P E R I O D I C O
D E L L A
Z O O T E C N I A
P R O D U T T I VA
Zootecnia: come muoversi nei nuovi scenari
L’attività dell’APA di Ascoli Piceno e la sua ‘ricetta’ per uscire dall’impasse di mercato
Fabio Lupi
Coordinatore Associazione
Provinciale Allevatori
di Ascoli Piceno
I
l nostro Paese sta vivendo una difficile fase dell’economia con particolare riferimento a quella agroalimentare - e questa
non è una novità. A tale situazione non sfugge il comparto delle
produzioni ovicaprine. I più recenti dati relativi alle macellazioni
di agnelli, agnelloni e pecore, nazionali e d’importazione, indicano
infatti un costante, seppur lieve, calo delle disponibilità.
C/1076/2008
N U M E R O 6 • A N N O I I I ( n ° 2 ) • OT TO B R E 2 0 0 8
Non bisogna dimenticare però che la politica
comunitaria è orientata sempre più verso
normative che favoriscono il miglioramento
delle condizioni igienico-sanitarie, il benessere
animale e la ricerca della qualità più che della
quantità dei prodotti carne e latte, in funzione
delle esigenze di un nuovo consumatore particolarmente attento
a questi aspetti: riconsiderare la produzione alla luce di questi
fattori potrebbe risultare la carta vincente nel prossimo futuro.
Gli obiettivi comuni al Sistema Allevatori sono sintetizzati da alcuni
passi dall’articolo 4 dello statuto dell’APA di Ascoli Piceno, che
recita: “L’APA ha carattere tecnico ed economico e non ha fine di
lucro. Si propone di attuare tutte le iniziative che possono utilmente
contribuire ad un più rapido miglioramento del bestiame allevato,
dei prodotti da questo derivati oltre alla sua valorizzazione.”
continua a pag 2
Detto
tra noi
Gentili Lettrici e Gentili Lettori,
ci apprestiamo a vivere un autunno denso di preoccupazioni ma
anche gravido di speranze.
L’economia mondiale e quella italiana in particolare ristagnano e tutti
i giorni abbiamo dimostrazione di quanto le incertezze angoscino
le famiglie italiane. Come accennavo, però, non mancano i motivi di
speranza. Per brevità, ne citerò solo due.
Negli ultimi due secoli, nelle economie di mercato, si è assistito
all’avvicendarsi di fasi di prosperità e di depressione, misurate
normalmente con l’andamento di maggiore e di minore crescita del
PIL (Prodotto Interno Lordo). E’ ragionevole dunque aspettarsi che
dopo la stagnazione economica arrivino periodi più floridi. Bisognerà
organizzarsi in anticipo ed essere pronti a comprendere i nuovi
equilibri che si andranno a creare.
Un secondo motivo va ricercato nei prezzi delle materie prime
che hanno sconvolto il nostro mercato lo scorso anno; essi stanno
ripiegando su valori più sostenibili, contribuendo a calmierare le ansie
degli operatori del settore e a ridare ottimismo ai consumatori.
In Dell’Aventino, animati da grande fiducia, stiamo andando controcorrente. Continuiamo ad investire nella tecnologia, nelle linee di
produzione (abbiamo da poco inaugurato una linea di produzione con
il seme di cotone) e nella razionalizzazione dei cicli produttivi. Cosa
ben più importante, però, stiamo continuando ad “investire” sulle persone
che sono il vero valore aggiunto che ogni azienda mette in campo.
A tal proposito ho il piacere di presentarvi in questo numero e secondo
l’ordine di arrivo in Azienda, l’inserimento nel nostro organico del Dott.
Nicolino Beatrice e della Dott.ssa Clotilde Villeri.
Il Dott. Beatrice vanta una lunga esperienza nel settore, maturata in
aziende di primaria importanza ed ha iniziato la collaborazione con
la nostra Azienda già da qualche mese.
Ha il compito di organizzare e coordinare il lavoro degli Agenti della
regione Campania, in sostituzione del sig. Carmine Sellitto che a breve
lascerà per ragioni anagrafiche. Il Dott. Beatrice porterà a frutto anche
le conoscenze maturate negli anni nelle regioni limitrofe.
Energie nuove, dunque, che certamente motivano gli Agenti e
consentono di continuare nei processi di affermazione del marchio
Dell’Aventino nella regione Campania, una delle regioni a più forte
vocazione zootecnica del sud-Italia e nella quale Dell’Aventino vuole
essere sempre più radicato e protagonista.
La Dott.ssa Villeri, invece, ha iniziato da qualche giorno la sua nuova
avventura, dopo aver ricoperto ruoli importanti nella gestione dei
prodotti in aziende leader nel campo della nutrizione animale.
La variegata esperienza, il notorio apprezzamento della clientela nei
confronti di prodotti da lei formulati e le capacità umane e relazionali,
ne fanno una delle più ambite professioniste del settore.
Si occupa dell’intera Area Tecnica con responsabilità che spaziano
dall’Innovazione e sviluppo prodotti alla Produzione, dal Controllo
Qualità al Coordinamento dell’assistenza tecnica.
Due grandi innesti per rinforzare una squadra che coniuga tradizione,
innovazione, competenza e voglia di sviluppare un progetto
ambizioso.
Per concludere, uno speciale “in bocca al lupo” al Dott. Stefano
Salerno che ha assunto la responsabilità di Area Manager per le
regioni Abruzzo, Marche e Molise. Tale opportunità professionale gli
permetterà di ampliare il suo già ricco bagaglio di esperienze. Nel
ringraziarVi per l’attenzione che dedicherete alla rivista, porgo a tutti
Voi un cordiale saluto.
Nereo Dell’Aventino
Amministratore Unico - Dell’Aventino Srl S.U.
Se fino ad oggi l’attività delle APA si è orientata verso il
miglioramento e la valorizzazione (attraverso la gestione dei Libri
Genealogici, dei Controlli Funzionali e del servizio di Assistenza
Tecnica, la professionalità di tecnici, controllori zootecnici e
veterinari APA sempre presenti nelle imprese allevatoriali) più
di recente l’attenzione si è spostata anche verso i prodotti che
derivano dall’allevamento.
Questi obiettivi del Sistema Allevatori vanno di pari passo con
il soddisfacimento dei bisogni richiesti dalla collettività, dal
produttore fino al consumatore finale.
Sono diventate fondamentali questioni come la sicurezza alimentare,
la tutela della salute umana, la qualità dei prodotti fino a tematiche
emergenti come i prodotti eco-compatibili, i prodotti e servizi etici
imperniati anche su sicurezza del lavoratore e diritti umani.
Per rispondere a queste esigenze - certamente più evolute - interviene
il progetto “Italialleva” che darà origine all’omonimo marchio.
Rappresenterà lo strumento decisivo per accelerare il passaggio
verso la valorizzazione del prodotto che deriva dall’allevamento.
Il Progetto Italialleva, infatti, poggia su solidi pilastri quali l’origine,
la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti zootecnici, la
sicurezza alimentare, il benessere animale ed il rispetto delle
norme ambientali (condizionalità).
Ed è per questo motivo che Italialleva può sostenere molti marchi
locali, tipici e di tutela, DOP, IGP ed altri come l’“Agnello della Marca”
ed il “QM” della Regione Marche garantendo ed esaltando:
- il processo produttivo;
- il prodotto primario secondo la destinazione d’uso;
- il rispetto dei disciplinari di produzione;
- maggiori certezze per il consumatore;
- le distintività dei prodotti (i vari marchi);
- le peculiarità territoriali;
- maggior valore aggiunto per l’allevatore, la filiera, le istituzioni
e la società.
Negli ultimi periodi, il mercato delle carni ovine nelle Marche ha
fatto registrare un’interessante inversione di tendenza.
L’offerta di agnelli, infatti, è stata contenuta ma proprio grazie
alla limitata immissione sul mercato di prodotto nostrano
pregiato, nonostante la tendenza di fondo della domanda sia
rimasta improntata ad una certa cautela, gli scambi all’origine
ed all’ingrosso del bestiame e delle carni si sono svolti senza
eccessive difficoltà a prezzi in rialzo.
Nelle Marche, ad esempio, i listini degli agnelli nelle quattro
settimane “sotto Pasqua” sono risultati superiori del 3,6% rispetto
a quelli dell’analogo periodo dell’anno scorso, testimoniando
come l’investimento “in qualità” possa riuscire a sostenere anche
prezzi crescenti.
I meriti per la qualità dei prodotti zootecnici marchigiani vanno
essenzialmente agli allevatori, che continuano ad operare con
metodi tradizionali, nel rispetto delle norme igienico sanitarie,
favorendo le migliori condizioni di benessere animale, praticando
un’alimentazione degli animali sana e genuina, fatta con
prati/pascoli ricchi di particolari essenze vegetali, fieno buono e
profumato, orzo, granturco e favino oltre a mangime delle migliori
qualità proveniente dalle più affidabili realtà industriali.
Particolarmente favorevoli nel mantenere alto il livello qualitativo
dei nostri prodotti zootecnici sono anche le caratteristiche
ambientali e geografiche del territorio.
Questi elementi conferiscono ai prodotti un gusto unico, genuino,
riconfermando i sapori tipici di “una volta” particolarmente
apprezzati dai consumatori.
Purtroppo, come ricordato all’inizio, in questo periodo tutto
l’allevamento italiano sta attraversando una fase di particolare
incertezza, caratterizzata da un insostenibile calo di redditività
delle aziende e di dubbi sull’operatività per il futuro.
Il problema principale riguarda il prezzo. I nostri allevatori
puntano sulla qualità ma non vedono i loro sforzi adeguatamente
remunerati.
In considerazione di quanto esposto, tra gli intenti principali
dell’Associazione Provinciale Allevatori di Ascoli Piceno ci sono
quelli di:
- tutelare e promuovere i Marchi di qualità dei prodotti zootecnici
e far conoscere e riconoscere quella qualità che è il principale
fattore di competitività;
- investire in azioni di valorizzazione e di pubblicità dei prodotti
zootecnici;
- ridefinire i rapporti all’interno della filiera, identificando i
passaggi che creano costi senza produrre benefici;
- rivedere i rapporti con la grande distribuzione organizzata e con
la collaborazioni delle Organizzazioni Produttori e Professionali;
- ridurre la forbice tra prezzo pagato al produttore e al
consumatore.
P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA
NUMERO 6
ANNO III (n° 2)
OTTOBRE 2008
La parola al tecnico ......... Pag
3
L’esperienza positiva ....... . Pag
5
In linea con il mercato ....... Pag
8
Noi&Voi ....................... Pag
9
A rigor di legge ............... Pag
9
Ovini e bovini, le differenze che non si vedono
Azienda Agr. Antonio Ricciotti (Poggio di Bretta - AP)
Campagna 2008/09: la quiete dopo la tempesta
A domanda rispondiamo
Norme e regolamenti
Buone nuove ................. Pag 10
Le ultime novità in casa Dell’Aventino
Sotto i riflettori ................Pag 12
Nell’impero dei Varanesi (Az. Agrimarket TE)
Area marketing ............... Pag 14
Cani e gatti: la ciotola è un piatto ricco
Nota bene .................... Pag
Appuntamenti da non perdere
15
Vita d’azienda ..................Pag 15
Filo diretto tra Dell’Aventino e i suoi collaboratori
Editore
Dell’Aventino S.r.l. - Società Unipersonale
66022 Fossacesia (CH) - S.P. Pedemontana, 8
Tel. 0872.62.211 r.a. - Fax 0872.62.00.05
www.dellaventino.it
[email protected]
[email protected]
Progetto grafico
Sinergia Advertising - Pescara
Stampa
Litografia Botolini - Rocca S. Giovanni (Ch)
Tiratura
7.000 copie
Tirando le somme, è facilmente comprensibile come il ruolo
delle APA diventi sempre più rilevante per la salvaguardia e la
valorizzazione della nostra zootecnia e per i prodotti da essa
derivati.
Fabio Lupi
2
La parola
al tecnico
Dr. Stefano Salerno
Laureato in Scienze
della Produzione Animale
presso l’Università di Pisa.
Il punto di vista
dei professionisti
del settore su un tema
di interesse generale.
Dal 1996 è in Dell’Aventino.
È stato Resp. Tecnico,
Resp. della Nutrizione
e del Marketing Tecnico.
Dal 1° settembre 2008
è Area Manager per le regioni
Marche, Abruzzo e Molise.
OVINI E BOVINI,
LE DIFFERENZE CHE NON SI VEDONO
Nell’accezione comune un ovino è considerato come
un “bovino in miniatura”. In effetti, sotto molti aspetti
ciò corrisponde a verità, poiché entrambi sono dei
ruminanti e come tali caratterizzati da molteplici
elementi in comune.
In questa sede saranno approfonditi alcuni aspetti
nutrizionali e metabolici, con l’intento di analizzare le
più evidenti similitudini ma anche le notevoli differenze
in tale ambito.
La struttura generale dell’apparato digerente è
sicuramente molto simile, così come i meccanismi
endocrini ad esso correlati nelle due specie; non bisogna
però trascurare il fatto che a dimensioni corporee più
piccole corrisponde necessariamente tutta una serie di
differenze anatomiche che influiscono pesantemente
sul metabolismo dell’animale.
SUPERFICIE CORPOREA
E TERMOREGOLAZIONE
Esiste una regola geometrica in base alla quale maggiori
sono le dimensioni di un corpo sferico o cilindrico e
minore è il rapporto tra la sua superficie e il suo volume.
Applicando tale regola ai ruminanti ne deriverebbe che
la loro superficie corporea, esposta per kg di peso vivo,
dovrebbe aumentare al diminuire della loro mole, in pratica
dovrebbe essere maggiore nell’ovino che nel bovino.
Sulla base di quanto appena affermato ed in
considerazione del fatto che una pecora è 10 volte
più piccola di una vacca, ciò significherebbe che per
kg di peso vivo la prima dovrebbe avere una maggiore
superficie corporea esposta.
Proviamo a vedere se è veramente così valutando un
esempio pratico e confrontando una vacca di 500 kg
con una pecora di 50 kg di peso vivo.
Una pecora espone circa 1,24 mq di superficie, mentre
una vacca circa 5,79 mq. Rapportando la superficie al p.v.
di ciascuno dei due animali si ottengono due rapporti
superficie corporea esposta/kg di p.v. rispettivamente
di 0,02 per la pecora e di 0,01 per la vacca, superiore
cioè nel primo rispetto al secondo.
Minori, quindi, sono le dimensioni dell’animale ed
effettivamente maggiore è la superficie corporea
esposta per kg di p.v. e viceversa.
Da quanto appena analizzato consegue direttamente
che all’aumentare della superficie corporea esposta
è necessario un maggiore apporto energetico con
l’alimentazione, poiché una pecora - per regolare la propria
omeostasi termica - dissipa più energia ed ha fabbisogni
energetici maggiori rispetto a quelli di una vacca.
In effetti, se il fabbisogno energetico di mantenimento
per una pecora di 50 kg di p.v. è di circa 0,62 UFL(Unità
Foraggere Latte)/giorno, vale a dire 0,012 UFL/kg di p.v.,
per una vacca di 500 kg di p.v. è di 4,33 UFL/giorno, cioè
0,009 UFL/kg di p.v.
VOLUME RUMINALE
E VELOCITÀ DEGRADATIVA
Il volume ruminale dei ruminanti è invece direttamente
proporzionale al loro peso vivo. Sia nella vacca che nella
pecora il rumine occupa mediamente il 9-13% del volume
totale dell’animale. Se però il rumine di una vacca di 500
kg di p.v. ha una capacità media di circa 50 lt., quello di una
pecora di 50 kg di p.v. è pari a circa 5 lt.
Ne deriva ovviamente che un ovino ha minore spazio
ruminale utile per i processi fermentativi e ciò si
ripercuote direttamente sulla sua capacità digestiva.
Molte sostanze nutritive, tra cui la cellulosa e l’amido,
hanno una bassa velocità di degradazione ruminale e
sono tanto più degradate quanto maggiore è la loro
permanenza nel rumine stesso.
Questo ovviamente penalizza l’ovino rispetto al bovino,
tanto che il primo ha dovuto sviluppare una serie di
meccanismi anatomici e metabolici per ovviare a tale
inconveniente.
La vacca è caratterizzata da una maggiore digeribilità
degli alimenti a bassa velocità degradativa perché può
ritenerli per tempi maggiori nel rumine.
La pecora, invece, deve aumentarne la velocità di
transito a livello del rumine ed avere livelli di ingestione
giornaliera maggiori, in conseguenza della riduzione
dei tempi di ritenzione ruminale e del coefficiente di
digeribilità degli alimenti.
Ciò spiega perché un ovino sia caratterizzato da livelli di
ingestione mediamente tra il 5 ed il 7% del peso corporeo,
rispetto a quelli della vacca che sono massimo del 4%.
La maggiore velocità di transito ruminale è compensata
poi dalla capacità della pecora di scegliere tra alimenti
più o meno fibrosi.
L’esigenza di selezionare gli alimenti si manifesta
nell’ovino con la particolare conformazione della bocca
e con una maggiore motilità labiale e linguale.
Inoltre l’ovino concede molto più tempo all’attività
masticatoria (intesa come ingestione e ruminazione)
rispetto alla vacca, dove è maggiore di circa 10-15 ore.
Poiché esiste un tempo limite utilizzabile per la
ruminazione, se si utilizzano razioni con fieno lungo e/o
grossolano l’ingestione è limitata dalla dimensione degli
alimenti fibrosi.
profondamente legati alla tipologia degli alimenti assunti
dall’animale.
Alimenti ad elevata densità energetica determinano
infatti il raggiungimento del livello soglia dei metaboliti,
determinandone il blocco dell’ulteriore assunzione,
prima ancora che i prestomaci abbiano raggiunto un
grado di riempimento sufficiente a determinarne lo
stato di sazietà.
Foraggi lunghi e/o grossolani a bassa velocità di transito
determinano uno stato di sazietà da ingombro ruminale
tale da bloccare conseguentemente l’assunzione di
alimento prima ancora che il livello dei metaboliti
raggiunga il valore soglia.
In questa sede non è ovviamente possibile analizzare
in dettaglio tutte le differenze e le similitudini esistenti
tra grandi e piccoli ruminanti, ma la valutazione di tre
soli aspetti (superficie corporea, volume ruminale,
ingestione di s.s.) da sola chiarisce ampiamente come
un ovino non possa essere considerato solo un bovino
più piccolo, bensì un animale estremamente differente.
INGESTIONE DI SOSTANZA SECCA
Nei piani di razionamento l’ingestione volontaria riveste
enorme interesse tecnico e pratico.
Il livello d’ingestione volontaria nei ruminanti è correlata
al peso vivo (maggiore è il p.v. dell’animale e maggiore
è l’ingestione) ed allo stadio del ciclo produttivo (una
pecora in lattazione ha una maggiore ingestione di una
in asciutta).
Sotto l’aspetto endocrino, invece, il livello d’ingestione
volontaria è regolato dai centri della sazietà e
dell’appetito.
Questi, a loro volta, sono attivati da recettori distribuiti
nell’apparato digerente e sensibili:
a) alla concentrazione delle sostanze nutritive (glucosio
ed acidi grassi volatili);
b) allo stato di tensione delle pareti ruminali.
I metaboliti assunti con l’alimentazione e presenti nel
sangue sono successivamente allontanati e destinati
ai vari tessuti dell’organismo, stimolando l’animale
ad assumere ancora nutrimento finché non ne sia
raggiunto un livello tale di accumulo da bloccare il
centro dell’appetito e quindi l’assunzione di nutrienti.
Occorre però non trascurare che il livello di ingestione
volontaria e lo stato di sazietà sono inevitabilmente e
CONSUMATORI PREFERENZIALI
DI CONCENTRATO
(CPC)
Nuovi e stimolanti compiti mi vedranno impegnato in futuro nella
funzione di Area Manager; di conseguenza passerò il testimone
di questa rubrica a valenti colleghi ai quali auguro le migliori
fortune.
Colgo l’occasione per ringraziare la redazione di Zoo-Zoom e
quanti in questi anni hanno letto ed apprezzato i miei articoli,
mettendo magari a frutto qualche utile suggerimento.
Dott. Stefano Salerno
TIPOLOGIE INTERMEDIE
CONSUMATORI DI ERBA E
FORAGGIO GROSSOLANO
(CEF)
Posizione delle specie ruminanti dell’Europa e del Nord America nell’ambito del sistema evolutivo della morfologia e fisiologia riguardante l’alimentazione. La direzione della
linea evolutiva è verso destra, dove troviamo la migliore capacità di digestione della fibra e di conseguenza una avanzata evoluzione. L’attitudine digestiva per il solo contenuto
cellulare delle piante, comporta più brevi intervalli fra i pasti, come avviene nel semplice rumine dei CPC, che ha più scarse strutture di ritenzione dell’alimento rispetto ai CEF.
4
L’esperienza
positiva
Azienda Agr.
Antonio Ricciotti
(Poggio di
Bretta - AP)
Nella Grande
Distribuzione
a suon di qualità
In evidenza su questo numero è l’Azienda Ricciotti del sig. Antonio Ricciotti, stimato Presidente
dell’APA di Ascoli Piceno, erede di un’antica attività
familiare che affonda le sue radici agli inizi del 1800
e che venne avviata grazie al duro lavoro di Filippo
Ricciotti.
Quest’ultimo, come di consuetudine ai tempi,
passò le consegne al figlio Giuseppe (bisnonno
dell’intervistato) e questi, a soli quindici anni, iniziò a
collaborare fattivamente per lo sviluppo dell’attività
paterna. A quei tempi e in queste terre, la pastorizia
Alcuni capi nell’impianto di Contrada Case Rosse (Poggio di Brettta - AP).
rappresentava una scelta obbligata per molti e spesso, in piena adolescenza, segnava inequivocabilmente
l’intera vita lavorativa.
Agli inizi dell’attività, la famiglia Ricciotti possedeva
circa 40 capi stanziali ma nei primi anni del ‘900 decise
di “uscire” dalla zona d’origine per effettuare la classica (e famosa!) transumanza. Come la maggior parte
degli allevatori marchigiani, la famiglia era originaria di
Valle Castellana, al confine tra Abruzzo e Marche, nel
cuore di quei Monti della Laga che assieme al Gran
Sasso formano il noto Parco Nazionale.
Negli anni ’30 Giuseppe praticava regolarmente la
Il Presidente Antonio Ricciotti nello splendido paesaggio di Castelluccio di Norcia (Parco Nazionale dei Monti Sibillini).
transumanza fino a Foggia, con i suoi tre figli Palmarino (papà dell’intervistato), Vito e Domenico. In
quegli anni i capi erano diventati circa 200.
In origine la razza utilizzata era la “Gentile di Puglia”,
particolarmente valida per l’allevamento orientato
all’ottenimento della lana. Si pensi che i pastori
dormivano nei greggi per evitare i furti dei capi e dei
sacconi con il prodotto della tosatura. Questi ultimi
venivano presidiati giorno e notte ed è facile capire
il perché di tanta attenzione: negli anni ’50 un chilo di
lana veniva pagato quasi quanto uno stipendio intero
di molte categorie di lavori!
Tramite i tratturi, i tipici sentieri oggi oggetto di studi e di tutela paesaggistica e narrati da D’Annunzio
nella storica poesia “I Pastori”, la transumanza (che
nel trasferimento a valle dei capi prende il nome di
monticazione) si sviluppava per arrivare alle zone
costiere, più calde e pianeggianti del Tavoliere delle
Puglie, da fine settembre fino al momento della tosatura (circa a metà aprile). Si ripartiva a maggio per
l’alpeggio (transumanza dei greggi nei pascoli di alta
montagna durante i mesi estivi).
Tornando ai giorni nostri, oggi l’azienda Ricciotti è
una realtà di tutto rispetto nel panorama zootecnico
del centro-Italia; conta circa 3000 capi di razza
meticcia ottenuta negli anni ’80 dall’incrocio tra la
“Gentile di Puglia” e la “Comisana”.
Nella zona è rimasta la tradizione dello spostamento
degli animali in quota, mentre si è persa quella del
trasferimento in Puglia, effettuato solo da pochissime
aziende a bordo di idonei camion.
I capi vengono spostati dall’impianto a stabulazione
fissa di contrada Case Rosse presso Poggio di Bretta,
vicino ad Ascoli. Quelli non in produzione (asciutta
e agnelle prima della copertura - che avviene mediamente all’età di 12-13 mesi ad un peso vivo medio
di circa 50-55 Kg) vengono condotti a Castelluccio
di Norcia (nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini) da
fine maggio a metà novembre; quelli in produzione
(circa 2500) vanno in “transumanza” a San Marco di
Norcia, rimanendo in situ fino a circa metà settembre; in maggioranza si tratta di “gravide” che partoriranno ad agosto, oltre a quelle in lattazione.
Oggi l’allevamento è prevalentemente votato alla
produzione di latte con una media di circa 150 q.li
latte/mese per 2500 capi, il tutto per 10 mesi di mungitura. Vengono prodotti circa 2500 agnelli all’anno,
compresi i circa 300 capi destinati alla rimonta. Le
produzioni sono organizzate per garantire una maggiore disponibilità dei capi nel periodo natalizio e in
quello pasquale.
L’alimentazione del bestiame è basata sul pascolo
nella stagione più favorevole, con integrazione di
concentrato (mais più mangime). Se il pascolo è
“povero” o in caso di particolari annate caratterizzate da siccità, viene integrato con foraggi secchi (oltre al già citato concentrato).
Va evidenziato in questo servizio che da diversi anni
è iniziata la collaborazione tra l’azienda Ricciotti e
l’azienda Dell’Aventino e che in questi ultimi anni
è stato creato il Marchio di Qualità per le carni
d’agnello nell’ambito del Consorzio identificato dal
marchio “Carni della Marca”.
Il marchio è l’emblema di un progetto sulle carni
Il Dott. Stefano Salerno, il Dott. Luciano Catervi (Agente di zona Dell’Aventino) insieme al Presidente Ricciotti.
6
Opuscolo di presentazione del Consorzio Carni della Marca.
d’agnello che prevede un Consorzio di una decina
di pastori, una iniziativa partita a dicembre del 2006
con la disponibilità di pochi agnelli ma che oggi vanta
risultati di tutto rispetto. Primo fra tutti l’accordo
commerciale con CoopAdriatica e il relativo inserimento dei prodotti in molti punti vendita di questa
prestigiosa insegna della grande distribuzione, senza
trascurare la distribuzione nelle macellerie locali
delle Marche.
La prestigiosa catena distributiva ha colto subito la
grande opportunità offerta da questo tipo di allevamento e sta mettendo in atto politiche ed attività
(anche espositive) finalizzate alla valorizzazione di
questo interessante progetto.
Le carni vengono corredate da un certificato di garanzia di tracciabilità. Esiste la certificazione d’origine
a garanzia del consumatore circa la provenienza e la
metodologia d’allevamento.
La distribuzione viene fatta da Bovinmarche Allevatori Marchigiani la quale assorbe circa la metà
dell’attuale produzione del Consorzio che ammonta
a circa 12-13.000 capi l’anno.
Il Presidente Ricciotti non nega che l’esigenza di
crescere è tanta e buoni sono i margini di sviluppo,
nella consapevolezza che la strada è quella giusta so-
prattutto perché il consumatore si sente protetto e
sa come spenderà i suoi soldi.
Oggi un’elevata percentuale degli acquisti avviene
nella grande distribuzione e sarebbe un errore imperdonabile non cogliere tale opportunità.
L’idea futura di sviluppo è quella di estendere il Marchio di Qualità anche ai prodotti caseari. Si punterà a far consorziare i piccoli allevatori che, all’inizio,
erano restii a questo tipo di progetti.
Grazie agli ottimi risultati raggiunti, oggi sarà più
facile attrarre nuove risorse e anche l’estero rientra
nei piani del consorzio.
L’accordo con la grande distribuzione sopra ricordato è solo un’ulteriore dimostrazione che qualità,
innovazione e dinamismo riescono a favorire nuove
opportunità commerciali a coloro che operano in
questo settore, a patto però di tenere nella massima
considerazione le esigenze di un consumatore che
richiede sempre maggiori garanzie.
Nel caso dell’azienda Ricciotti questa intraprendenza
imprenditoriale unita a un ‘progetto qualità’ sta allargando in maniera significativa gli orizzonti di mercato. Come dire che passione, tradizione e innovazione
viaggiano di pari passo...e il cerchio si chiude.
In linea
con il
mercato
Rubrica dedicata al mercato
delle materie prime, con un
breve accenno alla situazione dei prezzi dei principali
prodotti della trasformazione
zootecnica.
Dott. Andrea Garzilli
Dipartimento Acquisti,
Produzione e Logistica
Dell’Aventino.
Campagna 2008/09:
la quiete dopo la tempesta
Un risultato dovuto soprattutto all’incremento delle rese che
vengono stimate quasi a 5 tonnellate per ettaro con un aumento
del 9% rispetto al 2007.
In Italia, i risultati al termine della campagna di raccolta, evidenziano uno spaccato addirittura migliore delle proiezioni iniziali. In
particolare spicca il balzo del 45% del grano duro con circa 6 mln
di tons; per quanto riguarda grano e orzo viene confermato un
aumento di circa il 15%. E anche il raccolto del mais promette
bene a seguito del buon andamento climatico.
Nel periodo di transizione dalla vecchia alla nuova campagna,
il mercato ha mostrato molta incertezza: gli agricoltori sono
stati più propensi a non vendere memori degli errori fatti nella campagna precedente; i compratori sono stati molto cauti
nell’acquistare per quotazioni considerate ancora troppo elevate.
Oggi, a seguito di risultati che si stanno confermando migliori
delle aspettative, lo scenario si è modificato ulteriormente e il
mercato ha invertito in maniera decisa la sua tendenza.
Dobbiamo considerare poi, che anche in altri settori (biodiesel
e finanza) qualcosa si sta modificando:
- nel biodiesel la Banca Mondiale ha invitato i maggiori produttori a contenere le produzioni;
- nel settore finanziario la commissione di controllo americana ha
dichiarato di voler introdurre misure per contenere speculazioni
sul mercato dei futures (contratti a termine) tra cui: aumento
delle cauzioni per gli operatori non del settore e più trasparenza
sulle posizioni detenute dagli operatori del settore finanziario.
Si stanno creando infine condizioni macro-economiche per un
recupero del dollaro nei confronti dell’euro.
Ciò dovrebbe favorire il trend ribassista delle materie prime in
quanto l’indebolimento del dollaro è stato considerato uno dei
principali fattori di crescita delle commodities.
Dott. Andrea Garzilli
Possiamo considerare ormai archiviata la campagna cerealicola
2007/2008 che sarà ricordata dagli operatori come la più difficile degli ultimi 30 anni per la particolare sostenutezza delle
quotazioni e per la persistente volatilità del mercato.
Va detto, infatti, che già in prossimità dei nuovi raccolti il mercato ha iniziato a registrare segnali di inversione di tendenza in
particolare nel comparto dei cereali.
Inoltre gli ultimi dati pubblicati dall’USDA (Dipartimento
dell’agricoltura americano) sono stati decisamente migliori rispetto alle attese degli operatori che davano per scontato che le
ingenti piogge nei territori del Midwest avrebbero compromesso
in maniera seria i raccolti americani di mais e soia.
Sulla base di quanto pubblicato, il raccolto cerealicolo mondiale
2008/2009 dovrebbe attestarsi su 1.720 mln di tonnellate con
un aumento di circa 40 mln rispetto alla campagna precedente.
Gli stock di fine campagna sono stati stimati a 281 mln di tons,
di poco superiori rispetto al 2007/2008 .
Forti incrementi di produzione si annunciano in tutti i principali Paesi produttori, ma il vero boom riguarderà l’area del Mar
Nero e i paesi dell’ex Unione Sovietica.
Questi ultimi, secondo l’USDA, dovrebbero esportare più di 28
mln di tons di grano, superando per la prima volta gli USA nella
classifica dei fornitori mondiali.
Una forte crescita produttiva è prevista anche in Europa. La
commissione Europea, infatti, nelle settimane scorse, ha comunicato che il raccolto della Unione a 27 Stati, viene stimato a circa
300 mln di tonnellate, in aumento di oltre il 15% rispetto al 2007.
Il borsino
MEDIE MENSILI QUOTAZIONI PRODOTTI ZOOTECNICI*
TIPOLOGIA PRODOTTO
POLLI A TERRA
(Fino a 1,85 Kg)
Euro/Kg
GALLINE
BATT. LEGG.
Euro/Kg
TACCHINI
PES. MASCHI
Euro/Kg
POLLASTRE
ROSSE 112 GG
Euro/Cad
CONIGLI
(fino a 2,5 Kg)
Euro/Kg
UOVA
Euro/100 pz
SUINI
(Da 90 a 115 Kg)
Euro/Kg
SUINI
(Da 156 a 176 Kg)
Euro/Kg
SUINI
(oltre 185 Kg)
Euro/Kg
Aprile 2008
(media mensile)
1,12
0,21
1,30
3,35
1,46
9,24
1,19
1,18
1,08
Maggio 2008
(media mensile)
1,12
0,21
1,29
3,35
1,46
9,23
1,17
1,17
1,07
Giugno 2008
(media mensile)
Luglio 2008
(media mensile)
Agosto 2008
(media mensile)
1,12
0,23
1,34
3,40
1,59
9,45
1,32
1,28
1,18
1,06
0,12
1,21
3,45
1,40
9,50
1,37
1,33
1,23
1,07
0,13
1,17
3,50
1,31
10,23
1,54
1,49
1,39
* Riferimenti: Mercato Avicunicolo di Forlì per avicunicoli e uova, Borsa Merci di Reggio Emilia per suini.
8
Noi&Voi
A domanda
rispondiamo
Volete saperne di più su un argomento che vi sta a cuore? Intendete soddisfare una curiosità?
Inviateci i vostri quesiti per e-mail all’indirizzo [email protected] oppure per posta a
Redazione Zoo-Zoom c/o Dell’Aventino Srl - Soc. Unipersonale, S.P. Pedemontana 8, 66022 Fossacesia (CH). Esperti e studiosi del settore saranno lieti di rispondervi dalle colonne di questa rubrica.
“Cosa consigliate per ottenere un silomais di ottima
qualità’? ” (Alessandro C. - prov. Pz)
Risponde il Dott. Fabrizio Di Fonzo,
addetto al Laboratorio Dell’Aventino
Forti di una lunga esperienza nel settore, i
tecnici Dell’Aventino sono da sempre attenti
agli interrogativi che riguardano il silomais, in
tutte le sue sfaccettature e sono continuamente
a disposizione dei clienti per qualsiasi consiglio
su questo tema. Il primo obiettivo è quello di
ricavare un prodotto costante dal punto di
vista nutrizionale, condizione questa difficile
da ottenere in quanto influenzata da molti fattori tra i quali: la
tipologia del terreno, l’andamento climatico, la zona di produzione, la
disponibilità idrica, ma anche la scelta degli ibridi commerciali, l’epoca
di semina e di raccolta.
La presenza di granella e la qualità della fibra, espressa in NDF (fibra
neutro detersa) determinano il valore nutrizionale dell’insilato, mentre
la lunghezza della trinciatura della pianta di mais, durante la raccolta,
determina le proprietà “fisiche” della razione. I tecnici raccomandano di
prestare molta attenzione alla lunghezza della trinciatura: la corta trinciatura facilita il processo di insilamento e la fermentazione in quanto
A rigor
di legge
Come essere informati
e districarsi tra norme
e regolamenti.
Gli assegni tornano privi
di vincoli fino a 12.500 euro.
Assegni e contanti, si cambia di nuovo. Dal 25 giugno 2008,
i pagamenti cash o con titoli trasferibili sono ammessi per
somme sotto i 12.500 euro, anziché 5.000. E chi gira un assegno“libero”nondevepiùinserireilpropriocodicefiscale
nella girata.
Sono così caduti alcuni dei vincoli alla circolazione dei mezzi di pagamento fissati dal decreto legislativo 231/07 sull’antiriciclaggio: operativi dal 30 aprile scorso, sono stati ritoccati dal decreto legge 112/08
(“manovra d’estate”), in vigore dal 25 giugno. Un rapido turnover,
quindi, tanto che il ministero dell’Economia ha assicurato che saranno cancellati i procedimenti sanzionatori aperti contro chi ha violato,
nelle scorse settimane, le norme ora cadute.
la costipazione della massa è più efficace, mentre una maggiore dimensione facilita la ruminazione. Esiste un’importante correlazione tra
trinciatura e utilizzo dello spaccagranella. È noto come lo spaccare la
granella prima dell’insilamento esponga una maggior superficie delle
particelle d’amido, aumentandone così la fermentescibilità sia durante
le prime fasi dell’insilamento, sia a livello ruminale. Trattamento della
granella e dimensioni della trinciatura sono correlati anche alla densità
della massa insilata e la sua stabilità aerobica. Si stima che la densità
minima ottimale della massa deve essere di 225kg di s.s./m3.
La lunghezza di taglio influenza in modo inversamente proporzionale la densità della massa, poiché il trinciato lungo e grossolano
non riesce a comprimersi e lascia così all’interno più aria che favorisce in tal modo lo sviluppo di fermentazioni indesiderabili, mentre lo spaccagranella favorisce sia la comprimibilità della massa, sia
le fermentazioni desiderabili.
La lunghezza delle particelle di insilato influenza la digeribilità della
fibra, soprattutto NDF, ma anche il tempo di permanenza nel rumine
dell’alimento, la velocità di transito e quindi la digeribilità della dieta;
una trinciatura eccessiva non permette un’adeguata stimolazione meccanica del rumine da parte della particelle fibrose, mentre un taglio
grossolano non permette la completa fermentazione dei nutrienti legati
alla fibra stessa. Al fine della valutazione nutrizionale del silomais non
bisogna quindi limitarsi alle sole analisi chimiche, ma è indispensabile
conoscere la pratica di insilamento e valutarne l’aspetto fisico.
Le misure introdotte d’urgenza nel D.L. hanno fatto fare un passo
indietro ai pagamenti che tornano, per alcuni aspetti, ad essere disciplinati dalla precedente normativa dettata per contrastare il riciclaggio, l’evasione fiscale e le truffe sui titoli di credito.
Il decreto 112/08 ha infatti riportato a 12.500 euro la soglia per il
trasferimento dei contanti, per gli assegni bancari, postali e circolari
trasferibili e per il saldo dei libretti di deposito bancari e postali al
portatore: si tratta del tetto valido fino al 29 aprile e che, dal 30
aprile, era stato abbassato sotto i 5.000 euro.
Così, dal 25 giugno si possono di nuovo emettere assegni
bancari,postaliecircolaritrasferibili,sediimportounitario
inferiore a 12.500 euro; mentre gli assegni da 12.500 euro
insurestano“nontrasferibili”epossonoessereincassatidal
solo e unico beneficiario, direttamente o a mezzo banca.
Anche il saldo dei libretti al portatore può tornare sotto i 12.500
euro, mentre resta libero il saldo dei certificati di deposito al portatore. Si tratta di limiti che possono comunque essere modificati dal
ministero dell’Economia con decreto. Cade, inoltre, l’obbligo, imposto
al girante, a pena di nullità, di inserire il proprio codice fiscale nella
girata degli assegni trasferibili: nei fatti, impossibile da verificare per le
banche. La “manovra d’estate” lascia invece intatto l’impianto di base
del sistema tenuto a battesimo dal decreto antiriciclaggio.
Banche e poste continueranno a consegnare, di regola, assegni “non
trasferibili” ai clienti, i quali per ottenere i titoli “liberi” dovranno fare
una richiesta scritta e pagare il bollo di 1,5 euro per ogni modulo.
Resta invariato quanto segue:gli assegni bancari e postali emessi all’ordine del traente (me stesso, me medesimo oppure
intestaticonilnomedeltraente)possonoesseregiratiunicamente per l’incasso a una banca o a Poste Italiane S.p.A.
come prima.
Buone
nuove
Il “bello” della
media impresa
Una esperta “new entry” in Dell’Aventino:
da settembre a capo dell’Area Tecnica,
Clotilde Villeri spiega i motivi della sua scelta
Clotilde Villeri
Uno sguardo attento
alle ultime novità
firmate Dell’Aventino.
Laureata in Medicina Veterinaria
presso l’Università di Parma.
Vanta importanti esperienze
professionali con prestigiose
aziende mangimistiche italiane.
Dal 1° settembre 2008 è
Direttore Area Tecnica
Dell’Aventino.
Nuova energia
per Dell’Aventino!
Le Piccole e Medie Imprese sono da sempre un vanto della nostra economia nazionale. Hanno generato un tessuto produttivo solido, riuscendo a
competere sui mercati internazionali anche con rivali di grandi dimensioni.
Il modello delle PMI ha fatto scuola nel mondo soprattutto per l’importanza
attribuita all’innovazione e proprio su questo terreno le ‘piccole e medie’
devono battersi per continuare ad affermarsi. In ogni caso, esse interpretano
meglio le esigenze del territorio perché lo vivono da vicino, dimostrando
una capacità di risposta più rapida e una maggiore sensibilità nei confronti del
mercato e dei clienti in particolare.Tutto ciò anche nell’ottica del cambiamento del mercato futuro che vede il territorio come centro di sviluppo.
Misurarsi con il territorio in termini di impatto ambientale, di sistema di relazioni, di luogo di approvvigionamento, diventa fondamentale. Ragionando
su questi nuovi scenari è maturata la mia scelta di scommettere su Dell’Aventino, una “sfida” coerente con il mio stile di vita. La mia “missione” è conoscere, familiarizzare con il processo produttivo a tutto tondo, dalla materia prima a cosa nutre poi l’animale, capire il processo, esaltarlo in funzione
della creazione di nuovi prodotti senza trascurare l’attenzione al risparmio
energetico ed alle tematiche ecologiche. Sono dell’avviso che serve promuovere una nuova generazione di prodotti, intrinsecamente più sostenibili; non
possiamo più fare a meno di integrare requisiti “ambientali” nel processo di
sviluppo dei prodotti, sempre con il pre-requisito della sicurezza alimentare.
Il desiderio è quello di poter contribuire a diventare artefici di una zootecnia
“a marchio”, di un sistema riconoscibile e riconosciuto per le sue particolari
qualità agro-alimentari. Questo ed altro ho maturato nel tempo all’interno
di realtà aziendali di dimensioni diverse, integrando competenze multidisciplinari ed imparando a trasferirle per approdare al concetto cardine: “fare
sistema”. Saper fare sistema vuol dire creare persone libere e la libertà
passa anche per la possibilità di accettare nuove sfide! Sono dell’idea che
l’Azienda Dell’Aventino, per le sue particolarità, è un ottimo “ingranaggio”
in cui le funzioni, i processi, le attività si integrano al meglio a mo’ “di sistema”. Esso non deve essere chiuso e non può prescindere da una fitta rete
di relazioni con l’ambiente esterno e con una pluralità di soggetti, a partire dai
clienti e dai fornitori: un modello di successo che passa attraverso l’innovazione
e la competitività. Se generalmente un’azienda mangimistica viene percepita
come realtà che “vende mangime”, quindi piuttosto impersonale, nel caso di
Dell’Aventino il discorso cambia. Da sempre, essa mostra un’attenzione al prodotto finito della trasformazione zootecnica,
in linea con l’orientamento del mercato verso la qualità
testimoniato dagli exploit di prodotti a vocazione territoriale come i Dop e gli Igp. E da sempre la sua proposta
commerciale avviene con un marchio con tanto di cognome. E dietro al marchio, si sa, ci sono le persone prima che le funzioni,
e queste persone - le colonne portanti del ‘sistema’ - alla fine connotano
la produzione, apportano differenze e sensibilità che concorrono a costruire la cosiddetta immagine di marca. Mi piacerebbe che a tale
costruzione possa contribuire, anch’io, in maniera tangibile!
L’entusiasmo di Nicolino Beatrice,
nuovo Area Manager in una regione
simbolo della zootecnia
Nicolino Beatrice
Laureato in Scienze Agrarie
presso l’Università
“Federico II” di Napoli.
Ha collaborato con
primarie aziende
nel settore mangimistico.
Dal 1° luglio 2008 è
Area Manager Dell’Aventino.
Questa mia nuova esperienza inizia nel segno dell’ottimismo. Ho
raccolto l’invito di persone serie ed esperte ed ho percepito da subito
che l’Azienda è in grande trasformazione, che la struttura è solida e
che il progetto di sviluppo è ambizioso. Le motivazioni per fare bene,
dunque, non mancano. Mi occuperò di un’area importante, la Campania, a forte vocazione zootecnica, sicuramente tra le principali d’Italia sia per la zootecnia “da reddito” che per quella “rurale”. Certo,
il periodo non è roseo. Spesso la nostra regione finisce nell’occhio
del ciclone per questioni negative che rimbombano in modo violento
sui mezzi di comunicazione. Non ultime le note vicende che hanno
interessato nei mesi scorsi il nostro rinomato settore bufalino: hanno
avuto una eco internazionale esagerata e, come spesso capita, le
voci che “fanno notizia” ingigantiscono i fenomeni reali e creano più
danni di quanto fosse prevedibile. Escludendo poche “pecore nere”
che però mettono in cattiva luce un intero comprensorio, la Campania è una regione ricca di imprenditori corretti e lungimiranti; è
su quelli che ci concentreremo per affermare sempre più il marchio
Dell’Aventino, con particolare enfasi sull’attuale clientela alla quale
dedicheremo rinnovate attenzioni. Metto a disposizione dell’Azienda
un’esperienza e una credibilità professionale che mi vengono riconosciute da quanti operano in questo settore. In questi primi mesi di
lavoro nei quali sto affiancando il sig. Carmine Sellitto, ho conosciuto
bene quelli che saranno i miei più stretti collaboratori commerciali
e le persone “in azienda” che supporteranno la nostra quotidiana
attività sul territorio. Sto mettendo a frutto le mie conoscenze in
Campania - in particolare nella provincia di Salerno - e in Calabria.
Chi mi ha preceduto nella funzione, ha svolto nel tempo un ottimo
lavoro e farò di tutto per proseguirne l’azione nel migliore dei modi.
La grinta non mi manca, l’esperienza neppure e l’atteggiamento
professionale e propositivo dell’Azienda Dell’Aventino è un eccellente incentivo....insomma l’avventura parte con il piede giusto!
Nicolino Beatrice
Clotilde Villeri
10
Una rete efficiente
l’immagine aziendale al di là di quanto possono fare l’efficienza dei prodotti e di tutti i servizi al cliente.
Il nord del paese esprime potenziali zootecnici di portata
tale che questa impostazione non solo è possibile ma addirittura inderogabile per aziende di primaria importanza.
Nei nostri mercati del centro-sud, ancora caratterizzati
da una forte zootecnia rurale e semindustriale, ove la capillarità d’intervento premia sulla qualità stessa dell’intervento, una rete generalista di uomini molto motivati e in
forte sintonia con i programmi dell’azienda, sicuramente
ha grandi chance di risultato.
Se poi la motivazione si affianca ad un serio progetto di
formazione che elevi alla miglior qualità possibile il rapporto di collaborazione agente-cliente, nel tempo, il mercato non può che darne apprezzamento che nel nostro
caso significa più fedeltà, più partecipazione alle nostre
scelte, più affidabilità.
Le scelte di questi ultimi mesi operate in casa Dell’Aventino
Motivazioni, competenza, dialogo
con i clienti: le carte vincenti
del moderno venditore
Antonello Ceccarani
Direttore Marketing e Vendite
Dell’Aventino
Nel mondo della commercializzazione di alimenti zootecnici l’ampiezza della rete commerciale, la sua preparazione, la sua motivazione e soprattutto la sua adattabilità ai cambiamenti del mercato rappresentano forse gli
argomenti più dibattuti in ogni azienda modernamente
strutturata.
La necessità di rispondere alle esigenze di assistenza alla
clientela (sia allevatori che rivenditori), sommata all’esigenza di un corretto rapporto dei venditori con le varie strutture interne aziendali, delineano una figura di moderno
venditore a cui tutte le imprese dovrebbero ispirarsi.
Uso il condizionale perché in una percentuale altissima di
Valutazionedelfrontedell’insilatodapartedegliagentietecniciDell’Aventino.
vanno tutte in questa direzione: dall’affidamento dell’area
tecnica alla Dott.ssa Villeri, la quale dovrà curare anche la
formazione di tutto il personale tecnico interno, all’inserimento del Dott. Salerno nell’area commerciale, forte della
insostituibile esperienza tecnica maturata in azienda e
che dovrà riversare giorno per giorno sulla squadra che
gli è stata affidata.
Non sufficienti le forze interne, proprio per il credo
assoluto rivolto alla formazione, abbiamo coinvolto anche esperienze esterne di grande profilo professionale
che, ci auguriamo, continuino nel tempo ad assistere
la nostra rete.
Abbiamo affidato al Prof. Alessandro Fantini, il compito
di portare al miglior livello la preparazione di quelli, tra
i nostri uomini, che frequentano l’ambiente degli allevatori di animali da latte, ovino, vaccino o bufalino che sia.
Il suo stile personale, la praticità dello schema didattico
e le “location” del corso saranno determinanti per ottenere il risultato che ci prefiggiamo, cioè quello di avere
uomini “migliori”, più sicuri di affrontare serenamente le
realtà del nuovo allevamento industriale e in particolare
il dialogo con un allevatore più determinato ad avere a
fianco “gente di mestiere”.
Antonello Ceccarani
Al centro il Prof. Fantini (consulente aziendale, docente a contratto presso
la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Perugia e al Master in
Dairy Production Medicin presso il medesimo Ateneo) insieme ad agenti e
tecnici Dell’Aventino durante un incontro formativo.
casi, le stesse aziende, alle prese con la quotidianità dei
problemi, hanno distratto e continuano a distrarre fondi
per la formazione perpetuando o addirittura accrescendo
il divario tra la preparazione ideale del venditore e le sue
effettive capacità.
Si dibatte da tempo sulla necessità di diversificare le strutture commerciali creando uomini specialisti che frequentino solo i mercati per i quali hanno raggiunto, in termini di
formazione, l’eccellenza.
Chi può contestare una simile impostazione che darebbe
il massimo di supporto possibile al partner cliente, sia allevatore che rivenditore, e in modo indotto farebbe crescere
11
Sotto
i riflettori
Allevatori, rivenditori
e personaggi di successo
alla ribalta.
Nell’impero
dei Varanesi
Fari puntati su un’attività commerciale
teramana a forte vocazione familiare
“Le nostre radici affondano nell’Abruzzo rurale di fine anni
’50”. È con questa frase che ha preso avvio la chiacchierata
che ha portato alla realizzazione del presente articolo.
È Andrea Di Giangiacomo, l’interlocutore della redazione di Zoo-Zoom, che ha accettato di raccontare
la nascita e l’evoluzione dell’impresa di famiglia.
Andrea racconta: “Papà Francesco - padre di otto figli tra i
quali noi tre titolari - iniziò con un piccolo negozio di alimentari a Varano, suo paese natale a pochi chilometri da Teramo.
Interessandosi da sempre di agricoltura e zootecnia, ebbe ben
presto l’idea di avviare un’attività commerciale nel settore;
grazie alla sua preparazione ed alle sue conoscenze tecniche,
nel lontano giugno del 1958 vinse il bando di assegnazione
per l’agenzia del Consorzio Agrario Provinciale, sede di Varano. Dopo poco tempo vide crescere il numero di clienti ed il
La sig.ra Antonella nella sua postazione di lavoro, insieme al marito Andrea.
“Varanese”, come era chiamato da tutti, decise nell’ottobre
del 1975, di aprire un punto vendita a Teramo, in via Noè
Lucidi. Gli anni confermarono la sua serietà e competenza
nel campo e il negozio arrivò a gestire un’ampia varietà di
prodotti e divenne un punto di riferimento in città.”
Si comprende subito dal tono di voce che il ricordo di
quei periodi ‘pionieristici’ è ancora vivo, ma papà Francesco, evidentemente lungimirante, si accorse che il mercato stava cambiando e aggiustò il tiro, come ci conferma
Andrea: “Con il declino dei Consorzi mio padre intuì che
avrebbe dovuto consolidare il suo ruolo in citta. Nel 1991 la
società prese il nome di Agrimarket snc con il conseguente
passaggio del testimone a noi figli.
Nello stesso anno iniziarono le vendite
all’ingrosso e dopo una parentesi in via
dei Mille, a pochi metri dal vecchio negozio, dal 1992 al 1998 il punto vendita si stabilì in c.da Cartecchio, in un
punto nevralgico di Teramo.
Nel luglio 1998 avvenne il salto di
qualità definitivo con la realizzazione
e l’inaugurazione dei nuovi locali di
proprietà, dislocati su 5 piani e con migliaia di prodotti in esposizione.
La sede legale è sempre rimasta a
Varano, dove vengono lavorati e stoccati anche i cereali per uso zootecnico,
prima attività in ordine di tempo, svolta
ormai da quasi mezzo secolo.”
L’entusiasmo dei tre figli al timone
e una rinnovata convinzione nei
propri mezzi hanno dunque fatto
da trampolino verso l’inevitabile
modernizzazione necessaria per
La sig.ra Antonella, i 3 fratelli Di Giangiacomo (Andrea, Michele e Mauro) e Simone Vellante (agente di zona
Dell’Aventino) fotografati in uno dei piazzali della nuova rivendita di Teramo.
competere nel terzo millennio.
12
E i venti di crisi non sembrano aver intaccato
il meccanismo perfettamente rodato di
Agrimarket: “Negli ultimi tempi il fatturato della
rivendita è cresciuto, nonostante la zootecnia
in generale non stia attraversando un periodo
florido. Personalmente ho assistito nel tempo a
una redistribuzione delle quote di vendita, negli
anni ’80 il fatturato era composto per l’80% da
Agricoltura e Zootecnia e per il restante 20%
da Pet e Giardinaggio, oggi invece Agricoltura e
Zootecnia si attestano al 40%. Ciononostante è
ancora molto gratificante continuare a lavorare nel
settore e le soddisfazioni davvero non mancano”.
Il bacino di utenza di Agrimarket è rappresentato dalla provincia di Teramo.
Andrea si occupa di consegne, acquisti di maMauro e Andrea Di Gianciacomo e, al centro, Simone Vellante (agente di zona Dell’Aventino)
terie prime e di lavorazione cereali; Mauro è
fotografati nel loro magazzino di stoccaggio dei mangimi.
addetto al magazzino giardinaggio e concimi;
Michele e la signora Antonella gestiscono il
negozio e gli ordini per il gardening e per il reparto pet.
A proposito della famiglia, puntualizza Andrea: “Come già
detto, oltre che da me, lo staff attuale è composto dai miei
Per concludere, alla domanda d’obbligo che chiede una
fratelli, Michele, Mauro, da mia moglie Antonella e da un
previsione sul futuro della loro attività, Andrea risponaffiatato team di collaboratori che con serietà e dedizione
de sempre con l’entusiasmo che lo caratterizza:
quotidianamente ci affianca. Remare con convinzione
“A medio termine, nell’ottica di una giusta differenziazione,
nella stessa direzione è il nostro valore aggiunto, oltre
stiamo puntando anche sui prodotti in legno ma non è facile, esnaturalmente, all’esperienza diretta. In questo ambiente
sendo il gardening un settore eterogeneo rispetto ai cereali.
siamo praticamente cresciuti sin dai primi vagiti!”
Da qualche tempo è iniziata l’attività di vendita all’ingrosso
Non deve stupire allora se Agrimarket può contare su
di pali in pino impregnato. A lungo termine, il sogno sarebbe
una clientela in costante crescita, e si capisce benissimo
quello di realizzare una rivendita agraria del tipo presente
che l’azienda è apprezzata per la cordialità e la compenell’Alto Adige o in Austria...con un’esposizione dei prodotti
tenza nelle relazioni. Rappresenta una delle realtà più
molto razionale e accattivante!
radicate e solide del territorio.
Come fa una persona a uscire a mani vuote quando entra
“La nostra missione - aggiunge Andrea - è svolgere semin un punto vendita del genere?”
pre meglio quello che già facciamo da una vita: proporre
soluzioni alle richieste della clientela, unendo calore umano
Gli obiettivi sono chiari: diversificare l’attività per garane professionalità!
tire un’offerta completa ed equilibrata, nelle speranza di
Da circa 40 anni collaboriamo con l’Azienda Dell’Aventino.
trasferire alle prossime generazioni la giusta umiltà e il
Circa 10 anni fa abbiamo ricevuto il Premio Fedeltà e questo
grande “senso del commercio” che appartiene al DNA
non solo ci ha molto onorato ma ci ha motivato ancor di più
della famiglia Di Giangiacomo. E se “buon sangue non
ad andar avanti con determinazione per tagliare traguardi
mente” il futuro si prospetta assai roseo.
sempre più importanti e gratificanti, sul piano strettamente
commerciale ma anche personale”, sottolinea
Andrea con una certa punta d’orgoglio.
È interessante evidenziare che lo spirito
d’innovazione che permea l’azienda Agrimarket
è culminato anche con l’inserimento sul noto
portale di vendite online E-Bay nella categoria
articoli Pet Food, con interessanti riscontri in
tutta Italia.
Nella zona del teramano non c’è una particolare vocazione alle coltivazioni agricole familiari
ma ci sono ancora grandi realtà di allevamenti
rurali. Quello di Teramo è un comprensorio ad
alta densità di produzione di mangimi eppure a
partire dagli anni ’70 Agrimarket ha contribuito
in maniera determinante a diffondere il nome
Dell’Aventino e a distinguerlo dalla concorrenza.
“Siamo i Varanesi... gente seria! E quando consigliamo un prodotto c’è da fidarsi!” continua a ripetere Andrea Di Giangiacomo davanti al suo PC. Riconoscibile la “maschera” del portale E-Bay nel
quale Agrimarket è accreditata.
Andrea durante l’intervista.
13
Area
marketing
Gianluca Ricciuti
Laureato in Architettura.
Si occupa di marketing
e ha collaborato con
importanti aziende italiane.
In Dell’Aventino
è Responsabile
della Comunicazione e
del Marketing Operativo.
Studi, analisi, ricerche
e consigli per puntare
sempre più in alto.
Caniegatti:laciotola
è un piatto ricco
Ma come si fa a scegliere il cibo giusto tra un’offerta
sempre più ampia quando, per ovvie ragioni, non se ne
ha la competenza?
Da ricerche effettuate, emerge che la tendenza è quella di
scegliere in base ad elementi quali apporto nutrizionale,
presenza di vitamine e particolarità del prodotto, un po’
come accade per l’alimentazione della prima infanzia.
A parte prezzo e alimentazione specifica per animali
con patologie, ad indirizzare la scelta sarà anche la
preferenza dell’animale. In ogni caso, è sempre opportuno
consultare un veterinario. Certamente colui che acquista
tende ad affezionarsi ad una determinata marca anche
se, nelle rivendite agrarie classiche, il ruolo del rivenditoreconsulente è sempre determinante. Tale aspetto rimane
un forte elemento distintivo rispetto ai supermercati
ed ipermercati nei quali il responsabile d’acquisto è
abbandonato a se stesso e si lascia influenzare da
messaggi promozionali, da prezzi allettanti e dall’impatto
della confezione.
Altro dato non trascurabile è quello relativo agli acquisti di
cibo, anche premium, di marche private (per la maggior
parte di catene distributive) che oggi coprono il 20%
del totale: un’ulteriore minaccia soprattutto per il canale
degli agristore e delle rivendite tradizionali.
È particolarmente interessante notare che la cura degli
animali che popolano le mura domestiche è tanto più
forte quanto più il proprietario è anziano e solo. Con
una popolazione che invecchia, si possono immaginare
le conseguenze. Oltre ai prodotti per l’alimentazione
gli italiani viziano i loro amici a quattro zampe anche
con cuscineria, abbigliamento, prodotti di bellezza,
guinzaglieria e antiparassitari.
Tutto questo, ovviamente, ha fatto crescere anche
gli investimenti pubblicitari che possono orientare
significativamente la scelta: oggi il ricorso agli annunci
(in tv ma anche su radio, stampa, riviste specializzate e
materiali per il punto vendita) si fa sempre più massiccio.
Si pensi, invece, che fino agli anni ’80 in Italia erano
addirittura proibiti gli spot di cibo per animali!
Nelle rivendite agrarie convivono le grandi marche delle
aziende specializzate e i marchi più commerciali legati al
mangimista di riferimento. La maggior parte dei prodotti
ha la stessa dignità in termini di qualità.
Sono ovviamente differenti sia il posizionamento
commerciale che la rotazione dei prodotti a scaffale.
Dunque, se cibi e accessori si assomigliano nella
sostanza, è spesso il modo in cui essi vengono proposti
a determinare sempre più le loro fortune sul punto
Lo scorso anno gli italiani per la salute ed il benessere dei
loro animali da compagnia non hanno lesinato a spendere.
Cibo in scatola per la gioia di cani e gatti che “hanno
mangiato” rispettivamente 450 e 669 milioni di euro
di paté, bocconcini e crocchette ma che hanno goduto
anche di abbigliamento, prodotti di bellezza e giochi per
il tempo libero. Un settore, quello non alimentare, che da
solo vale oltre 400 milioni di euro, con trend di crescita
di tutto rispetto.
Considerazioni che emergono dal primo rapporto
Assalco (Associazione Nazionale delle imprese per
l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia)
presentato nelle scorse settimane a Milano. Lo studio
presenta un mercato in crescita, nonostante il fardello
dell’IVA al 20% (l’animale quindi viene considerato un
lusso). Nell’ultimo anno, la spesa per il cibo in scatola è
aumentata di oltre il 5%.
Col valore sono cresciuti anche i volumi; basti pensare
che nei primi anni ’80 in giro per la filiera c’erano poco
più di 75.000 tonnellate di cibo per animali domestici,
contro le 450mila di oggi. Il rapporto tra volumi e giro
d’affari mostra chiaramente che gli italiani, per i loro
animali, sono disposti a spendere anche se la percentuale
di chi compra cibo in scatola resta inferiore alla media
europea.Il 25% degli affezionati allo scaffale compra
prodotti di alta o altissima fascia e tali
vendite sono aumentate del 4%.
Il 47% dei proprietari si orienta sui prodotti
di primo prezzo e resta alta la percentuale
di coloro che continuano ad affidarsi
all’avanzo di cucina. Il responsabile
d’acquisto cerca il prodotto in
scatola anche perché più
facile da somministrare
e perché, in generale,
c’è la tendenza in casa
(soprattutto
nelle
regioni del CentroNord
Italia)
a
cucinare meno e,
di conseguenza, a
“produrre” meno
avanzi sulla tavola.
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vendita. Diventa quindi sempre più centrale il tema
della riconoscibilità della marca, garantita soprattutto
dall’attenzione dedicata a confezioni e materiali
di comunicazione. In
questo scenario l’Azienda
Dell’Aventino ha deciso
di
riorganizzare
la
propria offerta di cibo
destinato a cani e gatti
e si prepara a lanciare
nei prossimi mesi la sua
nuova gamma a marchio
Delly. Un nome già
noto alla rete dei fedeli
rivenditori dell’azienda che si presenterà con una
veste completamente rinnovata, più accattivante, e con
un’articolazione di gamma in grado di competere con le
migliori marche presenti sul mercato.
Con un’opera di razionalizzazione, tutte le attuali
referenze in commercio comprese nella gamma
Dell’Aventino Linea Pet Food e sotto diversi marchi
commerciali, saranno raggruppate sotto il “marchio
ombrello” Delly, così da migliorarne riconoscibilità e
distintività all’interno dei punti vendita.
Un ulteriore segnale di vitalità e di attenzione riservata
ai propri partner commerciali da parte dell’Azienda
Dell’Aventino che, nell’ambito del proprio progetto di
sviluppo, offrirà servizi e referenze mirate anche in questa
categoria di prodotti. Nei prossimi numeri di ZooZoom
verrà presentata nel dettaglio la nuova gamma.
Gianluca Ricciuti
Nota
bene
In ogni numero
i principali appuntamenti
del periodo per essere
sempre aggiornati
e al passo con i tempi.
OTTOBRE/NOVEMBRE 2008
• 63a FIERA INTERNAZIONALE del BOVINO DA LATTE
In contemporanea a:
Qualyfood - Rassegna di prodotti, tecnologie e servizi per il controllo dell’igiene e della qualità nelle filiere agroalimentari
Salone Salute Animale - Manifestazione specializzata dedicata
alla cura degli animali da reddito
Quartiere Fieristico - Cremona - 23/26 ottobre
• MOSTRA ORNITOLOGICA DAUNA
Quartiere Fieristico - Foggia - 6/9 novembre
• ZOOTECSUD - Fiera Nazionale della Zootecnia
In contemporanea a:
Foggia in fiore - Salone del fiore e della pianta da giardino
Quartiere Fieristico - Foggia - 23/25 novembre
Vita d’azienda
Filo diretto tra Dell’Aventino ed i suoi
collaboratori.
Quando dall’altro capo del telefono coloro che chiamano l’Azienda si sentono
rispondere “Dell’Aventino buongiorno!”
molto probabilmente la voce è quella
della Signora Anna Mariani.
In Dell’Aventino spesso è lei il filtro telefonico, il primo
contatto con l’Azienda, ruolo fondamentale ricoperto con
grande dedizione.
Voce squillante, carattere molto cordiale e solare: tutte
prerogative che dalla cornetta vengono percepite nitidamente. Anna appartiene alla “vecchia guardia”, è una dipendente storica ma è tanta la sua vitalità, il suo dinamismo
che sembra una neo-assunta entusiasta di dimostrare tutta la sua professionalità.
Dalle sue parole è evidente la passione per la professione:
“Sono in Dell’Aventino dal 1977 e credo di aver instaurato con
i Clienti un ottimo rapporto. In molti casi ci conosciamo da anni
e ci intendiamo al volo. Nel mio ruolo tempestività, efficienza e
cortesia fanno la differenza”.
E su queste sue doti non sorgono dubbi. Nella sua attività
di ricevimento ordini e di cassa, Anna è molto veloce nel
Anna Mariani, impiegata amministrativa.
cogliere le richieste e le necessità specifiche della clientela,
sempre col sorriso sulle labbra e con una parola gentile
per tutti. La sua giovialità è contagiosa: anche in azienda
contribuisce con la sua allegria ed il suo carattere estroverso a creare un clima di lavoro sempre piacevole.
Per il futuro le certezze non le mancano. “Vorrei vivere i
prossimi anni con la stessa serenità e professionalità che hanno
caratterizzato la mia vita lavorativa fino ad oggi. I metodi di lavoro cambiano in continuazione, adattarsi e accrescere il bagaglio delle conoscenze è una sfida quotidiana che affronto con
determinazione. Con la mia esperienza spero anche di essere
un buon riferimento per i giovani presenti in azienda; mi piace
l’idea di trasmettere alle nuove leve i segreti del mestiere” .
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UN SACCO NUOVO,
UN SACCO RICCO.
nuova veste, NUOVA GAMMA,
NUOVE soddisfazioni.
Soluzioni grafiche impattanti, semplici e utili indicazioni per gli allevatori,
codici colore e scritte in evidenza: saranno sacchi più interessanti per tutti.
Una linea rinnovata all’insegna della razionalità e della completezza,
tante referenze dedicate a chi investe quotidianamente nella qualità.
SACCHI IN CARTA
Conigli (10 e 20 kg)
Ovaiole (10 e 20 kg)
Polli (10 e 20 kg)
Tacchini (10 e 20 kg)
NUOVO
FORMATO
20 KG
SACCHI TRASPARENTI
Mix Granaglie (10 e 25 kg)
Chicco Ricco Medio (10 e 25 kg)
Chicco Ricco Grosso (25 kg)
CuniMix (20 kg)
CuniPlus (20 kg)
NUOVO
FORMATO
20 KG
SACCHI IN CARTA
SACCHI IN CARTA
Ruminanti (25 kg)
Suini (25 kg)
Fiocco Ricco (15, 20 e 25 kg)
(20 e 25 kg)
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Zootecnia: come muoversi nei nuovi scenari