hanene zbiss – art - it ver. Indagine nelle scuole materne coraniche in Tunisia Per la formazione di una élite wahabita Dopo la Rivoluzione, stiamo assistendo alla proliferazione di scuole materne, definite “coraniche”, create da associazioni a carattere religioso e che in prevalenza operano al di fuori della legge. La loro missione è formare una élite: wahhabita nella società tunisina. Queste scuole materne forniscono ai piccoli una rigida e profonda educazione religiosa nonadatta alla loro età e li trattano con durezza, oltre alla realizzazione di un programma educativo importato dall'estero e incompatibile con i valori religiosi tunisini. Il Governo, consapevole di questa situazione, cerca una soluzione giuridica per consentire a questi spazi di continuare le loro attività. Quando è stato chiesto ad Adam (4 anni)se voleva tornare alla sua scuola materna coranicaa alla Manouba,ha scosso la testa per dire "no". L’espressione allegrasparisce dal suo volto. Sta in silenzio con lo sguardo abbassato. La sua mamma ha un bel chiedergli di cantare una delle canzoni imparate lì e che lui spesso ripeteva a casa. Lui si rifiuta.L’esperienza, non è durata che tre mesi soltanto,ma Adam non vuole proprio più nemmeno passare davanti alla sua ex scuola materna, ricordando ancora il duro trattamentoa cui è stato sottoposto. In Tunisia ci sono 4.005 asili legali, ma non c'è ancora nessun dato preciso sull’ampiezza del fenomeno delle scuole materne coraniche. Il Ministero delle Donne e della Famiglia ne ha identificate 40, mentre alcuni funzionari di queste strutture hanno dichiarato alla stampa che sono in realtà centinaia. (Articolo pubblicato nella rivista onlineBinaaNews il 20-4-2013, con il titolo "La Ligue Nour El Bayne: le scuole coraniche sono una conquista rivoluzionaria che non va sacrificata.") Un mondo segreto Non è stato facile accedere, in quanto i proprietari vietano l'ingresso a tutti ad eccezione di quelli che ci lavorano e ai bambini. E nelle scuole materne coraniche visitate, abbiamo costatato che l'accesso è stato vietato anche ai genitori. Infatti, quando questi a fine giornata venivano a prendere i loro piccoli essi, erano loro"consegnati" sulla porta. Così viene mantenuto il segreto su questi spazi e su cosa vi accade. Pertanto per provare a entrare non restava altro che farsi passare per una animatrice di scuola materna. Ma prima era necessario seguire una formazione specifica. Con la ricerca su internet, su un sito web Islamista, ci siamo imbattuti in un annuncio dell’organizzazione, a Bizerta (North della Tunisia), di un corso di formazione per animatrici per le scuole materne. Costo per l’iscrizione: 30 DT. Ci siamo presentati la mattina del 18 marzo presso l’asilo dove si teneva il corso. Il locale è situato in un grande viale in un quartiere popolare. Non era raro incontrare nel vicinato donne velate o niqabées e uomini barbuti. Si apre la porta di una casetta. Pochi passi e si è in una sala di ricevimento, con una scrivania al centro, attorno alla quale vi sono due donne in niqab. Una è la direttrice dello spazio, l'altra è l'insegnante. Non lontano, un po’ di sedie sulle quali sedevano le iscritte al corso, vestite in niqab o in chador, giovani (tra i 20 ei 30 anni) che venivano da Bizerta o dalle vicinanze. Alcune single, altre sposate. Una di loro aveva portato anche la figlioletta di due anni e sei mesi, che indossava un hijab sulla testa. Ci siamo vestiti allo stesso modo per non attirare sospetti. Ogni candidato ha un modulo da compilare. Nessun obbligo di presentare una carta d’identità. Dopo queste piccole formalità, il primo corso inizia con la definizione delle caratteristiche dell’"animatore predicatore" e la sua sacra missione nell’ "educazione di una generazione divina." Il corso consiste di 6 sessioni di cinque ore, 3 volte a settimana. Lo stesso corso si teneva presso un’altra scuola materna coranica in una zona popolare di Sousse (centro della Tunisia), con la stessa insegnante. Ma questa volta, il profilo delle candidate alla formazione è un po’ diverso, perché la maggioranza di loro ha già lavorato nelle scuole materne coraniche e sono venute a perfezionare le loro capacità, con particolare riferimento alla pedagogia dell’infanzia. La formazione iniziale che loro hanno ricevuto era indirizzata principalmente all’apprendimento e recitazione perfetta del Corano, secondo le tre regole praticate nel mondo musulmano: Ennouraniya, Mennat Arrahmane e Nour Al Bayan. Si tratta di regole da imparare la corretta pronuncia delle lettere del Corano, nel rispetto del tono e delle proprietà fonetiche di ogni lettera del testo sacro. Esse sono utilizzate principalmente in Arabia Saudita ed Egitto, il che mostra che l'influenza Wahabita sta crescendo in Tunisia dopo la Rivoluzione. Formazione di tipo Wahabita Per lavorare in un asilo nido coranico è necessario conoscere una di queste tre regole per insegnare ai bambini. La durata della formazione varia di solito tra i cinque giorni e le sei settimane. È vivamente raccomandata una approfondita conoscenza del Corano. Una prova scritta e una orale sono richieste per l'apprendimento delle regole Menna tArrahmane e Nour El Bayan, ma non per Ennouraniya, che è la regola più facile. Non abbiamo potuto seguire nessuna delle iscritte, perché conoscevamo a memoria il testo sacro, ma abbiamo parlato con le ragazze incontrate durante il corso "Come essere una buona insegnante" (a Bizerta). Abbiamo così appreso che l'ufficio di Ennouraniya a Ennasr (a Tunisi) organizza regolarmente dei corsi formativi di 25 ore, che durano cinque giorni, al prezzo di 65 DT per iscritto. (Questo prezzo scende fino a 50 dinari DT se si tratta di una associazione religiosa che intende organizzare un corso per sue insegnanti). Questo ufficio l’abbiamo visitato. Il giovanotto alla reception ci ha detto che il diploma al termine della formazione, proviene direttamente dall’Arabia Saudita ed è firmato dall’Al Fourqane Foundation che fornisce anche tutto il materiale pedagogico. Poi, la diplomata può iniziare a esercitare le sue funzioni negli asili coranici, dopo un periodo di prova non superiore ad un mese. Questi corsi, pagati un prezzo ridicolo, non richiedono un elevato livello scolastico. Chiunque, con o senza titolo di studio, potrebbe seguirli e diventare, nel giro di qualche giorno, insegnante in una scuola materna coranica. Questo è il caso di una giovane donna (non citiamo il nome), che ha partecipato ad un corso di formazione al Centro islamico Abdallah Massaoud, dal 3 al 14 settembre 2012, in possesso del livello del primo anno di scuola secondaria ripetuto due volte, che ha costretto alla sua rimozione dalla scuola, come indicato nel suo “gradebook”. Mentre, secondo la legge e, come specificato nelle norme del Ministero della Donne e la Famiglia, un insegnante dovrebbe avere almeno il livello di maturità (7°anno secondario). Questa prima esperienza di formazione ci ha permesso di entrare nel mondo segreto degli asili nido coranici, con il pretesto di seguire degli stage. Visi, senza tratti Visto dall'esterno, gli asili nido coranici non hanno nulla che li distingue da quelli tradizionali: pareti dipinte con colori vivaci e manifesti pubblicitari con i servizi che offrono. Ma all’interno s’inizia a sentire la differenza. Nell'asilo dove abbiamo seguito la formazione, abbiamo notato che le camere erano contrassegnate con i nomi di personaggi famosi dell'Islam. In una si trovava un grande pannello con un alfabeto arabo, illustrata da immagini con connotazione religiosa (barba, la Mecca, hijab, Corano...). E sulle pareti disegni scaricati dal sito web islamico AlBetaqa.com (dove c'è materiale per insegnare l’educazione islamica, per tutte le età) e che illustrano delle hadith (le parole del Profeta) e delle douaa (invocazioni di Dio). La specificità di questi disegni, che vengono dati ai bambini per colorarli, è che contengono personaggi senza occhi, senza naso e senza bocca. Il disegnare i tratti del viso non è consentito nel pensiero wahhabita. Questa regola può incidere in modo disastroso sul bambino. "Ho avuto il caso di una bambina di tre anni che la mamma ha portato nel mio ufficio per un trattamento. Questa bimba asseriva di non vedere. È stato riscontrato che in un asilo coranico che aveva frequentato, ai bambini era prohibito disegnare gli occhi. Risultato: lei non è riuscita a integrarli nel proprio schema corporeo ", afferma il dottor Moez Cherif, psichiatra per bambini e presidente dell'Associazione per la Difesa dei Diritti dei Bambini.L'asilo nido è costituito solamente da due classi e di una sala di ricevimento infondo alla quale si trova un grande cartone quadrato che la tappezza di nero. Si tratta di un modello della Kaaba(il luogo in cui i musulmani fanno il pellegrinaggio) usato per insegnare ai bambini il pellegrinaggio alla Mecca durante il periodo corrispondente all’Aïd AlAdha (la Festa del Sacrificio), chiedendo loro di mimare le azioni dei pellegrini e ripetere delle Douaa dicendo: "LabaykaAllahomma,Labayk "(Io rispondo al tuo appello, Dio mio.) "Cheikhati,d’ora in poi, io indosso lo niqab " I bambini che frequentano asili nido coranici che abbiamo visitato non vestono abiti islamici specifici, tranne poche eccezioni, come quella bambina di 5 anni che ci dice che sua mamma la costringe a indossare lo hijab fin dall'età di quattro anni. In classe nessuna promiscuità: da un lato le femmine, dall’altro i maschi. Questa è la regola negli asili coranici per una fedeltà al pensiero wahhabita che vuole tale divieto. Anche per andare in bagno a lavarsi le mani prima di mangiare, è necessario mettersi in fila, una per sesso. Le insegnanti alla mattina arrivano niqabées. Ma, quando entrano all'interno della scuola materna, devono scoprire il volto. Una volta una bambina di cinque anni fu avvicinata dalla sua maestra, niqabée, che era appena arrivata da fuori, dicendole: "Cheikhati (termine islamico che sta per maestra) sapete che d’ora in poi porto lo niqab, come te, quando esco da casa con la mia mamma." L’insegnate le sorrise e la baciò come incoraggiamento. Un'altra bambina di quattro anni, in un asilo coranico a Ennasr, affiliato al Centro islamico Abdellah Massoud, alla quale abbiamo chiesto difare un disegno della sua maestra, disegnò la sagoma di una donna niqabée. Tuttavia, le maestre pensano che il loro modo di vestire non abbia alcun effetto sui piccoli. "Questo vestito non infastidisce i bambini, loro finiscono con l’abituarsi, soprattutto quando si spiega che questo fa parte delle regole dell'Islam ", dice una maestra incontrata in un asilo coranico di Tunisi, affiliato alla League Nour El Bayan. Una educazione religiosa intensiva "L'asilo è una estensione dello spazio familiare. Ne è il sostituto. Questo luogo che dovrebbe permettere lo sviluppo psico-affettivo e psicomotorio del bambino e dove lui costruisce il suo schema corporeo” spiega, da parte sua, il dottor Sharif. In questi asili coranici si rassicurano i genitori che i loro i bambini riceveranno una solida educazione religiosa, mentre godono di tutti i vantaggi di un normale (secolare) asilo cioè in un quadro quest’ultimo in cui potranno giocare e sviluppare lo loro capacità fisiche e mentali. Vediamo. Una tipica giornata nella scuola materna coranica, che abbiamo visitato a Ennasr, inizia con la recita del Douaa della mattina e il richiamo ai versetti coranici e hadith, apprese il giorno prima. Seduti sulle loro seggioline, femmine da un lato, maschi dall'altro, i bambini recitano individualmente o collettivamente passaggi del testo sacro. Guai ai bimbi che non lo ricordano! La maestra si dimostra dura con loro e li rimprovera severamente. Dopo lei insegna loro i nuovi versi e hadith che i piccoli devono ripetere. Questa prima lezione dura dalle 8 sino alle 9 e mezza. Una pausa di mezz'ora per mangiare e poi si riprende alle 10, con l'apprendimento della pronuncia dei versetti del Corano secondo la regola Ennouraniya; questo per due ore fino a mezzogiorno. L’insegnante utilizza un grande pannello, incollato al muro, con delle lettere, e chiede ai bambini di leggere correttamente, poi incarica uno di loro di fare lui stesso l’insegnante. Successivamente, i piccoli devono leggere l'intero versetto o l’hadith. Gli asili coranici sono orgogliosi per il fatto d’insegnare ai bambini a leggere e scrivere l'arabo, e la corretta recitazione del Corano. Inoltre, questo è quanto si legge in un opuscolo pubblicitario della scuola materna "Achbal Al Koraan" di Bizerta, che insegna il principio di MennatArrahmane: "Il bambino di 3 anni sarà capace di leggere qualsiasi parte del libro sacro, con le regole della giusta pronuncia del Corano, dopo otto mesi di apprendimento." Tuttavia, gli esperti sulla prima infanzia ritengono che il bambino, tra i 3 e i 5 anni, non dovrebbe imparare a leggere e scrivere, perché "è il ruolo della scuola primaria", sostiene il dott. Sherif. "Nel nostro programma pedagogico (approvato dal Ministero della Donna e della Famiglia) s’imparano le lettere a 5 anni, ma come grafia", osserva Soumaya Htira, direttrice di un’asilo"normale" di Gabes, . "A questa età, il piccolo ha una grande energia che richiede di essere utilizzata. Dobbiamo quindi garantire che si esprima attraverso attività psicomotorie che sviluppano il suo corpo e il suo spirito." Lei precisa che “il bambino ha bisogno, in questo periodo della sua vita, di giocare e muoversi al massimo, perché se non lo fa a quell'età, non sarà più in grado di farlo in seguito." Nella scuola materna coranica il piccolo è obbligato di seguire l'insegnamento religioso, quattro ore al giorno, mentre negli asili normali, la condizione applicata è un’ora di educazione religiosa (comprensiva dell'insegnamento del Corano, Hadith e dei canti religiosi). Durante tutto questo tempo, il piccolo deve stare seduto nella stessa posizione: quella dell’allievo, “che rappresenta una forma di violenza su di lui ", sottolinea Soumaya Htira. Alcuni bambini, impazienti e annoiati, brontolano e cercano di muoversi o parlare con i loro compagni, ma l'insegnante si mostra rigida e severa e allontana subito l'elemento che disturba la classe. Come attività psicomotoria viene insegnata a questi bambini (3-5 anni) la preghiera. Anche se, nella religione musulmana, questo pilastro dell'Islam dovrebbe essere appreso solo dai sette anni in avanti. Infatti, a tre anni vanno insegnate i gesti della preghiera come se fosse un gioco. Ma è a 4 anni che iniziano in realtà a praticarla. In una scuola materna coranica a Menzeh 9, abbiamo visto un vero e proprio mihrab (una sorta di abside chedi solito in una moschea che indica la direzione della preghiera). Una delle insegnanti ci ha detto che è usato da parte di bambini di cinque anni per pregare. "Una palma in Paradiso" La formazione va in una sola direzione. Non c’è una riflessione o sforzo mentale. L’insegnante recita il versetto o l’hadith e talvolta lo scrive sulla lavagna e il bambino è tenuto a ripetere e ad imparare a memoria. All’asilo Achbal Alkoraan a Bizerta, quando qualcuno impara in fretta o risponde correttamente alle domande dell'insegnante, lei gli disegna una palma sulla lavagna spiegando ai bambini che questo vale "una palma vinta in paradiso!". Bisogna dire che tutto il vocabolario usato nelle scuole materne coraniche ha una connotazione religiosa. Ad esempio, per chiedere il permesso di intervenire in classe, il piccolo dice: "muslim, muslim (musulmano)". E’ con questa denominazione che lui si qualifica. Abbiamo anche notato che nelle scuole materne visitate i bambini sono tenuti a pronunciare delle douâa[invocazioni] (ispirate dalla Hadith [raccolta di narrazioni su quanto ha detto il profeta Maometto]) per ogni azione che fanno. Ad esempio, per andare ai servizi igienici, devono dire: "Dio, proteggimi dalla malizia e dai maliziosi” e uscendo "Dio, perdonami. " Per mangiare, devono dire: "In nome di Dio al principio e alla fine" e al termine del pasto: "Grazie mio Dio per avermi donato quanto mangio, senza che io abbia alcun potere per procurarmelo." Infine, prima di dormire (fare il “riposino”)sono tenuti a dire: "In nome tuo, mio Dio, io sto morendo e io sono risorto."E svegliandosi "Grazie Dio per averci resuscitati dopo che noi Ti abbiamo dato la morte, arriva la Resurrezione." E guai a chi se ne dimentica, egli è rimproverato dalla maestra! Se un bambino si comporta male, o viene a lamentarsi per uno dei suoi compagni, l’insegnante è lì per ricordargli l’hadith: "Il pettegolo non entrerà in Paradiso." Oltre gli douâa e l’hadith, i piccoli sono tenuti anche a imparare canzoni a carattere religioso o moralizzatore. La specificità di queste canzoni è che esse sono senza accompagnamento musicale e percussioni, perché entrambe sono vietate dal pensiero wahabita. Non c’è che la voce. Le insegnanti le scaricano da siti specializzati. Il contenuto generalmente esalta le virtù dell'Islam e incoraggia a sostenerle contro i nemici, anche con lo jihad [lett. esercitare il massimo sforzo]."Mio figlio spesso cantava una canzone il cui testo dice: Mio nonno è Saladino e io andrò a combattere in Palestina", afferma SihemJabar. Lei era terrorizzata nell’ascoltare il suo bambino di 4 anni ripetere questo tipo di messaggio, così ha deciso di fargli lasciare la sua scuola materna coranica di Manouba. Inoltre, alcune canzoni trasmettono valori arcaici, come "mia madre è una casalinga." A questo va aggiunto l'insegnamento della morale a dei dogmi attraverso storie tratte dalla tradizione musulmana, principalmente storie sul Profeta e i suoi compagni. "Abbiamo bisogno che le storie che noi (insegnanti) raccontiamo ai bambini provengano dal Corano o evochino storie dei messaggeri di Dio e dei compagni del Profeta”, dichiarava l’istruttrice che ci ha formati in Bizerta. Alla fine non c’è che il pomeriggio (dalle 14 alle 16) riservato all’insegnamento della matematica, delle materie scientifiche, delle lingue (francese o inglese) e del disegno. E, anche in questi casi, la religione è sempre presente. In un asilo coranico, che abbiamo visitato, l’insegnante chiede ad una bambinetta di 3 anni, di collegare con una freccia le risposte giuste in un manuale di scienza: "Con quale mano si mangia?” Lei risponde la "mano destra "e la sua compagna aggiunge: “solo Satana mangia con la mano sinistra." In un altro esercizio, i bambini sono invitati a colorare la risposta esatta alla domanda:"Una ragazza, dove dovrebbe mettersi il velo: sopra o sotto la testa?" Senza dimenticare, naturalmente, che le immagini da colorare sono senza tratti del viso. Quando abbiamo chiesto l'origine di questi manuali, ci hanno detto che sono stati scaricati da Internet, più precisamente, da siti islamici specializzati. Anche l'insegnamento della matematica non sfugge all'intrusione della religione. "Io insegno loro la matematica chiedendogli di contare il numero di versetti in una sura, poi esigo che loro indichino ogni versetto con il numero corrispondente", precisa un’insegnante di una scuola materna coranica. "L’insegnante predicatore e "il bambino leader" Nelle scuole materne coraniche si gioca molto sulla responsabilità dei bambinie. Ci si assicura che si comportino come adulti. L'obiettivo è quello di creare dei leader. “La buona insegnante è quella che riesce a educare dei bambini leader", nota la nostra istruttrice. Inoltre, si legge nella pubblicità della scuola materna Achbal Al Koraan di Bizerta la definizione dei suoi obiettivi: "Educare una generazione divina e sviluppare la personalità del bambino musulmano, brillante in tutti i settori e orgoglioso della sua religione." Così si chiede al bambino di mimare la preghiera durante la celebrazione della fine dell'anno, come è provato da un video che illustra la festa di fine anno dell’asilo "Baraem Abdellah Massoud" a Ennasr, trovato sulla sua pagina in Facebook. Lo stesso vale per il predicato del venerdì, dal momento che si trenano i bambini di 5 anni a fare il prediato, nel quadro dei preparativi per questa festa, dove dovranno presentarlo sul palco, come una pièce teatrale davanti ai loro genitori. In effetti, un bambino gioca il ruolo dell’imam al venerdì tra i suoi compagni. Egli recita lo predicato che l’insegnante gli ha dato da imparare a memoria e lui deve imitare i gesti e il tono serio dell’imam alla moschea. Gli insegnanti in queste strutture non sono considerati come dei semplici educatori, ma portatori di una missione sacra. "Il predicatore deve considerare il suo mestiere come una missione sacra e non una professione. Perché lui esercita il mestiere dei profeti e dei messaggeri di Dio, che porta la gente dal mondo dell’ignoranza a quello della conoscenza e della fede. È lui che indica la via verso Allah ", è così che la nostra istruttrice definisce questa missione durante la lezione di formazione. Il ruolo dell’insegnante non è solo limitato ad educare i bambini, ma si estende ai genitori, incitando i piccoli a fare del proselitismo con loro per «riportali sulla retta via." "Mio figlio di 5 anni ha insistito con me, perché io faccia la preghiera e dica lo stesso Douaa che gli hanno insegnato all’asilo", dice Wasilla. Inoltre, un’insegnante in un asilo coranico di Kairouan riporta allegramente la storia di un ragazzo che è riuscito a convincere il padre alcolizzato a smettere di bere alcol (proibito dalla religione islamica) e cominciare a pregare. I genitori cadono nella trappola I genitori che scelgono di portare i loro bambini all'asilo coranico non sono necessariamente delle persone pie. Molti di loro sono persone moderne con una mentalità secolarizzata. Nei diverse strutture visitate, abbiamo visto genitori che sono medici, impiegati di aziende, avvocati e persino militari. Allora, perché optare per questi luoghi? "Iscrivendo mio figlio alla scuola materna coranica, ho pensato che il personale potesse prendersi più cura di lui, perché sono persone che temono Dio. Inoltre, sono contento che gli venga insegnato il Corano ", dice Sihem Jabar, funzionario. Un insegnante di una scuola materna coranica a Ennasr racconta: "Un giorno, all’inizio dell’anno, è venuta una donna ipermoderna, indossa un top con spalline, per iscrivere suo figlio. Quando gli è stato chiesto il motivo della sua scelta, ha risposto che lei ha fiducia in noi e che noi lo avremmo trattato bene, in quanto lei pensa che noi siamo persone pie". I genitori che ne hanno avuto abbastanza degli abusi e dei cattivi trattamenti per i loro bambini verificatisi in diversi asili normali, si sono orientati allora verso quelli coranici. Tuttavia, essi non sanno di consegnare i loro piccoli a una formazione molto orientata, praticamente a indottrinamento. L'argomento sul quale s’insiste di più, in quetsi asili coranici, per affascinare i genitori è che il bambino imparerà a memora dei passi interi del Corano, recitati correttamente, e che riceverà una formazione in conforme ai dettami dell'Islam. Sihem ricorda quando è andata a iscrivere il suo figlio, Adam, ad un asilo coranico di Manouba, come le hanno promesso “montagne e meraviglie”: "Il tuo ragazzo imparerà l'arabo e molte parti del Corano. E anche più tardi nella scuola primaria, beneficerà di un’assistenza da parte nostra, in modo che all'età di 11 anni, reciterà a memoria il testo sacro per intero." "Questo è, naturalmente, il desiderio di ogni madre", aggiunge Sihem. È molto difficile resistere a una tale offerta in una società che punta sui valori e che ha votato in massa per gli Islamisti (41% nelle elezioni del 23 Ottobre 2011) pensando che questi ultimi sarebbero stati in grado di ristabilirli. Habiba El Mili, direttore di una scuola materna normale a Monastir, racconta di un genitore che"è venuto prendere suo figlio dalla sua struttura, per inserirlo in un’altra di tipo coranico, perché riteneva la musica per i bambini che noi suoniamo, poteva, secondo lui, condurre alla dissolutezza.” "I tunisini vanno alle scuole materne coraniche perché sono assetati di religione, soprattutto perché, per due decenni, Ben Ali ha cercato di eliminare tutto che è legato alla religione, con il pretesto della lotta contro il terrorismo", ha sottolineato la signora Nabiha Tlili, Presidente della Camera Nazionale delle Scuole Materne e Asili Nido, all'interno dell’UTICA (Unione Tunisina dell’Industria, del commercio e dell’artigianato.) Ma ciò che non viene detto ai genitori, è quali sono le possibili conseguenze di educazione così rigorosa. "È in questi spazi, che si mette il bambino di fronte a un unico schema di pensiero, chiudendo la sua mente al mondo. Gli viene insegnato che non c'è che il bene e il male, eliminando tutti le sfumature e gli viene detto che la diversità va rifiutata", afferma il dottor. Sherif. Il prezzo più basso Un'altra ragione spinge i genitori a mandare i loro piccoli alle scuole materne coraniche: Sono i prezzi inferiori a quelli delle normali strutture. L'obiettivo è quello di attrarre più clienti, in particolare all'interno delle classi sociali svantaggiate, che non hanno i mezzi per inserire i loro figli altrove. In un paese dove il tasso di copertura dall‘insegnamento prescolastico è del 34% della domanda effettiva, secondo gli ultimi dati del Ministero della Donna e della Famiglia (pubblicati nel 2013), è chiaro che non è alla portata di tutti inserire i propri figli in una struttura per la prima infanzia. Le scuole materne coraniche riempiono questo vuoto. Wassila, ad esempio, ha potuto beneficiare di una riduzione di prezzo per un posto per il suo bambino ad una scuola materna coranica alla Manouba, data la sua situazione economica precaria. Sihem, ha pagato 75 DT al mese nella scuola materna coranica. Mettendo suo figlio in una struttura normale nella stessa zona (la Manouba) il costo è pari a 100 DT al mese. In zone interne del paese, prezzi praticati da asili coranici possono scendere a 20 DT al mese. Se gli asili coranici possono permettersi di avere tariffe meno care, questo è, in primo luogo, perché non pagano tasse, né oneri sociali per il loro personale, che non sono dichiarati allo Stato. Essendo strutture illegali, non sono sottoposte al controllo né dell’Ispettorato del Lavoro, né al Ministero delle Finanze. "Mentre noi titolari di asili legali, ci facciamo carico degli oneri sociali e delle imposte, le strutture coraniche non sborsano nulla", dice La signora Tlili amaramente, aggiungendo che "la legge tunisina vieta alle associazioni, indipendentemente dalla loro natura, di avere un'attività lucrativa. Fra l’altro, l'articolo 4 del Decreto legislativo 88 (datato del 24 settembre 2011) sancisce che "è proibito alle associazioni praticare attività commerciali con lo scopo di distribuire denaro ai sui membri, per soddisfare interessi personali, o utilizzare l'associazione per la l'evasione fiscale." Un’attività contraria alla legge Le scuole materne coraniche, aperte per lo più da associazioni religiose dopo la Rivoluzione, hanno rifiutato da parecchio tempo, di rispettare la legge e di mettersi sotto il Ministero della Donna e della Famiglia, adottando il suo protocollo, che regola l'attività degli asili nido in Tunisia. Per aggirare la legislazione in vigore e impedire il controllo del ministero, i titolari di strutture coraniche stanno usando sotterfugi. Si danno da fare per includere nello statuto di base dell'associazionismo religioso l’insegnamento del Corano a "tutte le età ". In Tunisia, non vi è legge che lo impedisca. In tal modo, la sua attività non rientra più nella competenza del Ministero della Donna che sovrintende solo il settore prescolare. Pertanto, quando un ispettore designato dal ministero va a controllare l’asilo, gli viene detto, dai proprietari, che lui è un indesiderato e viene allontanato. Incidenti di questo tipo si sono ripetuti più volte. Per risolvere questo problema, il ministero ha fatto un appello, in un primo tempo, ai delegati alla Protezione dell’Infanzia per accompagnare gli ispettori. Questi delegati, la cui missione è quella di proteggere bambini da tutti i pericoli, hanno l'opportunità d’intervenire, per legge, a seguito di una segnalazione per una minaccia, ovunque. Pertanto, è impossibile espellerli. Essi dunque non possono entrare nelle scuole materne coraniche e controllare cosa accade all'interno. Ma, si sono imbattuti in un altro problema. Infatti, l'articolo 20 del Codice dell’Infanzia definisce sette casi di minaccia che richiedono l'intervento del delegato alla Protezione dell'Infanzia. E l’indottrinamento non è incluso. "Tutto ciò che io posso fare è fare uscire il bambino dall'asilo coranico chiedendo ai suoi genitori di cercargli un'altra struttura ", spiega Anis Aounallah, delegato della Protezione dell’Infanzia di Tunisi. "Per quanto riguarda la conformità della scuola materna alla legge specifica degli asili nidi, questa non rientra nei miei compiti.” Egli ammette che gli è successo di chiedere al giudice la chiusura di questi spazi, ma la materia non è nota, a causa della mancanza di minacce secondo il Codice dell’Infanzia. Il caso della bambina violata: il punto di svolta C’è voluto l’annuncio in marzo 2013, del caso di una bambina di 3 anni, violentata dal custode della sua scuola materna alla Marsa, affinché lo Stato adottasse delle nuove misure per regolamentare il settore e far fronte alle scuole materne illegali. Il caso ha permesso di rimettere in evidenziare la mancanza di regolazione del settore degli asili nidi. Va ricordato che in Tunisia ci sono 4005 asili legali. Mentre per quanto riguarda quelli che si sottraggono alla legge, essi sono 702, secondo l'ultimo censimento del Ministero della Donna e della Famiglia, in questo anno. Ma secondo il presidente della Camera Nazionale per gli asili nido e scuole materne, la signora Nabiha Tlili, sarebbero quasi tre volte di più. Lo scoppio del fenomeno degli asili coranici ha ulteriormente complicato la situazione di un settore che era già male organizzato, per via dell’invasione degli intrusi. Tre consigli ministeriali, si sono tenuti sulla questione delle strutture illegali (coraniche e anarchiche): novembre 2012, Marzo 2013 e aprile 2013. È stato deciso di emanare una circolare che consente la chiusura degli asili non rispondenti a quanto prescritto nella legge. Una circolare che non ha ancora trovato applicazione. Nonostante ciò, il Ministero della Donna e della Famiglia ha già iniziato una campagna di chiusura di scuole materne anarchiche, lanciataa maggio 2013. Finora, 170 spazi hanno visto sospese le loro attività dalle autorità regionali. Per quanto riguarda le scuole materne coraniche, le decisioni di chiusura prese sono più di undici. La Lega Nour El Bayan alza il tono Queste decisioni non hanno mancato di suscitare rabbia tra i proprietari delle scuole materne coraniche, e in particolare quella di Hamdi El Ghanmi, il presidente della Lega Nour El Bayan. Un'associazione religiosa che ha sotto la sua tutela dodici asili coranici. Contrariamente ad alcuni promotori di asili nido coranici che alla fine si sono adeguati alla legge, El Ghanmi non vorrebbe rispettare la legge per gli asili nidi, definita dal Ministero della Donna e della Famiglia, perché significherebbe necessariamente adottare il programma pedagogico dello stato. Così, lui preferisce mantenere il proprio programma importato dall'Arabia Saudita. "Che diritto ha il Ministero della Donna di obbligarci ad adottare il suo programma? Non possiamo accettare linee guida (cahier de charges)che non fanno alcun riferimento all'Islam. Che diritto hanno di allevare i nostri figli a modo loro?", s’indigna durante il sit-in di protesta che ha richiamato il 20 settembre scorso, davanti alla sede del governo, per protestare contro la decisione di chiudere strutture appartenenti alla Lega Nour El Bayan. Per questo sit-in, egli ha mobilitato i genitori, gli impiegati dei suoi asili e soprattutto i bambini, ai quali si aveva dato dei cartelli con slogan come: "Alontanati dai nostri figli e lasciateci farli crescere come noi vogliamo." "Papà e mamma hanno scelto di mettermi all’asilo Nour El Bayan, allora non toglietemi." E per attirare anche la simpatia dei passanti e orientare l’opinione pubblica verso la loro causa, gli organizzatori del sit-in hanno portato un megafono per darlo ai bambini affinqué recitano il Corano e le douâa, imparate nelle scuole materne coraniche. Ma ciò che il Presidente della Lega Nour El Bayan non dice è che in fondo è questi asili nidi coranici rappresentano per lui un vero e proprio business. Infatti, gli asili che lavorano sotto la sua supervisione, o che vorrebbero avere la sua etichetta per aprire delle strutture coraniche, devono versare una percentuale del loro reddito alla Lega. Questa percentuale potrebbe salire al 60% dei ricavi, da quello che abbiamo saputo da una educatrice di un asilo corano. La Lega Nour El Bayan ha anche investito nell'istruzione primaria, creando una propria scuola elementare privata, Al MalakAssaghir (Il Piccolo Angelo) aperto nel settembre 2012, a Menzah 9 e che fornisce una educazione a carattere prevalentemente religiosa per gli scolari del primo anno e secondo anno della scuola primaria, per il momento, in attesa di coprire gli altri livelli. "kottebs privati" Non volendo rispettare le direttive specifiche del Ministero della Donna e della Famiglia, Hamdi El Ghanmi preferisce entrare sotto la tutela del Ministero degli Affari Religiosi, dal momento che la Lega Nour El Bayan è un'associazione religiosa. Egli insiste su questa opzione, tanto più che questo ministero gestisce una parte di strutture per la prima infanzia sotto la forma di "kottebs". Si tratta di strutture tradizionali per insegnare il Corano che sono state legalizzate dallo Stato nel 2001, con un programma pedagogico modernizzato, che comprende gli altre materie necessarie per lo sviluppo psicomotorio del bambino. I 1300 kottebs attualmente esistenti Tunisia sono tutti statali. Il Ministero degli Affari Religiosi ha cerctao di entrare in un dialogo, nel tempo di Ahmed Bargaoui, ex responsabile delle associazioni in questo ministero, con molte associazioni religiose che gestiscono scuole materne coraniche. Esso (il Ministero) ha deciso di elaborare delle linee guida specifiche per la creazione di "kottebs privati". "L'obiettivo è quello di dare la possibilità alle scuole materne coraniche che si rifiutano di adottare le prescrizioni del Ministero delle Donna e della Famiglia, poiché il suo programma pedagogico è lontano, secondo loro, dai loro orientamenti, di optare per questo ", ha ribadito. Ma questo progetto è in stand-by al momento. Altrimenti e di fronte alle continue sollecitazioni da parte delle associazioni religiose, il Ministero degli Affari Religiosi sta studiando l'idea di prendere sotto la sua tutela il controllo dei programmi educativi delle scuole materne coraniche, poiché si ritiene il più idoneo a valutarli e lasciare tutto ciò che riguarda gli aspetti amministrativi (cioè i criteri procedurali per la creazione di un asilo, il personale, lo spazio...), al Ministero della Donna. Il governo, di tendenza islamista, non cerca quindi d’impedire gli asili coranici, né a limitarne la loro esistenza. Al contrario, suo scopo è quello d’inglobarli e di trovare loro un quadro giuridico nel quale possono esercitare senza preoccupazione, e anche di creare un sistema parallelo. "Il Ministero degli Affari Religiosi respinge che gli asili nido coranici vengano chiusi sulla base della loro natura religiosa, ma vorrebbe anche che questi spazi rispettino la legge ", dice Ali ElLafi, Consigliere in Politica e in Comunicazione presso il Ministero degli Affari Religiosi. Da parte del Ministero della Donna e della Famiglia, Sihem Badi, il ministro ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa il 27 settembre 2013, che lei "non ha alcuna obiezione sull’apertura di scuole materne coraniche, a condizione che rispettino la legge". Le associazioni religiose puntano ora all’istruzione primaria, creando strutture private parallele. Dopo Nour El Bayan, il Centro islamico Abdellah Massoud prevede, anch’esso, di costruire una scuola che chiamerà“La Scuola del Bambino Leader”. Lo stesso vale per i rappresentanti della regola Ennouraniya inTunisia, i quali hanno l'intenzione, secondo quanto c’informa l’impiegato dell’ufficio di Ennouraniya, di creare tredici scuole primarie su tutto il territorio tunisino. Questa strategia ambivalente adottata dallo Stato nel trattare con le associazioni religiose, potrà garantire la loro propagazione e prosperità e permettere loro di cambiare,a lungo termine, il modello della società tunisina. Hanène Zbiss Questa indagine è stata condotta in collaborazione con la Fondazione ARIJ (Reporters Arabi per il Giornalismo Investigativo) e sotto la guida di Mark Hunter. Publicata nel 10 ottobre 2013 Proliferazione delle associazioni religiose Il fenomeno di asili nido coranici è cresciuto a causa della proliferazione di associazioni religiose, la cui fondazione è diventata facile in virtù del decreto-legge n°. 88, del 24 settembre 2011. L’articolo10 consente di creare un'associazione con una semplice dichiarazione e senza una autorizzazione, così come era richiesto prima. Risultato: ci sono, secondo i dati dell'Ufficio delle Associazioni nell'ambito del Primo Ministero, 5.892 associazioni (di tutti i generi) create dopo il 14 gennaio 2014. Circa 1000 sono a carattere religioso. La legislazione tunisina dà il diritto alle associazioni di creare asili nido che deve essere sotto il controllo del Ministero della Donna e della Famiglia. L'apertura di una scuola materna, qualunque sia la sua natura, è soggetta a specifiche linee (cahier de charges) guidadettate dal ministero. Il proponente del progetto dovrebbe compilare i moduli di richiesta e quindi inviarli alla Direzione Regionale per l’Infanzia della sua circoscrizione Regionale. Il Ministero s’incarica d’inviare un ispettore entro due settimane dalla data del deposito, al fine di verificare la conformità alle linee specifiche e di conferire al promotore una ricevuta per l’avvio ufficiale della sua attività. Misure del ministero dalla Donna e della Famiglia per disciplinare il settore Il Ministero della Donna e della Famiglia sta studiando il progetto di ristabilire il vecchio regime per le autorizzazioni alla creazione di asili nido, invece del sistema delle linee guide, promulgata nel 2003, e questo per controllare meglio il settore. Ha inoltre lanciato un programma per rafforzare l’effettivo dei suoi ispettori, da18 a 30, in attesa di assumere 30 ispettori supplementari nel 2014. Contemporaneamente, si prevede di aumentare il numero di consulenti in pedagogia, dagli attuali 98 a 300, al fine di rafforzare la formazione degli impiegati presso le scuole materne. Inoltre, sono state adottate misure a livello di formazione deglle maestre negli asili nido. Un accordo è stato firmato con il Ministero del Lavoro e della Formazione Professionale per lanciare un programma di formazione, unificato, per maestre. L'obiettivo è quello di ostacolare alcune associazioni religiose che hanno creato, anch’esse, dei propri centri di formazione. "Abbiamo stabilito un elenco dei diciannove centri di formazione professionale per le animatrici degli asili sotto la tutela del Ministero della Donna e della Famiglia. Quelle che non sono laureate da questi centri, saranno considerati come lavoratori che esercitano al di fuori della legge " dice la signora Fawzia Jabeur, Direttrice Generale per l’Infanzia, all'interno del Ministero per la Donna. [Traduzione: Delfino Maria Rosso - Revisione dell’autrice] Note Aïd Al Adha- Festa [islamica] dell’Offerta che chiude il tempo del Ramadan Burqa - Velo presente nella tradizione araba preislamica e in quella islamica, che copre l'intero corpo della donna, compreso il volto Chador - Velo che copre le spalle, il capo e il volto lasciando scoperti solo gli occhi Douaa - Invocazioni di Dio DT - Dinaro Tunisino [= 0.43 euro circa ad agosto 2014] Hijab - Velo che copre solamente i capelli Hadith - Le parole del Profeta - Raccolta di narrazioni su quanto ha detto il profeta Maometto Jihad - [lett. esercitare il massimo sforzo] - Guerra santa dei musulmani contro i nemici dell'Islam [Sabatini Colletti - Dizionario della Lingua Italiana] Niqab - Variante del burqama con una fessura per lasciar scoperti gli occhi - Niqabées p.f. – Velate Ramadan - Mese di digiuno secondo il calendario musulmano Wahabismo (Wahhabismo) s.m. - Movimento rigorista musulmano, sorto nel sec. XVIII allo scopo di riportare l'Islam all'originaria purezza, rifiutando forme di culto e comportamenti ritenuti estranei o contrari all'insegnamento del Corano. [AldoGabrieli -Dizionario della Lingua Italiana - Editore: HOEPLI]