esemplari raccolti
nello stesso nido; ma confrontando serie di vari nidi o colonie,
talora non molto distanti, ci si affacciano spesso differenze morfologiche, che basterebbero, in altri generi, per definire specie distinte.
Studiando minutamente un ricco materiale, si ha la convinzione, che quasi ogni sito del nostro territorio adriatico alberghi
una propria forma di Tetramorium caespitum, contraddistinta almeno in qualche piccolo carattere dai Tetramorium dei siti circostanti; e ciò tanto più, se si riesce a procacciarsi anche le rispettive
femmine, che presentano di solito differenze morfologiche ancor
più marcate. P e r ò è ben difficile definire nettamente tutte le varie
forme del T. caespitum della nostra regione, causa l'ininterrotta
catena d'insensibili passaggi tra le forme operaie e la scarsità di
esemplari femminili, per cui mi limiterò a raggruppare tutto i l
mio materiale intorno a pochi tipi principali.
I l T. caespitum, nel senso ristretto che gli dò nel presente
lavoro, abita tutta la regione adriatica orientale, dalle vette dei
monti fino al mare e alle isole dei Carnaro; però non 1' ho ancora
osservato nelle isole dell'Adriatico meridionale. Generalmente le
forme dei siti più elevati o anche bassi, ma umidi, si avvicinano
al tipo dell'Europa centrale; mentre alle coste e nelle isole predomina una forma piccola, giallognola, col gastro oscuro, che rassomiglia al T. semilaeve. Nidifica sempre nel suolo, sotto sassi, oppure alla base dei muri nelP abitato e penetra alle volte nelle abitazioni in cerca di cibo.
a) Forma typica. — y di colore bruno piceo o nerastro, di
statura generalmente più grande. I nodi del peduncolo addominale
nel mezzo lisci, ai lati più o meno rugosi. — 9 picea, lunga 7 - 8
nini; mesonoto più o meno striato, la striatura più sottile di quella
del capo; la faccia dell' epinoto al di sopra delle spine con striatura variabile, talvolta longitudinale, talvolta obliqua e assimmetrica, di rado trasversale.
Regione montana: Monte Re, 5-912 (Ciana); Velebit, Mali
Halan, un nido con una 9 senza ali, 20-5-14 ( N . ) ; Mossor (tra
Spalato e Almissa), un nido con singoli QS, 12-7-911; Orjen (la
più alta vetta del Crivoscie, oltre 1800 ni, Bocche di Cattaro),
7-908. — Gorizia e F r i u l i : Panoviz, lungo la strada, un nido con
larve molto grandi, 16-4-908; Grado, 5-914, 1 y grande, tipica e
7-921, una serie di operaie più piccole, ma nere; Monfalcone, sotto
sassi, 28-3-09; però anche sotto mucchi di Zostera alla spiaggia
di Monfalcone, 9-906 singole y e 1-6-919 un intero nido con 9 9
alate (Spr.). — Territorio di Trieste : Roditti (600 m ) , sotto sassi
su terreno carsico, 4-911; Storje, su terreno erboso in una dolina,
sotto un sasso, 11-909 (Spr.); sul Petnjak presso Brestovizza nei
dintorni di Storje, 10-911 ( P . ) ; Panaro, 5-911 (P.) ; Miramar,
spiaggia rocciosa dinanzi al Castello, 8-920 (F.) ; Terstenicco, 5-08
(Cj,ana) ; Trieste, città, 4-909; molte femmine alate (volo nuziale)
sul colle di S. Giusto, 10-6-920 ( F . ) ; singole femmine senza ali,
28-6-08 e 25-6-911; Draga-Moccò, sotto un sasso, 4-08. — Istria :
Bagnoli, 4-910; Negherà pr. Muggia, su terreno salmastro, 5-912,
y y e 1 9 senza ali ( W . ) ; Umago, 6-912 ( W . ) ; Lotiche, terreno
carsico, aprico, 4-910; Clanez, 11-911 ( W . ) ; Slivie pr. Marcovsina,
25-2-912 ( W . ) ; Mune-Zejane, 4-911 ( W . ) . — Isole : Cherso, parte
settentrionale, 3-921 (Ravasini); Unie, polje, terreno sabbiosoargilloso, 7-922; Sansego, terreno sabbioso, un nido con una 9
103
Senza ali, 20-7-922. — Dalmazia, zona costiera : Zjemonico pr.
Zara, 27-7-913, un nido con una 9 alata; numerosi altri esemplari
4.914 9-914 (N.) ; Salona, 7-913 ( W . ) ; Suciuraz, 1-912 ( N . ) .
Fra tutti questi esemplari raggiungono la massima grandezza
quelli di Umago, Cherso, Noghera, Trieste e Monfalcone (spiaggia). Notevoli per piccolezza quelli trovati da Finzi alla costa di
Miramar, che hanno però i l colorito nero-piceo intenso (non giallastro, come osservasi spesso nelle forme piccole dei lidi dell' Istria
meridionale e della Dalmazia). Questi esemplari di Miramar coincidono quasi perfettamente colla forma più piccola di Grado. I l
nodo del peziolo varia in larghezza e di conseguenza anche nella
forma : è rotondo, come nel caespitum typ., negli esemplari del
Velebit, del M.te Re e di R o d i t t i ; verso la costa esso diventa gradualmente un poco più largo, trasverso, e raggiunge i l massimo
della larghezza negli esemplari di Cherso e Umago, che rappresentano una forma molto grande, nero-picea. A Zemonico esemplari abbastanza grandi, bruni o picei, con peduncolo diverso a
seconda dei nidi : in alcuni nidi i l peziolo più stretto e rugoso, in
altri più trasverso e quasi liscio. Esemplari abbastanza grandi, ma
di colorito più chiaro, col torace giallo-bruno, i l capo ed i l gastro
più oscuri, sono quelli del Lanaro, di Lotiche e Salona. P i ù piccoli
e di colore abbastanza chiaro quelli di Panoviz.
e
Certe colorazioni chiare potrebbero forse venir ascritte a uno
stadio di sviluppo immaturo; però le diversità del peduncolo e della
grandezza sono indici di effettive variazioni morfologiche, che
converrà stabilire nel loro vero valore tassonomico sulla base di
un materiale ben più importante del mio e principalmente sulle
rispettive forme sessuali.
b) Affine alla forma precedente, ma le 9 n o t e v o l m e n t e
p i ù p i c c o l e , c o n s t r i a t u r a d e l m e s o n o t o molto
estesa e p i ù g r o s s o l a n a che quella sulla fronte. L . 9 5-5-6
mm. — Le operaie brune o giallo-brune, col gastro più oscuro e
coi nodi del peduncolo spesso rugosi anche nel mezzo.
Dintorni di Trieste : Opcina, terreno carsico, sotto pietre, un
nido con 3 9 senza ali, 30-5-911; Monte Spaccato, un nido con
1 9 senza ali, 5-11-911 (P.).
Due y di Castelnuovo di Cattaro, in Dalmazia, coi nodi del
peduncolo fortemente rugosi, di color bruno rossiccio, col gastro
104
nerastro, hanno 1' aspetto della forma b, ma non possono venir
identificati con sicurezza senza le rispettive G\
c) Forma piccola, chiara, delle isole del Carnaro e della Dalmazia settentrionale. Giallo-bruna, col gastro nerastro. Nodi del
peduncolo in gran parte lucidi, solamente ai lati debolmente rugosi. 9 ignota.
Cherso, 4-922 (Ravasini) ; Arbe, 9-910 (de M a y e r ) ; Lussin,
Chiusi, 7-913 (Gridelli); Zara, 8-908, un nido con molte operaie
ancor molli, immature; Bencovaz, 12-913 (Nov.). — Sull'isola di
Uglian pr. Zara una serie di operaie un poco più oscure, 7-908.
d) Simile alla precedente, ma la striatura del torace più debole, più o meno obliterata nel mezzo, in modo da lasciar libera
sul mesonoto un' area centrale quasi liscia. Torace e capo, compresa la fronte, giallo-rossicci. — 9 piccola (6 mm.), picea, col
c a p o r o s s a s t r o ; mesonoto perfettamente lucido, senza striatura, solamente con punti piligeri. I QSCS lunghi 5 mm, col
capo piceo. — Non è escluso che questa forma si riferisca alla
var. Schmidti Forel della Palestina e dell'Albania.
:
U n nido con tutte le tre forme sul Vaganj, nella catena del
Prolog, sotto un sasso a circa 1700 m d'altezza, 7-912.
Tralascio la citazione delle altre l o c a l i t à del T. caespitum indicate nella
vecchia letteratura (FRAUENFELD, 1856, 435; GASPERINI, 1887, 8; GALVAGN1,
1902, 380), n o n potendosi stabilire, se g l i autori intendano i l vero caespitum
o i l semilaeve. Solamente per M e 1 e d a m i pare assicurata la presenza del cacspitum (accanto al semilaeve), come risulta da una indicazione del MAYR (1911, 75).
46. T e t r a m o r i u m semilaeve A n d r é , (Bondroit, F o u r m .
France, 1918, 109. T. caespitum part., Mayr, Verh. zool.-bot. Ges.
1870, 973; caespitum v. semilaeve A n d r é , Spec. H y m . 1893, 286;
subsp. semileve Emery, Deutsche Ent. Zeitschr, 1909, 703 e subsp.
semilaevis Emery, Form. Ital. 1916, 196).
La striatura del capo varia" notevolmente in estensione. Gli
esemplari dalmati hanno spesso il capo in gran parte liscio e lucido ) ; però ve ne sono dei singoli colla fronte totalmente striata.
Ma le strie sono sempre alquanto più sottili e più dense che nel
T. caespitum, per cui si riesce di solito a distinguere nettamente
le due specie. Le parti lucide del capo presentano dei punti piligeri
1
' ) Questi esemplari corrispondono alla var. splendens
Ruzsky del
semilaeve,
indicata dal Caucaso e dall'Asia minore (secondo la revisione di E M E R Y , 1909, 704).
105
ben distinti. Il colorito è di solito un bruno più o meno chiaro, col
capo ed il gastro più oscuri; però tengo due esemplari dello scoglio Galiola, che sono di un colore bruno-piceo uniforme.
Per la forma e lucentezza del capo, specialmente per i punti
piligeri molto evidenti sulle parti del capo non striate, sussiste una
grande somiglianza colla var. diomedea Emery delle Tremiti e dell' Italia meridionale, la quale ha però il peduncolo addominale ancor
più robusto e di conseguenza il nodo del peziolo ancor più trasverso.
L a 9 del semilaeve differisce notevolmente dal T. caespitum
per la forma del torace e si avvicina in questo riguardo al T. meridionale. L o scutello forma un piano perfetto in continuazione del
mesonoto, mentre è più convesso all' apice nel T. caespitum. L e
spine epinotali sono più brevi, triangolari, la faccia dell' epinoto
al di sopra delle spine minutamente zigrinata. Il peduncolo addominale è conformato all' incirca come nel 7". caespitum, però quasi
perfettamente liscio e lucido ed il postpeziolo meno largo. In ciò
la 9 del nostro semilaeve differisce notevolmente dalla var. diomedea, la quale, stando alla descrizione dell' E M E R Y , ha il peduncolo più largo e ben diversamente conformato che nel T. caespitum
(vedi E M E R Y , 1916, 146, fig. 1 e 2, 9).
Il T. semilaeve venne descritto originariamente da A N D R É
come una varietà mediterranea del T. caespitum ed ancor E M E R Y
nel 1916 lo considera come razza locale. A prima vista parebbe che
anche da noi i due Tetramorium si comportino come forme geografiiche, vicarianti, essendo il caespitum in ispecial modo copioso nella
zona continentale e persino sui monti, mentre il semilaeve abita
esclusivamente le plaghe costiere ed insulari da Pola al Sud, e
manca completamente ad esempio nel territorio di Trieste. Però lo
studio minuzioso della distribuzione delle due forme nella regione
adriatica orientale, ci insegna che le due aree di distribuzione, per
quanto generalmente distinte, s i s o v r a p p o n g o n o i n p a r t e
e che proprio lì ove avviene l'incontro delle due forme, esse si
distinguono nettamente 1' una dall' altra per la scultura del capo.
Se si aggiungono le nuove differenze morfologiche riscontrate nelle
femmine, specialmente il torace alquanto diverso, credo non si possa
fare a meno di considerare il T. semilaeve come specie a sè.
Ciò vale naturalmente per la nostra regione. Può darsi che
altrove esistano tutti gli anelli di congiunzione; ma può darsi anche,
106
che sotto i l nome di T. caespitum si nascondano ancora altre specie
distinte, ritenute finora come razze o varietà. P e r ò , per poter decidere un tanto, non bastano le cognizioni attuali sui Tetramorium,
che si compendiano in una sequela interminabile di descrizioni di
« nuove » forme, basate in gran parte su singole serie d ' i n d i v i d u i
senza le rispettive Q;; ma converrà raccogliere ancor molto materiale, per poter stabilire con esattezza la variabilità effettiva e la
distribuzione di ogni singola forma. Sarebbe bene che tali studi,
lunghi e minuziosi, si facessero anzitutto per singole regioni, onde
poter poi coordinare i risultati ed affrontare definitivamente i l
problema delle forme del T. caespitum.
Ed ora ecco le località a me note del T. semilaeve nella regione
adriatica orientale :
Venezia Giulia. — Pola, Bosco Siana, falciando 1' erbe, 7-920;
Cherso, 4-922 (Ravasini); Scoglio Galiola; 5-911 ( G . ) ; Scoglietto
dinanzi al porto di Unie, sotto sassi, 7-922; Scoglio Kozjak, 6-911
(G.);
S. Pietro dei Nembi (sec. M A Y R , 1870, 973).
Dalmazia. —- D i n t o r n i di Zara : Boccagnazzo, 3 e 4-914, numerosissimi esemplari ( N . ) ; Diclo, 13-4-914 diverse 8 e una 9
senza ali ( N . ) . — Dintorni di Sebenico : Scoglio Svilan presso
Rogosnizza, 4 y, delle quali 2 col capo quasi perfettamente liscio,
5-911 ( G . ) . — Dintorni di Spalato : Castella, 4-911 e 4-922, numerose y ( N . ) . — Dalmazia meridionale : Ragusa, 1 singola 9
senza ali, 22-6-914 ( N . ) ; Risano, Bocche di Cattaro, 7-908. —Isole : Brusje (Lesina) tutte le tre forme, alla fine di maggio e in
giugno (sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 8 ) ; Comisa, (Lissa), 7-909; Busi,
5-911 ( G . ) ; Cazza, 6-912, 1 cs. col capo quasi perfettamente liscio
( C ) ; Melisello, 3-912, 1 es. col capo striato ( C ) ; Meleda, 4-906
(sec.
MAYR,
1911,
p.
75).
I I . Sezione: R h a g o m y r m i c i n a e Forel, 1917.
(Cryptoccridac
A n d r é 1883, Dacctini
Emery 1916).
Le nostre specie (y e 9 ) hanno i l postpeziolo molto largo,
trasversalmente ovale, orlato ai lati e di dietro con e s p a n s i o n i
ni e m b r a n o s e o spugnose, affatto particolari. 11 clipeo è grande,
triangolare, incuneato, nella fronte, anteriormente arrotondato.
L ' e p i n o t o munito di due piccoli denti. — Piccole formiche
gialle, ipogee, con piccolissimi occhi neri.
10?
18. Genere : S T R U M I G È N Y S Smith.
Sottogenere : Cephaloxys Smith.
Mandibole piccole, ma relativamente larghe, non lineari, col
margine interno densamente denticolato.
47. Strumigenis Baudieri Emery ( F o r m . I t a l . 1916, 205,
fig. 61; Bondroit, Fourm. France 1918, 168. — Epitritus Baudieri
Emery, Ann. Mus. Genova, 1875, 474; Anche, H y m . 1883, 403).
y . Capo molto ristretto e sporgente all'innanzi; la porzione
del capo, situata tra le antenne e le mandibole, lunga quanto larga.
Occhi piccoli, neri. Mandibole allungate. Corpo anteriormente
opaco, addome (compreso i l peduncolo) lucente. L . 2 mm. — La Q
differisce solamente per gli occhi più grandi ed i l torace altrimenti
foggiato. L . 2.3 mm.
Dalmazia. — Zemonico pr. Zara, nel terriccio raccolto al vaglio, parecchie 0 e 2 9 dealate, 7 e 9-914 ( N . ) ; Kistanje, 9-901,
1 ; Castella pr. Spalato, 11-917 e 4-918 ( N . ) .
Venezia Giulia. — L a località di Trieste, indicata dal F O R E L
(1905, 179) in base al materiale ricevuto dal Dott. Graeffe, non
è sicura, avendo i l Dott. Graeffe raccolto anche a Fola e Laurana,
confondendo spesso i l materiale di varia provenienza.
Italia, Francia meridionale, Tunisia e Costantinopoli.
y
19. Genere : E P I T R I T U S Emery.
48. Epitritus argiolus Emery ( B u l l . Soc. E n t . I t a l . 1868, 136
e Form. I t a l . 1916, 206, fig. 64; A n d r é , Spec. H y m . 1883, 402,
tav. X X V , fig. 13; Bondroit, F o u r m . France, 1918, 169).
y . Distinguesi facilmente dalla specie precedente non solo
per i caratteri generici, contemplati nella tabella, ma benanco
per i l capo meno allungato a l l ' innanzi, cosparso di squamette
rotonde, pallide, che g l i danno quasi un aspetto ocellato; per
le mandibole relativamente lunghe, falciformi, tra le quali sporge
il labro appuntito, bifido; e per i l peduncolo addominale opaco.
L . 1.6 - 2 mm.
Dalmazia : Zemonico, nel terriccio, assieme alla Strumigenis
Baudieri, diverse operaie, 8 e 9 914 ( N . ) .
Specie mediterranea, probabilmente diffusa come la precedente (Francia merid., Italia, Tunisia, Ungheria).
108
I V . Sottofamiglia: D O L I C H O D E R I N A E
Forel.
T a b e l l a delle t r i b ù e dei g e n e r i (y e 9) •
1. Declivio posteriore dell'epinoto fortemente incavato, l ' i n cavatura sormontata da una lamina dorsale sporgente e leggermente biloba. Capo e torace con forte punteggiatura. (Dolichoderini).
20. Dolichoderus.
— Declivio dell' epinoto piano o leggermente convesso. Capo
e torace con punteggiatura finissima. (Tapinomini)
. . 2.
2. Torace con lunghi peli eretti. Clipeo largamente troncato o
leggermente bisinuato; lamine frontali brevi; ocelli più o meno
distinti. Peziolo squamiforme. La 9 molto grande, le ali anteriori
con due cellule cubitali chiuse.
21. Liometopum.
— Torace (nelle nostre specie) senza peli eretti. Le ali anteriori della 9
a cellula cubitale
3.
c
o
n
u n
3. Clipeo semplicemente arrotondato, senza incisione mediana;
la fronte senza lamine frontali distinte. Peziolo squamiforme. Profilo dorsale del torace ( y ) quasi diritto nella regione mesoepinotale.
22. Bothriomyrmex.
— Clipeo con piccola e stretta incisione mediana. L a fronte
con brevi lamine frontali. Peziolo con squama rudimentale, indistinta. Profilo del torace con evidente impressione angolosa nella
sutura mesoepinotale.
23. Tapinoma.
Tribù : D o l i c h o d e r i n i .
20. Genere : D O L I C H O D E R U S L u n d .
49. Dolichoderus quadripunctatus L . ( A n d r é , Spec. H y m .
1892, 226; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 4 1 ; Emery, Form. Ital.
1916, 210; Bondroit, Fourm. France, 1918, 87. Hypodìnea
quadripunctata Mayr, Form. Austr. 1855, 107 e Europ. Form. 1861, 40).
y . Capo e gastro neri, quest'ultimo con due paia di macchie
giallognole, torace rosso o bruno. I l clipeo con depressione mediana
al margine anteriore. Solco mesoepinotale profondo. Peziolo inserito alla parte inferiore del gastro, con squama grossa, arrotondata e inclinata all' innanzi. L . 3 - 4 mm.
Le forme alate poco più grandi dell' operaia, con due cellule
cubitali chiuse. L a 9 simile all' y , però il torace rosso, macchiato
109
di nero. I l cf del tutto nero, senza macchie sul gastro e senza incavatura dell' epinoto.
Specie rara nella nostra regione. Nidifica nei rami secchi e
sotto le corteccie. Predilige le quercie ed i noci.
Venezia Giulia. — Trieste, numerose operaie su una quercia,
10-908 (Dott. Graeffe).
Europa media e meridionale, però pare che manchi nella zona
prettamente mediterranea. Dappertutto piuttosto rara (Belgio,
Francia, Svizzera, Italia, Bosnia, Bulgaria, ecc.).
Nota. — Gli esemplari di Trieste, come pure alcuni della
Bosnia (Tuzla-Spr.) costituiscono forse una piccola razza balcanica, che differisce dai miei esemplari dell' Europa media (Seeboden - Carinzia e Vcldes - Carniola) per minor statura, per la
punteggiatura del capo più rada e per l'epinoto in gran parte
bruno. L . 3 - 3 . 2 mm. Resta a vedersi se si tratti realmente di una
forma geografica che meriti di esser denominata.
Tribù : T a p i n o m i n i .
21. Genere : L I O M E T O P U M
Mayr.
50. Liometopum microcephalum Panzer (Mayr, Europ.
Form. 1861, 39; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 220; Forel, Ameis.
Schweiz. 1915, 43; Emery, Form. Ital. 1916, 212; Bondroit, Fourm.
France 1918, 88. Formica austriaca Mayr, Verh. zool.-bot. Ver.
Wien, 1852, 144 e Form. Austr. 1855, 318).
y\ D i grandezza molto variabile. Corpo anteriore giallo-rossiccio, col capo più o meno offuscato; gastro bruno o nero con fitta
pubescenza biancastra, sericea. Sul capo si riconoscono spesso gli
ocelli, quantunque molto meno distintamente che nella 9- Lutigli.
3.5 - 6 mm.
9- Molto più grande, totalmente bruno-picea, ad eccezione
della parte anteriore del capo, che è rossastra. I l gastro con pubescenza più fina, giallognola. Le ali leggermente giallognole. Lungh.
10-12 mm.
Specie pontica che trovasi nel continente dalmate tra Sebenico e Ragusa, mentre manca assolutamente nei dintorni di Trieste.
Venne trovata appena pochi anni fa nell'Istria orientale, alle falde
del M . Maggiore. — Nidifica nel cavo degli alberi, particolarmente
110
delle quercie, dove costruisce dei nidi di cartone legnoso. Emana
un forte odore di Tapinoma ed è assai aggressiva.
Venezia Giulia. — Sulla strada al M . Maggiore (versante
istriano), numerose y sul tronco di una quercia (Ciana, 7-920).
Dalmazia. — Dintorni di Sebenico : Scardona ( F R A U E N F E L D , 1856, 435, citato col nome di Formica austriaca). — Dintorni di Spalato : Castella, 5-922 ( N . ) ; Salona, sui pioppi, 7-913;
Spalato (Danza, sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 8 ) ; Stobrec, 28-3-912
( N . ) ; Gata, ai piedi del Mossor, numerosissimi esemplari vaganti
sul fusto di una vecchia quercia, 7-914. — Dintorni di Ragusa :
Cibacia, operaie e molte 9 alate, 19-6-914 ( N . ) .
Europa meridionale orientale : Caucaso, Russia meridionale,
Asia minore, Balcania, bacino del Danubio fino a Vienna. Si estende
a occidente fino in Italia e in Sicilia (sec. E M E R Y ) , non raggiunge
però la Svizzera, la Francia e la Spagna.
22. Genere : B O T H R I O M Y R M E X Emery.
51. B o t h r i o m y r m e x meridionalis Roger ( A n d r é , Spec. H y m .
1882, 218; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 42; Emery, Form. Ital.
1916, 213; Bondroit, Fourm. France 1918, 88).
8 . Bruno-giallognola, con finissima pubescenza chiara, senza
peli eretti. I l capo piuttosto lucido. L . 2-2.5 mm. — 9- Brunopicea, simile alla femmina di Tapinoma, ma più piccola ed il clipeo
anteriormente non inciso. L . 2.5 - 3 mm.
Specie meridionale, rara nella Venezia Giulia, che però arriva
al Nord tino all' altipiano carsico di Trieste. P i ù frequente lungo la
costa dalmata e sulle isole. —- Nidifica nel suolo, sotto sassi, e trovasi alle volte in nidi misti col Tapinoma
crratìcum ).
Venezia Giulia : Sesana, sul Carso di Trieste, 5-910; S. Stefano-Levade, nella Val del Quieto, 4-923; Rovigno, 6-4-912, diverse
§ e 1 9 dealata ( W . ) .
1
y
myrmex
) I l Dott. SANTSCHI ha dimostrato per una specie di Tunisi
decapìtans)
(Bothrio-
che 1' unione colle Tapinome rappresenta un caso di paras-
sitismo temporaneo. L a (J) della B. decapitane,
penetrare i n un nido di Tapinoma,
dopo i l volo nuziale, cerca di
per tagliare la testa alla regina legittima e
deporvi le uova nel nido estraneo. Le operaie di Tapinoma,
dapprima ostili verso
la nuova sopravvenuta, v i si abituano a poco a poco e finiscono col curare le
uova e le larve di Bothriomyrmex
assieme a quelle della regina uccisa.
Ili
Dalmazia. — Dintorni di Zara, 8-908, numerose (j ; Boccagnazzo, 11-913 e Bibinje, 3-914 ( N . ) . — Dintorni di Spalato :
Clissa-Salona, 4-906 ( M A Y R 1911, p. 75). — Isole : Pago, 5-914
( N . ) ; Sale, nell'Isola Grossa, 5-911 ( G . ) ; Svilan pr. Rogosnizza,
dintorni di Sebenico, 5-911 (G.) ; Lissa e Meleda, 4-906 ( M A Y R
1911, p. 75).
Europa meridionale, regione mediterranea. Constatata al Nord
fino a Ginevra e fino alla Francia centrale.
Nota. — I l Dott. S A N T S C H I , nella Revue zool. africaine, V I I ,
1920, 201 -224, tav. I I e I I I , ha fatto uno studio critico del genere Bothriomyrmex, ove descrive un buon numero di nuove specie
estremamente affini. P u ò darsi benissimo che gli esemplari adriatici
non siano la vera B. meridionalis sensu Saul sebi, però ritengo
inutile ogni tentativo di determinazione senza materiale di confronto dalle varie parti del Mediterraneo.
23. Genere : T A P I N O M A Forster.
52. Tapinoma erraticum L a t r . (Mayr, F o r m . Austr. 1855,
373 e Europ. F o r m . 1861, 4 1 ; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 222; D o nisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 179; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 43;
Emery, F o r m . I t a l . 1916, 215. — Subspec. n i g e r r i m u m N y l . , A n dré e Emery, 1. e; T. nigerrimum spec. propr., Bondroit, Fourmis
France, 1918, 89; T. magnimi Mayr (9cf) Europ. Form. 1861, 41).
y . La forma tipica, dell'Europa media, è bruna o picea, sublucida, con finissima pubescenza aderente, i l capo è relativamente
stretto e allungato. L . 2.1 -3.5 mm. — L a subsp. nigerrimum, del
meridione, è più grande, intensamente nera, col capo più largo,
maggiormente arrotondato ai lati e profondamente incavato ai
margine occipitale. L . 3 - 4.5 mm.
9- Nei nostri esemplari i l capo è spesso leggermente dilatato
all' indietro. Le ali giallognole. L . 4.5 - 5 mm (nella subsp. nigerrimum fino a 7 m m ) . La nervatura delle ali anteriori corrisponde
normalmente al tipo Formica, con una cellula cubitale; però eccezionalmente v i possono essere due cellule cubitali chiuse ( E M E R Y ,
1916).
Frequentissima in tutta la nostra regione. Nidifica sotto i
sassi in posizioni apriche, soleggiate. Corre rapidamente ed emana
un forte odore aromatico (« odore di Tapinoma »).
112
Venezia Giulia. — Goriziano : Matajur, 9-919; Sebrelje, tra
S. Lucia e Idria, 9-919; Valle di Vipacco, 5-09 ( P . ) ; Pietrarossa
pr. Monfalcone, 2-11-902; Belvedere presso Grado, 28-5-911, un
nido con cf e 9 alate (Spr.). •— I n moltissime località del territorio
di Trieste, dalla costa fino ai monti dell' altipiano (Scorcola, Terstenicco, Miramar, Conconello, Opcina, M . Spaccato, Basovizza,
Brcstovizza, Divaccia, S. Galiziano, Gran Castellare Roditti, A r t vise). In marzo-aprile si trovano spesso nei nidi singole 9 dealate
e giovani larve. — Egualmente diffusa anche in Istria (Zaule, Noghera, Bagnoli, S. Bartolomeo, Pirano, Clanez, Mune, Pola e
Fiume; a Pcdena un nido con 1 9 dealata, 12-4-14, W . ) . — Isole :
Galiola e Lussin, 5-911 (G-); M . Ossero (Schatzmayr).
Dalmazia. —- Retroterra dalmata settentrionale : Paclenizza,
Velehit, 6-916, M . Promina, 5-915 e Pridraga, 12-913 ( N . ) . —
Dintorni di Z a r a : Boccagnazzo, 11-913 e 2-914 ( N . ) ; Cosino,
12-913 ( N . ) ; Diclo, sui fiori di Vcrbascum, 7-913. — Dintorni di
Spalato : Castella, 12-911, un nido con una 9 dealata e M . Kozjak,
5-912 ( N . ) ; a Spalato molto frequente, il volo nuziale verso la fine
di maggio (sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 8 ) . — Dintorni di Ragusa :
Lapad, 7-913 ( W . ) ; Cibacia, 6-914 ( N . ) ; Gravosa, 6-914, 1 $
( M A I D L , 1922, p. 44). — Isole : Arbe, 9-914 ( M A I D L , 1. e ) ; Pago,
3-914 ( N . ) ; Lesina, Brusje (sec. G A S P E R I N I , 1. c.) e Verbosca, un
nido con 1 9 dealata, 27-2-913 ( N . ) ; Busi, 5-911 ( G . ) ; Curzola,
7-913 ( W . ) .
Non ho distinto esplicitamente la subsp. nigerrimum dalla
f. tipica, essendovi proprio nella nostra regione molte forme di
transizione, che è impossibile assegnare con sicurezza all' una o
all' altra. I n generale gli esemplari di Trieste e dell' Istria appartengono alla f. tipica. L a subspec. nigerrimum si trova qua e là in
Dalmazia (Boccagnazzo, singoli esemplari, accanto alla f. tipica;
inoltre nella Paclenizza e sul M . Promina; ma specialmente a Cibacia e Lapad pr. Ragusa, donde tengo degli esemplari che non
differiscono affatto dal vero T. nigerrimum raccolto da me a F i renze sulle sabbie dell'Arno). Strano, che in certe isole meridionali,
come a Curzola e Busi, ricompare nuovamente una razza più piccola, col capo più stretto, del tutto simile a quella di Trieste.
L a forma tipica si spinge al Nord fino all' isotera di 15°. La
var. nigerrimum è diffusa nella regione mediterranea,
113
V . Sottofamiglia :
C A M P O N O T I N A E .
Tabella delle t r i b ù e dei generi
(fi e 9 ) •
1
1. Antenne di 11 a r t i c o l i ) . Squama del peziolo inclinata all ' innanzi. Le ali anteriori della G/ senza cellula discoidale. (Plagiolepidini)
2.
— Antenne di 12 articoli
3.
2. Epinoto dentato. Squama del peziolo alta, al margine supcriore più ';p meno incisa e bidet-tata. 11 torace con forte strozzatura
nella regione mesonotale. Antenne e zampe molto lunghe, lo scapo
oltrepassa per la metà della sua lunghezza i l margine occipitale.
Ocelli bene sviluppati.
24. Acantholepis.
— Torace inerme; la squama del peziolo bassa e nascosta,
non incisa. Antenne e zampe meno lunghe, lo scapo oltrepassa
di poco i l margine occipitale. Le operaie senza ocelli.
25. Plagiolepis.
3. Inserzione delle antenne ai lati delle lamine frontali, a
una c e r t a d i s t a n z a dal m a r g i n e p o s t e r i o r e del
c l i p e o ; la fossetta antennale nettamente sperata dalla fossetta
clipeale. Le operaie senza ocelli; l'addome con m i c r o s c u l t u r a
c o m p o s t a d i s t r i e t r a s v e r s a l i . Le ali anteriori della 9
senza cellula discoidale. (Camponotini)
3 1 . Camponotus.
— L'inserzione delle antenne vicinissima al margine posteriore del clipeo. Le operaie spesso con ocelli
4.
4. I l gastro alla base largamente troncato o smarginato, con
angoli anteriori evidenti. Peziolo con squama inclinata all' innanzi
e ricoperta parzialmente dal gastro. L a fossetta ai lati del clipeo
nettamente separata dalla fossetta antennale. Le ali anteriori della
9 senza cellula discoidale (Prenolcpidini).
L ' u n i c a nostra specie
ha i l corpo lucente, bruno, e almeno i l capo e i l primo segmento del
gastro perfettamente lisci.
26. Prenolepis.
— I l gastro alla base arrotondato, senza angoli distinti. Peziolo con squama verticale o leggermente inclinata, non ricoperta
dal gastro. L a fossetta clipeale comunica largamente colla fossetta
1
) . Esiste anche un genere colle antenne di 9 articoli :
Mayr. Una specie dell'America centrale (B. Hceri
nella serra delle orchidee.
Brachymyrme.v
For.) è stata trovata a Zurigo
114
antennale. Le ali anteriori della 9 normalmente con cellula discoidale. I l corpo dell'8 mai perfettamente liscio, o con fìtta pubescenza aderente o con microscultura di varia specie, sviluppata
anche sul primo segmento del gastro. (Formicini)
. . .
5.
5. Mandibole falciformi, senza margine masticatorio dentato. Arca frontale e ocelli ben distinti. Palpi mascellari brevissimi, di 4 articoli. Peziolo con squama grossa. Tibie al margine
inferiore con una fila di setole spiniformi.
29. Polyergus.
— Mandibole triangolari, con margine masticatorio dentato. Palpi mascellari di 5 - 6 articoli
6.
6. Palpi mascellari lunghi, i l terz' ultimo articolo molto più
lungo del penultimo. Zampe molto lunghe, i femori posteriori,
stesi a l l ' i n d i e t r o , sorpassano di solito l'apice del gastro. Qucst' ultimo leggeremnte compresso ai lati, di modo che, guardando
il gastro della parte posteriore, si ha un profilo elissoide più alto
che largo. Peziolo con nodo dorsale o squama relativamente
grossa, arrotondata di sopra. Ocelli distinti; lamine frontali
brevi, d i r i t t e ; clipeo con una fila di g r o s s e s e t o l e ricurve
al margine anteriore. Tibie con setole spiniformi al margine
inferiore esterno.
30. Cataglyphis.
— Terz' ultimo articolo dei palpi mascellari poco più lungo
del penultimo. Zampe meno lunghe, i femori posteriori non sorpassano mai l'apice del gastro. Q u e s t ' u l t i m o , visto dalla parte
posteriore, presenta la forma di un' elisse più largo che alto.
Peziolo con squama appiattita e più o meno tagliente al margine superiore
7.
7. T u t t e le tibie con una fila di se t o 1 e s p i n i f o r m i al
margine i n f e r i o r e esterno. Area frontale bene delimitata,
triangolare; lamine frontali più sviluppate, col margine esterno
più o meno riflesso a l l ' i n s ù ; ocelli distinti. 2° - 4° articolo del
funicolo antennale quasi sempre più lunghi dei penultimi.
28. Formica.
— Le tibie senza fila di setole spiniformi al margine inferiore ( t u t t ' a l più con peli rialzati in quelle specie che hanno le
tibie irsute anche di sopra). Area frontale non bene delimitata;
lamine frontali per lo più rudimentali, col margine esterno poco
o nulla affatto ripiegato. Ocelli spesso indistinti. 2° - 4° articolo
del funicolo non più lunghi dei penultimi.
27. Lasius.
115
Tribù:
Plagiolepidini.
24. Genere: A C A N T H O L E P I S M a y r 1861.
53. Acantholepis Frauenfeldi M a y r (Europ. F o r m . 1861, 42;
André, Spec. H y m . 1881, 210; Emery, F o r m . I t a i . 1916, 221.
Hypoclinea Frauenfeldi Mayr, Form. Austr. 1855, 106. — Subspec. nigra Emery, F o r m . I t a l . 1916, 221).
Specie meridionale-orientale, constatata nella nostra
gione in Dalmazia e all'estremo limite dell'Istria ( U n i e ) .
re-
i
a) A. Frauenfeldi f. typ. — I l torace giallo-rossiccio, il capo
di sopra offuscato, il gastro nero. ( I n esemplari immaturi i l capo
completamente giallo-rossiccio ed il gastro bruno).
Dalmazia. — Sign (loc. class.!), nell'interno della Dalmazia
centrale, scoperta e citata dal F R A U E N F E L D (1856, 435), descritta
dal M A Y R (1855, 378); Clissa, numerose , 4-913 ( N . ) ; Castella
presso Spalato, nel vivaio di v i t i di Suciuraz, sulla soglia della
casa, esemplari vaganti, 7-921 ) .
y
1
b) subsp. nigra Emery. — Corpo totalmente nero, compreso
il torace, tutt' al più la strozzatura mesonotale leggermente rossa.
Vive di preferenza sulle coste rocciose del mare, ove corre
con grande velocità sulle rupi e sui sassi. Nidifica nelle fessure delle
roccie.
Venezia Giulia. — Isole del Carnaro : Unie, Portolongo,
7-922; S. Pietro dei Nembi ( M A Y R 1863, 20); Oruda, 5-911 (G.).
Dalmazia. — Continente : Smilcich pr. Zara, 7-913; Sebenico, esemplari vaganti sul monumento di Tommaseo, 7-912; Castel
Suciuraz pr. Spalato, alla spiaggia del mare, 7-921; Salona, 7-913
(W.); Spalato, 6-914 ( M A I D L , 1922, p. 44); Ragusa, alla spiaggia,
7-908. Già R O G E R conosceva questa varietà nera (Deutsche Ent.
Zeitschr. 1859, 243). Egli descrive per la prima volta anche la Q,
basandosi su esemplari raccolti da Stein presso Ragusa (1. c. 244).
— Isole : Scoglio Pettini pr. Premuda, 5-911 ( G . ) : Melarla, Punta
Bonaster, 5-911 ( K . ) ; Brazza, Milnà, 7-912 ( M A I D L 1922, p. 44);
')
Nella letteratura esistono ancora le seguenti indicazioni, però non
detto esplicitamente
se
si
tratti
della
f.
tipica
o
della
( K A T U R I O 1891, p. 15), Salona, Lissa e Meleda ( M A Y R
varietà
1906, p. 75 - 76),
(KOHl, 1908, 124), Pelagosa e Melisello ( G A L V A O N I 1902) 380).
è
nera i Zara
Curzola
116
Scoglio Cernaz pr. Lagosta, 5-911 ( K . ) ; Lissa, 6-912 (Steuer);
Curzola, Pupnata, nella regione delle macchie sempreverdi, verso
sera, numerose 8 e c f che correvano rapidamente sopra una roccia, 14-7-913.
UAcantholepìs
Frauenfeldi è diffusa, in numerose forme locali e varietà, nella regione mediterranea orientale, fino nell'Asia
centrale; verso occidente essa oltrepassa l'Adriatico e trovasi uell ' I t a l i a meridionale, in Sicilia, Tunisia ed Algeria. Non è nota
della Francia e della Spagna.
25. Genere : P L A G I O L E P I S Mayr, 1861.
54. Plagiolepis pygmaea L a t r . (Santschi, B u l l . Soc. Yaud.
scienc. nat., voi. 53, 1920, 167 e Emery, A n n . Soc. Ent. Belg.,
voi. 61, 1921, 313. F. pygmaea part. Mayr, Europ. Form. 1861,
43; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 208; Forel, Ameis. Schweiz, 1915,
49; Emery, Form. Ila!. 1916, 220; Bondroit, Fourm. France,
1918, 18. Tapinoma pygmaeum, Mayr, Form. Austr. 1855, 375).
Specie piccolissima, bruna, lucente. I l torace leggermente
strozzato ne! mezzo, con metanoto distinto. 11 secondo e terzo
articolo del funicolo brevi, quasi trasversali, i segmenti allungati.
L . 1.3-2 mm. — L a 9 meno lucida della y , bruna, i l gastro
pubescente, voluminoso. L . 3 - 4 mm. — I r j piccolissimi, lunghi
1.5-2 mm.
Frequente in Istria e in Dalmazia, dal livello del mare fino
a circa 500 in. Nidifica in terra, sotto sassi, tanto nella zona arenacea e alluvionale, quanto nel Carso. I primi esemplari compaiono
nei dintorni di Trieste in febbraio e in marzo. Nella buona stagione sale anche sulle erbe e penetra nei fiori. Individui alati in
giugno e luglio.
Venezia Giulia. — Goriziano : Monfalcone (Terme romane).
— Altipiano carsico di Trieste : Roditti, S. Canziano, Ternovizza,
Lipizza (un nido con una Q dealata, 5-911), Basovizza, Fernetich,
Opcina (nei fiori della Campanula pyramidalis, 9-906, sec. F R I T S C H ,
1915, 282). — Riviera di Trieste : Duino (un nido con c f , 6-6-920,
F . ) , Cedas, Barcola (nei fiori di Scorzonera villosa e Onosma Javorkae, 25-4-906, sec. F R I T S C H , 1915, 274), Conconello, Terstenicco (parecchi nidi sotto sassi, con G/ dealate abbastanza frequenti, fine 4-919), Cattinara (un nido con una 9 dealata ai
117
19-6-911), Boschetto. — Vallone di Muggia : Zaule, Bagnoli, S.
Bartolomeo. — Istria e Fiume : Erpelje, Sezza pr. Pirano (sulle
infiorescenze di Daucus carota, 9-905, sec. C O B E L I , 1906, 479),
Rovigno (nidi con 9 dealate, 4-912, W . ) , Pola (falciando l'erbe
nel bosco Siana, 7-922), Lovrana, Fiume e Martinisca (leg. Mann,
sec. M A Y R , 1855, 376. — Isole : Lussin, Sansego; S. Pietro dei
Nembi ( M A Y R , 1863, p. 20).
Dalmazia. — Interno : K n i n (un nido con molti rj , 9-7-915,
N . ) . — Costa dalmata : Zara, Bibinje, Castella (frequente nel terriccio alla base degli ulivi, d'inverno, N . ) , Clissa, Spalato, Ragusa, Teodo, Castelnuovo di Cattaro. — Isole : Isola grossa (Sale),
Lesina (Verbagno, Gelsa, Verbosca, in quest' ultima località un
nido con 9 $ dealate, 4-913, N . ) , Lissa.
Comune in Italia; in Svizzera però solamente nelle parti più
calde, meridionali; in Francia a partire da Fontainebleau al Sud.
Secondo E M E R Y e F O R E L limitata al N o r d dall' isolerà di 18°.
1
Nota. — Le Plagiolcpis del gruppo pygmaea si suddividono
nella regione mediterranea, secondo E M E R Y ( A n n . Soc. E n t . Belg.
1921, 313) almeno in tre specie : a) barbara Santschi, dell'Africa
settentrionale-occidentale fino alle Canarie e alla Spagna; b) pallescens Forel 1888 (colla var. maura Santschi) dell'Africa del
Nord e dell' Oriente, comprese le isole greche; c) la vera pygmaea
Latr. della Francia, Spagna e Italia. E M E R Y lascia aperta la domanda (per mancanza d i materiale), quale specie esista in Balcania
e nel bacino del Danubio, se la pygmaea d' occidente, o la pallescens d' oriente. I o ho esaminato diversi esemplari della PI. pygmaea d ' I t a l i a ( M . Faito, M . Argentario, Isola d ' E l b a ) , i quali,
messi al confronto col mio materiale dalmato-istriano, non mi
sembrano differenti. Credo adunque di poter attribuire le Plagiolepis della nostra regione alla vera pygmaea scnsu Emery, 1921.
26. Genere : P R E N O L E P I S M a y r 1861.
Revisione : E M E R Y ,
Deutsche
E n t . Zeitschr. 1910, 127.
1. Tibie e scapo con pubescenza semiaderente, senza setole
erette. Tegumento lucidissimo, senza microscultura sulla parte superiore del corpo. L o scapo sorpassa i l margine occipitale per quasi
/ della sua lunghezza. I l corpo bruno, con lunghissimi peli eretti.
L . 3-3.5 mm (Prenolepis s. str.).
55. nitens Mayr.
2
B
118
— Tibie e scapo con finissima pubescenza aderente ed oltre
a ciò con peli eretti più o meno evidenti. Tegumento del gastro
con microscultura. (Nylanderia Emery)
2.
2. Gambe e antenne molto lunghe, lo scapo almeno due volte
più lungo del capo. Anche i l torace molto allungato e depresso.
Tegumento con microscultura reticolare. L . 2 - 2.5 mm. — Specie
dei paesi tropicali, importata in Europa coi bastimenti. E ' stata
trovata più volte nelle serre di Parigi, Kew, ecc.
[longicornis L a t r . ] .
— Gambe e antenne meno lunghe. Anche i l torace molto
più breve e più convesso. 11 gastro con finissima striolatura trasversale. L . 2 mm. — Specie originaria dall'America del Sud.
E ' stata pure trovata in diverse serre d' Europa. A n z i la prima
descrizione è basata su esemplari del giardino botanico di Helsingfors.
[vividula N y l . ] .
55. Prenolepis nitens M a y r (Europ. F o r m . 1861, 52; André,
Spec. H y m . 1882, 205; Emery, Form. Ital. 1916, 238. Tapinoma
nitens Mayr, Verh. zool.-bot. Ver. Wien, 1852, 144 e Form. Austr.
1855, 377. Prenolepis impar Say subsp. nitens, Emery, Deutsche
Ent. Zeitschr. 1910, 128).
Diffusa nella Venezia Giulia fino a circa 500 m di altezza.
Essa abita adunque all' incirca la zona ove cresce la vite. D i Dalmazia non mi consta finora che una sola località. — Predilige specialmente i parchi con arbusti sempreverdi e i giardini, ove nidifica
nel suolo e nelle fessure dei m u r i ; trovasi però anche sul Carso
sotto sassi e vagante sugli arbusti. I l volo nuziale in aprile.
Venezia Giulia. — Goriziano : Piava, sulle erbe, 5-912; Panoviz pr. Gorizia, sulle erbe, molte 8 e cf, nel terriccio singole 9>
16-4-08; Prevacina, 5-912. — F r i u l i : Palmanova ( E M E R Y , 1916,
238). — Carso di Trieste : Auber pr. S. Daniele, 10-910; Creple,
all'entrata della grotta, vagliando i l terriccio, 3-910 ( P . ) ; Nabresina-Berje, un nido con 9 alate, 10-4-921; Fernetich, singole y
nel terriccio, 4-22; Opcina, nel suolo alla base di un carpino, 5-911.
— Riviera di Trieste : Grignano, sotto sassi in siti umidi ( F I N Z I ,
1921, p. 120), anche sbattendo cespugli di alloro ed altri sempreverdi, 4-10-920; nel parco di Miramar, vagliando i l fogliame sempreverde, 10-919; Terstenicco, 5-08; Trieste (Boschetto e Orto
119
botanico); frequentissima in V i a Fabio Severo in una villa e nel
giardino attiguo nel 1913, gli individui alati ai 30 marzo (Spr.);
al 1-4-921 un enorme sciame di individui alati che volavano nel
giardino vescovile intorno ad un alto cipresso dinanzi alla mia
abitazione, e lo stesso giorno degli esemplari alati, in copula, sul
lastrico in Via Cavana. — Muggia, 5-912; Pirano ( C O B E L L I , 1900,
p. 479); Mondano, 9-921 ( F . ) ; Lupolano, 10-912; Rovigno, 4-912
( W . ) ; Valle d'Arsa, 1 9 alata, 12-4-914 ( W . ) ; Abbazia, 10-912
( N . ) . — Isole : Lussingrande, 3-914 (Schatzmayr) ; S. Pietro dei
Nembi, ( M A Y R , 1863, 20); Scoglio Asinelio pr. Lussin, 4-08 ( C ) .
Dalmazia. — Castella pr. Spalato (Castel V i t t u r i , 4-912 e
Suciuraz, 4-913, N . ) . — Anche il M A Y R (1855, 377) l'indica di
Dalmazia, purtroppo senza precisare la località, e lo stesso G A S P E R I N I (1887, 7), che riporta 1' indicazione del Mayr, non aggiunge
alcuna propria osservazione corologica. Pare adunque che (mesta
specie sia realmente molto più rara in Dalmazia che nella Venezia Giulia.
La Prenolepis nitens ha una distribuzione spiccatamente
p o n t i c a , essendo diffusa nella Palcania settentrionale e nel nostro Carso (fino a Lubiana). 11 M A Y R la indica anche dalla Transilvania, ove fu osservata nelle vigne, mentre succhiava gli acini
d'uva. I l limite estremo verso occidente è segnato attualmente da
Palmanova in F r i u l i .
Notoriamente esiste nell'America dei Nord una Prenolepis
(impar Say) tanto affine alla nostra nitens, che certi autori ritenevano amhidue come razze di una sola specie. E M E R Y propende
però, nel suo lavoro del 1916 (p. 164, nota), per la diversità specifica della P. nitens, e ciò « principalmente a cagione della sua distribuzione, anziché per i suoi caratteri distintivi, i quali si riducono a minore gracilità e lunghezza delle estremità, e, nei sessi
alati, alle ali brune ».
Nota 1. — Osservo che tra le y normali si trovano degli
individui coli'addome notevolmente ingrossato e le membrane intersegmentali tese in seguito al volume aumentato. Per tutto il
resto, e specialmente per la conformazione del torace, essi combinano perfettamente colle operaie normali. Trattandosi di individui
asessuali, sarebbe interessante indagare a che si debba ascrivere
tale ingrossamento eccessivo del gastro.
120
Nota 2. — Le Q della Prenolepis nitens hanno una certa
somiglianza, per la loro statura, per la piccolezza del capo, per la
pubescenza e grossezza del gastro, colle G; dei Lasius del gruppo
niger, però si distinguono facilmente per i l colorito più chiaro,
bruno-rossiccio, con una fascia oscura ai lati del torace. Le ali
sono fortemente offuscate in tutta la loro estensione e non hanno
la cellula discoidale. 11 torace è un poco più alto e convesso di
quello del Lasius alìenus. Tutta la parte superiore del corpo con
peli eretti, brevi ma abbastanza densi; le tibie e lo scapo solamente con pubescenza aderente. L . 7 mm. — I Qj sono molto più
piccoli delle y \ di color nero lucente, colle ali offuscate. Essi differiscono notevolmente dai cj 'el genere Lasius per statura più
snella e 1' armatura genitale più lunga e sporgente.
(
27. Genere : L A S I U S (F.) M a y r .
(Donisthorpea
Morice & Durrant, Trans. Ent. Soc. London 1915, 423 e Do-
nisthorpe, Brit. Ants, 1915, 184. Formicina
e Bondroit, F o r m . France 1918, 19. Lasius,
Tabella
Shuckard, Emery, Form. I t a l . 1916, 239
Emery, Boll. Soc. Ent. H a i . 1922, 9 ) .
d e l l e s p e c i e (8 e Q).
1. Tegumento lucido, nero, con reticolato microscopico e radi
puntini piligeri. Capo più grande che nelle specie seguenti, con
ocelli piccolissimi, ma distinti. La 9 si distingue pure dalle specie
seguenti per la microscultura del gastro che si compone di un reticolato evidente e di puntini sparsi. (Sottogenere : Dendrolasius
Ruzsky).
64. fuliginosus L a t r .
— Tegumento opaco o sublucido, con scultura microscopica composta anzitutto di densi puntini piligeri, tramezzo con
o senza reticolato (Sottogenere : Lasius s. str.)
. . .
2.
2. Occhi più grandi, i l loro diametro longitudinale circa
della lunghezza delle tempie. I palpi mascellari sorpassano in
lunghezza la m e t à del capo, spesso essi raggiungono 1' occipite.
Colorito generalmente più oscuro, almeno i l gastro distintamente
bruno o piceo. Le 9 con testa piccola, più stretta o al massimo
della larghezza del torace
3.
— Occhi piccoli, i l loro diametro longitudinale molto più
breve delle tempie. I palpi più brevi, essi raggiungono al massimo la m e t à della lunghezza del capo. Colorito più chiaro, di
solito giallo-bruno uniforme
6.
121
3. L e tibie lungo t u t t o i l margine estensore irte di peli;
anche lo scapo con peli eretti
4.
— Le tibie senza o con pochi peli eretti al margine estensore; lo scapo sempre privo di peli eretti
5.
4. Torace rosso-bruno chiaro, capo e gastro nerastri o picei.
L . 2.5-3.8 mm. — L a 9 ° l torace depresso, lucido, di color
bruno-marrone. L . 7-8.5 m m .
56. emarginatus L a t r .
— T u t t o i l corpo più o meno uniformemente piceo o bruno.
L . 2.8-4 mm. — L a 9 ° l torace poco depresso, più voluminoso e meno lucente; t u t t o i l corpo uniformemente bruno-piceo.
L . 7-9.5 mm.
57. niger ( L . ) L a t r .
c
c
5. I segmenti del gastro con una serie di peli al margine
posteriore ed altri, meno distinti, sul disco. L o scapo, relativamente robusto, sorpassa appena i l margine occipitale. L a fronte
nella forma tipica con sottile solco mediano che va fino a l l ' ocello anteriore. Colorito bruno, i l gastro (e talvolta anche i l
capo) più oscuro. Specie più tozza, a r b o r i c o l a . L . 3 - 4 mm.
L a 9 ba i l capo quasi tanto largo quanto i l torace e le ali offuscate nella m e t à anteriore. L . 6.5-9 m m .
58. brunneus L a t r .
— I l gastro più uniformemente cosparso di peli eretti. L o
scapo più esile e lungo, la fronte senza solco mediano. Colorito
di solito nero o piceo, alle volte perù di un bruno più chiaro
come nel L . brunneus. Specie più gracile e di solito t e r r i c o l a .
L . 2.5-3.5 mm. — I l capo della 9 P ' stretto del torace, le ali
ialine o t u t t ' al più leggermente offuscate.
59. alienus F ò r s t .
u
1
6. Capo di sotto senza peli e r e t t i ) . Specie gialla, subopaca,
con finissima e densa pubescenza aderente; talvolta i l gastro e la
fronte un poco più scuri. Tibie senza, torace con lunghi peli eretti.
Profilo del torace circa come nel L . affinis. Lunghezza dei nostri
esemplari 2 - 3 mm. — La 9 simile a quella del L . alienus o niger,
col capo più stretto del torace, p e r ò senza peli eretti di sotto.
L . 7-8 mm.
60. flavus F.
— Capo di sotto con peli eretti. I l capo della 9
più largo del torace
' ) Vedi eventualmente anche i l /.. carniolicus,
u
n
poco
7.
i l quale si distingue però
facilmente dal fìavus per i l peli del torace molto più brevi, prescindendo dal profilo del torace del tutto diverso, ecc.
122
7. I l profilo del torace presenta la sella mesoepinale larga
e piana; la faccia dorsale dell'epinoto leggermente convessa e
lunga circa quanto i l mesonoto. Squama del peziolo, vista in
profilo, più grossa che nelle specie seguenti, coli' apice ottuso;
vista di faccia, ristretta a l l ' insù col margine superiore troncato
e leggermente incavato. I l capo più largo che nelle specie seguenti. I l corpo con scarse e brevi setole, quelle dell' addome fortemente inclinate. L . 3 mm. [ L a 9> secondo le descrizioni, poco
più grande d e l l ' y ; L . 3-3.6 m m ] .
63. carniolicus Mayr.
— I l profilo del torace colla sella mesoepinotale più profonda e stretta; la faccia dorsale dell'epinoto molto più breve
del mesonoto, i l declivio posteriore molto lungo, cogli stigmi
circa nel mezzo della sua lunghezza. Squama più sottile. A d dome con setole o peli più rialzati. Le 9 alquanto più grandi
delle y , lunghe 5.5-7 mm
8.
8. Gastro lucido, con puntini diradati già sul 2." tergite. —
Squama del peziolo circa come nell' umbratus, però i l profilo dell' epinoto meno angoloso, più arrotondato e le tibie eli solito senza
peli eretti. Torace con lunghi peli eretti. L . 3-3.8 mm. L a 9
squama larga, incisione apicale ampia ma poco profonda.
62. distinguendus Emery.
— i l 2." tergite del gastro più opaco, con puntini sottilissimi,
ma molto densi su tutta la sua superficie
9.
c
o
n
9. Tibie e scapo con finissimi peli eretti. — Squama del
peziolo piuttosto larga, al margine superiore leggermente incisa.
Profilo dell'epinoto quasi ad angolo retto, coli'apice arrotondato. Torace con peli eretti abbastanza lunghi. L . 3.5 - 4.5 mm.
La 9
squama larga, leggermente incavata al margine superiore; le ali offuscate nella m e t à basale.
61. umbratus N y l .
c
o
n
— Tibie e scapo senza peli eretti
10.
10. Squama molto alta e ristretta a l l ' insù, essa termina in
due punte triangolari, divise da una incisura stretta, ad angolo
retto od a c u t o ) . Torace con peli lunghi. E. 3.4-4.5 mm. La
9 con squama più alta e ristretta del L . umbratus, con incisione
1
' ) I l L . bicorni*
assieme a l l ' affinis,
Forst., che FOREL (1915) considera come una specie unica
avrebbe la squama egualmente alta e ristretta, però con inci-
sione rotonda, a n z i c h é
angolosa.
123
apicale più stretta e profonda; le ali leggermente offuscate fin
verso l'apice. — Vive, secondo F O R E L , in Svizzera nei tronchi
fracidi.
[affinis (? Schenck) F o r e l ] .
— Squama meno alta, col margine superiore più largo, troncato o leggermente inciso ad angolo ottuso
11.
11. Torace con peli eretti pivi lunghi, come nel L . umbratus;
anche i l profilo dell'epinoto simile ?AY umbratus, ad angolo quasi
retto. L . 3 - 4 mm.
61. umbratus subsp.
— Torace con peli eretti corti, essi raggiungono a stento
ia lunghezza degli occhi; l'angolo dell'epinoto meno sporgente,
ottuso (visto in profilo). I l funicolo delle antenne con articoli
un poco più brevi delle specie precedenti. L . 3.3-4 mm. — E u ropa centrale. Nidifica i n terra.
[mixtus N y l . ] .
Sottogenere : Lasius s. str. (Forel 1915).
1. gruppo ( L a s i u s s. str. Emery 1922).
Le $ quasi sempre con occhi relativamente
grandi
e palpi l u n g h i (eccetto
i l L. ftavus). Le Q- molto grandi, col gastro voluminoso. Esse possono fondare
il
nido
senza parassitismo sociale temporaneo.
56. Lasius emarginatus O l . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 50;
André, Spec. H y m . 1882, 193; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 53.
L . brunneus emarginatus, Escherich, Die Ameise 1906, 220. Formicina emarginata, Emery, Form. I t . 1916, 243 e Bondroit, Fourm.
France 1918, 24. Formica brunnea Mayr, Form. Austr. 1855, 86).
Frequente nella regione adriatica orientale, dal livello del
mare fino a circa 900 m di altezza. Nidifica nel suolo, sotto sassi,
di rado nel cavo degli alberi. Si arrampica sugli arbusti, sui pini,
ecc., dai quali viene alle volte sbattuto in gran numero. Si raccoglie da marzo fino ottobre.
Venezia Giulia. — Goriziano : Sebrelje, Volzano, Piava, Tarnova, Dol, Panoviz, Monfalcone. — Altipiano carsico di Trieste :
Divaccia, Roditti, Corgnale, Lipizza, Basovizza (nel bosco d i pini,
molti nidi in terra sotto sassi, esemplari vaganti sugli alberi), Trecciano, Opcina (ai 30-4-911 una 9 dealata), Sgonico (ai 30-4-09
un nido sotto un sasso, con una 9 dealata). — Zona costiera di
Trieste : Duino (nel parco sui fiori di Yucca, 5-920, frequente,
anche nello scoglio Dante sbattendo i cespugli di Quercus ìlex,
5-920), Grigliano (sbattendo i pini, 10-920), Strada Vicentina,
Contovello, Terstenicco, Boschetto. — Istria : Umago, Salvore,
124
Pirano, Draga-Moccò, Matteria, Mime, M . Maggiore, Abbazia,
Lovrana, Fiume. — Isole : Tondo grande presso Orsera (vagliando i l fogliame nelle macchie sempreverdi), Sansego, Scoglio
Cernicovaz.
Dalmazia. — Zona costiera : Zara, Barcagno, Castella, Spalato, Castelnuovo di Cattaro. — Isole : Lesina (Brusije, 1 G; ~
concio G A S P E R I N I , 1887, p. 7) e Curzola (Samograd pr. Raciscie,
un nido sotto un sasso, con molti g* e 2 9 alate, 7-913, W . ) .
Europa media e meridionale. Frequente in Italia. Manca in
Inghilterra e nel Belgio. — Emana un odore specifico muschiato.
se
57. Lasius niger L . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 49; André,
Spec. H y m . 1882, 192. Formica nigra Mayr, Form. Austr. 1855,
83. Donisthorpea nigra, Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 200. Formicina nigra Bondr., Fourm. France 1918, 23. Lasius niger niger
Forel, Ameis. Schweiz 1915, 53. Formicina nigra nigra Emery,
Form. Ital. 1916, 244).
Nella parte centrale e settentrionale della Venezia Giulia abbastanza frequente, dalla regione del faggio (1000 m) fino al mare.
Più raro in Dalmazia. Credo che manchi assolutamente nella regione delle macchie sempreverdi, essendo specie piuttosto igrofila,
— Nidifica nel suolo e in tronchi fracidi. Si raccoglie da marzo a
ottobre; anche esemplari vaganti sulle piante.
Venezia Giulia. — Goriziano : Piava, Chiapovano, Selva di
Tarnova (Eriauci, in un tronco fracido), Panoviz e S. Pietro pr.
Gorizia (un nido in terra, sotto un sasso, 4-919), Ronchi, Monfalcone (sui fiori di un ombrellifera, 10-911), S. Giovanni di Duino
(molte y e 1 cf, 13-10-912, W . ) . — Altipiano carsico di Trieste :
Divaccia, Roditti. — Vallone di M u g g i a ) : sui prati paludosi di
Zaule e Noghera, sotto sassi, anche a Dolina. —• Istria centrale :
nei boschi di faggio tra Mime e Sapiane, due nidi nei tronchi fracidi. — Isole: indicato dal M A Y R di Canidole piccola (1863, p. 12),
locchè a mio modo di vedere ha bisogno di conferma. L ' autore
osserva, che i Las. niger di Canidole gli parvero interessanti per
le maggiori dimensioni e 1' abbondante pubescenza delle operaie.
1
' ) U n picchio verde
(Tj, ucciso in gennaio
1920 a Muggia e portato al
Museo di storia naturale, aveva lo stomaco ripieno di Lasius
niger e delle sue
larve. I l picchio aveva evidentemente aperto col becco un nido di Lasius
tronco d' albero e ingerito t u t t i g l i inquilini.
i n un
125
Dalmazia. —• Obbrovazzo, alle sponde del fiume Zermagna,
falciando l'erbe, 5-914 ( N . ) ; Koljane pr. Verlicca, 5-913 ( L \ . ) ;
Salona, 4-906 (sec. M A Y R , 1911, 76) e 5-913 ( N . ) ; Milnà, n e l l ' i sola di Brazza (sec. M A I D L , 1922, 45).
Diffusa.specialmente nell' Europa media e boreale, perù anche
in Italia fino in Sicilia, in Algeria, nell'Asia minore, Turkestan,
ecc. Si spinge al Nord, secondo M A Y R (1879) fino alla isolerà di
12° (temperatura media dei tre mesi d'estate).
T
58. Lasius alienus F ò r s t . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 49;
André, Spec. H y m . 1882, 192. Formica aliena Mayr, Form. Austr.
1855 ,88. Donistlwrpea aliena, Donisthorpe, Brit. Ants 1915, 212.
Formicina aliena, Bondroit, Fourm. France, 1918, 25. Lasius niger
alienus, Eschcrich, Die Ameise 1906, 220 e Forel, Ameis. Schweiz,
1915, 53. Formicina nigra aliena, Emery, Forni. Ital. 1916, 244.
— Var. alieno - niger Forel, Fourm. Suisse 1874 e Ameis. Schweiz
1915; Emery 1916 e Bondroit 1918).
Specie comunissima nella Venezia Giulia e in Dalmazia. T r o vasi nel territorio della specie precedente, però di solito in siti
più aprichi e più aridi. Nidifica in terra, sotto sassi, eccezionalmente negli alberi. Frequente da marzo a novembre.
a) L . alienus f. typ. (Colorito bruno-piceo o nerastro, il capo
relativamente largo, le tibie senza peli cretti).
Venezia Giulia. — Goriziano : Tarnova, Prevacina, Monfalcone. — Altipiano carsico di Trieste : S. Canziano, Roditti, A r t vise, Castellaro maggiore, Lipizza, Orleg, Opcina. — Zona costiera di Trieste e dell' Istria settentrionale : Scorcola, Boschetto,
Bagnoli, Muggia (sui ciliegi fioriti e sulle quercie, 24-4-910), S.
Bartolomeo, Pirano. — Interno d e l l ' I s t r i a : Erpclje, M . Tajano
(un nido con una G ricalata, 26-5-21), Lupolano (sulla vetta del
Sokolic, terreno carsico aprico, un nido sotto sassi, con r f e 0
alate, 2-11-912, N , ) . M . Maggiore (sopra il rifugio e sulla cresta,
sotto sassi, 5-911). — Isole : Unie, 7-922.
(Esemplari di Volzano presso Tolmino e di Mime nell' Istria
centrale si avvicinano nel colorito e nella statura alla razza c delle
montagne dalmate).
Dalmazia. — Sulla Tignarossa nell' isola di Arbe ( M A I D L ,
1922, 45); Zara, leg. Frauenfeld ( M A Y R , 1855, 361); Zemonico,
126
Bencovaz e Kistanje nel retroterra di Zara; Castella pr. Spalato,
Risano alle Bocche di Cattaro, nell' isola di Lissa e probabilmente
altrove.
Diffusa in Europa, però non arriva tanto al Nord quanto i l
niger, essendo limitato dall' isotcra di 18° ( M A Y R 1879, 452).
Nel Belgio trovasi solamente nella regione calcarea e sulle dune
del litorale ( B O N D R O I T ) ; anche in Svizzera più frequente nella
parte più calda, meridionale ( F O R E L ) .
b) Var. alieno-niger Forel (con singoli peli eretti sulle tibie,
specialmente alla base). — Trovasi dappertutto nel territorio del
vero alienus, con t u t t i i passaggi possibili, e non costituisce adunque una forma geografica. Le località a me note sono :
Venezia Giulia. — Goriziano : Lazna pr. Chiapovano, Monfalcone. (operaie e 9 alate, 2-7-911, Schatzmayr). — Carso di
Trieste : Roditti, S. Galiziano, Brestovizza, Sgonicco; sul Carso
di Opcina sotto pietre, singole 9 dealate, inoltre un intero nido
con y , cf
9 ' » 8-9-920. — Zona costiera eli Trieste e Muggia : Tersteuicco, sui prati alla sommità del colle, singole 9 dealate
sotto escrementi bovini scmiasciutti, 8-9-920; Conconello, Boschetto, Noghera. — Istria : M . Carso in. Val Rosandra, Erpelje,
Lupoglava, M . Maggiore, Pola, Laurana. — Isole : Unie.
Dalmazia. — Babindub presso Zara, Karin, Obbrovazzo, Castella di Spalato e probabilmente altrove.
Anche in Italia dappertutto assieme col tipo ( E M E R Y ) . Svìzzera, Francia e Spagna.
e
a
a t e
e) L . alienus subsp. (? lasioides Emery, Form. Ital. 1916,
244). — Differisce dalle due forme precedenti per il colorito più
chiaro, simile a quello del L . brunneus : i l capo ed il torace di
un bruno-rossiccio chiaro, i l gastro poco più oscuro. Statura gracile, i l capo relativamente stretto, le tibie senza peli eretti. Lunghezza 2.5 - 3 mm.
Sui monti delal Dalmazia. — Velebit, Mali Halan, a circa
1000 m, numerose y , 5-914 ( N . ) ; Mossor, sulla cresta a 1300 m,
un nido sotto un sasso, 20-3-913; un altro nido, con molti cf, ai
17-8-921 ( N . ) ; Biocovo, singole
7-905.
A questa forma si adatta abbastanza bene la diagnosi della
razza lasioides Emery, di Napoli, Firenze, Corsica, Malta ed A l geri. Non avendo però esemplari tipici del lasioides per i debiti
127
confronti, non oso stabilire con sicurezza 1' identità della razza
dalmata montana.
59. Lasius brunneus L a t r . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 50;
André, Spec. H y m . 1882, 193; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 52.
Formica timida Fòrst., Mayr, Form. Austr. 1855, 89. Formicina
brunnea, Bondroit, Fourm. France 1918, 26. Formicina
nigra
brunnea, Emery, Form. Ital. 1916, 244).
Specie prettamente arboricola, che nidifica nei tronchi d' alberi e che ha costumi più lucifughi delle specie precedenti. Europa media e meridionale; manca in Inghilterra.
La forma tipica ha la linea mediana della fronte distintamente solcata fino al posto dell' ocello anteriore. Io posseggo questa
forma dal Wiencrwald presso Vienna (regione dei faggi).
Nel nostro territorio fu trovata finora solamente la seguente
razza, nella regione delle quercie :
a) L . brunneus subspec. (? var. alicno-brunnea Forel, Ameis.
Schweiz 1915, 53). — I l solco mediano della fronte più breve e
più sottile. L . 3-3.5 mm.
Venezia Giulia. — Bosco di Lipizza, ai piedi di una quercia,
nell'humus sotto la corteccia staccata, 3-909, poi in tante altre
quercie cave, nel legno fracido, inverno 1922; egualmente al Boschetto pr. Trieste, nel cavo delle quei .e e sotto le corteccie,
4-908 ed anni successivi ).
Per la riduzione del solco frontale potrebbe trattarsi della
var. alieno-br umica Forel, la quale però, stando alla descrizione
dell' autore, dovrebbe essere di statura minore.
1
60. Lasius flavus F. (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 50; A n d r é ,
Spec. H y m . 1882, 195; Forel, Fourm. Suisse 1874, 47 e Ameis.
Schweiz 1915, 51. Formica flava, Mayr, Form. Austr. 1855, 91.
Donisthorpea flava, Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915, 216; Formicina flava, Emery, Form. Ital. 1916, 245).
Da noi due razze distinte, 1'una nella regione dei faggi, l ' a l tra in quella delle quercie ed ancor più in basso :
*) Secondo un' indicazione del D o t t .
M A I P L
troverebbe anche nell'isola di Arbe, sulla cosidetta
Tale indicazione va riveduta.
(1922,
45),
il
brunneus
.si
« Tignarossa » (6-914, 1 ^ ) ) .
128
a) L . flavus flavus F . (Formicina flava Bondroit, Fourm.
France 1918, 27. Lasius flavus myops var. flavomyops Forel,
Ameis. Schweiz, 1915, 52). — Le operaie dello stesso nido di
varia grandezza, le più grandi col capo e gastro un poco offuscato,
le piccole del tutto gialle. Gli occhi più grandi, con oltre 40 faccette. L . 2 - 3 mm.
Nella zona montana della Venezia Giulia e Dalmazia (regione
dei faggi). Nidifica nel suolo, sui prati.
Venezia Giulia. — Goriziano : Matajur, due nidi sotto sassi,
con c$ e 0 alate, 9-9-919; Kobilaglava pr. S. Lucia, 1 y", 6-911
(P.). — Istria montana : M . Maggiore, 4-911 (Gridelli) ; Tajano,
5-922. — Altipiano di Trieste: S. Canziano pr. D i v a c c i a ) , 10-911,
un nido ( W . ) .
Dal mazia. — Mali Halan sul Velebit, a circa 1000 m, numerose operaie, 5-914 ( N . ) . — Europa media e settentrionale.
1
b) L . flavus myops Forel (Ameis. Schweiz 1915, 5 1 . Formicina myops spec. propr. Bondroit, Fourm. France 1918, 29). —
Operaie monomorfe, piccole, gialle, occhi piccoli, con circa 15-20
faccette. L . 2 - 2.5 mm.
Nella zona carsica (delle quercie) e litorale. Razza meno
igrofila della precedente, trovandosi anche in siti sassosi, aprichi,
ove nidifica in terra, sotto sassi. Frequente nei dintorni di Trieste,
in Istria e probabilmente anche in Dalmazia.
Venezia Giulia. — Altipiano carsico di Trieste : Brestovizza,
10-911 ( W . ) ; nella grande conca di Erpelje, 3-911 ( W . ) . — Dintorni di Trieste (arenaria): Terstenicco, 5-08; Cattinara, 28-3-09;
Boschetto, accanto ad un nido di Las. emarginatus, sotto i l medesimo sasso, 25-3-909 ) . — Istria : sotto il Castello di S. Servolo,
molte operaie intirizzite dal freddo, sotto un sasso, 21-1-923, altre
già i n attività ai 11-3-923. — Isole : Unie, nel terriccio umido del
« Poi]e » al margine di un campo, 7-922; probabilmente anche
Canidoie piccola (indicalo da M A Y R , 1863, p. 12, col nome di
L . flavus).
2
*) Probabilmente
nelle due grandi voragini, che contengono
anche altri
insetti e piante subalpine. Esemplari raccolti da me i n un altro nido sul Carso
di Mataun preso S. Canziano si avvicinano maggiormente alla razza
-) Levando i l sasso osservai che i Lasius
emarginatus,
myops.
più grandi e più
rapidi, inseguivano i piccoli L . flavus, sminuzzandoli colle mandibole!
129
Dalmazia. — Pago, 18-12-913 ( N . ) . — Sono convinto che
anche gli esemplari di Zara, indicati da F R A U E N F E L D (1856, 435)
col nome di « Formica flava ['. » vanno riferiti alla subsp. myops.
Svizzera, Francia, Italia e probabilmente anche altrove nell'Europa media in siti adatti, più caldi.
2. gruppo ( C h t h o n o l a s i u s [Ruzsky] scnsu Emery 1922).
Le $ con occhi piccoli e palpi brevi. Le O poco maggiori delle 9, ° l
Capo un poco più largo del corsaletto, ma col gastro meno v o l u m i n o s o . L a
fondazione dei formicai avviene per parassitismo sociale temporaneo presso
specie del primo gruppo.
c
61. Lasius umbratus N y l . (Formicina
timbrata Bondroit,
Fourm. France 1918, 29).
La vecchia definizione del
umbratus si basa sulla presenza
di peli eretti sulle tibie. Ancor E M E R Y nel 1916 si attiene a questo
criterio per distinguere 1' umbratus dal bicornis e mi.vius. Il B O N D R O I T , nel 1918, nega alla pelosità delle tibie ogni valore specifico,
locchè è ammesso oggigiorno anche d a l l ' E M E R Y (1922) in base a
comunicazioni epistolari del defunto V I E H M E Y E R di Dresda.
Ammetto anch' io, che la pelosità delle tibie sia soggetta a
variazioni e che non possa costituire perciò un criterio specifico.
Però trovo che la nuova circoscrizione del L . umbratus secondo
E M E R Y 1922 (che attribuisce a questa specie le varietà meridionalis Bondr., distinguendus Eni. e hybridus Eni., nonché la subsp.
mìxtus) non corrisponde certamente alla realtà. Io considero come
umbratus (sensu lato) una specie caratterizzata in prima linea d a
u n a p u n t e g g i a t u r a d e l g a s t r o d e n s i s s i m a , in seconda linea dalla squama del peziolo piuttosto larga e debolmente
incisa, ed elimino senz' altro la cosidetta « varietà » distinguenda
Emery come specie a sè, ben distinta per la lucentezza dell' addome
e la rada punteggiatura sul secondo teclgite. Dell' umbratus, considerato in questo senso ristretto, distinguo poi nella nostra regione
due razze, a seconda dei peli delle tibie :
a) L . umbratus umbratus N y l . (Forel, Ameis. Schweiz, 1915,
52. Formica timbrata, Mayr, Form, austr. 1855, 93. Lasius umbratus, Mayr, Europ. Form. 1861. 50 e A n d r é , Spec. H y m . 1882,
195. Donisthorpea ambrata, Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 223
Formìcina umbrata, Emery, Form. Ital. 1916, 246. F. ambrata
130
f. typ. Bondroit, Fourm. France 1 9 1 8 , 2 9 ) . — Tibie al margine
estensore e lo scapo con finissimi peli cretti.
Venezia Giulia. — La località di Monfalcone, segnalata dal
FINZI
( 1 9 2 1 , 1 2 0 ) era l'unica finora nota nella nostra regione.
Guest' anno, in inaggio, raccolsi moltissimi esemplari sulla vetta
del M . Tajauo, sotto un sasso. E ' probabile che questa specie si
trovi anche sui monti del Goriziano, donde potrebbe essere stata
trasportata nella pianura friulana colle piene dell' Isonzo.
I l vero umbratus è una forma dell' Europa media, che vive
in terra o nel legno fracido. Predilige siti umidi e si estende dall'isotera di 12" a quella di 2 2 " (sec. E M E R Y e F O R E L , 1 8 7 9 , 4 5 2 ) .
b) Las. umbratus subspec. (? var. nuda Bondroit, Fourm.
France, 1 9 1 8 , 3 0 ) . — Le tibie e lo scapo senza peli eretti. Del
resto come la forma precedente.
Venezia Giulia. — Valle del Quieto, lungo la strada LevadeS. Stefano, assieme al L . distinguendus, sotto un sasso, 4 - 9 2 3 .
Dalmazia. — Sui prati umidi nella zona marnoso-argillosa
di Zemonico pr. Zara, 4 - 9 1 4 ( N . ) e Salona, 7 - 9 1 3 ( W . ) , frequente
sotto sassi. I n anibidue le località assieme al L . distinguendus, a
Salona certamente n e l l o s t e s s o n i d o .
Ó2. Lasius distinguendus Emery, sensu novo (Formicina
bicornis subsp. distinguendo Emery, Form. Ital. 1916, 2 5 0 . Lasius
umbratus var. distinguendo Emery, Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, 13.
Formica affinis e Lasius affinis part., Mayr, Form. Austr. 1855,
9 6 e Europ. Form. 1 8 6 1 , 5 0 ) .
Non posso condividere l'opinione d e l l ' E M E R Y ( 1 9 2 2 ) , che
annovera questo Lasius tra le varietà dell' umbratus, evidentemente
senza aver badato alla differente punteggiatura del gastro, al profilo dell' epinoto meno angoloso ed ai peli eretti del tronco un poco
più lunghi. Del resto queste differenze morfologiche potrebbero
egualmente costituire caratteri subspecifici o di varietà, se non ci
fosse il fattore geografico, vale a dire la convivenza del
distinguendus con una forma dell' umbratus nello stesso sito, senza
forme di transizione. Anzi osservo, che proprio lì, ove questi due
Lasius coabitano nella stessa regione (Zemonico, Salona), si manifesta il massimo della differenziazione morfologica, locchè ci
dimostra il valore specifico dei predetti caratteri.
131
I l Lasius distinguendus è la specie più frequente del gruppo
Chthonolasius nella Venezia Giulia e in Dalmazia. Nidifica nel
suolo. Predilige luoghi umidi e trovasi sovente nelle doline del
Carso all' entrata delle spelonche, sotto sassi e nel fogliame infracidilo; fu osservato perfino nell' interno delle caverne in punti
perfettamente oscuri.
Venezia Giulia. — Carso di Trieste : Roditti - S. Galiziano.
4-911; Lipizza, molto frequente ( F . ) ; Fernetich, all'entrata di una
caverna, vagliando il terriccio ed il fogliame, 5-910; Gabrovizza
pr. Prosecco, all'entrata della Grotta dell'Orso, 9-921. —- D i n torni di Trieste : Conconello, un nido con un cumulo di terra,
4-911 ( P . ) ; Scorcola, solio sassi, 3-909. — Carso istriano: PoIjane-Velika Vrata, 6-909; Marcovsina, Grotta Dimnice, nei detriti-ai fondo dell'abisso ove trovasi i l Typhlotrechus Bilimcki tcrgestinus, 5-909. — Isole: Bidoni, 4-907 (Dott. Patzelt); Unie,
un nido sotto sassi con molti cf, 18-7-922. - - Probabilmente anche Fiume e Martinisca (indicato dal M A Y R , 1855, p. 369, col nome
di Formica affinis).
— Una varietà del /.. distinguendus, con
peli eretti sulle tibie, raccolsi questo anno a Levade e Gradole nella
Valle del Quieto, sotto sassi.
Dalmazia. — Dintorni di Zara : Zemonico, sotto un sasso,
assieme al L . alienus v. alicno-niger. 4-902; moltissimi altri esemplari di Zemonico, trovati assieme al L . umbratus subsp., 4-914,
mi mandò 1' amico Novak. — Dintorni di Spalato : Castella, vagliando i l terriccio, gennaio 912 ( N . ) ; Salona, in un nido assieme
al L . umbratus subsp.. 7-913 ( W . ) . — Probabilmente anche a
Lovrec (Dalmazia centrale), nella spelonca sul M . Gradina, esemplari vaganti sul suolo argilloso e umido, nel tratto già totalmente
oscuro della caverna, 22-7-905 ) .
I l L . distinguendus
è descritto dall' Italia settentrionale,
donde posseggo alcune operaie (di Spilamberto nell' Emilia, leg.
Menozzi) che devo alla cortesia dell'amico Finzi. Resta a stabilirsi
l'ulteriore diffusione sulla base della nuova definizione della specie.
1
*) Purtroppo non posseggo più alcuno di questi esemplari. L i avevo spediti
a suo tempo al prof. F o r e l , che me l i d e t e r m i n ò per
affinis,
certamente nel
senso del vecchio M A Y R , non già in quello degli autori moderni. Anche io ritenevo
fino a poco tempo fa tutti i nostri
distinguendus
Adriat. scienze nat., X X V I I , parte I I , pag. 48),
per affinis
(cf. B o l l . Soc.
132
63. Lasius carniolicus M a y r ( 9 ) e Forel ( y , QS). (Forel,
A n n . Soc. E n t . Belg. 1886, 2Qt e Ameis. Schweiz 1915, 51.
Formicina carniolica, Emery, Form. Ital. 1916, 244 e Bondroit,
Fourm. France 1918, 36).
Dalmazia. — To raccolsi questa specie un'unica volta sul
Mossor, tra Spalato e Almissa, presso la casa forestale a circa
700 m, in posizione carsica aprica, sotto un sasso, 7-910.
Specie rara e sporadica dell' Europa media e meridionale.
Carinola, (Lubiana, loc. class.), Francia ( D r ó m c ) , Catalogna, Piemonte (Andiate), Isola di Gotland, Russia meridionale.
Sottogenere : D e n d r o l a s i u s Ruzsky.
Nidifica nel cavo degli alberi, ove l'abbi ica n i d i d i cartone, adoperando
sostanza legnosa o, i n mancanza d i questa, materie minerali. Emana un odore
fortissimo, acre. Le C> poco più grandi delle operaie, col capo p i ù largo del
torace ed i l gastro poco voluminoso.
64. Lasius fuliginosus L a t r . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 49;
André, Spec. H y m . 1882, 191; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 50.
Donisthorpea fuliginosa, Donisthorpe, B r i t . Ants 1915, 188. Formicina f uliginosa, Emery, Form. Ital. 1916, 169 e Bondroit,
Fourm. France 1918, 35. Formica fuliginosa Mayr, Form. Austr.
1855, 79).
Nella Venezia Giulia dai monti del retroterra fino al mare
(Trieste, Pola). i n Dalmazia solamente nel retroterra montano.
Credo che manchi assolutamente nelle isole con vegetazione prettamente mediterranea. — Nidifica negli alberi più diversi (pioppi,
quercie, salici, ecc.). 11 volo nuziale in luglio.
Venezia Giulia. — Goriziano: Luico, Matajur, 9-919; Carnizza nella Selva di Tarnova, falciando 1' erbe di sera, singole y
vaganti, 6-911; Prevacina, 5-912; Monfalcone, terreno alluvionale,
28-3-09. — Carso di Trieste : Roditti, alcuni nidi nei salici, 4-911;
Dane-S. Galiziano, in un tronco di quercia, 4-911 (Spr.) e 10-911
( W . ) ; Gabrovizza-Sgonicco, 30-4-09; Fernet•idi, in una dolina numerosissimi esemplari che camminavano in fila sul fusto di un
Pinus nigra, dal suolo quasi fino in cima, senza che io abbia potuto
trovare il nido; i l pino era apparentemente sano (12-3-922). —
Dintorni di Trieste e Vallone di M u g g i a : Couconello, 23-3-911
( P . ) ; Scorcola, in un tronco di quercia e sotto un sasso vicino al
133
tronco, 7-3-909 ( P . ) ; M . Castiglione, 31-3-908 (Dott. Graeffe);
Noghera, 5-912 ( W . ) ; Zaule-Dolina, 11-912 (1'.); Bagnoli, 4-910;
/S. Bartolomeo, nel cavo di un salice, 7-3-909. — Pola, Bosco
Siana, un nido in una vecchia quercia con molti esemplari vaganti
sul tronco assieme con numerosi individui alati (>f e O ) , 7-922.
Dalmazia. — Velehit, Paclenizza, 7-910 ( X . ) ; Mossor, vicino
al villaggio di Gata, 7-911.
Diffuso e comune in una gran parte d' Europa e nell'Asia
settentrionale. Secondo E M E R Y e F O R E L (1879) limitato dalle isotere di 16" e 24". Frequente nell'Italia continentale. In Balcania
sui monti dell'Albania (Mali Daiti-Ravasini), in Bulgaria ( F O R E L ) .
28. Genere : F O R M I C A E., Mayr 18òl.
(Revisione : E M E B V . Deutsche K m . Zeitschr. 1WW, 17')).
Specchietto
1
d e i g r u p p i ).
1. Clipeo con incisione mediana al margine anteriore. Statura
e forma del capo circa come nel gruppo Formica s. str., però i l margine occipitale leggermente incavato. Area frontale opaca.
3. gruppo (Rapii/cirillica
For.).
— Clipeo senza incisione mediana
2.
2. Occipite depresso e fortemente incavato, gli angoli posteriori del capo ben marcati e sporgenti. La 9 ha il capo allungato,
colla massima larghezza nel mezzo, le tempie lunghe e ristrette
all'indietro, gli occhi situati più innanzi. La medesima forma del
capo, però meno accentuata, hanno del resto anche le y .
4. gruppo (Coploforinica i n . ) .
— Occipite non incavato. La O ha i l capo breve, triangolare
o trapezoidale, colla massima larghezza di dietro; gli occhi meno
distanti dal margine occipitale
3.
l
) l'OBEL (1915) ed F.MERY (191(>; dividono i l genere Formica
generi : Serviformìca,
Formica
s. str. e Rnptiformica.
in tre sotto-
Non credo si tratti di veri
e propri sottogeneri. A d ogni modo, qualora si vogliano mantenere questi nomi,
conviene assolutamente crearne un nuovo per i l gruppo della
c.vsccta e pressi-
labris, che è meglio caratterizzato, per la conformazione del capo, di tutti gli
altri. Ed è perciò che io propongo di chiamarlo Copto!ormica
;
senza voler a t t r i -
buire a questo nome altro valore che quello di una denominazione breve e concisa
per distinguere
:
gruppo dell' cxsccla
dagli altri gruppi già denominati dal KoRKL.
184
3. Statura più gracile, antenne più lunghe, lo scapo oltrepassa
di molto i l margine occipitale ed è sempre di colore più chiaro
della fronte. Epinoto ouasi sempre senza peli eretti. Specie perfettamente nere, oppure bicolori, in tal caso 1' area frontale opaca.
1. gruppo (Serviformìca
For.).
— Statura più robusta, antenne meno lunghe, lo scapo oltrepassa di poco i l margine occipitale ed è normalmente dello stesso
colore della fronte. Epinoto quasi sempre con peli eretti. Specie
bicolori, con area frontale più o meno lucente.
2. gruppo (Formica s. str.)".
T a b e l l a p e r 1 a d e t e r m i n a z i o n e d e l l e s p e c i e.
1. Clipeo inciso nel mezzo al margine anteriore. — Specie
opaca, col corpo anteriore rosso, la fronte più o meno offuscata,
il gastro nero. Pochi peli eretti sulla fronte, i l torace quasi nudo.
Lutigli. 6 - 9 mm. (Rapiiformica).
74. sanguinea Latr.
— Clipeo senza incisione mediana
2.
2. Occipite fortemente incavato, cogli angoli posteriori sporgenti. La massima larghezza del capo circa nel mezzo, le tempie
lunghe e ristrette all' indietro. La massima parte del corpo quasi
priva di peli eretti. (Coptoformica)
3.
— Occipite non incavato. I l capo più breve, più largo di dietro, le tempie meno lunghe e più arrotondate
4.
3. Clipeo con carena mediana e col margine anteriore semplice. Area frontale più o meno lucente. Palpi mascellari più lunghi.
Gastro con una fila di setole al margine posteriore dei segmenti.
L u n g h . dei nostri esemplari : 5.5-6.5 mm.
76. exsecta N y l .
— Clipeo senza o con debole carena mediana, però con
leggera impressione trasversale dietro i l margine anteriore, che
è di conseguenza leggermente ripiegato a l l ' insù. Area frontale
subopaca. I l gastro quasi senza setole al margine posteriore dei
p r i m i segmenti. L . 4.8-5.2 mm.
75. pressilabris N y l .
4. Corpo totalmente nero, oppure bicolore, in tal caso però
l'area frontale opaca. L o scapo oltrepassa di molto il margine occipitale ed è sempre di colore più chiaro che la fronte. Epinoto di
solito n u d o ) . (Serviformìca)
5.
1
Eccettuata la f.
cinerea,
che ha qualche setola sull' epinoto.
135
— Corpo bicolore, parzialmente rosso, e 1' area frontale più
o meno lucida. L o scapo oltrepassa di poco il margine occipitale
ed è normalmente dello stesso colore della fronte. Epinoto di solito
con peli e r e t t i ) . (Formica i . sp.)
9.
1
2
5. Corpo lucido, perfettamente n e r o ) . Angolo dell'epinoto
largamente arrotondato; l'addome irto di lunghe setole, con m i croscultura composta di una finissima striatura trasversale e radi
puntini piligeri. Gli occhi più piccoli e più distanti dal margine
occipitale. L . 4.5-7 mm.
65. gagates L a t r .
— Corpo opaco o subopaco-scriceo. Colorito più chiaro, oppure completamente nero (F. fitsca), in tal caso però l'epinoto
angoloso e le setole del gastro rade e brevi
6.
6. 11 capo di sotto con peli eretti. Tegumento nero, con pubescenza densissima sericei>-cinerea e brevi setole bianchiccie.
I l torace ai lati ed i l capo sotto g l i occhi spesso leggermente
bruno o rossiccio. L . 4.5-6.5 nini. — Vive sulla sabbia e sui ciotoli alle sponde dei
fiumi.
69. cinerea Mayr.
•— I l capo di sotto senza peli eretti. La squama del peziolo
più larga e maggiormente compressa
7.
7. Corpo perfettamente nero, comprese le guancie. I l tegumento presenta spesso un leggero riflesso bronzeo; colla lente
a forte ingrandimento si arriva a discernere una finissima e fitta
punteggiatura sopra un fondo meno opaco che nelle specie seguenti. Gastro con una fila di setole al margine posteriore dei
tergiti e poche e brevi setole sul disco. La y col gastro lucido.
L . 4 - 6 mm.
66. fusca ( L . ) N y l .
— Almeno le guancie più o meno rossiccie o brune. TI tegumento presenta un aspetto perfettamente opaco in seguito ad
una densissima zigrinatura microscopica, clic nasconde i puntini piligeri. La 9
' gastro opaco
8.
c o
' ) Eccettuata la F. ruta.
-) U n ' altra specie lucida e completamente nera è la F. picca N y l . , clie si
distingue dalla gagates per l'epinoto angoloso, i l capo e le antenne più brevi
ed i l torace con rade setole gialle. !.. 3.H - (> mm. — Specie caratteristica delle
torbiere,
ove fa nidi a cumulo come le specie
Europa boreale, Asia.
del gruppo nifa
pratensis.
136
8. Torace nudo (di rado con 2 o 3 peli eretti), i n gran parte
bruno o nerastro, i l bordo anteriore e le suture laterali più o
meno rossiccie. I l gastro generalmente con setole meno abbondanti. L a Q col torace cpiasi totalmente fosco. L . 4 - 6.5 mm.
67. glebaria N y l .
-— Pro- e mesonoto più o meno pelosi (peli eretti) ; anche
il gastro generalmente con setole più abbondanti. I l torace nella
forma tipica rosso, t u t t ' a l più leggermente offuscato; v i sono
però delle varietà più oscure, (forse ibridi?) che hanno quasi il
colorito della glebaria. La 9 col torace anche di sopra parzialmente rosso. L . 5 - 7 m m .
68. rufìbarbis F.
9. I l corpo anteriore totalmente rosso-ferrugineo, t u t t ' a l
più i l vertice debolmente offuscato. Anche lo scapo rosso. Tutto
il corpo dell' y e della 9 copiosamente rivestito di peli eretti,
gialli. L . 5 - 8 mm.
70. truncicola N y l .
— La parte superiore del capo fino al clipeo e lateralmente
di solito lino agli occhi bruna o nera. L a 9 senza peli eretti sulla
parte superiore del gastro, spesso anche i l torace nudo . . 1 0 .
10. Torace con peli eretti più o meno copiosi. Anche i l capo
di sotto e le coscie anteriori con peli eretti
11.
— Torace perfettamente nudo o tutt' al più con qualche
singolo pelo eretto sul dorso
12.
11. Occhi minutamente pelosi. Le tibie posteriori per lo
più su tutto i l margine estensore con peli inclinati a 45°. Tutto
il corpo con pelosità abbondante e abbastanza lunga. I l profilo
dell' epinoto con angolo marcato. Pro- e mesonoto con macchia
dorsale di solito più grande e più intensamente oscura che nelle
specie seguenti. L a 9
occhi distintamente pelosi, i l gastro
ed i l torace totalmente opachi. L . 4 - 8 mm (9 10-12 mm).
c
o
n
71. pratensis Retzius.
— Occhi nudi. Le tibie tutt' al più con singoli peli semiaderenti. I l torace con peli eretti distinti, ma meno abbondanti
e più brevi della specie precedente. I l profilo dell' epinoto con
angolo rifondato Pro- e mesonoto con macchia dorsale meno
estesa o totalmente mancante. L a 9 cogli occhi nudi, i l gastro lucido, con p u n t e g g i a t u r a rada sul primo
t e r g i t e , anche lo scutello di sopra totalmente lucido. Lungh.
5 - 8 mm. (9 10- 11 mm.).
72. piniphila Schenck.
137
12. Le tibie con peli rialzati a 45° come nella F. pratensis,
però meno copiosi; anche il capo di sotto spesso con alcuni brevi
peli eretti. La 9 ha i l gastro lucente come la /'\ piniphila, però
il p r i m o t e r g i t e è c o p e r t o di p u n t i n i m o l t o p i ù
d e n s i ; lo scutello è fittamente punteggiato, quasi opaco; gli
occhi con brevissimi peli eretti. — Nelle A l p i ; probabilmente anche da noi.
[rufa L . sensu Bondr.J.
— Le tibie senza peli eretti (tutt' al più alla base 2 o 3 peli).
I I capo d i s o t t o e le c o s c i o a n t e r i o r i s e n z a p e l i
e r e t t i . (La y> secondo il B O N D R O I T , col gastro sublucido, con
punteggiatura come nella piniphila; lo scutello opaco, zigrinato,
con punteggiatura poco evidente; gli occhi nudi, l o non ho però
ancora veduto esemplari 9 della Venezia Giulia). L . 5 - 8 inni.
73. polyctena Forst.
1. Gruppo ( S e r v i f o r m ì c a Forel).
Specie con caratteri b i o l o g i c i meno e v o l u t i . Nidificano
suolo. Le femmine sono capaci d i fondare un
nuovo
per
formicaio
lo
da
più
nel
sole.
Le
operaie vengono spesso rapite dalle specie dei gruppi seguenti, che le tengono
come schiave.
65. Formica gagates L a t r . (Mayr, Form. Austr. 1855, 347
e Europ. Form. 1861, 46; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 182; Donisthorpe, Brit. Ants, 1915, 329, fig. 92, 1; Forel, Ameis. Schweiz,
1915,63; Emery, Form. Ital. 1916, 261; Bondroit, Fourm. France,
1918, 46. F. fusca gagates, Escherich, Die Ameise, 1906, 222 ed
Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 194).
Specie piuttosto meridionale, abbastanza frequente nel Goriziano e sul Carso di Trieste. Predilige la regione delle quercie e
dei castagni. Fa i nidi in terra, sotto sassi, e si arrampica sui cespugli e sugli alberi (come del resto tutte le specie di Formica
della nostra regione).
Venezia Giulia. — Goriziano : Gorizia-S. Pietro, 4-919; Panoviz, falciando, 4-908; Prcvacina, 5-912. — Retroterra ed altipiano carsico di Trieste : Pendii del M . Re, 5-909; S. (anziano,
sotto un sasso, 4-911; sulla cresta tra i l M . Concusso ed i l Castellaro, 5-09; Panaro, 5-911 ( P . ) ; Ternovizza, 3-911 (P.) ; Basovizza,
sotto un sasso, 25-2-912; Perciclol, sotto un sasso molte y intirizzite dal freddo, 18-12-921. — Conca arenacea di Trieste : Conconello, 3 e 5-911 ( P . ) ; Terstenicco, sbattendo giovani quercie,
138
frequente, fine di 4-919; Scorcola, 4-908; Boschetto, sui fiori di
Dorycnium herbaceum, 30-6-906 ( F R I T S C H , 1915, 265), anche sotto
pietre, 3-909; Barcola, sotto sassi, 4-911; Cedas, sulle piante,
5-909. — Istria settentrionale : Erpelje-Clanez, sotto un sasso,
4-908; Capodistria, 5-913 ( W . ) .
Non ho veduto ancora esemplari dell' Istria meridionale e
della Dalmazia, ma non escludo che v i si possano trovare. Stando
alla indicazione di G A S P E R I N I (1887, p. 7) la F. gagates sarebbe
frequente nella regione montana di Labin presso T r a ù .
Trovasi qua e là nella Germania meridionale e nell'Austria.
Manca i n Inghilterra e nel Belgio. I n Svizzera solamente nel Ticinese, in Francia da D i j o n e Fontainebleau al Sud. Italia continentale, Balcania, Crimea, Asia minore.
66. Formica fusca L . , N y l . (F. fusca fusca, Emery, Deutsche
Ent. Zeitschr. 1909, 196 e Form. Ital. 1916, 261; Forel, Ameis.
Schweiz 1915, 63. F. fusca-\-Feniani, Bondroit, Fourm. France
1918, 48).
Specie limitata alla parte nordica c montana della nostra regione. Nel retroterra di Trieste essa trovasi appena al di là del
varco di Sesana (Poverio, 400 in) e nei pressi di Roditti (500 ni);
poi nel centro dell'Istria a Mime (600 n i ) . In Dalmazia probabilmente solo sui monti più alti. — Specie timida, che predilige i
boschi e che nidifica sotto pietre o nei tronchi d' alberi.
1 nostri esemplari appartengono in parte alla vera fusca sensu
strictiss., in parte alla F. Feniani Bondroit, che io considero come
una forma alpina della fusca.
a) fusca fusca L . (Formica fusca Bondroit, Fourm. France,
1918, 48). — Torace nudo, senza peli eretti.
Venezia Giulia. — Goriziano : Matajur, 9-919, un nido sotto
sassi, con 2 9 dealate. — Retroterra di Trieste : Prevallo, 1 9»
5-09; Artvise, sotto un sasso, 6-23; R o d i t t i , 4-911: Poverio, tra
Sesana e Divaccia, 10-911 ( W . ) . — Istria centrale : nei boschi
tra M i m e e Sapiane, alcuni nidi nei tronchi fracidi, 4-911.
Europa media e settentrionale, Siberia. I n Italia solamente
nella regione montana. Gli esemplari trovati sulle massime vette
delle A l p i (fino a 2400 m) e indicati col nome di F. fusca, appartengono probabilmente alla razza seguente.
139
b) fusca Lemani Bonrlr. (/<". 1,emani Bondroit, Fourm.
France 1918, 48. /•''. fusca part. auct.j. — Torace più o meno irto
di peli eretti.
Vere Lemani, che corrispondono perfettamente alla descrizione del B O N D R O I T , con riflesso verde-bronzeo spiccato, raccolsi
sulla vetta più alta del M . Biocovo (S. Giorgio, 1753 ni) sopirà
Macarsca in Dalmazia, sotto sassi, 12-7-907.
Altri esemplari che si avvicinano più o meno a questa razza,
posseggo dalle seguenti località : M . Dinara (1756 m ) , in Dalmazia, 7-909; M . Re (1300 i n ) , sull'altipiano, sotto un sasso, 5-909;
Carnizza, nella Selva di Tarnova, in una radura del bosco sotto
sassi, a circa 1000 in, 6-911; Kobila glava presso Tolmino (1400
m), 6-911 ( 1 \ ) .
Descritta dalle montagne del Belgio e delia Francia, al Sud
fino ai Pirenei e alle Alpi marittime; anche in Norvegia e in Svizzera ( B O N D R O I T ) .
67. Formica glebaria X y l . (Bondroit, Fourm. France 1918,
49. F. fusca glebaria, Forel, Ameis. Schweiz 1915, 63 e Fmery,
Form. Ital. 1916, 262. F. fusca fusca v. glebaria, Fmery, Deutsche
Ent. Zeitschr. 1909, 196).
Sostituisce da noi la F. fusca nelle posizioni più basse, più
apriche e arriva lino alla costa del mare. Nidilica nel suolo, sui
prati ecc. e sale sovente sugli alberi e sui cespugli.
Venezia Giulia. — Goriziano : Volzano presso Tolmino, 908
(P.); Piava, sui cespugli, 5-912; Gorizia - S. Pietro, 4-909; Prevacina, 5-912. — t'arso di Trieste : Castellare (740 n i ) , un nido
con 1 9 dealata, 11 -5-911 ( I V ) ; M . Panaro, 5-911 ( P . ) : tra Basovizza e Lipizza, 3-908 e 5 911; Opciua, un nido con una 9 dealata, 23-4-911 ( ! ' . ) : Vedetta Alice, 4-911. — Conca arenacea di
Trieste : Miramar, sbattendo le siepi di Cratacgus pyracantha in
fioritura, 5-921; Barcola-Miramar, lungo la strada, sui fiori di
Daucus carola, 8 900; Trieste, nel giardino di Piazza degli Studi,
4-908; .Negherà, 5-912 ( W . ) . — Istria ; Capodistria, 5 912 ( \ V . ) ;
Pirano, sotto sassi e sui fiori di Canini carri, agosto settembre
1905 (indicata da C O H K L L I , 1906, p. 479, col nome di /•'. fusca);
Umago, 6-912 ( W . ) ; Mime, 4-911 ( W . ) ; Laurana, 6-08; Abbazia,
10-912 ( X . ) . — Isole : Unie, sbattendo cespugli e sul suolo, 7 911,
140
Dalmazia. — Vraua presso Zaravecchia, 9-914 ( N . ) ; sul M.
Mossor, presso la casa forestale, sotto sassi, 15-7-910. — E ' probabile che la F. fusca constatata in Arbe da M A I D L (1922, p. 45)
appartenga pure alla glebaria.
Specie diffusa in quasi tutta l'Europa. Anche in Sicilia
( E M E R Y ) e in Algeria ( B O N D R O I T ) .
68. Formica rufibarbis F. (Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 64;
Donisthorpe, Brit. Ants 1915, 320; Bondroit, Fourm. France, 1918,
51. F. fusca rufibarbis, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 197
e Form. Ital. 1916, 262. F. cunicularia [part.?] Mayr, Form.
Austr. 1855, 342 e Europ. Form. 1861, 47).
Esemplari tipici, grandi, col torace quasi perfettamente rosso
e distintamente irsuto, si trovano specialmente nei dintorni di
Trieste sotto sassi; Conconello, 4-911 ( P . ) ; Terstenicco, 5-908
(Ciana); Scorcola, 4-09 (P.) ; Noghera, moltissime (jj sotto un
grande lastrone di pietra, 19-3-22; Dolina, 3-09 ( P . ) ; Capodistria,
5-913 ( W . ) .
Esemplari col dorso del torace più oscuro (bruno nei grandi,
quasi nero nei piccoli) si trovano di preferenza su 1F altipiano : S.
Canziano presso Divaccia, 5-914 ( W . ) ; Roditti, 4-911 ( P . ) ; Castellare maggiore, 5-911. anche 1 y dealata. P e r ò anche tra quelli
di Conconello (vedi sopra) e a Umago, 6-912 ( W . ) .
Una serie di Matteria in Istria, sud' altipiano carsico presso
la Grotta Martino (5-6-911) consta di esemplari piccoli, col torace
in gran parte rosso, però con scarsi peli eretti o quasi nudo. Io li
raccolsi sul terreno mentre erano in procinto di scavare i l nido.
Dalla piccola apertura nel suolo si vedeva comparire ogni tanto
una y con un granellino di terra in bocca, che depositava poi a
una certa distanza dal foro di entrata.
Non ho veduto ancora esemplari dell' Istria meridionale e
della Dalmazia.
H a una grande diffusione in Europa e nell'Asia occidentale.
I n Italia sul continente, al piano e sulle colline ( E M E R Y ) . I n Svizzera frequente fino a circa 1500 m ( F O R E L ) . E ' più aggressiva delle
due specie precedenti.
L a variabilità del colorito rende talvolta assai difficile la distinzione della Form, rufibarbis dalla F. glebaria.
141
69. Formica cinerea M a y r (Form. Austr. 1855, 344 e Europ.
Formic. 1861, 47; André, Spec. H y m . 1882, 181; Forel, Ameis.
Schweiz, 1915, 64; Emery, Form. Ital. 1916, 262; Bondroit, Fourm.
France 1918, 53. F. fusca cinerea, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr.
1909, 199).
Venezia Giulia. — Bagnoli presso Trieste, sulle ghiaie della
Rosandra, numerose operaie vaganti, 4-908 e 911.
Quantunque non mi consti che questa unica località della F.
cinerea nella nostra regione, ritengo probabile che v i si trovi anche
in altri siti della Venezia Giulia e della Dalmazia, lungo le rive
dei fiumi e dei t o r r e n t i ) .
Europa media e meridionale. In Italia sul continente, in luoghi sabbiosi, particolarmente sulle sponde dei fiumi ( E M E R Y ) . N i difica nel terreno sabbioso e fa colonie estese, composte di molti
nidi comunicanti per mezzo di canali sotterranei ( A N D R É , E M E R Y ) .
1
Fu osservata nei dintorni di Norimberga e Fiirth sul Sarothamnus scoparius, in siti sabbiosi, assieme ad una piccola cicala,
la Gargara genistae F. La F. cinerea accarezza colle antenne le
larve di questa cicala, che secernono dall'addome un liquido, che
viene immediatamente succhiato dalle formiche ( F N S L I N , Zeitschr.
wiss. Ins. Bici. 1911, 1 9 - 2 1 , con 2 figure).
2. gruppo ( F o r m i c a s. str.).
Fanno n i d i a cumulo con detriti vegetali. La O ha bisogno, per
fondare
il nido, di operaie della propria specie o di altre formiche (Serviformìca),
che
fungono da schiave.
70. Formica truncicola N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 69
e Europ. Form. 1861, 46; A n d r é , Spec. H y m . 1982, 183; F. rufa
truncicola, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 187 e Form. Ital.
1916, 260; Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 57. F. truncorum F., Bondroit, Fourm. France 1918, 60).
Venne constatata per la prima volta 1' anno scorso in maggio
dall'amico Finzi sul M . Tajano (Istria settentrionale, a circa 1000
m) e ritrovata poi da me nello stesso sito. Quantunque non si conoscano altre località nella Venezia Giulia, è quasi certo che si
troverà anche sui monti del Goriziano.
») V indicazione del Dott. GALVAOKI (1902, p. 380), che novera la F. cinerea tra le formiche di Lissa ( H u m ) , dovrebbe riferirsi piuttosto alla F.
glebaria.
142
Europa media e settentrionale, Caucaso e Siberia. I n Italia
solamente al Nord, sulle A l p i . — Fa cumuli piuttosto bassi, di
preferenza su tronchi fracidi.
71. Formica pratensis Retzius (André, Spec. H y m . 1882,
184; Donisthorpe, Brit. Ants 1915, 267; Bondroit, Foum. France
1918, 57 e 59. F. rufa pratensis, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr.
1909, 186 c Form. Ital. 1916, 260; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 57.
F. congerens N y l . , Mayr, Form. Austr. 1855, 332 e Europ. Form.
1861, 46).
Da noi specie prefercntementc montana (regione del faggio),
che trovasi però anche più in basso, nella regione delle quercie. Nel
territorio di Trieste essa nidifica sull' altipiano carsico, ma non oltrepassa la catena del Vena. Nel vallone di Muggia, più umido e
di conseguenza più propizio all' esistenza di specie dell' Europa
centrale, essa scende quasi lino al livello del mare. Neil' Istria meridionale e in Dalmazia essa manca assolutamente nella zona litorale e si trova solamente nell' interno e sin monti. — Nidifica sui
prati, nelle radure dei boschi ecc. e costruisce cumuli piuttosto
bassi e composti di detriti relativamente grossolani.
Venezia Giulia. — Volzano, 7-08 ( ! ' . ) : Cobilaglava pr. Tolmino (1400 n i ) , un nido con Q alate (P.) ; Sebrelje, valle. dell'Irina. 9-919. — Altipiano di Trieste : Storje, 10-909; Divaccia,
4- 911; M . Castellare un nido con 3 cf, 25-5-911 (Spr.); ai piedi
del M . Concusso pr. Basovizza, 1 9 vagante sull' erba, 23-5-09;
Lipizza, un cumulo senza forme sessuali, però con alcune operaie
ancora immature, 26-9-920; sui prati dietro i l M . Spaccato,
5- 11-911 ( P . ) . — Istria settentrionale e media: Noghera, 4-919
(Schatzmayr e Ravasini); Beca sull'altipiano di S. Servolo, 4-909
( P . ) ; M . Tajano, sui prati nella regione dei faggi, fino a 900 m,
frequente, 5-908; un nido con molti rf, 25-5-919; più in basso,
ai piedi del Tajano verso Erpelje 1 9 alata e molte i£ vaganti
sull'erba, 16-5-908; Mime, molti nidi sui prati tra i boschi, in
uno anche una 9 ricalata, 4-911; M . Maggiore, sul versante occidentale a circa 1000 in, un nido di media altezza concresciuto con
erba, 5-911.
Dalmazia. — Stermizza pr. K n i n , 5-916 ( N . ) ; Crivoscie alle
Bocche di Cattaro, 1 y (leg. Paganctti, sec. M A I D L 1922, 45).
143
Europa inedia e boreale, Siberia. Anche in Italia, Spagna e
Balcania, però solamente sui monti.
Nota. — L a pelosità delle 9 varia moltissimo e forse si sciupa
in esemplari più vecchi in seguito a sfregamento. L* esemplare più
villoso è quello trovato ai piedi del M . Concusso, essendo tutto il
corpo, tranne la parte dorsale dell'addome, provvisto di fini e
lunghi peli cretti. Questa 9 corrisponde alla var. Cordieri Bondroit, (Bull. Soc. Lnt. France, 1917, 174 e Fourm. France 1918,
58). La 9 di Mime possiede bensì un abbondante pelosità eretta
sulla parte inferiore del capo, ma il mesonoto e lo scutello sono
quasi nudi. Questo esemplare, dealato e vecchio, ha tutto 1'aspetto
di aver perso i peli sulla parie supcriore del corpo in seguito a
sfregamento. Non così la O di Cobilaglava e quella del Tajano, le
quali, sebbene alate e giovani non hanno traccia di peli eretti nè
sulla parte inferiore del capo uè su tutta la pai-te dorsale del corpo;
solamente la parte inferiore e l'apice del gastro sono forniti di
peli eretti.
Sarà interessante studiare in seguito, sopra un materiale più
copioso, se si possano stabilire in tale riguardo delle razze o va
rietà locali, basate sulla pelosità rielle Q, oppure se si tratti di differenze di nido o rlel tutto individuali.
72. Formica piniphila Schenck (Bondroit, Fourm. Franco
1918, 57 e 60. F. rufa pari. Mayr Form. Austr. 1855, 328 e Europ.
Form. 1861, 46. F. rufa rufa v. piniphila, Forel, Ameis, Schweiz
1915, 57 e 59; Emery,-Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 185 e
Form. Ital. 1916, 264).
Specie più strettamente legata alla regione dei faggi che la
precedente. Le quote più basse constatate finora nella Venezia Giulia sono: nella Valle dell'Isonzo 200 ni, nel retroterra di Trieste
e nell'Istria settentrionale circa 500 ni. Trovasi in parecchie località
dell'interno assieme alla pratensis, ma non si estende, come questa,
sull'altipiano carsico di Trieste. — Fa nidi simili a quelli della
specie precedente, ma più alti.
Venezia Giulia. — Goriziano : Volzano, su un ciligio, 7-908
(P.). _ Retroterra di T r i e s t e : Roditti, diversi nidi, 23-4-911;
un nido con 99 appena sbocciate rialte crisalidi ai 6 5 923. —
Istria: Clanez, 1-11-911, 1 cs. ( W . ) ; Tajano, a circa 900 in, un
144
x
nido con y alate, 5-922, singole
anche sbattendo i faggi, 5-921;
tra roljane e Vclika Vrata, al Sud del Tajano, 5 909; Mune,
diversi nidi, 4-911.
Dalmazia. — Finora un'unica località al versante meridionale della catena del Velebit : Paclenizza, 7-916 ( M . ) . E ' probabile
però che verrà trovata anche altrove nelle montagne di contine, le
quali sono quasi affatto inesplorate dal lato mirniecologico.
Diffusa, secondo B O N D R O I T , in Europa, ad eccezione dell' estremo Sud.
73. Formica polyctena F ò r s t . (Bondroit, Fourm. France
1918, 5 7 e 60. /•'. rufa part. Mayr, Form. Austr. 1855, 328 e Europ.
Form. 1861, 46. F. rufa rufa v. polycicna Forel. Ameis. Schweiz
1915, 58; Fmery, Form. Ital. 1916, 259).
F.sclusivamente nella regione dei faggi, in posizioni montane
o submontane (nel retroterra di Trieste da 600 ni impoi").
Venezia (dulia. — Nel bosco tra Prevallo e Senosecchia,
sbatlendo i faggi, singole » , 5 09; sul M . Maggiore, a circa 1000
m, un nido, 5-910.
Purtroppo, non posseggo nessuna Q per poter controllare se
esistano in realtà le differenze specifiche indicate dal B O N D R O I T ,
oppure se si tratti piuttosto di una semplice varietà della F. rufa,
come ritengono E M E R Y e F O R E L .
Trovasi qua e là nell'Europa centrale, però meno frequente
della F. piniphila (sec. B O N D R O I T ) .
Nota. -— Oltre alle tre specie precedenti, ben definite, posseggo 2 y e 2 0 dalla Selva di Tarnova presso Gorizia, che non
sono riuscito a classificare con esattezza, tanto più che non mi
sembra del tutto accertato, se le O e le y appartengano realmente
alla medesima specie. M i limito perciò a dame una breve descrizione :
Formica spec. ( y ) . — Colorito ancor più oscuro della pratensis, essendo anche 1' epinoto di sopra più o meno annerito. I.
peli cretti del torace più brevi che nella pratensis e il capo un poco
più stretto.
TI colorito del torace corrisponde perfettamente a quello della
F. pratensis v. nigricans Emery (delle Alpi marittime, del Ticino,
Tiralo, Vallombrosa, ecc.), però uè E M E R Y , nò gli altri autori,
145
fanno menzione della differente pelosità del torace. I n questo r i guardo le due O di Tarnova combinano perfettamente colla F. piniphila, però la colorazione è ben diversa. L a forma elei capo potrebbe far pensare anche alla F. alpina San!sebi, la quale però,
stando alle figure, dovrebbe avere il capo ancor più allungato e poi
il colorito della F. rufa.
Formica spec. ( y ) . — Gastro lucido, con punteggiatura densa
sul primo segmento. Scutello subopaco, leggermente lucente nel
mezzo. Occhi con peli brevissimi, ma ben visibili con forte lente.
Io dichiarerei senz'altro queste due y di Tarnova per F. rufa
s. str., se avessi la certezza che le due Q raccolte nel medesimo sito
appartengono ad una specie differente, Con serra raccogliere ulteriori esemplari (<^> e y ) bene assortiti secondo nidi, per chiarire
definitivamente la questione.
3. gruppo ( R a p t i f o r m i c a Forel).
Fa i l nido i n terra e lo ricopre con poco
pupe di una Serviformìca,
schiave. La
9
n
a
dalle quali
bisogno
d i queste
materiale mobile. Rapisce le
alleva le $ che tiene
formiche
ausiliarie
nel nido come
per
fondare
un
nuovo nido.
74. Formica sanguinea L a t r . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 64
e Europ. Form. 1861, 46; André. Spec. H y m . 1882, 180; Donisthorpe British Ants 1915, 280; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 6 1 ;
Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1909, 182 e F o r m . H a i . 1916, 257;
Bondroit, Fourm. Franco, 1918, 55).
Constatata finora solamente nella parte settentrionale della
Venezia Giulia, da Mime e dal M . Maggiore al Nord. Tanto nella
regione montana (dei faggi), quanto nella zona carsica (delle quercie). Raggiunge a Trieste quasi i l livello del mare; manca però
certamente nella zona mediterranea dell' Istria meridionale e della
Dalmazia.
Venezia Giulia. -— Goriziano : Carnizza nella Selva di Tarnova, 6-911. — Retroterra di Trieste : S. Pietro del Carso, 9-910;
Dane pr. Divaccia, sotto un sasso, 4-09 ( P . ) ; Berje presso Nabresina, un nido a cumulo, assieme colla F. gagaics. 4-921; nel bosco
di Lipizza, un nido in terra, 5-911; sull'altipiano tra Orleg e L i pizza, un nido fatto su un tronco d'albero, 5-908 ( P . ) ; M . Concusso, un nido in terra appoggiato ad un tronco, senza cumulo,
5-909. — Dintorni di Trieste : Terstenicco, un nido in terra alla
146
base riì un tronco cri anche parecchi esemplari vaganti sulle giovani quercie, 4-919. — Istria : M . Tajano, sul versante verso Pierlimontc a mezza altezza, un nido in terra sotto un sasso, 5-922;
Mune, su prati carsici al margine dei boschi di faggio, un nido a
cumulo abbastanza grande, composto di detriti vegetali e terra,
assieme alla F. fusca, 4-911; M . Maggiore, 1
vagante nei boschi
sopra il rifugio, 5-911.
Diffusa nella regione paleartica, però al Sud in montagna. Si
estende in Italia lungo l'Appennino fino in Sicilia (Madonie).
4. gruppo (Coptoformica m.).
Fanno n i d i a cumulo con detriti vegetali, come le specie del 2. gruppo
(Formica
s. str.), p e r ò ne differiscono
per la conformazione
del capo. Le
9
hanno pure bisogno di operaie per fondare i l nido.
75. Formica pressilabris N y l . (Mayr, F o r m . Austr. 1855, 67
e Europ. Form. 1861, 46; A n d r é , Spec. H y m . 1882, 179. F. c.vsccta
Pressilabris, Emery, Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 191 e Form.
Ital. 1916, 259; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 59).
L a forma tipica, col gastro sublucido, trovasi nell' Europa
settentrionale c a Zcrmatt nelle A l p i svizzere. Da noi fu trovata
un' unica volta una forma col gastro opaco, che credo di poter attribuire alla razza seguente :
a) subsp. Foreli Emery (Deutsche Entom. Zeitschr. 1909, 192
e Form. Ital. 1916, 259; Forel, Ameis. Schweiz 1915, 59. /<". Foreli
sp. propr., Bondroit, Form. France, 1918, 65).
Venezia Giulia. — U n nido a cumulo nei dintorni di Mune,
nell'Istria centrale. 12-4-911 ( W . ) .
Io ascrivo questi esemplari alla subsp. Foreli, perchè questa
è la forma più diffusa nell'Europa centrale; però osservo che non
ho avuto esemplari rli confronto di altre località, per poter stabilire se la razza istriana coincide perfettamente con quella dell'Europa centrale o meno.
76. Formica exsecta N y l . (Mayr, Form. Austr. 1855, 68 e
Europ. Form. 1861, 46; André, Spec. H y m . 1882, 178; Wolf, Ber.
med.-nat. Ver. Innsbruck, 1914, 46; Donisthorpe, B r i t . Ants, 1915,
273. F. c.vsccta part. (exclus. pressilabris) Emery, Deutsche Ent.
Zeitschr. 1909, 189 e Form. Ital. 1916, 258; Forel, Ameis. Schweiz
1915, 58),
147
Specie constatala da noi sulle montagne della Venezia Giulia,
tra i 9 0 0 e 1 8 0 0 m. Fa cumuli bassi, composti di detriti vegetali
più fini di quelli della F. pratensis.
Venezia Giulia. — Alpi Giulie : Malga Tolstez sul Tricorno,
1800 m, un nido a forma di tronco di cono, del diametro di 3 0 cm,
composto di detriti vegetali e terra e concresciuto all'intorno con
erba, 7 - 9 1 3 ( W . ) ; Matajur, 9 - 9 1 9 ; Cobilaglava pr. S. Lucia, 6 - 9 1 1
(P.). — Monti dell'Istria : Tajano, a circa 9 0 0 m, nelle radure
dei boschi di faggio al Sud della vetta principale, molti nidi, in
uno di questi anche 1 Q dealata, 14-5-922.
Europa boreale e media, Siberia. Al Sud in montagna (Pirenei, Alpi, Appennino toscano, Caucaso).
Nota. — Negli esemplari della Venezia Giulia i palpi mascellari sono di mediocre lunghezza, essi non raggiungono, ripiegati
all'indietro, il margine posteriore dell'occhio. Il gastro è sempre
nero, la fronte ed il vertice di solito più o meno offuscati. Solamente in uno dei nidi osservati sul Tajano raccolsi una forma coi
capo più chiaro, quasi totalmente rosso-testaceo, mentre il gastro
conserva il colorito nero di tutte le altre.
Data la lunghezza mediocre dei palpi ed il colore del gastro,
non mi sembra che si possa trattare della vera F. c.vsccta sensu
FOREL (1915) e B O N D R O I T
( 1 9 1 8 ) . P e r ò non potrei dire, senza
aver fatto uno studio comparativo di tutte le razze rlci vari paesi,
a quale razza si connettano gli esemplari della Venezia Giunlia.
Quanto difficile sia lo studio delle varietà della F. c.vsccta, emerge
chiaramente da un lavoro del Dott. W O L F ( 1 9 1 4 , p. 4 6 - 5 2 ) , il
quale, pur avendo stabilito certe particolarità morfologiche per i
singoli ceppi di F. c.vsccta da lui esaminati, non è riuscito ad identificarli con sicurezza colle razze o varietà già descritte da altri.
Solamente per gli esemplari della Malga Tolstez egli crede di poter
constatare un avvicinamento alla v. etnisca Emery di Abetone.
29. Genere : P O L Y E R G U S L a t r .
77. Polyergus rufescens L a t r . (Mayr, Form. Austr. 1855,
112 e Europ. Form. 1861, 44: A n d r é Spec. H y m . 1882. 164; Forel,
Ameis. Schweiz 1915, 6 6 ; Emery, Form. Ital. 1916, 2 6 9 ; Bondroit,
Fourm. France, 1918. 4 1 ) .
148
Testaceo o ferrugineo, i primi due segmenti del gastro offuscati; il corpo anteriore opaco. Area frontale e mandibole, lucidissime. L o scapo alquanto più breve del cai». " torace circa come
nel genere V or mica, ma la squama del peziolo ben diversa, alta e
grossa. Il gastro relativamente piccolo, appuntilo, con finissima
pubescenza sericea e lunghi peli dorati. Lunghezza dei nostri esemplari 6 - 6.5 min.
Raro nella parte settentrionale e continentale della Venezia
(dulia. Nidifica in terra, sotto sassi ed alleva come schiave le fj
della formica glebaria e di altre specie del gruppo Serviformìca,
che rapisce allo stato di crisalide.
Venezia Giulia. — Goriziano: Volzano pr. Tolmino, 908
— t'arso di Trieste : sulla cresta del Lanaro, al margine del
bosco di pini, un nido sotterraneo, colla Form, glebaria, 9 922. —
Istria settentrionale : t o r t i v i pr. Mondano, una schiera di operaie
« nell'istante in cui, attraversando una strada, stavano ritornando
da una di quelle spedizioni depredatrici che caratterizzano questa
formica » ( P I N Z I , 1921, 120).
Europa media. Italia superiore. Umbria. Toscana ( E M E R Y ) .
Rara nella Svizzera nordica, più frequente nei cantoni meridionali
( F O R E L ) . Manca in Inghilterra ( D O N I S T H O R P E ) .
30. Genere : C A T A G L Y P H I S
Focrster.
iRevisione: EsiEKY, Meni. Accad. Scienze Bologna. 1906, 47).
1. Il penultimo articolo dei palpi mascellari molto più lungo
fieli'ultimo. Peziolo con nodo dorsale grosso, rifondato. - - Specie
grande, il corpo anteriore di solito rosso, opaco, il gastro nero,
con lucentezza sericea, le gambe e le antenne rosse. I l clipeo elevato a carena nel mezzo: profilo dell'epinoto arrotondato.. Lutigli.
7-12 mm.
78. bicolor F., Fmery.
— 1 due ultimi articoli dei palpi mascellari circa uguali o il
penultimo poco più lungo
2.
2. Specie grande, simile al bicolor e confusa per mollo tempo
con questa. Il corpo anteriore di solito rosso; prominenza dorsale
del peziolo bassa, conica o squamiforme. — La forma tipica in
Spagna; la razza mauritanicus F.inerv {allisquamis auct.) in Tunisia, Algeria e Marocco.
|viaticus F.. Fmery],
149
— Specie più piccola, con squama del peziolo alta e grossa.
Il corpo anteriore densamente zigrinato, con lucentezza sericea;
il gastro lucido, però con finissima striatura trasversale. Clipeo
non carenato; epinoto con profilo angoloso, leggermente arrotondato. I nostri esemplari dalmati sono completamente neri,
con riflesso bronzeo; i tarsi e più o meno anche le tibie e lo
scapo ferruginei. L . 4 - 7 m m .
79. cursor Fonsc.
78. Cataglyphis bicolor F., Emery (Myrmccocystus
bicolor,
Emery, Accad. scienze Bologna, 1906, 58, fig. 27. Monocombus
viaticus, Mayr, Form. Austr. 1855, 382. Cataglyphis
viaticus,
Mayr, Europ. Form. 1861, 45. Myrmccocystus
viaticus, A n d r é ,
Spec. Hym. 1882, 170).
10 non ho veduto peranco esemplari della nostra regione, però
esistono nella letteratura delle indicazioni per la Dalmazia (col
nome viaticus). Già nel 1855 il M A Y R annovera la Dalmazia tra i
paesi abitati dal Monoconibus viaticus e nomina anche i raccoglitori (Botteri e Frauenfeld). A N D R É (1882) cita pure la Dalmazia,
riportando evidentemente l'indicazione del Mayr. E ' unica indicazione topografica precisa ci dà i l G A S P E R I N I (1887, p. 6 e 7 ) ,
che dice di aver ricevuto y y e cfcS del Myrmccocystus
-viaticus
da Brusje ned' isola di Lesina. Osservo che anche i l Botteri abitava a Lesina, sicché è probabile che questa sia anche la provenienza degli esemplari esaminati dal M A Y R . A d ogni modo è strano,
che nessuno abbia più trovato questa formica, negli ultimi 40 anni,
in Dalmazia.
11 C. bicolor F. è descritto originariamente dall'Africa settentrionale. Però la specie è indubbiamente di origine orientale,
essendo diffusa nell'Asia centrale ed occidentale, in Balcania e nel
bacino del Danubio tino a Budapest. Attraverso 1' Egitto essa si
•estende lungo la costa africana e nel deserto fino in Algeria; però
in Europa essa si arresta all'Adriatico, mancando del tutto in Italia, in Francia e in Spagna.
79. Cataglyphis cursor Fonsc.
45; Myrmecocystus cursor, Emery,
gna, 1906, 47).
Rappresentato in Dalmazia da
probabilmente alla subsp. aenescens
( M a y r , Europ. Form. 1861,
Aleni. Accad. scienze Bolouna forma, che va ascritta
N y l . dell' oriente. I l corpo
150
dell'y totalmente nero con riflesso bronzino; i tarsi e più o métto
anche le tibie e lo scapo ferruginei. L . 4 - 7 mm. Le 9 hanno il
corpo anteriore bruno oscuro, leggermente rossastro, i l gastro nerobronzato, lucente, i femori picei, i tarsi, le tibie anteriori e lo
scapo ferruginei. I l capo è leggermente allungato, non più largo
del torace e come questo provvisto di peli eretti. Anche le tibie
sono provviste al margine estensore di lunghi peli eretti, che mancano affatto nelle operaie. L . 8.5 mm.
D i n t o r n i di Zara : Diclo, un nido con 2 9 dealate, 13-4-14
( N . ) . — Dintorni di Spalato : Clissa-Salona, 4-906 ( M A Y R 1911,
76); Lecevizza, 9-912, 1
(N.).
y
11 C. cursor è diffuso in Oriente, dall'Asia centrale fino in
Ungheria e in Balcania. Forma due oasi staccate nell'Apulia (subsp.
italica Emery) e nella Francia meridionale (f. typica). Manca nell'Africa del Nord.
Nota. — E M E R Y distingue nella sua bellissima monografia
dei Myrmccocystus paleartici (1. c.) due razze principali del M.
cursor : a) la / . typica della Francia meridionale, col corpo anteriore più o meno bruno; la squama genitale del r f con notevole
prolungamento dell'angolo posteriore dorsale, la lamina subgenitale del (jf col lobo mediano poco sporgente, largamente rifondato
o inciso nel mezzo; b) la subsp. aenescens N y l . dell'Ungheria, della
Russia e dell Asia centrale, col corpo interamente nero-bronzato;
la squama genitale senza prolungamento all' angolo posteriore dorsale, la lamina subgenitale protratta a punta nel mezzo. A Candia
una varietà (v. eretica Emery) col lobo mediano della lamina subgenitale bensi sporgente, ma inciso ne! mezzo.
I n Grecia i l M. cursor hclenicus Forel, di colore chiaro, col
gastro bruno. In Italia, alla sponda adriatica tra Foggia e Lecce,
il M. cursor italicus Fmery, di colorito oscuro; si distingue tanto
dalla subsp. aenescens, quanto dalla f. tipica per statura più tozza
ed i l capo notevolmente più corto, non più lungo che largo, meno
prolungato dietro gli occhi.
E ' probabile che la forma dalmata appartenga alla razza orientale, aenescens N y l . , almeno per ciò che risguarda il colorito e la
forma; però l'assoluta certezza ci darà appena l'esame dei rj , che
io ancora non posseggo.
1
151
31. Genere : C A M P O N O T U S
(Camponotus + Colobopsis
( M a y r ) E n i . et For.
Mayr 1861, 35 e 3 8 ) .
Sottogeneri : F O E E L , Meni. Soc. Ent. Belg., v o i . 20, 1912, 90. — Revisioni di
Singoli gruppi (herculeanus
e maculalus)
: E M E R Y , Deutsche Ent. Zeitschr. 1908,
182 e Bull. Soc. ent. I t a l . 1920, 3; M E N O Z Z I , Boll. Soc. ent. I t a l . 1922, 14.
Genere critico, che comprende oltre un migliaio di forme d i verse, sparse nella zona tropicale e temperata del mondo intero,
tranne la Nuova Zelanda. Interessante il fatto, che anche in Inghilterra, stando all' opera recente del D O N I S T H O R P E (1915), non v i sia
alcuna specie indigena di Camponotus.
. I l numero straordinario di specie, sottospecie e varietà rende
difficilissimo i l raggruppamento naturale delle medesime. To condivido pienamente l'opinione d e l l ' E M E R Y (1916, 224), che non è
soddisfatto della divisione subgenerica proposta dal F O R E L nel
1912, ma che egli, in mancanza di una migliore, adotta provvisoriamente. I o trovo che già le poche specie europee non consentono
di distinguere dei veri sottogeneri ben definiti (tranne i l sottogenere Colobopsis) e mi limito a dividerle in gruppi di specie, ai quali
non ascrivo un valore subgenerico.
Mi preme ancora osservare, che i caratteri usati per la d i stinzione dei gruppi e delle specie nella tabella che segue, sono
dedotti unicamente dal materiale d e l l a n o s t r a r e g i o n e e
che quindi dovrebbero certamente subire delle modificazioni, volendo adattare la tabella ai Camponotus di altri paesi.
Tabella
delle specie (y).
1. La squama del peziolo incavata al margine superiore. Faccia dorsale dell' epinoto con profilo diritto o leggermente concavo.
Gli occhi più grandi e maggiormente spostati all' indietro, le tempie più brevi del diametro oculare. Le lamine frontali divergenti
e quasi diritte. Gli individui asessuali dimorfi, senza forme di transizione : i % col capo anteriormente troncato e granuloso, le y col
capo semplice e liscio. Le y col capo troncalo come i %. (Sottogenere : Colobopsis M a y r ) .
88. truncatus Spinola.
— Squama non incavata. Faccia dorsale dell' epinoto con
profilo generalmente convesso o p i a n o ) . Gli occhi più piccoli e
1
4
) Fanno eccezione certe razze del C. aethiops
concavo di sopra.
coli' epinoto leggermente
152
situati a maggior distanza dal margine occipitale. Le lamine frontali curvate ad 5. Gli individui asessuali dimorfi, grandi e piccoli,
perù con tutte le forme intermedie. (Sottogenere : Camponotus
s. str.)
2.
2. Epinoto stretto, la faccia dorsale lunga e più o meno convessa in senso trasversale, essa passa con semplice rotondità nelle
faccie laterali o forma t u t t ' a l più uno spigolo laterale ottuso verso
la base ed evanescente di dietro (C. tergestinus e Cestroi). Profilo
del torace in curva continua (solamente nel Cestroi creticns con
leggero angolo rientrante dinanzi all'epinoto) . . . .
3.
— Epinoto largo, la sua faccia dorsale piana o leggermente
concava di dietro, quadrangolare, limitata lateralmente da uno
s p i g o l o b e n m a r c a t o , s p e c i a l in e n t e d i d i e t r o
verso 1' angolo epinotale, mentre si attenua o svanisce alla base;
la faccia declive concava è tagliata a picco, in modo che ne risulta
un angolo epinotale quasi retto. Dinanzi all' epinoto fin solco mesoepinotale distinto, al quale corrisponde un angolo rientrante nel
profilo del torace (6. gruppo : Orihonotomyrme.r Ashm. Specie
tipo : C. lateralis)
9.
3. Clipeo distintamente carenato, con lobo mediano largo,
troncato, protratto all' innanzi oltre la linea di congiunzione dei
lobi laterali e terminato lateralmente quasi sempre ad angolo. Le
mandibole con 6 - 7 dentini al margine interno. Torace molto compresso di dietro, con profilo dorsale a curva continua ed angolo
epinotale ottuso. ( 1 . gruppo : Myrmoturba Forel. — Specie tipo:
C. macidatus).
80. aethiops Latr.
— Clipeo non carenato o con lieve accenno di carena, i l lobo
mediano arrotondato, senza angolo laterale. Mandibole con 5 (di
rado con 6) denti al margine interno
4.
4. Corpo grande, bicolore, oppure totalmente nero, in tal caso
però il gastro opaco. Le guancie con pubescenza aderente, senza
peli eretti. Torace compresso, a curva dorsale continua, con angolo
epinotale ottuso. 11 lobo mediano del clipeo non sorpassa affatto o
• pochissimo la linea di congiunzione dei lobi laterali. L . 5.5 - 12.5
min. (2. gruppo. — Specie tipo : C. herculeanus)
. .
5.
— Corpo più piccolo, totalmente nero, il gastro lucente.
Guancie con o senza peli eretti. L . 4 . 5 - 8 min . . . .
7.
153
5. Corpo Compiei àmen te néro, opaco, il gastro irto di lunghi
peli biancastri. Il lobo mediano de! clipeo un poco più sporgente
che nelle specie seguenti. Anche la O completamente nera, colle
ali leggermente affumicate.
81. vagus Scopoli.
— Torace rosso o bruno. 1 peli eretti del gastro meno copiosi,
giallognoli o dorati. Nella 9 ' parti laterali del torace, 1' epinoto,
la squama e le zampe più o meno rossiccie o brune . . .
6.
c
6. Corpo totalmente opaco; gastro completamente nero, con
distinta pubescenza gialla e peli eretti dorati. Forma piuttosto
tozza, angolo epinotale più sporgente. Le 9
' gastro subopaco,
distintamente punteggiato e pubescente; le ali giallastre.
c o
82. herculeanus L .
— Gastro più o meno lucido e d i s o l i t o alla base ferrugineo. Forma più slanciata, 1' angolo epinotale più ottuso e
arrotondato. Le 9
' gastro più o meno lucido, meno distintamente punteggiato e pubescente; le ali ferruginee, eccetto
l'apice.
83. ligniperdus L a t r .
c o
7. 11 profilo del torace a curva continua, discendente all'indietro, l'angolo dell'epinoto ottuso e largamente rifondato.
Epinoto compresso, senza spigoli ai lati della faccia dorsale. L e
g u a n c i e (nella nostra specie) s e n z a p e l i c r e i t i . 11 clipeo
con incisione mediana. Corpo nero, le gambe in parte rossiccie.
(3. gruppo. — Specie tipo : C. fallax).
84. fallax N y l .
— I l profilo del torace pianeggiante di dietro, di conseguenza l'angolo epinotale più marcato. L a faccia dorsale dell'epinoto con spigolo laterale ottuso
8.
8. 11 lobo mediano del clipeo non sorpassa all'innanzi la linea
di congiunzione dei lobi laterali. Tra i l mesonoto e l'epinoto è
incuneato un pezzo abbastanza largo e piano corrispondente al
metanoto ). L a faccia dorsale dell'epinoto più stretta e lunga.
Corpo nero, lucente, l e g a m b e t o t a l m e n t e g i a l l e , comprese le coscie. Specie abbondantemente irsuta con molti peli eretti
sulle guancie. (4. gruppo. — Specie tipo : C, tergestinus).
85. tergestinus M u l i .
— I l lobo mediano del clìpeo protratto all' innanzi oltre la
linea di congiunzione dei lobi laterali. Torace senza traccia di nie1
') Talvolta indistinto per obliterazione delle suture
154
tauoto cuneiforme, con profilo perfettamente pianeggiante di dietro (f. typ.) oppure con leggero angolo rientrante dinanzi all'epinoto (subsp. crelicus). Faccia dorsale dell'epinoto piti larga e più
breve. Corpo nero, nelle gambe almeno le coscie ed i femori picei.
Sulle guancie solamente qualche singolo pelo eretto. ( 5 . gruppo. —
Specie tipo : C. Cestroi).
|Gestroi Emery].
9. Corpo totalmente nero. Torace con peli eretti più lunghi
e copiosi, s p e c i a l ni e n t e s u l l a f a c c i a d o r s a 1 e d e 11 e p i n o t o, che ne porta parecchi anche nella metà anteriore.
Solco mesoepinotale di solito meno profondo, di conseguenza la
faccia dorsale dell' epinoto più piana. Anche la y completamente
nera, col margine occipitale troncato. E . 3.5 - 7 ( y ) , 9 - 1 0 nini ( 0 ) .
86. merula Eosana.
— Almeno i l torace parzialmente rosso. E'epinoto solali] e n t e c o n u n a f i 1 a d i p e l i e r e t t i al margine posteriore
della faccia dorsale. Solco mesoepinotale generalmente più profondo, di conseguenza la faccia dorsale dell' epinoto maggiormente
curvata all' ingiù verso il solco predetto. Nella Q il capo parzialmente rosso. E . 3.5 - 7.5 (u), 8-9.5 inni ( y ) .
87. lateralis 01.
Sottogenere : Camponotus s. s t r .
1. Gruppo del C. mactilatas
F. ( M y r m o t u r b a For.).
80. Camponotus aethiops F a i r . (Rondroit, F o u r m . France,
1918, 7 2 ; l ù n e r y , Full. Soc. ent. Ital. 1920, 1 1 . Formica aethiops,
Xfavr, Forni. Austr. 1855, 3 1 3 . Camponotus aethiops -\-marginatns,
Mavr, Euro]). Forni. 1 8 6 1 , 3 6 . C. Tnaculatus aethiops, lùnery,
Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 1 9 9 e Form. Ital. 1916, 2 2 9 ; Forel,
Ameis. Schweiz 1 9 1 5 , 7 0 . C. sylvaticus [part.] Forel, Fourm.
Suisse 1874, 3 8 e André, Spec. FTym. 1 8 8 2 , 1 4 6 ) .
Specie terricola, frequente nella Venezia Giulia e in Dalmazia.
Nidifica sotto i sassi, sale però spesso sugli arbusti e sugli alberi,
come del resto la maggior parte dei Camponotus. Diffusa nell'Europa meridionale, in parte anche nell' Europa media, specialmente
in località xerotenniche. Si estende verso oriente tino nell'Asia
centrale.
(EMERY,
1920).
11 mio materiale della regione adriatica orientale si suddivide
nelle seguenti razze e varietà :
a) C. aethiops aethiops Latr. (C. aethiops Mayr 1861; C.
Sylvaticus aethiops Forel 1874; C. maculatus aethiops s. str. Emery
1908 e 1916, Eorel 1915; ('. aethiops s. str. Bondroit 1918. — Var.
marginatus Latr., lùnery 1908 e 1916, Eorci 1915 e Bondroit 1918;
C. marginatus [sp. propr.] Mayr 1861, 36; ('. sylvaticus s. str.
Forel 1874). — Nero, le gambe nerastre o picee, eccetto le articolazioni che sono ferruginee o rossastre. Nella var. •marginatus le
gambe rosso-brune o giallo brune, spesso anche il margine anteriore del clipeo rossastro.
I l C. aethiops f. typica è diffuso e comune nei sili carsici di
media altezza e lungo la costa, dal golfo di Trieste .almeno tino alla
Dalmazia centrale; anche nelle isole.
Venezia Giulia. — Carso triestino : Mataun pr. Divaccia,
4-911; Basovizza-Lipizza, 22-3-908; S. l'rinio tra l'rosecco e S.
Croce, 21-3-914; Vedetta Alice, 4-911. — Costiera di Trieste;
Duino, 10-912 e 3-914 ( W . j ; Grigliano, lungo la strada sotto un
sasso su terreno arenaceo, molti esemplari assieme al Camponotus
menda, 10-920; Barcola-Cedas, sbattendo cespugli, molli esemplari,
però esclusivamente la forma minore col capo allungato, 5-911;
Conconello, 2-11-911 e Scorcola, 25-3-09 ( ! ' . ) ; Boschetto, 4-908 ) ;
S. Giovanni, 1 Q ricalala, 28-6-08 ( ! ' . ) . — Vallone d i ' M u g g i a :
Noghera, 1 O. dealata sotto un sasso, 1-5-911 (Spr.); Bagnoli,
4-910; Muggia, esemplari vaganti sulle quercie, 24-4-910; S. Bartolomeo-Muggia, sotto un sasso, 7-3-09. — Istria . Rovigno, 4-912
(W.); Chersano, esemplari vaganti sui pini, 4-914 (YVV); Draga
di Moschienizze, falciando l'erbe, 6 09; Abbazia, 10 912 ( N . ) . —
Isole : Unie, esemplari vaganti (con capo allungato) sui cespugli,
7-922; indicato di Gnie già rial M A Y R (1863, p. 17); Sansego,
7-922; Orbile piccola, 8-6-911 ( G . ) .
1
Dalmazia. — Costa dalmata ; Barcagno presso Zara, 8-914
(N.); Spalato (sec. G A S I ' K R I N I , 1887, p. 6 ) ; Gravosa, 1 y , 6-914
(sec. M A I D L , 1922, 45). ----- Isole : Arbc, 2 9, 6-914 (sec. M A I D L ,
1922, 45); Saie, nell'Isola Grossa, 5-911 ( G . ) ; Cazza, 7-911 ( K. ) ;
Lissa, Comi sa e Busi, 5-911 ( G . ) ; J'elagosa grande (sec. G A L VAGNI,
1902,
380).
') Già i l M A Y H nel 1.SS5 (t'orni. Austr. p. 314) lo riporta da questa località
Secondo E M E R Y (1916) in tutta 1' Italia, comprese le isole,
salvo le alte montagne. I n Svizzera frequente nei cantoni meridionali, del resto soltanto in siti xerotermici ( F O R E L 1915). Francia
meridionale e centrale ( B O N D R O I T 1918). Balcania, Caucaso.
La varietà marginatus L a t r . avrebbe, secondo E M E R Y ' (1908,
199) la stessa distribuzione del vero aethiops, essendo ambidue
indicate dell' Europa media e meridionale. Le poche località del
marginatus finora note nella nostra regione non consentono di
stabilire con esattezza la sua corologia; però mi sembra che si'
tratti, almeno nella Venezia Giulia, di una forma piuttosto continentale, di località meno apriche e più boschive. Resta a vedersi
se ciò sia la regola e se si possa quindi elevare il marginatus al
rango di forma locale o sottospecie.
Venezia (dulia. — Carso triestino : nel bosco di Lipizza, un
nido sotto un sasso, composto di y con gambe molto chiare, 4-922;
altri esemplari, in parte coi femori offuscati, 5-909. — Istria centrale : Zcjane presso Mune, un nido sotto un sasso, esemplari coi
femori foschi nel mezzo, 4-911 ( W . ) .
Dalmazia. — Velebit, Fodprag, a circa 700 m, 5 914 (N.).
Una forma che si avvicina maggiormente all' aethiops, colle
gambe poco più chiare, mi consta dalla voragine di S. ('anziano
pr. Divaccia, 4-913 (\V.) e dal M . Promiua pr. Siverich in Dalmazia, 5-915 ( N . ) .
h) C. aethiops veris. subsp. sylvaticoides Forel (Verh. zool.bot. Ges. Wien, 1892, 306). — Le y maggiori non uniformemente
nere, essendo il torace rosso-bruno oscuro; i l capo di sopra brunonerastro, però il clipeo, lo spazio tra le lamine frontali, la parte
anteriore delle guancie e tutta la faccia inferiore del capo rossobruna; le zampe e le antenne pure rossastre.
11 colorito corrisponde all' incirca alla diagnosi del C. silvaticus sensu B O N D R O I T (1918), però le guancie sono distintamente
pelose, come nel vero aethiops. lo credo di poter riferire questa
razza al C. aethiops v. sylvaticoides l'orci, della Bulgaria.
Dalmazia meridionale. — Oko, alle Bocche di Cattaro, 5-912,
1 es. ( C ) ; Isola Cazziol, 6-911, 3 es. ( K . ) . — Una forma intermedia tra questa razza e Y aethiops trovasi a Racisce nell'isola di
Curzola (W., 7-913).
157
Nota. — Nella letteratura esistono parecchie indicazioni di
forme dalmate <lel gruppo maculaius. che perù vanno interpretate
colle debite riserve, data la confusione sinonimica e sistematica rlei
vecchi autori. M i limito pertanto a citarle brevemente :
« Formica marginata Latr. . . . "Lagosta (Zeller) ». ( M A Y R ,
Form. Austr. 1855, 317). — 11 Mayr confondeva a ([nell'epoca
['aethiops var. marginatus degli autori moderni col fallax.
R O G E R (Beri. Ent. Zeitschr. 1859, 228) menziona pure gli
esemplari raccolti da Zeller a Lagosta (e Messina) e li classifica
per una varietà della « Formica marginata {costavi pes Lea eh) ».
Dalla descrizione risulta con certezza, che R O G E R intende sotto
questo nome diversi Camponolus del gruppo maculains. con gambe
chiare. Gli esemplari di Lagosta avrebbero anche il corpo di color
chiaro e pochi peli eretti sul gastro (2 lite per ogni segmento).
Nell'elenco del G A S P E R I N I (1897, p. 6) troviamo annoverati
due Camponotus del gruppo maculatus. che egli designa come specie diverse. Anzitutto un « C. silvaticus O h » , clic l'autore dice
di aver ricevuto da Brusje nell'isola di Lesina, mentre a Spalato
troverebbesi la « v a r . aethiops L a t r . » . Boi, coinè specie a sè. il
Camponotus di Lagosta. che egli riporta dal lavoro 'lei M A Y R col
nome di «C. marginatus 1 .atr. =_ Jù/rmica marginala Latr. in
Mayr 1855 », aggiungendovi le nuove località di Spalato, Lahin
e S. Giorgio di Lesina.
I l M A Y R (1911, p. 7 5 - 7 6 ) , trattando del materiale raccolto
in Dalmazia dall'Associazione universitaria dei naturalisti di
Vienna nell'aprile 1906, determina per « C. maculaius F . subsp.
silvaticus 0 1 . » degli esemplari di Glissa e Castel vecchio presso
Spalato, di Meleda e di Lissa. Suppongo che si tratti di forme
intermedie tra V aethiops e la var. sylvaticoides.
In fine, per essere al completo, cito il <••. C. ruhripes D r . » del
(1891, p. 15), osservato nei dintorni di Zara. Dal Catalogus Hymenopterorum del D A L L A T O R R I ' , pag. 220 e seguenti, si
desume che esiste anzitutto una Formico ruhripes La Ir., Westvv.,
Drury = Camponotus barbarus ( D r y ) Dalla Torre. dell'Africa, ciò
che esclude trattarsi della forma di Zara : poi troviamo un C. ruhripes st. aethiops Forel 1886
('. aethiops (Latr.) Mayr ed un
C. ruhripes st. sylvaticus Forel 1 8 9 0 = C. silvaticus (01.) Mayr.
KATURIC
158
sicché possiamo ammettere, che il K A T U R I C abbia osservato il
C. aethiops nel senso degli autori moderni o almeno una varietà
affine.
2. Gruppo del C. herculeanus L . ( C a m p o n o t u s Forel s. str.).
81. Camponotus vagus Scop. (Forel, Ameis. Schweiz 1915,
68; Emery, Form. Hai. 1916, 230; Bondroit, Fourm. France 1918,
71; Menozzi, Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, 141, nota. C. herculeanus
vagus, Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 183. Formica pubescens, Mayr, Form. Austr. 1855, 310. Camp, pubcsccns, Mayr,
Europ. Form. 1861. 36 e André, Spec. H y m . 1882, 142).
Diffuso nella regione adriatica orientale, dalla costa del mare
fino a circa 800 ni di altezza. Nidifica nei tronchi e sotto le corteccic degli alberi.
Venezia Giulia. — Goriziano : Volzano, nel tronco di un pero,
7-08 ( P . ) ; sul pendio meridionale del M . Giaun, 1 9 dealata, •
30 5 09 ( ! " ' . ) ; Gorizia-S. Pietro, 4-09; Vipacco ( M A Y R 1955, 312);
Rouchi-Doberdò, 9-08; Monfalcone, 10-08. — Dintorni di Trieste : S. Daniele de! C'arso, 1 9 dcalata, 6 910; ('edas-Prosccco, un
nido tra i gradini di pietra del viottolo, 5 911; Terstenicco, 5-08;
Boschetto, nelle vecchie quercie e nei tronchi abbattuti, frequente,
un nido con tutte le tre forme ( r f e 9 alate) ai primi di aprile 08
( P . ) ; Trieste, città, 5-911 (YV.): Dolina, in un pioppo abbattuto,
un nido con 9 alate, 21-2-09; S. Bartolomeo pr. Muggia, sotto la
corteccia staccata di gelsi avarcati, un nido con individui alati
(cf, 9) giovani larve, 7-3-09. — Istria : Pirano, sui fichi e sotto
la corteccia dei mandorli, frequente, 8-05 ( C O B E T . L T , 1906, 478);
Umago, 6-912 ( W . ) ; Castelnuovo, 1 9 dealata, 5-09; M . Tajano,,
a circa 800 m, un nido in un tronco fracido di faggio, 5-922; Laurana-Moschieiiizze, falciando l'erbe, esemplari vaganti, 6-08.
c
Dalmazia. — Velebit : Paclenizza, molte fS, 6-916 ( N . ) . —
Dintorni di Zara : Bibinjc, 6-911 ( A . Botteri). — Spalato, leg.
Danza (sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 6 ) : nel cortile dell'Hotel Troccoli
1 <3 vagante d i notte, 8-912. — Dalmazia meridionale : Ragusa,
6-14 ( N . ) ; Castelnuovo d i Cattaro. 7-08.
Europa meridionale ed in parte anche Europa media, Asia
minore, Caucaso. Frequente in Italia, comprese le isole ( E M E R Y ) .
In Svizzera specialmente al sud, del resto solo in posizioni xerotermiche ( F O R E L C Francia media e meridionale ( B O N D R O I T ) .
159
82. Camponotus herculeanus L . (Mayr, Europ. Eonn. 1861,
36; André, Spec. H y m . 1882, 142; Bondroit, Fourm. France, 1918,
70; Menozzi, Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, 142. Formica
hcrculcana,
Mayr, Form. Austr. 1855, 308. Camp, herculeanus [pari.] Emery,
Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 184 e Form. Hai. 1916, 231; Forel,
Ameis. Schweiz 1915, 68).
Venezia Giulia. — Trovato finora unicamente a Carnizza
nella Selva di Tarnova, in un tronco fracido, operaie e maschi,
3-6-911. Credo però che ci sarà anche altrove nelle A l p i Giulie.
Europa ed Asia settentrionale, Europa centrale montana. I n
Svizzera tra gli 800 e 1800 ni di altezza ( F O R E L ) , in Italia sulle
Alpi, nella regione dell'abete ( E M E R Y ) . Corrode delle gallerie nei
tronchi degli alberi.
Nota. — L'indicazione del K O H L (1911, p. 76), che si riferisce alla presenza del C. herculeanus nell' isola di Curzola, nell'Adriatico meridionale, va presa colla massima riserva. T u t t ' al
più potrebbe trattarsi della specie seguente (ligniperdus L a t r . ) ,
che scende più in basso e più a sud del C. herculeanus.
83. Camponotus ligniperdus L a t r . (Mayr, Europ. Form.
1861, 36; André, Spec. H y m . 1882, 142; Bondroit, Fourm. France
1918, 69; Menozzi, Boll. Soc. Ent. Hai. 1922, 143. Formica ligniperda, Mayr, Form. Austr. 1855, 304. Camp, herculeanus ligniperdus, Forel, Fourm. Suisse 1874, 39 e Ameis. Schweiz, 1915, 68;
C. hercul. ligniperda Emery, Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, 185 e
Form. Ital. 1916, 231).
Nella parte settentrionale e montana della Venezia Giulia,
nonché sui monti delia Dalmazia. Manca totalmente nella zona
litorale. Predilige i boschi e fa i l nido nei tronchi, oppure in terra
sotto sassi.
Venezia Giulia. — Goriziano ; Cobilaglava pr. S. Lucia, 6-911
(P.); Carnizza e Eriauci nella Selva di Tarnova. molti esemplari
vaganti per terra, altri sugli arbusti di Sorhus anca paria in fioritura, 6-911; Chiapovano, 5-911; Piava, 5-912. — Altipiano carsico e retroterra montano di Trieste : Prevallo, 5-09; Roditti, un
nido con 99 l
' terreno argilloso al margine di un campo,
sotto una pietra, 23-4.911 ; Artvise, diverse 0 , una Q alata e due 9
dealate, 27-5-908; Castellato maggiore, 5-09; ai 25 5 911 una 9
a
a r e
1 1 C
160
cicalata (Spr.); nel bosco di Lipizza, esemplari vaganti sul suolo.
5-909; tra Orleg e Basovizza, in un tronco, 5-909 (P.). —• Istria
montana: Clanez, 1-11-911 ( W . ) ; in una vallecola presso Cosina,
un nido in un tronco, 5-909 ( P . ) ; M . Tajano, nel bosco di faggi
a circa 900 m, un nido in terra nel humus, sotto una pietra, anche
esemplari vaganti sul suolo, 5-08; M . Maggiore, nei boschi di
faggio sopra i l rifugio, a circa 1000 ni, 5-911.
Dalmazia. — Velebit : Paclenizza, 6-916 e Mali Halan, foreste di faggio, 5-914 ( N . ) . - Alpi dinariche : Prolog, 7-912.
Diffuso in gran parte ci' Europa, però al Sud solamente sui
monti. I n Italia al settentrione nelle A l p i e Prealpi, però anche
nell'Appennino fino in Sicilia (Madonie, sec. E M E R Y ) .
Nota. — T r a gli esemplari della Selva di Tarnova ve ne sono
alcuni col gastro nero alla base, che si potrebbero scambiare col
herculeanus, se non combinassero per tutto il resto col ligniperdus.
La diversità specifica del C. ligniperdus dall' herculeanus
venne avvalorata recentemente dal M E N O Z Z I (1922).
3.
Gruppo del
C. fallax
Nyl.
(Camponotus
Forel
s.
str.).
84. Camponotus fallax N y l . (Mayr, Europ. F o r m . 1861, 36;
Forel, Ameis. Schweiz 1915, 67; Emery, Form. Ital. 1916, 230;
Bondroit, Fourm. France 1918, 71. Camp, marginatus, Forel,
Fourm. Suisse 1874, 40; André, Spec. H y m . 1882, 140).
Venezia Giulia. — Goriziano : Monfalcone, diverse y e 1 y
dealate, 21-4-912 (Spr.). — Dintorni di Trieste: Terstenicco, 5-08,
1 y ( P . ) ; Boschetto, 5-911 (P.) e 3-921, diverse § e una 9
(Spr.); Dolina, alla base di un pino, sotto la corteccia, molte y
e una 9 dealafa, 21-1-923.
Specie piuttosto meridionale, descritta originariamente da
Montpellier. Trovasi in Francia a partire da D i j o i n e F"ontainebleu
verso Sud ( B O N D R O I T ) . Rara in Svizzera, nei rami morti e sotto
le corteccie ( F O R E L ) . I n Italia sul continente, al piano e sulle colline; anche nell'isola d ' E l b a ( E M E R Y ) .
Nota. — Sembra che v i sia una differenza di colorito tra il
C. fallax di Trieste e gli esemplari d ' I t a l i a . Infatti E M E R Y (1916,
230) descrive il fallax di color bruno castagno, mentre i nostri
fallax sono del tutto simili al C. aethiops, vale a dire di color neropiceo intenso, meno le zampe che sono parzialmente ferruginee.
161
4. Gruppo del C. tergestinus
Muli.
85. Camponotus tergestinus M u l i . (Boll. Soc. Adriat. scienze
nat. Trieste, v o i . 27, parte 2., 1921, 46).
Alla descrizione originale (1. c.) devo fare le seguenti aggiunte. Differisce dal fallax, oltreché per la conformazione totalmente diversa dell' epinoto, anche per le guancie provviste d i abbondanti peli eretti; dal Gestroi, al quale si avvicina per la struttura dell' epinoto, differisce per il lobo mediano del clipeo nulla
affatto sporgente. Le gambe totalmente gialle (comprese le coscie)
lo distinguono facilmente da t u t t i gli altri Camponotus neri della
nostra regione. Solamente certi esemplari del C. aethiops var. marginatus, a gambe molto chicre, rassomigliano pel colorito ai C. tergestinus, ma si distinguono facilmente da questo per il clipeo carenato e 1' epinoto meno angoloso.
Questa specie caratteristica è stata trovata due sole volte nei
dintorni di Trieste; anzitutto una y alata raccolta da me nel bosco
di Lipizza sotto un tronco di quercia abbattuto ai 22-3-1908; poi
numerose (3 ibernanti in un grosso ramo di quercia tagliato a Coloncavez presso Trieste e trasportato al nostro Museo colla legna
da bruciare nel febbraio del 1920. T u t t i i nostri tentativi di ritrovare questo Camponotus riuscirono vani, quantunque ne avessimo
fatto moltissime ricerche e a Lipizza ed in altri boschi di quercie.
5). Gruppo del C. Gestroi Em. ( O r t h o n o t o m y r m e x Ashm., Emery).
Camponotus
G e s t r o i Emery subsp. c r e t i c u s
Forel (Emery, F o r m . Ital
1916, 232, nota).
10 posseggo una serie d i esemplari d e l l ' i s o l a d i Rodi, che devo alla
gentilezza del prof. Emery d i Bologna. Essi differiscono dalla f. tipica (della
regione tirrena) per i l capo fortemente zigrinato, opaco e per i l profilo del
torace più o meno interrotto da un angolo leggermente rientrante nella sutura
imesoepinotale.
11 prof. Emery, i n una lettera del 9 maggio 1914, diretta al Dott. Carlo
Wolf, comunica d i aver trovato i n una scatola, speditagli dal Viehmeyer per
la determinazione, un Camponotus da O p c i n a presso Trieste, che egli ritiene
essere un individuo gigantesco del C. Gestroi creticus. Essendo questa forma
propria delle Isole j o n i e , Emery suppone nella stessa lettera che si t r o v e r à
verosimilmente anche i n Dalmazia.
Ho riportato queste indicazioni epistolari, quantunque nessuno dei nostr
entomologhi abbia trovato finora i l C. Gestroi creticus ne a Opcina n è altrove
nella regione adriatica orientale. Prima di annoverarlo con sicurezza tra le
formiche indigene del nostro territorio, s a r à bene attendere ulteriori catture.
162
6). Gruppo del C. lateralis
01. ( O r t h o n o t o m y r m e x Ashm.).
86. Camponotus menila Losana (Bondroit, F o u r m . France
1918, 78. C. lateralis subsp. menda, Emery, Form. Ital. 1916, 233.
C. lateralis var. atricolor N y l . , Forel, Fourm. Suisse 1874, 40;
lateralis v. foveolata Mayr, Forel, Ameis. Schweiz 1915, 72. Formica lateralis part. Mayr, Form. Austr. 1855, 322. Camp, lateralis
part. Mayr, Europ. Form. 1861, 36 e André, Spec. H y m . 1882, 150).
Diffuso nella regione adriatica orientale, dalla costa fino a
circa 600 in di altezza. Anche nell'arcipelago del Carnaio. Nidifica
nel suolo. Esemplari vaganti sugli arbusti e sugli alberi.
Venezia Giulia. — Goriziano : Flava, falciando l'erbe, 5-912;
Prevaciiia, 5-912; Belvedere pr. Grado, falciando, 9-908. — Carso
triestino : tra Duttole e Aubcr, in un bosco di quercie, un nido in
terra, sotto un sasso, 9-922; Roditti ( W . ) ; Sesana, sbattendo le
giovani quercie, 5-910; nella regione alta del M . Cocusso e del
Castcllaro maggiore, falciando, tutte le tre forme, anche cf e 9
alate, 23-5-09; Danaro, 5-911 (F.) ; Ternovizza, 10-911 ( W . ) ; L i pizza, 5-911; Nabresina, sbattendo cespugli, 5-909. — Costiera di
Trieste : Duino, 10-912 e Miramar, 5-913 ( W . ) ; Grigliano, lungo
la strada, sotto una pietra un nido di C. menda accanto ad uno di
C. aethiops, 10-920; Barcola-Contovello, falciando e sbattendo arbusti, frequenti in maggio; Conconello, 3-911 (P.) ; Roiano, 4-911
( W . ) ; Boschetto, 5-911 (P.). — Istria continentale : Pirano, sulle
infiorescenze eli ombrellifere, 8-905 ( C O B E L L I 1906, 479); Umago,
6- 912; Erpelje, sotto sassi, 5-09: Chersano, un nido con cf e 9
alate, 12-4-914 ( W . ) ; Pola, Bosco Siana, sbattendo gli alberi,
7- 922; Laurana, sull'erba, 6-08. — Isole e scogli : Lussin, Kozjak,
Oriule grande e piccola, Cernicovaz, Crucia e Tasorca, 5 c 6-911
(G.) ; Unie. 7-922.
Dalmazia. — Zara, un nido con 9 alate, 20-4-914 ( N . ) ; Sàlona-Clissa, 7-912; Siano presso Ragusa, 911 ( G ) ; Castelnuovo c
Risano, nelle Bocche di Cattaro, 7-908.
Diffusione : come il Camponotus aethiops, vale a dire Europa
meridionale ed in parte anche Europa media. In Italia sul continente e nell' isola del Giglio ( E M E R Y ) . Svizzera meridionale, raro
più al Nord ( F O R E E ) . Francia centrale e meridionale; Algeria
(BONDROIT).
163
87. Camponotus lateralis 0 1 . (Bondroit, F o u r m . France,
1918, 78. C. lateralis lateralis Emery, Form. Ital. 1916, 232. Formica lateralis part. Mayr, Form. Austr. 1855, 322. Camp, lateralis
part. Mayr, Europ. Form. 1861, 36; André, Spec. H y m . 1882, 150;
Forel, Ameis. Schweiz, 1915, 71. — Var. dalmatinus N y l , A n d r é ,
1. c. 1882, 151 e Emery, 1. c. 1916, 232).
Specie più meridionale della precedente, limitata alla zona
litorale, da Grado fino alle Bocche di Cattaro. Qui s'incontra e
vive promiscua colla specie precedente, però non la segue sugli
altipiani carsici. Differisce da essa anche per i nidi, che fa di solito
negli alberi, sotto le corteccie.
Le differenze nella disposizione delle setole del torace, rilevate da me nella tabella sinottica, permettono di distinguere con
sicurezza i nostri C. lateralis dal menda, anche nei siti ove vivono
promiscui, e mi comprovano perciò la loro d i v e r s i t à s p e c i f i c a , contestata da quasi t u t t i gli autori.
Per i l colorito si possono distinguere due forme principali, che
non hanno però, nelle nostre regioni, una dislibuzione geografica
differente :
a) C. lateralis O l . f. typ. (bicolor L a t r . ) . — Capo e torace
interamente giallo-rossicci, t u t t ' a l più i l torace offuscato. Imita
nel colorito mirabilmente il Crematogastcr scutellaris, col quale si
trova non di rado promiscuo sotto le stesse corteccie o vagante
sugli stessi alberi.
Venezia Giulia. — F r i u l i : Grado. 5-914. — Riviera di Trieste : Duino, nel parco, sotto un sasso, molti es., 3-914 ( W . ) ; Nabresina, sbattendo quercie, un esemplare assieme a diversi Crematogaster, 5-09; Miramar, 5-913, div. ; 28-4-914, 2
e una 9
alata ( W . ) ; Barccla-Cedas, esemplari vacanti sui cespugli, solamente la f. minor, 5-911; Terstenicco, 5-908 ( P . ) ; Boschetto, una
§ f. major sotto un sasso. 4-908 (Ciana). — Istria continentale :
Pirano (sec. C O B E E E I 1906, 479V, Umago, 6-912 ( W . ) : Pola,
Bosco Siana, assieme al Crematogaster, 7-922 (Messa); Laurana.
falciando, diversi esemplari, dei quali uno col torace e la fronte
offuscata, 6-908. - - Isole : Lussin, 5-911 (G.).
y
y
Dalmazia. — Zona litorale : Boccagnazzo presso Zara, 1
della f. major, col centro della fronte ed una parte del torace offuscata, 4-914 ( N . ) ; Castel Suciuraz pr. Spalato, singole OL 7-09 e
164
1-913; un intero nido con una 9 dealata, 1-3-921 ( N . ) ; Castelnuovo di Cattaro, molte Q, in parte esemplari assai grandi, col
corpo anteriore perfettamente rosso, 7-908; Teodo pr. Cattaro, 913
1 es. ( C ) . — Isole : Brazza, nella località di Kneza-Ravan, un
grandissimo nido sotto la corteccia di Pinus nigra, assieme al Crematogastcr scutcllaris, 8-921; i l torace, nella massima parte degli
individui più o meno offuscato, in modo da rendere perfetta la somiglianza coi Crematogaster di quella località; Comisa nell' isola
di Lissa, 2 y col torace offuscato, 5-911 ( G . ) ; Curzola (tra Pupnata e Zcrnovo), 7-913, 1 es.; Cazza, 6-912 (C.) ; S. Andrea, 6-911
e Veli Rutvinjak, 5-911, esemplari col corpo anteriore perfettamente chiaro (G.).
Presumibilmente dovrebbero riferirsi a questa forma anche
le seguenti indicazioni desunte dalla letteratura, quantunque non
sia detto esplicitamente che si tratta della f. tipica : Zara e Ragusa,
leg. Frauenfeld, Lagosta, leg. Zeller (sec. M A Y R 1855, 325). —
Dintorni di Spalato e Isola di Lesina (Rrusije e S. Giorgio). Gli
individui sessuali volano in agosto; un rj
trovato a S. Giorgio
ai primi di giugno del 1885 (sec. G A S P E R I N I , 1887, p. 6 ) . — Duino,
sui fiori del Paliurus australis, 6-906, e Sorvola, sui fiori di Scandi.v
pecten Vcneris, 4-906, y v a r . ) (sec. F R I T S C H , 1915, 269 e 271).
— Arbe e Gravosa, 6-914; Brazza (Neresi, Boi, S. Pietro), numerose , 7-912; Spalato, una 9, 7-912 e una y , 6-914 (sec. M A I D L
1922, 45).
l U
1
v
Secondo E E M R Y (1916) diffuso nel bacino del Mediterraneo,
nella penisola italica specialmente sul versante tirreno, nel Mezzogiorno e nelle isole, però anche nel Trentino. I n Svizzera solamente nel Cantone Ticino ( F O R E L ) . Nella Francia meridionale, a
partire dal versante Sud del Massif centrai; i tipi di Olivier provengono dalla Provenza e da Montpellier ( B O N D R O I T ) .
b) Var. dalmatinus N y l . — Capo nero, torace interamente o
parzialmente giallo-rossiccio. — Pel colorito, fa quasi 1' impressione di un ibrido del C. lateralis e menda, la quale ipotesi verrebbe anche convalidata dal fatto, che sembra limitato alla zona,
ove vivono promiscue ambo le specie; nei caratteri morfologici del
torace non si scosta però affatto dal C. lateralis.
')
Forse la var.
dalmatinus ? (G.
Mùller).
Venezia Giulia. — Dintorni di Trieste ; lungo la strada tra
Barcola e Cedas, sbattendo arbusti, alcuni esemplari assieme alla
f. typica, 5-911. — Istria : Rovigno, 4-912 (W.) ; Garpano pr. Abbona (Circovich). — Isole: Veglia (Netolitzky); Lussin, Monte
Ossero, 5-911 (G.).
Dalmazia. — Continente : Gravosa, 1 y , 6-914 ( M A I D L 1922,
45); Castelnuovo di Cattaro, 3 es. assieme alle f. typ., 3-908; R i sano pr. Cattaro, 7-908, 1 es. — Isole : Curzola, tra Pupnata e
Zernovo, 1 es. assai grande, col meso- ed epinoto offuscati, 7-13;
Busi, 2 piccoli esemplari, mesoepinoto parimenti offuscato, 5-911
(G.).
Trovasi anche nell' Italia meridionale ( E M E R Y 1916), sul M .
Gargano, nelle isole di Zante, Kephalonia ( E M E R Y ' 1914), in Bulgaria (FOREL 1892) ed in altre località meridionali, mentre manca
nell' Europa media.
Sottogenerc : Colobopsis Mayr.
88. Camponotus truncatus Spin. (Forel, Ameis. Schweiz
1915, 73; Emery, Form. Ital. 1916, 228. Colobopsis truncata, A n dré, Spec. H y m . 1882, 161; Bondroit, Fourm. France 1918, 66.
Col. truncata (%, G ) + fuscipcs ( y ) Mayr, Eur. Form. 1861, 38).
Venezia Giulia. — Dintorni di Trieste : Scorcola, 1 9 ' ~
alata, 21-3-909 ( P . ) ; S. Galiziano pr. Divaccia, 1 % e 1 y , 4-914
(C. de Mayer); Velikidol, sotto la corteccia di un lieo, 1 %, 12-916
(Spr.). — Istria settentrionale : Forforose, 1 y , 6-912 ( W . ) :
Clanez, 1 y , 11-911 ( W . ) ; nei boschi di quercie presso Levarle
nella Valle del Quieto, sui tronchi, 5-923.
Europa meridionale, Algeria, Marocco; raro nell' Euorpa media (bacino del Rodano e del Danubio). I n Svizzera al piano, nei
noci, castagni, nelle quercie. ecc. ( F O R E L ) . I n Francia raro al
Nord, più frequente al Sud ( B O N D R O I T ) . — Vive in piccole società
nei rami secchi, sotto le corteccie, nelle galle, ecc. I 2J possono
chiudere le gallerie del nido colla faccia anteriore troncata del capo,
che si adatta perfettamente al foro di entrata.
(
e
166
TABELLA
ACCESSORIA
per la determinazione delle formiche ( y e %) della Venezia Giulia
e della Dalmazia, senza riguardo al sistema ) .
1
1) . T r a il torace e i l gastro due segmenti di-congiunzione più
piccoli : peziolo e postpeziolo (2). - - Un solo segmento di congiunzione : peziolo (44).
2) . Antenne di 11 - 12 articoli (3). — D i 6 articoli : Strnmigenys Baudieri. — D i 4 articoli : lìpitritus
argiolus.
3) . Antenne con clava terminale di 2 articoli; complessivamente 10 articoli antennali. Specie piccolissima, gialla con occhi
piccolissimi : * Solenopsis fugax. — Antenne con clava di almeno 3 articoli o senza clava distinta; complessivamente 11-12
articoli antennali (4).
4) . Postpeziolo grandissimo, quasi della larghezza del gastro, occhi minutissimi, quasi invisibili (45). — Postpeziolo piccolo e ad ogni modo molto più stretto del gastro, occhi grandi
o pìccoli, ma sempre distinti (5).
5) . Parte posteriore del torace (epinoto) inerme o t u t t ' a l
più leggermente angolosa (6). — Munita di 2 denti o spine (11).
6) . Gli u l t i m i tre articoli delle antenne formano una clava
distinta, lunga quanto i l resto del funicolo (7). — Antenne con
clava di 4 - 5 articoli o senza clava distinta, ad ogni modo gli
u l t i m i tre articoli r i u n i t i più brevi del resto del funicolo (8).
7) . Specie piccolissima, gialla, col capo opaco : Monomorium Pharaonis. — Specie piccolissima, nera o picea, col capo
lucente : * Monomorium minutum. — Specie un poco più grande
(2-2.5 mm), gialla, col capo lucente : * Pheidole pallidula y .
' ) Con questa tabella, che è destinata anzitutto per i principianti, si determinano solamente le specie; per le categorie subordinate alla specie (razze e varietà) veggansi le tabelle anteriori dei singoli generi. Le specie che vivono nella
Venezia Giulia sono segnate in caratteri marcati, quelle dei dintorni di Trieste
(compreso 1' altipiano fino a Sesana ed Erpelje) hanno un * dinanzi al nome. Le
specie trovate finora solamente in Dalmazia sono stampate in
corsivo.
167
8) . Profilo del clipeo fortemente convesso, i penultimi 3 articoli del funicolo non più lunghi che larghi; giallo-rossiccia
(compresi i femori), solamente i l gastro di dietro nerastro : Myrmica rubida. — Clipeo pianeggiante, con lunghe setole al margine anteriore, i tre penultimi articoli antennali più lunghi che
larghi; operaie alquanto dimorfe, grandi e piccole (9).
9) . Tutto i l gastro con finissimo reticolato microscopico,
però meno irsuto : sul primo tergite solamente una fila di peli
al margine posteriore ed un gruppo di peli sulla parte anteriore
del disco. D i solito i l corpo nero col torace più o meno rossiccio:
Messor meridionalis. — Primo tergite del gastro almeno nel
mezzo perfettamente liscio, senza reticolato microscopico, perù
uniformemente cosparso di peli eretti (10).
10) . Corpo nero, lucente : * Messor barbarus niger. — Corpo
bruno fin giallognolo, i l capo e il torace più o meno opachi :
* Messor structor.
11) . Gastro leggermente cordiforme, a p p u n t i t o, i l postpeziolo inserito al margine s u p e r i o r e del gastro (12). — Gastro ovale o rotondo, non appuntito, i l postpeziolo inserito al
margine anteriore del gastro (13).
12) . Specie più grande ( 3 - 5 mm), bicolore, capo o anche i l
torace rosso, gastro nero : * Crematogaster scutellaris. — Specie
più piccola (2.2-3 m m ) , uniformemente bruna o picea, lucente :
* Crematogaster sordidula.
13) . Antenne di 11 articoli (14). — D i 12 articoli (16).
14) . Corpo perfettamente lucido, postpeziolo di sotto con
sporgenza spiniforme : * Formicoxenus nitidulus. —- Corpo almeno in parte zigrinato e opaco, postpeziolo senza sporgenza
spiniforme ventrale (15).
15) . Corpo totalmente giallo : Leptothorax
flavicornis.
—
Nero o bruno, col torace giallo-rossiccio; le tibie con peli eretti :
Leptothorax acervorum.
16) . Le tibie posteriori e medie senza sperone apicale distinto;
le antenne (eccetto i l genere Stenamma) con clava distintamente
triarticolata (17). — Tibie con uno o due speroni apicali interni,
più grossi dei soliti peli e ben visibili colla lente [ % ) .
168
17) . Capo enormemente ingrandito con solco occipitale lungo
e profondo : * Pheidole pallidula %. — Capo normale, senza
solco occipitale (18).
18) . Torace con angoli anteriori marcati, peziolo quadrangolare, quasi senza peduncolo basale; capo fortemente rugoso,
antenne e zampe brevi e tozze : * Myrmecina graminicola. —
Torace con angoli anteriori ritondati, peziolo peduncolato, con
nodo dorsale posteriore (19).
19) . I . ' incisione mediana della fronte, dietro i l clipeo, stretta
e profonda, subparallela, lucente; occhi molto piccoli, essi raggiungono a stento lo spessore dello scapo, antenne con clava
non bene delimitata, di 3 - 4 articoli (20). — Incisione frontale
larga, triangolare o semicircolare, alle volte indistinta; gli occhi
sono almeno un poco più lunghi dello spessore dello scapo; antenne con clava nettamente triarticolata (21).
20) . Specie bruna, i l capo rugoso-reticolato, i l torace senza
carena mediana anteriore, di dietro con due piccole spine rivolte
all' insù : * Stenamma Westwoodi. — Corpo più rossiccio, i l
capo meno rugoso, la fronte con fine strie longitudinali; i l torace
verso i l margine anteriore con leggera carena mediana, di dietro
con spine più lunghe : * Stenamma striolatum.
21) . Antenne esili, lo scapo, rivolto a l l ' indietro oltrepassa
un poco i l margine occipitale; torace con solco trasversale, la
parte anteriore convessa e al pari del capo quasi perfettamente
liscia e lucente (22). — L o scapo non oltrepassa i l margine occipitale; torace con o senza solco trasversale, però sempre più o
meno rugoso, striato o zigrinato (23).
22) . Tibie con lunghi peli eretti, torace di dietro con due
piccolissimi dentini, peziolo di sotto alla base senza sporgenza
dentiforme : * Pheidole pallidula y . — Tibie senza peli eretti,
torace con due denti o spine maggiori, peziolo di sotto alla base
con piccola sporgenza dentiforme : Leptothorax recedens.
23) . Torace con solco trasversale profondo; peduncolo addominale robusto, con nodi larghi, trasversi; corpo bruno, i l
capo leggermente striato o rugoso, con leggero prolungamento
delle fosse antennali fin dietro g l i occhi : * Chalepoxenus mullerianus. — Torace senza o t u t t ' al più con debolissimo accenno
169
di solco trasversale; peduncolo merto grosso;
rotonde, normali (24).
fosse antennali
24) . Corpo nero o pìceo, lungo 3 - 4 mm. Capo e torace con
rugosità grossolane longitudinali, peziolo con nodo grande, rotondo : Leptothorax Rottcnbergi. — Corpo almeno parzialmente
giallo, bruno o rossiccio, di rado nero, in tal caso la statura minore
ed il capo senza rugosità grossolane; i l nodo del peziolo, visto di
fianco, più o meno, acuminato (25).
25) . Capo densamente zigrinato e opaco (26). •— Capo almeno di dietro liscio e lucente (29).
26) . Femori più o meno offuscati o nerastri (27). — Gambe
totalmente gialle; corpo giallo con fascia nerastra trasversale sul
gastro (28).
27) . Capo nero o piceo, torace giallo-rossiccio, gastro nero
colla base gialla. Clava antennale intensamente annerita. Spine del
torace abbastanza lunghe : Leptothorax nigriceps. — Corpo
giallo-bruno, capo più o meno offuscato ma non perfettamente
nero o piceo, clava leggermente offuscata o bruna. Spine del
torace lunghe ed esili, specialmente alla base : * Lept. affinis.
— Quasi uniformemente bruno, i l capo ed i l gastro un poco
più oscuri. Torace con spine brevi, non arquate e linea trasversale leggermente impressa dinanzi a l l ' epinoto : * Lept. sordidulus.
28) . Clava delie antenne quasi sempre annerita, la fascia
oscura del gastro integra; torace senza traccia di linea trasversa
sul dorso : * Lept. unifasciatus. — Clava delle antenne leggermente annerita, la fascia trasversale del gastro nel mezzo interrotta o attenuata, le guancie annerite : Lept. interruptus. — A n tenne totalmente gialle; spesso una leggera traccia di linea o
solco trasversale sul dorso del torace : * Lept. Nylanderi.
29) . Corpo piti o meno uniformemente bruno; peziolo con
profilo dorsale angoloso : Lept. exilis. — Corpo giallo, con o
senza fascia oscura sul gastro (30).
30) . Capo non più lungo che largo, sottilmente striato sulla
parte anteriore; gastro con fascia trasversale oscura : Lept. bulgaricus graecus. — Capo ben più lungo che largo, subparallelo, totalmente lucido; gastro senza fascia distinta : Lept. pelagosanus.
170
31) . I tre u l t i m i articoli delie antenne formano una clava
distinta, lunga circa come il resto del funicolo (32). — Antenne
con clava di 4 - 5 articoli, oppure senza clava distinta, ad ogni
modo g l i u l t i m i 3 articoli r i u n i t i alquanto più brevi del resto del
funicolo (35).
32) . Capo enormemente ingrossato, con solco occipitale profondo (17). — Capo normale, senza solco occipitale (33).
33) . Antenne esili, lo scapo oltrepassa a l l ' i n d i e t r o l'occipite, la parte anteriore del torace convessa, liscia e lucente (22).
—• Antenne più robuste, lo scapo non oltrepassa l'occipite; torace pianeggiante e più o meno rugoso (34).
34) . Capo completamente striato; specie generalmente più
grande e più oscura; L . 2.5-4 mm : * T e t r a m o r i u m caespitum.
— Capo più lucido, con striatura finissima, evanescente ai lati
e dietro g l i occhi, talvolta quasi del tutto mancante; specie in
media più piccola e più chiara; L . 2.2-3 mm : T e t r . semilaeve.
35) . Torace di dietro solamente con due piccole sporgenze
(lentiformi, triangolari. Capo grande, quadrangolare, m a n d i b o l e b r e v i e r o b u s t e ; lunghezza del corpo da 7 a 11
mm (9). —• Torace con due spine evidenti, di rado assai piccole,
in tal caso la statura minore o i l capo ovale; le mandibole sempre più lunghe e sporgenti (36).
36) . Le tibie e i l gastro irte di peli r i g i d i e b i a n c h i ; i l
primo segmento del gastro almeno parzialmente z i g r i n a t o
e sericeo; corpo nero o bruno : * Aphaenogaster testaceopilosa.
— Tibie con pubescenza o peli normali, bruni o g i a l l i ; i l gastro
totalmente lucido, senza microscultura (37).
37) . Torace anteriormente elevato, convesso e più o meno
liscio; tibie posteriori con sperone semplice (38). — Torace pianeggiante, con forti r u g o s i t à reticolari; tibie con sperone pettiniforme; corpo bruno, lunghezza 3.5-5 mm (41).
38) . Antenne meno lunghe, lo scapo non sorpassa che poco
o affatto i l margine occipitale, i l quart' ultimo articolo non raggiunge in lunghezza i l doppio della sua larghezza; capo subquadrato, cogli angoli posteriori arrotondati (39). — Antenne
molto lunghe, lo scapo oltrepassa di parecchi diametri i l margine occipitale, i l quart' ultimo articolo almeno due volte e mezza
171
più lungo che largo; capo ovale-allungato, senza angoli posteriori distinti (40).
39) . 11 capo con rughe reticolari e longitudinali piuttosto
grossolane, la fronte quasi sempre con fossetta centrale; corpo
bruno o nerastro, lungo 4.5 - 6.5 mm : * Aphaenogaster obsidiana.
— I l capo nella m e t à anteriore densamente zigrinato, subopaco
e sottilmente rugoso; gastro piceo, corpo anteriore giallo-bruno,
però alle volte tutto i l corpo quasi uniformemente bruno; L . 4 - 5
mm : * Aph. subterranea. — Capo quasi totalmente liscio e l u cente; corpo giallo-bruno, i l gastro o anche i l capo più oscuro;
L . 3.5 - 4 mm : Aph. pallida.
40) . Gialla, con fascia trasversale bruna o nerastra sul gastro.
L . 5 - 6 mm : Aph. splendida. — Bruno-rossiccia, i l gastro più
oscuro. !.. 5 - 5.5 min : * Aph. ovaticeps.
41) . Scapo alla base semplice, curvato, senza lobi o sporgenze angolose, nel punto della massima curvatura più sottile
che nel mezzo (42). — Scapo alla base bruscamente piegato ad
angolo o con dilatazione lobiforme unilaterale (43).
42) . Torace debolmente rugoso, peziolo quasi liscio, con
nodo distintamente acuminato e arrotondato in profilo : * M y r mica laevinodis. — Torace fortemente rugoso, i l peziolo pure
più o meno rugoso, con nodo appiattito, ciò che lo fa apparire
in profilo più o meno troncato : * M . ruginodis.
43) . Scapo esile, con semplice a n g o l o s i t à alla base. L u n g h .
3.5-4.2 mm : * M . rugulosoides. — Scapo più robusto, con lobo
basale longitudinale al margine s u p e r i o r e ) ; L . 4-4.8 mm : * M .
scabrinodis. — L o scapo con lobo basale t r a s v e r s a l e , che
osservato dalla parte anteriore del capo si presenta in forma di
una punta sporgente; L . 4.5-5 mm : M . Schenckii.
1
44) . Occhi minutissimi, quasi invisibili colla lente. I l primo
segmento del gastro (vale a dire i l 2" segmento dietro i l torace)
delimitato posteriormente da una strozzatura circolare (45). —
Occhi distinti; i l gastro senza strozzatura circolare tra i l primo
e i l secondo segmento (50).
' ) I l lobo si vede nella sua massima estensione guardando i l capo dalla
parte anteriore.
172
45) . Mandibole lunghe e strette, falciformi, col margine interno dentato; corpo giallo : Stigmatomma denticulatum. — Mandibole larghe, trigone (46).
46) . Torace senza suture dorsali ; apice dell' addome nascosto
di sotto e rivolto all' innanzi (47). — Torace con suture dorsali;
apice dell'addome visibile di sopra (48).
47) . Torace di dietro con angoli acuti; peziolo leggermente
elevato a forma di squama; corpo g i a l l o : [* Sysphincta europaea]. — Torace di dietro con angoli ottusi; peziolo nodiforme,
di sopra arrotondato; corpo rosso-bruno : Sysphincta
Mayri.
48) . Tibie posteriori e medie con sperone apicale pettinato
e uno sperone accessorio, più piccolo e semplice ' ) ; corpo giallo,
opaco : * Euponera ochracea. — Tibie senza sperone accessorio,
'solamente con uno sperone pettinato (49).
49) . Colorito giallo fin bruno-nerastro, però i lobi frontali e
le antenne sempre totalmente ferruginee; i l capo con punteggiatura fina e densissima, subrugosa : * Ponera coarctata. —
Colorito nerastro, i lobi frontali solo a l l ' apice ferruginei, lo scapo
leggermente offuscato; punteggiatura del capo finissima, appena
percettibile con forte lente : Ponera
Eduardi.
50) . Capo anteriormente t r o n c a t o e granuloso: * Camponotus truncatus %. — Capo non troncato e non granuloso (51).
51) . Gastro nero, con due paia di m a c c h i e
giallog n o l e alla base. Torace rossiccio, di dietro fortemente incavato,
P incavatura sormontata da una lamina dorsale sporgente : * Dolichoderus 4-punctatus. •— Gastro senza macchie, torace senza
lamina sporgente di dietro (52).
52) . Torace di dietro con due spine; corpo nero o parzialmente rosso : Acantholepis Frauenfeldi. — Torace inerme (53).
53) . Specie piccolissima, al massimo di 2 mm, bruna o picea,
lucente, con antenne di 11 articoli : * Plagiolepis pygmaea. —
Antenne di 12 articoli, statura spesso maggiore (54).
54) . Gli occhi molto più vicini a l l ' inserzione delle antenne
che al margine occipitale, gastro con 4 segmenti visibili estel
) Da osservarsi coti lente a forte ingrandimento, meglio ancora al mi-
croscopio.
173
riormente (55). — Gli occhi circa a uguale distanza dall' inserzione delle antenne e dal margine occipitale, oppure più vicini
a quest'ultimo; gastro di solito con 5 segmenti visibili esteriormente (57).
55) . Specie più grande, bicolore, con peli cretti sul torace;
torace rosso o testaceo, gastro ciuereo-sericeo : Liometopum
microcephalum. — Specie più piccole, unicolori, senza peli eretti
sul torace (56).
56) . Corpo nero o bruno, clipeo con stretta incisione mediana al margine anteriore : * Tapinoma erraticum. — Corpo
giallognolo col gastro più oscuro, clipeo senza incisione mediana : * Bothriomyrmex meridionalis.
57) . Mandibole strette, falciformi. Corpo anteriore rosso,
opaco, gastro più oscuro, con peli dorati; 6-6.5 mm : * Polycrgus rufescens. — Mandibole larghe, trigone, con margine masticatorio- dentato (5S).
58) . Peziolo con nodo dorsale rotondo. Specie grande con
zampe molto lunghe; corpo anteriore rossastro, gastro nero : Cataglyphis bicolor. — Peziolo con squama dorsale più o meno compressa in senso antero-posteriore (59).
59) . Antenne inserite ai lati delle lamine frontali, a una certa
distanza dal margine posteriore del clipeo; capo senza ocelli; gastro con finissima striatura trasversale (60). — L'inserzione delle
antenne vicinissima al margine posteriore del clipeo; capo con o
senza ocelli (68).
60) . Torace assolutamente privo di peli eretti, squama del peziolo con incisione arquata al margine superiore. Corpo ante
riore bruno, L . 3-4.5 mm : * Camponotus truncatus y . — T o race almeno con qualche pelo cretto sull'angolo dell'epinoto (61).
61) . Torace con profilo a curva continua, senza solco dorsale trasverso, la parte posteriore (epinoto) stretta e lateralmente compressa (62). — Torace con solco dorsale che divide
nettamente l'epinoto da! mesonoto, il profilo del torace con
angolo rientrante in corrispondenza del solco, epinoto elevato,
largo, quadrangolare (67).
62) . Le gunacie con peli eretti (63). — Le guancie senza
peli eretti (64).
174
63) . Clipeo distintamente carenato, con lobo mediano sporgente oltre la linea di congiunzione dei lobi laterali; corpo di
solito totalmente nero, le zampe picee o giallognole : * Camponotus aethiops. — Clipeo non carenato, senza lobo sporgente
nel mezzo, corpo nero lucente, zampe g i a l l e : * C. tergestinus.
64) . Corpo nero, compresa la squama de! peziolo (65). —
Corpo bicolore, i l torace o almeno la squama rossa (66).
65) . Clipeo con incisione mediana al margine anteriore, gastro lucente, con due sole file di brevi setole su ogni segmento :
Camponotus fallax. — Clipeo senza incisione mediana, gastro
subopaco, abbondantemente irsuto : * C. vagus.
+
66) . Castro totalmente nero e opaco : Camponotus herculeanus. — Gastro meno opaco c quasi sempre rosso alla base :
* C. ligniperdus.
67) . Corpo totalmente nero, lucente; la faccia basale dell'epinoto con peli eretti anche nella m e t à anteriore : * Camponotus
merula. — Torace o anche i l capo rosso; la faccia basale dell'epinoto solamente con poche setole dinanzi al declivio posteriore :
* C. lateralis.
68) . Base del gastro distintamente smarginata (concava), con
angoli anteriori evidenti. Corpo totalmente lucido, bruno, con
lunghi peli eretti : * Prenolepis nitens. — Base del gastro più o
meno arrotondata (69).
69) . Corpo intensamente nero-lucente, i l gastro con rada pubescenza aderente, appena percettibile, le tibie senza setole al
margine inferiore; occhi piccoli, i l loro diametro alquanto più
breve delle tempie : * Lasius fuliginosus. — Nel caso che i l corpo
sia nero e lucente., le tibie con un fila di setole al margine inferiore esterno (70).
70) . Corpo giallo o giallo-bruno, con occhi piccoli, i l diametro oculare alquanto più breve delle tempie; lunghezza del
corpo 2.5-4.5 nini (71). — Colorito e statura diversa, oppure gli
occhi più grandi, circa della lunghezza delle tempie (74).
71) . Capo di sotto senza peli eretti; L . 2 - 3 mm : * Lasius
flavus. — Capo di sotto con peli eretti (72).
72) . Gastro lucente, il 2" tergite con punteggiatura più rada
verso l'apice; L . 3 - 4 mm : * Lasius distinguendus. — Gastro
175
-subopaco, i due primi tergiti con punteggiatura finissima e densissima fino a l l ' apice ) (73).
r
73) . La parte posteriore del torace (epinoto) con profilo arrotondato, i peli eretti del dorso molto brevi, quelli del gastro fortemente inclinati; L . 3 mm : Lasius carnìoìicus.
— Epinoto più
sporgente e più angoloso, i peli del dorso più lunghi, quelli del
gastro più rialzati; L . 3-4.5 mm : * L . umbratus.
74) . Specie piccole, di 2.5-4 mm. di lunghezza, con epinoto
angoloso, molto più alto della squama, l a f a c c i a b a s a l e
d e l l ' e p i n o t o b r e v e , i l declivio posteriore molto più
lungo (75). — Specie di 4 - 8 mm di lunghezza, con epinoto arrotondato in profilo oppure angoloso, in tal caso la faccia basale
e i l declivio circa di uguale lunghezza; l e t i b i e c o n u n a
f i l a d i s e t o l e e r e t t e al margine inferiore esterno (78).
75) . Le tibie irte di peli su t u t t o i l margine estensore, anche
lo scapo con peli eretti (76). — Le tibie e lo scapo con pubescenza aderente, t u t t o al più qualche singolo pelo eretto verso
la base delle tibie (77).
76) . Corpo bicolore, torace giallo-rossiccio, i l resto nero o
bruno : * Lasius emarginatus. — Corpo più o meno uniformemente bruno o piceo : * L . niger.
77) . Specie più gracile, unicolore, bruna o picca, col gastro
uniformemente cosparso di brevi setole erette : * Lasius alienus.
— Specie più tozza, leggermente bicolore, essendo i l gastro
bruno ed i l corpo anteriore un poco più chiaro; sul gastro una
serie di peli eretti al margine posteriore dei tergiti ed altri,
meno distinti, sul disco : * Lasius brunneus.
78) . Corpo nero e almeno il gastro lucente (79). — Corpo del
tutto opaco o sericeo, spesso altrimenti colorato (80).
79) . I due primi segmenti del gastro senza fila di setole al margine posteriore, tutto al più con 1-2 setole sul disco; capo subopaco, clipeo senza carena mediana : Cataglyphis cursor. — T u t t i
i segmenti del gastro con una fila di setole al margine posteriore ed altre sparse sul disco, capo lucente, clipeo carenato :
* Formica gagates.
' ) Queste differenze di punteggiatura si vedono meglio con luce artificiale
che di giorno, usando una lente a forte ingrandimento.
176
80) . Clipeo con incisione mediana al margine anteriore; torace rosso. L . 6 - 9 m m : * Formica sanguinea. — Clipeo senza
incisione mediana (81).
81) . Occipite fortemente incavato, cogli angoli posteriori
sporgenti e poco arrotondati; i l capo più lungo, esso raggiunge
la massima larghezza circa nel mezzo ed è egualmente ristretto
davanti e dietro gli occhi. Corpo bicolore, anteriormente rosso,
senza peli eretti sul torace (82). — Occipite troncato o t u t t ' a l
più lievemente incavato, però i l capo meno lungo, colla massima larghezza verso la base, le tempie meno lunghe, g l i angoli
posteriori arrotondati (83).
82) . Clipeo con carena mediana, senza impressione trasversale; gastro con una fila di brevi setole al margine posteriore
dei segmenti; L . 5.5-6.5 m m : Formica exsecta. — Clipeo senza
o con debole carena, però con leggera impressione trasversale
dietro i l margine anteriore; i due primi segmenti del gastro
senza fila di setole lungo il margine posteriore; I . . 4.8-5.2 mm :
F . pressilabris.
83) . Capo di sotto con peli eretti; anche i l dorso del torace
più o meno irto di peli (84). —Capo di sotto senza peli eretti (87).
84) . 11 corpo anteriore totalmente rosso ( t u t t ' a l più il centro della fronte leggermente offuscato); t u t t o il corpo rivestito
di brevi ma densissimi peli eretti, giallognoli : Formica truncicola. — I l capo di sopra in gran parte nero o piceo (85).
85) . Scapo giallo-rossiccio, torace più o meno bruno colle
suture giallognole: forma più snella: L . 4.5-6.5 m m : * Formica
cinerea. — Scapo offuscato o nerastro, torace rosso, con o senza
macchie dorsali nerastre; statura più robusta, L . 5 - 8 mm (86).
86) . Occhi con peli eretti minutissimi, visibili con forte
lente; t u t t o i l corpo con abbondante pelosità eretta; torace di
solito con grande macchia oscura sul dorso : * Formica pratensis.
— Occhi nudi; il dorso con peli eretti più brevi e meno copiosi;
torace con macchia dorsale di solito più piccola o meno intensa :
* F . piniphila.
87) . I due primi segmenti del gastro senza tìla di setole al
margine posteriore, anche le coscie anteriori senza peli eretti.
Statura più tozza e robusta, torace rosso, t u t t ' a l p i ù legger-
177
mente macchiato sul dorso; L . 5 - 8 m m : Formica polyctena. —
I segmenti del gastro con fila di setole al margine posteriore e
le coscie anteriori con peli eretti; statura più snella (88).
88) . Corpo perfettamente nero, comprese le guancie, i l tegumento spesso con leggero riflesso bronzeo : Formica fusca. —
Almeno le guancie più o meno rossiccie o brune (89).
89) . Torace nudo, di rado con 2 - 3 peli eretti, in gran parte
bruno o nerastro, i margini e le suture più o meno rossiccie o
giallognole : * Formica glebaria. — Pro- e mesonoto con peli
eretti; torace normalmente rosso, con leggera macchia dorsale,
però in certe varietà più oscuro, cpiasi come la specie precedente i * F . rufibarbis.
178
INDICE
ALFABETICO.
a) Sottofamiglie, tribù, generi e sottogeneri.
' I t i carattere s p a z i a t o
t sottogeneri e sinonimi).
i nomi delle sottofamiglie e tribù, in corsivo
Acantholepis 113, 115
D o r y 1 i n i 30
Acrocoelia 70
Dorylus 30
Amblyopone 24
Epimyrina 33
A m b l y o p o n i n i 28, 24
Epitritus 37, 107
Anergates 34
Epitritus 107
Aphaenogaster 37, 47
E u m y r m i c i n a e 32,
Aphaenogaster
Buponera 23, 24
47, 5(1, 57, 58
Formica 114, 133
A&emorrhoptrum 45
Formica 134, 141
Atta 50, 57, 58
Formici/M 120
Attomyrma 47, 50
F o r m i e i n i 114
Botlnyoinyrmex 108, 110 Formi coxenus 38, 98
Brachymyrrnex 113
Harpagoxenus 33, 99
C a m p o n o t i n a e 28, 113 Hypoclinca 108, 115
C a m p o n o t i n i 113
Lasius 114, 120
Camponotus 113, 151
Camponotus 152, 151, 158 Lasim 120, 123
Leptanilla 30
Cardiocoudyla 34
L e p t a n i l l i n i 30
Cataglyphis' 114, 148
Leptothorax
(lephaloxys 107
34, 35, 36, 81
Chttlepoxeuus 36, 98
Leptothorax a. str.
Chthouolasitis 129
85, 88, 89
Colobopsis 151, 165
Liometopum 108, 109
Coptoformica 133, 146
Crematogaster 82, 70
Cremastogaster 70
Cryptoeericlat 106
Ducetiid 106
Denirohmm 120, 132
Ihplorrhofjtrum 77
Dolycho d erinae
22, 108
D o l y c h o d e r i n i 108
Dolychoderus 108
IJonìsthorpea 120
D o r y l i n a e 22, 30
Manica 37, 39
Messor 37, 58
Monomorium 34, 76
Mychothorax 88, 97
Myrmecina 84. 81
Myrmecocystus 149
M y r m i c i n a e 22, 32
Myrmica 36, 37
Myrmica 37, 40
Myrmoturba 152, 154
Neomyrma 37
Nylancteria 118
Oecophtltoru 67
Orthono Ioni yrmex
152, 161, 162
Pheidole 34, 35, 67
Plagiolepidiini
113, 115
Hagiolepis 113, 116
Polyergus 114, 147
Ponera 23, 25
P o n e r i n a e 22, 23
P o n e r i n i 23, 24
P r e n o l e p ì d i n i 118
Prenolepis 113, 117
P r o o o r a t i i n i 23, 29
Proceratium 29
liaptiformica 133, 145
R h a g o m y r m i c i n ae
32, ìoe
S'ereiformica 134, 137
Siiblinia 84
Solenopsis 33, 77
Stenamma 85, 36, 45
Stenamma 99
Stigmatomma 23, 24
Strongylognathus 33
Strumigenys 37, 107
Sysphincta 23, 29
Tapinoma 108, 111
Tapinoma 116
T a p i n o m i n i 108, 109
Temnothorax
35, 85, 88, 98
Tetramorium 34, 100
Tomognathus 99
Typhlopone 30
179
b) Specie, sottospecie e varietà.
( I n , •orsivo
Abeillei 26
acervorum 88, 97
aenescens 150
aethiops 152, 154
affinis (Las.) 123
affinis (Las.) 130
affinis (Lept.) 87, 93
alienus 121, 125
alieno-niger 126
alieno-brunnea 127
alpina 145
.angustulus 87
arenarmi 67, 69
argiolus 107
atratulus 34
atricolor 162
Auberti 73
austriaca 109
le sottospecie, v a r i e t à
corticalis 86
eretica 150
creticus 151, 161
cnnicidaria 140
cursor 149
cypriotes 53
dalmatinus 163, 164
decapitans 110
denticulatum 21
diomedea 105
distinguendus 122, 130
E d i t a r t i 26, 28
emarginata 123
emarginatus 121, 123
cpirotes 50
erraticttm 111
etnisca 147
europaea (Sysph.) 29
europaea (Typlil.) 32
europaeum 29, 30
exilis 87, 89
exsecta 131, 116
exsecta 146
balcanica 57
barbara 117
barbarus 59, 63
Baudieri 107
bicolor (Camp.) 163
bicolor (Catagl.) 148, 149
bicornis 122
fallax 153, 160
bieornis 130
Finzii 49, 50, 53
brunnea 123
Flaclii 75
brunneus 121, 127
flavicornis 88, 97
brmneus 123 '
flavus 121, 127
bulgaricus 88, 90
Foreli 146
foveolata 162
caespitum 100, 101
Frauenfeldi 115
capitata 63
fugax 77
capitatus 63
fuliginosus 120, 132
oamiolicus 122, 132
fulvus 30
cinerea 135, 141
fusca 135, 138
Clausii 30
fusca 139, 140, 141.
clivorum 62
fuscipes 165
clypeatus 86
coarctata 25, 26
gagates 135, 137
congerens 142
Gestroi 154, 161
eontracta 26
glebaria 136. 139
Cordieri 143
graecus 88, 90
sinonimi).
Gribodoi 98
Grouvellei 82, 84
guineense 101
graminicola 81
Heeri 113
hclenicus 150
herculeanus 153, 159
hercideanus 158, 159
h>jbri(la 74
iberica 57
impar 118
impressifrous 24
interruptus 87, 94
italicus 150
fonia
72
kraussei 96
lattieri 83
laeatrygon 78
laevinodis 38, 40
lasioides 126
lateralis 151, 163
lateralis 162
Latrcillei 81
Laurae 34
Lemani 139
Lesnei 26
IJcliteusteini 95
ligniperda 159
ligniperdus 153. 159
lippulum 46
lobicornis 39
longioornìs 118
maculutus 154
magnimi 111
marginatus 155, 156
inaura (Crem.) 73
inaura (Plag.) 117
massiliensis 90
Mayri (Crem.) 74
M a y r i (Sysph.) 29, 30
180
medispina 72
megacepluda 67
meridionale 100
meridionalis (B.) 110
meridionali* (M.) 59, 64
nierula 154, 162
mierocephalus 109
minutum 76, 77
mixtus 123
inulleriana 55
milllerianus 98
muscorum 88
mutica 60
myops 128
niger (Las.) 121, 124
lager (Las ) 125
niger (Lept.) 85
niger (Mess.) 68
idgerrimum 111
nigra (Acanth.) 115
nigra (Mess.) 63
nigriceps 87, 93
nitens 117, 118
nitidulus 99
nuda 130
Nylanderi 86, 91
obsidiana 47, 49, 50
ochrauea 24
oranieusis 30
orimi a 80
orientalis 62, 67, 69
ovaticeps 48, 49, 55
pallescens 117
pallida 48, 52
pallidula 67, 68
parva 26
parmlus 95
pelagosanus 88, 90
petiolatum 45
picea 135
piniphila 186, 143
Pharaonis 76, 77
polyctena 137, 144
pratensis 136, 142
pressilabris 134, 146
P"besceus 158
punctatissima 26
punctatissima 28
punctatus 32
pygmaea 116, 117
pygmaeum 116
guad ripa notata 108
quadripunctatus 108
Ragusae 26
fìavasinii 39
reeedens 85, 88
Eogeri 89
Rottenbergi 85. 89
rabida 37, 39
rubra 40, 41
rubripes 157
ruta 137
rufa 142, 143, 144
rufescens 147
rufibarbis 136, 140
ruficeps 71
rugiiiodis 38, 41
rugulosa 38
rugulosoides 39, 42
sabulett 44
sanguinea 134, 145
Santschii 26
sardoa 47
sardoum 45
soabrinodis 39, 43
Schencki 39, 44
Schmidti (Ci.) 71, 72
Schmidti (T.) 104
scutellaris 70
semilaeve 100, 104
semipolita 57
seniiis 57
sicula 81
sthaticus 156, 157
simillimum 101
sordidula 70, 74
sordidulus 86, 96
sordidus 63
spinosa 57
splendenti 104
splendida 48, 49, 54
striatulum 45, 46
striola 50
structor 59, 60
strucior 60
stibdentata 68, 70
sublaevis 99
subterranea 48, 49, 50, 51
subterranoides 52, 53
sulcinodis 38, 42
sglvaticoides 156
sylvaticus 154
tergestinus 153, 161
testacea 25, 26
fcestaceopilosa
47, 48, 49, 57
timida 127
trunoatus 151, 165
truncicola 136, 141
truncorum 141
tuberum 89, 91, 93, 94
tyrrhena 60
umbratus 122, 123, 129
umbratus 130
unifasciatus 87, 91
vagus 153, 158
viaticus 148
daticus 149
vividula 118
Wasmanni 65
Westwoodi 45, 46
Westwoodi 99
Wolfi 79
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le formiche della venezia giulia e della dalmazia