Istituto Comprensivo Statale
“Antonio Gramsci”
Bacoli (Napoli)
Scrittura Creativa
I.C.S. “A. Gramsci” di Bacoli – PON 2007-2013 “Competenze per lo sviluppo” - C-4-FSE-2007-193
gara letteraria scuola primaria
Intervento di preparazione per la partecipazione al
24° Trofeo Nazionale di Poesia e Narrativa del Ragazzo
C- 4 - FSE - 2007 – 193
PREMIO SCAFATI 2008
24° Trofeo Nazionale di Poesia e Narrativa del Ragazzo
sezione “Rocco Scotellaro”
docenti - tutor
ins. Luciana Napoletano
ins. Nunzia Di Meo
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via Lungolago Rotonda Miliscola 80070 Bacoli (Napoli) telefax 0815233080 – [email protected] - www.icsgramsci.it
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C- 4 - FSE - 2007 – 193
Scrittura Creativa
gara letteraria scuola primaria
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La Scrittura Creativa
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concorso letterario scuola primaria
ha avuto una durata di 30 ore e si è svolto nell’ambito del Piano
Integrato di Istituto, a.s. 2007/08, ed è stato cofinaziato dal Fondo
Sociale Europeo nell’ambito del Programma Operativo Nazionale
2007-2013 “Competenze per lo sviluppo” a titolarità del Ministero
della P.I. – Direzione Generale Affari Internazionali.
Le lezioni si sono tenute dal 7 febbraio al 24 aprile, hanno visto la
partecipazione attiva ed entusiasta di 18 alunni della Scuola
Primaria dell’Istituto, sono state condotte dalle insegnanti
Luciana Napoletano e Nunzia Di Meo
Gli alunni hanno partecipato, con testi poetici e narrativi, alla
selezione del
24° Trofeo Nazionale di Poesia e Narrativa del Ragazzo
Premio Scafati 2008
sezione “Rocco Scotellaro”
La piccola
Alessia Rondinella
è stata ammessa alla finale ed ha conseguito il
2° Premio
per la Poesia
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Poesia finalista e vincitrice del 2° Premio al
24° Trofeo Nazionale di Pesia e Narrativa del Ragazzo
Premio Scafati 2008
sezione “Rocco Scotellaro”
Haikù: Luce
di
Rondinella Alessia
3aA plesso Mazzone
Luce accesa
gioia e fantasia
nel cielo ci sarà
Odore di fantasia
emozioni che volano via
sembra essere in un sogno
Un fiore rosa
una luna luminosa
una sera fantasiosa.
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pag. 8
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Capuano Ada 5a B plesso Cappella B
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Nuvole
Le nuvole si
alzano libere
ma inquiete.
Molti sono i
Paesaggi, i fiori
mai visti.
Odore d’erba
senti ogni secondo, e
vedo il cielo giocondo.
Save to the octopus
Tutti dicono che nel mare asiatico c'è un polpo trasformista ma io
non ci credo e perchè sono una biologa ho deciso di verificare. Ora
il sub mi ha dato il segnale, posso finalmente scendere , sono a
cinque metri di profondità, c'è un masso molto strano ora vado ad
esplorarlo, c'è un buco abbastanza profondo da entrarci infatti ora
lo esploro mi addentro sempre di più e all’improvviso: " Ho mamma
mia c'è un grandissimo polpo con otto tentacoli !! "Sto scappando il
più veloce possibile ma non c’è la faccio ho molta ho molta paura!!
Sto cercando un posto dove nascondermi per attendere che il polpo
esca e far si che lo veda meglio. Sta uscendo!! Ora cerco di
avvicinarmi, mi avvicino, ma lui sta scappando:-"Non te andare!" gli
ho appena gridato. Lui si sta avvicinando:- "Ciao!" mi dice e mentre
parla si trasforma in un serpente marino:-"E per questo che mi
cacciano!" Mi dice il polpo. All'improvviso escono due sub con il
retino e si dirigono verso il polpo, allora incomincio a prendere delle
pietre e gliele scaglio contro. All'improvviso cadono sul fondo
sabbioso e gli scatto una foto. Non preoccuparti si farà giustizia ( gli
dico ). Sto risalendo in superficie. " Come è andata ?" mi chiedono
tutti e gli dico che è andata bene. Forza andiamo al commissariato !
(mi cambierò prima!) Stiamo andando al commissariato... Stiamo
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entrando... Siamo nella stanza. "Buongiorno signor commissario vi
voglio mostrare una foto". Il commissario la sta vedendo "Queste
due persone le stavamo cercando, mi saprebbe dire dove stanno? "
"Si lo so, dove dovrebbero stare, se non mi sbaglio sono in mare".
Ora me ne sto andando a casa. Sono appena arrivata e mi squilla
il cellulare, ho risposto, il commissario mi ringrazia: c'è giustizia per
il polpo.
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Carannante Biagio 5a A plesso Mazzone
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Rap mania
Rap mania
Io mi chiamo Biagio Langhe
e vengo da Maranghe
ora vivo a Torino
con il mio amico Pollino.
Io e lui giochiamo a pallone
con il mio amico Bullone.
Ci divertiamo a palleggiare
ma non a contare
siamo tre monelli
ma siamo come tre fratelli.
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Carannante Floriana 3aB
Cappella B
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La figlia del re Federico
C'era una volta un re di nome Federico che non trovava la figlia.
Allora un giorno il re disse a tutto il paese che chi avesse trovato
sua figlia l'avrebbe avuta in sposa. Un signore quando aveva
sentito quella notizia preparò un equipaggio prese la nave e parti.
Cercava e cercava finche senti una voce che gridava e che diceva:
"Aiuto aiuto" quella voce veniva da una caverna. Lui segui la voce e
così arrivò dalla principessa. Lui diceva che doveva scappare
perchè c'era un delfino che si trasformava ogni ora in un dinosauro
che sputava polvere di stelle nere. Lui senza dire niente la prese e
la portò sulla nave. La portò a re Federico. Il re era felice che fece
sposare la figlia con il suo salvatore. Ma solo a una condizione
l'avrebbe dovuta trattare bene e rispettarla. Vissero felici e contenti.
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Carannante Giuseppe Classe 5aA plesso Mazzone
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Attacco degli insetti giganti
Un giorno un ragazzo di nome Jon era nella sua camera a leggere
un libro. All’improvviso sentì uno strano rumore, come quello di una
moto, allora decise di andare a controllare, vide un’ombra molto
grande dietro le tende, ma appena le spostò vide una vespa
gigante.
La vespa cercò di pungerlo, ma lui appena entrato in camera si
difese con un cuscino. Lei però aveva l'acido nel pungiglione
sciolse il cuscino come un'aspirina nell’acqua. Jon allora non
sapeva come fare, ma poi gli venne un lampo di genio, infatti gli
insetti si schiacciano facilmente, allora prese il libro e glielo lanciò di
taglio nel petto, così trafisse la vespa che morì subito.
Jon all'improvviso si sentì come se della schiuma gli cadesse
addosso ed era proprio così: c'era un ragno sul soffitto che lo
voleva mordere.
Jon si spaventò perchè il ragno era grande quasi come tutta la
stanza e si sarebbe ferito se avesse preso il libro,sporco dell’acido
della vespa.
Jon non aveva più tempo per pensare, perciò fece la prima cosa
che gli venne in mente; si ricordò di avere un accendino e dei rami
piuttosto robusti e lunghi, nel cassetto del comodino.
Fece uno scatto e bruciò i rami, dopodiché li buttò addosso al ragno
il quale si bruciò come un fiammifero e cadde a terra un po’ristretto.
Jon si tranquillizzò, però avrebbe scommesso che ce ne fossero
altri di insetti giganti da 1 a 3, quindi decise di uscire a controllare
di nuovo.
Si armò di una pistola a piombini e di un arco a frecce co una punta
di pietra. Jon non si sbagliava, infatti aveva visto una mantide
religiosa con delle zampe con lame affilatissime, scintillavano
moltissimo; allora Jon usò l’arco colpendo la mantide nell’addome.
La mantide riusciva ancora a tenersi in piedi, vide Jon e gli colpì il
braccio facendogli un taglio profondo. La ferita sanguinava
moltissimo e Jon arrabbiato prese la pistola la puntò verso la
mantide e la colpì in testa, buttava fuori molto sangue color nero e
dopo un po’ morì. All’improvviso sentì come due cose d’acciaio che
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sbattevano fra loro, poi spuntò fuori una formica; Jon non era in
grado di difendersi vista la ferita sul braccio, quindi fece una cosa di
fretta, così prese l’arco e la colpì dritta nel cuore.
La formica strideva a squarciagola e pian piano morì, però si
sentiva uno strano rumore provenire dalla cucina perciò Jon prima
si curò la ferita e poi andò a osservare cosa succedesse.
C’era una strana cosa , come un miscuglio di insetti, Jon si nascose
per non farsi vedere; tirò fuori l’arco per cercare di trafiggere quella
cosa, ma la freccia si ruppe a contatto con lei.
Appena si girò, vide Jon e gli spruzzò dell’acido colpendolo sul
ginocchio, lui cadde a terra con un dolore atroce urlando.
Mentre cadeva si aggrappò ad un cassetto il quale cadde su di Jon,
lui ci guardò dentro e vide una pistola vera, la prese di fretta e
subito la puntò verso la cosa, la colpì dritta nello stomaco e così
uscì a spruzzi acido il quale era il suo sangue.
Jon vinse così la battaglia con delle ferite gravi e se ne tornò subito
a letto a dormire per riprendersi e se fosse successa di nuovo una
cosa del genere ormai sapeva come difendersi.
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Cuozzo Giusy Gioia
5aA plesso Cappella A
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Francesca
C’era una volta in un orfanotrofio diretto da suore, una ragazza di
10 anni do nome Francesca.
Aveva tanti sogni nel cassetto: diventare una grande ballerina,
essere adottata da una famiglia. Ma quello che voleva di più. Era
scoprire i suoi veri genitori, anche se erano morti.
Un giorno venne una coppia che non poteva avere figli, alla fine
adottarono Francesca, lei era felicissima, si preparò in fretta la
valigia, salutò i suoi amici e se ne andò con la sua nuova famiglia.
Francesca si trovò molto bene con i suoi nuovi genitori, aveva tutto
quello che voleva.
Passarono molti anni, precisamente 8, era il giorno del suo
compleanno, fece una festa grandiosa, ebbe tanti regali, ma il suo
preferito fu quello dei genitori; le avevano regalato un corso di
danza..
Venne la sere e andò a dormire, sognò i suoi amici all’orfanotrofio e
sognò anche delle promesse che si era fatta, cioè ritrovare i suoi
veri genitori. Il giorno seguente andò nell’orfanotrofio e trovò solo
Giuseppe che ormai era cresciuto, Francesca rimase di stucco a
vedere Giuseppe cosi cresciuto.
Seppe poi da Suor Giorgia che gli altri erano stati adottati. Lei era
triste di non vederli ma anche felice per loro. Chiese a Suor Giorgia
chi l’avesse portata lì e se lei sapesse qualcosa del suo passato. Le
rispose che l’aveva portata una giovane molto gracile nel momento
di lasciarla le disse che la medaglia che aveva al collo Francesca
era divisa in due l’altra meta era al collo della mamma cioè la donna
che l’aveva portata lì, Francesca malinconica andò via. Passarono
molti mesi e il pensiero quella medaglia non la lasciava mai. Intanto
continuava il corso di danza. Un giorno mentre prendeva lezione di
ballo arrivo una nuova insegnante molto bella. Ballava benissimo
tanto che Francesca restò affascinata. Iniziò a prendere lezioni con
la nuova insegnante e ne era affascinata ogni giorno di più. Un bel
giorno mentre ballava l’insegnante si sentì male, Francesca
nell’aiutarla vide al collo l’altra meta della medaglia che lei portava.
Fu presa dal panico non sapere più cosa fare, cosa dire ma la
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felicita era tanta che non resistette e le buttò le braccia al collo
gridando mamma. L’insegnante guardando l’altra metà della
medaglia abbracciò forte Francesca, dicendola in lacrime che
l’aveva cercata tanto e finalmente l’amore per la danza le aveva
fatte ritrovare.
Ora Francesca ha 25 anni è molto felice. La famiglia adottiva ha
capito l’importanza per Francesca di vedere la sua vera mamma e
lei si divide tra le due famiglie dando tanto amore a tutti. Ciao
Francesca.
pag. 16
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Della Ragione Mario 5aA plesso Mazzone
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Tifo balordo
Chi di Roma borbotta
Vive in una grotta
Chi Napoli tifa
Non avrà mai fifa
Chi ha una grande giovinezza
Fa le partite fra la “monnezza”
Italia ti ho sempre seguita
Come quando un cane è entrato in mezzo alla partita
E infine chi del Lazio è un tifoso
Ha l’alito fetoso
pag. 17
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Epifanio Jessica 5aA plesso Cappella A
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Il sogno di Giorgia
C’era una volta, in un piccolo paesino di campagna, una ragazza
che amava cantare. Questa ragazza si chiamava Giorgia e viveva
in un bellissimo palazzo, però lei era semplicemente un umile
cameriera. Un giorno il padrone del palazzo, il signor Augusto,
mandò Giorgia al mercatino del paese per comprare un po’di frutta
per il gran banchetto che si svolgeva la sera stessa. Mentre tornava
a casa, Giorgia fece cadere per sbaglio tutta la frutta, allora un
gentile signore che stava passando per quella strada, vide Giorgia
e subito si precipitò ad aiutarla. Quando il signore si abbassò sentì
una dolcissima vocina che cantava la canzone più popolare del
paese, la tarantella. Il signore, che era poi un cantante
professionista, in cerca di una compagna per partecipare alla gara
più attesa dell’anno, la famosa sfida tra cantanti, che veniva
trasmessa anche in tv. Allora il signor Lorenzo senza perdere
tempo propose a Giorgia di essere la sua compagna e Giorgia
accettò. Così i due corsero subito nella sala prove a provare la
canzone e, dopo un mese Giorgia e il signor Lorenzo vinsero la
gara e si sposarono. Inoltre, Giorgia non fu più costretta a lavorare
per il signor Augusto.
pag. 18
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Guardascione Amedeo 5aB plesso Cappella B
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Alla ricerca della principessa rapita
C’era una volta il re di un mondo fantastico di nome Augusto XVI.
Augusto aveva una figlia di venti anni che si chiamava Taylor, la
quale venne rapita da una piovra. Il re disse che chi l’avrebbe
trovata sarebbe stato premiato con la mano di Taylor.
Visto che nessuno l’aveva trovata cercando sulla terra ferma, un
uomo di nome Jack Landers pensò di cercarla via mare e al re
questa proposta piacque molto, quindi il re gli ordinò di formare una
flotta in grado di ritrovare sua figlia.
Nessuno degli uomini ingaggiati da Jack voleva salire per primo
sulla nave.
Un vedovo vagabondo di nome Peter Carson era molto coraggioso
che salì per primo sulla nave, tutti lo seguirono a ruota e alla fine
partirono.
Una sera Peter bevve per sbaglio un grosso boccale di birra al
posto dell’acqua e si ubriacò; ubriaco cadde a terra svenuto, Jack
ordinò ai suoi uomini di metterlo in una cisterna.
All’alba del giorno dopo Peter si svegliò e sentì Jack e la flotta che
discutevano su come sbarazzarsene, dopo un po’avvistarono una
grande isola e decisero di abbandonare Peter con la scusa di fare
alcune ricerche; Peter prima di scendere sull’isola confessò a Jack
di aver sentito tutto quindi Jack, con una pistola sparò sfiorandolo e
facendolo cadere in acqua ferito.
In una grotta dell’isola trovò la figlia di Augusto e la liberò, in cambio
la ragazza Taylor gli diede la sua corona e gli disse che la piovra
alle cinque in punto si trasformava in un pesce gatto, appena si
fecero le cinque Peter gettò attaccato ad un amo un pezzo di
banana, l’animale abboccò e quando Peter lo tirò lo ammazzò con
un bastone.
Appena tornarono indietro Jack e la sua flotta, Peter e Taylor si
aggrapparono alla nave, quando la flotta li trovò gettarono Peter a
mare e al castello del re stavano per sposarsi Taylor e Jack .
Ad un tratto arrivò un uomo ricoperto di alghe che appena scuoté la
testa si vide la corona che Taylor gli aveva dato e capì che
quell’uomo era Peter, si sposarono e Jack fu arrestato.
pag. 19
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Merone Gennaro 5aA plesso Cappella A
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Alla ricerca della principessa rapita
C’era una volta il re di un mondo fantastico,di nome Augusto 16.
Sua figlia aveva ventuno anni e si chiamava Taylor. Quando fu
rapita da una piovra il re disse che chi l’avrebbe trovata. Sarebbe
stato ricompensato con la mano di Taylor. Visto che nessuno
l’aveva trovata cercando in terra ,un uomo di nome Jack Landers
pensò di cercarla via mare e al re questa proposta piacque molto,
quindi il re gli ordinò di formare una flotta in grado di ritrovare la
figlia. Nessuno degli uomini ingaggiati da Jack voleva salire per
primo sulla nave. Un vedovo vagabondo di nome Peter Carson era
molto coraggioso, salì per primo sulla nave , tutti lo seguirono a
ruota e alla fine partirono. Una sera per sbaglio Peter bevve birra al
posto di acqua e si ubriacò cadde a Terra svenuto,Jack ordinò ai
suoi uomini di metterlo in una cisterna. All’alba del giorno dopo
Peter si svegliò e sentì Jack e la flotta discutere di come
sbarazzarsi di lui , dopo un po’avvistarono una grande isola e
decisero di abbandonare lì Peter con la scusa di fare delle
ricerche;prima di scendere sull’isola Peter confessò a Jack di avar
ascoltato tutto,quindi Jack lo sparò sfiorandolo e facendolo cadere
in acqua ferito.
In una grotta dell’isola trovò la figlia di Augusto e la liberò, in cambio
Taylor gli diede la sua corona e gli disse che alle 5 in punto la
piovra si trasformava in un pesce gatto. Appena si fecero le 5 Peter
gettò attaccato ad un amo un pezzo di banana , l’animale abboccò
e quando Peter lo tirò su, lo ammazzò bastone. Appena tornarono
indietro Jack e la sua flotta Peter e Taylor si aggrapparono alla
nave, quando la flotta li trovò gettarono Peter a mare e al castello
del re stavano per sposarsi Taylor e Jack. Ad un certo punto arrivò
un uomo ricoperto di alghe che appena scosse la testa Si vide la
corona di Taylor e la ragazza capì che quell’uomo era Peter, alla
fine Taylor e Peter si sposarono e Jack fu arrestato con tutta la sua
flotta.
pag. 20
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Merone Luisana 5aA plesso Cappella A
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Rosina nel forno
C’era una volta una ragazza di nome Rosina. Essa viveva con una
matrigna e una sorellastra gelosa della sua bellezza e della sua
grazia. Un giorno Rosina fu mandata a raccogliere dei raperonzoli
nell’orto. Sotto un raperonzolo, trovò un nido con cinque rospi
piccini. Le prese in grembo facendo loro un mucchio di moine, ma
una le cascò in terra ferendosi uno zampino. Per vendicarsi il rospo
le fece un maleficio; Appena vede un raggio di sole si trasformi in
una serpe e non possa mai ritornare donna se non entrerà in un
forno infuocato. Da allora Rosina usciva solo al tramonto o quando
il cielo ere coperto di nuvoloni grigi. Un giorno passò di lì un
principe che sé né innamorò e le chiese di sposarla. Il giorno delle
nozze il principe mandò una carrozza tutta chiusa, senza finestrini
per non far prendere alla sposa la luce. La matrigna di Rosina però
ordinò un'altra carrozza con i finestrini e convinse il cocchiere ad
aprirlo un po’a mezzogiorno quando il sole era molto più forte. Un
raggio di sole colpì Rosina e la trasformo in una serpe e scappò via
disperata per il bosco. Quando il principe seppe la notizia,
disperato, sospese la cerimonia, ma diede comunque ordine di
preparare i banchetto per gli invitati giunti da lontano. I cuochi
cominciarono a scaldare il forno. Uno di loro prese una fascina di
legno appena raccolta nel bosco; la stava mettendo nel forno
quando si accorse che in mezzo c’era nascosta una serpe, ma non
fece in tempo a tirarla fuori. La legna prese fuoco, e dalle fiamme
saltò fuori la Rosina, fresca come una rosa e splendente più del
sole. Sentendo le grida di stupore, il principe si precipitò nella
cucina, riconobbe la sua sposa, la prese fra le braccia e si
celebrarono le nozze.
pag. 21
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Numerato Luca 5aA plesso Mazzone
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I bulli
Voi siete i secchioni
e noi i bulloni.
Noi siamo un rock bambino
soltanto un po’latino.
Voi avete Enza
che adora l'esigenza
la mia banda fuma troppo,
ma il fumo costa troppo.
Sanzone
è proprio un grassone.
Sa che da loro
costa tutto come l'oro.
Andiamo in bagno
ma c'è un ragno.
Lorenzino
il piccolino
vuole un palloncino
ma suo fratello
gli compra un pennello.
Lello
voleva un camioncino
ma si è comprato un topolino.
Un polpo in pericolo
Un giorno d'estate andai insieme alla mia famiglia in Australia, nella
casa che avevamo comprato vicino al mare.
Subito arrivati, io indossai il costume e mi tuffai.
Siccome li, il mare é profondo e sono curioso,andai sempre più in
profondità, ad un certo punto mi fermai.
Avevo visto un polpo. Io lo volevo prendere,ma non ebbi neanche il
tempo di battere le ciglia che il polpo si trasformò in un serpente,e
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poi in un pesce scorpione. Non mi sapevo dare una spiegazione su
questo fatto. Mi sembrava di sognare.
All'improvviso il polpo mi parlò. Mi supplicò di aiutarlo,perchè
l’inquinamento stava uccidendo il suo habitat.
In quel momento non sapevo cosa fare,avevo paura ,terrore.
Però mi feci forza, e il polpo mi chiese di aiutarlo a tagliare
l'inquinamento: petrolio, rifiuti...
Io pensai solo a una cosa: "Un granchio, che con le sue chele,
tagliava la parte inquinata e il vento la portava via".
Tutto questo successe per davvero.
Il polpo mi ringraziò e andò per la sua via.
Io ero molto contento per aver salvato quel polpo, perchè era stata
la medesima volta che avevo aiutato un animale in difficoltà.
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Peccerella Maria Giovanna 4aB
plesso Cappella B
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Il sogno di mezzanotte
Mia nipote adorava tanto questa favola e ogni giorno amava tanto
sentirla seduta sulle mie ginocchia ma dalla morte della madre ogni
giorno diventava sempre più triste. La notte di Natale, mia moglie si
recò nella sua stanza e gli raccontò una storia che sua madre le
aveva raccontato da piccola. Lei dopo la storia cadde nelle braccia
del sonno; suonò il rintocco della mezzanotte e lei di colpo si
svegliò sentendo dei rumori strani, guardò fuori la finestra, vide una
cosa sfrecciare nell’aria e pensò che era qualche uccello, ma per
assicurarsi di non essersi sbagliata uscì fuori a controllare però
appena mise piede fuori di casa inciampò in un buco e cadde
dentro di esso svenendo. Al suo risveglio si trovò sulla schiena di
una renna che si muoveva acrobaticamente facendogli venire mal
di pancia, lei dispersa e pensierosa si guardò intorno, non vide
niente e chiese: ”Dove sono finita?” Allora la renna generosa disse
di non preoccuparsi e nel frattempo di godersi il panorama. La
bambina terrorizzata dopo un lungo viaggio arrivò a destinazione in
un posto chiamato Terra Bithia, circondato dal mare da un’acqua
cristallina, limpida, e tiepida. La renna dovette così lasciare la
bambina in quel posto, il quale fu colpito da un’ondata, che lo fece
sprofondare insieme alla bambina che fu subito messa in salvo da
magnifiche creature marine (le sirene). Esse la portarono ad Atlante
una città sottomarina fantastica, dove dettero anche alla bambina
pinne e una magnifica coda ricoperta di branchie e di squame
brillantinate che le permisero di respirare. La bambina nel mondo di
Atlanta fece nuove conoscenze, era fra queste anche alcune molto
bizzarre, però in quel infinito mare di divertimento c’era una voce
che la tormentava ed era quella di sua madre Mariposa, che le
diceva sempre di andare nella grotta della speranza, allora la
bambina decifrò il messaggio della madre e si mise in cammino
verso essa dove una volta arrivata rivide il riflesso della madre
defunta, e presa dalla gioia si lanciò nelle sue braccia che presto
svanirono misteriosamente lasciando solo un biglietto che diceva:
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Mia cara figliola volevo dirti tante cose ma il tempo non me lo ha
permesso, comunque voglio che ti ricordi sempre che anche se
non ci sarò non devi affliggerti mai e di combattere sempre!
La bambina commossa iniziò a lacrimare e fra una lacrima e l’altra
si ritrovò lacrimante e confusa nel suo letto accanto a tutti i suoi
familiari.
The end.
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Peccerella Maria Giovanna 4aB
plesso Cappella B
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Le mie avventure al mare
Io grazie alla barca di mio padre ho provato tante esperienze e una
particolarmente divertente è stata quella che ho vissuto a Ischia
quel giorno in piena estate, ... Eravamo a Ischia un isola con
l’acqua cristallina dove ci si poteva specchiare liberamente, siamo
subito scesi dalla barca con un tuffo strepitoso partito direttamente
dal tetto di essa. Una volta arrivata in acqua adocchiai una strana
cosa muoversi nell’acqua , poi guardai meglio e mi accorsi che era
una medusa da cui velocemente mi allontanai. A ritorno abbiamo
lanciato la lenza da traina che dopo un po’di tempo iniziai a tirare
come una furia. L'abbiamo tirata su e per prendere quel pesce c'è
voluto l'arpione, era un pesce da cinque chili e un metro e venti; il
sangue è spruzato per tutta la barca. Nella via del ritorno mio padre
mentre guidava vide all'orizzonte un pesce volante, così mi fece
correre a vedere però non ci riuscì.
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Riccio Gianluca 5aA plesso Mazzone
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Il mio cane Kikko
Un anno fa mio padre mi portò da alcuni suoi amici, mi ricordo che
era la settimana di Pasqua,questi amici di mio padre
avevano una cucciolata di piccoli meticci.
Erano tutti piccolissimi e molto diversi tra loro, uno era nero a pelo
corto, altri erano color cappuccino a pelo corto e uno solo era color
cappuccino a pelo lungo.
Mio padre mi chiese di sceglierne uno: io molto contento scelsi
quello color cappuccino a pelo lungo, era molto dolce, tenero, era
un batuffolo di peli.
Oggi quel batuffolo di peli vive nella mia casa.
Il mio cane si chiama Kikko, è molto allegro e vivace, gli piacciono
molto le coccole ma è molto geloso.
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Rondinella Alessia 3aA plesso Mazzone
Haikù: Luce
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Luce accesa
gioia e fantasia
nel cielo ci sarà
Odore di fantasia
emozioni che volano via
sembra essere in un sogno
Un fiore rosa
una luna luminosa
una sera fantasiosa.
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Schiano Lomoriello Anastasia Martina 5aA
plesso Cappella A
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Un oceano da salvare
Nel profondo oceano, calmo, sereno, con un cielo sempre azzurro e
un sole splendente, si trovava un piccolo delfino di nome Charly.
Egli aveva bisogno di aiuto ,perché alcune navi ,cariche di petrolio,
erano affondate, hanno perso il carico e il piccolo delfino si incatenò
fra le catene per salvare gli uomini che stavano per affogare. Così
incominciò a gridare aiuto, quando all’improvviso con un
sottomarino, io e la mia amica Gioia siamo uscite con una tuta
subacquea e l’abbiamo salvato togliendolo dalle catene. Quando ci
siamo girate abbiamo visto che il delfino si era trasformato in una
stella marina, poi dopo guardandolo bene ho visto che era uno
squalo, dopo ancora un serpente marino, una balena, e una
conchiglia. Dopo altre trasformazioni cadde per terra perché aveva
ingoiato un po’di petrolio, ritrasformandosi di nuovo in un delfino.
Allora io e la mia amica Gioia abbiamo preso delle pietre e abbiamo
chiuso i buchi della petroliera salvando l’oceano e il nostro amico
Charly. Tornate a casa abbiamo fatto festa.
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Scrittura Creativa
gara letteraria scuola primaria
C- 4 - FSE - 2007 – 193
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Alunni partecipantiall’intervento formativo:
Capuano Ada
Carannante Biagio
Carannante Floriana
Carannante Giuseppe
Cuozzo Giusy Gioia
Della Ragione Mario
Epifanio Jessica
Guardascione Amedeo
Merone Gennaro
Merone Luisana
Numerato Luca
Orfano Dalila
Peccerella Maria Giovanna
Piccolo Rosa
Pugliese Francesca
Riccio Gianluca
Rondinella Alessia
Schiano Lomoriello Anastasia Martina
pag. 32
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