Dirigenti Scolastici
NOTIZIARIO NAZIONALE
055 - 2015 – 26 Dicembre 2015
REDAZIONE: RaCi - R. Ciuffreda - Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC
SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA
01. Una legge di stabilità che investe le risorse nella
direzione sbagliata
02. Dall'incontro al Miur risposte evasive sulla chiamata
diretta dei docenti e indifferenza ai problemi di chi è senza
stipendio da mesi
03. Mobilità scuola 2016/2017: chiamata diretta dei
docenti, resoconto incontro Miur-sindacati
04. Firmato il decreto per il pagamento delle supplenze:
grave ritardo ed incertezze per migliaia di precari
05. “Articolo 33” n. 11-12 in distribuzione. Le novità per il
2016
ORDINAMENTI - RIFORME
06. Il MIUR fissa un nuovo incontro con i sindacati: utilizzo
dell’organico potenziato, anno di formazione e prova, gli
argomenti all’ordine del giorno
07. MIUR nota propedeutica alla definizione dell'organico
di potenziamento per il 2016-2017
PENSIONI
08. Pensioni scuola: le domande entro il 22 gennaio 2016
09. Fondo pensione integrativo per il personale della scuola
– Fondo Espero
ISCRIZIONI – ESAMI
10. Iscrizioni on line 2016-2017: così con va!
11. Il Miur viola la privacy
ITS–IFTS –IEFP – FORMAZIONE PROFESSIONALE- ALTERNANZA
12. IeFP: il Ministero del Lavoro ripartisce i finanziamenti
2015 per il diritto dovere e per la sperimentazione
dell’apprendistato
13. Jobs Act e apprendistato per l’acquisizione di titoli di
studio e professionalizzanti: pubblicato nella gazzetta
ufficiale il decreto interministeriale sugli standard
formativi
SCUOLA: NAVIGANDO IN RETE
14. Le prossime tappe del Sistema Nazionale di Valutazione: i nodi e i
pettini. di Franco De Anna
ALLEGATI AL NOTIZIARIO

scheda sintetica su mobilita scuola 2016 17 contrapposizione miur sindacati

nota 2805 dell 11 dicembre 2015 orientamento piano triennale offerta formativa

Determinazione potenziamento organico - nota 41136 del 23 dicembre 2015

decreto ministeriale 939 del 18 dicembre 2015 cessazioni personale scolastico 2016

nota 40816 del 21 dicembre 2015 cessazioni dal servizio personale scolastico 2016

Prot. MIUR AOODGPER R.U. 40234 del 16 dicembre 2015 – ESPERO

nota 4901 del 21 dicembre 2015 iscrizioni on line anno scolastico 2016 17 fase di
avvio

smart guide iscrizioni on line 2016 17 i fase personalizzazione e pubblicazione del
modulo di iscrizione

circolare ministeriale 22 del 21 dicembre 2015 iscrizioni anno scolastico 2016 2017

nota 4877 del 18 dicembre 2015 aggiornamento scuola in chiaro

decreto direttore generale 417 del 17 dicembre 2015 risorse 2015 diritto dovere e
sperimentazione apprendistato iefp

decreto interministeriale del 12 ottobre 2015 standard formativi apprendistato
primo e terzo livello
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SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA
01. Una legge di stabilità che investe le risorse nella direzione sbagliata
Si conferma il nostro giudizio negativo.
Respinti gli emendamenti più importanti
da noi sostenuti su scuola, università,
ricerca e AFAM.
La legge di stabilità 2016 approvata dalla Camera dei Deputati e ora trasmessa al Senato ed
approvata in via definitiva non contribuisce a risolvere i problemi dei settori della conoscenza e
ne aggrava in molti casi la portata.
Il via libera di Palazzo Madama è avvenuto con 162 voti favorevoli e 125 contrari. (A.S. 2111B).
Il testo approvato dal Senato è lo stesso testo licenziato dalla Camera, sul quale il Governo aveva
posto la questione di fiducia.
Si definitivo, con 154 voti favorevoli e 9 contrari, al ddl n. 2112-B, sul bilancio di previsione dello
Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (Nota di lettura
del Servizio Bilancio).
Nei prossimi giorni pubblicheremo come sempre il nostro commento dettagliato ma già dalla
prima lettura confermiamo il giudizio negativo che abbiamo espresso durante l’iter di
approvazione
Rimangono le criticità che avevamo denunciato per università e ricerca a partire dall’irrisoria
dotazione finanziaria per i rinnovi contrattuali, al blocco delle risorse per la contrattazione
integrativa, alla mancata risoluzione delle problematiche relative alla certificazione dei fondi per
il salario accessorio. Nessun aumento della possibilità di utilizzare il turn over e riduzione al 25%
per tecnici e gli amministrativi.
Viene prorogata la DIS-COLL per il 2016 ma si mantiene l’indecorosa esclusione da questa
indennità di disoccupazione per assegnisti e dottori di ricerca, nonostante la commissione lavoro
avesse approvato una norma di estensione.
Per l’università riteniamo che nodi più allarmanti siano i seguenti.
Inadeguato risulta il finanziamento per il diritto allo studio che viene incrementato di 55 milioni
di euro non sufficienti (ne sarebbero occorsi almeno 200) a coprire tutti gli idonei senza borsa.
Rimane, possibilmente peggiorata rispetto al testo uscito dal Senato, la norma sull’assunzione
dei 500 superprofessori.
Non si sblocca il turn over per tutte le figure ed è inadeguato il piano di assunzioni per ricercatori
di tipo b).
Si prevede un mini piano di assunzioni per professori di prima fascia, ma risulta in concreto
trattarsi di assunzioni pari ad 1 o 2 professori per ateneo, o nessuno per gli atenei più piccoli.
Il Fondo per il Finanziamento Ordinario viene incrementato di 25 milioni per il 2016 e di 30 per
il 2017, ma questo incremento va sulla quota premiale acuendo le divaricazioni tra aree
geografiche e settori disciplinari.
Rimane confermata anche dalla Camera dei Deputati la norma, di cui abbiamo chiesto
l’abrogazione, sulla possibilità di istituire aziende sanitarie uniche incorporando le aziende
ospedaliere-universitarie nelle aziende sanitarie locali, limitandola però alle Regioni a statuto
speciale.
Per gli enti di ricerca il quadro è ancora più desolante.
L’urgente necessità di un piano straordinario di reclutamento per far fronte ai progetti di ricerca
che il Paese ha in corso viene interpretata con un finanziamento utile a coprire poche centinaia
di assunzioni con l’aggravante che il provvedimento non riguarda tutto il personale di ricerca ma
i soli ricercatori.
A parte la norma che consente la trasformazione dei co.co.co. degli Enti in tempi determinati
con l’odiosa discriminazione (come per il sussidio della DIS-COLL) per gli assegnisti
incredibilmente esclusi, il precariato resta un tema completamente assente sia per gli aspetti
normativi che finanziari.
Non solo i tagli ai finanziamenti ordinari, le medesime restrizioni sulla contrattazione integrativa
e il turn over, ma persino sui tagli ai consumi intermedi gli enti di ricerca subiscono la stessa
sorte di tutto il resto della pubblica amministrazione. Dove sia finita la specificità della Ricerca
da “valorizzare” rispetto al resto della P.A. sancito dal dl Madia è davvero difficile comprenderlo.
In questo quadro di pesanti tagli lineari ai bilanci di ente che avranno effetti anche sulle
assunzioni, si alimentano in modo insensato rispetto ai reali fabbisogni di settore, si amplificano
le separazioni all’interno del personale di ricerca. La presenza occasionale di provvedimenti
“specifici” riguardanti finanziamenti straordinari per alcuni Enti o provvedimenti spot per micro
segmenti di personale per altri, ci offre una buona misura della logica deprecabile con cui sono
stati composti l’elenco dei provvedimenti di questa legge di stabilità. Oltre ovviamente a
confermare che in Italia non vi è traccia alcuna di una politica coerente che riguardi il sistema
della Ricerca.
Il commento alla legge di stabilità per quanto riguarda l’AFAM è ancora più semplice: a parte
un provvedimento una tantum per gli studenti dei conservatori e dei licei musicali il nulla più
assoluto. Nessuna menzione, nemmeno di impegno, per il sistema e per i precari. Saremo ancora
più determinati a contrastare I’irresponsabilità con la quale il Ministro e più in generale il Governo
stanno portando accademie e conservatori al collasso finale.
...e sulla scuola?
Poiché un provvedimento si giudica anche per le cose che mancano, denunciamo la nostra totale
insoddisfazione anche sul versante scuola. Essa è destinataria solo di misure negative. Vedi ad
esempio l’accantonamento dei fondi per le supplenze da parte del governo. Mentre nessun
emendamento della FLC CGIL è stato accolto finalizzato a cancellare il taglio degli organici Ata,
il contenimento delle supplenze docenti e Ata, il blocco del turn over che ha negato a oltre 6.000
precari Ata la stabilizzazione. Ciò è ancora più grave dal momento che lo stesso sottosegretario
all’istruzione on. Faraone si era impegnato a cancellare le norme negative sulla scuola introdotte
dalla legge di stabilità 2015. Prendiamo atto, ma non ci rassegniamo, che siamo di fronte a un
governo di parolai.
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02. Dall'incontro al Miur risposte evasive sulla chiamata diretta dei
docenti e indifferenza ai problemi di chi è senza stipendio da mesi
Comunicato
stampa
di
Domenico
Pantaleo, Segretario generale della
Federazione
Lavoratori
della
Conoscenza CGIL.
L’incontro del 23 dicembre, è stato molto deludente. Le risposte del capo di gabinetto, assente
il Ministro, sono state inesistenti o evasive.
Nessun impegno concreto su retribuzione dei supplenti, problematiche personale Ata e
pagamento posizioni economiche, concorso docenti e piano di immissione per i precari esclusi
dal piano di stabilizzazione e rientranti nella sentenza della Corte di Giustizia Europea.
Siamo di fronte all’indifferenza più totale davanti alle condizioni di disagio di migliaia di
lavoratori.
Circa la mobilità nessun apprezzabile passo avanti. Per questo abbiamo ribadito la radicale
contrarietà rispetto alla costituzione degli ambiti territoriali e alla chiamata diretta dei docenti
da parte dei dirigenti.
Le recenti uscite di un’associazione di Dirigenti Scolastici, che invitano a discriminare i docenti
fra buoni e “contrastivi” provano i pericoli che corre la scuola pubblica del nostro paese in
ordine alla libertà di insegnamento, alle possibili derive clientelari, alle torsioni autoritarie,
all’autonomia professionale, alla stessa autonomia scolastica. L’unica soluzione possibile è
rinviare l’istituzione degli ambiti, ripartendo dagli organici per procedere con la di mobilità
ordinaria e straordinaria. La FLC CGIL, a partire dall’incontro programmato per il 28 dicembre,
lavora per una intesa che non si basi su piccoli aggiustamenti ma su un approccio completamente
diverso rispettoso dei diritti delle persone e della funzionalità delle scuole.
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03. Mobilità scuola 2016/2017: chiamata diretta dei docenti, resoconto
incontro Miur-sindacati
Assente il Ministro, gli alti funzionari
confermano l’applicazione della 107/05.
Tiepida apertura al dialogo con le parti
sociali che proseguirà il 28 dicembre. La
FLC CGIL: un contratto non può essere
l’esatta
trasposizione
della
legge.
Incalzata l’alta dirigenza sul pagamento
dei precari e sulle posizioni Ata.
Si è concluso da poche ore il previsto incontro al MIUR richiesto d’urgenza dai sindacati scuola
per affrontare le tante criticità delle misure applicative della Legge 107/15, con particolare
riferimento alla chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici tramite gli ambiti
territoriali.
Il Ministro Giannini non c’era: presenti al tavolo il capo gabinetto Dott. Alessandro Fusacchia,
il vice capo di Gabinetto Dott. Rocco Pinneri, il capo dipartimento dott.ssa Rosa De Pasquale e il
direttore del personale dott.ssa Maddalena Novelli.
L’intervento del Capo di Gabinetto
Gli ambiti territoriali sono previsti dalla Legge 107/15 e pertanto vanno applicati. Ciò non
toglie che in sede di trattativa con il sindacato si possano trovare quegli spazi offerti dalle pieghe
della legge che possono dare razionalità alle operazioni di mobilità del personale.
L’intervento del segretario generale Domenico Pantaleo
L’amministrazione, nell’interesse stesso della funzionalità del sistema dell’istruzione, dovrebbe
dare una più corretta applicazione alle relazioni sindacali, che nei mesi recenti sono state
trascurate nei tempi e nelle modalità, anche perché il principio di responsabilità delle parti è un
fattore necessario alla sostanza delle trattative e non va ridotto a un ruolo marginale.
Questa mancanza di attenzione alla regolarità e alla correttezza delle relazioni sindacali ha fatto
sì che molte richieste unitarie che riguardano le tante emergenze della scuola e la vita delle
persone siano rimaste tuttora inevase.
Inaccettabili, davvero oltre ogni limite, l’inefficienza del MIUR e il mancato pagamento degli
stipendi ai supplenti e delle posizioni economiche del personale Ata. È questione che va
sanata con urgenza.
Per quanto riguarda la questione-ambiti territoriali che, come più volte denunciato, sta
tenendo in stallo il contratto di mobilità 2016, la FLC CGIL ritiene ingiustificata la posizione del
MIUR, secondo cui non sarebbe praticabile la proposta sindacale di differimento dell’introduzione
dal momento che il progetto ministeriale sarebbe già in fase avanzata e sarebbe il cuore della
legittimazione dell’autonomia scolastica.
Anzi, la conseguenza di questa misura produrrà disparità di trattamento, ingiustizie inevitabili
sotto il profilo giuridico, incongruenze difficili da sanare nei dettagli di un articolato, dati anche i
tempi ormai entrati in fase di emergenza. Per questo, insieme alle altre organizzazioni sindacali,
riproponiamo convintamente la richiesta di rinviare le misure in esame con un anno di
transizione, ferma restando la netta opposizione all’idea stessa di “ambito territoriale”.
Per la FLC CGIL il punto inaccettabile è proprio questo, l’istituto stesso dell’ambito
territoriale, perché sottende:

la violazione della libertà di insegnamento introducendo la “chiamata diretta”, cosa che
implica un forte condizionamento sull’operato del docente

la costruzione di un sistema di premialità, con esclusiva scelta discrezionale del dirigente
scolastico, che di fatto vincola l’accesso a pochi docenti da lui individuati

una lesione dell’integrità del corpo docente, valutato da soggetti estranei (studenti e
genitori) alla stessa comunità scientifica

il ruolo subordinato del Collegio dei docenti in materia didattica, rispetto al dirigente
scolastico.
Le risposte del Capo di gabinetto
Per quanto riguarda la mobilità e connessa istituzione degli ambiti, ferma restando
l’applicazione della Legge 107/15, si può rivedere la bozza del testo in ingresso presentato alcuni
giorni fa dall’amministrazione ai sindacati.
In relazione ai mancati pagamenti degli stipendi ai supplenti, l’Amministrazione è in grado
di garantire che la liquidazione delle competenze e degli arretrati ci sarà nell’emissione di
gennaio. Sul pagamento delle 3.000 posizioni economiche Ata tuttora sospese, invece, bisognerà
aspettare il mese di febbraio 2016.
Le nostre valutazioni conclusive
A parte una tiepida disponibilità dell’Amministrazione, volta ad attenuare gli effetti più
perniciosi della legge nel testo di ingresso della mobilità rinviando la trattazione di merito ad un
prossimo incontro tra sindacati e amministrazione che si terrà lunedì 28 dicembre 2015,
l’incontro odierno non ha portato a soluzioni alternative sui principali problemi posti in
discussione. In questo senso è stato molto deludente. Lo stesso fatto che la Ministra Giannini
pur presente nella sede Ministeriale, abbia preferito delegare ad altri materie che attengono alla
funzione sociale della docenza italiana, dimostra ancora una volta che il governo preferisce
battere la strada del consenso diretto e dell’applauso facile alla strada forse più faticosa, ma
certamente più produttiva e rispondente alle esigenze sociali e culturali del nostro sistema di
istruzione, del confronto con i soggetti sociali rappresentativi e organizzati.
L’incontro ha comunque consentito di riprendere le questioni sospese: è stata occasione per
sollevare anche altre criticità della Legge 107/15, quali l’organico del potenziamento, l’anno di
prova/formazione, il passaggio nel comparto di docenti, Ata in servizio presso ex scuole degli
enti locali adesso statizzate. Tutte materie che avrebbero richiesto un confronto approfondito
nelle sedi opportune, se l’amministrazione non avesse ripetutamente rinviato le date
programmate. Il Miur ha pertanto fissato la trattazione di questi argomenti alla data del 29
dicembre.
Circa il mancato pagamento dei supplenti non possiamo non constatare la mancata
assunzione di responsabilità del MIUR che non può pensare di relegare la questione ad un fatto
di semplice disfunzionalità delle procedure comunicative fra MIUR e MEF, ma attiene al non voler
prendere atto che lo stanziamento ministeriale si rivela sempre insufficiente e sempre se ne
scaricano disagi e lesione di diritti sui precari e sulle scuole e sulle segreterie. E discorso analogo
non può che essere fatto per le posizioni economiche.
In quanto all’istituzione degli ambiti territoriali, verificheremo nei fatti gli avanzamenti che
il Ministero ci proporrà in occasione dell’incontro del 28 dicembre.
La difesa ad oltranza delle misure della Legge 107/15 da parte degli alti funzionari non ci farà
retrocedere di un passo rispetto alle negatività evidenziate sulla chiamata diretta dei docenti
da parte dei dirigenti.
ALLEGATI

scheda sintetica su mobilita scuola 2016 17 contrapposizione miur sindacati
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04. Firmato il decreto per il pagamento delle supplenze: grave ritardo
ed incertezze per migliaia di precari
Lo riferisce un comunicato del Miur.
Certamente, che qualcosa si sia mosso
è dovuto alla forte mobilitazione e
pressione che abbiamo esercitato in
questi giorni, con le nostre denunce sui
giornali, con le nostre lettere, con i
nostri sit in, con le richieste di incontro
al Ministro, con le mobilitazioni locali e
le ingiunzioni di pagamento.
Eravamo intervenuti unitariamente sulla questione Pagamento supplenti: comunicato unitario
dei sindacati e ribadito le ns denunce ele ns richieste nell’incontro del 23 dicembre.
Da due diverse note, una di NoiPa (MEF) e una della Direzione generale delle Risorse (MIUR),
avevamo saputo che una parte dei supplenti sarà pagata a dicembre, un’altra a gennaio.
Ora il comunicato Miur ed il decreto che stanzia i fondi necessari per il completamento dei
pagamenti relativi alle supplenze brevi degli ultimi mesi del 2015 e per assicurare la regolarità
dei pagamenti di tutto il 2016.
La prima tranche di pagamenti è già stata effettuata.
Il Miur ha chiesto poi alle scuole di avviare entro il prossimo 28 dicembre le procedure per i
pagamenti delle supplenze rimanenti. I pagamenti avverranno con emissione straordinaria il 12
gennaio 2016 e saranno accreditati il 19 gennaio.
Due emissioni speciali resesi necessarie vista la solita “politica dello stanziamento inadeguato”
praticata dal Governo anche quest’anno.
Certamente, che qualcosa si sia mosso è dovuto alla forte mobilitazione e pressione che abbiamo
esercitato in questi giorni, con le nostre denunce sui giornali, con le nostre lettere, con i nostri
sit in, con le richieste di incontro al Ministro, con le mobilitazioni locali e le ingiunzioni di
pagamento.
Ma non possiamo non notare come si arrivi sempre in ritardo e sempre all’insegna dell’incertezza.
La FLC CGIL, come ha fatto in questi mesi e in questi giorni, continuerà a vigilare a tutela dei
diritti di tutti i lavoratori e dei lavoratori supplenti in particolare che subiscono ogni anno
un’angheria ormai diventata cronica e che dovrebbe invece essere superata definitivamente
rendendo gli stipendi partita di spesa fissa (come già avviene per le supplenze su maternità).
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05. “Articolo 33” n. 11-12 in distribuzione. Le novità per il 2016
Università, fase C delle assunzioni a
scuola, contratto Aninsei della scuola
non
statale,
dirigenti
scolastici,
valutazione, immigrazione e
altro
ancora
Sta arrivando in questi giorni agli abbonati il numero 11-12 della rivista “Articolo 33” che chiude
l’anno 2015. Questo numero, di cui si possono leggere sul sito l’indice e alcuni articoli, è molto
ricco. In particolare la sezione “Politica e sindacato” con articoli sull’università, sulla fase C delle
assunzioni a scuola, sul contratto Aninsei della scuola non statale, sui dirigenti scolastici, sulla
valutazione. Interessante anche la parte “Pedagogie e didattiche” con articoli sullo “zero-sei” e
sulle biblioteche scolastiche. E ancora articoli sull’immigrazione, tema di grande, spesso tragica,
attualità, sull’eccesso di norme che stressa la scuola e i lavoratori. E poi anticipazioni sul giorno
della memoria e ricchissime pagine di cultura e arte.
Ricordiamo che sono in scadenza tutti gli abbonamenti alla rivista e che i rinnovi dovrebbero
arrivare entro i primi giorni di gennaio, in modo che il prossimo numero, che sarà un monografico
dedicato alle emergenze universitarie, arrivi anche ai nuovi abbonati.
Dal prossimo anno gli abbonati a “Articolo 33” riceveranno insieme alla rivista cartacea
un’edizione in formato elettronico che completerà l’informazione e l’approfondimento.
Dalla redazione auguri a tutti i visitatori di www.flcgil.it
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ORDINAMENTI - RIFORME
06. Il MIUR fissa un nuovo incontro con i sindacati: utilizzo dell’organico
potenziato, anno di formazione e prova, gli argomenti all’ordine del
giorno
La data calendarizzata è quella del 29
gennaio alle ore 17.
Dopo l’annullamento dell’incontro del 22 dicembre (vedi Il MIUR annulla il confronto sull’anno di
prova ) , al termine dell’incontro sugli ambiti territoriali che si è svolto il 23 dicembre 2015, al
Ministero, le Organizzazioni sindacali presenti hanno chiesto e ottenuto formalmente un incontro
urgente all’Amministrazione sull’utilizzo dell’organico potenziato e sull’anno di prova e
formazione dei neo immessi in ruolo.
Tale incontro riveste la massima urgenza alla luce delle difficoltà che i neo immessi in ruolo della
fase C stanno vivendo nelle scuole, dove spesso non sono chiari i loro compiti e le prerogative
contrattuali che devono accompagnare la loro assegnazione ai progetti deliberati dal collegio dei
docenti.
Su questo tema, nel silenzio totale dell’Amministrazione, le Organizzazioni sindacali hanno
messo a disposizione delle linee di orientamento comuni da seguire negli organismi collegiali e
sindacali.
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07. MIUR nota propedeutica
potenziamento per il 2016-2017.
alla
definizione
dell'organico
di
IN ATTESA DEL DECRETO
INTERMINISTERIALE
In data 22 dicembre la Direzione del personale ha diramato ai Direttori regionali una nota
propedeutica alla definizione dell'organico di potenziamento per il 2016-2017.
Dopo La nota protocollo 2805 dell’11 dicembre che ha fornito alle Istituzioni scolastiche gli
“Orientamenti per l’elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa”, si è in attesa del
decreto interministeriale con il quale andranno individuati i contingenti regionali sulla base dei
quali gli USR definiranno le dotazioni delle singole istituzioni scolastiche.
Nell’ambito dell’organico dell’autonomia, il numero dei posti di potenziamento da assegnare a
ciascuna istituzione scolastica dovrà tener conto:

del numero degli alunni, ivi compresi quelli della scuola dell’infanzia e delle
iscrizioni che verranno effettuate.

della situazione dell’organico dei posti comuni e di sostegno delle singole
province
Il piano triennale dell’offerta formativa dovrà essere approvato entro il termine (ordinatorio) già
indicato o comunque in tempo utile per le iscrizioni.
Del piano triennale i Dirigenti delle istituzioni scolastiche assicureranno la prevista informativa
sindacale e daranno adeguata pubblicità, tramite i propri siti istituzionali.
ALLEGATI

Determinazione potenziamento organico - nota 41136 del 23 dicembre 2015
*******
PENSIONI
08. Pensioni scuola: le domande entro il 22 gennaio 2016
Pubblicato il Decreto. Per i Dirigenti
scolastici la scadenza è il 28
febbraio.
Chi
può
presentare
domanda per il 2016.
Il Decreto Ministeriale 939 del 18 dicembre 2015 fissa al 22 gennaio 2016 il termine ultimo
per la presentazione delle domande di dimissioni volontarie dal servizio ai fini del pensionamento
per il personale della scuola (docenti/educatori e ATA). Per i dirigenti scolastici il termine
per la presentazione delle istanze è il 28 febbraio 2015.
Ricordiamo che le domande di dimissioni, salvo specifiche eccezioni, si presentano utilizzando le
istanze online. È disponibile sul nostro sito una guida che illustra le procedure da seguire per
la registrazione.
Contestualmente al decreto è stata pubblicata la circolare operativa 40816/15.
Le domande di pensione devono essere inviate direttamente all'Ente Previdenziale,
esclusivamente attraverso le seguenti modalità:
1. presentazione della domanda on-line accedendo al sito dell'Istituto, previa registrazione;
2. presentazione della domanda tramite Contact Center Integrato (n. 803164);
3. presentazione telematica della domanda attraverso l'assistenza gratuita del Patronato.
Tali modalità saranno le uniche ritenute valide ai fini dell'accesso alla prestazione pensionistica.
Si evidenzia che la domanda presentata in forma diversa da quella telematica non sarà
procedibile fino a quando il richiedente non provveda a trasmetterla con le modalità sopra
indicate.
Riepilogo dei requisiti
In attesa della pubblicazione dell’opuscolo che ogni anno predisponiamo insieme al patronato
INCA CGIL e allo SPI CGIL, riepiloghiamo i requisiti necessari per il diritto al pensionamento
dal 1 settembre 2016.
Requisiti posseduti al 31 dicembre 2011 ante Legge 214/11 (Fornero) e ancora
utilizzabili ai fini dell’accesso al pensionamento.
Vecchiaia

65 anni di età anagrafica – requisito per uomini e donne

61 anni di età anagrafica – requisito di vecchiaia facoltativo esclusivamente per le donne
Anzianità

40 anni di contribuzione – requisito della massima anzianità contributiva
Quota

60 anni di età e 36 anni di contribuzione – quota 96

61 anni di età e 35 anni di contribuzione – quota 96
Per raggiungere la “quota 96” si possono sommare ulteriori frazioni di età e contribuzione
(esempio: 60 anni e 4 mesi di età anagrafica con 35 anni e 8 mesi di contribuzione).
Opzione donna ( art. 1 comma 9 della legge 23 agosto 2004, n. 243).
Per le sole donne resta in vigore fino al 31 dicembre 2015 la norma prevista dall’art. 1 comma
9 della Legge 243/2004, che consente l’accesso alla pensione con 57 anni e 3 mesi di età
anagrafica e 35 anni di anzianità contributiva. Il pensionamento è consentito dal 1
settembre 2016 a condizione che il requisito di età e contribuzione sia stato maturato entro il
31 dicembre 2014 e che venga esercitata l’opzione per il calcolo della pensione col sistema
contributivo.
Per quanto riguarda l'eventuale proroga dell' opzione donna al 31 dicembre 2015, dopo
l'approvazione della legge di stabilità per il 2016 verranno fomite indicazioni sulle modalità e sui
termini di presentazione delle domande.
Provvedimenti di salvaguardia
A seguito dello sblocco di ulteriori risorse finanziarie L' INPS ha predisposto l'invio delle
certificazioni riguardanti i soggetti rientranti nella categoria dei cosiddetti salvaguardati di cui
all'articolo Il bis, commi 1 e 2, della legge n. 124 del 2013 (quarta salvaguardia) e all'articolo
2, comma 1, lettera d), della legge n. 147 del 2014, (sesta salvaguardia. A tale riguardo, con
l'approvazione della legge di stabilità per il 2016, verranno fomite indicazioni sulla presentazione
delle domande di cessazione.
Nuove regole per l’accesso alla pensione previste dalla Legge 214/11
Per conseguire la pensione di anzianità e la pensione anticipata i nuovi requisiti dal 1 gennaio
2016 al 31 dicembre 2016 sono i seguenti:
Pensione di vecchiaia per uomini e donne con almeno 20 anni di contributi

66 anni e 7 mesi entro il 31 dicembre 2015
Pensione anticipata

per le donne, 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2016;

per gli uomini, 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2016.
È confermata, anche per il 2016, la sospensione della penalizzazione per coloro che, pur avendo
i requisiti del servizio, abbiano meno di 62 anni di età.
Poiché la normativa prevista dalla legge Fornero rende complesso il calcolo dei contributi
effettivamente versati, invitiamo il personale che intende dare le dimissioni per accedere
all’assegno pensionistico, a recarsi presso le nostre sedi territoriali e presso le sedi del patronato
INCA CGIL in Italia e all'estero.
ALLEGATI

decreto ministeriale 939 del 18 dicembre 2015 cessazioni personale scolastico
2016

nota 40816 del 21 dicembre 2015 cessazioni dal servizio personale scolastico
2016
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09. Fondo pensione integrativo per il personale della scuola – Fondo
Espero
Il Miur con nota n. 40234 del 16
dicembre 2015, invita i dirigenti
scolastici a divulgare l’opportunità di
adesione al FONDO ESPERO
Il Fonda Espero è Fondo pensione rivolto al personale della scuola istituito a seguito dell'accordo
stipulato il 14/03/2001 tra le Organizzazioni Sindacali del settore (FLC CGIL, CISL
Scuola, UIL Scuola, SNALS-Confsal, GILDA-UNAMS, CIDA) e l'amministrazione statale.
L'accordo ha consentito la creazione di un sistema di contribuzione pensionistica integrativa che
determina 1 'obbligo per il datore di lavoro di versare un contributo aggiuntivo pari all' 1% della
retribuzione utile ai fini del calcolo del TFR.
E' possibile aderire autonomamente ai servizi del Fonda Espero accedendo ai servizi self service
del Portale NoiPA, selezionando la voce "Previdenza complementare".
ALLEGATI

Prot. MIUR AOODGPER R.U. 40234 del 16 dicembre 2015 - ESPERO
*******
ISCRIZIONI – ESAMI
10. Iscrizioni on line 2016-2017: così con va!
Prevista anche la compilazione
facoltativa da parte delle famiglie di
un “questionario di percezione”
della scuola frequentata.
In una precedente notizia avevamo segnalato la necessità di un maggiore coordinamento fra
gli uffici ministeriali preposti alla gestione del complesso processo relativo alle iscrizioni per
l’a.s. 2016/17. Questo al fine di dare indicazioni chiare alle famiglie e ai lavoratori della
scuola ed evitare sovrapposizioni normative e invasioni di campo tra direzioni generali del
MIUR. Avevamo anche proposto di arricchire lo specifico canale del sito istituzionale del
ministero con tutte le disposizioni (circolari, note dei vari uffici, smart guide, convenzioni con le
Regioni, faq, ecc.) via via emanate.
Vediamo invece cosa sta accadendo.
Dopo la pubblicazione della Circolare Ministeriale 22/2015 e della nota 4877/15, la direzione
generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica ha pubblicato la nota
4901 del 21 dicembre 2015 “Iscrizioni on line anno scolastico 2016/17 – Fase di avvio” e la
“Smart guide - Iscrizioni on line 2016/17 - I Fase - Personalizzazione e pubblicazione del modulo
di iscrizione”. Come di consueto assistiamo per l’ennesima volta ad una sovrapposizione di
disposizioni e competenze. Casi esemplari, ma non gli unici, sono la gestione dei
curricoli/curvature della secondaria di II grado sulle quali si effettuano anche gli esami di stato,
definiti nella fase di personalizzazione dei modelli o alla possibilità per le famiglie di scegliere
fino a tre indirizzi di studio presenti nella stessa scuola superiore, aspetti presenti nei documenti
citati ma non nella circolare sulle iscrizioni.
Ciliegina sulla torta, nella “Smart guide” è previsto un “questionario di percezione sulla
scuola attualmente frequentata” che le famiglie volontariamente possono compilare al
termine della procedura di iscrizione. Si tratta di una disposizione grave, eccedente
rispetto alla procedura di iscrizione, mai segnalata in precedenza. Naturalmente non
sono stati resi noti nè i contenuti e le finalità del questionario e neanche l’uso delle risposte che
saranno fornite dalle famiglie.
La FLC CGIL chiederà ufficialmente al MIUR che il questionario sia totalmente eliminato
dalla procedura di iscrizione.
ALLEGATI

nota 4901 del 21 dicembre 2015 iscrizioni on line anno scolastico 2016 17 fase
di avvio

smart guide iscrizioni on line 2016 17 i fase personalizzazione e pubblicazione
del modulo di iscrizione

circolare ministeriale 22 del 21 dicembre 2015 iscrizioni anno scolastico 2016
2017

nota 4877 del 18 dicembre 2015 aggiornamento scuola in chiaro
*******
11. Il Miur viola la privacy
La FLC CGIL ricorre al Garante.
La pubblicazione dei risultati
delle «prove Invalsi» lede il
diritto alla tutela dei dati
personali degli insegnanti.
La FLC CGIL ha presentato reclamo al Garante per la Privacy perché sia accertata la
responsabilità del Miur per aver violato la disciplina in materia di trattamento di dati personali
dei docenti (DLgs. n. 196/2003).
Il Miur, infatti, ha diffuso sul proprio sito internet (“Scuola in chiaro”) i dati delle rilevazioni
sull’apprendimento delle singole scuole e delle singole classi di ciascun istituto scolastico. In
questo modo chiunque, accedendo al portale del Miur, può consultare il rapporto di
autovalutazione (RAV) di una specifica scuola prendendo visione dei punteggi in dettaglio di tutte
le classi che hanno svolto le “prove Invalsi”.
Questa visualizzazione permette, di fatto, di individuare il singolo insegnante, incrociando il dato
sui livelli di apprendimento in una materia degli alunni di una classe con il nome del docente
titolare di quell’insegnamento, e di formulare valutazioni indebite sul suo operato, ledendone
così il diritto alla riservatezza e alla tutela dei dati personali.
La diffusione dei risultati delle “prove Invalsi” comporta un trattamento dei dati personali in
contrasto con quanto previsto dal codice sulla privacy. Il contrasto è evidente poiché i dati
vengono diffusi senza il consenso degli interessati e, inoltre, in assenza di specifiche previsioni
di legge. Perfino il Regolamento sulla Valutazione (Dpr n. 80/2013, anch’esso impugnato dalla
FLC CGIL dinanzi al TAR del Lazio) si limita a prevedere che la pubblicazione dei dati possa
riguardare solo le «istituzioni scolastiche» e non le singole classi.
Queste le ragioni che hanno indotto la FLC CGIL a chiamare in causa il Garante affinché venga
sanzionato il comportamento illecito e ingiustificato del Miur.
La FLC CGIL continuerà a battersi in ogni modo contro tutti i provvedimenti di questo Governo
che ledono la libertà di insegnamento, la professionalità e la dignità dei docenti.
*******
ITS–IFTS –IEFP – FORMAZIONE PROFESSIONALE- ALTERNANZA
12. IeFP: il Ministero del Lavoro ripartisce i finanziamenti 2015 per il
diritto dovere e per la sperimentazione dell’apprendistato
Applicati i nuovi criteri di riparto
concordati in Conferenza Stato
Regioni. Confermate le risorse
degli scorsi anni
Con Decreto del Direttore Generale per le Politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione
del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS) n. 417\I\2015 del 17 dicembre 2015,
non ancora registrato dalla Corte dei Conti, sono stati ripartiti tra le varie regioni i
finanziamenti, relativi all'anno 2015, finalizzati all'assolvimento del diritto dovere
nell'istruzione e formazione professionale (IeFP) nonché per l’avvio della
sperimentazione per l’acquisizione della qualifica e del diploma professionale in apprendistato
Diritto dovere
Come è noto con il Decreto dell'8 settembre 2014 del Ministro del Lavoro di concerto con il
Ministro dell'Istruzione, sono stati definiti nuovi criteri di ripartizione dei finanziamenti. Tale
norma ha sostituito il precedente decreto interministeriale del 19 novembre 2008, alla luce del
nuovo quadro ordinamentale ed istituzionale determinato dall'attivazione e messa a regime del
sistema nazionale di IeFP.
Il Decreto Interministeriale 8 settembre 2014 stabilisce che le risorse siano ripartite nella
seguente maniera:

l'80% sulla base del numero di studenti annualmente iscritti ai percorsi di IeFP realizzati
dalle istituzioni formative accreditate

il 20% sulla base del numero complessivo di studenti qualificati e diplomati in esito ai
percorsi di IeFP realizzati dalle suddette strutture e dagli Istituti Professionali di Sato in
regime di sussidiarietà
Nella tabella 3 del Decreto Direttoriale sono indicati i dati di riferimento per la ripartizione
delle risorse: gli studenti iscritti presso le strutture formative accreditate sono risultate sono
risultati 133.611, mentre gli studenti qualificati e diplomati in esito ai percorsi di IeFP sono stati
81.133. Ricordiamo che i dati si riferiscono agli anni scolastici/formativi 2014-2015 e sono
stati forniti dalle Regioni e P.A.
Anche per l'anno 2015 le risorse complessivamente disponibili per il diritto dovere sono pari a
€ 189.109.570,00 e sono poste a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione.
Nella tabella che segue un confronto a livello regionale tra la ripartizione del 2014 e quella del
2015
Risorse Diritto Dovere in IeFP: confronto tra 2014 e 2015
Regioni
Risorse anno 2014 Risorse anno 2015 Differenza
a
b
c=b-a
Piemonte
21.107.372,00
21.932.424,00
825.052,00
Valle d'Aosta
332.248,00
308.906,00
-23.342,00
P.A. Bolzano
7.280.012,00
7.324.315,00
44.303,00
P.A. Trento
6.751.693,00
7.010.854,00
259.161,00
Lombardia
57.273.847,00
59.749.086,00
2.475.239,00
Veneto
25.754.036,00
25.510.279,00
-243.757,00
Friuli-Venezia Giulia 5.501.795,00
5.064.349,00
-437.446,00
Liguria
2.986.153,00
2.716.018,00
-270.135,00
Emilia-Romagna
11.429.055,00
11.632.741,00
203.686,00
Toscana
4.944.404,00
4.965.315,00
20.911,00
Umbria
526.876,00
589.982,00
63.106,00
Marche
1.643.196,00
2.111.166,00
467.970,00
Lazio
14.726.985,00
15.421.411,00
694.426,00
Abruzzo
1.068.878,00
938.983,00
-129.895,00
Molise
413.082,00
440.639,00
27.557,00
Campania
2.689.059,00
2.477.237,00
-211.822,00
Puglia
4.329.684,00
3.352.240,00
-977.444,00
Basilicata
238.556,00
209.311,00
-29.245,00
Calabria
2.508.434,00
1.077.890,00
-1.430.544,00
Sicilia
17.604.205,00
15.621.510,00
-1.982.695,00
Sardegna
0
654.914,00
654.914,00
TOTALE
189.109.570,00
189.109.570,00
0,00
Elaborazione della FLC CGIL su dati del Ministero del Lavoro
Sperimentazione dell’apprendistato nei percorsi IeFP
Come è noto il D. Lgs. 81/15 nel riordinare il contratto di apprendistato, istituisce
l'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria
superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore finalizzato ad integrare
“organicamente, in un sistema duale, formazione e lavoro, con riferimento ai titoli di istruzione
e formazione e alle qualificazioni professionali contenuti nel Repertorio nazionale di cui all'articolo
8 del decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13, nell'ambito del Quadro europeo delle
qualificazioni”. (art. 41 comma 3).
Ai sensi dell’art. 46 comma 1 del D. Lgs. 81/15, il 1° ottobre 2015 in sede di Conferenza Stato
Regioni è stata sancita l’Intesa per la definizione degli standard formativi e i criteri generali della
suddetta tipologia di apprendistato che è stata recepita nel Decreto Interministeriale 12
ottobre 2015.
Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano entro sei mesi dalla data di entrata in
vigore del decreto recepiscono con propri atti le disposizioni ivi contenute.
Trascorso tale termine ed in assenza di regolamentazione regionale, l’attivazione dei
percorsi di apprendistato, è disciplinata attraverso l’applicazione diretta delle disposizioni del
decreto.
Nelle more della scadenza di tale termine, le disposizioni del decreto trovano applicazione
immediata e diretta, esclusivamente nell’ambito di apposite sperimentazioni promosse dal
Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal Ministero dell‘istruzione, dell’università e della
ricerca, previo accordo in Conferenza Stato-Regioni.
Il 24 settembre 2015 è stato sottoscritto l’Accordo in Conferenza Stato-Regioni sul progetto
sperimentale recante “Azioni di accompagnamento, sviluppo e rafforzamento del sistema duale
nell’ambito dell’Istruzione e Formazione Professionale”.
In precedenza le regioni e le province autonome avevano sottoscritto una lettera di intenti,
contenente l’impegno a partecipare al progetto sperimentale.
Contemporaneamente è stato emanato il D.lgs. 150/15, “Disposizioni per il riordino della
normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, ai sensi dell'articolo 1, comma
3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, che, all’articolo 32, prevede risorse pari a 87 milioni
di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 finalizzate ad incentivare il contratto di
apprendistato per la qualifica, il diploma e il certificato di specializzazione tecnica superiore,
nonché forti incentivi ai datori di lavoro che assumono con questa tipologia di apprendistato.
Occorre inoltre ricordare che il datore di lavoro per i periodi di formazione svolte nella
istituzione formativa è esonerato da ogni obbligo retributivo, mentre per le ore di formazione a
proprio carico al “lavoratore” è riconosciuta una retribuzione pari al 10 per cento.
Il progetto sperimentale è articolato secondo il seguente schema:
Linea 1. Sviluppo e rafforzamento del sistema di placement dei centri di formazione
professionale pubblici e privati (CFP).
Linea 2. Sostegno di percorsi di IeFP nell'ambito del sistema duale.
La Linea 1 è stata oggetto di uno specifico bando di Italia Lavoro per l’individuazione di 300
Centri di Formazione Professionale. A questo link gli esiti del bando. Le risorse disponibili sono
pari a € 10.500.000,00 provenienti dal “Programma Operativo Nazionale Iniziativa
Occupazione Giovani” e del “Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive per
l’Occupazione” gestiti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Direzione Generale per le
politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione.
La Linea 2, oggetto del DD n. 417\I\2015 del 17 dicembre 2015, è finanziata con 60 milioni
di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2015 e 2016, a valere sulle risorse finalizzate a
finanziare l’apprendistato, incrementate di ulteriori 27 milioni per ciascuna delle due
annualità dall’articolo 32, comma 3 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150.
La ripartizione delle risorse per il 2015 fra le Regioni è stata effettuata utilizzato gli stessi
criteri utilizzati per il diritto dovere.
Ripartizione risorse sperimentazione apprendistato nell’ambito dell’IeFP
Regioni
Risorse 2015
sperimentazione apprendistato
Piemonte
10.090.028,00
Valle d'Aosta
142.112,00
P.A. Bolzano
3.369.557,00
P.A. Trento
3.225.349,00
Lombardia
27.487.612,00
Veneto
11.736.023,00
Friuli-Venezia Giulia
2.329.857,00
Liguria
1.249.506,00
Emilia-Romagna
5.351.651,00
Toscana
2.284.297,00
Umbria
271.422,00
Marche
971.243,00
Lazio
7.094.632,00
Abruzzo
431.980,00
Molise
202.716,00
Campania
1.139.655,00
Puglia
1.542.201,00
Basilicata
96.294,00
Calabria
495.884,00
Sicilia
7.186.687,00
Sardegna
301294
TOTALE
87.000.000,00
Disposizioni comuni
“Una quota pari fino al 10% delle risorse assegnate può essere riservata per le azioni di
sistema collegate all'attuazione del diritto dovere all'istruzione e alla formazione non coperte
da altri finanziamenti di origine nazionale o comunitaria." (Art. 1 comma 5 del decreto del 17
dicembre 2015).
Il MLPS provvederà a trasferire le risorse alle Regioni entro l’anno 2015, previa trasmissione
della copia del decreto di ripartizione dei finanziamenti. (art. 2 comma 1)
Le risorse saranno trasferite previa comunicazione da parte delle Regioni al MLPS degli
specifici capitoli di entrata e uscita aventi ad oggetto il finanziamento dei percorsi finalizzati
all’assolvimento del diritto-dovere nell’IeFP, nonché degli “estremi dei decreti di impegno,
assunti con atti amministrativi giuridicamente vincolanti riferiti alle risorse da trasferire”. (art.
2 comma 2). La mancata comunicazione di tali dati entro il 15 novembre 2016 comporterà
il disimpegno delle risorse assegnate (art. 2 comma 3)
Ciascuna Regione è tenuta ad inviare al Ministero del lavoro entro il 30 giugno 2016 un apposito
rapporto annuale elaborato secondo linee guida del MLPS in collaborazione con l’ISFOL (art. 2
comma 4, primo periodo)
Sulla base di tali rapporti il MLPS con la collaborazione dell'ISFOL elaborerà il documento di
monitoraggio nazionale sul diritto-dovere previsto dall'art. 7 del D. Lgs 76/05. (art. 2 comma
4, terzo periodo)
La presentazione dei documenti di monitoraggio è condizione per il trasferimento delle
risorse finanziarie alle regioni per gli anni successivi (art. 2 comma 5).
ALLEGATI

decreto direttore generale 417 del 17 dicembre 2015 risorse 2015 diritto dovere
e sperimentazione apprendistato iefp
*******
13. Jobs Act e apprendistato per l’acquisizione di titoli di studio e
professionalizzanti: pubblicato nella gazzetta ufficiale il decreto
interministeriale sugli standard formativi
Si conferma l’estraneità di
questo governo alle tematiche
dell’obbligo di istruzione e
dell’elevamento dei livelli di
istruzione.
Nella gazzetta ufficiale del 21 dicembre 2015 è stato pubblicato il Decreto del Ministro del Lavoro,
del Ministro dell'istruzione e dal Ministro dell'Economia del 12 ottobre 2015 recante gli standard
formativi e i criteri generali dell’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il
diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, e
dell’apprendistato di alta formazione e di ricerca, che recepisce l'Intesa sottoscritta in Conferenza
Stato Regioni il 1° ottobre 2015.
Il testo non presenta novità rispetto a quello commentato in precedenti notizie (vedi
correlati).
La FLC CGIL conferma la propria radicale contrarietà a tutto l’impianto del Jobs Act e in
particolare alla parte relativa all’apprendistato. Il pesante attacco a cui è sottoposta la scuola
si basa su presupposti infondati (la scuola come prima responsabile della disoccupazione
giovanile) e vecchi (la scuola come strumento del mercato del lavoro mediante la
programmazione dei flussi della manodopera “istruita”).
ALLEGATI

decreto interministeriale del 12 ottobre 2015 standard formativi apprendistato
primo e terzo livello
*******
SCUOLA: NAVIGANDO IN RETE
14. Le prossime tappe del Sistema Nazionale di Valutazione: i nodi e i
pettini. di Franco De Anna
Dialogo immaginario (ma non troppo..) tra un autorevole valutatore e un vecchio
ispettore
Valutatore: …..Poi, sa, le scuole hanno compilato il Rapporto di Autovalutazione non sempre in
modo corretto … circa il 20% hanno scaricato sulla piattaforma un RAV insoddisfacente…
Vecchio ispettore: …????
Valutatore:… per esempio, una scuola che sta facendo un progetto interessantissimo, che
coinvolge il Ministero, una grande impresa e l’apprendistato (lo so perché lo sto seguendo io.. e
le assicuro che è proprio un bel progetto)… ohh!! Sa che non l’ha neppure messo nel rapporto di
autovalutazione… sicchè…
Vecchio ispettore : (tentando di assumere un’aria ingenua…) e… chi ha ragione in questo caso?
Valutatore:
???
Vecchio ispettore: (come proseguendo il discorso) si.. voglio dire: ha ragione lei a pensare che
la scuola sia stata trascurata nel compilare il RAV… o ha ragione la scuola a considerare quel
progetto come ininfluente e non importante rispetto al suo operare, al suo rapporto con la
comunità locale, con le problematiche formative che affront6a quotidianamente?
Valutatore: ..(tra il meravigliato e il risentito..) Ma se le dico che è un progetto
importantissimo!!
Vecchio ispettore: (cercando sempre un tono ragionativo) capisco, ma forse è importante per
lei…
Valutatore: (brusco, alza anche un poco la voce) Ma le dico che è un progetto che coinvolge il
Ministero e una grandissima impresa…
Vecchio ispettore: (un poco spazientito) ma scusi stiamo valutando la scuola, anzi “come
quella scuola si autovaluta” o il progetto in questione?
Valutatore: ??? (sembra sorpreso della domanda)
Vecchio ispettore: (approfitta della sorpresa proseguendo il ragionamento senza interruzioni
e affondando l’argomento)… vede è un classico errore di osservazione di cui chi si occupa di
valutazione deve tenere conto “clinicamente” Tecnicamente si chiama “effetto proiezione”:
l’osservatore estende su altri una scala di valori propria e valuta in base alla loro coerenza con
essi. In questo caso il progetto è importante “per lei” e lei ritiene che tale importanza dovrebbe
essere condivisa… non è in sé un male… solamente lo diventa se in base a ciò lei esercita la sua
funzione di valutatore …occorre clinica… clinica e supervisione…
Valutatore: (sempre più sorpreso) in che senso supervisione!?
Vecchio ispettore: (assumendo un’aria tra il paziente e il professorale) beh, vede, fare il
valutatore, e soprattutto quando si valutino le persone, è mestiere rischioso per derive
psicologiche che devono essere tenute sotto controllo e allora…
Valutatore (interrompe..) ma scusi quali derive psicologiche?… abbiamo un protocollo, una
piattaforma, degli indicatori…Anzi: tanti indicatori….
Vecchio ispettore: (imperterrito prosegue) …per esempio una deriva sadica è sempre in
agguato nella valutazione, ma anche quella pigmalionica… si sa… per tacere della deriva
“risarcitoria” …sa? quello che “ho dovuto faticare per arrivare fin qui… adesso tocca a te…”. Una
specie di nonnismo valutativo. Inutile negare. Bisogna saperlo e provvedere in termini di clinica
e supervisione…
Valutatore: (spazientito e tutto di un fiato, come per chiudere) si…però così non andiamo da
nessuna parte… abbiamo il modello di autovalutazione dell’INVALSi… abbiamo i dati “oggettivi”
distribuiti alle scuole… abbiamo i repertori e le scale di valutazione definiti… abbiamo una
piattaforma informatica potentissima, senza confronti anche a livello europeo… abbiamo tutto
per poter capire se le scuole hanno fatto il RAV per bene o no… e lei mi parla di clinica.!!.
Vecchio ispettore: (dopo un attimo di riflessione) ha ragione… non avevo realizzato che il
“giudizio” non è rielaborato da lei… insomma dai valutatori con i possibili difetti di osservazione,
ma dall’algoritmo della piattaforma…. E dalle corrispondenze con le tabelle di indicatori elaborate
dall’INVALSI Ritiro tutto quanto detto prima… Solo….(si trattiene)
Valutatore (incalzando): solo??!! Dica su!!..
Vecchio ispettore (sommessamente): beh..sa… basta intendersi
autovalutazione e valutazione esterna e che rapporto le connetta…
su
cosa
significhi
Il valore dei modelli
Ho sostenuto fin dall’inizio la necessità e opportunità di lavorare dentro il modello di valutazione
disegnato dal SNV e che assume la elaborazione dell’INVALSI traducendola in un modello di
autovalutazione che costituisce la prima fase di innesco della costruzione più estesa e complessa
del Sistema Nazionale di Valutazione, con la quale si connettono in progress la valutazione delle
organizzazioni (auto e etero) e la valutazione delle persone (a partire dai Dirigenti).
Una necessità e opportunità cui rispondere positivamente anche in presenza di difetti e
manchevolezze dei modelli adottati, sia per ragioni “politiche” (per sintetizzare: se aspettiamo
di avere il modello perfetto di valutazione non cominciamo mai, e il nostro sistema di istruzione,
su questo è in ritardo di almeno trent’anni..) sia per ragioni “scientifiche”: la valutazione ha
sempre un “versante” di ricerca da esplorare permanentemente. Non c’è mai un “modello
esaustivo”.
Anche perché, a rigore, i “modelli” non sono mai esaustivi.
Un “modello” è sempre una ricostruzione approssimata della realtà: per formularlo si opera
sempre una selezione delle variabili che operano e si relazionano nel determinarla, se ne
assumono alcune e se ne trascurano altre secondo un “apprezzamento” del loro grado di
influenza.
I modelli sono sempre “approssimati”. Ciò costituisce l’avvertenza primaria da parte di chi fa
ricerca e non deve mai essere lasciata cadere.
A maggior ragione se la ricerca di cui parliamo è ricerca sociale e su sotto sistemi sociali; dunque
con possibili effetti di ricaduta pratica sulla vita delle persone. Alcune “approssimazioni
scientifiche” dei modelli contengono, in tale caso alcuni elementi di moral hazard…
Al contrario, mantenere desta l’attenzione critica e la soglia analitica sui limiti dei modelli
costituisce una possibilità di correggere, migliorare, impedire generalizzazioni indebite, e in
definitiva rendere più efficaci i modelli stessi.
Se poi l’oggetto è la valutazione (delle organizzazioni e delle persone) è del tutto evidente sia il
rischio di moral hazard connesso ad approssimazioni dei modelli, sia il rischio che opposizioni
esplicite o opportunismi occulti mandino fuori bersaglio la valutazione stessa e le sue funzioni..
Nello specifico: fin dall’inizio, sulla base di quella scelta ho partecipato direttamente alla
sperimentazione del modello (VALES, VALSIS, Valutazione e Miglioramento..) e alla sua
implementazione in SNV (formazione di dirigenti e Nuclei, assistenza alle scuole nella
compilazione RAV ecc..), e ho spesso sottolineato che un elemento critico del modello (da tenere
dunque sotto osservazione clinica) era proprio il carattere della autovalutazione che, come scelta
strategica, è stata posta come “innesco” del processo valutativo.
Per esperienze e prove sul campo ritengo che l’impegno auto valutativo e in particolare quello
autoanalitico che è alla base di modelli autentici di autovalutazione, costituisca, per una
organizzazione,
una
sorta
di
“indicatore”
della
propensione
al
miglioramento.
Tanto più è elevato, “originale” e costante l’impegno autoanalitico, tanto più elevato è il valore
dell’indicatore “propensione al miglioramento”.
Sicchè, se stiamo ai criteri di fondo del modello del Sistema Nazionale di Valutazione, saremmo
di fronte ad una scelta coerente di porre l’autovalutazione come primo passo (se l’obiettivo è il
miglioramento). Solo che…. Occorre ricordarci sempre che stiamo sperimentando una sorta di
“autovalutazione indotta” (lascio ai lettori approfondire il significato della contraddizione di
termini..). Almeno in due sensi: prima di tutto il modello autovalutativo è eterodefinito (lo ha
elaborato l’INVALSI, sia pure tenendo conto di modelli ed esperienze diffuse) e non il frutto
dell’impegno autonomo di una scuola o di una rete di scuole (come nelle esperienze consolidate
di questi anni). In secondo luogo, e proprio per questo, l’input autoanalitico è molto contenuto…
Alla scuola vengono forniti dati eterodeterminati, viene fornito un set di indicatori distribuiti su
aree e processi da valutare definiti nel modello… vengono dati alcuni strumenti rilevativi
(questionari,,,) e vengono “restituite” elaborazioni comparative dei dati così ricavati.
Come più volte ribadito, nulla da eccepire proprio se consideriamo le condizioni per innescare la
costruzione del sistema nazionale di valutazione: ci saranno scuole che già si sono misurate con
autovalutazione e autoanalisi, anche su modelli diversi, e ci saranno scuole per le quali questa è
l’occasione per provarcisi… evidentemente il modello dovrebbe, sensatamente, tenere conto che
si tratta di compensare esperienze e prospettive diverse. E ciò si fa sia lasciando alcuni margini
di autodefinizione di parti del “modello” (così è: la definizione di alcuni indicatori è a carico della
scuola stessa) sia curando criticamente di impedire ogni deriva riduzionistica-deterministica che
dimentichi che questo è “un” modello (vedi considerazioni precedenti) e non “il” modello, e tanto
meno la “realtà” che si vorrebbe conoscere.
La tentazione è sempre in agguato: il “modello” ha ovviamente prodotto repertori (indicatori,
tabelle, valori..); su tale base si operano confronti, statistiche, rappresentazioni complessive che
includono la singola scuola valutata come “una delle schede” o come “una serie” di valori e di
rapporti.
Naturalmente tutto ciò ha grande e decisivo significato, in particolare per il “sistema” e i suoi
decisori politici e amministrativi.
Ma la singola organizzazione in valutazione pur apprezzando tale significato, non può essere
ricondotta, nella sua realtà di insieme di lavoro vivo, significati, valori, impegno, comunicazione,
storia… al repertorio di tabelle e classificazioni.
Un buon valutatore, anzi, dovrebbe saper ricondurre i dati e le informazioni a sintomi e diagnosi
sul “singolo e specifico” caso. Nell’esempio usato per il piccolo colloquio strumentalmente
rappresentato in apertura, la valutazione dovrebbe poter risalire al motivo per il quale “quella”
organizzazione non riconosce valore rilevante a “quel” progetto.
Siamo invece di fronte al rischio che il riduzionismo deterministico, sempre in agguato in ogni
operazione di modellizzazione (riduzione della complessità della realtà) venga rinforzato e
supportato proprio dalla “potenza” dell’apparato di report, schede, comparazioni, in particolare
quando trasferito sul supporto di una piattaforma informatica che rielabora sulla base di propri
algoritmi, giudizi di conformità o di non adeguatezza.
In questo caso, dunque, sommeremmo due pericoli: quello connesso ad una “autovalutazione
etero determinata” (inevitabile per cominciare, ma i cui rischi vanno tenuti sotto controllo) e
quello di una “autovalutazione” la cui conformità viene validata da uno strumento informatico
che, ovviamente, collega report e tabelle, ma non è in grado di rielaborare diagnosi e clinica.
Insomma ci si troverebbe a “valutare l’autovalutazione” dimenticandosi di “valutare
l’organizzazione” che l’ha prodotta (meglio: la cultura organizzativa che si esprime in quella
organizzazione), i suoi criteri di elaborazione del giudizio, il suo approccio “fisiologicamente”
olistico, lo sforzo di diagnosi specifica dal quale è scaturito il RAV: non solo, ovviamente la
coerenza di repertori di indicatori con gli esiti delle comparazioni, ma anche (soprattutto direi) il
confronto tra essi e la consapevolezza autoanalitica, senza la quale non vi è autovalutazione
autentica.
Matite rosse e occhio clinico
Personalmente considero sbagliato, prima di tutto sotto il profilo scientifico, avere dato rilevanza
di “errore segnalato” (le matite) che accompagna il RAV on line e che segnano le difformità tra
le espressioni di giudizio formulate dalle scuole su se stesse e lo “schema retrostante” al “modello
di autovalutazione”, considerato come il “modello giusto” di autovalutazione (!!!??).
La cui “appropriatezza” è per altro fondata (almeno per la maggior parte degli indicatori) su
tabelle e report di comparazione dei dati, rilevati sia dalla scuola stessa attraverso il questionario,
sia dalle rilevazioni esterne (dati di contesto, esiti delle rilevazioni dei livelli di apprendimento,
ecc..).
Le comparazioni statistiche sono ovviamente preziose per consentire assennati “posizionamenti”,
per ovviare a tentazioni autoreferenziali sempre presenti in tutti i processi auto valutativi.
Ma è improprio ricondurre e ridurre semplicemente a tali comparazioni due concetti
fondamentali usati (abusati..) come quello di standard o (ancora di più..) di benchmark…
Un “dato” rilevato statisticamente e “confortato” da tutte le analisi statistiche più raffinate, può
diventare benchmark solamente se declinato entro una “ipotesi di qualità”. A meno di ridurre
quest’ultima alla considerazione del “così fan tutti..”.
A volte quando importiamo concetti e paradigmi da altre culture, come quella dei impresa
rischiamo di essere ancora più “funzionalisti e riduttivi” delle elaborazioni originarie.
E’ certo che l’impresa ha, nel mercato e dunque nella maggiore diffusione o nel successo di un
bene un prezioso indicatore; ma, si badi, neppure in quel caso la statistica è esaustiva nel definire
un benchmark, o uno standard.
Ackerloff, Stiglitz, Spence vinsero un premio Nobel per l’economia per gli studi sul ruolo della
simmetria informativa sul funzionamento del mercato. In assenza di tale simmetria (tra domanda
e offerta..) “vincono i bidoni” come sosteneva Ackerloff. E del resto che la diffusione quantitativa
non sia criterio esaustivo lo si sapeva, in economia, fin dalla legge del Saw… “la moneta cattiva
scaccia quella buona..” se non vi sono altre misure e altra politica o altra consapevolezza di
qualità.
Il riduzionismo statistico è spesso in agguato, quando si tentino “valutazioni di sistema”. Si pensi
ad una questione cruciale come quella dei “costi standard” come riferimento per il governo della
spesa pubblica segnatamente per i sistemi di welfare…Una questione cruciale che diventa
“tormentone politico” quando si tenti di ridurla alla definizione di “costi medi” : un riduzionismo
“comodo” (politicamente) che esime da valutazioni e definizioni di qualità (inquietanti
politicamente) ma che rimanda in continuazione a misure di “taglio”… Come dico sempre: si
taglia con la medesima indifferenza e ignoranza alla qualità con la quale si spende…
Ma all’errore scientifico delle “matite” restituite dalla piattaforma (potentissima quanto si vuole,
ma che raffronta una “elaborazione del giudizio” con una “misurazione statistica” di indicatori)
alle scuole che hanno formulato il loro Rapporto di Auto Valutazione, si affianca anche un errore
“politico”.
Ridurre la formulazione del giudizio alla lettura e raffronto di report e tabelle è particolarmente
rischioso in un mondo culturalmente e intellettualmente avvertito come la scuola. Passato il
primo tornante del sistema, prese le misure degli strumenti, non sarà certo difficile per nessuna
scuola produrre e far produrre dall’algoritmo della piattaforma, report e tabelle confacenti al
proprio giudizio… Suvvia.. chi meglio di un gruppo di docenti “sa quale è la risposta giusta da
dare”… Nelle valutazioni di sistema nulla come il “riduzionismo funzionalista” incentiva
“l’adattamento opportunistico”. Ricordo sempre che, anni fa, circolava nelle scuole inglesi, una
sorta di “manuale” di consigli utili per “ridimensionare il pericolo” delle ispezioni dell’OFSTED e
contenere gli effetti della attività dei “terribili” ispettori di sua Maestà…
Dovremmo essere avvertiti della delicatezza politico culturale che accompagna la costruzione del
SNV e porre il maggior impegno possibile sia per superare le ostilità pregiudiziali, sia impedire
la cosmesi opportunista. Il problema di “fidelizzare” le scuole ad una cultura valutativa diffusa è
ancora più rilevante di quello di avere una “piattaforma efficiente”.
Naturalmente è in prima battuta più semplice rielaborare report e tabelle (lo fa l’algoritmo…) che
organizzare un sistema di “elaborazione del giudizio” che si raffronti direttamente con le
organizzazioni (e le persone) da valutare.. In questo caso infatti non è superabile il vincolo del
“rapporto diretto” tra valutato e valutatore. (la cosiddetta “valutazione esterna”).
Ma è ad essa che spetterebbe considerare la qualità, le caratteristiche, la completezza o le
difformità del Rapporto di Auto Valutazione di una scuola come sintomi per una diagnosi
valutativa capace di misurarsi con la cultura organizzativa che lo ha prodotto, e non (o non solo)
con la conformità di tabelle e report.
Ma qui, si apre la riflessione relativa ad una fase cruciale della costruzione del SNV che è quella
della valutazione esterna. Chi sono i valutatori, che qualità e tipologia professionale devono
padroneggiare, che formazione e omogeneità di modelli professionali devono agire, quale
supervisione viene messa in campo a contenere e correggere i difetti inevitabili dell’osservazione,
quale rapporto tra tale lavoro di valutazione che ha “funzione istruttoria” e responsabilità del
decisore politico e amministrativo…Una riflessione complessa, ma la sua trama la trovate, a ben
guardare, nel piccolo dialogo proposto in apertura.
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055 - 2015 26 dicembre 2015 NOTIZIARIO