5 C A L E N D A R I O 2 0 1 1 Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Comune di Masullas 5 Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Presentazione Contesto storico e religioso Prosegue, con immutata passione ed impegno, il lungo percorso verso il recupero di un passato glorioso che la nostra Comunità ha vissuto nei secoli scorsi e che, alla luce delle tante scoperte e verità che stanno emergendo, dimostrano quanto sia importante il patrimonio della memoria storica di Masullas. Sin da tempi remoti, Masullas fu parrocchia beniamina del Vescovo. Alla Diocesi di Terralba appartenevano nel periodo giudicale tutti i paesi dell'Incontrada di Parte Montis, compreso Masullas. In questi ultimi cinque anni, l'Amministrazione Comunale ha pubblicato diversi libri, opuscoli ed opere diverse che hanno permesso a tanti Masullesi di riappropriarsi della ricca identità che irrimediabilmente stava scomparendo nell'oblìo del tempo. Nel 1503, con Bolla dell'8 dicembre, il Papa Giulio II unì la Diocesi di Terralba a quella di Usellus, costituendo la Diocesi di Ales/Terralba, tuttora esistente. Nell'azione di recupero di questo tesoro storico e culturale hanno pure contribuito i contenuti dei calendari che il Comune di Masullas ha puntualmente presentato ogni anno ai propri Concittadini, a partire dal 2006. Questa intensa attività, di elevato livello culturale, è stato reso possibile anche grazie al prezioso contributo del nostro neo Concittadino, il prof. Gian Giacomo Ortu, del Comitato Scientifico da Lui presieduto e della Coop. Il Chiostro. Lo stretto rapporto che esisteva tra Masullas ed i Vescovi di Terralba, prima, e poi di Ales, viene confermato da diversi documenti storici: - "Prima dell'unione ad Usellus la sede del Vescovo di Terralba si trovava trasferita in Masullas" (Giovanni Spano in Bullettino Archeologico Sardo); - "Diocesi di Terralba: la sede non sempre fu in questo villaggio, ma prima dell'unione fattane nel secolo XVI alla chiesa vescovile di Usellus, risiedevano i vescovi di Terralba nel villaggio di Masullas" (Giuseppe Manno, in Storia di Sardegna e G. Aleo in Sucessos Generales de la isla y Reyno de Sardena); - "Masullas: in questo villaggio che apparteneva alla soppressa diocesi di Terralba, il Vescovo aveva una casa dove faceva residenza una parte dell'anno.." (A. Della Marmora in Voyage en Sardaigne). Il calendario del 2011 propone un tema affascinante e di sicuro interesse: "SA CRESIA MANNA - 500 anni di cammino storico". La chiesa de Sa Gloriosa rappresenta, per i Masullesi residenti e non, un motivo di orgoglio e di rafforzamento alle proprie radici, in considerazione del fatto che trattasi di un edificio che presenta una delle facciate più belle in assoluto tra tutte le facciate delle chiese della diocesi di Ales/Terralba, ha il campanile più alto e contiene, al suo interno, opere d'arte di grande valore storico e culturale. Anche il contenuto di questo lavoro si rivolge principalmente ai giovani affinché imparino, con sempre maggiore convinzione, ad amare il proprio paese, impegnandosi per la sua crescita, e possano capire che è indispensabile partire proprio dalla sua conoscenza, dai suoi valori tradizionali, peculiari e specifici, anche per affrontare l'impatto con realtà più complesse ed estranee alla propria cultura e alle proprie tradizioni. Masullas, dicembre 2010 IL SINDACO (Mansueto Siuni) Saluti del parroco della chiesa “B.V. delle Grazie” Sa Gloriosa L'ultimo vescovo di Terralba, Mons. Giovanni Orient, era tenuto in grande considerazione dai Conti di Quirra, potenti feudatari che amministravano ampi territori isolani, compreso il Parte Montis, e quindi anche Masullas. Questa situazione, unito all'altro elemento forte della residenza del Vescovo nel nostro villaggio ed al fatto che nei primi anni del Cinquecento Donna Violante Carroz, 5^ Contessa di Quirra, per gravi questioni personali (peraltro già affrontate nel calendario del Comune di Masullas del 2010) aveva un disperato bisogno di ingraziarsi i favori dei potentati religiosi, porta a ritenere che la costruzione della chiesa parrocchiale di Masullas possa essere verosimilmente fatta risalire ai primissimi anni del secolo XVI. Questa tesi trova piena conferma nel fatto che lo stemma del Monsignor A n d r e a S a n n a , Ve s c o v o d i Ales/Terralba dal 1521 al 1554 ma che di fatto ricopriva anche in anni precedenti ruoli di assoluto rilievo nella stessa Diocesi, è presente in ben due punti all'interno della chiesa, e che lo stesso stemma dei Carroz risulta scolpito in pari misura nei capitelli delle cappelle. Masullas in quei tempi ospitava anche un carcere ecclesiastico. Nell'anno 1576 il Vescovo di Ales Mons. Giovanni Manca, venendo in visita pastorale a Masullas, vi trovò "en preson", cioè nel carcere ecclesiastico, l'ex Curato di Pompu, Mussu Giovanni Abis: la sua colpa pare fosse che il numero delle Messe celebrate per conto di un certo legato non era risultato corrispondente ai soldi trovati in Cassa. Il Vescovo, fattolo condurre alla sua presenza, lo invitò a dimostrare la propria innocenza col presentare le quietanze dei versamenti che egli diceva aver fatte al sostituto del Canonico Pedro Pablo Gallèri, Vicario Generale di Terralba. Il che ci fa conoscere che, pur essendo quella Diocesi soppressa nel 1503, tuttavia continuò ad esservi un Vicario Generale diverso da quello di Ales fino a quell'anno 1576, che, molto verosimilmente, abitava a Masullas. Per la cronaca, Mussu Giovanni Abis potè presentare le quietanze e fu scarcerato. Pubblicare un calendario puntualmente a ogni anno nuovo, come da anni vari l'Amministrazione Comunale di Masullas fà per la sua Comunità, è sintomatico. Poiché esso, attraverso fotografie e testimonianze varie, considera e pubblicizza aspetti della realtà locale del passato, tuttora vivi e visibili, e poichè un calendario proietta il nostro sguardo verso il futuro con tanta speranza di tempi migliori, tutto ciò vuol significare che a Masullas il tempo non si è fermato e non si vuole fermare. Come parroco di questa Comunità esprimo un cordiale compiacimento e ringraziamento per la bellissima idea del Sindaco di animare questo calendario con la presentazione di una ricchezza culturale, artistica e di fede che molti parrocchiani avranno sempre visto nella chiesa parrocchiale ma forse mai compreso perché nessuno glielo ha mai debitamente presentato. Abbiamo nella chiesa parrocchiale opere di grande valore artistico e culturale. Per cui questo calendario diventa, al riguardo, come un dizionario, un catechismo. Splendida, meravigliosa trovata. Grazie, Signor Sindaco! Buon anno a Lei e a tutta la Cittadinanza masullese. IL PARROCO (Don Giuseppe Carta) Grafica e Stampa: PTM Editrice Fotografie: © photo Ivo Piras GENNAIO 1 S 2 D 3 L 4 M 5 M 6 G 7 V 8 S 9 D 10 L 11 M 12 M 13 G 14 V 15 S 16 D 17 L 18 M 19 M 20 G 21 V 22 S 23 D 24 L 25 M 26 M 27 G 28 V 29 S 30 D 31 L 5 Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Costruzione della chiesa Caratteristiche generali La costruzione della nostra chiesa parrocchiale si è svolta in momenti nettamente distinti, sviluppatisi nel corso di oltre tre secoli. Il primo impianto, che si fa risalire ai primissimi anni del Cinquecento, risulta circoscritto all'area dove attualmente è ubicato l'altare, il retro dello stesso e la vecchia sagrestia. Consisteva in una navata centrale in legno, senza cappelle, un altare e la sagrestia. Il campanile a vela, costruito negli anni immediatamente seguenti, e di cui ancora risultano tracce evidenti, era stato realizzato a fianco della sagrestia. La seconda fase, che risulta senz'altro quella di maggiore consistenza, è iniziata a partire dal 1620 circa e riguarda un rifacimento generale, comprendente il completamento ed il potenziamento della volta della navata, la costruzione delle cappelle e della facciata. Un altro intervento strutturale di particolare evidenza, riguarda la costruzione del nuovo campanile, inaugurato nel 1812. Nella costruzione del corpo centrale della chiesa, individuato nella suindicata seconda fase, è avvenuto che si sia cominciato dall'innalzare prima i muri della navata centrale, lasciando lateralmente già pronti gli archi per future cappelle, murando frattanto il vano degli archi stessi, per utilizzare solo la navata, così come succedeva per le altre chiese dei nostri poveri paesi. Curioso poi è anche constatare come i costruttori supponessero che le cappelle della chiesa dovessero sorgere presso i quattro angoli estremi della navata, cioè due in vicinanza dell'altare maggiore e due presso la porta, restando imperforato il tratto mediano dei due fianchi della chiesa. A Masullas si vede chiaro che lo spazio fu inizialmente misurato per le sole cappelle delle quattro estremità, le cui bocche furono preparate con archi tutti di uniforme lavorazione a sesto acuto e Primo impianto della chiesa - Particolare vecchia sagrestia con identiche scanalature e cordonature e graziosi capitelli di eguale stile, anche se le cappelle furono costruite più tardi ed in tempi diversi. Tuttavia, fabbricate le due cappelle presso l'altare maggiore, prima che si pensasse di edificare quelle presso la porta, venne già l'idea di perforare la parte mediana della parte di ambo i lati, dove archi non c'erano e dove ormai non c'era più sufficiente spazio per cappelle intermedie. Le nuove aperture risultano più piccole, le cappelle restarono più strette, ed in compenso si dovettero allungare facendole sporgere all'esterno oltre la regolare linea della pianta generale della chiesa. Anche le bocche di queste cappelle si presentano abbastanza irregolari: quella del Rosario (1680) ha l'arco acuto; quella simmetrica, di Sant'Antonio, (1685), ha l'arco tondo. Ambedue hanno le facce dei loro archi quasi totalmente lisce e per nulla intonate alla ricchezza di stile degli altri quattro grandi archi. FEBBRAIO 1 M 2 M 3 G 4 V 5 S 6 D 7 L 8 M 9 M 10 G 11 V 12 S 13 D 14 L 15 M 16 M 17 G 18 V 19 S 20 D 21 L 22 M 23 M 24 G 25 V 26 S 27 D 28 L 5 Completamento strutturale La chiesa parrocchiale, per opera dei Vescovi, ebbe un radicale rifacimento su ampia base, tra il 1620 e 1630, ma continuò ad avere il tetto in legno. Fino al 1650 la chiesa parrocchiale di Masullas era anche totalmente priva di cappelle. Nel 1660 incominciarono i lavori per la volta solida e per le due prime cappelle a destra e a sinistra più prossime al presbiterio (quella parte della chiesa che circonda l'altare maggiore e riservato al clero officiante). Prima di iniziare la volta della chiesa, lavorarono a fare il cornicione gli scalpelli dei Samassesi, Antioco Silloco e Giovanni Frau; e a fare poi la volta solida, sotto la direzione del capofabbrica Pietro Assorgia, lavorarono Mastro Francesco Porcu e Mastro Antiogo Porceddu. Giacinto Tiddia e Antiogo Abis si affaccendarono a caricare e scaricare di continuo il forno della calce che era stato piazzato in prossimità del paese. Esisteva presso l'abside dell'attuale chiesa un vecchio campanile a vela sul quale fu collocata la bella campana che Mons. Brunengo fece fondere in Cagliari nel 1666 ad opera del tedesco Mastro Giacomo Keller. Nel 1668 fu terminata la volta solida della chiesa e fu iniziata la cappella dedicata alla Gloriosa Madonna delle Grazie, mentre contemporaneamente si fabbricava anche la cappella dirimpetto dedicata a San Sebastiano. In queste due cappelle, con Mastro Pietro Assorgia e Mastro Antonio Cannas, lavorarono pure i muratori Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Francesco Seu e Lucifero Pira, tutti di Cagliari. In tempi molto recenti San Sebastiano fu trasportato all'altare maggiore, e la sua cappella fu dedicata a San Francesco d'Assisi. Nel 1677 fu cinto di muraglia il piazzale antistante alla chiesa, ad opera del Mastro Battista Cucuru; nel 1679 Mastro Battista Puxi recintava intorno alla chiesa l'area destinata per Cimitero. Nel 1680 furono scavate le fondamenta della cappella del Rosario, nella quale lavorarono, oltre Mastro Pedro Assorgia, i muratori di Villanovafranca Juan Antonio Silloco, Battista Cucuru e Sisinnio Corongiu. Vi lavorarono anche due di Pompu, Bartolomeo Masala e Diego Piras; ed infine vi eseguì pitture e dorature il pittore Giovanni Polla o Poda di Siris. Di fronte alla cappella del Rosario si innalzò simmetrica la cappella di Sant'Antonio da Padova e, prima che tramontasse il secolo, cioè prima del 1700, furono eseguite, in simmetria, anche le cappelle più vicine alla porta maggiore. Quella a destra entrando fu dedicata a Sant'Antonio Abate. La cappella a sinistra entrando fu dedicata alla Madonna d'Itria, della quale esiste una vecchissima statua che era posta entro una nicchia quadrangolare coi contorni in pietra grezza, nella parete centrale. Ora non vi è più l'altare, del quale resta soltanto la predella in pietra, su cui è posato un moderno Fonte Battesimale di marmo, rotondo a forma di pisside. Interno della chiesa MARZO 1 M 2 M 3 G 4 V 5 S 6 D 7 L 8 M 9 M 10 G 11 V 12 S 13 D 14 L 15 M 16 M 17 G 18 V 19 S 20 D 21 L 22 M 23 M 24 G 25 V 26 S 27 D 28 L 29 M 30 M 31 G 5 Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Cappella dedicata a “SA GLORIOSA” Le due più antiche cappelle, la cui costruzione risale al 1668, hanno la volta a costoloni incrociati, con rosone centrale. Di esse, quella a destra dei fedeli, è dedicata alla Gloriosa Madonna delle Grazie. Il suo altare è di legno con gli ornamenti soliti di quel tempo. Mediante contratto del 17 giugno 1676, stipulato dal Notaio Francesco Alivesi - alla presenza di Juan Piras (prevere y curat) di Masullas e Pere Fenu (estudiant) di Masullas, che testimoniano del pagamento di 85 lire e 5 soldi quale saldo per il retablo della Nostra Senjora de Grassia, e del procuratore della parroquial jglesia de la present vila de Masullas Francesch Litera - il pittore Mattia Canopia si impegnò per dipingere la grande ancona della Madonna delle Grazie, e cioè tutto il complesso di legno scolpito e dorato e dipinto che costituisce quell'altare. Alcuni pagamenti furono versati a mano di un fratello di Mastro Mattia; segno che quel fratello fu collaboratore almeno nelle sculture: infatti, un Francesco Canopia di Aidomaggiore lavorò sculture nelle chiese della nostra Diocesi intorno a quel tempo e morì in Curcuris il 18 marzo 1721. L'ancona di Masullas, elegante, dalle linee snelle, è costituita di due piani: al piano inferiore quattro colonnine distanziate dividono il campo in tre riquadri, ed in quello di mezzo sta la nicchia della Madonna. Nel riquadro a destra della Vergine sta un'immagine di San Giovanni, a sinistra la figura di Santa Elisabetta. Anche il piano superiore è diviso in tre porzioni, standovi al centro una Sant'Anna con Maria Bambina ed ai fianchi altre figure. L'ancona è terminata in alto da un quadro della Santissima Trinità. Questo è quanto rimane del lavoro di Canopia. In tempi relativamente recenti, la mensa dell'altare è stata rifatta in marmo con due gradini superiori e due gradini suppedanei, tutto in marmo. Ancona B.V. delle Grazie - Particolare del Dio Creatore Dai "Libri di Amministrazione" della Parrocchia, nell'anno 1718/1719 risulta che "un pano di seda era il premio per los cavalleros che correvano il giorno della festività della Vergine delle Grazie". Anche nell'Angius/Casalis del 1838 risulta che "Una sola è la festa solenne di Masullas, per la titolare. Vi concorrono molti stranieri, si fanno pubbliche danze, si corre il palio e si incendiano i fuochi artificiali". Dall'iscrizione riportata nella campana realizzata dal Mastro Keller del 1666 risulta chiaro che la Patrona di Masullas è la Madonna Gloriosa. Anche nella relazione fatta al tempo di Mons. Pilo, nell'elenco delle feste di Masullas, è detto: "El 2 de julio la Virgen de las Gracias que es la Patrona de la Paroquia, con Missa solenne e Visperas e procession per toda la villa". San Sebastiano non aveva attribuzione né di Patrono né di titolare, seppure in tempi recenti la parrocchia risultava intestata a questo Santo. APRILE 1 V 2 S 3 D 4 L 5 M 6 M 7 G 8 V 9 S 10 D 11 L 12 M 13 M 14 G 15 V 16 S 17 D 18 L 19 M 20 M 21 G 22 V 23 S 24 D 25 L 26 M 27 M 28 G 29 V 30 S 5 Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Interventi diversi Dal 1693 sino al 1722 venne realizzata la bellissima facciata della chiesa. Nel 1699 fu imbiancata a nuovo tutta la chiesa e nel 1700 furono demolite le ultime rovine della chiesa vecchia e fu disfatta la parte pericolante del vecchio campanile. Nel 1701 Mastro Juan Domingo Manca di Cagliari confezionò e scolpì un bel pulpito di legno. Nel 1718 Mastro Salvador Pilloni di Cagliari lavorò di scalpello per finire la parte superiore della facciata della chiesa, portandola a totale compimento nell'anno 1722. Nel 1725 lo stesso Pilloni pavimentò in pietra levigata tutta la chiesa e vi sistemò 28 sepolture. I defunti all'interno della Parrocchia venivano tumulati sicuramente fino al 1835, ma non tutti avevano questo privilegio. I sacerdoti venivano seppelliti nel luogo destinato ai sacerdoti nell'altare; le altre sepolture avvenivano o nel corpo centrale della chiesa, oppure nella cappella della Gloriosa (dove si trovano alcuni esponenti della famiglia Cony), del Rosario (destinata soprattutto a clavari e prioresse), delle Anime del Purgatorio e di Sant'Antonio da Padova. Nella cappella di San Sebastiano e della Vergine d'Itria non si seppelliva. Fino all'anno 1848 nel piazzale di chiesa erano presenti delle botteghe, dove al loro interno sono morte delle persone. (Informazioni tratte dai "QUINQUE LIBRI DEFUNTORUM" di Masullas) Nel 1778 Mastro Pepy Loi di Cagliari fabbricò la nuova sagrestia, mentre veniva pulito e profondato il pozzo della parrocchia. Questo pozzo aveva un parapetto in lastroni di calcare, prelevato dalla cava aperta da tempi immemorabili sulla via di Fràus, ed era circondato da alberi di olmo. In occasione della festa patronale, molti fedeli bevevano con devozione l'acqua detta della Gloriosa, ricevendone benefici da tutti riconosciuti. Cappella de Sa Gloriosa - Particolare del capitello I lavori della sagrestia durarono fino al 1781. Nel 1783 Mastro Bernardo Etzi di Terralba confezionava la nuova paratora, sormontandola di una vetrina centrale e di tre armadietti per parte e corredandola inferiormente di dodici cassetti disposti in tre serie e fornendoli di ventiquattro lucidissime maniglie d'ottone. Nella cappella di Sant'Antonio Abate, più tardi, vi fu collocato un gran quadro della Madonna del Suffragio che è uno dei tanti quadri che esistono in Diocesi raffiguranti le Anime del Purgatorio, dipinti dal pittore Giovanni Battista Sitzia, soprannominato Marracciu, di Gonnosfanadiga. Questo quadro di Masullas fu pagato al Sitzia il 2 agosto 1837. MAGGIO 1 D 2 L 3 M 4 M 5 G 6 V 7 S 8 D 9 L 10 M 11 M 12 G 13 V 14 S 15 D 16 L 17 M 18 M 19 G 20 V 21 S 22 D 23 L 24 M 25 M 26 G 27 V 28 S 29 D 30 L 31 M 5 Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Notizie rilevate dai "Libri di amministrazione" della Parrocchia Il 19 novembre 1678 è stato pagato il Maestro Mathias Canopia per il retablo della cappella della Vergine delle Grazie. Nel 1693/99 il pintor Giovanni Pietro Pala di Simala ha dipinto e dorato il frontale della Cappella del Rosario. Nel 1709 venne pagato il pintor Giovanni Pietro Pala per 4 quadri. Nel 1716/17 vennero pagati a Juan Domingo Artury i lavori per la scalera del campanaro. Nel 1718/19: - vennero pagati a Diego Pira di Masullas 60 carri di pietra per la fabbrica della chiesa; - vennero pagati al Maestro Salvador Pilony marmorero di Cagliari, 47 libre, 5 soldi e 25 libre e 40 soldi per il lavoro della facciata della chiesa; Nel 1720/21: - vennero pagati al Maestro Salvador Pilony marmorero di Cagliari e domiciliato a Mogoro, 166 libre, 16 soldi e 6 denari per il lavoro della facciata della chiesa; - vennero pagate giornate di lavoro a Ignazio Solas e altri per la fabbrica della parrocchia; - vennero pagati al Maestro Sisinnio Sanna e Maestro Juan Pulixi albaniles (muratori) di Masullas per il lavoro in parrocchia; - vennero pagati a M: Donna Caterina Alivesi di Masullas per il marmo bianco servito per la fabbrica della parrocchia;servirono altri 150 carri di pietra per la costruzione della fabbrica della chiesa; - vennero pagati 136 libre e 10 soldi per il saldo dei lavori della facciata della chiesa al Maestro Salvador Pilony; Nel 1722/1723 venne affidato il compito di accomodare gli organi al Maestro Joseph Lampis. Dal 1733 al 1737 vengono fatti lavori nella chiesa del Glorioso San Vicho (San Vito). Nel 1742/1743 vennero pagati i lavori per sistemare la nicchia della Vergine d'Itria. Nel 1753/1754 vennero pagati i lavori per rinnovare il Retablo della cappella della Vergine. Nel 1766 il Maestro Ramon Mereu ha realizzato le guarnizioni dei frontali per l'altare. Il dorator ha dorato questi frontali per la chiesa. Nel 1777 si comprò un diadema per la Vergine Santissima. Nel 1780 è stata fatta la parte nuova per la sacrestia. Nel 1791 i Napoletani hanno accomodato gli organi. Nel 1792 è stata data la caparra ad Antonio Priante, napoletano e residente a Sassari, per i nuovi organi e si è pagato per accomodare gli organi vecchi; Nel 1798 pagato lo scultore Antioco Diana per rinnovare la statua dell'Ecce Homo; Nel 1803 è stato pagato l'arbanil Lorenzo Frasetu di Cagliari per il Reliquia di San Sebastiano teiado della sacrestia nuova, il corpo della chiesa e le cappelle della parrocchia. Pagato lo stesso per accomodare il pavimento della chiesa, le sepolture e le pareti. Nel 1812 venne comprata una corona d'argento per la Vergine del Rosario. Nel 1815 venne pagato il muratore Casula per accomodare il tetto della chiesa e per accomodare la parte del cimitero. Nel 1836 si è rinnovato il crocifisso del "discendimento". Lo scultore Franco Piras ha rinnovato il simulacro della Gloriosa. Nel 1837 Sebastiano Orrù ha realizzato i gradini della cappella di San Sebastiano ed è stato pagato il pittore Sitzia per i lavori avanti dell'altare e il quadro delle anime. Nel 1839 si è realizzato il portone del cimitero, ubicato sul retro della parrocchia. Nel 1842 il falegname ha realizzato i telai dell'orologio. Nel 1849 sostenuta spesa per la nicchia di San Sebastiano e per rinnovare gli angeli dell'altare. Nel 1852 è stata riparata la volta e tutto della cappella della Vergine d'Itria. Nel piazzale della chiesa c'erano olmi. Nel 1871 sono stati piantati pini e cipressi. Nel 1892 è stato acquistato l'altare, la balaustra ed il pavimento in marmo, oltre ad un messale dorato con ricchi fregi. Nel 1903 è stato comprato e collocato il marmo per la pavimentazione. GIUGNO 1 M 2 G 3 V 4 S 5 D 6 L 7 M 8 M 9 G 10 V 11 S 12 D 13 L 14 M 15 M 16 G 17 V 18 S 19 D 20 L 21 M 22 M 23 G 24 V 25 S 26 D 27 L 28 M 29 M 30 G 5 Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Facciata della chiesa Nel 1690 la chiesa era ormai completa, ma la facciata era un semplice muro rustico. Avvenne allora che il Comune avesse un grosso debito verso il Vescovo: somme avute in prestito non ancora restituite, fitti di terreni, non pagati, da molti anni. Il Comune fece uno sforzo e pagò il debito; ma Mons. Francesco Masones Y Nin, vescovo di Ales e Terralba dal 1693 al 1704, non si lasciò vincere in generosità e dedicò tutta la somma a fabbricare l'artistica facciata della chiesa, che è certamente tra le più belle facciate di chiesa esistenti in diocesi e che costituisce uno degli ultimi documenti del plateresco isolano. Nel 1696 fu fatta la porta maggiore dal falegname Mastro Antonio Pistis con legname portato da Laconi. L'intervento sulla facciata, volto alla decorazione dell'ordine superiore mediante un fastigio ispirato al citato stile plateresco, è attribuito al Mastro Salvador Pilloni, picaperder e cortador del pedra di Cagliari, ed è stato concluso tra il 1718 e 1722. La data del 1694, leggibile sulla facciata, dovrebbe essere relativa ad una fase dei lavori di costruzione o di decorazione. Ciò è rilevabile dalle ricevute di pagamento del 1719, 1720 e 1722. Tra i pagamenti figurano anche 119 starelli di grano. Gli antichi, nel tramandarsi le loro memorie sulle lapidi e sui registri, ebbero spesso l'ingenuità di scrivere chiare ed intere soltanto le parole di poca importanza, mentre scrissero abbreviate, e spesso, sgorbiate, le parole più interessanti e non indovinabili, come nomi e cognomi rari, numeri e date. Ne è una dimostrazione la facciata della chiesa parrocchiale di Masullas, nella quale, sopra la porta maggiore, sta questa iscrizione lineare: HOC OPUS LABORAVIT M.PA.DNO DON FRAN.CO M. ET NIN 1694. Lo scultore di quelle lettere volle dire: "Hoc opus laboravit Magister Petrus Assorgia Domino Don Francisco Masone Nin Episcobo 1694", cioè "Lavorò quest'opera Mastro Pietro Assorgia l'anno 1694, quando era Vescovo Monsignor Francesco Masone Nin". Mastro Salvador Pilloni, cagliaritano, era marmista e, abituato appunto a lavorare il marmo, non pensò che una iscrizione minuscola, sulla pietra molle, sarebbe stata presto sfaldata dal tempo. Infatti in una specie di stemma in cima Coronamento superiore facciata della chiesa alla porta maggiore, fatto a circolo, come l'impronta di un grosso timbro calcato sulla pietra, rimangono ora soltanto queste parole e frammenti di parola: PAROILIS…MANCV…INOIBUS BONA TU VOCARIS A….. Con un certo sforzo, è possibile ricavare un senso da questa iscrizione. "Paroilis" non può essere altro che un'abbreviazione di "Parochialis" - "Inoibus" è abbreviazione di "in omnibus" - "Bona tu vocaris" è chiaro - L'ultima "A" può essere inizio di "Adiutrix", o frammento della parola "Mater" - Rimane da interpretare il frammento "Mancv…". Potrebbe essere abbreviazione della parola MANSIUCOLAE, ossia "Masullas". Misurando gli spazi vuoti, prima di "Paroilis", bisogna rifare una breve parola mancante, che può essere ECHIAS (per ECCLESIAE), ovvero POPULI. Ed allora l'iscrizione è questa" ECCLESIAE PAROCHIALIS MANSULLAE IN OMNIBUS BONA TU VOCARIS MATER. Sono parole rivolte alla Madonna Gloriosa, Patrona di Masullas, e vanno così tradotte: "Dalla chiesa (o dal popolo) parrocchiale di Masullas in ogni circostanza Tu sei invocata Madre Buona". LUGLIO 1 V 2 S 3 D 4 L 5 M 6 M 7 G 8 V 9 S 10 D 11 L 12 M 13 M 14 G 15 V 16 S 17 D 18 L 19 M 20 M 21 G 22 V 23 S 24 D 25 L 26 M 27 M 28 G 29 V 30 S 31 D 5 Campanile Il sacerdote Vincenzo PUXEDDU fu Vicario di Masullas dal 1° ottobre 1806 fino alla sua morte avvenuta il 19 settembre 1830. Egli fece fabbricare il campanile e lo inaugurò nel 1812. Sopra la porta d'ingresso della torre campanaria, dalla parte del piazzale, vi è questa iscrizione: SERRA DUMDIOECESIM SEDE VACANTE REGERET - PUXEDDU PAROCHUS HOC PEREGIT OPUS A. 1812. Il significato è questo: "Durante il tempo in cui il Decano Giov. Battista Serra, in qualità di Vicario Capitolare, reggeva la Sede vacante (dalla morte di Mons. Aymerich - 1806 - alla nomina di Mons. Paradiso, 1819, ndr), il Parroco Vincenzo Puxeddu fece quest'opera nell'anno 1812". Ben inteso che non fu lui il muratore! Infatti, fin dal 28 settembre 1809, si erano estratti dalla cassaforte della parrocchia duecento scudi e, all'atto in cui veniva stipulato il contratto, furono consegnati al Mastro Lorenzo Frassettu di Cagliari, impresario della fabbrica del nuovo campanile. Altri duecento scudi gli furono consegnati il 2 giugno 1810. A novembre del 1811 vennero pagati i lavori per la costruzione della scala del nuovo campanile e così di seguito, ogni due mesi, si vanno consegnando centinaia di scudi fino a quando, a opera finita, l'8 settembre 1814 il Vicario Puxeddu fa il riepilogo delle somme consegnate, che equivalgono ad un totale di scudi sardi 2430. Ora, egli dice, se si considera che nella cassaforte della chiesa vi erano soltanto scudi 2100, 4 reali, 0 soldi e 4 dinari, è evidente che il Parroco ha anticipato di sua tasca 329 scudi e sei reali, che gli dovranno essere rimborsati appena la chiesa avrà nuove entrate. Nella nuova torre, ebbe degno collocamento l'antica e bellissima campana di Mons. Brunengo del 1666. Il campanile di Masullas, con i suoi 38 metri di atezza, è uno dei più alti in Sardegna, assieme a quello di Mores, di Nostra Signora di Saccargia a Codrongianus, di Carbonia e pochissimi altri. Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Prospetto d’insieme della chiesa AGOSTO 1 L 2 M 3 M 4 G 5 V 6 S 7 D 8 L 9 M 10 M 11 G 12 V 13 S 14 D 15 L 16 M 17 M 18 G 19 V 20 S 21 D 22 L 23 M 24 M 25 G 26 V 27 S 28 D 29 L 30 M 31 M 5 Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Processo inquisitorio sulla violazione del diritto d'asilo all'interno della chiesa Nella notte del 31 agosto del 1830, il capitano dei barracelli di Masullas, Giuseppe Coni del fu Michele, arrestò il sartore Franco Camedda di Terralba e lo condusse nella casa del Maggiore di Giustizia Battista Ghiani per essere custodito nei ceppi baronali. Il giorno successivo il Camedda riuscì ad evadere e si rifugiò all'interno della Chiesa Parrocchiale, posta proprio di fronte all'abitazione del Maggiore di Giustizia. Questi, assieme al figlio Francesco, una volta rintracciato l'evasore all'interno della Parrocchiale, con violenza e a viva forza lo trascinarono fuori per rinchiuderlo nuovamente in carcere. Per questa azione, però, il Maggiore di Giustizia ed il figlio vennero processati dall'Inquisitore Ordinario Don Raimondo Antonio Tore, "poiché si azzardarono a violare l'immunità ecclesiastica non avendo domandato il preventivo permesso per l'estrazione di esso rifugiato com'è stabilito nell'art. 3259 del nuovo Codice….e volendo prima di dichiarali scomunicati accertarci del fatto com'è accaduto…". Seguì un regolare processo, tenutosi alla presenza del notaio Francesco Fedele Coni di Masullas e del Vicario Giuseppe Muscas, al quale vennero chiamati a deporre in qualità di testimoni tante persone che assistettero ai fatti. Di seguito si riporta la testimonianza di Domenico Vincenzo Melis il quale, nel riferire sull'accaduto, fa ben comprendere lo stato in cui si trovavano il sagrato ed il piazzale della chiesa: "Nel giorno primo dell'andante settembre circa le ore due pomeridiane mentre riposavo in mia casa Acquasantiera - Presunta provenienza dalla chiesa di San Vito d'abitazione in questo villaggio e vicinato De Cresia sento qualcuno gridare "Agitoriu a su Pappa, ca seu in Cresia"….vidi al chiarore del giorno …il Battista e Franco, padre e figlio Ghiani, …volendolo tradurre fuori di quel piazzale… e portavano afferrato il Camedda, vedendolo, come ho supposto estralo dall'asilo della chiesa era a vicinanza d'un pozzo che esiste nel centro del piazzale di questa Chiesa, il quale distava dalle tre porte che tiene quel piazzale da venticinque in trenta passi ordinari presso poco" . Interrogato se il piazzale di questa Parrocchiale Chiesa sia ben chiuso il Melis risponde: "Il piazzale di questa Parrocchiale Chiesa è ben chiuso a muro fabrico molto più alto di un uomo a cavallo e non si può varcare se non è con scala, e ha tre usci, due con le rispettive porte, e uno verso levante senza porta che è mi consta, e posso deporre sulle fattemi domande". SETTEMBRE 1 G 2 V 3 S 4 D 5 L 6 M 7 M 8 G 9 V 10 S 11 D 12 L 13 M 14 M 15 G 16 V 17 S 18 D 19 L 20 M 21 M 22 G 23 V 24 S 25 D 26 L 27 M 28 M 29 G 30 V 5 Il marchio civico di Iglesias in un rarissimo calice d’argento conservato nella chiesa di Masullas L'esame dell'argenteria sacra conservata nella chiesa parrocchiale di Masullas, effettuata in tempi recenti dal Dottor Claudio Galleri della Soprintendenza ai Beni Archeologici e Architettonici della Sardegna, ha restituito un elemento importante per la storia dell'oreficeria nell'Isola. Si tratta di un bellissimo calice con il raro punzone, o marchio territoriale di garanzia, impresso sotto la base dello stesso, della città di Iglesias. Insieme a ripetuti segni di assaggio, entro due righe perlinate si legge VILLE ECLIE, un'abbreviazione di Ville Ecclesie (Villa di Chiesa), che trova rispondenza in diverse iscrizioni medievali. Iglesias era compresa tra i centri obbligati alla marcatura dell'argento nel privilegio reale di Alfonso III d'Aragona nel 1331, indicazione implicita di un'attività orafa rimasta fin qui priva di sicure testimonianze materiali. Il calice di Masullas rappresenta, infatti, l'unico esemplare sinora conosciuto, col punzone di Villa Ecclesiae. Tale produzione artigianale poteva chiaramente avvantaggiarsi della notevole presenza di materia prima nelle miniere circostanti e della connessa industria estrattiva avviata sotto la dominazione pisana. Alla luce di tutti i possibili riferimenti, secondo il Galleri, la datazione più convincente dell'opera si orienta verso la fine del XV secolo. Tra gli altri pezzi di ottima fattura conservati nella nostra chiesa è stata riscoperta un'incensiera sempre del XV secolo. E' da segnalarsi un turibolo cinquecentesco cagliaritano con lo stemma del Vescovo Sanna. Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Calice del XV secolo OTTOBRE 1 S 2 D 3 L 4 M 5 M 6 G 7 V 8 S 9 D 10 L 11 M 12 M 13 G 14 V 15 S 16 D 17 L 18 M 19 M 20 G 21 V 22 S 23 D 24 L 25 M 26 M 27 G 28 V 29 S 30 D 31 L 5 Campana de "Sa Gloriosa” Esisteva presso l'abside dell'attuale chiesa un vecchio campanile a vela sul quale fu collocata la bellissima campana che Mons. Brunengo fece fondere in Cagliari nel 1666 ad opera del tedesco Mastro Giacomo Keller. Come da usanza storica, questa campana, che è la maggiore del nostro campanile, porta lo stemma del benefattore, in questo caso di Mons. Brunengo, cioè una pianta sul cui tronco si appoggia un leone rampante e, sopra la pianta, un'aquila in volo verso il sole. L'iscrizione è questa: "ANNO 1666 ME FECIT FIERI ILL.MUS ET REV.MUS D. JOANNES BRUNENGO EPISCOPUS UXELLEN - PRO PARROCCHIALI ECCLESIA BETAE MAIRAE VIRGINIS GRATIARUM OPPIDI DE MASULLAS" (Anno 1666 - Mi fece costruire l'Ill.mo e Rev.mo Signore Giovanni Brunengo Vescovo di Usellus per la Chiesa parrocchiale della Beata Vergine delle Grazie della città di Masullas). A quel tempo Masullas era nel gruppo della Parrocchie che formavano la Mensa Vescovile, come Terralba ed altre, perciò Parroco e amministratore diretto ne era il Vescovo, rappresentato in Parrocchia dal suo Vicario Parrocchiale. Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Eravamo in un periodo in cui i Sardi tentavano di scuotersi dal giogo del governo spagnolo. La Regina di Spagna, Marianna d'Austria, madre di Carlo II, in quell'anno 1666, per le sue spese di guerra contro la Francia, aveva chiesto forti somme di denaro alla Sardegna. Si opposero a questa imposta, e ad altri soprusi, il marchese di Laconi ed il Vescovo di Ales Mons. Brunengo che, si vuole pensare, avesse preferito utilizzare proprie risorse più per realizzare, tra l'altro, la campana per la parrocchia della B.V. delle Grazie a Masullas piuttosto che versarle ai dominatori spagnoli. Anche per tale motivo Mons. Brunengo venne qualificato per nemico della Spagna e del suo Vicerè marchese di Camarassa; quando il 21 luglio 1668 il Vicerè fu ucciso da un gruppo di congiurati, Mons. Brunengo ebbe la sventura di essere coinvolto tra i responsabili: perciò fu relegato per diversi anni in Spagna, finchè, avendo dimostrato la sua innocenza, potè tornare in Ales nel 1672. Morì in Sassari il 23 novembre 1679. Anche di questi eventi storici fu testimone la campana de "Sa Gloriosa" di Masullas e, considerato che, dopo tanti secoli, la stessa svolge il suo compito e pure con una dolce armonia, ciò può voler significare, oltre che di aver dimostrato la sua perfetta fusione, che intende tramandare nel tempo a tutti i Masullesi un messaggio di cultura e di pace. La campana de Sa Gloriosa chiama a raccolta i fedeli NOVEMBRE 1 M 2 M 3 G 4 V 5 S 6 D 7 L 8 M 9 M 10 G 11 V 12 S 13 D 14 L 15 M 16 M 17 G 18 V 19 S 20 D 21 L 22 M 23 M 24 G 25 V 26 S 27 D 28 L 29 M 30 M 5 Comune di Masullas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas Miracolo di Maria Carboni Registro dei Defunti di Masullas 1734-1754. "Sette gennaio 1744. E' passata a miglior vita MARIA CARBONI dell'età di circa settantesette anni, morendo nell'unione di Santa Romana Chiesa e coi sacramenti della confessione, comunione ed estrema unzione. Ha lasciato in tutti grande speranza della sua eterna salvezza per la grande sofferenza e pazienza, che ebbe nella sua grande e lunga malattia, specialmente di piedi, immobile e ricurva verso terra in una estrema povertà, senza possedere alcun vestito se non qualche umile panno che le davano per elemosina e senza vere alcun cibo ad eccezione di qualche povero alimento che i vicini non le lasciavano mancare, vedendola tanto patire, senza infastidirsi, né incollerirsi, né lamentarsi. Dopo che era morta da settantatre ore, per ordine e permesso del Molto Reverendo Parroco, e autenticato dal Notaio Pietro Antonio Fenu e firmato da testimoni, il giorno successivo al salasso si riesaminarono le punture e si trovarono cicatrizzate e con affluenza di umore, come suol fare un salasso nei corpi sani. In tutto il tempo che ne rimase sospesa la sepoltura, cioè per sei giorni, il corpo restò flessibile, molle come stoppa, colorito nella carnagione, di modo che premendolo con la mano diventava bianco e poi tornava rosso. Di più, mentre quando era ancora viva il suo corpo era contratto e arrotolato, senza poter raddrizzare né piedi né braccia, invece dopo aver ricevuto l'olio Santo, si raddrizzò tutta la persona, come se fosse stata sempre sana e non avesse avuto malattia alcuna. E non tramandava nessun cattivo odore, come avrebbe dovuto per la dissenteria di cui era morta. Statua del Cristo morto e fonte battesimale avvolti in una cascata di luci ed ombre Dopo sei giorni fu sepolta, in chiesa, nella cappella del Purgatorio, alla parte del Vangelo, dove non c'era sepolto altro cadavere. Il funerale fu fatto con tutta solennità e per amor di Dio, a presenza di Felice Solas e di Mastro Bonaventura Solinas. Firmato Antonino Fenu cura". Il sopraddetto racconto, scritto con meravigliosa semplicità, ci fa credere che la povera Maria Carboni, vissuta nella sofferenza e nella perfetta sottomissione alla volontà di Dio, era un'anima veramente pia, ed è morta, come dice il Registro, lasciando grande speranza della sua eterna salvezza. DICEMBRE 1 G 2 V 3 S 4 D 5 L 6 M 7 M 8 G 9 V 10 S 11 D 12 L 13 M 14 M 15 G 16 V 17 S 18 D 19 L 20 M 21 M 22 G 23 V 24 S 25 D 26 L 27 M 28 M 29 G 30 V 31 S 5 Comune di Masullas Parroci di Masullas Anticamente Masullas era nel numero delle parrocchie che formavano la cosiddetta Mensa Vescovile, e pagava le decime al Vescovo di Terralba, e poi al Vescovo di Ales. Perciò suo Parroco era direttamente il Vescovo, che la amministrava per mezzo del suo Vicario Generale. I tre o quattro sacerdoti (vice parroci) che vi esercitavano la cura delle anime avevano eguale autorità tra di loro e dipendevano dalla Curia di Ales. I vicari parrocchiali di Masullas iniziano la loro serie soltanto nell'anno 1766, cioè dalla seconda visita pastorale di Mons. Pilo, il quale vi costituì primo Vicario il sacerdote Pedro Antiogo Pinna. Questo l'elenco completo dei parroci succedutesi nella Parrocchia di Masullas: 1. Vicario Pedro Antiogo PINNA, dal giugno 1766 al 31 dicembre 1774; 2. Vicario Raimondo FRAU, dal 1° gennaio 1775 fino alla morte, che lo colse a 58 anni il 13 dicembre 1796; 3. Vicario Giovanni Battista MACCIONI, dal gennaio 1797 fino ai suoi 58 anni, in cui morì il 19 settembre 1806; 4. Vicario Vincenzo PUXEDDU, dal 1° ottobre 1806 fino alla sua morte avvenuta il 19 settembre 1830; 5. Vicario Antioco CANCEDDA. Nato a Simala nel 1802, fu ordinato Sacerdote il 20 dicembre 1825, fu nominato Vicario di Masullas nel 1830 e vi rimase fino al 1834; 6. Vicario Ignazio SERRU, nato a Guspini nel 1804, fu nominato Vicario di Masullas nel 1835, dove morì il 21 aprile 1867; 7. Vicario Battista CONCU, di Francesc'Antonio, nato a Masullas l'8 marzo 1823, ordinato Sacerdote il 20 marzo 1847 e diventato subito Viceparroco del nostro paese. Ne divenne Pro-Vicario alla morte del Vicario Serru. Nel 1872 ebbe la nomina di Vicario perpetuo e ne prese possesso il 21 luglio dello stesso anno. Morì in Masullas a 66 anni il 18 aprile 1889. Fu allora designato a reggere provvisoriamente la Parrocchia di Masullas il Parroco di Siris Rev. Antioco Serra e poi il Rettore Sanna di Mogoro; 8. Parroco Angelo FLORIS, di Ales, dove nacque il 20 settembre 1837. Dal 1° dicembre 1889 diventa Parroco di Masullas con reggenza in Siris. Dal 1° luglio 1892 fu nominato Parroco di Villacidro dove morì il 25 maggio 1908; 9. Parroco Salvatore CABITZA, nativo di Gonnosfanadiga. Resse la Parrocchia di Masullas dal 6 luglio 1892 al 30 settembre 1894. Edificò il bellissimo Altare Maggiore in Sa Gloriosa de Masuddas Predi Antiogu, arrettori de Masuddas marmo, con la relativa balaustrata e pavimento sempre in marmo; 10. Parroco Carlo CASULA, nato a San Gavino Monreale il 1° dicembre 1867. Dal 1° ottobre 1894 divenne Parroco di Masullas e reggente di Siris, sino al 30 ottobre 1898. Morì a San Gavino il 30 maggio 1904; 11. Parroco Antonio COCCO, nato a San Gavino Monreale il 30 maggio 1875. Ordinato Sacerdote il 24 settembre 1898, col 1° novembre 1898 fu Parroco di Masullas, ove diffuse la devozione al Sacro Cuore di Gesù, acquistandone la statua, che fu benedetta da Papa Leone XIII il 31 dicembre 1901. Il 7 aprile 1902 fu nominato Parroco di Collinas. Morì a Cagliari il 19 novembre 1912; 12. Vicario Giovanni COCCO, nato a San Gavino Monreale il 24 marzo 1867. Il 1° aprile 1902 ebbe la nomina di Vicario Perpetuo di Masullas e ne prese possesso il 28 dicembre 1902. Completò la pavimentazione in marmo delle cappelle. Rinunziò alla Parrocchia con effetto dal 1° aprile 1917, ritirandosi in San Gavino, dove morì il 26 marzo 1940; 13. Parroco Antonio SERRA CORTIS, nato a Villaverde il 16 dicembre 1866. Il 1° aprile 1917 fu nominato Parroco di Masullas, dove arrivò il 28 maggio. Vi morì il 15 novembre 1942; 14. Parroco Umberto SIDERI, nato a Siddi il 20 marzo 1915. Ordinato Sacerdote il 25 luglio 1942, divenne Parroco di Masullas il 15 novembre dello stesso anno, sino al 1° ottobre 1943 quando venne trasferito a Gonnosnò. E' morto a Gonnosnò il 13 aprile 2007; 15. Parroco Francesco MELIS, nato a Simala il 9 agosto 1889. Ordinato Sacerdote il 6 settembre 1914. Dal 1° ottobre 1943 divenne Parroco di Masullas, sino al 30 settembre 1971. Ebbe per Viceparroci il sacerdote Don Egidio Vacca dal 14 ottobre 1963 sino al 26 novembre 1969 e, successivamente, il sacerdote Don Tarcisio Ortu dal 1969 al 30 settembre 1971. Don Melis è morto a Lunamatrona il 28 aprile 1980; 16. Parroco Liberale CARTA, nato a Mogoro l'8 gennaio 1935. Divenne parroco di Masullas il 1° ottobre 1971 sino al 30 settembre 1988; 17. Parroco Giovanni BIANCU, nato ad Arbus il 21 dicembre 1942. Dal 9 ottobre 1988 divenne parroco di Masullas sino al 17 ottobre 1999; 18. Parroco Giuseppe CARTA, nato a Cagliari l'11 agosto 1937. Titolare della parrocchia di Masullas dal 1° novembre 1999 a tutt'oggi.