DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI Uso Avventista delle Comunicazioni NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione RIA – Rete Italiana Avventista Guida alle Comunicazioni DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI Guida alle Comunicazioni © 2007 - Dipartimento Comunicazioni Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno Lungotevere Michelangelo, 7 – 00192 Roma - [email protected] Direttore: Vincenzo Annunziata [email protected] Sommario Introduzione Uso Avventista delle Comunicazioni CHE COSA SONO LE “COMUNICAZIONI” ? USO AVVENTISTA DELLE COMUNICAZIONI ANALISI, STRATEGIE, TATTICHE IL MARCHIO DISTINTIVO DELLA CHIESA SVILUPPARE UNA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE SUGGERIMENTI PER ATTUARE UNA STRATEGIA RAGGIUNGERE OGNI TIPO DI PUBBLICO LE COMUNICAZIONI. UNA COSA SERIA! COMUNICAZIONI CHE COSA SONO LE RELAZIONI MEDIALI? COME POSSONO MIGLIORARE L’IMMAGINE PUBBLICA LOCALMENTE? ANALIZZARE L’INTERESSE DELLE INFORMAZIONI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE COME AVVICINARE I MEDIA CONSIGLI PER CONTATTARE I MEDIA I VARI MEZZI DI COMUNICAZIONE COME COMPILARE UN COMUNICATO STAMPA ACCORGIMENTI PER UN BUON COMUNICATO STAMPA ESEMPIO DI COMUNICATO STAMPA LE 12 COSE CHE I REDATTORI CERCANO IN UN COMUNICATO STAMPA COMPILAZIONE DI UN ELENCO DI MEZZI DI COMUNICAZIONE 6 6 7 9 10 11 11 12 12 13 14 14 15 16 18 19 20 20 21 21 22 NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione FILOSOFIA E MISSIONE DI NAV PERCHÉ DIVENTARE PARTNER DI NAV? NAV E RAPPORTI CON I MEDIA AVVENTISTI RAPPORTI CON LE CHIESE NOTIZIE VALIDE SCRIVERE LE NOTIZIE FIRME E CREDITI POLICY DI NAV E CREDITI DIRITTI DI RIPRODUZIONE 32 33 33 33 34 35 36 36 37 3 MATERIALE STAMPATO FOTOGRAFIE CONTROLLO DELLE INFORMAZIONI 37 37 37 REALIZZARE UN MODELLO DI TESTIMONIANZA PER I LETTORI NON CRISTIANI 39 RIA – Rete Italiana Avventista SISTEMA RIA – RETE ITALIANA AVVENTISTA 47 4 DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI Uso Avventista delle Comunicazioni NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione RIA – Rete Italiana Avventista Uso Avventista delle Comunicazioni 5 CHE COSA SONO LE “COMUNICAZIONI” ? Sin dai primi anni della storia della chiesa avventista i leader hanno capito sia il bisogno che il vantaggio di un contatto con il mondo esterno alla chiesa. E hanno sviluppato il settore delle comunicazioni di pari passo con la spinta data all’evangelizzazione. Nel 1912, fu organizzato il dipartimento delle Comunicazioni – o l’Ufficio Stampa come era allora chiamato. Il direttore responsabile era Walter Burgan, un giornalista professionista di Baltimora, Maryland, che aveva fatto un servizio sulla campagna evangelistica di Carlyle B. Hynes, un pastore avventista di 29 anni. Burgan era rimasto colpito dal messaggio e Haynes a sua volta era rimasto colpito da Burgan, che da quel momento si assunse il compito di insegnargli a utilizzare la stampa secolare. I risultati positivi attrassero l’attenzione della Conferenza Generale e, dietro loro invito, Burgan, appena convertitosi organizzò il dipartimento che avrebbe poi diretto per il resto della sua vita. Ecco quanto dice di lui l’ Enciclopedia Avventista:« Promosse rapporti amichevoli con la stampa secolare e istruì altri a presentare le dottrine [avventiste] sui giornali». Nella loro forma più semplice le relazioni pubbliche sono l’arte e la scienza che costruiscono dei rapporti tra un’organizzazione e il pubblico a cui si rivolge. Ogni organizzazione, intenzionalmente o meno, utilizza le relazioni pubbliche. Ogni comunicazione proveniente da un’organizzazione influisce sia positivamente che negativamente sul pubblico. E sia che si rivolgano a un’azienda commerciale o a un’organizzazione religiosa, i principi delle relazioni pubbliche rimangono gli stessi: - Educare e informare Consolidare la credibilità Migliorare la comprensione Attrarre l’attenzione e accrescere la visibilità Questi obiettivi si possono raggiungere in due modi: Comunicazioni dirette – Cose sotto il vostro controllo e originate da voi, come comunicati stampa, contatti telefonici diretti, mailing, eventi, ecc. Comunicazioni indirette: Cose generate da altri e nelle quali il nome o la connessione con la chiesa è evidente, come sponsorizzazioni, partecipazioni in raccolta di fondi, servizi sociali, ecc. I risultati di questi rapporti variano. In alcuni casi, potete vedere quanti hanno partecipato e se la loro risposta è stata positiva. In altri casi, non avete idea di chi ha visto e dell’impressione che ne ha ricavato. In entrambi i casi, il vostro obiettivo nel tempo è di guadagnarvi la fiducia sia della comunità allargata che dei membri di chiesa. USO AVVENTISTA DELLE COMUNICAZIONI Un libro di testo sulle relazioni pubbliche fa una domanda apparentemente retorica: «… e che cosa ci potrebbe essere di più lontano dalla praticità delle relazioni pubbliche della spiritualità?» L’autore poi passa a dire che ogni cosa è relativa; che gli ostacoli non sono l’opposto di, ma piuttosto l’altro capo dell’opportunità – un fenomeno che si rifà allo «zen» ma che noi colleghiamo a Dio, a Colui cioè che opera in ogni cosa per il bene. Se le comunicazioni servono principalmente a creare un buon rapporto con il pubblico, allora coloro che si definiscono cristiani avventisti dovrebbero essere maestri in questo settore, perché tutti sono chiamati ad amare il prossimo. Presumere, però, che tutti gli avventisti siano bravi ad amare il prossimo sarebbe uno sbaglio, perché come alcuni eccellono nel dono dell’ospitalità , altri posseggono e coltivano il dono e la capacità delle comunicazioni. Ed è qui che entrate in gioco voi. Le comunicazioni non avvengono per caso: devono essere pianificate e incanalate. I risultati che noi avventisti ci attendiamo dalle comunicazioni sono simili alla missione della chiesa: diffondere ovunque il vangelo e battezzare. È anche vero però che il ruolo specifico delle comunicazioni è leggermente diverso. Lo scopo delle comunicazioni sta nell’aiutare il pubblico ad ascoltare favorevolmente il messaggio. Non è il loro scopo battezzare, in quanto questo è compito dell’evangelizzazione. Ma le comunicazioni intendono rendere possibile l’evangelizzazione modificando le idee del pubblico. CONCETTI Un concetto in questo caso è una conclusione o supposizione che qualcuno trae sulla base di quello che i suoi sensi hanno percepito. E noi sappiamo che non tutti traggono sempre delle conclusioni esatte, soprattutto in fatto di chiese come la nostra. Il primo compito quindi delle comunicazioni è offrire al pubblico qualcosa di nuovo e di più accurato perché possa trarne delle conclusioni più nuove e più giuste. Per poter ottenere dei buoni risultati c’è bisogno di capire come le persone sono arrivate a formarsi una certa opinione. Generalmente le idee si formano sulla base di informazioni passate di bocca in bocca, o attraverso gli articoli di giornali, web site o altri mezzi di comunicazione e anche per esperienze personali o di altri. Se per esempio sappiamo che i pregiudizi di una comunità su un determinato gruppo di avventisti sono il risultato di tradizioni lontane o storie tramandatesi per anni e anni, queste idee non cambieranno grazie a un articolo di giornale o con una lettera al redattore. Si dovrà intervenire cercando in tutti i modi di allacciare dei rapporti di amicizia con quella comunità prima che sia disposta a rinunciare a credere a quello che i genitori hanno raccontato. Non sarà questione di una notte. Se invece, sul giornale è apparsa una falsa storia che ha sollevato dei rumori e prodotto delle false idee, questa si può controbattere usando le pagine dello stesso giornale e integrando l’azione grazie ai rapporti di amicizia allacciati con la comunità. Le comunicazioni adottano il principio biblico che c’invita a essere prudenti come serpenti e innocenti come le colombe. ANALISI, STRATEGIE, TATTICHE Vi proponiamo ora alcune cosa da fare per migliorare i concetti e raggiungere gli obiettivi. Sono consigli che troverete in qualsiasi buon libro sulle comunicazioni. Il libro a cui ci siamo principalmente ispirati è «Strategic Planning for Public Relations» di Ronald D. Smith. I punti presi in considerazione sono quelli che si addicono soprattutto a un’organizzazione come la nostra e cioè alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno. ANALISI Punto uno, due e tre invitano a tracciare un profilo del vostro interlocutore. 7 Primo: analizzare la situazione. Qual è il problema o il tema da affrontare? Per molti avventisti di ogni parte del mondo questi temi si racchiudono in una frase: il mondo non ci conosce, non sanno chi siamo e se lo sanno spesso hanno un’idea sbagliata di noi. A volte sono opinioni o sensazioni costruite su qualcosa di reale o d’immaginario collegato al nostro nome. O sono pregiudizi formatisi durante la costruzione di una chiesa, l’apertura di una scuola o anche durante una campagna di evangelizzazione. C’è bisogno quindi e prima di tutto di un’attenta analisi per poter procedere verso la soluzione del problema. Secondo: analizzare noi stessi. Che cosa della nostra organizzazione ha contribuito a creare il problema? Possiamo fare per primi qualcosa che migliori la situazione? In molti casi è più facile cambiare noi stessi che non gli altri, naturalmente se abbiamo quella tale opzione morale o spirituale. Se da parte nostra non possiamo fare niente, allora dobbiamo capire come poter convincere gli altri ad aggiustare le cose. Terzo: analizzare il nostro pubblico o audience. Un pubblico è un gruppo di persone che hanno qualcosa in comune, nel caso specifico quel pubblico che a noi interessa. Il giusto pubblico per i nostri scopi è quello che farebbe la differenza se riuscissimo a convincerlo. Un pubblico può essere locale, regionale o mondiale, ma più spesso è un segmento di popolazione, spesso con una connotazione «demografica», come per esempio «donne dai 18 ai 35 anni». Nelle relazioni pubbliche tuttavia il pubblico ha spesso una connotazione più definita. Per esempio: un pubblico può essere formato «dagli intervenuti a un campo giovanile» o dalle «neomamme». Accanto alla audience ci sono gli azionisti, cioè quelle persone che hanno «un interesse» in un determinato campo. Tutto il pubblico è azionista (o presunto tale) ma non tutti gli azionisti sono il pubblico. Per esempio: una chiesa lancia una campagna di raccolta di fondi per le vittime di una catastrofe locale. La chiesa e le vittime del disastro sono gli azionisti, ma il pubblico è chiunque voglia o possa dare dei soldi. A volte pubblico e azionisti molto diversi tra di loro si uniscono in uno sforzo pubblico comune, avendo bisogno di usare svariati messaggi distinti ma complementari. Non è sempre facile da fare ma può funzionare se i vari tipi di pubblico sono chiaramente identificati. Si potrebbe desumere che un insieme di persone con cose in comune quali le dottrine denominazionali costituisca un pubblico. Molti buoni messaggi sono andati persi perché i comunicatori trattavano un pubblico così vasto come unico. È fondamentale riconoscere il principio stabilito da Cristo e cioè che la chiesa è un corpo composto da parti diverse. Le comunicazioni devono adottare questo stesso principio. STRATEGIA I tre punti successivi coinvolgono la strategia, basata su quello che abbiamo imparato dall’analisi. La strategia è il momento in cui studiamo quello che faremo per affrontare la situazione. Prima di tutto fisseremo gli scopi e gli obiettivi. Conoscendo il problema siamo in grado di stabilire il risultato che vogliamo ottenere. Se questi scopi e obiettivi non sono chiari, non saprete che direzione prendere e non capirete se siete arrivati a destinazione. Secondo, dobbiamo pianificare azioni e risposte che ci aiuteranno a raggiungere questi obiettivi. Le azioni sono mosse preventive sotto il nostro totale controllo; le pianifichiamo e le eseguiamo secondo i nostri bisogni e calendari. Le risposte sono reazioni ad altrui azioni. A volte possiamo reagire solo a quello che è già accaduto. A qualcosa che non è forzatamente inserito nel nostro calendario, ma che se ben sfruttata può ancora volgersi a nostro vantaggio e realizzare il nostro obiettivo. 8 Terzo, è il momento di scegliere una comunicazione efficace. Ed è qui che scendiamo in campo mettendo in pratica tutto quello che sappiamo e che abbiamo imparato. A questo punto abbiamo le idee più chiare sul tipo di comunicazione che a nostro avviso produrrà i migliori risultati e possiamo creare il nostro capolavoro con maggior fiducia. Sceglieremo dunque un determinato tipo di comunicazione che si servirà della parola, di una campagna di stampa, o di comunicati stampa per attirare l’attenzione sul messaggio che vogliamo far passare? Useremo dei portavoce, o creeremo un’immagine visiva o un tema di fondo per attirare l’attenzione del pubblico? Potremmo servirci degli uni e degli altri ma tutti dovranno convergere sul messaggio che stiamo cercando di dare al pubblico che abbiamo identificato. TATTICHE I due passi successivi sono strettamente collegati alle scelte che abbiamo fatto. Prima di tutto dobbiamo scegliere la tattica di comunicazione. Ed è qui che creiamo ciò che il pubblico vedrà: web site, pubblicità, opuscoli, libri o spot radiofonici. Secondo quello che abbiamo deciso, passeremo a produrre diverse tattiche per essere sicuri che il nostro pubblico riceverà il messaggio. Qui entra prepotentemente in gioco la nostra creatività che deve assicurarci che il messaggio non sia solo ricevuto ma anche ricordato. E per finire, dobbiamo attuare il piano strategico, con il quale decideremo le scadenze, il budget richiesto, i professionisti da utilizzare, e tutti quei piccoli particolari che rendono il piano una realtà. Quando il piano è pronto in ogni suo settore, abbiamo finito. Abbiamo fatto ciò che ci eravamo prefissi di fare ma senza il passo successivo non sappiamo ancora se quello che abbiamo predisposto raggiungerà il suo scopo. VALUTAZIONE Per concludere, dobbiamo valutare il piano strategico. È un passo necessario sia per giustificare il tempo e i soldi spesi sia per aiutarci a migliorare i nostri sforzi per future situazioni analoghe. Impariamo dal passato e altrettanto faranno gli altri, specialmente se saremo in grado di spiegare quello che abbiamo fatto e come ci siamo arrivati. IL MARCHIO DISTINTIVO DELLA CHIESA Uno degli aspetti più importanti per mantenere alta l’attenzione e la credibilità presso il pubblico è l’utilizzo di segni distintivi. Questo segno, se noto al grande pubblico, diventa un marchio di fabbrica. Uno degli obiettivi di questo marchio è l’identificazione istantanea con l’organizzazione di cui porta il nome e il logo. Questa familiarità si acquisisce con il tempo e necessita di grande visibilità. Perché questo marchio sia efficace sia il nome che il look devono essere protetti dall’abuso o dal cattivo uso che ne confonderebbe le finalità. E il solo modo per proteggerlo è registrarlo presso le autorità apposite come trademark. Ecco perché nel 1996 la chiesa avventista ha adottato un nuovo logo e logotype come marchio ufficiale, legalmente registrato nel mondo intero. Prima di questo la chiesa non aveva mai avuto un logo. Ne erano stati usati vari e svariati sulle carte da scrivere e su altro materiale ma nessuno era mai stato legalmente protetto. Ognuno e tutti potevano usare o abusare del nome e della grafica associandole alla chiesa. 9 Ora la chiesa ha l’autorità morale e legale di proteggersi e di proteggere le sue dottrine. Questo logo ufficiale comprende i principi su cui si basa la chiesa e li comunica in ogni lingua. Il logo ufficiale, sia elemento grafico che testo, deve essere usato da tutte le organizzazioni ufficiali che operano sotto il nome di chiesa avventista del settimo giorno. Ci sono ancora molti altri logo usati da altre strutture della chiesa come ospedali, scuole, case editrici, ecc. Sebbene la chiesa non abbia imposto come logo principale quello usato ufficialmente, è però disponibile come tale e soprattutto dovrebbe essere incluso come marchio secondario da ogni istituzione consociata. Il kit del logo può essere richiesto direttamente al Dipartimento Comunicazioni. SVILUPPARE UNA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE Due sono generalmente gli obiettivi che si propongono le comunicazioni. Curare la reputazione e creare delle relazioni. Questi due obiettivi spesso sono interlegati: ognuno influenza l’altro. Se volessimo proprio enfatizzarne uno in considerazione degli scopi che la chiesa si propone, potremmo forse scegliere come scopo primario le relazioni. La nostra reputazione è senz’altro valore, ma non è una nostra creazione quanto lo è la dimostrazione di chi siamo e di che cosa facciamo. Il nostro mandato di cristiani è amare (Relationship) ed è grazia all’amore che gli altri si faranno un’idea di noi (reputazione). Sfortunatamente come organizzazione spesso ci siamo preoccupati di quello che le persone pensano di noi e abbiamo trascurato di creare una rete di rapporti con il pubblico. Questa è attualmente la grande sfida delle relazioni pubbliche della chiesa avventista. Sondaggi e ricerche dimostrano che la percentuale di gente che ci conosce sta diminuendo, almeno in alcune regioni del modo. Sappiamo però che laddove abbiamo interagito con le comunità e abbiamo allacciato dei rapporti duraturi , l’opinione e la conoscenza che hanno di noi è fortemente positiva. La nostra strada quindi non è in salita. Del resto Cristo ha promesso che se noi lo innalzeremo, lui ci innalzerà fino a se. E ha anche detto che lo innalzeremo se innalzeremo il nostro prossimo. Non chiede altro. La nostra sfida è allargare la comunità, sia all’interno che all’esterno della chiesa. Come organizzazione dobbiamo fare di tutto per dare spazio alla totalità del corpo: ai giovani, agli anziani, alle minoranze etniche, ai conservatori, ai radicali, a ognuno e a tutti di quelli che si definiscono seguaci di Cristo perché c’è bisogno di ogni parte del corpo per interagire con tutte le parti del mondo. Chiunque si presenti alla porta e diventi parte di noi diventa anche un parte importante del corpo. Diventano cioè uno strumento di relazioni pubbliche da poter usare per raggiungere un pubblico al quale fino a quel momento non avevano accesso. 10 SUGGERIMENTI PER ATTUARE UNA STRATEGIA Due sono le strategie che possono essere usate per raggiungere gli obiettivi delle comunicazioni che avete fissato come necessarie per la vostra chiesa. Una sono gli eventi o le attività che controllate voi stessi e l’altra sono gli eventi e le attività che potete influenzare, o anche quelli sui quali non avete alcun controllo. Il primo caso è l’evento chiaramente gestito dalla chiesa avventista. È il concerto nella chiesa, il mercatino della salute a scuola, la sfilata degli esploratori, i vari lavori sociali per la comunità. Sono eventi che hanno un rapporto con la comunità deciso da noi secondo l’immagine della chiesa che vogliamo dare. Sono molto importanti, specialmente se progettiamo l’evento pensando non solo a noi e a quello che a noi piace ma pensando anche alla comunità allargata. Il secondo caso, gli eventi cioè sui quali abbiamo poco o nessun controllo, può includere un concerto a quale siamo invitati a partecipare, una raccolta di fondi per l’ospedale locale, una storia pubblicata da un giornale come è successo recentemente sulla CNN e nel National Geographic Magazine che hanno parlato entrambi della longevità degli avventisti – in questi casi sono altri a fissare l’agenda e il tono dell’evento. Il vantaggio del primo scenario, di cui abbiamo il controllo, è ovviamente la possibilità di riflettere esattamente quello che vogliamo veicolare. D’altra parte però può essere visto come un’azione commerciale o promozionale (ciò che in realtà è) dietro a cui le persone possono intravedere altri motivi (e ce ne sono). Nel secondo caso, lo svantaggio può essere che non abbiamo alcuna idea di come la cosa funzionerà e potrebbe includere elementi che non avremmo mai scelto per rappresentare la chiesa. La cosa vantaggiosa però è che se qualcuno parla bene di noi, qualcuno che non ha niente da guadagnare in proposito, il messaggio che passa al pubblico diventa credibile. Entrambi questi metodi sono utili per la nostra strategia e dovrebbero essere entrambi sfruttati. RAGGIUNGERE OGNI TIPO DI PUBBLICO Una sfida nel campo delle comunicazioni avventiste è saper abbandonare il nostro comodo angolino e il nostro pubblico abituale. È un problema che non possiamo evitare in quanto il mandato di Cristo è di raggiungere ogni popolo in ogni nazione. E uno dei mezzi che Dio già ci ha dato per raggiungere questo obiettivo sono proprio quei membri di chiesa che egli ha già fatto entrare nel «gregge». I nostri membri provengono e rappresentano le connotazioni demografiche dell’intero globo e molti arrivano ricchi di quei doni e di quelle capacità che ci servono per raggiungere il loro ceppo d’origine. Spesso emarginiamo questi potenziali contributori perché pensiamo che non rappresentino la colonna portante dell’avventismo, o almeno non secondo il nostro punto di vista e come noi vorremmo vedere la chiesa rappresentata. Fatene un soggetto di preghiera perché quelli che non rientrano nei nostri codici di pensiero possono essere proprio quelli che Dio ha inserito nel corpo per raggiungere quelli che normalmente non potremmo raggiungere. 11 LE COMUNICAZIONI. UNA COSA SERIA! Per concludere, le comunicazioni sono per la chiesa altrettanto importanti della predicazione e dell’insegnamento. È qualcosa che deve avvenire con deliberazione e pianificazione, ed è la strada dalla quale entreranno a braccetto molte persone, sia facenti parti del corpo che del mondo. Fate in modo che abbiano il giusto spazio nel vostro ministero. COMUNICAZIONI Le comunicazioni usano l’informazione per influenzare l’opinione pubblica. Le comunicazioni vi aiuteranno a: Educare e informare Consolidare la credibilità Migliorare la comprensione Aumentare l’attenzione e accrescere la visibilità. Un processo costruttivo continuo Le comunicazioni si servono di vari canali per operare. C’è il rapporto tra persona e persona o piccolo gruppo; c’è il rapporto diretto con un pubblico più vasto in occasione di un evento o di una campagna organizzata. Ma più frequentemente i risultati delle comunicazioni si ottengono attraverso i media e sono usate come mezzo per raggiungere un vasto pubblico. Questo sistema non è né diretto né controllabile ma un comunicatore professionista può fare molto per arrivare a ottenere il risultato desiderato. Ecco perché i media sono importanti nel campo delle comunicazioni. Le comunicazioni non sono pubblicità gratuita Spesso si pensa alle comunicazioni come a una «pubblicità gratuita». Non lo è. È molto di più. La pubblicità si serve di spot trasmessi o di pubblicità stampata. La persona che paga per questa pubblicità può controllarne il contenuto e il messaggio. Non si può invece pagare per gli articoli o le notizie che appaiono nei programmi televisivi o radiofonici d’informazione o sulle pagine dei quotidiani e delle riviste Vari studi condotti sia negli Stati Uniti che in Asia e in altri paesi, hanno dimostrato che generalmente i servizi che contengono un qualche tipo di notizie hanno maggiore resa della pubblicità pagata. I lettori sono più disposti a credere alle «autorità indipendenti» quali sono i giornalisti, cronisti, recensori, ecc. Queste «autorità indipendenti» a loro volta sono influenzate dalle attività della comunicazioni della vostra organizzazione. Quali sono i limiti delle comunicazioni? Ci sono cose che le comunicazioni non possono fare. Prima di tutto non danno garanzie. Diversamente dalla pubblicità pagata, che apparirà nonostante tutto, le comunicazioni sono più indefinite. Molte sono le cose che potrebbero interferire con la pubblicazione di vostre notizie. Per esempio un avvenimento imprevisto e importante accade proprio nel momento in cui doveva essere trasmesso o pubblicato il vostro servizio d’informazione – un disastro locale, o nazionale, o una crisi internazionale, ed ecco che il servizio non appare. Anche se appare, non potete esercitare un controllo totale. 12 Gli articoli o i servizi, sia scritti che trasmessi, appaiono generalmente secondo la visione che il giornalista ha dell’argomento. In altre parole: la prerogativa dei media è di aggiungere il proprio punto di vista per aumentarne, a loro parere, la credibilità. CHE COSA SONO LE RELAZIONI MEDIALI? Le relazioni mediali sono uno strumento che permette a voi e alla vostra organizzazione di guadagnare accesso a uno o a più mezzi d’informazione per distribuire informazioni e influenzare il pubblico. Non si limitano però a passare l’informazione che desiderate condividere ma cercano di costruire e mantenere un «rapporto» con chi si occupa appunto di questi mezzi informativi. Ecco in che cosa vi aiuteranno: A entrare in rapporto con chi si occupa localmente dei mezzi d’informazione Ad acquisire credibilità A promuovere la conoscenza Ad aumentare la disponibilità e la visibilità A creare un’immagine positiva della vostra organizzazione. Rapporti con i media I mezzi d’informazione variano di paese in paese, ma ci sono alcuni principi di base che vanno ovunque rispettati. Costruire un rapporto con i media è un processo in divenire. È vitale studiare e capire la situazione locale per quanto riguarda i mezzi d’informazione a disposizione, conoscere il tipo di notizie trasmesse e il target di pubblico al quale sono dirette. La prima cosa che dovete fare è leggere, guardare o ascoltare per conoscere con chi state trattando. Una biblioteca pubblica locale o anche un’edicola di giornali sono un buon punto di partenza. Questo passo è VITALE. Conoscere il vostro interlocutore vi darà la possibilità di valutarne le richieste. E sarete in una posizione di privilegio nei confronti di altri che stanno cercando un accesso agli stessi mezzi d’informazione. Il compito che avete è di portare le «informazioni» sulla vostra organizzazione all’attenzione dei giornalisti e dei redattori in modo tale che siano spinti a pubblicarle. Queste informazioni devono essere tempestive e di un qualche interesse per il pubblico a cui si rivolgono. Cercate di fare conoscenza con i giornalisti locali o nazionali, sia radio-televisivi che della carta stampata. Conoscere un giornalista è uno degli aspetti delle relazioni mediali. Siate intraprendenti. Stabilite dei contatti diretti sia di persona che per telefono e fornite continuamente informazioni. Informate la stampa regolarmente. Cercate di essere una fonte continua d’informazione fornendo notizie che diano risalto all’immagine della chiesa. Invitate i media in chiesa o in ufficio nel caso degli uffici direttivi. Fate ogni sforzo per dare visibilità ai valori e alle dottrine della chiesa. Non sempre i media racconteranno una storia nel momento stesso in cui gliela proporrete. A volte possono passare sei mesi o un anno, l’importante è che abbiano qualcosa da proporre quando ne vedono la necessità. Una volta acquisita una buona reputazione, i media risponderanno positivamente, e richiederanno persino il vostro aiuto per trasmettere delle notizie. Nel frattempo, potete raccogliere notizie su riunioni speciali che la chiesa tiene, su eventi religiosi particolari, sull’opera missionaria locale o globale ecc. 13 Ci sono tre modi per migliorare i rapporti con i media ed essere propositivi: Essere pazienti e coerenti Passare informazioni interessanti e tempestive Utilizzare un portavoce bravo e comunicativo All’inizio di un programma rivolto ai media, accertatevi che la persona che risponde al telefono sappia come trattare i media e come rivolgersi alla persona giusta. Ricordatevi la formula «CPR»: Cortesia, Professionalità, Rispetto. Anche se il vostro interlocutore è noioso, scortese o pretenzioso, rimanete calmi, cordiali e collaborativi. «La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira». Questo è quando leggiamo in Proverbi 15:1. COME POSSONO MIGLIORARE L’IMMAGINE PUBBLICA LOCALMENTE? La pubblicità è uno dei mezzi migliori per attirare l’attenzione e migliorare l’immagine pubblica della vostra organizzazione, sia a livello locale che generale. Le istituzioni (organismi) cercano continuamente di attirare l’attenzione in un mercato informatico pieno di notizie, per cui per dare risalto all’immagine pubblica della vostra organizzazione, ai suoi valori e alla sua cultura, bisogna essere disponibili. Il lavoro dei giornalisti è dare notizie e il vostro fornirle in svariati modi: brevi resoconti sulla vostra organizzazione, informazioni su vostri interventi umanitari, ecc. Essere intraprendenti nel campo delle relazioni mediali può a lungo termine creare una situazione vincente sia nelle normali attività abituali che in momenti di crisi. Ma naturalmente per arrivare a questo c’è bisogno da parte vostra di un coinvolgimento maggiore: dovete sapere di che cosa quel mezzo mediale si occupa, quali sono i suoi interessi e le sue urgenze e quindi comportarvi di conseguenza. Mettendo l’organizzazione sotto l’occhio dei media e fornendo informazioni, i media vi considereranno una fonte attendibile di notizie. Quando si presenta una crisi di qualsiasi tipo, l’aver stabilito un buon rapporto vi darà dei dividenti imprevisti: sarete considerati una «fonte attendibile», si rivolgeranno a voi per avere il vostro parere e saranno più disponibili al messaggio che volete trasmettere. Sono le organizzazioni sconosciute ai «media» e che «nascondono la lampada sotto il moggio» quelle che nel momento di crisi vengono tacciate come «isolate» «segrete» o che addirittura appaiono come «sette». ANALIZZARE L’INTERESSE DELLE INFORMAZIONI Le notizie sono informazioni tempestive importanti per i lettori (o gli ascoltatori). Domande a cui dovete rispondere per analizzare l’interesse di un servizio o di una notizia: 14 - Che cosa è significativo per il pubblico? Come può la vostra esperienza, l’evento o il servizio aiutare la comunità? State riflettendo il trend generale? In quali settori potete essere considerato un esperto? Cinque cose contraddistincono una notizia: 1. 2. 3. 4. 5. Impatto (…. storia della più grande chiesa missionaria locale) Originalità «… la 100^ casa costruita per il povero…» Conflitto «…ci opponiamo alla….» Annuncio «… il pastore oggi ha annunciato» Imminenza «…il presidente mondiale visita una chiesa locale» Il materiale che fornite deve contenere quanto più possibile questi elementi. Che cosa della vostra storia suscita l’interesse di un cronista? Al di là della notizia interessante, la storia deve essere attuale. Non scrivete di una raccolta di fondi conclusasi due settimane prima, o di un congresso dei giovani di un mese fa. Assicuratevi di raggiungere il pubblico sia prima, che durante – e se non è possibile in anticipo – immediatamente dopo la conclusione dell’evento. Come potete inserirvi in un evento locale, regionale, nazionale o internazionale? Se potete offrire una prospettiva locale in un evento di più vasta portata, un parere sul costo della vita o su un altro tema economico o anche su un’altra questione controversa, la vostra storia sarà più interessante. L’interesse del redattore è attratto dalla «diversità di vedute». Se per esempio la comunità in cui vivete, non si sta particolarmente interessando ad aiutare i giovani « a rischio» mentre lo fa la vostra comunità, questa è una prospettiva diversa. Altrettanto interessante è individuare «un bisogno» della comunità e fornire un servizio offerto da quei volontari della chiesa che hanno ricevuto una particolare formazione in quel settore specifico. È altrettanto efficace pubblicizzare la partecipazione di una celebrità o di un personaggio pubblico. O se fate qualcosa di particolare per festeggiare il Natale, potreste darne notizia accompagnata da una foto. Tenete sempre ben presente il target di audience a cui vi riferite. Il target è formato principalmente da donne? È uno spettacolo seguito particolarmente da famiglie? Un talk radiofonico è frequentato particolarmente da uomini d’affari? Nel fornire le notizie abbiate sempre in mente il target d’ascolto. Ricordatevi: l’informazione pubblica non è il luogo per un dibattito teologico. Il tipo di storie in questo settore deve essere di interesse sociale. L’obiettivo è dare il giusto collocamento alla chiesa o all’istituzione perché siano viste come luogo di culto aperto e accogliente e come un importante comunità di cittadini del mondo. STRUMENTI DI COMUNICAZIONE La pubblicità è l’obiettivo della maggior parte delle campagne di comunicazioni. I canali di comunicazione includono i media locali ma non solo. Quali sono le istituzioni pubbliche, le organizzazioni, il comune stesso o gli altri gruppi che si servono di newsletter? Mandate a tutti le vostre informazioni utilizzando qualsiasi canale a vostra disposizione, compreso naturalmente Internet. 15 Potete creare voi stessi degli strumenti di comunicazione. Per esempio predisponendo un kit per la stampa a uso locale che includa gli orari dei culti, i comitati, le classi di formazioni se ci sono, o attività varie. Includete anche una biografia del pastore e di altri responsabili di chiesa. Aggiungete le ultime notizie di un qualche rilievo. Per i giornalisti è un mezzo d’informazione facile da consultare. Pubblicate regolarmente newsletter e includete i media nella mailing list. Preparate degli opuscoli con le informazioni sulla chiesa e sui programmi e includeteli nel kit per la stampa o spediteli ai media. Offrite seminari o eventi speciali aperti a tutta la comunità e non solo ai membri di chiesa. Tutte cose queste che alimentano e migliorano la vostra visibilità anche per i cronisti locali. Nel mondo attuale, un Web site è la prima forma di comunicazione per un’organizzazione ed è importante per i rapporti con i media. Programmate un sito a cui i media possono accedere ( chiamatela Centro Media o Centro Stampa) facilmente. Inserite nel web site anche il kit per la stampa. Aggiungete articoli e notizie. (Nel preparare questo materiale avrete bisogno di aiuto. Cercatelo nei libri e altrove. Informazioni su come creare e mantenere un web site sono facili da reperire e molti giovani della chiesa sono ormai particolarmente abili nel creare i web. (Servitevi di loro anche per risparmiare sui costi dell’impresa). Ricordatevi tuttavia che in gran parte i web site devono essere aperti al «pubblico» se vogliono essere utili. Gli operatori mediali vogliono informazioni veloci e non amano registrarsi per ottenere informazioni che in fin dei conti servono a far guadagnare pubblicità alla vostra entità. Per cui se il Web ha un accesso libero, dovete ricordare che CHIUNQUE sul pianeta può accedervi. Fate attenzione! COME AVVICINARE I MEDIA Non lasciatevi intimidire da giornalisti e redattori, sono persone come voi e me. Siate intraprendenti, ma allo stesso tempo informati e attenti. Forse la regola principale da ricordare nei rapporti con i media è la formula «CPR» precedentemente menzionata. - Cortesia : siate sorridenti sia nella voce che nelle parole. «Ha per caso un momento di tempo libero per una chiacchierata?» «Le posso chiedere un favore?» «Potrebbe interessarle… - Professionalità: Il vostro vocabolario, stile e grammatica devono esseri perfetti. Non utilizzate dialetti, e mai, mai, mai dite qualcosa che non sia vera. - Rispetto: Gli operatori del settore sono prima di tutto persone create all’immagine di Dio, meritano il nostro rispetto anche se non siamo d’accordo con loro. Vari sono i medi di comunicazione con il mondo mediale. 1. La strategia più efficace per attirare l’attenzione sulla vostra organizzazione è la compilazione di un solido e convincente comunicato stampa. I comunicati stampa offrono una versione succinta di tutto ciò che di nuovo, interessante e intrigante c’è sulla vostra organizzazione: sul chi, che cosa, quando, dove e perché. I cronisti e gli editori sono bombardati giornalmente dai comunicati stampa e spesso non hanno il tempo di leggerli dall’inizio alla fine. Per raccontare la storia usate «la 16 piramide capovolta». Prima la notizia più importante e alla fine quella meno importante. Se ben redatto il comunicato stampa può essere riprodotto quasi esattamente come è stato ricevuto aumentando così la possibilità di vederlo pubblicato. (La maggior parte dei giornali tuttavia condenseranno il comunicato stampa o lo assegneranno a un cronista che farà delle ricerche sulla notizia o ne scriverà la storia. Siate pronti a rispondere alle domande). 2. La Pitch letter è una lettera di una pagina che può accompagnare un comunicato stampa o kit per la stampa, o può essere da sola. Il suo scopo è di attrarre l’attenzione del cronista e spingerlo a scrivere sulla vostra organizzazione, Perché la pitch letter sia efficace dovete conoscere gli interessi del pubblico a cui il cronista si rivolge e quindi affrontarli nella lettera. I tre obiettivi di una pitch letter sono: Attirare l’attenzione Fornire fatti essenziali Spingere ad agire Una pitch letter è formattata come una lettera. Subito, nel primo paragrafo, gettate «l’esca» in modo che il redattore o il cronista non debbano leggere troppo in là prima di capire se la storia sia interessante o meno. Il più delle volte sarà bene che telefoniate in anticipo al cronista ma comunque abbiate sempre pronta la pitch letter o un comunicato stampa pronti da inviare se c’è bisogno di ulteriori informazioni. 3. Il media alert è una via di mezzo tra il comunicato stampa e la pitch letter. Serve principalmente a invitare un cronista a partecipare a un evento, fornendo un’informazione facile da capire a prima vista. Un media alert elenca : chi, che cosa, quando, dove e perché usando un formato molto semplice da leggere. Ci possono essere uno o due paragrafi di spiegazioni ulteriori uniti all’elenco. Accertatevi che il media alert contenga tutte le informazioni necessarie per essere contattati immediatamente, se ce n’è bisogno. Benché sia sempre importante cercare di contenere il comunicato stampa in una pagina, a volte la richiesta è di pagine addizionali. La pitch letter e il media alert non dovrebbe comunque eccedere la singola pagina. Se lo fanno, significa che avete dimenticato l’uso primario di questi strumenti di comunicazione: dare cioè il più velocemente possibile un’informazioni al cronista o al redattore suscitando la sua curiosità e la sua voglia di pubblicarle. 4. Alcune pubblicazioni ricevono volentieri lettere al direttore. Scrivere al direttore è un buon metodo di esprimere la vostra opinione su un certo argomento. Serve anche come forum per aggiungere informazioni a una storia che è stata pubblicata, correggere una disinformazione o sollevare un’importante questione che vale la pena di discutere. Non scrivete però una lettera a un redattore semplicemente per fustigare un giornalista che ha dato un’informazione non del tutto corretta. In principio, usate una lettera se il contenuto è positivo, o per correggere un errore importante. A volte, le lettere al direttore possono prolungare una storia dando modo ad altri di dire la loro su quel dato argomento. Pensate quindi bene a quello che volete fare e ottenere. 5. Un altro modo per dare risonanza alla vostra organizzazione è indire una conferenza stampa su un importante avvenimento, quale per esempio l’assemblea della Conferenza Generale, gli incontri annuali, ecc. L’invito rivolto a selezionati rappresentanti della stampa è lo stesso di quello rivolto ai portavoce dell’organizzazione. Ricordatevi: ci deve essere una ragione convincente perché i giornalisti intervengano. 17 Le conferenze stampa sono utili quando ci sono svariati mezzi d’informazione che vogliono le stesse informazioni per cui un portavoce può rispondere a tutti contemporaneamente. Per ottenere buoni risultati, decidete in anticipo quali sono i messaggi che volete enfatizzare e preparatevi degli esempi o degli aneddoti per amplificare questi messaggi. Accertatevi di avere con voi dei comunicati stampa per i giornalisti presenti, e anche per coloro che sono interessati ma non possono intervenire. Spesso i giornalisti per scrivere un articolo useranno le informazioni contenute nei comunicati stampa. In genere le conferenze stampa tenute di mattina sono le più frequentate da quei giornalisti che hanno delle scadenze per inviare l’articolo in stampa. Evitate, se possibile, il lunedì e il venerdì. 6. Uno dei metodi più efficaci per richiamare l’attenzione è parlare direttamente con i giornalisti. Con una semplice telefonata potete: convincere il giornalista a scrivere un articolo informativo capire quale sarà la risposta del giornalista allacciare un rapporto che vi aiuterà in futuro. Approfondite l’argomento Prima di contattare i giornalisti, preparatevi. Cercate di sapere il più possibile sul contatto che state per avere, vi darà più sicurezza. Cercate anche di capire qual è il target di pubblico a cui il messaggio verrà indirizzato. Preferite il contatto con un giornalista specializzato nel settore che volete pubblicizzare. Ai giornalisti non piace sentire rivolgersi la domanda: «Ha ricevuto il mio comunicato stampa?» Un approccio migliore è dare un nuovo foglio di informazioni e ripresentare velocemente e chiaramente l’argomento. Probabilmente una lucina si accenderà nella memoria del cronista. Nel caso in cui un giornalista non sia in sede quando chiamate, lasciate un messaggio sulla segreteria telefonica, e non dimenticate di includere il vostro numero di telefono. È buona cosa lasciare il numero sia all’inizio che alla fine di un messaggio. Per aumentare le possibilità di essere richiamati, esponente con il minimo di parole possibile l’informazione che volete dare. CONSIGLI PER CONTATTARE I MEDIA Ricordatevi di questi otto consigli quando contattate un mezzo d’informazione: 1. Buongiorno, sono…. e chiamo da parte della chiesa avventista del settimo giorno di (nome della città). La disturbo? Posso parlarle brevemente? Se dicono di sì, continuate; se dicono che sono occupati, fatevi fissare un appuntamento per richiamarli e terminate la conversazione. 2. Non siate timidi! Manifestate entusiasmo per il programma o il servizio che state per presentare. 3. Siate ben preparati sull’argomento e tenete davanti a voi tutti i dati necessari. 18 4. Se promettete di fornire altre informazioni, non dimenticate di farlo e fatelo subito perché spesso i giornalisti lavorano con scadenze brevissime. 5. Non perdete mai la calma anche se le cose non vanno come voi vorreste. 6. Prima di parlare abbiate già bene in mente quello che dovete dire. 7. Siate fermi ma non ostinati. Se un giornalista non vuole scrivere un articolo, anche se voi pensate che ne valga la pena, due o tre telefonate extra non lo faranno diventare un amico. 8. Fate tutto con gioia e mettete «un sorriso» nella vostra voce e nelle vostre parole. I VARI MEZZI DI COMUNICAZIONE Una volta, almeno in certe parti del globo era facile. C’era il quotidiano, cittadino, regionale o nazionale, un canale o due TV, e la radio. Ora i mezzi di comunicazione si sono moltiplicati, ma potete iniziare a piccoli passi. 1. Il giornale della città. È il mezzo di comunicazione da cui iniziare. Mandate ogni tipo di informazione che ritenete possa essere utile alla cittadinanza. Calendario di eventi o informazioni sui lavoro missionario che svolgete, ecc. ecc. 2. I quotidiani nazionali. Fate la stessa cosa del quotidiano cittadino. Potreste iniziare dal contattare il giornalista che si occupa della sezione religiosa. Sarà lui o lei a indicarvi a chi rivolgervi per dare le informazioni che volete distribuire. 3. Radio. La radio è il mezzo migliore per rilasciare interviste, che generalmente non vengono pubblicate. Tuttavia il numero di programmi riservati a questo scopo sono drasticamente diminuiti e spesso trattano solo argomenti politici. Si occupano poco di temi sociali o che interessano comunque la comunità. Fate quindi un’accurata ricerca e contattate i conduttori. 4. Televisione. In un programma televisivo generalmente non vi saranno concessi più di 20-30 secondi per parlare di quello che vi interessa per cui andate ben preparati e avendo bene in mente quello che dovete dire. È importante apparire entusiasti e convinti della bontà della vostra storia. Il pubblico televisivo riceve soprattutto un messaggio non-verbale. 5. Internet. Su Internet ci sono miriadi di pubblicazioni. Fate una ricerca per vedere quelle che più vi si addicono. È un mezzo di comunicazione che fareste bene a espandere in quando sta diventando sempre più popolare come fonte di informazione per un vastissimo pubblico. 6. Pubblicazioni settoriali. Praticamente ogni azienda ha le sue pubblicazioni. Non ignoratele anche se preferite rivolgervi a pubblicazioni religiose. 7. Newsletter: Esaminate la sezione «Strumenti di comunicazione» per avere maggiori informazioni sulle newsletter. Molte sono le istituzioni e le organizzazioni che si servono di questo mezzo per diffondere le notizie. 19 COME COMPILARE UN COMUNICATO STAMPA Il comunicato stampa è il veicolo più importante per comunicare con i media. Cinque sono punti da tenere presente nella compilazione di un comunicato stampa. 1. È una notizia valida? 2. Evidenzia immediatamente il fatto? I professionisti del settore non leggeranno al di là del primo paragrafo se la cosa non è interessante. 3. Siate «semplici». Le informazioni devono essere date in modo chiaro e succinto. Svolazzi e frasi poetiche non sono adatte a questo tipo di comunicazione. 4. Inviatelo alla persona giusta. La notizia deve pervenire nelle mani giuste perché si abbia la fortuna che sia aperta e letta. È anche la dimostrazione che vi siete presi la briga di informarvi accuratamente. Per lo meno, assicuratevi che arrivi all’ufficio giusto. 5. Siate tempestivi. Qual è la vostra scadenza? Dovreste mandare il comunicato tre settimane prima che l’evento abbia luogo, o immediatamente dopo un evento o un annuncio. ACCORGIMENTI PER UN BUON COMUNICATO STAMPA Il comunicato stampa è un mezzo molto valido per ricordare ai membri della stampa quanto di nuovo e d’interessante la vostra organizzazione fa. Usate però questo mezzo solo quando avete qualcosa di veramente CONCRETO da dare. Nel preparare un articolo tenete presente che è importante e spesso quasi determinante richiamare l’attenzione con una foto. Per quanto possibile quindi, procurate ai media questo aiuto visivo che illustrerà meglio la storia. Assicuratevi di includere ogni referenza e il nome di tutte le persone presenti nella foto. (Se non avete aiuti «visivi» da aggiungere, non pensate nemmeno a proporre la notizia – o altro – alla televisione). Prima di scrivere la prima riga del comunicato, pensate a chi lo state indirizzando e se la notizia può interessare i media. Nel tentativo di attirare l’attenzione sulla vostra organizzazione non date importanza a qualcosa che non ce l’ha. Accertatevi inoltre che l’informazione del comunicato stampa sia precisa e attuale e non soltanto self-serving o autocelebrativa. Il paragrafo introduttivo del comunicato deve contenere un riassunto della storia e metterne in risalto la validità. La maggioranza dei giornalisti professionisti non andrà oltre il primo paragrafo se la storia non li interessa. Raccontate l’intera storia e non lasciate domande inevase. Scrivete per il lettore e venderete all’editore. Pur se esauriente il comunicato però deve essere succinto e diretto. Eliminate le 20 parole troppo ricercate, superlative e gli aggettivi inutili che non si addicono al nuovo stile di informazione. Spiegate il significato del vostro dire in termini comprensibili per il lettore, evitando gerghi e abbreviazioni. Il vostro obiettivo è informare e non fare colpo. Non usate termini esclusivi alla vostra istituzione o alla chiesa. (Per esempio, il pubblico non conosce la differenza tra una federazione e un’unione). Una volta che il comunicato è pronto, mandate solo originali o copie perfette al giornalista. Se trasmettete la notizia per e-mail mandatene una individualmente a ogni mezzo di comunicazione. Non è consigliabile mandare duplicati di comunicati all’interno di uno stesso mezzo di comunicazione. Non è produttivo essere insistenti e invadenti. ESEMPIO DI COMUNICATO STAMPA Da pubblicare immediatamente (data) Contatto (nome del contatto e telefono) TITOLO (Deve essere interessante) (Nome della città da cui scrivete) . Primo paragrafo: chi, che cosa, quando, dove e possibilmente perché e come. Il primo paragrafo è una breve introduzione e fornisce i dati fondamentali. Il secondo paragrafo descrive ulteriormente l’informazione iniziale. Confermare e sviluppare le premesse nel terzo e quarto paragrafo L’ultimo paragrafo deve fornire al lettore le informazioni del caso. Numero telefonico? Indirizzo web o e-mail? LE 12 COSE CHE I REDATTORI CERCANO IN UN COMUNICATO STAMPA 1. Redatto come un articolo. 2. Spazio doppio e margini larghi se spedito o faxato. Se inviato per e-mail, includere il comunicato nella e-mail, non includetelo con un attachment. 3. Scrivete il comunicato sulla vostra carta intestata. 21 4. Includete il nome del contatto e il numero di telefono. 5. Indicate il fine del comunicato. 6. Contenetelo, se possibile, in una pagina. 7. Rispondete a: Chi? perché? dove?, quando? perché? come? 8. Siate chiari e concisi. 9. Usate frasi e paragrafi brevi. 10. Non includete una lettera. 11. Siate precisi, tempestivi e non troppo self-serving. 12. Non dimenticate mai a chi è indirizzato! COMPILAZIONE DI UN ELENCO DI MEZZI DI COMUNICAZIONE Ora che avete preparato il materiale per la stampa e redatto il messaggio, dovete selezionare il tipo di media che volete contattare e al quale desiderate indirizzare il messaggio. Individuare il mezzo più adatto aumenta le possibilità di ottenere dei risultati e può farvi risparmiare tempo e denaro. Inizialmente forse preferirete non esporvi troppo e rivolgervi principalmente a cronisti che si occupano di affari religiosi - se il mezzo d’informazione si avvale dei loro servizi - e a risorse locali. Più in là potreste allargare gli orizzonti concentrando gli sforzi su aziende, industriali e commerciali specifiche. Se volete ottenere buoni risultati per compilare un elenco dovete sapere quali sono le pubblicazioni del settore, di che cosa si occupano e qual è il loro taglio editoriale. INDIVIDUARE I GIORNALISTI Creare una mailing list leggendo riviste e quotidiani alla ricerca di firme che si occupano dei servizi forniti dalla vostra istituzione. Ogni giornale ha una pagina di sommario dove appaiono i vari settori editoriali e le rubriche. Non sempre il sommario contiene informazioni dettagliate sulle competenze dei vari giornalisti. Per trovare il cronista che fa al caso vostro, leggete gli articoli. O potete anche telefonare direttamente al giornale o a chi di competenza per avere il nome del giornalista che si occupa di quel dato settore. Se è un giornalista televisivo o radiofonico rivolgetevi direttamente alla stazione radio o TV. Per aiutarvi a individuare i giornalisti e i vari mezzi di comunicazione, cercate un media directory o utilizzate un service. Spesso questi elenchi sono disponibili nelle biblioteche locali o presso le Camere di Commercio. 22 CONSERVARE E ARRICCHIRE UN ELENCO È importante conservare traccia dei contatti creando un database con i nomi, gli indirizzi, i telefoni, le e-mail e informazioni su quei giornalisti che v’interessano. Avere tutte queste informazioni su un database vi farà risparmiare tempo. Potete anche utilizzare il computer per stampare buste, etichette, compilare rubriche telefoniche, ecc. (Non è difficile fare tutto questo. Vi basta un semplice programma di Microsoft Office; tutto quello che dovete fare è tenere separata questa rubrica di indirizzi) FISSARE DELLE PRIORITA’ Non tutti i giornalisti rivestono per voi un’uguale importanza, per la vostra organizzazione alcuni sono più importanti di altri. Anche una lista con le varie priorità vi può far risparmiare tempo e denaro. Potreste per esempio dividere l’elenco in tre settori: A,B,C. Iniziando dalla A con i nomi di quelli più importanti , proseguendo con la B che comprenderà i nomi di quelli ai quali dovreste parlare e finendo con la C che conterrà i giornalisti più periferici. Accanto al nome della pubblicazione, apparirà il nome del giornalista che copre il vostro settore, seguito dalle lettere A, o B, o C. È un buon metodo per farvi risparmiare tempo. CALENDARI EDITORIALI I giornali programmano in anticipo i servizi da pubblicare. Decidono cioè per tempo quali sono gli argomenti che verranno trattati. Per fare in modo che anche la vostra organizzazione sia rappresentata con un articolo, procuratevi un calendario redazionale dal quale ricaverete gli articoli che il giornale intende pubblicare, le date, il target di audience, ecc.. Per ottenere questo calendario rivolgetevi alla redazione del giornale. Generalmente mandano una copia del calendario con un numero della rivista. Questo calendario vi aiuterà a programmare per tempo l’informazione che volete passare. DISTRIBUZIONE La e-mail è generalmente un mezzo generalmente accettato. Qualcuno potrà chiedervi nello specifico di mandare la notizia per fax o per posta, ma sta diventando sempre più raro. Non usate però la stessa e-mail per i vari mezzi di comunicazione ma personalizzatela inviandola a un giornalista in particola o al redattore. Potete mandare la stessa notizia a vari mezzi ma senza che l’uno sappia dell’altro. Una pitch letter, o una media alert o un articolo può essere seguita da una telefonata. Generalmente i comunicati stampa contengono tutte le informazioni necessarie per cui non richiedono necessariamente una telefonata per ottenere ulteriori informazioni. CENTRO MEDIALE Nel caso in cui ci sia in corso o in previsione un «evento» di una certa importanza è bene riservare un’apposita zona a un «centro mediale». Questo centro funzionerà come punto di riferimento per tutte le informazioni da dare al pubblico. Accertatevi che questo spazio sia circoscritto e che le informazioni vengano rilasciate solo dagli addetti. Dovrà essere uno spazio in cui gli operatori (giornalisti, cronisti, ecc.) possano lavorare comodamente, fare interviste e altro. Ogni impiegato o membro incaricato, saprà così dove indirizzare le telefonate dei media o le eventuali visite. Se questo spazio (stanza) è sufficientemente ampio si potranno tenere qui le conferenze stampa. Ci sarà una pedana con un microfono e anche uno striscione o un cartello di riconoscimento. Per esempio, se una scuola diventa un centro mediale o di raccolta in occasione di una catastrofe naturale, uno striscione servirà a farla riconoscere dalla comunità locale. 23 I centralinisti che userete dovranno saper rispondere adeguatamente e smistare a chi di competenza le eventuali telefonate. Nel caso in cui la crisi si verifichi lontano dalla sede degli uffici della chiesa o della scuola, sarà necessario istallare sul posto un centro mediale. Se non c’è altra possibilità affittate una sala in un albergo. COMMUNICATION PLAN Termineremo parlando dell’inizio e cioè di come va sviluppato un communication plan. È imperativo che impariate quanto fin qui detto e lo mettiate in pratica . Il piano che predisporrete servirà da carta stradale per le varie strategie di comunicazione. Il piano e la strategia possono eventualmente essere modificati anche lungo il percorso, così come durante un viaggio ci accade a volte di tornare indietro o di cambiare strada ma comunque prima di partire è meglio studiare accuratamente la carta stradale. Questo planning process è anche un ottimo motivo per coinvolgere altri nel piano stesso. Sarebbe difficilissimo per un pastore organizzare e fare da solo tutto il lavoro. La realizzazione del piano affidata a un comitato di «esperti» li farà sentire «comproprietari» del piano stesso. Prima di iniziare a pianificare un programma rispondete a queste domande: Qual è il vostro obiettivo? A che pubblico vi rivolgete? Di quali mezzi di comunicazione vi servirete per raggiungere queste persone? Preparate dai tre ai cinque spunti da dare come messaggio Definite un calendario Valutazione/misurazione di un piano. Prendetevi un po’ di tempo per rispondere a queste domande. Le risposte non sempre saranno scontate come può apparire a prima vista. Dedicateci una mezza giornata di lavoro e mettete per iscritto le risposte in modo da avere sempre sotto gli occhi una traccia da seguire prima di iniziare una nuova impresa in favore di una comunità che ne trarrà vantaggio e che ama essere informata. 24 CASI SPECIFICI NAV – Notizie Avventiste [email protected] Contatto : Vincenzo Annunziata Appello per la pace* 13 giugno, 2002 – [Vincenzo Annunziata/NAV] Gli avventisti del mondo intero annunciano di aver preso la decisione di non volersi limitare a parlare di pace ma di voler fare molto di più. I 13 milioni di membri di chiesa attivi in 205 paesi, hanno deciso di promuovere una campagna internazionale di educazione perché ogni individuo possa essere un «agente di pace» nella propria comunità. La chiesa, che ha la sua sede centrale negli Stati Uniti, a Silver Spring, Maryland, ha lanciato un «Appello per la pace», che racchiude quattro principi biblici indispensabili per ottenere una pace duratura: dialogo, giustizia, perdono e riconciliazione. La dichiarazione condanna ogni forma di terrorismo e fa appello a tutti gli avventisti perché promuovano una cultura di pace e di riconciliazione in questo nostro mondo sempre più violento. «Gli avventisti non vivono in un ambiente di solo spirito», dice il presidente della chiesa mondiale Pastore Jan Paulsen. «Noi ci interessiamo attivamente a tutto ciò che riguarda la vita e ci preoccupiamo del benessere del pianeta». La chiesa promuoverà questa campagna educativa attraverso la rete scolastica formata dalle 6.000 scuole, collegi e università, che insieme danno vita al più grande sistema scolastico del mondo protestante. Le amministrazioni locali inoltre promuoveranno questa campagna strategica nelle chiese e presenteranno ai media, alle autorità locali, e ai responsabili istituzionali, il messaggio di riconciliazione. Per leggere il testo completo del messaggio della chiesa avventista Call to Peace, (un appello per la pace) visitate il sito news.avventisti.it (*Preparato dal Media Relations Bureau presso il World Church Headquarters) Un appello per la pace della chiesa avventista Viviamo in un mondo sempre più instabile e pericoloso. Fatti recenti hanno alzato ancora di più il livello di vulnerabilità e di paura personale e collettiva. Nel mondo si contano a milioni le persone perseguitate dalla guerra e dalla paura o oppresse dall’odio e dalla sopraffazione. Guerra totale L’umanità, dalla metà del secolo scorso, sta vivendo in un’epoca di guerra totale. La guerra totale cela la possibilità teorica che gli abitanti della terra, senza l’intervento della provvidenza divina, possano veder annullata la loro intera civiltà. Le armi nucleari e biochimiche di distruzione di massa mirano ai centri abitati. Intere nazioni e popolazioni sono mobilitate o istruite per la guerra, e quando tale guerra scoppia porta con sé violenze estreme e distruzione. Giustificare una guerra è diventato più complesso, anche se le avanzate tecnologie rendono possibili alle «bombe intelligenti» di mirare con sempre più precisione obiettivi non civili. Una nuova dimensione Sebbene sia le Nazioni Unite che le varie istituzioni religiose abbiano proclamato il primo decennio del 21mo secolo, il decennio della pace e della sicurezza contro ogni tipo di violenza, una nuova e insidiosa dimensione di violenza sta emergendo: il terrorismo internazionale 25 organizzato. Il terrorismo in quanto tale non è nuovo, ma lo sono i network terroristici internazionali. Un altro fattore di pericolo è il ricorso al sedicente mandato divino come ragione dell’attività terroristica con la scusa della guerra di cultura o anche della guerra «di religione». L’ascesa del terrorismo internazionale rivela chiaramente che non è solo una nazione o uno stato che fa la guerra, ma combinazioni di esseri umani di vario genere. Come dichiarò uno dei fondatori della chiesa avventista circa un secolo fa: «L’inumanità dell’uomo verso l’uomo è il nostro più grave peccato». 2 La natura umana ha una reale tendenza alla violenza. Da una prospettiva cristiana, tutta questa inumanità rientra nel quadro di una guerra cosmica, il gran conflitto tra il bene e il male. Il terrorismo sfrutta il concetto di Dio I terroristi, soprattutto quelli spinti da una motivazione religiosa, pretendono che la loro causa sia assoluta e che togliere la vita indiscriminatamente sia del tutto giustificato. Si autodefiniscono rappresentanti della giustizia di Dio ma dimenticano totalmente di rappresentare l’amore di Dio. Inoltre questo terrorismo internazionale è totalmente estraneo all’idea di libertà religiosa. Si basa infatti sull’estremismo politico e religioso e sul fanatismo fondamentalista che si arrogano entrambi il diritto d’imporre punti di vista o convinzioni religiose e di annientare chiunque si opponga alle loro convinzioni. Imporre le proprie vedute religiosi ad altri, con l’inquisizione e il terrore, comporta la manipolazione e lo sfruttamento di Dio facendolo diventare un idolo di male e di violenza. Ne risulta un’offesa alla dignità di esseri umani creati all’immagine di Dio. I pilastri della pace Da una prospettiva cristiana e pratica, ogni pace duratura è formata da almeno quattro elementi: dialogo, giustizia, perdono e riconciliazione. Dialogo. Le contese e i gridi di guerra devono essere sostituiti dal dialogo e dalla discussione. Una pace duratura non si ottiene con mezzi violenti, ma bensì con la negoziazione, con il dialogo e inevitabilmente con un compromesso politico. A lungo andare, una trattativa intelligente è più autorevole di una forza militare. I cristiani, in particolare, dovrebbero essere sempre pronti a «ragionare insieme», come dice la Bibbia. Giustizia. Sfortunatamente il mondo è pieno d’ingiustizia e la ricaduta dell’ingiustizia è il conflitto. La giustizia e la pace si tengono per mano, così come l’ingiustizia e la guerra. La povertà e lo sfruttamento producono scontento e sfiducia, che portano alla disperazione e alla violenza. D’altra parte, la «parola di Dio non fornisce la regola per far arricchire una classe a danno di un’altra che viene oppressa e maltrattata». La giustizia richiede rispetto per i diritti umani, e in particolari per i diritti della libertà religiosa che ha a che fare con le più profonde aspirazioni umane. La giustizia richiede la non discriminazione, il rispetto per la dignità umana , l’uguaglianza, e una più equa distribuzione dei beni materiali necessari per vivere. Le politiche economiche e sociali produrranno o la pace o il malcontento. L’interesse avventista per la giustizia sociale si esprime attraverso il sostegno e la promozione della libertà religiosa, e attraverso organizzazioni e dipartimenti della chiesa che contribuiscono ad alleviare la povertà e le condizioni di emarginazione. Sforzi questi che a lungo andare riducono il risentimento e il terrorismo. Perdono – Il perdono come si sa è indispensabile per riallacciare rapporti personali interrotti. È evidenziato anche nella preghiera che Gesù ha chiesto ai suoi seguaci di pregare (Matteo 6:12). Tuttavia, non dobbiamo trascurare le dimensioni corporative, societarie e anche 26 internazionali. Se vogliamo la pace, è vitale lasciar cadere i pesi del passato, per andare oltre il terreno di battaglia e lavorare per la riconciliazione. Come minimo, questo richiede di dimenticare le passate ingiustizie e violenze e nel migliore dei casi, contempla il perdono che assorbe il dolore senza vendetta. C’è quindi bisogno di incrementare una cultura del perdono nella chiesa. Come cristiani e capi di chiesa, è nostro dovere aiutare individui e nazioni a liberarsi dalle pastoie della violenza, e a rifiutare di rinnovarle anno dopo anno e anche generazione dopo generazione. Riconciliazione – Il perdono è la base per la riconciliazione e la successiva restaurazione dei rapporti diventati estranei e ostili. La riconciliazione è l’unica via di successo sulla strada della cooperazione, dell’armonia e della pace. Noi facciamo appello alle chiese e ai leader cristiani perché esercitino un ministero di riconciliazione e agiscano come ambasciatori di buona volontà, di apertura e di perdono. (cf. 2 Corinti 5:17-19). Questo sarà sempre un compito difficile e impegnativo. Pur evitando di cadere nei vari tranelli della politica che sicuramente incontreremo lungo il cammino, dobbiamo tuttavia mirare alla libertà – libertà dalle persecuzioni, dalle discriminazioni, dalla povertà abietta e da altre forme di ingiustizia. È una responsabilità cristiana persistere nel proteggere coloro che vivono sotto la minaccia di abusi, di sfruttamento e di terrore. Sostegno e qualità della vita Gli sforzi silenziosi delle istituzioni religiose e di coloro che lavorano dietro le quinte sono incalcolabili ma non sufficienti: «Non siamo creature che vivono solo in un ambiente spirituale. Siamo attivamente coinvolti in tutto ciò che riguarda la vita e c’interessa il benessere del nostro pianeta». Il ministero cristiano della riconciliazione dovrà e vorrà «contribuire alla restaurazione della dignità umana, dell’uguaglianza, e dell’unità per merito della grazia di Dio nella quale gli esseri umani si riconoscono come membri della famiglia di Dio». 3 Le chiese non devono essere conosciute solo per il contributo spirituale che danno – benché questo sia fondamentale – ma anche perché sostengono la qualità della vita, e in questo contesto è essenziale essere dei fautori di pace. Dobbiamo pentirci delle espressioni di violenza che i cristiani e le chiese, nel corso della storia e anche recentemente, hanno tollerato o hanno tentato di giustificare e di cui ne sono stati a volte parte attiva. Facciamo appello ai cristiani e agli uomini e alle donne di buona volontà del mondo intero perché si assumano un ruolo attivo nel promuovere e sostenere la pace, diventando così protagonisti della soluzione piuttosto che del problema. Fautori di pace La chiesa cristiana avventista si augura di poter agire in armonia con il regno di Dio che sta per instaurarsi. C’è bisogno, per promuovere la riconciliazione tra le varie parti del conflitto, di diventare dei costruttori di ponti in armonia con le parole del profeta Isaia: «Sarai chiamato il riparatore delle brecce, il restauratore dei sentieri per rendere abitabile il paese» (Isaia 58:12). Gesù Cristo, il Principe della Pace, vuole che i suoi seguaci si adoperino per la pace perché così saranno chiamati figli di Dio (Matteo 5:9). Educare alla cultura della pace La chiesa avventista mantiene un sistema scolastico denominazionale che probabilmente è il secondo nel mondo. A ognuna delle sue 6000 scuole, collegi e università è stato chiesto di dedicare ogni anno una settimana per parlare e diffondere con vari programmi il rispetto, la non violenza, la ricerca della pace, la risoluzione dei conflitti e la riconciliazione nell’ambito di un contributo specifico «avventista» alla cultura della pace e dell’armonia sociale. Avendo in 27 mente questo obiettivo il Dipartimento dell’Educazione della chiesa sta preparando un calendario e del materiale vario per promuovere per l’appunto il programma sulla pace. L’educazione del membro di chiesa alla non violenza, alla pace e alla riconciliazione deve essere un processo continuo. Ai pastori viene chiesto di usare i pulpiti per proclamare il vangelo della pace, del perdono e della riconciliazione che insieme abbattono le barriere create dalla razza, dalle etnie, dai nazionalismi, dal sesso e dalla religione. La speranza cristiana Sebbene essere fautori di pace possa sembrare un compito proibitivo, c’è però la promessa e la possibilità di una trasformazione attraverso la rinascita. Ogni violenza e terrorismo in realtà sono, in termini teologici, un unico aspetto del conflitto tra Cristo e Satana. Il cristiano ha la forte speranza e la certezza che il male – il mistero dell’iniquità – farà il suo corso e che, conquistato dal Principe della Pace, il mondo sarà reso nuovo. È questa la nostra speranza. L’Antico Testamento, nonostante i tanti racconti di guerre e violenze, guarda al futuro verso una nuova creazione, così come fa il Nuovo Testamento, e verso la fine di un circolo vizioso di guerre e terrore, quando le armi scompariranno e diventeranno utensili agricoli, e la pace e la conoscenza di Dio e del suo amore copriranno il mondo intero come le acque ricoprono gli oceani (Cf. Isaia 2:4, 11:9). Nel frattempo, in ogni relazione umana, dobbiamo seguire la regola d’oro che ci chiede di fare agli altri quello che vogliamo che gli altri facciano a noi (Matteo 7:12) e non solo d’amare Dio ma di amare come Dio ama. (Cf. 1 Giovanni 3:14; 4:11,20,21) 1. Ellen G. White, Ministry of Healing, p. 163 2. Ibid., p. 187 3. Citazione del Pastore Jan Paulsen, Presidente della Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno. (Votato durante lo Spring Meeting del comitato esecutivo della Conferenza Generale, il 18 aprile, 2002, Silver Spring, Maryland). 28 WACO : Un CASO SPECIFICO di GESTIONE della CRISI Il 28 febbraio 1993, la polizia emise un mandato di perquisizione per Vernon Howell (alias David KORESH), leader di una piccolo setta con sede a Waco, Texas. Aveva le prove che il gruppo era coinvolto in un traffico illegale di armi, incluse armi di origine militare. Howell e gli altri fecero resistenza all’arresto, uccisero quattro poliziotti e ne ferirono altri 16. Il mattino successivo tutti i mezzi d’informazione nazionale dettero largo spazio all’evento, e la notizia rimase per 51 giorni sotto il fuoco dei mass media. Anni prima Howell era diventato membro della chiesa avventista ed era entrato a far parte di un’ala fuorviata che si era staccata dalla denominazione negli anni 1930. Aveva reclutato più di 100 membri in giro per gli Stati Uniti, l’ Inghilterra, l’ Australia e i Caraibi e li aveva riuniti all’interno di un piccolo centro vicino a Waco. Di questo gruppo era diventato il leader e lo teneva sotto stretto controllo psicologico. Aveva ingaggiato numerosi rapporti adulterini con le mogli e le figlie dei membri del gruppo dandosi infine alla vendita delle armi. Nel giro di 24 ore i mass media sparsero la notizia che Howell e il suo gruppo erano collegati alla chiesa avventista. I giornalisti incominciarono a intervistare una quantità di impiegati denominazionali a tutti i livelli, molti dei quali del tutto impreparati a trattare con i media e anche laici che non avevano una posizione ufficiale nella chiesa. Dobbiamo riconoscere che dal punto di vista delle relazioni pubbliche, la chiesa avventista non è molto conosciuta negli Stati Uniti. Solo metà dei 250 milioni di americani, hanno sentito parlare della chiesa o ne conoscono per lo meno il nome ma la maggior parte di questi non ha alcun idea di quello che sia o viene confusa con qualche altra religione. I leader della chiesa si trovarono a dover affrontare una situazione che avrebbe potuto incidere seriamente sulla missione della chiesa per un’intera generazione e oltre. A. Che cosa fu fatto? 1. Fu nominata subito una squadra di crisi presso la sede della Conferenza Generale, formata dal segretario della Conferenza Generale, dal segretario della Divisione Nord Americana, dal comitato delle comunicazioni sia della CG che della Divisione e da un rappresentante legale della Conferenza Generale. 2. [……] B. Risultati dell’operazione «Quasi subito apparve chiaro ai media che i fatti di Waco non rappresentavano né le dottrine né lo stile di vita della chiesa avventista», riporta Patterson. Patterson fu intervistato ripetutamente da giornalisti dei maggior mezzi d’informazioni americani: USA Today, Associated Press, United Press International, ABC e NBC,dai tre principali programmi TV del mattino (CBS This morning, Good Morning America, Today), la Chicago Tribune, Washington Post, Dalls Morning News, Boston Globe, Atlanta Journal-Constitution e Larry King Live, tra gli altri. Lo scopo di queste interviste non fu farsi pubblicità bensì cercare di non essere menzionati sui giornali e radio-TV. Quando un’apparizione non si poteva evitare, si faceva ogni sforzo per apparire insieme ad altri leader religiosi; per esempio, Patterson fu intervistato con Jerry Falwell, un famoso leader cristiano fondamentalista, il 20 aprile a Good Morning America. Da quel tragico momento (la cui parte finale sostenuta dalla polizia è ancora causa di conflitto politico negli U.S.A), la chiesa avventista è scomparsa dalla scena. E in effetti la validità della strategia adottata si evince dalle lamentele di alcuni pochi operai denominazionali secondo i quali la chiesa avrebbe dovuto approfittare di questo fatto per farsi conoscere. Un anno dopo la Divisione Nord Americana commissionò una ricerca a livello nazionale per capire quanto il nome della chiesa avventista fosse ancora legato all’evento di Waco. Risultò che meno dell’un per cento degli intervistati collegava il nome 29 della «Chiesa cristiana avventista» con i fatti o i personaggi di Waco o con il termine «setta». (Ved. Public Awareness: the Perception and Attitudes of the General Public toward the Seventh-day Adventist Churcg by Carole Kilcher and Paul Richardson) L’Esperienza dell’Ospedale Trasformare una crisi in un evento positivo La situazione - Una lettera che minacciava di contaminare i prodotti liquidi dell’ospedale. - Rimostranze contro la chiesa cristiana avventista - Sul posto un’unità di crisi. Affrontare la situazione - Valutare la minaccia - Creare l’unità di crisi tempestivamente ed efficacemente - Assicurare la sicurezza dei consumatori fu in ogni momento la nostra prima preoccupazione - Minimizzare il danno per l’azienda e salvaguardarne la reputazione - Gettare le basi per rientrare a essere quanto prima competitivi e sul mercato. Strategie - Coinvolgere tutto il comitato esecutivo Agire con decisione – e con visibilità Seguire e guardare i media Anticipare gli articoli dei media Valutare la minaccia - L’unità di crisi si riunisce nel giro di un’ora Accerta i fatti Ricerca il parere degli esperti Considera tutti i fattori Identifica le opzioni DECIDE e AGISCE 30 DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI Uso Avventista delle Comunicazioni NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione RIA – Rete Italiana Avventista NAV – Filosofia e Missione 31 FILOSOFIA E MISSIONE DI NAV L’informazione e le news sono la moneta corrente della nostra era. La missione del NAV Notizie Avventiste è fare da collegamento e riflettere le realtà della comunità avventista intorno al mondo. NAV intende essere per la Chiesa Avventista una fonte affidabile e credibile di notizie sulla chiesa internazionale sia per un pubblico interno che esterno. 1. La credibilità è la prima vittima di un certo stile di fare notizia. NAV pur trattando gli interessi istituzionali con chiarezza e prudenza si prefigge obiettività e onestà di informazione. In maggior parte le notizie date riguardano argomenti positivi, NAV però affronta anche temi controversi: l’ordinazione delle donne, i movimenti alternativi, le tensioni razziali, i fallimenti economici di istituzioni, l’alto tasso di apostasia. 2. Se si vuole comunicare con una audience più vasta, non - avventista e specialmente con il mondo dei media, dobbiamo esprimerci con un linguaggio comprensibile. Non c’è niente di più alienante che sentire qualcuno parlare in un gergo incomprensibile. Il NAV distribuisce settimanalmente i suoi bollettini via e-mail a 3.000 iscritti, di cui una parte è membro di chiesa. Ma ci sono anche tanti destinatari non avventisti, incluse alcune delle principali agenzie giornalistiche nazionali, giornalisti che si occupano di religione per la stampa secolare e mezzi di comunicazione religiosi non-avventisti NAV compare anche sulla prima pagina del web site avventista: www.avventisti.it. Questo Web site è spesso il primo contatto per i giornalisti che cercano informazioni su particolari aspetti della chiesa avventista. Questo sito è inoltre visitato da chiunque voglia avere informazioni sulla chiesa e sulle sue dottrine. 3. Con questo format, NAV cerca di abbattere le barriere di diffidenza del «mondo esterno». Per essersi accontentati di parlarsi solo tra di loro, gli avventisti spesso, anche se involontariamente, hanno alzato delle barriere di diffidenza tra loro e il «mondo esterno». La chiesa è spesso incompresa e emarginata. Veicolando le notizie sulla chiesa avventista con questo news format si vuole dare un’immagine di più largo respiro a chi è portato a liquidare l’avventismo come irrilevante o marginale. Il news format è quasi universalmente riconosciuto e accettato; non intimidisce e dà credibilità. Questo format inoltre parla a un pubblico che altrimenti non avrebbe mai l’occasione di venire in contatto con materiale d’evangelizzazione avventista. Che cosa è il NAV Notizie Avventiste: Il NAV è una agenzia di notizie. Offre un bollettino settimanale (ogni giovedi) ad oltre 3.000 abbonati (di ogni parte del mondo) e alimenta con ulteriori notizie il Web site della chiesa avventista. NAV si rivolge a due pubblici : i membri di chiesa e i media esterni. NAV si propone di dare al suo pubblico notizie accurate e tempestive sulla comunità avventista globale. NAV rappresenta inoltre la voce dei leader avventisti. NAV è soprattutto una agenzia di notizie online, veicolate preferibilmente attraverso e-mail e Internet. Che cosa non è NAV: NAV non è un veicolo di promozione per pubblicizzare avvenimenti futuri. NAV non è un forum per mandare in onda gratuitamente questioni controverse. NAV non è una «macchina di propaganda» della chiesa. NAV non è la stampa; non cerca di sostituirsi alle pubblicazioni della chiesa, ma piuttosto di integrarle offrendo notizie adatte a essere riprodotte. PERCHÉ DIVENTARE PARTNER DI NAV? Il NAV realizzerà la sua missione e il suo potenziale solo se riuscirà a sviluppare una forte partnership con ciascuna divisione della chiesa mondiale. NAV offre a queste divisioni la possibilità di: Condividere successi, delusioni, realizzazioni, sfide con la comunità mondiale. Stimolare i membri a guardare al di là degli interessi locali per rivolgere la propria attenzione alle tante diversità di cui è composta la comunità avventista. Aiutare a presentare un quadro fedele della chiesa avventista del settimo giorno al pubblico non avventista di NAV. Richiamare l’attenzione sui programmi di ciascuna divisione. Avere un maggiore input e controllo sulle news rilasciate dalle varie divisioni, specialmente quelle che trattano temi delicati. Complementare (o aiutare a iniziare) una strategia d’informazione nella propria divisione. Incoraggiare la formazione di un gruppo di «comunicatori» avventisti nell’ambito di ciascuna chiesa locale sviluppando un network di corrispondenti NAV. Il suo valore andrà molto al di là di un semplice contributo informativo. NAV E RAPPORTI CON I MEDIA AVVENTISTI NAV è la voce della chiesa avventista in seno ai media secolari e religiosi. Sebbene NAV non sia direttamente coinvolta nell’invio di particolari notizie alla stampa o all’invio di comunicati stampa NAV però serve a integrare i rapporti tra chiesa e media: Richiamando sul nome della chiesa avventista l’attenzione delle maggiori agenzie d’informazione. Fornendo notizie avventiste ad altre agenzie. Fornendo servizi su eventi mediali. NAV è un’ulteriore fonte di informazioni di eventi mediali: p.e. Assemblee mondiali della Conferenza Generale (Nota: questo si distingue dall’annuncio e dalla promozione di futuri eventi pubblici). RAPPORTI CON LE CHIESE Compri due e paghi uno Molte storie compatibili con NAV sono anche utilizzabili dai mezzi d’informazione secolari delle rispettive aeree locali. È così che investendo tempo, sforzi e ricerche per fornire notizie ad NAV 33 spesso ci si ritrova già pronti dei servizi che possono essere trasmessi p pubblicati anche dai media locali. Integrare le iniziative mediali delle varie divisioni Così come serve a integrare le attività di comunicazione della Chiesa Avventista nazionale, NAV può anche aiutare le comunicazioni delle chiese locali: Portando all’attenzione dei media di una data chiesa locale il nome della Chiesa Cristiana Avventista. NOTIZIE VALIDE QUAL È LA DIFFERENZA FRA UN NOTIZIA VALIDA E UNA NON VALIDA? Tempismo – Impatto – Prossimità Tempismo. Spesso ritenuta la principale caratteristica, tempismo significa dare sia un’ informazione fresca (per un bollettino settimanale come NAV, significa entro una settimana dall’avvenimento) che relativa a un tema d’attualità tuttora d’interesse pubblico. Impatto. Significativo – ogni evento o decisione che interessa un largo gruppo di persone ha valore informativo. Un battesimo di massa ha più «valore » di quello di uno o due persone; un meeting frequentato da migliaia di persone è più probabile che riceva spazio su un giornale di un normale servizio di chiesa con 20 persone presenti. (Esempio NAV: «La chiesa continua a crescere in Messico in modo esponenziale» (4.000 battesimi in un giorno) Notorietà. La differenza fra una notizia e una non-notizia spesso dipende da chi viene data. Generalmente le parole di una celebrità o di un politico hanno maggiore valore di quelle di una persona qualsiasi. Similmente, un fatto riferito da una persona famosa acquista immediatamente maggior valore. Unicità. Fatti di non ordinaria amministrazione, o con un qualcosa d’insolito hanno un valore intrinseco maggiore. La notizia data da NAV che in Romania 4.500 giovani avventisti hanno scritto la Bibbia a memoria è un esempio di unicità. A questo genere appartengono anche le «prime», cioè la notizia che in Papua Nuova Guinea per la prima volta una donna ha ricevuto una laurea avventista in teologia, o la notizia che in America è uscito il primo francobollo dedicato alla chiesa avventista. Conflitto. Dissenso, violenza e controversie sono gli alimenti delle notizie. Il pubblico ama leggere di conflitti tra istituzioni o persone. Su NAV, se un conflitto presenta gli altri valori di cui sopra, allora riteniamo di avere la responsabilità di presentarlo. Se parliamo però di un conflitto, il fatto deve essere riportato con accuratezza, neutralità e senza toni accesi. Prossimità. con prossimità s’intende che la notizia deve avere un impatto sui lettori appartenenti all’area in cui viene fatta circolare. Per i giornali, la vicinanza è geografica; il territorio cioè in cui il giornale viene distribuito. Le notizie devono avere un qualche interesse per i lettori di una determinata area geografica. Per un servizio d’informazione nazionale, come il NAV, non c’è un fattore comune geografico. Invece, il legame comune tra i lettori, che rende una storia «vicina» è una «spiritualità geografica» condivisa, una comunità legata da vincoli di fede. Perché una storia sia «vicina» deve quindi riferirsi a temi o a idee importanti per coloro che vivono nell’ambito di una «geografia spirituale». 34 SCRIVERE LE NOTIZIE «Abbi qualcosa da dire e dillo con chiarezza. È l’unico segreto (Matthew Arnold) L’ESSENZIALE DELLO STILE NAV: Precisione, obiettività. Seguire la struttura piramidale inversa che insegna: che cosa, perché, quando, come, dove, chi, ed evitare il gergo avventista. 1. Precisione. Il tempo che incalza, le scadenze, la mancanza di personale, o la difficoltà a contattare le fonti originali d’informazione, tutto contribuisce al reportage impreciso. Ma la precisione rimane il solo aspetto importante di una notizia. È fondamentale verificare l’informazione e fare un duplice controllo delle citazioni. 2. Obiettività. Perché la notizia sia accettata come valida deve essere obiettiva. Un giornalista non può dare un’informazione soggettiva o promozionale senza recare un danno irreparabile alla credibilità della notizia stessa. Ma con un uso corretto delle citazioni, si può includere nell’articolo un’idea soggettiva senza che l’obiettività ne risulti compromessa. Sebbene un giornalista non possa dire: «Ringraziamo Dio per la sua guida in questo momento di crisi», può però citare un leader o un partecipante che pronuncia una frase simile. 3. La struttura piramidale invertita «Una bella frase introduttiva è come il ghiaccio - così scintillante che senza rendersene conto i lettori si ritrovano catapultati al centro della vostra storia». Professor Carl Sessions Stepp, Università del Maryland Lo stile di scrittura cosiddetto «della piramide invertita» consiste nel redigere un articolo fornendo fatti e informazione in ordine decrescente d’importanza. Per cui il titolo o la frase d’inizio deve mettere in risalto l’aspetto più significativo dei fatti. Questa frase iniziale deve dire ai lettori perché questa storia è importante e perché devono continuare a leggerla. Frase introduttiva/primo paragrafo. Aspetto più importante della storia e informazione essenziale: Che cosa, quando, chi. Al centro: Sviluppo ulteriore dell’informazione. Spiegare perché, come. Conclusione: Informazioni di minore importanza. Spesso informazioni riguardanti il background delle persone o delle istituzioni coinvolte. 4. Che cosa, perché, quando, come, dove e chi… Come regola generale ogni notizia deve rispondere alle domande «Che cosa, perché, quando, come, dove e chi». Non partite dal presupposto che il vostro pubblico abbia familiarità con il contesto in cui la storia si svolge. Siate concisi, ma assicuratevi d’includere le informazioni essenziali. 5. Evitate il gergo avventista. Usare il gergo avventista è uno dei modi più rapidi per alienarsi un pubblico che non ha familiarità con i termini religiosi o amministrativi propri della chiesa. Nel dialetto «Avventistese» un nuovo membro di chiesa è «un’anima preziosa vinta per il Cristo». Negli incontri religiosi, l’oratore «predica la Parola», «tocca i cuori» e 35 «benedetti dal Signore». Frasi queste che possono imperversare in un qualsiasi articolo di uno scrittore avventista, alzando barriere comunicative che oscurano il messaggio principale. Un comunicatore efficace farà ogni sforzo per tradurre nei suoi scritti «l’avventistese». Avventistese Traduzione Divisione del Sud Pacifico General Conference Pastore Jan Paulsen «Operaio» avventista ecc. ecc. Regione del Sud Pacifico Sede mondiale della Chiesa Cristiana Avventista Jan Paulsen, presidente mondiale della chiesa avventista Ministro di culto, pastore, insegnante, evangelista, amministratore Altri difetti di stile da evitare Evitare un linguaggio sessista usando sempre il maschile quando si parla di uomini e donne. Gli acronimi vanno scritti per esteso quando citati per la prima volta nell’articolo. L’acronimo da solo è sufficiente nel resto dell’articolo. Per esempio (ADRA che in inglese è Adventist Development and Relief Agency) FIRME E CREDITI 1. Ogni articolo viene firmato in modo che si possa sempre identificare il responsabile delle notizie date. 2. La prima firma è sempre dell’autore responsabile dell’articolo. 3. Si può usare la formula delle due firme (p.e. Vincenzo Annunziata/Eliana Canese) quando c’è un autore principale, e un altro che ha contribuito. Il primo nome elencato è sempre la persona che ha scritto o compilato l’articolo e che è responsabile della sua accuratezza. Il secondo nome elencato ha contribuito o dando informazioni, o facendo ricerche, ecc. 4. Quando si riceve da un’altra fonte un articolo già compilato ma che ha bisogno di molte correzioni, ristesura, o aggiunta di informazioni, la firma è ancora della persona che ha proposto la storia, seguita dalla frase «redazione NAV». 5. POLICY DI NAV E CREDITI Quando una storia viene rilasciata da un’altra agenzia d’informazione o presa da un’altra pubblicazione, si riconosce a questa fonte la firma/accredito. 1. La firma è dell’autore, se l’ autore può essere identificato. 36 2. Il nome della fonte d’informazione segue immediatamente la firma, che a sua volta è seguita da NAV. DIRITTI DI RIPRODUZIONE NAV incoraggia larga circolazione delle sue informazioni sia per via elettronica che per stampa. I nostri articoli sono una fonte d’informazione: possono essere riprodotti integralmente, parzialmente o come una delle varie fonti usati per costruire un nuovo articolo. Ma è importante riconoscere al materiale NAV il copyright. Se si riproducono storie NAV, la nostra unica richiesta è che la fonte NAV sia segnalata. MATERIALE STAMPATO Se si riproducono articoli NAV, integralmente o parzialmente, le parole «Notizie Avventiste» devono apparire sotto il titolo o alla fine dell’articolo. Se si utilizzano diversi fonti oltre ad NAV, le parole «Notizie Avventiste» devono avere uguale risalto di ogni altra fonte d’informazione segnalata. FOTOGRAFIE Se si riproducono fotografie di fonte NAV per accompagnare un determinato articolo, si devono includere le parole «(nome del fotografo se disponibile)/Notizie Avventiste» sulla fotografia, o immediatamente sotto la fotografia. Se volete riprodurre una fotografia ma non l’articolo NAV che l’accompagnava, siete pregati di rivolgervi per il permesso a [email protected]. CONTROLLO DELLE INFORMAZIONI NELL’INVIARE NOTIZIE AD NAV, CONTROLLATE: Se una storia è più vecchia di due settimane è considerata troppo «datata» per essere pubblicata. Se affronta un tema o un evento che va al di là dell’interesse locale. (È una «primizia» o un evento unico? O coinvolge un numero significativo di persone? O persone famose o istituzioni?) 37 Se è una notizia, o un annuncio promozionale. (Annunciare una conferenza sulla libertà religiosa e invitare il pubblico a partecipare è promozionale; un articolo che riferisce quanto si è fatto e detto alla conferenza è una notizia.) INCLUDERE LE SEGUENTI INFORMAZIONI Che cosa è accaduto? Quando è accaduto? Chi era coinvolto? Perché è importante? Quale impatto l’evento ha prodotto? Interviste rilasciate da persone che hanno espresso la loro opinioni sull’evento o ne hanno spiegato più ampiamente il significato: (Includere il nome della persona) Statistiche, se necessario. (Quanti battesimi? Quanti partecipanti?) CI SONO FOTO? Mandate foto a NAV in formato JPG. Se possibile che la risoluzione delle foto sia almeno di 300 dpi. E-MAIL NOTIZIE E FOTO A: Redazione NAV, [email protected] 38 La storia di Angie – una testimonianza scritta per Cristiani, nello stile spesso usato in chiesa, può non comunicare efficacemente ai non-Cristiani. Quali sono i problemi? Leggi la testimonianza di Angie scritta in tre stili e aggiungi i tuoi commenti alla pagina! "Aaahh! Ero furiosa? Avevo rovesciato una tazza piena di caffe..." REALIZZARE UN MODELLO DI TESTIMONIANZA PER IL LETTORI NON CRISTIANI La testimonianza può essere un potente mezzo della comunicazione Cristiana. "Angie", un'immaginaria giovane donna ha scritto la sua storia in tre diversi stili: Per Cristiani, come la racconterebbe in chiesa Completamente riscritta per i non cristiani Ancora per non cristiani, usando lo stile di una rivista Nota – questa non è una storia vera nonostante rappresenti l'esperienza di molte persone reali – è stata scritta per spiegare le tecniche di scrittura. 39 La mia Testimonianza – Come ho trovato Cristo e sono stata salvata "Io sono la luce del mondo, chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Giovanni 8:12) Sono stata educata in una famiglia Cristiana, ma da bambina non ho risposto all'offerta di salvezza di Cristo. Ero troppo impegnata a cercare di soddisfare me stessa - la mia vita recava dispiacere al Signore. Ero una tipica adolescente ribelle, e sebbene non mi sia immischiata in nulla di particolarmente orribile, vivevo per compiacere me stessa. Probabilmente ho spinto i miei devoti genitori ad affliggersi per me. Senza dubbio hanno pregato per me in tutti questi anni. Quando avevo 17 anni qualcuno mi portò la sua testimonianza e mi invitò alla chiesa locale per un evento musicale per giovani. Ho sentito predicare chiaramente il Vangelo dal leader del gruppo musicale. Non l'avevo mai veramente compreso prima. Il giorno dopo qualcuno mi diede il Vangelo di Giovanni. Lo portai a casa per leggerlo. Un verso in particolare mi ha colpito - Gv 8:12. Fondamentalmente mi sentii colpevole, ero una peccatrice e Gesù era morto per la mia salvezza. Quindi recitai la preghiera di pentimento chiesi a Dio di salvarmi. Immediatamente trovai una meravigliosa pace e fiducia. Ora so che andrò in cielo per grazia di Dio. Voglio solo servirlo tutto il tempo. Ogni giorno è una meravigliosa nuova avventura leggere la Bibbia e scoprire le cose attraverso la sua Parola. Amico mio, rivolgiti al Signore anche tu! Critica Angie ha usato uno stile che probabilmente userebbe per raccontare la sua testimonianza durante una funzione religiosa. Non si è resa conto che deve scrivere in uno stile completamente differente per comunicare con i non Cristiani. Tutte queste parole ed espressioni in gergo familiari ai Cristiani evangelici sono sottolineate in rosso. Pochi non-Cristiani le capirebbero, specialmente perché lei non ha cercato di spiegarne il significato. Per chiunque, senza una cultura religiosa, è come ascoltare una lingua straniera. Per quelli online per i quali l'inglese è veramente una lingua straniera, è impenetrabile. "Sono tutte parole meravigliose alle orecchie dei credenti. Ma per i non credenti, sono prive di significato." (Firm Foundations, di Trevor McIlwain, New Tribes Mission) Non ci sono dettagli personali su Angie. Com'è lei veramente? Quali sono i suoi interessi? Lei non sembra reale. Come si sentiva e pensava prima che diventasse Cristiana? E' troppo poco perché qualcuno vi si possa identificare. Non c'è nemmeno nessun dettaglio sulla sua visita all'incontro coi giovani. E Felipe (vedi la versione successiva) è diventato un anonimo "qualcuno". Quindi questi eventi non sembrano reali. Ai non Cristiani interessa sapere se lei è cresciuta in una casa Cristiana? O se ha avuto genitori "devoti"? I non Cristiani si identificano con la sua vita che "recava dispiacere al Signore", o col fatto che lei crede di andare in cielo? Questi non sono sentiti come "bisogni" nella maggior parte delle culture moderne. La sua fede le dà qualcosa che aiuta la sua vita giorno per giorno? Non lo dice. Tutto ciò che dice è che leggere la Bibbia è bello. Ha iniziato con una citazione della Bibbia, tra l'altro usando una vecchia traduzione. Ai non Cristiani questo sembra religioso e bigotto. 40 "Fondamentalmente" e "solo" sono parole che non aggiungono nulla alla storia. Il titolo è umile e servile. Molti non Cristiani smetterebbero di leggere in questo punto. La storia è un blocco di testo. Deve essere divisa in paragrafi più brevi e probabilmente uno o più sottotitoli. La leggibilità è fondamentale. Vuole davvero servirlo tutto il tempo? E' ogni giorno una meravigliosa avventura? Non manca mai la lettura quotidiana della bibbia? Potrebbe esistere un Cristiano così, ma io non ne ho mai incontrato uno. Angie sembra "troppo bella per essere vera"? Suona reale? Oppure è una "evangelica" esagerazione? L'ultima riga è un appello da predicatore che potrebbe funzionare in un sermone o in una testimonianza a voce, ma in un articolo scritto suona esuberante e bigotta! Scrivere per il web (o per la stampa) necessita le abilità di un giornalista non di un predicatore. Dio nella sua misericordia può parlare a chiunque attraverso qualunque cosa. Ma i Cristiani possono fallire nel comunicare in modo efficace se non considerano i destinatari cui si rivolgono, e credono che le parole adatte ad un Cristiano siano appropriate anche per i non Cristiani. Quando Angie ha compreso questo, ha parlato con Arif, abile nella scrittura e nella comunicazione. Egli ha sottolineato i difetti e si è offerto di aiutare a correggere e redigere il suo articolo. Nonostante sia bravo in inglese, non è la sua lingua madre, quindi ha potuto indicare ad Angie dove ha usato parole e frasi che potrebbero creare confusione ad un utente di seconda lingua. Quindi lei umilmente si è dedicata a redigere una nuova stesura... Il mio lettore di CD rotto Aaah! Ero furiosa? Avevo rovesciato un'intera tazza di caffè sul mio lettore CD. Proprio quando stavo per ascoltare il nuovo album dei Mojos. Non voglio scrivere le cose che ho detto in quel momento. Ho quasi lanciato la tazza fuori dalla finestra! Sì, questo è stato un punto di svolta nella mia vita. Il giorno dopo per prima cosa sono andata al negozio di riparazioni Micro hi-fi. Il proprietario Felipe era un amico di famiglia "Dammi due giorni" disse "E' semplice." Appena mi sono girata ad aprire la porta mi ha chiamato. "Angie, abbiamo un pomeriggio musicale per i giovani domani in chiesa. Credo che ti piacerebbe." "Mmm, forse." Risposi. Non mi piacevano proprio gli incontri in chiesa anche se ci andavo da piccola. Volevo decidere della mia vita, programmare i miei obiettivi. Non avevo bisogno di aiuto, questo era per gente vecchia. Ma quella notte, senza musica da ascoltare, e niente di buono in radio e Tv, cominciai a pensare. C'è altro nella vita? Forse c'è una ragione per vivere? Forse anche un modo per essere veramente appagata e felice? Sentivo un vuoto da quando avevo rotto col mio ragazzo Mick due mesi prima. La musica sembrava riempire un po' questo vuoto. Ma non puoi ascoltare musica tutto il tempo! Nascondendo il mio viso Il pomeriggio successivo camminai fino alla chiesa, col colletto del cappotto alzato sul viso. Non volevo che nessuno mi vedesse andare là. Il gruppo musicale Dynamite era bravo, con un brillante tastierista, anche se non mi piaceva il loro repertorio, i testi mi facevano sentire a disagio. Alla fine il leader del gruppo parlò per 10 minuti. Ci raccontò come la sua vita fosse 41 sprofondata nella depressione e dipendenza. Poi aveva trovato Gesù. ("Oh no, un'altra stramberia religiosa," pensai.) Ma ci disse come Gesù era morto per lui, e per ognuno di noi. Spiegò che Gesù era come il suo migliore amico, e che si sentì veramente libero per la prima volta nella sua vita. Non ebbe più bisogno di riempire i vuoti della sua vita con alcool e droghe. Mentre tornavo a casa accanto ai negozi, la mia testa iniziò a girare. Non volevo "arrendermi" a Dio. Ma tutto questo poteva essere vero? Il giorno dopo, nella mia pausa pranzo andai al negozio di hi-fi. "Tutto a posto" disse Felipe. "Ti è piaciuto l'incontro?". "Sì", dissi, non volevo parlarne. "Ti piacerebbe leggere questo?" disse Felipe dandomi un piccolo libretto. Quel pomeriggio preparai il mio lettore CD, iniziai a sentire il nuovo album, e trovai il libretto di Felipe nella scatola. Era il "Vangelo di Giovanni", parte della Bibbia. Cominciai a leggerlo e continuai fino in fondo. Avevo già letto parti della Bibbia, ma non avevano mai avuto senso per me. Ma ora! Era come se Dio mi parlasse direttamente. Ricordo una frase in particolare: "Sono la luce del mondo! Seguimi e non camminerai nell'oscurità". Compresi che non meritavo il suo amore e che avevo vissuto una vita completamente concentrata su me stessa. Ed egli mi amava comunque, ha mandato Gesù a morire per me. Voleva che rispondessi a questo e gli permettessi di cambiare completamente la mia vita. Con la testa appoggiata sulla scatola vuota del lettore CD, chiesi a Dio di perdonarmi, di cambiarmi, ed entrare nella mia vita. Promisi di smettere di vivere la vita a modo mio. Quella notte fu un vero punto di svolta per me. Sentii una pace interiore che non avevo mai sentito prima, ed una spensierata felicità. Col passare dei giorni, lentamente imparai qualcosa di più su Gesù. Compresi che mi stava aiutando, giorno per giorno, a prendere decisioni, affrontare situazioni difficili, e comprendere meglio le altre persone. La vita ebbe un nuovo significato. Guardo spesso il mio lettore CD, sono felice di averci rovesciato sopra il caffè! Critica Angie ha cominciato con un incidente personale che attira l'attenzione e col quale tutti possiamo identificarci. Anche il titolo attira l'attenzione, senza menzione alla religione. Fornisce molti dettagli sulla sua vita, l'album che ha comprato, la sua reazione nel rovesciare il caffè, il colletto del cappotto sollevato. Possiamo visualizzare queste scene. Ha usato una reale conversazione. Possiamo facilmente immaginare questa conversazione nel negozio. Dato che sembra "reale", è facile credere alla sua storia. Un buon romanziere o produttore cinematografico crea personaggi che ci sembrano veri invece che bidimensionali. Il poeta Philip Larkin usava questo come un modo per giudicare la letteratura. Suggeriva che potremmo giudicare se la scrittura è credibile chiedendo a noi stessi: "Me ne importa?". Non ha usato parole in gergo. Le uniche parole Cristiane sono "chiesa", "Dio", "Gesù", "Vangelo" (nel senso di Vangelo stampato, ed è stato definito), e "Bibbia". Tuttavia, col suo racconto, ha spiegato "Vangelo", "grazia", "pentimento", e una relazione con Dio. Ha mantenuto semplici frasi brevi con verbi e costruzioni facili. La sua storia è quindi accessibile anche ad un utente in Internet non madrelingua. Ha usato alcune parole della Bibbia, ma nel contesto della storia. Ha evitato la parola Cristiana "verso", ha inoltre deciso di non menzionare la referenza, anche se avrebbe potuto farlo. (Molte persone sono completamente estranee a questo). Inoltre la citazione è di una moderna traduzione. Qualunque versione della Bibbia tu preferisca per lo studio personale, quando vuoi accuratezza tecnica, l'evangelismo necessita di una versione 42 moderna e facile da capire. Una pagina web può inoltre collegarsi ad un singolo verso, un gruppo di versi o un capitolo della Bibbia online. Ha deliberatamente non menzionato se ancora frequenta la scuola o lavora. In questo modo, un più ampio pubblico può identificarsi con la sua storia. Comunque sarebbe stato possibile dare più dettagli sul suo ambiente, la famiglia, l'educazione, se questi fatti servono a farla sembrare più "reale". Quasi tutti possono identificarsi con la separazione dal suo ragazzo, la solitudine crea un reale e sentito bisogno. Non ha mai detto di aver "pregato", una parola che significa diverse cose per diverse persone; lei ha solo "chiesto". Il piccolo dettaglio di poggiare la testa sulla scatola la fa sembrare più reale. Possiamo immaginare mentre lo fa. Ha deciso di non usare il termine "Signore" per Dio (come ha fatto nella prima versione), perché è un termine comunemente usato dai Cristiani che può far sentire i non Cristiani a disagio. Un altro scrittore avrebbe potuto avere un'opinione differente. Ha saggiamente deciso di non usare il maiuscolo per "Egli" e "Suo" rispetto a Dio, perché questo sembra religioso. Angie ha impiegato molto tempo a redigere e revisionare la sua prima stesura con l'aiuto di Arif e di un altro amico. Infatti ci è voluto più tempo che redigere l'articolo originale. Era stupita nello scoprire che il conteggio delle parole era la metà della prima stesura! Avrebbe potuto inserire il suo nome sotto il titolo, come nella prima linea della versione seguente. Un terzo modo di scrivere questa testimonianza sarebbe lo stile da rivista in terza persona con citazione di dialoghi. Quindi Angie ha parlato con Elisabeth che lavora in un giornale locale. Insieme hanno scritto questo breve articolo... Caffè e lettore di CD non vanno d'accordo Angie Ferrand, 17 anni, studentessa di grafica da Millstown, Panavia. La scrittrice Elizabeth Odobo l'ha incontrata per sentire la sua storia. Angie Ferrand è felice di aver rovesciato il caffè sul suo amato lettore CD! "E' stata una svolta nella mia vita", dice. Ma quando è successo era veramente arrabbiata. Era rientrata a casa da scuola impaziente di sentire il nuovo album dei Mojos. Nell'intento di accenderlo l'intera tazza di caffè si è rovesciata sul lettore. "Non scrivere cosa ho detto dopo", ride. Andare al negozio di riparazioni il giorno dopo ha portato all'incontro con un amico di famiglia Felipe Mateo, il tecnico del negozio. Felipe lavora anche alla chiesa della città. "Ho detto ad Angie che il giorno dopo avremmo avuto un incontro con ospiti i Dynamite," ricorda. "Ma Angie non sembrava entusiasta". Angie era una studentessa eccellente. Ma si sentiva vuota dopo la sua separazione da Mick, il suo ragazzo da oltre un anno. Un pomeriggio senza musica a cancellare la pena l'ha costretta a pensare alla sua vita. C'era un reale significato? Quindi il pomeriggio seguente andò a sentire il gruppo. Cercò di coprire il suo viso con il colletto del cappotto, non voleva che gli amici la vedessero andare in "qualche posto religioso". "Non volevo che nessuno ridesse di me a scuola", dice. 43 "Andai a casa con la testa che mi girava" I Dynamite erano vivaci e geniali. Ma i testi delle canzoni la facevano sentire a disagio. Poi John, il leader del gruppo, parlò per 10 minuti. Spiegò come la sua vita era stata un caos di dipendenza e depressione. Ma Dio era intervenuto e aveva cambiato completamente la sua vita. "Ci disse come Gesù era morto per ognuno di noi. Non avevo mai compreso questo prima d'ora", dice Angie. "Andai a casa con la testa che mi girava". Ritornata al negozio di riparazioni il giorno dopo, non voleva parlare del concerto con Felipe. Ma lui le diede un piccolo libretto da portare a casa nella scatola del lettore CD. Era una parte della Bibbia, "Il Vangelo di Giovanni". Con il suo lettore funzionante e il nuovo album a tutto volume, si sedette a leggere il libretto. Anche se aveva già letto parti della Bibbia, non avevano mai avuto senso. Questa volta era differente. Era come se Dio le parlasse in ogni pagina. Ricorda in particolare una riga: "Sono la luce del mondo. Seguimi e non camminerai nel buio. Avrai la luce che dà la vita." Con la testa sulla scatola "Ho capito che non meritavo il suo amore, e stavo vivendo una vita completamente concentrata su me stessa. Ed egli mi amava comunque, ha mandato Gesù a morire per me. Voleva che rispondessi a questo, e gli permettessi di cambiare completamente la mia vita". Angie si stese con la testa sulla scatola vuota del lettore CD e chiese a Dio di cambiarla, perdonarla, ed entrare nella sua vita. Promise di smettere di vivere la vita a modo suo. Ha fatto differenza? "Sì", dice Angie. "Ho trovato Dio ad aiutarmi in modo pratico. I problemi sono stati più facili da gestire e sono stata capace di relazionarmi molto meglio con le altre persone". C'è questa pace interiore che non ho mai avuto prima. Ora mi sento accettata e non più sola. Critica Anche questo stile funziona bene. Potrebbe essere usato in un sito web, in un opuscolo, nelle lettere della chiesa, o in qualunque mezzo stampa. I piccoli dettagli sono usati per rendere gli eventi reali. Citazioni di un secondo personaggio aggiungono interesse e rinforzano la verità della storia. Anche se Angie avrebbe potuto scrivere la sua storia in terza persona, è stato più facile per qualcun altro intervistare lei e Felipe e creare un articolo nello stile di una rivista. Ancora una volta non è stato usato un vocabolario Cristiano a parte "Dio", "Gesù", "Bibbia", e "Vangelo" (nel senso di un libro stampato, che è stato definito). La parola "testimonianza" è stata attentamente evitata. Dimostra che la sua fede aiuta la sua vita in modo pratico come anche un non Cristiano vorrebbe. Comunque, lei potrebbe ampliare questo spiegando chiaramente che la sua nuova fede non è solo credenza, ma una stretta e personale relazione. L'articolo evita esuberanza, predica, esagerazione, o ritrarre lei come un perfetto angelo! Ai lettori sono lasciati lo spazio e la libertà di fare la propria valutazione della storia. Pietro 3:17 enfatizza l'uso della sensibilità quando condividiamo il Vangelo con gli altri: "Sii sempre pronto a dare una risposta a chi ti chiede di dare la ragione della tua speranza. Ma fai questo con gentilezza e rispetto..." La foto di "Angie" aggiunge molto alla nostra identificazione con lei e la sua storia. I giornalisti dicono che normalmente, una foto dovrebbe sempre avere una didascalia sotto. E' raccomandata l'abitudine giornalistica di riassumere l'intera storia nelle prime due frasi. Suggeriamo comunque che per una testimonianza, sarebbe meglio rivelare l'attuale conversione gradualmente. Comunque è bene partire con un evento chiave, qualcosa che ci introduca nella storia. 44 Una testimonianza online può includere la versione audio in RealPlayer o MP3. Non deve essere necessariamente lo stesso testo. La versione audio può essere un breve riassunto, dare materiale aggiuntivo che non è sulla pagina web, o narrare la storia in modo diverso a completamento della versione scritta. E' il tuo turno! Quale versione della storia di Angie preferisci? Come avresti migliorato la struttura e la forma? Cosa aggiungeresti? Cosa toglieresti? Quale titolo accattivante useresti? E' una sfida scrivere in un modo che comunichi chiaramente ai non Cristiani, dando loro un senso di bisogno: "Se vuoi costruire una nave, non spronare gli uomini ad unire il legno, non dividere il lavoro e non dare ordini. Invece insegna loro a desiderare il vasto mare senza fine". – Antoine de Saint Exupery La storia di Angie è un esempio da "libro di testo". Molte persone infatti hanno una più confusa e complicata storia. Talvolta ci sono varie fasi nel trovare Dio, o anche disobbedienza e confusione. Racconta quello che è successo, non provare a raggiungere un'immagine ideale. 45 DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI Uso Avventista delle Comunicazioni NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione RIA – Rete Italiana Avventista Rete Italiana Avventista 46 SISTEMA RIA – RETE ITALIANA AVVENTISTA Premessa Internet, questo sistema di condivisione dell'informazione coinvolge molte categorie, sia commerciali che religiose, con aspetti che richiedono attenzione sia per gli utenti che per i gestori. In particolare, per i siti religiosi che si rivolgono a tutti, sia ai membri stessi dell’organizzazione che all’esterno, le caratteristiche di accessibilità possono risultare determinanti per la fruizione generalizzata e pertanto questo aspetto assume un connotato importante. Il sito quindi deve essere realizzato sia per uso interno che esterno, questa caratteristica rende il sito stesso al centro dell’attenzione dei vari dipartimenti della chiesa. Essendo un documento ufficiale esso è anche l’emanazione ufficiale della chiesa stessa anche a livello locale. Oggi realizzare una pagina web standard è ormai alla portata di tutti, non serve un’eccessiva professionalità o competenza, le informazioni su come utilizzare il linguaggio html, già di per sé semplice ed intuitivo, sono reperibili su molte riviste e direttamente online. Il passaggio da una semplice pagina web ad una sofisticata, però, non è così immediato. La giusta miscela di testo ed immagini, le accattivanti animazioni, l’interazione utente/pagine web ed il progetto che sta a monte dei siti professionali, si possono ottenere solo con uno studio approfondito della teoria di progettazione e della tecnica dei linguaggi avanzati di sviluppo. Tutto ciò richiede un’elevata professionalità che deve sposarsi con un’alta flessibilità, onde dare risposte diverse a utenti diversi delle nostre chiese locali. Inoltre, considerata la richiesta da parte di varie comunità locali per l’utilizzo di bacheche elettroniche per la raccolta e pubblicazione di notizie sia per uso interno che esterno, per l’utilizzo di internet come ulteriore mezzo per l’evangelizzazione, per l’utilizzo delle capacità dei giovani all’interno delle chiese stesse e tenendo in considerazione il documento emesso dalla Conferenza Generale dal titolo “Presenza in Rete e Siti Web – Linee Guida della Conferenza Generale”, il Dipartimento Comunicazioni ha ritenuto opportuno aderire ad un progetto messo a disposizione dalla Conferenza Generale attraverso la nostra Divisione EUD. Il progetto che si chiama in origine netAdventist (rete avventista) e personalizzato in Italia come RIA – Rete Italiana Avventista, permette ad ogni comunità locale di poter gestire le proprie pagine con semplicità, rapidità ed efficienza e con sicurezza. In pratica ogni chiesa avrà la sua visibilità su internet a livello locale ma anche mondiale. Progetto Ogni comunità locale potrà inserire ed aggiornare le pagine di propria pertinenza (news, appuntamenti, calendario, attività, foto) con il vantaggio di avere a disposizione tutto ciò che sarà prodotto dalla chiesa a livello nazionale: news, studi biblici, assistenza spirituale ed altro. Ogni comunità locale avrà un proprio indirizzo nella forma: nomechiesa.avventista.it ed alcune caselle di posta elettronica nella forma: [email protected] Il sistema prevede la registrazione dei membri della chiesa locale in modo da poter distinguere il privato dal pubblico, il membro di chiesa dal visitatore esterno. 47 Tutto ciò che viene inserito e registrato come accessibile solo ai membri non sarà visualizzato ai visitatori esterni. Inoltre c'è anche la possibilità di inserire documenti accessibili solo ai membri o solo al pastore e/o dipartimenti. Il sistema (un cms - Content Management System) prevede la personalizzazione locale tramite dei template (modelli) in modo che ogni comunità possa dare un aspetto diverso per colore, immagini e disposizione delle informazioni, cosi che ogni sito locale possa risultare diverso l'un dall'altro. (Per maggiori informazioni sul CMS e quindi per capire appieno il funzionamento vedi più sotto il paragrafo Operatività). Se localmente c'e' una persona esperta esiste la possibilità di personalizzare i template e quindi dare un aspetto completamente diverso dagli altri siti in rete avventista. Nei primi mesi del 2008 il progetto verrà aggiornato con il rilascio di una nuova versione maggiormente performante e con ulteriori potenzialità. Alcune caratteristiche del sistema Dobbiamo premettere che il sistema è modulare, ossia è composto da moduli che possono essere o non visualizzati all’interno del sito web locale. Inoltre questi moduli possono essere visualizzati o meno a tutti in rapporto al fatto che l’utente che visita il sito è registrato come membro di chiesa oppure no. Quindi tutte le caratteristiche evidenziate qui sotto sono gestibili in rapporto a quanto qui sopra descritto. Scelta del layout grafico (colori, posizione dei moduli news, annunci, calendario, ecc….). Gestione dei moduli da visualizzare all’interno del proprio sito, sia moduli per le attività locali che per l’esterno (per i moduli nazionali vedi elenco a parte). Gestione delle registrazioni degli utenti selezionandoli come membri di chiesa o esterni. Creazione di Gruppi. Pubblicazione notizie locali per uso interno e/o esterno. Inserimento documenti ad uso locale e/o esterno. Gestione del calendario per gli eventi sia per uso interno che esterno. Gestione personalizzata per la creazione di moduli da inserire sul proprio sito per raccogliere informazioni. Gestione archivio fotografie con slideshow. Gestione archivio video. Gestione votazioni su argomenti proposti localmente (web poll). Statistiche visite sito. Motore di Ricerca interno. Circolo di Preghiere. Pubblicazione di Podcast audio e video. Gestione RSS. Gestione newsletter per gli iscritti. Gestione mappa stradale della comunità locale a mezzo di Google Maps. Il sito web è completamente personalizzabile localmente con l’aggiunta di ulteriori moduli nazionali. Il gestore locale può scegliere dove posizionare i moduli nazionali e quindi dare un ulteriore contributo ai contenuti locali garantendosi comunque l’aggiornamento continuo ed automatico gestito centralmente dall’unione. Il Dipartimento Comunicazioni provvede all’inserimento di tutti i siti locali nei motori di ricerca italiani e mondiali per permettere cosi una loro rapida identificazione sulla rete. 48 Elenco Moduli Nazionali NAV – Notizie Avventiste BIA – Bollettino Informazione Avventista Adra Italia News Aidlr News – News dal Dip. Libertà Religiosa La Bibbia Risponde (Bibleinfo) Voce della Speranza – Iscrizione Corsi Biblici online RVS Podcast – Podcast Audio programmi Radio Voce della Speranza Video Missioni - Podcast Video Nel file RIA-Amministrazione-help.pdf si possono visualizzare alcune immagini dell'interfaccia amministrativa cosi da rendersi conto delle potenzialità del sistema. Operatività La RIA (Rete Italiana Avventista) risponde alla necessità di poter gestire direttamente ed autonomamente il proprio sito internet. La RIA é un sistema per la gestione di contenuti informativi come articoli, rubriche, notizie, faq, pagine nuove, immagini e consente anche l'integrazione con le informazioni provenienti da altri siti italiani e mondiali (Dipartimenti Uicca e Associazioni). La RIA consente ad un utente, abilitato tramite username e password, di inserire o aggiornare i contenuti di un settore o di un'area del sito attraverso un sistema guidato e personalizzato di controlli ed approvazioni da parte di figure diverse. Il programma prevede la presenza di diverse figure come qui a lato rappresentate. L’Ospite ha la possibilità solo di visualizzare i contenuti a lui destinati. Il Membro ha la possibilità di visualizzare e di inserire contenuti a lui destinati. La Redazione inserisce i contenuti nelle aree di propria competenza. Il Webmaster e/o Pastore approva, modifica, rifiuta e pubblica le pagine e gli elementi creati. Gestisce il layout e si occupa della manutenzione del sistema; sceglie la Redazione, assegnando loro le aree su cui poter intervenire. Ma non è obbligatorio che ci siano tutti questi riferimenti. Creare un sito internet risulta oggi molto più semplice ed immediato. Tutte le nostre associazioni e/o comunità locali possiedono già un sito web finalizzato a rappresentare e promuovere le loro attività locali. Purtroppo, per la maggior parte di esse, tale sito web rimane statico finendo per perdere rapidamente visitatori e credibilità . Per di più, questo tipo di sito é difficile e costoso da aggiornare perché occorre l'intervento del webmaster ogni qualvolta si desideri modificare od aggiungere testi o immagini. Per cercare di rispondere a tali esigenze, è nata la RIA. Ovvero sistema di gestione dei contenuti il cui principio é semplicemente di consentire a chiunque abbia minime conoscenze informatiche (ad esempio scrivere un documento di testo) di creare, modificare, cancellare o aggiornare il proprio sito web. Le persone coinvolte nella gestione dei contenuti sono spesso decine e decine, appartenenti ai diversi dell’Unione e delle chiese locali, e ciascuna con diverse necessità . I contenuti provengono da diverse fonti e sono di tipo differente: semplice testo, testo con immagini, file audio, file video, etc. I contenuti devono essere fruibili da diversi mezzi e in diversi formati (pagine HTML per PC, per palmari; CD-ROM multimediali; documenti in formato PDF o Microsoft Word). 49 E devono essere presentati in modo coerente, e personalizzati sia a seconda dell'utente (profilo) che a seconda del momento in cui vengono richiesti (palinsesto). La RIA è già precostituita graficamente ma ogni realtà dovrà personalizzarla secondo i propri gusti e schemi. Sono previsti quindi dei template grafici per la presentazione dei contenuti. Ogni realtà locale dovrà provvedere alla creazione e la gestione dei vari utenti e delle specifiche funzionalità all'interno del workflow; personalizzazione dei contenuti in generale; integrazione con contenuti provenienti dagli altri sistemi informativi dell’Opera; gestione di strumenti comunicativi mailing list, newsletter, forum, links, faq, eventi, calendario e sondaggi; l'attivazione delle funzionalità di interrogazione e ricerca (anche se in realtà sono automatiche); personalizzazione dei criteri di presentazione dei contenuti. Il prodotto della RIA prevede la decentralizzazione della manutenzione: l'utente può aggiornare, modificare, creare o cancellare pagine da qualsiasi postazione purché abbia un web browser grafico. Un ambiente di lavoro pensato per utenti non esperti di programmazione. La gestione degli accessi avanzata che assicura la paternità e la tracciabilità dei contenuti. La possibilità di cambiare rapidamente il layout dell'intero sito senza toccare una riga del contenuto e del codice. Navigazione e menu generati ed aggiornati automaticamente: niente più pagina non trovata ! 50