Sommario
Presentazione
7
introduzione
1.1
Parte I Genesi ed evoluzione degli approcci culturali in geografia
1. Nascita e primi sviluppi
Gli inizi della geografia culturale di lingua tedesca
La geografia culturale americana: Cari Ortwin Sauer
e la scuola di Berkeley
La dimensione culturale della geografia umana francese:
modi di vita e paesaggi
Gli sforzi di approfondimento
Conclusione
19
19
27
31
33
2. Crisi e rinnovamento
Crisi e declino della geografia culturale
Gli anni Settanta del XX secolo: l'apertura di nuove vie
Gli anni Ottanta del XX secolo: approcci che si strutturano
La svolta culturale in geografia
35
35
37
40
43
25
Parte II Cultura, vita sociale e organizzazione delio spazio
3. Comunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva
e genesi delle culture
Trasmissione, supporti e codici di comunicazione
Forme di comunicazione, cultura e vita sociale
Ciò che viene trasmesso
La memoria e le sue forme
I codici, le regole e la plasticità della cultura
49
49
55
58
61
63
Sommario
4. Una geografia della natura umana
La cultura e le tappe della vita
Dall'individuo alla persona
Complessità sociale, cultura e strategie individuali
Conclusione
65
65
71
75
78
5. Cultura e vita sociale
Cultura e strutture di base della vita sociale: la famiglia
e i sistemi di parentela
Cultura e coesione sociale. La comunità
Cultura e relazioni gerarchiche
Cultura e funzionamento della società
Cultura, controllo sociale e libertà
Spazio, cultura, creatività e sovversione
Conclusione
81
82
84
87
90
92
94
97
6. Istituzione della società e miti di fondazione
La cultura come ordine istituito
L'aldilà e la costruzione dell'ordine dei valori
I rapporti tra il nostro e gli altri mondi
Conclusione: aldilà e orizzonti delle attese
99
99
100
109
113
7. Aree culturali, culture e civiltà
II ruolo della distanza nella formazione delle aree culturali
Le barriere culturali: cambiamenti di codici e barriere politiche
I fattori positivi di omogeneizzazione: identità, cultura e civiltà
Conclusione: le componenti della cultura
115
116
123
127
131
Parte III Cultura, ambiente e paesaggio
8. Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare
lo spazio e appropriarsene
Ritrovarsi in un luogo
Orientarsi
Dare un nome ai luoghi, qualificare gli spazi
Gli sforzi di approfondimento
Appropriarsi dello spazio e segnarlo
9. I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione
delle tecnologie
Linfluenza degli uomini sull'ambiente e la conoscenza
dei luoghi
4
La geografia culturale
137
137
140
144
148
154
157
;
157
Tecnologie e ambiente: il dominio della natura
Le tecniche di sterro e di costruzione
La costruzione dell'universo strumentale
Levoluzione dei sistemi tecnologici
Tecniche sociali e rapporto tra i gruppi e l'ambiente
1 0 . I rapporti tra l'uomo e l'ambiente:
la mediazione alimentare
La fisiologia dell'alimentazione e i fondamenti del gusto
La conservazione delle derrate alimentari
Le tecniche di trasformazione e di preparazione
La cucina: le ricette
Le buone maniere a tavola
Spirito nazionale e gastronomia
Evoluzione tecnica, industrializzazione dell'alimentazione
e nouvei'le cuisine
11. Cultura e spazio antropizzato
Logiche in atto nella strutturazione dello spazio
antropizzato
Organizzazione sociale e genesi degli spazi antropizzati
Levoluzione degli spazi antropizzati: inerzie,
derive e ristrutturazioni
I paesaggi
Conclusione
161
166
170
174
176
179
179
180
185
192
196
197
198'
201
201
207
215
217
221
Parte IVI livelli culturali e la loro espressione geografica
12. Culture e livelli di sviluppo
Società senza scrittura, società studiate dagli etnologi
Le società dotate di scrittura: la fase delle civiltà storiche
Le società moderne, cioè l'unità ritrovata attraverso
la generalizzazione della scrittura
Culture di massa e culture dotte o tecniche: uniformazione
ed esplosione
225
225
230
13. Modernizzazione e occidentalizzazione
L'idea di transizione culturale
La modernizzazione: le interpretazioni economiche
La modernizzazione: l'approccio culturale
Loccidentalizzazione del mondo e i suoi limiti
Conclusione
245
245
250
253
257
266
238
242
14. Le sfide culturali del mondo attuale
La ricerca e i fallimenti della modernizzazione
Una nuova transizione culturale
Messa in discussione della cultura occidentale e postmodernità
L'ampliamento della vita di relazione e la moltiplicazione
degli scontri culturali
Il rifiuto dell'occidentalizzazione
Situazioni di tensione e strategie di coesistenza
Conclusione
267
267
27C
275
279
281
286
287
291
6
Indice delie figure
311
Indice analitico
315
I La geografia culturale
Presentazione
Augusto
Biancotti
L'espressione "geografia culturale" è coniata nel 1880 da Friedrich Ratzel (18441904). La disciplina nasce nell'ambito del pensiero tedesco, sotto l'influenza dell'assunto darwiniano.
I gruppi umani sono condizionati dall'ambiente: le differenze
dello spazio selezionano le società e ne determinano il grado di successo.
Otto Schlùter (1872-1959) interpreta il paesaggio come frutto delle forze fisiche e dell'azione umana: ponendo l'accento sull'integrazione fra fattori naturali
e antropici ribadisce l'unità della geografia.
Cari Ortwin Sauer (1889-1975) fonda negli Stati Uniti la scuola di Berkeley.
Naturalista d'origine, buon conoscitore degli Autori tedeschi, è attratto dagli studi antropologici sugli indiani del sud-ovest degli Stati Uniti. Coniugando i nuovi
interessi con gli studi pregressi di fisiologia vegetale, riflette sull'impatto dei gruppi organizzati sui biomi, maturando, fin dagli anni Trenta, le prime profetiche inquietudini
ecologiche.
Il terzo polo della geografia culturale si sviluppa in Francia, con l'analisi dei
generi di vita di Paul Vidal de la Blache (1845-1918). La cultura, tramite fra l'ambiente e l'uomo, trasforma lo spazio naturale in paesaggio antropizzato.
I decenni centrali dello scorso secolo vedono il moltiplicarsi di lavori che esplorano ogni angolo dell'ecumene. L'opera dei fondatori si arricchisce senza che ne sia
messa in discussione l'ispirazione: l'analisi della trasformazione dello spazio, le tecniche e gli strumenti che la rendono possibile.
L'omogeneizzazione del mondo,
conseguenza delle tecnologie che consegnano
all'uomo quantità impensabili di energia docile, mette in crisi la materia: la meccanizzazione uniforma utensili e paesaggi, appiattisce le differenze fra le società.
II travaglio porta alla rifioritura degli anni Settanta: se gli strumenti che cambiano il mondo sono ormai ovunque identici, non è così per le sue rappresentazioni, che diventano il nocciolo della ricerca. La geografia culturale si apre alle
scienze politiche ed economiche, ma soprattutto a quelle sociali. Gli insediamenti
dei gruppi nel tempo non costituiscono unità monolitiche. Al loro interno, vanno
analizzati i ruoli dei singoli, ciascuno proprietario di un'immagine sua della cultura, dinamica, in trasformazione nell'arco dell'esistenza. I luoghi non sono solo il
frutto di razionalità, che li ordina secondo parametri funzionali. Risultano impregnati delle sensazioni di chi li popola e percepiti da ciascuno secondo chiavi di lettura frutto di altrettante storie psicologiche.
La modernizzazione attinge espressioni particolarmente significative nella N e w
Cultural G e o g r a p h y anglosassone. Partendo dal principio che la cultura consiste
Presentazione !
in un sistema di significati il cui fine è ài permettere il funzionamento della società globale, si cerca di penetrare l'interpretazione simbolica che plessi e classi danno dei loro intorni, nonché le giustificazioni estetiche e ideologiche addotte. Nelle
versioni più radicali di queste correnti, la geografia non esplora più le divisioni che
la natura impone ai gruppi umani, ma le segmentazioni che le persone creano nel
c o n t i n u u m dei luoghi e delle società. La mutazione si estende alla disciplina nel suo
insieme, il cui scopo diventa «l'esplorazione degli spazi oscuri della mente umana». Non stupisce che qualche geografo, forse troppo dentro la spirale delle astrazioni, sia allora portato a proclamare "la fine della geografia".
La focalizzazione sulla percezione individuale, affermare che il presente riflette gli altri mondi che lo spirito ha immaginato, significa voler rompere con la
tradizione scientifica positiva, escludere la parte quantitativa e fisica della materia, che di tale metodo si avvale. Il geografo economico non può dimenticare che
consumi e imprese s'impongono a suon di preferenze individuali. Il geografo fisico non può ignorare che il dissesto idrogeologico e i suoi rimedi sono frutto di
scelte operate da milioni di individui che sul territorio sono insediati e lo modificano, che vivono il mondo.
Le teorie costruite su basi statistiche e matematiche da economisti e fisici, cacciate dalla porta in nome dell'immaginario indeterminato, rientrano dalla finestra.
Anche le mille percezioni casuali possono essere classificate e orientate, a partire dai
loro interni. Il caleidoscopio si compone nei nuovi nazionalismi, nei fondamentalismi, nelle prese di posizione religiose e ideologiche, nello «shock delle culture». Ma
l'atomizzazione ingovernabile, che si aggrega nei mostri capaci di turbare i sonni dell'Occidente, è attraversata da aspirazioni e aspettative altrettanto individuali, comuni però, perché radicate nell'unicità della natura umana che si sviluppa sulla
medesima Terra: il desiderio di continuare a vivere in un mondo vivibile.
Quest'opera, riveduta dall'autore rispetto alla originaria versione francese, è
ampliata a comprendere le ultime tendenze della disciplina, animate dai dubbi e
dagli interrogativi imposti dall'anno terribile che scandisce il vero inizio del secolo. Si pone dunque come archetipo di un'analisi inedita, almeno in campo geografico, che probabilmente sarà fertile di sviluppi, anche per il tono interlocutorio con
il quale sono proposti i punti di vista.
Delle quattro parti nelle quali è ordinata l'opera, la prima, più breve, è dedicata a un excursus storico sullo sviluppo della geografia culturale, dalle origini fino alla crisi apparente imposta dalla globalizzazione e al rinnovamento oggi in piena fioritura. Le due sessioni centrali, più articolate, costituiscono la polpa del volume. Sono dedicate la prima alla cultura e all'organizzazione spaziale delle società, la seconda a cultura, ambiente e paesaggio, argomenti classici, l'uno attento
all'interno dello spirito umano e alle sue capacità di sviluppare culture di relazione, l'altro concernente l'esterno e la rete di contatti che l'individuo intesse nello e
con lo spazio popolato da altri suoi simili fino a trasformarlo in territorio, anzi,
nei tanti territori che costellano, come tasselli di un mosaico in continua e dinamica mutazione, la superficie della sfera terrestre, rendendola piacevole da percorrere e da esplorare.
La geografia culturale
Vanno segnalati in particolare alcuni capitoli. Nella prima delle due parti la
geografia dell'uomo in sé, con la conoscenza che sboccia lungo le tappe della crescita fisiologica, e applicata nell'età adulta ed è rivissuta come insieme di ideali nella vecchiaia, in molti aspetti convergenti con quelli della giovinezza. I riti di passaggio fra le età aiutano l'individuo a introdursi nel suo gruppo e a crearsi un'identità sociale. Non tutte le società si equivalgono: solo nelle culture aperte la strutturazione dell'io è tale che le persone possono filtrare e scegliere ciò che è loro
proposto. Si tratta di uno snodo fondamentale, atto a qualificare obiettivi fondamentali di una società complessa, tradita e compressa dove sovrastrutture ideologiche o posizioni religiose sostituiscono, in modo assoluto o con mezzi violenti,
quelle leggi scritte all'interno dell'uomo e che come tale lo qualificano.
Lo sviluppo dei rapporti fra l'uomo e l'ambiente riserva un paio di sorprese.
I paesaggi umanizzati vengono trattati in modo estremamente sintetico,
lontano
dalle analisi di grande dettaglio dedicate di norma alla tematica. E una scelta voluta: si tratta dell'aspetto della geografia cultuale più noto. Non è il caso di dilungarsi troppo: già esistono tomi egregi, molti dei quali indicati da Claval in bibliografia, che soddisfano il cultore esigente. Viene invece fuori il francese perfetto, capace di autoironia quando parla di alimentazione come di una delle relazioni fondamentali fra i gruppi e i luoghi che vivono e frequentano, e quindi di ricette,
gastronomia e spirito nazionale. A un geografo italiano può venire la tentazione di
aggiungere almeno un paragrafo sulle cucine regionali (e quindi su un'altra dimensione della cultura), prerogativa più dello
"stivale" che dell'"esagono".
La quarta parte si occupa dei livelli delle culture e della loro espressione geografica. L'equilibrio che caratterizza il pensiero dell'autore ha modo di cimentarsi
su questioni particolarmente ostiche, quali la modernizzazione,
la massificazione,
la postmodernità come critica interna della cultura occidentale dominante al positivismo trionfante degli scorsi decenni, il rifiuto dell'occidentalizzazione come critica esterna, le tensioni che ne derivano, le strategie di coesistenza ideate. E l'espressione odierna della diversità, sofferta consapevolmente, a volte vissuta come
colpa, mentre spesso durante la storia fu accettata piuttosto come espressione stessa del mondo, almeno dagli spiriti più illuminati.
La geografia culturale di Paul Claval è preceduta da una preziosa introduzione didascalica: ne consigliamo la lettura attenta in particolare a chi si accosta per
la prima volta all'argomento, in poche e dense pagine vengono presentate le varie
risposte che nel corso del tempo furono date per spiegare le diversità tra i popoli.
Le soluzioni semplicistiche via via proposte non hanno retto al vaglio degli anni,
della crescita progressiva nella conoscenza del mondo e delle mille società che vi
germinano. Né il determinismo naturalistico, né le teorie razziali, né le pretese ragioni della storia.
Emerge, fin da quelle prime pagine, la domanda inquieta che guida uno dei
pensieri forti attraverso l'intero volume, e al quale abbiamo appena fatto riferimento: l'innesto del pensiero europeo attecchisce male o non ci riesce proprio al di
fuori dei suoi ambiti tradizionali: «La natura dei problemi che pone la diversità
culturale del mondo cambia.»
Presentazione
Questo relativismo non spinge l'Autore né verso una critica di maniera dell'Occidente, né verso una difesa strenua o aggressiva di princìpi e di diritti che sanno benissimo difendersi da sé. Dopo le disamine, i confronti, gli approfondimenti, le relazioni spaziali e temporali, orizzontali e verticali prese in considerazione
nei diversi contesti del volume, Claval riprende nelle conclusioni i dilemmi espressi all'inizio ed esprime finalmente una scelta. Diffida di Huntington e della sua visione apocalittica di scontro finale fra mondi diversi. La sua attenzione va piuttosto a «coloro che danno più importanza agli orizzonti delle aspettative piuttosto
che all'affermazione dei princìpi». Essi sono «stupiti dalla convergenza delle espressioni osservabili all'interno di società che tutto sembra separare: la serenità sul!.:
Terra, la salute, l'istruzione dei bambini, la vita sotto cieli clementi. A lungo termine ciò lascia aperte delle prospettive di riavvicinamento. Sono le benvenute in
un mondo in cui il conflitto tra le civiltà ha preso di recente una svolta tragica».
10
La geografia culturale
Introduzione
Fin da E r o d o t o , i geografi si s o n o interessati all'estrema diversità dei p o p o l i , delle
loro culture e dei paesaggi da l o r o costruiti. Q u e s t o è vero nelle c a m p a g n e : terrazzamenti di risaie scintillanti d'Asia, i m m e n s e scacchiere di c a m p i a r a t i del M i d d l e
West, strette strisce delle terre lorenesi... A l t r e t t a n t o diversificate s o n o le città, caratterizzate da larghi viali rettilinei o da s t r a d i n e t o r t u o s e e vicoli ciechi. A n c h e i
m o n u m e n t i eretti per la gloria degli dèi e dei prìncipi e s p r i m o n o , di volta in volta,
l'orgogliosa specificità di un d e t e r m i n a t o p o p o l o .
La diversità si avverte p o i nell'accento e nella m e l o d i a delle differenti lingue e
musiche, si percepisce nel s a p o r e piccante o speziato dei cibi, ci sconvolge, infine,
q u a n d o r i g u a r d a l'abisso che separa i paesi ricchi da quelli poveri e affamati.
Perché questi contrasti? A l u n g o ci si è a c c o n t e n t a t i di risposte semplici:
1) è la n a t u r a che i m p o n e ai p o p o l i il m o d o di n u t r i r s i , di vestirsi, di costruire le
abitazioni, che in p a s s a t o li ha resi pacifici sedentari o n o m a d i aggressivi. Il N o r d
t e m p e r a t o è ricco. Il Sud tropicale è c a l d o e p o v e r o . E la n a t u r a ! Q u e s t o s o m m a rio d e t e r m i n i s m o n o n regge p e r ò all'esame;
2) è la razza, vale a dire le differenze biologiche i n n a t e , di n a t u r a fisica (forza o attitudine al lavoro) e s o p r a t t u t t o intellettuale, a d e t e r m i n a r e le differenze culturali
maggiori. I bianchi s o n o superiori a tutti gli altri. N o n c'è da stupirsi che a b b i a n o
i n v e n t a t o il fucile, la ferrovia e la schiavitù! Teoria d r a m m a t i c a , smentita formalm e n t e dal b u o n s e n s o e dalla scienza. L'idea dell'unicità della specie u m a n a , dell ' u o m o universale che ha o v u n q u e lo stesso m e t a b o l i s m o e le stesse idee si è o r m a i
i m p o s t a . M a allora p e r c h é queste differenze culturali?
3) è la storia. Fin dalla preistoria, le società e u r o p e e h a n n o c o n o s c i u t o t r a s f o r m a zioni e c a m b i a m e n t i i m p o r t a n t i , a c q u i s e n d o u n a s e m p r e m a g g i o r e p a d r o n a n z a tecnica, il cui c o r o n a m e n t o è r a p p r e s e n t a t o dalla Rivoluzione industriale: allo spirito
si i m p o n e l'idea di un p r o g r e s s o necessario e auspicabile di ogni società, d a l l ' e t à
della pietra a quella industriale. La diversità delle culture e delle situazioni dipende allora da " r i t a r d i " nell'evoluzione dei g r u p p i . Diventa lecito t e n d e r e la m a n o u n a m a n o r u d e , all'occorrenza - a quelle società a r r e t r a t e , per farle e n t r a r e nell'era del " p r o g r e s s o " e della "civiltà": ecco u n a giustificazione della colonizzazione.
L e culture n o n e u r o p e e , q u a n d o n o n v e n g o n o distrutte, s o n o studiate dai geografi
e dagli etnologi c o m e m i c r o l a b o r a t o r i di analisi ecologica e sociologica. Se ne a m m i r a n o le p r o d u z i o n i artistiche originali, esposte in musei che spesso le p r i v a n o di
uso e di senso. N e i fatti, l'innesto delle culture e u r o p e e attecchisce m a l e . C a m b i a
la n a t u r a dei p r o b l e m i posti dalla diversità culturale del m o n d o ;
Introduzione
4) la c u l t u r a è u n a realtà superiore che si i m p o n e ai g r u p p i e li c o n d i z i o n a , rispond o n o allora a l c u n i . Essa a p p a r e c o m e u n a specie d i s u p e r o r g a n i s m o che p l a s m a
gli individui e i g r u p p i . Q u e s t a tesi, spesso accettata d a l l ' a n t r o p o l o g i a e dalla geografia culturale a m e r i c a n e , crea t a n t i p r o b l e m i q u a n t i ne risolve. Evita i tranelli del
d e t e r m i n i s m o fisico o biologico, ma n o n spiega il c a m b i a m e n t o , le t r a s f o r m a z i o n i
e i progressi che o c c u p a n o t a n t o spazio nella vita culturale q u a n t o la p e r m a n e n z a ;
5) il m o n d o attuale si unifica e si dilania in u n o stesso m o v i m e n t o . Il progresso delle telecomunicazioni p e r m e t t e la diffusione dell'informazione, t r a m i t e l'immagine
e il s u o n o , in tutti i p u n t i del p i a n e t a . Grazie ai t r a s p o r t i rapidi e a basso c o s t o , i
processi di con-fusione tra i p o p o l i si moltiplicano, i c o n t a t t i n o n s o n o m a i stati così n u m e r o s i e gli stessi p r o d o t t i di c o n s u m o s o n o in v e n d i t a o v u n q u e . Si va verso
u n l i v e l l a m e n t o c u l t u r a l e del m o n d o ? C i ò n o n o s t a n t e , i c o m p o r t a m e n t i r e s t a n o
m o l t o diversi, e i r e n d i m e n t i tecnici ed economici disuguali. Le identità culturali rin a s c o n o o si affermano in u n ' a t m o s f e r a di passione, spesso di aggressione. La sup r e m a z i a indiscussa della c u l t u r a occidentale in m a r c i a verso un avvenire migliore
è rimessa in discussione. Altri m o d e l l i , spesso gravidi di n o s t a l g i a per il p a s s a t o ,
dell'idea del r i t o r n o a u n ' e t à dell'oro più o m e n o mitica, s e d u c o n o masse considerevoli, resuscitano vecchi a n t a g o n i s m i e c o n d u c o n o a scontri sanguinosi.
C o m e identificare u n a cultura? C o m e capire i limiti della sua estensione e le
forme che assume c o n il suo i n s e r i m e n t o nello spazio? Q u a l e n a t u r a h a n n o e q u a le i m p o r t a n z a rivestono le barriere e le frontiere culturali, e i l o r o r a p p o r t i c o n le
f r o n t i e r e p o l i t i c h e ? Lo s c o p o di q u e s t ' o p e r a è di c o n t r i b u i r e alla riflessione su
questi p r o b l e m i di s c o t t a n t e attualità.
Q u a l i s o n o i princìpi che g u i d a n o i geografi nella l o r o analisi q u a n d o c e r c a n o
di rispondere a queste d o m a n d e ?
La c u l t u r a è un t e r r e n o c o m u n e alle scienze u m a n e e ogni disciplina affronta
lo studio di q u e s t o c a m p o i m m e n s o s e c o n d o diversi p u n t i di vista. Lo s g u a r d o del
geografo n o n p u ò s e p a r a r e i g r u p p i dai territori che h a n n o o r g a n i z z a t o o nei q u a li v i v o n o : la s t r u t t u r a e l'estensione degli spazi di c o m u n i c a z i o n e , il m o d o c o n cui
i g r u p p i s u p e r a n o l'ostacolo della distanza - e a volte lo rafforzano - s o n o al cent r o della sua riflessione.
La geografia u m a n a studia la distribuzione degli u o m i n i , delle l o r o attività e
delle l o r o o p e r e sulla superficie della Terra, c e r c a n d o di spiegare il m o d o in cui i
g r u p p i si i n n e s t a n o s u l l ' a m b i e n t e , lo s f r u t t a n o e lo t r a s f o r m a n o ; il geografo a n a lizza le i n t e r a z i o n i che r e n d o n o diversi dalle a s p e t t a t i v e di t u t t i i r i s u l t a t i delle
scelte o p e r a t e ; egli rivolge la sua attenzione ai legami che gli individui intessono tra
l o r o , al m o d o , i n cui istituiscono la società, la o r g a n i z z a n o e la identificano c o n il
t e r r i t o r i o in cui v i v o n o o che v a g h e g g i a n o .
Il p e s o della c u l t u r a è decisivo in tutti questi c a m p i : in quale m o d o gli u o m i n i
p e r c e p i s c o n o e c o n c e p i s c o n o il l o r o a m b i e n t e , la società e il m o n d o ? Perché attrib u i s c o n o l o r o più o m e n o valore e conferiscono significati ai luoghi? Q u a l i s o n o
le tecniche di cui i g r u p p i si a v v a l g o n o per d o m i n a r e e r e n d e r e p r o d u t t i v o o piacevole l ' a m b i e n t e in cui vivono? C o m e h a n n o i m m a g i n a t o , messo a p u n t o , t r a s m e s so o diffuso le l o r o abilità? Q u a l i s o n o i legami che s t r u t t u r a n o gli insiemi sociali
La geografia culturale
e c o m e v e n g o n o legittimati? In quale m a n i e r a i miti, le religioni e le ideologie cont r i b u i s c o n o a d a r e un senso alla vita e al contesto in cui si svolge? Q u e s t e ricerche
m e t t o n o di volta in volta l'accento su aspetti diversi della c u l t u r a .
La cultura è mediazione tra gli uomini e la natura
Gli u o m i n i n o n s o n o mai in stretto c o n t a t t o con la n a t u r a ; vivono in un a m b i e n t e
artificiale che h a n n o creato: i vestiti e la casa p r o t e g g o n o dai rischi climatici; le strade r e n d o n o agevole la circolazione. La vegetazione n a t u r a l e è distrutta e sostituita
da foreste la cui composizione è controllata, da pascoli e praterie per nutrire gli anim a l i , d a c a m p i destinati alle c o l t i v a z i o n i . D a m o l t o t e m p o l e forze u m a n e s o n o
coadiuvate dall'energia fornita dagli animali, dal legno, dal vento e dalle acque correnti. I combustibili fossili, e oggi l ' a t o m o , servono ad azionare le m a c c h i n e e le attrezzature che accrescono la p r o d u z i o n e e a s s i c u r a n o ai gruppi un c o n t r o l l o sempre m a g g i o r e - ma m a i totale - sugli a m b i e n t i in cui vivono e su quelli che utilizzano per soddisfare le loro necessità.
D u n q u e la c u l t u r a che interessa i geografi è p r i m a di t u t t o costituita dall'insieme degli s t r u m e n t i , delle abilità e delle conoscenze con cui i g r u p p i interagiscono con ciò che li c i r c o n d a .
La cultura è un'eredità, conseguenza del gioco della comunicazione
N o n tutte le società d i s p o n g o n o dello stesso bagaglio di conoscenze e di tecniche, né
dello stesso registro di interpretazioni e motivazioni. Gli individui e i gruppi s o n o
condizionati dall'educazione ricevuta: la cultura a p p a r e quindi c o m e un'eredità. Le
modalità di trasmissione da una generazione all'altra, o da un luogo all'altro, grazie agli scambi, agli spostamenti di breve o lunga d u r a t a , d i p e n d o n o d a l l ' a m b i e n t e
e dal livello tecnico, e c o n t r i b u i s c o n o n o t e v o l m e n t e a differenziare le società.
C o m e si forma la m e m o r i a collettiva che identifica un g r u p p o ? In quale m o do l'informazione si t r a m a n d a da u n a generazione all'altra? C o m e si stabilisce la
c o m u n i c a z i o n e n o n o s t a n t e la l o n t a n a n z a e la distanza? La diversità culturale dipende essenzialmente dagli ostacoli fisici, o anche dalle realtà e dalle barriere psicologiche? I geografi specializzati nello studio delle realtà culturali si interessano ai
percorsi seguiti dalle informazioni all'interno dei gruppi e analizzano tutti gli aspetti della c o m u n i c a z i o n e .
La cultura è esperienza del presente e proiezione nel futuro
La c u l t u r a n o n è s u b i t a p a s s i v a m e n t e da c o l o r o che la r i c e v o n o in e r e d i t à : essi
reagiscono a ciò che viene offerto loro o che si tenta di i m p o r r e loro. Interiorizzano certi tratti e ne r e s p i n g o n o altri. I n v e n t a n o , d u r a n t e la loro esistenza, nuovi m o di di fare, c o l o r a n o di fresco i sogni e gli incubi, c r i t i c a n d o i valori vigenti q u a n d o
n o n c o r r i s p o n d o n o più alle loro aspirazioni p r o f o n d e .
I modelli offerti dalla cultura n o n s o n o p e r t a n t o i m m u t a b i l i . S o p r a g g i u n g o n o
innovazioni: alcune sono respinte dall'ambiente, o impiegano t e m p o a imporsi;
altre v e n g o n o subito a d o t t a t e . Le culture s o n o realtà in m o v i m e n t o . Grazie alla cult u r a , ogni individuo si proietta nel futuro e o p e r a per crearvi u n a cornice che gli si
Introduzione
T3
a d a t t i meglio di quella a t t u a l e . Il m o n d o finisce s e m p r e per somigliare alle imr-.i
gini dell'aldilà che gli u o m i n i si f a n n o ; i l o r o valori vi si r a d i c a n o , le l o r o sceizt r o v a n o legittimazione, l ' a m b i e n t e che m o d e l l a n o si u n i f o r m a così alle loro prertrenze e alle loro aspirazioni.
La cultura è per buona parte fatta di parole, si articola in discorsi
e si recita su un palcoscenico
Il m o n d o in cui v i v o n o gli u o m i n i è fatto t a n t o di p a r o l e e p r o p o s i t i q u a n t o di x.
q u a , di aria, di pietra e di fuoco. Fa p a r l a r e e p r o v v e d e alla trasmissione di vale
L'ambiente in cui le società e v o l v o n o è u n a costruzione espressa a t t r a v e r s o la p a rola: la logica che gli u o m i n i gli a t t r i b u i s c o n o deriva in p a r t e dalle regole che r e ;
g o n o la c o m p o s i z i o n e dei l o r o discorsi.
Le p r a t i c h e che m o d e l l a n o lo spazio, o quelle che si i m p i e g a n o per sfruttar,
m e s c o l a n o i n t i m a m e n t e l ' a t t o , la r a p p r e s e n t a z i o n e e la p a r o l a . R i g u a r d a n o ce r
t e m p o r a n e a m e n t e l ' a m b i e n t e m a t e r i a l e e quello sociale: si agisce per chi ossei"
per c o l o r o ai quali si r a c c o n t e r à ciò che si fa e per chi ne sentirà p a r l a r e .
La c u l t u r a è fatta di diverse r e a l t à e di segni i n v e n t a t i p e r descriverle, ave:
presa su esse e p a r l a r n e . In q u e s t o m o d o la c u l t u r a si carica di u n a d i m e n s i o n e simbolica. Ripetuti in p u b b l i c o , certi gesti a s s u m o n o n u o v i significati: si t r a s f o r m a r
in rituali e c r e a n o , in chi li c o m p i e e in chi li osserva, un s e n t i m e n t o di condivisi'; n e . Nella m i s u r a in cui il r i c o r d o delle azioni collettive si a g g r a p p a ai capricci della t o p o g r a f i a , alle opere architettoniche di valore, o a m o n u m e n t i creati per mantenere viva la m e m o r i a di tutti, lo spazio diventa t e r r i t o r i o .
La cultura è un fattore essenziale della differenziazione sociale
L'avventura c o n cui o g n u n o assorbe la cultura del g r u p p o in cui vive è fondament a l m e n t e individuale. N e s s u n o riceve il m e d e s i m o bagaglio, né lo interiorizza alle
stesso m o d o e lo usa per gli stessi scopi. La c u l t u r a è u n o dei fattori essenziali della differenziazione sociale e del r u o l o r i c o n o s c i u t o a ogni individuo.
Nelle società complesse, n o n tutti c o n d i v i d o n o la stessa eredità: esiste un m o dello accettato da molti, a volte dalla m a g g i o r a n z a , il cui prestigio è tale da imporsi
a tutti - lo si definisce d o m i n a n t e - ma che è controbilanciato da dissidenze, da cont r o c u l t u r e e da moti di rivolta.
Il paesaggio reca l'impronta della cultura e serve a questa da matrice: è oggetto
privilegiato della geografia culturale, ma la sua interpretazione è spesso ambigua
Il paesaggio reca l ' i m p r o n t a dell'attività p r o d u t t i v a degli u o m i n i e dei loro sforzi di
a d a t t a r e il m o n d o alle p r o p r i e necessità. E segnato dalle tecniche materiali che la società p a d r o n e g g i a e m o d e l l a t o per r i s p o n d e r e alle credenze religiose, alle passioni
ideologiche e ai gusti estetici dei g r u p p i . A questo titolo, costituisce un d o c u m e n t o chiave per capire le culture, spesso l'unico r i m a s t o per le società del p a s s a t o .
I b a m b i n i assimilano conoscenze, atteggiamenti e valori o s s e r v a n d o e imitando ciò che avviene i n t o r n o a l o r o ; le lezioni degli adulti s o t t o l i n e a n o i simboli di
cui i luoghi s o n o p o r t a t o r i . Il paesaggio diventa così u n a delle matrici della cultura.
La geografia culturale
I paesaggi c o s t i t u i s c o n o un oggetto di studio affascinante per chi si interessa
geografia culturale, ma la loro interpretazione n o n è m a i facile: p a r l a n o degli u o ini che li m o d e l l a n o e li a b i t a n o a t t u a l m e n t e , e di quelli che li h a n n o preceduti;
m i s c o n o informazioni sulle necessità e sulle aspettative o d i e r n e e su quelle di un
s s a t o spesso difficile da d a t a r e .
La geografia culturale è stata fondata all'inizio del XX secolo: seguendo le t a p i e l suo sviluppo, si c o m p r e n d o n o le sue sottigliezze, le difficoltà che ha inconato e il m o d o in cui le ha s u p e r a t e . L'evocazione dei progressi della riflessione ila p r i m a p a r t e - p r e p a r a l'analisi delle c o m p o n e n t i dei processi culturali. La p a r successiva è dedicata ai processi culturali e al m o d o in cui la c u l t u r a d e t e r m i n a
s t r u t t u r a spaziale delle società. Gli sviluppi della terza p a r t e e v o c a n o l ' i m p r o n deile società sull'ambiente in cui s o n o insediate e i paesaggi in cui e v o l v o n o . N o n
t r e le culture h a n n o lo stesso g r a d o di sviluppo: q u e s t o è l ' a r g o m e n t o affrontato
«"ultima p a r t e del saggio.
\
introduzione
!
15
Parte I
Genesi ed evoluzione degli
approcci culturali in geografia
La geografia culturale è nata dalla diversità dei generi
di vita e dei paesaggi (capitolo 1). Apparentemente
condannata al declino
dalla
crescente uniformazione
tecnica,
essa ritrova il suo dinamismo interessandosi
alle rappresentazioni e ai sentimenti d'identità a essi
connessi
(capitolo 2).
Capitolo 1
Nascita e primi sviluppi
La geografia è n a t a per descrivere la Terra e s o t t o l i n e a r n e le diversità. Dalla fine
del XVIII secolo, sotto l'influenza del filosofo tedesco Herder, i geografi cercano di
rispondere a u n a n u o v a d o m a n d a : in quale misura il destino dei popoli è legato al
l u o g o in cui si s o n o insediati? E q u e s t ' u l t i m o ha influenza sugli u o m i n i ? O esiste
u n ' a r m o n i a sottile tra l'ordine naturale e quello sociale?
Alla fine del X I X secolo, sotto l'effetto della rivoluzione d a r w i n i a n a che c o m pleta la trasformazione iniziata tre generazioni p r i m a , si afferma l'esigenza di prestare un'attenzione particolare alle relazioni tra gruppi u m a n i e ambiente. C o m e n o n
attribuire le differenti densità demografiche o i disuguali livelli di sviluppo all'influenza che l'ambiente esercita sugli uomini? Le relazioni società/ambiente diventano centrali per questa disciplina: negli ultimi a n n i del X I X secolo si i m p o n g o n o il
termine e la n u o v a nozione di "geografia u m a n a " .
L'ottica evoluzionista in cui si sviluppa la n u o v a disciplina focalizza l'attenzione sulle relazioni "verticali" che i gruppi i n t r a t t e n g o n o con il contesto fisico e biologico in cui v i v o n o ; queste relazioni si o p p o n g o n o a quelle che si intrecciano all'interno dei g r u p p i , o tra i g r u p p i , e che a p p a i o n o c o m e " o r i z z o n t a l i " : la circolazione n o n è ignorata, ma riceve m i n o r e attenzione dei r a p p o r t i ecologici.
Gli u o m i n i si d i s t i n g u o n o dagli a n i m a l i per la varietà di s t r u m e n t i e tecniche
che impiegano per fronteggiare le condizioni climatiche estreme e per sfruttare le risorse. Da u n a civiltà all'altra i mezzi utilizzati variano: più complessi ed efficaci qui,
più rozzi e m e n o adeguati altrove. La geografia u m a n a implica così, fin dal principio,
u n a c o m p o n e n t e culturale. Essa n o n assume esattamente la stessa fisionomia in Germ a n i a , negli Stati Uniti e in Francia, i tre paesi in cui i progressi risultano più rapidi.
> Gli inizi della geografia culturale di lingua tedesca <
Ratzel e l'introduzione della cultura come fattore-chiave della geografia umana
Friedrich Ratzel ( 1 8 4 4 - 1 9 0 4 ) c o m p i e , nel corso degli a n n i Sessanta del X I X secolo, studi di storia n a t u r a l e all'Università di Heidelberg. La zoologia, allora in pieno c a m b i a m e n t o s o t t o l ' i m p a t t o della p u b b l i c a z i o n e , nel 1 8 5 9 , di Sull'origine dei-
Nascita e primi sviluppi
le specie di D a r w i n , lo a t t r a e p a r t i c o l a r m e n t e . A quel t e m p o , in G e r m a n i a , le nuove idee s o n o diffuse e discusse da Ernst H a e c k e l , che p r o p o n e , nel 1 8 6 6 , di chiam a r e " e c o l o g i a " l'analisi delle relazioni t r a gli esseri viventi e l ' a m b i e n t e . All'inizi:
degli a n n i Settanta, Ratzel e n t r a in c o n t a t t o c o n M o r i t z Wagner, anch'egli zoologo d a r w i n i s t a ma che p o n e l'accento sul r u o l o delle migrazioni nell'evoluzione degli esseri viventi.
R a t z e l s c o p r e a l l o r a la g e o g r a f i a . C o n i a , a breve d i s t a n z a , le definizioni di
"geografia c u l t u r a l e " e di "geografia u m a n a " : i n t r o d u c e il p r i m o nel titolo di u n ' o p e r a sugli Stati U n i t i , f r u t t o d i u n l u n g o s o g g i o r n o a m e r i c a n o ( 1 8 8 0 ) ; d u e a'nn:
d o p o p r o p o n e il termine Anthropogeographie ( 1 8 8 1 - 1 8 9 1 ) per designare la parte
della geografia che r i s p o n d e alle d o m a n d e p o s t e d a l l ' e v o l u z i o n i s m o : 1) la n u o v i
disciplina descrive le aree in cui v i v o n o gli u o m i n i e ne p r o p o n e u n a rappresentazione cartografica; 2) essa cerca di stabilire le cause geografiche della distribuzione
degli u o m i n i sulla superficie della Terra; 3) essa si a d o p e r a a definire l'influenza deila n a t u r a sul c o r p o e sullo spirito degli u o m i n i ( B ù t t m a n n , 1 9 7 7 , p. 63).
I g r u p p i u m a n i d i p e n d o n o d a l l ' a m b i e n t e in cui s o n o insediati: da esso proviene la totalità o la m a g g i o r p a r t e del necessario alla loro sussistenza. C o m e tutti gì:
o r g a n i s m i viventi, gli u o m i n i n o n s m e t t o n o di spostarsi: la mobilità è un d a t o fond a m e n t a l e e un b i s o g n o irrefrenabile nella vita degli individui e delle collettività.
Gli uni e le altre d e v o n o disporre di spazio. Ratzel insiste su q u e s t o p u n t o .
Le relazioni che gli u o m i n i i n s t a u r a n o c o n il l o r o a m b i e n t e e i p r o b l e m i derivanti dalla l o r o mobilità d i p e n d o n o dalle tecniche che p a d r o n e g g i a n o . In f o n d o alla scala, Ratzel mette i Naturvòlker, coloro che s o n o a n c o r a incapaci di proteggersi
r e a l m e n t e d a l l ' a m b i e n t e , di t r a s f o r m a r l o e di d o m i n a r l o ; l ' a m b i e n t e pesa m o l t o sui
loro m o d o di vivere.
L o s p a z i o g e o g r a f i c o a m p i o , u n i f o r m e e p o c o c o n d i z i o n a t o d a f a t t o r i c u l t u r a l i (dei p o p o l i s e n z a stor i a o Naturvòlker) è il p r i m i s s i m o o g g e t t o d e l l ' A n t h r o p o g e o g r a p h i e , c h e p u ò s p i e g a r l o in m o d o m o l t o c h i a r o sulla b a s e d i r a p p o r t i s e m p l i c i (che q u e i p o p o l i i n t r a t t e n g o n o c o n l ' a m b i e n t e ) .
( R A T Z E L , 1 8 8 2 - 1 8 9 1 , V O L . 1, p. 3S
D a l l ' a l t r o c a p o della scala si t r o v a n o i Kulturvòlker: essi p r a t i c a n o u n ' a g r i c o l t u r a intelligente, da cui r i c a v a n o raccolti a b b o n d a n t i e m e n o c o n d i z i o n a t i da
rischi climatici; i t r a s p o r t i a b a s s o c o s t o p e r m e t t o n o l o r o di fare a r r i v a r e dall'es t e r n o ciò che n o n p o s s o n o p r o d u r r e sul l u o g o . Lo s t r u m e n t o essenziale di cui dis p o n g o n o questi p o p o l i per regolare il l o r o r a p p o r t o c o n lo spazio è lo Stato. Per
Ratzel, la geografia politica è indispensabile per chiarire le caratteristiche della distribuzione u m a n a a p a r t i r e da un certo livello di sviluppo.
Ratzel consacra gli a n n i O t t a n t a del X I X secolo allo studio dei f o n d a m e n t i della differenziazione della Terra: dei tre v o l u m i consacrati al Vòlkerkunde, che p u b blica t r a il 1 8 8 5 e il 1 8 8 8 , due r i g u a r d a n o i Naturvòlker, il terzo i Kulturvòlker del
Vecchio e del N u o v o M o n d o . Per lo s t u d i o della p r i m a p a r t e , egli a d o t t a un a p p r o c c i o etnografico. Negli a n n i N o v a n t a , si interessa più a p p r o f o n d i t a m e n t e ai p o poli m o d e r n i , cui c o n s a c r a la sua Politiscbe Geographie ( 1 8 9 7 ) .
20
La geografia culturale
Ratzel riconosce ai p o p o l i un a t t r i b u t o p r o p r i o della l o r o essenza, la mobilit à , e un insieme di tecniche che ne a s s i c u r a n o il c o l l e g a m e n t o c o n l ' a m b i e n t e vicino e che d i p e n d o n o dalla storia e dal livello di sviluppo. La geografia che egli concepisce riserva un p o s t o i m p o r t a n t e ai fatti di c u l t u r a , p o i c h é essa si interessa ai
sistemi impiegati per t r a r r e profitto d a l l ' a m b i e n t e e alle tecniche a d o t t a t e per semplificare gli s p o s t a m e n t i . Q u e s t a c u l t u r a è analizzata alla luce dei suoi aspetti m a teriali, c o m e insieme di artefatti utilizzati dagli u o m i n i nei l o r o r a p p o r t i con lo spazio. N o n si accenna più alle idee che ne s o n o alla base.
D ' a l t r o c a n t o , la d i m e n s i o n e quasi metafisica a t t r i b u i t a al bisogno di spostam e n t o o r i e n t a la geografia r a t z e l i a n a verso altre p r e o c c u p a z i o n i : essa p o n e l'accento sulla finitezza dello spazio, sulle barriere che ostacolano l'espansione dei gruppi, e sugli effetti della frontiera. L'idea d a r w i n i a n a di lotta per la sopravvivenza lim i t a , q u i n d i , l'interesse che Ratzel n u t r e per i fatti della c u l t u r a e conferisce alla
sua o p e r a u n a p o r t a t a essenzialmente politica.
Nella m i s u r a in cui la geografia u m a n a si m o d e l l a o v u n q u e sulla base dei p r o blemi p o s t i da Friedrich R a t z e l , la c u l t u r a d i v e n t a u n a delle sue variabili f o n d a m e n t a l i . Ma il m o d o in cui egli stesso la e s a m i n a , limita la curiosità che manifesta
nei suoi c o n f r o n t i . Alla selezione degli esseri viventi o p e r a t a d a l l ' a m b i e n t e e p o stulata da D a r w i n , Ratzel sostituisce la selezione delle società a o p e r a dello spazio: la politica p r e n d e così il s o p r a v v e n t o sul d a t o culturale.
Geografia, paesaggio e cultura: Otto Schiùter
Per la m a g g i o r p a r t e dei colleghi di R a t z e l , la geografia consisteva solo nella descrizione della superficie t e r r e s t r e . L a p r e o c c u p a z i o n e d i d a r e u n o r i e n t a m e n t o
più r i g o r o s o ai loro lavori li metteva a disagio: la scienza che a n d a v a c o s t i t u e n d o si i n t o r n o a l o r o n o n aveva c o m e finalità quella di d e s c r i v e r e , ma di spiegare il
manifestarsi di certe categorie di fenomeni. Insistendo sulle relazioni tra le società
e il l o r o a m b i e n t e , Ratzel orientava effettivamente la geografia verso l'analisi di relazioni causali, ma p e r la m a g g i o r p a r t e dei m a i t r e à penser della scienza del temp o , i r a p p o r t i u o m i n i / a m b i e n t e n o n c o s t i t u i v a n o u n o g g e t t o u n i t a r i o che potesse
giustificare l'esistenza di u n a disciplina. M o l t i geografi tedeschi e r a n o in cerca di
u n a definizione che offrisse il v a n t a g g i o di circoscrivere un oggetto preciso evitando le dispute sui confini c o n le discipline contigue.
O t t o Schiùter ( 1 8 7 2 - 1 9 5 9 ) si era specializzato, verso la fine degli a n n i N o v a n t a
del X I X secolo, nello studio degli insediamenti u m a n i : case, c a m p i , recinzioni e c o sì via. N e l 1 9 0 6 egli redige un breve o p u s c o l o in cui fa del paesaggio l'oggetto della geografia u m a n a . L'eco che questa p u b b l i c a z i o n e i n c o n t r a è notevole. Essa m a n tiene l'unità della geografia, p o i c h é un paesaggio è m o d e l l a t o t a n t o dalle forze n a turali e dalla vita q u a n t o dall'azione u m a n a ; Schiùter evita così di schierarsi nella
difficile questione del d e t e r m i n i s m o . In tedesco, in cui Landschaft significa sia p a e saggio sia r e g i o n e , la p r o p o s i z i o n e di Schiùter s e m b r a a n c o r a più interessante di
q u a n d o la si t r a d u c e in u n ' a l t r a lingua: la handschaftskun.de (scienza del paesaggio: il termine è spesso u s a t o c o m e s i n o n i m o di geografia) include l'insieme dei p r o cedimenti a d o t t a t i a quel t e m p o .
Nascita e primi sviluppi
-
La geografia u m a n a concepita da Schlùter si interessa al m o d o in cui i g r u :
u m a n i m o d e l l a n o lo spazio in cui v i v o n o (Schlùter, 1 9 5 2 - 1 9 5 8 ) . Lo studio degl: .:
s e d i a m e n t i u m a n i diventa il t e m a centrale della disciplina. Essi costituiscono :
che gli a u t o r i tedeschi spesso c h i a m a n o la Kulturlandschaft (paesaggio cultura :
equivalente di paesaggio a n t r o p i z z a t o ) .
Per R a t z e l , lo s t u d i o geografico della c u l t u r a si c o n f o n d e v a c o n quello d e .
artefatti utilizzati dagli u o m i n i per d o m i n a r e lo spazio. Per Schlùter, e per la m a .
gior p a r t e dei geografi tedeschi dei primi decenni del XX secolo, l ' i m p r o n t a che g_
u o m i n i i m p o n g o n o al paesaggio costituisce l'oggetto f o n d a m e n t a l e delle ricerche
Le conquiste della prima geografia culturale tedesca
L'interesse di O t t o Schlùter per i paesaggi a n t r o p i z z a t i proviene in b u o n a p a r t e ci
risultati o t t e n u t i in q u e s t o settore da A u g u s t M e i t z e n ( 1 8 2 2 - 1 9 1 0 ) . N e l c o r s o de
la sua lunga c a r r i e r a , M e i t z e n aveva a v u t o l ' o p p o r t u n i t à di visitare t u t t a la Germ a n i a , di osservare le f o r m e d e l l ' h a b i t a t e di s t u d i a r e le m a p p e catastali. L'ope:
p u b b l i c a t a nel 1 8 9 5 illustra la logica d e l l ' o c c u p a z i o n e del s u o l o , la s t r u t t u r a c:
terreni e i r a p p o r t i che essi i n t r a t t e n g o n o c o n il r a g g r u p p a m e n t o e la dispersion:
dell'habitat.
M e i t z e n inizialmente acquisisce la sua esperienza sul c a m p o nella G e r m a n i :
orientale; egli attribuisce agli Slavi i g r u p p i isolati di a b i t a z i o n i g r o s s o l a n a m e n i :
disposti a cerchio con c a m p i irregolari che f o r m a n o assetti rurali massicci e ai Germ a n i i villaggi accentrati nel cuore delle aree agricole suddivise perpendicolarmen::
in lunghi lotti s o t t o p o s t i ai vincoli della r o t a z i o n e collettiva. I paesaggi agrari g.
s e m b r a n o l'espressione della c u l t u r a dei g r u p p i etnici {figura 1.1).
L'interpretazione di M e i t z e n poggia su un'ipotesi etica fragile, ma ha il merit :
di sottolineare la d i m e n s i o n e culturale dei paesaggi: dietro l'organizzazione deli:
vita q u o t i d i a n a e dei c o m p i t i umili dell'agricoltura, o r m a i ciò che si cerca di leggere è il genio dei p o p o l i .
La carriera di E d u a r d H a h n ( 1 8 5 6 - 1 9 2 8 ) si colloca ai m a r g i n i della geografi:
universitaria (West, 1 9 9 0 ) . La sua curiosità lo orienta verso la zoo-geografia, pi
verso il p r o b l e m a dell'origine dell'agricoltura e verso la storia della domesticazione degli animali. I risultati che ottiene in questi c a m p i s o n o p r e s t o notevoli.
A quel t e m p o era c o m u n e m e n t e accettata l'idea che l ' u m a n i t à avesse attravers a t o , nel suo sviluppo, lo stadio della caccia e della pesca, p a s s a n d o poi per quell:
della p a s t o r i z i a n o m a d e p r i m a di a c c e d e r e a l l ' a g r i c o l t u r a e alla vita sedentaria.
E d u a r d H a h n la rifiuta. Fin dagli a n n i N o v a n t a del X I X secolo, m o s t r a la d o p p i :
origine dell'agricoltura e c o n t r a p p o n e quella c o n la z a p p a a quella che impiega l'ar a t r o (figura 1.2, p. 2 4 ) . Per q u a n t o r i g u a r d a q u e s t ' u l t i m a , il l a v o r o della terra e
la domesticazione degli animali s o n o a n d a t i di p a r i p a s s o ( H a h n , 1 8 9 2 , 1 8 9 6 a b e
1 9 1 4 ) . E d u a r d H a h n si interessa agli aspetti materiali dei fatti di c u l t u r a , agli utensili e alla l o r o espressione nel p a e s a g g i o . Tuttavia, q u a n d o cerca di r e n d e r e conte
della d o m e s t i c a z i o n e degli a n i m a l i , si spinge oltre e insiste sulle p r a t i c h e rituai
che p o r t a n o , a suo p a r e r e , a d o m a r e gli animali e in seguito a farli l a v o r a r e : la do
mesticazione è stata i m p o s t a da fattori religiosi.
I La geografia culturale
Villaggi lineari con lunghi appezzamenti
perpendicolari
H nelle zone paludose
I nelle zone forestali
Villaggi slavi disposti a cerchio
Villaggi-strade slavi in zone boschive
Limes (confine fortificato dell'Impero)
Zone di insediamento di origine romana
Confine tra Germani dell'est e dell'ovest
fig. 1.1 La distribuzione dei tipi tradizionali di terreni abitati in Europa, secondo August Meitzen
(fonte: West, 1990, p. 6).
I geografi tedeschi h a n n o così fornito, fin dai p r i m i a n n i del N o v e c e n t o , un a p p r o c c i o originale ai fatti culturali. L'influenza del d a r w i n i s m o spiega l ' a t t e n z i o n e
_ — r .lira agli s t r u m e n t i e alle tecniche impiegati per d o m i n a r e 1 luoghi, e il r u o l o
• f e v a n t e riservato all'analisi del p a e s a g g i o . Un simile a p p r o c c i o t r a s c u r a c o m p l e . ~rr_:e il p r o b l e m a dell'acquisizione delle p r a t i c h e , delle conoscenze e dei valori.
D e fatti d i trasmissione esso p r e n d e i n c o n s i d e r a z i o n e solo quelli che r i g u a r d a n o
_ i s i o n e delle tecniche, i g n o r a n d o quasi s e m p r e gli a t t e g g i a m e n t i e le creden-
Nascita e primi sviluppi
23
R g . 1-21 tipi di valorizzazione delle terre secondo Eduard Hahn (fonte: West, 1990, p. 36).
ze - fatta eccezione per H a h n . In c o m p e n s o rileva l'esistenza nel paesaggio di tratti di origine culturale fortemente s t r u t t u r a t i , e in tal m o d o costanti.
I l a v o r i di Siegfried P a s s a r g e ( 1 8 6 6 - 1 9 5 8 ) , d a p p r i m a c o n s a c r a t i esclusivam e n t e alla geomorfologia, p r e n d o n o in c o n s i d e r a z i o n e , a p a r t i r e dal 1 9 2 0 , l'insieLa geografia culturale
me di ciò che l'occhio abbraccia. L'idea che la geografia trovi la sua espressione migliore nella Landschaftskunde gli deve m o l t o (Passarge, 1 9 1 9 - 1 9 2 0 , 1 9 2 2 e 1 9 2 3 ) .
Lo studio della Landschaft, che riserva a m p i o spazio ai fattori culturali, ma s o t t o
/ a n g o l a z i o n e a b b a s t a n z a ristretta a p p e n a r i c o r d a t a , d o m i n a l a geografia tedesca
dagli anni Venti agli a n n i Sessanta del XX secolo.
> La geografia culturale americana: Cari Ortwin Sauer
e la scuola di Berkeley <
La m a g g i o r p a r t e dei geografi tedeschi si interessava, a t t r a v e r s o i p r o p r i lavori sui
paesaggi, ai r a p p o r t i t r a cultura e spazio. Negli Stati Uniti, la scuola d o m i n a n t e t r a
il 1 9 1 0 e la Seconda g u e r r a m o n d i a l e , quella del M i d d l e West, li i g n o r a v a c o m p l e t a m e n t e . Alla ricerca di rigore, essa prestava particolare attenzione alla raccolta dei
dati e alle r a p p r e s e n t a z i o n i cartografiche. La legenda delle carte topografiche a m e r i c a n e v e n i v a spesso r e d a t t a c o n d u e v o c i , n a t u r a e c u l t u r a : i n q u e s t o m o d o l a
geografia culturale si c o n f o n d e v a c o n la geografia u m a n a (Platt, 1 9 5 2 ) .
La geografia culturale s a r e b b e stata c o m p l e t a m e n t e t r a s c u r a t a se n o n ci fosse
stato C a r i O. Sauer ( 1 8 8 9 - 1 9 7 5 ) , f o n d a t o r e dell'altra scuola a m e r i c a n a , quella di
Berkeley ( H e w e s , 1 9 8 3 ; H o o s o n , 1 9 8 1 ; Kramer, 1 9 7 5 ; Leighly, 1 9 7 6 e 1 9 7 8 ; Parsons, 1 9 7 9 ) . Lo sviluppo della geografia culturale statunitense inizia così t r e n t ' a n ni d o p o i p r i m i lavori tedeschi in q u e s t o c a m p o (Spencer, 1 9 7 8 ) .
Cari 0. Sauer
Cari O. Sauer nasce in u n a piccola c o m u n i t à di i m m i g r a t i tedeschi insediatisi nel
M i s s o u r i (sulla sua vita e o p e r a , Sauer, 1 9 6 3 ) . Da b a m b i n o i suoi genitori lo m a n d a n o in collegio nella Foresta N e r a : la lingua e il pensiero tedeschi gli s o n o da allora familiari. All'Università di C h i c a g o , d o v e c o m p i e gli studi, a p p r e n d e i m e t o d i
di r i l e v a m e n t o che s o n o a quel t e m p o in voga nella geografia, e scopre le scienze
n a t u r a l i , in particolare l'ecologia del regno vegetale. D o p o aver insegnato per qualche a n n o all'Università del M i c h i g a n , Cari O. Sauer è docente all'Università della
California di Berkeley t r a il 1 9 2 2 e il 1 9 5 7 .
A Berkeley, C a r i O. S a u e r stringe amicizia c o n il collega a n t r o p o l o g o A . L .
Kroeber, che gli fa scoprire gli indiani del sud-ovest degli Stati Uniti. D ' o r a in p o i
c o n s a c r a la m a g g i o r p a r t e delle sue ricerche "sul c a m p o " alle p o p o l a z i o n i indiane
del sud-ovest degli Stati Uniti e al Messico p r e c o l o m b i a n o o coloniale. Sauer si m o stra critico nei confronti delle civiltà m o d e r n e , che giudica insensibili sul p i a n o u m a no e indifferenti alla n a t u r a .
C a r i O. Sauer conosce p e r f e t t a m e n t e gli o r i e n t a m e n t i presi dalla disciplina negli Stati Uniti e in G e r m a n i a , e cita volentieri le ricerche francesi o italiane (Sauer,
1 9 2 7 ) . N e l 1 9 2 5 dedica un articolo allo stato della geografia, e s p o n e n d o la sua concezione della disciplina: essa deve consacrarsi alla morfologia del paesaggio (Sauer,
1 9 2 5 ) . La geografia si limita a ciò che è leggibile sulla superficie della Terra.
Nascita e primi sviluppi
La f r e q u e n t a z i o n e c o n gli ecologisti ha i n s e g n a t o a Sauer che il paesaggio I
c o m p o s t o in p a r t e di m a t e r i a vivente. Gli u o m i n i a g i s c o n o su di esso costruenc
case, t r a c c i a n d o s t r a d e , d i s e g n a n d o c a m p i e c i r c o n d a n d o l i di recinzioni, e lo tras f o r m a n o s o p r a t t u t t o con la loro azione sul regno vegetale e sul m o n d o anima .
Le preoccupazioni di Sauer i n c o n t r a n o , da q u e s t o p u n t o di vista, quelle di E d u i : :
H a h n . Egli si interessa alle origini dell'agricoltura e dedica a questo a r g o m e n t o sr.
di i m p o r t a n t i (Sauer, 1 9 5 2 ) .
Sauer orienta la sua ricerca in geografia culturale su alcune questioni preci:-;
in quali m o d i i gruppi agiscono sulla vegetazione n a t u r a l e e la t r a s f o r m a n o ? U:
lizzando il fuoco, v i e t a n d o il p a s c o l o i n c o n t r o l l a t o delle greggi, a t t r a v e r s o Pince:
dio e la messa a coltura p r i m a , seguita da un r i t o r n o all'incolto e alla foresta? Quali s o n o le specie vegetali la cui r a c c o l t a c o n s e n t e un p r o f i t t o ? Q u a l i s o n o q u e l :
che le p e r s o n e coltivano? Q u a l i gli animali che cacciano e quelli che allevano? Pe:
fare geografia culturale alla m a n i e r a di C a r i O. Sauer è o p p o r t u n o avere u n a s o l
da formazione da n a t u r a l i s t a , per lo m e n o da b o t a n i c o .
C o m e i suoi c o n t e m p o r a n e i , Sauer concepisce la c u l t u r a i n n a n z i t u t t o coree
l'insieme degli s t r u m e n t i e degli artefatti che p e r m e t t e a l l ' u o m o di intervenire s__
m o n d o esterno, ma egli si spinge oltre: la c u l t u r a è c o m p o s t a a n c h e da compless.
viventi che le società h a n n o i m p a r a t o a m o b i l i t a r e per modificare l ' a m b i e n t e nat u r a l e , r e n d e r l o m e n o ostile a l l ' u o m o e p i ù p r o d u t t i v o . Q u e s t e t r a s f o r m a z i o r . .
n o n s o n o prive d i conseguenze: q u a n d o s o n o p r o d o t t e senza cautela, minacciane
l'equilibrio n a t u r a l e e p o r t a n o a catastrofi ecologiche. Per Sauer l'attitudine a gestire c o n saggezza l ' a m b i e n t e è u n o dei più i m p o r t a n t i p a r a m e t r i di giudizio delle
c u l t u r e (Sauer, 1 9 4 7 ) . Se egli n o n a m a la società a m e r i c a n a del s u o t e m p o , è i
causa della sua b r u t a l i t à verso la n a t u r a e degli sprechi che tollera e favorisce.
Tra i processi culturali, c o m e accadeva fin da Ratzel per la m a g g i o r p a r t e de:
ricercatori tedeschi, Sauer assegna il p r i m o p o s t o alla diffusione.
I lavori della scuola di Berkeley e il loro significato
I lavori della scuola di Sauer v e r t o n o s o p r a t t u t t o sui g r u p p i etnici del m o n d o amer i c a n o , o sulle g r a n d i civiltà tradizionali. Il segno che i g r u p p i u m a n i i m p r i m o n o al
paesaggio spesso p e r m a n e a l u n g o d o p o che essi s o n o s c o m p a r s i o che h a n n o m o dificato t o t a l m e n t e i l o r o m e t o d i di valorizzazione. La scuola di Berkeley p u ò , di
conseguenza, ricostituire ciò che era l'America alla vigilia della sua scoperta: le azioni delle p o p o l a z i o n i p r e c o l o m b i a n e v o l g o n o al rialzo (Denevan, 1 9 7 7 ) .
La geografia culturale, così c o m e la definisce Sauer, non è fatta per le società
m o d e r n e . I suoi allievi che si interessano all'America Settentrionale, c o m e Fred B.
Kniffen ( 1 9 6 5 ) , si o c c u p a n o della diversità d e l l ' h a b i t a t e delle p r a t i c h e agricole
dei primi coloni.
I ricercatori della scuola di Berkeley p r e n d o n o in considerazione solo due aspetti delle società industrializzate: il m o d o in cui esse d i s t r u g g o n o l ' a m b i e n t e naturale nel quale si s o n o sviluppate, e il c o r r e d o di piante e di animali non a u t o c t o n i di
cui si c i r c o n d a n o . A n d r e w Clark (1949) scrive così la storia a p p a s s i o n a n t e della distruzione della m a g g i o r p a r t e degli ecosistemi nell'Isola del Sud della N u o v a Z e -
I La geografia culturale
Landa, e l ' i n v a s i o n e delle p i a n t e e degli a n i m a l i che i c o l o n i h a n n o p o r t a t o d a l l ' E u r o p a , dagli Stati Uniti o dall'Australia. I p a r c h i e i giardini che f a n n o il fascino
della Costa Azzurra s o n o p o p o l a t i da cactacee di origine messicana, da m i m o s e australiane, da pini californiani, da gerani e p e l a r g o n i i m p o r t a t i dall'Africa del sud,
da a g r u m i originari della Cina m e r i d i o n a l e e così via (Gade, 1 9 7 6 ) .
Dagli a n n i T r e n t a del XX secolo, in Sauer e nei suoi allievi è viva u n ' i n q u i e t u dine ecologica già m o l t o m o d e r n a . E senza d u b b i o per tali m o t i v i che gli orientamenti dati alla geografia culturale dalla scuola di Berkeley r e s t a n o i più attuali.
> La dimensione culturale della geografia umana francese:
modi di vita e paesaggi <
D a m o l t o t e m p o l a geografia o c c u p a u n p o s t o i m p o r t a n t e nella scienza francese,
ma la m o d e r n i z z a z i o n e verificatasi alla fine del X I X secolo deve m o l t o alle t r a sformazioni p r o d o t t e in G e r m a n i a . I geografi francesi p r e n d o n o allora volentieri
c o m e modelli A l e x a n d e r von H u m b o l d t , C a r i Ritter o Friedrich Ratzel: è il caso
di Paul Vidal de la Blachc (Sanguin, 1 9 9 3 ) .
Vidal de la Blache e l'analisi dei modi di vita
Vidal de la Blache ( 1 8 4 5 - 1 9 1 8 ) p a r t e dalla concezione della geografia u m a n a p r o posta da Ratzel, s t u d i a n d o c o m e l ' a m b i e n t e influenzi le società u m a n e . Nella sua
analisi, anch'egli si interessa all'insieme delle tecniche e degli utensili che gli u o m i ni i m p i e g a n o per t r a s f o r m a r e l ' a m b i e n t e in cui v i v o n o , r e n d e r l o più c o n f o r m e ai
loro bisogni e sfruttarlo: egli sottolinea t u t t o ciò che le collezioni di m a n u f a t t i acc u m u l a t e nei m u s e i etnografici a p p o r t a n o alla c o m p r e n s i o n e dei r a p p o r t i tra gli
u o m i n i e il loro a m b i e n t e .
Per Vidal de la Blache, c o m e per gli studiosi tedeschi o americani, la cultura di
pertinenza dei geografi è quella colta attraverso gli strumenti che le società utilizzano e attraverso i paesaggi che m o d e l l a n o . Per lui, tuttavia, questi elementi acquisiscono senso solo se li si coglie c o m e c o m p o n e n t i dei m o d i di vita (Claval, 1 9 8 7 ) .
Q u e s t a nozione p e r m e t t e di gettare u n o s g u a r d o sintetico sulle tecniche, gli utensili
e i m o d i di abitare delle diverse civiltà: essa li ricolloca nel contesto dell'avvicendam e n t o dei lavori e dei giorni (figura 1.3, pagina seguente), s o t t o l i n e a n d o così c o m e
si intreccino abitudini, c o m p o r t a m e n t i e paesaggi. L'analisi dei m o d i di vita m o s t r a
come l'elaborazione dei paesaggi rifletta l'organizzazione sociale del lavoro.
Il c a l e n d a r i o e s a m i n a t o rivela, t r a le stagioni in cui il t e m p o è c o m p l e t a m e n t e
dedicato al l a v o r o , p e r i o d i in cui t r o v a n o spazio lo svago, in cui le p e r s o n e si spos t a n o , v a n n o a fare visita a familiari o ad amici. In q u e s t o m o d o , d a l l ' a s p e t t o tecnico si passa a temi sociali.
I c o m p i t i che si è spinti a svolgere per g u a d a g n a r s i da vivere s o n o m o l t o diversi: alcuni s o n o duri, impegnativi o s p o r c a n o ; altri s o n o più gratificanti. Le persone a p p r e z z a n o in m o d o diverso le c o m p o n e n t i del tipo di vita che c o n d u c o n o , e
Nascita e primi sviluppi I
I d u e periodi di principale attività
del pastore di villaggio
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A
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Fig.1.3 I grandi ritmi climatici stagionali e i ritmi di vita degli abitanti e delle greggi a Saint-Véranen-Queyras, a 2 0 5 0 metri slm (fonte: Brunhes-Delamarre, 1968, p. 1474).
L'andamento sottolinea l'influenza delle condizioni climatiche limitative sulla cultura delle società
montanare.
lo p a r a g o n a n o a quello dei g r u p p i vicini che a p p a r e , s e c o n d o i casi, più pesa
più umiliante o p i ù a p p a g a n t e . I m o d i di vita si c a r i c a n o di valori.
Per Vidal de la Blache e i suoi allievi, così c o m e per Ratzel e i geografi tede
la cultura è ciò che si i n t e r p o n e t r a l ' u o m o e l ' a m b i e n t e e u m a n i z z a i paesaggi
è a n c h e u n a s t r u t t u r a , generalmente stabile, di c o m p o r t a m e n t i che v a n n o des
e spiegati. Vidal lo fa in u n ' o t t i c a n e o l a m a r k i a n a , m o l t o sensibile al r u o l o delle
t u d i n i . La logica ecologica dell'agricoltura e dell'allevamento fornisce u n a spi
zione funzionale alla m a g g i o r p a r t e dei t r a t t i così palesati. Lo s t u d i o della d
sione delle tecniche permette di c o m p r e n d e r e gli strumenti a disposizione di eia
g r u p p o . Ma il m o d o di vita ha le p r o p r i e d i m e n s i o n i sociali e ideologiche, le
indissolubilmente all'aspetto ecologico.
N e i primi anni del XX secolo, l'accento è naturalistico, ma le ricerche sul
po p o r t a n o a considerare le altre dimensioni dei m o d i di vita. Di conseguenza
tenzione prestata a questi ultimi introduce nella geografia u m a n a francese una
ca che la spinge a integrare aspetti sempre più vari e sistemi di c o m p o r t a m e n t o ,
turalista per origini e giustificazioni, essa devia verso posizioni più umanistiche
La geografia culturale
Jean Brunhes, i paesaggi e l'analisi degli artefatti
"rari Brunhes ( 1 8 6 9 - 1 9 3 0 ) è u n o dei primi allievi di Vidal de la Blache e si è sempre appellato alla t r a d i z i o n e vidaliana. La geografia che p r a t i c a differisce t u t t a v i a
molto da quella sviluppata dagli altri vidaliani.
Le esigenze m e t o d o l o g i c h e dichiarate da J e a n Brunhes lo a l l o n t a n a n o in p a r re dai fatti culturali. N e l 1 9 0 9 p u b b l i c a La Géographie humaine, p r i m a o p e r a di
sintesi sulla disciplina. L ' a p p r o c c i o che r a c c o m a n d a vuole essere m o l t o p o s i t i v o :
i m p e r n i a n d o l o sul p a e s a g g i o , pensa di d a r e t u t t e le garanzie in q u e s t o c a m p o . In
questo senso, J e a n Brunhes è più vicino alla geografia culturale tedesca che agli alni geografi francesi.
C o m e viene p r e s e n t a t a in La Géographie humaine, la disciplina ha c o m e missione l'analisi dei processi di o c c u p a z i o n e del s u o l o , i n d i p e n d e n t e m e n t e dal fatto
che sia p r o d u t t i v a o distruttiva. La p a r t e riservata alla c u l t u r a è m i n i m a : si t r o v a
nei paragrafi c o n s a c r a t i alla descrizione dei generi di vita, e n e l l ' u l t i m o c a p i t o l o ,
q u a n d o balena un livello superiore dell'indagine geografica. J e a n Brunhes lo definisce "geografia della s t o r i a " , e sottolinea gli stretti r a p p o r t i c o n l'etnografia.
C'è p e r ò un altro J e a n Brunhes: cattolico di sinistra, sensibile alle sofferenze e
alle gioie degli u o m i n i , alla l o r o situazione, alle l o r o prospettive di vita e che attribuisce un peso rilevante a ciò che si p u ò individuare nel paesaggio. La sua curiosità, p e r ò , n o n si ferma qui, ma lo p o r t a ad attribuire a l t r e t t a n t o p e s o , in ciò che vede, agli elementi funzionalmente legati allo s f r u t t a m e n t o d e l l ' a m b i e n t e , e ad altri
il cui valore è p i u t t o s t o simbolico. J e a n Brunhes c o n s a c r a la sua tesi alla Irrigation.
Ses conditions géographiques, ses modes et son organisation ( 1 9 0 4 ) . Studia l'irrigazione nei paesi del M e d i t e r r a n e o occidentale (per lo più Penisola iberica e Algeria), p r o p o n e n d o s i di analizzare il sistema degli impianti tecnici e dei dispositivi giuridici che p e r m e t t e a certi g r u p p i di conquistarsi le a c q u e , di distribuirle e di ricavarne un notevole profitto: q u e s t o è già u n o studio di geografia culturale.
Dal 1 8 9 6 al 1 9 1 2 , Jean Brunhes insegna all'Università di Friburgo. Lì segue da
vicino le pubblicazioni dei geografi tedeschi e familiarizza con i lavori di etnografia
locale e con le ricerche degli studiosi del folklore svizzeri . A questi contatti Brunhes
deve il gusto per le indagini minuziose, c o n t r i b u e n d o così a codificare l'analisi dei generi di vita con l'istituzione di calendari rigorosi di spostamenti e attività, secondo il
modello che elabora per la valle d'Anniviers (figura 1.3); egli i m p a r a anche q u a n t o
si p u ò ricavare da studi dell'habitat che registrano la diversità dei materiali impiegati, le forme dei particolari, l'ornamentazione o le tecniche di costruzione.
N e l 1 9 1 2 , J e a n B r u n h e s è i n c a r i c a t o da Albert K a h n di o r g a n i z z a r e gli " A r chivi del P i a n e t a " , u n a collezione di lastre a u t o c r o m e che deve fissare l ' i m m a g i n e
d i u n m o n d o i n r a p i d o c a m b i a m e n t o ( A A . W , 1 9 9 3 ) . Eccolo libero d i concedere
più attenzione agli aspetti della geografia che fino ad allora aveva affrontato solo
episodicamente. La p a r t e che riserva alle considerazioni culturali nella Géographie
humaine de la France ( 1 9 2 0 - 1 9 2 6 ) e nella Géographie de l'histoire (1921) è imp o r t a n t e : attenzione alle realtà etniche, e l o r o critica, i n v e n t a r i o delle forme dell'habitat, e così via. Tra i collaboratori di cui si avvale nei suoi lavori, ben presto Pierre Deffontaines si afferma c o m e il g r a n d e specialista dei p r o b l e m i culturali.
1
Nascita e primi sviluppi
Pierre Deffontaines e la collana Gallimard di geografia umana
La carriera di Pierre Deffontaines ( 1 8 9 4 - 1 9 7 8 ) è t a n t o atipica nella geogra::
cese q u a n t o quella di J e a n B r u n h e s . A p p a r t i e n e a l l ' a m b i e n t e c a t t o l i c o ; u n : ~
f o r m a z i o n e c o n g e n i t a l o priva d i u n a m a n o , cosicché viene r i f o r m a t o d u r a
P r i m a guerra m o n d i a l e , ma questa infermità n o n gli impedisce di diventare .
voloso disegnatore di paesaggi. Fin dall'inizio degli anni Venti del N o v e c e n :
fontaines c o m p i e rilievi p e r J e a n B r u n h e s m e n t r e p r e p a r a un d o t t o r a t o che >:•
ne nel 1 9 3 2 : Les Hommes et leurs travaux dans les pays de la Moyenne-G.r
II t i t o l o indica c h i a r a m e n t e la c e n t r a l i t à della p r o b l e m a t i c a dei m o d i di v::
m a p p a dei tetti in Francia (si veda la figura 9.8), che redige per la Géograp
la France di Brunhes, m o s t r a c o m e egli sia vicino anche alle ricerche degli etr. :
e dei folkloristi.
-
N e l 1 9 3 2 , G a l l i m a r d affida a Deffontaines la direzione di u n a n u o v a c:
di geografia u m a n a . Le opere che seleziona s o n o svariate. Alcune t r a t t a n o di ;
ti generali della disciplina (per e s e m p i o , Géographie des villes, di Pierre Lave
1 9 3 7 ; Géographie des frontières di J a c q u e s A n c e l , 1 9 3 8 ) . A l t r e s o n o incer.r
sui m o d i di vita [La Mediterranée. Les hommes et leurs travaux di Charles F;
1 9 3 6 , e così via). Certi titoli s e g u o n o u n a stessa f o r m u l a : " L ' u o m o e . . . " (e [
questi che h a n n o assicurato alla collezione il s u o successo p o p o l a r e ) . I temi e:.-.
f r o n t a n o s o n o vari: l ' u o m o di fronte a certi a m b i e n t i (L'Homme et la forèt di ?
re D e f f o n t a i n e s , 1 9 3 4 ) , a certi l u o g h i (L'Homme et le Sahara di H e n r y - P a u .
d o u x ) o a specifiche condizioni a m b i e n t a l i proibitive [L'Homme et l'hiver a:.
nada di Pierre Deffontaines, 1 9 5 7 ) .
La collana i n t r o d u c e in Francia temi che fino a quel t e m p o e r a n o stati tr_
ti più dai tedeschi o dagli americani: L'Homme et les plantes cultivées di A.G. ~d r i c o u r t e G. H é d i n , 1 9 4 3 ; L'homme et la charrue à travers le monde di I
H a u d r i c o u r t e Marielle J e a n - B r u n h e s D e l a m a r r e , 1 9 5 5 .
I geografi francesi e le strutture agrarie
A u g u s t M e i t z e n aveva p r e c o c e m e n t e o r i e n t a t o la geografia tedesca verso P a n
dei t e r r i t o r i e degli i n s e d i a m e n t i r u r a l i , e aveva s o t t o l i n e a t o la c o e r e n z a di :
s t r u t t u r e agrarie. I lavori di M e i t z e n n o n e r a n o passati inosservati in Francia
Foville li cita nella g r a n d e inchiesta sull'habitat che dirige e p u b b l i c a t r a il 1S
il 1 8 9 8 ) , ma i geografi n o n a v e v a n o p r e s o coscienza del legame esistente tra le
me d e l l ' h a b i t a t e i tipi di t e r r e n o . Albert D e m a n g e o n (1920) aveva sistematiz:
su basi funzionali, l'analisi delle fattorie, delle case e dei fabbricati delle imp
agricole, senza collegarle alla disposizione dei c a m p i circostanti.
In Francia il c a m b i a m e n t o avviene all'inizio degli a n n i T r e n t a del Novece
grazie allo storico M a r c Bloch, allievo di Vidal de la Blache, che ha scoperto
vori tedeschi sulle s t r u t t u r e agrarie d u r a n t e il suo s o g g i o r n o a Lipsia nel 190r
sua o p e r a su Les Garactères originaux de l'histoire rurale francaise (1931) ce
sce le tipologie dei paesaggi agrari francesi, tenta di spiegarne la genesi attrae
la ricostruzione della storia del m o n d o r u r a l e francese, in p a r t i c o l a r e nel M e c
v o . S e g u o n o altri lavori ( R o u p n e l , 1 9 3 2 ; D i o n , 1 9 3 4 ) .
;
La geografia culturale
> Gli sforzi di approfondimento <
[ lavori di geografia c u l t u r a l e si m o l t i p l i c a n o in t u t t i i paesi nel c o r s o degli a n n i
Trenta, Q u a r a n t a e C i n q u a n t a del N o v e c e n t o . A p r o n o n u o v e piste, ma senza che
l'ispirazione iniziale sia messa in discussione.
Cultura e tecniche di inquadramento
Pierre G o u r o u (1902-2001) applica, negli anni Trenta, i procedimenti della scuola vii a l i a n a al delta del Fiume Rosso, nel Tonchino ( G o u r o u , 1936). Descrive i m o d i di
Tira e sottolinea il ruolo del riso e delle tecniche a esso connesse, nella vita dei conladini vietnamiti. Ma il successo di un sistema che permette la concentrazione di alte densità di popolazione in un ambiente ostile ha altre cause. Pierre G o u r o u è affascinato dalla perfezione dell'organizzazione sociale dei villaggi del delta. Le discipline indispensabili al controllo dell'acqua s o n o garantite su scala locale da istituzioni
efficaci: innanzi t u t t o la famiglia, poi la c o m u n i t à nel suo complesso.
Simili osservazioni s o n o i m p o r t a n t i , p e r c h é m o d i f i c a n o il senso e la p o r t a t a
nell'analisi dei m o d i di vita: questi ultimi n o n t r a d u c o n o solo lo sforzo di a d a t t a mento dei gruppi agli a m b i e n t i locali, ma p o g g i a n o anche su forme specifiche di relazione t r a gli individui e t r a le cellule elementari. La c u l t u r a cessa di essere a n a lizzata semplicemente in termini di relazioni u o m i n i / a m b i e n t i . Essa diventa u n a variabile i n d i p e n d e n t e , i m p o n e a c o l o r o che ne s o n o custodi la ricerca di certe soluzioni p i u t t o s t o che altre e t r a s c e n d e i limiti degli a m b i e n t i n a t u r a l i . Pierre G o u r o u
lavora, a p a r t i r e dalla Seconda g u e r r a m o n d i a l e , nel m o n d o africano. Le carte di
densità vi rivelano contrasti s o r p r e n d e n t i . La c o n c e n t r a z i o n e u m a n a in certi luoghi
p i u t t o s t o che in altri n o n riflette le a t t i t u d i n i n a t u r a l i dei l u o g h i : e s p r i m e la dis_zuale c a p a c i t à di o r g a n i z z a z i o n e dei g r u p p i . Pierre G o u r o u a r r i v a a p a r l a r e di
determinismo della c u l t u r a : i t e r m i n i classici dell'interpretazione geografica s o n o
capovolti ( G o u r o u , 1 9 4 9 e 1 9 7 0 ) .
I geografi s o n o p o r t a t i , in p a r t i c o l a r e in Africa, a i s p i r a r s i alle t e c n i c h e di
inalisi messe in o p e r a dagli etnografi, con i quali spesso c o o p e r a n o sul c a m p o [figura 1.4, p a g i n a seguente). I lavori che p u b b l i c a n o g u a d a g n a n o , grazie a queste
sinergie, u n a consistenza e u n a p r o f o n d i t à a cui d e v o n o il l o r o fascino (Pélissier,
1966; Gallais, 1 9 6 7 , 1 9 8 4 e 1 9 8 9 ; Pourtier, 1 9 8 9 ) . N e l l ' a m m i r e v o l e q u a d r o dell'Africa che redige nel 1 9 7 0 , l ' a n t r o p o l o g o belga J a c q u e s M a q u e t analizza la m e c canica delle reti di relazione e di p o t e r e . Le ricerche sulle tecniche di i n q u a d r a m e n t o
: ralle l o r o radici culturali si p r e c i s a n o nel corso di quegli a n n i ( G o u r o u , 1 9 7 3 ) .
La genesi dei paesaggi agrari
La p e r m a n e n z a , spesso r i m a r c h e v o l e , di certi tratti del p a e s a g g i o , in p a r t i c o l a r e in
ipmbito r u r a l e , era stata a m m e s s a fin dalla fine del X I X secolo. Di qui a i m m a g i narli c o s t a n t i , al di s o p r a della storia, per così dire, p e r lunghissimi p e r i o d i , n o n
. era che un p a s s o che m o l t i a v e v a n o fatto sulla scia di M e i t z e n . Le interpretazioni più p r u d e n t i di M a r c Bloch n o n si e r a n o a n c o r a i m p o s t e .
Nascita e primi sviluppi
31
N e l 1 9 4 6 , R o g e r D i o n sottolinea il r u o l o della storia nella spiegazione
h a b i t a t r u r a l e della p i a n u r a p a r i g i n a . Anneliese K r e n z l i n m o s t r a , alla fine
a n n i Q u a r a n t a , che l ' o r g a n i z z a z i o n e degli openfield era p e r f e t t a m e n t e da:
(Krenzlin, 1 9 6 1 ) . Ha inizio in G e r m a n i a , a p a r t i r e dall'VIII o dal IX secc\
p o ' più tardi in Francia. I bocage si e s t e n d o n o e si s t r u t t u r a n o , nell'ovest della .
eia, a partire dal R i n a s c i m e n t o , c o m e il d o t t o r M e r l e (1958) m o s t r a in Vane
il m o v i m e n t o t e r m i n a in Bretagna solo in p i e n o X I X secolo.
Succede, in certi m o m e n t i , che u n a società p o r t i s o l u z i o n i specifiche, r
altri casi, i limiti dei t r a t t i culturali s o n o indifferenti alle frontiere dei grupr
guistici e storici. La c u l t u r a è p i ù c o m p l e s s a di q u a n t o si i m m a g i n a s s e : vari
t e m p o , e alcune sue manifestazioni differiscono a l l ' i n t e r n o di z o n e che si sar
p o r t a t i a p e r c e p i r e c o m e o m o g e n e e p e r c h é c o l o r o che le a b i t a n o s e n t o n o c
partenere a u n a stessa c o m u n i t à .
L'attenzione alle rappresentazioni
All'inizio del secolo, il p a r t i t o positivista a l l o n t a n a v a i geografi dalle rappres
zioni, a n c h e q u a n d o vi p r e s t a v a n o p e r s o n a l m e n t e u n a g r a n d e a t t e n z i o n e a i
delle l o r o convinzioni filosofiche o della loro fede. Tuttavia era difficile igne
segni visibili dei c o m p o r t a m e n t i religiosi: in paesi cristiani, il paesaggio era c
lato di chiese, di calvari, di croci e così via.
I geografi c h e si p r e o c c u p a n o delle r e a l t à c u l t u r a l i p r e s t a n o u n ' a t t e n :
crescente ai fatti religiosi, ma esitano a t r a t t a r e della l o r o influenza sui comp
m e n t i e sulle scale di preferenza che essi c o s t r u i s c o n o . Deffontaines esamina
fatti religiosi dall'esterno (Deffontaines, 1 9 4 8 ) . N o n rivolge m a i la p r o p r i a a
zione alla fede e ai d o g m i , né al senso che essi d a n n o al c o s m o , alla n a t u r a , al
t a , alla società e alla m o r t e , e n e p p u r e a l l ' a n s i a esistenziale cui c e r c a n o di
La geografia culturale
crr_ì risposta. Negli anni successivi si a b b o z z a un'evoluzione. Xavier de Planhol parte dalla gerarchia dei m o d i di vita istituita dal Corano q u a n d o esplora i f o n d a m e n t i
religiosi della geografia del m o n d o islamico ( 1 9 5 7 e 1 9 6 8 ) . E o p p o r t u n o vivere in
città per a d e m p i e r e p i e n a m e n t e all'obbligo di p r e g a r e in p u b b l i c o cinque volte al
p o r n o , e in p a r t i c o l a r e il venerdì. Q u a l c h e a n n o d o p o , D a v i d Sopher (1967) basandosi sui risultati della sociologia e della storia religiosa si p r o p o n e di definire i
sistemi religiosi e la loro base geografica. Interessandosi ai fatti dell'organizzazione religiosa, è un i n n o v a t o r e .
Q u i come in altri campi, i geografi i m p a r a n o a interessarsi alle realtà sociali spiei a t e dalla cultura, ma esitano a interrogare la logica dei c o m p o r t a m e n t i , al di fuori
di casi semplici di valorizzazione di certi generi di vita o di proibizioni alimentari.
> Conclusione <
Fin dalla sua nascita la geografia u m a n a riserva un p o s t o i m p o r t a n t e alle realtà culm r a l i , ma le coglie in u n ' o t t i c a riduttiva: l'accento è messo sulle tecniche, gli utensili, e le t r a s f o r m a z i o n i del p a e s a g g i o . Il solo a s p e t t o della trasmissione delle culture che venga affrontato è quello della diffusione.
Da un paese a l l ' a l t r o , gli o r i e n t a m e n t i s o n o diversi. I tedeschi s o n o i p r i m i a
localizzare la l o r o a t t e n z i o n e su utensili, tecniche e paesaggi. A t t r a v e r s o l'analisi
della m o r f o l o g i a del p a e s a g g i o , m o s t r a n o c o m e s t r u t t u r e n o t e v o l i li caratterizzin o . Gli a m e r i c a n i d e v o n o a S a u e r il m e r i t o di avere e v i d e n z i a t o l ' i m p a t t o delle
culture sulla c o m p o n e n t e vivente, vegetale e a n i m a l e , dei paesaggi. I francesi concepiscono, con la n o z i o n e di m o d o di vita, u n o s t r u m e n t o flessibile che evita l o r o
di mettere t r a parentesi le relazioni t r a l ' u o m o e il p a e s a g g i o . Perciò preferiscono
prendere in c o n s i d e r a z i o n e le c o m p o n e n t i sociali e ideologiche della c u l t u r a , m o strandosi sensibili, grazie a J e a n Brunhes e a Pierre Deffontaines, agli i n s e g n a m e n n dell'etnografia e degli studi folkloristici.
L'entusiasmo per le s t r u t t u r e agrarie in ogni caso avvicina, a partire dagli a n ni T r e n t a , i lavori francesi e tedeschi, e fa p a s s a r e in s e c o n d o p i a n o , p e r lo m e n o
:n E u r o p a , gli altri aspetti della cultura.
> Nota <
1. Alla fine del X I X s e c o l o , gli e t n o g r a f i l a v o r a n o o l t r e m a r e , c o s i c c h é l ' e t n o g r a f i a e u r o p e a è s t u d i a t a
s o p r a t t u t t o d a g l i specialisti del f o l k l o r e .
Nascita e primi sviluppi
Capitolo 2
Crisi e rinnovamento
le d o m a n d e r i g u a r d a n t i i fatti culturali che i geografi si p o n e v a n o all'inizio del XX
secolo e r a n o così circoscritte da c o n d a n n a r l i a u n a visione superficiale dei p r o b l e mi. C o s t o r o t e n d e v a n o , c o m e ha sottolineato J a m e s D u c a n (1980), a fare della culr^ra u n a realtà di n a t u r a s u p e r i o r e , che s ' i m p o n e v a agli u o m i n i : di c o n s e g u e n z a
. i n o r a v a n o i p r o b l e m i posti dalla trasmissione del sapere e la diversità delle forme che essa riveste a l l ' i n t e r n o di u n a stessa società s e c o n d o i luoghi e i livelli s o d a l i ; t r a s c u r a v a n o gli aspetti n o r m a t i v i della civiltà.
Di c o n s e g u e n z a ci si i m p e g n a v a in un a p p r o f o n d i m e n t o che n o n m e t t e v a in
discussione le scelte maggiori a d o t t a t e all'inizio del secolo, ma arricchiva l'analisi
dei fatti di c u l t u r a (Mikesell, 1 9 7 8 ; Foote, 1 9 9 3 ) .
> Crisi e declino della geografia culturale <
I lavori di geografia c u l t u r a l e c o n d o t t i negli a n n i Sessanta o S e t t a n t a del N o v e c e n t o , sulla scia di quelli realizzati fin dall'inizio del secolo n o n m a n c a n o di interesse (per un q u a d r o della geografia culturale alle soglie di q u e s t o p e r i o d o , R o s t kind, 1 9 5 5 ; W a g n e r e Mikesell, 1 9 6 2 ) . Le ricerche che i geografi francesi consai r a n o alle società africane, m a l g a s c e od o c e a n i c h e s o n o a p p a s s i o n a n t i . In occasione del cinquecentesimo a n n i v e r s a r i o della scoperta dell'America, gli Annals of
zhe Association of American Geographers d e d i c a n o un n u m e r o speciale (1992)
all'"America p r i m a e d o p o il 1 4 9 2 " , che si inscrive nella p u r a t r a d i z i o n e saueriana: la distribuzione delle p o p o l a z i o n i a m e r i n d i e e i paesaggi che a v e v a n o m o d e l iato a n t e r i o r m e n t e ai p r i m i c o n t a t t i s o n o finalmente n o t i .
M o l t i geografi e s i t a n o a p r o s e g u i r e l a v o r i la cui i s p i r a z i o n e s e m b r a v a l o r o
s u p e r a t a . A l l o r a s u b e n t r a r o n o altri specialisti: in F r a n c i a , l ' e v o l u z i o n e dei p a e saggi e del l o r o m o d e l l a m e n t o a o p e r a della c u l t u r a è s e m p r e p i ù d e s s c r i t t a da
storici ( T r o c h e t , 1 9 9 3 ) . O g g i gli a n t r o p o l o g i a m e r i c a n i a m a n o a n a l i z z a r e c o n
precisione, c o m e faceva Sauer, i r a p p o r t i t r a i g r u p p i e l ' a m b i e n t e . L'ecologia è resa più m o d e r n a : essa riserva a m p i o spazio ai bilanci energetici. Tuttavia la loro a m bizione è m o l t o vicina a quella della scuola di Berkeley (Vayda, 1969). N e l 1 9 8 6 ,
Crisi e rinnovamento
A.W. C r o s b y dedica un saggio all'imperialismo ecologico e all'espansione biolce
ca d e l l ' E u r o p a : p u r n o n essendo un geografo, q u e s t o s t u d i o s o si inscrive nella r .
p u r a tradizione saueriana.
La fecondità di alcune ricerche ispirate dai lavori dell'inizio del secolo n o n ~ :
ve n a s c o n d e r e la disaffezione che questi i n c o n t r a n o t r a i geografi.
L'uniformazione del mondo
N e i primi decenni del XX secolo, i geografi che si interessavano ai fatti di cultui.
si d e d i c a v a n o essenzialmente alla diversità delle piccole cellule di g r u p p i etnie
delle c a m p a g n e del m o n d o t r a d i z i o n a l e . Il p r o g r e s s o tecnico, la facilità delle c
m u n i c a z i o n i e la t r a s f o r m a z i o n e industriale della fabbricazione di attrezzi cane:
l a n o r a p i d a m e n t e questi tratti.
L'inquietudine che suscitava l'uniformazione del m o n d o era già viva nei ge
grafi dell'inizio del XX secolo. Tuttavia, fino alla Seconda guerra m o n d i a l e , le cara-1
p a g n e m a n t e n e v a n o u n a forte specificità: da u n a p a r t e si c o n t i n u a v a n o a usare a::
tri, semplici o complessi, e ad aggiogare, secondo i luoghi, asini, cavalli, muli, bia
bufali o cammelli.
La c o m p a r s a del t r a t t o r e accelera le t r a s f o r m a z i o n i : il m o t o r e a scoppio e l'e-l
lettricità assicurano o v u n q u e l'accesso a forme c o n c e n t r a t e di energia, il che c o p o r t a u n a brutale razionalizzazione del lavoro. Gli attacchi per bestie da tiro scora- !
p a i o n o e le m a c c h i n e si a m m a s s a n o s e m p r e p i ù al r i p a r o s o t t o i c a p a n n o n i o a
l'aperto.
L'interesse dei geografi per i fatti di c u l t u r a si c o n c e n t r a v a sull'insieme dea
utensili e degli e q u i p a g g i a m e n t i utilizzati dagli u o m i n i per sfruttare l'ambiente
o r g a n i z z a r e il l o r o h a b i t a t . La meccanizzazione e la m o d e r n i z z a z i o n e d a n n o va
a un arsenale di macchine e di tipi di costruzione t a l m e n t e standardizzati che il sog-l
getto p e r d e interesse. La geografia culturale è in declino p e r c h é i fatti della c u r e rà tecnica n o n spiegano più la diversità delle distribuzioni u m a n e .
L'inadattabilità del modo di vita all'analisi degli ambienti urbanizzati
e industrializzati
Lo s t r u m e n t o che d a v a p r o f o n d i t à ai lavori francesi ispirati al m o d e l l o vidaliar.
l'analisi dei m o d i di vita, si rivela i n a d a t t o al m o n d o u r b a n o e industrializzato.
Le società tradizionali e r a n o o m o g e n e e a livello professionale: oltre l'80 pe
c e n t o della p o p o l a z i o n e si c o n c e n t r a v a nel m o n d o r u r a l e . I vincoli i m p o s t i da
l'ambiente e dalle s t r u t t u r e fondiarie e r a n o g e n e r a l m e n t e così forti che in u n a cem u n i t a si d i s p o n e v a di un u n i c o m o d o di p r o d u r r e il n e c e s s a r i o p e r vivere. Pe
c o m p r e n d e r n e i p r o b l e m i , bastava descrivere l ' a n d a m e n t o dei lavori e dei giorni a
u n a delle sue unità elementari, la fattoria o l'allevamento a c o n d u z i o n e familiare
La m o d e r n i z z a z i o n e d e l l ' e c o n o m i a spinge u n a p a r t e crescente della popola
zione attiva verso i settori s e c o n d a r i o e terziario. La descrizione dei m o d i di vii
illustra la p a r t e dell'esistenza c o n d o t t a in famiglia, al di fuori del l a v o r o : l'ora dt
pasti, i rituali della vita q u o t i d i a n a in casa, il t r a g i t t o verso la scuola, l'ufficio o 1
fabbrica, e così via. Ma il t e m p o t r a s c o r s o al l a b o r a t o r i o , al negozio o seduti ali
-
36
La geografia culturale
ria scrivania sfugge alle semplificazioni: i c o m p i t i degli o p e r a i , dei c a p i r e p a r dei tecnici o degli ingegneri s o n o m o l t o vari; li si capisce solo sostituendoli nel
i d r o dei processi a cui p a r t e c i p a n o .
Fin dai p r i m i a n n i del d o p o g u e r r a , M a x . Sorre (1948) e Pierre George (1951)
enziano questi limiti senza riuscire a superarli. Si i m p o n e d u n q u e l'idea che i
odi di descrizione messi a p u n t o dalla geografia francese e che si a d a t t a v a n o
bene alla c o m p r e n s i o n e delle realtà culturali del m o n d o tradizionale n o n siaadeguati alla società m o d e r n i z z a t a che si sta r a p i d a m e n t e e s t e n d e n d o . Le soà p o r t a t r i c i di stili di vita peculiari s c o m p a i o n o in t u t t o il m o n d o . Ciò s e m b r a
d a n n a r e le ricerche di geografia culturale.
> Gli anni Settanta del XX secolo: l'apertura di nuove vie <
1 nuovo contesto e il peso delle rappresentazioni
La s c o m p a r s a della geografia c u l t u r a l e , che s e m b r a v a così c e r t a all'inizio degli
i r m i Settanta, n o n ha a v u t o l u o g o . L'uniformazione delle tecniche e della vita m a teriale n o n è m a i stata t a n t o m a r c a t a q u a n t o oggi: siamo entrati nell'era del viagi m m o b i l e , quella che p o r t a i turisti da u n a c a m e r a dell'Hilton a u n ' a l t r a che ha
stessa p i a n t a , è d o t a t a delle stesse s t r u t t u r e ed è m a n t e n u t a , grazie alla climatizzazione, alla stessa t e m p e r a t u r a i n d i p e n d e n t e m e n t e dalle condizioni m e t e o r o l o giche esterne. O v u n q u e i giovani i n d o s s a n o gli stessi jeans - ma un n u m e r o crescente di loro milita nei m o v i m e n t i ecologisti in Occidente, fondamentalisti in M e dio Oriente. N e i paesi dell'Est i nazionalismi, che si c r e d e v a n o a n n i e n t a t i da due
razioni di m a r x i s m o - l e n i n i s m o , s o n o più virulenti che m a i . In Occidente, le re'oni istituzionali a t t r a v e r s a n o u n a crisi. L'inquietudine religiosa, percepibile in
ti, si t r a d u c e nella moltiplicazione di sette e nella v o l o n t à di s p e r i m e n t a r e forme n u o v e di culto e di u n i f o r m a z i o n e a n u o v i rituali.
Da u n a decina di a n n i , dire che viviamo in un m o n d o p o s t m o d e r n o è divenu n ' a b i t u d i n e (capitolo 14). Ciò si t r a d u c e in u n ' a f f e r m a z i o n e del g u s t o kitsch
o r n a m e n t o della vita di t u t t i i giorni, e nella libertà c o n cui o r m a i si gioca
con tutti gli stili. Il m o n d o in cui viviamo è quello del c o n s u m o culturale di m a s s a
(Claval, 1 9 7 9 ) .
Il c o n t e s t o obbliga d u n q u e i geografi a n o n t r a s c u r a r e le d i m e n s i o n i culturali
dei fatti che o s s e r v a n o e orienta la l o r o curiosità in u n a n u o v a direzione: le tecniche s o n o diventate t r o p p o uniformi per c a t t u r a r e l'attenzione, ma le r a p p r e s e n t a zioni, fino ad allora t r a s c u r a t e , m e r i t a n o di essere studiate ( D e b a r b i e u x , 1 9 9 8 ) .
Dalle realtà economiche, sociali e politiche alla cultura
Negli ultimi q u a r a n t ' a n n i , la ricerca si è interessata m o l t o alle dimensioni e c o n o miche, sociali e politiche della geografia. In questi c a m p i , l'ambizione era quella di
scoprire delle costanti e n o n è stata delusa: i geografi h a n n o colto la pertinenza dei
Crisi e rinnovamento
m o d e l l i di g r a v i t a z i o n e , m e s s o in e v i d e n z a la logica s o t t e s a a l l ' o r g a n i z z a :
delle reti dei t r a s p o r t i , dei sistemi di c o m u n i c a z i o n e e quella delle località et
li, e h a n n o c o m p r e s o la s t r u t t u r a z i o n e ad anelli dello spazio i n t o r n o a cent:
si o r g a n i z z a n o gli incontri e gli s c a m b i . Ma le costanti che n a s c o n o dall'ine::
della distanza n o n d e v o n o m a s c h e r a r e la diversità degli obiettivi perseguir,
agenti economici: sullo sfondo si delinea la d i m e n s i o n e culturale.
La frequentazione c o n etnologi e sociologi ha insegnato a trasformare .
si dei m o d i di vita. Lo s t r u m e n t o concepito da Vidal de la Blache era t r o p p e
tico e t r o p p o globale per cogliere la s t r u t t u r a diversificata delle società cont
ranee. Invece di considerare che l'impiego del t e m p o e gli s p o s t a m e n t i degli
dui costituiscono unità indissolubili, perché n o n suddividerli in segmenti pr.
coli? Ecco ciò che p r o p o n e l'analisi dei r u o l i (Claval, 1 9 7 3 , 1 9 7 4 e 1 9 8 "
sottolinea la diversità delle relazioni nelle quali gli u o m i n i s o n o coinvolti e cz
formazioni che ne r i c a v a n o ; la cultura n o n a p p a r e più c o m e u n a realtà m o n :
o g n u n o ne riceve u n a copia diversa, che modifica secondo la p r o p r i a esistenz
La tinte geography s v i l u p p a t a da Torsten H à g e r s t r a n d (1970) ricostruì
traiettorie individuali nello spazio e distingue i luoghi e i m o m e n t i in cui : :
si ruoli v e n g o n o assorbiti. In q u e s t o m o d o , a m m o d e r n a le tecniche di a n a .
i m p i e g o del t e m p o che J e a n B r u n h e s aveva c o n c e p i t o . La vita di ogni ine:
a p p a r i v a c o m e u n a s u c c e s s i o n e d i p a r t i z i o n i fatte p r o p r i e d i v o l t a i n v e
m o d o di vita c o r r i s p o n d e al t i p o di sequenze s t a n d a r d i z z a t e che p o s s o n o :
messe in evidenza nelle società tradizionali. N e l m o n d o u r b a n o e industriale,
cessario c o n d u r r e studi più p u n t u a l i : o g n u n o c o m b i n a i ruoli elementari :r
d o diverso.
I ruoli s o n o c o m p l e m e n t a r i : quelli del p a d r e , della m a d r e e dei figli defir.
no la famiglia; quelli del p a d r o n e , dell'ingegnere, del c a p o r e p a r t o e degli c :
l'impresa. I r a p p o r t i sociali così organizzati s o n o spesso istituzionalizzati e
t u i s c o n o la s t r u t t u r a sociale specifica di ciascun g r u p p o , cui è legata u n a c e n
ganizzazione dello spazio (Claval, 1 9 7 3 e 1 9 7 8 ) .
I lavori di geografia e c o n o m i c a , sociale e politica c o n d u c o n o essenzia
a due c o n s t a t a z i o n i :
1) la vita sociale ed e c o n o m i c a riflette la diversità dei c o m p o r t a m e n t i cultu:
necessario un clima di fiducia per il b u o n f u n z i o n a m e n t o di certe istituzioni: a
d i m e n t o di u n ' o r g a n i z z a z i o n e cresce q u a n t o più i suoi m e m b r i s o n o convinr
l ' i m p o r t a n z a della missione da assolvere e accettano di lavorare a questo scor
entusiasmo;
2) le spiegazioni p r o p o s t e dalla geografia e c o n o m i c a , sociale o politica non
m a i universali perché l'azione u m a n a n o n è c o m p l e t a m e n t e prevedibile e sfug
la s t a n d a r d i z z a z i o n e .
Q u e s t i risultati v a n n o c o n t r o le teorie a l u n g o d o m i n a n t i , in p a r t i c o l a r e al m
s m o , s e c o n d o l e quali t u t t o p o t e v a essere r i c o n d o t t o a i r a p p o r t i d i p r o d u z
m e n t r e il resto era solo folklore s e c o n d a r i o .
La n u o v a geografia, c o m e veniva intesa negli anni Sessanta e Settanta, s
d u n q u e in questioni di n a t u r a culturale.
38
La geografia culturale
: >e doghi e ia letteratura
cione
Intraidove
Irienza
i cagli
;
.
geografia culturale si a b b o z z a fin dall'inizio degli anni Serial manifesta q u a s i o v u n q u e nello stesso m o d o : i luoghi n o n h a n n o solo u n a
: _- ; mare, una razionalità funzionale ed e c o n o m i c a , ma s o n o caricati di
éa. c o l o r o che vi a b i t a n o o che li f r e q u e n t a n o . Le ricerche sulla percezione
spazio e d e l l ' a m b i e n t e c o n d o t t e dagli psicologi s o n o messe a f r u t t o . Il r o -
snalismte(npoccivi• pick essa
e indica:
:
•
enra un d o c u m e n t o : l'intuizione sottile degli scrittori fa scoprire il m o n r:>: aa rechi dei loro personaggi (Brosseau, 1996).
ia dall'inizio degli a n n i S e t t a n t a , nel m o n d o a n g l o s a s s o n e s o n o n u m e r o s i i
I senso dei luoghi e su ciò che la letteratura insegna al r i g u a r d o . In Francia
F r é m o n t incarna u n ' a n a l o g a sensibilità: egli si interroga su La région, espaI9~6ì e m o s t r a c o m e le diverse c o m p o n e n t i della p o p o l a z i o n e n o r m a n n a
no
nello stesso m o d o la p r o p r i a regione (Frémont, 1 9 7 6 e 1 9 8 1 ) .
TI •
delle preoccupazioni umanistiche
Cele
iiverksi di
•iduo
Ira. Il
fessere
l e nef mo-
no
al-
a-
.
u m a n a è n a t a come una branca delle scienze naturali, ma una reaziorrarreggia fin dall'inizio degli a n n i C i n q u a n t a del N o v e c e n t o . In (Iran Bretaar ; T ; . a a m Kirk si p r e o c c u p a d e l l ' i n c i d e n z a del c o n t e s t o sui c o m p o r t a m e n t i
W9S1-. Nello stesso a n n o in Francia, Eric Dardel pubblica L'Homme et la terre. Naamedela réalité géographique ( 1 9 5 2 ) . La fede p r o t e s t a n t e e l'influenza di Heidega aiono nella sua opera. Gli u o m i n i si i n t e r r o g a n o sulle ragioni della loro preai su questa Terra; s e n t o n o il b i s o g n o di d a r e un senso alla loro esistenza e al
i in cui vivono. I geografi d e v o n o p a r t i r e da q u e s t o p u n t o nella loro analisi.
La lezione di Eric D a r d e l passa inosservata in Francia. Viene r i s c o p e r t a vend o p o nell'America del N o r d , in p a r t i c o l a r e in C a n a d a , d o v e f a n n o la l o r o
irsa n u o v i a t t e g g i a m e n t i . Yi-Fu T u a n s ' i n t e r e s s a a l l ' a t t a c c a m e n t o che l e
r-.-:- ae manifestano per il loro paese e all'esperienza che ne h a n n o gli ambienti
- : lari. Il t e r m i n e geosofia, i d e a t o da J o h n K. Wright ( 1947) diventa di m o d a .
Za - a r i Relph e L é o n a r d Guelke, che Tuan ha f o r m a t o a T o r o n t o alla fine degli
ì Sessanta, si m o s t r a n o p a r t i c o l a r m e n t e d o t a t i di i m m a g i n a z i o n e .
Un certo n u m e r o di a u t o r i segnati dalla fede cristiana o ebraica si r i t r o v a n o su
r o s i z i o n i vicine: per e s e m p i o A n n e Buttimer o M a r w y n Samuels. C o s t o r o t r a g g o i profitto dalle l o r o letture filosofiche, i n v o c a n o Heidegger e d i c h i a r a n o di p r a ticare un p r o c e d i m e n t o fenomenologico. Il t e r m i n e è t r o p p o d o t t o per essere a d o t dalla m a g g i o r p a r t e dei geografi. Q u a n d o Yi-Fu T u a n p r o p o n e , nel 1 9 7 6 , di
d a r e semplicemente di a p p r o c c i o u m a n i s t i c o , la p a r t i t a è vinta. La n u o v a corr e n t e a p p a r e c o m e u n a delle c o m p o n e n t i i n d i s p e n s a b i l i p e r t u t t i i p r o c e s s i g e o grafici. Insistendo sul senso dei luoghi, s u l l ' i m p o r t a n z a del vissuto, sul peso delle
rappresentazioni religiose, r e n d e indispensabile u n o studio a p p r o f o n d i t o delle r a p presentazioni culturali.
La cultura come discorso
11 m o d o in cui i geografi c o n c e p i v a n o la c u l t u r a n o n differiva, all'inizio del XX
secolo, da quello a d o t t a t o dagli etnografi e dagli etnologi. Gli uni e gli altri si in-
Crisi e rinnovamento
39
teressavano in m o d o p r i o r i t a r i o agli attrezzi, ai m a n u f a t t i , ai c a m p i e a..
Gli etnologi vi a g g i u n g e v a n o , è v e r o , un i n v e n t a r i o di credenze, di miti e :
li e si i n t e r r o g a v a n o sul significato dei t a b ù o sul r u o l o della m a g i a . T u r i
loro lavori, gli aspetti materiali delle culture a v e v a n o un peso m a g g i o r e ris:
le r a p p r e s e n t a z i o n i .
L'equilibrio t r a i due aspetti dell'analisi delle culture si modifica p r o e
m e n t e . La p a r t e r i s e r v a t a al d i s c o r s o a u m e n t a : essa è d o m i n a n t e nelle :
Lévi-Strauss in cui l ' a u t o r e analizza m i n u z i o s a m e n t e i miti (Lévi-Strauss. geografi i g n o r a n o solo per p o c o questa evoluzione.
Ciò n o n o s t a n t e fino agli a n n i Settanta, l'etnologia e l'etnografia conr
a essere concepite sul m o d e l l o abituale delle scienze u m a n e e sociali. Le .
tezze c r o l l a n o p r o g r e s s i v a m e n t e . Il q u a d r o razionale p r o p o s t o dagli etnc
è i n t r i n s e c a m e n t e s u p e r i o r e a quello che e m e r g e dalle p r a t i c h e o dai dis>
chi osserva, n o t a Clifford Geertz. Allora il r u o l o dell'etnologo n o n è quel. :
ci condividere i p u n t i di vista delle p o p o l a z i o n i a cui si interessa? La m a :
delle prospettive che esse a d o t t a n o informa sulla complessità della società
ta e sugli interessi diversi che la a t t r a v e r s a n o .
Clifford Geertz (1973) idea un n u o v o t i p o di inchiesta, che si basa ai
zioni in p r o f o n d i t à (parla di thick description). O r m a i l'etnologo dà la pi.:
le p e r s o n e osservate ed e s a m i n a i l o r o discorsi e le l o r o reazioni nelle dive
costanze.
Le p r e o c c u p a z i o n i di certi filosofi c o n t e m p o r a n e i v a n n o nella stessa :
ne: essi a t t r i b u i s c o n o m o l t o peso al r u o l o dei discorsi nella vita collettiva, e
no il soggetto di studio preferito. Si assiste così, da R o l a n d Barthes e M i e .
cault a J a c q u e s D e r r i d a , allo sviluppo di u n a n u o v a epistemologia. Poner.
c e n t o sulla lingua e sul m o d o in cui le p e r s o n e p a r l a n o del m o n d o , o si rife
al m o n d o , essa offre a chi critica il n e o p o s i t i v i s m o la possibilità di comp
l a v o r o r i g o r o s o , ma senza i m p o r r e al m o n d o sociale schemi che lo tradis*:
> Gli anni Ottanta del XX secolo: approcci
che si strutturano <
I n t o r n o al 1 9 8 0 , le n u o v e curiosità nel c a m p o culturale s o n o diventate ab
za forti da c o m i n c i a r e a s t r u t t u r a r s i . N e i paesi anglosassoni, per esempio,
va a p a r l a r e di New Cultural Geography. Evoluzioni a n a l o g h e avvengono :
eia e in altre nazioni.
La New Cultural Geography dei paesi di lingua inglese
N e l m o n d o anglosassone, gli sforzi per m o d e r n i z z a r e gli a p p r o c c i di geogra
t u r a l e s o n o stati precoci. Per e s e m p i o D a v i d Sopher, allievo di Sauer a B;
negli a n n i Sessanta r i n n o v a lo studio della geografia religiosa e in seguito c
La geografia culturale
vo i m p u l s o alle ricerche s u l l ' u n i t à e sulla diversità c u l t u r a l i delle Indie (Sopher,
1 9 6 7 e 1 9 8 0 ) . I suoi studenti all'Università di Syracuse, nel c o r s o degli a n n i Sett a n t a e all'inizio degli a n n i O t t a n t a , c o n t r i b u i s c o n o così a sviluppare le n u o v e p r o spettive (Agnew, 1 9 8 4 ) . I ricercatori dell'Università della C o l u m b i a Britannica vi
hanno ugualmente una parte importante.
Gli sforzi per superare questo livello descrittivo p r o v e n g o n o da alcune individualità forti: Denis Cosgrove in Inghilterra (Cosgrove, 1 9 8 4 ; Cosgrove e Daniels,
1 9 8 8 ; C o s g r o v e e J a c k s o n , 1 9 8 9 ) , J a m e s D u c a n ( 1 9 8 0 e 1 9 9 0 ) negli Stati Uniti,
per citare solo i più conosciuti. Essi n o n c o n d i v i d o n o le stesse p r e o c c u p a z i o n i , ma
h a n n o in c o m u n e l'interesse che n u t r o n o s o p r a t t u t t o per le rappresentazioni.
U n o storico m a r x i s t a inglese, R a y m o n d Williams, esercita su di loro u n a forte influenza. Per lui la cultura è un sistema di significati il cui scopo è quello di permettere il f u n z i o n a m e n t o della società globale (Williams, 1 9 7 2 ) . Su questo p u n t o
i sostenitori della n u o v a geografia culturale lo s e g u o n o : ciò che c e r c a n o di capire
è l'interpretazione simbolica che i g r u p p i e le classi sociali d a n n o dell'ambiente e
le giustificazioni estetiche o ideologiche che ne p r o p o n g o n o . I lavori di Denis C o sgrove (1984) r u o t a n o così i n t o r n o al m o d o in cui l'aristocrazia veneziana del XVI
secolo e la gentry inglese del XVIII secolo h a n n o c o n c e p i t o , m o d e l l a t o e percepito i paesaggi in cui vivevano per consolidare la legittimità del l o r o p o t e r e (una studio recente: Gandy, 2 0 0 1 ) . J a m e s D u c a n (1990 e 1992) p a r a g o n a a un testo il p a e saggio e l a b o r a t o dalla civiltà cingalese nella città di Kandy. Le sculture, i p a r t i c o lari architettonici vi a p p a i o n o c o m e citazioni che r i m a n d a n o a episodi della letter a t u r a s a c r a u n i v e r s a l m e n t e n o t i . Il p a e s a g g i o r i c o r d a o v u n q u e e a t u t t i la fede
b u d d h i s t a che c e m e n t a la società. Il p o t e r e che finanzia queste s t r u t t u r e ne ricava
m a g g i o r e legittimità. C o n Peter J a c k s o n ( 1 9 8 9 ) , l ' o r i e n t a m e n t o diventa più r a d i cale: il geografo n o n esplora più le divisioni che la n a t u r a o la realtà i m p o n g o n o
ai g r u p p i u m a n i , ma m e t t e in evidenza le ripartizioni che gli u o m i n i o p e r a n o nel
continuum degli a m b i e n t i o delle società.
Verso il 1 9 8 6 o il 1 9 8 7 , i ricercatori anglosassoni h a n n o p r e s o coscienza della convergenza dei l o r o sforzi. Allora c o m i n c i a n o a p a r l a r e di u n a New Cultural
Geography, che r o m p e con gli antichi orientamenti della disciplina e manifesta u n a
viva curiosità per la p o s t m o d e r n i t à , un t e m a che a quel t e m p o diventa alla m o d a
(Harvey, 1 9 8 8 ; Soja, 1 9 8 9 ) . Il lancio della rivista Ecumene, il cui p r i m o n u m e r o è
uscito all'inizio del 1 9 9 4 , simboleggia questa resurrezione.
Alcune opere illustrano la fecondità dei n u o v i o r i e n t a m e n t i . Gli studi che Allan Pred dedica alla Svezia s o n o i n d u b b i a m e n t e i p i ù affascinanti (Pred, 1 9 8 6 e
1 9 9 0 ) : egli ricostruisce il m o d o in cui gli a b i t a n t i della Scania alla fine del XVIII
secolo, o quelli di Stoccolma all'inizio del N o v e c e n t o , p e r c e p i v a n o l ' a m b i e n t e in
cui vivevano.
Il rinnovamento della geografia culturale in Francia
In Francia, la principale p r e o c c u p a z i o n e n o n è quella di r o m p e r e n e t t a m e n t e con
i lavori della p r i m a m e t à del XX secolo, ma di arricchirli e di integrarli in u n a p r o spettiva p i ù globale.
Crisi e rinnovamento
P a r a l l e l a m e n t e agli i n t e r r o g a t i v i sul senso dei l u o g h i , sulla p e r c e z i o n e de_spazio e sull'importanza delle testimonianze letterarie che A r m a n d F r é m o n t i n c a n :
negli anni Settanta, si compie un lavoro di riflessione che p e r m e t t e di ampliare m
a m b i t i di a p p l i c a z i o n e degli s t r u m e n t i t r a d i z i o n a l i : p a s s a n d o dai m o d i di vita I
ruoli e ai budget-tempo, ci si dà il mezzo per affrontare in m o d o sintetico gli aspen
materiali e le concezioni prevalenti nelle società industrializzate e urbanizzate, c o era già possibile fare per quelle tradizionali (Claval, 1 9 7 3 , 1 9 7 4 e 1987).
L'interesse per le r a p p r e s e n t a z i o n i si precisa negli a n n i O t t a n t a (Debarbieu
1 9 9 8 ) . Joél B o n n e m a i s o n ( 1 9 7 9 , 1 9 8 1 , 1 9 8 6 a b , 1 9 9 0 - 1 9 9 1 , 1 9 9 2 e 2 0 0 1 ) s i ì r J
ressa alle genti di T a n a , a V a n u a t u . Egli esplora la loro mitologia, senza la quale
impossibile capire c o m e lo spazio è vissuto e s t r u t t u r a t o in simili società. Augusr B e r q u e rivolge la sua a t t e n z i o n e sul m o d o in cui i g i a p p o n e s i v i v o n o lo s p a i :
(1982) e c o n c e p i s c o n o la n a t u r a (1986). L'urbanità g i a p p o n e s e è i n t i m a m e n t e I
gata alla f o r m a che il vincolo sociale riveste nell'arcipelago (1993).
La geografia culturale alla francese n o n rinuncia allo s t u d i o degli aspetti rr
teriali della c u l t u r a (Trochet, 1 9 9 3 ) , ma lo fa s o t t o n u o v e a n g o l a z i o n i . Si dee:
ai paesaggi (Roger, 1 9 7 8 , 1 9 9 5 e 1 9 9 7 ; Pitte, 1 9 8 3 ; Berque, 1 9 9 0 e 1 9 9 5 ; A l i d a d a , 1 9 9 3 ; Berque, 1 9 9 4 ) , descrive le passioni e i gusti della gente (Pitte, 1 9
si interroga sulla specificità delle isole (Péron, 1 9 9 3 ) . Assume u n a dimensione
no-geografica (Claval e Singaravélou, 1 9 9 5 ) , e rivolge la p r o p r i a attenzione a .
che le diverse culture d i c o n o del m o n d o . Si interroga sulla n a t u r a delle identi::
sul legame territoriale (Raison, 1 9 7 7 ; Badie, 1 9 9 5 ; Piveteau, 1 9 9 5 ) . Analizzi r.
aldilà ai quali gli u o m i n i f a n n o riferimento e che s e r v o n o l o r o da modelli (Cla
1 9 8 4 ) . Avvicinandosi alle discipline u m a n i s t i c h e , vale a dire a quelle dell'espira
sione e della c o m p r e n s i o n e , i geografi s c o p r o n o l'interesse delle fonti letterari
(Lévy, 1 9 8 9 ; Chevalier, 1 9 9 3 ) .
c
La rivista Géographie et Cultures, pubblicata dal 1 9 9 2 , funge da forum per
loro che si r a c c o l g o n o i n t o r n o all'interesse c o m u n e nei confronti dei fatti cultu:
P o n e n d o l ' a c c e n t o sui processi c u l t u r a l i , i geografi francesi r i n n o v a n o .
p r o c c i o culturale senza t r a s c u r a r e risultati acquisiti in precedenza.
Il rinnovamento dell'approccio culturale negli altri paesi
Il r i n n o v a m e n t o c o n s t a t a t o nel m o n d o a n g l o s a s s o n e e in F r a n c i a t o c c a a n c a :
tri paesi. In G e r m a n i a , dove la Landschaft c o n t i n u a a essere un oggetto di sta :
privilegiato, la riflessione t r a e volentieri p r o f i t t o , a i m i t a z i o n e di B e n n o \W i
( 1 9 9 7 ) , dalle acquisizioni della fenomenologia.
I geografi italiani e s p l o r a n o varie direzioni. Si interessano al r u o l o che i e <i
ci semiologici rivestono nella cultura (Farinelli, 1992). Angelo Turco (1999) rr |
la sua a t t e n z i o n e ai miti che p e r m e t t o n o agli africani dell'ovest di p e n s a r e lo sai
zio e le società in cui v i v o n o . Tuttavia le ricerche si m o l t i p l i c a n o s o p r a t t u n
t o r n o allo s t u d i o del p a e s a g g i o , c o m e t e s t i m o n i a n o le p u b b l i c a z i o n i di Giuejil
A n d r e o t t i ( 1 9 9 4 , 1 9 9 6 , 1 9 9 7 e 2 0 0 1 ) . Il Bollettino della Società Geografieliana ha di recente dedicato un n u m e r o (fascicolo 4, voi. 5, 2 0 0 0 ) alla "Geog
p e r la società p o s t m o d e r n a . C o m u n i t à , ecosistema, v a l o r i " . U n a p a r t e di q-r.a
42
La geografia culturale
n u m e r o r i g u a r d a i "Valori nella prassi geografica", p p . 7 8 5 - 8 4 6 , con i c o n t r i b u t i
di R o b e r t o Bernardi ed E m a n u e l a G a m b e r o n i (2000), Luciano Buzzetti (2000), Piero G a g l i a r d o ( 2 0 0 0 ) , G i n o De Vecchis (2000).
Da m o l t o t e m p o i geografi g i a p p o n e s i si i n t e r e s s a n o alle f o r m e t r a d i z i o n a l i
della l o r o cultura. C o n M i n o r u Senda, essi s c o p r o n o n u o v e strade (Senda, 1 9 8 0 e
1992). In C o r e a , R y u ( 2 0 0 0 ) , che si ispira alla t r a d i z i o n e s a u e r i a n a , sa m o d e r n i z zarla p e r a d a t t a r l a alle r e a l t à del suo p a e s e . In Sud A m e r i c a , il Brasile c o n t a un
g r u p p o di ricerca p a r t i c o l a r m e n t e attivo nel c a m p o culturale. L'analisi della vita
religiosa vi o c c u p a un p o s t o di p r i m o p i a n o (Roscndahl, 1 9 9 9 ) .
> La svolta culturale in geografia <
L'aumento delle interpretazioni radicali: postcolonialismo
e studio delle cultural policies
La geografia umanistica si interessava agli individui, ai loro gusti e ai loro sogni. Fin
dall'inizio degli a n n i O t t a n t a , u n a corrente più radicale era emersa nel m o n d o anglosassone (Chivallon, 1 9 9 8 ; Staszak, 2 0 0 1 ) , m o s t r a n d o c o m e la creazione di p a e saggi a r m o n i o s i fosse un mezzo per le classi al potere di assicurarsi il d o m i n i o .
Q u e s t o o r i e n t a m e n t o si precisa negli a n n i N o v a n t a (sintesi recenti sulla geografia culturale dal p u n t o di vista inglese o a m e r i c a n o : M. C r a n g , 1 9 9 8 ; Mitchell,
2 0 0 0 ) . Sotto l'influenza di D e r r i d a o di F o u c a u l t , i colleghi anglosassoni i m p a r a no a " d e c o s t r u i r e " i discorsi fatti dai geografi del X I X secolo o dell'inizio del XX
(Barnes, 1 9 9 7 ; Gregory, 1 9 9 4 ) , spesso ispirandosi a E d w a r d Said e alla sua critica
dell'orientalismo ( 1 9 7 8 e 1 9 9 3 ) . Lo s c o p o della geografia n o n è più quello di p a r lare del reale: essa d i v e n t a un discorso sui discorsi p a s s a t i . L'idea che esista u n a
realtà o g g e t t i v a m e n t e raggiungibile n o n è u n a delle illusioni della m o d e r n i t à che
è o p p o r t u n o smascherare? N o n serviva a consolidare la posizione d o m i n a n t e del
m a s c h i o occidentale sulle d o n n e , sulle m i n o r a n z e e sul resto del m o n d o , c o m e le
correnti femministe e postcolonialiste si i m p e g n a n o a dimostrare (Bondi e D o m o s h ,
1 9 9 2 ; R o s e , 1993)?
L ' o r i e n t a m e n t o radicale ha messo a p u n t o n u o v e a r m i : gli studi consacrati alle politiche della cultura (cultural policy, espressione difficile da t r a d u r r e ) s o n d a no tutti i discorsi per d i m o s t r a r e c o m e s e r v a n o a c o n s o l i d a r e i d o m i n i , a c r e a r e
disuguaglianze, a generare ingiustizie (cfr., per e s e m p i o , Sluyter, 1 9 9 7 ) .
L'approccio culturale come fondamento del rinnovamento
della geografia
La c o r r e n t e r a d i c a l e n o n è la sola a fiorire nel c o r s o degli a n n i N o v a n t a . L'approccio culturale ha altre finalità oltre a decostruire all'infinito dei discorsi: permette di d a r e alla geografia basi epistemologiche n u o v e ; ecco che cosa si intende
q u a n d o si parla di svolta culturale della disciplina.
Crisi e rinnovamento
43
Le r i c e r c h e g e o g r a f i c h e dell'inizio del XX secolo p r e n d e v a n o a modeli :
scienze n a t u r a l i . I lavori degli a n n i C i n q u a n t a e Sessanta r i c a l c a v a n o le scier.
sociali in voga a quel t e m p o , per esempio l ' e c o n o m i a o la linguistica, e si sfoci
v a n o di cancellare gli aspetti soggettivi della realtà, p a r t e n d o dal p r e s u p p o s t o :
le decisioni prese dagli uomini fossero razionali. Questi studiosi rifiutavano di pij
dere in considerazione sogni, simboli, ideologie o aspirazioni mistiche e spiega
no il presente con il gioco di forze passate o, in caso di fenomeni di retroazione,
multanee.
L'approccio attuale si interessa al senso che gli u o m i n i a t t r i b u i s c o n o al cosar
a l l ' a m b i e n t e in cui s o n o immersi e alla società in cui si inseriscono: a ciò serve
c u l t u r a . Il m o n d o in cui v i v o n o i g r u p p i sociali n o n è solo u n a conseguenza •
l ' i m p a t t o di cause precedenti o simultanee. Esso riflette il gioco delle anticipa:
ni e il m o d o in cui gli esseri u m a n i si p r o i e t t a n o nel futuro: è necessario espio:,
gli aldilà che forniscono agli u o m i n i i valori che essi investono nei l o r o p r o g e
gli orizzonti delle aspettative di cui si d o t a n o per o r i e n t a r e il c o r s o della loro e
stenza (Claval, 2 0 0 1 ) .
Dire che il presente riflette gli altri m o n d i che lo spirito ha i m m a g i n a t o e
intervenire un tipo di casualità che n o n ha più niente di m e c c a n i c o e r o m p e r e .
la t r a d i z i o n e scientifica positiva. Il futuro n o n è m a i u n a realtà tangibile. Esse
ste solo s o t t o f o r m a di discorso, di i m m a g i n i e di simboli. Sono questi gli elerr :
ti a l u n g o t r a s c u r a t i che l ' a p p r o c c i o culturale alla fine integra.
-
Il c a m b i a m e n t o in corso n o n concerne solamente un settore specifico della e
grafia, quella che v e r r e b b e c h i a m a t a geografia c u l t u r a l e . T u t t a la disciplina :
coinvolta (Berque, 2 0 0 0 ) . I c o m p a r t i m e n t i che s e p a r a v a n o i diversi c a m p i , e
si c r e d e v a n o rigidi, si d e f o r m a n o , si s p o s t a n o e d i v e n t a n o permeabili. N o n e :
possibile capire la geografia e c o n o m i c a , se ci si dimentica che il c o n s u m o e l"a
p r e s a s o n o c o n d i z i o n a t i da preferenze c u l t u r a l i ( C r a n g , 1 9 9 6 ; Bell e Valen: I
1 9 9 7 ) ; n o n si p u ò analizzare la geografia politica t r a s c u r a n d o il r u o l o delle
dalità di g o v e r n o , o la geografia sociale d i m e n t i c a n d o la stratificazione socia.e
valori che la f o n d a n o .
Temi di scottante attualità
Ecco che le teorie costruite dagli e c o n o m i s t i a colpi di statistica e materna;:::
rivelano i n a d a t t e a spiegare le t r a s f o r m a z i o n i che r i g u a r d a n o il m o n d o . L'atr—
tà è s e g n a t a da crisi che s f u g g o n o ai d e t e r m i n i s m i m a t e r i a l i su cui si i n s ù : :
t r e n t ' a n n i fa. Esse s o n o la c o n s e g u e n z a della rinascita del n a z i o n a l i s m o , de_
mergere dei f o n d a m e n t a l i s m i e della ricerca, di u n a g r a n p a r t e della p o p o l a i ,
m o n d i a l e , di u n a identità che s e m b r a sfuggirle.
I regimi m a r x i s t i c e r c a v a n o di sradicare le c u l t u r e , o le r i d u c e v a n o all'un,
so limitato del folklore. La storia si burla dei loro sforzi: nelle società che ave*
no a n n i e n t a t o , il risorgere di questi valori è più spettacolare. F u o r i dei paes:
l'Est, gli intellettuali marxisti avevano a m p i a m e n t e c o n t r i b u i t o al declino deg..
di culturali p o i c h é , p e r l o r o , in u l t i m a istanza t u t t o era s p i e g a t o dall'econom
La c a d u t a dei m u r i li priva di ogni c r e d i t o .
44
La geografia culturale
La m o n d i a l i z z a z i o n e d e l l ' e c o n o m i a e i progressi delle c o m u n i c a z i o n i c a m b i a no r a d i c a l m e n t e le condizioni di vita e r o m p o n o gli equilibri di m o l t e società restate a l u n g o fuori della storia. La m o d e r n i z z a z i o n e è a v v e n u t a in m o d o così r a p i do nel c o r s o degli ultimi t r e n t ' a n n i che gli a d e g u a m e n t i psicologici richiesti n o n
h a n n o a n c o r a a v u t o l u o g o . I p r o b l e m i culturali n o n h a n n o m a i a v u t o così t a n t o
spazio nelle i n q u i e t u d i n i degli u o m i n i .
Si sta i m p o n e n d o u n a visione coerente della geografia culturale m o d e r n a , descritta nei capitoli che s e g u o n o .
Crisi e rinnovamento
Parte II
Cultura, vita sociale
e organizzazione dello spazio
La cultura è una creazione umana collettiva e sempre
rinnovata (capitolo 3). Dà forma agli individui (capitolo 4)
e definisce gli schemi della vita sociale che sono allo stesso
tempo strumenti di organizzazione e di dominio dello spazio
(capitolo 5).
La cultura istituisce l'individuo, la società,
il territorio in cui i gruppi prosperano (capitolo 6).
Le identità collettive che ne risultano limitano i prestiti
provenienti dall'esterno
e spiegano
le possibilità
di coesistenza di diversi sistemi di valori nello stesso
spazio (capitolo 7).
Capitolo 3
Comunicazione, trasmissione
dell'esperienza collettiva e genesi
delle culture
La c u l t u r a è la s o m m a dei c o m p o r t a m e n t i , delle abilità, delle tecniche, delle c o n o scenze e dei valori a c c u m u l a t i dagli individui nel c o r s o della vita e, su u n ' a l t r a scala, dall'insieme dei g r u p p i di cui f a n n o p a r t e . E u n ' e r e d i t à trasmessa da u n a gener a z i o n e all'altra, ma n o n è rigida, p e r c h é le c o m u n i c a z i o n i in a t t o nei g r u p p i sociali la t r a s f o r m a n o c o n t i n u a m e n t e ; la si p u ò p a r a g o n a r e a un film, n o n a u n ' i m m a g i n e fissa.
La c u l t u r a genera flussi di i n f o r m a z i o n i che p e r m e t t o n o alla società di funz i o n a r e e di t r a s f o r m a r s i . Inoltre tali flussi la m o d e l l a n o , p o i c h é a s s i c u r a n o la diffusione delle i n n o v a z i o n i , la conoscenza di n u o v i atteggiamenti e p r o v o c a n o reazioni di a c c e t t a z i o n e o di r i f i u t o . C i ò che viene t r a s m e s s o d i p e n d e d a i m e d i a a
disposizione del g r u p p o : le società che c o m u n i c a n o solo a t t r a v e r s o il gesto e la p a rola s o n o diverse da quelle che p a d r o n e g g i a n o la scrittura o da quelle che dispong o n o di mezzi m o d e r n i di c o m u n i c a z i o n e a distanza. E a p a r t i r e dai processi di com u n i c a z i o n e che si coglie il carattere d i n a m i c o della c u l t u r a .
Il c o n t e n u t o di ogni c u l t u r a è originale e, p e r t a n t o , le stesse c o m p o n e n t i di base si t r o v a n o o v u n q u e . I m e m b r i di u n a stessa c u l t u r a c o n d i v i d o n o la m e d e s i m a
lingua e i medesimi codici di c o m u n i c a z i o n e ; le l o r o a b i t u d i n i q u o t i d i a n e s o n o simili. Essi h a n n o in c o m u n e un insieme di tecniche di p r o d u z i o n e e di p r o c e d u r e di
c o n t r o l l o sociale che a s s i c u r a n o la s o p r a v v i v e n z a e la r i p r o d u z i o n e del g r u p p o .
A d e r i s c o n o agli stessi valori, giustificati da u n a filosofia, u n ' i d e o l o g i a o u n a religione condivisa.
Ciò si t r a d u c e in sistemazioni visibili dello spazio a b i t a t o , dei paesaggi che la
geografia culturale si sforza di analizzare.
> Trasmissione, supporti e codici di comunicazione <
La t r a s m i s s i o n e dei saperi implica sistemi di c o m u n i c a z i o n e efficaci ( A t t a l l a h ,
1 9 8 9 ) . O g n i c u l t u r a impiega s u p p o r t i informativi che d i p e n d o n o dal p r o p r i o livello tecnico e dai codici che spesso le a p p a r t e n g o n o .
Comunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva c genesi delle culture
La comunicazione orale e gestuale
In q u a n t o atteggiamento n a t u r a l e , la c o m u n i c a z i o n e orale e gestuale n o n necessita
di alcuno s t r u m e n t o ed è utilizzabile da tutti. Spesso osservare il m o v i m e n t o e ascoltare la p a r o l a che l ' a c c o m p a g n a p e r m e t t e l'acquisizione di pratiche; l ' a p p r e n d i s t a
brandisce il martello e p r e n d e la m i r a per conficcare dritto il c h i o d o : «Tieni bene
la p u n t a , g u a r d a il c h i o d o e colpisci forte!» consiglia il m a e s t r o . N e i casi semplici,
il gesto p u ò supplire al linguaggio. Al c o n t r a r i o , le regole astratte della m o r a l e , le
credenze, le conoscenze razionali n o n h a n n o altro sostegno che il discorso.
I mezzi di trasmissione n a t u r a l e , i gesti e le p a r o l e , h a n n o u n a p o r t a t a m o l t o
limitata (Westly e M a c L e a n , 1957) (figura 3.1). È necessario t r o v a r s i vicino a colui i cui gesti si v o g l i o n o imitare per seguirne le fasi, essere inseriti in un g r u p p o
p e r cogliere le regole della b u o n a e d u c a z i o n e o di s c a m b i o . Per messaggi un p o '
complessi, la voce ha u n a p o r t a t a solo di alcuni metri, di qualche decina per ordini semplici che si p o s s o n o urlare.
Le aree in cui le conoscenze e le tecniche s o n o trasmesse a t t r a v e r s o la p a r o l a
e il gesto s o n o n o r m a l m e n t e m o l t o limitate. Per ampliarle, bisogna accettare di spostarsi, c o m e facevano un t e m p o quelli che seguivano il Tour de France.
La scrittura
L'invenzione di codici grafici per t r a d u r r e il linguaggio p o r t a a un p r o g r e s s o decisivo e a un c a m b i a m e n t o i m p o r t a n t e nell'efficacia e nella ricchezza delle c u l t u r e .
La scrittura p e r m e t t e di trionfare sul t e m p o e sullo spazio (Cherry, 1 9 5 7 ; H a v e lock, 1 9 8 1 ; O n g , 1 9 8 2 ; Goody, 1 9 8 5 ; J a c k s o n , 1982). La conservazione delle esper i e n z e del p a s s a t o n o n d i p e n d e p i ù dalla m e m o r i a degli i n d i v i d u i : è a s s i c u r a t a
dalle iscrizioni incise sulla pietra o su tavolette di argilla, da segni tracciati sul leg n o , sulla p e r g a m e n a , sul p a p i r o e, successivamente, sulla c a r t a .
II privilegio dell'essere fisicamente presenti s c o m p a r e in p a r t e . I messaggi sono inoltrati inalterati su lunghe distanze dal m o m e n t o in cui i s u p p o r t i d i v e n t a n o
leggeri e resistenti (figura 3.1). O r m a i è possibile distinguere d u e a m b i t i di diffusione: le abilità tecniche della c u l t u r a , che necessitano del c o n t a t t o diretto del gesto e che r e s t a n o a lungo limitate ad aree ristrette, e ciò che si dice e si scrive c o n
facilità, che p u ò essere condiviso da g r u p p i l o n t a n i .
Le ingiunzioni e i controlli del p o t e r e p o s s o n o , grazie ai messaggeri, giungere
ai confini dei g r a n d i Stati che si f o r m a n o fin d a l l ' a n t i c h i t à ( M a n n , 1 9 8 6 ) . I libri
p e r m e t t o n o di diffondere gli elementi di u n a stessa cultura intellettuale in vaste aree
(Goody, 1 9 7 9 ) . L'Europa è un m o s a i c o di p o p o l i che n o n u s a n o le stesse parole per
dire le stesse cose. Questi popoli h a n n o creato paesaggi differenti, oltre a case e stili u r b a n i diversificati in cui ciascuno si riconosce. Ma l'unità del continente è fuori d u b b i o : o v u n q u e , dall'Atlantico agli Urali, i testi della Bibbia e dei Vangeli e le
g r a n d i opere greche e r o m a n e h a n n o n u t r i t o le a n i m e e gli spiriti. Le tradizioni giudaico-cristiane e il r a z i o n a l i s m o scientifico s o n o o n n i p r e s e n t i .
Alla trasposizione grafica della lingua p a r l a t a si aggiunge quella dei n u m e r i .
A n c h e la loro scrittura p e r m e t t e la diffusione del p o t e r e : registrazione degli u o m i ni e delle ricchezze, riscossione delle i m p o s t e , o v u n q u e .
50
La geografia culturale
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2
Fig. 3.1 La teoria della comunicazione.
A Linformazione trasmessa è mutilata dalle perdite che avvengono nella codifica, durante la trasmissione in linea e nella decodifica. Oltre una certa distanza non viene ricevuto più nulla.
B Nella comunicazione orale, le perdite nella codifica e nella decodifica sono minime; in chi ascolta riceve quasi tutto; in b , qualche metro più in là, non riceve quasi nulla.
C La comunicazione scritta riduce a zero le perdite in linea, ma mutila, nella codifica e nella decodifica, tutta la parte del messaggio legata ai gesti e agli atteggiamenti. L'individuo istruito, c', decodifica meglio di chi, c , non è abituato a leggere.
D La televisione è efficace quasi quanto la relazione faccia a faccia; supera la distanza, ma resta asimmetrica. A volte i messaggi trasmessi sono di qualità, come in d , spesso mediocri, come in d .
2
2
1
2
I c o n t i r e n d o n o possibili gli s c a m b i che v a n n o oltre il semplice b a r a t t o : m e r ci in c a m b i o di d e n a r o .
I m e m b r i delle società in cui r e g n a esclusivamente la c o m u n i c a z i o n e orale h a n no t u t t i accesso alla stessa c u l t u r a . C o n la c o m p a r s a della s c r i t t u r a , la s i t u a z i o n e
c a m b i a . Il c o s t o d e l l ' a p p r e n d i s t a t o e q u e l l o dei s u p p o r t i l i m i t a n o p e r m o l t o t e m po l'accesso alla s c r i t t u r a e alla l e t t u r a a un n u m e r o m o l t o r i s t r e t t o di iniziati (figura 3.2, p a g i n a seguente). Alla c u l t u r a p o p o l a r e di t u t t i c o l o r o che c o n t i n u a n o a
Comunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva e genesi delle culture
Fig. 3.2 Università e istituti di
medicina nel XVIII secolo (fonte:
Goubert e Roche, 1984, p. 216).
L'accesso alle forme dotte del
sapere è un privilegio riservato
alla popolazione urbana. Gli istituti di medicina, che rispondono a bisogni pratici, sono più
numerosi. Esistono zone svantaggiate, in particolare, in Francia, il Massiccio Centrale e la
Bretagna.
essere f o r m a t i u n i c a m e n t e dal gesto e dalla p a r o l a , si c o n t r a p p o n g o n o le c o n o scenze trasmesse c o n gli scritti, detenute dalle élite (figura 3.3). In q u e s t o m o d o un
d u a l i s m o sociale e culturale di f o n d o caratterizza t u t t e le società storiche.
La carta crespa è conosciuta in Cina fin dall'antichità e la stampa a caratteri m o bili è in uso nell'epoca Tang (VII-X secolo). Queste invenzioni filtrano p o c o a p o c o
in E u r o p a a partire dal XIII secolo. C o n la s t a m p a si moltiplicano i libri a partire dagli anni Sessanta del Q u a t t r o c e n t o . Sono occorsi m o l t o secoli affinché tutti i bimbi
europei andassero a scuola: tutti i cittadini di u n a democrazia d e v o n o saper leggere!
Oggi, quasi tutti i paesi f a n n o g r a n d i sforzi affinché la m a g g i o r a n z a dei l o r o
b a m b i n i sia scolarizzata, ma l'alfabetizzazione dei più anziani resta spesso scarsa.
C i ò significa che si p r o d u c e u n a frattura t r a le g e n e r a z i o n i . La c u l t u r a familiare
tradizionale dei più anziani e n t r a in c o n c o r r e n z a c o n quella legata all'alfabetizzazione di u n a p a r t e crescente della gioventù. Leggere permette di viaggiare nello spazio, di conoscere altri m o d i di vedere e di dire, altre idee. Leggere e scrivere s o n o
attività inquietanti, a volte sovversive. L'intellighenzia minaccia il p o t e r e e p r e p a ra la rivoluzione culturale. P a r l a n d o della diffusione del sapere, Paul-Louis C o u r rier scriveva: «A q u e s t ' e p o c a risalgono le p r e o c c u p a z i o n i degli u o m i n i di p o t e r e ,
dei cortigiani» (citato da Stendhal).
Il disegno e le arti plastiche
Certe forme m o l t o antiche di disegno p r e a n n u n c i a n o la scrittura. I p i t t o g r a m m i , i
geroglifici e gli i d e o g r a m m i egizi o cinesi r a p p r e s e n t a n o cose o azioni in m o d o m o l 52
La geografia culturale
Fig. 3.3 Gli scrittori in Francia dal 1750 al 1784 (fonte: Julia, 1987 p. 13).
Le élite della fine dell'Ancien Regime provengono dalle zone della Francia già sviluppate e istruite: il
nord, l'est e il sud-est (Linguadoca e Provenza). Le grandi città - Lione, Tolosa o Bordeaux - sono
ben rappresentate, ma meno comunque di Orléans, Digione e Besancon
to s c h e m a t i c o p r i m a che la scrittura fenicia e i suoi derivati r a g g i u n g a n o l'astrazione p u r a dei segni alfabetici.
Ma il disegno figurativo e la sua espressione plastica nel bassorilievo e nella
scultura s o n o in g r a d o da soli di esprimere un messaggio c h i a r o a t u t t i . I disegnat o r i e gli scultori a r r i v a n o a cogliere e a fissare la corsa travolgente degli animali
selvaggi sulle pareti di u n a g r o t t a , o a r a p p r e s e n t a r e gli dèi e gli eroi, e il m o n d o
ideale della trascendenza. Gli architetti e tutti coloro che d e c o r a n o i palazzi e i templi, che i n n a l z a n o s t a t u e e o r n a n o le m u r a c o n affreschi o bassorilievi i s t o r i a t i ,
suscitano nelle meravigliate m a s s e analfabete e m o z i o n e e r i s p e t t o p e r le p o t e n z e
divine e terrene.
Il disegno tecnico
Esiste u n ' a l t r a funzione del disegno: il disegno tecnico, che p e r m e t t e di cogliere e
d'inventare il m o n d o , che sia la m a p p a , il p r o g e t t o di un a r c h i t e t t o , lo schizzo del
Comunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva e genesi delle culture
53
m u r a t o r e o del falegname, o il disegno tecnico dell'ingegnere che concepisce n u o ve m a c c h i n e .
L a p a d r o n a n z a dell'uso della p r o s p e t t i v a h a g i o c a t o u n g r a n d e r u o l o nell'es p l o s i o n e delle m a c c h i n e nella c u l t u r a o c c i d e n t a l e . L a c a r t o g r a f i a h a a c c o m p a g n a t o , e spesso ne è stata la c a u s a , la c o n q u i s t a dello spazio.
La precisione dei disegni e i mezzi di r i p r o d u z i o n e h a n n o p e r m e s s o la diffusione di m o l t i elementi delle conoscenze tecniche. Le raccolte di disegni architettonici che circolano tra i c a p o m a s t r i a partire dal XVI secolo divulgano t r a le m a e stranze, che oltretutto n o n h a n n o alcuna cultura dell'antichità, le regole della composizione classica e il m o d o in cui si disegna un f r o n t o n e , si dà la giusta p r o p o r zione a u n a c o l o n n a dorica o a un capitello corinzio. La p u b b l i c a z i o n e dei volumi
di tavole dtWEncyclopédie di D i d e r o t segna u n a d a t a i m p o r t a n t e nella storia della trasmissione e della diffusione delle tecniche occidentali.
Il XVIII secolo scopre la p o t e n z a del disegno (come esempio di utilizzo scientifico: A l e x a n d e r v o n H u m b o l d t , Vues des Cordillères et monuments des peuples
indigènes de VAmérique, Parigi, 1 8 1 0 - 1 8 1 3 ) . N e l c o r s o del secolo successivo, la litografia e p o i la fotografia ( D a g u e r r e , 1837) favoriscono la diffusione dell'inform a z i o n e visiva e g a r a n t i s c o n o la circolazione di elementi di c u l t u r a fino ad allora
esclusivi di a m b i t i locali ristretti. L'immagine, p r i m a e più della scrittura, garantisce la p r o p a g a z i o n e dei modelli della civiltà occidentale.
L'importanza dei nuovi media
I sistemi di c o m u n i c a z i o n e c o m p a r s i n e l l ' O t t o c e n t o r a g g i u n g o n o oggi la l o r o piena e quasi m o n d i a l e efficacia (Griset, 1 9 9 1 ) .
La r e g i s t r a z i o n e della v o c e , che a p r e la s t r a d a a l l ' i n v e n z i o n e del f o n o g r a f o
( E d i s o n , 1 8 7 7 ) , è c o n t e m p o r a n e a ai p r i m i p a s s i della telefonia ( G r a h a m Bell,
1 8 7 6 ) , che ne p e r m e t t e la trasmissione nello spazio. Ma bisogna a t t e n d e r e il perf e z i o n a m e n t o dei mezzi di registrazione e delle reti di c o l l e g a m e n t o , oltre che l'invenzione della radiodiffusione, affinché i messaggi orali p o s s a n o sottrarre allo scritto il m o n o p o l i o della d u r a t a e della diffusione. Gli sconvolgimenti che ne conseg u o n o c o m i n c i a n o a essere avvertiti a p a r t i r e dagli a n n i Venti del XX secolo (figura 3.1, p. 51).
All'immagine statica t r a s m e s s a dal disegno e, d o p o il 1 8 4 0 , dalla fotografia,
il cinematografo dei fratelli Lumière (1895) aggiunge il m o v i m e n t o . Dagli a n n i Venti del N o v e c e n t o , diventa possibile la registrazione simultanea di i m m a g i n e e suon o , e si e s e g u o n o p r o v e per assicurare la l o r o trasmissione i s t a n t a n e a a distanza.
La televisione diventa v e r a m e n t e p o p o l a r e s o l t a n t o d o p o la Seconda g u e r r a m o n diale, m e n t r e il t r a n s i s t o r affranca la r a d i o dai fili elettrici. La registrazione m a gnetica facilita la c o n s e r v a z i o n e del s u o n o e d e l l ' i m m a g i n e . A ciò si aggiunge la
formidabile p o t e n z a della telematica, che p e r m e t t e di utilizzare a distanza le p r e stazioni del c o m p u t e r .
Nelle società b a s a t e esclusivamente sulla trasmissione orale, q u a l u n q u e fosse
il m e s s a g g i o , la sua r i p r o d u z i o n e era p u r a m e n t e locale. La scrittura lascia sussistere il f r a z i o n a m e n t o delle pratiche e delle abilità della vita q u o t i d i a n a e della ri-
I La geografia culturale
p r o d u z i o n e , ma spinge alla diffusione e a l l ' u n i f o r m a z i o n e , su vasti spazi d'intertestualità, delle conoscenze teoriche e scientifiche, delle ideologie, delle filosofie e
delle credenze religiose. Q u e s t e conoscenze a s s i c u r a v a n o alle ristrette élite di letterati, cui f u r o n o a l u n g o riservate, il p o t e r e su u n a m a s s a p o p o l a r e soggiogata dagli incantesimi rituali e dalle i m m a g i n i di devozione.
La rivoluzione dei m e d i a r e n d e possibile la diffusione generalizzata e a lunga
d i s t a n z a di o g n i t i p o di m e s s a g g i o . T u t t a v i a l ' a m b i e n t e locale e la d i m e n s i o n e
orale n o n p e r d o n o affatto valore, c o m e d i m o s t r a l'irresistibile m o v i m e n t o d i concentrazione delle p o p o l a z i o n i nelle città, s o p r a t t u t t o nelle grandi m e t r o p o l i .
> Forme di comunicazione, cultura e vita sociale <
A seconda della forma che assume, la c o m u n i c a z i o n e tocca cerchie più o m e n o a m pie e attribuisce forme particolari alle relazioni t r a gli u o m i n i , c o n d i z i o n a n d o t u t ta la vita sociale.
Scambio di informazione e comunicazione simbolica
La comunicazione n o n ha sempre la stessa finalità. In molti casi, il suo scopo è quello di r e n d e r e n o t e informazioni o notizie. La distanza costituisce allora un o s t a c o lo temibile, poiché u n a p a r t e di ciò che si vuole c o m u n i c a r e si p e r d e l u n g o il perc o r s o . La dispersione è m a s s i m a per la trasmissione orale, m i n o r e per lo scritto o
per i m e d i a m o d e r n i .
In altri casi, lo scopo della c o m u n i c a z i o n e n o n è quello di far circolare inform a z i o n i , ma di far v i b r a r e a l l ' u n i s o n o p e r s o n e che h a n n o q u a l c o s a in c o m u n e , o
di ricordare loro ciò che le c o n t r a p p o n e ad altri gruppi. L'obiettivo viene raggiunto i m p i e g a n d o simboli che r e n d o n o evidenti i valori condivisi. P u ò trattarsi di oggetti (la croce per i cristiani, il giglio di Francia per i francesi dell'Ancien Regime,
la b a n d i e r a tricolore per la Francia n a t a dalla Rivoluzione), ma p u ò anche trattarsi di formule o di slogan che basta ricordare per suscitare la reazione di tutti.
La c o m u n i c a z i o n e simbolica n o n ha le stesse p r o p r i e t à geografiche di quella
che implica messaggi complessi: u n a p a r o l a , u n a frase, u n ' i m m a g i n e b a s t a n o per
far rivivere u n a c o m u n a n z a . La comunicazione simbolica si beffa dell'ostacolo creato dalla d i s t a n z a . J e a n G o t t m a n insisteva, già nel 1 9 5 2 , sul r u o l o delle i m m a g i n i
- dell'iconografia, diceva lui - nella costituzione di alleanze politiche.
Spesso la c o m u n i c a z i o n e simbolica poggia su s t r u t t u r e spaziali. A partire dai
megaliti, t e m p i , palazzi e arredi u r b a n i c o s t i t u i s c o n o gli a n t e n a t i dei m a s s m e d i a
m o d e r n i . Si t r a t t a di mezzi di c o m u n i c a z i o n e che p o r t a n o messaggi m o l t o concreti e i m m e d i a t a m e n t e accessibili a t u t t i , messaggi che, in realtà, s o n o m o l t o schematici e si i m p o n g o n o grazie a l l ' e m o z i o n e suscitata e n o n a t t r a v e r s o u n ' e v i d e n z a
razionale; la l o r o f o r m u l a z i o n e è m o n o p o l i z z a t a da u n a ristretta élite di esseri eccezionali che e s a l t a n o ed e s p r i m o n o la forza, il bello e il b e n e , la vita, la m o r t e e
Comunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva e genesi delle culture
l'aldilà: q u a n t o c'è di più essenziale, a detta di tutti. Il messaggio racchiuso in queste costruzioni è anche quello dei loro finanziatori, vale a dire delle classi al p o t e r e .
I luoghi spesso a s s u m o n o un valore simbolico a causa dei ricordi che a essi sono legati. Bisogna visitarli per p a r t e c i p a r e p i e n a m e n t e ai clic emotivi che riescono
a far scattare, ma sovente il l o r o n o m e è a b b a s t a n z a carico di c o n n o t a z i o n i sacre
0 di ricordi condivisi da essere l'equivalente di u n o slogan.
La comunicazione asimmetrica: televisione, società dei consumi e cultura di massa
1 m a s s m e d i a (reti televisive e radiofoniche) s o n o mezzi di c o m u n i c a z i o n e asimmetrici: un ristretto g r u p p o di professionisti controlla la realizzazione di p r o g r a m m i diffusi a milioni di ascoltatori o s p e t t a t o r i . G r a n d i aziende o governi rec l u t a n o e p a g a n o q u e s t o p e r s o n a l e e ciò a p r e loro e n o r m i possibilità di influenzare l ' o p i n i o n e p u b b l i c a .
I p o t e n t i mezzi di diffusione offerti dai m e d i a m o d e r n i si beffano delle frontiere culturali o politiche; h a n n o un i m p a t t o n o t e v o l e s u l l ' a c c u l t u r a z i o n e dei giov a n i e di t u t t i i p o p o l i : i l o r o modelli culturali, diffusi o v u n q u e dalla televisione
o dalla r a d i o , e n t r a n o in forte c o n c o r r e n z a c o n quelli t r a s m e s s i dalla famiglia e
dalla scuola ( M c L u h a n , 1 9 6 8 ) . La possibilità di rivolgersi alla globalità della p o p o l a z i o n e dà a q u e s t i m e z z i u n ' i m p o r t a n z a p o l i t i c a e s t r a t e g i c a c o n s i d e r e v o l e
(Zybelberg, 1 9 8 6 ) .
M o l t e i m p r e s e p r i v a t e s o n o disposte a versare s o m m e ingenti affinché v a d a
in o n d a , per qualche s e c o n d o , un piccolo spot che i n d u c a le p e r s o n e a c o m p r a r e i
l o r o p r o d o t t i o i l o r o servizi. I p r o d o t t i di c o n s u m o s o n o p a r t i c o l a r m e n t e interessati. L ' i m p a t t o della p u b b l i c i t à televisiva sulla v e n d i t a è tale che i c o r t o m e t r a g g i
che r e c l a m i z z a n o quella o quell'altra m a r c a d i v e n t a n o la r a g i o n e stessa di t u t t o il
sistema. Sono piccoli c a p o l a v o r i di tecnica e di psicologia, inseriti in trasmissioni
capaci di piacere a un vasto p u b b l i c o . Si t r a t t a di c a t t u r a r e i potenziali clienti u s a n do l ' e m o z i o n e . L ' a m o r e , il sesso, il riso, la violenza, il d r a m m a e t u t t o ciò che p r o voca le reazioni più istintive e più forti costituiscono la t r a m a dei p r o g r a m m i più
seguiti. Blue-jeans e C o c a - C o l a , rock, violenza e impudicizia: ecco la caricatura della c u l t u r a universalista diffusa dal piccolo s c h e r m o .
I modelli di c o n s u m o , più o m e n o semplificati, s o n o seducenti. G u i d a r e u n ' a u t o m o b i l e , usare u n a m a c c h i n a fotografica, ingerire medicine, è facile; ma p r o d u r re, distribuire, c o n s e r v a r e , perfezionare, t u t t o ciò p o n e incessantemente altri p r o blemi. I m e d i a m o d e r n i r e n d o n o possibile l'imitazione di gesti semplici p e r p r o duzioni individualizzate, ma le abilità p r o d u t t i v e s o n o t r o p p o complesse per esser e t r a s m e s s e i n q u e s t o m o d o . Esse r i c h i e d o n o sia c o n o s c e n z e t e o r i c h e che s i
s t u d i a n o a t t e n t a m e n t e sui libri, sia gesti così differenziati che, se n o n s o n o ripetuti mille volte c o n g r a n d e abilità s o t t o l'occhio e il consiglio del m a e s t r o , n o n p o s s o n o essere acquisiti.
Si p u ò s o g n a r e di sostituire la scuola e i suoi limiti (la necessità di spostarsi,
gli edifici scolastici, un c o r p o docente costosissimo) c o n un sistema di corsi televisivi o di videocassette ben fatte che a r r i v e r e b b e r o in ogni casa (Lazar, 1 9 8 5 ) . Ciò
è possibile, e viene a t t u a t o , per offrire un servizio alle famiglie disseminate su un
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La geografia culturale
vasto territorio, per esempio in Australia, ma deve essere a c c o m p a g n a t o da un controllo p e r i o d i c o , da effettuare c o s t a n t e m e n t e , da p a r t e di un m e m b r o della famiglia, o da incontri saltuari con gli insegnanti.
Ampliamento della vita di relazione e media interattivi
Ai mass media si c o n t r a p p o n g o n o i media interattivi. Il telefono, sempre più sovente
a b b i n a t o al c o m p u t e r (telematica) e al fax, mette in relazione diretta a distanza individui, privati o imprese. La p a r o l a , ma anche lo scritto su video o carta, p u ò essere trasmessa. Il videotelefono c o m u n i c a l'immagine e p e r m e t t e di organizzare teleconferenze. La p o r t a t a di questi sistemi è planetaria, ma la concentrazione delle
a p p a r e c c h i a t u r e individuali e delle relazioni è alta s o p r a t t u t t o nei paesi ricchi.
Il telefono p e r m e t t e scambi verbali tra due, a volte tre o q u a t t r o , individui. Si
t r a t t a di passaggi simmetrici di i n f o r m a z i o n i che p o s s o n o arricchirsi grazie ai n u m e r o s i interventi delle p a r t i dialoganti. U n a q u o t a apprezzabile della qualità della c o m u n i c a z i o n e faccia a faccia è m a n t e n u t a ; t u t t a v i a viene a m a n c a r e la ricchezza dei gesti e della m i m i c a , la verità dello s g u a r d o .
Il telefono p e r m e t t e le conversazioni familiari a distanza; da q u e s t o p u n t o di
vista, p u ò essere c o n s i d e r a t o c o m e un mezzo per m a n t e n e r e i c o n t a t t i in quest'ep o c a in cui t a n t e famiglie s o n o divise e l o n t a n e , e per conservare a distanza certi
tratti della cultura tradizionale.
Il telefono o c c u p a a n c h e un p o s t o i m p o r t a n t e nel f u n z i o n a m e n t o delle grandi o r g a n i z z a z i o n i , che p o s s o n o così g a r a n t i r e i c o n t a t t i indispensabili tra i loro
m e m b r i , i n d i p e n d e n t e m e n t e dalla l o n t a n a n z a . Il s u o r u o l o è c o m p l e m e n t a r e , in
q u e s t o c a m p o , a quello della telematica, che permette di i m m a g a z z i n a r e , classificare, t r a t t a r e e spedire una q u a n t i t à prodigiosa di informazioni a distanza.
1 media interattivi h a n n o i n d u b b i a m e n t e più influenza della televisione nell'emergere di u n a c u l t u r a m o n d i a l e , a l m e n o sul p i a n o e c o n o m i c o .
Monopolio dell'accesso all'informazione e autorità
Effetti di a s i m m e t r i a , di influenza o di potere nelle relazioni u m a n e n a s c o n o dal
disuguale accesso dei p r o t a g o n i s t i sociali alla Verità. Nelle società a trasmissione
orale, le persone c r e d o n o generalmente che all'origine dei tempi il m o n d o fosse trasparente: le cose, gli animali e gli u o m i n i c o m u n i c a v a n o in m o d o n a t u r a l e ; il senso della vita era evidente. Avere accesso alla Verità significava sapere che cosa era
a c c a d u t o al t e m p o indefinito della creazione - quello d e l l ' i m m e m o r a b i l e , n o n databile. Perciò i vecchi o c c u p a v a n o u n a posizione privilegiata nella scala sociale:
e r a n o custodi dell'antica m e m o r i a , quella n a t a dalle testimonianze riferite e origin a t a d a l l ' i m m e m o r a b i l e . L ' a u t o r i t à s p e t t a v a n a t u r a l m e n t e a chi p o t e v a p a r l a r e
dei t e m p i passati. Nella vita sociale e r a n o l'anzianità e la tradizione a s a n z i o n a r e
idee, p r a t i c h e e credenze.
La scrittura crea n u o v e configurazioni. Il profeta riceve il messaggio da D i o ,
lo trascrive e lo t r a s m e t t e agli u o m i n i , d i v e n e n d o lo s t r u m e n t o del s a c r o , da cui
riceve l ' a u t o r i t à . Nella civiltà greca e in quelle a essa ispirate, il filosofo svolge un
r u o l o a n a l o g o , poiché ha accesso alla sfera della R a g i o n e metafisica.
Comunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva e genesi delle culture
I risultati ottenuti fin dal XVII secolo grazie al progresso scientifico d i m o s t r a n o
che la Verità n o n si t r o v a in un altro m o n d o , ma nel n o s t r o : per accedervi basta osservare, f o r m u l a r e ipotesi e s o t t o p o r l e all'esperienza.
La riflessione sulla società si inserisce nel n u o v o c o n t e s t o della scienza, p o g gia sui brevi r a c c o n t i inclusi nei g r a n d i testi f o n d a t o r i , c o m e il Leviatano di H o b bes o il Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini di
R o u s s e a u , per p r o p o r r e u n a filosofia del p r o g r e s s o che p o n e la Verità nel futuro
dell'Utopia. Per un certo t e m p o l ' a u t o r i t à si m e t t e dalla p a r t e della storia e delle
scienze sociali.
Oggi ai c o m u n i m o r t a l i , e p e r s i n o al p u b b l i c o i l l u m i n a t o , n o n è più possibile
seguire il fronte della ricerca, t a n t o essa è d i v e n t a t a c o m p l e s s a . L'autorità spetta
d u n q u e ai divulgatori e ai giornalisti che professano di t r a d u r r e in un linguaggio
semplice i risultati della scienza. Sul w e b si va sul sito dei ricercatori " i n d i p e n d e n t i " , quelli che n o n s o n o p a g a t i dagli a m m i n i s t r a t o r i pubblici o dalle g r a n d i società. Sono l o r o che spesso " g a r a n t i s c o n o " la validità del discorso ecologico.
I processi di c o m u n i c a z i o n e n o n si a c c o n t e n t a n o di dare ad alcuni il m e z z o di
influenzare le o p i n i o n i di altri. C o n f e r i s c o n o a chi ha un r a p p o r t o d i r e t t o c o n la
Verità u n a posizione di eccezione: gli a t t r i b u i s c o n o il p o t e r e di d a r e un senso alla
vita e al m o n d o .
> Ciò che viene trasmesso <
Gesti, atteggiamenti, rituali, abilità
La cultura è fatta di atteggiamenti e di gesti. Essa c o m p o r t a tecniche corporee: q u a le c u r a del c o r p o ? C o m e l a v a r s i , p e t t i n a r s i , m a n t e n e r s i in salute? E o p p o r t u n o
sviluppare o conservare la p r o p r i a f o r m a fisica con esercizi?
Le b u o n e maniere vengono inculcate fin da piccoli. La vita quotidiana implica
u n a molteplicità di abilità generalmente m o d e s t e : la casalinga tradizionale scopa,
spolvera, lava i pavimenti, dà la cera al p a r q u e t , lava e stira il b u c a t o , m o n d a le verd u r e , cucina la c a r n e , lavora la p a s t a per i dolci, a p p a r e c c h i a , lava i piatti, e così
via. Al giorno d'oggi le macchine alleggeriscono solo in parte i compiti femminili.
N e i c a m p i e in u n a fattoria, è o p p o r t u n o sapere c o m e e q u a n d o a r a r e , erpicare, seminare, diserbare, raccogliere, e c o m e b a d a r e alle bestie: che cosa d a r e loro da m a n g i a r e , c o m e m u n g e r l e e aggiogarle. Nella fucina, bisogna a l i m e n t a r e il
fuoco, regolare e azionare il m a n t i c e , riconoscere dal colore del ferro riscaldato il
m o m e n t o giusto per l a v o r a r l o . Il m u r a t o r e s a g o m a le pietre, utilizza il filo a p i o m bo e la livella per costruire m u r i solidi, e i m p a s t a la calcina m e s c o l a n d o sabbia e
calce nella giusta p r o p o r z i o n e . L'operaio conciatetti riconosce a colpo d ' o c c h i o la
tegola fallata e la scarta.
Gesti e tecniche t r a m a n d a t i s o n o inscindibili dalle attrezzature concepite per
quello s c o p o e dagli utensili impiegati.
La geografia culturale
I gesti che si r i p e t o n o i n d e f i n i t a m e n t e senza m a i essere messi in discussione
finiscono per essere c o m p i u t i in m o d o m e c c a n i c o . Così la vita q u o t i d i a n a è inter a m e n t e p e r m e a t a di a u t o m a t i s m i : n o n c'è bisogno di fermarsi a riflettere, p e r c h é
è r i s a p u t o che cosa bisogna fare; si valuta la situazione a c o l p o d ' o c c h i o . Allora i
gesti c a m b i a n o significato e v e n g o n o eseguiti a un r i t m o a d a t t o al c o r p o : per esemp i o , nelle civiltà tradizionali succedeva che, al m o m e n t o della m i e t i t u r a , v e n i v a n o
chiamati dei musicisti per d a r e il t e m p o a tutti i l a v o r a t o r i .
La ripetizione p r e n d e a volte u n a c o l o r a z i o n e m o r a l e : il gesto trae il suo valore dal semplice fatto che è r i p e t u t o indefinitamente. D i v e n t a un rituale: t r a ciò
che viene t r a m a n d a t o di generazione in generazione, le sequenze così m e m o r i z z a te o c c u p a n o un p o s t o i m p o r t a n t e , n o n s o l a m e n t e nella vita religiosa. La vita familiare è scandita dai pasti in cui alla stessa ora tutti si s i e d o n o nello stesso ordine a t t o r n o al t a v o l o : le stesse p e r s o n e s e r v o n o o s p a r e c c h i a n o , i piatti si susseguono in sequenze identiche e gli stessi a r g o m e n t i a l i m e n t a n o le conversazioni, i c o m menti o le critiche. Il bisogno di rituali si fa sentire p e r s i n o nelle situazioni inedite:
ai m e m b r i di un g r u p p o occasionale, i c o m p a g n i di u n a gita per esempio, b a s t a n o
due o tre giorni per ritrovarsi in u n a disposizione a p a r t i r e da quel m o m e n t o fissa
sul p u l l m a n o al r i s t o r a n t e .
Conoscenze teoriche, norme astratte, sistemi religiosi o metafisici
Ciò che è t r a s m e s s o a p p a r t i e n e in b u o n a p a r t e alla categoria dei m o d i di vedere e
di dire. L ' a p p r e n d i m e n t o del m o n d o e della società avviene a t t r a v e r s o i sensi: la vista è essenziale per individuare gli oggetti e gli esseri nello spazio e localizzare i m o vimenti; l'udito conferisce u n a dimensione s o n o r a a l l ' a m b i e n t e , supplisce (in m o do imperfetto) alla vista per cogliere l'estensione, e colora la vita di m o m e n t i di arm o n i a , di e m o z i o n e , di t e r r o r e o di p a n i c o ; l ' o d o r a t o i n f o r m a sulle m a t e r i e (Dulau e Pitte, 1998) e si unisce al gusto per t r a s f o r m a r e il cibo e le b e v a n d e in piaceri.
La sensazione n o n è m a i p u r a : l'individuo vive in u n a società, usa un v o c a b o lario di forme e di colori che p r e d e t e r m i n a n o ciò che sente; egli percepisce il m o n do a t t r a v e r s o le griglie di lettura che ha r i c e v u t o . Il s u o s g u a r d o cerca di individ u a r e i f r a m m e n t i di i m m a g i n i evocate dalle p a r o l e che gli s o n o state trasmesse e
le costruzioni m e n t a l i che le c o m p l e t a n o . In q u e s t o m o d o la c u l t u r a diffonde t r a
gli u o m i n i r a p p r e s e n t a z i o n i collettive ( D e b a r b i e u x , 1 9 9 8 ) . Ciò che noi leggiamo
nel m o n d o e nella società è ciò che a b b i a m o i m p a r a t o a vedere in essi: lo enunciamo nei termini che c o n o s c i a m o . Alcune p e r s o n e s o n o più osservatrici e m o s t r a n o
u n o spirito più c u r i o s o : il l o r o s g u a r d o percepisce un n u m e r o m a g g i o r e di p a r t i colari e scopre configurazioni che agli altri sfuggono. Ma il m o d o in cui il c a m p o
visivo è e s p l o r a t o , i suoni analizzati e gli o d o r i richiamati alla m e n t e , p o r t a il seg n o di schemi c o m u n i .
La m a n i e r a in cui il reale viene colto riveste s e m p r e u n a d i m e n s i o n e sociale:
le r a p p r e s e n t a z i o n i che p r o v e n g o n o dalla collettività a i u t a n o gli u o m i n i a strutturare e a p e n s a r e il l o r o a m b i e n t e . Gli d a n n o un senso, ma spesso i m p e d i s c o n o loro di vedere alcuni dei suoi tratti (Bailly e Scariati, 1 9 9 0 ; H a n c o c k , 1 9 9 3 ; Abric,
1994; Bakhtin, 1929).
Comunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva e genesi delle culture
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Dalle r a p p r e s e n t a z i o n i si passa a insiemi di idee che o r g a n i z z a n o il m o n d o , a
concetti astratti, d u n q u e a teorie, che s o n o alla base del sapere.
O g n i cultura è caratterizzata da un sistema originale di r a p p r e s e n t a z i o n i e di
c o s t r u z i o n i intellettuali. C e r t a m e n t e ciò influenza l'affettività e l'attività. Per alcuni, il t u o n o che r i m b o m b a manifesta la collera degli dèi; per altri, si t r a t t a di un
f e n o m e n o elettrico da cui ci si p u ò proteggere c o n un p a r a f u l m i n e .
Riceviamo dal n o s t r o a m b i e n t e un sistema gerarchizzato di preferenze e di valori che detta il n o s t r o a t t e g g i a m e n t o e guida le n o s t r e scelte. Il bene e il m a l e , il
bello e il b r u t t o , ciò che è p e r m e s s o e ciò che è vietato, ciò che è saggio e ciò che è
sciocco v a r i a n o s e c o n d o le culture. M o l t i equivoci legati ad atteggiamenti di disprezzo o di rifiuto t r o v a n o in ciò la loro origine.
I valori si s t r u t t u r a n o in sistemi di credenze e di n o r m e astratte di c o m p o r t a m e n t o che r i e n t r a n o nel d o m i n i o della religione o della metafisica. Spesso le frontiere religiose t r a i p o p o l i s o n o quelle più evidenti.
Le ideologie p r e t e n d o n o di essere costruzioni laiche e razionali che d a n n o un
senso alla storia e g a r a n t i s c o n o l'ordine sociale e la felicità dei p o p o l i . M a l g r a d o
le l o r o pretese universalistiche, le ideologie s u s c i t a n o spesso p a s s i o n i e c h i u s u r e
p a r a g o n a b i l i a quelle originate dalle religioni.
La costruzione del reale da parte della cultura
Le categorie sociali, che ci s o n o familiari in q u a n t o conformi alle convenzioni e alle n o r m e della n o s t r a c u l t u r a , n o n s o n o universali. Il m o d o di definire i g r u p p i di
p a r e n t e l a , le responsabilità e i ruoli degli u o m i n i e delle d o n n e , l ' a u t o r i t à r i c o n o sciuta agli a n z i a n i o agli a d u l t i , la c o n d i z i o n e d e l l ' a d o l e s c e n z a e della g i o v e n t ù
v a r i a n o da un l u o g o all'altro. U n o dei c o m p i t i principali della geografia culturale
è quello di m o s t r a r e c o m e i sistemi di valori si manifestino a t t r a v e r s o articolazioni specifiche del sociale.
N e i paesi anglosassoni ci si a p p a s s i o n a per questo genere di analisi: in u n a raccolta di studi di geografia culturale (Anderson e Gale, 1 9 9 1 ) , i lavori r a g g r u p p a t i
r i g u a r d a n o s o p r a t t u t t o il m o d o in cui gli u o m i n i " c o s t r u i s c o n o geografie". I d u e
a u t o r i p a s s a n o q u i n d i in rassegna le identità di inclusione e di esclusione (si v e d a
a n c h e Sibley, 1 9 9 5 ) , i r a p p o r t i della cultura e del capitale, e quelli della cultura e
della n a t u r a , p e r c o n c l u d e r e sul m o d o in cui la t e r r a o g g i g i o r n o è c o m p r e s a (si
d o v r e b b e dire " c o s t r u i t a " ) nei g r u p p i dei raccoglitori e c a c c i a t o r i in A u s t r a l i a e
nell'America Settentrionale.
Similmente, in Maps of Meaning, Peter J a c k s o n (1989) si interessa al m o d o
in cui la razza, il sesso e la devianza, così c o m e le loro t r a d u z i o n i spaziali, s o n o dati sociali costruiti. A n c h e le suddivisioni dello spazio s o n o costruzioni sociali (Gregory, 1 9 9 4 ; Lewis e W i g e n , 1 9 9 7 ; Said, 1 9 7 7 e 1 9 9 3 ) .
Q u e s t i a p p r o c c i si b a s a n o g e n e r a l m e n t e sull'analisi dei discorsi che giustific a n o le categorie e le frontiere, e c o n o s c o n o un successo t a n t o più g r a n d e in q u a n to h a n n o spesso c o m e esito u n a visione " c r i t i c a " del reale, s o t t o l i n e a n o l'ingiustizia c o m p i u t a sulle d o n n e , sui giovani, sugli anziani e sulle m i n o r a n z e , o m o s e s s u a li o i m m i g r a t i . P r e n d o n o p e r ò in c o n s i d e r a z i o n e solo u n o degli aspetti della geo-
I La geografia culturale
grafia culturale, n o n d a n n o a b b a s t a n z a spazio alle pratiche e i g n o r a n o gli aspetti
materiali e le implicazioni biologiche dei fatti culturali. Q u e s t i a p p r o c c i c o l g o n o
gli aspetti geografici così come s o n o presentati dalle parole delle p e r s o n e , e n o n come il r i s u l t a t o del m o d e l l a m e n t o effettivamente o p e r a t o dai flussi di s c a m b i o e
dai fasci di relazioni istituzionalizzate.
> La memoria e le sue forme <
Nella m i s u r a in cui l'azione u m a n a n o n si basa d i r e t t a m e n t e sull'istinto, ma sull'istinto i r r e g i m e n t a t o , n o r m a l i z z a t o e canalizzato dalla c u l t u r a , essa s u p p o n e la m e m o r i z z a z i o n e di schemi di c o n d o t t a , di atteggiamenti, di p r a t i c h e e di conoscenze.
Le forme assunte dalla m e m o r i a s o n o molteplici.
Alcune p r o v e n g o n o da un a d d e s t r a m e n t o che induce nei nostri riflessi r i s p o ste più o m e n o a u t o m a t i c h e . Lo s c o p o n o n ha niente di intellettuale: p o s t o in certe circostanze, l'individuo reagisce senza b i s o g n o di decidere, i suoi gesti si concat e n a n o , la sua attenzione è libera di c o n c e n t r a r s i sui p u n t i i m p o r t a n t i della scena
per r i s p o n d e r e a d e g u a t a m e n t e alle sfide poste.
In m o l t i c a m p i , l'interiorizzazione di sequenze di gesti e la l o r o m e m o r i z z a zione fino al livello in cui d i v e n t a n o a u t o m a t i s m i i m p l i c a n o l ' a p p r e n d i m e n t o e la
ripetizione di esercizi semplici. Il b a m b i n o che i m p a r a a scrivere passa ore a m o dellare le lettere che gli v e n g o n o date da c o p i a r e . In seguito, la m e m o r i a utilizzata nella trasmissione della cultura si fa verbale. Ciò che si i m p a r a a m e m o r i a è m o l to e t e r o g e n e o : va dai p r o v e r b i , dai precetti m o r a l i o dalle regole di c o n d o t t a alla
t a v o l a delle a d d i z i o n i o delle moltiplicazioni, alle formule m a t e m a t i c h e o chimiche, alle leggi fisiche. In a l c u n e p o p o l a z i o n i in cui le s t r u t t u r e e l e m e n t a r i di p a rentela (si veda il c a p i t o l o 5) s o n o essenziali, i b a m b i n i r e c i t a n o senza esitazioni
la loro genealogia fino a dieci o quindici generazioni. Altrove s o n o i miti, i racconti
di f o n d a z i o n e o le storie a essere trasmessi fedelmente.
Per a i u t a r e la m e m o r i a ci si avvale delle p r o p r i e t à r i t m i c h e della lingua: ciò
che è espresso in versi è più facile da ricordare. Nelle società in cui si ignora la scritt u r a , la capacità m e n t a l e di registrare è coltivata a un livello per n o i sbalorditivo:
esistono p e r s o n e in g r a d o di ripetere p a r o l a per p a r o l a lunghi messaggi i m p a r a t i
in poco tempo.
Il peso d a t o alla m e m o r i a diminuisce c o n la scrittura: a che p r ò caricarsi di genealogie a n o n finire q u a n d o esistono i relativi d o c u m e n t i da consultare? I miti sono preservati perfettamente q u a n d o s o n o scritti. N e s s u n o è più capace di assimilare i s t a n t a n e a m e n t e lunghi testi: per c o m u n i c a r e messaggi complessi è più facile
scrivere, telefonare o spedire un fax.
La m e m o r i a visiva richiede, p e r potersi sviluppare, u n a vera e p r o p r i a "ginnastica dello s g u a r d o " che p u ò fare affidamento su processi verbali, che insegnano a frazionare il c a m p o visivo, a p e r c o r r e r l o in un certo o r d i n e , a individuare diComunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva e genesi delle culture I
rezioni s t r u t t u r a n t i . Ma è d i s e g n a n d o che si fissa meglio ciò che si vede, al p u n t o
di riuscire a ricostruire a m e m o r i a i visi di cui si è fatto u n o schizzo e i paesaggi fissati sul foglio.
Alla m e m o r i a viva soggettiva dei riflessi acquisiti, delle p a r o l e e delle i m m a gini, si a g g i u n g o n o le m e m o r i e m o r t e oggettive. Le indicazioni funzionali da ric o r d a r e s o n o inscritte negli utensili, nelle case e nei paesaggi, poiché s o n o stati concepiti per d e t e r m i n a t i usi. La f o r m a della falce g u i d a i gesti del f a l c i a t o r e e gli
suggerisce l a l e n t a o s c i l l a z i o n e a s i m m e t r i c a del c o r p o che p e r m e t t e d i t a g l i a r e
l'erba o il g r a n o c o n un solo m o v i m e n t o su un a r c o di circonferenza di circa d u e
metri di raggio.
Gli oggetti n o n s o n o s e m p l i c e m e n t e dei s u p p o r t i della m e m o r i a funzionale.
Essi a s s u m o n o spesso u n a valenza simbolica: p r i m a di avere a disposizione il rit r a t t o o la fotografia d e l l ' a m a t a , si custodiva u n a sua ciocca di capelli. Gli altari,
i templi, le vie crucis r i c o r d a n o gli spiriti invisibili che p o p o l a n o il m o n d o , o il dio
che presiede al suo destino. Si e r i g o n o m o n u m e n t i c o m m e m o r a t i v i .
Tuttavia, la m e m o r i a si oggettiva v e r a m e n t e solo c o n la scrittura e con lo svil u p p o del disegno, della p i t t u r a e dei mezzi di r i p r o d u z i o n e . La c u l t u r a di un g r u p po n o n si c o n f o n d e c o n la s o m m a delle conoscenze e delle pratiche che le p e r s o n e
h a n n o p r e s e n t e nella l o r o m e m o r i a in q u e s t o istante - un insieme r e l a t i v a m e n t e
fragile e l i m i t a t o . Implica a n c h e t u t t o il sapere latente d e p o s i t a t o nei libri (Moles,
1 9 6 7 ) , e che è possibile ravvivare in qualsiasi m o m e n t o .
Le acquisizioni dell'antichità s o n o state disperse all'epoca delle g r a n d i invasioni, ma s o n o resuscitate e s o n o t o r n a t e a essere u n a delle c o m p o n e n t i vitali della cultura in occasione dei m o v i m e n t i di r i t o r n o al m o n d o a n t i c o : al t e m p o di Carlo M a g n o , nel XII e nel XIII secolo, e s o p r a t t u t t o nel R i n a s c i m e n t o , diffuse dagli
a m b i e n t i u m a n i s t i dal X I V secolo.
A c o n t a t t o di civiltà che d i s p o n g o n o della scrittura, le società a trasmissione
orale si modificano: i loro m e m b r i i m p a r a n o ad appoggiarsi a d o c u m e n t i elaborati
e conservati da altri p e r consolidare la p r o p r i a influenza o accedere al p o t e r e (Amselle, 1 9 9 0 ) .
Le m e m o r i e oggettive s o n o m o l t o diverse nei loro s u p p o r t i e nei segni e simboli che u t i l i z z a n o . I progressi d e l l ' i n f o r m a t i c a p e r m e t t o n o t u t t a v i a di m i s u r a r e
meglio ciò che h a n n o in c o m u n e . I p r o c e d i m e n t i di classificazione binaria h a n n o
applicazioni universali: t r a d u c o n o la voce, la m u s i c a t a n t o q u a n t o le i m m a g i n i . Le
possibilità a p e r t e così dalla tecnica h a n n o implicazioni geografiche n o t e v o l i . Le
m e m o r i e oggettive t r a d i z i o n a l i e r a n o m o b i l i , m a o c c o r r e v a u n c e r t o t e m p o p e r
inviare da un p o s t o all'altro u n a lettera, un libro, u n a carta, un disegno o u n o spartito musicale (Moles, 1 9 6 7 ) . La conservazione dei d o c u m e n t i implicava l'esistenza di edifici conformi alla loro n a t u r a : c'era bisogno di musei e di gallerie, oltre che
di biblioteche.
Le n u o v e tecnologie r e n d o n o il c o n t e n u t o delle m e m o r i e oggettive s e m p r e più
facilmente comunicabile a lunga distanza e con s e m p r e m a g g i o r velocità: in q u e sto m o d o è possibile t r a s m e t t e r e i m m e d i a t a m e n t e t a n t o testi q u a n t o i m m a g i n i e
suoni. La geografia culturale ne è coinvolta nel p r o f o n d o .
I La geografia culturale
> I codici, le regole e la plasticità della cultura <
La cultura come insieme di codici e di regole
I progressi registrati nei c a m p i dell'informazione e della c o m u n i c a z i o n e p e r m e t t o no di cogliere i diversi gradi di difficoltà di trasmissione delle abilità e delle c o n o scenze dovuti al c o n t e n u t o e ai s u p p o r t i che le ricevono. Allo stesso m o d o , chiariscono la n a t u r a p r o f o n d a della c u l t u r a (Leach, 1 9 7 6 ) .
Tutti gli elementi trasmessi n o n si t r o v a n o sullo stesso p i a n o . Per p r i m a cosa,
gli u o m i n i i m p a r a n o dei codici. Q u e s t i sistemi p e r m e t t o n o di a n n o t a r e le informazioni di un certo tipo e, a p p l i c a n d o le loro particolari regole di c o m p o s i z i o n e ,
di generare messaggi. La linguistica p u ò servire da modello: la lingua è fatta di suoni unici e distinti (i fonemi). Q u e s t i si c o m b i n a n o in p a r o l e (i lessemi). A p a r t i r e
dalle p a r o l e , le regole g r a m m a t i c a l i p o r t a n o a frasi ( c o m p o s t e da sintagmi) i cui
contenuti e sensi v a r i a n o all'infinito. La struttura di fonemi, lessemi e sintagmi permette di formulare messaggi il cui senso è chiaro a tutti c o l o r o che p o s s i e d o n o le
stesse chiavi interpretative. La cultura ci viene trasmessa, ma non ci c o n d a n n a alla r i p r o d u z i o n e indefinita di enunciati prestabiliti, di atteggiamenti acquisiti.
I codici r e n d o n o trasmissibili le informazioni e le s t r u t t u r a n o in un m o d o che
non solo p o s s o n o descrivere ciò che esiste, ma a n c h e essere applicate a situazioni
n u o v e o i m m a g i n a r i e . Il fatto che gli uomini siano inseriti in una c o n t i n u i t à e siano s e m p r e degli eredi n o n li priva di creatività. I codici che p a d r o n e g g i a n o perm e t t o n o loro di classificare e d a r e un n o m e agli esseri e alle p i a n t e , ai m a n u f a t t i e
alle p e r s o n e , e di cogliere c o m e si c o m b i n a n o o si t r o v a t o connessi per ragioni fisionomiche o genealogiche. In questo m o d o gli uomini i m p a r a n o a organizzare l'esperienza, a cogliere regolarità o r a p p o r t i sequenziali o causali, a m o d e l l a r e utensili e a s t r u t t u r a r e le relazioni u m a n e .
La lingua è un codice che permette di esprimere un n u m e r o illimitato di altri
codici, in particolare tecniche: la loro trasmissione c il loro uso s o n o perciò legati
ai mezzi verbali di espressione. La resistenza dei patois all'unificazione linguistica
d u r a finché s o n o indispensabili all'utilizzo delle tecniche tradizionali. Essi s c o m p a i o n o con la diffusione degli strumenti industriali m o d e r n i (Trochet, 1 9 9 3 ) .
Q u a n d o alcune popolazioni r i c o r r o n o a due lingue, n o n le utilizzano nelle stesse circostanze, poiché n o n s o n o u g u a l m e n t e a p p r o p r i a t e a esprimere certi registri,
d a t o il loro g r a d o di evoluzione e i livelli sociali di c o l o r o che le p a r l a n o maggiorm e n t e . Nel Q u e b e c dell'inizio del XX secolo, il francese serviva in famiglia, per la
cucina e la vita religiosa, ma era in inglese che si parlava di p r o b l e m i tecnici e che
si svolgeva gran p a r t e della vita pubblica. Per designare queste situazioni si parla
di diglossia (Breton, 1 9 7 4 ; L a p o n c e , 1 9 8 4 ) .
Creazione e cambiamento
La n a t u r a delle culture fa sì che le società n o n siano mai statiche: l'essenziale di ciò
che gli uomini h a n n o ricevuto in eredità ha c o m e giustificazione p r i m a quella di
permettere loro di c o n t i n u a r e a esistere in un a m b i e n t e in c o n t i n u o c a m b i a m e n t o .
Comunicazione, trasmissione dell'esperienza collettiva e genesi delle culture
I codici che p a d r o n e g g i a n o e le regole che applicano d a n n o l o r o , nella maggior parte dei casi, i mezzi p e r affrontare l ' i m p r e v i s t o . A p a r t i r e dagli stessi e l e m e n t i di
base, il n u m e r o delle c o m b i n a z i o n i possibili è quasi infinito e le strategie possibili
moltissime. Il processo di creazione è perciò intrinseco a t u t t e le c u l t u r e . Ma finché i p r o b l e m i r e s t a n o familiari, le t r a s f o r m a z i o n i si c o m p i o n o senza che la gente
a b b i a l'impressione di vivere in un m o n d o che c a m b i a : le p e r s o n e p a d r o n e g g i a n o
s e m p r e gli stessi codici e a p p l i c a n o le stesse regole. Il fatto di conformarcisi in t u t t o e p e r t u t t o n o n i m p e d i s c e l ' i n n o v a z i o n e : colui che c o n o s c e m e g l i o l'insieme
delle g r a m m a t i c h e e delle c o m b i n a z i o n i in circolazione in un certo a m b i e n t e ha le
migliori possibilità di sfruttarle in m o d o originale.
Le culture spesso fanno m o s t r a di un elevato livello di plasticità: niente riesce a
frenare l'inglobamento di elementi nuovi finché questi si presentano c o m e sostituti o
complementi di quelli già esistenti. Il vocabolario si arricchisce ed evolve. Le griglie
di classificazione applicate al m o n d o si t r a s f o r m a n o . N u o v e sequenze causali s o n o
messe in evidenza e p e r m e t t o n o di trarre un maggiore profitto dall'ambiente.
I codici e le regole in vigore, p e r ò , n o n p e r m e t t o n o di affrontare t u t t o . Arriva
un m o m e n t o in cui le pratiche v e n g o n o m e n o , cosa che c o m p o r t a un riesame delle condizioni in cui s o n o state e l a b o r a t e e in cui si a p p l i c a n o . Un c a p o v o l g i m e n t o
del gioco intellettuale, dei valori e dei sistemi di credenze p u ò i m p o r s i per affront a r e quelle difficoltà che i codici e le regole in vigore n o n p e r m e t t o n o di s u p e r a r e
(per un esempio nel c a m p o scientifico, K u h n , 1 9 6 2 ) . In q u e s t o m o d o la messa in
questione p u ò essere c a u s a t a da c o l o r o il cui mestiere è riflettere sulle prescrizioni
della m o r a l e e sui l o r o f o n d a m e n t i (preti, filosofi, giuristi). Le c u l t u r e si trasform a n o così secondo i due m o d i dell'evoluzione o del c a m b i a m e n t o r e p e n t i n o : il m u t a m e n t o o la rivoluzione.
64
La geografia culturale
Capitolo 4
Una geografia della natura umana
La c u l t u r a esiste solo grazie agli individui, ai quali è trasmessa fin dall'infanzia; essi la utilizzano, l'arricchiscono, la t r a s f o r m a n o e la diffondono a loro volta. Senza la cultura s a r e b b e r o disorientati: l'istinto n o n b a s t a a guidarli; u o m i n i e d o n n e
s o n o a u t o n o m i , m a n o n p o s s o n o vivere senza gli altri. H a n n o b i s o g n o d i a r m i
per proteggersi e per cacciare, di utensili per p r o d u r r e , costruire a b i t a z i o n i e vestirsi. Il linguaggio p e r m e t t e l o r o di c o m u n i c a r e .
Per l'individuo la cultura è u n a realtà dinamica: lo lega al p a s s a t o , poiché è eredità e inserisce l'esperienza in u n a t r a d i z i o n e . Essa si n u t r e dell'esperienza q u o t i diana, sfrutta le o p p o r t u n i t à che si p r e s e n t a n o e si trasforma di fronte alle asperità
del reale e alle difficoltà della vita. Ma è a n c h e proiezione nel futuro: p e r m e t t e la
costruzione di orizzonti delle attese che custodiscono le speranze e le aspirazioni di
o g n u n o ; queste d a n n o un significato all'esistenza dell'individuo e a quella di tutti
coloro che lo c i r c o n d a n o , f o r m a n d o la società di cui ci si sente m e m b r i .
> La cultura e le tappe della vita <
Per l'individuo la cultura è innanzi tutto eredità (Stoetzel, 1963). Ciascuno e esposto in un m o d o particolare agli atteggiamenti e ai valori dell'ambiente in cui si t r o va, li riceve in una forma diversa e sempre nuova perché non vive nella stessa famiglia, circondato dalle stesse persone, nello stesso periodo e nelle stesse circostanze.
All'interno del focolare d o m e s t i c o , il figlio m i n o r e non si trova nelle medesime condizioni del m a g g i o r e : la m a d r e e il p a d r e lo h a n n o a v u t o q u a n d o e r a n o più
anziani, vive s o t t o lo s g u a r d o dei fratelli e delle sorelle, che lo viziano e a volte s u p pliscono a genitori t r o p p o indulgenti. O g n u n o fa così un'esperienza diversa della
c u l t u r a , legata agli episodi della sua esistenza (gli studi di Time Geography illus t r a n o a m p i a m e n t e q u e s t o p u n t o : H à g e r s t r a n d , 1 9 7 0 ; Carlstein, 1 9 7 8 ) .
Tuttavia ci s o n o delle costanti: gli orizzonti di vita, gli ambienti frequentati, i
c o n t a t t i possibili c a m b i a n o con l'età e, allo stesso m o d o , le fonti di informazioni
culturali e v o l v o n o .
Una geografia della natura umana
:
65
La prima infanzia
Per a n n i il cucciolo d ' u o m o ha b i s o g n o per sopravvivere della p r o t e z i o n e e dell'ed u c a z i o n e dei genitori. Tutti i suoi sensi allertati gli p e r m e t t o n o di esplorare l'ambiente: vedere e riconoscere le p e r s o n e e gli oggetti, ciò che è accessibile e ciò che
è l o n t a n o , distinguere gli o d o r i , i gusti più o m e n o piacevoli, il c a l d o e il freddo, il
m o r b i d o e il r u v i d o , udire le voci e identificare i r u m o r i .
D o p o il p r i m o strillo che dà il via alla respirazione, il p r o b l e m a è innanzi tutto stabilire i m o l t e p l i c i l e g a m i biologici c o n l ' a m b i e n t e , i n d i s p e n s a b i l i alla sop r a v v i v e n z a . Il b a m b i n o n o n è g u i d a t o d a l l ' i s t i n t o . Fin d a l l ' i n i z i o , l ' a p p r e n d i m e n t o a m b i e n t a l e è socializzato. La m a d r e gli insegna i ritmi q u o t i d i a n i della veglia e del s o n n o , il g i o r n o e la n o t t e . A b i t u a il s u o b i m b o a indossare abiti che lo
p r o t e g g a n o dalle intemperie e, s o p r a t t u t t o , lo n u t r e .
La m o b i l i t à delle m a n i a n n u n c i a m o l t o p r e s t o la d o p p i a funzione del gesto:
gesto tecnico (afferrare, gettare, r o m p e r e ) e codice gestuale. C a m m i n a r e è u n a tappa i m p o r t a n t e e l'esplorazione del m o n d o è affascinante e piena di pericoli: bisog n a t o c c a r e , succhiare, a r r a m p i c a r s i . N e l suo universo si configura un manicheis m o elementare: piacere e d o l o r e , bene e m a l e , lecito e illecito.
L'imitazione p e r m e t t e ben presto al b a m b i n o di acquisire le tecniche gestuali
necessarie: tenere il cucchiaio, scendere le scale; lo stesso vale per i codici di espressione c o r p o r e a : il dito per indicare le cose, la m a n o per evitare di c a d e r e , per chiam a r e , a volte per m i n a c c i a r e . Il m o v i m e n t o è quasi s e m p r e a c c o m p a g n a t o da parole che designano oggetti e azioni. La lingua u s a t a in famiglia entra così nella prodigiosa m e m o r i a del b a m b i n o .
In seno al g r u p p o familiare, il b i m b o i m p a r a che n o n è solo. Il calore degli altri rafforza il s u o senso di sicurezza e gli fa a m m e t t e r e la sua d i p e n d e n z a . N o n si
p u ò fare e dire q u a l u n q u e cosa. Il piccolo g r u p p o familiare è o r g a n i z z a t o gerarc h i c a m e n t e : in cima ci s o n o il p a d r e e la m a d r e , o g n u n o dei quali ha il s u o domin i o . Affinché il sistema funzioni in m o d o a r m o n i c o c'è t u t t o un codice di gesti, di
a t t e g g i a m e n t i , d i f o r m u l e p a r l a t e che v a a s s i m i l a t o . «Tendi l a m a n o , d i ' b u o n g i o r n o , di' grazie alla m a m m a ! Stai s e d u t o dritto!»
Lo spazio sociale è limitato (la famiglia), e a n c h e quello territoriale (le m u r a
di casa), ma e n t r a m b i costituiscono un nucleo p e r m a n e n t e , che si arricchisce e risveglia la c u r i o s i t à p e r ciò c h e si s c o p r e d u r a n t e u n a p a s s e g g i a t a o g u a r d a n d o
fuori della finestra.
L'infanzia
Fino all'età di cinque o sei a n n i la trasmissione delle conoscenze avviene per imit a z i o n e e p e r p e r m e a z i o n e (Gurevitz, 2 0 0 1 ) . La capacità di m a n t e n e r e desta l'att e n z i o n e del b a m b i n o n o n è a n c o r a sufficiente per i m p o r g l i sforzi p r o l u n g a t i . Il
gioco resta u n o dei mezzi privilegiati di interiorizzazione delle regole: il b a m b i n o
familiarizza con i ruoli sociali; di volta in volta è il p a p à o la m a m m a , il d o t t o r e ,
l'infermiera o la c o m m e s s a del negozio. I m p a r a m o l t o p r e s t o a mettersi nei p a n n i
di chi imita, r i p r o d u r n e alcune frasi, c o p i a r n e certi atteggiamenti. Le d o m a n d e che
il b a m b i n o p o n e a se stesso e agli altri d i v e n t a n o allora i n n u m e r e v o l i , ma il m o -
66
La geografia culturale
m e n t o dei grandi interrogativi sul senso della vita n o n è a n c o r a arrivato. La scuola
apre nuovi orizzonti. Si lascia il focolare d o m e s t i c o , soli o con la complicità di un
a m i c o . Il tragitto verso la scuola è un n u o v o territorio di cui ci si a p p r o p r i a , un territorio di libertà tra due luoghi di costrizione. La scuola è un'esperienza di socializzazione più a m p i a , fatta di i n c o n t r o con i c o e t a n e i , amicizia e a n c h e rivalità,
giochi a n o n finire. Consiste s o p r a t t u t t o in un a p p r e n d i m e n t o sistematico di abilità precise e complesse: maneggiare il righello e il c o m p a s s o e i m p a r a r e a leggere e a
scrivere, cosa che a p r e e n o r m i possibilità di c o m u n i c a z i o n e e di conoscenza.
Una m a g g i o r e differenza c u l t u r a l e esiste tra le società in cui tutti i b a m b i n i
v a n n o a scuola e quelle in cui q u e s t o privilegio s p e t t a s o l o a u n a piccola p a r t e
della p o p o l a z i o n e . Per i primi, gli orizzonti spaziali e intellettuali della cultura sono immensi; per gli altri, restano limitati alla famiglia, anche allargata, e a una cerchia ristretta di individui.
L'adolescenza
L'adolescenza costituisce un m o m e n t o decisivo nell'evoluzione dei r a p p o r t i tra individuo e cultura (Erikson, 1 9 7 2 ) . Ciò che si chiede al b a m b i n o è parlare c o m e fanno tutti, a c c u m u l a r e conoscenze, i m p a r a r e a utilizzare le abilità e a rispettare regole e b u o n e m a n i e r e . L ' a u t o n o m i a reale cresce a t t r a v e r s o q u e s t o p r o g r e s s o , ma il
b a m b i n o n o n è mai a b b a n d o n a t o a se stesso: i suoi genitori, i suoi maestri, i suoi
modelli, spesso chi è più g r a n d e di lui, in certi casi t u t t o il vicinato, h a n n o il diritto e il dovere di c o n t r o l l a r e i suoi c o m p o r t a m e n t i , che cosa dice e che cosa fa, di
r i m p r o v e r a r l o o di consigliarlo.
Arriva il m o m e n t o in cui ciò che ci si aspetta dai giovani c a m b i a : d e v o n o farsi carico delle loro azioni. Invece di essere guidati dall'esterno, d e v o n o assumersi
le loro responsabilità: o r m a i spetta a l o r o m e t t e r e in pratica i codici di c o n d o t t a
che h a n n o a p p r e s o p o c o per volta. Le regole d e v o n o essere interiorizzate, servire
di riferimento e g u i d a r e le scelte di fronte ai p r o b l e m i che s o r g o n o . Il b a m b i n o non
è a n c o r a un m e m b r o attivo della società: lo sarà più t a r d i . L'adolescente si p r e p a ra all'azione; p a r t e n d o da ciò che ha ricevuto, crea il suo avvenire: vive per anticipazione; la cultura gli serve per p r o g e t t a r e .
Per l'adolescente che n o n ha c o n o s c i u t o la scuola, spesso l ' a p p r e n d i s t a t o di
una professione avviene in famiglia. La figlia deve p r e p a r a r s i , a c c a n t o alla m a d r e ,
ai compiti pratici e m a t e r n i del nucleo familiare. Il figlio, c o m e il p a d r e , diventerà
agricoltore, falegname o meccanico.
La s c r i t t u r a e la c o n o s c e n z a dei n u m e r i s o n o stati p e r m o l t o t e m p o a p p a n naggio di u n a m i n o r a n z a c a p a c e di m o n o p o l i z z a r e il p o t e r e religioso e quello p o litico e di d o m i n a r e il c o m m e r c i o . Oggi tutti gli adolescenti h a n n o la fortuna di essere scolarizzati e di accedere a u n a cultura complessa, intellettuale o tecnica che
sia. Per loro, l'orizzonte delle attese non è quello di p o r t a r e avanti la fattoria o il
l a b o r a t o r i o di p a p à . Le possibilità e i desideri si m o l t i p l i c a n o , ma n o n tutti p o s s o no diventare c a m p i o n i sportivi, indossatori, premi N o b e l o primi ministri. Il tempo delle scelte e anche quello dei tormenti e, a volte, delle disillusioni. L'adolescenza
n o n è un p e r i o d o facile.
Una geografia della natura umana
67
Alle questioni materiali, legate al p o s t o che nel futuro l ' a d u l t o avrà nella società lavorativa, si a g g i u n g o n o i p r o b l e m i p r i m o r d i a l i delle relazioni t r a i sessi e
del m a t r i m o n i o , che h a n n o u n a d i m e n s i o n e culturale m o l t o forte, di o r d i n e religioso. I divieti s o n o n u m e r o s i . Le regole dei legami, le e n d o g a m i e strette c r e a n o tra
i giovani frontiere p r a t i c a m e n t e invalicabili.
Il t e m p o dei sogni n o n è a n c o r a finito: gli impegni ai quali si p r e p a r a l'adolescente n o n s o n o s e m p r e definitivi; è possibile i m m a g i n a r e n u o v i o r i e n t a m e n t i .
Resta la possibilità di giocare sul senso da d a r e alla vita. Le responsabilità s o n o vicine, ma n o n s o n o a n c o r a schiaccianti. L'adolescenza è un m o m e n t o difficile perché è quello dei d u b b i , ma l'aspettativa ha un tale fascino che a volte si esita a ent r a r e nella vita a d u l t a .
Continuità e messa in discussione nell'età adulta
Gli studi, il servizio militare e l'ingresso nella vita attiva c o m p o r t a n o c a m b i a m e n ti p r o v v i s o r i o definitivi di d o m i c i l i o , e n u o v i tipi di s p o s t a m e n t i p e r i o d i c i . La
mobilità e gli orizzonti degli u o m i n i s o n o diversi da quelli delle d o n n e : in m o l t e società, gli s p o s t a m e n t i di queste ultime s o n o controllati, a volte ostacolati da regole e molteplici divieti. Per l o r o spesso il c a m b i o di domicilio, legato all'inseriment o i n u n a n u o v a c o m u n i t à , giunge insieme a l m a t r i m o n i o . Pur essendo m e n o m o bili, le d o n n e f a n n o più spesso degli u o m i n i l'esperienza d e l l ' a l l o n t a n a m e n t o da.
l o r o a m b i e n t e e dello stabilirsi l o n t a n o dalla cerchia delle relazioni intessute fin
dall'infanzia. Di conseguenza il l o r o r u o l o nella diffusione culturale è sovente essenziale - si pensi a t u t t o ciò che le regine di Francia di origine italiana, Caterina
e M a r i a d e ' M e d i c i , h a n n o p o r t a t o s p o s t a n d o s i d a u n paese all'altro!
Al di fuori dei p e r i o d i di g u e r r a , la vita d e l l ' a d u l t o si t r o v a p i u t t o s t o sotto il
segno della c o n t i n u i t à che s o t t o quello delle crisi e dei c a p o v o l g i m e n t i . La personalità dell'adolescente ha finito di affermarsi nel m o m e n t o in cui a p p r o d a all'università o e n t r a nella vita a t t i v a . N o n s o g n a p i ù ciò c h e farà nella vita: compie
scelte decisive, l'universo delle possibilità che gli si schiudeva si è progressivamente r i d o t t o . Il futuro n o n è m a i c o m p l e t a m e n t e chiuso, ma ciascuno deve aggiustarsi
c o n le conoscenze che ha acquisito, le abilità che p a d r o n e g g i a , le relazioni che ha
saputo mantenere.
I r a p p o r t i d e l l ' a d u l t o c o n la c u l t u r a ricevuta e assimilata s o n o diversi da quelli del b a m b i n o e dell'adolescente. H a n n o innanzi t u t t o u n a d i m e n s i o n e pratica: è
necessario affrontare difficoltà, a d e g u a r e la p r o d u z i o n e , r i g u a d a g n a r s i u n a clientela, farsi accettare da chi si frequenta; è o p p o r t u n o p e n s a r e ai bisogni della famiglia e fare attenzione all'educazione dei figli. La c u l t u r a n o n serve più a costruire
g r a n d i progetti, a orientare la vita in un senso o nell'altro. Ce ne si avvale per risolvere p r o b l e m i precisi, affrontare scadenze a cui è impossibile sottrarsi e trovare, in m e z z o a possibilità delle quali n e s s u n a s e m b r a soddisfacente, la più adatta
ai p r o p r i interessi e alle p r o p r i e esigenze.
La c u l t u r a si a d e g u a a q u e s t o gioco, si modifica, assume u n a d i m e n s i o n e empirica. I princìpi a volte finiscono per essere sacrificati; i risultati c o n t a n o più de.
m o d o di ottenerli. La t r a s f o r m a z i o n e n o n è p e r ò t o t a l e : si resta fedeli a molti va-
68
La geografia culturale
lori dell'adolescenza; c a m b i a il m o d o di metterli in p r a t i c a . In politica si diventa
m e n o radicali: si sa che vi s o n o c o m p r o m e s s i necessari. I p r o g r a m m i dei partiti m o derati s e m b r a n o soddisfacenti perché realizzabili, m e n t r e quelli degli schieramenti per cui il bisogno di purezza prevale p e r d o n o la loro a t t r a z i o n e , perché m a n c a
loro il senso del possibile.
L'adulto c o n t i n u a ad arricchire la p r o p r i a cultura c o n ciò che i m p a r a leggend o , v i a g g i a n d o e l a v o r a n d o , ma il t e m p o dell'acquisizione sistematica è, in linea di
m a s s i m a , p a s s a t o . Ciò che c o n t a è fare un uso efficace, e perciò creativo, di ciò che
si conosce già, ma a n c h e di r e n d e r l o proficuo p e r gli altri. L'adulto sa di avere la
responsabilità di f o r m a r e i figli, di t r a s m e t t e r e loro ciò che sa, di metterli in cont a t t o c o n chi è meglio p r e p a r a t o per insegnare conoscenze complesse o d i m o s t r a
un rigore che i n d u c e rispetto e spinge all'imitazione. A n c h e accedere ai c o n s u m i
culturali qualificanti è u n a p r e o c c u p a z i o n e dell'età a d u l t a .
La vecchiaia
Arriva il m o m e n t o in cui la p a r t e c i p a z i o n e alla vita attiva diminuisce. Si lascia la
p r o p r i a i m p r e s a , si va in p e n s i o n e , ci si ritira. R e s t a n o solo i c o m p i t i domestici,
quelli che a s s i c u r a n o l ' a u t o n o m i a della vita q u o t i d i a n a ed evitano la d i p e n d e n z a .
La mobilità, forte nel corso dell'età a d u l t a , si restringe, le z o n e facilmente accessibili d i v e n t a n o più limitate (Rowles, 1 9 7 8 ) .
Q u a n d o il t e m p o che resta da vivere diminuisce, le p r e o c c u p a z i o n i c a m b i a n o . E più difficile impegnarsi a f o n d o in progetti a l u n g o t e r m i n e : n o n li si p o t r à
più p o r t a r e a b u o n fine, toccherà ad altri farlo. Persino p r i m a che cessi la partecipazione attiva alla vita, c a m b i a lo spirito c o n cui si c o n d u c e l'esistenza. I c o n s u m i
culturali spesso sostituiscono i c o m p o r t a m e n t i creativi.
Si vive p e r p r o c u r a q u a n d o n o n si p u ò p i ù farlo per a n t i c i p a z i o n e e n o n si
gode più dei piaceri legati all'azione p e r s o n a l e . L'interesse si sposta verso i figli, i
nipotini o altri giovani: li si ascolta, li si aiuta, li si incoraggia, e l o r o s o n o felici di
essere alleggeriti da certi compiti; le giovani coppie, per esempio, a p p r e z z a n o il fatto di avere q u a l c u n o cui affidare i b a m b i n i . Q u e s t i s o n o m o d i positivi di vivere la
vecchiaia. Ma molti n o n s a n n o o n o n riescono a t r o v a r e le o p p o r t u n i t à di p r o l u n gare la loro giovinezza per interposta p e r s o n a . V i v o n o nel r i c o r d o dei giorni felici
o r i m u g i n a n d o i m o m e n t i difficili che h a n n o s e g n a t o la l o r o esistenza.
Nella m i s u r a in cui n o n è più r a p p o r t a t a ai p r o b l e m i della vita attiva, la cult u r a di cui le p e r s o n e s o n o custodi smette di doversi a d e g u a r e ed evolvere. Spesso
c'è un r i t o r n o ai valori della giovinezza, che n o n e r a n o stati dimenticati, ma che
a v e v a n o d o v u t o s c e n d e r e a p a t t i c o n le necessità dell'esistenza. Q u a n d o n o n ci
s o n o più decisioni p e r s o n a l i da p r e n d e r e , interessi c o n t r a d d i t t o r i da conciliare, è
più facile appellarsi a g r a n d i princìpi. Si i m p o n e l'idea che ciò che o c c o r r e i m p e r a t i v a m e n t e t r a s m e t t e r e a i g i o v a n i s o n o l e r e g o l e della m o r a l e , quelle che t r a s p a i o n o m a l e all'esame del c o m p o r t a m e n t o degli adulti, ma senza le quali l'ordine sociale sarebbe c o m p r o m e s s o e la vita d e g r a d a t a .
Il sentimento della m o r t e , di ciò che accadrà in quel m o m e n t o o d o p o , pesa ogni
istante; cresce il p o s t o riservato alla religione, alla riflessione e alla meditazione.
Una geografia della natura umana
Gli itinerari individuali si inseriscono in u n a logica dell'esistenza che spiega i
r a p p o r t i mutevoli m a n t e n u t i grazie alla cultura: all'inizio n u t r e l'essere, lo aiuta ad
assimilare conoscenze, abilità, princìpi e valori, e contribuisce a d o t a r e ciascuno di
u n a p e r s o n a l i t à , a dargli u n ' i d e n t i t à . La c u l t u r a smette allora di essere semplicem e n t e eredità: diventa p r o g e t t o , orienta l'esistenza, le dà un senso e guida l'azione individuale. Ben presto arriva il m o m e n t o in cui ciò che si t r a s m e t t e è più imp o r t a n t e di ciò che si riceve - e in cui si p r e n d e consapevolezza delle responsabilità che ciò implica. A p a r t i r e da u n a certa età, la c u l t u r a n o n ha p i ù lo stesso sens o , p o i c h é n o n si p a r t e c i p a p i ù alla vita a t t i v a se n o n a t t r a v e r s o i r i c o r d i o p e r
p r o c u r a . L'idea di avere delle responsabilità nella trasmissione delle esperienze acquisite n o n s c o m p a r e , ma si inserisce in un altro registro, quello della nostalgia del
p a s s a t o e del r i t o r n o ai vecchi principi della m o r a l e e della religione.
I riti di passaggio
Affinché u n a cosa a b b i a u n a realtà sociale, n o n b a s t a che esista o g g e t t i v a m e n t e ,
che possa essere osservata: è necessario che venga accettata c o m e legittima, che sia
istituita. Per g o d e r e della pienezza del p r o p r i o essere, l'individuo deve perciò essere r i c o n o s c i u t o dalla società; il suo p e r c o r s o è q u i n d i costellato da riti che conferiscono solennità alle t a p p e della vita, ufficializzano il passaggio da u n a categoria all'altra e s o t t o l i n e a n o la successione dei ruoli che d o v r à r i c o p r i r e e delle responsabilità che ne c o n s e g u o n o (van G e n n e p , 1909) [tabella 4.1).
La nascita è s e m p r e c i r c o n d a t a o seguita da u n a spettacolarizzazione che d o ta l'individuo biologico a p p e n a a r r i v a t o di u n a posizione ufficiale. In u n a società
laica, il n e o n a t o riceve un n o m e registrato all'anagrafe; i cristiani lo b a t t e z z a n o e
la circoncisione gioca un r u o l o a n a l o g o presso gli ebrei e i m u s u l m a n i .
La seconda t a p p a ritualizzata dell'esistenza coincide con l'adolescenza: essa segna la fine dell'educazione e celebra con solennità il m o m e n t o in cui si completa l'interiorizzazione delle regole di c o m p o r t a m e n t o e l'ingresso nell'età adulta. Le prove
cui s o n o sottoposti i giovani h a n n o il fine di rafforzare il l o r o carattere e insegnare
l o r o , attraverso l'emozione di cui s o n o cariche, la gravità della posta in gioco.
Biologicamente la m o r t e p o n e fine a t u t t o . Culturalmente, essa a p p a r e c o m e un
passaggio più rischioso di quello che p o r t a dall'infanzia all'età adulta. Il suo significato è grande per i cari del defunto e per la società: è i m p o r t a n t e n o n scontentare lo
spirito del m o r t o e rendere piacevole il viaggio fino al luogo del soggiorno eterno.
Tab. 4.1 Tappe della
vita e riti di passaggio.
A sinistra le tappe biologiche, a destra, la loro istituzionalizzazione
attraverso i riti di passaggio. La morte biologica non interrompe il
destino dell'essere.
La geografia culturale
Eventi biologici
Riti di passaggio
NASCITA
Battesimo / Circoncisione
PUBERTÀ
C o m u n i o n e / Iniziazione
ACCOPPIAMENTO
Matrimonio
MORTE
C e r i m o n i e funebri / Sepoltura
Resurrezione dei m o r t i
> Dall'individuo alla persona <
Da u n a società all'altra e da u n ' e p o c a all'altra, gli itinerari c a m b i a n o , i m o m e n t i
in cui a v v e n g o n o i riti di p a s s a g g i o v a r i a n o : più precoci q u i , più tardivi a l t r o v e .
Sotto questa diversità a p p a r e n t e , la similitudine delle esperienze e delle dimensioni vissute è tuttavia evidente: è ciò che p e r m e t t e a p e r s o n e a p p a r t e n e n t i a civiltà diverse di capirsi. Significa che gli u o m i n i s o n o d a p p e r t u t t o uguali? N o : la posizione riconosciuta all'individuo c a m b i a da un g r u p p o all'altro. Q u i è solo la rotella
di un ingranaggio d o m i n a t o da un t u t t o , mentre altrove ogni cosa è o r d i n a t a a partire da lui (figura 4.1).
L'individuo inserito nel gruppo: l'identità sociale
Ci s o n o culture in cui la collettività primeggia: è di Louis D u m o n t u n o studio m a gistrale dei tratti c o m u n i alle società olistiche, in cui il g r u p p o è a n t e p o s t o all'ind i v i d u o (Homo bierarchicus, 1 9 6 6 ) ; l ' a u t o r e lo ha c o m p l e t a t o c o n un q u a d r o
Collettività
forti
SOCIETÀ CHIUSE
fri
Individuo escluso
. J se e s c e d a l s i s t e m a
N e l l e s o c i e t à o l i s t i c h e , l'individuo
esiste solo in quanto parte
di un tutto.
Individui i n d i p e n d e n t i
» . t r o v a n o i l loro p o s t o i n u n a
SOCIETÀ APERTA
Nelle società individualistiche, la
società nasce da una scelta volontaria
degli uomini.
Fig. 4.1 L'Io nelle società olistiche e nelle società individualistiche.
Una geografia della natura umana
Gli itinerari individuali si inseriscono in u n a logica dell'esistenza che spiega i
r a p p o r t i mutevoli m a n t e n u t i grazie alla cultura: all'inizio n u t r e l'essere, lo aiuta ad
assimilare conoscenze, abilità, princìpi e valori, e contribuisce a d o t a r e ciascuno di
u n a p e r s o n a l i t à , a dargli u n ' i d e n t i t à . La c u l t u r a smette allora di essere semplicem e n t e eredità: diventa p r o g e t t o , orienta l'esistenza, le dà un senso e guida l'azione individuale. Ben presto arriva il m o m e n t o in cui ciò che si t r a s m e t t e è più imp o r t a n t e di ciò che si riceve - e in cui si p r e n d e consapevolezza delle responsabilità che ciò implica. A partire da u n a certa età, la c u l t u r a n o n ha più lo stesso sens o , p o i c h é n o n si p a r t e c i p a p i ù alla vita a t t i v a se n o n a t t r a v e r s o i r i c o r d i o per
p r o c u r a . L'idea di avere delle responsabilità nella trasmissione delle esperienze acquisite n o n s c o m p a r e , ma si inserisce in un altro registro, quello della nostalgia del
p a s s a t o e del r i t o r n o ai vecchi principi della m o r a l e e della religione.
I riti di passaggio
Affinché u n a cosa a b b i a u n a realtà sociale, n o n b a s t a che esista o g g e t t i v a m e n t e ,
che possa essere osservata: è necessario che venga accettata c o m e legittima, che sia
istituita. Per g o d e r e della pienezza del p r o p r i o essere, l'individuo deve p e r c i ò essere riconosciuto dalla società; il suo p e r c o r s o è q u i n d i costellato da riti che conferiscono solennità alle t a p p e della vita, ufficializzano il passaggio da u n a categoria all'altra e s o t t o l i n e a n o la successione dei ruoli che d o v r à ricoprire e delle responsabilità che ne c o n s e g u o n o (van G e n n e p , 1909) (tabella 4.1).
La nascita è s e m p r e c i r c o n d a t a o seguita da u n a spettacolarizzazione che d o ta l'individuo biologico a p p e n a a r r i v a t o di u n a posizione ufficiale. In u n a società
laica, il n e o n a t o riceve un n o m e registrato all'anagrafe; i cristiani lo b a t t e z z a n o e
la circoncisione gioca un r u o l o a n a l o g o presso gli ebrei e i m u s u l m a n i .
La seconda t a p p a ritualizzata dell'esistenza coincide con l'adolescenza: essa segna la fine dell'educazione e celebra con solennità il m o m e n t o in cui si completa l'interiorizzazione delle regole di c o m p o r t a m e n t o e l'ingresso nell'età adulta. Le p r o v e
cui s o n o sottoposti i giovani h a n n o il fine di rafforzare il loro carattere e insegnare
l o r o , attraverso l'emozione di cui s o n o cariche, la gravità della posta in gioco.
Biologicamente la m o r t e p o n e fine a t u t t o . Culturalmente, essa a p p a r e c o m e un
passaggio più rischioso di quello che p o r t a dall'infanzia all'età adulta. Il suo significato è g r a n d e per i cari del defunto e per la società: è i m p o r t a n t e n o n scontentare lo
spirito del m o r t o e rendere piacevole il viaggio fino al luogo del soggiorno eterno.
Tab. 4.1 Tappe della
vita e riti di passaggio.
A sinistra le tappe biologiche, a destra, la loro istituzionalizzazione
attraverso i riti di passaggio. La morte biologica non interrompe il
destino dell'essere.
70
La geografia culturale
Eventi biologici
Riti di passaggio
NASCITA
Battesimo / Circoncisione
PUBERTÀ
C o m u n i o n e / Iniziazione
ACCOPPIAMENTO
Matrimonio
MORTE
C e r i m o n i e funebri / Sepoltura
Resurrezione dei m o r t i
> Dall'individuo alla persona <
Da u n a società all'altra e da u n ' e p o c a all'altra, gli itinerari c a m b i a n o , i m o m e n t i
in cui a v v e n g o n o i riti di p a s s a g g i o v a r i a n o : più precoci q u i , più t a r d i v i a l t r o v e .
Sotto questa diversità a p p a r e n t e , la similitudine delle esperienze e delle dimensioni vissute è tuttavia evidente: è ciò che p e r m e t t e a p e r s o n e a p p a r t e n e n t i a civiltà diverse di capirsi. Significa che gli u o m i n i s o n o d a p p e r t u t t o uguali? N o : la posizione riconosciuta all'individuo c a m b i a da un g r u p p o all'altro. Q u i e solo la rotella
di un ingranaggio d o m i n a t o da un t u t t o , m e n t r e altrove ogni cosa è o r d i n a t a a partire da lui (figura 4.1).
L'individuo inserito nel gruppo: l'identità sociale
Ci s o n o culture in cui la collettività primeggia: è di Louis D u m o n t u n o studio m a gistrale dei t r a t t i c o m u n i alle società olistiche, in cui il g r u p p o è a n t e p o s t o all'ind i v i d u o (Uomo hierarcbicus, 1 9 6 6 ) ; l ' a u t o r e lo ha c o m p l e t a t o c o n un q u a d r o
Collettività
forti
SOCIETÀ CHIUSE
Individuo escluso
' . . . 1 s e e s c e dal s i s t e m a
Nelle s o c i e t à o l i s t i c h e , l'individuo
esiste solo in quanto parte
di un tutto.
Individui indipendenti
» . t r o v a n o i l loro p o s t o i n u n a
SOCIETÀ APERTA
Nelle società individualistiche, la
società nasce da una scelta volontaria
degli uomini.
Fig. 4.1 L'Io nelle società olistiche e nelle società individualistiche.
Una geografia della natura umana
n o n m e n o affascinante dei sistemi in cui l'individuo è la realtà p r i m a {Homo aequalis, 1 9 7 7 ) . Ciò che ci si aspetta da ciascuno varia n o t e v o l m e n t e , a seconda che
s ' i m p o n g a l ' u n a o l'altra ottica.
L'individuo sociale nasce c o n l'interiorizzazione dei codici di c o m u n i c a z i o n e
sociale, delle conoscenze acquisite sul m o n d o e delle n o r m e m o r a l i (Erikson, 1 9 7 2 ;
H a m p s o n , 1 9 8 2 ) . Nella m a g g i o r p a r t e dei casi, q u e s t o i n d i v i d u o sociale n o n h a
u n a realtà a u t o n o m a : la sua consistenza deriva dal fatto che fa p a r t e di un t u t t o
c o n cui egli cerca di fondersi il più possibile e di i n t e r p r e t a r e il r u o l o assegnatogli.
L'integrazione in un g r u p p o che conferisce all'individuo u n ' i d e n t i t à sociale inizia
m o l t o p r e s t o e si conferma nell'adolescenza, q u a n d o le prescrizioni s o n o interiorizzate (Doi, 1 9 7 3 e 1 9 8 5 ; Lévi-Strauss, 1 9 7 7 ; Mucchielli, 1 9 8 5 ) . Il g r u p p o stesso
si definisce p e r c o n t r a s t o e per esclusione: a b b i a m o la possibilità di dire " n o i " sol o p e r c h é f o r m i a m o u n a c o l l e t t i v i t à che s i o p p o n e alla m a s s a degli a l t r i , degli
stranieri, dei b a r b a r i . Il gioco di contrasti che definisce l'identità sociale dell'indiv i d u o è relativo: di fronte agli a b i t a n t i del paese vicino, si fa causa c o m u n e , si costituisce u n a c o m u n i t à la cui coesione è sentita in m o d o forte. In città, di fronte allo s c o n o s c i u t o , le differenze microlocali s o n o cancellate: tutti c o l o r o che v e n g o n o
dallo stesso distretto si s e n t o n o e si definiscono " p a e s e " .
L'identità è sia individuale sia sociale. Le capacità, i gusti e l'esperienza varian o d a u n a p e r s o n a all'altra, m a l'interiorizzazione, che nel c o r s o dell'adolescenza
r e n d e consapevoli dei valori da rispettare, t e n d e a i m p o r r e u n o stesso m o d e l l o all ' i m m a g i n e che ci si fa di sé. Ciò n o n accade senza conflitti. In certe culture, la v o l o n t à di realizzarsi p i e n a m e n t e è valorizzata. Ma a voler t r o p p o essere se stessi, si
rischia di d i m e n t i c a r e le prescrizioni che la vita collettiva esige. R u t h Benedict ha
m a g i s t r a l m e n t e m o s t r a t o c o m e lo stile di vita di tutti si integri in un m o d e l l o com u n e : m o d e s t i a e senso della solidarietà degli a m e r i n d i pueblos, vanteria dei kwakiutl, sensibilità e e s a s p e r a t o senso d e l l ' o n o r e nei g i a p p o n e s i , presi t r a il crisantemo e la s p a d a (Benedict, 1 9 3 4 e 1 9 4 6 ) .
In quasi tutte le culture, u n a trasgressione grave alle regole della b u o n a educazione o d e l l ' o n o r e p o r t a all'esclusione dalla c o m u n i t à . Le regole m o r a l i si caric a n o così di u n a d i m e n s i o n e sociale che conferisce l o r o u n a g r a n d e p r e g n a n z a . E
o p p o r t u n o saper distinguere il bene e il m a l e , il p u r o e l ' i m p u r o s e c o n d o i criteri
in vigore all'interno del g r u p p o di cui si rivendica l ' a p p a r t e n e n z a , se n o n si vuole
un g i o r n o rischiare di esserne cacciati. L ' i n q u i n a m e n t o , nel senso originale e religioso del t e r m i n e , svolge in q u e s t o a m b i t o un r u o l o essenziale, p o i c h é fa p e s a r e
u n a minaccia diretta sull'ambiente circostante (Douglas, 1 9 7 1 ) . Il p e c c a t o è individuale e chi lo c o m m e t t e n o n c o n t a m i n a gli altri. L ' i n q u i n a m e n t o è c o n t a g i o s o .
Per evitare che estenda i suoi effetti a t u t t a la c o m u n i t à , l'unica soluzione è quella
di respingere chi ne è p o r t a t o r e , di escluderlo, perfino di sacrificarlo.
L'istituzionalizzazione dell'io: l'identità personale
Le culture differiscono m o l t o nel m o d o in cui c o n s i d e r a n o la responsabilità assunta
d a l l ' i n d i v i d u o di fronte ai suoi atti (Lhéritier, in Lévy-Strauss, 1977) {figura 4.2).
L ' u o m o è responsabile dei misfatti che c o m m e t t e ? È costretto a compierli da for-
72
La geografia culturale
Leggi e regole
Individuo dominato
U o m o sociale
Super-io
Es
Individuo libero
Individuo freudiano
Fig. 4 . 2 Responsabilità o irresponsabilità dell'individuo.
1 ) Lindividuo agisce mosso da forze esterne (cfr "Lidentité samo" da Frangoise Lhéritier).
2) Lindividuo è il riflesso della società (morale dell'onore).
3) Lindividuo è responsabile delle sue azioni (concezione cristiana).
4). Lio è costruito come mediazione tra il Super-io, che ha origine dalla società, e le pulsioni profonde dell'Es (concezione freudiana).
ze esteriori, da spiriti, da un d e m o n e ? Le r i s p o s t e s o n o m o l t o diverse: la n a t u r a
u m a n a è un p r o d o t t o della cultura di cui la società è c u s t o d e . Sono r a r e le società
in cui gli individui s o n o t e n u t i ad assumersi la piena responsabilità dei l o r o atti,
come nella tradizione giudaico-cristiana (Ortigues, 1 9 8 4 ; Pewzner, 1 9 9 2 ) , dove dev o n o agire da esseri coerenti e applicare i principi che s o n o stati inculcati l o r o e
che h a n n o i n t e r i o r i z z a t o . A l t r o v e , la società n o n è c o s t r u i t a a p a r t i r e da a t o m i
che si c o n s i d e r a n o i n d i p e n d e n t i e a u t o n o m i ; ciò n o n le impedisce di f u n z i o n a r e ,
ma su basi e con risultati m o l t o diversi di quelli cui s i a m o a b i t u a t i (Auge, 1 9 8 2 ;
Djait, 1 9 7 4 ; D o t , 1 9 7 3 e 1 9 8 5 ; G a r d e t , 1 9 7 7 ; L e e n h a r d t , 1 9 4 7 ; L é v y - S t r a u s s ,
1977; Mauss, 1960; Michel Jones, 1974).
D u n q u e esiste u n a geografia della n a t u r a u m a n a in q u a n t o è u n a c r e a z i o n e
culturale. I valori si intrecciano in u n a costruzione coerente perché gli elementi che
le p e r s o n e h a n n o ricevuto o c r e a t o s o t t o s t a n n o a u n a certa logica.
Una geografia della natura umana
73
Q u e s t a geografia della n a t u r a u m a n a riveste un p a r t i c o l a r e rilievo d u r a n t e le
fasi di c a p o v o l g i m e n t o sociale: la capacità di resistere agli shock culturali e quella
di affrontare situazioni n u o v e s o n o di solito più affinate nei g r u p p i in cui gli individui s o n o in g r a d o di reagire in m o d o i n d i p e n d e n t e , ma c o n f o r m e allo spirito della società. La collettività resiste così alle pressioni alle quali è s o t t o p o s t a a n c h e se
il suo sistema di regolazione si t r o v a m o m e n t a n e a m e n t e fuori u s o . In altri casi, è
il collasso: le società indigene dell'America Centrale e delle A n d e , rese rigide dalle l o r o s t r u t t u r e gerarchiche e dai l o r o sistemi di credenze, si sfasciano così al primo c o n t a t t o degli invasori spagnoli, m a l g r a d o l'inferiorità n u m e r i c a di questi ultimi rendesse possibile respingerli.
Coltivarsi, realizzarsi
La c u l t u r a istituisce un o r d i n e ideale cui gli individui c e r c a n o di a d e g u a r s i . U n a
b u o n a p a r t e delle loro energie è i m p i e g a t a in azioni che h a n n o per s c o p o di renderli più c o n f o r m i ai modelli valorizzati dalla società. La d i m e n s i o n e religiosa o
ideologica vi ha un p o s t o essenziale, ma n o n è la sola.
Le prestazioni fisiche c o n t a n o : sviluppare la p r o p r i a forza e abilità, i m p a r a r e
a c o r r e r e più velocemente, a saltare più in alto e a lanciare più l o n t a n o il giavell o t t o , il m a r t e l l o o il peso i m p l i c a n o un'ascesi che m o l t e culture a p p r e z z a n o . N e l l'antica Grecia, c o l o r o che si distinguevano nei giochi olimpici servivano da esempio ai giovani e m o s t r a v a n o fino dove p u ò arrivare l'energia u m a n a progressivam e n t e sviluppata e impiegata c o n arte.
Le attività intellettuali offrono un c a m p o più vario a chi desidera coltivarsi. La
capacità di analizzare a fondo u n a situazione, di fare scelte rapide e di valutare l'avversario si sviluppa g i o c a n d o a scacchi, a bridge, a p o k e r o ad altri giochi. L'impeg n o c o n t i n u o tiene all'erta le facoltà intellettuali. Ma nelle diverse branche del sapere, della conoscenza scientifica o della pratica delle lingue, il c a m p o è più diversificato e il suo a p p r o f o n d i m e n t o richiede u n a passione incessante. Il saggio, l'erudito
e il d o t t o a p p a r t e n g o n o , c o m e l'atleta, agli archetipi dell'eccellenza sociale.
La v o l o n t à che gli individui m a n i f e s t a n o di salire l u n g o la scala dei valori li
spinge spesso a p a d r o n e g g i a r e le tecniche musicali, pittoriche o letterarie, e a p r o d u r r e l o r o stessi opere, q u a d r i , p o e m i e r o m a n z i . In questi c a m p i il successo si misura innanzi t u t t o in base alla creatività. Ma l'arte ha di p a r t i c o l a r e che r e n d e p o s sibile godere di u n ' o p e r a senza esserne l ' a u t o r e : n e s s u n o resta impassibile di fronte a un bel q u a d r o , nel sentire recitare u n a poesia o assistendo a u n ' o p e r a t e a t r a le. Per apprezzarli v e r a m e n t e l'istinto n o n basta, il g u s t o deve essere e d u c a t o .
Nelle società in cui s c o m p a r e il senso religioso, la p r e o c c u p a z i o n e di realizzarsi n o n t r o v a più espressione nella p r e g h i e r a , nella m e d i t a z i o n e , nella c o n t e m plazione o n e l l ' i m p e g n o al servizio della fede. M o l t i rifiutano di farsi i n d o t t r i n a r e
dalle ideologie sostitutive che f a n n o allora la l o r o a p p a r i z i o n e e che di solito p o g g i a n o su filosofie della storia. Negli a m b i e n t i borghesi, la p r e o c c u p a z i o n e di elevarsi viene s p o s t a t a in un altro c a m p o , quello dell'arte: l'educazione n o n si limita
a p r e p a r a r e tecnici e a m m i n i s t r a t o r i c o m p e t e n t i , ma riserva un p o s t o alla p i t t u r a ,
alla musica; gli adolescenti s u o n a n o il p i a n o o il violino, si c i m e n t a n o nell'acqua-
La geografia culturale
rello, e i m p a r a n o ad a p p r e z z a r e le g r a n d i opere e le operette in voga. La m a g g i o r
parte di loro n o n diventerà artista, ma avrà la soddisfazione di capire meglio i creatori di q u a n t o facciano i c o m u n i m o r t a l i .
Nelle nostre società consumistiche, coltivarsi o realizzarsi è più i m p o r t a n t e di
q u a n t o sia mai stato p r i m a , ma l'energia che si dedica a sviluppare le p r o p r i e capacità creative è limitata. Ciò che conta è saper apprezzare le forme più diverse dell'arte, visitare musei, assistere a concerti e a opere teatrali. Distrarsi è innalzato al
r a n g o delle belle arti (Abirached, 1 9 9 0 ) .
> Complessità sociale, cultura e strategie individuali <
La cultura n o n è una realtà che gli individui p r e n d o n o passivamente sulle p r o p r i e
spalle: non accettano per forza ciò che viene p r o p o s t o loro e spesso si o p p o n g o n o fin
dalla più giovane età a certe regole o imposizioni. Nelle strategie sociali che svilupp a n o , le persone p o s s o n o a d o t t a r e atteggiamenti m o l t o diversi nei confronti della
cultura (Camilléri, 1980).
Gli orizzonti delle attese
La cultura e, in ogni m o m e n t o della vita, un m o d o di proiettarsi nel futuro, di imm a g i n a r e ciò che s a r e m o e ciò che sarà il m o n d o per noi e p e r i nostri cari t r a cinque, dieci a n n i o a più lungo termine. Gli orizzonti delle attese s o n o costruiti a p a r tire da ciò che si sa del m o n d o e della società, delle gioie e delle sofferenze che la
vita t e r r e n a p u ò p o r t a r e e, nella m a g g i o r p a r t e delle società, di ciò che a c c a d r à all'anima d o p o la m o r t e .
Gli orizzonti delle attese si b a s a n o su modelli, l'individuo ha bisogno di eroi
sui quali cerca di ricalcare la p r o p r i a esistenza: nel M e d i o e v o , sceglieva il cavaliere o il s a n t o , più tardi il missionario, l'esploratore o l'erudito. Il cinema ha poi creato star che h a n n o affascinato generazioni di adolescenti. N e l l ' i s l a m i s m o radicale
di oggigiorno, il k a m i k a z e che si sacrifica nella lotta c o n t r o l'Occidente suscita l'ent u s i a s m o dei giovani.
Gli orizzonti delle attese n o n d e v o n o essere ignorati p e r c h é spesso riflettono
la m o d a . G e n e r a l m e n t e s o n o più solidi, più coerenti e più incentrati sulla situazione personale di o g n u n o di q u a n t o n o n si pensi; s o n o progetti, n o n sogni, e c o p r o no tutti gli aspetti dell'esistenza: dove si abiterà, la carriera che si i n t r a p r e n d e r à , le
relazioni che si i n t e s s e r a n n o , i viaggi che si f a r a n n o . Essi p r e n d o n o in considerazione le regole istituite dal g r u p p o , che bisognerà rispettare o aggirare, e le n o r m e
e le regole prescritte dalla religione, all'occorrenza reinterpretate.
L'azione u m a n a n o n p u ò essere c o m p r e s a senza tener c o n t o degli orizzonti delle attese. Le scienze sociali li h a n n o s t u d i a t i p o c o . R o b e r t K. M e r t o n dedica un
c a p i t o l o del suo Social Theory and Social Structure alla teoria del g r u p p o di rifer i m e n t o (1953). In c a m p o e c o n o m i c o , J. D u e s e n b e r r y si interessa agli effetti di esi-
Una geografia della natura umana
bizione (1949) che n a s c o n o dalle aspettative create agli a b i t a n t i del Terzo m o n d o
a c o n t a t t o delle società sviluppate: per loro, la modernizzazione significa l'accesso a
nuove forme di c o n s u m o . Il risparmio è di colpo sacrificato, fatto che ostacola n o tevolmente lo sviluppo economico in quei paesi.
Tenere in considerazione gli orizzonti delle attese dà u n a dimensione dinamica
allo studio delle realtà culturali: le p o n e in u n a prospettiva strategica e m o s t r a che il
futuro n o n è modellato solo dalle n o r m e a d o t t a t e dalle società. Il m o n d o che si sta
c r e a n d o rispecchia il gioco delle aspettative cui ciascuno si a b b a n d o n a m o l t o più
del peso dei princìpi collettivi fissati dalla m o r a l e e dalla religione: altrimenti n o n si
capirebbe come società che condividono la stessa fede possano essere così diverse nelle loro realizzazioni e cambiare c o n t i n u a m e n t e nel corso del t e m p o .
Strategie individuali e cultura statica e chiusa
N u m e r o s e società t e n d o n o a ritenere che le abilità, le conoscenze e i valori su cui
s o n o basate n o n a b b i a n o bisogno di essere migliorati o modificati. Q u e s t o è spesso
il caso dei gruppi senza scrittura: n o n conservando testimonianza oggettiva di ciò che
e r a n o , si rifiutano di credere che essi stessi c a m b i a n o . I loro m e m b r i concepiscono
la società c o m e un insieme statico che si riproduce sempre identico.
Indipendentemente dalla complessità dei costumi, dalla ricchezza dei miti e dalla precisione delle conoscenze relative all'ambiente circostante, la cultura a p p a r e in
questi casi limitata, cosa che lascia la possibilità agli individui di esaminarla sotto
tutti i punti di vista, di sperimentarne tutti gli aspetti e di appropriarsi dei particolari.
Per migliorare la p r o p r i a posizione e beneficiare della più c o m p l e t a fioritura
culturale, la strategia è semplice: interpretare il m a s s i m o dei ruoli e o c c u p a r e nel
c o r s o dell'esistenza t u t t e le posizioni, per lo m e n o quelle di responsabilità. La consacrazione avviene t a r d i , poiché in un simile c o n t e s t o , il v a n t a g g i o tocca a c o l o r o
che h a n n o a c c u m u l a t o l'esperienza più varia e più estesa: la considerazione culturale e l'autorità che essa p e r m e t t e di esercitare sulla società s o n o privilegi della vecchiaia, l'età che conserva il ricordo delle antiche tradizioni e conosce tutte le difficoltà che la vita riserva.
Q u a n d o la divisione del lavoro si accentua e la g a m m a delle tecniche utilizzate
nella vita materiale e nell'organizzazione sociale si diversifica, n o n è più possibile che
q u a l c u n o assuma tutti i ruoli. Tuttavia molte società tradizionali si a d a t t a n o per restare fedeli a u n a concezione chiusa e statica: è sufficiente trattare gli specialisti di cui
si ha bisogno come al di fuori della normale posizione dei lavoratori. Nel m o n d o afric a n o , i fabbri ferrai generalmente si riallacciano a u n a casta la cui funzione è riconosciuta e o n o r a t a , ma che resta esterna al c o r p o sociale (figura 1.4, p. 32).
Strategie individuali e culture aperte: ricerca della singolarità
o della realizzazione personale
Le condizioni c a m b i a n o q u a n d o le società si definiscono grazie a culture aperte capaci di trasformarsi e di arricchirsi. Per un individuo n o n è più questione di conoscere
la totalità della cultura - l'età n o n ha più così t a n t o peso; per affermarsi nel c a m p o
culturale, p u ò scegliere tra la ricerca della singolarità e la realizzazione personale.
La geografia culturale
Le persone imitano ciò che viene fatto intorno a loro per identificarsi con il gruppo in cui vivono. Ma la preoccupazione di copiare il vicino, la mimesi dei Greci, è
generalmente bilanciata dal desiderio di distinguersi: le società a cultura aperta lo
p e r m e t t o n o . La volontà di emergere dalla massa spinge verso l'eccentricità.
Imitazione e ricerca della distinzione s o n o intimamente mescolate nei giochi della m o d a . Alcuni cercano di affermarsi sfoggiando vestiti fuori dell'ordinario: anticip a n o il gusto che si sta f o r m a n d o . Siccome questa motivazione è condivisa da altri,
il risultato è l'esatto contrario di quello auspicato: chi credeva di spiccare sul grigiore si ritrova a farne parte. Una sola risposta: continuare a innovare fino a staccarsi
infine, sia pure per brevi m o m e n t i , dal gregge che segue inevitabilmente le o r m e di
chi si differenzia.
Queste strategie competitive di distinzione-imitazione sono responsabili degli entusiasmi c degli slanci collettivi che o c c u p a n o un p o s t o decisivo nel processo di contagio sociale e di diffusione.
La cultura n o n permette solo di farsi notare a causa di c o m p o r t a m e n t i eccezionali. Q u a n d o diventa impossibile c o n o s c e r e tutti i c a m p i della c u l t u r a , si eccelle
grazie a l l ' a p p r o f o n d i m e n t o e alla p a d r o n a n z a di alcuni di essi. La conseguente piena realizzazione di sé si concretizza in diversi m o d i : il c o n t a d i n o sarà fiero delle bestie che alleva, dei suoi campi arati in m o d o regolare, d e l l ' a b b o n d a n z a dei raccolti e
dell'aspetto dei c a m p i , dei prati e delle costruzioni che gli a p p a r t e n g o n o . Il signor
Colas Breugnon, falegname, gioirà nello scoprire, nel legno che lavora, le indicazioni di forma e di durezza che d a r a n n o vita e stile al mobile che costruisce o agli intagli che lo abbelliranno.
C o l o r o che i m p a r a n o le forme colte della musica, o si specializzano nella pittura, nella scultura o nell'architettura, passano attraverso le stesse severe fasi di tirocinio. Il sentimento di realizzazione che o t t e n g o n o dal percorrere questa strada difficile è più p r o f o n d o di quello che suscita l'affrontare settori più abbordabili; le gioie
d o n a t e dalla c o n q u i s t a del vero o dalla c o n t e m p l a z i o n e del bello s o n o più p u r e e
più esaltanti. La p a d r o n a n z a degli aspetti teorici e normativi della cultura conferisce a chi la detiene un'autorità intellettuale, artistica o m o r a l e .
Situazioni di contatto e privilegi degli intermediari
La possibilità di molteplici contatti offre agli individui altre strategie culturali (Leach,
1954). Il p r o b l e m a incontrato da quasi tutti coloro che vivono nella società deriva
dal fatto che non p a d r o n e g g i a n o i codici e le convenzioni dei gruppi cui non a p p a r t e n g o n o . Una parte di ciò che vorrebbero far conoscere non viene capita, perciò ne
sono amareggiati e sorpresi, e r e p r i m o n o a fatica moti di impazienza. Al contrario,
fraintendono o n o n capiscono affatto ciò che viene detto loro e t e n d o n o a credere
che li si p r e n d a in giro.
L'individuo che frequenta a b i t u a l m e n t e culture in c o n t a t t o gode di una situazione di vantaggio: egli cambia g r u p p o secondo le attività, i rapporti che vuole stabilire e i margini di libertà di cui ha bisogno. Funge da intermediario per chi si arresta di fronte alla barriera rappresentata dai codici. L'intermediario a p p a r e come un
personaggio privilegiato: la sua p a d r o n a n z a di molteplici codici gli conferisce un cer-
Una geografia della natura umana
77
to prestigio; il suo i n t e r v e n t o è indispensabile in n u m e r o s e relazioni, cosa da cui
ricava influenza e p o t e r e . N o n è s e m p r e per scelta che si è in g r a d o di giocare su
due o più culture: i meticci beneficiano più o m e n o del bagaglio culturale del p a dre e della m a d r e ; i figli di genitori che s o n o , per r a g i o n i professionali, a c o n t a t t o
c o n d u e m o n d i diversi h a n n o m a g g i o r i possibilità di conoscerli e n t r a m b i . Spesso
vi s o n o p r e p a r a t i sistematicamente. Ma n o n m a n c a n o i casi in cui l'ingresso nella
cultura dell'altro è il risultato di u n a decisione a u t o n o m a . In a m b i t o coloniale, molti sceglievano di c o n s o l i d a r e la l o r o p o s i z i o n e sociale p o n e n d o s i a cavallo t r a la
cultura locale e quella occidentale.
L'esperienza del relativismo culturale e la formazione delle élite
F r e q u e n t a n d o parecchi gruppi, si scopre presto la relatività delle convenzioni e delle n o r m e che li caratterizzano. Finché si resta prigionieri di u n a sola cultura, t u t t o
a p p a r e come segnato dal sigillo della necessità, t u t t o sembra legittimo: i costumi, le
istituzioni, i miti, le credenze sono scontati e s e m b r a n o dipendere più dal registro della n a t u r a che da quello della creazione u m a n a .
L'allontanamento dal p r o p r i o ambiente è un fatto che libera e permette di fare
confronti: esiste, è vero, u n a logica c o m u n e nelle istituzioni. Ciò legittima le disposizioni ideate per affrontare questo o quel bisogno o facilitare la realizzazione di questa o quella funzione, ma niente permette a priori di affermare che u n a soluzione sia
migliore di un'altra.
Le situazioni di c o n t a t t o culturale a p r o n o così la strada alla messa in discussion e . Svelando altri codici e altri sistemi di regole, invitano a interrogarsi sui fondamenti dell'universo in cui si vive. Di fronte al pericolo di u n a messa in discussione,
la reazione p u ò essere, al c o n t r a r i o , di chiusura nel p r o p r i o sistema e di c o n d a n n a
di coloro con cui ci si t r o v a a confrontarsi: è la logica dei fondamentalismi.
Nelle società in cui la cultura è a b b a s t a n z a diversa e aperta perché facciano la
loro c o m p a r s a gruppi specializzati nell'uso dei suoi aspetti astratti, filosofici, scientifici, religiosi o artistici, spesso l'allontanamento dal p r o p r i o ambiente fa p a r t e delle tecniche di base della formazione degli individui: fin dal Rinascimento, le élite europee s o n o state iniziate sia alla società del loro t e m p o , sia alla lingua e alla cultura
della Grecia e di R o m a antiche. Lo studio assiduo della Bibbia offriva u n a terza via
di allontanamento. La plasticità della cultura occidentale, la sua capacità di cambiare
codici, regole e n o r m e senza perdere la sua unità e la sua ispirazione profonde deriv a n o i n d u b b i a m e n t e da ciò.
> Conclusione <
L'individuo è p l a s m a t o dalla c u l t u r a : ciò che sa fare, i suoi m o d i di percepire, le
sue a s p i r a z i o n i s o n o cose che ha r i c e v u t o dal s u o a m b i e n t e o che ha c o s t r u i t o a
partire dagli elementi che q u e s t o gli ha fornito. Ciò significa che gli u o m i n i s o n o
La geografia culturale
r o b o t il cui c o m p o r t a m e n t o è p r o g r a m m a t o dalla società o dalla c u l t u r a , c o m e i
tristi eroi de II mondo nuovo di Aldous H u x l e y ? N o : ciò che h a n n o acquisito sono p r o c e d u r e per affrontare svariate situazioni, regole da seguire o modelli da imitare. Q u e s t o n o n li c o n d a n n a alla ripetizione infinita delle stesse formule.
Il carattere degli individui dipende in g r a n d e misura d a l l ' a m b i e n t e culturale in
cui s o n o immersi: l'idea che si fanno della loro a u t o n o m i a e delle loro responsabilità, le m o d a l i t à s e c o n d o cui c o n c e p i s c o n o la loro realizzazione in q u e s t o m o n do o nell'aldilà, v a r i a n o a m p i a m e n t e . Esiste anche una geografia della n a t u r a u m a na: essa d i p e n d e m o l t o più della cultura trasmessa che dall'eredità biologica.
L'individuo reagisce alle condizioni di vita, trae profitto dall'esperienza e trasmette a chi lo circonda acquisizioni che differiscono da quelle di cui ha beneficiato
nell'infanzia. La cultura non è una realtà di n a t u r a superiore che resta i m m u t a b i le, al di s o p r a della storia. Essa c a m b i a perfino q u a n d o le p o p o l a z i o n i che si rifanno a essa la c r e d o n o i m m o b i l e .
Nelle società che c o n c e p i s c o n o la loro cultura c o m e un t u t t o già costituito, le
spinte a i n n o v a r e s o n o deboli e il c a m b i a m e n t o è malvisto. Le condizioni s o n o diverse nelle società aperte: esse a c c e t t a n o di trasformarsi e c r e d o n o nella storia.
In ogni c a s o , capita che ci siano persone che r i m e t t o n o in discussione le idee
ricevute, p r o p o n g o n o n u o v e regole, i n v e n t a n o n u o v e abilità. Alcuni di questi individui s o n o capaci di c a m b i a r e in p r o f o n d i t à lo stile e la base della cultura di cui
fanno p a r t e , ma il loro messaggio n o n incontra u n ' e c o favorevole se non q u a n d o
r i s p o n d e a i n q u i e t u d i n i l a t e n t i e risolve difficoltà c h e la g e n t e sente c o m e tali:
r i n n o v a t o r e e m o l t o spesso l'interprete della società. Ciò n o n diminuisce il merito che ha nel capire ciò che altri p r o v a n o ma non riescono a esprimere: egli p r o p o n e soluzioni q u a n d o tutti r i p e t o n o le stesse vecchie formule.
Nelle culture a p e r t e , la s t r u t t u r a z i o n e dell'Io è tale per cui gli individui filtrano ciò che viene p r o p o s t o l o r o : r e s p i n g o n o ciò che mette in pericolo il loro equilibrio psicologico e l'ordine sociale che ne s e m b r a il g a r a n t e , e a c c e t t a n o ciò che li
rafforza o elimina gli ostacoli in cui la p r o d u z i o n e , la vita q u o t i d i a n a o le speculazioni intellettuali si i m b a t t o n o . La diffusione delle i n n o v a z i o n i e la capacità di
inventare n o n si spiegano s o l t a n t o con la diversità e l'intensità del flusso di inform a z i o n i r i c e v u t e , ma r i f l e t t o n o il m o d o in cui gli u o m i n i c o n c e p i s c o n o il l o r o
r u o l o e il futuro della società in cui vivono: s o n o funzione della c u l t u r a , che contribuiscono a t r a s f o r m a r e .
Una geografia della natura umana
79
Capitolo 5
Cultura e vita sociale
I cuccioli d e l l ' u o m o h a n n o bisogno di m o k i anni di a p p r e n d i s t a t o per essere in grado di far fronte alle p r o p r i e necessità. La f o r m a z i o n e dei giovani è u n ' i m p r e s a che
si r i n n o v a a ogni g e n e r a z i o n e . Le società u m a n e s o n o costruzioni culturali le cui
radici a f f o n d a n o nella storia.
Al di là dell'eredità c o m u n e di codici che p e r m e t t o n o di c o m u n i c a r e , le abilità e le c o n o s c e n z e s o n o distribuite in m o d o disuguale t r a i m e m b r i di u n a stessa
società: ciascuno è c h i a m a t o a ricoprire un r u o l o diverso s e c o n d o il sesso, l'età e
le capacità tecniche o intellettuali, in q u e s t o o quell'altro mestiere o funzione. O g n i
p e r s o n a è legata a t u t t e le altre da u n a rete complessa di relazioni. Sono possibili
diverse a r c h i t e t t u r e sociali, che i m p l i c a n o configurazioni spaziali specifiche e ass i c u r a n o , ma n o n c o n la stessa efficacia né c o n lo stesso stile, il f u n z i o n a m e n t o e
la d i n a m i c a dell'insieme.
Il b u o n a n d a m e n t o della c o m u n i c a z i o n e t r a i m e m b r i di u n a società si b a s a
sull'organizzazione delle reti di relazioni. L'istituzionalizzazione di legami regolari dà a questi ultimi u n a forza che si i m p o n e a tutti e la c o e r e n z a necessaria per
assicurare il f u n z i o n a m e n t o della società e per prevenire i conflitti (Etzioni, 1 9 6 8 ;
Maquet, 1970).
È possibile distinguere d u e tipi di relazioni: quelle che si stabiliscono tra p a r t ner uguali (che p o s s o n o essere r a p p r e s e n t a t e in m o d o schematico su un p i a n o orizzontale) e quelle che s e g u o n o un o r d i n e g e r a r c h i c o (su un p i a n o verticale) (Claval, 1 9 7 3 e 1 9 7 4 ; per un esempio di gerarchizzazione spinta all'estremo, N a k a n e ,
1974) (figura 5.1, p a g i n a seguente).
Il p r i m o tipo di relazioni richiede reciproca fiducia, simmetria negli scambi e
un forte s e n t i m e n t o di a p p a r t e n e n z a a un g r u p p o c e m e n t a t o da legami p a r t i c o l a r m e n t e stretti. Si t r a t t a di u n a fratellanza, u n a c o m u n i t à , u n ' o r g a n i z z a z i o n e di lav o r a t o r i (si divide il p a n e ) , q u a l c o s a che r i c o r d a , nelle società complesse e fredde,
il calore della vita familiare.
Le seconde, cioè le relazioni gerarchiche, si i m p o n g o n o s o p r a t t u t t o per ragioni funzionali. L'autorità di un c a p o , infatti, r e n d e l'azione di i n q u a d r a m e n t o più
efficace. Sostituita da livelli gerarchizzati di c o m a n d o , essa p u ò efficacemente assicurare la coesione di un g r u p p o a n c h e assai n u m e r o s o .
Cultura e vita sociale
Relazioni feudali
Relazioni familiari
•—a—•—oR e l a z i o n i di s c a m b i o di a s s o c i a z i o n e
O
Le organizzazioni
^
C o m p l e s s i t à e s o l i d a r i e t à t e o r i c h e e reali
< ™ >
Portata spaziale teorica e reale dei legami
0
Fig. 5.1 I tipi di relazioni istituzionalizzate: componenti orizzontali e componenti gerarchiche (fonte: Claval, 1974, p. 161 ).
Le relazioni gerarchiche tradizionali (in alto) possono includere solo gruppi ristretti. Le relazioni orizzontali di scambi o di associazione (al centro) possono estendersi all'infinito, ma non permettono
di coordinare azioni complesse. Le organizzazioni (Stati, burocrazie) assommano tratti delle relazioni gerarchiche e di quelle orizzontali, cosa che permette loro di includere un numero indefinito
di persone disseminate su vasti territori.
> Cultura e strutture di base della vita sociale:
la famiglia e i sistemi di parentela <
La famiglia e la c o m u n i t à locale a s s i c u r a n o la t r a s m i s s i o n e di una p a r t e essenziale della vita sociale: per la geografia c u l t u r a l e q u e s t a è l ' i m p o r t a n z a che riveste la
c o m p r e n s i o n e dei sistemi di p a r e n t e l a .
L'individuo si inserisce b i o l o g i c a m e n t e nel p u n t o di c o n f l u e n z a di d u e stirpi,
quella del p a d r e e quella della m a d r e . Q u e s t a realtà è r i p e n s a t a sul p i a n o della cul-
82
La geografia culturale
tura: essa offre sia l'immagine della gerarchia (i rapporti tra genitori e figli) sia quella della c o m u n i t à (la famiglia è vissuta g e n e r a l m e n t e c o m e un t u t t o solidale).
L'etnologia scopre la diversità dei sistemi di parentela q u a n d o , a metà del XIX
secolo, H . L . M o r g a n (1870) si rende c o n t o che i termini usati dagli irochesi per designare i loro parenti non s o n o descrittivi come i nostri (padre, m a d r e , sorella, fratello, figlia, figlio e così via), ma classificatori (per esempio, tutti i parenti della generazione paterna s o n o chiamati " p a d r e " ) . Qual è la ragione di queste designazioni
sorprendenti? Società il cui p a t r i m o n i o di conoscenze tecniche è m o d e s t o manifestano in questo c a m p o un'inventiva sorprendente. Nel 1910, Rivers definisce i metodi su cui si basa sempre l'analisi dei rapporti di discendenza e di alleanza.
Q u e s t o c a m p o diventa di m o d a negli anni Q u a r a n t a e C i n q u a n t a del XX secolo, s o t t o l'impulso del l a v o r o che C l a u d e Lévi-Strauss c o n s a c r a alle Structures
élémentaires de la parente ( 1 9 4 9 ) . L'opera t r a t t a delle culture a sistemi classificatori. Le ricerche sulle culture in cui la scelta del coniuge non è limitata da regole rigide si s o n o s v i l u p p a t e in m o d o i n d i p e n d e n t e ( G a u d e m e t , 1 9 6 3 ; G o o d y , 1 9 7 1 ) .
Con Frédéric Le Play si è giunti a conoscere la diversità dei sistemi familiari francesi ed europei. Le recenti ricerche di E m m a n u e l T o d d (1983) h a n n o r i c o r d a t o che
le diversità di c o m p o r t a m e n t o legate a certi tipi di famiglie s o n o più vitali di q u a n to g e n e r a l m e n t e si pensi. I sistemi di parentela implicano:
1) le regole da rispettare nella scelta del coniuge, che codificano i r a p p o r t i t r a le
stirpi unite dal m a t r i m o n i o ;
2) la scelta di privilegiare un certo tipo di filiazione: da p a d r e (sistema patrilineare), da m a d r e (sistema matrilineare) o da e n t r a m b i (sistema bilineare);
3) il luogo di residenza degli sposi: vicino ai genitori del m a r i t o (regime patrilocale), vicino ai parenti del m a r i t o (regime virilocale), vicino ai genitori della moglie
(regime matrilocale), vicino ai parenti della moglie (regime uxorilocale) o in luoghi nuovi (regime neolocale);
4) la definizione delle regole dell'eredità.
L ' i m p o r t a n z a dei sistemi di parentela deriva dal fatto che essi stabiliscono la circolazione delle d o n n e (e d u n q u e del potenziale di fecondazione) e delle ricchezze
tra le stirpi (grazie alla presenza della d o t e o di altre forme di p a g a m e n t o legate al
m a t r i m o n i o ) e tra le generazioni (l'eredità).
Il divieto, universale, di praticare l'incesto ha una semplice finalità: è «non tanto u n a regola che proibisce di s p o s a r e la p r o p r i a m a d r e , sorella o figlia, q u a n t o
p i u t t o s t o una regola che obbliga a d a r e la p r o p r i a m a d r e , sorella o figlia a un alt r o » , indica C l a u d e Lévi-Strauss ( 1 9 4 9 ) . I sistemi elementari di parentela vi arrivano indicando con precisione chi sposare. Nelle società s t r u t t u r a t e in metà, la spos a deve p r o v e n i r e d a u n a stirpe d e l l ' a l t r a m e t à . Q u a n d o l ' a p p a r t e n e n z a a u n a
stirpe è regolata s e c o n d o il m o d o patrilineare, è vietato sposare cugini che a p p a r t e n g o n o al clan patrilineare (i figli degli zii p a t e r n i , detti cugini paralleli). Bisogna
sposarsi con le figlie degli zii m a t e r n i , c h i a m a t e cugine incrociate.
C l a u d e Lévi-Strauss ha esteso questi risultati alle società che n o n s o n o strutturate a metà. Q u a n d o è obbligatorio sposare cugini incrociati, le stirpi si scambiano reciprocamente sposi di generazione in generazione. L'obbligo di sposare la cugi*
Cultura e vita sociale I
na matrilineare incrociata (la figlia dello zio materno) conduce a u n o scambio generalizzato delle d o n n e t r a le stirpi, la stirpe B, che fornisce spose alla stirpe A, n o n p u ò
che riceverle dalla stirpe C, e così via.
Nelle società in cui la scelta del coniuge è limitata solo da qualche divieto rig u a r d a n t e i consanguinei più prossimi, diventa p r e p o n d e r a n t e il significato delle regole di residenza ed ereditarie. Nelle società patrilocali o virilocali, le d o n n e s o n o
c o n d a n n a t e a trascorrere la vita al di fuori dell'ambiente in cui s o n o cresciute e lont a n o dai loro cari; lo stesso vale per gli uomini nei sistemi matrilocali o uxorilocali.
Ciò crea p r o b l e m i sul p i a n o u m a n o e pesa sul c o n t e n u t o di q u a n t o viene t r a m a n d a to di generazione in generazione. Le Play distingue tre tipi di famiglie: la famiglia patriarcale, in cui tutti i figli sposati restano nella casa p a t e r n a ; la famiglia-ceppo, che
tiene vicino ai genitori il figlio designato quale "erede associato"; la famiglia instabile, ridotta alla coppia e ai figli n o n emancipati. E m m a n u e l Todd (1983) sottolinea
la rilevanza di queste strutture nella formazione dei giovani (figura 5.2).
> Cultura e coesione sociale. La comunità <
La vita sociale implica che i p a r t n e r s e n t a n o di a p p a r t e n e r e a u n o stesso insieme di
cui ciascuno si ritiene responsabile e solidale. A volte ciò a s s u m e u n a f o r m a affettiva, quella della c o m u n i t à . In altri casi, la c o s t r u z i o n e sociale ha basi r a z i o n a l i ,
per esempio l'interesse, l'efficienza, la p r e o c c u p a z i o n e di assicurare la difesa e la
sicurezza collettive. Ecco il senso della distinzione p r o p o s t a dal sociologo Ferdin a n d T ò n n i e s ( 1 8 8 7 ) , più di un secolo fa, t r a la c o m u n i t à (Gemeinschaft) e la società
(Gesellschaft).
Un modello: la comunità
La c o m u n i t à serve da m o d e l l o a u n a serie di u n i t à sociali e culturali: un piccolo
g r u p p o saldo, i cui m e m b r i s o n o uniti da relazioni di m u t u a fiducia, p u ò moltiplicarsi per s c i a m a t u r a o allargarsi p e r inglobare un n u m e r o elevato di p e r s o n e legate da certi tratti culturali f o n d a m e n t a l i .
La c o m u n i t à di base p u ò essere costruita a partire dai legami di sangue e di alleanza che u n i s c o n o i m e m b r i di u n a stessa famiglia. Ma p u ò a n c h e essere f o r m a t a , s e c o n d o u n m o d e l l o a n a l o g o , d a m e m b r i uniti d a u n o stesso ideale, d a u n p r o getto c o m u n e o p e r s i n o dalla stessa fede religiosa. Infine u n a c o m u n i t à p u ò conseguire dalla c o a b i t a z i o n e di piccoli g r u p p i nello stesso l u o g o .
La vita di u n a c o m u n i t à ha bisogno di u n a base territoriale: la distanza crea
un ostacolo alle relazioni su cui poggia. I p o p o l i dispersi dalle d i a s p o r e salvaguard a n o la l o r o identità r i c o r d a n d o c o n t i n u a m e n t e il l o r o l u o g o di origine. Gli ebrei
r i p e t e v a n o r i t u a l m e n t e : «L'anno p r o s s i m o a G e r u s a l e m m e ! »
La c o m u n i t à familiare svolge un r u o l o centrale in t u t t e le società tradizionali
e p u ò ingrandirsi alle dimensioni di un clan f o r m a t o da tutti i discendenti di un avo
i La geografia culturale
Fig. 5.2 I tipi di famiglia in Europa (fonte: Todd, 1983, tavola II).
Per Todd i quattro tipi di famiglie europee assommano gli ideali rivoluzionari (uguaglianza, fraternità) e i loro contrari (diseguaglianza, autorità).
c o m u n e . La solidarietà del clan funziona bene q u a n d o i m o d i di vita e le risorse familiari s o n o r e l a t i v a m e n t e simili: allora il sistema di m u t u a assistenza nella difficoltà, di reciproca ospitalità, del c o n t r a c c a m b i a r e d o n i si m o s t r a efficace.
Cultura e vita sociale
85
La comunità di progetto: la società utopica
La c o m u n i t à per c o n t r a t t o o di p r o g e t t o n o n si i m p o n e , c o m e la p r e c e d e n t e , agli
individui, ma c o n s e g u e dalla l o r o cosciente a d e s i o n e . La si p u ò analizzare a d u e
livelli:
• un livello parziale, se si t r a t t a di u n ' a s s o c i a z i o n e sportiva, ludica o caritatevole
a cui i m e m b r i d e d i c a n o u n a p a r t e del l o r o t e m p o libero;
• un livello globale, se si t r a t t a v e r a m e n t e di un p r o g e t t o di vita c o m u n e , s e c o n d o
un m o d e l l o più o m e n o u t o p i c o , diverso da quello g e n e r a l m e n t e offerto dalla società ( M a n u e l e M a n u e l , 1 9 7 9 ) . Il t i p o più fecondo è quello che è prevalso p r o p r i o alle origini della n a z i o n e a m e r i c a n a , con la c o m u n i t à p u r i t a n a dei Padri pellegrini, un g r u p p o di eletti di D i o o r g a n i z z a t o in m o d o a u t o n o m o e che viveva
s e c o n d o le regole della m o r a l e cristiana e d e l l ' e c o n o m i a liberale.
Altre forme del p r o t e s t a n t e s i m o settario h a n n o p o t u t o così diffondersi, c o n più o
m e n o successo: q u a c c h e r i e a m i s h in Pennsylvania, m o r m o n i nello U t a h . Il m o v i m e n t o sionista, q u a n d o p o r t a alla creazione d i k i b b u t z i m , deriva d a u n ' i d e n t i c a
v o l o n t à applicata in un altro c o n t e s t o .
La comunità ideologica e religiosa
In t u t t e le c o m u n i t à , ci si interroga sulla tragica realtà del destino individuale. Se
la c o m u n i t à si p e r p e t u a generazione d o p o g e n e r a z i o n e , m a g a r i sullo stesso territ o r i o , gli u o m i n i m u o i o n o e le l o r o ceneri r i t o r n a n o alla terra. I culti e i rituali necessari per restare in c o n t a t t o c o n gli a n t e n a t i e c o n le forze p r i m o r d i a l i che h a n no d a t o origine alla vita s o n o universali. C o n d i v i d e r e le stesse credenze religiose
o metafisiche e p a r t e c i p a r e ai riti che r i u n i s c o n o i credenti c o s t i t u i s c o n o collanti
sociali m o l t o solidi. C o l o r o che, in n o m e della r a g i o n e , s v u o t a n o il cielo dei suoi
dèi, s e n t o n o il b i s o g n o , nel c o r s o delle r i u n i o n i ( o m o l o g h i delle messe solenni) e
delle manifestazioni (che s o n o processioni), di celebrare i miti di fondazione delle
loro ideologie, le età dell'oro passate o i d o m a n i radiosi.
La fede dei credenti si esprime al meglio a livello delle c o m u n i t à locali di base, per m e z z o del c o n t a t t o fisico dei fedeli riuniti per la preghiera e dei gesti rituali. E così che, di p a r r o c c h i a in p a r r o c c h i a , di m o s c h e a in m o s c h e a , di ashram in
ashratn, le g r a n d i religioni universalistiche si s o n o diffuse. Le c o m u n i t à - c a s t e dei
m o n a c i cristiani o b u d d h i s t i s e m b r a n o più modelli di vita spirituale che modelli
di organizzazione sociale globale.
La comunità di luogo
Il villaggio tradizionale di u n a società agricola sedentaria a p p a r e c o m e il m o d e l l o
della c o m u n i t à circoscritta. N a s c e dalle molteplici frequentazioni imposte dalla coabitazione. Gli stili di vita s o n o simili, facile la m u t u a assistenza. I m a t r i m o n i all'interno del g r u p p o s o n o frequenti e le cuginanze u n a regola.
A ciò si aggiunge un vivo s e n t i m e n t o del l u o g o , della circoscrizione c o m u n a le, c o m e p a t r i m o n i o c o m u n e , sia che la p r o p r i e t à sia t o t a l m e n t e o p a r z i a l m e n t e
collettiva, sia che sia p r i v a t a . Tutti s o n o stati battezzati nella stessa chiesa, h a n n o
f r e q u e n t a t o la stessa scuola e s a r a n n o sepolti nello stesso cimitero c o m u n a l e .
La geografia culturale
A p a r t i r e da queste u n i t à vissute, i cerchi di a p p a r t e n e n z a ai luoghi si ingrand i s c o n o : ci si sente vicini agli a b i t a n t i della regione che h a n n o lo stesso dialetto,
la stessa c u c i n a a b a s e di olio, o di b u r r o , un p a s s a t o c o m u n e r i c o r d a t o dai siti
i m p o r t a n t i , dai m o n u m e n t i , dalle c o m m e m o r a z i o n i e dalle statue degli u o m i n i celebri nati lì. Più oltre, la c o m u n i t à si estende alla n a z i o n e nell'accezione d a t a al termine nel X I X secolo (Piveteau, 1 9 9 5 ) ; i canti di g u e r r a i m p a r a t i fin dall'infanzia
i n s e g n a n o che tutti s o n o fratelli e che o g n u n o è p r o n t o a m o r i r e per la p a t r i a .
L'espressione politica della n a z i o n e e del t e r r i t o r i o p o n e , nei fatti, p r o b l e m i
m o l t o complessi. Q u e s t o s c h e m a di identificazione ai l u o g h i è p r e s e n t a t o q u i in
m o d o semplificato e idealizzato.
> Cultura e relazioni gerarchiche <
Affinché una società funzioni a d e g u a t a m e n t e non basta che tutti i suoi membri cond i v i d a n o le stesse convinzioni e gli identici progetti. E a n c h e necessario organizzare la vita collettiva, ripartire i compiti e le responsabilità, c o n t r o l l a r e i risultati.
T u t t o ciò si ottiene i n s t a u r a n d o relazioni gerarchiche all'interno del g r u p p o .
Le gerarchie semplici
Le gerarchie semplici si stabiliscono in m o d o n a t u r a l e nella vita familiare. Il padre e/o la m a d r e , i più anziani e i b a m b i n i f o r m a n o una p i r a m i d e la cui dimensione p r i m a è biologica. I legami " v e r t i c a l i " d e r i v a n o dalle necessità della vita, ma
l'affettività è u n a forza unificante resistente e l'autorità è di n o r m a accettata. La
forma della famiglia varia da cultura a c u l t u r a , ma la sua forza è o v u n q u e legata
al fatto che è percepita c o m e u n ' i s t i t u z i o n e r a d i c a t a nella n a t u r a e in cui ciascun o , per diritto, ha il p r o p r i o p o s t o .
La p i r a m i d e semplice costituita dai più anziani e dai più giovani è necessaria
all'acculturazione di base, cosa che ne giustifica l ' i m p o r t a n z a . La si ritrova, s o t t o
una forma diversa, a scuola tra il m a e s t r o e gli alunni o nelle fabbriche tra il pad r o n e , gli operai specializzati e gli a p p r e n d i s t i .
Le gerarchie complesse ereditarie
Le gerarchie complesse, caratteristiche della maggior parte delle società, garantiscono la coesione tra un n u m e r o , spesso considerevole, di gruppi di base. Esse s o n o in
grado di vincere i temibili ostacoli del n u m e r o , della diversità e della distanza.
In molti casi, il r u o l o e la posizione dell'individuo s o n o assegnati per nascita
e v e n g o n o trasmessi ai figli. Per e s e m p i o , nelle c u l t u r e i n d o e u r o p e e le tre g r a n d i
funzioni, il magistero m o r a l e dei sacerdoti, la forza dei guerrieri e il lavoro degli
agricoltori, degli artigiani e dei c o m m e r c i a n t i , s o n o concepiti c o m e disuguali e poss o n o far nascere, c o m e in India, un regime di caste funzionali e n d o g a m i c h e .
Gli scambi indispensabili tra i g r u p p i s o n o regolamentati da una rigida con-
Cultura e vita sociale I 87
s u e t u d i n e e l e t r a s g r e s s i o n i s a n z i o n a t e c o n u n r i g e t t o s p i e t a t o nelle c a t e g o r i e
fuori casta. Il sistema delle società divise in o r d i n i , che l ' E u r o p a ha c o n o s c i u t o , è
simile b e n c h é più elastico. Si nasce c o n t a d i n o o nobile m a , nei paesi cristiani, la
g e r a r c h i a ecclesiastica n o n è legata, in c o n f o r m i t à c o n lo s t a t u t o , all'origine sociale; l'accesso alla nobiltà n o n è del t u t t o chiuso. Si a p r e così la possibilità a grandi destini individuali.
Le gerarchie complesse in cui ruoli e posizioni sociali sono legati
alla competenza degli individui
Parallelamente alle gerarchie ereditarie, che si r i p r o d u c o n o a u t o m a t i c a m e n t e di generazione in generazione, ben p r e s t o si i n s t a u r a n o sistemi p u r a m e n t e funzionali in
cui r u o l o e posizione sociale degli individui s o n o legati alla l o r o c o m p e t e n z a (Etzioni, 1 9 6 4 ) . M o b i l i t a r e un n u m e r o notevole di p e r s o n e per realizzare un progetto che s u p e r a a b b o n d a n t e m e n t e le possibilità del piccolo g r u p p o implica:
• u n a missione precisa, definita da chi ha l'autorità di decidere;
• u n ' o r g a n i z z a z i o n e gerarchica m o l t o forte all'interno della quale gli o r d i n i e m a n a t i dal vertice s o n o ricevuti ed eseguiti.
Il p o s t o di ciascun m e m b r o è legato alla c o m p e t e n z a che gli viene r i c o n o s c i u t a .
La sua lealtà è assicurata dalla r e m u n e r a z i o n e che ottiene, dalle possibilità di p r o m o z i o n e che gli s o n o aperte, dal c o n t r o l l o cui è s o t t o p o s t o e dal rischio che corre
di vedersi escluso se n o n si c o n f o r m a agli obiettivi assegnati.
Gli ordini verbali e i controlli, di cui n o n resta alcuna traccia scritta, n o n res i s t o n o alla distanza e al t e m p o : le g r a n d i o r g a n i z z a z i o n i , in p a r t i c o l a r e le b u r o crazie, f a n n o la l o r o c o m p a r s a c o n la scrittura. Esse s o n o i n n a n z i t u t t o legate ai
culti, all'espressione del p o t e r e politico e alla f o r m a z i o n e degli Stati. Sovente l'esercito è s t a t o la p r i m a organizzazione s t r u t t u r a t a g e r a r c h i c a m e n t e .
L ' a m m i n i s t r a z i o n e c o m b i n a u n a g e r a r c h i a nelle f u n z i o n i d i c o m a n d o e d i
esecuzione, e u n a s t r u t t u r a inserita in territori d o v e si esercitano le c o m p e t e n z e dei
diversi livelli. Essa assicura l ' i n q u a d r a m e n t o delle p o p o l a z i o n i ; c o m p i e controlli,
riscuote le tasse, previene e corregge le devianze e cerca di c o m p o r r e i conflitti rend e n d o giustizia. Successivamente, le s t r u t t u r e b u r o c r a t i c h e p e n e t r a n o nel g r a n d e
c o m m e r c i o e nelle b a n c h e , e in b u o n a p a r t e della p r o d u z i o n e industriale.
La vita sociale di g r u p p i n u m e r o s i e complessi p u ò svolgersi efficacemente e
s u p e r a r e l'ostacolo della distanza solo se le relazioni s o n o chiuse in q u a d r i istituzionalizzati (Claval, 1 9 7 3 , 1 9 7 4 e 1 9 7 8 ) . I g r u p p i , o r d e e clan familiari, d e l l ' u m a nità primitiva p o t e v a n o , grazie alla presenza c o n t i n u a di tutti i loro m e m b r i , garantirsi la sopravvivenza; ma dal m o m e n t o in cui le società s o n o più n u m e r o s e e
più diversificate, e t e n t a n o di funzionare su un vasto territorio, la situazione si c o m plica. Che cosa p u ò g a r a n t i r e la coerenza dell'insieme e obbligare ogni p e r s o n a a
svolgere il p r o p r i o ruolo? D u e cose:
1) le tecniche di organizzazione dello spazio e quelle di i n o l t r o delle c o m u n i c a z i o ni e dei beni;
2) l'adesione di tutti agli stessi valori collettivi, l'interiorizzazione delle m e d e s i m e
regole c o m p o r t a m e n t a l i e il senso di solidarietà e di responsabilità.
88
La geografia culturale
Le collettività a ruoli omogenei: la formazione delle classi e delle lobby
M a n m a n o che la divisione del l a v o r o e dei ruoli si precisa e che i sistemi gerarchici
a c q u i s t a n o un p e s o m a g g i o r e sul f u n z i o n a m e n t o della società, la c o m u n i t à , piccola o g r a n d e che sia, p e r d e di senso o p p u r e il suo significato si restringe, al limite, a q u a l c h e a t t e g g i a m e n t o c o n v e n z i o n a l e . T u t t a v i a n o n s c o m p a r e , c a m b i a soltanto oggetto.
T u t t i c o l o r o che o c c u p a n o l a stessa p o s i z i o n e s i t r o v a n o a d a f f r o n t a r e gli
stessi p r o b l e m i e h a n n o interessi c o m u n i ; f o r m a n o , o g g e t t i v a m e n t e , delle c o m u nità quasi o m o g e n e e . Q u a n d o queste p e r s o n e s o n o facilmente i n c o m u n i c a z i o n e
tra di loro, p o s s o n o p r e n d e r e coscienza della somiglianza delle loro situazioni e del
v a n t a g g i o che si p u ò ricavare dal difenderle insieme; le collettività d i v e n t a n o classi; le condizioni geografiche di prossimità e di relazioni rapide c o n d i z i o n a n o q u e sta t r a s f o r m a z i o n e (Claval, 1 9 7 3 ) .
Grazie alle m o d e r n e c o m u n i c a z i o n i , l'idea di classe si è allargata a tutti i g r u p pi di persone che o c c u p a n o posizioni a n a l o g h e nella p i r a m i d e sociale, anche se n o n
h a n n o l'occasione di i n c o n t r a r s i spesso e n o n si t r a t t a di l a v o r a t o r i . Q u e s t a evoluzione è p a r t i c o l a r m e n t e stupefacente nelle n o s t r e società per ciò che r i g u a r d a le
d o n n e , i giovani e perfino certi g r u p p i m a r g i n a l i c o m e gli omosessuali. Utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione, le manifestazioni di piazza, le pressioni politiche a ogni elezione, si a d o p e r a n o per r e n d e r e n o t i i l o r o p r o b l e m i e le l o r o posizioni, e riescono a ottenere dal legislatore e d a l l ' o p i n i o n e p u b b l i c a u n a risposta a
molte delle loro rivendicazioni.
Classi e cultura
Le classi n o n differiscono solo per l'attività, la posizione gerarchica e i redditi dei
loro m e m b r i . Questi ultimi n o n h a n n o un uguale accesso alla c u l t u r a (Bernstein,
1 9 7 1 ) . Negli a m b i e n t i m o d e s t i delle società tradizionali, i genitori n o n a v e v a n o i
mezzi per m a n d a r e i figli a scuola e li m a n d a v a n o ben presto a l a v o r a r e : i giovani
a t t i n g e v a n o t u t t o ciò che s a p e v a n o d a l l ' a m b i e n t e circostante, dalla famiglia, dalla s t r a d a , dai c o m p a g n i , poi dall'officina in cui svolgevano l ' a p p r e n d i s t a t o . Nello
stesso p e r i o d o , i b a m b i n i delle classi m e d i e e r a n o scolarizzati e quelli delle classi
s u p e r i o r i r i c e v e v a n o lezioni p r i v a t e d a i p r e c e t t o r i . L a l o r o f o r m a z i o n e era p i ù
lunga, avveniva a t t r a v e r s o la scrittura, implicava l ' a p p r e n d i m e n t o di lingue m o r te o straniere, e m e t t e v a l'accento sui precetti m o r a l i su cui si b a s a v a n o le tecniche sociali di i n q u a d r a m e n t o . Oggi i c o n t r a s t i n o n si stabiliscono più t r a cultura
p o p o l a r e e c u l t u r a d'elite, ma t r a c u l t u r a di m a s s a e c u l t u r a tecnica e d o t t a : n o n
h a n n o e s a t t a m e n t e lo stesso significato, ma m a n t e n g o n o la d i m e n s i o n e culturale
delle opposizioni sociali.
Gli aspetti culturali delle realtà di classe s o n o essenziali per capire c o m e le persone p r e n d a n o coscienza di che cosa le a c c o m u n a e che cosa le differenzia. L'avvic i n a m e n t o è più facile tra coloro che d e v o n o alla somiglianza della loro formazione
il fatto di u s a r e gli stessi t e r m i n i , di p a r l a r e c o n gli stessi accenti, di p r a t i c a r e la
religione allo stesso m o d o e di c o n d i v i d e r e le i d e o l o g i e v e i c o l a t e dai sistemi di
formazione che h a n n o c o n o s c i u t o .
Cultura e vita sociale
89
In tutte le società, i gruppi che h a n n o c o m e funzione quella di forgiare e di trasmettere dei valori c o s t i t u i s c o n o u n a classe, nel n o s t r o m o n d o quella degli intellettuali, dei religiosi in altre società. I teorici m a r x i s t i n e g a n o la sua esistenza, ma
s a n n o perfettamente c o m e impiegarla: guida e giustifica la politica del p a r t i t o !
> Cultura e funzionamento della società <
Una società p u ò preservarsi solo se arriva a fornire ai suoi m e m b r i il cibo e i beni
materiali indispensabili all'esistenza, e ad assicurare l'ordine, la pace civile e la sicurezza. Essa deve r i s p o n d e r e alle esigenze spirituali, p r o v v e d e r e alla trasmissione delle acquisizioni culturali e alla stabilità delle istituzioni.
Il m o d o in cui questi compiti s o n o portati a termine e le operazioni necessarie per realizzarli s o n o fortemente segnati dalla cultura.
La meccanica delle posizioni sociali e dei ruoli e l'istituzionalizzazione della divisione
del lavoro: la personalità di base
A tutti i livelli, perfino i più elementari, la sopravvivenza del g r u p p o richiede una
divisione dei compiti e delle responsabilità tra gli individui, s e c o n d o l'età, il sesso
e le capacità. Sia che si tratti di c o m u n i t à ristrette, in cui tutti p a r t e c i p a n o ai c o m piti essenziali per la sopravvivenza, sia di società m o d e r n e in cui il lavoro è s m e m b r a t o all'estremo, il sistema p u ò funzionare solo se o g n u n o svolge o n e s t a m e n t e il
r u o l o o i molteplici ruoli che gli s o n o assegnati: m a r i t o , p a d r e di famiglia, agric o l t o r e , s i n d a c o di un p a e s i n o , p o r t i e r e in u n a s q u a d r a di calcio e così v i a . La
p e r s o n a l i t à d e l l ' i n d i v i d u o s i t r o v a a b b o z z a t a dalle posizioni o c c u p a t e ( L i n t o n ,
1 9 5 9 ) . Egli deve rispettare le convenzioni d o m i n a n t i . I suoi c o m p o r t a m e n t i s o n o
in q u e s t o m o d o s t a n d a r d i z z a t i : gli etnologi p a r l a n o al r i g u a r d o di personalità di
base (Dufrenne, 1 9 5 3 ) .
L'efficacia dei c o m p o r t a m e n t i è a s s i c u r a t a sia dai v a l o r i i n t e r i o r i z z a t i , sia
dalla p o s i z i o n e sociale, sia dalla r e m u n e r a z i o n e a c c o r d a t a dalla società. D ' a l t r o
c a n t o la società prevede u n a scala di sanzioni per punire i colpevoli.
La pressione collettiva ha d u n q u e una grande importanza. Nelle piccole località e nei g r u p p i p o c o numerosi e solidali, lo s g u a r d o di o g n u n o pesa su tutti: il signor sindaco deve sempre apparire dignitoso, responsabile e cordiale. Le società urbane, con le loro masse instabili e la loro complessità, lasciano maggiore libertà all'individuo: le città favoriscono le devianze, ma anche la libertà e le innovazioni.
La dimensione economica ed ecologica della vita sociale
L'aspetto e c o l o g i c o ed e c o n o m i c o della c u l t u r a p r e s u p p o n e le abilità e le c o n o scenze per valorizzare l'ambiente. Bisogna ricavare dalla n a t u r a le derrate alimentari, l'energia e le m a t e r i e p r i m e necessarie, trasformarle per ottenere gli utensili,
le a t t r e z z a t u r e e i beni di c o n s u m o richiesti dalle imprese e dalle famiglie. È o p -
90
La geografia culturale
p o r t u n o g a r a n t i r e ai privati e alle organizzazioni i servizi che r e c l a m a n o . Bisogna
attrezzare luoghi di p r o d u z i o n e e di vita; bisogna creare i mezzi di c o m u n i c a z i o n e
necessari per far circolare i beni, le p e r s o n e e le informazioni e assicurarne il b u o n
f u n z i o n a m e n t o . I c o n s u m a t o r i n o n c h i e d o n o d e r r a t e n a t u r a l i , m a p r o d o t t i lavorati, la cui d o m a n d a poggia t a n t o sulla l o r o i m m a g i n e q u a n t o sulle loro p r o p r i e tà reali: è il riflesso di u n a c u l t u r a ( C r a n g , 1 9 9 6 ; Bell e Valentine, 1 9 9 7 ) .
Secondo i livelli e i tipi di c u l t u r a , i g r u p p i h a n n o fatto ricorso a strategie organizzative m o l t o diverse. Al livello più semplice, spetta alla famiglia o al g r u p p o
elementare la responsabilità di p r o d u r r e il necessario e di assegnare al singolo q u a n to gli spetta.
A un livello tecnico più complesso, i compiti di p r o d u z i o n e si differenziano e
si i n s t a u r a la divisione del l a v o r o . Q u e s t ' u l t i m a di solito è a c c o m p a g n a t a da u n ' o r g a n i z z a z i o n e g e r a r c h i c a globale f o n d a t a s u l l ' i m p o r t a n z a dei diversi c o m p i t i . Ai
p r o d u t t o r i di beni e di servizi v e n g o n o prelevate i m p o s t e obbligatorie destinate a
chi detiene il p o t e r e politico, la forza militare e l'autorità religiosa.
Tra le caste o i mestieri specializzati è possibile che venga istituito un sistema
di b a r a t t o istituzionalizzato. A un certo livello di complessità negli s c a m b i , l'uso
del d e n a r o i n t r o d u c e m a g g i o r e elasticità ed efficienza.
L o storico d e l l ' e c o n o m i a Karl P o l a n y i (1944) h a m o s t r a t o c o m e l'emergere
dell'economia in q u a n t o settore a u t o n o m o della vita sociale fosse un f e n o m e n o recente e limitato e a n c h e q u a n t e reazioni avesse p r o v o c a t o . Il passaggio da u n ' e c o n o m i a in cui i prezzi s o n o fissati da u n ' a u t o r i t à e gli scambi c o n t r o l l a t i , a u n ' e c o n o m i a liberale di m e r c a t o in cui il costo dei mezzi di p r o d u z i o n e e il prezzo dei p r o dotti e dei servizi s o n o , in u n a situazione t r a s p a r e n t e , il r i s u l t a t o del r a p p o r t o tra
l'offerta e la d o m a n d a , suscita, già tra i p r i m i teorici del laissez-faire classico, dibattiti a p p a s s i o n a t i .
La critica socialista o p p o n e il diritto al l a v o r o al m e r c a t o del l a v o r o . Di fronte al disordine e allo s p e r p e r o causati dalla ricerca del profitto e dalla c o n c o r r e n za, p r o p o n e la p r o d u z i o n e pianificata in m o d o razionale utilizzando tutti i mezzi
disponibili. Il fallimento delle esperienze di gestione centralizzata socialista, la loro inefficienza e i conseguenti effetti negativi, d a n n o oggigiorno un n u o v o respiro
ai sostenitori d e l l ' e c o n o m i a liberale.
I p r o t a g o n i s t i dell'impresa n o n assomigliano al m o d e l l o dell'homo ozconomicus della t e o r i a , m o s s o u n i c a m e n t e dalla ricerca dell'efficienza e del p r o f i t t o . Le
q u a l i t à m o r a l i , la forza di c a r a t t e r e e il senso di r e s p o n s a b i l i t à dei p r o t a g o n i s t i
s o n o essenziali. A c o m i n c i a r e da M a x Weber ( 1 9 0 4 ) , alcuni m e t t o n o in evidenza
il r u o l o p r e p o n d e r a n t e svolto dagli a m b i e n t i p r o t e s t a n t i nelle p r i m e fasi della rivoluzione industriale. Per avere successo, l ' i m p r e n d i t o r e deve rispettare i c o n t r a t ti e i t e r m i n i di consegna, n o n deve b a r a r e sulla qualità del p r o d o t t o , deve cercare di r i n n o v a r e sempre e di stabilire un clima di fiducia c o n il p e r s o n a l e . La precisione, la coscienza professionale, la c o m p e t e n z a , l ' a m o r e per il l a v o r o a n i m a n o dirigenti e operai t a n t o q u a n t o la preoccupazione di r a g g r u p p a r s i per difendere i loro
interessi. La creatività e l'innovazione e c o n o m i c h e riflettono atteggiamenti collettivi, u n a c u l t u r a (Chevalier, 1 9 8 9 ; Peyrefitte, 1 9 9 5 ) .
Cultura e vita sociale
La dimensione politica della vita sociale
Gli interventi della politica nella vita e c o n o m i c a n a s c o n o dalle responsabilità principali del g o v e r n o : assicurare la sua a u t o r i t à sul territorio dello Stato, la p a c e e la
giustizia interne, la sicurezza alle frontiere. Per ottenere t u t t o ciò, gli agenti del p o tere d e v o n o p o t e r circolare ed essere presenti o v u n q u e . Le risorse necessarie al funz i o n a m e n t o dell'esercito d e v o n o essere prelevate dalle ricchezze p r o d o t t e dalla p o p o l a z i o n e . L a v o r i p o r t u a l i , i m p i a n t i di i r r i g a z i o n e e così via, oltre al c o n i o che
garantisce il valore del d e n a r o , p o s s o n o accrescere questa ricchezza.
Le istituzioni che i n q u a d r a n o la vita politica n o n h a n n o niente di n a t u r a l e : sono state e l a b o r a t e nel c o r s o della s t o r i a e riflettono le preferenze, le p r i o r i t à e i
valori delle p o p o l a z i o n i interessate. N e l m o n d o c o n t e m p o r a n e o , i paesi di t r a d i zione " g i a c o b i n a " m e t t o n o lo Stato al di sopra di t u t t o , m e n t r e nei Paesi Bassi ques t ' u l t i m o deve essere al servizio delle c o m u n i t à che c o m p o n g o n o la n a z i o n e .
La t e n t a z i o n e costante dei p o t e r i dittatoriali privi di c o n t r o l l o è quella di imp o r r e i m p o s t e eccessive. Le risorse v a n n o allora essenzialmente a c o l o r o che perm e t t o n o al p o t e r e di m a n t e n e r s i , e la cui fedeltà deve essere c o m p r a t a : caste guerriere e sacerdotali. La società diventa fortemente n o n egualitaria.
In generale i sistemi democratici g a r a n t i s c o n o un c o n t r o l l o migliore sulle entrate e sulle spese, evitano lo s p e r p e r o e le eccessive disuguaglianze, e si rivelano
più efficaci. Il p o t e r e e m a n a in q u e s t o caso dalla v o l o n t à del p o p o l o : u n a p r o c e d u r a di v o t o lo delega ad alcuni per un p e r i o d o l i m i t a t o .
Se il c o n c e t t o di S t a t o c o m e t e r r i t o r i o p o p o l a t o avente a c a p o un g o v e r n o è
c h i a r o , i concetti di " p o p o l o " e di " n a z i o n e " s o n o m o l t o più vaghi nell'uso della
lingua e nelle coscienze. A quali condizioni u n a p o p o l a z i o n e p u ò essere consider a t a c o m e un " p o p o l o " o u n a " n a z i o n e " avente un diritto esclusivo sul territorio
che occupa? Su q u e s t o p u n t o è evidente la connessione stretta t r a la geografia p o litica e la geografia culturale.
> Cultura, controllo sociale e libertà <
O g n i sistema sociale diventa oppressivo q u a n d o è t r o p p o perfetto. I ruoli e le p o sizioni imposti dalle relazioni istituzionalizzate, in p a r t i c o l a r e quelli che n a s c o n o
dalla divisione e c o n o m i c a del l a v o r o , e i precetti morali inculcati fin dall'infanzia
e che s e g n a n o p r o f o n d a m e n t e le coscienze individuali, r i n c h i u d o n o gli individui in
schemi così rigidi da essere talvolta d o l o r o s i . M o l t i s o g n a n o di liberarsene in m o do provvisorio o definitivo.
Per riuscirci, è necessario lasciare gli spazi in cui il c o n t r o l l o sociale è t r o p p o
forte, quelli in cui lo s g u a r d o collettivo esclude ogni devianza e in cui il fatto di
d i m e n t i c a r e , fosse solo per p o c o , i ruoli assegnati, è severamente c o n d a n n a t o . Di
solito lo spazio sociale c o m p o r t a , a c c a n t o a z o n e in cui nulla sfugge alla vigilanza
collettiva, aree in cui n o n p u ò essere esercitata in m o d o così efficace (Théry, 1 9 9 1 ) .
92
La geografia culturale
Forme di socializzazione e controllo collettivo
In alcuni casi, il limite del p r i v a t o isola la famiglia dal vicinato (tipo A): le p o r t e
s o n o chiuse, le ringhiere c i r c o n d a n o il g i a r d i n o . I r a p p o r t i c o n i vicini r e s t a n o lim i t a t i e freddi: l'intimità e la libertà di o g n u n o s o n o s a l v a g u a r d a t e a questa condizione. È il caso della m a g g i o r p a r t e delle città francesi. Il prezzo da p a g a r e è la
solitudine, m e n t r e un v a n t a g g i o è che si rende possibile la c o a b i t a z i o n e di p e r s o n e
m o l t o diverse nello stesso i m m o b i l e o nella stessa via. In q u e s t o m o d o è possibile
evitare molti conflitti t r a vicini e favorire l'integrazione sociale.
Altrove (tipo B), per esempio negli Stati Uniti, la c o m u n i t à del vicinato è alim e n t a t a da relazioni calde e vive. N e s s u n a recinzione o m u r o , le p o r t e s o n o aperte, le visite dei vicini gradite. Ciò p u ò funzionare solo se si h a n n o dei " b u o n i vicin i " con cui le relazioni s o n o facili. T u t t o è p r o g e t t a t o affinché, in un quartiere, si
r a g g r u p p i n o famiglie o m o g e n e e per r e d d i t o , religione e razza. In questo m o d o fanno la loro c o m p a r s a , e si rafforzano, le Little Italy, le C h i n a t o w n e i ghetti neri.
In sostanza, le città sono organismi complessi: le zone centrali e le estreme periferie n o n s o n o state pensate secondo le stesse regole di urbanizzazione e n o n h a n n o
subito la stessa evoluzione. I tipi A e B di vicinato vi si i n c o n t r a n o in m o d i diversi.
Gli spazi di distrazione e di piacere
L'energia degli i n d i v i d u i n o n è m a i t o t a l m e n t e i m p i e g a t a nel p e r s e g u i m e n t o di
obiettivi utilitaristici (Sansot e altri, 1 9 7 8 ) . Bisogna f r a m m e z z a r e l'esistenza c o n
m o m e n t i di r i p o s o e di s v a g o ; alcuni f a n n o p a r t e della vita p r i v a t a , p e r s o n a l e o
familiare. M o l t e p e r s o n e p a r t e c i p a n o ai m o m e n t i salienti della vita sociale. Q u e st'ultima, perfino al livello q u o t i d i a n o , implica sempre u n a messinscena (Goffman,
1 9 7 3 ) . N e l c o r s o della g i o r n a t a s o n o previsti m o m e n t i liberi: l'ora di ricreazione
dei b a m b i n i a s c u o l a , la siesta nella m a g g i o r p a r t e delle p o p o l a z i o n i m e d i t e r r a nee, e la sera, d o p o aver t e r m i n a t o il l a v o r o e c o n s u m a t o la cena, un p o ' o v u n q u e . Q u a n d o il l a v o r o diventa efficace da essere svolto in m e n o di q u a r a n t a ore
settimanali, c o n ferie p a g a t e di un mese e p i ù , e il p e n s i o n a m e n t o r e l a t i v a m e n t e
precoce, i divertimenti o c c u p a n o un a m p i o spazio (Dumazedier, 1 9 7 2 ) . M o l t e soluzioni s o n o possibili:
• c i si d e d i c a ad a t t i v i t à p r o d u t t i v e l i b e r a m e n t e scelte: il r i c a m o , il fai da t e , il
giardinaggio, e così via;
• a t u t t e le età, esistono i cultori di attività sportive;
• il bisogno di evasione si esprime attraverso la lettura, gli spettacoli, le visite ai m u sei, attività che p e r m e t t o n o di evadere dal q u o t i d i a n o (Sansot e altri, 1978). Viaggiare riunisce tutti questi piaceri: l'attività fisica, il conoscere gente, la contemplazione delle bellezze naturali, la visione di capolavori architettonici o artistici.
La festa: inversione sociale e catarsi
La festa segna una r o t t u r a collettiva netta e significativa nello s v o l g i m e n t o ordin a r i o dei giorni ( D u v i g n a u d , 1 9 7 3 ) . Kssa scandisce i m o m e n t i salienti della vita familiare (nascita, m a t r i m o n i o , morte) ricordati ogni a n n o in occasione degli anniv e r s a r i . Le feste che c o s t e l l a n o la vita collettiva, religiosa o civica, s o n o a n c o r a
Cultura e vita sociale
più i m p o r t a n t i : s o n o organizzate in date fisse che spesso c o r r i s p o n d o n o ai m o m e n t i
salienti dei cicli cosmici o agli eventi principali della vita della città.
Q u e s t e feste si s v o l g o n o c o n processioni, d a n z e , musica, spettacoli. O g n u n o
è c o n t e m p o r a n e a m e n t e a t t o r e e s p e t t a t o r e e vive un m o m e n t o d'intensa e m o z i o n e ,
di c o m u n i o n e e di evasione. Il s e n t i m e n t o di a p p a r t e n e n z a collettiva è allora m o l to forte. Alcune feste p o r t a n o alla sospensione dell'applicazione delle regole abituali e c o n d u c o n o al c a p o v o l g i m e n t o delle gerarchie s e c o n d o il m o d e l l o del carnevale cristiano. La m a s c h e r a e il t r a v e s t i m e n t o p e r m e t t o n o a ogni p e r s o n a di essere q u a l c u n a l t r o , di p a r l a r e e di c o m p o r t a r s i l i b e r a m e n t e . Q u e s t e manifestazioni, con i l o r o eccessi, h a n n o virtù terapeutiche collettive e p e r m e t t o n o di purificare
la società dalle sue tensioni. Gli spettatori vivono per p r o c u r a delle situazioni estreme alle quali n o n a c c e d o n o d u r a n t e il c o r s o n o r m a l e della l o r o esistenza, liberandosi così dell'aggressività.
Il r u o l o svolto da queste manifestazioni collettive in certe p o p o l a z i o n i giustifica s t r u t t u r e speciali, a volte g r a n d i o s e : a m p i e strade per accogliere le processioni, piazze m o n u m e n t a l i , edifici e n o r m i in g r a d o di raccogliere nello stesso luogo
officianti e s p e t t a t o r i .
> Spazio, cultura, creatività e sovversione <
L'esistenza di sacche, di luoghi di i s o l a m e n t o , di r i p o s o , di svago e di festa è indispensabile al b u o n f u n z i o n a m e n t o dei g r u p p i sociali. Ma la presenza di m a r g i n i
che sfuggono ai controlli ha altre virtù.
Il ruolo degli spazi marginali: la frontiera
Ai margini della società gli obblighi si allentano, le regole si i m p o n g o n o c o n m e n o
rigore, la loro trasgressione n o n ha c o m e conseguenze le stesse sanzioni. La messa
in discussione delle pratiche d o m i n a n t i , l'invenzione di nuovi discorsi e l'emergere
di n u o v e n o r m e d i v e n t a n o più facili. I gruppi che le a d o t t a n o si atteggiano da o p positori, rifiutano le regole n o r m a l i e ne stabiliscono altre. Il loro r u o l o varia.
Esistono casi in cui i c o m p o r t a m e n t i a t t u a t i ai limiti della società d o m i n a n t e
n o n m i n a c c i a n o i princìpi su cui si fonda, ma p e r m e t t o n o a certe m i n o r a n z e di conservare la loro specificità, ad altre di sfruttare o riempire di parassiti la società globale. D ' a l t r o n d e il m o n d o m a r g i n a l e spesso è t a n t o s t r u t t u r a t o q u a n t o quello cui
si o p p o n e : ciò è vero per i g r u p p i criminali, quelli dei fuorilegge o dei briganti di
s t r a d a delle società rurali, o quelli della " m a l a v i t a " o mafia delle regioni u r b a n e .
Senza solidarietà per c o n t r a s t a r e le pressioni esercitate dalla polizia, senza o m e r tà, la criminalità s u b i r e b b e p r e s t o u n o scacco.
In altre situazioni, gli spazi che sfuggono allo stretto c o n t r o l l o servono a m o l tiplicare le esperienze, a predicare altri valori, a p e n s a r e soluzioni inedite alle difficoltà che il c o r p o sociale deve affrontare. La m a r g i n a l i t à diventa c u l t u r a l m e n t e
i La geografia culturale
p r o d u t t i v a . Le società che d i s p o n g o n o di spazi in cui la loro influenza è imperfetta s o n o spesso più plastiche di altre: nella loro t r a s f o r m a z i o n e i n c o n t r a n o m e n o
difficoltà, m e n o squilibri d u r a t u r i e r i a d a t t a m e n t i bruschi.
La frontiera è stata il m o t o r e dell'evoluzione della società a m e r i c a n a dai tempi della c o l o n i z z a z i o n e fino a q u a n d o il p o p o l a m e n t o ha r a g g i u n t o le coste del
Pacifico, più di un secolo fa (Claval, 1 9 9 0 ) . Q u e s t o era p r o p r i o della n a t u r a stessa del sistema politico a m e r i c a n o : l ' a m m i n i s t r a z i o n e non era stabilita dal p o t e r e
centrale, ma era il risultato di un p o p o l a m e n t o che p r e n d e v a in m a n o le redini del
p r o p r i o destino (figura 5.3).
Data in cui ia densità della popolazione
raggiunge i d u e abitanti per miglio quadrato:
i
I
P r i m a del 1860
Tra il 1861 e il 1870
II
Tra il 1871 e il 1 8 8 0
| I
Tra il 1881 e il 1 8 9 0
I
I M e n o di due persone
per miglio quadrato nel 1890
Frontiera orientale approssimativa
delle M o n t a g n e Rocciose
Fig. 5.3 Avanzata della frontiera nelle Grandi Pianure americane (fonte M'tchell e Groves, s.d, p. 2 5 8 )
Le distese del West costituiscono, nella stona americana, un vero e proprio laboratorio dove la società è continuamente messa in discussione.
Cultura e vita sociale
La presenza di margini in cui il peso della società globale diventa m e n o evidente ha s e m p r e un significato p r o f o n d o per gli equilibri sociali e per la vita cult u r a l e . Cole H a r r i s (1977) h a s o t t o l i n e a t o l ' " a p p i a t t i m e n t o " della p i r a m i d e sociale realizzata o l t r e m a r e dagli e u r o p e i . La m a g g i o r p a r t e dei coloni s o g n a v a di
ricostituire - a p r o p r i o v a n t a g g i o - le gerarchie sociali cui era a b i t u a t a nel p r o prio paese di origine. Ma c o m e evitare che i servitori t e n t a s s e r o fortuna verso la
vicina frontiera, o b b l i g a n d o o g n u n o a provvedere da solo ai propri bisogni essenziali? Pierre C h a u n u (1974) ha rilevato, per l ' E u r o p a occidentale, l'originalità del
m o n d o " p i e n o " n a t o a partire dal XIII secolo, dalla fine della colonizzazione degli spazi europei rimasti fino ad allora vacanti: s c o m p a r e la " f r o n t i e r a " e, con essa, a n c h e la plasticità sociale e l'inventiva culturale di molti spazi.
Margini e controculture
L'esistenza di zone in cui la densità è così bassa che le forme abituali di c o n t r o l l o
sociale fanno fatica a svilupparsi crea d u n q u e , a l l ' i n t e r n o dello spazio sociale, un
p r i m o tipo di terre fuori delle regole. L ' a m m a s s a m e n t o delle popolazioni nelle grandi città p o r t a , p a r a d o s s a l m e n t e , q u a s i allo stesso r i s u l t a t o . N o n è p o s s i b i l e , al
c e n t r o di agglomerati multimilionari, sfuggire alla folla, ma la pressione collettiva
n o n è più così forte là d o v e diventa a n o n i m a .
La s c o m p a r s a di fronti pionieristici n o n è m a i definitiva: essi r i s o r g o n o nel
m o n d o u r b a n o , nella m i s u r a i n cui q u e s t o p e r m e t t e n u o v e forme d i m a r g i n a l i t à ;
r i a p p a i o n o q u a n d o un sistema s o c i o e c o n o m i c o è s o t t o p o s t o a r i s t r u t t u r a z i o n e , le
sue vecchie attività v a n n o di m a l e in peggio e gli sfruttamenti tradizionali del s u o l o n o n s o n o più necessari.
Nelle società u r b a n i z z a t e del m o n d o c o n t e m p o r a n e o , spesso è nei q u a r t i e r i
centrali d e l l ' a g g l o m e r a t o o nella c i n t u r a u r b a n a che è più facile sfuggire agli a m bienti coercitivi. Q u i le c o n t r o c u l t u r e s o n o p a r t i c o l a r m e n t e vive ( R o s z a k , 1 9 6 9 ;
G o l d s t e i n , 1 9 8 9 ) : esse c o n t e s t a n o i valori d o m i n a n t i e p r o p o n g o n o n u o v e interpretazioni del gioco sociale e g e n e r a l m e n t e si d i m o s t r a n o sovversive.
Crisi, catastrofi e innovazioni culturali
Affinché il c a m b i a m e n t o sia possibile, è necessario che gli schemi esistenti scomp a i a n o , c o m e spesso a c c a d e ai m a r g i n i o negli interstizi degli spazi di solito inq u a d r a t i . Lo stesso avviene q u a n d o il f u n z i o n a m e n t o n o r m a l e della società viene
i n t e r r o t t o e i principi su cui si basa s o n o messi in discussione. In occasione di u n ' e r u z i o n e , di un t e r r e m o t o o di u n a catastrofe di origine u m a n a , le a u t o r i t à in carica a volte n o n si m o s t r a n o all'altezza della situazione. Le lacune a p p a i o n o in piena luce, il prestigio delle istituzioni in carica è i n t a c c a t o dalla l o r o inefficienza, a
volte dalla l o r o vigliaccheria. S o r g o n o forze giovani, a n c o r a m a l s t r u t t u r a t e , m a
che p a r l a n o di n u o v e possibilità: le si ascolta volentieri.
Talvolta il t r a u m a che m e t t e di discussione un sistema sociale e che c o n d u c e
a un r i n n o v a m e n t o p r o f o n d o della cultura deriva da u n a sconfitta militare (Vidalene, 1 9 5 7 ) : questa n o n p r o v a l'incapacità dei generali e del p o t e r e civile che li ha
n o m i n a t i ? I vincitori n o n d e v o n o forse il l o r o successo al fatto che le l o r o azioni
96 i La geografia culturale
si i s p i r a n o alla vera m o r a l e , ai veri dèi, o a u n a filosofia più c o n f o r m e al c o r s o della storia? Un t e m p o la geografia aveva l'abitudine di interessarsi solo ai periodi di
p r o s p e r i t à , poiché il suo scopo era di redigere il bilancio delle capacità p r o d u t t i v e
delle diverse regioni e dei diversi g r u p p i u m a n i . Oggi gli atteggiamenti s o n o differ e n t i : le s i t u a z i o n i di crisi c a t t u r a n o s e m p r e p i ù l ' a t t e n z i o n e , p o i c h é r i v e l a n o le
debolezze dei sistemi esistenti e spesso ne accelerano l'evoluzione.
Rivoluzioni, ristrutturazioni e cambiamenti culturali
Il c a m b i a m e n t o n o n è s e m p r e legato alla disuguale pressione esercitata dalla società presente sul t e r r i t o r i o , ma p u ò essere il risultato di u n a messa in discussione
più generale dei princìpi su cui si fonda.
Il r i n n o v a m e n t o allora n o n deriva più dalle esperienze c o n d o t t e ai m a r g i n i del
territorio, ma da u n a crisi p r o f o n d a di ciò che costituisce il legame sociale: deriva
da u n a r i s t r u t t u r a z i o n e generale della vita e c o n o m i c a , da u n a rivoluzione che capovolge le istituzioni politiche e le relazioni istituzionalizzate, o da u n a crisi dei valori religiosi o culturali tradizionali. C h e cos'è che p o r t a a u n a simile scossa generale dell'ordine esistente? C h e cos'è che spinge le p e r s o n e ad accettare u n a n u o v a
forma di organizzazione p i u t t o s t o che u n ' a l t r a ? Si capisce perché le situazioni instabili, le messe in discussione i m p r o v v i s e , le conversioni a u n a n u o v a fede affascinino gli specialisti di geografia culturale: leader ispirati, capi carismatici e p r o feti d i f f o n d o n o c o n la p a r o l a e l ' e s e m p i o n u o v e idee, c r e a n o n u o v e s t r u t t u r e e
r a c c o l g o n o il consenso di g r a n d i masse. C h e p a r t e h a , nel loro successo, il loro linguaggio ispirato? C h e p a r t e spetta alla l o r o capacità di i n c a n a l a r e tensioni latenti
e di t r o v a r e un'espressione accettabile ad aspirazioni a lungo represse?
> Conclusione <
La società n o n è di c o m p e t e n z a della n a t u r a , bensì della cultura. Essa implica solidarietà affettive e u n a s t r u t t u r a z i o n e funzionale, spesso gerarchica, spiegata e legittimata dai valori d o m i n a n t i . N o n è u n a m a c c h i n a , cosa che spiega il r u o l o p o sitivo che spesso vi svolgono le sacche e le aree ai m a r g i n i .
I geografi h a n n o a v u t o la t e n d e n z a , c o m e gli altri specialisti delle scienze sociali, a considerare c o m e a p a r t e le categorie che p e r m e t t o n o di capire la vita dei
g r u p p i . Le c o r r e n t i radicali della geografia culturale si i m p e g n a n o , nei paesi a n glosassoni, a decostruire queste nozioni e a m o s t r a r n e il gioco degli interessi e degli effetti di d o m i n a z i o n e : il discorso sulla c o n d i z i o n e femminile ha a l u n g o giustificato lo s f r u t t a m e n t o a cui le d o n n e e r a n o s o t t o p o s t e ; se le p o p o l a z i o n i in
m a g g i o r a n z a c a r i c a n o le m i n o r a n z e di tutti i peccati della creazione è per rafforzare e difendere la loro posizione.
Cultura e vita sociale
Capitolo 6
Istituzione della società
e miti di fondazione
> La cultura come ordine istituito <
La dimensione istituente e prescrittiva del discorso
U n a c u l t u r a è, in b u o n a p a r t e , fatta di p a r o l e che t r a d u c o n o il reale suddividend o l o , s t r u t t u r a n d o l o e o r g a n i z z a n d o l o . Q u e s t i segni r a c c o n t a n o i luoghi, la vita, le
esistenze o le tecniche: h a n n o un valore descrittivo e, siccome nel c o r s o della vita
si c a r i c a n o di c o n n o t a z i o n i , a s s u m o n o u n a carica e m o t i v a . P a r l a n d o di oggetti e
di esseri si acquisisce la capacità di d a r e loro un'esistenza sociale.
Alcuni degli enunciati costruiti con le p a r o l e h a n n o u n a d i m e n s i o n e prescrittiva: essi n o n i n d i c a n o ciò che è, ma ciò che deve essere, ciò che bisogna far accadere, ciò che è b e n e . La facoltà di giudizio fa discernere il bello dal b r u t t o e permette di stabilire, a c c a n t o all'ordine dell'etica, quello dell'estetica.
La cultura delle società animali più complesse si riduce a pratiche n a t e dall'im i t a z i o n e e n o n c o m p o r t a altra d i m e n s i o n e prescrittiva se n o n quella d e l l ' a d d e s t r a m e n t o i m p o s t o dalle m a d r i ai l o r o piccoli; essa i g n o r a i valori.
N e l capitolo precedente si è analizzato il r u o l o della cultura nel f u n z i o n a m e n t o
delle società. Il m o d o di p r o c e d e r e è stato sia quello del n a t u r a l i s t a , curioso di individuare la molteplicità delle f o r m e della vita sociale, sia quello del m e c c a n i c o ,
p r e o c c u p a t o di capire c o m e , a p a r t i r e da istituzioni così diverse, si p o s s a n o svolgere le stesse funzioni. In q u e s t o c a p i t o l o si affronta un a r g o m e n t o diverso: p e r
quale r a g i o n e gli u o m i n i istituiscono, a t t r a v e r s o il p o t e r e s t r u t t u r a n t e che dà loro
ia p a r o l a , un o r d i n e simbolico? Q u e s t ' o r d i n e p e r m e t t e di p a s s a r e dalla semplice
analisi dell'esistente all'idea del dover essere, p r o p o n e interpretazioni del c o s m o ,
della n a t u r a e della vita sociale, e d e t e r m i n a gli ideali da raggiungere, gli scopi verso i quali deve t e n d e r e l'azione di chi vuole realizzare il p r o p r i o destino di u o m o .
La dimensione morale della vita sociale
N e s s u n o S t a t o p u ò f u n z i o n a r e se n o n g o d e di u n a forte legittimità p r e s s o l'opinione p u b b l i c a , nessun t i r a n n o p u ò m a n t e n e r e il p o t e r e c o n t r o u n a rivolta generale, nessuna polizia p u ò sconfiggere l ' a n a r c h i a o azioni terroristiche diffuse. N e l -
Istituzione della società e miti di fondazione
le società d e l l ' E u r o p a occidentale che v e n g o n o descritte c o m e assediate dalla delinquenza, dal crimine e dalla c o r r u z i o n e , le cifre ufficiali affermano che le persone incarcerate r a p p r e s e n t a n o dallo 0,3 a l l ' I per mille della p o p o l a z i o n e complessiva: questa p e r c e n t u a l e è m o l t o bassa, ma raggiunge il 3 per mille negli Stati Uniti, dove è eccezionalmente alta.
C h e si tratti di istinto o di p e c c a t o originale, l ' u o m o p u ò essere peggio di un
l u p o per l ' u o m o , ma l'istinto collettivo di sopravvivenza gli i m p o n e di o b b e d i r e a
certi princìpi n o r m a l m e n t e inculcati fin dall'infanzia: rispettare i genitori, n o n rub a r e , n o n uccidere, svolgere c o n onestà il p r o p r i o c o m p i t o e così via. Q u e s t e regole s o n o istintive? Sono presenti di n o r m a nella coscienza del singolo? Sono state stabilite da u n a p o t e n z a divina di fronte alla quale tutti d e v o n o inchinarsi, altrimenti il castigo in q u e s t o o in un altro m o n d o sarebbe terribile? E un dibattito
centrale in t u t t e le culture. Chi è q u e s t ' u o m o , q u e s t o vicino, q u e s t o fratello di cu:
bisogna rispettare la vita, la libertà e i beni? Il vicino che ha lo stesso colore delk
pelle, la stessa lingua, gli stessi c o s t u m i , gli stessi dèi, o tutti gli u o m i n i della Terra, q u a l u n q u e sia la loro cultura? I diritti universali d e l l ' u o m o , simili o v u n q u e , hanno v e r a m e n t e un senso per tutti, a dispetto dei g r a n d i princìpi affermati?
Garantire l'ordine del mondo e della natura: la dimensione religiosa della vita sociale
La m o r a l e n o n è la sola a essere c h i a m a t a in causa. L'osservazione empirica dell:
n a t u r a rivela, n e l l ' o t t i c a d i m o l t e c u l t u r e , u n ' a r m o n i a p r o f o n d a t r a i fenomera
n a t u r a l i ; la vita u m a n a p a r t e c i p a a un t u t t o o r d i n a t o e coerente. I cicli di nascita,
crescita, m o r t e e rinascita della L u n a e della vegetazione d a n n o un senso al destino di o g n u n o : il gioco d e l l ' e t e r n o r i t o r n o , i lavori e i giorni r i p e t u t i incessantem e n t e , la m o r t e e la s p e r a n z a di rinascita (Eliade, 1 9 4 7 ) .
All'improvviso, p e r ò , la pacifica a r m o n i a viene spezzata: la terra t r e m a , il tuono r i m b o m b a , l'ordine del m o n d o è s c o n v o l t o dalla collera degli dei; è necessari:
placarli c o n riti e sacrifici ed e v e n t u a l m e n t e castigare l ' e m p i o r e s p o n s a b i l e . Nell'età scientifica, la lotta c o n t r o le m i n a c c e che i n c o m b o n o sui cicli n a t u r a l i e suil'insieme dell'ecumene genera a r d o r i quasi missionari nelle sette di ecologisti.
O g n i religione, ogni ideologia laica, a p p o r t a un principio sociale ugualitari :
o g e r a r c h i z z a t o , u n a m o r a l e c o n i suoi doveri e i suoi divieti, un m o d e l l o politic :
che legittima il p o t e r e e u n a guida di relazioni da m a n t e n e r e c o n la n a t u r a (De:fontaines, 1 9 4 8 ; B a n t o n , 1 9 6 6 ; Sopher, 1 9 6 7 ; Dory, 1 9 9 3 ) .
> Laldilà e la costruzione
dell'ordine dei valori <
Su che cosa poggia l ' a n d a m e n t o che fonda l'ordine dei valori e istituisce la società su basi n o r m a t i v e ? L'osservazione ci dice ciò che è e, se viene ben c o n d o t t a , ci
che sarà; ci p e r m e t t e di p a s s a r e dall'analisi alla prescrizione.
T00
La geografia culturale
L'immaginazione p o r t a lo spirito al di là di ciò che la vista a b b r a c c i a : il viaggiatore prevede che cosa scoprirà q u a n d o la linea dell'orizzonte sarà o l t r e p a s s a t a ,
il b a m b i n o a m a n t e delle cartoline e delle s t a m p e a b i t a i paesi costruiti dalla sua
fantasia, e il c r e d e n t e a s p i r a alla b e a t i t u d i n e e t e r n a del P a r a d i s o , t e m e la p r o v a
del P u r g a t o r i o ed è t e r r o r i z z a t o dal castigo definitivo dell'Inferno.
Lo spazio degli u o m i n i n o n si limita m a i a quello rivelato dall'osservazione:
si a c c o m p a g n a ad "altri m o n d i " cui volentieri si a t t r i b u i s c o n o virtù e fascino superiori a quelli d e l l ' a m b i e n t e familiare.
I m o n t i abitati dagli spiriti invisibili e p o t e n t i , i paradisi o gli inferni cui le anim e dei m o r t i s o n o p r o m e s s e , a s s u m o n o f o r m e m o l t o diverse s e c o n d o l e c u l t u r e .
Sono fatti di p a r o l e , di i m m a g i n i , di idee, di r a c c o n t i t r a m a n d a t i di g e n e r a z i o n e
in generazione c o m e u n ' e r e d i t à t r a le più f o n d a m e n t a l i ; impalpabili, inaccessibili
ai sensi, a p p a r t e n g o n o all'universo del discorso. N o n d i m e n o questi altri m o n d i a p p a i o n o c o m e d o t a t i di più senso e realtà di quello p e r c e p i t o q u a g g i ù . P a r a g o n a t i
all'ordine esistente, ne svelano le m a n c a n z e , i difetti e le ingiustizie. Lo spirito che
li ha esplorati g o d e di un p u n t o di vista superiore che gli p e r m e t t e di analizzare la
società e gli schemi c o n cui si manifesta c o n s g u a r d o clinico, e di indicare in q u a le direzione agire.
Le regole c o m p o r t a m e n t a l i , i modelli di c o n d o t t a , le forme auspicabili di svil u p p o d e l l ' a m b i e n t e si c o s t r u i s c o n o in q u e s t o m o d o . Gli aspetti sordidi della realtà n o n s o n o solo spiacevoli: s o n o c o n d a n n a b i l i e s o n o la p r o v a dell'esistenza di disfunzioni, l o r d u r e o errori.
La t o p o l o g i a delle realtà ultime che d a n n o un senso all'universo, alla n a t u r a ,
alla società e a l l ' i n d i v i d u o n o n è m o l t o varia (Eliade, 1 9 6 3 , 1 9 6 5 a e 1 9 7 1 ; W u nenberger, 1 9 8 1 ; Claval, 1984) [figura 6.1).
I cielo
E t à d e l l ' O r o •Jr
*j
TJuesto m o n d o
Terra
senza Male
Utopia
J—
Tempo
7
Fig. 6.1 II nostra mondo e gli atri mondi: un tentativo di topologia
I mondi che costituiscono il doppio di quello in cui viviamo si trovano sopra o sotto il nostro (il cielo o gli inferi) o nell'universo astratto della Ragione metafisica Possono anche trovarsi sulla Terra,
ma in un luogo fuori della portata dei comuni mortali perché situato in un tempo passato (l'Età
dell'Oro), nel mondo contemporaneo ma in un paese inaccessibile (la Terra senza Male), o nel
futuro (l'Utopia).
Istituzione della società e miti di fondazione
Fig. 6 . 2 L'interpretazione geomantica dei siti neil'Asia cinesizzata (fonte: Forèt, 1994, p. 11 ).
Il pregio di un luogo deriva innanzi tutto dal soffio vitale che vi circola, ma che rallenta l'acqua. Un
"vero" sito è circondato da colline che regolano il percorso del soffio vitale, e delle quali la coppia
più importante è quella Drago-Tigre. Una zona boschiva (il limite geomantico) contribuisce anche a
proteggere il sito.
Immanenza, politeismo e ubiquità del sacro
Presso alcune culture si ritiene che, in ogni cosa e in ogni essere vivente, ci sia un'essenza che gli conferisce consistenza e densità e ne spiega la n a t u r a , i m o v i m e n t i , i
c o m p o r t a m e n t i e l'evoluzione. L'energia f o n d a m e n t a l e del m o n d o è allora i m m a n e n t e , p o i c h é le forze attive r i s i e d o n o nel p r o f o n d o della m a t e r i a i n a n i m a t a o di
quella vivente. Queste forze s o n o concepite c o m e spiriti che le a b i t a n o , ma che poss o n o lasciarle e spostarsi: il m o n d o del p a g a n e s i m o è quello dell'incantesimo (Auge, 1982); affiora o v u n q u e u n a sacralità multiforme (Bonnemaison, 1 9 8 6 b e 1992).
Gli esseri s o p r a n n a t u r a l i vi m i g r a n o , vi si r i u n i s c o n o , vi si r i p r o d u c o n o . La n a t u ra brulica di un p o p o l o di geni, di elfi e di ninfe, che somigliano agli u o m i n i in m o do i m p r e s s i o n a n t e , ma n o n s o t t o s t a n n o alle leggi della gravità.
T02
La geografia culturale
Le forze attive nel m o n d o s o n o a volte più generali; invece di essere specifiche per ciascun oggetto, s e g n a n o c a m p i che a t t r a v e r s a n o il reale e gli conferiscono le sue p r o p r i e t à essenziali: la g e o m a n z i a cinese individua così nella topografia
i canali in cui fluiscono lo yin e lo y a n g , e ne tiene c o n t o q u a n d o deve scegliere
d o v e costruire m o n u m e n t i , a b i t a z i o n i o t o m b e ( F e u c h t w a n g , 1 9 7 4 ; Forèt, 1994)
(figura 6.2, p. 102).
La trascendenza e gli altri mondi: la religione, la metafisica e la favola
Altri sistemi di pensiero p o n g o n o l'universo u l t i m o oltre ciò che si offre ai nostri
sensi, nel cielo, nel m o n d o s o t t e r r a n e o o nello spazio a s t r a t t o della rivelazione o
della R a g i o n e ; la loro concezione del vero si basa sull'idea di trascendenza. Il m o n do si s d o p p i a in un unico spazio ed è a n i m a t o da u n a forza generale che spiega tutt o : n o n c'è più b i s o g n o di invocare, per ogni o r d i n e di fenomeni, meccanismi diversi. L'universo smette di essere e t e r o g e n e o , p o i c h é è s t a t o c o n c e p i t o da un dio
(o un principio unico) che governa c o n t e m p o r a n e a m e n t e C o s m o , Terra e Inferi. Il
m o n d o ha un d o p p i o in un aldilà che lo t r a s c e n d e , ma i d u e c o m u n i c a n o in certi
luoghi privilegiati in cui si manifesta la p o t e n z a degli dèi (iigura 6.3).
L'ontologia dello spazio n o n è u n i f o r m e : certi p u n t i o certe aree s o n o d o t a t i di u n a
realtà più essenziale poiché l'aldilà vi affiora, li carica di p o t e n z a n u m i n o s a e li rende sacri (Eliade, 1 9 6 5 b ) (figura 6.4, p a g i n a s e g u e n t e ) . In m o l t e c u l t u r e il s a c r o
transita per l'asse del m o n d o : da qui il privilegio del c e n t r o , c o m e in Cina.
Patria del vento
dell'ovest
Fig. 6 . 3 Le nozioni cosmografiche degli indiani salteaux (fonte: Relph, 1976, p. 27).
I salteaux concepiscono tre mondi sovrapposti:
1 ) il mondo superiore, la Terra dell'Uccello del Tuono, disabitato;
2) il mondo reale, composto da un continente circondato dall'Oceano e in cui si individua
una Terra dei morti;
3) il mondo inferiore, identico al nostro, ma immortale.
Un passaggio permette di passare dal nostro mondo a quello inferiore.
Istituzione della società e miti di fondazione
T03
Fig. 6 . 4 Rapporti tra il nostro mondo e l'aldilà e sacralizzazione dello spazia
I luoghi in cui il divino, originato nell'aldilà, si m a nifesta sulla Terra sono sacralizzati II passaggio
dalla Terra all'altro mondo è particolarmente facile là dove passa l'asse del mondo, che attira
vita religiosa e potere a fondamento religioso.
La sacralizzazione generale, sebbene temporanea, dello spazio avviene in occasione delle f e ste e delle cerimonie che sono in grado di r i stabilire il tempo originario della comunione tra
uomini e dèi.
Le forme assunte dalle interpretazioni trascendenti dell'universo s o n o molteplici: s o n o religiose nei g r a n d i m o n o t e i s m i ; s o n o metafisiche e m e t t o n o l'accento
sul N u l l a e sul suo significato c o m e f o n d a m e n t o di ogni saggezza nel b u d d h i s m o ;
m e n t r e la riflessione sulla transitorietà e l ' i m p c r m a n c n z a dà coerenza al t a o i s m o
e allo scintoismo g i a p p o n e s e , e la filosofia greca è i m p e r n i a t a sull'idea di u n a Ragione universale.
Il R i n a s c i m e n t o riporta in auge il r a z i o n a l i s m o metafisico degli antichi c o m b i n a n d o l o in m o d i diversi con il pensiero cristiano. Da un sistema culturale all'alt r o , il principio di spiegazione c a m b i a , ma la s t r u t t u r a del pensiero resta identica:
essa si f o n d a sull'idea di un a l t r o m o n d o ; è un pensiero assiologico (Eisenstadt,
1982, 1983 e 1986).
L'universo della favola e i valori estetici
C a p i t a di non attribuire valore m o r a l e e metafisico ad alcuni degli universi i m m a ginari di cui ci si circonda; essi fanno sognare e s o n o apprezzati per la loro grazia,
bellezza, a r m o n i a o e s o t i s m o .
La scala dei valori a sostegno della cultura n o n r i g u a r d a solo la m o r a l e . Gli
altri m o n d i che le s e r v o n o da base a s s u m o n o forme diverse dalla rivelazione. Gli
spazi della favola, della fantasticheria e della c o n t e m p l a z i o n e artistica c o m p l e t a n o
così quelli della fede religiosa o della R a g i o n e metafisica e d a n n o a l l ' i m m a g i n a r i o
u n a d i m e n s i o n e poetica o estetica. La loro t o p o l o g i a è ricalcata su quella degli aldilà religiosi o metafisici {figura 6.5). Le immagini e le musiche che r a p i s c o n o gli
spiriti e i cuori n o n s o n o forse ispirate da un universo immateriale con cui il genio
c o m u n i c a c o n m o d a l i t à non p r o p r i o chiare?
104
La geografia culturale
Aldilà cristiano
La Ragione
Mitologia antica
Età
dell'Oro
Passato
Quaggiù
Presente
Futuro''
Fig. 6.5 La topologia degli aldilà del Rinascimento.
All'aldilà religioso e a quello metafisico della Ragione si aggiunge quello della mitologia ereditata
dall'antichità classica, che sta alla base dell'immaginano artistico.
Gli u m a n i s t i del R i n a s c i m e n t o c r e d e v a n o che queste sfere fossero accessibili
a c o l o r o il cui spirito fosse sufficientemente ben affinato da p e n e t r a r e l'universo
della R a g i o n e m e t a f i s i c a , s e c o n d o i l m o d e l l o p l a t o n i c o ; t e n e v a n o i n a l t i s s i m a
considerazione le forme dell'antichità classica e c e r c a v a n o di riallacciarsi, in c a m po artistico, a u n ' e t à dell'oro ellenistica o r o m a n a . C o n il trionfo dei filosofi della
storia, nel X I X secolo, la m o d e r n i t à diventa il riferimento u l t i m o della creazione
artistica: l'altro m o n d o cui essa si ispira è quello del f u t u r o , d e l l ' u t o p i a . L'artista
diventa colui che percepisce t e n d e n z e a n c o r a in gestazione e ne trae le forme dei
suoi dipinti o i r i t m i e i t e m i delle sue o p e r e : l ' a v a n g u a r d i a è l'unico riferimento
della m o d e r n i t à .
L'attività a r t i s t i c a è s t a t a a l u n g o i n t i m a m e n t e l e g a t a alla vita religiosa: la
tragedia greca è u n ' a r t e sacra; i misteri medievali s o n o costruiti sullo stesso m o dello. Spesso la p i t t u r a e la scultura h a n n o a v u t o c o m e funzione principale quella
di c o m m e m o r a r e la rivelazione, o di d a r e un volto alla divinità e u n a f o r m a all'ineffabile, cosa che d ' a l t r o n d e spiega le passioni suscitate a Bisanzio e altrove dal
culto delle i m m a g i n i e la furia di certi iconoclasti.
Trascendenza, Età dell'Oro, Terra senza Male e Utopia
Spesso il m o n d o perfetto del s o g n o , l i b e r a t o dai m a l i e dalle l o r d u r e del m o n d o
reale, è c o n c e p i t o c o m e un p a r a d i s o p e r d u t o (Eliade, 1 9 6 5 b ) . Il m i t o dell'Età dell ' O r o è impreziosito da t u t t e le attrattive degli a m b i e n t i e delle società del passat o . L a T e r r a senza M a l e , c a r a agli i n d i a n i g u a r a n i descritti d a H é l è n e C l a s t r e s
Istituzione della società e miti di fondazione
(1975), esisteva in questo m o n d o e in questo t e m p o : era un paese che si estendeva
dietro le m o n t a g n e che s b a r r a v a n o l'orizzonte... Allora, p e r i o d i c a m e n t e , v a n e migrazioni m e t t e v a n o in m o v i m e n t o questo p o p o l o in cerca del paese della felicità.
Q u e s t e c o n c e z i o n i p a s s a t i s t e o e s o t i c h e del m o n d o ideale a p p a i o n o a b b a stanza p a r a l i z z a n t i , p e r c h é si o p p o n g o n o alla fede di c o l o r o che c r e d o n o nel p r o g r e s s o e in un d o m a n i felice nel q u a l e r i p o n g o n o t u t t e le l o r o s p e r a n z e ( C o h n ,
1 9 6 1 ; d e L u b a c , 1 9 7 9 - 1 9 8 1 ; M a n u e l e M a n u e l , 1 9 7 9 ) . Q u e s t a certezza stimola
la l o r o energia e li spinge a costruire un futuro migliore per i l o r o figli.
La rivoluzione scientifica p o r t a i p e n s a t o r i europei, s o p r a t t u t t o a p a r t i r e dal
XVIII secolo, a n o n cercare più la spiegazione del m o n d o fuori delle cose e degli
esseri, ma a collocarla d e n t r o di essi: è un r i t o r n o a l l ' i m m a n e n z a , ma s o t t o forme
m o l t o diverse rispetto a quelle del p a g a n e s i m o antico o del pensiero cinese; per il
n u o v o spirito scientifico, le forze che spiegano il m o n d o risiedono nella m a t e r i a ,
negli esseri o negli u o m i n i e si p o s s o n o cogliere a t t r a v e r s o l'osservazione dei fenom e n i . Esse a s s u m o n o l ' a s p e t t o della causalità m e c c a n i c a , dell'evoluzione del vivente e del senso della storia.
Il r a z i o n a l i s m o scientifico si inserisce in u n o spazio o m o g e n e o da cui il sacro
è escluso, ma le sue ideologie v a l o r i z z a n o il senso delle e v o l u z i o n i e delle forze
che le g u i d a n o : è il caso delle filosofie della storia spesso associate all'idea di p r o gresso scientifico.
Potere e ordine normativo
Il p o t e r e p u ò d i v e n t a r e stabile solo se è a c c e t t a t o , e a p p a r e tale se t r a e la sua legittimità dall'aldilà cui la società aderisce. Nelle società politeiste, il re a p p a r e come il s o m m o sacerdote e l'intercessore presso le p o t e n z e s o p r a n n a t u r a l i . F o r z a n do un p o ' le cose, il c a p o accede alla c o n d i z i o n e di semidio o di dio: diventa imp e r a t o r e . Il s o v r a n o vittorioso e p o t e n t e deve i suoi successi alla grazia divina. Aless a n d r o o C l o d o v e o n o n la p e n s a v a n o (o n o n lasciavano pensare) diversamente. Il
principe stesso è deificato c o m e accadeva per il faraone egizio o il cesare r o m a n o ;
spesso è c o n s i d e r a t o c o m e un i n t e r m e d i a r i o indispensabile t r a il n o s t r o e l ' a l t r o
m o n d o , c o m e nel caso d e l l ' i m p e r a t o r e cinese.
Nelle religioni rivelate il s o v r a n o è accettato perché agisce per delega ed è tale per diritto divino, e q u e s t o spiega le molteplici forme di relazioni complesse e
di s u b o r d i n a z i o n e che si s v i l u p p a n o t r a la Chiesa e lo S t a t o . In O c c i d e n t e , la lotta
per le investiture ha d o m i n a t o a l u n g o le relazioni conflittuali t r a R o m a e il Sacro
romano impero.
C o n la laicizzazione del m o n d o che si delinea a partire dal XVII secolo, la fonte del potere cessa di essere trascendente: risiede nel p o p o l o ; o r m a i il governo p u ò
agire conformandosi alle volontà del p o p o l o e appoggiandosi sui suoi rappresentanti.
In q u e s t o m o d o l'esercizio del p o t e r e è l e g a t o al g i o c o degli aldilà ai q u a l i
crede la società in cui viene esercitato (Claval, 1 9 8 4 ) . E a t t r a t t o dai luoghi in cui
le relazioni con le forze che g o v e r n a n o il m o n d o risultano più facili: alle origini dell ' u m a n i t à , funzioni religiose e funzioni politiche s o n o pressoché fuse nei centri cerimoniali, p u n t o di p a r t e n z a di m o l t e città dell'antichità; lo si è c o n s t a t a t o in M e -
• La geografia culturale
s o p o t a m i a , in Egitto, in India, nel Sud-est asiatico, in Cina, in G i a p p o n e e nell'America Centrale e a n d i n a p r e c o l o m b i a n a (Wheatley, 1971) (figura 6.6). Le capitali t e m p l a r i si t r o v a n o spesso là d o v e p a s s a l'asse del m o n d o , o d o v e a l o r o v a n taggio lo p o n g o n o (figura 6.7). Al c e n t r o dei regni di Giava, il p a l a z z o (il k r a t o n )
r a p p r e s e n t a v a il m o n t e Semeru, i n t o r n o a cui il m o n d o si o r d i n a v a per t u t t a l'area della civiltà induista ( L o m b a r d D . , 1 9 9 0 ; Sevin, 1 9 9 2 e 1 9 9 3 ) .
Il p o t e r e resta i m p r e g n a t o di religiosità anche q u a n d o n o n si riferisce più alle
p o t e n z e u l t r a t e r r e n e : nelle m o n a r c h i e assolute, il m o d o in cui è p r e s e n t a t a la centralità del p a l a z z o del s o v r a n o r i c o r d a che t u t t o gravita i n t o r n o al re, braccio secolare di D i o sulla Terra.
Fig. 6 . 6 La struttura di un centro cerimoniale: La Venta, in Messico, intorno all'800 a C (fonte: Hardoy, 1968).
Le credenze cosmologiche e i bisogni rituali spiegano l'organizzazione di uno spazio orientato nordsud e in cui si va dal tempio, al nord, alla piramide, al sud, passando per un'area centrale aperta.
Fig. 6.7 Pechino secondo i riti (fonte: Blanchon, 1994, p. 63).
f
1
a. Città proibita, b. Città imperiale, c. Città interna, d. Tempio degli antenati,
e. Altare del suolo, f. Altare del Cielo, g. Altare della Terra, h. Altare del Sole, i. Altare
della Luna.
Istituzione della società e miti di fondazione
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Il paesaggio p u ò svolgere il r u o l o di s u p p o r t o a u n ' o p e r a di i n d o t t r i n a m e n t o
ideologico, c o m e m o s t r a J a m e s D u n c a n ( 1 9 9 0 e 1992) per la città di K a n d y , capitale del regno che p o r t a lo stesso n o m e , nello Sri L a n k a .
La sacralità del p o t e r e n o n s c o m p a r e c o n la fine del diritto divino. Le capitali s o n o o r m a i p r o g e t t a t e per manifestare l'equilibrio t r a la r a p p r e s e n t a n z a p o p o lare ( C a m e r a o Senato) da cui ha origine la n u o v a legittimazione, il p o t e r e esecutivo e il potere giudiziario, necessari per evitare u n a c o n c e n t r a z i o n e eccessiva di responsabilità e scongiurare la minaccia di u n a d i t t a t u r a . I paesaggi u r b a n i di W a s h i n g t o n (figura 6.8), di C a n b e r r a o di N u o v a Delhi r e n d o n o evidenti la superiorità
delle forze che p r e s i e d o n o ai destini dei paesi e l'equilibrio che ne legittima l'uso.
Fig. 6 . 8 La sacralizzazione delle funzioni politiche: il caso di Washington.
Lincisione realizzata alla fine del Settecento mette in evidenza i due poli del potere: la residenza del Presidente e il Campidoglio, sede del Congresso
108
La geografia culturale
I miti di fondazione
In o g n i società, la genesi dei sistemi di valori è r a c c o n t a t a dai c o s i d d e t t i m i t i di
fondazione (Claval, 1 9 8 0 ) . Essi a s s u m o n o forme diverse; in molti g r u p p i primitivi,
si riferiscono alle origini: ci p a r l a n o di un t e m p o p a s s a t o , quello degli eroi civilizzatori, u n ' e p o c a in cui le relazioni tra le forze che p l a s m a n o il m o n d o , gli dèi che
presiedono al suo destino e gli uomini, e r a n o più strette che ai nostri giorni. La strutt u r a del c o s m o , della n a t u r a , d e l l ' u m a n i t à e della civiltà n o n aveva segreti per gli
u o m i n i di quel t e m p o ; grazie al ricordo t r a m a n d a t o , le persone c o m p r e n d o n o il senso della loro presenza in questo m o n d o e h a n n o u n ' i d e a di ciò che le attende d o p o
la m o r t e . I miti definiscono così u n a sacralità complessa e diffusa. Per le religioni rivelate, D i o stesso ha d e t t a t o la sua legge e gli articoli di fede ai profeti. Ciò g a r a n tisce sia l'autenticità del m i t o f o n d a t o r e sia la p o r t a t a di ciò che a n n u n c i a .
Per i l l u s t r a r e la s u a c o n c e z i o n e delle idee, P l a t o n e a v e v a c o n c e p i t o il m i t o
della caverna: il r a c c o n t o n o n si riferiva a un t e m p o preciso, ma n a r r a v a u n ' e s p e rienza da cui t r a r r e u n a lezione filosofica. Egli i m m a g i n a v a alcuni schiavi incatenati in u n a caverna, i quali c o n o s c e v a n o del m o n d o solo le o m b r e che un fuoco faceva d a n z a r e sulla p a r e t e di fronte a l o r o . Ciò che s c a m b i a v a n o per realtà era solo il p a l l i d o riflesso di quella cui a v e v a n o accesso gli u o m i n i liberi. Allo stesso
m o d o , l e a p p a r e n z e che noi a p p r e n d i a m o s o n o solo u n ' i m m a g i n e d e f o r m a t a delle idee che r a p p r e s e n t a n o l'essenza delle cose. Q u e s t o è il r a c c o n t o di f o n d a z i o n e
del r a z i o n a l i s m o metafisico greco.
A p a r t i r e dal XVII secolo, le filosofie della storia s o n o veicolate dai miti p r o posti da g r a n d i p e n s a t o r i all'origine delle scienze sociali. H o b b e s , p e r esempio, nel
Leviatano sostiene che lo Stato ha origine da un c o n t r a t t o nel quale gli individui
r i n u n c i a n o a p a r t e dei diritti naturali, p r e f e r e n d o la legge allo s t a t o di n a t u r a . La
stipula del c o n t r a t t o sociale segna l'inizio della civiltà.
Nel XVIII secolo, con Rousseau c a m b i a il significato del c o n t r a t t o sociale: per
lui l ' u o m o n a t u r a l e vive n e l l ' i n n o c e n z a , è la civiltà a c o r r o m p e r l o . Per uscire da
questa deplorevole condizione, è o p p o r t u n o che gli uomini si u n i s c a n o in un p a t to che li libererà dalla loro attuale miseria. P o n e n d o la stipula del c o n t r a t t o nel fut u r o e non nel p a s s a t o , R o u s s e a u situa in un t e m p o a venire il m o m e n t o in cui gli
uomini s a r a n n o infine liberati dal p e s o di una società che li o p p r i m e . Il m i t o del
c o n t r a t t o sociale a s s u m e così una d i m e n s i o n e rivoluzionaria.
> I rapporti tra il nostro e gli altri mondi <
Il potere carismatico e il potere intellettuale
Il m o n d o si fa più comprensibile q u a n d o si ha accesso agli altri m o n d i in cui s o n o
visibili i princìpi che lo r e g o l a n o , q u a n d o si sa individuare gli spiriti che p o p o l a n o
i luoghi e a n i m a n o gli esseri, q u a n d o si arriva a stabilire u n a c o m u n i c a z i o n e c o n
l'aldilà in cui risiede la divinità o officia la Ragione, e q u a n d o si presagiscono i trat-
Istituzione della società e miti di fondazione
109
ti del m o n d o di d o m a n i , q u a n d o si r i c o r d a n o i m o m e n t i felici del p a s s a t o , o si con o s c o n o le regioni della Terra inaccessibili ai c o m u n i m o r t a l i e al M a l e .
Per fondare le interpretazioni simboliche che p r o p o n g o n o , le società h a n n o bis o g n o di individui capaci di p e n e t r a r e i misteri dell'universo. I sistemi n o r m a t i v i
p o g g i a n o sulla t e s t i m o n i a n z a dei visionari che h a n n o accesso alle ragioni profonde del m o n d o e spesso le folle li s e g u o n o ciecamente: è l'origine del carisma che distingue, nella m a s s a a n o n i m a , i p e r s o n a g g i fuori del c o m u n e , senza i quali il m o n do n o n sarebbe ciò che è.
Il visionario abita luoghi inaccessibili agli altri (Eliade, 1 9 4 9 e 1 9 5 1 ) . Egli si
colloca al di fuori della n o r m a l i t à , cosicché spesso lo si percepisce c o m e vicino alla follia. Lo s c i a m a n o delle società primitive trae il p r o p r i o p o t e r e dalla facoltà di
viaggiare d u r a n t e i p r o p r i sogni; l'uso di sostanze psicotrope lo aiuta sovente a sfuggire alla pesantezza del qui e ora.
In altri casi, la divinità p r e n d e l'iniziativa di rivolgersi a l l ' u m a n i t à affidandosi a un profeta ( M u h l m a n , 1 9 6 8 ) .
L'altro m o n d o che dà un significato al m o n d o t e r r e n o n o n è sempre quello della religione: p u ò essere il p a n t h e o n a p e r t o agli eroi; la folle t e m e r a r i e t à di cui alcuni d a n n o p r o v a nel c o m b a t t i m e n t o è un segno del d e s t i n o che li a t t e n d e d o p o
la m o r t e : s o n o già p o s s e d u t i dallo spirito dei semidei e p a r t e c i p a n o del l o r o glorioso aldilà. N e l l ' a n t i c a Grecia e nel m o n d o m o d e r n o , il c a m p i o n e sportivo capace di prestazioni s t r a o r d i n a r i e g o d e di un prestigio il cui principio n o n è diverso.
Nelle civiltà in cui le ideologie h a n n o scalzato le religioni, il p o t e r e carismatico spetta all'intellettuale in g r a d o di c o m p r e n d e r e i m e c c a n i s m i che p l a s m a n o k
m a t e r i a , t r a s f o r m a n o gli esseri e d a n n o un o r i e n t a m e n t o alla storia. Spesso egli
condivide q u e s t o p o t e r e c o n l'artista, cui la bellezza si rivela: n o n c'è forse nel genio quel pizzico di follia che mette in evidenza che n o n è più u m a n o e che partecipa già di u n ' a l t r a n a t u r a ?
Spetta ai leader carismatici il c o m p i t o di costruire il sistema di valori su cui si
basa la società, ma la forza creatrice si esaurisce u n a volta t e r m i n a t o il t e m p o dei
geni fondatori. L'autorità passa allora nelle m a n i di chi conserva le tradizioni, ne preserva l'integrità e sa reinterpretarle per adattarle alle circostanze e ai p r o b l e m i del
m o n d o attuale. I personaggi-chiave sono ormai il saggio, il prete e l'intellettuale: non
è possibile vita sociale senza legittimatori per giustificarla o per rovesciarla.
Pregare, meditare, raccogliersi, militare, impegnarsi
Il fedele deve estraniarsi dal m o n d o e raccogliersi p e r m e d i t a r e sull'origine delle
cose, sulle forze che p l a s m a n o il m o n d o , sugli dèi, i geni e gli spiriti che lo p o p o l a n o , sul D i o che l'ha creato e sulla R a g i o n e che lo guida. Per rivolgersi al Signore e alle divinità in cui crede, il fedele i n t e r r o m p e il c o r s o della sua esistenza ordinaria e dà u n a struttura religiosa o filosofica alla sua vita. N o n vuole essere distratto
nella riflessione che i n t r a p r e n d e o nella preghiera che recita, fatto che lo spinge a
cercare la c a l m a , la solitudine: c o l o r o che f a n n o p r o p r i a questa logica lasciano il
m o n d o e si isolano nel deserto, c o m e gli eremiti, o si ritirano in un c o n v e n t o dove
la pace del chiostro offre loro un rifugio ideale.
110 : La geografia culturale
La m e d i t a z i o n e e la preghiera t r a g g o n o profitto anche dall'essere solennizzate. Il c a n t o che si leva da centinaia di petti ha più possibilità di piacere alle p o t e n ze cui è rivolto di u n a voce isolata; il m o r m o r i o della preghiera si gonfia q u a n d o
è p r o n u n c i a t a da t u t t i c o l o r o che si s o n o riuniti nel t e m p i o , in chiesa o in u n a di
quelle aree aperte in cui fedeli si r i t r o v a n o p e r i o d i c a m e n t e . Il Signore n o n ha forse detto: «Io sarò tra di voi q u a n d o voi sarete riuniti per p r e g a r e in m i o n o m e » ?
Per p r e g a r e è o p p o r t u n o scegliere quei luoghi che s o n o intrisi di sacralità, altrimenti bisogna consacrarli. M e n t r e per il culto degli avi è sufficiente un altare in
u n a delle stanze di casa, la c o m u n i t à ha bisogno di cappelle, chiese, templi o santuari. Pregare in u n a g r a n d e m o s c h e a cittadina, il venerdì, al m u s u l m a n o vale m e riti che il b e d u i n o n o m a d e n o n acquisirà m a i , impossibilitato a r e n d e r e solenni le
sue devozioni se n o n c o n un t a p p e t o e la p a r t e c i p a z i o n e di qualche fedele (de Planhol, 1 9 5 7 e 1 9 6 8 ) . La sacralità dei luoghi dove gli avi f o n d a t o r i s o n o stati seppelliti, la religione rivelata e i santi martirizzati è tale che è più facile farsi sentire lì e
gli dèi h a n n o più piacere a ricevere lì il l o r o c u l t o (Deffontaines, 1 9 4 8 ) . Il pellegrinaggio si inserisce così in m o d o n a t u r a l e nella vita religiosa (figura 6.9).
Fig. 6 . 9 I luoghi del pellegrinaggio induista in India (fonte: Isma'il, al Faruqi e Sopher, 1974, p. 72).
Istituzione della società e miti di fondazione 1 ni
La v o l o n t à di isolarsi per fuggire la c o r r u z i o n e o il p e c c a t o n o n è sempre m o r a l m e n t e giustificata. N o n s a r e b b e meglio impegnarsi a f o n d o nel m o n d o in cui si
vive, se si vuole che somigli a l l ' i m m a g i n e ideale che ne a b b i a m o e che desideriamo vedere trionfare? L'impegno in n o m e di u n a fede o di u n a causa c o r r i s p o n d e
così a u n a diversa f o r m a di azione ispirata alla visione di un altro m o n d o che guida gli u o m i n i . Le ideologie che n e g a n o l'esistenza di un aldilà t r a s c e n d e n t e o di
divinità i m m a n e n t i diffidano della meditazione, spingendo p i u t t o s t o all'azione collettiva e a l l ' i m p e g n o . Le g r a n d i religioni classiche a s s o m m a n o , in p r o p o r z i o n i diverse, i due a t t e g g i a m e n t i : la Chiesa cattolica ha i suoi o r d i n i meditativi di clausura, ma chiede ai credenti di agire nella vita in c o n f o r m i t à al c r e d o scelto.
La p r e g h i e r a , la m e d i t a z i o n e e il r a c c o g l i m e n t o s o n o i n t i m a m e n t e legati alla
p r e o c c u p a z i o n e di m a n t e n e r e viva c o n il pensiero la m e m o r i a dei m o r t i . I r a p p o r t i
t r a il m o n d o dei viventi e quello dei defunti p a s s a n o a n c h e a t t r a v e r s o l'istituzione e la disposizione dei luoghi per seppellire i corpi, cremarli e c o n s e r v a r n e le ceneri, o esporle. I c a m b i a m e n t i di a t t e g g i a m e n t o che si o s s e r v a n o in questi a m b i t i
s o n o b u o n i indicatori delle m u t a z i o n i che le società s u b i s c o n o , a volte in p r o f o n dità ( G r a v a n , 1 9 9 2 ) .
Il tempo primordiale, lo spazio originario e i riti
In molti sistemi di pensiero, la verità n o n si manifesta nei luoghi e nei t e m p i banali
in cui viviamo, ma nel t e m p o p r i m o r d i a l e e nello spazio delle origini o nel futuro
di un d o m a n i felice. M i r c e a Eliade lo n o t a v a dicendo che la Luce si t r o v a in u n a
d u r a t a e in u n ' e s t e n s i o n e separate dalle n o s t r e , senza materialità e senza fuga degli istanti: in ilio tempore, scriveva (Eliade, 1 9 6 3 e 1 9 6 5 a ) . Vi s i a m o più vicini
q u a n d o ci t r o v i a m o in z o n e s a t u r e di sacralità, ma la distanza che ci s e p a r a dall'aldilà n o n è m a i cancellata.
Tuttavia il m o n d o e la società h a n n o bisogno di ricondursi alla purezza degli
istanti di fondazione: a q u e s t o prezzo è possibile m o n d a r e le cose e gli esseri dall ' i n q u i n a m e n t o che li m a c c h i a . I g r u p p i r i t r o v a n o l'equilibrio solo se d i s p o n g o n o
di mezzi per avvicinarsi alle fonti della p o t e n z a e della verità. I riti servono a q u e s t o . La d a n z a p r e p a r a alla trance: la divinità scivola d e n t r o l'individuo che agisce
e p a r l a in s u o n o m e . Il sacrificio sancisce u n ' a l l e a n z a c o n le forze che g u i d a n o il
m o n d o : ne c a t t u r a l'attenzione, ne placa la collera e p e r m e t t e di o t t e n e r n e il favore, per m e z z o di offerte o i m m o l a n d o un essere il cui s a n g u e r e d i m e dalle colpe.
A volte si ha l'impressione che queste s t r u t t u r e a n t r o p o l o g i c h e a p p a r t e n g a n o
al p a s s a t o e si t r o v i n o solo nelle società d o m i n a t e dalla religione. La laicizzazione
del m o n d o , che va di p a r i p a s s o c o n l'ascesa delle ideologie, a v r e b b e p e r m e s s o di
liberarsi delle pratiche r e t r o g r a d e . È d a v v e r o così?
N e i sistemi di pensiero che si sviluppano d o p o il XVII secolo, i miti n o n ci racc o n t a n o più il destino degli eroi, ma ci p a r l a n o della società o della n a t u r a (Claval, 1 9 8 0 ) . N é i l m a l e n é i l p e c c a t o s o n o s c o m p a r s i : h a n n o c a m b i a t o scala. N a s c o n o d a m e c c a n i s m i sociali che p r i v a n o u n a p a r t e delle p o p o l a z i o n i del frutto
del l o r o l a v o r o ; s o n o c o n s e g u e n z a della p e r v e r s i o n e d e l l ' i n t e r a u m a n i t à c h e s i
m o s t r a ingrata verso la N a t u r a , dalla quale ricava t u t t o . I riti che r i p r i s t i n a n o la
112
La geografia culturale
purezza del m o n d o c a m b i a n o scala ed essenza: n o n si tollera più il fatto che u n a religione ricorra a sacrifici u m a n i , ma si accetta di vedere l'umanità redenta dal sacrificio collettivo di u n a classe o di un p o p o l o . Il rituale ha c a m b i a t o n o m e - si c h i a m a
rivoluzione - ma le sue funzioni n o n s o n o diverse: ristabilisce il legame con il t e m p o
primordiale e inserisce u n a frattura maggiore nella d u r a t a ; riscatta dalle colpe e dissolve le impurità; offre alla società r i n n o v a t a la possibilità di un n u o v o inizio.
Le identità collettive
L'aldilà, che fonda il pensiero n o r m a t i v o , giustifica sia l'esistenza delle culture (che
r a g g r u p p a n o le persone che c o n d i v i d o n o la stessa fede) sia quella delle società (che
riuniscono le persone che vivono sotto lo stesso potere). C o l o r o che si s e n t o n o uniti da u n a credenza c o m u n e e s p r i m o n o la loro identità attraverso la scelta di un simbolo che fa dimenticare le differenze tra i m e m b r i di un g r u p p o , sottolinea le affinità, unisce e prescrive; la croce ci ricorda che d o b b i a m o c o m p o r t a r c i da cristiani;
i francesi accettano di m o r i r e per il giglio di Francia o per la bandiera tricolore.
Tra i simboli che a i u t a n o a s t r u t t u r a r e le identità collettive, il t e r r i t o r i o gioca
un r u o l o centrale (Piveteau, 1 9 9 5 ) , p o i c h é costituisce la base materiale della vita
c o m u n e e fornisce a l m e n o u n a p a r t e delle risorse indispensabili all'esistenza di ciascuno. E un q u a d r o condiviso f o r m a t o da luoghi carichi di significati ai quali t u t ti h a n n o accesso grazie a pellegrinaggi, s a n t u a r i , c a m p i di battaglia o m o n u m e n t i
storici; le generazioni passate vi h a n n o vissuto, i l o r o corpi vi r i p o s a n o .
Ci s o n o società t a l m e n t e legate al t e r r i t o r i o da n o n d i s p o r r e di altri simboli
per p e n s a r e se stesse. J e a n R a i s o n ha p r o p o s t o di definirle "geografiche": s o n o frequenti dal Pacifico all'Africa m e r i d i o n a l e , p a s s a n d o per l'Australia e il M a d a g a scar. Gli esempi più n o t i s o n o quelli degli aborigeni descritti da Elkin (1967) o delle genti di T a n a , a V a n u a t u ( B o n n e m a i s o n , 1 9 8 6 b ) .
Le identità istituite dalla c u l t u r a n o n esistono s o l a m e n t e a livello globale della società, ma d a n n o u n a consistenza certa agli anelli elementari della c o s t r u z i o n e
sociale. Le stirpi esistono e s o n o coscienti del l o r o r u o l o e dei l o r o profili p e r c h é
sono unite dal culto dell'avo da cui tutti s o n o originati. Ecco ciò che fa la forza delle s t r u t t u r e elementari di p a r e n t e l a nelle società politeiste: ogni stirpe ha i p r o p r i
altari e i p r o p r i riti. Lo spazio s a c r o n o n è fatto semplicemente di luoghi pubblici,
ma implica l'esistenza di altari privati, f o n d a m e n t a l i in m o l t i sistemi religiosi. A
R o m a , la forza della famiglia era rafforzata dal culto dei lari, e la situazione non
era m o l t o diversa nella Cina o nel G i a p p o n e tradizionali.
> Conclusione: aldilà e orizzonti delle attese <
Gli aldilà s o n o r a p p r e s e n t a z i o n i c o n d i v i s e da g r u p p i sociali più o m e n o estesi.
Offrendo una visione del m o n d o e l a b o r a t a a p a r t i r e da un luogo di n o r m a inaccessibile, m e t t o n o in evidenza ciò che deve essere in c o n t r a s t o a ciò che è.
Istituzione della società e miti di fondazione
113
Per spiegare la d i n a m i c a delle società, è o p p o r t u n o sapere perché e c o m e q u e ste si p r o i e t t i n o nel f u t u r o . La m a g g i o r p a r t e degli studi p o n e l'accento sugli imperativi che le interpretazioni religiose o ideologiche del reale p r o p o n g o n o : grazie
ai valori che si s o n o d a t i , i g r u p p i g i u n g o n o a sfuggire alla t i r a n n i a del qui e o r a .
Q u e s t a p r o s p e t t i v a n o n è falsa, ma i g n o r a l'altra c o m p o n e n t e delle d i n a m i c h e
collettive: gli orizzonti delle attese che t u t t i gli individui h a n n o . U o m i n i e d o n n e
p r e n d o n o in c o n s i d e r a z i o n e la loro posizione, i bisogni e le aspirazioni p e r s o n a l i .
S a n n o che sarà necessario scendere a p a t t i c o n le istituzioni, le regole e le limitazioni della società in cui v i v o n o . C o n o s c o n o le regole m o r a l i e i precetti religiosi,
ma le a p p l i c a n o a situazioni concrete, t e n e n d o c o n t o dei l o r o interessi e delle loro
preferenze; le a d a t t a n o al m o n d o c o m e è, e spesso le r e i n t e r p r e t a n o .
La libertà u m a n a nasce dal c o n f r o n t o sempre r i n n o v a t o che così p r e n d e p o s t o
tra le n o r m e collettive e gli orizzonti delle attese individuali.
La geografia culturale
Capitolo 7
Aree culturali, culture
e civiltà
La c u l t u r a è u n a realtà in m o v i m e n t o : ciascuno riceve un bagaglio che gli è p r o p r i o in funzione dell'epoca e del luogo in cui vive e del p e r c o r s o che segue; l'esperienza gli p e r m e t t e di a r r i c c h i r e e di a d a t t a r e ciò che ha e r e d i t a t o . I processi di
trasmissione e di r e i n t e r p r e t a z i o n e t e n d o n o a differenziare le forme della c u l t u r a ,
p o i c h é gli i n d i v i d u i c h e f o r m a n o u n a società n o n s e g u o n o l e stesse t r a i e t t o r i e ,
n o n i n c o n t r a n o le stesse p e r s o n e e n o n s o n o coinvolti nelle stesse cerchie di intersoggettività ( H à g e r s t r a n d , 1 9 7 0 ; G i d d e n s , 1 9 8 7 ) .
E t u t t a v i a stupefacente, in alcune aree, la s o m i g l i a n z a degli s t r u m e n t i intellettuali, degli a t t e g g i a m e n t i e delle aspirazioni individuali: il fatto è che esistono
fattori di omogeneizzazione che si o p p o n g o n o alla f r a m m e n t a z i o n e . Q u e s t o capitolo è dedicato alla l o r o analisi e alle entità cui d a n n o origine: aree culturali, culture e civiltà.
È n o r m a l e che le persone che vivono le une a c c a n t o alle altre c o n d i v i d a n o molti m o d i di fare e di vedere: il r u o l o dell'imitazione e della p a r o l a nella trasmissione delle p r a t i c h e e dei saperi b a s t a a spiegare il f e n o m e n o . N e i piccoli g r u p p i che
gli etnologi elessero a oggetto di studio nella p r i m a m e t à del XX secolo, la convivenza e la trasmissione orale favorivano la r i p r o d u z i o n e infinita di temi culturali
sempre uguali. Il c o n d i z i o n a m e n t o c r e a t o dai modelli di percezione e dai discorsi
d o m i n a n t i era sufficiente a m a n t e n e r e la gente in p i e n o a c c o r d o (Linton, 1 9 5 9 ) .
Allo stesso t e m p o , n o n t a r d a r o n o a manifestarsi delle differenze da un l u o g o all'altro, là d o v e n o n c ' e r a n o relazioni.
I progressi nella c o m u n i c a z i o n e facilitano la diffusione delle i n n o v a z i o n i : grazie agli scambi, le tecniche viaggiano. L'insieme delle formule impiegate dai g r u p pi insediati in luoghi spesso l o n t a n i finisce per assomigliarsi. Si definiscono gener a l m e n t e aree culturali quelle che d e s i g n a n o gli insiemi che c o n s e g u o n o così, in
un m o d o quasi m e c c a n i c o , la mobilità degli u o m i n i , delle informazioni e dei beni.
La l o r o estensione d i p e n d e dagli ostacoli i n c o n t r a t i dalla c o m u n i c a z i o n e : la distanza intralcia l'invio delle informazioni; spesso gli scambi si f e r m a n o ai confini
delle aree in cui v e n g o n o usate le stesse convenzioni di c o m u n i c a z i o n e , per esemp i o le frontiere linguistiche.
I percorsi esistenziali s o n o t a n t o p i ù vari q u a n t o più m o b i l i s o n o le p o p o l a zioni, n u m e r o s e e facili da acquisire in t o t o le informazioni e più n u m e r o s i i ruoli
Aree culturali, culture e civiltà
115
a l l ' i n t e r n o delle cellule in cui si f o r m a n o le p e r s o n e . D u n q u e , nel m o n d o a t t u a l e
le forze che t e n d o n o alla differenziazione degli individui a l l ' i n t e r n o delle culture
si r a f f o r z a n o . In q u e s t o c a s o , i fattori che s p i n g o n o ad accettare gli atteggiamenti,
le p r a t i c h e e i v a l o r i dei vicini, o a respingerli, n o n s o n o p i ù tecnici, ma h a n n o
origine nei sentimenti d'identità e nella p r e o c c u p a z i o n e di preservare gli elementi
essenziali della p e r s o n a l i t à . Gli individui s e n t o n o di a p p a r t e n e r e a u n a c u l t u r a e
ci t e n g o n o t a n t o di più perché essa p e r m e t t e l o r o di accedere alla condizione superiore, quella delle civiltà.
> Il ruolo della distanza nella formazione
delle aree culturali <
Q u a l i s o n o gli effetti a l u n g o t e r m i n e della c o m u n i c a z i o n e ? Alcuni dei p r o b l e m i
che gli u o m i n i d e v o n o a f f r o n t a r e s o n o universali (dare u n a f o r m a z i o n e ai figli,
s t r u t t u r a r e le relazioni sociali e c o n t r o l l a r e i c o m p o r t a m e n t i d e v i a m i ) , m e n t r e altri d i p e n d o n o dalle condizioni geografiche: n o n si p o s s o n o coltivare le stesse p i a n te o v u n q u e ; i materiali a disposizione c a m b i a n o da un p o s t o all'altro. Bisogna allora cercare a l m e n o t a n t e risposte specifiche ai p r o b l e m i q u a n t e s o n o le u n i t à n a turali. All'interno di o g n u n a di esse, spesso prevale l ' o m o g e n e i t à .
Là dove le condizioni n a t u r a l i n o n c a m b i a n o , niente i n d u r r e b b e ad a b b a n d o n a r e u n a soluzione a v a n t a g g i o di u n ' a l t r a se le due fossero r i g o r o s a m e n t e equivalenti: ciò p o r t e r e b b e a u n a distribuzione a m o s a i c o dei t r a t t i culturali. Tuttavia
sovente vince la diffusione: è il caso che si verifica q u a n d o avviene u n ' i n n o v a z i o ne radicale, l'invenzione di un p r o c e d i m e n t o più efficace o di u n o s t r u m e n t o c o n
prestazioni più elevate. Chi riesce per p r i m o a s u p e r a r e u n a difficoltà, a fabbricare un utensile, a m e t t e r e a p u n t o u n a sostanza utile, a perfezionare u n a tecnica di
t r a s f o r m a z i o n e , a p p o r t a un v a n t a g g i o sostanziale a chi gli sta a c c a n t o : l'innovazione si diffonde r a p i d a m e n t e a m a c c h i a d'olio, l'omogeneizzazione dello spazio
è inevitabile e, c o n i mezzi di c o m u n i c a z i o n e quasi istantanei di cui d i s p o n g o n o le
società c o n t e m p o r a n e e , r a p i d a . La sostituzione di m a n u f a t t i differenziati a livello
r e g i o n a l e c o n i p r o d o t t i s t a n d a r d i z z a t i d e l l ' i n d u s t r i a m o d e r n a segna il t r i o n f o
delle tecniche c o n un r e n d i m e n t o a b b a s t a n z a alto da avere un valore universale.
Perché ci d o v r e b b e r o essere varianti regionali o locali di t r a t t o r i , di fucili, di aspirina o di fiammiferi? Un t e m p o la situazione era diversa.
La diffusione per gradi
N e l m o n d o di ieri, la diffusione o b b e d i v a a processi semplici di cui si è riusciti a
fare un m o d e l l o . H à g e r s t r a n d (1968) l'ha fatto per la Svezia m e r i d i o n a l e nei prim i decenni del X X secolo, q u a n d o l a c a m p a g n a t r a d i z i o n a l e viene p e n e t r a t a dal
" p r o g r e s s o " della società industriale. Si t r a t t a di un a m b i e n t e rurale in cui la m a g g i o r a n z a della gente c o n o s c e a n c o r a solo c o m p o r t a m e n t i t r a d i z i o n a l i . T u t t a v i a
116
La geografia culturale
alcune famiglie h a n n o ricevuto u n ' i s t r u z i o n e più elevata e d i s p o n g o n o di risorse
e c o n o m i c h e più ingenti.
La massa delle persone cui l'innovazione p u ò interessare è titubante. Per decidersi, a costoro n o n basta sapere che esistono attrezzature dalle prestazioni più elevate o sementi meglio selezionate: vogliono constatare personalmente i vantaggi portati dalie innovazioni e misurare gli eventuali effetti negativi. Per risolversi aspettano che q u a l c u n o nelle vicinanze superi l'ostacolo: gli fanno visita, lo i n t e r r o g a n o ,
gli chiedono se è soddisfatto. A quel p u n t o si ritengono sufficientemente informati e
accettano la novità o la rifiutano. Nella Scania della prima metà del XX secolo, l'impiego di prati artificiali, la profilassi antitubercolare delle vacche (figura 7.1) e l'uso
dell'automobile si diffondono in m o d o m o l t o simile nel giro di qualche a n n o .
•1\
• •*
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1902-1928 + 1929
3 km
Fig. 7.1 La diffusione della profilassi antitubercolare delle vacche nelle Svezia meridionale dal 1902 al 1930 (fonte: Garrison e Marble, 1965).
Gli agricoltori che adottano l'innovazione si dispongono, nel corso di ogni periodo, a
grappolo attorno a coloro che l'hanno già accettata, a riprova del ruolo del vicinato nella
diffusione delle informazioni prima dell'adozione. Cerchi bianchi: agricoltori che potrebbero adottare l'innovazione. Cerchi neri: agricoltori che hanno adottato l'innovazione fin
dall'inizio. Cerchi neri contornati da un anello: agricoltori che hanno adottato l'innovazione nel corso del periodo considerato.
Aree culturali, culture e civiltà
117
Fig. 7.2 Possibile percorso della coltivazione del castagno nell'antichità (fonte: Pitte, 1986, p. 54).
La diffusione si limita all'area mediterranea settentrionale e a quella atlantica, al cui clima la pianta si adatta m e glio, e fu favorita dall'espansione romana.
Per t u t t o il t e m p o in cui la società è socialmente p o c o differenziata e lo spos t a m e n t o di p e r s o n e e idee avviene a p a s s o d ' u o m o , la diffusione si a t t u a per onde concentriche i n t o r n o al p o l o di i n n o v a z i o n e : su questa idea si b a s a , in a r c h e o logia, la ricostruzione delle o n d e di diffusione; esse f a n n o la l o r o c o m p a r s a in strati t a n t o più antichi q u a n t o più si è vicini alla fonte di i n n o v a z i o n e , che viene stabilita in q u e s t o m o d o . La p r o p a g a z i o n e è in effetti p i ù r a p i d a là d o v e le vie di
c o m u n i c a z i o n e s o n o p i ù agevoli e più frequentate (figura 7.2): così terre l o n t a n e
s o n o toccate più di z o n e vicine ma isolate.
La c o l t u r a dei cereali che impiega l ' a r a t r o e la d o m e s t i c a z i o n e dei bovini, degli ovini e dei c a p r i n i f a n n o la l o r o c o m p a r s a nella M e z z a l u n a fertile del M e d i o
O r i e n t e tra il VII e il VI millennio p r i m a di Cristo e da lì si p r o p a g a n o , da u n a parte, nell'India, nell'Asia Centrale e n e l l ' E s t r e m o O r i e n t e , dall'altra, nel m o n d o m e d i t e r r a n e o e n e l l ' E u r o p a . Tra l'Asia M i n o r e e l ' E u r o p a il p r o c e s s o impiega circa
tre millenni, c e n t o chilometri a secolo, t r e n t a chilometri a generazione! (Renfrew,
1990) (figura 7.3)
La diffusione gerarchica
Nelle società più evolute la p r o p a g a z i o n e del c a m b i a m e n t o è m o l t o più r a p i d a e
il disegno delle aree in cui si estende più irregolare. Q u a n d o questa espansione con-
118
La geografia culturale
Fig. 7.3 La diffusione dell'economia agraria in Europa (fonte: Renfrew, 1990, p. 180).
La carta mostra i primi siti di insediamenti agricoli datati grazie all'analisi radiocarbonica, secondo i risultati pubblicati fino al 1965.
t i n u a a d i p e n d e r e da c o n t a t t i diretti, i livelli superiori delle gerarchia u r b a n a sono toccati per primi; i luoghi di residenza delle classi alte, là dove n o n c o i n c i d o n o
con le g r a n d i m e t r o p o l i , servono u g u a l m e n t e da centri.
Lo s t u d i o c o n d o t t o da H à g e r s t r a n d ci m o s t r a ciò che a c c a d e in genere alle
p e r s o n e i cui o r i z z o n t i s o n o stati a m p i a t i grazie a u n a migliore e d u c a z i o n e . Basta un nulla per a t t i r a r e l ' a t t e n z i o n e di queste élite a p e r t e alle i n n o v a z i o n i , che
leggono m o l t o e si s p o s t a n o volentieri: esse fiutano la n o v i t à e la a d o t t a n o senza
eccessiva fatica. La ripartizione di c o l o r o che accolsero per primi un p r o c e d i m e n t o
r i v o l u z i o n a r i o avviene in m o d o casuale, t u t t a v i a le possibilità s o n o m a g g i o r i p e r
i centri p o s t i al vertice delle gerarchie u r b a n e o in l o r o p r o s s i m i t à : lì la p e r c e n tuale di p e r s o n e istruite è più alta e le i n f o r m a z i o n i originali a r r i v a n o p r i m a ( H à g e r s t r a n d , 1 9 6 8 ) (figura 7.4, p a g i n a seguente). Ci t r o v i a m o di fronte a u n a diffusione g e r a r c h i c a (Brown, 1 9 6 8 ; H u d s o n , 1 9 7 2 ) , c o n v o g l i a t a d a sistemi d i t r a s p o r t o e di c o m u n i c a z i o n e g e n e r a l m e n t e polarizzati (figura 7.5, p. 1 2 1 ) . Essa riflette a n c h e la s t r u t t u r a p i r a m i d a l e della società: l ' i n f o r m a z i o n e vi si diffonde a
m o ' di c a s c a t a , d a l l ' a l t o verso il b a s s o .
La diffusione degli aspetti tecnici della cultura è a b b a s t a n z a facile da analizzare: in q u e s t o s e t t o r e s o n o s t a t e messe in evidenza a l c u n e r e g o l a r i t à nei r i t m i ,
nei fronti o nelle m o d a l i t à gerarchiche.
Aree culturali, culture e civiltà
119
O 2-3
—
Punti raggiunti rapidamente
D i f f u s i o n e nei p r i m i c i n q u e p e r i o d i
Diffusione tardiva
Fig. 7.4 I tipi di diffusione (fonte: Kolars e Nystuen, 1974, p. 128).
A) La diffusione per gradi: ì contatti derivano dalle relazioni di vicinato. Il processo è ricostruito in sette periodi.
B) La diffusione gerarchica: qui i contatti si stabiliscono attraverso la rete di comunicazioni gerarchizzate che costituisce il sistema urbano
L'analisi dei tratti culturali e la loro cartografia
N e l corso del X I X secolo gli studi culturali s o n o stati sviluppati dagli etnografi, affascinati dalle società che scoprivano. I loro viaggi e r a n o t r o p p o brevi per permetter
l o r o di p a d r o n e g g i a r e le lingue locali, perciò essi p r e s t a v a n o g r a n d e a t t e n z i o n e ai
t r a t t i materiali della c u l t u r a . Q u e s t a t e n d e n z a era rafforzata dalle richieste p r o v e nienti dai musei etnografici che si costituivano a quel t e m p o .
In queste c o n d i z i o n i , le c u l t u r e e r a n o c o n c e p i t e c o m e collezioni di t r a t t i distinti e i n d i p e n d e n t i : m a n u f a t t i (utensili, vestiti, abitazioni), lingue (una p a r t i c o lare a t t e n z i o n e era spesso riservata alle p a r o l e stesse), r a c c o n t i e leggende, rituali
e cerimonie. Lo scopo era quello di includerli in un r e p e r t o r i o e di redigerne u n a
cartografia (esempi di queste distribuzioni v e n g o n o forniti d a : Spencer e T h o m a s ,
1969; A A . W . , 1982-1983).
I linguisti si interessavano in p a r t i c o l a r e al v o c a b o l a r i o . Alcuni confini a p p a r i v a n o l o r o incerti e aleatori. Il t r a c c i a t o della linea (o isoglossa) che s e p a r a , nei
patois della L i n g u a d o c a , le zone in cui la quercia (in francese ebène, n.d.t.) si dice
cache, da quelle in cui si dice garrì, risulta m o l t o irregolare e n o n segue alcuna logica a p p a r e n t e .
L'ambiente geografico n o n è m a i o m o g e n e o . Spesso le società n o n h a n n o che
u n ' i n f l u e n z a fragile sul l o r o a m b i e n t e , e le tecniche a d a t t e a un l u o g o d i v e n t a n o
inutilizzabili q u a n d o le condizioni c a m b i a n o .
N o n c'è da stupirsi nel vedere l'estensione delle specie coltivate, dei sistemi
agricoli, dei materiali e dei m o d i di costruzione d e l l ' h a b i t a t , oltre a quella del v o c a b o l a r i o che p e r m e t t e di coglierli, coincidere allora con i c o m p a r t i m e n t i del m o n 120
La geografia culturale
Fig. 7.5 Lo sviluppo dell'associazione ecologica Sierra Club: un esempio di diffusione gerarchica (fonte: Kolars e Nystuen, 1974, p. 128).
Nato nel 1892 a San Francisco, il Sierra Club resta una realtà californiana fino al
1950. Da allora le sue sezioni si moltiplicano in tutti gli USA e prendono come tappe intermedie le grandi città (New York, Chicago o Denver).
do n a t u r a l e (sulla n o z i o n e di a r e a c u l t u r a l e è interessante la l e t t u r a di Wissler, 1 9 2 4
e 1 9 2 7 ; sul s u o a d a t t a m e n t o , s o t t o forma di " c e r c h i e " c u l t u r a l i , alle realtà africane, si veda B a u m a n n e W e s t e r m a n , 1 9 4 7 ) .
Aree culturali, culture e civiltà
121
Gli allineamenti su cui v e n g o n o a s o v r a p p o r s i i limiti dei tratti culturali n o n
c o i n c i d o n o t u t t a v i a p e r forza c o n le g r a n d i d i s c o n t i n u i t à i n d i v i d u a t e dalla geografia n a t u r a l e , ma spesso c o r r i s p o n d o n o ai limiti linguistici. Un e s e m p i o : nella
Francia orientale, il c o n s u m o diffuso di c a v o l o r o s s o coincide quasi e s a t t a m e n t e
con l'uso dei dialetti tedeschi ( T h o u v e n o t , 1 9 8 2 - 1 9 8 3 ) (figura 7.6).
Fig. 7.6 II cavolo rosso come piatto cucinato nell'est della Francia (fonte: Thouvenot, 1982-1983, p. 344).
Il cavolo rosso è consumato soprattutto nella zona in cui si usano dialetti germanici.
122
La geografia culturale
Presa di possesso e migrazione, sostituzioni e mescolanze
Le t e s t i m o n i a n z e archeologiche, le vestigia funebri e gli utensili di u n a c u l t u r a , si
s o v r a p p o n g o n o spesso ad altri che h a n n o s o p p i a n t a t o ; così si e s t e n d o n o su a m b i ti p r o g r e s s i v a m e n t e più vasti. Q u a n d o la sostituzione è totale e b r u t a l e , r a r a m e n te r a p p r e s e n t a un pacifico f e n o m e n o di diffusione, ma è p i u t t o s t o il risultato della
migrazione di p o p o l i interi o di invasioni di g r u p p i meglio a r m a t i o m a t e r i a l m e n te più progrediti.
Se un p o p o l o A si mette in m a r c i a verso territori già o c c u p a t i (come gli Elvezi che, pressati dai G e r m a n i , nel I secolo a.C. si stabiliscono negli altopiani della
Svizzera), in B p o s s o n o verificarsi i seguenti casi: 1) la c u l t u r a B e i suoi segni t a n gibili s o n o distrutti c o m p l e t a m e n t e ; 2) la c u l t u r a A sostituisce B, ma si arricchisce
di alcuni t r a t t i conservati: t o p o n i m i , elementi linguistici (si p a r l a allora della persistenza di elementi del s u b s t r a t o ) ; 3) a volte i n t e r v e n g o n o u n a fusione e un m u t u o
a r r i c c h i m e n t o che c o n d u c o n o alla formazione di u n a cultura AB, s e c o n d o l'esempio della c u l t u r a g a l l o - r o m a n a ; 4) capita a n c h e di osservare u n a giustapposizione
di c o m u n i t à che c o n s e r v a n o le l o r o peculiarità culturali sullo stesso territorio d o ve è v e n u t a a m a n c a r e l'indipendenza politica. Ciò p o n e e v i d e n t e m e n t e p r o b l e m i
di reciproca t o l l e r a n z a e di s u b o r d i n a z i o n e , c o m e m o s t r a n o i Balcani e il M e d i o
O r i e n t e , d o v e queste situazioni s o n o n u m e r o s e .
> Le barriere culturali: cambiamenti di codici
e barriere politiche <
Il ruolo dei codici: lingue e scritture
La c o m u n i c a z i o n e culturale cessa di essere semplice q u a n d o c a m b i a n o i codici. Al
c o n t r a r i o , la facilità dei r a p p o r t i che si stabiliscono t r a c o l o r o che n o n h a n n o da
s u p e r a r e a l c u n o s t a c o l o di q u e s t o tipo moltiplica le somiglianze. Per i m p a r a r e a
c o n s u m a r e un p r o d o t t o a l i m e n t a r e , a m a n e g g i a r e un utensile o a forgiarlo, è bene
che la c o m u n i c a z i o n e linguistica preceda o superi la diffusione del m a n u f a t t o (Trochet, 1 9 9 3 ) . L ' i m p o r t a n z a degli scambi a l l ' i n t e r n o di aree in cui le c o m u n i c a z i o n i
s o n o facili finisce per sviluppare gli stessi usi e p e r fare a d o t t a r e gli stessi p u n t i di
vista (figura 7.7, p a g i n a seguente).
La c o m u n a n z a linguistica favorisce a n c h e la presa di coscienza collettiva (Lap o n c e , 1 9 8 4 ) . U n ' a r e a culturale è per p r i m a cosa u n a realtà oggettiva; spesso diventa u n a rappresentazione condivisa. Al limite, la somiglianza osservabile dei tratti culturali - m a n u f a t t i , c o m p o r t a m e n t i , atteggiamenti - c o n t a m e n o dell'idea che
ce ne si fa.
La lingua è il sistema di codificazione f o n d a m e n t a l e di ogni cultura. N o n è l'unico. La scrittura è un codice ( C o h e n , 1 9 5 3 ; J a c k s o n , 1 9 8 2 ) . L'alfabeto si applica
a t u t t i i sistemi di s u o n i m e d i a n t e a l c u n e c o n v e n z i o n i e segni diacritici. La s u a
versione latina ha p e r m e s s o di trascrivere t u t t e le lingue d e l l ' E u r o p a occidentale,
Aree culturali, culture e civiltà
T23
La linea punteggiata rappresenta l'isoglossa dell'imperfetto in ave o abe.
200 km
L'azione
N o m e dell'eroina
|
Marion
SHS
\\
Jeanne
c=3
|
Marguerite
|
Jardinière
1 lo o La Bella
|
Madelon
si dondolava
Il finale
g o b b a tagliata e resa
f
il g o b b o se ne va
"si riposava all'ombra"
"si godeva il sole"
/
g o b b a tagliata
=
si dondolava/
passeggiava
#
g o b b a tagliata, morte
—
altra azione
/•
g o b b a rincollata
con la p e c e
imprecisata
'
altro finale
Catherine
Fig. 7.7 Le varianti di una canzone all'interno di un'area linguistica (fonte: Abry e Delarue, 1 9 8 2 1983, p. 136).
Da un luogo all'altro, gli elementi sono combinati in mille modi: l'eroina (Marion, Jeanne...), l'azione
(si dondolava, si riposava all'ombra) e il finale (la gobba tagliata, il gobbo se ne va), ma l'insieme resta chiuso nell'area franco-provenzale e occitanica, per essere precisi, a causa dell'isoglossa dell'imperfetto in ave o abe, che rendeva difficile mantenere il ritmo nel verso passando alle forme francesi dell'imperfetto.
centrale e settentrionale, si è diffusa con esse nel N u o v o M o n d o , ed è stata impiegata c o n successo dai missionari per d o t a r e di u n a scrittura la m a g g i o r p a r t e dei
p o p o l i a m e r i n d i , dell'Africa s u b s a h a r i a n a , del Pacifico e certe t r i b ù a b o r i g e n e
dell'India, dell'Indocina e della C i n a . Ma la diversità è g r a n d e q u a n d o ci si sposta
verso l'est: a l f a b e t o cirillico del m o n d o s l a v o , a l f a b e t o a r a b o , a l f a b e t o e b r a i c o ,
alfabeto a m a r i c o , alfabeti diversi dell'India e delle aree che ha influenzato verso
est, fino alla T h a i l a n d i a (figura 7.8).
I sistemi ideografici n o n trascrivono i suoni di u n a lingua, ma associano un se124
La geografia culturale
Fig. 7.8 I tipi di scrittura ne! Sud-est asiatico nel XVII e XX secolo ("onte: Lombard D, 1990, voi 1,
p 137).
Siamo nella zona in cui si incontrano le grcndi famiglie della scrittura alfabetica, l'indiana, l'araba e
la latina, e la scrittura cinese Nel XVII secolo, la scrittura araba avanza al ritmo dell'espansione m a rittima dell'Islam e si estende in Indonesia, dove le scritture indiane esistono solo come residuo. Nel
XX secolo la scrittura latina si è imposta dal Viet Nam e dalle Filippine all'Indonesia, non lasciando
sussistere le scritture indiane c arabe che come residui molto circoscritti.
g n o a ogni c o n c e t t o , cosicché p o s s o n o essere letti da p e r s o n e che a p a r o l e n o n si
c a p i r e b b e r o . La scrittura cinese t r a c da ciò la sua forza (Alleton, 1 9 7 0 ) ; ha c r e a t o
un v a s t o s p a z i o di i n t e r c o m u n i c a z i o n e , senza che ci sia s t a t a unificazione linguistica, ed è servita a p o p o l i che n o n s o n o m a i stati d e f i n i t i v a m e n t e integrati nella
Aree culturali, culture e civiltà
125
costruzione imperiale cinese - per esempio i c o r e a n i o i vietnamiti - o che n o n ne
h a n n o m a i fatto p a r t e , c o m e i g i a p p o n e s i . M o l t i tratti della c u l t u r a cinese si s o n o
diffusi in q u e s t o m o d o .
Le frontiere politiche come barriere culturali
I grovigli disegnati dai flussi di relazioni h a n n o u n ' a r c h i t e t t u r a complessa. La c o stituzione di Stati e le l o r o politiche favoriscono i m o v i m e n t i e gli s c a m b i all'int e r n o dei territori nazionali, e limitano e c o n t r o l l a n o i legami c o n ciò che si t r o v a
fuori. Spesso le frontiere h a n n o d u n q u e effetti a n a l o g h i a quelli dei confini linguistici: f a v o r i s c o n o l ' u n i f o r m a z i o n e dei t r a t t i a l l ' i n t e r n o del t e r r i t o r i o n a z i o n a l e e
m e t t o n o in risalto le differenze c o n l'esterno. Le o p i n i o n i p u b b l i c h e si s o n o a lungo sviluppate quasi esclusivamente all'interno degli spazi politici s t r u t t u r a t i da u n o
Stato m o d e r n o (Bryce, 1 8 8 9 ) .
C o n l ' a m p l i a m e n t o degli a t t r i b u t i e dei c a m p i di intervento del p o t e r e statale, l'effetto culturale delle frontiere si è rafforzato. Spesso i dialetti s o n o stati sostituiti dalla/e lingua/e ufficiale/i, cosa che ha reso più facili le c o m u n i c a z i o n i su
scala n a z i o n a l e . A n c h e l'istruzione p u b b l i c a , responsabile di questa unificazione,
ha diffuso atteggiamenti c o m u n i . Da un c a p o all'altro del territorio n a z i o n a l e , le
p e r s o n e h a n n o p r e s o l ' a b i t u d i n e di m a n g i a r e alla stessa o r a e di a n d a r e in ferie
negli stessi periodi. La s t a m p a n a z i o n a l e , la r a d i o e la televisione a c c e n t u a n o q u e sta o m o g e n e i z z a z i o n e e r e n d o n o più evidenti le discontinuità alle frontiere.
Da un paese all'altro, le a b i t u d i n i della vita q u o t i d i a n a c a m b i a n o : gli inglesi
viaggiano a sinistra, il c o n t i n e n t e a destra; i francesi c e n a n o a p a r t i r e dalle 1 9 , gli
s p a g n o l i dalle 2 2 . L a legislazione p e s a m o l t o sulle r e l a z i o n i i s t i t u z i o n a l i z z a t e :
r e n d e i legami del m a t r i m o n i o più stabili, limita i diritti di successione e agevola la
trasmissione del p a t r i m o n i o da u n a generazione all'altra; lo s c o p o è di consolidare la famiglia. Altrove s o n o favorite l'iniziativa individuale e l'impresa.
A livello del q u a d r o istituzionale, è la concezione dello Stato a c a m b i a r e q u a n do si oltrepassano le frontiere (Pomian, 1 9 9 0 ) . N e i paesi di tradizione latina, i cittadini si a s p e t t a n o di essere protetti dal potere, cosa che lascia un a m p i o spazio ai
suoi interventi in tutti i c a m p i , quelli della cultura e dell'economia per esempio. N e i
Paesi Bassi, la responsabilità dello Stato è quella di assicurare l'equilibrio t r a le diverse c o m u n i t à che c o m p o n g o n o il paese e di garantire i mezzi per esercitare il loro r u o l o : e d u c a z i o n e , i n f o r m a z i o n e , c u l t u r a e così via. Per e s e m p i o , la r a d i o e la
televisione a p p a r t e n g o n o allo Stato, ma i t e m p i di trasmissione s o n o distribuiti tra
le associazioni confessionali o c o m u n i t a r i e responsabili della p r o g r a m m a z i o n e .
In molti casi, gli effetti delle barriere politiche si s o v r a p p o n g o n o a quelli delle frontiere linguistiche. Q u a n d o si parla di cultura francese, italiana o tedesca, n o n
si sa m a i se ciò che c o n t a è l'aspetto politico o la lingua p a r l a t a . In un certo senso,
la c u l t u r a francese r i g u a r d a a n c h e la Vallonia belga, la Svizzera francese, il Quebec e, in m i s u r a m i n o r e , H a i t i e i paesi africani in cui il francese è a n c o r a m o l t o
u s a t o . Esiste u n a solidarietà evidente tra tutti questi paesi, ma è più forte nelle m a nifestazioni d e l l ' a r t e o della l e t t e r a t u r a che nella vita q u o t i d i a n a : gli a b i t a n t i di
Quebec c o n d i v i d o n o , in q u e s t o c a m p o , più cose con i canadesi anglofoni o c o n i
126
La geografia culturale
loro vicini a m e r i c a n i che c o n i l o r o cugini francesi. La c u l t u r a n a z i o n a l e francese
si riferisce m a g g i o r m e n t e ai rituali dell'esistenza di tutti i giorni, ai caratteri delle
istituzioni e al p a s s a t o p r o p r i a m e n t e n a z i o n a l e .
Si p u ò p a r l a r e di u n a cultura svizzera? Nelle n a z i o n i divise da barriere linguistiche, l'unità è s e m p r e solo parziale. Sotto m o l t o p u n t i di vista, il C a n t o n Ticino
assomiglia più all'Italia che al C a n t o n e di Berna. Ma in c a m p o civico esistono similitudini: la coscienza n a z i o n a l e è solida, i valori c o m u n i s o n o n u m e r o s i e istituzioni c o m e l'esercito s o n o rispettate in t u t t o il paese.
Come si superano le barriere del codice o le frontiere politiche?
Un c a m b i a m e n t o di codice - per esempio la lingua, la scrittura - o u n a frontiera
n o n i m p e d i s c o n o la t r a s m i s s i o n e di i n f o r m a z i o n i . N e l p r i m o c a s o , è necessaria
u n ' o p e r a di t r a d u z i o n e e di a d a t t a m e n t o ; i messaggi d e v o n o essere decodificati, riscritti e immessi in un sistema che impiega altre regole di c o m p o s i z i o n e g r a m m a ticale e altri segni. Ciò limita il v o l u m e delle i n f o r m a z i o n i t r a s m e s s e , rallenta lo
scambio e i n t r o d u c e distorsioni. Le frontiere l i m i t a n o il v o l u m e dei flussi dei beni
e delle informazioni che t r a n s i t a n o t r a gli individui, e ne privilegiano alcuni a spese degli altri. I r a p p o r t i p u r a m e n t e personali, quelli che n a s c o n o dalla vita q u o t i diana o in occasione di viaggi di piacere, d i m i n u i s c o n o .
Le imprese n o n si lasciano fermare dalle barriere linguistiche o dalle frontiere: v o g l i o n o vendere i l o r o p r o d o t t i all'estero e h a n n o bisogno di c o m p r a r e da altri paesi m a t e r i e p r i m e , pezzi di r i c a m b i o o i beni di c o n s u m o che si i m p e g n a n o a
commercializzare. Gli aspetti economici della c u l t u r a , le tecniche di p r o d u z i o n e e
la concezione dell'impresa s o n o m e n o toccati di altri dalle frontiere.
> I fattori positivi di omogeneizzazione: identità,
cultura e civiltà <
Le analisi sulla diffusione p e r m e t t o n o di c o m p r e n d e r e la genesi delle aree culturali, termine che r i g u a r d a gli insiemi in cui si i m p i e g a n o le stesse tecniche, in cui si
p o s s o n o riconoscere forme di organizzazione sociale affini e in cui ci si appella a
valori a n a l o g h i , ma senza sentirsi per forza simili o solidali.
Il ruolo delle relazioni istituzionalizzate e dei codici di onore
I gruppi sociali h a n n o messo a p u n t o codici che i n d i c a n o con chi si p o s s o n o e si
d e v o n o m a n t e n e r e i r a p p o r t i , s o t t o quale forma, per quale genere di t r a n s a z i o n i ;
essi p u n t u a l i z z a n o ciò che o g n u n o ricava dallo s c a m b i o ( M a q u e t , 1 9 7 0 ; Claval,
1973): così la m a g g i o r p a r t e delle relazioni è istituzionalizzata. Q u e s t o i n t r o d u c e
u n a certa logica a l l ' i n t e r n o della società: i m e m b r i del g r u p p o d e v o n o c o n f o r m a r si a schemi di c o n d o t t a stereotipati. La cultura porta all'omogeneizzazione dei comp o r t a m e n t i , a n c h e se a p p a r e n t e .
Aree culturali, culture e civiltà
127
I sentimenti d'identità g i o c a n o un r u o l o m o l t o p r o f o n d o nell'uniformazione
degli a t t e g g i a m e n t i a l l ' i n t e r n o di n u m e r o s i g r u p p i . Se si vuole essere riconosciuti
c o m e un m e m b r o effettivo, è n e c e s s a r i o a c c e t t a r e gli a t t e g g i a m e n t i d o m i n a n t i e
conformarcisi. Ecco ciò che e s p r i m o n o i codici di o n o r e di certe società, c o m e le
molte che il M e d i t e r r a n e o contava (Pitt-Rivers, 1983). La m o r a l e n o n è individuale;
all'interno delle cellule sociali elementari ciascuno è solidale al c o m p o r t a m e n t o degli altri. C h e cosa succede se q u a l c u n o rifiuta di piegarsi alle abitudini d o m i n a n ti? Viene colpito dal d i s o n o r e , che si estende a t u t t a la sua famiglia; la posizione
di cui g o d e viene intaccata.
L'immagine a p a r t i r e dalla quale si costruisce il s e n t i m e n t o d'identità si basa
spesso sull'idea di u n a discendenza c o m u n e (Lafazani, 1 9 9 3 ) , di u n a storia assunta di conserva o di u n o spazio con cui il g r u p p o ha stretto legami quasi mistici. Queste c o m p o n e n t i spesso si m e s c o l a n o : il destino di un p o p o l o che si rifa a u n o stesso
avo gli ha assegnato u n a terra che gli era stata p r o m e s s a (Amselle e M b o k l o , 1985).
Le discipline del c o m p o r t a m e n t o s o n o t a n t o più forti in q u a n t o tutti i m e m bri di un g r u p p o p a r t e c i p a n o agli stessi c o m p i t i , s e g u o n o gli stessi ritmi e si scont r a n o nello stesso m o m e n t o c o n le stesse difficoltà; nelle società b a s a t e sui m o d i
di vita, ogni g r u p p o si percepisce diverso dagli altri: si è p a s t o r i n o m a d i , c o n t a d i ni o p r o p r i e t a r i di p i a n t a g i o n i . Il caso è p a r t i c o l a r m e n t e e l o q u e n t e là d o v e alcuni
g r u p p i c o n v i v o n o in u n o stesso spazio in cui o g n u n o sfrutta u n a nicchia ecologica. J e a n Gallais (1967) ha descritto m i r a b i l m e n t e il m o s a i c o dei p o p o l i che vivono sul Delta interno del Niger e lungo le sue rive: pescatori b o z o delle conche inond a t e , c o n t a d i n i diola delle p i a n u r e , c o n t a d i n i d o g o n della Falesia di B a n d i a g a r a ,
s e m i n o m a d i peul.
La territorialità è f o n d a m e n t a l m e n t e legata a q u e s t o t i p o di identità. Spesso
si a c c o m p a g n a alla p r e o c c u p a z i o n e di n o n lasciarsi influenzare o c o n t a m i n a r e da
e l e m e n t i e s t e r n i . La p r e s e n z a di s t r a n i e r i nel paese è allora p e r c e p i t a c o m e u n a
m i n a c c i a , a volte c o m e u n a vera e p r o p r i a l o r d u r a : ne è p r o v a l'ideologia della
pulizia etnica ( G r m e k e altri, 1 9 9 3 ) .
Le i d e n t i t à c o s t r u i t e s u l l ' i m m a g i n e che il g r u p p o si d à , e che spesso s o n o la
conseguenza del c o n f r o n t o c o n altri, si f o n d a n o su stereotipi a b b a s t a n z a semplici.
C a r a t t e r i z z a n o le società f r a m m e n t a t e del m o n d o primitivo, ma si o s s e r v a n o , sotto f o r m a n a z i o n a l e , nei p o p o l i tecnicamente a v a n z a t i .
La coerenza della cultura accettata interiormente: adesione intima ai valori
In m o l t e società, p e r integrarsi senza p r o b l e m i nella vita c o m u n e , le p e r s o n e dev o n o solo c o n f o r m a r s i alle regole del gioco delle istituzioni e accettare i modelli
di c o m p o r t a m e n t o legati all'identità collettiva. Ciò n o n implica l'adesione intima
a un gioco di credenze e rivela un certo f o r m a l i s m o .
Le p r o c e d u r e di controllo dei c o m p o r t a m e n t i culturali v a n n o un p o ' più in là
q u a n d o si chiede a o g n u n o di fare veramente p r o p r i e le credenze e un sistema di valori che garantiscono le istituzioni, rafforzano l'identità, ma allo stesso t e m p o le tras c e n d o n o (Erikson E., 1 9 7 2 ) . Il controllo che la società esercita allora in c a m p o culturale n o n è più semplicemente di c o n f o r m i t à : tocca le m o t i v a z i o n i p r o f o n d e e le
128 : La geografia culturale
credenze personali. Il rischio che si corre rifiutando di conformarsi ai valori condivisi è alto: è quello della scomunica. Si smette di far p a r t e della c o m u n i t à dei credenti: sul p i a n o pratico spesso ha le stesse conseguenze dell'ostracismo e a ciò si aggiunge l'esclusione dalla c o m u n i t à spirituale senza la quale la vita n o n ha senso.
T e n e r e c o n t o dei processi che t e n d o n o a diversificare le c u l t u r e , e di quelli
che h a n n o al c o n t r a r i o per s c o p o di farle convergere, p o r t a a un r i s u l t a t o straord i n a r i o : r a r a m e n t e le c u l t u r e h a n n o la stessa c o n s i s t e n z a . In alcuni casi, la l o r o
o m o g e n e i t à d i p e n d e solo dalla s e d e n t a r i e t à dei l o r o m e m b r i , dalla m a n c a n z a di
c o n t a t t i e dalla difficoltà con cui viaggiano le informazioni. Nella m a g g i o r p a r t e
dei casi, la coerenza della c u l t u r a nasce dalla necessità, p e r gli individui, di conformarsi ai valori che s o n o alla base del sistema delle istituzioni, per p o t e r beneficiare dei vantaggi che questi p r o c u r a n o .
L'identità dei g r u p p i si basa su elementi specifici a p a r t i r e dal m o m e n t o in cui
questi p r e n d o n o coscienza di q u a n t o d e v o n o alla cultura condivisa (Barth, 1 9 6 9 ;
Glazer e M o y n i h a n , 1 9 7 5 ; C o h e n A.P., 1 9 8 5 ) . Questi tratti specifici r i g u a r d a n o sia
elementi materiali (il c o s t u m e , la lingua, gli utensili, i gesti appresi) sia alcune forme di c o m p o r t a m e n t o (quelle che m e t t o n o in gioco la solidarietà delle cellule di
base, della famiglia in p a r t i c o l a r e , o di associazioni fondate sullo stesso principio).
La n a t u r a delle culture c a m b i a q u a n d o si f o n d a n o su un c o r p o di principi che ciascuno deve fare p r o p r i o e applicare. Un principio t r a s c e n d e le istituzioni e obbliga le p e r s o n e ad agire m e t t e n d o a tacere i p r o p r i interessi i m m e d i a t i .
U n a c u l t u r a è t a n t o più coerente q u a n t o più i valori che t r a s m e t t e s o n o diffus a m e n t e a d o t t a t i dalla p o p o l a z i o n e e q u a n t o p i ù questi stessi valori definiscono
s t r u t t u r e che n o n si p o t r e b b e r o modificare senza sconvolgere l'equilibrio interiore dell'individuo e c o m p r o m e t t e r e ciò che costituisce il s u o o n o r e e garantisce la
sua identità. La molteplicità dei c o n t a t t i n o n c a m b i a per niente la situazione. È vero che p o r t a a c a m b i a m e n t i superficiali. N o n si esita ad a d o t t a r e m o d e alimentari o d e l l ' a b b i g l i a m e n t o , a p r e n d e r e in prestito p a r o l e , a canticchiare motivetti stranieri, finché n o n viene t o c c a t o il n u c l e o centrale dei valori su cui la p e r s o n a e il
g r u p p o t r o v a n o f o n d a m e n t o . Le possibilità di carriera e di attività che caratterizz a n o certi g r u p p i f a n n o s o g n a r e quelli vicini, che inseriscono spesso quegli obiettivi nei l o r o orizzonti delle attese.
In q u e s t o m o d o l'integrità culturale è assicurata. Certe p r e c a u z i o n i la rafforz a n o . L'obbligo di sposarsi all'interno del g r u p p o culturale è u n a delle strategie di
protezione più efficaci, ma a n c h e i divieti alimentari c o n s o l i d a n o l'effetto barriera: r e n d o n o impossibile la convivialità, p e r i c o l o s a p e r c h é favorisce gli avvicinamenti, la fusione delle coscienze e la nascita di un s e n t i m e n t o c o m u n i t a r i o . Le relazioni contrattuali, c o n d o t t e in u n o spirito di lucidità, n o n sono proibite. La
questione è di n o n essere m a i p o r t a t i a dire " n o i " e di n o n integrarsi m a i v e r a m e n t e
nei g r u p p i che si f r e q u e n t a n o .
Rifacendosi al v o c a b o l a r i o utilizzato da un secolo a questa p a r t e dagli e t n o logi e dai geografi, esistono casi in cui ciò che viene c h i a m a t o c u l t u r a è solo il c o m u n e d e n o m i n a t o r e degli a t t e g g i a m e n t i , delle abilità, delle a b i t u d i n i o delle credenze che p r e v a l g o n o all'interno di u n ' a r e a culturale. A un livello superiore, la cul-
Aree culturali, culture e civiltà
129
t u r a implica l ' a c c e t t a z i o n e di regole c o m u n i e di p r o c e d u r e che ne vigilino il ris p e t t o . A l l ' e s t r e m i t à dello s p e t t r o , la c u l t u r a è t e n u t a u n i t a da un p r i n c i p i o che
spinge l'individuo e il g r u p p o alla t r a s c e n d e n z a : è u n a civiltà.
L'idea di civiltà
La m a g g i o r p a r t e dei lavori c o n t e m p o r a n e i sull'idea di civiltà p a r t e dal bilancio red a t t o da A r n o l d Toynbee in A Study of History ( 1 9 3 4 - 1 9 5 8 ; I t o , 2 0 0 1 ) . Le civiltà e m e r g o n o dalla m a s s a di c u l t u r e che le c i r c o n d a n o , nel c o r s o del n e o l i t i c o e
p r i m a del 3 0 0 0 a . C . Vi si t r o v a n o città, cosa che m o s t r a che le società in question e h a n n o s a p u t o creare basi ecologiche a b b a s t a n z a a m p i e per p e r m e t t e r e u n ' i m p o r t a n t e differenziazione dei ruoli ( M a n n , 1 9 8 6 ) . L'ingresso nella civiltà, p e r ò , si
realizza c o m p i u t a m e n t e c o n la c o m p a r s a di forme di pensiero che m e t t o n o in discussione, in un m o d o o nell'altro, l'idea di t r a s c e n d e n z a : il c a m b i a m e n t o si accent u a nel M e d i o O r i e n t e c o n l ' a v v e n t o delle g r a n d i religioni rivelate ( E i s e n s t a d t ,
1 9 8 6 ) . L'idea di t r a s c e n d e n z a trascina nella sua scia quella di p e r s o n a .
L'identità che si a g g r a p p a all'idea di p e r s o n a è di u n a n a t u r a diversa rispetto
a quella che nasce dai tratti materiali o da istituzioni condivise; n o n si fonda più
sull'obbedienza cieca a obblighi collettivi, ma sulla c o n f o r m i t à a un c e r t o t i p o di
a r b i t r a t o m o r a l e delle scelte: essere cristiani significa p e r d o n a r e il p r o s s i m o , mettere in pratica un ideale di a m o r e e di carità; significa fare di t u t t o affinché la p a rola del Cristo sia rispettata in t e r r a , applicare i c o m a n d a m e n t i senza i quali n o n
è possibile avere accesso al Cielo.
M o s t r a r s i degni di u n a civiltà di p r o g r e s s o vuol dire rispettare la libertà che
ciascuno ha di p r a t i c a r e la religione scelta, p e r m e t t e r e al p r o p r i o p r o s s i m o di realizzarsi riconoscendogli diritti imprescrittibili, fare di t u t t o per p o r t a r e la luce all ' u m a n i t à e agire in m o d o da d a r e a o g n u n o la più g r a n d e p a r t e di benessere che
sia possibile s o g n a r e su questa Terra.
Le culture che h a n n o come caposaldo l'adesione dell'individuo a un sistema di
valori centrali accettano di integrare tutti coloro che d i m o s t r a n o fedeltà ai loro princìpi. La conversione p e r m e t t e a c h i u n q u e di entrare a far p a r t e della c o m u n i t à dei
cristiani o dei m u s u l m a n i , m e n t r e l'accettazione dell'idea di progresso e degli obblighi morali che le s o n o legati permette di accedere alla grande famiglia liberale.
Le identità fondate sull'idea di p e r s o n a , vale a dire s u l l ' a u t o n o m i a dell'indiv i d u o , p o n g o n o limiti al g r u p p o ma p e r m e t t o n o a chi lo desidera di infrangerli: come n o n riconoscere a chi agisce s e c o n d o la p r o p r i a coscienza il diritto di unirsi a
un a l t r o c e n a c o l o o a u n ' a l t r a confessione? La regola u l t i m a n o n è l'intima convinzione che c i a s c u n o sviluppa nel suo intimo? C o m e , di c o l p o , n o n accettare la
presenza, nello stesso spazio, di u n a molteplicità di confessioni, in virtù dell'idea
che t u t t i c o l o r o che si i m p e g n a n o a costruire la l o r o p e r s o n a in c o n f o r m i t à a un
ideale m o r a l e m e r i t a n o rispetto? Q u e s t a diversità n o n impedisce l'unità a un livello
superiore: l'ideale di laicità lascia alle diverse confessioni la possibilità di svilupparsi e dà coerenza alle culture nazionali (Piveteau, 1995). Questi atteggiamenti hanno p r o f o n d a m e n t e segnato, in E u r o p a , le identità nazionali e spiegano il fatto che
sia p a r s o possibile trascenderle per realizzare u n a costruzione sovranazionale.
130
La geografia culturale
Il declino delle religioni della morale personale e la critica dell'idea di progresso
r i d u c o n o il ruolo delle identità aperte c o n mire universaliste. Q u e s t o spiega i n d u b biamente il ritorno c o n t e m p o r a n e o a forme più egoistiche di cultura, al nazionalismo
estremo in politica e ai fondamentalismi che delle religioni m a n t e n g o n o solo le prescrizioni rituali, esaltano il timore della contaminazione e demonizzano l'altro.
Identità e coabitazione dei gruppi: le diaspore
I sentimenti d ' i d e n t i t à h a n n o conseguenze geografiche a p p a r e n t e m e n t e c o n t r a d dittorie: favoriscono, a t t r a v e r s o il s e n t i m e n t o di territorialità, l'emergere di spazi
o m o g e n e i a livello culturale e, nello stesso t e m p o , p e r m e t t o n o agli individui o ai
gruppi di conservare la loro specificità q u a n d o si t r o v a n o mescolati. La p r e o c c u pazione di preservare la p r o p r i a identità n o n impedisce di avere relazioni con chi
è diverso, ma i n t r o d u c e limiti che v i e t a n o di accogliere ciò che m i n a c c i a i valori
centrali accettati.
Q u a n d o certe popolazioni si t r o v a n o separate dalla massa della loro gente a causa di migrazioni, di guerre o di persecuzioni, i n c o n t r a n o molte difficoltà a conservare le loro tradizioni; a volte i contatti con la terra d'origine o con gli altri insediamenti
della diaspora s o n o interrotti per lunghi periodi (figura 7.9, pagina seguente). Pert a n t o alcune società p r o v a n o a sopravvivere in queste condizioni avverse (Bruneau,
1 9 9 2 , 1 9 9 3 e 1 9 9 4 ; Prévelakis, 1994). I loro m e m b r i c o n t i n u a n o a utilizzare la lingua degli avi o restano fedeli a certi princìpi morali e riti religiosi.
Un g r u p p o che vive l o n t a n o dalle p r o p r i e r a d i c i c u l t u r a l i ed è m e s c o l a t o a
p o p o l a z i o n i diverse e più n u m e r o s e sopravvive t a n t o più facilmente q u a n t o più le
relazioni che m a n t i e n e c o n esse s o n o l'oggetto di un c o n t r o l l o r i g o r o s o e si limitano a certi aspetti dell'esistenza: s c a m b i o di beni, prestazioni di alcuni servizi, prestito di tecniche e di abilità che n o n i n c i d o n o d i r e t t a m e n t e sull'identità collettiva.
L'endogamia m a n t i e n e i c o n t a t t i e n t r o un a m b i t o ristretto ed evita di dover accettare regole che la c o n d a n n a n o ; spesso p o r t a a cercare il coniuge in u n ' a l t r a c o m u nità della d i a s p o r a , che in q u e s t o m o d o n o n p e r d e u n i t à .
> Conclusione: le componenti della cultura <
Da questa analisi consegue u n a conclusione in tre p u n t i .
1 ) Nella misura in cui le culture s o n o solo insiemi di tratti a u t o n o m i e indipendenti,
la distanza basta a spiegare i fatti di distribuzione: la diffusione t e n d e a creare t a n te aree e confini q u a n t i s o n o stati i focolai di i n n o v a z i o n e .
2) Poiché n o n tutte le civiltà i m p i e g a n o gli stessi codici, i l o r o tratti culturali specifici si f e r m a n o spesso sulle lince in cui c a m b i a n o le lingue e i sistemi di segni.
3) Poiché la costruzione dell'io e la forza dei sentimenti d'identità r e n d o n o impossibile l'adozione di numerose credenze o abitudini, alcune culture possono convivere
nello stesso territorio e compenetrarsi senza perdere le loro peculiarità.
Aree culturali, culture e civiltà
131
Nell'antichità, la
diaspora si basa su una
colonizzazione dei litorali che
si compie in due ondate, o
consegue dalia costruzione
dell'impero di Alessandro Magno.
Spazio litorale in cui si trovano
le metropoli delle prime
due ondate
Zona litorale in cui si trovano le colonie
delle prime due ondate
Prima ondata di colonizzazioni costiere
(VIII-VII secolo a.C.)
Seconda ondata di colonizzazioni costiere
(VII-VI secolo a.C.)
Confini degli Stati ellenistici
nel II secolo a.C.
•
Ondata di colonizzazione ellenistica
(IV-I secolo a.C.)
Principali città fondate da
Alessandro e in epoca ellenistica
Zona di maggiore densità di città
e colonie greche
Nel XX secolo, la diaspora greca assomma l'effetto degli antichi insediamenti nei paesi del Mar Nero con un'emigrazione di
popolazione verso i paesi nuovi e l'Unione Europea, e con un'emigrazione commerciale verso l'Africa
•
Meno di 1000 persone
•
Da 1000 a 5000 persone
9
Da 5000 a 200 000 persone
£
^^jt
Da 200 000 a 500 000 persone
Più di 1 000 000 di persone
Fig. 7.9 La diaspora greca nell'antichità e ai giorni nostri (fonte: Bruneau, 1992, pp. 51 e 57).
D u e forze s t r u t t u r a n o le culture e a i u t a n o i gruppi a p r e n d e r e coscienza dell'originalità della l o r o civiltà: la p r e g n a n z a dei codici (linguistici o altri) e l ' a d e s i o n e
agli stessi valori basilari. La profusione dei temi di differenziazione, tuttavia, fa sì
che le divisioni che gli uomini r i c o n o s c o n o c o m e pertinenti n o n siano mai le sole
possibili. Perché gli svizzeri, di lingua tedesca, francese o italiana, siano essi c a t t o lici o p r o t e s t a n t i , h a n n o scelto di convivere pacificamente, m e n t r e nello stesso periodo i tedeschi, i francesi e gli italiani, i cattolici e i p r o t e s t a n t i si a c c a n i v a n o gli
132 i La geografia culturale
uni c o n t r o gli altri? L'emergere di u n ' i d e n t i t à culturale è un p r o d o t t o della storia,
e il g r u p p o che ne consegue p u ò essere un g i o r n o messo in discussione e solcato da
n u o v e linee di scissione.
Le configurazioni culturali n o n s o n o rigide. Ci s o n o m o m e n t i in cui i valori fino ad allora accettati v e n g o n o criticati perché n o n r i s p o n d o n o più agli imperativi
della vita e c o n o m i c a e alle necessità di quella di r e l a z i o n e . I valori t r a d i z i o n a l i
ben si a d a t t a v a n o a un universo r u r a l e , dove la vita locale p r e d o m i n a v a . Per strutt u r a r e le società a l l a r g a t e s o n o n e c e s s a r i e a l t r e m o t i v a z i o n i . Le strategie che si
s v i l u p p a n o nelle situazioni multiculturali n o n m i r a n o s e m p r e all'integrazione individuale, all'acculturazione di m a s s a o alla p r o t e z i o n e delle identità a c o n f r o n t o .
A volte c e r c a n o di scalzare le n o r m e dei diversi g r u p p i e di p r o p o r n e di n u o v e , a
partire dalle quali p o t r a n n o costituirsi identità originali e u n a n u o v a società.
I periodi d'instabilità politica e di fermento religioso o ideologico s o n o favorevoli a questi eventi. I fronti pionieri, dove affluiscono p o p o l a z i o n i provenienti da
ogni p a r t e , lo s o n o a n c o r a di più: n o n esistono strutture fisse, ciascuno ha lasciato
dietro sé le pesantezze sociali o culturali che impediscono i c a m b i a m e n t i . Insediandosi in un paese n u o v o , si è p r o n t i a diventare uomini nuovi. N o n c'è da stupirsi nel
constatare che il West è stato il crogiolo della nazione a m e r i c a n a , e che la regione
centro-occidentale del Messico, sconvolta nel X V I secolo dalla scoperta dell'argento e dal conseguente afflusso di p o p o l a z i o n i indigene e bianche, ha visto nascere la
"messicanità" m o d e r n a caratterizzata da un meticciato generalizzato.
A l c u n i g r u p p i m o s t r a n o , a t t r a v e r s o la storia e lo s p a z i o , u n a s o r p r e n d e n t e
capacità di restare fedeli a certi tratti della l o r o cultura. I greci h a n n o fissato talm e n t e bene la l o r o lingua che oggi p o s s o n o capire alcune frasi di testi r e d a t t i 3 5 0 0
anni fa. Così si s e n t o n o in c o n t i n u i t à diretta c o n quel p o p o l o che emerge p r o p r i o
dalla preistoria. U n a simile p e r m a n e n z a è t a l m e n t e notevole che richiede di essere
analizzata (Bruneau, 1 9 9 2 e 1 9 9 4 ; Prévelakis, 1 9 9 4 ) .
Le credenze degli antichi Greci n o n a v e v a n o il rigore e l'unità delle religioni
rivelate, ma avevano t r o v a t o nell'Iliade e nell'Odissea o nelle opere di Esiodo, u n ' e spressione letteraria che ha p e r m e s s o l o r o di vivere nello spirito dei greci per oltre
un millennio, e che spiega l ' a t t a c c a m e n t o di q u e s t o p o p o l o alla sua lingua, c o m e
la notevole invariabilità del v o c a b o l a r i o e delle sue s t r u t t u r e .
II p r o p a g a r s i del cristianesimo sconvolse questo equilibrio, ma a Bisanzio l'alleanza t r a il p o t e r e imperiale e la Chiesa era così stretta che l ' o r t o d o s s i a divenne
u n o degli elementi della coscienza n a z i o n a l e (Bruneau, 1 9 9 3 ) . Il greco ridivenne
così, s o t t o u n ' a l t r a forma, lingua sacra, e m a n t e n n e il privilegio di cementare la c o scienza del g r u p p o anche q u a n d o la c o n q u i s t a o t t o m a n a aveva p r i v a t o quest'ultimo di ogni a u t o n o m i a politica.
La diversità culturale del m o n d o era, fino a p o c o t e m p o fa, il risultato della
coesistenza di g r u p p i che n o n vivevano il m o n d o allo stesso r i t m o p o i c h é n o n
p a d r o n e g g i a v a n o le stesse tecniche e a v e v a n o m o d i specifici di esprimere la l o r o
religiosità. La rivoluzione delle comunicazioni moltiplica i contatti e precipita nella
modernità gruppi che avevano rifiutato di unirsi al progresso. Lo shock è temibile e
giustifica il fatto che i problemi attuali si p o n g o n o soprattutto in termini di cultura.
Aree culturali, culture e civiltà
T33
Parte III
Cultura, ambiente
e paesaggio
La cultura fornisce agli uomini i mezzi per orientarsi,
dividere lo spazio e sfruttare gli ambienti (capitolo 8).
Le relazioni che i gruppi intrattengono con l'ambiente
circostante passano attraverso l'universo tecnico di cui
si sono dotati (capitolo 9) e i modi che hanno di nutrirsi
(capitolo
10).
Negli spazi antropizzati,
l'ambiente diventa
una componente della cultura, che aiuta a trasmettere,
ma
contribuisce a paralizzare.
Capitolo 8
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo.
Segnare, istituzionalizzare lo spazio
e appropriarsene
N o n c'è nulla di peggio di trovarsi soli, persi in un p o s t o s c o n o s c i u t o , senza sapere c o m e r i t o r n a r e a casa. Ritrovarsi in un l u o g o , orientarsi s o n o cose indispensabili a tutti.
Ritrovarsi in un luogo vuol dire m e m o r i z z a r e immagini concrete, s o p r a t t u t t o
punti di riferimento visivi (a volte odori o rumori) che p e r m e t t o n o di sapere se si
è già passati da q u e s t o o quell'altro p o s t o .
O r i e n t a r s i consiste nel localizzare i luoghi in u n o spazio di riferimento più vasto e più a s t r a t t o .
Sulla Terra tutti i luoghi a b i t a t i e moltissimi siti caratteristici h a n n o un n o m e , spesso da m o l t o t e m p o . I.a t o p o n i m i a è u n ' e r e d i t à preziosa delle culture passate. Battezzare le coste e le baie delle regioni litoranee è stato il p r i m o c o m p i t o degli scopritori. Un vero e p r o p r i o t a p p e t o di n o m i ricopre il g l o b o , che diventa così o g g e t t o di discorso. Il b a t t e s i m o dello spazio e di tutti i suoi punti i m p o r t a n t i
ne costituisce a n c h e una presa di possesso simbolica o reale.
> Ritrovarsi in un luogo <
In città o in c a m p a g n a , la cerchia delle p r a t i c h e q u o t i d i a n e p e r c o r s e fin dall'infanzia è familiare in tutti i suoi aspetti e le sue deviazioni [figura 8.1, p a g i n a seguente). T u t t a v i a , i particolari significativi che c a t t u r a n o l'attenzione v a r i a n o da
cultura a c u l t u r a : i cacciatori i n d i v i d u a n o a colpo d ' o c c h i o le tracce degli a n i m a li, le i m p r o n t e , l'erba calpestata; un piccolo b u c o nella banchisa segnala al giovane eschimese la presenza di foche che vi si affacciano per respirare. La vegetazione n o n è un m a n t o n e u t r o ; vi si i n d i v i d u a n o alberi da frutta, alveari e piante utili
o velenose di cui bisogna diffidare. La qualità delle terre, i pendii, i microclimi del
terreno forniscono indizi preziosi ai m e m b r i delle società c o n t a d i n e .
In città, m a r i n a r e la scuola, che p e r m e t t e di variare i percorsi, di esplorare e
di fare scoperte, non ha lo stesso fascino. La s t r a d a è il regno di tutti i pericoli. Lo
spazio familiare si limita a qualche itinerario ben segnalato: i p u n t i di riferimento
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
137
ILE D'OUESSANT
Fig. 8.1 Ritrovarsi nell'Ile de Ouessant: una mappa mentale (fonte: Péron, 1992, p. 18).
È particolarmente facile ritrovarsi in un'isola piccola come Ouessant, dove il litorale è così vicino
che è semplice tenerne a mente la forma nel suo insieme. Il ragazzo interrogato si orienta grazie ai
fari e alle torri radar al borgo e alla sua chiesa, al porto di Stiff, a est dell'isola, e all'aeroporto dell'isolotto Keller, sulla costa nord.
s o n o facili l u n g o le arterie c o m m e r c i a l i . A l t r o v e , il susseguirsi di p o r t o n i chiusi
spesso n o n offre nulla d i a t t r a e n t e allo s g u a r d o . U n a f o n t a n a , u n a s t a t u a , u n m o n u m e n t o che s p u n t a n o d a q u e l l ' i n f i l a t a s e r v o n o d a r i f e r i m e n t o . M o l t o s p e s s o
l'individuo si sente p e r s o , t u t t o solo in mezzo a u n a folla di sconosciuti in cui si imb a t t e . In città il r a d i c a m e n t o spaziale e sociologico è più difficile che in c a m p a gna; ciò n o n o s t a n t e avviene, e il p r o p r i o quartiere è percepito c o m e u n a nicchia familiare, s o p r a t t u t t o se il t i p o di a r c h i t e t t u r a e di o c c u p a z i o n e gli ha d a t o u n a certa specificità sociologica.
Al di là della p r i m a cerchia di pratiche q u o t i d i a n e , lo spazio diventa più fluido m a , fin dove si p e r d e lo s g u a r d o o si arriva c o n s p o s t a m e n t i occasionali relativ a m e n t e frequenti, p u ò essere m e m o r i z z a t o e r i c o n o s c i u t o q u a n t o b a s t a . I riferim e n t i visivi identificabili fino all'orizzonte d i v e n t a n o essenziali e a s s u m o n o un valore simbolico. In c a m p a g n a , u n a collina, un albero in l o n t a n a n z a o la guglia di un
c a m p a n i l e servono da p u n t i di riferimento. I luoghi s o n o riconosciuti e h a n n o un
n o m e . Al di là della linea dell'orizzonte c'è l'altrove. I p o p o l i della foresta che Pourtier ha s t u d i a t o nel G a b o n m a n c a n o di g r a n d i a p e r t u r e ; la vista è sempre limitata:
La c o n o s c e n z a d e g l i e l e m e n t i d e l l a f o r e s t a è la c o n d i z i o n e sine qua non della s u a a p p r o p r i a z i o n e .
O c c o r r o n o a n n i d i a p p r e n d i s t a t o affinché i l c a o s iniziale s i r i a s s o r b a i n u n o r d i n e c h e a b b i a u n s e n s o
[...]. L a f o r e s t a s i s c o p r e p e r g r a d i , m e t r o d o p o m e t r o , s e n z a l a c u n e p o s s i b i l i nella c o n c a t e n a z i o n e
138
La geografia culturale
dei p e r c o r s i . In un a m b i e n t e c h i u s o , c h e limita s t r e t t a m e n t e la v i s u a l e , o g n i p r o g r e d i r e i m p l i c a c h e
ciò c h e ci si lascia alle spalle sia s t a b i l i t o | . . . | . L'estensione si t r o v a così l i m i t a t a dalla necessità di a p p r e n d e r n e e m e m o r i z z a r n e le c o n f i g u r a z i o n i in c i a s c u n o dei suoi p u n t i .
(l'OURTIHR, 1 9 8 9 , IT. 1 4 9 - 1 5 1 )
In città si c o n t r a p p o n g o n o quartieri in cui il d e d a l o di vie strette e vicoli ciechi complica le r a p p r e s e n t a z i o n i a quartieri aperti con grandi corsi le cui piante a
griglia o r t o g o n a l e s o n o facilmente comprensibili e memorizzabili da tutti {figura
8.2). I m o n u m e n t i prestigiosi dei quartieri centrali e la loro a n i m a z i o n e c o m m e r ciale c o n t r i b u i s c o n o a formare u n ' i m m a g i n e valorizzante della città, c o m u n e a tutti i cittadini. La sky line dei quartieri centrali delle città a m e r i c a n e si i m p o n e con
una forza simbolica p o t e n t e . Le alti torri dei complessi edilizi e lo stile open planning senza strade dà ai quartieri dell'edilizia p o p o l a r e u n a d i m e n s i o n e d i s u m a n a .
Fig. 8 . 2 Ritrovarsi in città: mappe
mentali di Le Havre (fonte Ruet, 1993,
P 102)
La spiaggia, il porto, l'opposizione tra
città alta e città bassa e la trama geometrica dei grandi corsi della parte r i costruita forniscono punti di riferimento facili per ritrovarsi a Le Havre.
Lo schizzo a lato propone la visione più
"esplorata" di qualcuno che conosce
nel dettaglio le vie di comunicazione e
i bacini del porto, sa dare un nome ai
numerosi luoghi, ma non si basa sulle
forme di insieme per ritrovarsi. Lo
schizzo in basso traduce un apprendimento globale degli insiemi che strutturano lo spazio urbano e degli assi
che lo attraversano.
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
1
Se il ritrovarsi in un l u o g o deriva da u n a relazione sensoriale c o n lo spazio,
q u e s t a , a sua volta, al di là della cerchia familiare p e r c o r s a a piedi in ogni direzione, dipende dal m e z z o di l o c o m o z i o n e utilizzato. C h i si sposta a piedi e chi cavalca nelle steppe o l u n g o le piste vede in m o d o un p o ' diverso, ma e n t r a m b i sono m o l t o attenti ai p r i m i piani e agli ostacoli del c a m m i n o . Chiusi in c a r r o z z o n i ,
in carri o diligenze, della s t r a d a i viaggiatori n o n a v v e r t o n o m o l t o più che i s o b balzi che dà al veicolo, ma s o n o sensibili al fascino e ai pericoli della t a p p a (Young,
1 9 3 1 ; M o n t a i g n e , 1 9 6 7 ) . Il t r e n o , c o n la sua velocità e regolarità superiori, i suoi
v a g o n i aperti o con vetri, svela i p a n o r a m i l o n t a n i , il paesaggio oltre il p r i m o piano che passa t r o p p o velocemente per essere c o l t o . N e l giro di qualche o r a , t u t t o
p u ò c a m b i a r e e q u e s t o eccita la curiosità o il piacere del viaggiatore. L ' a u t o m o b i le inchioda il g u i d a t o r e alla s t r a d a , ai suoi cartelli, ai suoi pericoli, ma i passeggeri h a n n o u n a visuale più libera e più a m p i a del p a e s a g g i o . L'aereo, q u a n d o le n u vole n o n n a s c o n d o n o la t e r r a , dà u n ' i m m a g i n e p r o d i g i o s a del m o s a i c o terrestre,
a l m e n o d u r a n t e i pochi minuti necessari al decollo o all'atterraggio.
> Orientarsi <
Ritrovarsi in un luogo p r e s u p p o n e u n ' a p p r o p r i a z i o n e dello spazio attraverso i sensi. Si t r a t t a per lo più di u n a questione individuale, anche se vi p a r t e c i p a n o i saperi
collettivi e l'acculturazione (si vede solo ciò che si considera già significativo).
Per a n d a r e verso un altrove l o n t a n o , invisibile e più intuito che c o n o s c i u t o , è
necessario o r i e n t a r s i , vale a dire essere c a p a c i di utilizzare il sistema generale di
s t r u t t u r a z i o n e e di individuazione dello spazio i d e a t o dalle società (Lynch, 1 9 5 9 ) .
L'operazione implica una rosa di direzioni fondamentali e un m o d o di misura
delle distanze che p e r m e t t o n o di definire la posizione.
Le griglie che le società i m p o n g o n o allo spazio s o n o svariate. Per m o l t e civiltà, il m o n d o si o r d i n a i n t o r n o a un asse essenziale, quello i n t o r n o cui, di n o t t e , le
stelle r u o t a n o , e che definisce i q u a t t r o p u n t i cardinali. Ma per altre culture, le direzioni f o n d a m e n t a l i n o n s o n o legate all'osservazione delle stelle. I pescatori yur o k v i v o n o lungo il fiume K l a m a t h , nel n o r d della California (figura 8.3) (Erikson,
1 9 4 8 ) . La valle è stretta e boscosa.
I n s i s t e r e m o s o l a m e n t e [...] sugli a s p e t t i s p a z i a l i della c u l t u r a e della filosofia degli y u r o k . S o n o a n c h e a s p e t t i essenziali: la d i s p o s i z i o n e geografica e le c o n d i z i o n i stesse di vita degli y u r o k d a n n o l o r o
l'idea di un u n i v e r s o t u b o l a r e ; il c e n t r o del m o n d o è e v i d e n t e m e n t e il f i u m e , in cui le c o s e s c o r r o n o e
circolano senza ostacoli. Perciò è necessario che le cose siano disposte come un canale, un t u b o ,
a p e r t o alle d u e e s t r e m i t à , p e r p e r m e t t e r e i l p a s s a g g i o . Per c o n t r a s t o c o n q u e s t a d i s p o s i z i o n e , l a s t r u t t u r a a s a c c o è n e g a t i v a [...].
Se d u n q u e il c a m p o spaziale è d a t o a l l ' i n d i v i d u o , n o n è nel s e n s o fisico del t e r m i n e , ma c u l t u r a l e !
( S I O E T Z H L , 1 9 6 . 3 , PP. 6 0 - 6 1 )
La geografia culturale
Est
del m o n d o
Ovest
Fig. 8 . 3 L'orientamento presso gli yurok (fonte: Downs e Stea, 1974, p 128).
Lo spazio è ordinato in anelli concentrici. Solo il fiume che porta all'oceano fornisce un asse di orientamento.
N o n m a n c a n o popoli il cui spazio è a l t r e t t a n t o f o n d a m e n t a l m e n t e s t r u t t u r a to su un asse fluviale. Francoise Paul-Lévy e M a r i o n Ségaud (1983) c i t a n o gli yuk u n a d e l l ' A m a z z o n i a (Jacopin, 1 9 7 9 ) , i loro vicini bora e m i r a n a ( G u y o t , 1977) e
gli h m o n g indocinesi ( C o n d o m i n a s , 1 9 7 7 ) . Presso gli a i n o u s di H o k k a i d o , l'asse
s t r u t t u r a n t e è r a p p r e s e n t a t o d a l l ' o p p o s i z i o n e tra il m a r e e la m o n t a g n a ( O h n u k i Tierney, 1976). Presso gli a y m a r a s della Bolivia, la m o n t a g n a costituisce il d a t o prim o : u r c u s o n o le t e r r e alte e urna è l ' a c q u a , quella del lago e delle valli [figura
8.4, p a g i n a seguente). Q u e s t a c o p p i a di o p p o s t i si interseca con quella destra/sinistra per definire il sistema spaziale generale (Bouysse-Cassagne, 1 9 7 8 ) .
Georges C o n d o m i n a s precisa, a p r o p o s i t o dell'Indonesia:
Un villaggio si a c c o r d a s e m p r e c o n i s u o i q u a t t r o vicini, a n o r d , a s u d , a est e a ovest, p e r m a n t e n e r e
l ' o r d i n e e r e g o l a m e n t a r e i conflitti t r a i villaggi. D i s p o s i z i o n e c h e r i t r o v i a m o a tutti i livelli, dalla c o r te reale al villaggio [...].
D i v e r s a m e n t e d a n o i , c h e p r e n d i a m o i n c o n s i d e r a z i o n e solo q u a t t r o p u n t i c a r d i n a l i , qui v e d i a m o s e m pre a s s o c i a t o il c e n t r o c h e per di più p o s s i e d e u n a p o s i z i o n e e m i n e n t e , logica, c h e si p o t r e b b e defini-
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
141
r e q u e l l a del c a p o , del p o t e r e . [...] N o n s i p u ò p a r l a r e d i u n a c o n d i z i o n e p r i v i l e g i a t a del c e n t r o senza
e v o c a r e il M o n t e S e m e r u e la c o s m o g o n i a i n d i a n a . N e l c o r s o dei secoli, gli a r c h i t e t t i k h m e r lo h a n n o
r i p r o d o t t o s o t t o f o r m a d i t e m p i o - m o n t a g n a c h e o g n i s o v r a n o faceva c o s t r u i r e nella s u a c a p i t a l e , essa stessa r i d u z i o n e d e l l ' U n i v e r s o . [...]
M a è s o p r a t t u t t o l a C i n a a n t i c a c h e p r e s e n t a u n a f o r m u l a z i o n e c o s t a n t e delle c i n q u e d i r e z i o n i .
( C O N D O M I N A S , 1 9 7 7 , PP. 2 4 - 2 5 )
Basso
Fig. 8 . 4 L'orientamento presso gli aymara e gli inca (fonte: Franqueville, 1995, p. 83).
A) Lo spazio aymara è strutturato a partire dall'opposizione di alto e basso, urcu e urna, e di
quella di destra e sinistra. La disposizione del rilievo attribuisce, partendo da questo presupposto, un ruolo eminente all'asse lacustre nord-ovest/sud-est.
B) Lo spazio inca riprende le stesse coppie di opposti, alto/basso e destra/sinistra, ma ha il
centro a Cuzco.
T42
La geografia culturale
C o n l'emergere dei sistemi di o r i e n t a m e n t o a s t r o n o m i c o , l'universo c o n c r e t o
smette di fungere da s u p p o r t o alla costruzione intellettuale del m o n d o : t u t t o p a r te dall'osservazione del Sole (il p u n t o più alto della sua traiettoria che definisce il
m e z z o g i o r n o ) e del sistema stellare, del suo o r d i n e i m m u t a b i l e e della sua r o t a z i o ne a p p a r e n t e i n t o r n o a un p u n t o che coincide a p p r o s s i m a t i v a m e n t e c o n la stella
p o l a r e nell'emisfero n o r d .
Da un luogo all'altro, le direzioni d i v e n t a n o p a r a g o n a b i l i q u a n d o si d i s p o n e
di un riferimento c o s t a n t e e c o m u n e . Il m o n d o si s t r u t t u r a o r m a i a t t o r n o a d u e assi p e r p e n d i c o l a r i : n o r d - s u d , quello dei poli, ed est-ovest. Q u e s t i o r i e n t a m e n t i perm e t t o n o di situare i luoghi gli uni rispetto agli altri: oggi si è in B, a n o r d e a ovest
di A, d o v e si era ieri.
Per orientarsi, la m a g g i o r p a r t e delle culture utilizza i p u n t i cardinali. Sono rare quelle passate alla fase successiva, quella della localizzazione per mezzo di coo r d i n a t e : in effetti è sufficiente m i s u r a r e le distanze che s e p a r a n o , s e c o n d o i due
assi, i luoghi e u n ' o r i g i n e c o m u n e , per situare tutti i p u n t i gli uni rispetto agli altri, ed essere in g r a d o di d e s u m e r n e u n a cartografia. Il p r i m o p a s s o in questa direzione è stato fatto da Eratostene ad Alessandria, nel III secolo a . C . (Jacob, 1 9 9 1 ) .
I sistemi di o r i e n t a m e n t o basati sui tratti m a g g i o r i del rilievo o della configurazione dei luoghi n o n richiedono sforzi di astrazione; lo stesso vale per la semplice
localizzazione dei p u n t i cardinali. Le culture p o p o l a r i vi h a n n o fatto ricorso t a n to q u a n t o quelle d o t t e : i re m a g i si s p o s t a v a n o s e g u e n d o la stella!
Le r a p p r e s e n t a z i o n i g e o m e t r i c h e , che d a n n o c o m e esito la m a p p a , si b a s a n o
su u n a concettualizzazione più sofisticata. L'elaborazione di un simile d o c u m e n t o
p r e s u p p o n e che si s a p p i a n o localizzare i p u n t i grazie alla m i s u r a z i o n e della l o r o
latitudine e della l o r o longitudine (è il m e t o d o generale che T o l o m e o illustra nel II
secolo) o per intersezione di m i s u r e angolari tra le mire (la cartografia m a r i n a ric o r r e a q u e s t o p r o c e d i m e n t o d o p o che la bussola permise di tenere u n a r o t t a : è il
principio del p o r t o l a n o ) . Essa implica, inoltre, la definizione di u n a scala, vale a
dire un r a p p o r t o a r b i t r a r i o ma c o s t a n t e t r a le m i s u r e effettuate sul t e r r e n o e la lor o r a p p r e s e n t a z i o n e sul p i a n o della m a p p a .
II p r o b l e m a è allora quello di legare l'esperienza diretta che si t r a e dalla freq u e n t a z i o n e dei luoghi alle griglie cartografiche. I p o p o l i continentali p o s s o n o d o m i n a r e lo spazio g r a d u a l m e n t e , ma chi abita le regioni m a r i n e è p o s t o d a v a n t i u n a
sfida più a r d u a (Lynch, 1 9 5 9 ) . La navigazione costiera poggia su riferimenti successivi: lanciarsi in alto m a r e implica la p a d r o n a n z a d e l l ' o r i e n t a m e n t o . E ciò che
rende affascinante l'esperienza dei polinesiani, in g r a d o di affrontare le i m m e n s i tà del Pacifico ben p r i m a di ogni c o n t a t t o con gli europei e senza conoscere la scritt u r a , la m a p p a e la bussola (figura 8.5, p a g i n a seguente).
I sistemi di o r i e n t a m e n t o che si b a s a n o sui dati locali della configurazione dello spazio n o n s o n o estendibili: s o n o a d a t t i a società statiche, ripiegate su loro stesse. Le culture venute dall'India c r e a v a n o , in ciascuno dei regni indonesiani, u n a localizzazione concentrica dei luoghi imperniata sul locale M o n t e Semeru, o sul p a lazzo del principe che ne era l'equivalente. U n a simile costruzione n o n permetteva
di concepire vasti spazi o c c u p a t i da u n a successione di regni, e n o n era a d a t t a ai
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
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Fig. 8.5 L'etak, sistema di navigazione degli abitanti di Pulawat, in Micronesia (fonte: Downs e Stea,
1974, p. 152).
Il navigatore ragiona come se fosse immobile e le isole si spostassero in relazione a lui. Sceglie un'isola di riferimento. Il tragitto è suddiviso in segmenti. Per ciascuno di essi, egli ha imparato a quale
stella corrisponde la direzione dell'isola di riferimento, e può perciò orientarsi e mantenere la rotta.
m e r c a n t i . L'Islam presenta da questo p u n t o di vista un vantaggio evidente: conquista facilmente i p o r t i e i loro c o m m e r c i a n t i ( L o m b a r d D . , 1 9 9 0 ; Sevin, 1 9 9 2 ) . L'opposizione tra società confinata e società espansiva è chiarissima in questo esempio.
I p u n t i di riferimento a s t r o n o m i c i e le conseguenti possibilità di r a p p r e s e n t a zione t r o v a n o un'applicazione universale: a i u t a n o i gruppi che ne d i s p o n g o n o a volgersi verso l'esterno e a p a r t i r e verso n u o v i orizzonti. Le g r a n d i scoperte n o n sarebbero state possibili senza la bussola, il solcometro e una cartografia che n o n smette di progredire dai portolani del XIV ai grandi atlanti della fine del XVI secolo.
> Dare un nome ai luoghi, qualificare gli spazi <
Il battesimo dei luoghi
Essere capaci di ritrovarsi in un luogo e orientarsi n o n basta. L'esploratore vuole
conservare la m e m o r i a delle terre che ha scoperto e farle conoscere a tutti; per p a r lare dei luoghi o degli a m b i e n t i , n o n c'è altro sistema che quello di d a r e un n o m e
144
La geografia culturale
alle terre e di e l a b o r a r e un v o c a b o l a r i o a d a t t o a qualificare i molteplici aspetti e
caratteristiche dello spazio.
Presso gli eschimesi del Cuivre, in C a n a d a , spazi sconfinati, ma spesso visitati in occasione della caccia e della pesca, n o n h a n n o un n o m e (Collignon, 1 9 9 4 ) .
I cacciatori li c o n o s c o n o per averli percorsi fin dalla loro giovinezza o per averli
scoperti in seguito. G u a r d a n d o ciò che i loro padri facevano e o s s e r v a n d o person a l m e n t e , h a n n o i m p a r a t o a distinguere gli a m b i e n t i , a fotografarli nel loro spirito e a riconoscerli q u a n d o ci si r i t r o v a n o .
Le c o n d i z i o n i s o n o diverse nei siti in cui le famiglie o i g r u p p i eschimesi rit o r n a n o r e g o l a r m e n t e . Agli eventi accaduti in q u e s t o o quel luogo s o n o legati ricordi: X è m o r t o qui, in q u e s t o a c c a m p a m e n t o è n a t o quel b a m b i n o . O c c o r r o n o
p a r o l e per ricordarselo e per p o t e r n e p a r l a r e .
In u n a società n o m a d e c o m e quella eschimese, certi n o m i si s p o s t a n o con gli
a c c a m p a m e n t i : ci s o n o , i n t o r n o a ogni i n s e d i a m e n t o , punti in cui si va a cercare
l'acqua o a tagliare il ghiaccio in inverno, luoghi in cui ci si isola. Essi si t r o v a n o
al confine tra il n o m e c o m u n e e il n o m e p r o p r i o .
Le società sedentarie e organizzate h a n n o bisogno di u n a t o p o n i m i a fissa [figura 8.6, p a g i n a seguente). Le relazioni complesse s o n o possibili solo se gli individui o i g r u p p i p o s s o n o essere localizzati e gli s p o s t a m e n t i guidati da riferimenti
ben visibili nel p a e s a g g i o . Il p o t e r e si a p p r o p r i a delle terre scrivendo su registri,
piante o m a p p e le collezioni dei n o m i dei luoghi.
La t o p o n i m i a costituisce un t r a t t o e un'eredità culturali (Negre, 1963). Spesso
è caratterizzata da un forte c o n s e r v a t o r i s m o : i n o m i antichi v e n g o n o m a n t e n u t i nel
corso della storia, p u r modificandosi c o n l'evoluzione della lingua: la proprietà di
Vitrus, Vitracus per i g a l l o - r o m a n i , è diventata, secondo le regioni Vitrac, Vitry o
Vitré. Il senso originale dei nomi dei luoghi si perde: spetta alla t o p o n i m i a linguistica ritrovarli. Succede a n c h e che in u n o spazio i n o m i c a m b i n o b r u t a l m e n t e in
seguito all'instaurazione di un n u o v o potere, a un'invasione o al trionfo di n u o v e
m o d e . D a r e un n o m e ai luoghi equivale a impregnarli di cultura e di potere.
Ai n o m i dei luoghi si a g g i u n g o n o le varianti regionali: t r a d u c o n o la m e m o rizzazione da p a r t e di un g r u p p o di u n o spazio percepito su u n ' a l t r a scala. Gli stessi paesaggi si r i p e t o n o su una certa distesa: la Brenne, la Sologne o i D o m b c s evoc a n o zone boscose, dalle forme dolci e con la presenza di stagni. Altrove è la pred o m i n a n z a di certe colture che spiega il n o m e : è così per le Ségalas del Massiccio
Centrale, per la C h à t a i g n e r a i e del C a n t a l , per la Castaniccia corsa. Parlare del t o losano, del lionese o della regione parigina è constatare la dipendenza di tutta u n ' a rea rispetto a un centro verso il quale c o n v e r g o n o gli s p o s t a m e n t i .
Indicare e segnare lo spazio: vestire gli itinerari
C o m e ritrovarsi in u n o spazio che n o n si conosce e per il quale n o n si dispone di
alcun mezzo di riferimento e di o r i e n t a m e n t o ? Gli itinerari terrestri a s s o m m a v a no la pista e l'acqua, ogni volta che era possibile, e richiedevano il servizio di guide locali, conoscitori esperti delle distanze e dei passaggi obbligati: la loro capacità di o r i z z o n t a r s i in spazi vastissimi era g a r a n z i a della l o r o abilità di o r i e n t a r s i .
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
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Fig. 8 . 6 1 livelli toponimia: un esempio in Alsazia.
Una società sedentaria a base rurale utilizza di solito dei riferimenti che si collocano a tre livelli: il nome delle terre, delle circoscrizioni comunali e delle micro-irregolarità del rilievo costituisce il primo
livello di toponimi; il nome dei villaggi, dei borghi e delle città costituisce il secondo. Il terzo livello
distingue, con varianti regionali dei nomi, gli insiemi omogenei o polarizzati riconosciuti.
Così, p r i m a dell'avvento della ferrovia, vecchi cacciatori di pellicce del West p r e n d e v a n o in carico le c a r o v a n e di carri di i m m i g r a t i sulle piste del W y o m i n g e oltre.
Gli itinerari frequentati d o v e v a n o essere d o t a t i , t r a un p u n t o e l'altro, di stazioni
di p o s t a per il c a m b i o di cavalli e di alloggi per gli u o m i n i , disposti c o n regolarità
ogni venti o t r e n t a chilometri, t a p p a giornaliera m e d i a . Q u e s t a s t r u t t u r a di base
m o l t o antica ha p e r m e s s o , nel Vecchio M o n d o (a dispetto delle molteplici fratture della s t o r i a ) , u n a n o t e v o l e e f r u t t u o s a diffusione di m o l t i t r a t t i c u l t u r a l i dell ' E u r o p a all'India e alla Cina e viceversa.
I mezzi di t r a s p o r t o della rivoluzione industriale, la ferrovia, poi la s t r a d a co-
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La geografia culturale
struita e asfaltata, e s o p r a t t u t t o l ' a u t o s t r a d a , i n t r o d u c o n o gerarchie nette t r a gli
itinerari e i crocevia serviti più o m e n o bene. La velocità e la sicurezza i m p o n g o no u n a segnaletica s e m p r e p i ù sofisticata: rete p r o f e s s i o n a l e p e r i t r e n i , cartelli
per tutti sulla s t r a d a . Così g u i d a t i e i n c a n a l a t i , gli s p o s t a m e n t i a v v e n g o n o senza
problemi.
Le politiche del sistema viario si s o n o sviluppate per m o l t o t e m p o in un q u a d r o n a z i o n a l e , c o n r o t t u r e più o m e n o segnate alle frontiere. Accordi internazionali (in p a r t i c o l a r e in E u r o p a ) h a n n o generalizzato l'uso di codici di segnalazione
simili su strade e a u t o s t r a d e . La velocità impedisce di decifrare messaggi c o m p l e s si, perciò s o n o stati ideati p i t t o g r a m m i che i m p i e g a n o u n a g r a m m a t i c a rigorosa di
colori e di forme spesso t a l m e n t e espressivi da r e n d e r e evidente il loro significato.
O r i e n t a r s i in città, e s o p r a t t u t t o negli a g g l o m e r a t i u r b a n i s e m p r e più vasti, è
p a r t i c o l a r m e n t e difficile, p o i c h é la rete delle vie spesso è aggrovigliata e i p u n t i di
riferimento insufficienti. Il sistema che gli a m e r i c a n i h a n n o a p p l i c a t o a M a n h a t t a n e nella m a g g i o r p a r t e delle l o r o città è semplice ed efficace: u n a griglia o r t o g o n a l e o r i e n t a t a p e r m e t t e di localizzare le vie, i corsi e gli isolati. Leggerla è talm e n t e facile d a r e n d e r e inutile d a r e u n n o m e alle s t r a d e : b a s t a a p p l i c a r e u n a n u m e r a z i o n e a quelle che v a n n o da ovest verso est, e u n ' a l t r a a quelle che c o r r o n o
da n o r d a sud.
Nella s t r a g r a n d e maggioranza dei paesi di antica civiltà u r b a n a , la pianta è più
complessa; vige l'abitudine di assegnare alle strade n o m i di personaggi o di eventi i m p o r t a n t i che, instancabilmente ripetuti, arricchiscono la m e m o r i a collettiva locale e n a z i o n a l e . E necessario allora usare una piantina o affidarsi a un tassista, il
cui mestiere lo ha costretto a m e m o r i z z a r e t u t t o quel d e d a l o . Il n o m e della via n o n
è più solo un mezzo di individuazione locale, ma r i m a n d a a una griglia culturale
che simboleggia i m o d i o le preferenze delle municipalità (una sceglie "via dei lill à " , l'altra "via Salvador Allendc"!).
Gli indirizzi individuali r i c h i e d o n o u n a localizzazione a n c o r a più precisa lungo le s t r a d e . La città antica si c o n t e n t a v a di d a r e un n o m e alle arterie e alle piazze principali, l a s c i a n d o che fossero gli a b i t a n t i e i c o m m e r c i a n t i del c e n t r o a segnalare la loro presenza con insegne dipinte, forgiate o intagliate: un liocorno o un
cavallo b i a n c o per l'albergo, u n o zoccolo per il calzolaio, un ferro di cavallo per
il m a n i s c a l c o . Il r u o l o crescente del fattorino e il bisogno di localizzare gli individui negli Stati sempre più preoccupati di m a n t e n e r e una b u o n a pubblica sicurezza h a n n o i m p o s t o sistemi numerici.
Alcuni paesi preferiscono, o h a n n o a lungo preferito, un sistema di localizzazione più fluido per gli individui e più t r a s p a r e n t e per la polizia. In Arabia Saudita, la c o r r i s p o n d e n z a p u ò essere inviata s o l a m e n t e per f e r m o p o s t a . In G i a p p o n e ,
il d e d a l o delle vie non ha un n o m e , ma lo ha ogni quartiere che e a n c h e d o t a t o di
una stazione di polizia dove si c o n o s c o n o s e m p r e le generalità e le caratteristiche
di tutti gli a b i t a n t i . Il taxi che vi si ferma per chiedere c o m e p o r t a r e il cliente a casa di un a m i c o riceve c o r t e s e m e n t e le indicazioni. U n a localizzazione c o m p l e t a m e n t e n u m e r i c a , senza n o m e di via, è utilizzata dalla posta per inoltrare la corris p o n d e n z a , c n o n è di alcuna utilità al visitatore o al turista.
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La qualificazione degli ambienti
La c o n o s c e n z a del m o n d o si basa a n c h e sulla distinzione degli a m b i e n t i : n o n si è
più n e l l ' a m b i t o del singolare, ma in quello del regolare, di un certo sapere generale (Claval e Singaravélou, 1 9 9 5 ) .
Q u a n d o un c o n t a d i n o a q u i t a n o sente p a r l a r e di terrefort i m m a g i n a un terreno difficile da solcare q u a n d o è i m p r e g n a t o d ' a c q u a e delle zolle impossibili da
r o m p e r e q u a n d o arriva la siccità. I boulbènes (suolo simile al p o d s ò l , n.d.t.) s o n o
polverulenti, lavorarli è più facile, in q u a l u n q u e stagione.
Al n o m e di fromental (foraggio simile all'avena, n.d.t.) è associata l'immagine di terreni a b b a s t a n z a asciutti, spesso dal s u o l o c o l o r a t o ; i p r a t i s o n o rari, d o m i n a n o i c a m p i arati; s o n o l'ideale per quelli di g r a n o . Su di un segala (terreno acido formatosi da rocce cristalline, n.d.t.) le superfici coltivate s o n o m e n o estese, i
boschi più n u m e r o s i ; le t o n a l i t à più intense di verde in p r i m a v e r a i n d i c a n o la pred o m i n a n z a della coltivazione della segala.
Per assegnare n o m i ad a m b i e n t i p a r t i c o l a r i e inscrivere l'estrema varietà del
reale in u n a tipologia chiara e o r d i n a t a , i geografi h a n n o spesso p r e s o in prestito
t e r m i n i che d e s i g n a v a n o in tal p o s t o o in tal a l t r o un a m b i e n t e locale, per farne
un m o d e l l o generale. Così in Francia si p a r l a di campagne (campi aperti) e di bocage ( c a m p i c h i u s i , r e c i n t a t i ) , di combe (valle a l p i n a , s t r e t t a e l u n g a ) e di crèt
(cresta); n o n si esita a p r e n d e r e in prestito dagli americani pediment (fascia pedem o n t a n a d e b o l m e n t e inclinata), dagli olandesi schorre (fascia di litorale invasa dall ' a c q u a solo d u r a n t e le g r a n d i mareggiate) o poljie (vallone carsico) dagli slavi del
sud, e così via. Il termine straniero ha il v a n t a g g i o di essere liberato dalle c o n n o tazioni " i m p u r e " che p o t e v a avere l o c a l m e n t e . A volte, la p a r o l a m a n c a e la si inventa: è il caso di plateau, m u t u a t o dalla lingua degli artiglieri all'inizio del X I X
secolo. I n o m i di luoghi e di categorie di paesaggio p e r m e t t o n o di p a r l a r e del m o n d o . Essi t r a s f o r m a n o l'universo fisico in un universo socializzato.
> Gli sforzi di approfondimento <
L'istituzione dei luoghi e dei territori
N o n esistono società senza u n o spazio che faccia l o r o da s u p p o r t o , perciò l'istituzione della p r i m a è s e m p r e inseparabile da quella del s e c o n d o . Essa assume forme
diverse. P a r l a n d o dei r a p p o r t i c o n il territorio degli aborigeni australiani, A.P. Elkin n o t a il r u o l o dei g r a n d i a n t e n a t i nell'istituzionalizzazione dello spazio:
La p a t r i a di o g n i g r u p p o locale è s o l c a t a da s t r a d e o piste, di s o l i t o n o n i n d i c a t e , c h e s e g n a n o un cert o n u m e r o d i siti p a r t i c o l a r i dei l u o g h i i n cui u n e r o e h a f a t t o tale o t a l a l t r a c o s a n a r r a t a nel m i t o .
[...] C o n i s u o i riti o le s u e a z i o n i , c o n il p o t e r e di cui era d o t a t o , egli ha t r a s f o r m a t o certi l u o g h i in
c e n t r i in cui si t r o v a n o i p r i n c ì p i vitali e gli spiriti delle specie n a t u r a l i .
(ELKIN, 1 9 6 7 , p . 2 1 2 )
148
La geografia culturale
U n a volta che lo spazio è s t a t o così istituito dall'eroe civilizzatore, il g r u p p o
p u ò fiorire:
Da quel m o m e n t o , u n a p e r s o n a è legata alla sua " p a t r i a " d a l fatto c h e là risiede il s u o s p i r i t o . E vis t o c h e t u t t i i m e m b r i del g r u p p o locale p e n s a n o c h e i l o r o spiriti v e n g a n o d a d i m o r e d i q u e s t o g e n e r e s i t u a t e nella l o r o p o r z i o n e d i t e r r i t o r i o t r i b a l e , s o n o u n i t i d a q u a l c o s a d i p i ù p r o f o n d o della filiaz i o n e g e n e a l o g i c a [...].
In fin dei c o n t i è p r o p r i o ciò c h e tesse un l e g a m e t r a i m e m b r i del g r u p p o l o c a l e , e a n c h e della t r i b ù ,
e c h e fa sì che t u t t i si s e n t a n o a c a s a p r o p r i a nel l o r o t e r r i t o r i o .
( E L K I N , 1 9 6 7 , PP. 1 1 5 - 1 1 6 )
A Vanuatu, il ruolo del mito nell'istituzionalizzazione dello spazio è altrettanto forte:
I m i t i b r u l i c a n o di p r e c i s i o n i t o p o g r a f i c h e e di n o m i di l u o g h i : la t o p o n i m i a si c a r i c a di u n a d i m e n sione s a c r a ; d i v e n t a u n a s c r i t t u r a s e g r e t a , u n l i n g u a g g i o c h e , s t r u t t u r a n d o l o s p a z i o , s t r u t t u r a a n c h e
gli u o m i n i . P r i m a di c r e a r e la s o c i e t à , il m i t o c o s t i t u i s c e così il t e r r i t o r i o . R i p a r t i s c e gli u o m i n i n e l l o
s p a z i o , c r e a i l o r o n o m i (quelli degli avi, degli e r o i civilizzatori o t o t e m i c i ) e c o n t e m p o r a n e a m e n t e li
incatena ai luoghi. Ne segue t u t t a u n a geografia sacra. Grazie al m i t o , la terra diventa " p a t r i a " e il
p a e s a g g i o u n a m a t r i c e d i r a d i c a m e n t o c h e a t t i n g e nel t e m p o m i t i c o delle o r i g i n i .
( B O N N F M A I S O N , 1 9 8 6 A , l>. 1 6 1 )
E v o c a n d o i miti d ' o r i g i n e dei villaggi e delle città n u p e , in N i g e r i a , N a d e l
s o t t o l i n e a che essi g e n e r a l m e n t e c h i a m a n o in c a m p o d u e p e r s o n a g g i : il p r i m o è
un coltivatore che sceglie il t e r r e n o , lo dissoda e crea il p r i m o h a b i t a t ; il s e c o n d o
a p p a r t i e n e a un clan di capi e il suo arrivo significa che l'insediamento è a p p r o v a to dal potere. L'istituzionalizzazione procede così su d u e versanti: il p r i m o è agrario e religioso, il s e c o n d o sociale e politico (Nadel, 1 9 7 1 , p. 86).
L'istituzionalizzazione è spesso a c c o m p a g n a t a da sacrifici: si i m m o l a un animale sull'altare; si è in c o m u n i o n e di ricordi con le sofferenze dei pionieri che h a n no a p e r t o lo s p a z i o ; si r i c o r d a n o c o l o r o che s o n o m o r t i di stenti o di m a l a t t i e .
La m e m o r i a degli croi caduti in battaglia per difendere la loro terra viene gelosamente custodita.
Più in generale, il culto dei m o r t i serve a istituzionalizzare lo spazio. 1 luoghi
in cui r i p o s a n o i loro resti m a n t e n g o n o rapporti a m b i g u i con i luoghi dei vivi: la
p r e s e n z a dei l o r o spiriti p u ò c o s t i t u i r e un p e r i c o l o se questi s o n o i n s o d d i s f a t t i ,
ma lega la p o p o l a z i o n e alla terra e la rassicura sulla sua c o n t i n u i t à .
In molte società africane dell'ovest, il r i c o r d o dell'istituzionalizzazione è perp e t u a t o dalla presenza dei maestri del fuoco o dell'ascia (Sautter, 1 9 6 8 ) . Vengono
chiamati così i discendenti di c o l o r o che h a n n o d i s s o d a t o la foresta o la savana originaria e in quell'occasione h a n n o stretto un p a t t o con i geni locali. Q u e s t o cont r a t t o n o n legava l ' i n d i v i d u o , ma u n a stirpe: chi oggi ne è a c a p o è g a r a n t e dell ' a c c o r d o con il quale lo spazio è stato istituito; n o n è un c a p o , non esercita un p o tere politico, ma è il solo cui è permesso p r e n d e r e decisioni riguardanti l'assegnazione dello spazio di cui necessitano le famiglie.
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
Gli u o m i n i si s e n t o n o g e n e r a l m e n t e coinvolti solo dagli i m p e g n i che h a n n o
p e r s o n a l m e n t e sottoscritto. Ciò vale per lo spazio c o m e per la società e gli individui: rituali r i c o r d a n o l ' a t t o di f o n d a z i o n e e p e r m e t t o n o di ristabilire le condizioni
originarie là d o v e la p r a t i c a q u o t i d i a n a le ha fatte d i m e n t i c a r e .
Ci s o n o p a r e c c h i m o d i di riallacciare i legami t r a m i t e i quali lo spazio è stato istituito. C o m e a c c a d e in occasione della lenta d e a m b u l a z i o n e delle processioni o dei cortei, si p u ò ristabilire la sacralità c o n t r o l l a t a che caratterizza lo spazio
degli u o m i n i p a s s a n d o p e r i p u n t i la cui carica s i m b o l i c a è m a s s i m a o p p u r e fac e n d o il giro del c a m p o da purificare: è la f o r m u l a della c e r i m o n i a cristiana delle r o g a z i o n i . U n ' a l t e r n a t i v a consiste nel c o n v o c a r e r a p p r e s e n t a n t i di t u t t e le p a r ti del t e r r i t o r i o : l'assemblea vale p e r t u t t o lo spazio e p a r l a in suo n o m e . Su q u e sto m o d e l l o è c o n c e p i t a la festa della F e d e r a z i o n e , istituita il 14 luglio 1 7 9 0 . N e l l'ottica rivoluzionaria, la sovranità risiede nel p o p o l o : il territorio n a z i o n a l e nasce
d a l l ' i n c o n t r o dei delegati venuti da tutti i d i p a r t i m e n t i , o a l m e n o ciò giustifica il
rituale i m m a g i n a t o .
La città si distingue da altre forme di spazi sociali per la sua u m a n i z z a z i o n e
più spinta. Alcune p r o c e d u r e specifiche di istituzionalizzazione lo r i c o r d a n o : R o m o l o fa un solco sul P a l a t i n o , futura cinta della città che intende creare, R o m a . Il
limite è p u r a m e n t e simbolico, ma definisce u n o spazio diverso. R e m o oltrepassa,
per deridere il fratello, la frontiera così tracciata: R o m o l o lo uccide per il sacrilegio. La città è in q u e s t o m o d o c o n s a c r a t a da un a t t o religioso iniziale e istituita di
n u o v o c o n le cerimonie che r i c o r d a n o il fatto. A l t r o v e , l'ordine sociale è affermato e r i c o r d a t o c o n la costituzione di u n o spazio simbolico, la c o n s a c r a z i o n e di un
t e m p i o o l'erezione di un m o n u m e n t o ( G h o r r a - G o b i n , 1 9 9 4 ) .
L'imposizione di schemi culturali allo spazio
L'istituzionalizzazione sociale dello s p a z i o finisce c o n il t r a c c i a r v i dei limiti che
s e p a r a n o il selvaggio d a l l ' u m a n i z z a t o , il n a t u r a l e d a l l ' a b i t a t o , la foresta dalla landa, la c a m p a g n a dalla città, il sacro dal p r o f a n o (figura 8.7); a volte s o n o forti, a
volte deboli. D a n n o origine a c o m p l e m e n t a r i e t à che r i c h i a m a n o delle a l t e r n a n z e :
Il C a o s dei greci, l ' H u n d u n dei cinesi, il T o h u - B o h u degli ebrei r a p p r e s e n t a n o lo " s t a t o di n a t u r a " a n t e r i o r e a l l ' a v v e n t o della c u l t u r a , l a q u a l e c a u s e r e b b e l a l o r o l i m i t a z i o n e , p e r s i n o l a l o r o e s c l u s i o n e d a
u n m o n d o o r m a i inintelligibile. A l c o n t r a r i o , nel c a s o del G i a p p o n e , c i s a r e b b e u n o s c a m b i o c o s t a n te t r a i d u e c a m p i . E di f a t t o , gli dei g i a p p o n e s i (kami) si a l t e r n a n o t r a l ' e r e m o (distesa a b i t u a l m e n t e
n o n f r e q u e n t a t a d a l l ' u o m o , d i f a t t o l a m o n t a g n a ) e l ' e c u m e n e , d a l m o r i a l s a t o : i n p r i m a v e r a gli dei
della m o n t a g n a d i s c e n d o n o v e r s o il d o m i n i o degli u o m i n i , d o v e d i v e n t a n o dei delle risaie, e in a u t u n n o
c o m p i o n o il p e r c o r s o i n v e r s o . Q u e s t o " v i a g g i o " degli dei t r a l ' e r e m o e l ' e c u m e n e s i m b o l e g g e r e b b e il
r a p p o r t o ciclico della n a t u r a e della c u l t u r a [...].
(A. B E R Q U E ,
1 9 8 6 , p.
73)
Le analisi che Francois de Polignac (1984) p r o p o n e dei s a n t u a r i e x t r a u r b a n i
che, dall'VIII al VI secolo a . C , si m o l t i p l i c a n o in Grecia nello stesso m o m e n t o in
cui si affermano le città, v a n n o nella stessa direzione:
150
La geografia culturale
B
• • • • O D
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00
°o,
Q
Q
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D
Zona riservata ra
alla danza
1
Granaio
di igname
del capo
A
A
Cimitero
PI Capanna
del capo
1 - 1
A
•
A
A-B
A-C
B-C
I I
ES3
Capanne delle mogli del capo
Capanne dei familiari del capo
Capanne della gente comune
Abitazioni
Granai di igname
Centri di grande
importanza
l \ \ N I Lo spazio profano
i della periferia
^Q[ELLB_C£RPJ?3^
Lo spazio sacro
del centro del villaggio
Fig. 8.7 L'istituzionalizzazione dello spazio: sacro e profano nel v Maggio di Onatakama, nelle isole Trobriand (fonte: Relph, 1976, p. 27).
In alto: la topografia del villaggio. In basso: opposizione tra lo spazio sacro del centro del villaggio, riservato per lo più agli uomini, e lo spazio profano della periferia, la cui strada circolare è usata soprattutto dalle donne
[•...] il s a n t u a r i o e x t r a u r b a n o segna p e r c i ò l ' a v a n z a t a della civiltà a g r a r i a e ne s o t t o l i n e a l ' i m p r e s a o p p o n e n d o l a al d o m i n i o vicino delle m o n t a g n e e delle foreste (o del m a r e ) : così la f r o n t i e r a c h e s e g n a la o a n n u n c i a il s a n t u a r i o ha u n a p o r t a t a s i m b o l i c a n o t e v o l e .
In effetti, agli occhi d e l l ' u o m o g r e c o , q u e s t a d i s t i n z i o n e s p a z i a l e riflette il c o n t r a s t o e la c o m p l e m e n t a r i e t à dei d u e sistemi d i v a l o r i c h e , m a n t e n u t i i n u n r a p p o r t o d i e q u i l i b r i o e m e s s i i n c o n t a t t o d a
m o d i definiti d i p a s s a g g i o t e m p o r a n e o d a u n o a l l ' a l t r o , s o v r i n t e n d o n o a l b u o n f u n z i o n a m e n t o e alla
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
151
r i p r o d u z i o n e d e l l a s o c i e t à u m a n a [ . . . ] . P u n t o d i c o n g i u n z i o n e t r a i d u e u n i v e r s i , i l s a n t u a r i o (ext r a u r b a n o ) a p p a r e allo stesso t e m p o c o m e l u o g o stabile d i u n p a s s a g g i o c o n t r o l l a t o d a l l ' u n o a l l ' a l t r o .
(DE P O L I G N A C , 1 9 8 4 , pp. 4 3 - 4 5
I limiti istituiti in G i a p p o n e o nella Grecia antica s e g n a n o la divisione dello
spazio tra n a t u r a selvaggia e a m b i e n t e agricolo. Spesso d i s t i n g u o n o spazi s i m b o l i c a m e n t e disuguali, l u o g h i elevati e bassifondi: la realtà fisica suggerisce e conferma allo stesso t e m p o il senso dell'opposizione.
L'idea di livelli disuguali, messi o m e n o in evidenza da dislivelli reali, a volte
d o m i n a la concezione dello spazio sociale, la suddivisione che ne consegue, e i limiti che li s e g n a l a n o : in Indonesia, lo spazio sociale è a r t i c o l a t o i n t o r n o a u n a pir a m i d e che ne r a p p r e s e n t a il c e n t r o :
Il r e g n o , p e r e s e m p i o , è a n c h e un m o n d o c h i u s o , c o n c e p i t o a i m m a g i n e d e l l ' u n i v e r s o . Il p a l a z z o (krat o n ) o c c u p a la p o s i z i o n e c e n t r a l e , quella del S e m e r u . T u t t ' i n t o r n o , la c a p i t a l e ( n a g a r a ) d o v e v i v o n o i
p r i n c i p i della f a m i g l i a r e a l e c o s t i t u i s c e u n a p r i m a c e r c h i a . I l c u o r e del r e a m e ( n a g a r a - a g u n g ) n e c o stituisce la s e c o n d a ; q u i le risaie s o n o m o n o p o l i o dei p r i n c i p i . Infine la t e r z a c e r c h i a c o r r i s p o n d e alle
p r o v i n c e p i ù l o n t a n e ( m a n c a - n a g a r a ) ; esse s o n o a m m i n i s t r a t e d a i f u n z i o n a r i reali.
(SEVIN, 1 9 9 2 , P . 9 1 )
I limiti t r a g g o n o a volte le p r o p r i e virtù dal l o r o disegno: i d o g o n concepiscono il villaggio a i m m a g i n e del c o r p o u m a n o ; nell'Africa centrale, la capitale dell ' I m p e r o l u n d a r a p p r e s e n t a v a u n a t a r t a r u g a , s i m b o l o d i saggezza, a s t u z i a , resistenza e s o p r a t t u t t o longevità. Ma s o n o per lo più i p u n t i cardinali tenuti in considerazione dal g r u p p o che si c a r i c a n o di significati: n o n s o n o forse definiti dalla
s t r u t t u r a stessa del C o s m o ? N o n p o s s i e d o n o virtù insigni? Secondo le società, le
interpretazioni c a m b i a n o , ma la vita n o n p o t r e b b e restare indifferente ai c a m p i di
forza così disegnati: p r e s s o le p o p o l a z i o n i l a o t i a n e del n o r d - e s t della T h a i l a n d i a
le case s o n o t u t t e rivolte a est (figura 8.8) ( F o r m o s o , 1 9 9 4 ) ; le p e r s o n e vi d o r m o no p e r p e n d i c o l a r m e n t e per beneficiare dei flussi positivi che l ' a t t r a v e r s a n o . Nella
m a g g i o r p a r t e dei paesi dell'Estremo O r i e n t e , il l u o g o in cui v e n g o n o costruite le
case deve r i s p o n d e r e a criteri rigidi:
L ' o r i e n t a m e n t o della c a s a d i p e n d e dalla c o n c e z i o n e stessa dello s p a z i o : la c o s t r u z i o n e si inserisce all ' i n t e r n o d i u n a r e t e d i d i r e z i o n i precise c h e gli c o n f e r i s c o n o u n " s i t o g e o m a n t i c o " i n a g g i u n t a a l s u o
sito g e o g r a f i c o [...].
L e r e g o l e s o n o r i g i d e s o p r a t t u t t o p e r q u a n t o r i g u a r d a i p u n t i c a r d i n a l i . O g n u n o d i essi h a u n signific a t o p r e c i s o , n e g a t i v o , n e u t r o o p o s i t i v o , e il p r i n c i p i o c o n s i s t e n e l s o v r a p p o r r e il p i ù e s a t t a m e n t e p o s sibile l a p i a n t a della c a s a d a c o s t r u i r e alla r o s a così o t t e n u t a , d i m o d o d a p o s i z i o n a r e o g n i s t a n z a , o
p a r t e d e l l ' a b i t a z i o n e , nel s e t t o r e p i ù p o s i t i v o ( o m e n o n e g a t i v o ) .
( P E Z E U - M A S S A B U A U , 1 9 8 1 , PP. 4 6 5 - 4 6 6 )
I confini s u d d i v i d o n o lo spazio, che è fatto di insiemi che differiscono per le
loro qualità. In virtù di queste p r o p r i e t à , s o n o assegnati loro g r u p p i o categorie so-
152
La geografia culturale
Fig. 8 . 8 Ban Amphawan, un villaggio nel nord-est della Thailandia (fonte: Formoso, 1994, p. 27).
Pianta del piccolo villaggio thailandese di Ban Amphawan e posizione di chi dorme, tutte le abitazioni risultano orientate da est a ovest. All'interno delle case si dorme perpendicolarmente, orientati da nord a sud, per beneficiare dell'orientamento più favorevole
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
153
ciali. Q u e s t o gioco si sviluppa su più scale. All'interno di u n a città, i nobili vivono in quel q u a r t i e r e , e i p a r i a - i fuori casta - in q u e l l ' a l t r o . All'interno della casa,
c'è la z o n a degli u o m i n i e quella delle d o n n e : h a r e m , gineceo, e così via.
L'attribuzione di statuti disuguali alle diverse p a r t i di un t e r r i t o r i o n o n è riservata alle società tradizionali. Q u a n d o si p a r l a dell'opposizione t r a c e n t r o e periferia, spesso si p e n s a alla c o n s i d e r a z i o n e d a t a al p r i m o e rifiutata alla seconda
p i ù che alle l o r o rispettive posizioni.
Istituzionalizzazione, identità e presa di possesso
J e a n - P i e r r e R a i s o n (1977) ha p r o p o s t o di p a r l a r e di società " g e o g r a f i c h e " p e r i
g r u p p i che n o n riescono a pensarsi senza fare riferimento al t e r r i t o r i o in cui vivon o . Gli esempi che p o r t a si riferiscono al M a d a g a s c a r e all'Africa orientale, ma i
lavori di Elkin (1967) m o s t r a n o che gli aborigeni australiani a p p a r t e n g o n o alla m e d e s i m a famiglia. Lo stesso vale p e r i m e l a n e s i a n i , p e r i quali le ricerche di Leenh a r d t (1937) a v e v a n o già m o s t r a t o il p r o f o n d o r a d i c a m e n t o territoriale nel caso
della N u o v a C a l e d o n i a ; Joél B o n n e m a i s o n ( 1 9 8 6 a b ) ha t r o v a t o a V a n u a t u società a n c o r a così p o c o t r a s f o r m a t e dai c o n t a t t i c o n gli europei da permettergli di cogliere la logica p r o f o n d a della loro identità, il m o d o in cui essa è i n t i m a m e n t e e indissolubilmente legata a spazi specifici.
L e s o c i e t à m o d e r n e s a c r a l i z z a n o a n c h e i p r o p r i t e r r i t o r i (Piveteau, 1 9 9 5 ) .
Radici antiche, storiche, mitiche, ancestrali, etniche conferiscono ai p o p o l i un diritto su un territorio, che c o n s i d e r a n o sacro. «I nostri avi galli...» recitavano i bimbi francesi, p e r s i n o quelli d ' o l t r e m a r e . La d i m e n s i o n e quasi religiosa dei n a z i o n a lismi si esprime nei m o n u m e n t i ai m o r t i , nel culto degli eroi, nella celebrazione rituale dei c a d u t i per la p a t r i a . Il f o n d a m e n t o dell'identità dei g r u p p i n o n è t u t t a v i a
esclusivamente territoriale, sicché n o n si p u ò applicare a queste società la qualificazione di " g e o g r a f i c h e " .
> Appropriarsi dello spazio e segnarlo <
Lo spazio smette di essere res nullius a p a r t i r e dal m o m e n t o in cui la vita sociale
si s v i l u p p a in esso. Il g r u p p o se ne a p p r o p r i a i n n a n z i t u t t o in m o d o c o l l e t t i v o .
Q u a n d o il g r u p p o a n n e t t e un t e r r i t o r i o disabitato o s u p p o s t o tale, alcuni suoi r a p p r e s e n t a n t i o r g a n i z z a n o u n a cerimonia, a l z a n o per la p r i m a volta la b a n d i e r a n a zionale ed erigono un m o n u m e n t o , m a g a r i m o d e s t o - spesso un semplice cairn per segnare il l o r o p a s s a g g i o , solennizzare l'evento e p r o v a r l o di fronte a eventuali contestazioni.
In u n o spazio p o p o l a t o , la p r e s a di possesso si esprime a t t r a v e r s o la definizione di frontiere e la moltiplicazione di simboli che r i c o r d a n o l'identità c o m u n e :
croci, chiese, m o n u m e n t i ai m o r t i o architetture c o n caratteristiche m o l t o m a r c a te. È c o m e se si riscrivesse o v u n q u e la stessa p r o c l a m a z i o n e di a p p a r t e n e n z a .
154 ! La geografia culturale
A c c a n t o a l l ' a p p r o p r i a z i o n e collettiva di un territorio per costituirvi u n o Stat o , si p o n e il p r o b l e m a d e l l ' a p p r o p r i a z i o n e di porzioni di terra utilizzate dagli individui. La presa di possesso risponde sia ad una logica simbolica sia ad una logica utilitaristica, quella della valorizzazione e della catalogazione delle terre [figura 8.9). In certe società la p r o p r i e t à privata deve il p r o p r i o carattere sacro alla logica simbolica: nella R o m a primitiva, il culto degli antenati giocava un ruolo così
f o n d a m e n t a l e che s e m b r a v a n o r m a l e g a r a n t i r e a ogni famiglia un diritto inalienabile su ciò che assicurava la sua indipendenza - la terra - e garantiva la p e r m a n e n z a
degli altari dedicati ai lari: per ragioni religiose il diritto r o m a n o faceva della p r o prietà privata u n o dei suoi f o n d a m e n t i . Tutte le società occidentali h a n n o ripreso
q u e s t o t r a t t o c o n la r i s c o p e r t a del d i r i t t o a n t i c o , a p a r t i r e dal XIII secolo e s o p r a t t u t t o del R i n a s c i m e n t o , ma in un c o n t e s t o diverso.
C o n la p r o p r i e t à p r i v a t a , così c o m e è s t r u t t u r a t a presso di n o i , a n c h e il più
piccolo pezzo di terra riceve un n o m e o a l m e n o un n u m e r o : viene identificato in
base alle sue d i m e n s i o n i , alla sua forma e alla sua superficie; tutte le informazioni
s o n o a n n o t a t e su un d o c u m e n t o e registrate dal c a t a s t o ( M a u r i n , 1 9 9 0 ) .
CANADA
Louisiana
A
Sistema ortogonale regolare
(grid pattern):
Sistema di allineamento perpendicolare a strade o fiumi
del Canada francese e della Louisiana
{ [y.-.yj
Sistema a mosaico irregolare delle colonie britanniche
C
Sistema ortogonale irregolare della colonizzazione spagnola
500 1 000 km
0 /
|
|
Ira
Sistema a base locale
Sistema federale americano
Sistema canadese
Fig. 8 . 9 Le strutture catastali nel Nord America (fonte: Rooney, Zelinsky e Louder, 1982)
Orientarsi e ritrovarsi in un luogo. Segnare, istituzionalizzare lo spazio e appropriarsene
155
D ' a l t r o c a n t o , l ' a p p r o p r i a z i o n e è segnata sul t e r r e n o c o n cippi, recinzioni vegetali o artificiali, solidi p o r t o n i e a volte con il n o m e del p r o p r i e t a r i o .
Il d i r i t t o alla p r o p r i e t à p r i v a t a nel senso occidentale del t e r m i n e è legato all'individualismo; esso c o m p a r e nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo c o m e imprescrittibile e sacro t a n t o q u a n t o la libertà (il p r o p r i e t a r i o p u ò fare ciò che vuole della terra; essa gli offre la stabilità e c o n o m i c a p e r m e t t e n d o g l i di mantenersi) e
la sicurezza che lo protegge dagli intrusi a casa sua.
I g r u p p i u m a n i i m p a r a n o d u n q u e a esplorare lo spazio e a r a c c h i u d e r l o in sistemi di r a p p r e s e n t a z i o n i che p e r m e t t o n o di p e n s a r l o . B a t t e z z a n d o i luoghi e gli
a m b i e n t i , li t r a s f o r m a n o in oggetto di discorso; i m p o n e n d o g l i i p r o p r i segni e istit u e n d o l o , ne fanno u n a categoria sociale.
La geografia culturale
Capitolo 9
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente:
la mediazione delle tecnologie
Lo spazio di cui i geografi si o c c u p a n o n o n è la superficie a s t r a t t a della c a r t a , ma
è fatto di a m b i e n t i di vita c o n i quali gli u o m i n i h a n n o relazioni ecologiche necessarie e vincolanti (il c a l d o , il freddo, l'aridità, le p a l u d i e le m o n t a g n e ) , e che forn i s c o n o l o r o a n c h e il n u t r i m e n t o , le b e v a n d e e i materiali c o n i quali p l a s m a n o il
l o r o u n i v e r s o s t r u m e n t a l e . P r o p r i o c o m e l a p o t e n z a dei f e n o m e n i , o v u n q u e l a
bellezza e la generosità della n a t u r a s t u p i s c o n o i popoli e ispirano i loro sogni.
L'ambiente ha un'esistenza sociale solo grazie al m o d o in cui i gruppi u m a n i
lo c o n c e p i s c o n o , lo a n a l i z z a n o e ne p e r c e p i s c o n o le possibilità e solo grazie alle
tecniche che p e r m e t t o n o l o r o di t r a r n e p r o f i t t o : la m e d i a z i o n e t e c n o l o g i c a è essenziale nei r a p p o r t i dei gruppi u m a n i c o n il m o n d o circostante.
La fisiologia degli uomini non ne d e t e r m i n a con precisione i bisogni. La g a m ma dei p r o d o t t i che p o s s o n o e n t r a r e a far p a r t e dell'alimentazione è p i u t t o s t o vasta e p u ò s e m p r e subire modifiche. I bisogni s t r u m e n t a l i s o n o a n c o r a più flessibili. L'abbigliamento e l'abitazione n o n r i s p o n d o n o a imperativi fisiologici da sempre specificati, ma s o n o le risposte c u l t u r a l m e n t e e l a b o r a t e a bisogni m o l t o generali: d o r m i r e al s i c u r o , p r o t e g g e r s i d a l v e n t o , d a l l a p i o g g i a , d a l l a n e v e e dalle
escursioni termiche. L'universo in cui vivono gli u o m i n i , l'ecumene, è u n o spazio
t r a s f o r m a t o per r i s p o n d e r e ai bisogni materiali dei gruppi e per p e r m e t t e r e il loro
f u n z i o n a m e n t o ; implica la valorizzazione delle risorse e la presa d ' a t t o delle c o strizioni e dei rischi, cosa che necessita di conoscenze, di tecniche materiali e della definizione di forme a d e g u a t e di divisione e a p p r o p r i a z i o n e dello spazio.
> ^influenza degli uomini sull'ambiente
e la conoscenza dei luoghi <
I saperi tradizionali dei luoghi h a n n o una finalità pratica: la loro utilità è t a n t o più
grande q u a n t o più aiutano a capire la dinamica dell'ambiente e delle associazioni che
lo c o m p o n g o n o . Studiati dalle etno-scienze, s o n o conosciuti sempre meglio (Claval
e Singaravélou, 1995).
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
157
La conoscenza degli ambienti e delle loro dinamiche: le etno-climatologie
Le attività u m a n e dipendono t a n t o più dal t e m p o q u a n t o più si svolgono all'aria aperta e r i g u a r d a n o più direttamente gli ambienti naturali. E d u r o lavorare q u a n d o fa
m o l t o caldo. Bisogna proteggersi dal freddo, dal vento, dalla pioggia e dal sole q u a n do scotta t r o p p o : i cacciatori, gli allevatori o i c o n t a d i n i s a n n o scrutare il cielo e
prevedere l'acquazzone o il temporale qualche ora o un giorno p r i m a . A questa meteorologia rozza - e spesso in errore, vista l'estrema complessità dei fattori da cui i
fenomeni atmosferici d i p e n d o n o - si aggiunge u n a conoscenza più solida della successione delle stagioni, delle fluttuazioni delle t e m p e r a t u r e e della distribuzione media delle precipitazioni nel corso dell'anno.
La crescita delle p i a n t e richiede calore e l ' a p p o r t o d ' a c q u a . Il calore n o n serve a nulla se l'acqua m a n c a . N e i paesi tropicali, in quelli a clima m o n s o n i c o e sulle coste orientali dei c o n t i n e n t i a latitudini t e m p e r a t e , le precipitazioni si verificano q u a n d o le t e m p e r a t u r e s o n o più elevate e ciò favorisce l ' e s u b e r a n z a della vegetazione e la r a p i d i t à della crescita.
Nelle z o n e m e d i t e r r a n e e , le piogge r i s u l t a n o scarse alla fine della p r i m a v e r a e
spesso m a n c a n o del t u t t o in estate: la vegetazione i n c o n t r a condizioni favorevoli
solo in a u t u n n o o in p r i m a v e r a . I cereali d e v o n o essere raccolti p r e c o c e m e n t e o p p u r e irrigati. Alberi e arbusti s o n o in g r a d o di attingere in p r o f o n d i t à l ' a c q u a di
cui a b b i s o g n a n o : ecco la r a g i o n e della diffusione della vite e dell'ulivo.
Al limite s e t t e n t r i o n a l e d e l l ' e c u m e n e , la d u r a t a della stagione vegetativa diventa l'elemento d e t e r m i n a n t e : la crescita è r a p i d a grazie alla d u r a t a dell'insolazione, a n c h e se, per avere il r a c c o l t o , è necessario che gli ultimi freddi n o n arrivino t r o p p o avanti né i p r i m i t r o p p o p r e s t o .
L ' i m p o r t a n z a dei saperi così a c c u m u l a t i dalle società c o n t a d i n e si m i s u r a sugli errori che c o m m e t t o n o i coloni messi a c o n f r o n t o c o n luoghi di cui n o n c o n o s c o n o i r i t m i climatici e i rischi. Negli Stati Uniti e in A u s t r a l i a (figura 9.1), per
esempio, i cerealicoitori s e m i n a v a n o in z o n e in cui i raccolti e r a n o consistenti in
u n ' a n n a t a b u o n a , ma dove l'insufficienza delle precipitazioni li c o m p r o m e t t e v a una
volta ogni d u e o tre.
La conoscenza dei luoghi e della loro dinamica: le etno-ecologie
I cacciatori e i pescatori h a n n o bisogno di conoscere gli spostamenti delle specie da
cui d i p e n d o n o ; lo stesso vale per gli allevatori (figura 9.2, p. 160): in area mediterr a n e a , la t r a n s u m a n z a delle greggi è diretta alle terre alte più u m i d e nella stagione
calda e a quelle basse d'inverno. I pastori n o m a d i m i g r a n o u g u a l m e n t e tra il Sahara
e i suoi margini in base alle probabilità di pioggia.
I p r o b l e m i essenziali con i quali gli agricoltori si s c o n t r a n o s o n o facili da form u l a r e : c o m e p r o t e g g e r e i c a m p i dal r i t o r n o delle specie n a t u r a l i ? C o m e evitare
che i p a r a s s i t i d i s t r u g g a n o le p i a n t e o che gli a n i m a l i m a n g i n o i raccolti? C o m e
fare in m o d o che le t e r r e t o r n i n o fertili d o p o essere state coltivate p e r p a r e c c h i
anni? N o n è possibile r i s p o n d e r e a queste d o m a n d e senza u n a certa idea della din a m i c a delle formazioni vegetali che p e r m e t t e di capire la necessità dei periodi di
r i p o s o e di reintegrazione del t e r r e n o .
158
La geografia culturale
Fig. 9.1 I coloni di fronte ai luoghi dell'Australia meridionale (fonte: Williams, 1977, p. 11 ).
Il responsabile del catasto dell'Australia meridionale, G. W. Goyder traccia, a partire dal 1 8 6 0 , il
confine dell'area in cui la piovosità permette l'agricoltura. Tra il 1869 e il 1892 allontanandosi da
questi luoghi, la colonizzazione finisce per fallire.
L'intelligenza dei processi in a t t o è generalmente sostenuta da tassonomie spesso i m p r e s s i o n a n t i e la cui l'estensione varia con il t i p o di attività p r a t i c a t a .
Etno-botanica ed etno-zoologia
La ricchezza delle conoscenze che s v i l u p p a n o coloro che s o n o a c o n t a t t o con la natura e che per vivere d e v o n o capirla è sorprendente. Nei luoghi tropicali la cui complessità è e s t r e m a , i gruppi s a n n o riconoscere un n u m e r o considerevole di specie
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
159
Altitudine
|
Terre basse
|
Montagne
|
Fig. 9 . 2 L'utilizzo dei luoghi dal nomadismo pastorizio (fonte Carlstem, 1982, p, 108).
Le pianure sono troppo secche d'estate e le montagne troppo fredde d'inverno per la crescita
dell'erba. I nomadi organizzano di conseguenza il calendario dei loro spostamenti
vegetali e animali: 1 6 2 5 categorie di piante, di cui solamente da 5 a 6 0 0 quelle commestibili e 4 0 6 d ' u s o esclusivamente medico presso gli h a n u n o o delle isole Filippine s t u d i a t i d a C o n k l i n ( C o n k l i n , 1 9 5 4 , p p . 1 1 6 , 1 8 4 e 2 4 9 , r i p r e s o d a LéviStrauss, 1 9 6 2 , p . 182).
Tale inventario è indispensabile se il g r u p p o dipende dalla raccolta, perché deve conoscere il n u m e r o maggiore di specie commestibili. Le società agricole praticano generalmente la raccolta a titolo c o m p l e m e n t a r e . Una parte delle erbe che servono da c o n d i m e n t o spesso proviene dalle zone non coltivate. Questa curiosità per le
piante selvatiche è giustificata in pari misura dalla preoccupazione di disporre di rimedi per curare le infezioni, di veleni per la caccia o la pesca e di sostanze eccitanti
o psicotrope. Gli sforzi per consolidare la pratica agricola nei luoghi più difficili imp o n g o n o a volte l'analisi minuziosa di certi tipi di piante; come sottolinea Lévi-Strauss
(1962, p. 60): «Gli indiani a y m a r a che vivono sull'altopiano boliviano, t r o p p o alto
perché vi cresca il mais, distinguono c n o m i n a n o 2 5 0 varietà di solanacee».
I cacciatori c o n o s c o n o tutte le specie la cui c a r n e , pelle, m a n t o o c o r n a siano
utili, i grandi carnivori che d e v o n o temere e quelli che bisogna a b b a t t e r e per evitare che r i d u c a n o eccessivamente gli esemplari delle specie interessanti. C o n o s c o no I La geografia culturale
no le abitudini alimentari della selvaggina, i luoghi in cui gli animali r i p o s a n o , quelli in cui p a s c o l a n o e i ruscelli e i pozzi in cui v a n n o ad abbeverarsi; s o n o a l t r e t t a n t o
attenti ai cicli r i p r o d u t t i v i .
Gli allevatori p o s s i e d o n o u n a familiarità n o t e v o l e c o n gli animali domestici
da cui d i p e n d o n o ; s a n n o nutrirli o c o n t r o l l a r n e l'alimentazione, sorvegliare i piccoli, diagnosticare un certo n u m e r o di malattie e curarle. D i s p o n g o n o di un vocab o l a r i o s t r a o r d i n a r i a m e n t e r i c c o p e r p a r l a r e delle l o r o bestie: n i e n t e m e n o che
p i ù di c e n t o t e r m i n i p e r d e s c r i v e r n e i c o l o r i del p e l o , p r e s s o i n u e r descritti da
Evans-Pritchard ( 1 9 6 8 ) .
Nelle società urbanizzate, le conoscenze e t n o - b o t a n i c h e o etno-zoologiche n o n
s o n o p i ù condivise da t u t t i . La m a g g i o r a n z a dei cittadini conosce p i u t t o s t o m a l e
la c a m p a g n a o i boschi i n t o r n o , ma allora c o m p a i o n o gli specialisti. Il bisogno di
disporre di u n a farmacopea diversificata c o n d u c e a dispensare ai farmacisti e agli
erboristi u n a c o n o s c e n z a spesso m o l t o a p p r o f o n d i t a .
Dalle etno-ecologie al sapere scientifico
Le conoscenze etno-ecologiche si e s p r i m o n o in classificazioni che ne favoriscono
la m e m o r i z z a z i o n e e la trasmissione. Spesso i saperi tradizionali stilano inventari
sorprendenti della diversità del reale. Le categorie considerate « t e s t i m o n i a n o in fav o r e di un p e n s i e r o a v v e z z o a o g n i esercizio della s p e c u l a z i o n e » (Lévi-Strauss,
1 9 6 2 , p. 5 7 ) . Ciò n o n o s t a n t e le classificazioni n o n si b a s a n o sulla c o m p r e n s i o n e
dei processi in a t t o nella n a t u r a . Q u e s t e conoscenze p e r m e t t o n o u n a descrizione
soddisfacente, m a d i c o n o p o c o delle reali catene causali. A l m o m e n t o dell'azione
si è p o r t a t i così a s u p p o r r e relazioni che nessuna osservazione garantisce: la m a gia nasce da un riflesso razionale di fronte a situazioni analizzate in m o d o insufficiente per cogliere le forze che le m o d e l l a n o ( M a l i n o w s k i , 1 9 6 3 e 1 9 7 4 ) .
Per c o n t r o , la scienza esplora le determinazioni causali e le leggi in atto nel m o n d o . Le t a s s o n o m i e p r o p o s t e n o n c o n s e g u o n o d a l l ' i m p o s i z i o n e di categorie p i ù o
m e n o arbitrarie, ma dall'evidenziazione delle proprietà morfologiche che condizion a n o la vita degli esseri o il funzionamento dei sistemi. I concatenamenti evidenziati indicano dove intervenire per d o m i n a r e gli ambienti e quali materie scegliere o sintetizzare per fabbricare gli strumenti necessari. Nell'universo tradizionale, la c o n o scenza astratta del luogo n o n aiuta certo ad agire su di esso; al contrario, il pensiero
scientifico permette di guidare l'azione. Le etno-tecnologie riflettevano la diversità di
saperi imperfettamente razionalizzati. La scienza m o d e r n a conduce all'unificazione
dei metodi di azione sul reale e del conseguente universo strumentale.
> Tecnologie e ambiente: il dominio della natura <
L'attività u m a n a p r e s u p p o n e l'impiego di tecniche s t r a o r d i n a r i a m e n t e diversificate
per p r o d u r r e le derrate alimentari destinate agli animali o alle persone, o per ottenere le materie p r i m e c o n le quali l ' u o m o crea gli utensili di cui ha bisogno e i m a -
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
nufatti di cui si c i r c o n d a . C o n il t e r m i n e tecnologia s'intende l'insieme dei mezzi
combinati per fabbricare un tipo o un altro di p r o d o t t o ; essi s o n o inseriti in filiere.
Le grandi famiglie di tecnologie h a n n o attinenza con: 1) la p r o d u z i o n e delle
d e r r a t e agricole e animali; 2) lo s f r u t t a m e n t o delle miniere e delle cave; 3) la trasformazione delle materie p r i m e ; 4) il t r a s p o r t o dei beni o t t e n u t i . Vi si aggiungono i m e t o d i utilizzati per costruire le abitazioni, le officine, i magazzini o gli uffici, per edificare le chiese o i palazzi o per costruire i m o n u m e n t i .
Lo studio delle tecnologie preindustriali deve m o l t o ai lavori di M a r c e l M a u s s
(1947), André-Georges Haudricourt (1987), André Leroi-Gourhan (1943-1945) e
C h a r l e s Parain ( 1 9 7 9 ) : a loro spetta il merito di aver insegnato a cogliere le logiche impiegate.
N o n c'è tecnica o catena tecnologica senza a u t o r e che la concepisca, la metta
in o p e r a e ne controlli le t a p p e e i risultati: essa poggia su schemi che legano allo
scopo prefissato le sequenze da seguire, i gesti da fare e i mezzi da usare. L'operazione si applica a materie, si basa su forze (biologiche, meccaniche o chimiche) e
g e n e r a l m e n t e p r e s u p p o n e interventi fisici. Questi ultimi si t r a d u c o n o in gesti che
r i g u a r d a n o d i r e t t a m e n t e l'oggetto in corso d ' e l a b o r a z i o n e , o che si servono di strumenti e macchine.
Dalle piramidi ecologiche naturali alle piramidi coltivate
Gli u o m i n i s o n o inseriti in p i r a m i d i ecologiche di cui v i v o n o : gli alimenti che ne
t r a g g o n o forniscono loro l'energia di cui h a n n o bisogno sia per costruire i loro tessuti e per m a n t e n e r e stabile l'equilibrio del loro a m b i e n t e i n t e r n o sia per m u o v e r si e agire {figura 9.3). Le piante e gli animali offrono u g u a l m e n t e una g a m m a differenziata di materie che p o s s o n o essere assemblate, lavorate o t r a s f o r m a t e : il leg n o , le fibre, il c o r n o , l'avorio e così via s o n o alla base di u n a p a r t e essenziale dell'universo s t r u m e n t a l e . Le materie o r g a n i c h e , il legno in p a r t i c o l a r e , costituiscono
una fonte s e m p r e i m p o r t a n t e , e per m o l t o t e m p o l'unica, di energia termica. Add o m e s t i c a n d o gli animali, l ' u o m o ha i m p a r a t o a impiegare a p r o p r i o vantaggio l'energia meccanica che questi s o n o in g r a d o di p r o d u r r e .
I gruppi primitivi si a c c o n t e n t a n o di prelevare dalla n a t u r a ciò che riescono
a c o n s u m a r e d i r e t t a m e n t e , per lo più p r o d o t t i a l i m e n t a r i e legno. I n d i p e n d e n t e m e n t e dalla p r o d u t t i v i t à complessiva degli ecosistemi dai quali a t t i n g o n o , la parte che e s t r a g g o n o è irrisoria: il loro o r g a n i s m o non è in g r a d o di assimilare la m a g gior parte delle materie vegetali e animali fornite d a l l ' a m b i e n t e ; la c o n c o r r e n z a di
altri specie riduce quello che p o s s o n o sperare di raccogliere; infezioni parassitarie
e malattie m i n a c c i a n o la loro salute. Il d o m i n i o d e l l ' a m b i e n t e vivente passa così
a t t r a v e r s o la diffusione di specie favorevoli e a t t r a v e r s o l'eliminazione di quelle
concorrenti o nocive a l l ' o r g a n i s m o u m a n o .
Fin dalla c o m p a r s a d e l l ' u o m o , i prelievi effettuati i n t r o d u c o n o u n a certa forma di selezione che s f o r t u n a t a m e n t e riduce le specie utili e favorisce la proliferazione di quelle nocive. Il fuoco è il p r i m o mezzo di t r a s f o r m a z i o n e massiccia e a
volte positiva dell'ambiente (Sigaut, 1 9 7 5 ) : elimina la maggior p a r t e delle piante;
i giovani germogli che crescono dalla cenere s o n o g e n e r a l m e n t e più utili alla sel162 ! La geografia culturale
Raccolta e caccia
G e n e r e di vita pastorale
o
Agricoltura s e n z a allevamento
Q
^ «
Vegetazione
spontanea
Agricoltura e allevamento
Coltivazioni
Erbivori
selvaggi
Erbivori
domestici
9
Carnivori
Li
Uomini
Fig. 9.3 L'uomo nella piramide ecologica (fonte: Claval, 1974, p. 8 9 ) .
La trasformazione dell'energia solare grazie al processo di fotosintesi clorofilliana produce una massa vegetale che è - direttamente (erbivori) o indirettamente (carnivori) - all'origine di ogni vita animale. Luomo si situa sia a un livello sia all'altro, in base alla dieta seguita, vegetariana o carnivora.
La messa a coltura moltiplica di oltre cento volte la parte commestibile per l'uomo I volumi sono
proporzionali all'equivalente in calorie di ogni livello
vaggina, alle greggi, a d d i r i t t u r a agli u o m i n i , degli alberi o delle g r a n d i g r a m i n a cee che r i m p i a z z a n o .
Ciò n o n o s t a n t e il d o m i n i o del vivente si afferma solo con la coltivazione delle piante e la domesticazione degli animali. Per le p r i m e , d u e famiglie di tecniche
fanno la loro c o m p a r s a quasi s i m u l t a n e a m e n t e : o si r a c c o l g o n o i semi da seminare, o si preleva u n a p o r z i o n e di g a m b o o r a m o (una talea) o di radice da p i a n t a r e .
La m a g g i o r p a r t e delle sementi è di piccole dimensioni: n o n le si p u ò disseminare
a caso; g e r m i n a n o e c r e s c o n o solo in un t e r r e n o a d a t t o e in cui n o n d e b b a n o tem e r e la c o n c o r r e n z a di altre specie. E d u n q u e o p p o r t u n o sostituire u n o s p a z i o
q u a n t o più o m o g e n e o possibile all'insieme, spesso p r o d i g i o s a m e n t e vario, di microluoghi offerto dagli a m b i e n t i n a t u r a l i .
Le piante che si r i p r o d u c o n o per talea o quelle le cui sementi s o n o v o l u m i n o se ricevono un t r a t t a m e n t o diverso: si p u ò selezionare il luogo in cui inserirle, evitare le radici o i fusti che s a r e b b e r o d i r e t t a m e n t e c o n c o r r e n t i e, per la p r e p a r a z i o ne del s u o l o , accontentarsi di scavare un b u c o con un b a s t o n e o una z a p p a . Allo
stesso m o d o , è più facile associare molteplici specie su u n o stesso a p p e z z a m e n t o di
t e r r e n o per costituire un luogo coltivato la cui complessità ricordi quelle delle associazioni s p o n t a n e e .
D u e famiglie di tecnologie agricole s o n o n a t e da questa scelta f o n d a m e n t a l e
(Hahn, 1914; H a u d r i c o u r t e Hédin, 1 9 4 3 ; Isaac, 1970): da una parte ci sono
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
163
agricolture a base cerealicola che per la p r e p a r a z i o n e dei terreni i m p i e g a n o aratri
semplici o a r a t r i , d a l l ' a l t r a a g r i c o l t u r e b a s a t e sulla r i p r o d u z i o n e p e r talea o la
coltura di tuberi che, per la p r e p a r a z i o n e del s u o l o , si a c c o n t e n t a n o di attrezzi m a nuali. Il m o n d o risulta così diviso in due blocchi: il p r i m o , n a t o i n t o r n o al M e d i o
O r i e n t e , in cui la cerealicoltura e la domesticazione degli animali s o n o state precoci, così c o m e l ' a b i t u d i n e di aggiogare gli animali per lavorare i c a m p i . Dall'Eur o p a occidentale e dal m o n d o m e d i t e r r a n e o al G i a p p o n e o a l l ' I n d o n e s i a , le o p zioni d o m i n a n t i che g o v e r n a n o la vita agricola s o n o simili. Il secondo blocco, quello delle agricolture c o n la z a p p a , caratterizzava, p r i m a delle g r a n d i scoperte e dell a diffusione delle t e c n i c h e che h a i n t r o d o t t o , i l N u o v o M o n d o , l'Africa
s u b s a h a r i a n a , le m o n t a g n e del Sud-est asiatico e dell'Indonesia, e l ' O c e a n i a .
Le civiltà r i s u l t a n o p r o f o n d a m e n t e m a r c a t e dalle p i a n t e e dagli a n i m a l i su
cui si b a s a n o : ci s o n o civiltà del riso ( G o u r o u , 1 9 8 6 ) , della falsa b a n a n a (Yensàt)
degli altopiani del sud dell'Etiopia ( G o u r o u , 1 9 7 0 ; G a s c o n , 1995) o del c a s t a g n o
(Pitte, 1 9 8 6 ) .
La creazione e il mantenimento delle piramidi ecologiche coltivate
Il d o m i n i o delle p i r a m i d i ecologiche passa così a t t r a v e r s o il d i s s o d a m e n t o , spesso
a t t u a t o con il fuoco, che ha il m e r i t o di eliminare in un colpo la m a g g i o r p a r t e delle specie animali o vegetali. Le praterie e le savane b r u c i a n o facilmente nella stagione secca; gli alberi d e v o n o essere a b b a t t u t i .
Le p i r a m i d i ecologiche istituite dagli u o m i n i s o n o fragili. La loro riuscita implica, d o p o il d i s s o d a m e n t o e i m o d i che r e n d o n o p i ù o m e n o o m o g e n e o l ' a m biente, metodi di controllo delle specie concorrenti, degli animali nocivi e delle strategie di r e i n t e g r a z i o n e . I maggesi (figura 9.4), s o p r a t t u t t o se s o n o l u n g h i , soddisfano questi d u e obiettivi. Q u a n d o le r o t a z i o n i i m p i e g a n o leguminose, l'azoto fissato nelle n o d o s i t à delle radici garantisce u n a p a r t e delle integrazioni necessarie.
Tuttavia s o n o necessari a n c h e a p p o r t i esterni: concimi animali o c o m p o s t i vegetali, p r i m a che i fertilizzanti chimici facilitassero il l a v o r o .
Le tecniche dell'allevamento
La domesticazione degli animali implica un precedente d o m i n i o dell'ambiente: bisogna isolare le bestie, abituarle a vivere con gli uomini e castrare o eliminare tutti i
maschi n o n necessari alla riproduzione. Bisogna recintare pascoli o i m p a r a r e a sorvegliare le greggi, evitare che si disperdano e alla sera r a d u n a r l e al riparo dai potenziali aggressori. In questo settore, il cane si è rivelato un aiuto prezioso, come ricorda Xavier de Planhol (1969a): è servito a lungo a difendere le greggi c o n t r o i grandi
carnivori; nell'Islanda priva di predatori, gli è stato insegnato a dirigere e a far m u o vere gli armenti, cosa che facilita e n o r m e m e n t e il lavoro degli uomini.
La domesticazione degli animali p r e s u p p o n e che essi ricevano u n ' a l i m e n t a z i o ne a d e g u a t a : pascoli n a t u r a l i o migliorati dal passaggio del fuoco, praterie curate
o specifici raccolti. La domesticazione c o n d u c e in seguito all'aggiogamento di bestie da tiro, alla m u n g i t u r a di vacche, capre o pecore, alla p r o d u z i o n e di derivati dal
latte e dalla c a r n e , alla t o s a t u r a dei m o n t o n i .
, La geografia culturale
Agricoltura
itinerante
M a g g e s e boschivo: un a p p e z z a m e n t o
M a g g e s e da pascolo: un a p p e z z a m e n t o
coltivato 2 anni su 25
coltivato 2 anni su 10
( 8 % della terra coltivata)
( 2 0 % della coltivazione)
Agricoltura
sedentaria
tradizionale
Rotazione biennale: ogni a p p e z z a m e n t o è
Rotazione triennale: ogni a p p e z z a m e n t o è
coltivato un anno, in m a g g e s e l'altro
coltivato 2 anni, a m a g g e s e un a n n o
( 5 0 % della coltivazione)
( 6 6 , 6 % di terre coltivate)
Coltivazione
intensiva
Coltivazione continua con u n a raccolta
Coltivazione continua con diverse raccolte
annuale ( 1 0 0 % della coltivazione)
all'anno
Fig. 9 . 4 Dominio delle piramidi ecologiche e ritmo dei maggesi.
Via via che gli agricoltori imparano a garantire meglio le reintegrazioni indispensabili per il mantenimento della fertilità, il tempo dedicato al maggese (in bianco nel grafico) diminuisce e quello occupato dalle coltivazioni (in grigio) aumenta.
La trasformazione dei prodotti
In genere i p r o d o t t i forniti dalle piante e dagli animali n o n s o n o subito c o m m e s t i bili. Bisogna sottoporli a trasformazioni meccaniche (macinare, setacciare, filtrare) e a operazioni chimiche, quelle che c o m p o r t a n o , per esempio, la c o t t u r a . Allo
stesso m o d o le modificazioni p o s s o n o essere il risultato di processi biologici: ferm e n t a z i o n e lattica per i formaggi, fermentazione etilica per il vino, la birra, il sid r o e le altre b e v a n d e alcoliche, f e r m e n t a z i o n e acetica per l'aceto e la conservazione di p r o d o t t i c o m e i crauti, lievitazione per la pasta del p a n e con l'azione del
lievito, e così via. La preparazione della c a n a p a e del lino implica operazioni di macerazione che s e p a r a n o le fibre d i s t r u g g e n d o la materia g o m m o s a che le lega.
L'impiego dell'energia meccanica degli a n i m a l i poggia su dispositivi (gli attacchi) che t r a s m e t t o n o il m o v i m e n t o alle masse che si desidera t r a s p o r t a r e . Per
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
165
bite a l l ' u s o , c o m e ramini o forni.
Il d o m i n i o delle p i r a m i d i ecologiche si b a s a su tecniche di divisione dello s p a zio, di c o n t r o l l o della vegetazione n a t u r a l e e di o m o g e n e i z z a z i o n e dei suoli. Implica la t r a s f o r m a z i o n e di i m m e n s e superfici, la quasi totalità dello spazio nei casi più propizi. U n ' a l t r a famiglia di tecniche ha un i m p a t t o i m p o r t a n t e sull'ambierrei lavori di sterro e di costruzione; essa t r a s f o r m a p e r ò solo spazi più limitati.
> Le tecniche di sterro e di costruzione <
Le tecniche di sterro
La t o p o g r a f i a è n a t u r a l m e n t e diversa: gli affioramenti rocciosi s o n o irregolari: :
dislivelli s e p a r a n o i t e r r a z z a m e n t i dalle valli, i letti maggiori s o n o segnati da m e a n dri e divagazioni percorse dal fiume. Il s u o l o delle foreste è sconvolto dalla caduta di alberi sradicati. Bisogna p r o c e d e r e a sterri per facilitare il l a v o r o delle terre
di p i a n u r a , s m u s s a r e gli scalini dei t e r r a z z a m e n t i i n d i s p e n s a b i l i p e r s f r u t t a r e i
versanti t r o p p o ripidi, p r e p a r a r e i canali destinati all'irrigazione o alla navigazione, tracciare strade e p r e p a r a r e il b a s a m e n t o delle costruzioni.
Per i terreni friabili, gli scavatori utilizzano in p a r t e gli stessi attrezzi dei giardinieri. Lo sterro è s e m p r e più difficile per il t e r r e n o roccioso. Ciò n o n o s t a n t e , certe società s o n o riuscite a costruire prodigiose scale di t e r r a z z a m e n t i su pendii vertiginosi: si pensi a certi versanti del m o n d o m e d i t e r r a n e o (figura 9.5) e alle minuscole risaie irrigate che gli ifugao di L u z o n , nelle Filippine, s o n o riusciti a ritagliare fino in c i m a alle l o r o m o n t a g n e : ciò m o s t r a l'esistenza di elevate densità e di
u n ' o r g a n i z z a z i o n e sociale efficiente.
Fig. 9 . 5 Un versante terrazzato intorno a una bachicoltura abbandonata nelle Cévenne (fonte: Blanchemanche, 1990, p. 99).
166 i La geografia culturale
Il t r a s p o r t o dei detriti ha costituito a lungo un ostacolo in cui si i m b a t t e v a n o
i g r a n d i sterri; inizialmente il p r o b l e m a è stato risolto con l'uso c o n g i u n t o di badili meccanici e vagoncini su vie strette. I m o t o r i m o d e r n i a t t a c c a n o e s p o s t a n o
allo stesso t e m p o ciò che h a n n o s t a c c a t o : è il l o r o vantaggio m a g g i o r e .
La costruzione
Per proteggersi dalle intemperie, l ' u o m o costruisce edifici che lo isolano dal m o n do e s t e r n o (Pitch e B r a n c h , 1 9 6 0 ; Deffontaines, 1 9 7 2 ) . I v o l u m i o t t e n u t i d i p e n d o n o dai materiali di costruzione utilizzati e dalla s t r u t t u r a dell'edificio. Dal M e dio O r i e n t e a l l ' E u r o p a centrale e occidentale, la pietra, il m a t t o n e c r u d o e il m a t t o n e s e r v o n o a edificare m u r i p o r t a n t i . Se n o n si d i s p o n e di legno per rivestire i
muri, le stanze v e n g o n o c o p e r t e con volte che ne limitano la larghezza, n o n più di
q u a t t r o m e t r i , c o m e accade nella m a g g i o r p a r t e del m o n d o i r a n i a n o o nel M e d i t e r r a n e o m e r i d i o n a l e ; il r u o l o del p a t i o deriva in p a r t e da ciò: c o m e ottenere altrimenti u n a superficie sufficiente per ospitare tutti?
La costruzione dei m u r i si fa generalmente s o v r a p p o n e n d o e legando pietre da
c o s t r u z i o n e , p i e t r e da t a g l i o o m a t t o n i c o n t e r r a , m a l t a o c e m e n t o . Q u a n d o si
p l a s m a n o , la terra e il calcestruzzo p e r m e t t o n o alle pareti così costruite di n o n presentare strati discontinui.
Q u a n d o è l ' a r m a t u r a a essere p o r t a n t e , i m u r i s e r v o n o solo a isolare e p o s s o no essere m o l t o più leggeri. In b u o n a p a r t e d e l l ' E u r o p a settentrionale si utilizzano queste tecniche che p e r m e t t o n o costruzioni m o l t o resistenti e m o l t o m e n o pesanti di quelle t u t t e in pietra o m a t t o n i (Bardet e altri, 1 9 7 1 ) . N e l l ' A m e r i c a Settentrionale si realizzano a r m a t u r e p o r t a n t i con legni lavorati e assemblati con chiodi da carpentiere (si t r a t t a del
balloon
frame,
l'armatura
leggera del Q u e b e c ; Lessard e
M a r q u i s , 1 9 7 2 ) . Le s t r u t t u r e
o t t e n u t e s o n o leggere (figura
9.6) e p o s s o n o essere assemblate da chiunque. Il costo
della c o s t r u z i o n e è e s t r e m a mente ridotto.
Fig. 9 . 6 Principi della costruzione della casa americana su armatura leggera {balloon frame) (fonte: Claval, 1981 )
La struttura è fatta di travi di legno tagliate in modo regolare. I muri esterni
sono rivestiti da uno strato di carta catramata inchiodata alle travi e ricoperta in genere da assi orizzontali sovrapposte (clapboard). Il rivestimento interno è in legno, con uno strato d'aria o di
lana di vetro molto isolante
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie I 167
L a d d o v e si usa il l e g n a m e da c o s t r u z i o n e , le d i m e n s i o n i degli spazi abitativi
c a m b i a n o . Prima dell'invenzione del c a m i n o , q u a n d o la vita si svolgeva in un ambiente c o p e r t o d i r e t t a m e n t e da un tetto, la sua larghezza p o t e v a raggiungere gli otto o dieci metri. C o n l'invenzione del c a m i n o , l ' a r m a t u r a c a m b i a funzione: dove i
m u r i s o n o p o r t a n t i , essa p e r m e t t e di suddividere v e r t i c a l m e n t e lo spazio (figura
9.7). Lo s p a z i o c o p e r t o è l i m i t a t o dalla l u n g h e z z a delle travi, che d e v o n o avere
u n a sezione sufficiente per resistere ai carichi alle quali s o n o sottoposte.
Tipi di armatura settentrionale (A) e di armatura meridionale (B)
A: armatura con dispositivo di sovrappiù per ampliare la
copertura del tetto: il puntone (a) è sostenuto da un montante
(c) che poggia sulla trave (d). La trave d'incavallatura (b)
riceve l'estremità inferiore del puntone.
B: armatura a chiusura a capriata latina. Il pezzo principale è la trave (d).
0
1
2
i
1
1
3m
1
2m
Fig. 9.7 Tipi di armatura (fonte: Trochet, 1992, p. 36).
Lintroduzione di montanti e di travi d'incavallatura permette di alzare la copertura del tetto delle
case della Francia settentrionale e di trasformare i sottotetti in granai, cosa che ha importanti c o n seguenze sull'economia domestica basata sui cereali.
168
La geografia culturale
Certe costruzioni s p o s a n o m u r i e intelaiature p o r t a n t i : è la soluzione a d o t t a t a
per le case di c a m p a g n a dell'est della Francia e di u n a p a r t e dell'Europa centrale (de
Planhol, 1969b). Per il tetto [figura 9.8) si fa uso di paglia, assi di legno, tegole, ardesia o lastre di roccia scistosa o calcarea. Se le precipitazioni n o n sono a b b o n d a n t i ,
si ricorre anche alle terrazze: il problema dei tetti piatti è quello della tenuta stagna.
Le tecniche di climatizzazione
N o n basta costruire un edificio per creare un microclima favorevole alle attività
d o m e s t i c h e , alla vita familiare e al r i p o s o . Nel suo Viaggio in Italia, M o n t a i g n e è
affascinato dai m o d i abitativi che scopre o l t r e p a s s a n d o i Vosgi, sulla s t r a d a che
MAPPA DEI TETTI
0"de Greenwc.h 2
4 Tetti a leggera., p end? iu.a
coperti da Ugni
o
Tetti afe. U pcitc'mr.a coperti
da Ugole piatte o di ardesia
*
Città in cui vengono ma/i entmml/i i tipi
Zone francai con letti a leggera
IllVWv pendenza coperti da tegole cave
Zone fiancavi
tel/.i a forte pendenza
'
' coperti da tegole pie:He o di ardesia
trrrTT
| 1
cori,
Fig. 9 . 8 La mappa dei due principali tipi di tetto in Francia stilata da Jean Brunhes e Pierre Deffontaines (fonte Brunhes, 1947 p. 309).
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: ia mediazione delle tecnologie
169
lo p o r t a da Saint-Die a Basilea. Una stufa di maiolica addolcisce la t e m p e r a t u r a
della stanza di soggiorno. La casa germanica è meglio isolata dall'esterno della s_.
o m o l o g a francese.
Q u a n d o la colonizzazione e u r o p e a p r e n d e piede nel N u o v o M o n d o , le tecniche che i pionieri p a d r o n e g g i a v a n o e r a n o quelle dei paesi atlantici: l'Europa dei camini a fuoco a p e r t o , che in un a m b i e n t e m o l t o più freddo si rivelano inadegua:.
Per non soffrire t r o p p o l'inverno glaciale c a n a d e s e , le p r i m e case prevedevano .1
costruzione di d u e camini posti u n o di fronte all'altro nella stanza di soggiorne :
p u r c o n s u m a n d o molta legna, essi s c a l d a v a n o in t u t t e le direzioni e conscntivar. :
la sopravvivenza.
La soluzione al p r o b l e m a del r i s c a l d a m e n t o giunse dalle regioni c o n t i n e n t i .
d e l l ' E u r o p a : dalla C h a m p a g n e giunsero in C a n a d a dei fabbri per costruire i forn:
di fucina di Saint-Maurice grazie ai quali fu i n t r o d o t t a la stufa in ghisa, che permise infine di sfuggire al freddo (Lessard e M a r q u i s , 1 9 7 2 ) .
La climatizzazione p o n e a n c h e p r o b l e m i notevoli per q u a n d o fa c a l d o . Dove
l'escursione termica q u o t i d i a n a è forte, d i v e n g o n o utili le costruzioni che sfruttano l'energia termica inerziale. D'estate gli scuri e le finestre aperti lasciano entrare l'aria più fresca della notte; t u t t o viene chiuso all'alba, per evitare le punte de la t e m p e r a t u r a del p r i m o pomeriggio.
Nelle condizioni che p r e v a l g o n o sotto i tropici o nei paesi m o n s o n i c i , le temp e r a t u r e n o t t u r n e non si a b b a s s a n o in m o d o apprezzabile. Il v a n t a g g i o delle costruzioni massicce svanisce. Q u a n d o l'atmosfera è satura di umidità, s o l a m e n t e la
ventilazione attiva è in g r a d o di d a r e c o n f o r t o . La casa stessa è fatta di materiali
leggeri che assicurano u n a b u o n a ventilazione, stuoie intrecciate, assi n o n saldate,
a d d i r i t t u r a pannelli di carta c o m e in G i a p p o n e ( P e z e u - M a s s a b u a u , 1981 ).
Nei paesi in cui l'estate e m o l t o secca, l'evaporazione fa a b b a s s a r e la temper a t u r a di qualche g r a d o e dà u n a piacevole sensazione di freschezza. E il principio
delle case iraniane con camini di aerazione: l'aria che vi circola passa p r i m a sulla
superficie di u n a cisterna installata nel s o t t o s u o l o della casa dove si raffredda un
p o c o ; poi p e n e t r a nelle stanze a b i t a t e m e n t r e il c a m i n o d ' a e r a z i o n e p r o v v e d e a
eliminare l'aria divenuta t r o p p o calda (Bahadori, 1978).
La costruzione delle abitazioni fa sempre più ricorso a strutture p o r t a n t i in cem e n t o a r m a t o con pareti di m a t t o n i o calcestruzzo: da q u e s t o d i p e n d e l'uniform a z i o n e delle forme costruite.
> La costruzione dell'universo strumentale <
Le altre tecnologie n o n h a n n o una t r a d u z i o n e spaziale diretta c o m e quella dell'agricoltura o della costruzione. Tuttavia interessano la geografia poiché p r o d u c o n o
gli utensili indispensabili per rivoltare la terra, t r e b b i a r e e m a c i n a r e il g r a n o , tagliare la p i e t r a o p i a l l a r e il legno ( M a u s s , 1 9 4 7 ; D a u m a s , 1 9 6 2 - 1 9 6 8 ; P a r a i n ,
170
La geografia culturale
1 9 7 9 ) . L ' u o m o agisce sui p r o d o t t i organici o sulle m a t e r i e p r i m e di origine m i n e rale s o t t o p o n e n d o l i a t r a s f o r m a z i o n i chimiche o modificandoli c o n l'uso di u n ' e nergia meccanica p r o d o t t a da lui, o che lui dirige e c o n t r o l l a .
La lavorazione dei corpi solidi
Si p u ò modificare la forma di un c o r p o solido e rigido solo facendolo esplodere,
e r o d e n d o l o , p e r f o r a n d o l o o s c a v a n d o l o ( L e r o i - G o u r h a n , 1 9 4 3 - 1 9 4 5 ) . La p r o c e d u r a generale è semplice: si p r e n d e la m a t e r i a che si vuole t r a s f o r m a r e e la si colpisce con un c o r p o d u r o . L ' i m p a t t o p u ò essere p u n t i f o r m e , lineare o r i g u a r d a r e
una superficie più o m e n o estesa. La precisione è più g r a n d e q u a n d o si è sicuri di
colpire un p u n t o m i r a t o : è la percussione p o s a t a , c o m e quella del coltello, della
pialla o della sega, m e n t r e la percussione lanciata, c o m e quella del martello o dell'ascia, che p e r m e t t e di s v i l u p p a r e più forza, si a d o t t a per u n a z o n a più che per
un p u n t o o una linea. La percussione p o s a t a con un percussore a s s o m m a la precisione del p r i m o m e t o d o e la potenza del s e c o n d o : il tagliatore di pietre posa il suo
scalpello l a d d o v e vuole lavorare e colpisce energicamente con t u t t o il suo peso.
La trasformazione del m o v i m e n t o lineare in m o v i m e n t o circolare permette di
concentrare l'energia su un asse e di conseguenza di agire per mezzo sia della pressione sia dell'estrazione laterale: è la p r o c e d u r a n o r m a l e del p e r f o r a m e n t o . Partendo da tali elementi di base, si p u ò tagliare, ritagliare, incidere, perforare e levigare,
in altre parole si p o s s o n o dare alla materia la forma c la superficie desiderate.
Sui solidi c o m p a t t i e resistenti, la pietra per esempio, il n u m e r o di trasformazioni possibili è limitato. I corpi m e n o resistenti si l a v o r a n o più facilmente e si pen e t r a n o in p r o f o n d i t à : si i n c i d o n o s c a n a l a t u r e nel m e t a l l o , lo si scava. Nei corpi
fibrosi, per esempio il legno, l'azione si inscrive preferibilmente s e c o n d o l'orient a m e n t o delle fibre del materiale.
I solidi plastici, che offrono scarsa resistenza, per esempio la terra, p o s s o n o
essere sbriciolati, aerati e compressi p a r t e n d o da strumenti di percussione specifici: z a p p a , pala, v a n g a , a r a t r o semplice o a r a t r o . Q u a n d o i p r o d o t t i ottenuti cont e n g o n o u n a fase fine indesiderata, una corrente d ' a c q u a o d'aria ne assicura la selezione e la elimina. Le m a t e r i e plastiche, l'argilla in p a r t i c o l a r e , si m e s c o l a n o e
m o d e l l a n o facilmente. L'uso del t o r n i o facilita l'elaborazione delle forme.
A causa dell'intreccio dei loro filamenti, i solidi m o r b i d i , vale a dire le fibre,
si p r e s t a n o alla fabbricazione di materiali resistenti, permeabili a l l ' a c q u a e all'aria, e p o s s o n o a s s u m e r e qualsiasi forma: le fibre vegetali d a n n o c a r t e , fili, filtri.
Q u a n d o i filamenti s o n o raccolti e torti insieme, si o t t e n g o n o fili. È possibile intrecciarli: è ciò che fa il tessitore. Il cestaio esegue o p e r a z i o n i simili, ma p a r t e n d o
da fuscelli di paglia o di vimini.
Le trasformazioni della materia
Le p r o p r i e t à (resistenza, elasticità, s t a t o della superficie) delle m a t e r i e che si v o gliono utilizzare per fabbricare oggetti o utensili si m o d i f i c a n o s o t t o l'azione del
calore: i metalli f o n d o n o , le argille si t r a s f o r m a n o in p r o d o t t i ceramici. Tra le sos t a n z e m e s c o l a t e a v v e n g o n o r e a z i o n i c h i m i c h e : i m i n e r a l i s o n o t r a t t a t i e se ne
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
171
e s t r a g g o n o metalli che si p o s s o n o m o d e l l a r e q u a n d o si f o n d o n o . La g a m m a delle
m a t e r i e a disposizione degli u o m i n i cresce così incessantemente.
P r i m a di raggiungere il l o r o p u n t o di fusione, certi metalli d i v e n t a n o malleabili e p o s s o n o saldarsi. Le deformazioni che subiscono q u a n d o s o n o roventi si m a n t e n g o n o q u a n d o si raffreddano. Le possibilità di s a l d a t u r a facilitano la creazione
di v o l u m i complessi. Le p r o c e d u r e che p o r t a n o così alla messa a p u n t o delle m a terie t r a s f o r m a t e si b a s a n o sulla p a d r o n a n z a delle alte t e m p e r a t u r e e sulla c o n o scenza delle reazioni chimiche.
Utensili e macchine
Gli utensili che a u m e n t a n o l'efficacia dei gesti u m a n i p o s s o n o essere c o m b i n a t i tra
l o r o per d a r vita a u n a m a c c h i n a : la zagaglia è un utensile, l ' a r c o , fatto c o n u n a
c o r d a tesa fissata a un legno r i c u r v o , è u n a m a c c h i n a .
Q u a n d o un artigiano fabbrica un utensile, lo m o d e l l a per permettergli di colpire, dividere, p e r f o r a r e , e così via: ha in m e n t e la f o r m a da o t t e n e r e , che è vincolata dall'utilizzo che vuol farne, q u i n d i funzionale. Ma all'interno della stessa famiglia di forme le modifiche leggere n o n c o m p r o m e t t o n o l'uso desiderato e dann o linee p i ù a r m o n i o s e . L'oggetto a s s u m e così, grazie alla sua bellezza, u n a dim e n s i o n e estetica.
D a l m o m e n t o in cui i pezzi elementari s o n o assemblati per f o r m a r e u n a m a c c h i n a , la g a m m a delle c o m b i n a z i o n i si e s p a n d e all'infinito. Sono ipotizzabili diverse soluzioni per lo stesso p r o b l e m a . Un esempio: per a r a r e , l ' a r a t r o semplice è
a volte assolcatore, altre c o n m a n i c o a c h i o d o , altre d e n t a t o ( H a u d r i c o u r t e Delam a r r e , 1955) [figura 9.9). A p r e la t e r r a , ma n o n la rivolta. L'aratro complesso la
fende nello stesso m o d o , ma dispone di un versoio che rovescia la t e r r a che il v o mere ha s t a c c a t o .
Si giunge, a forza di ingegnosità, a far fare all'incirca la stessa cosa a un arat r o a s s o l c a t o r e o a un a r a t r o c o m p l e s s o : lo s c h e m a m e n t a l e guida il tecnico fornendogli u n a g r a m m a t i c a delle forme che p u ò a p p o r t a r e modifiche nei particolari, ma che assembla s e m p r e s e c o n d o lo stesso p i a n o generale.
Aratro assolcatore
Aratro con manico a martello
Fig. 9 . 9 I tipi di aratro (fonte: Haudricourt e Delamarre, 1955, p. 81 ).
172 ! La geografia culturale
Aratro dentato
J e a n - R e n é T r o c h e i r i c o r d a la s t r a n a c o i n c i d e n z a , dalla G u a s c o g n a fino alla
valle del R e n o , nella z o n a settentrionale, dell'uso dell'aratro assolcatore e della parlata in lingua d'oc (figura 9.10) ( 1 9 9 3 , p. 35 e carta 14, per il b o r b o n e s e ; H a u d r i court e Delamarre, 1955).
Da u n a p a r t e all'altra di q u e s t o limite, i c o s t r u t t o r i di a r a t r i d o v e v a n o a d a t tare i l o r o attrezzi alle specifiche condizioni locali. Vi g i u n g e v a n o p a r t e n d o da due
modelli che c o s t i t u i v a n o l ' a r a t r o semplice, nei paesi di lingua d'oil, e l ' a r a t r o assolcatore, nei paesi di lingua d ' o c ; le prestazioni di questi due modelli di soluzioni e r a n o a b b a s t a n z a simili per n o n aver b i s o g n o di imitare ciò che si faceva nell'altra area linguistica.
Nella p a r t e m e r i d i o n a l e della Francia, a sud del confine Bordeaux-Valence, i
mulini ad a c q u a a v e v a n o r u o t e orizzontali, m e n t r e altrove e r a n o diffuse le r u o t e
verticali, a eccezione del Finistère. A n c h e qui si t r a t t a v a di g r a m m a t i c h e di forme
diverse, p a r t e n d o dalle quali, p e r ò , gli artigiani riuscivano a soddisfare tutti i loro
bisogni (Trochei, 1 9 9 3 , p. 3 6 , fig. 2).
Fig. 9.10 La ripartizione degli aratri assolcatori in Europa occidentale (fonte: Haudricourt e Delamarre, 1955, p. 2 0 4 ) .
In Francia, i confini dell'area in cui si ritrova l'aratro assolcatore, dalla Gironda alla Limagne, coincidono con quelli delle parlate ocotane
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
173
I fondamenti tecnici delle grandi aree di civiltà tradizionali
Le g r a n d i civiltà del m o n d o a n t i c o , dal G i a p p o n e o d a l l ' I n d o n e s i a al M e d i t e r r a n e o e a l l ' E u r o p a occidentale, d o v e v a n o la condivisione di un certo n u m e r o di tecniche all'esistenza di relazioni antiche: utilizzazione della trazione animale, dell'ar a t r o semplice o d e l l ' a r a t r o c o m p l e s s o , e della r u o t a . Esse differivano per i cereali, di cui si s o s t e n t a v a n o , e per le tecniche di c o s t r u z i o n e .
Le civiltà africane a sud del Sahara ignoravano l'uso della trazione animale e dell'aratro semplice e di quello complesso - fatta eccezione per gli altopiani dell'Etiopia. La p r e p a r a z i o n e delle terre agricole si effettuava s o p r a t t u t t o c o n la z a p p a ; in
m a n c a n z a di sistemi efficaci di reintegrazione, e r a n o necessari alti maggesi erbacei
(nella savana) o boschi. L'alimentazione si basava sui cereali (miglio, sorgo, tef etiop e , riso), radici (igname in particolare e, dal XVI secolo, manioca) o frutti (banana
p l a t a n o della foresta o p s e u d o - b a n a n a , esàt, di O r o m o , in Etiopia). L'allevamento
occupava un p o s t o i m p o r t a n t e laddove la mosca tse-tsè n o n lo impediva, ma n o n era
associato all'agricoltura. La fabbricazione di strumenti e a r m i in ferro era in genere
nelle m a n i di caste specializzate; la g a m m a degli utensili era ridotta. Le costruzioni
e r a n o in materiale vegetale o in terra. I trasporti n o n utilizzavano la r u o t a .
Le civiltà p r e c o l o m b i a n e n o n d i s p o n e v a n o di animali da t i r o , né di a r a t r i semplici o complessi e i g n o r a v a n o la r u l l a t u r a . L'efficacia dell'agricoltura c o n la z a p pa che p r a t i c a v a n o era legata a qualche pianta: il m a i s , la p a t a t a e la m a n i o c a . Nelle z o n e d e n s a m e n t e p o p o l a t e , l ' a m a r a n t o forniva u n a p a r t e delle p r o t e i n e necessarie. La lavorazione del ferro era sconosciuta e q u e s t o ne limitava l'utilizzo.
> L'evoluzione dei sistemi tecnologici <
Il progresso dei materiali
Le possibilità di agire e t r a s f o r m a r e l'ambiente c a m b i a n o se si dispone di utensili.
Questi sono realmente produttivi solo se impiegano materiali resistenti, più duri di
quelli da lavorare ( D a u m a s , 1 9 6 2 - 1 9 6 8 ) . Ciò dà senso ai progressi nell'uso del fuoco: per passare dalla metallurgia del r a m e o del b r o n z o a quella del ferro, s o n o necessarie t e m p e r a t u r e più elevate. Ogni volta che la tecnologia dei forni fa un passo
avanti, la siderurgia si modernizza. Anche la storia delle p r o d u z i o n i ceramiche è legata ai progressi delle tecniche del fuoco. Per la messa a p u n t o di nuovi materiali, è
fondamentale l'invenzione di leghe o di p r o d o t t i di sintesi: qui la chimica svolge un
ruolo chiave.
La p r o d u z i o n e di materiali necessari alla costruzione di utensili e macchine è avvenuta a lungo su base empirica, con procedimenti di cui si i g n o r a v a n o i fondamenti scientifici. Grazie ai progressi conosciuti nel corso del X I X secolo dalla chimica e
dalla fisica, le m o d e r n e tecnologie p o g g i a n o su conoscenze razionali di facile diffusione. La standardizzazione delle materie con le quali v e n g o n o fabbricati utensili e
macchine è u n o dei fattori essenziali dell'uniformazione tecnologica del m o n d o .
T74
La geografia culturale
Il ruolo della meccanizzazione
L'utensile e la m a c c h i n a s o n o concepiti per o p e r a z i o n i ripetitive. Il l o r o impiego è
m o l t o p i ù semplice se le c o n d i z i o n i di utilizzo r e s t a n o c o s t a n t i : e s i g o n o la s t a n dardizzazione. Finché la macchina mobilita solo le forze d e l l ' u o m o , la sua potenza
è limitata e la ripetitività delle operazioni n o n è mai totale. Il ricorso a fonti di energia esterne modifica queste condizioni: le operazioni realizzate con le macchine si succ e d o n o in cicli ripetuti senza fine. Nella misura in cui è possibile installare attrezzature che impieghino forze m o l t o maggiori, la dinamica delle trasformazioni cambia:
c o m p a i o n o economie di scala e l'omogeneizzazione progredisce.
La m a c c h i n a azionata da un m o t o r e richiede un o p e r a t o r e che la guidi finché
n o n sia possibile garantirne una guida autoregolata. Dal m o m e n t o in cui si p u ò agire sulla forza che alimenta un sistema prelevando u n a piccola quantità di energia in
uscita, la sorveglianza cessa di essere p e r m a n e n t e . C o m p a r e l'automazione e il bisogno di m a n o d o p e r a diminuisce.
Le tecniche di trasporto
Finché i t r a s p o r t i s o n o difficili, i g r u p p i u m a n i d e v o n o p r o d u r r e in loco t u t t o ciò
di cui h a n n o b i s o g n o . Q u e s t o li o b b l i g a a sfruttare risorse m e d i o c r i , a coltivare
p i a n t e in condizioni limite dal p u n t o di vista climatico e ad a c c o n t e n t a r s i di utensili o di m a c c h i n e p o c o efficienti. I trasporti facili r e n d o n o inutili questi sforzi autarchici e d a n n o il via a un a u m e n t o della p r o d u t t i v i t à . Il progresso delle tecniche
di t r a s p o r t o e d u n q u e u n o dei fattori essenziali di t r a s f o r m a z i o n e dei r a p p o r t i tra
i gruppi e il loro a m b i e n t e .
I trasporti s o n o evoluti sotto l ' i m p a t t o di due fattori ( H a u d r i c o u r t , 1987): 1)
l'impiego di energie esterne a l l ' u o m o , animali sulla terraferma e, in un p r i m o t e m p o ,
forza del vento in m a r e , motorizzazione d o p o la Rivoluzione industriale; 2) l'utilizzo della ruota, che ha r i d o t t o considerevolmente l'energia necessaria per gli spostamenti terrestri (figura 9.11).
Fig. 9.11 Schema dell'origine e della presunta evoluzione delle vetture (fonte: Haudricourt, 1988, p. 154)
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
:
175
Gli u o m i n i e gli animali da basto si a d a t t a n o a quasi tutte le superfici e persino
ai pendii più ardui: è sufficiente sgombrare le vie dalla vegetazione, costruire tornanti
e tagliare g r a d i n i sui v e r s a n t i t r o p p o ripidi. I corsi d ' a c q u a si s u p e r a n o spesso a
g u a d o o in barca. R a r a m e n t e s o n o indispensabili i ponti.
La r u o t a si p u ò utilizzare veramente solo q u a n d o le strade h a n n o m a n t i duri e
piani e s u p e r a n o le interruzioni grazie ai p o n t i . Essa utilizza così le tecniche di organizzazione dello spazio - apertura di c a m m i n i o tunnel, costruzione di terrapieni, costruzione e c o m p a t t a m e n t o di argini - che implicano notevoli lavori di sterro.
L'universo strumentale: dalla diversità all'uniformità
La geografia tradizionale delle tecniche è diversa per m o l t i aspetti: le forme degli
utensili o degli oggetti i m m a g i n a t i in un l u o g o v e n g o n o facilmente copiate in loco,
ma si d i f f o n d o n o m a l e . Schemi m e n t a l i differenti p e r m e t t o n o spesso di costruire
m a c c h i n e o attrezzature sufficientemente efficienti per d u r a r e a lungo nelle z o n e limitrofe, senza che si avverta il bisogno di imitare ciò che si fa altrove.
La diversità dell'universo strumentale e degli oggetti ai quali dà vita deriva anche dalla molteplicità delle materie prime utilizzate. Finché i trasporti restavano onerosi e le tecniche di sintesi chimica e di t r a s f o r m a z i o n e della m a t e r i a m a n c a v a n o ,
o g n u n o doveva cavarsela con ciò che trovava sul p o s t o : qui si costruiva in pietra, là
con i m a t t o n i a seconda che il suolo fosse roccioso o argilloso.
La diversità delle tecniche cede di fronte al progresso: la facilità dei trasporti rende le materie p r i m e più mobili e permette di t r a s p o r t a r e più l o n t a n o i m a n u f a t t i . I
viaggi a m p l i a n o l'universo mentale dei protagonisti della vita sociale. I progressi delle comunicazioni v a n n o nella stessa direzione.
> Tecniche sociali e rapporto tra i gruppi e l'ambiente <
Relazioni dei gruppi con l'ambiente e il diritto fondiario
Le trasformazioni che i m p l i c a n o lo sfruttamento delle risorse, le organizzazioni necessarie per r e n d e r e certi luoghi abitabili e per accogliere le fabbriche, le manifatt u r e e così via diversificano lo spazio e lo r e n d o n o specializzato: i l u o g h i a n t r o pizzati g i u s t a p p o n g o n o aree c o n c e p i t e p e r la vita p e r s o n a l e o familiare ad altre
p e n s a t e per le attività di g r u p p o . La fatica necessaria per l a v o r a r e e s e m i n a r e un
c a m p o è sprecata se vi viene a pascolare il bestiame o se vi t r a n s i t a n o le p e r s o n e .
Le superfici lavorate e le costruzioni r i c h i e d o n o m a n o d o p e r a che n o n è correttam e n t e impiegata se chi l'assume n o n sa che lo sforzo n o n a n d r à s c i u p a t o .
Le tecniche che p e r m e t t o n o di s t r u t t u r a r e le società e di conferire l o r o u n ' a r c h i t e t t u r a spaziale n o n r i g u a r d a n o esclusivamente le relazioni che gli u o m i n i int e s s o n o t r a l o r o , ma a n c h e le condizioni di utilizzo di ogni p o r z i o n e dell'ambiente: queste definiscono i diritti di p r o p r i e t à e di utilizzo.
La vita familiare, la p r o d u z i o n e e lo s c a m b i o si svolgono in ambienti spccia-
176
La geografia culturale
lizzati. Q u e s t i h a n n o b i s o g n o di essere d e l i m i t a t i e p r o t e t t i dalle p e r t u r b a z i o n i
che i m p e d i r e b b e r o di farne l'uso migliore. L'attribuzione agli individui o alle famiglie del diritto a un uso p r i v a t o delle l o r o case o dei loro a p p a r t a m e n t i risponde a questo b i s o g n o , m e n t r e gli stabili pubblici, gli spazi di circolazione e le z o n e
lasciate allo s t a t o n a t u r a l e s o n o gestite dalla collettività.
Le società di cacciatori-raccoglitori p o s s o n o accontentarsi di un diritto d ' u s o
collettivo, d ' a l t r o n d e legato più alle risorse che alle terre stesse. Gli allevatori n o m a d i s o n o legati alla p r o p r i e t à del l o r o b e s t i a m e e n o n a quella di vasti pascoli.
Le tecniche agricole sul terreno d e b b i a t o richiedono solo qualche a n n o di controllo
sul c a m p o d i s s o d a t o e p i a n t u m a t o (Sautter, 1 9 6 8 ) .
C o n l'avvento dell'agricoltura sedentaria e dell'urbanizzazione, l'appezzam e n t o n o n è più un semplice s u p p o r t o . Esso si arricchisce del l a v o r o c o m p i u t o per
dissodare, correggere, r e n d e r e o m o g e n e o e sistemare il suolo. Esigendo il r i t o r n o
alle terre c o m u n i , si s c o r a g g e r e b b e r o l'iniziativa e il l a v o r o dei singoli.
Per giungere a u n a intensificazione dell'utilizzo del s u o l o , i diritti individuali
d e v o n o essere rafforzati. La t r a s m i s s i o n e dei beni alle g e n e r a z i o n i successive vi
p r o v v e d e . Per assicurare u n o s f r u t t a m e n t o soddisfacente delle terre c o n un sistema intensivo, le si p o s s o n o affidare a organismi collettivi soggetti a u n a logica d'impresa: cooperativa, kibbutz, k o l k h o z . In questo m o d o , proprietà privata e proprietà
sociale s o n o sulla c a r t a equivalenti. L'esempio sovietico m o s t r a che a volte i princìpi s o n o ben l o n t a n i dalla realtà.
La doppia natura del diritto fondiario
I sistemi fondiari r i s p o n d o n o a u n a logica funzionale. L ' a p p r o p r i a z i o n e ha u n a radice sia religiosa sia simbolica: per e s e m p i o , assicurare la c o n t i n u i t à del culto degli a n t e n a t i nel caso della p r o p r i e t à p r i v a t a .
I valori investiti dalle collettività in questo o quell'altro sistema giuridico a volte d i s t u r b a n o o i m p e d i s c o n o le evoluzioni. In Messico (Cambrésy, 1994) e in altri
paesi dell'America C e n t r a l e o a n d i n a , le c o m u n i t à indiane o meticce h a n n o sempre rifiutato di r i n u n c i a r e al c o n t r o l l o collettivo delle terre che d a n n o loro da vivere. N o n h a n n o p o t u t o m a n t e n e r e vivo q u e s t ' u s o , i n u n sistema occidentale che
privilegia la p r o p r i e t à individuale, se n o n g i u r a n d o fedeltà a dei p r o t e t t o r i , i g r a n di p r o p r i e t a r i fino al XX secolo e, dagli a n n i Venti, il P a r t i t o r i v o l u z i o n a r i o istituzionale messicano e i sindacati nati da esso.
Le p o p o l a z i o n i c o n t a d i n e b a r a t t a n o così la loro libertà in c a m b i o della relativa sicurezza d a t a dal c o n t r o l l o collettivo.
I sistemi fondiari riflettono sia le esigenze funzionali p r e s u p p o s t e da ogni valorizzazione, l'idea che i g r u p p i ce la facciano da soli, sia gli ideali che professano:
si t r o v a n o nel p u n t o d'intersezione tra le m a r c h i a t u r e simboliche evocate nel capitolo precedente e gli imperativi utilitaristici. Per questa r a g i o n e s o n o così c o m plessi e offrono così t a n t a resistenza al c a m b i a m e n t o .
I rapporti tra i gruppi e l'ambiente: la mediazione delle tecnologie
177
Capitolo 10
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente:
la mediazione alimentare
I r a p p o r t i ecologici tra gli u o m i n i e il l o r o a m b i e n t e si e s p r i m o n o d i r e t t a m e n t e
nei c o n s u m i a l i m e n t a r i . La m a g g i o r p a r t e dei p r o d o t t i offerti dalla n a t u r a non è
a d a t t a al c o n s u m o . L ' u o m o ha così ideato u n a vasta g a m m a di tecniche per p r o d u r r e in a b b o n d a n z a d e r r a t e alimentari. L'alimentazione riflette le s t r u t t u r e di una
società. C o l o r o che d e t e n g o n o il potere o che g o d o n o di alti redditi, di solito, sfugg o n o alla carestia o ai periodi di p e n u r i a . A l l ' a b b o n d a n z a si aggiunge la qualità,
la varietà e l'esotismo dei p r o d o t t i c o n s u m a t i .
Ci si alimenta per vivere, ma le ragioni per le quali gli u o m i n i d a n n o t a n t a imp o r t a n z a a ciò che m a n g i a n o e b e v o n o , dedicandovi u n a p a r t e considerevole del loro t e m p o , della loro energia e del loro r e d d i t o , n o n d i p e n d o n o solo dalla necessità
fisiologica. M a n g i a r e e bere sono piaceri, piaceri che si a m a condividere (Dion, 1959
e 1 9 9 0 ) : la convivialità svolge un r u o l o chiave nella vita sociale. Le p a r o l e e le istituzioni lo r i c o r d a n o : il c o m p a g n o è colui con il quale si condivide il p a n e ; l'Ultima
Cena c o m m e m o r a il p a s t o di Cristo c o n i suoi discepoli alla vigilia della Passione.
Alcuni alimenti s o n o colpiti da t a b ù e divieti (Deffontaines, 1 9 4 8 ) . Per ragioni religiose e allo s c o p o di preservare da possibili i n q u i n a m e n t i , esistono p r o d o t t i
proibiti o che n o n p o s s o n o essere c o n s u m a t i se n o n s o n o stati p r e p a r a t i s e c o n d o i
riti; allo stesso m o d o , è p r o i b i t o sedersi a tavola c o n chi p o t r e b b e r e n d e r e i m p u r i
cibi e b e v a n d e . Vivande e bibite g i o c a n o così un r u o l o essenziale nella gerarchizzazionc delle forme della socializzazione e nell'accettazione o nel rifiuto dei g r u p pi u m a n i . In u n ' e p o c a che si vuole areligiosa, la moltiplicazione dei veti, in n o m e
dell'igiene o dell'ecologia, segna l'emergere di n u o v e religioni m o l t o rozze, basate
più sul rispetto di divieti rituali che sull'interiorizzazione di regole etiche.
> La fisiologia dell'alimentazione e i fondamenti del gusto <
L'alimentazione a p p o r t a agli uomini l'acqua, i minerali e le sostanze organiche necessarie al s o s t e n t a m e n t o , il r i n n o v o o la crescita dei loro tessuti, e l'energia indispensabile alle loro attività e al m a n t e n i m e n t o della t e m p e r a t u r a uniforme dell'or-
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare
179
ganismo. I glucidi r a p p r e s e n t a n o la grande fonte di energia, e un ruolo piuttosto simile rivestono i lipidi; le proteine s o n o indispensabili per la costituzione delle cellule del c o r p o u m a n o . Quelle d'origine vegetale n o n c o n t e n g o n o tutti gli elementi utili (è la critica rivolta alle diete p u r a m e n t e vegetariane). All'equilibrio alimentare sono indispensabili piccole quantità di calcio, fosforo, iodio e u n a vasta g a m m a di vit a m i n e . Gli u o m i n i h a n n o inoltre bisogno del sodio c o n t e n u t o nel sale. M o l t i cibi
s o n o c o n s u m a t i per il loro sapore.
Da s e m p r e le virtù eccitanti dell'alcol e l'ebbrezza che dà c o l p i s c o n o gli u o mini e spiegano il p e r c h é sia l'oggetto di culti o p e r c h é ne sia p r o i b i t o il c o n s u m o .
Le sostanze allucinogene (si t r a t t a solitamente di alcaloidi) s o n o allo stesso t e m p o
cercate e t e m u t e , spesso p r o i b i t e . La mescalina c o n t e n u t a in un fungo, il p e y o t e ,
p e r m e t t e v a ad alcuni p o p o l i messicani di e n t r a r e in stati di trance (Isma'il, al Far u q i e Sopher, 1 9 7 4 ) . In Asia centrale, la t r a n c e sciamanica era i n d o t t a da un alt r o fungo a l l u c i n o g e n o , Vamanita muscarìa, o al fumo della c a n a p a i n d i a n a . Altri
p r o d o t t i s o n o apprezzati per il l o r o effetto stimolante: il caffè, il tè e il c a c a o dev o n o agli alcaloidi che c o n t e n g o n o , caffeina e t e o b r o m i n a , la p r o p r i e t à di m a n t e nere vigile un i n d i v i d u o e di r e n d e r e la coscienza più lucida. U n a p a r t e i m p o r t a n te della dimensione religiosa e del significato sociale dell'alimentazione dipende dagli effetti psicologici di m o l t e sostanze (figura 10.1).
Il piacere fondamentale che si trae dall'alimentazione deriva da ciò che eccita il
gusto e, in larga misura, l ' o d o r a t o (Pitte, 1991). Il salato e il dolce, l'acido, l'agro, i
gusti e gli o d o r i associati al bruciato, al fumo e quelli che r i c o r d a n o i frutti selvatici
si c o m b i n a n o con la consistenza degli alimenti, la presenza o l'assenza di gas nelle
bevande e la t e m p e r a t u r a cui i p r o d o t t i vengono serviti, per variare all'infinito le sensazioni. La fisiologia del gusto si basa sulle abitudini naturali di ciascuno, ma le abitudini alimentari contratte nell'infanzia o progressivamente acquisite c o n d u c o n o a
privilegiare certi sapori: tutti c o n o s c o n o lo stupore dei popoli dell'Estremo Oriente
q u a n d o s c o p r o n o per la p r i m a volta i formaggi francesi, e la loro difficoltà ad a p prezzarli i m m e d i a t a m e n t e .
> La conservazione delle derrate alimentari <
I p r o d o t t i c o n s u m a t i d a l l ' u o m o d e r i v a n o dalla raccolta, dalla pesca, dalla caccia,
d a l l ' a l l e v a m e n t o o dall'agricoltura. Nelle zone a clima e q u a t o r i a l e u m i d o , la crescita e la fruttificazione n o n h a n n o r i t m i specifici e ciò dispensa dal fare provviste. Altrove la p r o d u z i o n e a l i m e n t a r e è stagionale: al m o m e n t o della raccolta bisogna p r e v e d e r e di che cosa si avrà b i s o g n o fino al r i t o r n o di condizioni favorevoli, m e t t e r l o da p a r t e e vegliare perché n o n si deteriori ( M a u r i z i o , 1 9 3 2 ) .
L'essiccazione è il p r o c e s s o di c o n s e r v a z i o n e più diffuso: si a d a t t a bene sia ai
cereali sia ai legumi i cui semi si c o n s e r v a n o p r a t i c a m e n t e all'infinito se r i p a r a t i
d a l l ' u m i d i t à . In certi casi, p e r e s e m p i o quello del m a i s , a essere c o n s e r v a t a è la
180
La geografia culturale
F i g . 10.1 Stimolanti e narcotici utilizzati dagii amerindi nei rituali religiosi, prima dei contatti con gli
europei (fonte: Isma'il, al Faruqi e Sopher, 1974, p 55)
p a n n o c c h i a . A l u n g o , i raccolti di g r a n o dei paesi a clima freddo e r a n o riposti nel
g r a n a i o p r i m a di essere t r e b b i a t i : gli uomini b a t t e v a n o il g r a n o con il c o r r e g g i a t o
via via che ce n'era bisogno (Trochet, 1 9 9 3 ) . Q u a n d o possibile, è il chicco di grano già s g r a n a t o a essere s t o c c a t o : il v o l u m e da m e t t e r e al r i p a r o si r i d u c e e le
condizioni di c o n s e r v a z i o n e r i s u l t a n o migliori. Le granaglie si t r a s p o r t a n o facilmente: il p r o d o t t o essenziale del c o m m e r c i o alimentare a lunga distanza s o n o sempre stati i cereali.
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare
181
A n c h e altri alimenti si c o n s e r v a n o t r a m i t e l'essiccazione: legumi, funghi, frutti, pesce, c a r n e . Le condizioni necessarie affinché l ' o p e r a z i o n e si svolga c o r r e t t a m e n t e n o n s o n o presenti o v u n q u e : s o n o necessari u n basso tasso d i u m i d i t à , u n a
certa ventilazione, t e m p e r a t u r e a d a t t e . Il p r o c e d i m e n t o risulta di conseguenza i n a p plicabile d u r a n t e la stagione delle piogge nei paesi tropicali o m o n s o n i c i , in molti
luoghi t e m p e r a t i e in climi freddi. In m o n t a g n a , a causa della scarsissima u m i d i t à ,
i risultati s o n o per c o n t r o eccellenti: si pensi alla carne essiccata dei Grigioni! Per
facilitare l ' o p e r a z i o n e , i p r o d o t t i s o n o p r i m a di t u t t o tagliati a fette sottili.
L'affumicatura garantisce la conservazione delle derrate p a r t i c o l a r m e n t e deperibili: all'essiccamento accelerato dal fuoco si aggiunge la preservazione assicurata
dai c a t r a m i del fumo. Il p r o c e d i m e n t o è efficace s o p r a t t u t t o per il pesce o la carne.
Il sale assicura la conservazione delle carni o del pesce i n d i p e n d e n t e m e n t e dall'umidità atmosferica e dalla t e m p e r a t u r a : ciò spiega il p o s t o i m p o r t a n t e o c c u p a t o da
q u e s t o p r o d o t t o negli scambi tradizionali. D u r a n t e t u t t o il p e r i o d o medievale, le
flotte d e l l ' E u r o p a settentrionale si d a v a n o a p p u n t a m e n t o alla baia di Bourgneuf
per prelevarne il sale indispensabile agli allevatori e ai pescatori dei paesi del M a re del N o r d e del Baltico (figura 10.2) (Hauser, 1 9 2 7 ; Meyer, 1 9 8 2 ) . F i n o all'avv e n t o dei t r a s p o r t i m o d e r n i , il sale costituiva u n a p a r t e i m p o r t a n t e dei t r a s p o r t i
c a r o v a n i e r i tra il S a h a r a e i paesi sudanesi nel sud; queste relazioni c o m m e r c i a l i
n o n s o n o del t u t t o cessate.
L'acidità blocca la maggior p a r t e delle alterazioni. La fermentazione che la p r o voca p u ò essere utilizzata in due m o d i :
• la t r a s f o r m a z i o n e diretta p o r t a all'elaborazione di p r o d o t t i c o m e la choucroute
di cavoli o di r a p e , s e c o n d o un p r o c e d i m e n t o c o n o s c i u t o e a m p i a m e n t e utilizzato
dall'est della Francia alla C o r e a ;
• m e t t e r e le v e r d u r e sottaceto assicura la conservazione indefinita: il p r o c e d i m e n to è i m p i e g a t o per cetrioli, capperi, Gurken ecc.
La fermentazione lattica p e r m e t t e di ottenere p r o d o t t i diversi: y o g u r t , kefir, formaggi bianchi, formaggi a p a s t a d u r a . Si c o n s e r v a n o in m o d o disuguale, ma semp r e m e g l i o della l o r o m a t e r i a p r i m a , il l a t t e . La l o r o differenziazione riflette la
s t r a o r d i n a r i a inventiva delle zone c o n t a d i n e e il r u o l o della distanza dal m e r c a t o
(figura 10.3, p. 184).
Q u a n d o la p e r c e n t u a l e di zucchero in un p r o d o t t o è a b b a s t a n z a alta, la m a g gior p a r t e delle fermentazioni viene bloccata. La conservazione della frutta è d u n que possibile sotto forma di marmellate, ma per fare questo bisogna saper p r o d u r r e
zucchero raffinato. L'interesse per questa tecnica era debole nei paesi s u b t r o p i c a li, che p r o d u c o n o frutta t u t t o l ' a n n o : il suo utilizzo si è l a r g a m e n t e diffuso solo
q u a n d o l ' a p p r o v v i g i o n a m e n t o dello zucchero dei paesi t e m p e r a t i è d i v e n t a t o p o s sibile a prezzi modici, di fatto nel c o r s o del XVII secolo, grazie ai progressi della
p r o d u z i o n e nelle Antille o nel nord-est del Brasile.
La fermentazione alcolica t r a s f o r m a gli zuccheri in alcol. Il processo si arresta
s p o n t a n e a m e n t e , quale che sia la g r a d a z i o n e iniziale del l i q u i d o , q u a n d o la c o n c e n t r a z i o n e dell'alcol raggiunge i 16°. P a r t e n d o da 4 - 5 ° , e a condizione che il p r o d o t t o n o n sia esposto a un'ossidazione t r o p p o r a p i d a , la soluzione si m a n t i e n e sen182 i La geografia culturale
Salina
Miniere di salgemma
C o m m e r c i o marittimo di sale dalle coste
atlantiche verso i paesi del nord
Limite della zona frequentata dai marinai
d e l n o r d p r i m a del X I V s e c o l o
Fig. 10.2 II commercio del sale nel Med'oevo.
L'Europa mediterranea possiede saline che assicurano ovunque un approvvigionamento facile di
sale. LEuropa continentale sfrutta i suoi giacimenti di salgemma. Per conservare il pesce e la carne, l'Europa del nord, le Isole britanniche e i paesi del Mare del Nord e del Baltico consumano
molto sale che viene importato dalle saline della Bretagna del nord (in parte) e del sud In seguito, a partire dal XIV seco o, nel momento in cui l'attraversata del Golfo di Guascogna diviene
abituale, dal Portogallo o dalla Spagna
za s u b i r e t r a s f o r m a z i o n i u l t e r i o r i . N e l l e società in cui era difficile t r o v a r e a c q u a
n o n i n q u i n a t a , l e b e v a n d e alcoliche a p p a r i v a n o p i ù s a n e .
Agli a r a b i si deve la distillazione che p e r m e t t e di superare la soglia dei 16°. Gli
alcolici così o t t e n u t i s o n o stati ben p r e s t o ricercati per le l o r o p r e s u n t e p r o p r i e t à m e diche, per la facilità c o n la quale p o r t a n o all'ebbrezza, p e r il g u s t o e la lunga c o n -
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare I
Bouletie d'Avesnes
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pasta pressata, coìta o erbe-rinata
Alpi meridionali deserti caseari dell'ovest e del sud
Fig. 1 0 . 3 La differenziazione dei formaggi in Francia (fonte: Pitte, 1991, p. 107).
Grazie alla fermentazione lattica, la varietà dei formaggi francesi risulta notevole. Essa testimonia l'inventiva locale, così come l'influenza dei mercati urbani: formaggi bianchi vicini alle città, Parigi in particolare, formaggi a pasta pressata, cotti o erborinati sulle montagne umide da dove vengono poi spediti
in tutto il paese.
servazione. Essi h a n n o a n c h e p e r m e s s o di assicurare la conservazione della frutta.
L a c o n s e r v a z i o n e d i u n a l i m e n t o p r e c e d e n t e m e n t e sterilizzato d à b u o n i risultati
q u a n d o il p r o d o t t o è al r i p a r o dall'aria. La tecnica del confit consiste nel cuocere
la c a r n e nel g r a s s o , a t e m p e r a t u r a a b b a s t a n z a alta da assicurare la distruzione dei
germi, q u i n d i conservarla in vasi in cui u n o spesso s t r a t o di grasso arriva ai bordi. I processi di conservazione s o n o m o l t o c a m b i a t i nel c o r s o degli ultimi d u e secoli. Il p r e z z o dello z u c c h e r o è sceso f a v o r e n d o la diffusione delle m a r m e l l a t e . In-
184
La geografia culturale
t o r n o al 1 7 9 0 N i c o l a s A p p e r t inventa un p r o c e d i m e n t o di sterilizzazione con il calore e di conservazione a n a e r o b i c a che è il p u n t o di p a r t e n z a della m o d e r n a industria conserviera; viene reso p u b b l i c o nel 1 8 1 2 . A p a r t i r e dal 1 8 4 0 la p r o d u z i o n e
a basso costo di scatole in latta allarga gli orizzonti di questa tecnica. Da q u a n d o
è d i v e n u t o c h i a r o il r u o l o svolto dai b a t t e r i , è s t a t o possibile p r o l u n g a r e la conservazione di certe d e r r a t e , per e s e m p i o i p r o d o t t i del latte, t r a t t a n d o l i c o n temp e r a t u r e relativamente basse (95 °C per alcuni secondi per la pastorizzazione alta, 63 °C per 30 m i n u t i per la pastorizzazione bassa). Questi p r o c e d i m e n t i h a n n o
il v a n t a g g i o di n o n distruggere le v i t a m i n e .
La c o n s e r v a z i o n e m e d i a n t e il freddo era p r a t i c a t a da t u t t i i p o p o l i dei paesi
c o n inverni rigidi, ma il p r o c e d i m e n t o r i m a n e v a stagionale. La messa a p u n t o di
m a c c h i n e frigorifere da p a r t e di C h a r l e s Tellier e la l o r o utilizzazione dal 1 8 7 6
p e r i t r a s p o r t i m a r i t t i m i r i s o l v o n o il p r o b l e m a : o r m a i è possibile g a r a n t i r e , a 4
° C , la c o n s e r v a z i o n e dei p r o d o t t i freschi p e r diversi giorni e, a - 1 8 ° C , quella di
tutti i p r o d o t t i per lunghi periodi.
La g a m m a delle tecniche di conservazione utilizzabili si è estesa nel c o r s o degli ultimi c i n q u a n t ' a n n i grazie al s u r g e l a m e n t o che, p o r t a n d o m o l t o velocemente
i p r o d o t t i a - 1 8 °C, evita la r o t t u r a delle cellule e l'alterazione del g u s t o ; essa si è
arricchita a n c h e c o n il ricorso alla f o r m a di essiccazione spinta, la liofilizzazione
( o t t e n u t a p e r s u b l i m a z i o n e a bassissima t e m p e r a t u r a , che previene le modificazioni di g u s t o g e n e r a l m e n t e associate a q u e s t o processo), c o n la conservazione in
atmosfera inerte per frutta e v e r d u r e , e r i c o r r e n d o all'uso di r a d i a z i o n i ionizzanti.
I p r o d o t t i chimici offrono u n a g a m m a infinita di a n t i m i c r o r g a n i s m i , di antibiotici, di a n t i o s s i d a n t i o di a n t i g e r m i n a n t i che c o n s e n t o n o la p r e s e r v a z i o n e di quasi
tutti i p r o d o t t i freschi.
Le tecniche di conservazione s o n o e s t r e m a m e n t e differenti e di diversa efficacia. Esse c a u s a n o modificazioni organolettiche negli alimenti: alcuni dei l o r o c o m p o n e n t i s o n o distrutti, alcune loro qualità di g u s t o e p r o f u m o svaniscono m e n t r e
altre vi si a g g i u n g o n o ; la consistenza spesso c a m b i a . N o n si c o m p r e n d e l'aliment a z i o n e se si ignora c o m e s o n o stati conservati i p r o d o t t i : ciò che è a disposizione
dei c u o c h i d i p e n d e da ciò che offre l ' a m b i e n t e c i r c o s t a n t e , dai processi che perm e t t o n o di preservare le d e r r a t e p r o d o t t e localmente e dai mezzi di t r a s p o r t o che
facilitano l'arrivo di quelle di altra p r o v e n i e n z a .
> Le tecniche di trasformazione e di preparazione <
Q u a s i tutti i p r o d o t t i alimentari r i c h i e d o n o di essere t r a s f o r m a t i e p r e p a r a t i p r i m a
di essere c o n s u m a t i (Barrau, 1 9 8 3 ) : bisogna sbucciarli, tagliarli, schiacciarli, m a cinarli o setacciarli. D e v o n o essere m a r i n a t i o subire u n a fermentazione. Quelli che
v e n g o n o c o n s u m a t i crudi d e v o n o essere lavati; per gli altri conviene scegliere il m o do di c o t t u r a più a d a t t o .
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare
185
La trasformazione dei cereali
I cereali, che costituiscono u n a delle basi essenziali dell'alimentazione, s u b i s c o n o
p r o f o n d e t r a s f o r m a z i o n i . I semi secchi v e n g o n o messi in a m m o l l o in a c q u a e cotti. Il g r a n o , la segale, l ' o r z o o l'avena p o s s o n o essere pestati o m a c i n a t i grossolan a m e n t e ; in tal caso è possibile separare la crusca dal fior di farina che, a volte, viene c o t t o in a c q u a a f o r m a r e u n a p a p p a . N e l caso del g r a n o d u r o , il fior di farina,
che ha il n o m e di semola, p u ò essere i m p a s t a t o in pallottoline (è il caso del cuscus
che si p u ò ottenere a n c h e dal s o r g o , c o m e avviene nel Sahel) o t r a s f o r m a t o in p a sta. C o n u n a m a c i n a z i o n e più fine si h a n n o le farine che p o s s o n o essere c o n s u m a te s o t t o f o r m a di p a p p e o di focacce c o t t e in padella c o n qualche grasso. La farina m e s c o l a t a c o n a c q u a e sale è i m p a s t a t a e t r a s f o r m a t a in p a s t a . Se l ' i m p a s t o n o n
è lievitato, c u o c e n d o l o si ottiene p a n e a z z i m o . C o n l'aggiunta di lievito e u n a prima lievitazione si c u o c i o n o in f o r n o i p a n i lievitati, se a l l ' i m p a s t o s o n o stati aggiunti z u c c h e r o , u o v a e grassi si o t t e n g o n o i pasticcini.
Allo stato n a t u r a l e i chicchi di riso, il c o s i d d e t t o riso vestito, s o n o rivestiti di
glumelle e r i c h i e d o n o di essere s b r a m a t i . A q u e s t o p u n t o , essi s o n o p r o n t i per essere cotti in a c q u a . L'orzo, d e c o r t i c a t o c o n il passaggio t r a d u e m o l e (orzo m o n dato) o r i d o t t o in piccoli f r a m m e n t i circolari per il passaggio tra d u e m o l e vicine
(orzo periato), p u ò essere similmente c o t t o in a c q u a .
La preparazione di verdura, carne e pesce
La p r e p a r a z i o n e necessaria al c o n s u m o di v e r d u r e fresche è più semplice: v e n g o no sbucciate, sfilacciate, private dei semi, lavate, tagliate. La frutta viene sbucciata e snocciolata. Gli animali v e n g o n o uccisi per d i s s a n g u a m e n t o o lasciando l o r o
il s a n g u e (per q u e s t o a s p e t t o le tecniche e b r a i c h e o m u s u l m a n e si o p p o n g o n o a
quelle utilizzate nei paesi cristiani); spellati, eviscerati (ricavando frattaglie e trippe) e tagliati in m o d o da facilitarne la c o t t u r a e q u i n d i il c o n s u m o . La carne fresca è spesso d u r a : d u n q u e la si fa frollare. In p a s s a t o n o n si esitava a c o n s u m a r e
selvaggina m a r c i a . I pesci v e n g o n o s q u a m a t i ed eviscerati, quelli più g r a n d i veng o n o tagliati. C a r n i e pesci s o n o spesso m a r i n a t i p r i m a della c o t t u r a .
Bisogna lasciare in m m o l l o le verdure, le carni e i pesci essiccati, lavare i cavoli.
Le trasformazioni termiche: cottura e congelamento
G e n e r a l m e n t e per p o t e r c o n s u m a r e gli alimenti s o n o necessarie altre o p e r a z i o n i
( M a u r i z i o , 1 9 3 2 ) : la c o t t u r a li p o r t a a u n a t e m p e r a t u r a g r a d e v o l e e li t r a s f o r m a
m i g l i o r a n d o l i ( r e n d e n d o più assimilabili certi p r i n c ì p i n u t r i t i v i , f a c e n d o s p a r i r e
m o l t i germi m i c r o b i c i e s v i l u p p a n d o n u o v e p r o p r i e t à o r g a n o l e t t i c h e ) , o peggior a n d o l i (distruggendo alcune vitamine e p a r t e dei s a p o r i n a t u r a l i ) .
In m o l t e c u l t u r e si m a n g i a n o crudi solo i frutti; nel m o n d o occidentale lo si
fa a n c h e c o n certe v e r d u r e , in f o r m a di insalata; il c o n s u m o di carne e pesce crudi
è un'eccezione, ma quello dei frutti di m a r e lo è m e n o . Di solito il freddo n o n c a m bia l a c o m p o s i z i o n e c h i m i c a dei p r o d o t t i , m a d à n u o v e c o n s i s t e n z e ; i p r o d o t t i
ghiacciati s o n o piacevoli da c o n s u m a r e in ogni m o m e n t o , ma lo s o n o a n c o r a di più
con le alte t e m p e r a t u r e estive.
186
La geografia culturale
Basta conoscere il fuoco per poter cuocere alla griglia c a r n e , pesce e v e r d u r e :
li si p r e n d e con un b a s t o n e e li si mette sulla fiamma. La c o t t u r a in a c q u a , che ci
s e m b r a così semplice, implica che si disponga di utensili che resistano alle alte temp e r a t u r e (sulla rivoluzione della c o t t u r a in a c q u a : Bottcro, 1 9 9 5 ) . Q u a n d o i recipienti e r a n o d'origine vegetale, per m o l t o t e m p o si è fatto ricorso ad altri m e t o d i
p r i m a di finire sulle pietre a r r o v e n t a t e ( M a u r i z i o , 1 9 3 2 ) : p r o c e d i m e n t o per lo
m e n o s c o m o d o ! C o n la t e r r a c o t t a e la ghisa, far bollire gli alimenti diventa così
semplice da renderlo un gesto essenziale in ogni cucina. Il p r o c e d i m e n t o si applica sia ai grani frantumati o macinati sia ai legumi secchi e freschi, al pesce o alla
c a r n e . L'ebollizione distrugge molti germi e ritarda la fermentazione.
I cibi p o s s o n o essere anche fritti. La t e m p e r a t u r a raggiunta dal grasso è superiore a quella dell'acqua e ciò modifica l'aspetto e il s a p o r e dei cibi. Le carni, i pesci, le verdure a volte, s o n o p r e c e d e n t e m e n t e infarinati o immersi in una pastella.
La c o t t u r a al forno p e r m e t t e u n a ripartizione uniforme del calore ed evita le
bruciature. Nelle civiltà in cui le case d i s p o n g o n o solo di camini a fuoco a p e r t o o
griglie alimentate a carbonella, il forno non è un s t r u m e n t o casalingo: è collettivo
o a p p a r t e n e n t e al signore e serve s o p r a t t u t t o per la c o t t u r a del p a n e . Per ottenere
una c o t t u r a uniforme si usano teglie di ghisa: la loro conduttività assicura una diffusione uguale di calore, mentre il coperchio ricrea in p a r t e la condizione del forno.
In t u t t a la z o n a che va dall'Asia orientale, Cina del n o r d e C o r e a , alla Francia, il r i s c a l d a m e n t o domestico è b a s a t o sull'impiego di stufe in ceramica, di m a i o lica in E u r o p a centrale a partire dal R i n a s c i m e n t o . In questi paesi, le massaie veng o n o ben presto d o t a t e di forni nelle cucine, cosa che ha p e r m e s s o di sperimentare liberamente le possibilità di c o t t u r a a t e m p e r a t u r a c o n t r o l l a t a .
La cucina a c a r b o n e , poi i fornelli a gas o elettrici, h a n n o assicurato o v u n q u e
l'accesso a mezzi che fino ad allora n o n e r a n o largamente diffusi se non in una parte d ' E u r o p a . Grazie a ciò, le ricette della cucina delle élite del XVIII secolo, nel corso del X I X secolo s o n o diventate realizzabili per strati s e m p r e più larghi di p o p o lazione (Pittc, 1 9 9 1 ) . Il forno a m i c r o o n d e accelera i tempi di c o t t u r a , ma non m o difica lo s t a t o di superficie e r o m p e con gusti ben radicati. Serve così più a riscald a r e i piatti cotti s e g u e n d o ricette tradizionali che a d a r vita a n u o v e p r e p a r a z i o n i .
II ghiaccio ha s e m p r e fatto sognare gli abitanti dei paesi caldi. Là dove le m o n t a g n e con nevi perenni s o n o vicine alle zone abitate, alle grandi città in particolare, si era c r e a t o un fiorente c o m m e r c i o : in inverno si p r e n d e v a la neve, s o p r a t t u t to il ghiaccio, dalla superficie degli stagni; lo si conservava isolandolo nella paglia,
poi in estate lo si p o r t a v a verso i luoghi di c o n s u m o . Xavier de Planhol (1995) ha
m o s t r a t o l ' i m p o r t a n z a di questi antichi commerci del ghiaccio e la loro diffusione
dalla Spagna m e r i d i o n a l e fino all'Iran [figura 10.4, pagina seguente). La p r o d u zione dei p r o d o t t i del freddo, gelati e sorbetti, è facilitata dalle tecniche m o d e r n e .
Il condimento
La p r e p a r a z i o n e degli alimenti implica u n ' u l t i m a serie di o p e r a z i o n i : condirli. Il
c o n d i m e n t o ha lo scopo di esaltare il s a p o r e di certi ingredienti o di r e n d e r n e gradevole il g u s t o . L'aggiunta di sale nella m a g g i o r p a r t e delle p r e p a r a z i o n i , o di zuc-
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente' la mediazione alimentare • 187
Fig. 10.4 Alcune vie marittime della neve e del ghiaccio nel Mediterraneo (fonte: de Planhol, 1995, p. 107).
c h e r o in altre, e la p r e p a r a z i o n e di salse per le insalate r i e n t r a n o nella p r i m a categoria. L'uso di a r o m i , erbe, spezie va ben oltre: si sostituisce il gusto n a t u r a l e c o n
' quello dei c o n d i m e n t i aggiunti.
Spesso si condisce nell'ultima fase della p r e p a r a z i o n e : si aggiunge b u r r o , p a n 188
La geografia culturale
na, grasso d ' o c a od olio di cui si a p p r e z z a l ' u n t u o s i t à e il g u s t o p a r t i c o l a r e (figura
10.5) (Febvre, 1 9 3 8 ) . È il m o m e n t o del trito di erbe fini e quello dell'aggiunta di
aglio, scalogno e cipolla se si vuole che il g u s t o n o n sia modificato dalla c o t t u r a ;
ma è a freddo che si sala, che si p e p a e che si i n c o r p o r a la m a g g i o r p a r t e delle spezie e degli a r o m i .
Il peso delle tecniche: l'esempio della pasticceria
Il peso delle tecniche è evidente per chi vuole capire la geografia delle abitudini alim e n t a r i : il g u s t o del dolce esiste da m o l t o t e m p o in n u m e r o s e culture ed era soddisfatto dal c o n s u m o di miele, q u a n d o lo z u c c h e r o era s c o n o s c i u t o . I processi di
Fig. 1 0 . 5 I fondi di cucina in Francia (fonte: AA.VV, 1983, p. 344).
In alto a sinistra la situazione nel 1937 secondo Febvre e Maget All'inizio degli anni Ottanta il
consumo degli oli ha sostituito quello degli strutti nel sud-ovest e in parte del centro-est Nel
nord-est si è imposta la margarina.
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare
1
concentrazione e di raffinazione che p e r m e t t o n o di ottenere zucchero p u r o s o n o stati lenti da m e t t e r e a p u n t o . Per schiacciare le canne bisogna disporre di u n a m a c china complessa, il m u l i n o da z u c c h e r o ; la m a n o d o p e r a necessaria era così n o t e vole che la p r o d u z i o n e è r i m a s t a a lungo inscindibile dalla schiavitù. La nascita di
u n a vera industria n o n è stata possibile fino a q u a n d o s o n o apparsi i mercati nelle
z o n e i n cui l a c a n n a n o n cresceva: nel m o n d o a r a b o - m u s u l m a n o m e d i e v a l e , p o i
nel m o n d o m e d i t e r r a n e o e nelle sue successive espansioni.
La pasticceria p u ò svilupparsi su n u m e r o s e basi. A volte è fatta di t o r t e a base di farina di cereali o di leguminose, o di farinate piene di miele, c o m e è s t a t o per
m o l t o t e m p o o v u n q u e in E u r o p a e in certe regioni atlantiche fino a ieri: le c u o c h e
di queste z o n e n o n d i s p o n e v a n o di zucchero e forni per essere v e r a m e n t e i n n o v a trici. La pasticceria p u ò a n c h e utilizzare farina di f r u m e n t o , m a n d o r l e e miele, e
basarsi sulla frittura, c o m e nel m o n d o m e d i t e r r a n e o tradizionale, dove il forno d o mestico m a n c a v a .
U n a congiunzione p a r t i c o l a r m e n t e favorevole si è p r o d o t t a nell'Italia del n o r d
e in E u r o p a centrale a partire dal R i n a s c i m e n t o : in fatto di grassi, questi paesi disp o n e v a n o di b u r r o e p a n n a , che m a n c a v a n o nei paesi m e d i t e r r a n e i ; a t t r a v e r s o Venezia, e b b e r o p r e s t o a disposizione lo z u c c h e r o p r o v e n i e n t e dai paesi del M e d i t e r r a n e o o r i e n t a l e , p o i dalle isole atlantiche; a p a r t i r e dal X V I I secolo, i p r o p r i e t a r i di m u l i n i i n d u s t r i a l i d e l l ' A u s t r i a e d e l l ' U n g h e r i a p e r f e z i o n a r o n o le tecniche
della m a c i n a t u r a e o t t e n n e r o così il fior di farina, senza il q u a l e m o l t e ricette di
pasticceria n o n s o n o possibili.
Le condizioni per creare u n a pasticceria n u o v a e per vederla diffondersi larg a m e n t e in b u o n a p a r t e della società esistevano, così, nei paesi del D a n u b i o del
X V I secolo. La diffusione n o n a v r e b b e p e r ò a v u t o l u o g o se n o n ci fosse stata la
richiesta di u n ' a r i s t o c r a z i a golosa, quella delle corti di Vienna, M o n a c o e dei piccoli principati tedeschi, o quella delle ricche borghesie di città c o m e A u g u s t a e N o r i m b e r g a . Il c o n s u m o di b r i o c h e è già p o p o l a r e alla fine del XVII secolo: i pasticcieri di Vienna le c u r v a n o o t t e n e n d o così il croissant per r i c o r d a r e la vittoria di Jan o s Sobieski sulle t r u p p e t u r c h e nel 1 6 8 3 !
L a d d o v e queste condizioni tecniche eccezionali m a n c a n o , la diffusione delle
n u o v e tecniche impiega t e m p o . In Francia, al di là delle regioni dell'est che, da ques t o p u n t o di vista, p a r t e c i p a n o all'area culturale c e n t r o - e u r o p e a , i forni s o n o rari
p r i m a che i progressi della m e t a l l u r g i a c o n d u c a n o alla p r o d u z i o n e delle stufe in
ghisa, nel c o r s o del XVIII secolo, seguita, nel X I X , da quella delle cucine. Le n u o ve tecniche d e l l ' i n d u s t r i a m o l i t o r i a vi p e n e t r a n o nella stessa e p o c a . L'esplosione
della p r o d u z i o n e di zucchero a Santo D o m i n g o rende p o p o l a r e il suo c o n s u m o nella m a g g i o r p a r t e delle classi sociali. La pasticceria fine, n o t a d o p o che, dall'Italia,
sul finire del X V I secolo, ha c o m i n c i a t o a diffondersi, i n t o r n o al 1 7 6 0 n o n fa ancora p a r t e delle ricette p o p o l a r i ; l'esempio del C a n a d a francese lo p r o v a : molti termini della pasticceria s o n o presi a prestito dall'inglese e n o n e r a n o a n c o r a entrar:
in u s o p o p o l a r e in F r a n c i a al m o m e n t o della p e r d i t a della c o l o n i a . L'evoluzione
subisce u n ' a c c e l e r a z i o n e c o n M a r i a A n t o n i e t t a , il cui arrivo contribuisce notevolm e n t e a i n t r o d u r r e la m o d a delle paste dolci a Parigi e in Francia.
190 I La geografia culturale
Il ruolo della domanda
L'insieme delle ricette di u n a cucina riflette così le tecniche utilizzabili, n o n le determina: la Francia dei camini a fuoco aperto impara in fretta a fabbricare i nuovi dolci grazie alle torticre le cui forme si perfezionano. L'arte di preparare i cibi non si limita a t r a d u r r e costrizioni tecniche, ma testimonia anche le preferenze collettive.
C o m e h a n n o m o s t r a t o gli studi di Roger D i o n ( 1 9 5 9 e 1 9 9 0 ) , i vigneti di q u a lità t r a d u c o n o m e n o le attitudini naturali dei terreni e più un lavoro c o n c e p i t o per
soddisfare le élite che vivevano in regioni d o v e la vite n o n c'era ma t e n e v a n o a ricevere n o b i l m e n t e : così si spiega la singolare geografia dei g r a n d i cru, quasi tutti
situati in prossimità delle vie di c o m u n i c a z i o n e [figura 10.6).
Fig. 1 0 . 6 Vigneti di qualità, condizioni estreme di possibilità di coltura e di mercato.
I vigneti di qualità si sono sviluppati per soddisfare clientele esigenti nelle zone in cui la viticoltura è
difficile o impossibile, cosa che spiega la concentrazione presso i confini della zone in cui la vite può
prosperare e lungo i litorali o i fiumi che permettono le vendite in luoghi lontani.
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare
191
Le virtù p r o p r i e dei luoghi estremi p e s a n o m e n o di q u a n t o non si dicesse mezzo secolo fa: niente lo p r o v a c o m e il recente m i g l i o r a m e n t o della p r o d u z i o n e dei
vigneti m e d i t e r r a n e i che s e m b r a v a n o p o t e r fornire solo vini p e s a n t i al p a l a t o . I viticoltori californiani, a u s t r a l i a n i o sudafricani h a n n o successo in aree per m o l t e
t e m p o considerate t r o p p o calde.
> La cucina: le ricette <
li ruolo della trasmissione orale
C u c i n a r e un p i a t t o significa p r e p a r a r e u n o o più generi alimentari e s o t t o p o r l i a
t r a s f o r m a z i o n i c h i m i c h e . Q u e s t e d e r i v a n o d a l l ' a m a l g a m a degli ingredienti e dal
f a t t o che certi s o n o solubili in altri o si e m u l s i o n a n o al l o r o c o n t a t t o . Esistono
a n c h e t r a s f o r m a z i o n i i n d o t t e dal calore (e in via accessoria dal fumo) o dal fredd o . C u c i n a r e implica a n c h e alcune abilità nel m o m e n t o della p r e p a r a z i o n e e poi
della p r e s e n t a z i o n e dei piatti, oltre che conoscenze precise per p r o c e d e r e agli acc o s t a m e n t i e c o n t r o l l a r e la c o t t u r a . Per gli a l i m e n t i c o t t i in a c q u a , è sufficiente
conoscere i t e m p i di ebollizione. La cucina a grill, al f o r n o o la frittura implicano
u n a valutazione delle t e m p e r a t u r e ; p r i m a dell'invenzione del t e r m o s t a t o , essa si basava sull'osservazione del colore del fuoco, della fiamma e del calore i r r a d i a t o dalle piastre. La p r e p a r a z i o n e delle salse è più delicata q u a n d o gli ingredienti v a n n o
e m u l s i o n a t i , c o m e nel caso della m a i o n e s e , dell'aioli o della bernese. Jn tutti questi casi, è c o m u n q u e possibile eseguire la ricetta senza rispettare le dosi precise,
m e n t r e è diverso per la pasticceria, che implica un mestiere m o l t o più " c h i m i c o " .
La trasmissione delle ricette di cucina si è b a s a t a , fino a p o c o t e m p o fa, sull'imitazione dei gesti e sui consigli orali (Revel, 1 9 7 9 ; Goody, 1 9 8 4 ; Pitte, 1 9 9 1 ) . Esis t o n o , e vero, opere di g a s t r o n o m i a m o l t o antiche: A r c h e s t r a t o , Apicio o Ateneo
per l'antichità g r e c o - r o m a n a , G u i l l a u m e Tirer o Taillevent per il M e d i o e v o . Q u e ste opere t e s t i m o n i a n o l'interesse di tali epoche per il m a n g i a r bene, ma lasciano
disarmati i cuochi m o d e r n i che v o r r e b b e r o ritrovare i sapori e i gusti di quelle epoche passate. In effetti, n o n d a n n o alcuna indicazione sulle dosi o sulle t e m p e r a t u re di c o t t u r a . Il loro r u o l o era di servire c o m e p r o m e m o r i a a p e r s o n e che c o n o scevano le ricette. Finché n o n si s o n o avuti a disposizione strumenti di m i s u r a comodi e le c u o c h e s o n o rimaste per la m a g g i o r parte analfabete, la cucina era u n ' a r te o r a l e e d ' i m i t a z i o n e d i r e t t a . Le vecchie ricette e r a n o p r e p a r a t e in piatti e con
fuochi di cui si è persa l'abitudine.
A partire dalla m e t à del XX secolo, la fabbricazione di bilance o di pese a basso prezzo e di d o s a t o r i ha progressivamente c a p o v o l t o la situazione. Oggi è facile
p r e p a r a r e piatti p a r t e n d o da ricette fornite da libri di cucina o da rubriche specializzate delle riviste femminili. M o l t e i n d i c a z i o n i r e s t a n o c o m u n q u e v a g h e : che
q u a n t i t à contiene un c u c c h i a i n o da caffè, un cucchiaio da m i n e s t r a , una tazzina
o p p u r e u n a tazza?
192
La geografia culturale
Cucina popolare e cucina d'elite
D u n q u e la cucina si t r a s m e t t e v a o r a l m e n t e , ma le m o d a l i t à differivano l a r g a m e n te s e c o n d o i luoghi. J a c k G o o d y (1984) insiste m o l t o su q u e s t o p u n t o : il g u s t o per
la b u o n a cucina e la g a s t r o n o m i a è u n o dei segni distintivi delle classi d o m i n a n t i
fin dalle e p o c h e più a n t i c h e (in Egitto, in C i n a o nel m o n d o g r e c o - r o m a n o ) . Gli
s t u d i c o n d o t t i sulla t r a d i z i o n e o c c i d e n t a l e e sulla civiltà francese c o n f e r m a n o
q u e s t o p u n t o di vista (Revel, 1 9 7 9 ; W h e a t o n , 1 9 8 4 ; Pitte, 1 9 9 1 ) . La cucina destin a t a alle élite ha la peculiarità di essere p r a t i c a t a da p e r s o n e n a t e in luoghi m o d e sti e il più delle volte a n a l f a b e t e , che n o n a v r e b b e r o t r a t t o p r o f i t t o dai ricettari,
n e p p u r e se questi fossero esistiti.
La diffusione degli aspetti culinari delle culture elitarie ha d u n q u e m o d a l i t à
m o l t o particolari: in occasione di viaggi d'affari o di piacere, in luoghi spesso lont a n i , si s c o p r o n o n u o v i gusti e s a p o r i . Per s o d d i s f a r e la c u r i o s i t à p e r le ricette
n u o v e , n o n ci s o n o altre soluzioni che far venire i cuochi da l o n t a n o , spesso dall'estero: nella Francia dcll'Ancien Regime, la cultura francese si arricchisce, in principio, grazie a c a p o c u o c h i italiani venuti con C a t e r i n a e M a r i a d e ' Medici o M a z z a r i n o , viene poi e s p o r t a t a dai cuochi che e s p a t r i a n o .
Se la t r a s m i s s i o n e delle forme p o p o l a r i ed elitarie della cucina e d e l l ' e d u c a zione del g u s t o si basa quasi s e m p r e sull'esempio e sui consigli, le m o d a l i t à differiscono in un p u n t o : nelle famiglie le tradizioni si t r a s m e t t o n o da m a d r e o n o n n a
a figlia o n i p o t e ; nelle grandi cucine gli uomini s o n o più n u m e r o s i . Si s o n o formati iniziando l ' a p p r e n d i s t a t o vicino a un c u o c o e si s o n o perfezionati spostandosi da
un luogo a l l ' a l t r o .
La cucina come sistema
La c o n s u l t a z i o n e di un libro di cucina fa s o g n a r e : la prima impressione è quella di
u n a s t r a o r d i n a r i a g i u s t a p p o s i z i o n e di ricette; la r u b r i c a " c u c i n a " nelle riviste
femminili accentua q u e s t o t r a t t o : i giornalisti h a n n o ogni interesse a offrire un sapere eclatante, senza princìpi generali, poiché q u e s t o p e r m e t t e loro di moltiplicare all'infinito gli articoli.
Tuttavia un ordine esiste: ogni cucina p u ò ridursi a un piccolo n u m e r o di prep a r a z i o n i di b a s e . Un m a n u a l e di cucina francese p a r t e g e n e r a l m e n t e dalle salse
per poi distinguere i vari tipi di c o t t u r a : in a c q u a , a v a p o r e , al forno (l'arrosto), alla griglia (la grigliata), stufato (il brasato), con olio (il fritto), in padella (il sauté) e
in salsa (lo spezzatino). L'iniziazione alla pasticceria va d a l l ' i m p a s t a r e la pasta brisée all'impasto per i profiterole, p a s s a n d o per la pasta frolla, la pasta sfoglia e la pasta lievitata. A volte una rubrica viene dedicata ai dolci a base di pasta molle.
Una volta ottenuta la p a d r o n a n z a di questi princìpi, la cucina a p p a r e come una
serie infinita di variazioni su un piccolo n u m e r o di temi. Gli studi condotti da Barbara Ketcham W h e a t o n (1984) h a n n o insistito sul lavoro di sistematizzazione iniziato
nella cucina francese e ne spiegano l'evoluzione dal Medioevo alla Rivoluzione.
I princìpi della cucina p o p o l a r e non differiscono f o n d a m e n t a l m e n t e da quelli
messi in a t t o dai cuochi dei potenti e dei ricchi, ma la g a m m a alla quale questi ultimi p o s s o n o far ricorso è più a m p i a .
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare i 193
La formazione delle tradizioni culinarie: l'esempio francese
N e l M e d i o e v o le basi sulle quali i cuochi europei si s o n o formati d o v e v a n o essere
a b b a s t a n z a omogenee; l'alimentazione si basava largamente sul c o n s u m o di p a p p e
di farine, farine di cereali t r a s f o r m a t e in crespelle o p a n e , z u p p e che p e r m e t t e v a n o
di c o n s u m a r e il p a n e raffermo; i legumi secchi, piselli e fave s o p r a t t u t t o , fornivano
piatti n u t r i e n t i e ricchi di p r o t e i n e . Negli a m b i e n t i c o n t a d i n i , spesso, ci si accontentava di arricchire la z u p p a con l a r d o , p a n n a , b u r r o o altri grassi. L'aristocrazia
e le p o p o l a z i o n i u r b a n e avevano maggior accesso alla carne di macelleria.
Le somiglianze n o n e s c l u d e v a n o la diversità, che risultava dalla molteplicità
delle c o m b i n a z i o n i p r o d u t t i v e p r o p r i e di ciascuna regione. Da u n a p a r t e si m a n giava più p a n e b i a n c o di f r u m e n t o , altrove p a n e integrale di segale, focacce di grano s a r a c e n o , farina di c a s t a g n e , semole o crespelle di m a i s . La diversità regionale
d i p e n d e v a dalle sostanze grasse utilizzate per la c o n s e r v a z i o n e degli alimenti, la
frittura o la s t a g i o n a t u r a : olio d'oliva o di noci, a volte a n c h e di p a p a v e r i , grasso
di p o r c o , di b u e , di m o n t o n e , d ' o c a o di a n a t r a , b u r r o o p a n n a (Febvre, 1 9 3 8 :
T h o u v e n o t , 1 9 8 2 - 1 9 8 3 ) (si veda la figura 10.5,p. 1 8 9 ) .
N e l l ' a m b i t o della cucina destinata alle famiglie p o t e n t i o ricche si c o m p i e lo
sforzo di s i s t e m a t i z z a z i o n e e di a r r i c c h i m e n t o . Si e s t e n d e il r i c o r s o al f o n d o di
c o t t u r a della carne da usare c o m e base alla p r e p a r a z i o n e delle salse. Si allarga la
g a m m a dei p r o d o t t i ortofrutticoli c o n s u m a t i . La pasticceria, presente dal X V I secolo, progredisce r a p i d a m e n t e nel XVII e nel XVIII.
In a m b i e n t e u r b a n o , in particolare a Parigi, dove confluisce gente v e n u t a da regioni in cui i grassi e le ricette utilizzati n o n s o n o gli stessi, si realizza u n ' i n t e g r a zione. Ci si rivolge al p r o d o t t o che conviene di più per ogni p i a t t o : l'olio per l'insalata, il b u r r o e la p a n n a per la pasticceria, il b u r r o a n c o r a , all'inizio del X I X secolo, q u a n d o si inizia a cucinare il p u r è di p a t a t e . La concezione salutistica, che prevale negli a m b i e n t i colti del XVII e XVIII secolo, influisce sulle scelte alimentari e
s u l l ' e l a b o r a z i o n e delle ricette: m a n g i a r e è u n a questione seria poiché p e r m e t t e di
" r e c u p e r a r e " le forze.
La p r o m o z i o n e della cucina francese è i n s e p a r a b i l e dalla corte reale. Il raffinarsi delle m a n i e r e a t a v o l a afferma lo s p l e n d o r e della regalità: è u n ' i d e a presente a p a r t i r e dal M e d i o e v o alla c o r t e di G a n d o a quella di Castiglia, per esempio,
m a a s s u m e u n ' a l t r a s f u m a t u r a s o t t o l a spinta dell'Italia, c o n C a t e r i n a d e ' M e d i ci e a n c h e c o n il c a r d i n a l e M a z z a r i n o . Il g u s t o degli alimenti di lusso si raffina, i
vini g i u n g o n o dalla B o r g o g n a o dalla C h a m p a g n e ; La Q u i n t i n i e moltiplica le var i e t à d i p e r e . L ' e t i c h e t t a f a del p a s t o r e g a l e u n a c e r i m o n i a p u b b l i c a , c o s a che
p e r m e t t e l'irradiarsi della cucina della c o r t e . A p a r t i r e dalla R e g g e n z a , le g r a n d i
tavole degli aristocratici e dell'alta b o r g h e s i a f a n n o da c o n t r a l t a r e a quella del re.
Il n u o v o g u s t o p e r la g a s t r o n o m i a p o r t a a l l ' i n a u g u r a z i o n e , nel 1 7 7 0 , del p r i m o
r i s t o r a n t e p a r i g i n o , ma lo s v i l u p p o di q u e s t o t i p o di s t r u t t u r e d a t a a p a r t i r e dalla R i v o l u z i o n e (figura 10.7).
La cucina francese, che si sviluppa nelle g r a n d i città e, in p a r t i c o l a r e , a Parigi, è quella degli a m b i e n t i sociali agiati più che quella di u n ' i n t e r a società. Integra
elementi venuti da diverse p r o v i n c e (figura 10.8, p. 196), ma di cui molti n o n so-
194
La geografia culturale
no che variazioni su temi l a r g a m e n t e diffusi in E u r o p a . L'influenza italiana, che
l'ha aiutata a nascere, rafforza la sua dimensione internazionale: è sicuramente u n a
cucina francese, m a , c o m e la l e t t e r a t u r a classica francese, tenta di liberarsi dalle
specificità del t e m p o e d e l l ' a m b i e n t e locale e p u ò soddisfare vari gusti: essa a p p a re ben presto c o m e il modello di t u t t a la cucina elitaria d e l l ' E u r o p a e del m o n d o
occidentale (Blixen, 1 9 8 8 ) .
Fig. 10.7 Levoluzione della geografia dei ristoranti di Parigi (fonte: Pine, 1991, p. 165)
I ristoranti sono stati a lungo ubicati nei quartieri del potere e del denaro della rive
droite. Essi si moltiplicano nel corso del XX secolo a ovest della capitale, nei quartieri residenziali agiati. Il gusto di mangiare bene resta legato agli ambienti dell'aristocrazia e poi
della borghesia, ma conquista strati sociali sempre più ampi
I rapporti tra l'uomo e 'ambiente la mediazione alimentare j 195
Fig. 1 0 . 8 L'approvvigionamento gastronomico di Parigi all'inizio del XIX secolo secondo Grimod de
la Reynière e Brillat-Savarin (fonte: Pitie, 1991, p. 115).
La tradizione gastronomica che si afferma a quel tempo a Parigi si basa su un ventaglio di prodotti
provenienti da tutta la Francia (in particolare, Normandia, Ile-de-France e Champagne), dai paesi vicini e dal Mediterraneo.
> Le buone maniere a tavola <
A volte il m o d o in cui è a p p a r e c c h i a t a la tavola c o n t a più di ciò che si m a n g i a o si
beve ( W h e a t o n , 1 9 8 4 ; Pitte, 1 9 9 1 ) . La c o n t r a p p o s i z i o n e di base è stata a l u n g o tra
i p o p o l i che utilizzavano le m a n i e quelli che si servivano delle b a c c h e t t e . Il cucchiaio è utilizzato o v u n q u e per z u p p e e p a p p e .
L'evoluzione delle b u o n e m a n i e r e a tavola è inseparabile dal p r o g r e s s o di certe tecniche. N e l M e d i o e v o , la m a g g i o r p a r t e delle pietanze viene p o s t a s o p r a il tagliere, un pezzo di p a n e sul legno della tavola o s o p r a u n a tovaglia (ciò ricorda certi nostri p a n i n i o gli h a m b u r g e r americani). Tali scelte si spiegano facilmente: il vasellame utilizzato in cucina n o n aveva la superficie vetrificata e q u e s t o impediva di
pulirlo bene. Le tecniche di verniciatura e di s m a l t a t u r a che p e r m e t t o n o di ottenere maioliche p a s s a n o dal m o n d o a r a b o ai paesi del M e d i t e r r a n e o settentrionale du-
196
La geografia culturale
r a n t e il R i n a s c i m e n t o ; grazie a esse diventa possibile p r o d u r r e vasellame di b u o n a
qualità e facile da pulire. Allo stesso t e m p o , in seguito ai progressi dell'arte vetraria e della cristalleria, i c o n t e n i t o r i di s t a g n o v e n g o n o p r o g r e s s i v a m e n t e s o p p i a n tati da quelli di vetro.
A n c h e il coltello è d ' u s o generale, c o m e il cucchiaio, e c e r t a m e n t e più a n t i c o .
L'innovazione essenziale, per le b u o n e m a n i e r e a tavola in Occidente, giunge dalla piccola forca, la forchetta, c o n la quale si p o s s o n o infilzare gli alimenti e tagliare
le c a r n i senza doverli t o c c a r e c o n le dita. L'esempio i t a l i a n o è decisivo n e l l ' a d o zione dei c o m p o r t a m e n t i che si i m p o n g o n o diffusamente in Francia solo i n t o r n o
alla m e t à del X V I I secolo.
Le navi delle C o m p a g n i e delle Indie, che c o m i n c i a n o a frequentare il p o r t o di
C a n t o n nel XVII secolo, p o r t a n o porcellane, la cui m o d a arricchisce u l t e r i o r m e n te il lusso a t a v o l a . Le sale da p r a n z o principesche s o n o fiere anche del l o r o vasellame d ' o r o , delle p o s a t e d ' a r g e n t o e delle porcellane disposti sulle tavole illuminate
dai c a n d e l a b r i di Venezia. E il segno visibile del processo di civiltà dei m o d i a m m i r e v o l m e n t e d e s c r i t t o d a N o r b e r t Elias ( 1 9 7 3 ) . Q u e s t a d i n a m i c a r e s t a a t t i v a
nelle società s e m p r e più d e m o c r a t i c h e che si s v i l u p p a n o nel X I X secolo. Parallelamente si a c c e n t u a la diffusione delle b u o n e m a n i e r e alla francese.
> Spirito nazionale e gastronomia <
Le forze che i n d u c o n o a raffinare le m a n i e r e a tavola s o n o facili da circoscrivere.
Le si v e d o n o in azione o v u n q u e in E u r o p a . Esse spiegano l ' a p p a r i z i o n e dei vigneti di qualità dal XV secolo in Spagna (Enjalbert, 1 9 7 6 ) , dove la corte reclama grandi vini che gli altopiani dal clima t r o p p o rigido della Vecchia Castiglia n o n p o s s o no offrire. Ci si avvale delle terre più clementi della Rioja in N a v a r r a . Più t a r d i , i
c o m m e r c i a n t i di vino che riforniscono le famiglie agiate di A m s t e r d a m o delle P r o vince Unite o di L o n d r a , dell'Inghilterra e dell'Irlanda si a d o p e r e r a n n o per la p r o m o z i o n e dei vigneti di B o r d e a u x e anche di P o r t o e Cadice-Jerez.
In ogni Stato e u r o p e o s a r e b b e r o p o t u t e fiorire tradizioni g a s t r o n o m i c h e a n a loghe a quella che si sviluppa allora in Francia, invece la ricerca della qualità n o n
va m a i così l o n t a n o e n o n è mai a l t r e t t a n t o sistematica, perfino dove si t r o v a n o a b b o n d a n z a e u n a varietà simile di p r o d o t t i di qualità: si pensi all'Italia del n o r d . La
dispersione del p o t e r e r i d u c e il t e n o r e di vita delle corti: n e s s u n a è fastosa c o m e
quella francese; questa spiegazione n o n è c o m u n q u e sufficiente.
J e a n - R o b e r t Pitte ( 1 9 9 1 ) ha r e c e n t e m e n t e m e s s o in luce le r a d i c i religiose
dell'eccezione g a s t r o n o m i c a francese. I paesi p r o t e s t a n t i d e l l ' E u r o p a del n o r d h a n no fatto della golosità un p e c c a t o grave: la rivoluzione che p o r t a in un a m b i e n t e
borghese danese II pranzo di Babette n a r r a t o da K a r e n Blixen (1988) m o s t r a a che
p u n t o questi c o m p o r t a m e n t i e r a n o a n c o r a vivi alla fine del X I X secolo o all'inizio del X X . Nella m i s u r a in cui il c o n s u m o di vino avveniva spesso tra u o m i n i , nel-
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare I
le confraternite o nelle associazioni, il rigore aveva m e n o peso: da qui, il r u o l o dei
paesi d e l l ' E u r o p a n o r d - o c c i d e n t a l e nell'affermazione del b u o n bere.
N e i paesi della C o n t r o r i f o r m a , G e r m a n i a , S p a g n a e Italia, la c o n d a n n a del
p e c c a t o del c o n s u m o di carne era forse m e n o irrimediabile che in Francia dove la
tradizione gallicana i m p o n e v a una lettura diversa del messaggio cristiano: il pecc a t o di gola vi pareva m e n o veniale q u a n d o le persone si c o m p o r t a v a n o da b u o n gustai e s a p e v a n o evitare l'ingordigia che rovina t u t t o !
Più in generale, le abitudini alimentari e le b u o n e maniere a tavola sono servite
a fissare gli stereotipi nazionali: essere spagnolo vuol dire pranzare alle due del p o meriggio e cenare alle dieci di sera. Agli occhi dello straniero, la cucina italiana si riduce a pasta e pizza, certamente peculiari, ma che fanno dimenticare t u t t o ciò che
la sua tradizione culinaria ha in c o m u n e con quella francese o dell'Europa centrale.
L'evoluzione di queste forme particolari di alta cultura, costituite dalle cucine
golose, r i m a n d a così alle strutture sociali, alle tradizioni popolari degli Stati, alla loro diversità e al m o d o in cui queste p o s s o n o essere sposate; essa avviene s o t t o la
spinta degli ambienti aristocratici o della borghesia delle città e deve m o l t o alla civiltà di corte, di cui la Versailles di Luigi XIV ne è l'archetipo (Elias, 1 9 7 3 ) . Su una
scala territoriale più a m p i a , s o n o le preferenze nazionali che si rivelano essenziali.
Dalla m e t à del X I X secolo, l ' a u m e n t o generale dei redditi e la maggiore facilità di a p p r o v v i g i o n a m e n t o r e n d o n o possibile la diffusione delle b u o n e m a n i e r e a
tavola in strati sociali s e m p r e più estesi.
> Evoluzione tecnica, industrializzazione dell'alimentazione
e nouvelle cuisine <
I m o d i di bere e di m a n g i a r e si t r a s f o r m a n o m o l t o velocemente a partire dalla Sec o n d a g u e r r a m o n d i a l e . La p r o d u t t i v i t à del l a v o r o nell'agricoltura e nell'allevam e n t o è a u m e n t a t a r a p i d a m e n t e , ma ciò è stato possibile solo a t t r a v e r s o una standardizzazione spinta: il risultato è l ' a b b a n d o n o di p r o d o t t i le cui qualità dal punto di vista del s a p o r e e r a n o notevoli, ma i rendimenti bassi.
L'industrializzazione p e n e t r a nelle cucine: i p r o d o t t i a c q u i s t a t i s o n o confezionati e la loro p r e p a r a z i o n e richiede s e m p r e m e n o operazioni: si c o m p r a n o i filetti di pesce, la carne a fette, il p u r è liofilizzato, le p a t a t i n e da friggere surgelate o
il riso p r e c o t t o : resta solo l'ultima fase della p r e p a r a z i o n e . C o n i piatti surgelati,
basta p r e m e r e il pulsante del forno a m i c r o o n d e : la pietanza è p r o n t a da servire.
L'evoluzione t o c c a a n c o r a di p i ù la r i s t o r a z i o n e p o i c h é in q u e s t o a m b i t o è
più facile ottenere e c o n o m i e di scala. I fast food d e v o n o a ciò la miglior valorizzazione del m e t r o q u a d r a t o nei quartieri di affluenza rispetto a qualsiasi altra form a d i attività. L'educazione del g u s t o p r o m o s s a d a l l ' a l i m e n t a z i o n e t r a d i z i o n a l e
s c o m p a r e e le m a n i e r e a tavola si semplificano: in molti casi la forchetta e il coltello n o n servono più e si t o r n a a u n a specie di tagliere.
198
La geografia culturale
D u r a n t e questi pasti n o n si beve più vino, ma succhi di frutta o acqua minerale. La birra, p r o d o t t a industrialmente e a l q u a n t o s t a n d a r d i z z a t a , entra nelle grazie dei c o n s u m a t o r i che n o n h a n n o ricevuto alcuna educazione del g u s t o .
La cucina di massa uccide la cucina p o p o l a r e , ma p a r a l l e l a m e n t e il piacere di
p r e p a r a r e i pasti rinasce c o m e un'attività ludica per la quale nulla è t r o p p o c a r o
q u a n d o la qualità degli ingredienti a p p a r e f o n d a m e n t a l e . Anche il t e m p o n o n conta più, poiché questa attività resta eccezionale. Le ricette più complesse n o n spav e n t a n o : i libri di cucina si m o l t i p l i c a n o , così c o m e le riviste specializzate, in cui
si descrivono d e t t a g l i a t a m e n t e le operazioni da c o m p i e r e e i risultati da ottenere.
La televisione ha intuito che q u e s t o era un settore che tirava e p r o p o n e t r a s m i s sioni in cui un c u o c o p r e p a r a i piatti s o t t o i vostri occhi.
Di fianco alle c a t e n e della p r o d u z i o n e di m a s s a , c'è p e r ò p o s t o per circuiti
che g i o c a n o sulla qualità e sull'assenza di t r a t t a m e n t i chimici. La m o d a va verso
la salute, d u n q u e la cucina in voga è più leggera di quella del X I X secolo. La p a u ra del colesterolo spinge a b a n d i r e i grassi, quelli di origine animale in particolare, o ne limita l'uso. D a t o che le idee e gli uomini viaggiano con facilità nel m o n do o d i e r n o , i grandi cuochi, partiti per far conoscere il savoir faire francese al Giapp o n e , s o n o stati s e d o t t i dal s e n s o del n a t u r a l e della c u c i n a g i a p p o n e s e e d a l l a
qualità artistica della presentazione dei piatti: ne è n a t a la nouvelle cuisine.
La percentuale di d o n n e che l a v o r a n o fuori casa n o n smette di crescere. Esse
n o n riuscirebbero a far fronte a tutti i loro impegni senza ricorrere ai prodotti confezionati e ai surgelati; nel fine s e t t i m a n a o q u a n d o si ha voglia di uscire dalla routine abituale c'è la g a s t r o n o m i a o il r i s t o r a n t e . La ristorazione non è mai stata c o sì attiva (Huetz e Pitte, 1 9 9 0 ) . I ristoranti etnici - cinesi, greci, spagnoli, italiani e
così via - p e r m e t t o n o di evadere dalla m o n o t o n i a dei ritmi q u o t i d i a n i . C'è p o s t o
anche per ristoranti di alto livello. Gli a m b i e n t i X I X secolo o modem style s o n o
apprezzati, ma n o n per le ragioni di u n a volta: la g r a n d e cucina borghese e lo scen a r i o che l ' a c c o m p a g n a s o n o o r m a i percepiti c o m e una cucina " e t n i c a " , quella di
un p a s s a t o n o n t r o p p o r e m o t o , ma rivisitato.
La trasformazione c o n t e m p o r a n e a dei gusti alimentari m o s t r a fino a che punto le culture m u t i n o sotto l ' i m p a t t o della globalizzazione, delle tecniche n u o v e di
conservazione e preparazione dei cibi e dell'emergere di stili di vita inediti. «Noi siamo quello che m a n g i a m o » , c o m e ricorda u n ' o p e r a recente (Bell e Valentine, 1997).
I rapporti tra l'uomo e l'ambiente: la mediazione alimentare
Capitolo 11
Cultura e spazio antropizzato
I g r u p p i u m a n i t r a s f o r m a n o gli a m b i e n t i n a t u r a l i in cui si s o n o insediati. Le foreste e le p r a t e r i e selvagge f a n n o s p a z i o alla s c a c c h i e r a dei c a m p i ; le case si r a g g r u p p a n o in villaggi, le costruzioni u r b a n e si e s t e n d o n o a m a c c h i a d'olio e proiett a n o i l o r o tentacoli sulle c a m p a g n e circostanti; i sentieri, le vie, le linee elettriche
c h i u d o n o lo spazio in un reticolo di mezzi di c o m u n i c a z i o n e senza i quali n o n sar e b b e possibile alcuna vita sociale. Il paesaggio a n t r o p i z z a t o a s s u m e le forme più
varie che riflettono le scelte e i mezzi di culture differenti.
La molteplicità di p r o g e t t i e di interessi che si i n t e r s e c a n o , la diversità delle
m o t i v a z i o n i di c o l o r o che d e t e n g o n o il p o t e r e decisionale, che d i v i d o n o le terre,
le c o l t i v a n o , vi c o s t r u i s c o n o edifici, le a b i t a n o e le m o d i f i c a n o ne f a n n o un oggetto complesso la cui organizzazione p u ò essere c o m p r e s a s o l t a n t o s o t t o p o n e n d o l a
a un'analisi minuziosa.
> Logiche in atto nella strutturazione
dello spazio antropizzato <
Le logiche della produzione primaria
Lo s p a z i o è il s u p p o r t o delle attività p r o d u t t i v e dei g r u p p i u m a n i . T u t t o ciò ha
inizio c o n lo s f r u t t a m e n t o degli a m b i e n t i n a t u r a l i a t t u a t o c o n la raccolta, la caccia, la pesca o le attività forestali e p r o s e g u e con l'utilizzazione p a s t o r a l e delle p r a terie e la valorizzazione agricola di spazi p r e c e d e n t e m e n t e dissodati. D a l m o m e n to che tali p r o d u z i o n i p r i m a r i e s o n o il r i s u l t a t o dell'impiego di u n ' e n e r g i a diffusa, quella del sole, esse t o c c a n o vasti spazi (figura 11.1/A, p a g i n a seguente). I luoghi d i r e s i d e n z a d i c o l o r o che s o n o i m p e g n a t i i n tali a t t i v i t à s o n o r i p a r t i t i
sull'insieme di queste aree. C a p i t a a n c h e che i g r u p p i m i g r i n o p a r z i a l m e n t e o t o t a l m e n t e per a d a t t a r s i alla successione dei terreni messi a s f r u t t a m e n t o : è il caso
della t r a n s u m a n z a o del n o m a d i s m o .
Le forme che queste attività primarie rivestono dipendono dall'insieme degli strumenti di cui i gruppi d i s p o n g o n o . Nelle zone tropicali in cui l'agricoltura si basa sul
Cultura e spazio antropizzato
201
La debole concentrazione dell'energia solare induce
l a p r o d u z i o n e a l i m e n t a r e alla d i s p e r s i o n e .
L'artigianato t r a d i z i o n a l e s i s t a b i l i s c e l à d o v e s o n o p r e s e n t i f o r m e
r e l a t i v a m e n t e c o n c e n t r a t e di e n e r g i a : c o r s i d ' a c q u a , f o r e s t e o
eccedenze alimentari.
N e l X I X s e c o l o l'industria s i c o n c e n t r a a t t o r n o a i b a c i n i c a r b o n i f e r i , fonti
essenziali di energia concentrata.
N e l X X s e c o l o è o v u n q u e p o s s i b i l e d i s p o r r e d i fonti d i e n e r g i a
c o n c e n t r a t a . L a d i s t r i b u z i o n e i n d u s t r i a l e o b b e d i s c e a d altri criteri.
Fig. 11.1 Forme di energia e logica della strutturazione deilo spazio
lavoro con la zappa, un individuo riesce a stento a dissodare e a valorizzare p o c o più
di m e z z o e t t a r o a l l ' a n n o : coltiva un e t t a r o o un e t t a r o e m e z z o s e c o n d o che il singolo c a m p o r e n d a d u e o tre raccolti p r i m a di essere a b b a n d o n a t o . Nelle agricolt u r e d o t a t e di a r a t r o , lo s f r u t t a m e n t o che p e r m e t t e di t r a r r e p i e n a m e n t e profitto
da un p a i o di bestie da l a v o r o si estende su c i n q u e , dieci, venti o t r e n t a ettari sec o n d o la fertilità del suolo.
202
La geografia culturale
L'organizzazione p e r m a n e n t e dello spazio agricolo (Meynier, 1 9 6 6 ; L e b e a u ,
1969) implica che le reintegrazioni indispensabili al m a n t e n i m e n t o della fertilità
siano effettuate con: p r o l u n g a t o maggese da p a s c o l o o boschivo nei paesi in cui si
lavora a z a p p a ; altrove maggese p a s t u r a t o delle terre ogni d u e o tre a n n i ; c o l t u r a
c o n t i n u a t a l a d d o v e l e reintegrazioni p r o v e n g o n o d a u n vasto d o m i n i o p a s t u r a t o
esterno (sistemi a infield-outfield) o da r o t a z i o n i che i n c l u d o n o p i a n t e ripulenti e
fertilizzanti, e p i a n t e foraggere (in E u r o p a occidentale a p a r t i r e dalla p r i m a rivoluzione agricola fino al XVIII secolo). Nelle risaie d e l l ' E s t r e m o O r i e n t e la fissazione a t t r a v e r s o batteri d e l l ' a z o t o atmosferico e il riciclaggio della p a r t e essenziale degli elementi a s p o r t a t i p r o d u c o n o lo stesso r i s u l t a t o .
La meccanizzazione p o r t a a c a m b i a r e la scala delle o p e r a z i o n i che un individ u o o u n a famiglia p u ò i n t r a p r e n d e r e e in genere implica a n c h e il r a g g r u p p a m e n to delle parcelle di terra; l'aspetto tradizionale dei paesaggi rurali risulta d u n q u e
trasformato.
Le logiche delle attività di trasformazione
Le attività di trasformazione h a n n o esigenze m o l t o più ridotte di terreno e costituiscono molto raramente la trama d o m i n a n t e del paesaggio. Anche dove sono particolarmente dense, si inseriscono in zone in cui vive la m a n o d o p e r a di cui necessitano.
I l a b o r a t o r i o le fabbriche d e v o n o essere s t r u t t u r a t i per facilitare lo svolgim e n t o delle operazioni necessarie alla p r o d u z i o n e , assicurare la distribuzione dell'energia utilizzata e fornire agli operai luoghi di l a v o r o a d a t t i : vi è così una microgeografia interna alle c o s t r u z i o n i in cui a v v e n g o n o le t r a s f o r m a z i o n i . Da un
p u n t o di vista generale, le localizzazioni ottimali t e n g o n o c o n t o dei costi per l'app r o v v i g i o n a m e n t o dell'energia e delle m a t e r i e p r i m e , poi di quelli dell'invio dei
p r o d o t t i fino al m e r c a t o , della presenza di u n a m a n o d o p e r a qualificata, dell'abilità locale dei saperi tecnici e dei costi della c o m u n i c a z i o n e con i fornitori, i clienti e gli altri stabilimenti della ditta.
La localizzazione della forza lavoro giocava un ruolo decisivo nella logica delle
installazioni in e p o c a preindustriale e favoriva spesso la dispersione dei mestieri
nelle aree rurali [figura 11.1/B). La p a d r o n a n z a di forme d'energia sempre più concentrate (figura 11.1IC e D) riduce il n u m e r o dì luoghi in cui p o r t a r e le lavorazioni
per poter usare economie di scala. L'attività industriale assume una forma u r b a n a .
Le logiche delle attività di servizio e di distribuzione
Distribuire i beni ottenuti dall'agricoltura o dall'industria implica aree ed edifici per
il confezionamento e lo stoccaggio, ma le imprese n o n ne h a n n o mai molti. Ciò che
conta è che l'accesso alla rete generale di t r a s p o r t o delle merci e la circolazione delle informazioni siano facili: lo spazio della distribuzione è fatto di t r a m e gerarchizzate di vie e di nodi (figura Ì1.2/A, pagina seguente), reti che esigono impianti fissi.
I problemi posti dalle attività di servizio s o n o uguali: si tratta di agevolare l'inc o n t r o tra chi necessita di una prestazione e chi è in g r a d o di fornirla. Per essere disponibile a un n u m e r o sufficiente di richiedenti, lo specialista deve stabilirsi in un punto verso il quale convergano le strade e in cui la gente si rechi per altri servizi.
Cultura e spazio antropizzato
203
Metropoli
A
Centro regionale di servizi
C e n t r o l o c a l e di s e r v i z i
La l o c a l i z z a z i o n e delle attività di s e r v i z i o è d e t e r m i n a t a
d a l l ' a c c e s s i b i l i t à per la c l i e n t e l a
o
x
C o m u n i t à locale
omogenea
Relazione tra i m e m b r i
di comunità disperse
(diaspore)
La vita s o c i a l e si o r g a n i z z a in c o m u n i t à locali o g r a z i e a reti più
e s t e s e di r e l a z i o n i tra i m e m b r i di c o m u n i t à d i s p e r s e
Fig. 11.2 Vta di relazione e strutturazione delio spazio
Logiche produttive e antropizzazione dello spazio
Le logiche produttive c o n d u c o n o a livelli molto contrastati di trasformazione degli
spazi antropizzati: immense distese isolate riservate al raccolto; spazi agricoli in cui
boschi vicini e c a m p i o c c u p a n o la porzione più rilevante dell'estensione e dove gli
habitat sono numerosi; nuclei densamente popolati delle regioni industriali e dei centri di comunicazione.
Secondo il livello tecnico, la p a r t e della popolazione impiegata nel settore p r i m a r i o ,
secondario e terziario varia: l'importanza e le forme dell'impresa u m a n a sul territorio d i p e n d o n o così dai mezzi che i gruppi s a n n o impiegare per valorizzare le risorse
di cui h a n n o bisogno, e dalla loro attitudine a utilizzare energie concentrate. Q u i si
leggono gli aspetti razionali, tecnici ed economici della cultura (Claval, 1981).
Vita sociale e organizzazione dello spazio antropizzato
Lo spazio antropizzato è ugualmente organizzato per permettere agli u o m i n i di vivere c o m e s i deve i n u n d e t e r m i n a t o c o n t e s t o c u l t u r a l e . Gli i n d i v i d u i p a s s a n o
p a r t e del loro t e m p o all'interno di g r u p p i domestici, g e n e r a l m e n t e familiari, in cui
d o r m o n o , r i p o s a n o , si o c c u p a n o dei figli e si d e d i c a n o ai c o m p i t i necessari per la
b u o n a c o n d u z i o n e della casa e la p r e p a r a z i o n e dei pasti.
Il l u o g o in cui si lavora n o n deve essere t r o p p o l o n t a n o da quello in cui si risiede: il t e m p o che o g n u n o a c c e t t a di d e d i c a r e agli s p o s t a m e n t i p e r l a v o r o n o n
varia affatto all'interno della stessa c u l t u r a . Da un secolo, q u i n d i , la m a g g i o r e velocità dei t r a s p o r t i pubblici e individuali rivoluziona la distribuzione delle attività
e degli u o m i n i : ora è possibile u n a certa dissociazione t r a domicilio e l a v o r o .
204 | La geografia culturale
La vita sociale e i c o n s e g u e n t i molteplici i n c o n t r i si s v o l g o n o su scale interc o n n e s s e : quella del v i c i n a t o , del villaggio o del q u a r t i e r e , e quella del p a e s e o
della città [figura 11.2/B). Q u a n d o gli s p o s t a m e n t i s o n o lenti, è possibile fare l'esperienza della c o m u n i t à in un p o s t o più vicino; ai nostri giorni la m o t o r i z z a z i o ne p e r m e t t e di frequentare con facilità luoghi più lontani dove si i n c o n t r a n o le persone con cui ci si sente solidali. Su distanze maggiori h a n n o luogo le attività che ric h i e d o n o m e n o c o n t i n u i t à di relazione (Claval, 1 9 8 1 ) .
La vita sociale implica la regolazione di vie di circolazione e di spazi pubblici
per p e r m e t t e r e a tutti di svolgere le loro o c c u p a z i o n i e di i n c o n t r a r e e scegliere i
partner. In q u e s t o m o d o , la vita sociale g i u s t a p p o n e sfere più o m e n o gerarchizzate: quella del p r i v a t o , individuo o famiglia, quella delle c o m u n i t à di base, quelle
che s o n o a p e r t e a tutti per circolarvi, p e r fare incontri casuali, per assistere allo
s p e t t a c o l o r e c i p r o c o che gli uomini d a n n o di sé, o per i m e e t i n g o le riunioni di
m a s s a . I ritmi e i bisogni della vita sociale c o m p l e t a n o quelli della p r o d u z i o n e p e r
d a r e agli spazi a n t r o p i z z a t i i t r a t t i essenziali della loro s t r u t t u r a funzionale: determ i n a n o la disposizione delle case, la f o r m a dei paesi e delle città e la localizzazione e l'organizzazione degli spazi di svago e di v a c a n z a (Claval, 1 9 8 1 ) .
Dimensioni simboliche della vita e organizzazione degli spazi antropizzati
Nelle sue interpretazioni degli spazi antropizzati, la geografia u m a n a del p a s s a t o insisteva s o p r a t t u t t o sul peso delle logiche e c o n o m i c h e e sociali. T r a s c u r a v a spesso
la dimensione simbolica: e p p u r e gli u o m i n i n o n p o s s o n o vivere senza dare un senso a ciò che li c i r c o n d a . La l o r o p r e o c c u p a z i o n e n o n è s o l a m e n t e di far fronte ai
bisogni e di assicurare la trasmissione del sapere alle generazioni future. L e g g o n o
nel cielo e nei vasti orizzonti il peso delle forze cosmiche o la presenza del divino:
al p r o f a n o della vita quotidiana si o p p o n e il sacro dei luoghi visitati o abitati dai geni, dagli spiriti o dai princìpi invisibili, ma che s o n o più veri del m o n d o visibile.
Colui che fabbrica un oggetto p r o v a m o l t o piacere a r e n d e r l o elegante e a orn a r l o . Gli a p p a r t a m e n t i e le case n o n s o n o semplici m a c c h i n e per vivere. Sono luoghi pieni di ricordi, quelli degli avi o quelli dei m o m e n t i felici o d r a m m a t i c i della
vita di o g n u n o .
I cacciatori delle società arcaiche h a n n o spesso un r a p p o r t o a m b i g u o c o n la
selvaggina di cui v i v o n o : si s e n t o n o vicini alle bestie che c a c c i a n o ; è nella m i s u r a
in cui h a n n o stretto un p a t t o c o n esse che riescono a n c h e ad a b b a t t e r l e , ed è per
q u e s t o che il t e r r i t o r i o è d i v e n u t o di q u e s t i a n i m a l i ( D i c k i n s o n , 1 9 9 4 ) [figura
11.3/A, p a g i n a seguente). Le attività p r i m a r i e delle società c o n t a d i n e si inscrivono nello schema del m o d o di vita: l'agricoltura e l'allevamento si b a s a n o su calendari, culture, m o d i di utilizzo delle bestie e delle concezioni del m o n d o e della società che s o n o ritualizzate e che n o n p o s s o n o essere modificate facilmente.
Q u a n d o l ' e c o n o m i a di relazione si i m p o n e , la p r o d u z i o n e agricola p u ò venire da sfruttamenti di vasti terreni o da fattorie più piccole. N e l l ' E u r o p a continentale, l'idea a l u n g o condivisa dalla s t r a g r a n d e m a g g i o r a n z a dei c o n t a d i n i era quella dello s f r u t t a m e n t o familiare a u t o n o m o (Servolin, 1 9 8 9 ) : n o n p o t e v a servire da
schema a u n a vita cristiana autentica? Negli Stati Uniti, per ragioni politiche, alla
Cultura e spazio antropizzato
205
Per i c a c c i a t o r i a m e r i n d i la c a c c i a i m p l i c a u n ' i d e n t i f i c a z i o n e r e l i g i o s a c o n gli
animali di un determinato spazio.
A c a u s a delle s u e i d e o l o g i e sociali o politiche, la s o c i e t à a m e r i c a n a d e l
XIX secolo valorizza lo sfruttamento agricolo familiare.
L'ideologia d e l f e m m i n i s m o d o m e s t i c o a c c e l e r a l ' e s p a n s i o n e s u b u r b a n a delle
città a m e r i c a n e a p a r t i r e d a l l a m e t à d e l X I X s e c o l o .
Fig. 11.3 La dimensione simbolica nell'organizzazione dello spazio tre esempi nel Middle West.
fine del XVIII secolo, venne scelta la piccola fattoria i n d i p e n d e n t e (Claval, 1990)
{figura 11.3/B). In G r a n Bretagna, negli Stati Uniti e in altri paesi n u o v i , n o n era
tuttavia o b b l i g a t o r i o m a n t e n e r e lo s f r u t t a m e n t o familiare se si rivelava inefficace.
Gli stili di vita che si p o s s o n o c o n d u r r e in città differiscono m o l t o . Se si risiede
in un a p p a r t a m e n t o nelle zone ad alta densità, è possibile aver accesso a molteplici
servizi, a spettacoli, a teatri e locali n o t t u r n i ; nelle zone residenziali, le distanze e la
concentrazione m i n i m a r i d u c o n o le o p p o r t u n i t à : le serate si passano in famiglia.
N e l c o r s o del X I X secolo, l e società d e l l ' E u r o p a c o n t i n e n t a l e h a n n o o p t a t o
nell'insieme p e r le alte densità, le società anglosassoni per la diluizione. Negli Stati U n i t i , p e r e s e m p i o , è p e r p e r m e t t e r e alle d o n n e di a d e m p i e r e m e g l i o alle l o r o
r e s p o n s a b i l i t à f a m i l i a r i e di crescere b e n e i figli c h e si diffonde l ' i d e o l o g i a del
f e m m i n i s m o d o m e s t i c o ( G h o r r a - G o b i n , 1992) {figura 11.3/C).
1
Lo spazio a n t r o p i z z a t o n o n p u ò essere interpretato seguendo criteri p u r a m e n t e
funzionali: è eterotopico, secondo l'espressione introdotta da Michel Foucault
( 1 9 8 5 - 1 9 8 6 ) , p e r c h é fatto d i elementi che n o n h a n n o l o stesso p e s o , n o n rispond o n o alla stessa ontologia e n o n s o n o mescolabili.
206
La geografia culturale
Il paesaggio stesso si ritrova spesso valorizzato: cessa di essere solamente u n ' e spressione della vita sociale e assume u n a dimensione estetica o fonda l'identità del
g r u p p o . Serve a esprimere i sogni o a veicolare le ideologie (Cosgrove, 1 9 8 4 ; D u n can, 1 9 9 2 ; Debié, 1 9 9 2 ; Forèt, 1 9 9 3 ; G a n d y , 2 0 0 1 ) .
La natura complessa degli spazi antropizzati
Negli spazi antropizzati si s o v r a p p o n g o n o molteplici logiche: s o n o in p a r t e funzionali, in p a r t e simbolici. La cultura li segna in diversi m o d i : li modella attraverso le
tecnologie impiegate per sfruttare le terre o costruire le attrezzature e gli alloggi, li
modella attraverso le preferenze e i valori che conferiscono alle società la capacità
di s t r u t t u r a r e spazi più o m e n o g r a n d i e spiega il p o s t o assegnato ai diversi aspetti
della vita sociale. Infine essa a i u t a a concepirli a t t r a v e r s o le r a p p r e s e n t a z i o n i che
d a n n o senso al g r u p p o , all'ambiente nel quale vive e al destino individuale.
Per capire p i ù a f o n d o l ' i m p r o n t a che gli u o m i n i d a n n o alla superficie della
Terra, è o p p o r t u n o tener c o n t o del m o d o in cui la società è o r g a n i z z a t a , la n a t u r a
degli a t t o r i che vi s o n o presenti e i diritti di cui g o d o n o (figura 11.4).
> Organizzazione sociale e genesi degli spazi antropizzati <
o
Bracciante agricolo
•
Coltivatore diretto
Locatario
Proprietario
o
o
Padrone
Maestro del fuoco
a
A d d e t t o alla p i a n i f i c a z i o n e
del t e r r i t o r i o
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Spazio
pubblico
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Parcella
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Beni
fondiari
Parcella
rurale
^SvJ
Parcella
habitat
Tutti i m e m b r i di u n a società n o n h a n n o le m e d e s i m e capacità di i m p r i m e r e il p r o prio m a r c h i o sullo spazio, perché n o n p a d r o n e g g i a n o le stesse tecnologie, n o n h a n no la stessa a t t i t u d i n e a i n n o v a r e , le stesse risorse, né gli stessi diritti.
0
o
o
o
o
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utilizzare p a r c e l l e di t e r r a o edifici
CZI s u d d i v i d e r e le p a r c e l l e , c o s t r u i r v i s o p r a o p i a n i f i c a r l e
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d i s e g n a r e o r i o r g a n i z z a r e il c a t a s t o
Fig. 11.4 Attori sociali e poteri sullo spazio.
Cultura e spazio antropizzato ] 207
Le disuguaglianze di potere, di ricchezza e di posizione sociale
C h e cosa p u ò fare un c i t t a d i n o che n o n è p r o p r i e t a r i o del s u o alloggio? L'ambiente in cui vive è s t a t o c o n c e p i t o da altri. N o n ha il diritto di a b b a t t e r e u n a p a r e t e o
di aprire u n a finestra n u o v a nel s u o a p p a r t a m e n t o o di scegliere i mobili del suo
ufficio. Il suo c a m p o d'azione è limitato alla d e c o r a z i o n e delle stanze di casa e alla disposizione dei m o b i l i a suo p i a c i m e n t o . S o n o restrizioni severe e p e s a n o spesso c o m e u n ' a l i e n a z i o n e . Certi graffiti n o n s o n o forse da i n t e r p r e t a r e c o m e un tentativo d i s p e r a t o e insieme derisorio di m o d e l l a r e lo spazio? (Relph, 1 9 7 6 e 1 9 8 1 ) .
La m a g g i o r p a r t e delle p e r s o n e si integra nelle s t r u t t u r e dello spazio costruito più che d e t e r m i n a r l e . Ciò è p a r t i c o l a r m e n t e vero per gli spazi pubblici, quelli riservati alla circolazione, per esempio: i privati n o n h a n n o il diritto né i mezzi per
m o d e l l a r l o a l o r o piacere.
L'impossibilità di m e t t e r e in discussione l ' o r d i n e spaziale c o s t i t u i t o p r o v o c a
tensioni che p o s s o n o essere pericolose e che si e s p r i m o n o q u a n d o c a d o n o le convenzioni, in occasione di feste, cerimonie o manifestazioni in cui le masse p o p o l a ri i n v a d o n o le strade e gli spazi proibiti. Da q u e s t o d i p e n d e l'interesse a c c o r d a t o
dalla geografia u m a n a a questi m o m e n t i eccezionali.
I diritti fondiari s o n o alla base stessa della società. Essi g i o c a n o un r u o l o culturale m a g g i o r e : si t r a t t a di diritti di o c c u p a z i o n e , di uso o di piena p r o p r i e t à ? Di
diritti collettivi o di diritti privati riconosciuti a un individuo? C o m e v e n g o n o trasmessi? N e l diritto r o m a n o , la legge accorda al proprietario il diritto di usare e abusare dei suoi beni. R i c o n o s c i u t o c o m e un diritto imprescindibile dalla " D i c h i a r a zione dei diritti d e l l ' u o m o " , il diritto fondiario è m o d e r a t o da u n a legislazione che
p r o t e g g e i bisogni e i diritti della collettività. La p r o c l a m a z i o n e solenne del diritto
alla p r o p r i e t à p r i v a t a c o r r i s p o n d e al trionfo dell'individualismo ed è a n c h e un cor o l l a r i o e u n a c o n d i z i o n e p e r i princìpi di libertà e di resistenza a l l ' o p p r e s s i o n e .
La sua giustificazione e c o n o m i c a deriva dall'efficacia delle gestioni alla quale generalmente porta.
N e i sistemi feudali i diversi usi dello stesso a p p e z z a m e n t o di t e r r a s o n o concessi a diversi i n d i v i d u i : i p o v e r i h a n n o il d i r i t t o di r a c c o g l i e r e la legna c a d u t a
nelle foreste, i c o n t a d i n i quello di m a n d a r v i al p a s c o l o le bestie e così via. Negli
openfield, i p o t e r i decisionali s o n o gerarchizzati per assicurare la r o t a z i o n e delle
coltivazioni, il p a s c o l o delle bestie su t u t t e le terre d o v e s o n o stati fatti i raccolti e
l'accesso per tutti a certe forme di s f r u t t a m e n t o dello spazio. N e i sistemi africani,
l'individuo che ha d i s s o d a t o un t e r r e n o ne m a n t i e n e l'usufrutto finché questo comincia a d a r e raccolti, ma il diritto di distribuire le parcelle t o c c a s o l t a n t o al m a e stro del fuoco o al m a e s t r o d'ascia (Sautter, 1 9 6 8 ) .
Certe organizzazioni e burocrazie d e t e n g o n o vaste p r o p r i e t à : chiese, ordini religiosi in paesi cristiani o b u d d h i s t i , f o n d a z i o n i caritatevoli in t e r r a islamica, associazioni c o n finalità culturali in società laiche. Le g r a n d i aziende s o n o interessate ai centri cittadini e a t u t t e le z o n e di g r a n d e afflusso. Q u e s t i luoghi s o n o talm e n t e frequentati che la carica simbolica loro conferita ha molte possibilità di avere un i m p a t t o spettacolare: u n a delle funzioni dei grattacieli è di r e n d e r e eclatante
il successo delle imprese costruttrici.
La geografia culturale
Il potere p u b b l i c o agisce d i r e t t a m e n t e sulle imprese che possiede (reti stradali,
luoghi di raccoglimento, edifici amministrativi) e indirettamente attraverso il diritto d'ispezione o di controllo che detiene su alcune terre private o sulla loro totalità: gestire n o n significa gerarchizzare le decisioni c o n lo scopo di assicurare u n ' o r ganizzazione più efficace, più giusta e più a r m o n i o s a degli spazi antropizzati?
La distribuzione dei diritti di p r o p r i e t à (Claval, 1 9 8 2 ) riflette le f o r m e di arc h i t e t t u r a sociale che p r e d o m i n a n o in un g r u p p o o in un a l t r o . S e c o n d o lo schema di successione, le acquisizioni s o n o t r a s m e s s e di g e n e r a z i o n e in g e n e r a z i o n e
(per devoluzione al p r i m o g e n i t o , per esempio), o messe in discussione con la spartizione eguale t r a gli eredi e c o n il prelievo di diritti elevati: q u e s t o a s p e t t o della
c u l t u r a è d e t e r m i n a n t e per p o t e r capire la ripartizione del p o t e r e decisionale in un
l u o g o preciso.
Decisioni politiche ed espressione delle preferenze culturali
I diritti di cui d i s p o n g o n o le p e r s o n e su beni, terreni e i m m o b i l i n o n d i s c e n d o n o
semplicemente dal gioco dei meccanismi economici e dal peso delle disuguaglianze
trasmesse per eredità. La loro definizione dipende dalle decisioni politiche. N o n basta che i m o v i m e n t i d'ispirazione cristiana s p i n g a n o affinché lo sfruttamento familiare si i m p o n g a nelle c a m p a g n e : bisogna favorirlo d a n d o ai c o n t a d i n i e ai mezzadri u n a posizione stabile, evitare lo sbriciolamento delle eredità che n o r m a l m e n t e
deriva dal m e c c a n i s m o delle successioni egualitarie nelle zone di piccole p r o p r i e t à ,
creare istituti di credito che c o n s e n t a n o ai piccoli agricoltori l'accesso a prestiti a
basso costo e moltiplicare le cooperative di rifornimento e commercializzazione.
Lo sviluppo delle zone u r b a n e a bassa densità implica l ' a t t u a z i o n e di u n a rete di t r a s p o r t i c o m u n e , la definizione di tariffe che r e n d o n o m o v i m e n t i e m i g r a t o ri e i m m i g r a t o r i accessibili ai bassi redditi e la creazione di un sistema di prestiti
ipotecari che p e r m e t t a a u n a g r a n p a r t e della c o m u n i t à sociale l'accesso alla p r o prietà, e così via.
Le preferenze culturali si inscrivono nello spazio solo c o n l'organizzazione di
c o n t e s t i istituzionali a d e g u a t i : la l o r o espressione p a s s a a t t r a v e r s o scelte politiche. Se i cittadini di molti paesi europei si s o n o a l u n g o a m m a s s a t i nelle z o n e ad
alta densità n o n era p e r c h é a s p i r a v a n o tutti a q u e s t o t i p o di h a b i t a t e alle forme
di vita che vi e r a n o legate, ma perché il sistema di p r o m o z i o n e immobiliare e il merc a t o fondiario e r a n o stati definiti dal g o v e r n o in m o d o tale da n o n p o t e r fornire
a b i t a z i o n i i n d i p e n d e n t i in b u o n e c o n d i z i o n i e a basso p r e z z o . L'espressione spaziale delle preferenze culturali è possibile solo grazie alla f o r m a z i o n e , a t t r a v e r s o
istanze politiche, di un sistema legislativo favorevole, ma d i p e n d e anche dalla rip a r t i z i o n e delle c o m p e t e n z e e dalle forme assunte dalla divisione del l a v o r o .
Scelta delle forme costruite, conoscenze tecniche e divisione del lavoro
nel mondo tradizionale
C o m e v e n i v a n o scelti i tipi di organizzazione dello spazio e le forme costruite nelle società di u n a volta? P r e n d i a m o l'esempio della casa. Colui che decideva di farsene costruire u n a aveva u n a certa idea di ciò che voleva: si era g u a r d a t o i n t o r n o ,
Cultura e spazio antropizzato
209
aveva p e s c a t o nei r i c o r d i e fatto p a r l a r e un p o ' di p e r s o n e . Ma per realizzarla bis o g n a v a t e n e r c o n t o della gente del m e s t i e r e .
N e l Q u e r c y (figura 11.5) ( C a y l a , 1 9 7 2 ) , t r a il X V I I I e il X I X s e c o l o , l'agric o l t o r e spesso o p t a per u n a sala al p r i m o p i a n o alla q u a l e d a n n o accesso u n a scala a p e r t a e un b a l c o n e , lou bolet, e in cui, nei g i o r n i di bel t e m p o , si s v o l g o n o vi
La vita d e g l i a g r i c o l t o r i e le loro n e c e s s i t à
Retrocucina
Camera
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Laboratorio/Scuderia
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La moglie dell'agricoltore
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Fig. 11.5 La costruzione di una fattoria tradizionale nel Quercy.
L'agricoltore (1 ) che decide di costruire una fattoria vuole i locali di lavoro al pianterreno e l'abitazione al primo piano. Sua moglie (2) vuole una superficie di lavoro all'esterno, un grande soggiorno, una dispensa e due camere. Il muratore (3) propone una struttura costruita con un largo balcone di pietra (bolet). Il carpentiere (4) utilizza i passafuori affinché il tetto sporga ampiamente e si evitino così le infiltrazioni d'acqua nei muri. La casa tipica del Quercy è frutto del confronto di queste
quattro tradizioni.
210
La geografia culturale
ta e l a v o r o domestici. È a b i t u d i n e stare in u n a g r a n d e cucina che serve da sala da
p r a n z o : i n t o r n o al c a m i n o si svolge la vita familiare; d u e lucerne la i l l u m i n a n o e
u n ' a l t r a fa luce s u l l ' a c q u a i o . U n a stanza a t t i g u a , la dispensa, ospita la c r e d e n z a ,
le provvigioni e serve per p r e p a r a r e gli alimenti. La famiglia d o r m e in u n a o d u e
stanze da letto, e così via.
U n a volta specificati i bisogni e concepita la casa in funzione delle esigenze locali, colui che la fa costruire deve mettersi d ' a c c o r d o c o n gli artigiani che la realizzeranno. U n o in p a r t i c o l a r e : nei paesi in cui m a l t a e m a t t o n i costituiscono il rie m p i m e n t o , è il carpentiere a svolgere la funzione di direttore dei lavori. D u r a n t e
l'inverno p r e p a r a la s t r u t t u r a p o r t a n t e , la m o n t a e la p r o v a . Da lui d i p e n d e la definizione di ciò che è possibile: il cliente deve dargli fiducia. Nelle g r a n d i fattorie
della Francia orientale, il carpentiere ha un r u o l o f o n d a m e n t a l e : costruisce le c a m p a t e che s t r u t t u r a n o il v a s t o spazio i n t e r n o della futura c o s t r u z i o n e ; la l o r o disposizione d e t e r m i n a il l a v o r o dei m u r a t o r i e le possibilità offerte a chi la utilizzerà (de Planhol, 1 9 6 9 b ; Trochet, 1993). Il carpentiere e il copritetto decidono la pendenza da d a r e ai tetti; il cliente n o n ha voce in c a p i t o l o . I m u r a t o r i c o n o s c o n o le
misure delle p o r t e e delle finestre e lo spessore delle p a r e t i . D o v e i m u r i s o n o p o r t a n t i , chi li costruisce ha il r u o l o principale nel cantiere.
Tra le diverse categorie professionali p o s s o n o nascere dei conflitti. Certe forme che d a n n o fascino alle case rurali s o n o destinate a prevenire q u e s t o genere di
litigio: nel Périgord e nel Q u e r c y si estende l'area c o p e r t a a d d o l c e n d o la p e n d e n za del t e t t o nella p a r t e inferiore grazie all'utilizzo di passafuori; la c o p e r t u r a deb o r d a q u i n d i a sufficienza affinché le acque p i o v a n e n o n colino lungo i m u r i .
Così, nel m o n d o tradizionale, i sogni di colui che vuole costruire s o n o limitati dalle conoscenze del mestiere e dalle regole che presiedono ai loro r a p p o r t i (Brunskill, 1 9 7 0 ; N e w t o n , Pulliam-Di N a p o l i , 1 9 7 7 ) . Le forme u r b a n e s o n o dipese a lungo dagli stessi m o d i di t r a s m i s s i o n e e dalle stesse costrizioni sociali: le scelte dei
materiali, il v o l u m e delle costruzioni, i tipi delle s t r u t t u r e e r a n o imposti ai clienti
dagli artigiani; anche i tecnici a d d e t t i alla viabilità c o m u n a l e incaricati del disegno
delle vie e le a u t o r i t à municipali a v e v a n o le loro tradizioni.
Ripartizione delle competenze ed elaborazione delle forme nelle società moderne
N e l m o n d o d i u n a v o l t a l a diversità dei p a e s a g g i d i p e n d e v a dalla m u n i c i p a l i t à ,
dalle tradizioni culturali e dal r u o l o delle c o r p o r a z i o n i che d e t e n e v a n o le tecniche
indispensabili per la realizzazione dei progetti. Ciò p o r t a v a a schemi d'organizzazione o di costruzione p r o p r i a ogni luogo (figura 11.6, p a g i n a seguente). Oggi la
tendenza è all'omogeneizzazione. La s t a m p a e i m e d i a c o n t r i b u i s c o n o a diffondere
r a p i d a m e n t e i modelli ai quali i costruttori fanno riferimento (figura 11.7, p. 2 1 3 ) .
Le c a t e g o r i e professionali p e r d o n o i l o r o privilegi: t u t t i p o s s o n o i m p r o v v i sarsi carpentieri o m u r a t o r i , c o m e m o s t r a l'esempio del balloon frame, d e l l ' a r m a t u r a leggera, nell'America Settentrionale. Le riviste che diffondono le p i a n t e delle
case o degli edifici a u s o a g r i c o l o s o n o m o l t o diffuse: i riferimenti locali s c o m p a i o n o per l'effetto c o n g i u n t o dei p r i m i m e d i a a diffusione di m a s s a e della semplificazione tecnica.
Cultura e spazio antropizzato \ 211
1. Volterra - 2. L a n c i a n o - 3. A r c i d o s s o - 4. San M i n i a t o - 5. Elba - 6. G i g l i o - 7. S i l i c a g n a n a 8. V i l l a f r a n c a - 9. P e l a g o - 10. C a s t e l f r a n c o - 1 1 . T o r r i t a - 1 2 . A l p e di S a n t ' E g i d i o 13. F u c e c c h i o - 14. S c a n d i c c i - 15. G r o s s e t o - 16. C i r e l i o - 17. M o n t e f e g a t e s i - 18. B a s e l i c a
Fig. 11.6 Le principali forme e caratteristiche delle case rurali in Toscana (fonte: AA.VV, 1982-1983,
p. 165, ripreso da R. Biasutti, La casa rurale della Toscana, Firenze, 1972).
Il p r o g r e s s o tecnico va di p a r i p a s s o c o n u n a formalizzazione m a g g i o r e dell'arte di chi pianifica il territorio; costui p a d r o n e g g i a le regole che gli p e r m e t t o n o
di r i s p o n d e r e in m o d o efficace ai più svariati p r o b l e m i funzionali. Il processo di sistematizzazione è in a t t o dal R i n a s c i m e n t o (Choay, 1 9 8 1 ) . L e o n Battista Alberti
i n s e g n a v a già allora a t e n e r c o n t o dei bisogni dei clienti (commoditas), a fornir
l o r o u n a costruzione di qualità (soliditas) e a g a r a n t i r e l'equilibrio e la bellezza ris p e t t a n d o le regole di c o m p o s i z i o n e p r o p o s t e (venustas).
212
La geografia culturale
Casa familiare - Cliente
La sua scelta
I suo sogno
Fai da te
Casa
É
Piscina
Barbecue
Rivista/catalogo
I mezzi
La casa terminata
Pezzi
componibili
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•
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0
•
•
Utensili
Fig. 11.7 Autocostruzione di una casa su armatura leggera (balloon frame) nel Nord America
Chi vuole costruire una casa unifamiliare sceglie alcuni disegni in una rivista specializzata, c o m pera martelli, chiodi da carpentiere, travi standardizzate e segue le indicazioni di un manuale
per l'assemblamento dei pezzi
N e l l ' a r c h i t e t t u r a e nell'urbanistica, la ricerca di soluzioni razionali ai p r o b l e mi dei fruitori o degli abitanti fornisce indicazioni sulle forme e i volumi più soddisfacenti, ma g e n e r a l m e n t e n o n p e r m e t t e di fissare il disegno definitivo: racchiude le soluzioni immaginabili per un involucro più che i m p o r r e loro u n a geometria.
C'è d u n q u e p o s t o per u n ' i s p i r a z i o n e che trova sostegno in regole o d o t t r i n e estetiche e in modelli già formalizzati.
La d i m e n s i o n e culturale n o n sparisce d u n q u e nei lavori odierni, ma si insinua,
c o m e in p a s s a t o , nel dialogo che si instaura necessariamente tra il p r i v a t o , o l'autorità responsabile delle realizzazioni, e gli architetti, ingegneri o urbanisti incaricati di p o r t a r l e a termine (figura 11.8A, p a g i n a seguente). Gli uni e gli altri s o n o
liberati dai modelli ereditati che n o n si sapeva ne si voleva rovesciare; c o s t o r o sono divenuti sensibili alle n u o v e esperienze estetiche. 11 c o m m i t t e n t e presta ascolto
ai discorsi che si fanno sui nuovi ambienti. L'ideatore si ispira a correnti in costante
evoluzione che seleziona e sceglie. La molteplicità delle g r a m m a t i c h e che ha a disposizione e che sa mettere in c a m p o assicura la diffusione pressoché i s t a n t a n e a delle forme. Gli a g r i m e n s o r i e i geometri incaricati di delimitare gli a p p e z z a m e n t i di
Cultura e spazio antropizzato
213
Casa familiare - Cliente
Bagno
Camera 2
Camera
Cucina
1
W£j
Camera
3
Soggiorno
I suoi bisogni
Usuo sogno
I costruttori
Credito
Finanziamento
bancario
Leggi
urbanistiche
Tecniche
Ideologia
modernista
Imprenditore
Architetto
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Risultato: una cellula in un immobile
Fig. 11.8 La concezione delle grandi costruzioni moderne.
Il cliente analizza i suoi bisogni e nutre la sua immaginazione attraverso la lettura di riviste, r i cordi di viaggio, o da quello che ricava dal cinema o dalla televisione. L'architetto propone delle forme in relazione alla formazione ricevuta, alla lettura della stampa specializzata o alla frequentazione delle esposizioni. Così sparisce qualsiasi segno di specificità locale.
t e r r e n o , gli artigiani, i tecnici e gli architetti responsabili della costruzione degli edifici, gli scultori e i pittori che li d e c o r a n o , i giardinieri che ne c u r a n o gli spazi verdi circostanti e gli ingegneri che o r g a n i z z a n o i g r a n d i i m p i a n t i s v o l g o n o un ruolo
essenziale nel d a r f o r m a agli spazi a n t r o p i z z a t i . E da l o r o che spesso g i u n g o n o le
i n n o v a z i o n i che li a l t e r a n o in p r o f o n d i t à .
4
La geografia culturale
> Involuzione degli spazi antropizzati: inerzie,
derive e ristrutturazioni <
Forze naturali e dinamica dei luoghi antropizzati
Gli spazi che gli u o m i n i t r a s f o r m a n o r e s t a n o sottomessi alle leggi della n a t u r a . I
terreni vengono erosi q u a n d o si a b b a t t o n o piogge violente e gli scoli a s s u m o n o u n a
forma catastrofica; i fiumi e r o d o n o gli argini e n t r o i quali si è v o l u t o rinchiuderli;
il gelo apre crepe nelle pietre e nei m a n t i stradali.
I semi g e r m i n a n o negli interstizi dei muri e le radici delle piante alle quali d a n no vita a l l a r g a n o le g i u n t u r e , le r i m u o v o n o e un g i o r n o i n t a c c h e r a n n o le strutture p o r t a n t i dell'edificio. Nei giardini alla francese del s e c o l o d ' o r o , gli allineamenti impeccabili c e d o n o presto di fronte alla proliferazione delle piante: alla fine del regno di Luigi XIV, m a n c a n o i fondi per m a n t e n e r e l'esercito di giardinieri
necessario per tagliare gli alberi e q u e s t o t r a s f o r m a in m o d o sottile l'atmosfera e
la r e n d e già r o m a n t i c a .
Là d o v e lo spazio è coltivato o a d i b i t o a p a s c o l o , la forza delle associazioni
n a t u r a l i è a n c o r a più g r a n d e : le erbe infestanti si m o l t i p l i c a n o nel giro di d u e o
tre raccolti, gli arbusti e gli alberi o c c u p a n o di n u o v o il t e r r e n o . Lo spazio t o r n a
alla n a t u r a , ma il t e r r e n o incolto n o n è che una forma b a s t a r d a : è necessario m o l to t e m p o affinché le formazioni p r i m a r i e si ricostituiscano. U n a corte di piante e
di animali i n t r o d o t t a d a l l ' u o m o resiste.
Peso degli investimenti, obblighi fondiari e inerzia dei paesaggi antropizzati
I paesaggi a n t r o p i z z a t i n o n riflettono m a i e s a t t a m e n t e le esigenze funzionali di
chi li abita. Costruzioni e s t r u t t u r e costituiscono fattori d ' i m m o b i l i t à notevoli, la
loro d u r a t a è lunga: bisogna avere ragioni valide per rimpiazzarle p r i m a che siano tecnicamente s u p e r a t e ; lo si fa solo per far fronte a nuovi bisogni, per r o m p e re con i simboli di un p a s s a t o r i p u d i a t o o nella prospettiva di un r e n d i m e n t o superiore. 1 paesaggi s o n o d u n q u e fatti di elementi di età diverse, la m a g g i o r p a r t e
dei quali resta funzionale. Q u a n d o la demolizione di certe costruzioni diventa più
costosa dello spazio che o c c u p a n o , esse si t r a s f o r m a n o a p o c o a p o c o in rovine che
finiscono per essere investite di valori sentimentali: il p a s s a t o coesiste con il presente. Il paesaggio richiede u n a lettura archeologica per c o m p l e t a r e l'interpretazione funzionale che inizialmente si i m p o n e .
La longevità che caratterizza spesso le suddivisioni fondiarie è sorprendente (figura 77.9, pagina seguente). Per modificare i confini di un c a m p o , d a p p r i m a è o p p o r t u n o ottenere l'accordo tra i proprietari delle terre confinanti: n o n si p u ò fare
niente se questi rifiutano di vendere o di procedere a u n o s c a m b i o amichevole. Rimodellare l'insieme di un territorio su base volontaria è generalmente impossibile.
La trasformazione delle strutture fondiarie è facile solo in un senso: la loro suddivisione. È facile dividere un terreno tra gli eredi, m o l t o più difficile ingrandirlo.
La ristrutturazione dell'insieme delle suddivisioni è d u n q u e u n ' o p e r a z i o n e molto più complessa del loro p r i m o disegno ( M a u r i n , 1 9 9 0 ) . G e n e r a l m e n t e essa neCultura e spazio antropizzato !
Fig. 11.9 I segni della centuriazione romana nel territorio intorno a Terracina (fonte: Leveau, Sillières e Vallai, 1993, p. 127; riprodotto con la cortese autorizzazione delle edizioni Hachette).
La centuriazione antica, risalente al 3 2 9 a.C. e riportata sulla carta, spiega l'attuale suddivisione particellare del territorio di Terracina (Latina).
cessita dell'esproprio di coloro che d i s t u r b a n o o rischiano di ledere all'operazione.
E costosa e p r e n d e t e m p o . Un a c c o r p a m e n t o fondiario n o n si decide alla leggera e
le sue motivazioni s o n o sociali (assicurare u n a ripartizione più equa della proprietà fondiaria agricola) o economiche (rendere possibile l'utilizzo di nuovi strumenti). La meccanizzazione spiega l'accelerazione delle politiche di creazione di grandi
parcelle di terra nei paesi industrializzati dell'Europa occidentale dalla fine della Sec o n d a guerra m o n d i a l e . I paesi del Terzo M o n d o , invece, s o n o stati il t e a t r o di riforme agrarie che m i r a v a n o a ridistribuire le terre con fini egualitari e sociali.
La rilettura culturale degli spazi antropizzati
Spesso gli u o m i n i v i v o n o in l u o g h i che n o n h a n n o d i s e g n a t o ; le società si inscriv o n o in spazi i cui t r a t t i s o n o ereditati da l o n t a n i avi f o n d a t o r i o da d o m i n a z i o n i
216
La geografia culturale
straniere. Il r u o l o della c u l t u r a è allora più quello di rileggere lo spazio che quello
di disegnarlo. Vi si giunge p r o c e d e n d o per ritocchi. U n a generazione n u o v a di m o n u m e n t i evidenzia i valori che d o m i n a n o la società o d i e r n a , in cui l'uso degli spazi pubblici n o n è più s o t t o p o s t o alle stesse regole. N e i paesi colonizzati, la polizia
vegliava affinché i v e n d i t o r i a m b u l a n t i n o n d i s t u r b a s s e r o la c i r c o l a z i o n e e n o n
d e t u r p a s s e r o le belle prospettive dell'urbanizzazione i m p o r t a t a . A p a r t i r e dall'ind i p e n d e n z a , queste restrizioni s o n o sparite: tutti c o n s i d e r a n o gradevole t r o v a r e a
p o r t a t a d i m a n o piccoli c o m m e r c i a m b u l a n t i .
Spesso l ' a m b i e n t e ereditato è c o m p l e t a m e n t e accettato (Agnew, 1 9 8 4 ) : gli irlandesi s o n o fieri dei q u a r t i e r i georgiani di D u b l i n o o di C o r k la cui c o n c e z i o n e
era, p e r a l t r o , t i p i c a m e n t e inglese. Per d a r e u n a d i m e n s i o n e a r a b a o m u s u l m a n a ai
quartieri dell'epoca francese nell'Africa del n o r d , è b a s t a t o inserire alcune moschee
e r i b a t t e z z a r e q u a l c h e via c o n i n o m i degli eroi della l o t t a a n t i c o l o n i a l i s t a . C i ò
che s e m b r a i m p o r t a n t e è integrare gli elementi d'origine straniera nel contesto della c u l t u r a a t t u a l m e n t e d o m i n a n t e . S e m i n a n d o q u a e là gli elementi che e v o c a n o i
discorsi condivisi dalla p o p o l a z i o n e attuale, si c r e a n o le condizioni indispensabili
d'intertestualità p e r c h é si sia a p r o p r i o agio in un a m b i e n t e in cui ci si è stabiliti e
ce ne si a p p r o p r i s i m b o l i c a m e n t e .
La reinterpretazione dell'ambiente si compie attraverso cerimonie il cui ruolo è
affermare ciò che abitualmente è nascosto. Le minoranze, la cui presenza è come cancellata nelle costruzioni, si manifesta in simili occasioni con gruppi folkloristici.
L'interesse che la geografia culturale a n g l o s a s s o n e n u t r e p e r gli avvenimenti
sociali eccezionali, le esposizioni internazionali, le g r a n d i c o m m e m o r a z i o n i (anniversari di fondazioni, scoperte e così via), t r o v a in q u e s t o la sua giustificazione.
La geografia culturale si interessa t a n t o al m o d o in cui i paesaggi ereditati sono reinvestiti senza sosta da chi vi abita ( G h o r r a - G o b i n , 1 9 9 4 ) , q u a n t o alla genesi dei t r a t t i più spettacolari dell'organizzazione dello spazio. Si p e n e t r a v e r a m e n t e
nell'intimità delle culture interessandosi alla vita q u o t i d i a n a delle p e r s o n e e al m o do in cui i m p i e g a n o lo spazio, lo r i v e s t o n o , lo m a r c a n o con segni n u o v i o lo reinv e s t o n o c o n c e r i m o n i e . Si finisce p e r c a p i r e la logica dei g r u p p i i n t e r r o g a n d o s i
anche sul p o s t o d a t o ai defunti e su ciò che è considerato c o m e un m a r c h i o del passato sacralizzato.
> I paesaggi <
È a t t r a v e r s o il paesaggio che i geografi h a n n o generalmente affrontato i p r o b l e m i
culturali (Meinig, 1 9 7 9 ; Serque, 1 9 8 4 ) : e r a n o sensibili alla diversità delle parcelle
e delle forme costruite, ai sistemi agrari, alle architetture e, in altri c a m p i , ai m a nufatti o ai c o s t u m i . A volte, perciò, si è diffusa l'idea che le forme visibili rivelassero t u t t o sulla cultura dei g r u p p i : c o m e h a n n o m o s t r a t o i paragrafi precedenti, è
inesatto, ma ciò n o n priva i paesaggi d'interesse e di pertinenza.
Cultura e spazio antropizzato
217
La lettura dei paesaggi
Il geografo deve leggere i paesaggi c o n u n a tripla griglia se vuole m i s u r a r n e le dim e n s i o n i culturali (ma si t r a t t a di a p p r o c c i estetici, cfr. H i g u c h i , 1 9 8 3 ) .
1) La griglia funzionale gli m o s t r a a quale tipo di a r c h i t e t t u r a della società corris p o n d a la divisione dei terreni che osserva: nel caso del M i d d l e West a m e r i c a n o ,
il grid pattern riflette le vedute di un certo n u m e r o di p a d r i della Costituzione amer i c a n a , i n p a r t i c o l a r e d i T h o m a s Jefferson (Claval, 1 9 9 0 a ; J o h n s o n , 1 9 7 6 ) . Per
lui la d e m o c r a z i a n o n p o t e v a t r o v a r e radici solide se n o n in u n a società fatta di piccoli agricoltori indipendenti (si veda la figura 8.9, p. 155). Il paesaggio del M i d d le West r i m a n d a ad altri tratti della società a m e r i c a n a della fine del X I X secolo. Il
sistema i m m a g i n a t o da Jefferson funziona solo perché i c o n t a d i n i v e d o n o circolare i l o r o p r o d o t t i sui mercati dell'est o su quelli europei: da ciò il significato delle
ferrovie e degli alti profili dei silos che s e g n a l a n o le stazioni.
2) Q u e s t a l e t t u r a funzionale ci r a g g u a g l i a m o l t o m a l e su che cosa s i a n o oggi la
società e l'economia del M i d d l e West. La c o n c e n t r a z i o n e delle parcelle è stata m o l to r a p i d a . In tre q u a r t i di secolo si è passati da 32 o 64 ettari iniziali a 2 5 0 , 5 0 0 o
1 0 0 0 ettari. Le ripartizioni parcellari n o n si s o n o sempre mosse e molte costruzioni
delle vecchie fattorie r e s t a n o in piedi in un raggio di 30 o 40 chilometri i n t o r n o alle città, ma v e n g o n o o c c u p a t e da n o n - a g r i c o l t o r i . Il paesaggio del M i d d l e West è
oggi più un d o c u m e n t o archeologico che u n a t e s t i m o n i a n z a delle logiche funzionali c o n t e m p o r a n e e .
3) I paesaggi del M i d d l e West s o n o stati concepiti all'insegna dell'utilitarismo. Le
forme geometriche e le tecniche s t a n d a r d i z z a t e di costruzione conferiscono lo stesso a s p e t t o a c o m u n i t à le cui culture s o n o in molti casi r i m a s t e vive: p u r nella diversità delle l o r o d e n o m i n a z i o n i , solo le cappelle e i cimiteri r e n d o n o sensibile questa d i m e n s i o n e essenziale della regione.
Il paesaggio del M i d d l e West era p u r a m e n t e utilitaristico? N o n aveva u n a dim e n s i o n e simbolica? J o h n B. J a c k s o n (1979) r i s p o n d e affermativamente: il carattere ascetico, n u d o , freddo e spoglio delle c a m p a g n e ben si a d a t t a v a a c o m u n i t à
la cui fede cristiana era intensa e che c r e d e v a n o che la p r e p a r a z i o n e alla vita nell'aldilà contasse più della creazione di un paesaggio o r n a t o e di abitazioni lussuose. Persino in q u e s t o caso e s t r e m o di ricerca del funzionalismo, un sistema di valori d a v a un senso a queste distese austere.
Lo sguardo sul paesaggio
Il paesaggio n o n riflette m a i fedelmente tutti gli aspetti di u n a cultura. I suoi elem e n t i s o n o stati messi in a t t o da diversi a t t o r i le cui azioni e r a n o c o o r d i n a t e solo
eccezionalmente.
Se il paesaggio possiede u n a coerenza e u n a s t r u t t u r a , lo deve m o l t o più alla
r i c o r r e n z a o a l l ' o p p o s i z i o n e di t e m i che all'unità della c o m p o s i z i o n e : ripetizione
di forme topografiche, orizzonti tranquilli di vasti openfield dai terreni a strisce fitte e paesi s p r o f o n d a t i nel verde dei c a m p i , mosaici di paesi di colonizzazione b o schiva d e l l ' E u r o p a centrale o di regioni canadesi, regolarità r i t m a t e di distretti coltivati nati da g r a n d i esperienze di colonizzazione del X I X secolo.
218
La geografia culturale
Nella s t r a g r a n d e m a g g i o r a n z a dei casi, il paesaggio è un p r o d o t t o n o n pianificato dell'attività u m a n a . N e s s u n a concezione estetica globale ha presieduto alla
sua e l a b o r a z i o n e ; la p r e o c c u p a z i o n e per la bellezza si è espressa u n i c a m e n t e a livello di costruzioni, giardini o p a r c h i , ma è evidente solo in certi casi.
S i c u r a m e n t e le p e r s o n e n o n s o n o indifferenti alla q u a l i t à degli a m b i e n t i in
cui v i v o n o , alla loro a r m o n i a , al piacere delle rive soleggiate dei fiumi in estate, alla maestosità delle m o n t a g n e innevate che si stagliano sui cieli invernali freddi e luminosi, ai banchi di nebbia che i m p e d i s c o n o la vista di p r i m o m a t t i n o , o alla m a gnificenza dei t r a m o n t i . Il poeta Virgilio non c a n t a v a forse: Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi..?.
Le società nelle quali il paesaggio si t r o v a r i a p p r o p r i a t o a t t r a v e r s o una cont e m p l a z i o n e estetica s o n o u n ' e c c e z i o n e : la C i n a e le civiltà che ispira a p a r t i r e
d a l l ' e p o c a T a n g , nel VI o VII secolo (Vandier-Nicolas, 1982) e l'Occidente rinascimentale. Alain R o g e r ( 1 9 7 8 , 1 9 8 2 , 1 9 8 9 , 1 9 9 1 , 1 9 9 4 , 1 9 9 5 e 1 9 9 7 ; R o g e r e
Guéry, 1 9 9 1 ) , M a r c e l (1989) e Augustin Berque ( 1 9 8 6 , 1 9 8 9 , 1 9 9 0 , 1 9 9 1 , 1 9 9 4
e 1995) h a n n o evidenziato queste eccezioni e ne h a n n o chiarito le ragioni.
Dal m o m e n t o in cui il paesaggio diviene un oggetto di c o n t e m p l a z i o n e e viene valorizzato per ragioni estetiche, i r a p p o r t i dei gruppi con lo spazio c a m b i a n o
n a t u r a (A. Berque, 1 9 9 4 ; si veda più precisamente D o n n a d i e u , 1 9 9 4 ) . Alle preoccupazioni di funzionalità e c o n o m i c a e sociale e ai messaggi simbolici localizzati si
aggiunge u n a d i m e n s i o n e simbolica globale (figura 11.10, pagina seguente) (Cosgrove, 1 9 8 4 ; O l w i g , 1 9 8 4 ; Penning-Rowell e L o w e n t h a l , 1 9 8 6 ; C o s g r o v e e D a niels, 1 9 8 8 ; A A . W . , 1 9 9 1 ; M o n d a d a , 1 9 9 2 ; D o n n a d i e u , 1994): la totalità o grandissime p o r z i o n i del p a e s a g g i o s o n o v a l o r i z z a t e dalla c u l t u r a ( S c h a m a , 1 9 9 5 ) .
Ciò è vero a n c h e per le z o n e rurali e per le aree urbanizzate (Short, 1 9 9 1 ; Tennis,
2 0 0 1 ) . O p e r a r e modifiche significa distruggere q u a l c u n o dei c a p o l a v o r i della civiltà o qualche segno di un p a s s a t o che dà un significato alla società attuale! I p r o blemi di conservazione d i v e n t a n o attuali, c o m p r o m e t t e n d o a volte l'efficacia funzionale degli spazi a n t r o p i z z a t i .
Luoghi e non luoghi
La lettura a n u m e r o s i livelli dei paesaggi è possibile finché ciascuna delle logiche
che p r e s i e d o n o all'elaborazione dello spazio a n t r o p i z z a t o n o n è in g r a d o di elimin a r e le altre. È ciò che caratterizzava il m o n d o tecnico di u n a volta: l'abitazione
era concepita sia per proteggere dal freddo e dalla pioggia, sia per servire da q u a d r o alla vita familiare sia per ospitare l'altare degli avi. Gli spazi coltivati e r a n o a
volte interrotti da boschetti e boschi sacri. L u n g o le strade, croci o altari ricordav a n o la fede c o m u n e . Gli architetti che i d e a v a n o i centri cittadini vegliavano allo
stesso t e m p o sulla fluidità della circolazione, sulla molteplicità degli usi e sul bis o g n o della gente di darsi r e c i p r o c o s p e t t a c o l o ; così, a t t r a v e r s o il gioco delle inscrizioni, delle statue e dei m o n u m e n t i , i m p r i m e v a n o al paesaggio l'ideologia d o minante (Duncan, 1990 e 1992; Gandy, 2001).
I luoghi si o r g a n i z z a n o in insiemi, in regioni. A t t u a l m e n t e ci si o c c u p a t a n t o
del m o d o in cui lo spazio è percepito, vissuto e investito di affettività q u a n t o de-
Cultura e spazio antropizzato
219
QUI Città di Zhili
C a m p a g n a d i Zhili
HE
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Palazzo di Pechino
G r a n d e Muraglia
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I Giardini di J i a n g n a n
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Templi W a i b a m i a o
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Prateria della Mongolia
23
Paesaggio d i Jehol
1
I Colline della Manciuria
"\_
I* • ' • 'I Paesaggio sinotibetano
Strada dell'imperatore
Scala approssimativa
1 : 2 5 000
Fig. 11.10 II ruolo simbolico del paesaggio nella Cina degli imperatori manciù (fonte: Forèt, 1993, p 94),
Chengde, capitale di Stato degli imperatori manciù, alle porte della Mongolia, è strutturata affinché
tutti i paesaggi costitutivi dell'impero siano presenti in uno stesso luogo: nella civiltà cinese, da m o l to tempo il paesaggio è percepito come un simbolo degli spazi regionali
gli insiemi o m o g e n e i e delle reti che lo s t r u t t u r a n o : è ciò che E n t r i k i n ha sottolin e a t o c o n forza ( 1 9 9 2 ) . La riflessione sui r a p p o r t i t r a i l u o g h i e la c u l t u r a è al
centro di molti studi c o n t e m p o r a n e i ( D u n c a n , 1 9 9 3 ) . Lo spazio s t r u t t u r a t o da simboli e intriso di m e m o r i a collettiva diviene t e r r i t o r i o ( B o n n e m a i s o n , 1 9 9 9 ) .
L'avvento delle t e c n o l o g i e m o d e r n e ha m o d e l l a t o altri tipi di a m b i e n t e e la
logica utilitaristica li d o m i n a a tal p u n t o che spesso essi d i v e n g o n o spazi m o n o funzionali. Il l o r o significato s i m b o l i c o è tra i più limitati ( M a r c e l , 1 9 8 9 ) : si ac220
La geografia culturale
c o n t e n t a n o di affermare di fronte alla n a t u r a il p o t e r e orgoglioso di c o l o r o che li
h a n n o concepiti. Sono tutti d ' u n pezzo, intaccabili, n e g a t o r i o evocatori di un p a e saggio n a t u r a l e , senza interstizi in cui p o s s a n o nascere erbacce e crescere fiori.
L o s p a z i o a b i t a t o era f a t t o d i l u o g h i . O r a c o m p o r t a dei n o n l u o g h i (Auge,
1 9 9 2 ; R e l p h , 1 9 7 6 e 1 9 8 1 ) : di fronte a queste aree, in cui si leggono solo le geometrie più fredde, i g r u p p i si r i t r o v a n o sconcertati. N o n riescono ad a g g r a p p a r s i
a un territorio per costruire le loro identità. I n o n luoghi t e s t i m o n i a n o società deacculturate. L'architettura e l'urbanistica postmoderne sono nate da una reazione
c o n t r o i suoi eccessi.
> Conclusione <
I paesaggi r e c a n o l ' i m p r o n t a delle culture e, allo stesso t e m p o , le influenzano (A.
Berque, 1 9 8 4 ) . Le società n o n h a n n o esistenza fuori del luogo in cui s o n o insediate. Gli uomini e lo spazio che h a n n o fatto p r o p r i o s o n o le due facce di una stessa
realtà e d e v o n o essere colte dallo stesso percorso intellettuale (per un esempio giapponese: Ohnuki-Tierncy, 1 9 9 3 ) . In q u e s t o senso lo studio dei paesaggi costituisce
u n o dei capitoli f o n d a m e n t a l i della geografia culturale, quello che studia il m o d o
in cui i gruppi u m a n i a s s i c u r a n o la loro presa sullo spazio e ne s u b i s c o n o l'azione
(A. Berque, 1 9 9 0 e 1 9 9 5 ) .
L'impatto delle culture sullo spazio a n t r o p i z z a t o n o n si limita al paesaggio. Le
c o n v e n z i o n i condivise dall'insieme di u n a p o p o l a z i o n e e le forme d ' a r c h i t e t t u r a
sociale che ne c o n s e g u o n o s o n o le sole capaci di render c o n t o di costruzioni territoriali paradossali c o m e quelle del Tibet (van Spcngen, 1 9 9 3 e 2 0 0 0 ) o dell'Etiopia
(Gallais, 1 9 8 9 ; G a s c o n , 1995): senza il cristianesimo n o n ci sarebbe stato lo Stato
etiope; senza il b u d d h i s m o tantrico il Tibet n o n sarebbe d o t a t o di una rete di m o nasteri buddhisti che i n q u a d r a le popolazioni n o m a d i di allevatori di yak. I prelievi eccezionalmente alti che s o n o all'origine di queste forti strutture organizzative sono tollerati dalla massa solo grazie ai valori ai quali essa è legata.
> Nota <
!.. Diffusa a m e t à del X I X secolo da C a t h e r i n e Bccchcr, q u e s t a d o t t r i n a e s a l t a v a il r u o l o della d o n n a
nella società a m e r i c a n a : r e s p o n s a b i l e della t r a s m i s s i o n e dei valori centrali della c u l t u r a , l a d o n n a d o veva fissare il focolare d o m e s t i c o l a d d o v e i b a m b i n i a v e v a n o più possibilità di t r o v a r e un a m b i e n t e
s a n o , d u n q u e l o n t a n o dal c e n t r o .
Cultura e spazio antropizzato
221
Parte IV
I livelli culturali
e la loro espressione geografica
Le culture sono così diverse che non è qui possibile
disegnarne un quadro sia pur esauriente.
Per mettere ordine
è dunque opportuno porre l'accento sul livello di sviluppo
tecnico raggiunto da ogni civiltà.
Noi affronteremo questi
problemi attraverso
una
rapida
caratterizzazione delle
società arcaiche,
delle strutture contrastate delle società
tradizionali e dei tratti dominanti delle società moderne
(capitolo
12). Per superare questa immagine statica,
consideriamo i processi che hanno permesso la
modernizzazione delle società occidentali e la loro
diffusione, almeno parziale, in tutto il mondo (capitolo 13).
L'ultima parte tratterà i problemi nati nelle società
postmoderne
(capitolo
14).
Capitolo 12
Culture e livelli di sviluppo
N e l corso della storia, certi g r u p p i m o s t r a n o u n a s o r p r e n d e n t e capacità di restare
fedeli ai tratti della l o r o cultura. La Cina presenta stupefacenti caratteri di p e r m a n e n z a : la scrittura, che ha i n v e n t a t o e che fissa il senso i n d i p e n d e n t e m e n t e dalla
lingua e dalla p r o n u n c i a , a p p a r e nel II millennio a . C ; il confucianesimo e il t a o i s m o , a n c o r a così presenti nel pensiero a t t u a l e , e m e r g o n o nel V secolo a . C .
Ciò che dà alle culture la loro identità resiste così talvolta allo scorrere del temp o . Q u e s t o n o n significa che le società che ne s o n o le custodi sfuggano alle trasformazioni della storia: molti dei loro tratti m u t a n o c o n l'evoluzione delle tecniche.
> Società senza scrittura, società studiate dagli etnologi <
In assenza di mezzi efficaci di t r a s p o r t o , di c o m u n i c a z i o n e e di s f r u t t a m e n t o delle
risorse, la vita sociale resta necessariamente f r a m m e n t a t a e l ' a n t r o p i z z a z i o n e degli
a m b i e n t i limitata. A queste società si s o n o a lungo dedicati gli etnologi (Sahlins,
1 9 6 8 ) : prive di scrittura, e r a n o ignorate dagli storici.
La struttura dei saperi e delle tecniche
Nelle società senza scrittura, la trasmissione dei saperi e delle tecniche si basa essenzialmente sull'imitazione e sulla p a r o l a . La r i p r o d u z i o n e locale di simili culture avviene spesso c o n m o d a l i t à u g u a l i . La diffusione dei l o r o t r a t t i è per c o n t r o
m o l t o difficile: si effettua solo l e n t a m e n t e , t r a n n e q u a n d o è la conseguenza di s p o s t a m e n t i di p o p o l i .
Q u e s t e società f r a m m e n t a t e , i cui t r a t t i spesso si p e r p e t u a n o senza modifiche
per lunghi p e r i o d i , m a n c a n o forse di i m m a g i n a z i o n e ? N o : nei c a m p i in cui i vincoli a m b i e n t a l i n o n p e s a n o , le esperienze s o n o i n n u m e r e v o l i (Lévi-Strauss, 1 9 6 2 ) .
Per studiare i sistemi di p a r e n t e l a , Lévi-Strauss (1949) ha a t t i n t o m o l t o d a l l ' e t n o logia a u s t r a l i a n a : tutti i m o d i di classificazione della p a r e n t e l a vi e r a n o stati sper i m e n t a t i . I sistemi di relazioni istituiti utilizzano solo un piccolo n u m e r o di g r a m m a t i c h e (che si r i d u c o n o a volte alla p a r e n t e l a e all'associazione), ma t u t t e le p o s -
Culture e livelli di sviluppo
225
sibilità che queste offrono s o n o state esplorate. La stessa e s u b e r a n z a si r i t r o v a in
altri c a m p i , quelli della d e c o r a z i o n e del c o r p o , dei t a t u a g g i per esempio.
Per c o n t r o , le tecniche di valorizzazione dell'ambiente s o n o segnate in m o d o
m o l t o forte dal l u o g o : t r a un g r u p p o e l ' a l t r o esistono differenze, la f o r m a degli
utensili c a m b i a , ma spesso le basi ecologiche s o n o le stesse. Lo si è a l u n g o osserv a t o nell'America Settentrionale: nel m o m e n t o in cui si stabiliscono i c o n t a t t i con
gli europei, i limiti delle g r a n d i aree di civiltà materiale v e n i v a n o a coincidere c o n
quelle degli ambienti (Wissler, 1969) (figura 12.1). Gli indiani delle G r a n d i Pianure
e dei bacini delle M o n t a g n e Rocciose, piccoli n o m a d i a piedi che vivevano essenzialmente della caccia al bisonte e di alcune coltivazioni, si o p p o n e v a n o alle t r i b ù
dell'est e del sud-est in cui la p a r t e riservata all'agricoltura era più significativa, la
densità più alta e la stabilità m a g g i o r e .
Il rapporto con la storia
Senza scrittura è difficile d a r e u n a f o r m a fissa ai princìpi dell'organizzazione sociale e politica. D u n q u e , a volte, la vita delle società subisce r a p i d e derive. Alcune
loro a b i t u d i n i le accelerano: gli y a n o m a n i dei confini t r a Brasile e Venezuela n o n
p a r l a n o m a i del p a s s a t o e p r o i b i s c o n o l'uso di n o m i che lo r i c o r d i n o ; la d u r a t a nella quale s o n o immersi è v o l o n t a r i a m e n t e c o m p r e s s a .
M a n c a n d o t e s t i m o n i a n z e scritte, i p o p o l i n o n h a n n o coscienza del c a m b i a m e n t o . L'esempio dei tiv della Nigeria lo chiarisce bene ( B o h a n n a n , 1957): per gar a n t i r e la regolarità della giustizia, il colonizzatore b r i t a n n i c o aveva sistematicam e n t e registrato il l o r o d i r i t t o c o n s u e t u d i n a r i o . E n o r m e fu lo s t u p o r e dei giudici
u n a quindicina d ' a n n i più tardi, q u a n d o videro chi faceva causa invocare regole imm e m o r i che n o n a v e v a n o alcun r a p p o r t o c o n quelle che essi avevano codificato.
Le società senza scrittura s o n o perciò m o l t o fluide, m e n t r e la l o r o ideologia è
f o r t e m e n t e c o n s e r v a t r i c e ; esse p e n s a n o se stesse rifacendosi al m o n d o della perm a n e n z a e n o n a quello della storia.
Diversità dei dettagli della c u l t u r a m a t e r i a l e , profusione di v a r i a n t i e r i t o r n i
dei miti di fondazione: le società senza scrittura s o n o poste s o t t o il segno della labilità, cosa che dà l o r o la possibilità di r e i n t e r p r e t a r e senza sosta il m o n d o . Ma
poiché n o n c o n s e r v a n o t e s t i m o n i a n z a del c a m b i a m e n t o , t e n d o n o a n e g a r l o : s o n o
le società senza storia, nel senso che rifiutano di concepire le t r a s f o r m a z i o n i .
Senza scrittura è difficile evitare la f r a m m e n t a z i o n e locale e costituire società
estese in g r a d o d ' i n g l o b a r e n u m e r o s i aderenti. I g r u p p i s o n o g e n e r a l m e n t e sprovvisti di s t r u t t u r e politiche a u t o n o m e . Ciò deriva s o p r a t t u t t o da un rifiuto, quello
delle disuguaglianze (Clastres, 1 9 7 4 ) : le istituzioni s o n o fatte p e r ridurle m a n m a no che si p r e s e n t a n o .
O g g i g i o r n o , il c o n t a t t o c o n le società che p o s s i e d o n o la scrittura e la generale diffusione dell'istruzione fino alle zone più recondite m o d i f i c a n o b r u t a l m e n t e il
r a p p o r t o di questi g r u p p i c o n il l o r o p a s s a t o : i testi di f o n d a z i o n e s o n o o r m a i fissati, spesso dagli etnografi occidentali. La t r a d i z i o n e si carica di u n a d i m e n s i o n e
n u o v a : blocca le società arcaiche in una fase particolare del loro divenire, quella
dei primi c o n t a t t i .
226
La geografia culturale
o
1000 km
Popoli s e n z a agricoltura
Cacciatori e pescatori
dei mari artici (eschimesi)
Cavalieri n o m a d i
Confine del bisonte verso il 1825
CL_7)
„
Cacciatori di pellicce della foresta boreale
N o m a d i , cavalieri, cacciatori
d i bisonti e predatori; data d i
adozione del cavallo
n
'
~
I
~
1,1
Pescatori di s a l m o n e della costa pacifica
Popoli di agricoltori
Raccoglitori di ghiande e Cestai
della California
'-800
Pescatori, cacciatori e raccoglitori
del bacino della C o l u m b i a
_J Raccoglitori di radici del deserto
|
Raccoglitori di riso selvatico della regione
dei Grandi Laghi
800
Diffusione dal centro del Messico
delle tecniche agricole,
tra l'800 a.C. (in bianco) e
l'800 d.C. (in grigio)
Regione in cui l'agricoltura
era praticata dagli indiani
in epoca precolombiana
Terrazzamenti irrigati dei Pueblos
Sono stati scritti i nomi delle principali specie cacciate.
Fig. 12.1 Le aree culturali degli indiani del Nord America all'epoca dei primi contatti con gli europei
(fonte- Claval, 1990, p 37).
Strutture religiose senza potere federativo
L'immaginazione di cui d a n n o p r o v a le società studiate dagli etnologi è assai forte in a m b i t o simbolico. I racconti che d a n n o un senso al m o n d o s o n o moltissimi e
si p r e s e n t a n o c o m e mitologie complesse. P o s s o n o essere arricchiti da alcuni prestiti senza che le basi della società siano messe in discussione. Tabù e divieti d a n Culture e livelli di sviluppo
227
no spesso u n a d i m e n s i o n e religiosa al c o n t r o l l o collettivo, ma senza implicare l'adesione a c o m u n i valori m o r a l i .
La vita religiosa si basa spesso su concezioni animistiche e venera un p a n t h e o n
differenziato di dèi e geni (Auge, 1982). La sacralità ha molti volti e n o n è strutt u r a t a da alcun principio unificatore. I personaggi in g r a d o di affiancare le potenze che a b i t a n o il m o n d o s o n o spesso t e m u t i , ma a p p a i o n o più c o m e esseri marginali che c o m e capi.
Certe società senza scrittura a d e r i s c o n o a u n a concezione più positiva dell'aspetto religioso. Si a s p e t t a n o che c o l o r o che h a n n o familiarità c o n il s o p r a n n a t u rale m e t t a n o i l o r o poteri al servizio della c o m u n i t à , i n t e r c e d a n o a suo favore presso le p o t e n z e superiori. Tali g r u p p i cessano di reagire c o n t r o ogni forma di p o t e re: assistiamo al delinearsi di forme di p r o t o - S t a t i .
In società f r a m m e n t a t e , in cui i c o n t a t t i s o n o ridotti al m i n i m o e il funzionam e n t o sociale poggia su rituali coattivi più che sull'adesione a u n a concezione intellettualizzata del religioso, l'identità n o n poggia su u n a s t r u t t u r a z i o n e forte della p e r s o n a : ciò spiega la relativa facilità c o n la quale gli individui a c c e t t a n o a volte di convertirsi a n u o v e religioni q u a n d o si t r o v a n o di fronte ad altre civiltà.
La diversità delle società senza scrittura
Le società senza scrittura s t a n n o s c o m p a r e n d o e p e r m a n g o n o solo in angoli m o r ti del m o n d o attuale (Sahlins, 1968). All'inizio del X V I secolo o c c u p a v a n o il N u o vo C o n t i n e n t e , l ' O c e a n i a , la p a r t e essenziale dell'Africa s u b s a h a r i a n a , le steppe e
le foreste fredde del Vecchio M o n d o e u n a p a r t e delle regioni m o n t a g n o s e del sud
e del Sud-est asiatico.
Allora e r a n o m o l t o diverse a causa delle tecnologie che i m p i e g a v a n o per trarre d a l l ' a m b i e n t e ciò di cui a v e v a n o bisogno per vivere: raccolta, pesca, caccia, ma
a n c h e agricoltura o a l l e v a m e n t o . G e n e r a l m e n t e il livello r a g g i u n t o n o n s u p e r a v a
quello del n o m a d i s m o pastorale o dell'agricoltura su terreni debbiati, m a / n o n m a n c a v a n o eccezioni. I gruppi a m e r i n d i più evoluti d o v e v a n o alla coltura del mais e
della p a t a t a le loro densità elevate che facevano leva sulla loro base sedentaria.
Le società senza scrittura conoscevano livelli organizzativi m o l t o diversi. Grandi imperi c a r a t t e r i z z a v a n o l'America p r e c o l o m b i a n a del M e s s i c o e del Perù. La
m a g g i o r p a r t e dei popoli dell'Africa nera restava fedele alle forme di organizzazione f r a m m e n t a t e , clan e tribù. Alcuni Stati si e r a n o formati nel C o r n o d'Africa
s o t t o l'influenza del cristianesimo, nel Sahel e lungo le coste dell'Africa orientale
sotto l'influenza m u s u l m a n a . Nell'Africa della regione dei laghi l'emergere di m o n a r c h i e e di società complesse [figura 12.2) d i p e n d e v a m o l t o m e n o da influenze
esterne: si aveva a che fare con gruppi giunti a strutturarsi senza disporre di mezzi di m e m o r i z z a z i o n e e di c o m u n i c a z i o n e oggettivi. Le stesse osservazioni si adatt a n o alle grandi isole polinesiane, Tahiti e le H a w a i i .
L'assenza di scrittura non c o n d a n n a d u n q u e le società a essere tutte uguali né
impedisce loro di organizzarsi su basi già a m p i e . Tuttavia queste situazioni s o n o
e c c e z i o n a l i . La m a g g i o r p a r t e dei g r u p p i p r i m i t i v i c o s t i t u i s c e in effetti società
c o n t r o lo Stato, p e r r i p r e n d e r e l'espressione di Pierre Clastres (1974): questi g r u p -
228
La geografia culturale
Ankole
Ruanda
Fig. 12.2 Le società complesse dell'Africa interlacustre (fonte: Maquet, 1970, p. 2 0 9 ) .
La stratificazione etnica, la struttura di casta e le relazioni feudali si combinano in modo diverso nei
proto-Stati dell'Ankole, del Ruanda, del Burundi e del Buha.
pi s o n o p r o n t i a sacrificare t u t t o per la loro indipendenza. Solo u n a m i n o r a n z a delle società accetta l'emergere di sistemi di relazioni n o n egualitarie, m^ più efficienti.
Sotto l'effetto di modificazioni così avviate, queste a v v e r t o n o il bisógno di d o t a r si di istituzioni più solide e c e r c a n o dispositivi di m e m o r i z z a z i o n e più efficaci: caste di griot, c o m e in Africa (Goody, 1 9 9 4 ) , b a r d i celtici o n o t a z i o n i di elementi cifrate, c o m e nel caso dei g r a n d i imperi a m e r i n d i .
O g g i g i o r n o , quasi tutte le società a n c o r a senza scrittura a p p a r t e n g o n o alla categoria delle società c o n t r o lo Stato: s o n o r i m a s t e ferme nel l o r o rifiuto di strutture che le a v r e b b e r o p o r t a t e a creare gerarchie.
Paesaggi profondamente modificati che conservano un aspetto naturale
La maggior p a r t e delle società senza scrittura dispone solo di tecniche n o n sufficienti
a creare paesaggi antropizzati p e r m a n e n t i : il caso dei risicoltori ifuago, nelle Filippine, è eccezionale; i g r a n d i imperi a m e r i n d i e r a n o già m o l t o impegnati nella t r a sformazione che fa entrare le società nella storia. Altrove raccolta, caccia, pesca, n o m a d i s m o p a s t o r a l e o agricoltura di terreni debbiati d o m i n a v a n o e d o m i n a n o . Le
trasformazioni più significative e più estese s o n o conseguenza dell'uso reiterato del
fuoco: in Australia (Singh, Kershax, Clark, 1981) il paesaggio di p a r c o a p e r t o c o n
eucalipti disseminati nasceva d a l l ' a p p i c c a m e n t o r i p e t u t o e v o l o n t a r i o di incendi.
In molti casi, nella m i s u r a in cui è fatto di boschi e di fogliame, l ' h a b i t a t n o n
s i n o t a n e p p u r e ; q u a n d o viene a b b a n d o n a t o n o n n e r e s t a n o tracce. Gli insediam e n t i u m a n i a b b a n d o n a t i risultano visibili solo nelle zone aride, nelle quali si utilizza la pietra c o m e materiale da costruzione.
Raccoglitori, cacciatori e pescatori n o n h a n n o bisogno di t r a s f o r m a r e in p r o fondità lo s p a z i o per sfruttarlo (Sahlins, 1 9 7 6 ) . Spesso l'esistenza di g r u p p i che
v i v o n o di coltivazioni si legge solo nei detriti che a volte lasciano d i e t r o di sé: le
conchiglie dei frutti di m a r e c o n s u m a t i dai g r u p p i del Neolitico che vivevano c o n
le risorse del litorale dell'Atlantico e dalla M a n i c a , i k j ò k k e n m ò d d i n g , s o n o t r a c ce preistoriche b e n n o t e . Ai cacciatori b a s t a disporre t r a p p o l e , mettere reti per catt u r a r e le p r e d e ; a volte i pescatori c o s t r u i s c o n o s b a r r a m e n t i . T u t t o ciò o c c u p a solo superfici m i n i m e ; lo stesso vale per gli a c c a m p a m e n t i degli allevatori n o m a d i .
Q u a n d o l'agricoltura viene p r a t i c a t a , di solito lo è in c a m p i sottratti a foreste
o s a v a n e . N o n c'è bisogno di d a r e un t r a c c i a t o g e o m e t r i c o , poiché l ' a r a t r o è sconosciuto. La valorizzazione si ferma laddove il fuoco ha smesso di p r o p a g a r s i . Le
sue tracce visibili si cancellano q u a n d o la terra t o r n a a maggese. I botanici n o t a n o
c o m u n q u e alterazioni d u r a t u r e : certe specie r i c o r d a n o che il paesaggio è stato ant r o p i z z a t o anche q u a n d o la vegetazione n a t u r a l e s e m b r a aver ripreso i suoi diritti.
La sacralizzazione dello spazio è p r o f o n d a , i l u o g h i intrisi della p o t e n z a dei
n u m i n o n s o n o g e n e r a l m e n t e lavorati: si t r a t t a di pietre, alberi, fonti. A volte, att r a v e r s o i rituali legati alla m o r t e , l'impresa u m a n a si evidenzia meglio: i corpi dei
defunti s o n o esposti o s o t t e r r a t i ; spesso li s e g n a l a n o p i r a m i d i di pietra o cumuli
di r a m i . C e r c a n d o di l o t t a r e c o n t r o la fuga del t e m p o che p o r t a c o n sé gli esseri
viventi, gli u o m i n i c r e a n o le forme che s e g n a n o più a lungo il p a e s a g g i o .
Qualche lettura
La letteratura sulle società senza scrittura è m o l t o a b b o n d a n t e . Alcune g r a n d i m o nografie si distinguono e s o n o fondamentali: Elkin (1947) e R a g a z (1988) per l'Australia; M a l i n o w s k i ( 1 9 6 3 e 1 9 7 4 ) , L e e n h a r d t (1937) e B o n n e m a i s o n (1992) per la
Melanesia; Evans-Pritchard ( 1 9 6 8 ) , Pélissier (1968) e Pourtier (1989) per l'Africa.
> Le società dotate di scrittura: la fase delle civiltà storiche <
Società dalla natura duale
L'invenzione della scrittura i n t r o d u c e u n a dualità f o n d a m e n t a l e nella trasmissione
delle culture: la f r a m m e n t a z i o n e e le derive locali r e s t a n o di regola nel c a m p o delle tecniche, dei dialetti e di t u t t o ciò che dipende dall'imitazione e della t r a d i z i o n e
orale; la scrittura p e r m e t t e alle c o m p o n e n t i intellettuali, religiose e m o r a l i di avere la meglio su vasti spazi (Goody, 1 9 8 5 ) .
Le società storiche v i v o n o la c u l t u r a su d u e registri: c u l t u r a p o p o l a r e , a base
orale, della m a g g i o r p a r t e della p o p o l a z i o n e , cultura elitaria degli strati dirigenti
( M u c h e m b l e d , 1 9 7 8 ) . I giochi d'influenza t r a le due forme di sapere s o n o m o l t e plici. La tradizione r o m a n t i c a p r e t e n d e v a che la creazione avesse innanzi t u t t o radice nel p o p o l o . Gli studi degli specialisti m e t t o n o in evidenza p i u t t o s t o gli s p o s t a m e n t i in senso inverso (Guilcher, 1 9 6 3 ) .
La geografia culturale
La dualità delle società storiche d i p e n d e essenzialmente dalle difficoltà che si
i n c o n t r a n o a diffondere lettura e scrittura al di fuori di piccole élite. Ciò d i p e n d e
dalla lunghezza d e l l ' a p p r e n d i m e n t o necessario, nel m o n d o cinese a n c o r a m a g g i o re che in O c c i d e n t e . N e i g r u p p i in cui l a v o r a r e si r e n d e ben p r e s t o necessario, ciò
deriva dalla scarsa disponibilità dei giovani. I s u p p o r t i della scrittura c o s t a n o cari ( p e r g a m e n a ) o s o n o difficili da m a n e g g i a r e o i n g o m b r a n t i da stoccare (tavole
di legno o di p i e t r a ) .
Le d u e i n n o v a z i o n i tecniche che r e n d o n o possibile la moltiplicazione a basso
costo delle copie di un testo s o n o di origine cinese, anche se è in Occidente che h a n no a v u t o l ' i m p a t t o più p r o f o n d o . La c a r t a , di uso c o r r e n t e in C i n a dal III secolo
a.C. in piccolissime q u a n t i t à e in m o d o industriale a partire dal II secolo d . C , giunge in Occidente a t t r a v e r s o il m o n d o a r a b o al t e m p o delle crociate.
A partire dall'VIII secolo, i cinesi s a p e v a n o moltiplicare per t i r a t u r a di s t a m pa le copie dei testi i cui segni e r a n o incisi su legno, p u r n o n a v e n d o r a g g i u n t o lo
stadio u l t i m o della m e c c a n i z z a z i o n e , l'uso dei caratteri m o b i l i . Gli alfabeti occidentali favorivano il s u p e r a m e n t o d e l l ' o s t a c o l o . I progressi della metallurgia del
XIV secolo r e n d o n o possibile, in G e r m a n i a s o p r a t t u t t o , la fusione degli s t a m p i .
G u t e n b e r g sfrutta questi nuovi p r o c e d i m e n t i per creare la s t a m p a .
La d e m o c r a t i z z a z i o n e dei saperi diviene allora tecnicamente possibile m a , affinché progredisca, è necessario che a p p a i a indispensabile all'insieme delle p o p o lazioni o ai loro dirigenti.
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I fondamenti ecologici: il ruolo degli agricoltori che impiegano l'aratro
I fondamenti ecologici delle società storiche s o n o vari. La raccolta, la caccia e la
pesca c o n t i n u a n o a far vivere u n a piccola p a r t e delle p o p o l a z i o n i . Il n o m a d i s m o
p a s t o r a l e h a u n r u o l o i m p o r t a n t e nella d i a g o n a l e a r i d a del Vecchio M o n d o
( A A . W , 1979): le p o p o l a z i o n i d i s p o n g o n o di cavalli, cammelli o d r o m e d a r i per
spostarsi, c o m p i e r e scorrerie e c o m b a t t e r e . Ksse c o n q u i s t a n o zone in cui si pratica l'agricoltura sedentaria, s o p p i a n t a n o le dinastie locali e fanno funzionare le istituzioni politiche a loro v a n t a g g i o : la Cina s o c c o m b e così agli u n n i , ai m o n g o l i o
ai m a n c i ù dai quali ha t e n t a t o di proteggersi c o s t r u e n d o la G r a n d e M u r a g l i a . Il
m o n d o m u s u l m a n o è via via d o m i n a t o dai b e d u i n i venuti dai deserti caldi, poi
dai turchi arrivati dall'Asia centrale.
C o m u n q u e l'agricoltura costituisce la base della m a g g i o r p a r t e delle società
storiche d o t a t e di scrittura. C o s t r u z i o n i statuali p o s s o n o svilupparsi nei luoghi in
cui d o m i n a l'agricoltura b a s a t a sulla z a p p a (lo si è visto nell'America p r e c o l o m biana, nell'Africa s u b s a h a r i a n a o nella Polinesia), ma è r a r o che essa riesca a n u trire élite n u m e r o s e e su basi p i u t t o s t o stabili per favorire la nascita di burocrazie
e l'emergere della scrittura. Gli imperi m a y a , aztechi o inca s o n o stati i soli a raggiungere, con simili premesse, la soglia di civiltà storiche.
Q u a s i o v u n q u e , d u n q u e , le civiltà storiche h a n n o una base c o n t a d i n a sedentaria (figura 123, pagina seguente) (Wolf, 1966) che deve la sua efficienza all'agricoltura con l ' a r a t r o , all'allevamento che gli è associato e alle rotazioni che perm e t t o n o di ottenere raccolti regolari utilizzando il maggese e i concimi organici.
Culture e livelli di sviluppo i 231
:
5 000 k m
(Scala all'Equatore)
Fig. 12.3 Le principali regioni contadine del mondo (fonte. Wolf, 1966, p. 2)
Le tecnologie s o n o a b b a s t a n z a efficienti affinché i detentori del potere p o s s a n o prelevare dai p r o d u t t o r i p r i m a r i q u a n t i t à notevoli di viveri. C o s t o r o n u t r o n o borghi
o città che p o s s o n o raccogliere fino a un q u i n t o della p o p o l a z i o n e .
Burocrazie, religioni e sistemi politici
La scrittura fissa la m e m o r i a , fonda le istituzioni politiche su costituzioni e definisce i diritti che la forza n o n m e t t e m a i a u t o m a t i c a m e n t e in discussione (Goody,
1 9 8 5 ) . L'autorità, che in genere conferisce legittimità ai g o v e r n a n t i , ha un fondam e n t o religioso: il p r e t e diventa un p e r s o n a g g i o chiave, un c a p o , d a t a la sua cap a c i t à di servire da i n t e r m e d i a r i o t r a il c o r p o sociale e le forze divine. In m o l t e
società, funzioni politiche, funzioni liturgiche e funzioni religiose si r i t r o v a n o int i m a m e n t e connesse, a volte c o n c e n t r a t e nelle m a n i delle' stesse p e r s o n e . In C i n a
l ' i m p e r a t o r e riconciliava il suo paese con le forze che p o r t a n o la fecondità a t t r a verso rituali agricoli da lui officiati. La sacralizzazione del p o t e r e assume un aspetto diverso nelle r e p u b b l i c h e , ma è u g u a l m e n t e presente: la nascita della città greca è inseparabile da u n a r i s t r u t t u r a z i o n e dei culti (de Polignac, 1 9 8 4 ) .
Il pensiero religioso e metafisico spicca il volo: le società storiche s o n o delle civiltà "assiali", per usare l'espressione di Eisenstadt (1982): p o g g i a n o su princìpi che
d a n n o u n a forte consistenza alla personalità. Da u n a civiltà all'altra, i temi centrali differiscono, ma le funzioni svolte s o n o a b b a s t a n z a simili perché il p o p o l o esiti a
sostituire un sistema religioso o filosofico con un a l t r o . Le conversioni s o n o r a r e .
Le t r a s f o r m a z i o n i interne al pensiero religioso e filosofico si m a n i f e s t a n o con l'emergere di eresie che s o n o accettate q u a n d o l ' h u m u s sociale vi si presta.
232 I La geografia culturale
Le campagne
Il d u a l i s m o che c a r a t t e r i z z a le civiltà s t o r i c h e ha u n a d i m e n s i o n e geografica; il
p o t e r e poggia sulle città in cui risiede u n a p a r t e delle classi d o m i n a n t i , m e n t r e le
p o p o l a z i o n i d o m i n a t e s o n o quelle r u r a l i (Wolf, 1 9 6 6 ) . Il p a e s a g g i o è p r o f o n d a m e n t e segnato d a questa dualità.
Gli agricoltori che i m p i e g a n o l ' a r a t r o semplice o l ' a r a t r o c o m p l e s s o i m p o n g o n o u n a t r a s f o r m a z i o n e m o l t o p r o f o n d a all'ambiente. Le parcellizzazioni dei terreni più o p p o r t u n e s o n o geometriche per facilitare le a r a t u r e : a volte esse a s s u m o n o
la forma di q u a d r e t t a t u r e rigorose, c o m e nel caso della centuriazione r o m a n a , della parcellizzazione cinese o g i a p p o n e s e , del grid pattern a m e r i c a n o .
Per g a r a n t i r e la r o t a z i o n e delle coltivazioni e p r a t i c a r e l'allevamento n o r m a l m e n t e associato alle c o l t u r e , i terreni d e v o n o essere organizzati in vista degli avvic e n d a m e n t i . Così il m o n d o agricolo è g e n e r a l m e n t e o r g a n i z z a t o sulla g i u s t a p p o sizione di circoscrizioni c o r r i s p o n d e n t i a c o m u n i t à di base s e c o n d o modelli n o n
t r o p p o diversi: fattorie disperse in m e z z o agli a p p e z z a m e n t i , sfruttamenti allineati l u n g o le strade c o n terre coltivate disposte a spina di pesce nella z o n a i m m e d i a t a m e n t e r e t r o s t a n t e , h a b i t a t s o t t o p o s t i a r o t a z i o n e o b b l i g a t o r i a , casolari insediati
al confine c o n Youtfield dove t r a n s i t a il bestiame e con Yinfield in cui si c o n c e n t r a n o le coltivazioni (figura 12.4, p a g i n a seguente).
Il c o n t r a s t o tra le z o n e coltivate, i boschi e i pascoli si vede a c o l p o d ' o c c h i o .
Fa così la sua c o m p a r s a la c a m p a g n a c o m e totalità o r g a n i z z a t a , t u t t a v i a essa assume l'aspetto c o m p i u t o solo q u a n d o lo stadio del m o n d o p i e n o è r a g g i u n t o : l'intensificazione si t r a d u c e in u n a delimitazione più n e t t a delle z o n e boschive e dei
percorsi e in u n a c u r a accresciuta per le a r a t u r e e i p r a t i (Lebeau, 1 9 6 9 ) .
Le città
L'esistenza di surplus prelevati dalle z o n e agricole va di p a r i p a s s o con la c o m p a r sa degli spazi u r b a n i : niente si o p p o n e alla concentrazione in alcuni p u n t i delle persone che g a r a n t i s c o n o la sicurezza degli altri, li a m m i n i s t r a n o , d i r i g o n o le istituzioni spirituali e si a s s u m o n o le responsabilità politiche. Da s e m p r e , q u a n d o i rischi di conflitto s o n o deboli, le città si e s t e n d o n o su superfici n o n trascurabili e i
l o r o confini n o n s o n o netti. Q u a n d o v i g o n o simili c o n d i z i o n i , la posizione degli
a b i t a n t i delle città n o n differisce m o l t o da quello delle p o p o l a z i o n i rurali: lo si vede in Inghilterra o in G i a p p o n e .
Q u a s i o v u n q u e gli imperativi militari p e s a n o m o l t o sullo sviluppo u r b a n o : le
città s o n o circondate da fortificazioni che le p r o t e g g o n o e r e n d o n o concreto il confine c o n la c a m p a g n a . Benché giardini e spazi verdi siano g e n e r a l m e n t e c o m p r e s i
a l l ' i n t e r n o della cinta u r b a n a , u n a p a r t e delle funzioni legate alla città deve t r o varsi all'esterno: l a b o r a t o r i artigianali e c o m m e r c i a n i m a n o i s o b b o r g h i . Le periferie c o r r i s p o n d o n o a z o n e in cui lo s f r u t t a m e n t o agricolo è p a r t i c o l a r m e n t e intensivo, poiché esse forniscono alla città la m a g g i o r p a r t e del latte, delle v e r d u r e e
della frutta. Sempre lì i cittadini v a n n o a riposarsi, a ballare e a bere la d o m e n i c a
o, se ne h a n n o i mezzi, a risiedere nella l o r o villa d u r a n t e l'estate.
La lentezza e la difficoltà dei t r a s p o r t i limitano di solito l'estensione dei cen-
Culture e livelli di sviluppo
233
1. Opmfield e villaggio raggruppalo
( G e w a n n d o r f ) . In nero i campi relativi
a una stessa famiglia
3. Villaggio lineare e territorio con lunghi
appezzamenti in zona paludosa ( M a r s c h h u f e n d o r f ) .
2. Villaggio lineare e territorio
con lunghi appezzamenti di
dissodamento forestale (Walufendorf).
5.
e
Villaggio-strada slavo
territorio corrispondente.
4. trazione circolare slava e territorio corrispondente ( R u n d d o r f ) .
Gli spazi rurali contadini corrispondono ad alcune semplici tipologie organizzative.
Fig. 12.4 Tipologie di territori contadini nell'Europa centrale secondo Schlùter (fonte: West,
1900, p. -5)
tri u r b a n i : per il l o r o a p p r o v v i g i o n a m e n t o p o s s o n o c o n t a r e solo sulle c a m p a g n e
vicine, in un raggio di q u a l c h e decina di chilometri, t r e n t a , q u a r a n t a o c i n q u a n t a
per i cereali, m o l t i di p i ù p e r la c a r n e che p u ò essere p o r t a t a sul p o s t o . Solo gli
a g g l o m e r a t i che si t r o v a n o l u n g o un litorale o un fiume sfuggono a queste limitazioni: s o n o i soli a poter raggiungere o s u p e r a r e i centomila a b i t a n t i .
Le identità collettive e le rappresentazioni del territorio
Il d u a l i s m o f o n d a m e n t a l e delle società storiche spiega il fatto che le identità collettive che vi si s v i l u p p a n o n o n a p p a r t e n g o n o tutte alla stessa famiglia. Là dove il
p o p o l a m e n t o è stabile da m o l t o t e m p o e d o v e , fin dall'origine, le città h a n n o abiLa geografia culturale
tanti rurali stabili venuti dai d i n t o r n i , un s e n t i m e n t o di c o m u n e a p p a r t e n e n z a caratterizza spesso gli insiemi regionali, città e c a m p a g n e . In certi casi il r i c o r d o di
un'origine tribale condivisa si perpetua attraverso forme di p o p o l a m e n t o che si tras f o r m a n o progressivamente. Nella Gallia p r e r o m a n a le unità f o n d a m e n t a l i e r a n o
etniche. R o m a costruì su queste basi municipi che simboleggiavano la città. A partire dalla c o n v e r s i o n e di C o s t a n t i n o , la C h i e s a c a t t o l i c a si i n s i n u ò in f o r m e di
diocesi, n u o v o n o m e d a t o ai municipi d o p o la riforma di D i o c l e z i a n o . Spesso le
istituzioni feudali s'inscrissero negli stessi confini e si b a s a r o n o sulla rete u r b a n a
e r e d i t a t a d a l l ' a n t i c h i t à , n o n o s t a n t e il fiorire di b o r g h i t e s t i m o n i a s s e lo s v i l u p p o
della vita di relazione e rafforzasse la disseminazione di luoghi centrali.
l ' e s e m p i o della Francia ci p o r t a a considerare n o r m a l e la stabilità delle delimitazioni regionali e delle coscienze territoriali che da quelle derivano. Altrove, nelle società con una forte base contadina e sfuggite alle invasioni e agli sconvolgimenti
d r a m m a t i c i , ritroviamo modi di organizzazione non m o l t o diversi: così in Cina, d o ve la rete delle prefetture, o bsien, spesso n o n è c a m b i a t a dall'epoca han, o negli antichi regni della p a r t e centrale od orientale di Giava (D. L o m b a r d , 1990) (figura
12.5, pagina seguente).
L'Europa orientale, il M e d i o O r i e n t e e l'India p r e s e n t a n o tratti m o l t o diversi.
Le città s o n o spesso insiemi r i p o r t a t i sul tessuto rurale c i r c o s t a n t e : o s p i t a n o p o polazioni straniere nelle c a m p a g n e limitrofe, élite politiche messe in piedi da regni o imperi che h a n n o unificato il paese. Per ragioni e c o n o m i c h e e fiscali, a volte
i r e g n a n t i si a f f i d a n o , per p o p o l a r e e a n i m a r e le loro città, a g r u p p i che p a d r o neggiano tecniche ignorate cTàgli indigeni (Ertel, 1 9 8 6 ) . La molteplicità delle confessioni di fede rafforza a volte l'opposizione tra le c a m p a g n e e le città che le d o m i n a n o e le divide in g r u p p i che si i g n o r a n o n o t e v o l m e n t e . In simili contesti, per
esempio nelle Indie, l'idea di regione m a t u r a m e n o bene (Sopher, 1 9 8 0 ) .
A livello sovrarcgionalc le r a p p r e s e n t a z i o n i territoriali realmente vive coincid o n o spesso con aree che c o n d i v i d o n o la stessa lingua: le " n a z i o n i " riconosciute
nel M e d i o e v o s o n o entità di q u e s t o genere. A volte il s e n t i m e n t o di c o m u n i t à nasce a n c h e da u n a cultura o da una fede c o m u n e : si è cristiani o m u s u l m a n i .
Le costruzioni politiche m o d e l l a n o anche le identità: quelle che s o n o condivise dalle élite n o n s e m p r e r i g u a r d a n o gli strati p o p o l a r i : l'idea di Francia è precocemente presente nella nobiltà francese, poi negli strati dirigenti d'origine b o r g h e se che s o n o venuti a integrare la sua azione alla g u i d a dello S t a t o . Ci s o n o serie
ragioni per pensare che fosse diverso per la massa della p o p o l a z i o n e , sebbene l'episodio di G i o v a n n a d ' A r c o mostri c o m e lo scetticismo di molti storici, sedotti dalle idee di Eugen Weber, sia eccessivo.
Il contenuto simbolico dei paesaggi
Le civiltà storiche si b a s a n o su credenze religiose o metafisiche fortemente strutt u r a t e . Esse h a n n o la possibilità di t r a r n e profitto e di esprimerle a t t r a v e r s o u n a
foresta di simboli a m p i a m e n t e condivisi.
In Egitto, una p a r t e i m p o r t a n t e dell'energia dei vivi è impiegata per p r e p a r a re il s o g g i o r n o dei morti e per r e n d e r e o m a g g i o alle divinità che si v e n e r a n o e si tel
Culture e livelli di sviluppo
235
Fig. 12.5 L'emergere dei paesi di Giava tra i secoli XIII e XV (fonte: D. Lombard,
1990, p 31 ).
Con lo sviluppo della risicoltura irrigata e la formazione di proto-Stati, nell'est di Giava compaiono entità regionali marcatamente differenziate
m o n o . All'inizio le forme m o n u m e n t a l i s o n o legate ai culti. Le città n a s c o n o come centri cerimoniali. Il p o t e r e politico, i n t i m a m e n t e associato alle credenze che
lo f o n d a n o , beneficia m o l t o p r e s t o di u n a r a p p r e s e n t a z i o n e simile a quella p r o p r i a m e n t e religiosa.
236
La geografia culturale
Il paesaggio è intriso di p o t e r e n u m i n o s o là d o v e la divinità si manifesta. Da
ciò dipende il rispetto dei boschi sacri in Grecia e nella R o m a antica, in terra d'Isl a m o in E s t r e m o O r i e n t e ; da ciò h a n n o origine i culti delle fonti, delle a c q u e corr e n t i e di certi stagni; da ciò deriva la c o s t r u z i o n e di s a n t u a r i nel p u n t o in cui si
i n c o n t r a n o p i a n u r e e m o n t a g n e , c o m e in G i a p p o n e ; da ciò d i p e n d e la proliferazione di cappelle o di templi in tutti i luoghi in cui s o n o avvenuti miracoli e a p p a rizioni o nelle aree in cui le c o m u n i t à si riuniscono per invocare la divinità con preghiere, d a n z e o sacrifici.
Spesso la r a p p r e s e n t a z i o n e della religione e del p o t e r e ha u n a p o s i z i o n e essenziale nell'organizzazione dei paesaggi delle società storiche: molte città s o n o nate da centri cerimoniali ( B a r a b u d u r a G i a v a , M u s , 1 9 3 5 ; C i n a , Wheatley, 1 9 7 2 ;
Egitto e M e s o p o t a m i a , L a m p i , 1 9 6 8 ; Grecia e R o m a , R y k w e r t , 1 9 7 6 ; America prec o l o m b i a n a , H a r d o y , 1 9 6 8 ) . Le religioni c o m e il cristianesimo o l'Islam n o n si fond a n o più s u r a p p r e s e n t a z i o n i u n p o ' ingenue dell'asse del m o n d o , del m o n t e Sem e r u ( L o m b a r d , 1 9 9 0 ) o sulla d e t e r m i n a z i o n e a s t r o n o m i c a dei p u n t i c a r d i n a l i
(Blanchon, 1 9 9 4 ; Clément, 1995) per s t r u t t u r a r e i loro paesaggi simbolici. Lo spazio civile vi è t u t t a v i a o r d i n a t o i n t o r n o alla chiesa, al t e m p i o o alla m o s c h e a . Certi m o n u m e n t i religiosi s o n o investiti sia del potere sia del sentimento d'identità della collettività religiosa (Racine, 1 9 9 3 ) .
La c o m p o s i z i o n e dei paesaggi simbolici dà vita a varie arti: a r c h i t e t t u r a , stat u a r i a , arte dei giardini^Ln-eefti casi s o n o c o n d o t t e vere o p e r a z i o n i di u r b a n i z z a zione, c o m e t e s t i m o n i a n o le città cinesi tradizionali, la p r i m a generazione di città
giapponesi, a N a r a e a H e i a n (l'attuale Kyoto) o le città rinascimentali e b a r o c c h e
n a t e dalla rivoluzione della p r o s p e t t i v a (Blanchon, 1 9 9 4 ; Clément, 1 9 9 5 ) . All'int e r n o di questi contesti gli artisti d a n n o spesso p r o v a di u n ' a m m i r e v o l e a t t i t u d i n e
a r e n d e r e accessibile a tutti l'insieme dei testi che s o n o alla base sia della coscienza religiosa sia della fedeltà al p o t e r e ( D u n c a n , 1 9 9 0 e 1 9 9 2 ) .
L'interesse per il p a e s a g g i o a s s u m e altre f o r m e in C i n a a p a r t i r e d a l l ' e p o c a
T a n g e in E u r o p a nel R i n a s c i m e n t o (Berque, 1 9 9 5 ) : l'insieme delle forme n a t u r a l i
o s t r u t t u r a t e d a l l ' u o m o d i v e n t a o g g e t t o di c u l t o , fonte di e s p e r i e n z a estetica e
m o t i v o di conservazione o di forme privilegiate di organizzazione c o m e si vede nell'arte dei giardini ideata da queste civiltà.
Qualche lettura
Braudel (1987) fornisce u n ' i n t r o d u z i o n e agevole alle g r a n d i civiltà storiche e alle
l o r o m o d a l i t à di utilizzo dello spazio. G r a n d i classici della geostoria fanno rivivere le costruzioni territoriali di alcune vaste aree: Braudel ( 1 9 4 9 e 1977) per il m o n do m e d i t e r r a n e o , Kaiser (1990) per le sue società rurali nel contesto attuale, D e n y s
L o m b a r d (1990) per il crocevia giavanese, M. L o m b a r d (1971) e X a v i e r de Planhol ( 1 9 5 7 , 1 9 6 8 e 1 9 9 3 ; da c o m p l e t a r s i con W i r t h , 1 9 9 3 , sulle città) per il m o n do islamico, i fattori della sua evoluzione, la sua p r i m a g r a n d e z z a e le evoluzioni
successive.
Allo stesso m o d o è possibile ricostituire i tratti geografici di civiltà storiche antiche. Gli studi di Leveque e V i d a l - N a q u e t ( 1 9 6 4 ) , V e r n a n t ( 1 9 6 5 ) , V i d a l - N a q u e t
Culture e livelli di sviluppo
237
(1981) e de Polignac (1984) chiariscono l'organizzazione del nucleo familiare, della città e del m o n d o greco dal VII al IV secolo a . C . Studi recenti f a n n o luce sulle
origini del m o n d o cinese (Wheatley, 1 9 7 1 ; Levi, 1 9 8 9 ) e sul s u o f u n z i o n a m e n t o
classico (Skinncr, 1 9 6 4 ; Balasz, 1 9 6 8 ; Fernet 1972).
> Le società moderne, cioè l'unità ritrovata attraverso
la generalizzazione della scrittura <
La m o d e r n i z z a z i o n e si applica al d u a l i s m o sul quale p o g g i a n o le grandi civiltà storiche e lo fa in d u e m o d i : con la generalizzazione della scrittura, che cessa di essere a p p a n n a g g i o di ristrette élite, c con u n o s v i l u p p o senza p r e c e d e n t i della p r o duttività legata alla meccanizzazione e alla messa in a t t o di forme c o n c e n t r a t e di
energia, che modificano r a d i c a l m e n t e le condizioni di t r a s p o r t o e la fabbricazione
dei m a n u f a t t i . Le e c o n o m i e di scala d i v e n g o n o s e m p r e più significative in questi
a m b i t i . F a n n o la loro c o m p a r s a anche le p r i m e forme di telecomunicazione (il telegrafo negli anni Q u a r a n t a del X I X secolo e il telefono alla fine degli anni Settanta
dello stesso secolo) ma il loro i m p a t t o diventa significativo solo più t a r d i , o per
m o l t o t e m p o r i g u a r d a solo alcuni aspetti della vita e c o n o m i c a : i n f o r m a z i o n i di
m e r c a t o , f u n z i o n a m e n t o delle imprese (Griset, 1 9 9 1 ) .
La riduzione dei contrasti culturali e sociali
Le società nate dalla m o d e r n i z z a z i o n e in F,uropa e nell'America Settentrionale rifiutano i privilegi ereditari. Poggiano sull'uniformazione delia condizione dei lavoratori, che assicura a una parte crescente della popolazione u n ' a l i m e n t a z i o n e sufficiente, le offre i mezzi per alloggiare e vestirsi in m o d o conveniente e le permette di
godere di un m i n i m o di divertimento. Ciò n o n o s t a n t e , dal 1 8 7 0 la modernizzazione è correlata all'allargamento delle classi medie. Q u e s t e ultime c o m p r e n d o n o una
massa crescente di operai e di impiegati sempre più numerosi che r e n d o n o necessaria una maggiore mobilità e c a u s a n o l ' a u m e n t o della d o m a n d a di servizi.
Differenze sociali più ridotte, certo, ma anche u n ' e s t e n s i o n e senza precedenti
dell'accesso alle forme elitarie della cultura: la generalizzazione dell'istruzione, che
diventa o b b l i g a t o r i a nella m a g g i o r p a r t e dei paesi occidentali d u r a n t e il X I X secolo, ne è r e s p o n s a b i l e [figura 12.6). La sostituzione nelle scuole elementari c o n
le lingue colte dei dialetti locali amplia gli orizzonti: l ' i n s e g n a m e n t o ha un impatto sociale i m m e n s o . Apre a una p a r t e s e m p r e m a g g i o r e della p o p o l a z i o n e l'accesso diretto ai testi sui quali si f o n d a n o la religione e il regime politico; diffonde le
conoscenze tecniche richieste dalle forme n u o v e di meccanizzazione e per le quali
i m o d i tradizionali di a p p r e n d i m e n t o non s o n o più a d a t t i . La scuola è liberatrice.
La d e m o c r a t i z z a z i o n e delle forme elitarie della c u l t u r a ha un p r e z z o : molte
t r a d i z i o n i locali s p a r i s c o n o n o n e s s e n d o trasmesse dai nuovi modi di a c c u l t u r a zione. La regressione dei dialetti impoverisce certi ambiti della cultura.
238 ' La geografia culturale
Fig. 1 2 . 6 L'uniformarsi delia società grazie alla scuola elementare nella Francia del XIX secolo
Percentuale delle reclute francesi in grado di leggere nel periodo 1827-1829 e nel 1913.
A questi effetti, per lo più involontari della m o d e r n i z z a z i o n e , si aggiunge quello della p e r d i t a di v a l o r e s i s t e m a t i c a di cui s o n o o g g e t t o le p r a t i c h e p o p o l a r i .
Presso i protestanti e i giansenisti, per e s e m p i o , l'azione in q u e s t o c a m p o esprime
la volontà di e p u r a r e quei costumi giudicati volgari e di r i d u r r e le occasioni di tentazione e di peccato. N e l X I X e all'inizio del XX secolo gli ideologi del progresso
l o t t a n o c o n t r o i pregiudizi che frenano l'avanzare della civiltà. Per le p o p o l a z i o n i
r u r a l i s r a d i c a t e d a l l ' i n d u s t r i a l i z z a z i o n e e riversatesi nelle g r a n d i città dalle dimensioni fino ad allora sconosciute, lo shock è violento: la m a g g i o r p a r t e dei loro
punti di riferimento è s c o m p a r s a .
Basi ecologiche allargate
La transizione alla m o d e r n i t à n o n a v r e b b e a s s u n t o le stesse c o n n o t a z i o n i se n o n
fosse stata a c c o m p a g n a t a dalla Rivoluzione industriale. A partire dalla m e t à del
XVIII secolo, in effetti, i r a p p o r t i che i gruppi u m a n i i n t r a t t e n g o n o c o n l'ambiente n o n cessano di trasformarsi: grazie all'accresciuta efficienza del lavoro agricolo, la p r o d u z i o n e delle derrate primarie è assicurata da una p a r t e s e m p r e m e n o nuCulture e livelli di sviluppo
239
m e r o s a della p o p o l a z i o n e attiva totale. Le fonti di p r o d o t t i alimentari, di m a t e r i e
p r i m e o di energia c o n c e n t r a t a da cui d i p e n d o n o i g r u p p i u m a n i s o n o s e m p r e più
l o n t a n e grazie ai t r a s p o r t i più rapidi e alla d i m i n u z i o n e relativa del loro c o s t o . La
gente m a n g i a meglio e di più, abita in case g e n e r a l m e n t e più g r a n d i , meglio isolate e meglio riscaldate, è meglio vestita e dispone di g u a r d a r o b a p i ù variati. I m p a ra a utilizzare n u o v i m a n u f a t t i per svagarsi (la m a c c h i n a fotografica, il fonografo) o per spostarsi: la ferrovia, il battello a v a p o r e e, nelle generazioni successive,
il t r a m elettrico, l ' a u t o m o b i l e o l ' a e r o p l a n o .
La p a r t e di a u t a r c h i a , che era sempre stata implicita nella soddisfazione dei bisogni u m a n i , s c o m p a r e : n o n si attinge più nulla nell'ambiente i m m e d i a t a m e n t e circ o s t a n t e , solo l'aria che si respira: le derivazioni e i sistemi di distribuzione che si
m o l t i p l i c a n o p e r m e t t o n o di p a s s a r e dai pozzi o dalle cisterne individuali a sistemi
municipali o regionali di prelievo dai corsi d ' a c q u a , dai laghi, dagli stagni o dalle
falde freatiche. C o n t e m p o r a n e a m e n t e effluenti liquidi e rifiuti v e n g o n o parallelam e n t e evacuati fuori degli spazi abitati.
Le spettacolari t r a s f o r m a z i o n i delle basi della vita e c o n o m i c a s o n o il risultato dell'applicazione di n u o v i saperi tecnologici ( D a u m a s , 1 9 6 2 - 1 9 6 5 e 1 9 6 8 ) , che
n o n a p p a i o n o più c o m e l ' a p p a n n a g g i o di g r u p p i professionali gelosi delle p r o p r i e
competenze e p o c o disposti a condividerle c o n altri. Essi risultano dalla conoscenza
scientifica dei processi, dei materiali e dei m e t o d i atti a c o n t r o l l a r e e m a n i p o l a r e
le fonti di energia c o n c e n t r a t a . L ' a m p l i a m e n t o delle basi ecologiche dei g r u p p i è
d u n q u e correlato a u n a n u o v a organizzazione delle società stesse: per far fronte alle dimensioni n u o v e della p r o d u z i o n e e dello s c a m b i o , la p a r t e delle burocrazie delle g r a n d i imprese private a u m e n t a nella vita e c o n o m i c a , m e n t r e il tessuto degli affari a c o n d u z i o n e familiare, fondati su abilità acquisite l e n t a m e n t e e gelosamente
trasmesse in loco, si disgrega.
La Rivoluzione industriale contribuisce così a m o d o suo alla svalutazione degli elementi p o p o l a r i della c u l t u r a . Tuttavia, in q u e s t o a m b i t o il m u t a m e n t o n o n
avviene in m o d o r e p e n t i n o . Ciò spiega la lentezza della diffusione delle tecniche industriali al di fuori dei paesi in cui s o n o n a t e e dove h a n n o p o t u t o c o n t a r e su artigiani p r o g r e s s i v a m e n t e riconvertiti.
Nuovi sistemi di rappresentazione: l'ascesa della scienza e delle ideologie
La m o d e r n i z z a z i o n e si a c c o m p a g n a alla generalizzazione di atteggiamenti m o l t o
critici di fronte ai sistemi tradizionali di credenze, s o p r a t t u t t o religiose. Esse n o n
h a n n o forse sviato gli u o m i n i dallo s t u d i o preciso del l o r o a m b i e n t e e dai mezzi
per valorizzarlo, poiché disprezzavano le realtà materiali e m e t t e v a n o l'accento sull'altro m o n d o ? Q u e s t e critiche n o n f a n n o s c o m p a r i r e la vita religiosa, ma la t r a s f o r m a n o . Nelle società laiche basate sulla tolleranza che si v a n n o s t r u t t u r a n d o , la
fede è solo u n a questione p r i v a t a : cessa di essere il g a r a n t e del legame sociale e di
d a r e un senso alla vita c o m u n e .
Le ideologie r i e m p i o n o il v u o t o lasciato dal ritiro forzato del religioso: o r a m a i
a d a r e un senso all'esistenza s o n o d o t t r i n e fondate sull'idea di p r o g r e s s o (Claval,
1 9 8 0 ) . N o n si vede emergere un futuro migliore per tutti e d o m a n i felici?
240
La geografia culturale
Le ideologie s o n o così diverse dalle religioni tradizionali c o m e d i c o n o di essere? N o : agli occhi di molti, esse a p p a i o n o c o m e rituali p i u t t o s t o rozzi. La rivelazione, qui r i n n o v a t a , è quella di intellettuali che d i s t i n g u o n o il disegno dei futuri possibili dall'istante in cui c o m i n c i a n o ad a n n u n c i a r s i . Il m a l e n o n è più individuale: risiede nelle strutture sociali che frenano i m o v i m e n t i auspicabili. Certe classi s o n o coperte da ignominia perché si o p p o n g o n o al c a m b i a m e n t o . Il loro
sacrificio contribuisce a eliminare tutti i freni che si o p p o n e v a n o al progresso e santifica la n u o v a causa: la rivoluzione a p p a r e così c o m e un rito s a n g u i n a r i o destinato sia a scongiurare sia a eliminare le forze r e t r o g r a d e .
Gli altri m o n d i sui quali si f o n d a v a l'universo simbolico t r a d i z i o n a l e p e r d o no valore. La m o d e r n i t à si attacca alle cose palpabili, alle realtà materiali; t r o v a il
suo senso nella scoperta di ciò che la storia fa emergere: la verità così fugace delle arti d ' a v a n g u a r d i a p o g g i a s u l l ' a t t i t u d i n e a percepire, s o t t o il caos dell'istante,
le s t r u t t u r e del futuro ( C o n r p a g n o n , 1 9 9 0 ) .
Sul p i a n o politico la m o d e r n i t à m e t t e in d u b b i o i regimi di diritto divino. La
s o v r a n i t à n o n ha o r m a i che u n a fonte, il p o p o l o sul quale esercita il s u o p o t e r e .
Nelle d e m o c r a z i e l ' a u t o r i t à si basa sul rispetto delle p r o c e d u r e formali di consultazione. Essa p u ò u g u a l m e n t e essere rivendicata dalla frazione di intellettuali capaci di cogliere la verità in f o r m a z i o n e : è la giustificazione di ogni d e m o c r a z i a t o talitaria che ha così p r o f o n d a m e n t e scosso lo sviluppo d e l l ' u m a n i t à nel c o r s o degli ultimi due secoli.
Un'urbanizzazione sempre più profonda
M a r x vedeva nell'opposizione tra città e c a m p a g n a il t r a t t o più spettacolare delle
c o n t r a d d i z i o n i della società in cui viveva. B u o n a p a r t e della pratica dei socialismi
reali d e l l ' E u r o p a dell'Est si spiega c o n la v o l o n t à di ridare a l l ' u m a n i t à l'unità di cui
l'urbanizzazione l'aveva privata.
Tuttavia n o n è nei paesi socialisti che la c o n t r a d d i z i o n e t r a città e c a m p a g n a
si r i a s s o r b e , ma in quelli che h a n n o lasciato agire m e c c a n i s m i c o n c o r r e n z i a l i : la
p a r t e della p o p o l a z i o n e attiva nel settore p r i m a r i o finisce c o n il ridursi a u n a piccola percentuale; la dispersione che vi è legata tocca soltanto u n a m i n i m a parte della p o p o l a z i o n e . I progressi dei t r a s p o r t i r a p i d i e delle t e l e c o m u n i c a z i o n i p e r m e t t o n o di c o n d u r r e m o d i di vita u r b a n i in centri di media densità. L'ambiente delle
città differisce s e m p r e da quello delle c a m p a g n e , ma il loro r u o l o simbolico n o n è
più c o n t r a p p o s t o .
I r a p p o r t i con il paesaggio a s s u m o n o allora u n ' a l t r a d i m e n s i o n e : l ' a m b i e n t e
i m m e d i a t o n o n è più percepito f o n d a m e n t a l m e n t e c o m e u n t u t t o p r o d u t t i v o , m a
c o m e un q u a d r o di vita; dalla sua qualità dipende la felicità degli u o m i n i . Il p a e saggio diviene la posta in gioco di aspre contestazioni: dalla sua a r m o n i a consegue
la b u o n a v o l o n t à degli elettori; dalla sua condivisione risulta il s e n t i m e n t o di giustizia o d'ingiustizia che caratterizza la società. I valori estetici e l'idea di preservazione a s s u m o n o u n a d i m e n s i o n e politica: i p r i m i influiscono d i r e t t a m e n t e sulla
v a l u t a z i o n e che si fa dell'esistenza; la seconda t r a d u c e l'emergere di n u o v e forme
di identità (Berque e altri, 1 9 9 4 ) .
Culture e livelli di sviluppo
241
Qualche orientamento di lettura
Esistono alcuni studi classici sulle forze che h a n n o m o d e l l a t o il m o n d o industriale (Braudel, 1 9 6 7 - 1 9 7 9 ) e che gli h a n n o d a t o forme specifiche di o r g a n i z z a z i o n e
dello spazio (Claval, 1 9 6 8 ) . Le g r a n d i monografie che i geografi francesi h a n n o ded i c a t o , nel p e r i o d o t r a le due guerre m o n d i a l i , alle g r a n d i p o t e n z e sviluppate o ai
paesi n u o v i m e r i t a n o d i essere lette: A l b e r t D e m a n g e o n s u l l ' i m p e r o b r i t a n n i c o
(1922), il Belgio, i Paesi Bassi e il L u s s e m b u r g o (1927) o le Isole Britanniche (1927),
H e n r i Baulig sull'America Settentrionale ( 1 9 3 5 - 1 9 3 6 ) o Pierre Denis sull'Argentina ( 1 9 2 0 ) . Sul G i a p p o n e , ma per un p e r i o d o più recente, ci si riferirà ad A u g u s t i n
Berque ( 1 9 8 2 , 1 9 8 6 e 1 9 9 3 ) .
> Culture di massa e culture dotte o tecniche:
uniformazione ed esplosione <
Unità ritrovata e nuovi dualismi: culture di massa e culture dotte
La m o d e r n i z z a z i o n e , così c o m e l ' a b b i a m o descritta, riduceva i dualismi culturali
c o n la generalizzazione della scrittura: i suoi teorici p e n s a v a n o che in q u e s t o m o do avrebbe continuato a progredire. C o n la regressione dell'analfabetismo l'obiettivo s e m b r a v a vicino. N o n si facevano i conti c o n l'effetto delle n u o v e t e c n o logie: grazie al telefono, al c i n e m a e alla televisione, l'oralità gareggia c o n la scritt u r a per assicurare la diffusione dei messaggi su larga scala. All'unità r i t r o v a t a delle culture di m a s s a ( M c L u h a n , 1 9 6 8 ) , c o r r i s p o n d e la cancellazione delle s t r u t t u r e
gerarchiche che d a v a n o al m o n d o tradizionale la sua specificità.
La mobilità accresciuta moltiplica i c o n t a t t i tra le culture. Essi si s v i l u p p a n o
episodicamente in occasione di s p o s t a m e n t i turistici, o in m o d o p e r m a n e n t e q u a n do p o p o l a z i o n i di origine diversa e p r o v e n i e n t i da luoghi c o n un differente livello
di sviluppo si t r o v a n o a vivere nelle stesse città.
L ' i n n a l z a m e n t o del livello di vita a u m e n t a la scolarità, generalizza l'accesso
agli studi secondari e a p r e in larga m i s u r a a l l ' i n s e g n a m e n t o superiore. In molti settori è d i v e n t a t o facile i m p a r a r e da soli a s c o l t a n d o cassette o g u a r d a n d o videotape.
L'utilizzo del c o m p u t e r e di p r o g r a m m i che s o n o stati p r e p a r a t i per t r a r n e profitto offrono p r o c e d u r e efficaci di f o r m a z i o n e professionale.
Le società c o n t e m p o r a n e e n o n s o n o solo caratterizzate dalla diffusione di n u o ve f o r m e di c u l t u r a di m a s s a , ma lo s o n o a n c h e per l'accesso di un n u m e r o crescente di individui a livelli di sapere p r i m a riservati a élite ristrette. Le forme colte della c u l t u r a cessano di essere f o r m a l m e n t e associate alla s t r u t t u r a gerarchica
della società. I saperi avanzati s o n o o r m a i imperniati sull'accesso alle tecnologie.
Verso una nuova geografia dei fatti di cultura?
La rivoluzione c o n t e m p o r a n e a della c o m u n i c a z i o n e m e t t e così p r o f o n d a m e n t e in
d i s c u s s i o n e la n a t u r a geografica e il r u o l o delle c o m p o n e n t i della c u l t u r a . Alle
242
La geografia culturale
tradizioni p o p o l a r i s t r e t t a m e n t e localizzate si sostituisce u n a c u l t u r a di m a s s a di
cui m o l t e forme s o n o uguali da u n a p a r t e all'altra del p i a n e t a . Le culture elitarie
di u n a volta, incentrate su valori che s t r u t t u r a v a n o le coscienze d ' a p p a r t e n e n z a e
i livelli superiori dei sentimenti d'identità, h a n n o fatto spazio a culture d o t t e m o l to più diversificate e rivolte sia verso la p r o d u z i o n e sia verso forme di piacere: il
c o n t e n u t o religioso o ideologico ha c e d u t o il passo alle conoscenze scientifiche o
a saperi e abilità che i n u o v i s t r u m e n t i p e d a g o g i c i p e r m e t t o n o di i m p a r a r e al di
fuori della relazione tradizionale di a p p r e n d i m e n t o .
N e l m o n d o t r a d i z i o n a l e le forme p o p o l a r i della religiosità e r a n o i n q u a d r a t e
o trascese da quelle e l a b o r a t e dalle élite. A t t u a l m e n t e niente dà un senso alla sensibilità religiosa bruta esaltata dalle forme più p r e g n a n t i della cultura di m a s s a , come per esempio la musica.
Culture e livelli di sviluppo
243
Capitolo 13
modernizzazione e occidentalizzazione
> Lidea di transizione culturale <
Le grandi transizioni culturali
I sistemi culturali e v o l v o n o per t a p p e di cui a b b i a m o p r e s e n t a t o i tratti caratteristici. R e s t a n o da spiegare le transizioni culturali che p o r t a n o da un livello all'alt r o (Inglebart, 1 9 9 3 ) . Si p o s s o n o distinguere q u a t t r o fasi di g r a n d i c a m b i a m e n t i :
• la p r i m a p e r m e t t e il passaggio dalla raccolta, dalla pesca o dalla caccia all'agric o l t u r a o al n o m a d i s m o p a s t o r a l e ;
• la seconda c o n d u c e le culture senza scrittura e le l o r o società c o n t r o lo Stato alle g r a n d i civiltà storiche;
• la terza m e t t e fine al d u a l i s m o inerente ai m o d i tradizionali di trasmissione della c u l t u r a e dà alle società m o d e r n e la loro p r o f o n d a coesione;
• s t i a m o vivendo la q u a r t a e v e d i a m o emergere società postindustriali caratterizzate da culture p o s t m o d e r n e . Ciò che le c o n t r a p p o n e alle società m o d e r n e di mezzo secolo fa è c h i a r o , m e n o lo s o n o i modelli che le d o m i n e r a n n o .
Ci limiteremo ad a c c e n n a r e ai p r o b l e m i delle p r i m e due g r a n d i tradizioni culturali, quelle da cui e m e r g o n o le civiltà storiche; q u e s t o c a p i t o l o è d e d i c a t o alla m o dernizzazione, il seguente al passaggio dalla m o d e r n i t à alla p o s t m o d e r n i t à .
Alcuni studi sottolineano il ruolo di fattori p e r m a n e n t i di trasformazione
delle società: s e c o n d o Ester Boserup (1965) la pressione demografica origina u n a
spinta c o n t i n u a a l l ' i n n o v a z i o n e agricola. Tali riflessioni s o n o p a r z i a l m e n t e vere,
ma n o n b a s t a n o a giustificare la realtà: il c o n t r o l l o delle nascite è da s e m p r e p r a t i c a t o da a l c u n e società; gli effetti della p r e s s i o n e d e m o g r a f i c a s o n o p e r m a n e n t i
q u a n d o le t r a s f o r m a z i o n i p r o f o n d e c o r r i s p o n d o n o a fasi p i u t t o s t o brevi di messa
in discussione e di r i s t r u t t u r a z i o n e .
L'emergere delle società agricole
Da un secolo il p r o b l e m a dell'emergere delle società agricole a p p a s s i o n a gli storici: le società neolitiche differiscono da quelle che le h a n n o p r e c e d u t e per il p o s t o
che riservano all'agricoltura e/o a l l ' a l l e v a m e n t o .
Modernizzazione e occidentalizzazione
245
La domesticazione degli animali e i p r i m i passi dell'agricoltura h a n n o a v u t o
c o m e t e a t r o a l m e n o tre aree geograficamente distinte {figura 13.1): le terre del Sudest asiatico, dell'Insulindia e della N u o v a G u i n e a p e r gli agricoltori che impiegav a n o la z a p p a del Vecchio M o n d o (Brookfield e H a r t , 1 9 7 1 ; W a d d e l , 1 9 7 2 ) , le terre alte del Messico e delle A n d e , e la M e z z a l u n a fertile del M e d i o O r i e n t e per le cerealicolture c o n l ' a r a t r o e l'allevamento.
Fig. 13.1 Centri d'origine delle piante coltivate secondo
N.l. Vavilov (fonte: Isaac, 1970,
p. 51 ).
L'inventario della flora naturale ha permesso a Vavilov di
delimitare (1 ) le zone in cui
ha avuto luogo la domesticazione delle piante. Intorno ai
punti (2) in cui la diversità
delle specie è maggiore le
possibilità erano migliori.
246
La geografia culturale
Le ricerche si s o n o c o n c e n t r a t e s o p r a t t u t t o sul n u c l e o m e d i o - o r i e n t a l e . L'interpretazione classica è stata p r o p o s t a da G o r d o n Childe ( 1 9 4 3 e 1 9 6 3 ) , il p r i m o
teorico della rivoluzione neolitica. Al termine della glaciazione di W u r m si verific a n o la mitigazione del clima e il p r o s c i u g a m e n t o degli attuali deserti; dove l'umidità è sufficiente, per esempio nella M e z z a l u n a fertile, le p o p o l a z i o n i a p p r o f i t t a no d e l l ' a b b o n d a n z a di g r a m i n a c e e per inventare la cerealicoltura {figura 13.2); a n -
Orzo
(Hordeum)
Confini degli Stati attuali
Fig. 13.2 Area di distribuzione degli antenati del grano e dell'orzo nella Mezzaluna fertile (fonte
Isaac, 1970, p. 59)
Modernizzazione e occidentalizzazione
247
che le steppe si p r e s t a n o a l t r e t t a n t o bene all'allevamento dei g r a n d i mammiferi. Le
p o p o l a z i o n i c o n t a d i n e liberano eccedenze agricole su cui, qualche millennio d o p o ,
si edificheranno le società s t a t u a l i , c o n i l o r o eserciti, le l o r o élite e le l o r o città.
D a l focolaio m e d i o - o r i e n t a l e l'innovazione si diffonde a d a t t a n d o s i agli ambienti:
l'agricoltura d o m i n a nelle regioni u m i d e o nelle p i a n u r e s o t t o p o s t e a piene periodiche; la pastorizia n o m a d e si sviluppa nelle steppe aride e nei deserti; la d o m e s t i cazione del cavallo, poi quella del c a m m e l l o e del d r o m e d a r i o , d e t e r m i n a la t r a n s izione dal piccolo al g r a n d e n o m a d i s m o .
Q u e s t a concezione del passaggio dalla fase p r e d a t o r i a a u n ' e c o n o m i a p r o d u t tiva va di p a r i passo c o n u n ' i n t e r p r e t a z i o n e della diffusione delle forme politiche
protostatali che sottolineano la capacità delle aristocrazie militari d ' i m p o r r e le loro istituzioni ai gruppi di agricoltori sedentari. I dati archeologici p o r t a n o a queste
interpretazioni. E in c o r s o u n a revisione p r o f o n d a . Lo sblocco arriva da u n ' a l t r a
p a r t e . Un secolo fa H a h n (1896ab) r i c o r d a v a la dimensione religiosa del processo
di d o m e s t i c a z i o n e . Alle stesse c o n c l u s i o n i a r r i v a n o le ricerche a r c h e o l o g i c h e recenti, così c o m e le r i p o r t a J a c q u e s C a u v i n (1994). Per lui p r i m a c'è stata la creazione delle divinità (figura 13.3), poi la nascita dell'agricoltura (figura 13.4): la rivoluzione dei simboli precede le prime testimonianze della cerealicoltura.
Mureybe
VX
accharini
Azraq
PERIODO
O
>
248
Abu
Madi
La geografia culturale
50
100
2A
1S0 k m
Fig. 13.3 La rivoluzione simbolica nel Medio Oriente: i siti di El
Khiam con statuine femminili e
taurine risalenti al 10 0 0 0 a.C.
(fonte: Cauvin, 1994, p. 42).
La presenza di statuine attesta il
risveglio religioso delle popolazioni che ignorano l'agricoltura.
Fig. 13.4 La civiltà neolitica nel Medio Oriente, tra il 9 5 0 0 e l ' 8 3 0 0
a.C. (fonte: Cauvin, 1994, p. 56).
Lagricoltura è attestata, a partire dal
9 0 0 a.C, in quelle civiltà che succedono alla cultura di Ei Khiam n e gli stessi siti: grano amidaceo ad
Aswad, grano e orzo a Gerico, economia di tipo agricolo a Mureybet.
Qaramel
Cheik l a s s a i
Mureybet"
OAswad
/Netiv Hagdud
[ Gerico
PERIODO
2 B
(9500-8800 a.C.)
• Popolazioni
di Mureybet
O Popolazioni di Aswad
£± Popolazioni
del Sultan
100
S30 k m
Dalle società studiate dagli etnologi alle società storiche
N e l Vecchio M o n d o , le agricolture che i m p i e g a v a n o la z a p p a n o n h a n n o p r o d o t to in genere m u t a m e n t i radicali nell'organizzazione sociale: le t r i b ù che p r a t i c a n o
u n ' a g r i c o l t u r a itinerante nel Sud-est asiatico, in I n d o n e s i a e nell'Africa tropicale
r e s t a n o fedeli a u n a s t r u t t u r a z i o n e politica p o c o c e n t r a l i z z a t a . Le cose v a n n o in
m o d o diverso in America Latina: la produttività dei sistemi agricoli è estremamente
elevata là d o v e è b a s a t a sul mais o sulla p a t a t a (Denevan, 1 9 7 7 ) . Nelle z o n e u m i de p a l u d o s e la realizzazione di giganteschi t e r r a p i e n i di d r e n a g g i o p o r t a a u n ' i n tensificazione notevole (Parsone e B r o w e n , 1 9 6 6 ) .
M i c h a e l M a n n (1986) si è interessato alle fonti del potere sociale. Secondo lui,
affinché u n o Stato si costituisca, è necessario che u n ' i d e o l o g i a o u n a religione condivisa conferisca a u t o r i t à n a t u r a l e a un p e r s o n a g g i o centrale. Per t r a s f o r m a r e il resacerdote in s o v r a n o p o t e n t e si d e v o n o verificare alcune condizioni:
• la possibilità di p r o d u r r e eccedenze agricole in g r a d o di m a n t e n e r e un esercito e
le classi dirigenti;
• la capacità di far a r r i v a r e r a p i d a m e n t e o r d i n i e notizie, cosa che implica vie di
c o m u n i c a z i o n e (utili a n c h e per il t r a s p o r t o delle d e r r a t e alimentari e per lo s p o s t a m e n t o delle t r u p p e ) e un sistema di scrittura (Gorse, 1 9 7 4 ) .
Modernizzazione e occidentalizzazione
249
Il p o t e r e del s o v r a n o si esercita su un raggio che è limitato dalle tecnologie su cui
si fonda la società: la capacità di azione militare e di i n q u a d r a m e n t o civile dipende dalle d e r r a t e alimentari che le zone coltivate p o s s o n o fornire. Il raggio d'azione dell'esercito è c o n d i z i o n a t o dalle difficoltà di a p p r o v v i g i o n a m e n t o e d a l l ' i m possibilità di m a n t e n e r e le c o m u n i c a z i o n i c o n il c e n t r o del r e g n o , q u a n d o o p e r a
t r o p p o l o n t a n o . L a creazione d i u n o Stato n o n p o r t a vantaggi i m m e d i a t i alla m a g g i o r a n z a delle p o p o l a z i o n i : il p r e z z o da p a g a r e p e r la sicurezza (ma è d a v v e r o
meglio garantita?) è p e s a n t e e i prelievi necessariamente alti. In f o n d o la m a g g i o r
p a r t e delle società r i m a n e c o n t r o lo Stato: i p o p o l i reagiscono ai tentativi di concentrazione del p o t e r e a n d a n d o a insediarsi altrove. Perché ciò sia possibile s o n o
necessarie circostanze geografiche particolari.
N e l M e d i o O r i e n t e i raccolti s o n o b u o n i solo nelle terre alluvionali, c o p e r t e
p e r i o d i c a m e n t e dalle i n o n d a z i o n i e dal l i m o che le r e n d e fertili e p r o d u t t i v e . Le
densità, d u n q u e , a u m e n t a n o . M a queste p o p o l a z i o n i s o n o i n t r a p p o l a : n o n p o s s o n o più sfuggire ai piccoli t i r a n n i u n a volta che vi si s o n o insediati. D u n q u e nel
M e d i o O r i e n t e la f o r m a statale si sviluppa con i suoi correlati: f o n d a m e n t i ideologico-religiosi, esercito forte, p r a t i c a della scrittura (è u n a necessità funzionale) e
a b b o z z o di u n a b u r o c r a z i a ecclesiastica, a m m i n i s t r a t i v a e militare.
Le condizioni n a t u r a l i n o n s o n o m o l t o diverse nella valle del N i l o , in M e s o p o t a m i a , nella valle dell'Indo e nella Cina del nord, là dove il Fiume Giallo raggiunge
la p i a n u r a . Il modello di M a n n si applica forse m e n o bene al N u o v o M o n d o .
U n a volta stabilitosi, il m e c c a n i s m o si sviluppa s p o n t a n e a m e n t e c o n la conquista e con le reazioni che suscita presso i p o p o l i minacciati e spinti, a l o r o volta, a d o t a r s i di s t r u t t u r e politico-militari efficienti. Da u n a p a r t e gli Stati la cui forza militare è legata al g r a n d e n o m a d i s m o e dall'altra quelli che v i v o n o di navigazione g i u n g o n o ben p r e s t o a uscire dagli schemi stretti delle m o n a r c h i e primitive.
Tuttavia queste t r a s f o r m a z i o n i n o n m e t t o n o in discussione il d u a l i s m o che resta
f o n d a m e n t a l e nella m a g g i o r p a r t e delle civiltà storiche.
> La modernizzazione: le interpretazioni economiche <
Un problema geografico e le prime riflessioni che suscita: dall'Illuminismo a Marx
La m o d e r n i z z a z i o n e si applica al d u a l i s m o sul quale p o g g i a v a n o le g r a n d i civiltà
storiche e m e t t e così in discussione i f o n d a m e n t i ideologici che si e r a n o d a t e . Le
società s t o r i c h e a v e v a n o i m p a r a t o a p e n s a r e se stesse sulla base della d i s u g u a glianza generalizzata e svilivano l'individuo a v a n t a g g i o del g r u p p o e delle sue gerarchie ( D u m o n t , 1 9 6 6 ) . La v o l o n t à d'occidentalizzazione si afferma dall'inizio del
X I X secolo n e l l ' I m p e r o o t t o m a n o o in Egitto (J. B e r q u e , 1 9 6 7 ) ; lo scarto che sep a r a v a allora questi territori dalle n a z i o n i in via di industrializzazione era relativ a m e n t e piccolo. M a l g r a d o gli sforzi, esso n o n cessa di a p p r o f o n d i r s i fino al per i o d o fra le due guerre e da allora n o n è s t a t o a n c o r a a s s o r b i t o .
La geografia culturale
\
Al di fuori delle società di t r a d i z i o n e occidentale, la m o d e r n i z z a z i o n e n o n è
p e r f e t t a m e n t e riuscita che in G i a p p o n e . N e l X I X secolo, i b u o n i osservatori si int e r r o g a v a n o sui blocchi che f r e n a v a n o la t r a s f o r m a z i o n e di certe civiltà precocem e n t e evolute. Per gli eredi degli illuministi l'interpretazione era del t u t t o culturale: esse rifiutavano le i n n o v a z i o n i perché d o m i n a t e da religioni oscurantiste. M a r x
aveva ereditato dall'Aufklàrung tedesco questa critica ai blocchi ideologici, quindi la sua analisi a n d a v a o l t r e . La sua i n t e r p r e t a z i o n e si s v i l u p p a v a su t r e livelli
( M a r x 1 9 6 7 ; M a r x e Engels, 1 9 4 6 ) .
1 ) Egli era sensibile ai successi precoci di un b u o n n u m e r o di società del Vicino e
M e d i o O r i e n t e , dell'Asia m e r i d i o n a l e e orientale, e alla l o r o incapacità di superare un c e r t o livello di s v i l u p p o . R e l a t i v a m e n t e a esse, p a r l a v a di m o d o di p r o d u zione asiatico ( M . L o m b a r d , 1 9 7 1 ) . N e l M e d i o e v o , la disgregazione feudale priva
l ' E u r o p a di coesione e la fa a p p a r i r e c o m e u n a z o n a politicamente debole. Ma la
s c o m p a r s a del p o t e r e c e n t r a l e p e r m e t t e alle città di e s p a n d e r s i e alle b o r g h e s i e
che vi si s v i l u p p a n o di divenire a u t o n o m e . Da q u e s t o m o m e n t o , le l o r o a m b i z i o n i
e c o n o m i c h e p o s s o n o affermarsi.
2) Il secondo fattore che contribuisce a distinguere l'Occidente è la sua espansione
oltremare a partire dal R i n a s c i m e n t o . Essa p e r m e t t e ai c o m m e r c i a n t i di realizzare
profitti così favolosi da n o n farli esitare a usare l'astuzia e la violenza per raggiungere i loro scopi. Grazie all'accumulazione originaria o t t e n u t a c o n la forza, gli u o mini d'affari p r o c e d o n o a investimenti massicci nei nuovi processi di fabbricazione.
3) La m a c c h i n a a v a p o r e e la m e c c a n i z z a z i o n e che l ' a c c o m p a g n a c o n s e n t o n o ai
paesi occidentali di a u m e n t a r e i vantaggi, di a m p l i a r e i mercati e di e s p a n d e r e la
p r o d u z i o n e a basso c o s t o p e r m e s s a dalle s t r u t t u r e m o d e r n e m a n d a n d o in r o v i n a
le p r o d u z i o n i artigianali dei paesi di antica civiltà.
La spiegazione p r o p o s t a da M a r x è seducente: va a cercare in un p a s s a t o piutt o s t o l o n t a n o la divergenza t r a Occidente e O r i e n t e , m o s t r a che l'evoluzione ha attraversato fasi diverse e sottolinea infine il r u o l o delle trasformazioni tecniche. Part e n d o da questa analisi teorica della m o d e r n i z z a z i o n e e dello sviluppo, si p u ò leggere in c o n t r o l u c e u n ' i n t e r p r e t a z i o n e del n o n sviluppo: i paesi che h a n n o subito i
saccheggi e u r o p e i nel X V I I e nel XVIII secolo finiscono per a f f o n d a r e q u a n d o i
p r o d o t t i industriali i m p o r t a t i c o n d a n n a n o settori interi delle loro e c o n o m i e . N o n
è c o m u n q u e la lettura p r o p o s t a da M a r x ; a suo parere il processo di accumulazione
deve generalizzarsi un p o c o alla volta: la meccanica del s o t t o s v i l u p p o n o n figura
tra le c o n t r a d d i z i o n i del regime capitalista che egli teorizza.
I rapporti Occidente e Oriente e la dinamica del capitalismo
I p r o b l e m i che la m o d e r n i z z a z i o n e p o n e cessano di essere e s a m i n a t i in u n ' o t t i c a
così g e n e r a l e a p a r t i r e dal X I X secolo. L ' a t t e n z i o n e si s p o s t a sulla R i v o l u z i o n e
industriale, di cui si c o m i n c i a n o a rintracciare le origini e la storia. La diffusione
delle i n n o v a z i o n i è allora p i u t t o s t o r a p i d a : a p a r t i r e dal 1 8 3 0 le fabbriche si m o l t i p l i c a n o in t u t t a E u r o p a . L'America S e t t e n t r i o n a l e si unisce a n c o r a p i ù velocem e n t e al m o v i m e n t o .
La colonizzazione d o t a di infrastrutture di base anche g r a n p a r t e del m o n d o
Modernizzazione e occidentaiizzazione
251
tropicale. Il diffondersi della scienza economica fa sì che le dimensioni culturali del
p r o b l e m a siano facilmente d i m e n t i c a t e .
Storici e sociologi m a n t e n g o n o u n a visione più a m p i a . In Francia, H e n r i H a u ser è a p p a s s i o n a t a m e n t e c o n v i n t o che la m o d e r n i t à , che vede sorgere al m o m e n t o
della R i f o r m a o della rivoluzione galileiana, sia la stessa che ispira il m o v i m e n t o
d'industrializzazione e di creazione di u n ' e c o n o m i a mondiale osservata nel suo temp o . Per M a x Weber, in G e r m a n i a , la Rivoluzione industriale è un p u n t o d ' a r r i v o ,
n o n di p a r t e n z a . Il r u o l o del p r o t e s t a n t e s i m o lo affascina: l'etica calvinista spinge
a l l ' a c c u m u l o senza il quale la crescita n o n s a r e b b e possibile (Weber, 1 9 6 4 ) .
C a r i Wittfogel era m a r x i s t a e, per q u e s t o , era affascinato dal m o d o asiatico di
p r o d u z i o n e (Wittfogel, 1 9 6 4 ) . Il d i s p o t i s m o orientale, q u e s t o sistema che t e n d e a
r i p r o d u r s i all'infinito, s e c o n d o lui è legato alle condizioni delle civiltà idrauliche
che si s v i l u p p a n o lungo i g r a n d i fiumi. La loro p r o s p e r i t à d i p e n d e dalle tecniche di
c o n t r o l l o e di distribuzione dell'acqua messe a p u n t o . E lo Stato che crea le condizioni di stabilità senza le quali la c o s t r u z i o n e delle dighe, dei canali di derivazione e della rete dei canali che p o r t a n o l ' a c q u a ai c a m p i s a r e b b e impossibile.
N o n s o n o m a n c a t e le critiche a queste interpretazioni tradizionali. Tra l'afferm a z i o n e della borghesia che n o t a M a r x nel M e d i o e v o e la Rivoluzione industriale
passa m o l t o t e m p o . L'accumulazione originaria n o n si basa solo sulla forza. Gli storici sottolineano che il capitalismo n o n è n a t o u n i c a m e n t e nei paesi calvinisti, cosa
che ridimensiona la p o r t a t a della tesi di Weber. Wittfogel ha sicuramente sovrastim a t o il r u o l o dello Stato nella costituzione delle terre irrigate nei paesi orientali: le
tecniche di i n q u a d r a m e n t o locale sono piuttosto efficienti per creare e gestire la m a g gior parte degli insediamenti indispensabili alla vita agricola.
La presa di coscienza del sottosviluppo, le teorie economiche e i loro limiti
N e l c o r s o della Seconda g u e r r a m o n d i a l e l ' o p i n i o n e p u b b l i c a comincia a s c a n d a lizzarsi del r i t a r d o s e m p r e m a g g i o r e dei paesi colonizzati e, più in generale, di tutte le nazioni il cui p o p o l o n o n ha u n ' o r i g i n e e u r o p e a recente.
Gli Stati i m p a r a n o r a p i d a m e n t e a gestire le contabilità nazionali. I redditi individuali s o n o t a l m e n t e eterogenei che n o n si p u ò più restare indifferenti alla m i seria dei poveri. Gli studi economici sulle origini dello sviluppo si m o l t i p l i c a n o a
p a r t i r e dal 1 9 4 5 ; essi evidenziano che la crescita delle e c o n o m i e sviluppate è cont e n u t a (Rostow, 1962) e si i n t e r r o g a n o su quali condizioni d e b b a n o sussistere affinché avvenga il decollo. I meccanismi economici n o n funzionano nello stesso m o do nei paesi d e b o l m e n t e sviluppati e in u n a nazione industrializzata. Gli effetti m o l tiplicatori s o n o quasi assenti. La miseria della s t r a g r a n d e m a g g i o r a n z a della p o p o l a z i o n e s c o r a g g i a gli i n v e s t i m e n t i p r o d u t t i v i nel s e t t o r e i n d u s t r i a l e : è p i ù
v a n t a g g i o s o speculare sulle terre i cui prezzi s a l g o n o , in città, o p r e s t a r e soldi ai
ceti poveri a tassi da u s u r a . L'investimento è debole, m e n t r e p a r t e della m a n o d o p e r a per la m a g g i o r p a r t e d e l l ' a n n o è s o t t o c c u p a t a o senza impiego: n o n è forse un
r i s p a r m i o potenziale che basterebbe sfruttare per accelerare la crescita?
Gli economisti c o m i n c i a n o a p a r l a r e di effetti perversi: ciò che altrove dà risultati notevoli fallisce nel Terzo M o n d o . N o n è q u e s t o il segno che si t r a t t a di un
252
La geografia culturale
p r o b l e m a n o n solo di n a t u r a e c o n o m i c a , ma p i u t t o s t o sociale e culturale? Ricercatori olandesi lo a v e v a n o d i m o s t r a t o all'inizio del XX secolo per l'Indonesia. Sec o n d o J. Furnivall (1939) e J. H. Boeke ( 1 9 5 5 ) , la s t r u t t u r a dualistica della società era all'origine del blocco. Q u e s t o t e m a è al c e n t r o delle analisi di Benjamin Higgins q u a n d o tenta, nel Ì 9 5 9 , di fare il p u n t o sugli studi relativi al s o t t o s v i l u p p o .
Q u e s t i studi p r o v a n o che il p r o b l e m a della m o d e r n i z z a z i o n e n o n p u ò essere
t r a t t a t o in u n ' o t t i c a esclusivamente e c o n o m i c a . E l'epoca in cui fioriscono le t e o rie dello s v i l u p p o del s o t t o s v i l u p p o . Gli storici ne s e g u o n o in p a r t e le o r m e . Rip r e n d e n d o certe conclusioni di F e r n a n d Braudel ( 1 9 6 7 - 1 9 7 9 e 1 9 8 5 ) , I m m a n u e l
Wallerstein ( 1 9 7 4 - 1 9 8 8 e 1985) le integra in un'analisi dei r a p p o r t i centro-periferia e le arricchisce p a r l a n d o del r u o l o degli spazi semisviluppati della semiperiferia. Le sue analisi c o n o s c o n o un i m m e n s o successo, ma n o n i n s e g n a n o m o l t o sull'opposizione tra l'Occidente e il resto del m o n d o .
> La modernizzazione: l'approccio culturale <
Gli studi di storia culturale h a n n o in c o m u n e c o n gli a p p r o c c i m a r x i s t i il fatto di
risalire a b b a s t a n z a i n d i e t r o per r e c u p e r a r e il m o m e n t o in cui le t r a d i z i o n i occidentali d i v e r g o n o da quelle del resto del m o n d o .
In effetti, gli studi di Louis D u m o n t (1983) i n d i c a n o che la s t r u t t u r a culturale f o n d a m e n t a l e delle società occidentali n o n aveva niente di eccezionale fino al
M e d i o e v o : la visione g l o b a l i z z a t e o, c o m e si dice, d i s t i c a del c o r p o sociale d o m i n a ; l'individuo n o n a p p a r e c o m e un assoluto i n t o r n o al quale t u t t o gravita. L'id e a di p e r s o n a n o n è a n c o r a n a t a e Louis D u m o n t n o n d u b i t a che sia legata al
cristianesimo. Il p r o b l e m a è capire c o m e il messaggio del Vangelo sia, a p a r t i r e da
un d a t o m o m e n t o , i n t e r p r e t a t o in q u e s t o senso. Ispirandoci a ricerche anteriori di
E d m o n d Vermeil (1940) m e t t e r e m o l'accento su alcuni p u n t i salienti di u n ' e v o l u zione che finisce per scalzare il vecchio d u a l i s m o delle società occidentali.
L'invenzione del Purgatorio e il nominalismo
N e g l i u l t i m i t r e n t ' a n n i , si è p r e s a c o s c i e n z a d e l l ' i m p o r t a n z a dei c a m b i a m e n t i
subiti dal cristianesimo nel c o r s o del X I V e XV secolo. L'immagine della cristianità che a n c o r a si i m p o n e v a nell'XI e XII secolo era gerarchica: i chierici servivano da i n t e r m e d i a r i t r a il m o n d o celeste e il n o s t r o . La b e a t i t u d i n e della r e s u r r e zione s e m b r a v a essere fatta per l o r o (Duby, 1 9 7 8 ) .
N e l l a t e o l o g i a del p r i m o M e d i o e v o n o n v i è t r a c c i a d i P u r g a t o r i o . L a s u a
" i n v e n z i o n e " , per riprendere l'espressione di Jacques Le Goff (1981), modifica p r o f o n d a m e n t e l'atteggiamento dei cristiani. Il Paradiso a p p a r e m e n o inaccessibile ora
che si sa che n o n t u t t o è deciso al m o m e n t o della m o r t e : alcuni a s c e n d o n o dirett a m e n t e al Cielo, altri p r e c i p i t a n o all'Inferno; m o l t e a n i m e s o g g i o r n a n o in Purgat o r i o . Per queste la speranza r i m a n e . I cristiani s o n o più inclini a vivere s e c o n d o i
Modernizzazione e occidentalizzazione
253
A. Un cristianesimo più solidale:
le f o r m e e m e r g e n t i del pensiero
cristiano nel XIV e XV s e c o l o
B. li razionalismo scientifico
*
I
Centri del nominalismo nel XIV secolo
1 Religiosità renana
O Primi centri della Riforma
Q Poli maggiori della Riforma
La Controriforma: l'itinerario
*
di Ignazio di Loyola
^ Il centro della Controriforma
C. L'idea dello Stato-nazione
•
I fondatori del pensiero scientifico moderno:
Bacone (B), Galileo (G), Cartesio (C)
e il suo itinerario
H»
Accademia delle scienze e data
della sua creazione
D. Il socialismo
*
Stati nazionali costituiti alla fine del XVIII secolo
Stati nazionali creati nel XIX secolo
^7
•
Zone di tensione legate allo Stato nazionale
.
I
. Prime aree socialiste: Midlands,
I Lancashire e Yorkshire, Francia centro-orientale,
Giura svizzero e paesi renani, Sassonia
^
1 000
2 000 km
Metropoli toccate precocemente
dal socialismo
Partecipazione di socialisti, laburisti o
socialdemocratici al governo prima del 1930
Rivoluzione bolscevica
Fig. 13.5 Genesi di nuove forme sociali e modernizzazione in Europa.
precetti della m o r a l e , o r a che s p e r a n o di evitare l'Inferno perfino c o n un c o m p o r
t a m e n t o imperfetto. L'idea della salvezza si d e m o c r a t i z z a e le p r a t i c h e del cattoli
cesimo d i v e n g o n o più uniformi a l l ' i n t e r n o del c o r p o sociale.
L'evoluzione filosofica va nello stesso senso. Il n o m i n a l i s m o evidenzia il r u o
lo dell'individuo, mette in d u b b i o gli universali ereditati da Aristotele e dà così pre
m i n e n z a alla p e r s o n a (figura 13.5/A).
254
La geografia culturale
Riforma e Controriforma
La t r a s f o r m a z i o n e del cristianesimo si accelera e si a p p r o f o n d i s c e c o n la R i f o r m a
( C h a u n u , 1 9 7 5 ) (figura 13.5/A). La Chiesa p e r d e il suo r u o l o di i n t e r m e d i a r i o :
o r m a i o g n u n o p u ò avere accesso diretto alla rivelazione. Ciò è possibile solo a d u e
condizioni: la t r a d u z i o n e dei libri sacri in v e r n a c o l o e la d e m o c r a t i z z a z i o n e dell'istruzione. In q u e s t o m o d o viene s u p e r a t a l'opposizione t r a i m o d i di trasmissione
della cultura alla base del d u a l i s m o culturale delle società tradizionali. A n c h e se il
cattolicesimo della C o n t r o r i f o r m a n o n va l o n t a n o su q u e s t a s t r a d a , la diffusione
dei catechismi spinge c o m u n q u e a l l ' a p p r e n d i m e n t o della lettura. Pierre C h a u n u ha
illustrato gli sforzi che furono fatti in q u e s t o senso nelle regioni in cui i cattolici si
t r o v a r o n o a c o n f r o n t a r s i c o n i riformati e d o v e v a n o essere p r e p a r a t i a ogni t i p o
di c o n t e s t a z i o n e .
Il cristianesimo r i f o r m a t o o il cattolicesimo della C o n t r o r i f o r m a h a n n o q u e sto in c o m u n e : evidenziano il c o n t e n u t o m o r a l e della rivelazione e la responsabilità individuale. E a questo p u n t o che il concetto di p e r s o n a è v e r a m e n t e c o n s a c r a t o .
Il ruolo del razionalismo, del liberalismo e dell'Illuminismo
D u r a n t e il R i n a s c i m e n t o , il r a z i o n a l i s m o resta a n c o r a legato ai suoi modelli platonici o aristotelici. Assume la f o r m a m o d e r n a nel XVII secolo (Koyré, 1 9 6 2 ) , grazie all'opera di C a r t e s i o , la rivoluzione di Galileo e il m o d o di p o r r e i p r o b l e m i p o litici ideato da T h o m a s H o b b e s (figura 13.5/B).
La r a g i o n e cessa di a p p a r i r e c o m e u n ' e n t i t à superiore all'individuo e alla q u a le egli p a r t e c i p a v a in m a n i e r a un p o ' misteriosa. Essa è inseparabile dall'esperienza individuale («cogito, ergo sum») e t r o v a la sua garanzia nell'attività dello spirito ( « n o n ritenere u n a cosa vera se n o n la si riconosce evidentemente c o m e tale»),
p o g g i a sul m e t o d o sperimentale (Galileo) e si applica al c a m p o sociale e politico
così c o m e a quello della fisica ( H o b b e s ) . «Essendo il b u o n senso la cosa del m o n do meglio r i p a r t i t a » , l'uguaglianza è alla base della n u o v a filosofia. C o m e rifiutare a q u a l c u n o il d i r i t t o di p a r l a r e e di farsi sentire d a t o che possiede i mezzi per
accedere alla verità?
La rivoluzione intellettuale del r a z i o n a l i s m o ( D u m a s , 1 9 9 0 ) p e r m e t t e di concepire la c o s t r u z i o n e della società su n u o v e basi: il t u t t o n o n esiste p r i m a delle
p a r t i . L'individuo è p r i m o . Egli dà vita alla collettività f i r m a n d o il c o n t r a t t o sociale ( C l a v a l , 1 9 8 0 ) . Da H o b b e s a L o c k e e a R o u s s e a u , v e n g o n o e s p l o r a t e le
conseguenze del c a p o v o l g i m e n t o delle prospettive. Per il filosofo inglese J o h n Locke la teoria del " c o n t r a t t o " n o n serve s o l t a n t o a giustificare l'istituzione del p o litico, essa indica a n c h e c o m e o r g a n i z z a r e la vita politica in m o d o da p o t e r t u t e lare e assicurare a o g n u n o le libertà essenziali e il diritto ai frutti del p r o p r i o lav o r o . Il r a z i o n a l i s m o sfocia in u n a famiglia di d o t t r i n e politiche che c o n c e d o n o
uguali diritti e doveri a t u t t i i cittadini e d a n n o a o g n u n o la possibilità di l a v o r a re c o m e preferisce.
Gli illuministi interpretano la n u o v a filosofia politica in senso storico: l'ordine
n u o v o si sta c o s t r u e n d o e d o m a n i sarà migliore di oggi. L'ideale è garantire l'integrazione perfetta di tutti nella società e dare a ciascuno il diritto alla felicità quaggiù.
Modernizzazione e occidentalizzazione
255
Le n u o v e istituzioni politiche n o n s o n o l'espressione di u n a t r a d i z i o n e p a r t i colare, di u n a c u l t u r a specifica, ma s o n o il r i s u l t a t o del gioco della r a g i o n e e dev o n o valere o v u n q u e e per tutti. Su questo p u n t o i filosofi laici dell'Illuminismo sostituiscono l'universalismo cristiano.
Il nazionalismo
La messa in discussione della società tradizionale r i g u a r d a anche i suoi f o n d a m e n t i
territoriali. I regimi politici e r a n o di diritto divino ed è su ciò che si b a s a v a la loro legittimità. C o n le n u o v e filosofie, la s o v r a n i t à n o n p u ò avere altra origine che
il p o p o l o . Q u i si cade in c o n t r a d d i z i o n e : le istituzioni d e m o c r a t i c h e e liberali, in lin e a di m a s s i m a , v a l g o n o p e r t u t t i gli u o m i n i p o i c h é s o n o f o n d a t e su valori u n i versali, ma s o n o valide solo nel q u a d r o n a z i o n a l e in cui si r a d i c a la collettività
politica. M a o g n i p o p o l o n o n p a r t e c i p a forse d a p a r t e sua a l c o m p i t o c o m u n e ,
quello di assicurare la realizzazione della società d e m o c r a t i c a e liberale?
In G e r m a n i a , c o n H e r d e r (Berlino, 1976) la concezione dell'Illuminismo s u b isce u n a variazione m o l t o significativa: l'idea che l ' u m a n i t à sia in c a m m i n o verso
giorni migliori n o n è a b b a n d o n a t a ; la n o v i t à è che ogni p o p o l o deve definire il suo
p e r c o r s o in funzione del p r o p r i o genio, dei luoghi in cui è insediato e del m o d o in
cui sa t r a r n e profitto per rafforzare la p r o p r i a identità (figura 13.5/C). L'identità
n a z i o n a l e si rivela essenziale p e r i m b a s t i r e p o l i t i c h e di s o l i d a r i e t à ( H o b s b a w n ,
1 9 9 0 ) : le nazioni i m p a r a n o a proteggersi c o n t r o le c o n c o r r e n z e esterne c o n diritti
di d o g a n a o divieti. Lo scopo delle tasse è di rafforzare la solidarietà n a z i o n a l e .
Il socialismo
N o n t u t t e le p o p o l a z i o n i o c c i d e n t a l i si r i c o n o s c o n o nel p r o g e t t o liberale che si
i m p o n e nei paesi in via di m o d e r n i z z a z i o n e d e l l ' E u r o p a , dell'America Settentrionale e dei loro satelliti. Il r i m p r o v e r o m o s s o al p r o g e t t o liberale è quello di n o n gar a n t i r e a t u t t i p a r i o p p o r t u n i t à e un d i r i t t o effettivo alla felicità. Gli obiettivi di
p r o g r e s s o per tutti n o n v e n g o n o messi in discussione. Ciò che si contesta è la strada scelta per giungervi. Senza m e c c a n i s m o di regolazione e di distribuzione, alcuni n o n t a r d e r a n n o ad a c c a p a r r a r s i u n a p a r t e s p r o p o r z i o n a t a delle risorse e a sfrutt a r e i l a v o r a t o r i m e n o ricchi o m e n o d o t a t i . Il d u a l i s m o ufficialmente b a n d i t o
dalla n u o v a società rischia di e s p a n d e r s i su n u o v e basi se n o n viene f a t t o n u l l a
per r e n d e r e più solidali t u t t e le c o m p o n e n t i della collettività.
Il p r o g e t t o socialista a p p a r e così c o m e u n a v a r i a n t e della società individualista di p r o g r e s s o (figura 13.5/D, p a g i n a precedente): esso si prefigge gli stessi obiettivi, ma giudica i n d i s p e n s a b i l e scegliere altre strategie per avere v e r a m e n t e successo. A p a r t i r e dalla m e t à del X I X secolo, l'ascesa dei socialismi rafforza la tendenza egualitaria del p r o g e t t o occidentale e favorisce la formazione di nazioni fort e m e n t e solidali.
Modernizzazione delle mentalità e Rivoluzione industriale
Gli e c o n o m i s t i h a n n o sbagliato a p r e n d e r e in c o n s i d e r a z i o n e solo l ' a s p e t t o della
p r o d u z i o n e e della distribuzione delle ricchezze nelle t r a s f o r m a z i o n i a t t r a v e r s a t e
256
La geografia culturale
dalle società. Q u e s t o a s p e t t o a p p a r e più c o m e u n a c o n s e g u e n z a della m o d e r n i t à
che c o m e suo principio. Il rafforzarsi del senso sociale e delle solidarietà effettive
ha fatto nascere atteggiamenti n u o v i di fronte alla ricchezza, che smette di essere
concepita c o m e u n a semplice r i c o m p e n s a individuale o familiare. Per l ' i m p r e n d i t o r e essa diventa un m e z z o per realizzare un p r o g e t t o che a s s o m m i profitto e senso sociale. I m e c c a n i s m i di solidarietà attiva c o n t r i b u i s c o n o a r i p a r t i r e meglio le
rendite e gonfiano la richiesta di p r o d o t t i di c o n s u m o i m m e d i a t o e, più t a r d i , dei
beni di c o n s u m o durevoli. La crescita p r e n d e un carattere stabile: l'impiego gener a e n t r a t e che c r e a n o n u o v a d o m a n d a .
Le ideologie che h a n n o m o d e l l a t o le m e n t a l i t à e le istituzioni delle n a z i o n i
occidentali c r e a n o condizioni favorevoli alla crescita e c o n o m i c a e lasciano m a r g i ne di scelta alla vita e c o n o m i c a , poiché la felicità passa a t t r a v e r s o la soddisfazione di bisogni flessibili per n a t u r a . Esse favoriscono l ' i n n o v a z i o n e : l'espressione di
R i v o l u z i o n e industriale è fallace. N o n esistono società di p r o g r e s s o senza sforzo
costante di eliminazione delle costrizioni. È solo in q u e s t ' o t t i c a che si p u ò capire
l'insieme delle trasformazioni avvenute negli ultimi due secoli.
> L'occidentalizzazione del mondo e i suoi limiti <
Le tappe dell'occidentalizzazione
I successi occidentali s o n o i n d u b b i a m e n t e legati all'espansione m a r i t t i m a dell'Eur o p a , p o i a l d o m i n i o che u n certo n u m e r o d i suoi p o p o l i i m p o n e p o c o alla volta
sugli altri c o n t i n e n t i . L a s t o r i a è b e n n o t a ( C h a u n u , 1 9 6 9 a ) : d o p o u n a serie d i
tentativi che si p r o t r a e p e r t u t t o il XV secolo, l'America viene scoperta, la via delle Indie p a s s a n d o per il C a p o di B u o n a Speranza riconosciuta e il p r i m o giro del
m o n d o c o m p i u t o in m e n o di t r e n t ' a n n i (figura 13.6, p a g i n a seguente). Il t r a t t a t o
di Tordesillas (1494) che spartisce tra P o r t o g a l l o e Spagna i m a r i e le terre esplorati, suscita s u b i t o l'invidia dei francesi, degli inglesi e degli olandesi. Ben p r e s t o
t u t t o il g r u p p o a t l a n t i c o d e l l ' E u r o p a p a r t e c i p a al c o m m e r c i o c o n le I n d i e occidentali o d orientali ( C h a u n u , 1 9 6 9 b ) .
I p r i m i imperi coloniali s o n o fragili. All'inizio del X I X secolo, l'indipendenza
dei possessi a m e r i c a n i del P o r t o g a l l o e della Spagna finisce p e r disgregare le c o struzioni del X V I e XVII secolo: in p a r t e delle terre divenute i n d i p e n d e n t i , l'europeizzazione delle p o p o l a z i o n i resta un d a t o acquisito p i ù o m e n o p r o f o n d a m e n t e ,
quasi completamente nell'America Settentrionale e derivata s o p r a t t u t t o da un
forte meticciato in America L a t i n a .
L'espansione c o m m e r c i a l e d e l l ' E u r o p a n o n risente affatto di questa fase di dec o l o n i z z a z i o n e . A n c o r p r i m a d e l l ' i n t r o d u z i o n e del b a t t e l l o a v a p o r e , i p r o g r e s s i
della navigazione s o n o tali che il c o m m e r c i o di merci dal peso superiore a u n a t o n nellata al m e t r o c u b o diventa possibile a t t r a v e r s o l'Atlantico. Gli scambi c o n l'Es t r e m o O r i e n t e e il Pacifico si intensificano n o t e v o l m e n t e . La ferrovia affretta l'aModernizzazìone e occidentalizzazione
257
Fig. 13.6 La scoperta del mondo da parte di spagnoli e portoghesi intorno al 1550 (fonte: Claval, 1981, p 3 6 4 ) .
p e r t u r a dei c o n t i n e n t i e i canali p r i m a di Suez e poi di P a n a m a a c c o r c i a n o i percorsi. M a l g r a d o le d i s a v v e n t u r e a m e r i c a n e , l'Inghilterra n o n aveva r i n u n c i a t o a
c o n s o l i d a r e i suoi p o s s e d i m e n t i , che si e s t e n d o n o r a p i d a m e n t e fino alla fine del
258
La geografia culturale
XVIII secolo. Le g u e r r e d e l l ' e p o c a r i v o l u z i o n a r i a e i m p e r i a l e a p r o n o l'America
ispanica al c o m m e r c i o b r i t a n n i c o , p e r m e t t o n o agli inglesi di s o p p i a n t a r e gli olandesi a Città del C a p o e, grazie a Raffles, svelano la s t r a o r d i n a r i a i m p o r t a n z a dei
m a r i dell'Estremo O r i e n t e .
La r i p r e s a d e l l ' e s p a n s i o n e c o l o n i a l e , a b b o z z a t a da F r a n c i a e Paesi Bassi nel
1 8 3 0 , subisce u n ' a c c e l e r a z i o n e nei d e c e n n i successivi e p o r t a alla s u d d i v i s i o n e
quasi c o m p l e t a dell'Africa c o n il t r a t t a t o di Berlino e alla penetrazione sempre più
m a r c a t a degli interessi economici europei o a m e r i c a n i n e l l ' I m p e r o o t t o m a n o e in
Cina. Il G i a p p o n e deve aprirsi sotto la pressione della m a r i n a a m e r i c a n a .
La s e c o n d a o n d a t a di e u r o p e i z z a z i o n e del g l o b o c o n d u c e , nel p e r i o d o t r a le
due guerre m o n d i a l i , a u n ' e g e m o n i a quasi totale d e l l ' E u r o p a e degli Stati Uniti, ma
n o n ha gli stessi effetti della p r e c e d e n t e : l'europeizzazione delle terre già t o c c a t e
dalla p r i m a o n d a t a si accentua c o n l'accelerazione dell'immigrazione. Le aree n u o v a m e n t e g u a d a g n a t e dal p o p o l a m e n t o b i a n c o s o n o limitate a l m o n d o t e m p e r a t o .
Il fatto più i m p o r t a n t e è l'ampiezza del c o n f r o n t o c o n civiltà n u m e r o s e e a lungo
p o t e n t i del m o n d o tropicale: esse s o n o d o m a t e , ma h a n n o identità t r o p p o forti per
accettare p a s s i v a m e n t e i modelli occidentali.
Cultura e successo dell'espansione
Per la loro e s p a n s i o n e , gli europei h a n n o a p p r o f i t t a t o della superiorità che avevano progressivamente acquisito e che c o n t i n u a n o ad accrescere nei c a m p i della c o struzione navale, della navigazione, della cartografia, dell'artiglieria e dell'arte delle fortificazioni. Ben presto gli europei c o m p r e n d o n o i tratti essenziali della meccanica dei venti e delle correnti dei g r a n d i bacini oceanici e riescono anche ad attraversarli c o n navi a n c o r a m o l t o mediocri (Crosby, 1 9 8 6 ) .
Entrati precedentemente in c o n t a t t o c o n altre p o p o l a z i o n i , gli organismi degli
europei h a n n o acquisito u n ' i m m u n i t à che li a r m a per resistere alle infezioni m i c r o biche del m o n d o t r o p i c a l e . Per c o n t r o , gli a m e r i n d i s o c c o m b o n o i n m a s s a (più
d e l l ' 8 0 % degli effettivi in un secolo) allo shock microbico p r o v o c a t o dall'arrivo dei
primi viaggiatori.
Essendo allevatori, di solito i coloni europei viaggiano c o n il bestiame che cerc a n o di insediare con loro. Nelle steppe e nelle praterie t e m p e r a t e queste specie n o n
s u b i s c o n o c o n c o r r e n z a . I semi t r a t t e n u t i nel l o r o pelo o nei loro velli q u a n d o veng o n o t r a s p o r t a t i per m a r e s o n o sufficienti a sconvolgere associazioni vegetali naturali e rimpiazzare le specie indigene con g r a m i n a c e e più resistenti al calpestio degli zoccoli. C o m e sottolinea W i l l i a m C r o s b y ( 1 9 8 6 ) , i successi dell'imperialismo
e u r o p e o s t a n n o in questa d i m e n s i o n e biologica. I luoghi tropicali s o n o m e n o facili da valorizzare: n o n d i s p o n e n d o di tecniche a d a t t e a l o r o , gli e u r o p e i s o n o c o stretti alla m e s c o l a n z a culturale e, più spesso, a quella biologica.
Europeizzazione del mondo e specie coltivate
C o r r e n t i di circolazione esistevano sin dal l o n t a n o p a s s a t o dalla C i n a del n o r d all'Asia centrale, all'India, al Vicino O r i e n t e e a l l ' E u r o p a : le relazioni si stabilivano
n o r m a l m e n t e a t t r a v e r s o molteplici s c a m b i . Il c a m m i n o delle i n n o v a z i o n i p o t e v a
Modernizzazione e occidentalizzazione
259
impiegare decine di a n n i , a d d i r i t t u r a secoli, lungo questa fragile catena di oasi. Altrove d o m i n a v a la f r a m m e n t a z i o n e . Gli a r a b i a v e v a n o i n t e g r a t o solo imperfettam e n t e l'Africa s u b s a h a r i a n a al l o r o d o m i n i o di s c a m b i , ma i l o r o m a r i n a i e r a n o
soliti frequentare la costa orientale del c o n t i n e n t e grazie alla c o n o s c e n z a dei m o n soni. Sfruttavano u n a serie di centri di c o m m e r c i o dal C o r n o d'Africa fino a M o m basa e alle isole C o m o r e ; le culture swahili t e s t i m o n i a n o l ' i m p o r t a n z a del meticciato che ne consegue.
La f r a m m e n t a z i o n e del m o n d o era p r o f o n d a e si a c c e n t u a v a p r o c e d e n d o verso sud, p o i c h é lì i c o n t i n e n t i si r e s t r i n g o n o e s o n o separati da bacini oceanici m o l to più estesi (figura 13.7). L'Europa unifica il m o n d o tropicale in seguito alle g r a n di scoperte (Caveau e R i b e i r o , 1 9 7 3 ) . La passione di n a v i g a t o r i e colonizzatori a
far viaggiare specie vegetali e animali p o r t a a i n n u m e r e v o l i sconvolgimenti.
L'America riceve le p i a n t e coltivate in E u r o p a . Cavalli, c a p r e , m o n t o n i e b o vini si m o l t i p l i c a n o r a p i d a m e n t e nelle r a d u r e di d i s s o d a m e n t o , nelle praterie temp e r a t e e nelle steppe e s a v a n e tropicali. L'America t r o p i c a l e t r a e ben p r e s t o l'essenziale delle sue ricchezze dalla c a n n a da z u c c h e r o , dal caffè, dal riso o dall'ind a c o , tutte piante i m p o r t a t e . Per c o n t r o , le radici d'origine africana o asiatica, ignami o tari, n o n riescono a i m p o r s i . Le piante coltivate dagli a m e r i n d i e r a n o fatte per
luoghi temperati, con estati calde e u m i d e , o per terre tropicali. La p a t a t a , u n a pianta d'altitudine delle A n d e , è la sola specie che si è a d a t t a t a a luoghi t e m p e r a t i freddi. L'Europa e il m o n d o m e d i t e r r a n e o i m p o r t a n o il mais, la p a t a t a , i fagioli, il pep e r o n c i n o e il p o m o d o r o . L ' a l l e v a m e n t o dei tacchini d i v e n t a p r e s t o p o p o l a r e . Il
m o n d o tropicale africano e asiatico t r a g g o n o vantaggio da mais, m a n i o c a , fagiolo,
p e p e r o n c i n o , p o m o d o r o , a v o c a d o , cacao.
L'unificazione biologica h a effetti p i ù s p e t t a c o l a r i nel m o n d o t r o p i c a l e che
altrove, poiché è lì che la f r a m m e n t a z i o n e era m a g g i o r e . Nelle z o n e insulari, spesso fragili, le specie i n t r o d o t t e t u r b a n o p r o f o n d a m e n t e le associazioni n a t u r a l i , c o m e a c c a d e i n N u o v a Z e l a n d a (Clark, 1 9 4 9 ) .
Contatti e scambi culturali
L'europeizzazione del m o n d o m e t t e in c o n t a t t o c u l t u r e che fino allora si i g n o r a v a n o o che si f r e q u e n t a n o solo eccezionalmente. Gli europei s o n o affascinati dalle civiltà che s c o p r o n o . La p r e o c c u p a z i o n e missionaria spinge a convertire i p o p o l i
che n o n h a n n o ricevuto la rivelazione.
La formazione classica, di cui il R i n a s c i m e n t o rafforza il prestigio, i m p o n e v a
ai g i o v a n i occidentali l ' a p p r e n d i m e n t o delle lingue m o r t e . La g i n n a s t i c a del dec e n t r a m e n t o faceva p a r t e del l o r o b a g a g l i o c u l t u r a l e : l i p r e p a r a v a a g u a r d a r e
l'Altro senza ostilità sistematica, a valutare l'insieme della sua cultura e a stilarne
un bilancio ( M o n t a i g n e , 1580). I missionari gesuiti sapevano a m m i r e v o l m e n t e trarre v a n t a g g i o dalla formazione ricevuta per p e n e t r a r e nelle culture che e r a n o l o r o
estranee e c a p i r n e la logica. In C a n a d a s o n o colpiti sia dalla crudeltà degli indiani sia dall'assenza in l o r o di ingordigia o di avarizia, c o m e se fossero r i m a s t i indenni da certe c o m p o n e n t i del p e c c a t o originale: il m i t o del b u o n selvaggio nasce
dalle l o r o entusiastiche descrizioni.
La geografia culturale
Fig. 13.7 Europeizzazione del mondo e diffusione delle specie coltivate.
Dopo le grandi scoperte, gli europei fanno viaggiare le spezie tra il cuore del Vecchio M o n do, l'America, l'Oceania, l'Indonesia e l'Africa subsahariana...
I c o n t a t t i culturali diretti tra Cina e O c c i d e n t e (Etiemble, 1988) a v v e n g o n o
per opera di questi gruppi di missionari: m e n o di 3 0 0 0 persone tra Francesco Saverio e la fine del X I X secolo. I Gesuiti i m p o r t a n o dalla Cina la c o n o s c e n z a dei-
Modernizzazione e occidentalizzazione
261
l ' a s t r o n o m i a , della m a t e m a t i c a , della prospettiva e della cartografia, e a m m a l i a no l ' i m p e r a t o r e c o n orologi che c o s t r u i s c o n o per lui, pezzi d'artiglieria che s a n n o
fondere e le m a p p e del paese che d i s e g n a n o . S o n o affascinati da q u e s t o i m p e r o la
cui p r o s p e r i t à si b a s a s u l l ' a g r i c o l t u r a , u n ' a m m i n i s t r a z i o n e solida e u n a giustizia
egualitaria: i fisiocrati b a s a n o la l o r o critica al colbertismo e alla sua passione per
le manifatture su questa visione della Cina.
L'esistenza di società coerenti fondate su princìpi c o m p l e t a m e n t e diversi dai
nostri e senza base cristiana e un p r o b l e m a per le élite e u r o p e e . Ciò è evidente a
partire da M o n t a i g n e che si interrogava sui cannibali incontrati a R o u e n . Nel XVIII
secolo la critica mossa dagli illuministi alle istituzioni dell'Ancien Regime e della
Chiesa cattolica si basa in p a r t e sul d e c e n t r a m e n t o che i c o n t a t t i h a n n o permesso.
Le relazioni intellettuali funzionano in e n t r a m b i sensi. Tuttavia molte civiltà
vi s o n o m e n o p r e p a r a t e di quelle dell'Occidente e u r o p e o : si s e n t o n o minacciate. I
missionari cristiani se la p r e n d o n o spesso c o n i valori sui quali poggia l'identità
collettiva e le istituzioni del paese. La reazione è d u n q u e quella di controllare i contatti o di bandirli. Il G i a p p o n e dei T o k u g a w a si chiude quasi t o t a l m e n t e all'Occidente. Gli i m p e r a t o r i cinesi a c c e t t a n o la presenza alla loro corte di alcuni gesuiti,
di cui a p p r e z z a n o le capacità e la p r u d e n z a , ma c o n c e n t r a n o gli scambi c o m m e r ciali con gli occidentali a C a n t o n per controllarli meglio.
Tutte le civiltà già e n t r a t e con forza nella storia reagiscono in q u e s t o m o d o alla p e n e t r a z i o n e e u r o p e a : i g o v e r n a n t i r i c o n o s c o n o l'utilità degli s c a m b i , ma percepiscono il pericolo che si c o r r e r e b b e lasciando e n t r a r e una religione o ideologie
che dividerebbero le istituzioni e i f o n d a m e n t i della vita locale. La loro p r u d e n z a
n o n impedisce i prestiti: lo si vede in G i a p p o n e che giunge a i m p o r t a r e e a p a d r o neggiare m o l t e abilità n u o v e , l'arte della p r o s p e t t i v a , per e s e m p i o , a t t r a v e r s o relazioni c o m u n q u e b u o n e .
L'impatto europeo è più forte là dove le civiltà n o n avevano alcuna pratica dei
contatti, in America e nei paesi in cui i valori n o n erano strutturati in sistemi coerenti:
è qui che la predicazione cristiana ottiene i suoi migliori successi.
Scambio disuguale, predazione e dominazione
Sarebbe ingiusto r i c o r d a r e , della storia dell'espansione e u r o p e a , s o l a m e n t e la violenza, lo s f r u t t a m e n t o e la v o l o n t à d o m i n a t r i c e , benché il l o r o r u o l o sia s t a t o imp o r t a n t e . Gli europei p a r t o n o per arricchirsi e n o n si p r e o c c u p a n o t r o p p o dei mezzi per farlo. Per ridurre la dipendenza nei confronti dell'Estremo Oriente e dei paesi dell'Asia meridionale, m e t t o n o p i a n t a g i o n i nelle isole dell'Atlantico, nei Caraib:
in particolare, o nell'America del Sud. Gli a m e r i n d i si rivelano restii ai lavori forzati che si vogliono i m p o r r e l o r o : si sciolgono c o m e neve al sole sotto l'effetto dello shock m i c r o b i c o , della destrutturazione brutale delle loro società e del crollo de:
l o r o valori; i missionari p r e d i c a n o per convertirli e li p r o t e g g o n o . Ma n o n durai
La t r a t t a degli schiavi africani risolve il p r o b l e m a : comincia allora per tre secoli e
mezzo il p e r i o d o più oscuro della storia del continente n e r o .
M e r c a n t i e coloni a p p r o f i t t a n o della p r o p r i a superiorità navale e militare per
i m p o r r e regimi grazie ai quali riescono a controllare spazi s p r o p o r z i o n a t i al loro
262
La geografia culturale
n u m e r o e t e r m i n i disuguali agli scambi che p r a t i c a n o (Harris, 1 9 9 4 ) : l ' e c o n o m i a
dei p o p o l i indigeni si trova così sconvolta, fino nelle parti più interne dei continenti
che p e r a l t r o n o n s o n o attraversate che da piccolissimi g r u p p i di tagliatori di legna;
la storia del traffico delle pellicce in Siberia e nell'America Settentrionale lo d i m o stra c h i a r a m e n t e .
Fino alla fine del XVIII secolo la superiorità tecnica occidentale resta limitat a . Il p r o g r e s s o in accelerazione in O c c i d e n t e modifica b r u t a l m e n t e l'equilibrio.
Ben p r e s t o n o n c'è più p r o d u z i o n e in cui la tecnologia e u r o p e a resti i n d i e t r o rispetto a quella dei paesi stranieri. Le filosofie del progresso rafforzano il sentimento
di superiorità condiviso da c o m m e r c i a n t i , missionari e m a r i n a i . I c o n t a t t i , cui dà
vita la seconda o n d a t a di europeizzazione del m o n d o , s'inscrivono in un n u o v o registro ( H o b s o n , 1 9 0 2 ; H o b s b a w n , 1 9 7 5 e 1 9 8 7 ) .
Il fascino esercitato dalla civiltà occidentale e i limiti dell'europeizzazione
L'aspetto a s s u n t o dalla civiltà occidentale a p a r t i r e dal XVIII secolo r e n d e i contatti ufficiali più facili. Lo zelo missionario delle Chiese è più vivo che m a i , ma gli
Stati occidentali si s t a n n o laicizzando. I valori del p r o g r e s s o e dell'efficienza predicati n o n m e t t o n o in causa d i r e t t a m e n t e le identità e le istituzioni delle società indigene. La p o t e n z a materiale dell'Inghilterra, poi della Francia, del Belgio, dei Paesi Bassi, della G e r m a n i a o degli Stati Uniti affascina le élite locali. Perché n o n tentare di eguagliarle?
N e i paesi già c o n t r o l l a t i dagli europei, il m o v i m e n t o si t r a d u c e con u n o sforzo di occidentalizzazione m o l t o significativo nelle élite e in certi strati della p o p o lazione. Gli intellettuali i n d ù assimilano p e r f e t t a m e n t e la lingua di S h a k e s p e a r e ,
m a n d a n o i loro figli in copie indiane di public school b r i t a n n i c h e o li spediscono
in Inghilterra. La c o n s a c r a z i o n e è vederli a m m e s s i a O x f o r d o C a m b r i d g e . Ricord i a m o c i del giovane G a n d h i !
N e i paesi a n c o r a i n d i p e n d e n t i , in cui il g o v e r n o si o p p o n e all'occidentalizzazione, t u t t o ciò resta u n a questione p r i v a t a . In C i n a , per esempio, la posizione ufficiale è rifiutare i c o n t a t t i culturali. Tuttavia, nei p o r t i del sud e della valle dello
Yangtze K i a n g (o F i u m e A z z u r r o ) , i n t o r n o a c o n c e s s i o n i che il g o v e r n o è s t a t o
o b b l i g a t o ad a c c o r d a r e a un n u m e r o crescente di paesi occidentali a p a r t i r e dal
1 8 4 1 , l ' a c c u l t u r a z i o n e cresce c o m u n q u e . C o m i n c i a dagli a m b i e n t i m o d e s t i , d a
g r u p p i m a l r a d i c a t i c o m e gli h a k k a s o i c o m m e r c i a n t i . La sua azione destabilizz a n t e è p r e s t o spettacolare: il m e s s i a n i s m o rivoluzionario che a n i m a la g r a n d e rivolta Taiping che i n s a n g u i n a la valle del Yangtze K i a n g e la Cina del Sud negli a n ni C i n q u a n t a d e l l ' O t t o c e n t o è di origine cristiana (figura 13.8, p a g i n a seguente).
Altrove i g o v e r n a n t i d e c i d o n o di occidentalizzare il l o r o paese per p r e m u n i r lo c o n t r o gli intenti europei. La strategia è universale: negli a n n i Venti del X I X secolo il c a p o cherokee S e q u o y a h alfabetizza e istruisce il s u o p o p o l o affinché p o s sa t r a t t a r e alla p a r i c o n gli Stati Uniti. L'Egitto di M e h e m e t Ali, l ' I m p e r o o t t o m a no s o t t o l'influenza dei Giovani Turchi, il G i a p p o n e dell'era Meiji, la Tunisia degli a n n i S e t t a n t a d e l l ' O t t o c e n t o e il M a d a g a s c a r nello stesso p e r i o d o si a p r o n o
a l l ' O c c i d e n t e , s p i n g o n o le l o r o élite a istruirsi e c e r c a n o di d o t a r s i delle tecniche
Modernizzazione e occidentalizzazione !
militari, a m m i n i s t r a t i v e ed e c o n o m i c h e che costituiscono la p o t e n z a d e l l ' E u r o p a
e degli Stati Uniti per resistere alla loro pressione. Questi tentativi di occidentalizzazione r i s u l t a n o quasi o v u n q u e inefficaci. In Egitto, dove l'evoluzione è p a r t i c o l a r m e n t e precoce, si istituisce un'elite occidentalizzata che r a g g r u p p a egiziani m u -
Fig. 13.8 Le reazioni religiose all'espansione europea.
264
La geografia culturale
s u l m a n i o copti, ebrei o di altri paesi m e d i t e r r a n e i , levantini, greci, italiani, francesi e britannici. L'inglese e il francese s o n o a m p i a m e n t e utilizzati. Tuttavia il fall i m e n t o è evidente: l'occidentalizzazione rafforza il d u a l i s m o tradizionale della società e le dà u n a d i m e n s i o n e etnica e culturale n u o v a : le classi d o m i n a n t i s o n o in
p a r t e straniere (J. Berque, 1 9 7 6 ) . In America Latina, dove la lingua e la c u l t u r a sono di origine e u r o p e a , la m o d e r n i z z a z i o n e delle m e n t a l i t à è più facile: le ideologie
provenienti d a l l ' E u r o p a o dagli Stati Uniti si i m p o n g o n o (Zea, 1 9 9 1 ) . Il d u a l i s m o
n a t o dalla colonizzazione e d a l l ' i n s e d i a m e n t o delle élite europee resiste c o m u n q u e ,
a volte si esacerba a n c h e . La m o d e r n i z z a z i o n e resta quasi o v u n q u e a p p a r e n t e .
Il G i a p p o n e è la g r a n d e eccezione. L'omogeneità della sua p o p o l a z i o n e è più
forte che altrove e l'istruzione più diffusa. Nel m o m e n t o in cui l'ammiraglio Peary
costringe il paese a l l ' a p e r t u r a , quasi la metà degli adulti sa già leggere. La sincerità del n a z i o n a l i s m o e l'efficienza della burocrazia r a p i d a m e n t e formatasi sulle tecniche occidentali h a n n o p e r m e s s o a l l ' a p e r t u r a di svolgersi in condizioni più favorevoli che altrove (Umegaki, 1 9 8 8 ) . La necessità di finanziare u n o sviluppo r a p i do ha a u m e n t a t o , per più di u n a generazione, la pressione fiscale sulle c a m p a g n e .
Tuttavia, la solidarietà vigente nella società n o n e m a i stata minacciata. I successi
dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione p e r m e t t o n o la c o m p a r s a , dall'inizio
del XX secolo, di una classe media: il m e r c a t o i n t e r n o si allarga, le tensioni sociali si a c q u i e t a n o . Lo spirito d'impresa si sviluppa ( M o r i s h i m a , 1 9 8 7 ) . Il G i a p p o n e
è riuscito nella sua o c c i d e n t a l i z z a z i o n e . E un c a s o u n i c o . Nel p e r i o d o t r a le d u e
guerre m o n d i a l i , le grandi città cinesi c o n o s c o n o un p e r i o d o di c a m b i a m e n t o rap i d o , ma l'aggressione g i a p p o n e s e i n t e r r o m p e l'esperienza (Bergère, 1 9 8 6 ; Fairb a n k , 1 9 8 9 ; Chevrier, 1 9 9 2 ) . Ciò n o n o s t a n t e , dagli a n n i Venti del XX secolo gli
osservatori a t t e n t i a v v e r t o n o che l ' E s t r e m o O r i e n t e è più m a t u r o per la m o d e r nizzazione di altre società ( D e m a n g e o n , 1 9 2 0 ) .
Culti di cargo e sincretismi religiosi
Il fascino dell'Occidente n o n si manifesta solo al livello delle élite. Lo d i m o s t r a l'eco che le religioni cristiane o le professioni di fede rivoluzionarie i n c o n t r a n o presso larghe fasce della p o p o l a z i o n e (figura 13.8).
Nelle società che d i s p o n g o n o di un pensiero religioso o metafisico fortemente s t r u t t u r a t o , n o n ci si p u ò c o m u n q u e a s p e t t a r e conversioni massicce: l ' i m p a t t o
limitato delle missioni in Cina lo m o s t r a bene. Altrove i successi s o n o m o l t o più
cospicui; n u m e r o s e c o m u n i t à cristiane si sviluppano ben presto in Africa e in Oceania. Tuttavia, le p o p o l a z i o n i coinvolte faticano ad accettare tutte le n u o v e credenze e a s o t t o m e t t e r s i alle a u t o r i t à religiose occidentali. Sul finire del X I X secolo,
chiese dette " e t i o p i " , vale a dire i n d i p e n d e n t i dalle missioni, fanno la l o r o c o m p a r s a in Africa e in O c e a n i a .
I culti più p o p o l a r i a s s o m m a n o spesso la vecchia base indigena e gli elementi
presi a prestito dal cristianesimo: questi m o v i m e n t i la cui forma ingenua (e t a r d i va) è quella del culto di c a r g o , s o n o messianiche. L'idea condivisa di u n a redenzione prossima testimonia l'intensa frustrazione di cui soffre la m a g g i o r a n z a della gente nei paesi che si a p r o n o ai c o n t a t t i con gli occidentali ( M u h l m a n , 1 9 6 8 ) .
Modernizzazione e occidentalizzazione
265
L e i d e o l o g i e r i v o l u z i o n a r i e , religioni della m o d e r n i t à che l ' O c c i d e n t e p r o d u c e
dalla fine del XVIII secolo, s o n o b e n accolte dalle élite, perfino nelle società che
h a n n o solide tradizioni religiose o filosofiche: esse p r o m e t t o n o un c a p o v o l g i m e n to c o m p l e t o delle società senza d o v e r c o n d a n n a r e t u t t i gli aspetti delle l o r o credenze tradizionali.
A t t r a v e r s o il cristianesimo, i culti sincretici o la fede rivoluzionaria si assiste
a u n a t r a s f o r m a z i o n e in p r o f o n d i t à delle società tradizionali: il rifiuto dei dualismi
classici ha c o n q u i s t a t o strati più n u m e r o s i e più vari di q u a n t o spesso si dica. Ma
né la c o n v e r s i o n e delle élite alle tecnologie m o d e r n e , né l'aspirazione confusa di
n u m e r o s i a m b i e n t i a un f u t u r o migliore b a s t a n o a p r o v o c a r e gli s c o n v o l g i m e n t i
profondi senza i quali la m o d e r n i z z a z i o n e è impossibile.
> Conclusione <
Le fasi di transizione culturale s o n o sempre difficili da t r a t t a r e . Spesso i sistemi sociali s o n o a b b a s t a n z a coerenti da a d a t t a r s i a condizioni che m u t a n o e da far fronte a pressioni esterne senza essere v e r a m e n t e rovesciati. Affinché il c a m b i a m e n t o
a v v e n g a , s o n o necessarie c o n d i z i o n i eccezionali, m u t a m e n t i culturali interni c o me nelle società preneolitiche del M e d i o O r i e n t e o costrizioni legate a certe condizioni a m b i e n t a l i in quella stessa z o n a al m o m e n t o dell'emergere degli Stati.
Per venire a c a p o del d u a l i s m o inerente alle società tradizionali, in E u r o p a è
s t a t o necessario u n o slittamento i n i n t e r r o t t o dei valori nel senso di u n a crescente
a u t o n o m i a degli individui, delle p a r i o p p o r t u n i t à e della messa in a t t o delle solid a r i e t à sociali. Da queste t r a s f o r m a z i o n i l ' O c c i d e n t e ha r i c a v a t o la curiosità e i
mezzi per a m p l i a r e i suoi c o n t a t t i e la sua influenza all'insieme del g l o b o . Le trasformazioni culturali che ne r i s u l t a n o n o n s o n o sfociate, t r a n n e che in G i a p p o n e ,
nell'istituzione di società p r o f o n d a m e n t e m o d e r n i z z a t e .
266 . La geografia culturale
Capitolo 14
Le sfide culturali del mondo attuale
I t r a s p o r t i r a p i d i , le telecomunicazioni istantanee e la s t a n d a r d i z z a z i o n e crescente
degli s t r u m e n t i e dei m a n u f a t t i p o r t a n o a l l ' o m o l o g a z i o n e del p i a n e t a : o v u n q u e le
stesse forme geometriche dei palazzi, gli stessi svincoli a u t o s t r a d a l i , la stessa m u sica; o v u n q u e i giovani i n d o s s a n o gli stessi jeans!
M o l t i p e n s a n o che la s c o m p a r s a della m a g g i o r p a r t e dei tratti costituenti l'infinita varietà del m o n d o tradizionale sia il presagio dell'erosione delle differenze
culturali. C h e cosa si scopre? Società in cui i p r o b l e m i di identità s o n o più invasivi che m a i . Q u e s t o è il p a r a d o s s o che bisogna afferrare per cogliere le sfide che le
nostre società d e v o n o affrontare nel c a m p o della cultura.
> La ricerca e i fallimenti della modernizzazione <
Un modello immutato
Da molti punti di vista, le società industriali c o n t i n u a v a n o l'opera di m o d e r n i z z a zione c o m i n c i a t a diversi secoli p r i m a . Per g a r a n t i r e u n a m a g g i o r e uguaglianza di
scambi e per d a r e a tutti pari o p p o r t u n i t à nella c o m p e t i z i o n e e c o n o m i c a , la scolarizzazione non ha smesso di espandersi: si fermava ai tredici o quattordici anni nella maggior p a r t e dei paesi occidentali alla vigilia della Seconda guerra m o n d i a l e ;
ora è stata p o r t a t a quasi o v u n q u e ai sedici. L'evoluzione si c o m p i e : è il ciclo sec o n d a r i o intero che ora si generalizza.
Al di là dell'accesso all'istruzione, è la democratizzazione delle forme della cultura elitaria di un t e m p o che resta, o è rimasta fino a p o c o t e m p o fa, l'obiettivo dic h i a r a t o degli Stati. I paesi dell'Est n o n n a s c o n d e v a n o la loro v o l o n t à di far a p prezzare universalmente i grandi capolavori russi o stranieri del r o m a n z o , del teat r o , della musica o dell'opera.
D o p o la g u e r r a , la fondazione del T e a t r o N a z i o n a l e P o p o l a r e (TNP) m o s t r a
fino a che p u n t o gli a t t e g g i a m e n t i s i a n o a l l o r a simili in F r a n c i a : lo s c o p o è di
creare sale capaci di ricevere un p u b b l i c o m o l t o più vasto di quello dei teatri tradizionali. Corneille, R a c i n e o M o l i è r e d e v o n o d i v e n t a r e a u t o r i p o p o l a r i (AbiraLe sfide culturali del m o n d o attuale
267
ched, 1 9 9 0 ) . Q u a n d o ci si r e n d e c o n t o che il p u b b l i c o del T N P è m e n o p o p o l a r e
di q u a n t o si pensasse, si p o r t a n o i t e a t r a n t i o p p u r e l ' o r c h e s t r a nelle fabbriche o
nelle prigioni!
La politica di trasferimenti sociali crea società di classi medie in cui l'accesso
alle forme superiori del sapere è l a r g a m e n t e a p e r t o : n o n si è m o l t o l o n t a n i dall'unificazione verso cui t e n d e , da due secoli, l'ideale del p r o g r e s s o e della m o d e r n i z zazione. Ma il risultato o t t e n u t o n o n è e n t u s i a s m a n t e : è fatto di n o i a , n o n di d o mani felici.
L'esportazione dei programmi di modernizzazione
Le ricette di m o d e r n i z z a z i o n e che h a n n o a v u t o successo in Occidente s o n o sistem a t i c a m e n t e e s p o r t a t e (Badie, 1 9 8 6 e 1 9 9 2 ) . Lo sforzo di scolarizzazione realizz a t o dalle p o t e n z e coloniali era variabile, ma restava g e n e r a l m e n t e limitato: solo
u n a p a r t e della p o p o l a z i o n e i m p a r a v a a leggere a scrivere.
Sotto l'egida d e l l ' U N E S C O , i p r o g r a m m i di alfabetizzazione s o n o vigorosam e n t e sviluppati in t u t t o il m o n d o a p a r t i r e dagli a n n i C i n q u a n t a del N o v e c e n t o .
I risultati s o n o spettacolari. In Asia orientale, in America Latina e in certi paesi del
M e d i o O r i e n t e o dell'Africa s u b s a h a r i a n a , la generalizzazione dell'obbligo scolastico è effettiva. La scuola media p e n e t r a m o l t o più r a p i d a m e n t e di q u a n t o n o n a b bia fatto nei paesi a n t i c a m e n t e industrializzati.
L'accesso alla c u l t u r a scritta va di p a r i p a s s o c o n u n ' a p e r t u r a più a m p i a sul
m o n d o , con un a u m e n t o delle aspirazioni a un m a g g i o r benessere. Essa favorisce
l'industrializzazione in q u a n t o la scuola insegna la disciplina degli o r a r i senza la
quale n o n esiste vita di ufficio o di l a b o r a t o r i o possibile; le conoscenze assimilate
p e r m e t t o n o di d o m i n a r e o verificare le m a c c h i n e e i pannelli di c o n t r o l l o , l'inserim e n t o di dati sul display o s o t t o forma di stringhe di dati, e le s c h e r m a t e di visualizzazione. Il p a s s a g g i o alla m o d e r n i t à c u l t u r a l e ed e c o n o m i c a s e m b r a possibile
o v u n q u e . Nella m i s u r a in cui l ' i n s e g n a m e n t o n o n si fa in lingua locale, esso spezza per c o n t r o la solidarietà t r a le generazioni e p o r t a i giovani a interrogarsi sulla
p r o p r i a identità.
A l l ' i n d o m a n i della Seconda guerra m o n d i a l e , i paesi sviluppati n o n e r a n o che
un piccolo p l o t o n e : l ' E u r o p a s e t t e n t r i o n a l e , occidentale e centrale, l'America del
N o r d , il G i a p p o n e e i paesi a p o p o l a z i o n e b i a n c a dell'emisfero a u s t r a l e . M a l g r a do i fallimenti dei sistemi socialisti, t u t t i i paesi d e l l ' E u r o p a dell'Est e la Russia
h a n n o s u p e r a t o l'impasse. Tuttavia le l o r o p r e s t a z i o n i r e s t a n o l o n t a n e , ben al di
s o t t o di quelle dei paesi n o n socialisti dell'Asia orientale e del Sud-est, e o r a anche della C i n a .
Nelle società fortemente s t r u t t u r a t e , c o n istituzioni b u r o c r a t i c h e r a d i c a t e e in
cui la t r a d i z i o n e confuciana valorizza il sapere ( M o r i s h i m a , 1 9 8 7 ) , b a s t a n o pochi
elementi perché la m o d e r n i z z a z i o n e si inneschi. La c o m b i n a z i o n e di valori che aveva p e r m e s s o alle società occidentali di venire a c a p o dei loro dualismi n o n è di certo l'unica che p o s s a r e n d e r e d i n a m i c h e le società e spingerle sulla via della crescita: un m i s t o di n a z i o n a l i s m o , valori familiari, p r a g m a t i s m o intellettuale e fiducia
in se stessi p u ò p o r t a r e a risultati simili.
268
La geografia culturale
I fallimenti della modernizzazione
L'esportazione delle ricette di m o d e r n i z z a z i o n e accelerata messe a p u n t o in Occidente alla fine degli a n n i Q u a r a n t a o negli a n n i C i n q u a n t a del XX secolo, n o n ha
o v u n q u e lo stesso successo (Badie, 1 9 8 6 e 1992) [figura 14.1). Per i paesi del Terz o M o n d o che a v e v a n o c r e d u t o che l ' O c c i d e n t e offrisse d u e modelli u g u a l m e n t e
Paesi molto poveri, con PNL prò capite inferiore a 500 dollari (1991)
Durata della vita media inferiore a 50 anni (1993)
Mortalità infantile (1992)
• Superiore al 100%° CJ Tra il 50% e il 99%,
Fig. 14.1 Qualche indice significativo dei fallimenti della modernizzazione nei climi tropicali umidi o a tendenza secca (fonte: Gallais, 1990, p 13)
Le sfide culturali del mondo attuale
269
vitali, quello liberale e quello socialista, e che a v e v a n o scelto il s e c o n d o , il risw
glio è b r u t a l e . Il tessuto sociale tradizionale è a brandelli, la p r o d u z i o n e agricc.
stagna o diminuisce, la società soffoca schiacciata da u n a b u r o c r a z i a inefficiente.
La m o d e r n i z z a z i o n e ha creato un b i s o g n o di m a g g i o r e benessere e di aspirazi : egualitarie, ma n o n i mezzi per soddisfare queste esigenze.
Gli scopi della scolarizzazione n o n s o n o stati c o m p r e s i dalla p o p o l a z i o n e : 1":
dea di u n a p r o m o z i o n e intellettuale e m o r a l e degli strati che n o n riescono ad accedere alle scienze, alla letteratura e alle arti n o n t r o v a alcuna eco nelle culture eh
n o n v a l o r i z z a n o la ricerca della verità e della bellezza. Le società del Terzo Mcr.
do h a n n o visto n e l l ' i s t r u z i o n e u n a via r a p i d a di p r o m o z i o n e sociale: un salar: :
regolare è p a r s o c o m e un ideale che alcuni a n n i di scuola elementare e secondar:
avrebbero sempre assicurato. Per coloro che n o n avevano p o t u t o acquisire u n a fcr
m a z i o n e occidentale, le vecchie solidarietà familiari o di clan p e r m e t t e v a n o di ap
profittare delle briciole del b a n c h e t t o .
Là dove le società tradizionali sfuggono al d u a l i s m o grazie alle loro forti 5
lidarietà, l'uguaglianza è s u p e r a t a dall'ascesa d e l l ' i n d i v i d u a l i s m o . L'America ar
d i n a , certe aree dell'America Centrale e la m a g g i o r p a r t e dell'Africa s o n o partir
male ( S a n d b r o o k , 1 9 8 5 ; M c d a r d , 1 9 9 1 ) .
> Una nuova transizione culturale <
L'età delle masse e dei media
L'opera di m o d e r n i z z a z i o n e cui la società internazionale si dedica dalla fine de.
Seconda guerra m o n d i a l e e o s t a c o l a t a dalla t r a s f o r m a z i o n e qualitativa della c_
t u r a . Q u e s t ' u l t i m a è il risultato delle n u o v e forme di trasmissione. Il cinema, la zi
d i o e la televisione c r e a n o le c o n d i z i o n i per un t r a s f e r i m e n t o di m a s s a . La t r i
smissione orale recupera i suoi privilegi: c o m e nelle situazioni in cui ci si trova he
eia a faccia, il gesto e la parola v a n n o di pari passo.
I nuovi media h a n n o i m p a t t i disuguali sulle c o m p o n e n t i della cultura: facib
t a n o l'acquisizione delle abitudini di c o n s u m o , ma si p r e s t a n o male alla trasrr..-sione delle conoscenze tecniche. Da q u a r a n t ' a n n i , gli economisti d e n u n c i a n o c
che definiscono gli effetti di dimostrazione: le popolazioni indigenti aspirano a ur
vasta g a m m a di c o n s u m i q u a n d o le loro e n t r a t e n o n a u m e n t a n o . C o m e , in q u ^ :
condizioni, a l i m e n t a r e un elevato r i s p a r m i o senza il quale i livelli di investimer:
p r o d u t t i v o r e s t a n o insufficienti?
La nuova geografia della trasmissione culturale e l'emergere di nuove forme
di sentimenti di identità
Nelle società tradizionali, ogni regione aveva le sue tecniche e le sue abilità, i n t c :
p r e t a v a a m o d o suo i precetti della m o r a l e condivisa dalle élite e si sentiva d o t ^ i
di u n ' i d e n t i t à c h i a r a . La rivoluzione dei m e d i a sconvolge la geografia della : : :
270
La geografia culturale
smissione culturale. Le giovani m a m m e n o n si affidano più alle loro m a d r i e n o n ne per scegliere l'alimentazione dei n e o n a t i : p r e s t a n o orecchio ai pediatri e ai p r o g r a m m i televisivi che spiegano c o m e c o m p o r r e il m e n ù . Q u a n d o si p r e s e n t a n o difficoltà o c o m p a i o n o t u r b e psicologiche n o n si consulta più il prete, ma ci si rivolge a u n o " p s i " : psicanalista, psicologo o p s i c h i a t r a . I consigli che alcuni di l o r o
p r o d i g a n o attraverso i media h a n n o un i m p a t t o i m m e n s o su tutti gli strati della società. La m o r a l e t r a d i z i o n a l e è b a t t u t a in breccia, così c o m e le istituzioni su cui
p o g g i a v a , la Chiesa ufficiale, per e s e m p i o . Le sette s u p e r a n o meglio la crisi perche h a n n o c o m p r e s o più in fretta che si era giunti a un m o n d o di trasmissione o r a le. Negli Stati Uniti, esse a p p r o f i t t a n o dell'immensa p o p o l a r i t à dei tele-evangelisti;
scegliendo forme conviviali di culto, d a n d o a m p i o spazio all'ispirazione carismatica, si a d a t t a n o a un m o n d o che n o n capisce più la necessaria freddezza dei r a p porti basati sulla scrittura.
L'erosione delle fonti locali d e l l ' a u t o r i t à va di pari passo c o n un s e n t i m e n t o
a c u t o di perdita d'identità. Se il luogo in cui abitate cessa di garantire la vostra specificità, se i modelli cui fate riferimento s o n o importati e spesso condivisi da m a s s e e n o r m i , c o m e n o n essere colti d a u n c e r t o s g o m e n t o ? I l s e n s o della c u l t u r a
c a m b i a . Un t e m p o si doveva la p r o p r i a specificità al fatto che si era nati e si era
stati allevati in un c e r t o l u o g o , che si a p p a r t e n e v a a u n a d e t e r m i n a t a famiglia,
che si discendeva da q u e s t o o q u e l l ' a l t r o a v o , che si era agricoltori, pastori o artigiani, che si era stati educati nella fede cattolica, p r o t e s t a n t e o ebraica. Al di fuori di situazioni di m i g r a z i o n e o di c o l o n i z z a z i o n e , i f o n d a m e n t i dell'identità n o n
e r a n o messi in discussione se n o n in occasione delle conversioni: ma in quel caso
era toccata solo la sfera dei valori e dei d o g m i .
La p r e o c c u p a z i o n e legata all'identità diventa ossessiva in ogni società toccata dalla rivoluzione dei media: la caratterizza u n a sorda inquietudine poiché le fonti locali d e l l ' a u t o r i t à s o n o state svilite e perché le tecniche p r o d u c o n o questi n o n
luoghi perfettamente piatti in cui n e s s u n o p u ò leggere a l t r o valore se n o n il p o t e re dei finanziatori e l'efficienza dei tecnici, degli ingegneri o degli architetti (Relph,
1 9 7 6 ; Auge, 1 9 9 2 ) .
N u o v i sentimenti d'identità n a s c o n o dalle p o s t u r e scelte, dagli oggetti di cui
ci si circonda, dal m o d o in cui ci si veste, dagli sport praticati, dai passatempi a m a ti (Maffésoli, 1 9 8 8 ) . Percependosi v u o t a , la gente sente il bisogno di mascherarsi:
tenta di identificarsi con qualcosa che le sia e s t e r n o , ma che sia frutto di u n a scelta. Si entra nell'età del c o n s u m o culturale: i nuovi ricchi si e s p r i m o n o a t t r a v e r s o la
m a r c a d e l l ' a u t o ; ambienti più acculturati r i s c o p r o n o le culture etniche o regionali di una volta; ne a d o t t a n o le proibizioni alimentari, r i s c o p r e n d o n e le arti marziali
o gli artigianati d ' a r t e . Altri si identificano con una pratica sportiva, il golf, il tennis, l'alpinismo, la nautica o il d e l t a p l a n o . Pierre Bourdieu ha a m m i r e v o l m e n t e descritto questi meccanismi legati all'identità in La distinction ( 1 9 7 9 ) . Le società che
e m e r g o n o s o t t o i nostri occhi h a n n o p e r d u t o le loro radici locali e n o n si struttur a n o più i n t o r n o al l a v o r o , c o m e accadeva ai g r u p p i basati sui modi di vita di una
volta. Nelle nostre società, il bisogno di distinzione assume una forma radicalmente
n u o v a [figura 14.2, pagina seguente).
Le sfide culturali del mondo attuale
271
Senza
luogo
Fig. 14.2 L'universo di riferimento della cultura classica europea attraverso le pièce dell'opera (fonte: fiontès, 1993, p. 55).
Una nuova geografia dei centri culturali
La geografia culturale dell'Occidente si trova alterata dalla trasformazione in
c o r s o . I centri i n t o r n o ai quali si o r d i n a v a un t e m p o s o n o c a m b i a t i a p a r t i r e dal
XVII secolo: il m o n d o m e d i t e r r a n e o , la Grecia e l'Italia e r a n o riverite c o m e l u o ghi di origine di tutti i saperi; la l o r o c o n o s c e n z a restava indispensabile a chi desiderava capire l'arte. I luoghi più vivi di creazione si e r a n o successivamente spostati
nelle capitali o nei g r a n d i snodi economici d e l l ' E u r o p a del n o r d - o v e s t e del c e n t r o :
Anversa o A m s t e r d a m , L o n d r a , Parigi, Berlino o Vienna.
La c u l t u r a che sorgeva in questi centri era f o n d a m e n t a l m e n t e elitaria: i saggisti, i filosofi, gli a u t o r i d r a m m a t i c i o i r o m a n z i e r i , i musicisti o i c o m p o s i t o r i , i
pittori o gli scultori l a v o r a v a n o per a m b i e n t i colti. La civiltà francese (senza d u b bio la f o r m a più sistematicamente costruita della c u l t u r a e u r o p e a ) n o n rivendicava origini p o p o l a r i . Era n a t a i n t o r n o alla c o r t e e alle g r a n d i famiglie aristocratiche, successivamente negli a m b i e n t i della finanza o b a n c a r i . La Francia che conquista il m o n d o c o n la sua lingua e c o n la sua cultura nella sua essenza è m o n a r chica ed elitaria e lo resta a l u n g o , a n c h e d o p o l'instaurazione della repubblica. Ha
smesso di esserlo?
La cultura e u r o p e a in senso a m p i o e, in p a r t i c o l a r e , la sua c o m p o n e n t e francese, n o n s o n o p o p o l a r i . Tocqueville ( 1 8 3 5 - 1 8 4 0 ) evidenzia per p r i m o la specificità della c u l t u r a a m e r i c a n a . In un paese in cui d o m i n a il senso degli affari, l'esistenza d i u n i m m e n s o m e r c a t o p o p o l a r e n o n p u ò lasciare indifferenti a u t o r i , edi-
272
La geografia culturale
tori e artisti. Il circo, con B a r n u m , o il music-hall piacciono al g r a n d e pubblico p o co raffinato che è p r o n t o a p a g a r e un prezzo ragionevole per un d i v e r t i m e n t o semplice e onesto. Un b u o n n u m e r o di romanzieri americani, a partire da M a r k Twain,
si e fatto le ossa nel g i o r n a l i s m o , le cui esigenze s o n o a b b a s t a n z a simili. Dagli anni Sessanta del X I X secolo, le n u o v e forme dell'arte p o p o l a r e differiscono da quelle e u r o p e e : n o n h a n n o radici locali; s o n o create da artisti che forgiano miti, per
esempio quello del West, e d a n n o loro una forza tale che il paese finisce per assomigliare a l l ' i m m a g i n e che h a n n o c o s t r u i t o (Smith, 1 9 6 7 ) .
Il cinema conferma la dimensione p o p o l a r e dell'arte americana nel p e r i o d o tra
le due guerre m o n d i a l i (Czitrom, 1 9 8 2 ; R o y o t , 1 9 9 3 ) . L'affermazione del jazz va
nella stessa direzione: per i neri è un p r o d o t t o r a d i c a t o in un folklore a u t e n t i c o ;
per la s t r a g r a n d e m a g g i o r a n z a degli americani è un p r o d o t t o c o m m e r c i a l e ; la n o stalgia dei blues è sentita d i r e t t a m e n t e da tutti e i ritmi nuovi f a n n o sorgere u n ' a r te della d a n z a che l ' A m e r i c a i m p o n e c o n il s u o genio c r e a t o r e tra le d u e g u e r r e
m o n d i a l i . Essendo stata costruita per supporti di massa e per società di massa, l'arte a m e r i c a n a sovverte la vecchia E u r o p a e si i m p o n e m a l g r a d o i riflessi conservatori o nazionalisti degli intellettuali locali [figura 14.3, pagina seguente). Attraverso
i l r e a l i s m o socialista che p r o m u o v e c o m e a r t e ufficialmente p o p o l a r e , l'URSS
p r o d u c e solo opere fredde e ufficiali. E d a l l ' O c c i d e n t e capitalista più disprezzato,
dagli Stati Uniti che g i u n g o n o le forme che s e d u c o n o le folle dei paesi dell'Est: i
giovani b a l l a n o a r i t m o di rock e i n d o s s a n o i jeans.
I r a p p o r t i tra lo spazio e la cultura s o n o p r o f o n d a m e n t e c a m b i a t i nel giro di
una generazione: gli schemi che m o d e l l a v a n o i g r u p p i , la città, la regione e la nazione s o n o rovesciati. Viviamo in un m o n d o di reti in cui la sfera pubblica c a m bia f o r m a . N o n si d i s p o n e a n c o r a degli s t r u m e n t i per a n a l i z z a r e q u e s t a trasform a z i o n e (Featherstonc, 1 9 9 9 ) .
> Messa in discussione della cultura occidentale
e postmodernità <
Dal dubbio alla messa in discussione
La cultura occidentale è quella di u n a società a p e r t a : cerca in altre culture l'ispirazione e il s u p e r a m e n t o ; ai modelli r o m a n i o rinascimentali, alla fine del XVIII secolo, si aggiunge la m o d a del greco a n t i c o , dell'etrusco e dell'egizio. Il X I X secolo scopre con e n t u s i a s m o il M e d i o e v o , il r o m a n z o , il b i z a n t i n o o il gotico, si entusiasma per i fasti e i colori d e l l ' O r i e n t e , poi s'invaghisce delle incisioni g i a p p o nesi. D u r a n t e la belle e p o q u e , l'arte nera fornisce il c o n t r a p p u n t o che m a n c a alle
forme giudicate decadenti della m o d e r n i t à . Nel c a m p o letterario i prestiti e le inflessioni che n a s c o n o da q u e s t o gioco di contatti e di opposizioni s o n o più discreti, ma s p e s s o a l t r e t t a n t o p r o f o n d i . L'India o la Persia s e g n a n o certi filosofi, in
p a r t i c o l a r e quelli tedeschi.
Le sfide culturali del mondo attuale
273
Fig. 14.3 I luoghi di riferimento della cultura di massa francese contemporanea.
L'universo di riferimento è scivolato dal Mediterraneo e dall'Europa verso gli Stati Uniti
e, per la musica, verso l'Africa e i paesi dei Carabi e del mondo ispano-americano.
Le messe in discussione d i v e n t a n o più p r o f o n d e via via che il XX secolo avanza. Le certezze della scienza si indeboliscono q u a n d o la g e o m e t r i a n o n euclidea acquista il d i r i t t o di c i t t a d i n a n z a e q u a n d o si i m p o n e la teoria della relatività. N e l
274
La geografia culturale
c o r s o della Prima guerra m o n d i a l e , la ricerca scientifica aveva già p r o v a t o la sua
a t t i t u d i n e a moltiplicare la potenza distruttrice d e l l ' u o m o , ma la fede nel progresso era rimasta l a r g a m e n t e condivisa.
L'olocausto e la b o m b a a t o m i c a s c u o t o n o in p r o f o n d i t à le coscienze d u r a n t e
la Seconda guerra m o n d i a l e . La m o d e r n i t à ha g e n e r a t o regimi m o s t r u o s i e ha d o t a t o gli stati di un potenziale distruttivo senza uguali nel p a s s a t o : c o m e i m m a g i n a r e , senza l'aiuto di una burocrazia zelante, l'eliminazione p r o g r a m m a t a di un intero p o p o l o ? L'energia liberata dalle esplosioni nucleari non era sufficiente a mettere in discussione gli equilibri ecologici?
Nel 1945 il D D T veniva salutato anche c o m e un g r a n d e passo avanti della medicina. Q u e s t o insetticida n o n p e r m e t t e v a forse di eliminare le z a n z a r e , e perciò
la malaria, nelle zone tropicali o mediterranee? Ma poi v e n g o n o messi in evidenza gli effetti negativi che p r o v o c a a c c u m u l a n d o s i nei tessuti degli animali carnivori. Il grido lanciato da Rachel C a r s o n (1963) in Silent Spring viene ascoltato presto: n o n si crede più che la scienza c o n d u c a i n e l u t t a b i l m e n t e al p r o g r e s s o e a un
benessere meglio distribuito t r a gli u o m i n i .
L'agricoltura m o d e r n a si basa su una selezione spinta di specie; la diversità biologica regredisce; le piramidi ecologiche impoverite che ne c o n s e g u o n o p o s s o n o resistere solo grazie alla irrorazione con dosi crescenti di pesticidi. Gli alti rendimenti
i m p l i c a n o applicazioni massicce di fertilizzanti che i n q u i n a n o falde freatiche, fiumi e laghi. I p r o d o t t i ottenuti n o n h a n n o s a p o r e . Le n u o v e tecnologie industriali
s o n o diventate più intelligenti: i compiti penosi e ripetitivi spariscono. Ma t u t t o ciò
ha un prezzo: i p r o d o t t i di cui ci c i r c o n d i a m o s o n o s e m p r e più il risultato di p r o cedimenti chimici. L'energia solare a s s u m e un ruolo m i n o r e perché viene rimpiazzata dalle fonti fossili o nucleari di energia c o n c e n t r a t a . La vita delle famiglie si è
semplificata, ma al prezzo di un i n q u i n a m e n t o acustico più elevato e di emissioni
i n q u i n a n t i generalizzate. I paesaggi che c o n s e g u o n o dalla razionalizzazione tecnica s o n o di u n a banalità che lascia costernati (Relph, 1976 e 1 9 8 1 ) . N e s s u n aspetto incontra il favore dei tristi intellettuali che c e r c a n o di condividere i loro modelli con il resto della p o p o l a z i o n e . Q u e s t a g e n e r a l m e n t e a p p l a u d e alle critiche, ricon o s c e n d o p e r ò il giusto valore delle facilitazioni a p p o r t a t e dalla tecnologia m o d e r n a . Tuttavia si registrano alcuni c a m b i a m e n t i : u n a p a r t e dei giovani o p t a per le
tecnologie dolci e la b u o n a volontà di ridurre l'inquinamento non m a n c a , o p e r a n d o
u n a raccolta differenziata dei rifiuti. Il g u s t o per i p r o d o t t i dell'agricoltura biologica si diffonde in molti a m b i e n t i .
Q u e s t e critiche e questi interrogativi h a n n o in c o m u n e di m e t t e r e in d u b b i o
l'idea di progresso.
La fine delia storia
Dalla fine del XVIII secolo, le società m o d e r n e a v e v a n o smesso di t r a r r e la l o r o
legittimità dalle religioni tradizionali, cristianesimo, nelle sue diverse forme, o giud a i s m o . Le filosofie della storia le a v e v a n o sostituite: i loro valori r e s t a v a n o vicini a quelli della Bibbia o del Vangelo (de L u b a c , 1 9 7 9 - 1 9 8 1 ) , ma o r m a i si basav a n o sull'attesa di un futuro migliore e n o n più sulla fede in un altro m o n d o .
Le sfide culturali del mondo attuale I 275
Le critiche rivolte alla scienza e alla tecnica colpiscono d i r e t t a m e n t e le filosofie del p r o g r e s s o che d o m i n a v a n o t a n t o all'est q u a n t o all'ovest. Si è certi che il fut u r o sarà migliore del p r e s e n t e , a n c h e se le tecniche c o n t i n u a n o a evolvere? C h e
la violenza indietreggerà? Che il c o n s u m o di d r o g h e e sostanze psicotrope n o n raggiungerà livelli a n c o r a più inquietanti di oggi? L'impotenza a t t u a l e della medicina
di fronte all'AIDS accresce la p r e o c c u p a z i o n e diffusa tipica della n o s t r a società.
L'idea che si è vicini alla fine delle filosofie della storia si alimenta ad altre fonti: da essa d i p e n d e il successo stesso di queste d o t t r i n e . Il crollo dei regimi socialisti m o s t r a che le forme di d e m o c r a z i a totalitaria p r a t i c a t e n o n a v e v a n o l'efficacia
che si attribuiva loro e che la pianificazione della l o r o e c o n o m i a n o n aveva c o m e
esito u n ' o r g a n i z z a z i o n e v e r a m e n t e razionale della p r o d u z i o n e , dello s c a m b i o e del
c o n s u m o . Le i s t i t u z i o n i di t u t t i i paesi p r o g r e d i t i si c o n f o r m a n o s e m p r e p i ù al
m o d e l l o di d e m o c r a z i a p a r l a m e n t a r e e di e c o n o m i a di m e r c a t o cui i g r a n d i paesi
liberali si s o n o p r o g r e s s i v a m e n t e allineati dalla fine del X V I I I s e c o l o . E q u e s t a
t r a s f o r m a z i o n e , alla quale fu sensibile A l e x a n d r e Kojève (1947) negli a n n i Q u a r a n t a , che sottolinea Francis F u k u y a m a in La fine della storia ( 1 9 9 2 ) .
Il titolo di q u e s t o saggio si presta a fraintendimenti. Il futuro d e l l ' u m a n i t à sar e b b e p i e n o di catastrofi e di imprevisti così c o m e lo fu in p a s s a t o ; si è smesso di
credere che le traiettorie delle società u m a n e c o n v e r g a n o verso u n o s t a t o generale
di felicità. D a l XVIII secolo, si era i m p o s t a u n a visione ottimistica della storia che
d a v a un senso d'insieme a l l ' a v v e n t u r a e u r o p e a . Le società occidentali s o n o scosse
fino alle l o r o f o n d a m e n t a dall'idea che c o n t i n u e r e m m o a subire il n o s t r o destino
più che a c o m a n d a r l o ; ciò spiega la critica generalizzata della m o d e r n i t à e il m o l tiplicarsi delle riflessioni sulla p o s t m o d e r n i t à .
Il tema del postmodernità
La critica della m o d e r n i t à è a p p a r e n t e m e n t e così diversa che molti si rifiutano di
vedervi solo u n a m o d a passeggera. Alla fine degli a n n i Sessanta del XX secolo, gli
architetti che h a n n o lanciato il m o v i m e n t o , e r a n o stanchi dello stile i n t e r n a z i o n a le che i congressi d ' a r c h i t e t t u r a a v e v a n o p r o m o s s o negli a n n i Trenta e che la Carta di Atene aveva reso celebre (Jencks, 1 9 7 9 ; Portoghesi, 1 9 8 1 ) . Il m o v i m e n t o che
a quel t e m p o aveva m o n o p o l i z z a t o l'idea di m o d e r n i t à poggiava su alcuni semplici p o s t u l a t i . La bellezza p o t e v a avere c o m e fonte solo l ' a d e g u a m e n t o delle forme
alla funzione; la casa, la città, il giardino e il p a r c o d o v e v a n o essere reinventati poiché le forme tradizionali n o n r i s p o n d e v a n o ai n u o v i criteri. D o p o avere acclamato l ' a u d a c i a delle realizzazioni di G r o p i u s , N e u t r a , M i e s v a n der R o h e o Le C o r busier, i critici si e r a n o stancati della rigidità eccessiva di forme ripetitive e di scale s p e s s o i n u m a n e . Il m o v i m e n t o p o s t m o d e r n o rifiuta il r a z i o n a l i s m o che l ' h a
p r e c e d u t o , r i s c o p r e l a d e c o r a z i o n e , a t t i n g e i n m o d o e c l e t t i c o a l r e p e r t o r i o del
p a s s a t o , pratica la citazione e a d o r a gli effetti retorici.
Per c o l o r o che s o n o più vicini alla storia che a l l ' a r c h i t e t t u r a , è l'insieme del
p e r c o r s o seguito dalla fine del XVII secolo che viene messo in discussione. A quel
t e m p o , era p r o g r e d i t o il divorzio t r a r a g i o n e classica e senso del bello, e l'archit e t t u r a aveva c o m i n c i a t o l a sua ricerca d i n u o v i p r i n c ì p i : d o p o aver e s p l o r a t o ,
La geografia culturale
nella s e c o n d a m e t à del XVIII secolo, le tradizioni, financo le più a n t i c h e , essa assegna u n p o s t o s e m p r e m a g g i o r e a l funzionalismo, a n n u n c i a t o d a J . N . L . D u r a n d
all'alba del X I X secolo e illustrato da Viollet-le-Duc, p r i m a di imporsi del t u t t o int o r n o al 1 9 1 0 .
Per pittori e artisti, la m o d e r n i t à si i m p o n e nel X I X secolo ( C o m p a g n o n , 1990),
nel m o m e n t o in cui l'accademismo e il classicismo c o m i n c i a n o a essere oggetto di
veementi critiche: Baudelaire si fa teorico di u n ' a r t e n u o v a , il cui scopo è quello di
cogliere nel presente le forme della sensibilità di d o m a n i . L'estetica dell'arte m o d e r n a
diventa allora conforme a quella delle filosofie della storia che si s t a n n o i m p o n e n do in a m b i t o politico. Comincia il valzer infinito delle a v a n g u a r d i e .
Per i filosofi, le radici della m o d e r n i t à si s i t u a n o più l o n t a n o nella storia, all'epoca in cui Cartesio, Galileo e H o b b e s definiscono, per vie diverse, i princìpi che
h a n n o poi retto la vita intellettuale, l ' a n d a m e n t o scientifico e l'organizzazione sociale dell'Occidente. Il m o v i m e n t o p o s t m o d e r n o è n a t o dal malessere degli architetti, p o i si è esteso all'insieme degli artisti, alla filosofia e alla scienza. I filosofi degli a n n i C i n q u a n t a e Sessanta p r o c l a m a n o la fine d e l l ' u o m o . Oggi l'Occidente stesso è in causa:
Dal p a r a d i g m a c a r t e s i a n o - n e w t o n i a n o al s u o v a c i l l a r e , nelle scienze n a t u r a l i , fino alla fine d e l l ' e p o s
e a l p e n s i e r o d e b o l e nelle scienze u m a n e , o g n i p r o s p e t t i v a c h e a v e v a i m p e r n i a t o i l m o n d o s u l l ' O c c i d e n t e si è s p o s t a t a , p e r lo m e n o è a n d a t a fuori asse e forse si è d i s s o l t a .
( A . BERQUE, 1 9 9 4 , p . 2 1 7 )
U n a p a r t e della m u s i c a attinge a fonti africane od orientali. L'arte primitiva
si libera delle c o n v e n z i o n i di p r o s p e t t i v a , di p r o p o r z i o n e e di a r m o n i a e l a b o r a t e
dal R i n a s c i m e n t o .
La p o s t m o d e r n i t à è il segno della crisi che, a l l ' i m p r o v v i s o , colpisce il m o d o
di considerare il m o n d o , di definire la verità e di costruire la società che aveva d a to sicurezza ai p o p o l i europei. Il privilegio a c c o r d a t o al t e m p o sparisce. Le teorie
del c o n t r a t t o sociale p o s t u l a v a n o che l ' u o m o passasse dallo stato di n a t u r a a quello di cultura c o n un a t t o libero, che, d ' u n c o l p o , istituisse la collettività in t u t t a l'area a b i t a t a dal g r u p p o . La c o n o s c e n z a dei luoghi, la geografia, era inutile in u n a
simile p r o s p e t t i v a . Gli atteggiamenti c a m b i a n o . A n t h o n y G i d d e n s ( 1 9 8 1 e 1987)
m o s t r a ai sociologi che ogni società vive t a n t o di temporalizzazioni q u a n t o di localizzazioni (lui impiega il t e r m i n e " l o c a l e " ) .
La m o d a del p o s t m o d e r n o p o n e un p r o b l e m a ai m a r x i s t i poiché la l o r o t e o ria aveva scientemente eliminato ogni d i m e n s i o n e spaziale e teneva c o n t o solo del
t e m p o . I m o v i m e n t i sociali che c a r a t t e r i z z a n o il m o n d o d'oggi, il m o n d o p o s t m o d e r n o , n o n r i g u a r d a n o più la p a r t e c i p a z i o n e alla ricchezza e i r a p p o r t i di classe,
ma l'organizzazione dello spazio, la qualità della città e il diritto ai servizi che sol o u n a certa f o r m a d i u r b a n e s i m o p u ò g a r a n t i r e (Lefebvre, 1 9 7 0 e 1 9 7 4 ; J a m e son, 1 9 8 4 ) . I marxisti a d o t t a n o d u n q u e un profilo basso: la g r a n d e teoria vale solo p e r m i s u r a r e le t e n d e n z e di l u n g o p e r i o d o . Essa deve essere c o m p l e t a t a da u n ' a nalisi seria del locale, poiché è a q u e s t o livello che si f a n n o e si disfano le c o n c a t e Le sfide culturali del mondo attuale
277
nazioni della storia (Harvey, 1 9 8 8 ; Soja, 1989). La geografia regionale ritorna in primo p i a n o : da essa ci si aspetta che completi ciò che le costruzioni t r o p p o generali del
Capitale n o n p o t e v a n o dire.
Le c o m p o n e n t i liberali e m a r x i s t e del pensiero occidentale si t r o v a n o messe in
d u b b i o a n c h e dalle t r a s f o r m a z i o n i c o n t e m p o r a n e e .
Fine della storia, postmodernità e crisi dello Stato e delle istituzioni
Il sistema occidentale di o r g a n i z z a z i o n e socio-spaziale si b a s a v a sull'idea di p r o gresso. Lo Stato t r o v a v a la sua giustificazione nel m a g g i o r benessere che riusciva
ad a p p o r t a r e all'insieme della società; la sua azione era t a n t o più efficace in q u a n to l'avanzare della civilizzazione s e m b r a v a impossibile in schemi t r o p p o rigidi: per
r e n d e r e redditizie le a p p a r e c c h i a t u r e in g r a d o di p r o d u r r e e c o n o m i c a m e n t e e r a n o
i n d i s p e n s a b i l i g r a n d i m e r c a t i . La d i m e n s i o n e m a t e r i a l e del benessere e del p r o gresso si r i t r o v a v a legata allo Stato-nazione e ne assicurava il successo.
Oggigiorno a molti la tecnica a p p a r e minacciosa per l ' i n q u i n a m e n t o che c o m p o r t a e per i d a n n i irreversibili che infligge all'ambiente. Spingendo gli u o m i n i a circ o n d a r s i di m a n u f a t t i che li intralciano e che i m p e d i s c o n o loro di essere se stessi,
la tecnica è pericolosa per l'equilibrio psichico degli individui e li p o r t a a trascurare ciò che è essenziale nella vita: la loro realizzazione. N o n bisogna rinunciare, per
giungervi, all'ammassarsi di u o m i n i e apparecchiature? Lo slogan che furoreggia alla fine degli anni Settanta riassume il percorso fatto: Small is beautiful!
L'Occidente n o n è solo m i n a c c i a t o dal crollo dei sistemi di valori che si era dat o , ma è anche i n d e b o l i t o dal d i s a m o r e verso lo S t a t o - n a z i o n e (Gellner, 1 9 8 3 ; D e l a n n o i e Targuieff, 1 9 9 1 ; Laidi, 1 9 9 2 ) . Per la m a g g i o r p a r t e della gente, lo Stato
n o n è più ciò che unisce u n a c o m u n i t à i n t o r n o a un ideale c o m u n e e che spinge a
s u p e r a r e gli egoismi individuali o quelli delle c o m u n i t à locali o tribali: è ciò che
p e r m e t t e all'individuo di coltivare il suo egotismo o di moltiplicare le esperienze di
c o n s u m o culturale necessario p e r la n u o v a ricerca identitaria. L'idea di m o r i r e per
la collettività n a z i o n a l e s c o m p a r e . È nel locale, nel tribale che ci si rifugia per t r o vare un senso alla vita, ma a n c h e nel t r a d i z i o n a l e , n e l l ' i m m e m o r a b i l e o nell'esotico (Maffésoli, 1 9 8 8 ) .
L'emergere di nuove ideologie
La crisi della coscienza occidentale che segnala l'idea di p o s t m o d e r n i t à fa p a u r a ; occ o r r o n o n u o v e ideologie per riempire il v u o t o lasciato dalla "fine della s t o r i a " . Il
r u o l o della c o m u n i t à e la convivialità che essa p e r m e t t e s o n o esaltati: la festa n o n
ha m a i affascinato t a n t o come nel corso degli ultimi due decenni (Duvignaud, 1973).
Il g r u p p o offre spettacolo per se stesso e fa un p r o f o n d o esame di coscienza.
In un m o n d o che n o n valorizza più l'arrivo del f u t u r o , l'attenzione si sposta
p i u t t o s t o s u l l ' a m b i e n t e . Le società occidentali p o s t m o d e r n e n o n s o n o liberate dal
p e c c a t o originale, ma lo c o l l o c a n o altrove; n o n è p i ù la conseguenza dello sfruttam e n t o d e l l ' u o m o s u l l ' u o m o , ma si esprime c o n lo s t u p r o r i p e t u t o della n a t u r a e
degli equilibri ecologici. N o n b a s t a i n s t a u r a r e u n e q u o c o n t r a t t o sociale per elim i n a r e il male: è o p p o r t u n o ridefinire i r a p p o r t i t r a l ' u o m o e la n a t u r a . Gli ecolo-
278 ; La geografia culturale
gisti n o n violenti s c o p r o n o l ' a r m a preferita delle religioni primitive per differenziarsi dai fautori del male: il rifiuto della convivialità clic veicola il vegetarismo militante. Alcuni r e c l a m a n o il sacrificio di c o l o r o che m a l t r a t t a n o gli animali e turb a n o l'ambiente: in certe forme di q u e s t o m o v i m e n t o c'è del t o t a l i t a r i s m o .
Le ricerche più innocenti in c a m p o preistorico o archeologico h a n n o ricadute
ideologiche inattese. Le società occidentali a m m e t t e v a n o che la civiltà era giunta
loro, per o n d a t e successive e per vie diverse, dal M e d i o O r i e n t e e dai fiumi del M e d i t e r r a n e o : s o t t o l i n e a v a n o le loro radici greche, latine o giudaico-cristianc. Il rad i c a m e n t o delle popolazioni occidentali è m o l t o più antico di q u a n t o si pensasse:
risale alla rivoluzione neolitica che dà vita alle p r i m e c o m u n i t à a d d e n s a t e (Amm e r m a n e Cavalli-Sforza, 1 9 8 4 ; Renfrew, 1 9 9 0 ; D o d g s h o n , 1 9 8 7 ) . Le p o p o l a z i o ni irlandesi, b r i t a n n i c h e , francesi o italiane esistono da millenni. L'idea di un pat r i m o n i o c o m u n e a l l ' O c c i d e n t e svanisce: t u t t e le società e u r o p e e h a n n o pari dignità. Ecco ciò che spazza via le tradizioni elitarie effettivamente giunte dai paesi
in cui la scrittura si era imposta presto. Il primitivismo p o s t m o d e r n o ha o v u n q u e
fonti locali più onorevoli perché più vecchie e più antiche delle forme di civiltà che
le h a n n o a lungo d o m i n a t e e che h a n n o c e r c a t o di e l i m i n a r e . D i e t r o la p o s t m o d e r n i t à c o m i n c i a n o così a intravedersi le ideologie che t e n d o n o alla f r a m m e n t a zione della tradizione occidentale.
> L'ampliamento della vita di relazione e la moltiplicazione
desìi scontri culturali <
Un mondo rimpicciolito
L'unificazione della Terra è iniziata con le grandi scoperte e ha subito un'accelerazione alla fine del XVIII secolo e d u r a n t e il X I X con la rivoluzione dei t r a s p o r t i .
U n a t a p p a n u o v a è stata raggiunta dalla fine della Seconda guerra m o n d i a l e grazie ai trasporti rapidi e alle telecomunicazioni. O c c o r r o n o sei ore per a n d a r e da Parigi a N e w York invece di c i n q u e g i o r n i , e dodici ore per la t r a t t a Parigi-Tokyo
q u a n d o , nel 1 9 3 9 , ci volevano venticinque giorni via m a r e . I prezzi si s o n o a b b a s sati r a p i d a m e n t e . I flussi di informazioni s o n o istantanei e la loro efficacia è t a n to più g r a n d e in q u a n t o i c o m p u t e r s o n o collegati in rete.
La vita internazionale ne è sconvolta ( D u r a n d , 1 9 9 2 ; Badie e S m o u t s , 1 9 9 2 ;
Taylor, 1 9 9 3 ; T o u r a i n e , 1995): le a m b a s c i a t e , che fungevano da intermediari o b bligati tra i governi, v e d o n o il loro ruolo limitato dalla diplomazia diretta; in caso
di crisi, i capi di Stato si telefonano o si i n c o n t r a n o . Le organizzazioni non governative si s o n o moltiplicate e h a n n o u n ' i m p o r t a n z a accresciuta negli scambi culturali o nell'azione u m a n i t a r i a . Le imprese p o s s o n o più facilmente avere stabilimenti
distaccati. Le fasi dei processi di trasformazione cessano di svolgersi esclusivamente all'interno degli spazi nazionali. Le società transnazionali e le multinazionali si
fanno carico di una parte crescente della p r o d u z i o n e e della distribuzione.
Le sfide culturali del mondo attuale ; 279
La globalizzazione d e l l ' e c o n o m i a modifica p r o f o n d a m e n t e l ' o r g a n i z z a z i o n e
dello s p a z i o : i paesi si s o n o avvicinati e il v o l u m e dei flussi d ' i n f o r m a z i o n e che
t r a n s i t a n o a t t r a v e r s o i cavi o i satelliti a u m e n t a più velocemente della p r o d u z i o n e
o del c o m m e r c i o m o n d i a l e . Tuttavia, le relazioni e i c o n t a t t i diretti r e s t a n o necessari q u a n d o si p r e n d o n o le decisioni, e per il l o r o c o n t r o l l o p e r i o d i c o . Le attività
di i m p u l s o , di ideazione e di c o n t r o l l o h a n n o d u n q u e la t e n d e n z a a localizzarsi là
dove si gode della migliore accessibilità in r a p p o r t o all'insieme dell'economia m o n diale. La metropolizzazione così stupefacente dagli a n n i O t t a n t a è il corollario della globalizzazione (Claval, 1 9 9 3 b ) .
Il r i m p i c c i o l i m e n t o del m o n d o , che si accentua s o t t o i n o s t r i occhi, moltiplica i c o n t a t t i e gli scontri culturali. Il t u r i s m o internazionale si sviluppa: fa capire
ai poveri che cosa sia l'agiatezza e r e n d e p o p o l a r i le n u o v e t e n d e n z e di c o n s u m o .
N e i paesi m e d i t e r r a n e i o tropicali, le culture tradizionali e r a n o p u r i t a n e ; i turisti
che vi si a c c a l c a n o ci v a n n o per godersi il sole, le spiagge e il sesso: la l o r o n u d i t à
esibita e la loro sfrenatezza p r o v o c a n o reazioni di invidia o di rigetto.
I m e d i a h a n n o bisogno di così t a n t i p r o g r a m m i che p o c h i paesi s o n o in grado di soddisfare la d o m a n d a interna: nazioni ricche e sviluppate c o m e quelle dell ' E u r o p a o c c i d e n t a l e n o n r i e s c o n o a d a m m o r t i z z a r e l e ore d i fiction che c o n s u m a n o i n m a s s a . N a z i o n i p i ù m o d e s t e r i e s c o n o a r i s p o n d e r e alla d o m a n d a s o l o
i m p o r t a n d o l'essenziale di ciò che diffondono; per le più povere o le più piccole t r a
esse, le spese di d o p p i a g g i o o dei sottotitoli s o n o t r o p p o alti: si m a n d a in o n d a in
l i n g u a o r i g i n a l e . Gli a t t e g g i a m e n t i e i v a l o r i s t r a n i e r i p e n e t r a n o così nelle case
delle r e g i o n i p i ù r e m o t e , i n t r o d u c o n o t e n d e n z e e s u g g e r i s c o n o n u o v i c o n s u m i .
A l t r e t t a n t o spesso suscitano reazioni nazionalistiche.
La metropolizzazione moltiplica i movimenti migratori (Badie e Wihtol, 1994;
Simon, 1 9 9 5 ) , che coinvolgono professionisti di alto livello venuti a lavorare in succursali di società straniere insediatesi nel paese. Essi r i g u a r d a n o anche masse di p o polazioni indigenti e richiamate dai livelli di vita dei paesi sviluppati, dalle o p p o r t u nità di lavoro delle grandi città e dalla qualità dei servizi offerti in certi casi gratuit a m e n t e . I nuovi emigranti n o n s o n o mossi dalle stesse motivazioni di quelli delle gen e r a z i o n i p r e c e d e n t i . I s o g g i o r n i degli i m m i g r a t i d u r a n o q u a l c h e m e s e o a n n o .
C o s t o r o t e n d o n o a formare colonie che restano al margine del paese di accoglienza.
U n a volta gli i m m i g r a n t i si s p o s t a v a n o per g u a d a g n a r s i da vivere e inserirsi in
società le cui le istituzioni s e m b r a v a n o più giuste e d e m o c r a t i c h e . Le tendenze oggi
s o n o diverse. M o l t i immigrati dal paese in cui si insediano si a s p e t t a n o solo un mig l i o r a m e n t o della loro condizione materiale. Le istituzioni che vi t r o v a n o li disturb a n o ; essi a s p i r a n o a c o n s u m i più elevati, a servizi di miglior qualità e a u n a p r o tezione sociale più efficiente, ma rifiutano spesso di a d o t t a r e n u o v i c o s t u m i e accettare valori a l o r o estranei. Le g r a n d i città t e n d o n o a divenire multiculturali.
La costituzione di grandi spazi economici e le difficoltà di integrazione
La facilità di t r a s p o r t o e di c o m u n i c a z i o n e favorisce lo sviluppo degli scambi econ o m i c i . Gli imperativi della c o n c o r r e n z a o b b l i g a n o le nazioni ad a d a t t a r s i a n u o ve condizioni: l'era delle g r a n d i regioni e c o n o m i c h e è c o m i n c i a t a . Le z o n e di libe280
La geografia culturale
ro s c a m b i o e i mercati c o m u n i s o n o s o t t o p o s t e alla stessa d i n a m i c a : il l o r o scopo
iniziale è di s o p p r i m e r e gli i m p e d i m e n t i allo s c a m b i o , ma è s u b i t o evidente che
bisogna a n d a r e oltre. Altre forme di protezione, più sottili, si s o n o sviluppate, quelle che p e r e s e m p i o c o r r i s p o n d o n o alle n o r m e tecniche o sanitarie a d o t t a t e dalle
legislazioni n a z i o n a l i o dalle u n i o n i di p r o d u t t o r i . L'unificazione degli spazi econ o m i c i implica, volenti o n o l e n t i , l ' a v v i c i n a m e n t o delle legislazioni. A u m e n t a il
ruolo delle decisioni sovranazionali (Tsoukalis, 1 9 9 1 ) .
Le società nazionali s e m b r a n o t u t t e costruite s e c o n d o lo stesso m o d e l l o , m e n tre p r i m a e r a n o s e p a r a t e da b a r r i e r e d o g a n a l i e da frontiere c o n t r o l l a t e . L'esperienza m o s t r a che n o n è affatto così: le tradizioni coltivate dalle n a z i o n i e u r o p e e
s o n o m o l t o più diverse di q u a n t o si pensasse. Le filosofie della d e m o c r a z i a e del
welfare state si e r a n o s o v r a p p o s t e ad a r c h i t e t t u r e sociali m o l t o eterogenee senza
eliminarle. In Francia e nei paesi latini, lo Stato era c o n c e p i t o c o m e il p r o t e t t o r e
u l t i m o della gente che, da esso, si a s p e t t a v a soccorso e i n c o r a g g i a m e n t o . N e i Paesi Bassi, esso a p p a r i v a c o m e l ' a r b i t r o indispensabile alla convivenza delle c o m u nità nazionali e il suo r u o l o era solo quello di r i p a r t i r e e q u a m e n t e t r a esse la sov r a n i t à di cui è investito, a condizione di n o n esercitarla d i r e t t a m e n t e .
La ricerca d e l l ' u n i f i c a z i o n e crea così p r o b l e m i che n o n si e r a n o c a l c o l a t i e
che s o n o di n a t u r a culturale. Le ideologie che giustificavano l'abnegazione per la
cosa p u b b l i c a s o n o erose dall'ascesa di concezioni edonistiche; t u t t a v i a le identità
n a z i o n a l i n o n s c o m p a i o n o , e n e p p u r e le passioni che p r o v o c a n o per un tipo o un
altro di istituzione (Reich, 1 9 9 1 ; Wallerstein, 1 9 9 1 ; Lenoble e D e w a n d r e , 1 9 9 3 ) .
Esse spiegano le reazioni violente e inattese che la ratifica del T r a t t a t o di M a a s t r i c h t
h a p r o v o c a t o u n p o ' o v u n q u e i n E u r o p a . Sarebbe pericoloso ritenerle passeggere.
Esse t r a d u c o n o u n m a l e s s e r e p r o f o n d o . S e n o n s i t i e n e s u f f i c i e n t e m e n t e c o n t o
della diversità delle sensibilità culturali, le reazioni x e n o f o b e si m o l t i p l i c h e r a n n o :
il risultato o t t e n u t o sarà il c o n t r a r i o di quello previsto ( H u n t i n g t o n , 1 9 8 4 ) .
> Il rifiuto dell'occidentalizzazione <
L'occidentalizzazione n o n è mai stata facile, ne c o m p l e t a . È s e m p r e stata a c c o m p a g n a t a da reazioni degli intellettuali e dei legittimisti indigeni. Il X I X secolo ne
fornisce un'illustrazione ben n o t a .
"L'ideologia tedesca": un problema universale
Nel 1 8 4 6 , M a r x e Fngels scrivono u n ' o p e r a dedicata all''Ideologia tedesca. R i m a sta inedita, viene pubblicata solo nel p e r i o d o tra le d u e guerre m o n d i a l i , a M o s c a .
TI p r o b l e m a che vi viene affrontato è di u n ' a t t u a l i t à s o r p r e n d e n t e . Di che cosa si
tratta? Negli anni Trenta e Q u a r a n t a d e l l ' O t t o c e n t o gli intellettuali tedeschi si sent o n o in una posizione d'inferiorità rispetto ai colleghi d e l l ' E u r o p a occidentale. La
cultura tedesca si m o s t r a nei c a m p i della letteratura, della filosofia e delle arti. Tut-
Le sfide culturali del mondo attuale
281
tavia il paese n o n è che u n ' e n t i t à geografica a n o m e della quale n e s s u n goverr. :
p u ò farsi p o r t a v o c e . In u n ' e p o c a in cui il p r o g r e s s o viene s e g n a t o da rivoluzioni,
la G e r m a n i a resta indietro: è in Inghilterra che la Rivoluzione industriale ha avuto origine, ed è s e m p r e in Inghilterra che s o n o stati riconosciuti per la p r i m a r e ta i diritti d e l l ' u o m o . E negli Stati Uniti che ha fatto la sua c o m p a r s a il p r i m o
s t e m a p o l i t i c o r e p u b b l i c a n o , ed è in F r a n c i a che ha a v u t o l u o g o la rivoluzione
che ha d i s t r u t t o le basi dell'Ancien Regime.
La G e r m a n i a soffre di un c o m p l e s s o d'inferiorità. Per affrancarsene, gli intellettuali m e t t o n o in a t t o u n a difesa i n g e n u a : se l ' I n g h i l t e r r a ha il p r i m a t o nei
c a m p o d e l l ' e c o n o m i a e la F r a n c i a in quello della politica, la G e r m a n i a è in testi
in quello della m o r a l e e della filosofia. Q u e s t i s o n o gli a t t e g g i a m e n t i denunciar,
da M a r x ed Engels n&ìl'Ideologia tedesca: p e r c o m p e n s a r e un r i t a r d o assolurrm e n t e reale, ci si v a n t a delle forme a n c o r a tradizionali della società per affermare:
s u p e r i o r i . Finché r i c o r r e r a n n o a tali sotterfugi e p r o p o r r a n n o s o l t a n t o soluzic •
verbali ai veri p r o b l e m i del l o r o paese, gli intellettuali n o n f a r a n n o che accrescere il r i t a r d o e la d i p e n d e n z a .
L'ideologia tedesca e i nazionalismi: il caso della Russia
La situazione della Russia negli a n n i Q u a r a n t a e C i n q u a n t a del X I X secolo, n : r
è m o l t o diversa da quella della G e r m a n i a . N o n m a n c a p o t e n z a , ma il r i t a r d o è prof o n d o nel c a m p o tecnico e le istituzioni risalgono a u n ' a l t r a e p o c a .
D o v e situare la superiorità che c o m p e n s e r à le inferiorità t r o p p o evidenti ut
paese? Gli occidentalisti t e n t a n o di far c a m b i a r e alla Russia la s t r a d a b a t t u t a irrit a n d o le istituzioni d e l l ' E u r o p a occidentale, diffondendo l'istruzione e m o d e r n . i z a n d o l'economia. Gli slavofili difendono le posizioni o p p o s t e . La società russa deve restare fedele alla fede o r t o d o s s a . Nelle società occidentali, il p r o g r e s s o econom i c o fa p e r d e r e il senso della solidarietà; al c o n t r a r i o la cellula rurale t r a d i z i o n i le, il mir, l'esalta. Queste s o n o forme di c o m u n i s m o p o p o l a r e insite nel genio russo
è o p p o r t u n o conservarle e n o n distruggerle.
La c o r r e n t e slavofila spinge perché si ascolti il p o p o l o . Gli etnologi russi n c c
si a c c o n t e n t a n o di raccogliere i m a n u f a t t i , i r a c c o n t i o le leggende dei loro comp a t r i o t i . F r e q u e n t a n o gli a m b i e n t i p o p o l a r i e si m e t t o n o in ascolto. Il populii-rr
esprime, sul p i a n o sociale, la p r e o c c u p a z i o n e di cogliere ciò che dà alle masse rr :
dignità che le p o n g a al di s o p r a delle nazioni più p o t e n t i o più m o d e r n e .
I n a z i o n a l i s m i d e l l ' E u r o p a occidentale si s o n o m o d e l l a t i sullo schema di Siiti m a t u r a t i da u n a lunga gestazione. Il n a z i o n a l i s m o tedesco è etnico e linguisti:
poiché si inscrive c o n t r o l'universalismo dell'Illuminismo. I nazionalismi deli'E.r o p a orientale s o n o etnici e linguistici, c o m e quello della G e r m a n i a , m a h a n n o i m
d i m e n s i o n e sociale che m a n c a a ovest. Poiché l'intellighenzia capisce il pope : :
p a r l a a suo n o m e , la sua a u t o r i t à m o r a l e si afferma di fronte agli Stati che si bas a n o su ideologie dell'Ancien R e g i m e e c e r c a n o n e l l ' i m p o r t a z i o n e della tecnoi-rgia occidentale il m e z z o per affermare la l o r o p o t e n z a .
II regime sovietico t r a s c e n d e le nazioni, ma t a n t o m e n o p u ò ignorarle q u r ~ più solido resta il p o p u l i s m o . Lenin o Stalin scelgono così di d a r e a ogni grurc»:
282
La geografia culturale
etnico un territorio, repubblica a u t o n o m a o regione a u t o n o m a all'interno di un insieme più v a s t o . Nel m o n d o sovietico l'idea di nazione è sistematicamente legata
a quella di folklore; è un'eredità del p o p u l i s m o : non s o n o le g r a n d i date storiche
di ogni p o p o l o a essere r i c o r d a t e per la p r o p a g a n d a , ma le a b i t u d i n i degli strati
modesti: c o n t a d i n i , allevatori n o m a d i o cacciatori a seconda dei casi; è grazie ai
propri costumi e balli che ogni g r u p p o ha il diritto di conservare u n ' i d e n t i t à e di
esaltarla. Il divorzio tra s e n t i m e n t o nazionale e senso della storia, a b b o z z a t o dal
p o p u l i s m o , diventa sistematico.
L'idea di nazione cosi e d u l c o r a t a offre l'unica s c a p p a t o i a a m m e s s a all'ideologia c o m u n i s t a . Via via che il socialismo perde prestigio in seguito al fallimento econ o m i c o , i nazionalismi si r a f f o r z a n o . Gli intellettuali che se ne f a n n o carico pescano dalla storia liberamente interpretata prove della loro passata grandezza. M o l to spesso q u e s t o l a v o r o si fa nei luoghi di esilio. Si c o n s i d e r a n o limiti territoriali
quelli del p e r i o d o in cui il g r u p p o era al m a s s i m o della potenza ( G r m e k , 1 9 9 3 ) ; le
fasi di declino s o n o ignorate. I nazionalismi a p p a i o n o così c o m e l'antidoto alla forma specifica di modernizzazione e occidentalizzazione che h a n n o c o n o s c i u t o i paesi dell'Est ( M o l n a r , 1 9 9 0 ; Ehrlich e Revesz, 1 9 9 1 ; Foucher, 1 9 9 3 ) . Il p e r i c o l o a
cui e s p o n g o n o il m o n d o post-sovietico d i p e n d e dalle a m b i z i o n i territoriali c o n t r a d d i t t o r i e che essi n u t r o n o .
Il mondo arabo e musulmano: dal nazionalismo al fondamentalismo
Già più di t r e n t ' a n n i fa, M o h a m e d L a r r o u i (1969) metteva in evidenza q u a n t o la
situazione dei paesi del m o n d o m u s u l m a n o fosse simile a quella tedesca dell'epoca di M a r x . Le politiche di modernizzazione vi h a n n o esordito m o l t o presto. A volte, s o n o state assunte dai governi locali: nell'Egitto di M e h e m e t Ali, nella Tunisia
degli anni che p r e c e d o n o il p r o t e t t o r a t o o nell'Impero o t t o m a n o della fine del X I X
secolo (Lewis, 1 9 6 8 ) . La colonizzazione i n t e r r o m p e queste evoluzioni: il n u m e r o
di paesi m u s u l m a n i che p a s s a n o sotto il c o n t r o l l o diretto dell'Occidente non smette di crescere. Alla vigilia della Seconda guerra m o n d i a l e solo la Turchia, la Persia
e l'Afghanistan s o n o indipendenti.
Si p u ò facilmente i m m a g i n a r e c o m e una situazione simile infligga ferite p r o fonde a l l ' a m o r p r o p r i o . L'umiliazione dei paesi m u s u l m a n i è t a n t o più g r a n d e in
q u a n t o gli sforzi per raggiungere l'Occidente s o n o cominciati m o l t o presto: in Fgitto h a n n o più di 1 5 0 a n n i . Ma le ricette o c c i d e n t a l i n o n h a n n o f u n z i o n a t o e la
m o d e r n i z z a z i o n e ha rafforzato il divario tra elite e masse invece di ridurlo.
C o n f o r m e m e n t e all'interpretazione di M a r x ed Engels, u n a simile situazione
g e n e r a , per c o m p e n s a z i o n e , la nascita di u n ' i d e o l o g i a a r a b a o m u s u l m a n a . È al
r i c o r d o del p e r i o d o di grandezza successivo alla predicazione di M a o m e t t o che gen e r a l m e n t e si ispira il n a z i o n a l i s m o a r a b o . I temi che affronta e v o l v o n o nel periodo tra le d u e g u e r r e m o n d i a l i , s o t t o l'influenza degli intellettuali libanesi: la dim e n s i o n e religiosa è in p a r t e occultata, poiché il m o v i m e n t o deve unire u n a m a g g i o r a n z a m u s u l m a n a c o n u n a piccola m i n o r a n z a c r i s t i a n a . La p o t e n z a a r a b a al
t e m p o degli O m a y y a d i o degli Abbassidi fa sognare. L'ideale è di raggiungere l'Occidente evitando le vie che esso stesso ha scelto: tra i due sistemi offerti dal modello
Le sfide culturali del mondo attuale
283
di m o d e r n i z z a z i o n e e u r o p e o è quello sovietico che viene p r e s o in considerazione.
Il n a z i o n a l i s m o a r a b o dà così vita ai regimi laici desiderosi di unificazione. Il sistema sovietico è i m i t a t o nei suoi aspetti istituzionali o economici. Ciò n o n o s t a n te, l'ideologia è o r n a t a da altri colori: si p a r l a di socialismo m u s u l m a n o , cosa che
m o s t r a c o m e sia difficile sbarazzarsi del riferimento all'Islam.
A m a n o a m a n o che le debolezze dell'URSS d i v e n t a n o più evidenti, il p a r t i t o
sul quale si b a s a n o le scelte politiche dei governi del m o n d o a r a b o p e r d e credibilità. L ' a m b i t o in cui i paesi m u s u l m a n i a p p a i o n o s u p e r i o r i si colloca dalla p a r t e
della m o r a l e ; p o i c h é r e s t a n o fedeli agli i n s e g n a m e n t i del Corano e c o n t i n u a n o a
m e t t e r e in p r a t i c a i suoi precetti: i m u s u l m a n i s o n o migliori degli occidentali.
Il r i t o r n o ai valori islamici si delinea d a p p r i m a in E g i t t o : in u n a società più
esposta di altre alle ideologie i m p o r t a t e d a l l ' E u r o p a , le masse p o p o l a r i si s e n t o n o
tradite dalle élite che c o p i a n o in m o d o o s t e n t a t o i m o d i di fare delle colonie straniere. La p r e d i c a z i o n e dei fratelli m u s u l m a n i t r o v a u n ' e c o n o t e v o l e fin dai suoi
esordi, negli a n n i Venti del N o v e c e n t o .
Q u a n d o u n a cultura f o n d a t a su testi d u b i t a di se stessa o si sente m i n a c c i a t a ,
p u ò r i t r o v a r e le p r o p r i e radici t o r n a n d o ai d o c u m e n t i che la giustificano. L'invenzione della s t a m p a e lo sviluppo dell'istruzione favoriscono q u e s t o genere di esperienza al m o m e n t o della R i f o r m a , nel X V I secolo. Nella m i s u r a in cui la m o d e r nizzazione i m p o r t a t a p e r m e t t e a u n a frazione crescente della p o p o l a z i o n e di accedere alla scrittura e alla libera interpretazione dei testi, le possibilità di vedere a p parire un p o ' ovunque movimenti fondamentalisti si moltiplicano. La radio, la
televisione e le cassette registrate diffondono d ' a l t r o c a n t o n u o v i d o g m i t r a p o p o lazioni a n c o r a l a r g a m e n t e analfabete: i m a s s m e d i a ne favoriscono così il successo [figura 14.4).
In Iran l'occidentalizzazione era r i m a s t a limitata a u n a ristretta élite: la tradizione sciita esaltava il n a z i o n a l i s m o . I casi della storia e la decisione statunitense
d i n o n s o s t e n e r e l o scià f a v o r i s c o n o i l t r i o n f o d e l l ' a y a t o l l a h K h o m e i n i , m a d a
n e s s u n a p a r t e le c o n d i z i o n i s o n o così favorevoli al r i t o r n o della religione delle
origini. La vittoria del f o n d a m e n t a l i s m o sciita accelera o v u n q u e l'ascesa dell'islam i s m o radicale (Etienne, 1 9 8 7 ) .
L'attacco al W o r l d T r a d e C e n t e r di M a n h a t t a n , l ' I 1 s e t t e m b r e del 2 0 0 1 , tes t i m o n i a lo s c a t e n a r s i delle p a s s i o n i e dà la m i s u r a d e l l ' o d i o che o g g i g i o r n o gli
estremisti n u t r o n o nei confronti dell'Occidente.
Il declino universale dell'immagine dell'Occidente
Le tecniche occidentali affascinano, ma p e r c h é si d o v r e b b e r o imitare i sistemi di
p e n s i e r o e le f o r m e o r g a n i z z a t i v e alle quali c r e d o n o s e m p r e m e n o c o l o r o che le
h a n n o professate e p r o p a g a n d a t e a lungo? Perché si d o v r e b b e c o n t i n u a r e a riverire la p o t e n z a dell'Occidente m e n t r e paesi m e n o sviluppati l ' h a n n o messa militarm e n t e in ginocchio in occasione delle guerre di i n d i p e n d e n z a (Francia in I n d o c i n a
e in Algeria, Paesi Bassi in Indonesia), dell'intervento degli Stati Uniti nel Viet N a m
o dell'invasione sovietica in Afghanistan?
Il processo di unificazione culturale che aveva esordito all'epoca delle grandi scoLa geografia culturale
Fig. 14.4 L'Islam nel mondo (fonte: Claval, 1994, p. 170, ripreso da Balta, 1986, pp 4 - 5 ) .
perte p a r e i n t e r r o m p e r s i . Il trionfo degli strumenti e dei m a n u f a t t i p r o d o t t i dalla
scienza m o d e r n a non viene messo in discussione; cosa che avviene invece per l'idea
che le istituzioni e la m o r a l e predicate dall'F-uropa e dagli Stati Uniti siano universalmente valide (Bruckner, 1983). Certi temi sono accettati per uso esterno: tutti par-
Le sfide culturali del mondo attuale [ 285
lano di diritti u m a n i e del diritto dei popoli a decidere di loro stessi, poiché s o n o strum e n t i utili per difendere alcune posizioni sulla scena internazionale, ma p o c h e società s o n o p r o n t e a mettere in a t t o i princìpi cui si appellano ufficialmente.
I m o v i m e n t i fondamentalisti si m o l t i p l i c a n o . L'Occidente ha i suoi, che insorg o n o c o n t r o le conseguenze della m o d e r n i z z a z i o n e . L'induismo e il b u d d h i s m o si
t r a s f o r m a n o in p r o f o n d i t à e r i t r o v a n o tra le élite il prestigio che a v e v a n o p e r d u t o . Il n u m e r o di giovani e brillanti intellettuali che o p t a n o per la vita m o n a c a l e n o n
smette di crescere a T a i w a n o a H o n g K o n g . N e i paesi privi di tradizione scritta, i
p r i m i r a c c o n t i etnografici s e r v o n o da riferimento.
L'interesse r i n n o v a t o per la geografia culturale d i p e n d e in larga m i s u r a dalle
sfide poste dalla riaffermazione di valori inconciliabili in un m o n d o rimpicciolito.
L'accento p o s t o sui d o g m i religiosi o sulle ideologie a l l o n t a n a gli u o m i n i gli uni dagli altri. Ma a c c a n t o alle d o t t r i n e o s t e n t a t e esistono gli orizzonti delle attese degli
individui: l'accresciuta facilità delle relazioni m o l t i p l i c a i prestiti. Da u n a p a r t e
all'altra del m o n d o spesso le aspirazioni s o n o s o r p r e n d e n t e m e n t e simili.
La situazione è p a r a d o s s a l e : le società n u t r o n o aspirazioni spesso simili, ma le
tensioni culturali si e s a c e r b a n o .
> Situazioni di tensione e strategie di coesistenza <
La speranza occidentale di una convergenza dei valori è scomparsa, così come la convinzione indispensabile per tentare conversioni e c o n d u r r e azioni militari. Anche se
i discorsi sulla p o s t m o d e r n i t à e la fine del regno della ragione scientifica n o n h a n n o
convinto l'intera popolazione dei paesi sviluppati, il d u b b i o si è sufficientemente insinuato perché n o n ci sia più ragione di imporre agli altri i p r o p r i valori.
La facilità degli s p o s t a m e n t i verso i paesi d ' o r i g i n e , la s t a m p a , la r a d i o e la
televisione via satellite r e n d o n o m o l t o più agevole che in p a s s a t o la vita delle diaspore (Wilson e Gutteriez, 1 9 8 5 ) . Il m o n d o nel quale noi r i e n t r i a m o è c o s t r u i t o int o r n o a reti. Fino a p o c o t e m p o fa, le politiche culturali e r a n o p e n s a t e per schemi
territoriali c o n t i n u i . E o p p o r t u n e modificarle.
Gli occidentali c e r c a n o di definire strategie che evitino l ' a c c u m u l o di tensioni
e facilitino la coesistenza di p o p o l i o di g r u p p i che si a p p e l l a n o a ispirazioni diverse. Il c o m p i t o è a r d u o , ma le difficoltà n o n p a i o n o i n s o r m o n t a b i l i : si afferma
il m u l t i c u l t u r a l i s m o (Taylor, 1 9 9 4 a b ) .
286
La geografia culturale
Conclusione
La c u l t u r a mescola le eredità del p a s s a t o e l'esperienza del presente, p e r m e t t e n d o
agli u o m i n i di p r o i e t t a r s i nel f u t u r o e d a n d o un senso alla l o r o vita. S t r u t t u r a il
t e m p o e lo spazio in cui la l o r o esistenza si a t t u a , unisce i diversi m o m e n t i e li inserisce nei luoghi e nei territori in cui a s s u m o n o t u t t o il l o r o significato.
La cultura differisce da un individuo all'altro, poiché i percorsi seguiti n o n sono identici, né s o n o simili i sogni e le aspirazioni. Essa è a n c h e u n a q u e s t i o n e sociale, poiché le p r a t i c h e , gli atteggiamenti, i gesti e le p a r o l e che le p e r s o n e a d o t t a n o v e n g o n o insegnati loro da chi li circonda o da c o l o r o c o n i quali s o n o in relazione. La società è inizialmente fatta di cerchie di intersoggettività all'interno delle quali la c o m u n i c a z i o n e si stabilisce facilmente perché tutti d a n n o lo stesso senso
alle p a r o l e , ai segni e alle i m m a g i n i a d o p e r a t i (Giddens, 1 9 8 4 ) . I p r i m i condizion a m e n t i , i primi effetti di p o t e r e e di d o m i n i o si s i t u a n o al livello m o l t o umile del
linguaggio e della conversazione q u o t i d i a n a (Bachtin, 1 9 2 9 ) .
La c u l t u r a fornisce agli u o m i n i i mezzi per sfruttare e organizzare l ' a m b i e n t e .
I r a p p o r t i che i g r u p p i t e s s o n o c o n lo spazio n o n h a n n o smesso di c a m b i a r e nel
t e m p o . Le u m a n i t à primitive a v e v a n o solo u n a presa limitata sui luoghi nei quali
vivevano. Le strategie messe in a t t o a p p a r t e n e v a n o al registro degli a d a t t a m e n t i .
L'agricoltura e, in m i s u r a m i n o r e , il n o m a d i s m o p a s t o r a l e d a n n o basi più stabili
alla vita sociale. Le densità medie si a l z a n o , le arti si s v i l u p p a n o . Il processo di civilizzazione è in c o r s o , ma p a g a c o n un d u a l i s m o p r o f o n d o : le c a m p a g n e si o p p o n g o n o alle città, i contadini ai nobili o agli aristocratici che li d o m i n a n o , gli a m bienti p o p o l a r i alle élite.
La m o d e r n i z z a z i o n e modella società più egualitarie rispetto a quelle del p a s sato. N o n tutti a c c e d o n o nello stesso m o d o , è vero, ai saperi e alle tecniche di g r u p pi la cui organizzazione è complessa e che si c i r c o n d a n o di s e m p r e più n u m e r o s i
m a n u f a t t i . Ma la rivoluzione dei m e d i a crea u n a cultura di m a s s a condivisa da tutti: essa c o n c e r n e i c o m p o r t a m e n t i di c o n s u m o e di piacere più che quelli di p r o d u z i o n e ; q u e s t ' u l t i m o a m b i t o resta a p p a n n a g g i o degli specialisti.
La presenza u m a n a r i m a n e m o l t o discreta finché n o n si p a d r o n e g g i a n o l'agric o l t u r a e l'allevamento. Le civiltà a base rurale c r e a n o c a m p a g n e t a n t o più differenziate in q u a n t o riflettono l'eterogeneità degli ambienti e il frazionamento locale
delle tecniche materiali. Le ultime fasi della modernizzazione fanno giungere al m a s simo paesaggio l'uniformazione delle abilità e della loro t r a d u z i o n e nel paesaggio.
Conclusione
287
È a t t r a v e r s o la c u l t u r a che gli u o m i n i c o n o s c o n o il m o n d o e la società. Essa li
c o n d u c e a suddividere lo spazio e a classificare gli individui e i g r u p p i . I luoghi div e n t a n o oggetto di discorso grazie al t a p p e t o di n o m i c o n cui i g r u p p i u m a n i ric o p r o n o la Terra. I confini che gli individui e i g r u p p i a s s e g n a n o ai territori e alle
categorie sociali n o n s o n o dati in n a t u r a : essi v e n g o n o applicati al reale e rifletton o , che lo v o g l i a n o o n o , gli interessi e la soggettività di c o l o r o che li c r e a n o o che
li m e t t o n o in a t t o . L'esplorazione critica di questi giochi ha un p o s t o essenziale nella geografia culturale, specialmente t r a i geografi del m o n d o a n g l o s a s s o n e .
L ' a p p r o c c i o c u l t u r a l e c a p o v o l g e così la p r o s p e t t i v a geografica: la disciplina
era g e n e r a l m e n t e c o n c e p i t a c o m e u n a scienza n a t u r a l e , il cui s c o p o principale era
quello di cogliere un m o n d o la cui esistenza oggettiva n o n era m e s s a in d u b b i o .
Oggi si o c c u p a di c o m e gli u o m i n i p e r c e p i s c o n o e v i v o n o il m o n d o , lo i n v e s t o n o
delle l o r o p a s s i o n i , lo c a r i c a n o dei l o r o interessi e vi s v i l u p p a n o le l o r o strategie
p o g g i a n d o s i su l u o g h i e t e r r i t o r i e m o d e l l a n d o il p a e s a g g i o . Gli aspetti n a t u r a l i
n o n s o n o d i m e n t i c a t i , ma s e m p r e più s o n o affrontati c o m e risorse, costrizioni o
rischi. Certi colleghi a n g l o s a s s o n i qualificano l'insieme di q u e s t a t r a s f o r m a z i o n e
c o m e svolta culturale.
I paesaggi di ieri r i s u l t a v a n o fortemente differenziati, p o i c h é le tecniche e i valori dei g r u p p i u m a n i c a m b i a v a n o d a u n l u o g o a l l ' a l t r o . L e p e r s o n e p a r l a v a n o c o m u n q u e di r a d o della p r o p r i a c u l t u r a ; l ' a v e v a n o ricevuta in eredità dai p r o p r i avi
e s a p e v a n o ciò che le d o v e v a n o , ma la l o r o coscienza collettiva era s o p r a t t u t t o
legata alle sfere d ' i n t e r a z i o n e della vita locale. A un a l t r o livello, le identità riflett e v a n o le credenze religiose o metafisiche condivise: si poteva essere cristiani o m u s u l m a n i , b u d d h i s t i o induisti.
La m o b i l i t à accresciuta delle p o p o l a z i o n i ha risultati s o r p r e n d e n t i . D a l X I X
secolo i c o n t a d i n i e u r o p e i r e a g i s c o n o a l l ' a m p l i a m e n t o dei l o r o o r i z z o n t i di vita
m o l t i p l i c a n d o i segni che d i s t i n g u o n o le l o r o c o m u n i t à : le cuffie b r e t o n i si c o m p l i c a n o e differenziano, da z o n a a z o n a , per t u t t o il secolo. Oggi noi viviamo u n ' e voluzione simile, ma su u n ' a l t r a scala. Di fronte all'irruzione dell'Altro, dello Straniero, del n u o v o a r r i v a t o in ogni sfera della vita q u o t i d i a n a , le p e r s o n e n o n s a n n o
più chi s o n o . T e m e n d o di dissolversi nel nulla, gli individui si identificano c o n idee
o cose esterne: la c u l t u r a diviene un oggetto di discorso, un i m p e g n o politico. In
suo n o m e gli u o m i n i si d i l a n i a n o , etnia c o n t r o etnia, n a z i o n e c o n t r o n a z i o n e , religione c o n t r o religione. Il successo inquietante dei fondamentalismi testimonia l'ampiezza di tali evoluzioni.
Le forme di organizzazione dello spazio c o n t e m p o r a n e o e le tensioni che le led o n o p o s s o n o essere c o m p r e s e s o l o t e n e n d o c o n t o dei fatti d i c u l t u r a . Q u e s t i
spiegano la n u o v a attenzione p r e s t a t a alla preservazione dei ricordi del p a s s a t o e
alla conservazione dei paesaggi. Questi spiegano le c o n t r a d d i z i o n i delle g r a n d i m e t r o p o l i : a t t i r a n o i g r u p p i venuti da luoghi spesso l o n t a n i per beneficiare di condizioni di vita e di l a v o r o che le l o r o regioni d'origine i g n o r a n o , ma si g i u s t a p p o n g o n o in g r u p p u s c o l i che si a f f r o n t a n o invece di fondersi in un unico i m p a s t o . Le
differenze culturali s o n o all'origine della m a g g i o r p a r t e dei conflitti che s c u o t o n o
il m o n d o d o p o la c a d u t a dei m u r i .
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La geografia culturale
Dell'attualità s o n o possibili d u e letture: c o l o r o che s o n o sensibili s o p r a t t u t t o
alle prese di posizione religiose o ideologiche e alle sfide c o n le quali l'Occidente
si t r o v a a confrontarsi p a r l a n o dello s c o n t r o delle culture, c o m e fa Samuel H u n t i n g t o n (1994 e 1 9 9 6 ) . Le azioni spettacolari di O s a m a Bin L a d e n e Al Q a e d a d a n no loro apparentemente ragione.
C o l o r o che d a n n o più i m p o r t a n z a agli orizzonti delle aspettative p i u t t o s t o che
ai princìpi dichiarati s o n o stupiti dalla convergenza delle espressioni osservabili all'interno di società che t u t t o s e m b r a s e p a r a r e : la felicità sulla Terra, la salute, l'istruzione dei b a m b i n i , la vita s o t t o cieli clementi. A l u n g o t e r m i n e ciò lascia aperte prospettive di riavvicinamento. Sono le benvenute in un m o n d o in cui il conflitto
tra le civiltà ha p r e s o di recente u n a svolta tragica.
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