5
C
A
L
E
N
D
A
R
I
O
2
0
1
1
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Comune
di Masullas
5
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Presentazione
Contesto storico e religioso
Prosegue, con immutata passione ed impegno, il lungo
percorso verso il recupero di un passato glorioso che la
nostra Comunità ha vissuto nei secoli scorsi e che, alla luce
delle tante scoperte e verità che stanno emergendo,
dimostrano quanto sia importante il patrimonio della
memoria storica di Masullas.
Sin da tempi remoti, Masullas fu
parrocchia beniamina del Vescovo.
Alla Diocesi di Terralba appartenevano
nel periodo giudicale tutti i paesi
dell'Incontrada di Parte Montis,
compreso Masullas.
In questi ultimi cinque anni, l'Amministrazione
Comunale ha pubblicato diversi libri, opuscoli ed opere
diverse che hanno permesso a tanti Masullesi di
riappropriarsi della ricca identità che irrimediabilmente
stava scomparendo nell'oblìo del tempo.
Nel 1503, con Bolla dell'8 dicembre, il
Papa Giulio II unì la Diocesi di Terralba
a quella di Usellus, costituendo la
Diocesi di Ales/Terralba, tuttora
esistente.
Nell'azione di recupero di questo tesoro storico e culturale
hanno pure contribuito i contenuti dei calendari che il
Comune di Masullas ha puntualmente presentato ogni
anno ai propri Concittadini, a partire dal 2006. Questa
intensa attività, di elevato livello culturale, è stato reso
possibile anche grazie al prezioso contributo del nostro
neo Concittadino, il prof. Gian Giacomo Ortu, del
Comitato Scientifico da Lui presieduto e della Coop. Il
Chiostro.
Lo stretto rapporto che esisteva tra
Masullas ed i Vescovi di Terralba,
prima, e poi di Ales, viene confermato
da diversi documenti storici:
- "Prima dell'unione ad Usellus la
sede del Vescovo di Terralba si
trovava trasferita in Masullas"
(Giovanni Spano in Bullettino
Archeologico Sardo);
- "Diocesi di Terralba: la sede non
sempre fu in questo villaggio, ma
prima dell'unione fattane nel secolo
XVI alla chiesa vescovile di Usellus,
risiedevano i vescovi di Terralba nel
villaggio di Masullas" (Giuseppe
Manno, in Storia di Sardegna e G.
Aleo in Sucessos Generales de la
isla y Reyno de Sardena);
- "Masullas: in questo villaggio che
apparteneva alla soppressa diocesi
di Terralba, il Vescovo aveva una
casa dove faceva residenza una parte
dell'anno.." (A. Della Marmora in
Voyage en Sardaigne).
Il calendario del 2011 propone un tema affascinante e di
sicuro interesse: "SA CRESIA MANNA - 500 anni di
cammino storico". La chiesa de Sa Gloriosa rappresenta,
per i Masullesi residenti e non, un motivo di orgoglio e di
rafforzamento alle proprie radici, in considerazione del
fatto che trattasi di un edificio che presenta una delle
facciate più belle in assoluto tra tutte le facciate delle
chiese della diocesi di Ales/Terralba, ha il campanile più
alto e contiene, al suo interno, opere d'arte di grande
valore storico e culturale.
Anche il contenuto di questo lavoro si rivolge
principalmente ai giovani affinché imparino, con sempre
maggiore convinzione, ad amare il proprio paese,
impegnandosi per la sua crescita, e possano capire che è
indispensabile partire proprio dalla sua conoscenza, dai
suoi valori tradizionali, peculiari e specifici, anche per
affrontare l'impatto con realtà più complesse ed estranee
alla propria cultura e alle proprie tradizioni.
Masullas, dicembre 2010
IL SINDACO
(Mansueto Siuni)
Saluti del parroco della chiesa
“B.V. delle Grazie” Sa Gloriosa
L'ultimo vescovo di Terralba, Mons.
Giovanni Orient, era tenuto in grande
considerazione dai Conti di Quirra,
potenti feudatari che amministravano
ampi territori isolani, compreso il
Parte Montis, e quindi anche
Masullas. Questa situazione, unito
all'altro elemento forte della
residenza del Vescovo nel nostro
villaggio ed al fatto che nei primi anni
del Cinquecento Donna Violante
Carroz, 5^ Contessa di Quirra, per
gravi questioni personali (peraltro
già affrontate nel calendario del
Comune di Masullas del 2010) aveva
un disperato bisogno di ingraziarsi i
favori dei potentati religiosi, porta a
ritenere che la costruzione della
chiesa parrocchiale di Masullas possa
essere verosimilmente fatta risalire ai
primissimi anni del secolo XVI.
Questa tesi trova piena conferma nel
fatto che lo stemma del Monsignor
A n d r e a S a n n a , Ve s c o v o d i
Ales/Terralba dal 1521 al 1554 ma
che di fatto ricopriva anche in anni
precedenti ruoli di assoluto rilievo
nella stessa Diocesi, è presente in ben
due punti all'interno della chiesa, e
che lo stesso stemma dei Carroz
risulta scolpito in pari misura nei
capitelli delle cappelle.
Masullas in quei tempi ospitava
anche un carcere ecclesiastico.
Nell'anno 1576 il Vescovo di Ales
Mons. Giovanni Manca, venendo in
visita pastorale a Masullas, vi trovò
"en preson", cioè nel carcere
ecclesiastico, l'ex Curato di Pompu,
Mussu Giovanni Abis: la sua colpa
pare fosse che il numero delle Messe
celebrate per conto di un certo legato
non era risultato corrispondente ai
soldi trovati in Cassa. Il Vescovo,
fattolo condurre alla sua presenza, lo
invitò a dimostrare la propria
innocenza col presentare le quietanze
dei versamenti che egli diceva aver
fatte al sostituto del Canonico Pedro
Pablo Gallèri, Vicario Generale di
Terralba. Il che ci fa conoscere che,
pur essendo quella Diocesi soppressa
nel 1503, tuttavia continuò ad esservi
un Vicario Generale diverso da quello
di Ales fino a quell'anno 1576, che,
molto verosimilmente, abitava a
Masullas. Per la cronaca, Mussu
Giovanni Abis potè presentare le
quietanze e fu scarcerato.
Pubblicare un calendario puntualmente a ogni anno
nuovo, come da anni vari l'Amministrazione
Comunale di Masullas fà per la sua Comunità, è
sintomatico.
Poiché esso, attraverso fotografie e testimonianze
varie, considera e pubblicizza aspetti della realtà locale
del passato, tuttora vivi e visibili, e poichè un
calendario proietta il nostro sguardo verso il futuro con
tanta speranza di tempi migliori, tutto ciò vuol
significare che a Masullas il tempo non si è fermato e
non si vuole fermare.
Come parroco di questa Comunità esprimo un cordiale
compiacimento e ringraziamento per la bellissima idea
del Sindaco di animare questo calendario con la
presentazione di una ricchezza culturale, artistica e di
fede che molti parrocchiani avranno sempre visto nella
chiesa parrocchiale ma forse mai compreso perché
nessuno glielo ha mai debitamente presentato.
Abbiamo nella chiesa parrocchiale opere di grande
valore artistico e culturale. Per cui questo calendario
diventa, al riguardo, come un dizionario, un
catechismo.
Splendida, meravigliosa trovata.
Grazie, Signor Sindaco! Buon anno a Lei e a tutta la
Cittadinanza masullese.
IL PARROCO
(Don Giuseppe Carta)
Grafica e Stampa: PTM Editrice
Fotografie: © photo Ivo Piras
GENNAIO
1 S
2 D
3 L
4 M
5 M
6 G
7 V
8 S
9 D
10 L
11 M
12 M
13 G
14 V
15 S
16 D
17 L
18 M
19 M
20 G
21 V
22 S
23 D
24 L
25 M
26 M
27 G
28 V
29 S
30 D
31 L
5
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Costruzione della chiesa
Caratteristiche generali
La costruzione della nostra chiesa parrocchiale si è
svolta in momenti nettamente distinti, sviluppatisi nel
corso di oltre tre secoli.
Il primo impianto, che si fa risalire ai primissimi anni
del Cinquecento, risulta circoscritto all'area dove
attualmente è ubicato l'altare, il retro dello stesso e la
vecchia sagrestia. Consisteva in una navata centrale in
legno, senza cappelle, un altare e la sagrestia. Il
campanile a vela, costruito negli anni
immediatamente seguenti, e di cui ancora risultano
tracce evidenti, era stato realizzato a fianco della
sagrestia.
La seconda fase, che risulta senz'altro quella di
maggiore consistenza, è iniziata a partire dal 1620 circa
e riguarda un rifacimento generale, comprendente il
completamento ed il potenziamento della volta della
navata, la costruzione delle cappelle e della facciata.
Un altro intervento strutturale di particolare evidenza,
riguarda la costruzione del nuovo campanile,
inaugurato nel 1812.
Nella costruzione del corpo centrale della chiesa,
individuato nella suindicata seconda fase, è avvenuto
che si sia cominciato dall'innalzare prima i muri della
navata centrale, lasciando lateralmente già pronti gli
archi per future cappelle, murando frattanto il vano
degli archi stessi, per utilizzare solo la navata, così
come succedeva per le altre chiese dei nostri poveri
paesi. Curioso poi è anche constatare come i costruttori
supponessero che le cappelle della chiesa dovessero
sorgere presso i quattro angoli estremi della navata,
cioè due in vicinanza dell'altare maggiore e due presso
la porta, restando imperforato il tratto mediano dei due
fianchi della chiesa. A Masullas si vede chiaro che lo
spazio fu inizialmente misurato per le sole cappelle
delle quattro estremità, le cui bocche furono preparate
con archi tutti di uniforme lavorazione a sesto acuto e
Primo impianto della chiesa - Particolare vecchia sagrestia
con identiche scanalature e cordonature e graziosi capitelli di
eguale stile, anche se le cappelle furono costruite più tardi ed
in tempi diversi.
Tuttavia, fabbricate le due cappelle presso l'altare maggiore,
prima che si pensasse di edificare quelle presso la porta,
venne già l'idea di perforare la parte mediana della parte di
ambo i lati, dove archi non c'erano e dove ormai non c'era più
sufficiente spazio per cappelle intermedie. Le nuove aperture
risultano più piccole, le cappelle restarono più strette, ed in
compenso si dovettero allungare facendole sporgere
all'esterno oltre la regolare linea della pianta generale della
chiesa. Anche le bocche di queste cappelle si presentano
abbastanza irregolari: quella del Rosario (1680) ha l'arco acuto;
quella simmetrica, di Sant'Antonio, (1685), ha l'arco tondo.
Ambedue hanno le facce dei loro archi quasi totalmente lisce e
per nulla intonate alla ricchezza di stile degli altri quattro
grandi archi.
FEBBRAIO
1 M
2 M
3 G
4 V
5 S
6 D
7 L
8 M
9 M
10 G
11 V
12 S
13 D
14 L
15 M
16 M
17 G
18 V
19 S
20 D
21 L
22 M
23 M
24 G
25 V
26 S
27 D
28 L
5
Completamento strutturale
La chiesa parrocchiale, per opera dei Vescovi,
ebbe un radicale rifacimento su ampia base,
tra il 1620 e 1630, ma continuò ad avere il tetto
in legno. Fino al 1650 la chiesa parrocchiale di
Masullas era anche totalmente priva di
cappelle. Nel 1660 incominciarono i lavori
per la volta solida e per le due prime cappelle
a destra e a sinistra più prossime al
presbiterio (quella parte della chiesa che
circonda l'altare maggiore e riservato al clero
officiante). Prima di iniziare la volta della
chiesa, lavorarono a fare il cornicione gli
scalpelli dei Samassesi, Antioco Silloco e
Giovanni Frau; e a fare poi la volta solida,
sotto la direzione del capofabbrica Pietro
Assorgia, lavorarono Mastro Francesco Porcu
e Mastro Antiogo Porceddu. Giacinto Tiddia
e Antiogo Abis si affaccendarono a caricare e
scaricare di continuo il forno della calce che
era stato piazzato in prossimità del paese.
Esisteva presso l'abside dell'attuale chiesa un
vecchio campanile a vela sul quale fu
collocata la bella campana che Mons.
Brunengo fece fondere in Cagliari nel 1666 ad
opera del tedesco Mastro Giacomo Keller.
Nel 1668 fu terminata la volta solida della
chiesa e fu iniziata la cappella dedicata alla
Gloriosa Madonna delle Grazie, mentre
contemporaneamente si fabbricava anche la
cappella dirimpetto dedicata a San
Sebastiano. In queste due cappelle, con
Mastro Pietro Assorgia e Mastro Antonio
Cannas, lavorarono pure i muratori
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Francesco Seu e Lucifero Pira, tutti di
Cagliari. In tempi molto recenti San
Sebastiano fu trasportato all'altare maggiore,
e la sua cappella fu dedicata a San Francesco
d'Assisi.
Nel 1677 fu cinto di muraglia il piazzale
antistante alla chiesa, ad opera del Mastro
Battista Cucuru; nel 1679 Mastro Battista Puxi
recintava intorno alla chiesa l'area destinata
per Cimitero.
Nel 1680 furono scavate le fondamenta della
cappella del Rosario, nella quale lavorarono,
oltre Mastro Pedro Assorgia, i muratori di
Villanovafranca Juan Antonio Silloco,
Battista Cucuru e Sisinnio Corongiu. Vi
lavorarono anche due di Pompu, Bartolomeo
Masala e Diego Piras; ed infine vi eseguì
pitture e dorature il pittore Giovanni Polla o
Poda di Siris. Di fronte alla cappella del
Rosario si innalzò simmetrica la cappella di
Sant'Antonio da Padova e, prima che
tramontasse il secolo, cioè prima del 1700,
furono eseguite, in simmetria, anche le
cappelle più vicine alla porta maggiore.
Quella a destra entrando fu dedicata a
Sant'Antonio Abate. La cappella a sinistra
entrando fu dedicata alla Madonna d'Itria,
della quale esiste una vecchissima statua che
era posta entro una nicchia quadrangolare coi
contorni in pietra grezza, nella parete
centrale. Ora non vi è più l'altare, del quale
resta soltanto la predella in pietra, su cui è
posato un moderno Fonte Battesimale di
marmo, rotondo a forma di pisside.
Interno della chiesa
MARZO
1 M
2 M
3 G
4 V
5 S
6 D
7 L
8 M
9 M
10 G
11 V
12 S
13 D
14 L
15 M
16 M
17 G
18 V
19 S
20 D
21 L
22 M
23 M
24 G
25 V
26 S
27 D
28 L
29 M
30 M
31 G
5
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Cappella dedicata a
“SA GLORIOSA”
Le due più antiche cappelle, la cui costruzione risale al
1668, hanno la volta a costoloni incrociati, con rosone
centrale. Di esse, quella a destra dei fedeli, è dedicata
alla Gloriosa Madonna delle Grazie. Il suo altare è di
legno con gli ornamenti soliti di quel tempo.
Mediante contratto del 17 giugno 1676, stipulato dal
Notaio Francesco Alivesi - alla presenza di Juan Piras
(prevere y curat) di Masullas e Pere Fenu (estudiant) di
Masullas, che testimoniano del pagamento di 85 lire e 5
soldi quale saldo per il retablo della Nostra Senjora de
Grassia, e del procuratore della parroquial jglesia de la
present vila de Masullas Francesch Litera - il pittore
Mattia Canopia si impegnò per dipingere la grande
ancona della Madonna delle Grazie, e cioè tutto il
complesso di legno scolpito e dorato e dipinto che
costituisce quell'altare. Alcuni pagamenti furono
versati a mano di un fratello di Mastro Mattia; segno
che quel fratello fu collaboratore almeno nelle
sculture: infatti, un Francesco Canopia di
Aidomaggiore lavorò sculture nelle chiese della nostra
Diocesi intorno a quel tempo e morì in Curcuris il 18
marzo 1721.
L'ancona di Masullas, elegante, dalle linee snelle, è
costituita di due piani: al piano inferiore quattro
colonnine distanziate dividono il campo in tre
riquadri, ed in quello di mezzo sta la nicchia della
Madonna. Nel riquadro a destra della Vergine sta
un'immagine di San Giovanni, a sinistra la figura di
Santa Elisabetta. Anche il piano superiore è diviso in
tre porzioni, standovi al centro una Sant'Anna con
Maria Bambina ed ai fianchi altre figure. L'ancona è
terminata in alto da un quadro della Santissima
Trinità. Questo è quanto rimane del lavoro di
Canopia.
In tempi relativamente recenti, la mensa dell'altare è
stata rifatta in marmo con due gradini superiori e due
gradini suppedanei, tutto in marmo.
Ancona B.V. delle Grazie - Particolare del Dio Creatore
Dai "Libri di Amministrazione" della Parrocchia, nell'anno
1718/1719 risulta che "un pano di seda era il premio per los
cavalleros che correvano il giorno della festività della Vergine
delle Grazie". Anche nell'Angius/Casalis del 1838 risulta che
"Una sola è la festa solenne di Masullas, per la titolare. Vi
concorrono molti stranieri, si fanno pubbliche danze, si corre il
palio e si incendiano i fuochi artificiali".
Dall'iscrizione riportata nella campana realizzata dal Mastro
Keller del 1666 risulta chiaro che la Patrona di Masullas è la
Madonna Gloriosa. Anche nella relazione fatta al tempo di
Mons. Pilo, nell'elenco delle feste di Masullas, è detto: "El 2 de
julio la Virgen de las Gracias que es la Patrona de la Paroquia,
con Missa solenne e Visperas e procession per toda la villa".
San Sebastiano non aveva attribuzione né di Patrono né di
titolare, seppure in tempi recenti la parrocchia risultava
intestata a questo Santo.
APRILE
1 V
2 S
3 D
4 L
5 M
6 M
7 G
8 V
9 S
10 D
11 L
12 M
13 M
14 G
15 V
16 S
17 D
18 L
19 M
20 M
21 G
22 V
23 S
24 D
25 L
26 M
27 M
28 G
29 V
30 S
5
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Interventi diversi
Dal 1693 sino al 1722 venne realizzata la bellissima
facciata della chiesa.
Nel 1699 fu imbiancata a nuovo tutta la chiesa e nel
1700 furono demolite le ultime rovine della chiesa
vecchia e fu disfatta la parte pericolante del
vecchio campanile.
Nel 1701 Mastro Juan Domingo Manca di Cagliari
confezionò e scolpì un bel pulpito di legno. Nel
1718 Mastro Salvador Pilloni di Cagliari lavorò di
scalpello per finire la parte superiore della facciata
della chiesa, portandola a totale compimento
nell'anno 1722.
Nel 1725 lo stesso Pilloni pavimentò in pietra
levigata tutta la chiesa e vi sistemò 28 sepolture.
I defunti all'interno della Parrocchia venivano
tumulati sicuramente fino al 1835, ma non tutti
avevano questo privilegio.
I sacerdoti venivano seppelliti nel luogo destinato
ai sacerdoti nell'altare; le altre sepolture
avvenivano o nel corpo centrale della chiesa,
oppure nella cappella della Gloriosa (dove si
trovano alcuni esponenti della famiglia Cony), del
Rosario (destinata soprattutto a clavari e
prioresse), delle Anime del Purgatorio e di
Sant'Antonio da Padova. Nella cappella di San
Sebastiano e della Vergine d'Itria non si
seppelliva. Fino all'anno 1848 nel piazzale di
chiesa erano presenti delle botteghe, dove al loro
interno sono morte delle persone.
(Informazioni tratte dai "QUINQUE LIBRI
DEFUNTORUM" di Masullas)
Nel 1778 Mastro Pepy Loi di Cagliari fabbricò la
nuova sagrestia, mentre veniva pulito e profondato
il pozzo della parrocchia. Questo pozzo aveva un
parapetto in lastroni di calcare, prelevato dalla cava
aperta da tempi immemorabili sulla via di Fràus, ed
era circondato da alberi di olmo. In occasione della
festa patronale, molti fedeli bevevano con
devozione l'acqua detta della Gloriosa,
ricevendone benefici da tutti riconosciuti.
Cappella de Sa Gloriosa - Particolare del capitello
I lavori della sagrestia durarono fino al 1781. Nel 1783
Mastro Bernardo Etzi di Terralba confezionava la
nuova paratora, sormontandola di una vetrina centrale
e di tre armadietti per parte e corredandola
inferiormente di dodici cassetti disposti in tre serie e
fornendoli di ventiquattro lucidissime maniglie
d'ottone.
Nella cappella di Sant'Antonio Abate, più tardi, vi fu
collocato un gran quadro della Madonna del Suffragio
che è uno dei tanti quadri che esistono in Diocesi
raffiguranti le Anime del Purgatorio, dipinti dal pittore
Giovanni Battista Sitzia, soprannominato Marracciu, di
Gonnosfanadiga. Questo quadro di Masullas fu pagato al
Sitzia il 2 agosto 1837.
MAGGIO
1 D
2 L
3 M
4 M
5 G
6 V
7 S
8 D
9 L
10 M
11 M
12 G
13 V
14 S
15 D
16 L
17 M
18 M
19 G
20 V
21 S
22 D
23 L
24 M
25 M
26 G
27 V
28 S
29 D
30 L
31 M
5
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Notizie rilevate dai "Libri
di amministrazione"
della Parrocchia
Il 19 novembre 1678 è stato pagato il Maestro Mathias Canopia per il
retablo della cappella della Vergine delle Grazie.
Nel 1693/99 il pintor Giovanni Pietro Pala di Simala ha dipinto e
dorato il frontale della Cappella del Rosario.
Nel 1709 venne pagato il pintor Giovanni Pietro Pala per 4 quadri.
Nel 1716/17 vennero pagati a Juan Domingo Artury i lavori per la
scalera del campanaro.
Nel 1718/19:
- vennero pagati a Diego Pira di Masullas 60 carri di pietra per la
fabbrica della chiesa;
- vennero pagati al Maestro Salvador Pilony marmorero di
Cagliari, 47 libre, 5 soldi e 25 libre e 40 soldi per il lavoro della
facciata della chiesa;
Nel 1720/21:
- vennero pagati al Maestro Salvador Pilony marmorero di
Cagliari e domiciliato a Mogoro, 166 libre, 16 soldi e 6 denari per
il lavoro della facciata della chiesa;
- vennero pagate giornate di lavoro a Ignazio Solas e altri per la
fabbrica della parrocchia;
- vennero pagati al Maestro Sisinnio Sanna e Maestro Juan Pulixi
albaniles (muratori) di Masullas per il lavoro in parrocchia;
- vennero pagati a M: Donna Caterina Alivesi di Masullas per il
marmo bianco servito per la fabbrica della parrocchia;servirono altri 150 carri di pietra per la costruzione della fabbrica
della chiesa;
- vennero pagati 136 libre e 10 soldi per il saldo dei lavori della
facciata della chiesa al Maestro Salvador Pilony;
Nel 1722/1723 venne affidato il compito di accomodare gli organi al
Maestro Joseph Lampis.
Dal 1733 al 1737 vengono fatti lavori nella chiesa del Glorioso San
Vicho (San Vito).
Nel 1742/1743 vennero pagati i lavori per sistemare la nicchia della
Vergine d'Itria.
Nel 1753/1754 vennero pagati i lavori per rinnovare il Retablo della
cappella della Vergine.
Nel 1766 il Maestro Ramon Mereu ha realizzato le guarnizioni dei
frontali per l'altare. Il dorator ha dorato questi frontali per la chiesa.
Nel 1777 si comprò un diadema per la Vergine Santissima.
Nel 1780 è stata fatta la parte nuova per la sacrestia.
Nel 1791 i Napoletani hanno accomodato gli organi.
Nel 1792 è stata data la caparra ad Antonio Priante, napoletano e
residente a Sassari, per i nuovi organi e si è pagato per accomodare
gli organi vecchi;
Nel 1798 pagato lo scultore Antioco Diana per rinnovare la statua
dell'Ecce Homo;
Nel 1803 è stato pagato l'arbanil Lorenzo Frasetu di Cagliari per il
Reliquia di San Sebastiano
teiado della sacrestia nuova, il corpo della chiesa e le cappelle della
parrocchia. Pagato lo stesso per accomodare il pavimento della chiesa, le
sepolture e le pareti.
Nel 1812 venne comprata una corona d'argento per la Vergine del Rosario.
Nel 1815 venne pagato il muratore Casula per accomodare il tetto della
chiesa e per accomodare la parte del cimitero.
Nel 1836 si è rinnovato il crocifisso del "discendimento". Lo scultore Franco
Piras ha rinnovato il simulacro della Gloriosa.
Nel 1837 Sebastiano Orrù ha realizzato i gradini della cappella di San
Sebastiano ed è stato pagato il pittore Sitzia per i lavori avanti dell'altare e il
quadro delle anime.
Nel 1839 si è realizzato il portone del cimitero, ubicato sul retro della
parrocchia.
Nel 1842 il falegname ha realizzato i telai dell'orologio.
Nel 1849 sostenuta spesa per la nicchia di San Sebastiano e per rinnovare gli
angeli dell'altare.
Nel 1852 è stata riparata la volta e tutto della cappella della Vergine d'Itria.
Nel piazzale della chiesa c'erano olmi.
Nel 1871 sono stati piantati pini e cipressi.
Nel 1892 è stato acquistato l'altare, la balaustra ed il pavimento in marmo,
oltre ad un messale dorato con ricchi fregi.
Nel 1903 è stato comprato e collocato il marmo per la pavimentazione.
GIUGNO
1 M
2 G
3 V
4 S
5 D
6 L
7 M
8 M
9 G
10 V
11 S
12 D
13 L
14 M
15 M
16 G
17 V
18 S
19 D
20 L
21 M
22 M
23 G
24 V
25 S
26 D
27 L
28 M
29 M
30 G
5
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Facciata della chiesa
Nel 1690 la chiesa era ormai completa, ma la facciata era un
semplice muro rustico. Avvenne allora che il Comune avesse
un grosso debito verso il Vescovo: somme avute in prestito
non ancora restituite, fitti di terreni, non pagati, da molti anni.
Il Comune fece uno sforzo e pagò il debito; ma Mons.
Francesco Masones Y Nin, vescovo di Ales e Terralba dal 1693
al 1704, non si lasciò vincere in generosità e dedicò tutta la
somma a fabbricare l'artistica facciata della chiesa, che è
certamente tra le più belle facciate di chiesa esistenti in
diocesi e che costituisce uno degli ultimi documenti del
plateresco isolano.
Nel 1696 fu fatta la porta maggiore dal falegname Mastro
Antonio Pistis con legname portato da Laconi.
L'intervento sulla facciata, volto alla decorazione dell'ordine
superiore mediante un fastigio ispirato al citato stile
plateresco, è attribuito al Mastro Salvador Pilloni, picaperder
e cortador del pedra di Cagliari, ed è stato concluso tra il 1718 e
1722. La data del 1694, leggibile sulla facciata, dovrebbe
essere relativa ad una fase dei lavori di costruzione o di
decorazione. Ciò è rilevabile dalle ricevute di pagamento del
1719, 1720 e 1722. Tra i pagamenti figurano anche 119 starelli
di grano.
Gli antichi, nel tramandarsi le loro memorie sulle lapidi e sui
registri, ebbero spesso l'ingenuità di scrivere chiare ed intere
soltanto le parole di poca importanza, mentre scrissero
abbreviate, e spesso, sgorbiate, le parole più interessanti e
non indovinabili, come nomi e cognomi rari, numeri e date.
Ne è una dimostrazione la facciata della chiesa parrocchiale
di Masullas, nella quale, sopra la porta maggiore, sta questa
iscrizione lineare: HOC OPUS LABORAVIT M.PA.DNO
DON FRAN.CO M. ET NIN 1694.
Lo scultore di quelle lettere volle dire: "Hoc opus laboravit
Magister Petrus Assorgia Domino Don Francisco Masone
Nin Episcobo 1694", cioè "Lavorò quest'opera Mastro Pietro
Assorgia l'anno 1694, quando era Vescovo Monsignor
Francesco Masone Nin".
Mastro Salvador Pilloni, cagliaritano, era marmista e,
abituato appunto a lavorare il marmo, non pensò che una
iscrizione minuscola, sulla pietra molle, sarebbe stata presto
sfaldata dal tempo. Infatti in una specie di stemma in cima
Coronamento superiore facciata della chiesa
alla porta maggiore, fatto a circolo, come l'impronta di un grosso
timbro calcato sulla pietra, rimangono ora soltanto queste parole e
frammenti di parola: PAROILIS…MANCV…INOIBUS BONA
TU VOCARIS A….. Con un certo sforzo, è possibile ricavare un
senso da questa iscrizione.
"Paroilis" non può essere altro che un'abbreviazione di
"Parochialis" - "Inoibus" è abbreviazione di "in omnibus" - "Bona
tu vocaris" è chiaro - L'ultima "A" può essere inizio di "Adiutrix", o
frammento della parola "Mater" - Rimane da interpretare il
frammento "Mancv…". Potrebbe essere abbreviazione della
parola MANSIUCOLAE, ossia "Masullas". Misurando gli spazi
vuoti, prima di "Paroilis", bisogna rifare una breve parola
mancante, che può essere ECHIAS (per ECCLESIAE), ovvero
POPULI.
Ed allora l'iscrizione è questa" ECCLESIAE PAROCHIALIS
MANSULLAE IN OMNIBUS BONA TU VOCARIS MATER.
Sono parole rivolte alla Madonna Gloriosa, Patrona di
Masullas, e vanno così tradotte: "Dalla chiesa (o dal popolo)
parrocchiale di Masullas in ogni circostanza Tu sei invocata
Madre Buona".
LUGLIO
1 V
2 S
3 D
4 L
5 M
6 M
7 G
8 V
9 S
10 D
11 L
12 M
13 M
14 G
15 V
16 S
17 D
18 L
19 M
20 M
21 G
22 V
23 S
24 D
25 L
26 M
27 M
28 G
29 V
30 S
31 D
5
Campanile
Il sacerdote Vincenzo PUXEDDU fu Vicario di Masullas dal 1° ottobre 1806 fino alla
sua morte avvenuta il 19 settembre 1830. Egli fece fabbricare il campanile e lo
inaugurò nel 1812.
Sopra la porta d'ingresso della torre campanaria, dalla parte del piazzale, vi è questa
iscrizione: SERRA DUMDIOECESIM SEDE VACANTE REGERET - PUXEDDU
PAROCHUS HOC PEREGIT OPUS A. 1812. Il significato è questo: "Durante il
tempo in cui il Decano Giov. Battista Serra, in qualità di Vicario Capitolare, reggeva
la Sede vacante (dalla morte di Mons. Aymerich - 1806 - alla nomina di Mons.
Paradiso, 1819, ndr), il Parroco Vincenzo Puxeddu fece quest'opera nell'anno 1812".
Ben inteso che non fu lui il muratore! Infatti, fin dal 28 settembre 1809, si erano
estratti dalla cassaforte della parrocchia duecento scudi e, all'atto in cui veniva
stipulato il contratto, furono consegnati al Mastro Lorenzo Frassettu di Cagliari,
impresario della fabbrica del nuovo campanile.
Altri duecento scudi gli furono consegnati il 2 giugno 1810. A novembre del 1811
vennero pagati i lavori per la costruzione della scala del nuovo campanile e così di
seguito, ogni due mesi, si vanno consegnando centinaia di scudi fino a quando, a
opera finita, l'8 settembre 1814 il Vicario Puxeddu fa il riepilogo delle somme
consegnate, che equivalgono ad un totale di scudi sardi 2430. Ora, egli dice, se si
considera che nella cassaforte della chiesa vi erano soltanto scudi 2100, 4 reali, 0
soldi e 4 dinari, è evidente che il Parroco ha anticipato di sua tasca 329 scudi e sei
reali, che gli dovranno essere rimborsati appena la chiesa avrà nuove entrate. Nella
nuova torre, ebbe degno collocamento l'antica e bellissima campana di Mons.
Brunengo del 1666.
Il campanile di Masullas, con i suoi 38 metri di atezza, è uno dei più alti in Sardegna,
assieme a quello di Mores, di Nostra Signora di Saccargia a Codrongianus, di
Carbonia e pochissimi altri.
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Prospetto d’insieme della chiesa
AGOSTO
1 L
2 M
3 M
4 G
5 V
6 S
7 D
8 L
9 M
10 M
11 G
12 V
13 S
14 D
15 L
16 M
17 M
18 G
19 V
20 S
21 D
22 L
23 M
24 M
25 G
26 V
27 S
28 D
29 L
30 M
31 M
5
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Processo inquisitorio
sulla violazione del diritto
d'asilo all'interno della chiesa
Nella notte del 31 agosto del 1830, il capitano dei
barracelli di Masullas, Giuseppe Coni del fu
Michele, arrestò il sartore Franco Camedda di
Terralba e lo condusse nella casa del Maggiore di
Giustizia Battista Ghiani per essere custodito nei
ceppi baronali. Il giorno successivo il Camedda
riuscì ad evadere e si rifugiò all'interno della
Chiesa Parrocchiale, posta proprio di fronte
all'abitazione del Maggiore di Giustizia.
Questi, assieme al figlio Francesco, una volta
rintracciato l'evasore all'interno della
Parrocchiale, con violenza e a viva forza lo
trascinarono fuori per rinchiuderlo nuovamente
in carcere.
Per questa azione, però, il Maggiore di Giustizia ed
il figlio vennero processati dall'Inquisitore
Ordinario Don Raimondo Antonio Tore, "poiché si
azzardarono a violare l'immunità ecclesiastica non
avendo domandato il preventivo permesso per
l'estrazione di esso rifugiato com'è stabilito
nell'art. 3259 del nuovo Codice….e volendo prima di
dichiarali scomunicati accertarci del fatto com'è
accaduto…".
Seguì un regolare processo, tenutosi alla presenza
del notaio Francesco Fedele Coni di Masullas e del
Vicario Giuseppe Muscas, al quale vennero
chiamati a deporre in qualità di testimoni tante
persone che assistettero ai fatti.
Di seguito si riporta la testimonianza di Domenico
Vincenzo Melis il quale, nel riferire sull'accaduto,
fa ben comprendere lo stato in cui si trovavano il
sagrato ed il piazzale della chiesa: "Nel giorno
primo dell'andante settembre circa le ore due
pomeridiane mentre riposavo in mia casa
Acquasantiera - Presunta provenienza dalla chiesa di San Vito
d'abitazione in questo villaggio e vicinato De Cresia sento
qualcuno gridare "Agitoriu a su Pappa, ca seu in
Cresia"….vidi al chiarore del giorno …il Battista e
Franco, padre e figlio Ghiani, …volendolo tradurre fuori
di quel piazzale… e portavano afferrato il Camedda,
vedendolo, come ho supposto estralo dall'asilo della
chiesa era a vicinanza d'un pozzo che esiste nel centro del
piazzale di questa Chiesa, il quale distava dalle tre porte
che tiene quel piazzale da venticinque in trenta passi
ordinari presso poco" . Interrogato se il piazzale di questa
Parrocchiale Chiesa sia ben chiuso il Melis risponde: "Il
piazzale di questa Parrocchiale Chiesa è ben chiuso a muro
fabrico molto più alto di un uomo a cavallo e non si può
varcare se non è con scala, e ha tre usci, due con le rispettive
porte, e uno verso levante senza porta che è mi consta, e
posso deporre sulle fattemi domande".
SETTEMBRE
1 G
2 V
3 S
4 D
5 L
6 M
7 M
8 G
9 V
10 S
11 D
12 L
13 M
14 M
15 G
16 V
17 S
18 D
19 L
20 M
21 M
22 G
23 V
24 S
25 D
26 L
27 M
28 M
29 G
30 V
5
Il marchio civico di Iglesias
in un rarissimo calice d’argento
conservato nella chiesa di Masullas
L'esame dell'argenteria sacra conservata nella chiesa parrocchiale di Masullas,
effettuata in tempi recenti dal Dottor Claudio Galleri della Soprintendenza ai
Beni Archeologici e Architettonici della Sardegna, ha restituito un elemento
importante per la storia dell'oreficeria nell'Isola. Si tratta di un bellissimo
calice con il raro punzone, o marchio territoriale di garanzia, impresso sotto la
base dello stesso, della città di Iglesias. Insieme a ripetuti segni di assaggio,
entro due righe perlinate si legge VILLE ECLIE, un'abbreviazione di Ville
Ecclesie (Villa di Chiesa), che trova rispondenza in diverse iscrizioni
medievali.
Iglesias era compresa tra i centri obbligati alla marcatura dell'argento nel
privilegio reale di Alfonso III d'Aragona nel 1331, indicazione implicita di
un'attività orafa rimasta fin qui priva di sicure testimonianze materiali. Il calice
di Masullas rappresenta, infatti, l'unico esemplare sinora conosciuto, col
punzone di Villa Ecclesiae.
Tale produzione artigianale poteva chiaramente avvantaggiarsi della notevole
presenza di materia prima nelle miniere circostanti e della connessa industria
estrattiva avviata sotto la dominazione pisana.
Alla luce di tutti i possibili riferimenti, secondo il Galleri, la datazione più
convincente dell'opera si orienta verso la fine del XV secolo.
Tra gli altri pezzi di ottima fattura conservati nella nostra chiesa è stata
riscoperta un'incensiera sempre del XV secolo.
E' da segnalarsi un turibolo cinquecentesco cagliaritano con lo stemma del
Vescovo Sanna.
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Calice del XV secolo
OTTOBRE
1 S
2 D
3 L
4 M
5 M
6 G
7 V
8 S
9 D
10 L
11 M
12 M
13 G
14 V
15 S
16 D
17 L
18 M
19 M
20 G
21 V
22 S
23 D
24 L
25 M
26 M
27 G
28 V
29 S
30 D
31 L
5
Campana de "Sa Gloriosa”
Esisteva presso l'abside dell'attuale chiesa
un vecchio campanile a vela sul quale fu
collocata la bellissima campana che Mons.
Brunengo fece fondere in Cagliari nel 1666
ad opera del tedesco Mastro Giacomo
Keller.
Come da usanza storica, questa campana, che
è la maggiore del nostro campanile, porta lo
stemma del benefattore, in questo caso di
Mons. Brunengo, cioè una pianta sul cui
tronco si appoggia un leone rampante e,
sopra la pianta, un'aquila in volo verso il
sole.
L'iscrizione è questa: "ANNO 1666 ME
FECIT FIERI ILL.MUS ET REV.MUS D.
JOANNES BRUNENGO EPISCOPUS
UXELLEN - PRO PARROCCHIALI
ECCLESIA BETAE MAIRAE VIRGINIS
GRATIARUM OPPIDI DE MASULLAS"
(Anno 1666 - Mi fece costruire l'Ill.mo e
Rev.mo Signore Giovanni Brunengo
Vescovo di Usellus per la Chiesa
parrocchiale della Beata Vergine delle
Grazie della città di Masullas).
A quel tempo Masullas era nel gruppo della
Parrocchie che formavano la Mensa
Vescovile, come Terralba ed altre, perciò
Parroco e amministratore diretto ne era il
Vescovo, rappresentato in Parrocchia dal suo
Vicario Parrocchiale.
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Eravamo in un periodo in cui i Sardi
tentavano di scuotersi dal giogo del governo
spagnolo. La Regina di Spagna, Marianna
d'Austria, madre di Carlo II, in quell'anno
1666, per le sue spese di guerra contro la
Francia, aveva chiesto forti somme di denaro
alla Sardegna. Si opposero a questa imposta,
e ad altri soprusi, il marchese di Laconi ed il
Vescovo di Ales Mons. Brunengo che, si
vuole pensare, avesse preferito utilizzare
proprie risorse più per realizzare, tra l'altro,
la campana per la parrocchia della B.V. delle
Grazie a Masullas piuttosto che versarle ai
dominatori spagnoli. Anche per tale motivo
Mons. Brunengo venne qualificato per
nemico della Spagna e del suo Vicerè
marchese di Camarassa; quando il 21 luglio
1668 il Vicerè fu ucciso da un gruppo di
congiurati, Mons. Brunengo ebbe la
sventura di essere coinvolto tra i
responsabili: perciò fu relegato per diversi
anni in Spagna, finchè, avendo dimostrato la
sua innocenza, potè tornare in Ales nel 1672.
Morì in Sassari il 23 novembre 1679.
Anche di questi eventi storici fu testimone la
campana de "Sa Gloriosa" di Masullas e,
considerato che, dopo tanti secoli, la stessa
svolge il suo compito e pure con una dolce
armonia, ciò può voler significare, oltre che
di aver dimostrato la sua perfetta fusione,
che intende tramandare nel tempo a tutti i
Masullesi un messaggio di cultura e di pace.
La campana de Sa Gloriosa
chiama a raccolta i fedeli
NOVEMBRE
1 M
2 M
3 G
4 V
5 S
6 D
7 L
8 M
9 M
10 G
11 V
12 S
13 D
14 L
15 M
16 M
17 G
18 V
19 S
20 D
21 L
22 M
23 M
24 G
25 V
26 S
27 D
28 L
29 M
30 M
5
Comune
di Masullas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
Miracolo di Maria Carboni
Registro dei Defunti di Masullas 1734-1754.
"Sette gennaio 1744. E' passata a miglior vita
MARIA CARBONI dell'età di circa
settantesette anni, morendo nell'unione di
Santa Romana Chiesa e coi sacramenti della
confessione, comunione ed estrema unzione.
Ha lasciato in tutti grande speranza della
sua eterna salvezza per la grande sofferenza e
pazienza, che ebbe nella sua grande e lunga
malattia, specialmente di piedi, immobile e
ricurva verso terra in una estrema povertà,
senza possedere alcun vestito se non qualche
umile panno che le davano per elemosina e
senza vere alcun cibo ad eccezione di qualche
povero alimento che i vicini non le
lasciavano mancare, vedendola tanto patire,
senza infastidirsi, né incollerirsi, né
lamentarsi. Dopo che era morta da
settantatre ore, per ordine e permesso del
Molto Reverendo Parroco, e autenticato dal
Notaio Pietro Antonio Fenu e firmato da
testimoni, il giorno successivo al salasso si
riesaminarono le punture e si trovarono
cicatrizzate e con affluenza di umore, come
suol fare un salasso nei corpi sani.
In tutto il tempo che ne rimase sospesa la
sepoltura, cioè per sei giorni, il corpo restò
flessibile, molle come stoppa, colorito nella
carnagione, di modo che premendolo con la
mano diventava bianco e poi tornava rosso.
Di più, mentre quando era ancora viva il suo
corpo era contratto e arrotolato, senza poter
raddrizzare né piedi né braccia, invece dopo
aver ricevuto l'olio Santo, si raddrizzò tutta
la persona, come se fosse stata sempre sana e
non avesse avuto malattia alcuna. E non
tramandava nessun cattivo odore, come
avrebbe dovuto per la dissenteria di cui era
morta.
Statua del Cristo morto e fonte battesimale avvolti in una cascata di luci ed ombre
Dopo sei giorni fu sepolta, in chiesa, nella cappella del
Purgatorio, alla parte del Vangelo, dove non c'era sepolto altro
cadavere. Il funerale fu fatto con tutta solennità e per amor di
Dio, a presenza di Felice Solas e di Mastro Bonaventura Solinas.
Firmato Antonino Fenu cura".
Il sopraddetto racconto, scritto con meravigliosa semplicità, ci
fa credere che la povera Maria Carboni, vissuta nella
sofferenza e nella perfetta sottomissione alla volontà di Dio,
era un'anima veramente pia, ed è morta, come dice il Registro,
lasciando grande speranza della sua eterna salvezza.
DICEMBRE
1 G
2 V
3 S
4 D
5 L
6 M
7 M
8 G
9 V
10 S
11 D
12 L
13 M
14 M
15 G
16 V
17 S
18 D
19 L
20 M
21 M
22 G
23 V
24 S
25 D
26 L
27 M
28 M
29 G
30 V
31 S
5
Comune
di Masullas
Parroci di Masullas
Anticamente Masullas era nel numero delle parrocchie che
formavano la cosiddetta Mensa Vescovile, e pagava le
decime al Vescovo di Terralba, e poi al Vescovo di Ales.
Perciò suo Parroco era direttamente il Vescovo, che la
amministrava per mezzo del suo Vicario Generale.
I tre o quattro sacerdoti (vice parroci) che vi esercitavano la
cura delle anime avevano eguale autorità tra di loro e
dipendevano dalla Curia di Ales.
I vicari parrocchiali di Masullas iniziano la loro serie
soltanto nell'anno 1766, cioè dalla seconda visita pastorale
di Mons. Pilo, il quale vi costituì primo Vicario il sacerdote
Pedro Antiogo Pinna.
Questo l'elenco completo dei parroci succedutesi nella
Parrocchia di Masullas:
1. Vicario Pedro Antiogo PINNA, dal giugno 1766 al 31
dicembre 1774;
2. Vicario Raimondo FRAU, dal 1° gennaio 1775 fino alla
morte, che lo colse a 58 anni il 13 dicembre 1796;
3. Vicario Giovanni Battista MACCIONI, dal gennaio 1797
fino ai suoi 58 anni, in cui morì il 19 settembre 1806;
4. Vicario Vincenzo PUXEDDU, dal 1° ottobre 1806 fino
alla sua morte avvenuta il 19 settembre 1830;
5. Vicario Antioco CANCEDDA. Nato a Simala nel 1802, fu
ordinato Sacerdote il 20 dicembre 1825, fu nominato
Vicario di Masullas nel 1830 e vi rimase fino al 1834;
6. Vicario Ignazio SERRU, nato a Guspini nel 1804, fu
nominato Vicario di Masullas nel 1835, dove morì il 21
aprile 1867;
7. Vicario Battista CONCU, di Francesc'Antonio, nato a
Masullas l'8 marzo 1823, ordinato Sacerdote il 20 marzo
1847 e diventato subito Viceparroco del nostro paese. Ne
divenne Pro-Vicario alla morte del Vicario Serru. Nel
1872 ebbe la nomina di Vicario perpetuo e ne prese
possesso il 21 luglio dello stesso anno. Morì in Masullas
a 66 anni il 18 aprile 1889. Fu allora designato a reggere
provvisoriamente la Parrocchia di Masullas il Parroco di
Siris Rev. Antioco Serra e poi il Rettore Sanna di Mogoro;
8. Parroco Angelo FLORIS, di Ales, dove nacque il 20
settembre 1837. Dal 1° dicembre 1889 diventa Parroco di
Masullas con reggenza in Siris. Dal 1° luglio 1892 fu
nominato Parroco di Villacidro dove morì il 25 maggio
1908;
9. Parroco Salvatore CABITZA, nativo di Gonnosfanadiga.
Resse la Parrocchia di Masullas dal 6 luglio 1892 al 30
settembre 1894. Edificò il bellissimo Altare Maggiore in
Sa Gloriosa de Masuddas
Predi Antiogu,
arrettori
de Masuddas
marmo, con la relativa balaustrata e pavimento sempre
in marmo;
10. Parroco Carlo CASULA, nato a San Gavino Monreale il
1° dicembre 1867. Dal 1° ottobre 1894 divenne Parroco
di Masullas e reggente di Siris, sino al 30 ottobre 1898.
Morì a San Gavino il 30 maggio 1904;
11. Parroco Antonio COCCO, nato a San Gavino Monreale
il 30 maggio 1875. Ordinato Sacerdote il 24 settembre
1898, col 1° novembre 1898 fu Parroco di Masullas, ove
diffuse la devozione al Sacro Cuore di Gesù,
acquistandone la statua, che fu benedetta da Papa
Leone XIII il 31 dicembre 1901. Il 7 aprile 1902 fu
nominato Parroco di Collinas. Morì a Cagliari il 19
novembre 1912;
12. Vicario Giovanni COCCO, nato a San Gavino
Monreale il 24 marzo 1867. Il 1° aprile 1902 ebbe la
nomina di Vicario Perpetuo di Masullas e ne prese
possesso il 28 dicembre 1902. Completò la
pavimentazione in marmo delle cappelle. Rinunziò
alla Parrocchia con effetto dal 1° aprile 1917, ritirandosi
in San Gavino, dove morì il 26 marzo 1940;
13. Parroco Antonio SERRA CORTIS, nato a Villaverde il
16 dicembre 1866. Il 1° aprile 1917 fu nominato Parroco
di Masullas, dove arrivò il 28 maggio. Vi morì il 15
novembre 1942;
14. Parroco Umberto SIDERI, nato a Siddi il 20 marzo 1915.
Ordinato Sacerdote il 25 luglio 1942, divenne Parroco di
Masullas il 15 novembre dello stesso anno, sino al 1°
ottobre 1943 quando venne trasferito a Gonnosnò. E'
morto a Gonnosnò il 13 aprile 2007;
15. Parroco Francesco MELIS, nato a Simala il 9 agosto
1889. Ordinato Sacerdote il 6 settembre 1914. Dal 1°
ottobre 1943 divenne Parroco di Masullas, sino al 30
settembre 1971. Ebbe per Viceparroci il sacerdote Don
Egidio Vacca dal 14 ottobre 1963 sino al 26 novembre
1969 e, successivamente, il sacerdote Don Tarcisio Ortu
dal 1969 al 30 settembre 1971. Don Melis è morto a
Lunamatrona il 28 aprile 1980;
16. Parroco Liberale CARTA, nato a Mogoro l'8 gennaio
1935. Divenne parroco di Masullas il 1° ottobre 1971
sino al 30 settembre 1988;
17. Parroco Giovanni BIANCU, nato ad Arbus il 21
dicembre 1942. Dal 9 ottobre 1988 divenne parroco di
Masullas sino al 17 ottobre 1999;
18. Parroco Giuseppe CARTA, nato a Cagliari l'11 agosto
1937. Titolare della parrocchia di Masullas dal 1°
novembre 1999 a tutt'oggi.
Scarica

Calendario 2011 - Comune di Masullas