P E R I O D I C O
D E L L A
Z O O T E C N I A
P R O D U T T I VA
NUMERO 3 • ANNO II (n° 2) • LUGLIO 2007
Le clostridiosi del bovino:
manifestazioni e risvolti gestionali
Su gentile concessione del
Dott. Giovanni Comino
Presidente della S.I.B.
(Società Italiana di Buiatria)
La Buiatria è un’importante branca
della Veterinaria che studia in particolare
i problemi del bovino.
L
’allevamento del bovino convive con le patologie da
Clostridium Spp. da tempo immemorabile.
Attualmente nell’ambito del genere Clostridium si
riconoscono oltre 300 specie di batteri connotati da
morfologia bacillare. I loro caratteri patogenetici sono
strettamente correlati alla produzione di tossine che
sono causa di malattia grave, talora mortale.
A partire dagli anni ’90 si è assistito ad un aumento dei
casi di morte improvvisa, specie nei bovini da latte, che
sono stati, dopo iniziali incertezze, attribuiti ad Enterotossiemia da Cl. Perfringens.
Oggi il problema è diffuso e, accanto al quadro drammatico della morte improvvisa, si iniziano ad osservare
quadri acuti e subacuti con caratteri clinici ed anatomopatologici differenziati.
continua a pag 2
Detto
tra noi
Gentili Lettrici e Gentili Lettori,
come programmato, anche il terzo numero di Zoo-Zoom
è pronto per essere letto e commentato.
E’ doveroso ringraziare il Dott. G. Comino, Presidente della
Società Italiana di Buiatria per l’ “articolo d’entrata” di
questo numero che affronta un argomento di assoluta
attualità e molto sentito da tanti nostri Clienti e da molti
allevatori: le clostridiosi del bovino.
L’editoriale di questo numero vuole però essere improntato
sull’andamento delle materie prime utilizzate dall’industria
mangimistica e sui riflessi che esso ha sul mercato.
Come a molti noto, infatti, da circa un anno l’andamento
al rialzo dei prezzi dei cereali, delle leguminose e dei
proteici in generale sta mettendo in grave crisi l’intero
settore. In tal senso, vanno interpretati sia gli aumenti
di listino effettuati nel corso degli ultimi mesi che tutte
le azioni di contenimento dei costi intraprese da molte
aziende produttrici di alimenti zootecnici.
Queste ultime stanno comprimendo i margini di lavoro
fino all’inverosimile in quanto non riescono a riversare tali
aumenti sul mercato.
Inoltre l’aspetto che più preoccupa gli operatori del
settore è che, per il momento, sebbene i primi raccolti di
cereali siano in corso e altri ce ne saranno nei prossimi
mesi, non sono previste diminuzioni sensibili dei prezzi.
E’ ragionevole pensare che gli stessi prezzi risulteranno
piuttosto elevati per l’intero anno.
Tale situazione nuoce all’intero comparto zootecnico ma
ad essere più colpite sono le aziende mangimistiche e gli
allevatori; questi ultimi saranno sempre più stretti nella
morsa costituita da un lato dagli alti prezzi dei prodotti
indispensabili per una sana e corretta alimentazione dei
propri animali e dall’altro dai bassi prezzi a cui sono
costretti dal mercato a vendere le loro produzioni.
Riteniamo che l’unica via di uscita per gli allevatori sia
quella di un’attenta ed oculata gestione della stalla
(attrezzature, impianti, selezione genetica, gestione
veterinaria, benessere animale, etc.) e dell’alimentazione
dei capi in particolare.
Dell’Aventino Mangimi, in tal senso, si sta strutturando
in modo da rispondere sempre meglio a tale esigenza di
mercato. L’organico dell’Azienda, infatti, è stato arricchito
con diversi Tecnici Alimentaristi con l’intento di trasferire
in maniera più capillare tutte le nostre conoscenze alla
numerosa e affezionata clientela.
Un obiettivo che ci anima è quello di contribuire a
migliorare la gestione economica degli allevamenti,
consapevoli che i nostri destini sono legati a doppio filo a
quelli dei Clienti.
Arrivederci al prossimo numero e buona lettura.
Nereo e Pierpaolo Dell’Aventino
Amministratori Dell’Aventino srl
nel rispetto di rigorose tempistiche di prelievo ed inoltro del materiale patologico al laboratorio.
In considerazione del carattere fortemente condizionato delle enterotossiemie, non va sottaciuta un’attenta disamina dei fattori di rischio extramicrobici predisponenti/scatenanti che vedono nella componente
alimentare un ruolo cardine.
Un’attenzione rilevante va prestata ad esempio alla
contaminazione da terra del foraggio.
L’attenzione dovrà essere mirata sempre più anche alla
ricerca di metodologie volte a ridurre la quantità di
terra nei foraggi secchi.
L’ideale sarebbe porre in essere un’azione di aspirazione associata a setacciatura del fieno per rimuovere sassi, terra e polvere dal fieno prima che lo stesso venga
somministrato agli animali.
La terra in sé non rappresenta un parametro assoluto
di valutazione della potenziale contaminazione da spore di Cl. Perfringens; esistono variazioni notevoli fra un
foraggio ed un altro in ordine alla presenza di spore e
non appare esserci una relazione diretta fra numero di
spore presenti nella miscelata e mortalità nelle bovine
che se ne cibano. Rimane aperta, inoltre, la questione
della qualità delle spore presenti e della relazione esistente fra clostridiosi e il pascolo. E’ noto tuttavia che
la pulizia del fieno, laddove sono presenti quantità di
terra misurabili, si associa alla riduzione del numero di
spore presenti per Kg di miscelata.
Rivolgendo l’attenzione ad altre eventuali fonti di contaminazione dell’apparato gastro-enterico non bisogna
dimenticare l’acqua di bevanda che, qualora non proveniente da acquedotti comunali o da approvvigionamenti sicuri, potrebbe essere negli abbeveratoi facilmente
contaminata da spore.
Le misure preventive da adottare riguardano una serie
di aspetti gestionali e nutrizionali e debbono essere valutate caso per caso.
Di qui la necessità di un’azione di controllo integrata
che preveda oltre alla vaccinazione, eseguita secondo un corretto protocollo d’intervento soprattutto
in termini di tempistica vaccinale, anche l’adozione di
misure di ordine gestionale e dietetico atte a limitare
sia l’assunzione di spore che l’insorgere di condizioni
organiche favorenti la germinazione delle stesse e la
conseguente replicazione clostridiale.
E’ evidente, quindi, che l’enterotossiemia nel bovino è
una patologia polifattoriale con caratteristiche differenti da azienda ad azienda. Una volta createsi le condizioni favorevoli, le manifestazioni cliniche compariranno dopo un periodo di “incubazione” piuttosto lungo
(dell’ordine di diversi mesi). Si ritiene che tale periodo
sia necessario per arrivare ad un sufficiente livello di
contaminazione ambientale. Il controllo delle patologie
da clostridi rappresenta una grossa sfida per la sanità veterinaria dato che la sua selettività determina un
danno grave (perdita di litri di latte) e l’imprevedibilità
dell’evento infausto crea seri problemi psicologici all’allevatore.
Senza nulla togliere all’importanza delle diverse patologie indotte da clostridi nel bovino, va sottolineato come
il problema che attualmente inquieta maggiormente gli
addetti al settore buiatrico, sia per il comparto latte
che per quello carne, è rappresentato dalle enterotossiemie, in particolare dalle manifestazioni violente della
patologia che portano a morte improvvisa degli animali
adulti, spesso di quelli connotati dalle migliori performances produttive. In tal senso, oggi, la problematica è
oggetto di attenzione, con particolare riferimento agli
aspetti del rapporto causa-effetto sulla patogenicità e
alle imprescindibili ricadute sulle misure di prevenzione
e controllo delle forme cliniche.
Si ritiene opportuno, pertanto, addivenire ad una quantificazione della patologia clostridiale in ambito di allevamento ed in particolare sulla causalità nei casi riconducibili a “morte improvvisa”. A perseguire l’obiettivo
risulta vincolante il ricorso sistematico all’esame necroscopico e ad accertamenti diagnostici strumentali
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NUMERO 3
ANNO II (n° 2)
LUGLIO 2007
La parola al tecnico ......... Pag
3
L’esperienza positiva ....... . Pag
5
La fase post-partum nella vacca da latte
Azienda Agricola Bochicchio (Filiano, PZ)
Buone nuove ................
Pag 6
ARMONIA, linea unifeed multipellet per ruminanti
Noi&Voi ....................... Pag
8
Vita d’azienda ..................Pag
9
A domanda rispondiamo
Filo diretto tra Dell’Aventino e i suoi collaboratori
Sotto i riflettori ................Pag 11
• Az. Agr. Falcone (S.Elia a Pianisi, CB)
• Cereali Damiani (Isernia)
A rigor di legge ............... Pag 13
Norme e regolamenti
Area marketing ............... Pag 14
Stand fieristici, lo specchio dell’identità di marca
Nota bene .................... Pag
Appuntamenti da non perdere
15
Editore
Dell’Aventino S.r.l. Industria Mangimi
66022 Fossacesia (CH) - S.P. Pedemontana, 8
Tel. 0872.62.211 r.a. - Fax 0872.62.00.05
www.dellaventino.it
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Progetto grafico
Sinergia Advertising - Pescara
Stampa
Litografia Botolini - Rocca S. Giovanni (Ch)
Tiratura
7.000 copie
Articolo tratto dalle relazioni del Prof. Sandro Cavirani e del Dott. Alberto Brizzi
su “Le clostridiosi dei bovini”, presentate in occasione delle Giornate Buiatriche.
2
La parola
al tecnico
Dr. Stefano Salerno
Laureato in Scienze
della Produzione Animale
presso l’Università di Pisa.
Il punto di vista
dei professionisti
del settore su un tema
di interesse generale.
Dal 1996 è Responsabile Tecnico
della società Dell’Aventino.
E’ Formulista e Tecnico di campo
per i grandi allevamenti,
in particolare del settore ruminanti.
LA FASE POST-PARTUM NELLA VACCA DA LATTE
Con il termine post-partum si intende in pratica la prima
fase di lattazione, cioè il periodo che va dal momento del
parto al raggiungimento del picco di lattazione.
La durata media del post-partum è di circa 90-100 giorni.
Nel corso dei primi 3-4 mesi di lattazione, infatti, la produzione di latte continua ad aumentare gradualmente e
progressivamente fino a raggiungere un livello massimo,
definito appunto picco produttivo.
Intanto, sempre in questo lasso di tempo, la vacca deve
essere ingravidata.
Il percorso produttivo dell’animale nella prima fase di lattazione è il vero indice del suo potenziale genetico, inteso
appunto come attitudine a produrre latte.
Oltre il 50% del reddito di una bovina si ottiene proprio
nei primi 4-5 mesi di lattazione.
Ne consegue che, se è necessario porre estrema attenzione alla gestione della fase di lattazione nel suo complesso,
da quella iniziale si può dire dipenda effettivamente tutto
il risultato produttivo dell’animale, inteso sia in termini di
produzione quali/quantitativa di latte sia di esito riproduttivo.
Kg
Frisone in piena fase di lattazione.
A fianco di quanto appena affermato occorre tenere presenti le difficoltà fisiologiche della bovina nella primissima
fase di lattazione, rappresentate da fabbisogni nutrizionali
crescenti in netto contrasto con una ridotta capacità di
ingestione di sostanza secca (vedi grafico a lato).
Peso
vivo
DEFICIT
Più schematicamente possiamo dire che, nel post-partum,
quattro sono i fattori essenziali da tenere presenti al fine
di garantire all’allevatore una gestione oculata ed imprenditoriale della bovina:
ECCESSO
Ingestione
alimenti
1) IL PICCO DI LATTAZIONE
Produzione
lattea
0
1
2
3
Parto
4
5
6
7
8
Operativamente non è mai auspicabile un picco di lattazione raggiunto troppo precocemente in quanto, altrimenti, la persistenza produttiva dell’animale risulterà inevitabilmente ridotta.
L’ideale è che la bovina inizi la produzione di latte tra il
quinto ed il settimo giorno dopo il parto (una volta terminata ovviamente la fase colostrale) e raggiunga con gradualità il picco: ciò sarà garanzia di una ottimale persistenza produttiva.
I fabbisogni produttivi dell’animale sono per lo più direttamente collegati alla quantità di latte prodotto ed al suo
titolo in grasso (quest’ultimo rappresenta peraltro la maggiore fonte di apporto energetico da parte del latte).
E’ perciò importante riuscire a somministrare alla bovina
in tempi relativamente brevi una razione adeguata agli ap-
9 10 11 12 mesi
Parto
CATABOLICHE
ANABOLICHE
Andamento nel corso della lattazione di peso vivo,
ingestione e produzione. Il rettangolo associato
al diagramma indica il prevalere di condizioni
cataboliche o anaboliche; il diverso andamento
delle curve fornisce una stima dei periodi in cui
le bovine sono in deficit (con prevalenza delle
condizioni cataboliche) od eccesso di energetico
(con prevalenza delle condizioni anaboliche).
3
porti proteico, energetico e di sostanza secca.
Per ottenere questo non è tanto consigliabile una eccessiva concentrazione della razione, quanto invece fondamentale è stimolarne l’assunzione di sostanza secca.
Nella prima fase di lattazione, infatti, l’ingestione di sostanza secca è regolata nell’animale prevalentemente da meccanismi di natura fisica (senso di ripienezza dell’apparato
digerente, capacità di ingombro).
Fondamentale a tale proposito è senza dubbio la qualità
dei foraggi somministrati.
La fibra assolve infatti alla primaria funzione di garantire
all’animale un’adeguata ruminazione, ma deve anche essere dotata di una digeribilità tale da non causare un eccessivo ingombro ruminale, consentendole quindi una adeguata
assunzione di concentrati.
Ciò allo scopo essenzialmente di garantire alla vacca un
corretto apporto energetico.
Il fabbisogno in energia, infatti, condiziona direttamente
l’assunzione volontaria di alimento.
In presenza di razioni caratterizzate da uno scarso apporto di questo nutriente l’animale tende a consumare più
alimento per soddisfare il proprio fabbisogno; con razioni
ricche in energia invece lo stimolo all’ingestione si riduce,
fino a cessare, una volta coperto il fabbisogno.
La produzione di un litro di latte al 4% di grasso richiede circa 750 kcalorie di energia a fronte di un transito
in mammella di circa 450-500 litri di sangue, in grado di
garantire alle cellule della ghiandola mammaria l’adeguato
apporto di nutrienti responsabili della sintesi del latte (glucidi, lipidi, protidi e sali).
Se ad inizio lattazione la richiesta di tali nutrienti risulta
elevatissima, lo scarso appetito dell’animale in questa fase
rende praticamente impossibile il soddisfacimento del fabbisogno.
Ne deriva conseguentemente un fisiologico quanto potenzialmente pericoloso deficit energetico.
tenderà ad aumentare, fino alla completa copertura dei
fabbisogni energetici attraverso gli alimenti ingeriti.
Nei primissimi giorni immediatamente successivi al parto
i nutrienti introdotti dall’animale con l’alimentazione sono
utilizzati prevalentemente per la sintesi del latte ed in minima parte per soddisfare i fabbisogni di mantenimento.
Questa fase è peraltro caratterizzata normalmente da una
grande richiesta di glucosio (destinato principalmente alla
sintesi dello zucchero del latte, il lattosio, ed in quota minoritaria per coprire i fabbisogni nutrizionali di mantenimento), ma contemporaneamente dalla scarsa presenza e
capacità di sintesi dello stesso da parte della bovina, principalmente determinata dalla fisiologica scarsa ingestione
di sostanza secca.
L’ingestione di sostanza secca è peraltro tanto minore
quanto più elevato è il BCS della vacca prima del parto.
Una bovina troppo grassa, infatti, mangia ancora meno del
previsto, con conseguente ulteriore calo nel sangue del
livello glicemico (cioè della concentrazione di zuccheri ed
in particolare di glucosio) e della concentrazione di insulina (ormone responsabile dell’impiego degli zuccheri da
parte dell’animale a scopo energetico).
Ne consegue l’impossibilità da parte dell’animale di utilizzare come di consueto gli zuccheri per coprire i propri
fabbisogni e l’inevitabile ricorso alla mobilizzazione delle
riserve di grasso accumulate nei tessuti adiposi (ed in parte anche di quelle proteiche accumulate nei muscoli).
Ciò determina però, come effetto collaterale, la produzione e l’immissione nel circolo sanguigno di prodotti definiti
corpi chetonici.
Fintanto che la loro concentrazione nel sangue risulta
limitata, non si evidenziano fenomeni patologici a carico
dell’animale; quando questa diventa eccessiva l’animale sviluppa la tanto temuta dismetabolia definita comunemente
chetosi o acetonemia.
Quando la lipomobilizzazione è infatti molto spinta, il fegato può incontrare difficoltà nel metabolizzarne gli acidi grassi derivanti; ciò può comportare un accumulo di
trigliceridi nel fegato (steatosi epatica) ed una eccessiva
produzione di corpi chetonici.
Una simile condizione, oltre a comportare una depressione a carico della funzionalità epatica, riduce l’appetito con
conseguente ulteriore riduzione dell’ingestione di sostanza secca.
La risoluzione di tale problematica è demandata alla somministrazione, con la dieta, di glucosio/zuccheri fermentescibili e proteine (che in tali condizioni sono anch’esse
trasformate in glucosio).
2) IL BODY CONDITION SCORE
Come già accennato, l’animale al momento del parto si
caratterizza per una ridotta ingestione di sostanza secca
rispetto ai propri fabbisogni.
Nelle prime settimane di lattazione è perciò costretto ad
attingere alle proprie riserve corporee per sostenere la
produzione di latte.
Tale situazione causa inevitabilmente un deficit energetico
che ha, come conseguenza diretta, un calo in peso e quindi
del BCS (body condition score).
La riduzione di quest’ultimo dovrebbe essere limitata al
massimo a 0,7 punti, arrestandosi non oltre i 70-90 gg
post-partum, dopodiché l’animale deve iniziare il recupero
del peso corporeo.
Un calo di peso contenuto influisce, infatti, poco sulla riduzione della fertilità e sulla persistenza della curva di lattazione (dando per scontato che la bovina abbia, al momento del parto, un BCS di 3,5-3,75 -Metodo Edmondson-).
Se il BCS al momento del parto è ottimale l’animale può
senza dubbio sopportare un calo in peso più sostenuto a inizio lattazione, fino ad arrivare al terzo mese di
produzione con un BCS fisiologicamente non inferiore
al 2,8-3,0.
Tale valore sarà recuperato fisiologicamente e senza alcun problema nella seconda fase di lattazione; lentamente
e progressivamente infatti l’ingestione di sostanza secca
3) LA FUNZIONALITA’
DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Se durante il periparto (come precedentemente trattato)
la funzionalità del sistema immunitario risulta depressa,
dopo il parto questa riacquista gradualmente la propria
fisiologica condizione.
Quanto appena affermato vale ovviamente solo se lo stato
di salute dell’animale è ottimale; in presenza di dismetabolie, infatti, quali chetosi, acidosi, dislocazione di abomaso,
ecc. è invece ampiamente dimostrato come l’alterazione
della funzione immunitaria resti marcata.
La presenza di corpi chetonici nel circolo sanguigno esercita ad esempio azione depressiva sul sistema immunitario.
Ne consegue peraltro una diretta influenza sull’incidenza
4
di differenti forme di mastite acuta e cronica (vedi schema
a lato).
Dal corretto funzionamento del sistema immunitario dipende quindi la sanità stessa della ghiandola mammaria.
RELAZIONE TRA LE PRINCIPALI
DISMETABOLIE E L’INCIDENZA DI MASTITE
DISMETABOLIE
4) LA DURATA DELL’INTERVALLO
PARTO-CONCEPIMENTO
IMMUNODEPRESSIONE
La durata ideale sarebbe di circa 80-90 gg., quella media
effettiva (purtroppo) di circa 140 gg.
Più tale periodo è breve più si accorciano i giorni medi di
lattazione della mandria, con riscontro positivo sulla produzione media di latte e viceversa.
I fattori più importanti che influenzano tale durata sono,
oltre alle principali patologie di ordine riproduttivo quali
cisti ovariche ed endometriti, le comuni forme dismetaboliche (in primis proprio la chetosi) che possono influire
negativamente sulla funzionalità ovarica e quindi sulla fertilità della bovina.
MASTITE
Dott. Stefano Salerno
L’esperienza
positiva
MASTITE ACUTA
MASTITE CRONICA
CHETOSI
***
**
ACIDOSI
**
****
COLLASSO
PUERPERALE
*
DISLOCAZIONE
ABOMASO
*
*
Azienda
Agricola
Bochicchio
(Filiano-PZ):
un “premio”
diviso tra
titolari e capi!
Il Dott. Paolo Bochicchio (a sin.) insieme al Dott. Giuseppe Pesce,
al Dott. Stefano Albanese e a Vincenzo Palumbo (rispettivamente
Tecnico Alimentarista, Capoarea ed Agente di zona Dell’Aventino).
E’ particolarmente significativo riportare la storia dell’Azienda
Agricola Bochicchio, che opera con successo in Basilicata da
circa 30 anni. Tutto iniziò nel 1976 con l’acquisto dei primi
capi da parte del sig. Paolo Bochicchio.
Nel 1993 la gestione venne affidata al figlio (prof. Vito)
che decise di incrementare il numero degli animali fino ad
arrivare nel 2000 alla costruzione di una nuova e moderna
stalla completa di cuccette e sala mungitura.
L’allevamento attuale è composto da 70 capi (dei quali 40 in
lattazione) per la maggior parte di razza Bruna e l’azienda
insiste su un’area di 56 ettari, per metà coltivata a foraggio
(trifoglio e avena) e per metà a grano.
La nuova struttura è gestita dal figlio del prof. Vito, il dott.
Paolo Bochicchio, medico veterinario.
Sono stati raggiunti dei risultati eccellenti per quanto
concerne il livello di selezione del potenziale genetico e
per l’equilibrio ottenuto nel razionamento (quest’ultimo
aspetto gestito in collaborazione con il Servizio Tecnico
Dell’Aventino).
In relazione a questa bella realtà imprenditoriale, “L’esperienza
positiva” va rimarcata nell’ambito della praticità del
razionamento; da quando è entrata in funzione la nuova stalla,
infatti, viene somministrato un prodotto unico - il B 119
- che, ovviamente insieme al foraggio, consente di coprire
egregiamente l’attuale media produttiva di oltre 30 litri/capo/
giorno. Nei primi 100 giorni dopo il parto, ai capi freschi
viene somministrato un mangime “premio” in aggiunta alla
razione base; ciò consente di soddisfare al meglio i fabbisogni
produttivi in questa fase estremamente critica, di rispondere
all’esigenza di una produzione quali-quantitativa elevata
nonché di salvaguardare la sfera riproduttiva degli animali.
Il latte di Alta Qualità viene conferito all’affermato Caseificio
Bochicchio Vincenzo e viene utilizzato per la produzione dei
rinomati prodotti tipici locali.
Il punto vendita del frequentato caseificio di Filiano (Pz).
Questa dinamica impresa lucana, quindi, si accinge a tagliare
nel futuro traguardi sempre più importanti; un “premio” ad
una realtà che mette sul piatto impegno e serietà.
5
FORMULA
AMIDACEA
+
Uno sguardo attento
alle ultime novità
firmate Dell’Aventino.
FORMULA AMIDACEA - Costituita
esclusivamente da materie prime appartenenti
alla categoria dei cereali. Le varie tipologie di
amido contenute, per altro trattate fisicamente
e meccanicamente in maniera differenziata,
presentano caratteristiche di fermentescibilità
ruminale eterogenea. Ciò garantisce una
perfetta modulazione dell’attività del rumine.
FORMULA ENERGETICA - Costituita da
materie prime mirate all’apporto di unità
foraggiere, quindi di energia, nella razione.
La qualità e la disponibilità energetiche sono
differenziate, in modo da consentirne il massimo
utilizzo sia a livello ruminale che intestinale.
FORMULA
ENERGETICA
+
ARMONIA,
LA LINEA UNIFEED
MULTIPELLET
PER RUMINANTI
FORMULA PROTEICA - Costituita da materie
prime vegetali di natura proteica differenziate
per il livello e la velocità di degradazione
ruminale. Ciò a garanzia della piena copertura
dei fabbisogni proteici dell’animale sia a livello
ruminale che intestinale.
FORMULA
PROTEICA
+
I nuovi orizzonti
della zootecnia
e la ricerca Dell’Aventino
FORMULA FIBROSA - Costituita da materie
prime di natura fibrosa caratterizzate da un
differente grado di fermentescibilità ruminale.
La loro primaria funzione è infatti quella
di garantire la perfetta efficienza della flora
batterica ruminale e quindi la piena
funzionalità del rumine.
FORMULA
FIBROSA
+
Il nuovo percorso etico e normativo intrapreso dalla moderna
zootecnia, indirizzato ad una crescente attenzione agli aspetti
igienico-sanitari delle produzioni in campo umano ed animale,
ne porta inevitabilmente a privilegiare l’aspetto qualitativo rispetto a quello meramente quantitativo (espressione dell’originario, quanto superato, concetto di “zootecnia intensiva”).
Ne consegue come questo nuovo indirizzo sia percorribile esclusivamente salvaguardando e rispettando la fisiologia dell’animale (fino ad un passato recente lasciata decisamente in secondo
piano), cioè tenendo sotto controllo gli aspetti gestionale, riproduttivo ed alimentare.
FORMULA
VITAMINICO
MINERALE
=
FORMULA VITAMINICO/MINERALE
Caratterizzata dall’esclusiva funzione di
garantire l’adeguato apporto dei nutrienti di
naturavitaminico-minerale(compresiitamponi
ruminali ed intestinali) essenziali per le corrette
funzioni riproduttive, ruminali, accrescitive e
produttive.
=
ORMULA
MIDACEA
Buone
nuove
Per raggiungere tale obiettivo il mondo zootecnico tutto
(compresa l’industria mangimistica ovviamente) deve
fare un enorme balzo in avanti e ciò significa modificare il proprio punto di vista, ma anche e soprattutto
investire molto in ricerca e sviluppo e nella tecnologia
in genere.
In quest’ottica, considerare oggi un mangime esclusivamente come un insieme di materie prime opFORMULA
FORMULA
FORMULA
portunamente
al fine di ottenere FORMULA
dei
valori
VITAMINICO
ENERGETICA miscelatePROTEICA
FIBROSA
MINERALE
nutrizionali definiti da proporre all’animale con il razionamento è senza dubbio riduttivo.
La variabile alimentazione, infatti, deve integrarsi sempre più
nell’area gestionale dell’allevamento, contribuendo a risolverne
o prevenirne le molteplici problematiche e facendo proprio l’agia di nutrienti introdotti nel digerente, ma anche alla granulospetto igienico-sanitario.
metria ed alla forma di presentazione che li caratterizza.
Ciò che fa realmente la differenza tra una formulazione di un
Per fare un esempio semplicissimo basta considerare il caso del
prodotto ed un’altra, infatti, non è solamente il differente mix di
mais che, a seconda della modalità di macinazione cui viene
materie prime adottato, ma anche e principalmente la forma
sottoposto (fine o grossolana), ha dei tempi di transito e di assifisica di presentazione, o meglio il trattamento tecnologico sumilazione nel digerente molto distanti tra di loro.
bito da queste ultime. L’apparato digerente di un ruminante è
Anche le ripercussioni su produttività e metabolismo dell’animauna macchina estremamente complessa e delicata che ha dei
le risultano, nei due casi, abbastanza differenti. Tutte queste ri“tempi di lavoro”, cioè di digestione/assimilazione degli alimenti,
flessioni ci hanno guidato nello sviluppo di ARMONIA, una linea
che devono essere inevitabilmente rispettati.
unifeed multipellet realmente innovativa.
Questi “tempi di lavoro” sono direttamente correlati alla tipolo-
+
+
+
+
=
6
Una linea studiata per
la massima assimilazione:
ad ogni pellet una funzione specifica
Ciò consente di ridurre ulteriormente l’effetto di stress meccanico esercitato dal processo di pellettatura a carico delle materie
prime, salvaguardandone la struttura e migliorandone i “tempi
di lavoro digestivi” nell’animale.
Risulta evidente come questo cambiamento “in corsa” attuato
sulla linea ARMONIA possa considerarsi un esempio di quanto
affermato in apertura inerente il miglioramento tecnologico continuo: è necessario investire in ricerca e sviluppo per far crescere
il settore e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.
Non a caso, a soli quattro mesi dal lancio sul mercato, i risultati
stanno premiando le convinzioni aziendali e soddisfano un numero sempre crescente di allevatori.
Questo è il riconoscimento migliore per gli sforzi e l’impegno
profusi e per poter continuare nella stessa direzione.
Siamo partiti da un punto fermo: salvaguardare la fisiologia dell’animale.
L’idea che sta alla base della linea ARMONIA è fondamentalmente quella di offrire all’animale un prodotto tecnologicamente avanzato in grado di preservarne la produttività (quali/quantitativa) ed il normale stato fisiologico.
Per questo, ciascuna delle differenti tipologie di pellet (energetica,
amidacea, proteica, fibrosa, etc.) costituenti i prodotti della linea
ARMONIA è caratterizzata da uno specifico mix di materie prime, simili per categoria di appartenenza (cereali, proteaginose,
etc.) e per modalità di lavorazione/macinazione.
Questo consente di presentare all’animale un prodotto a velocità di transito (fermentescibilità) “modulata”. Ciò vuol dire che
le differenti materie prime somministrate, per le quali vengono
salvaguardate la struttura, la funzione e gli effetti sull’animale,
percorreranno il digerente in tempi diversi ed assolveranno ciascuna alla funzione cui è preposta, proprio in virtù del fatto che
ogni tipologia di pellet (specializzata e mirata allo svolgimento
di una precisa funzione nutrizionale) è impostata per “lavorare”
in maniera differenziata e specifica ma in un contesto “armonico” ed integrato.
Latte e carne
di qualità superiore
I benefici della linea Armonia sono veramente molteplici. Tutti
i fabbisogni nutrizionali sono perfettamente coperti, la somministrazione è agevole, variabile nel dosaggio esclusivamente in
base alla produzione e al peso vivo dell’animale.
In più si registra una migliore qualità e costanza delle produzioni di latte e carne e, sul piano economico, contribuisce ad
ottimizzare il costo di razionamento giornaliero.
Dott. Stefano Salerno
Resp. Tecnico e Coordinatore team Ricerca&Sviluppo Dell’Aventino
UNA RISPOSTA COMPLETA
PER TUTTE LE FASI
LINEA LATTE
909 SVEZZAMENTO
906 MANZE
(*)
• Sviluppo ottimale del rumine
• Prevenzione delle dismetabolie enteriche
• Accrescimento armonico
• Sviluppo ottimale dell’apparato riproduttore
(*) Il prodotto contiene mais e soia estrusi.
907 ASCIUTTA
• Azione di stimolo sulla capacità di ingestione
• Adeguata preparazione alla lattazione
• Prevenzione delle principali dismetabolie post-partum
Per tali motivi si è scelto di comunicare il progetto ARMONIA
con un bovino stilizzato e con il rumine in buona evidenza, il
tutto a formare un chiaro riferimento al celebre studio leonardesco sull’uomo vitruviano, simbolo per eccellenza di equilibrio
ed armonia nelle proporzioni.
Il prodotto risultante dalla miscelazione delle differenti e specifiche tipologie di pellets ha quei requisiti tecnologici di “aiuto
gestionale” cui si accennava in apertura, estrinsecabile nella
prevenzione/riduzione delle principali forme dismetaboliche (in
primis acidosi) e nella salvaguardia dei parametri qualitativi delle produzioni.
911 LATTAZIONE
914 LATTAZIONE
• Prevenzione delle principali dismetabolie produttive
• Azione preventiva su zoppie e mastiti
• Costanza del livello produttivo quali-quantitativo
• Azione di stimolo sull’ingestione della sostanza secca
LINEA CARNE
903 VITELLI
904 VITELLONI
905 VITELLI E VITELLONI
Il miglioramento si misura
• Azione di controllo delle principali dismetabolie alimentari
• Salvaguardia della funzionalità ruminale
• Costanza del livello produttivo quali-quantitativo
• Azione di stimolo sull’ingestione della sostanza secca
Le differenti tipologie di pellet costituenti i prodotti della linea
ARMONIA, originariamente nate con un diametro di 3 mm, oggi
sono passate a 5 mm.
7
Noi&Voi
A domanda
rispondiamo
Volete saperne di più su un argomento che vi sta a cuore? Intendete soddisfare una curiosità? Inviateci i vostri quesiti per e-mail all’indirizzo [email protected] oppure per posta a
Redazione Zoo-Zoom c/o Dell’Aventino srl, S.P. Pedemontana 8, 66022 Fossacesia (CH). Esperti
e studiosi del settore saranno lieti di rispondervi dalle colonne di questa rubrica.
Riportiamo in questo numero due interessanti temi che sono stati affrontati in azienda con alcuni nuovi clienti. Riteniamo
che le questioni discusse possano essere di interesse generale e ricche di validi suggerimenti per molti nostri lettori.
“Quali sono gli accorgimenti suggeriti per fronteggiare le problematiche legate alla conservazione dei mangimi?”
 
Risponde la
Dott.ssa Cristina Salvatore,
in Dell’Aventino dal 2002
e dal 2007 Responsabile
del Controllo Qualità
“Come viene assicurata la consegna di mangime sempre di
recente produzione ?”
Risponde
Antonio Bosco,
in Dell’Aventino
dal 1980 e
Responsabile
del Magazzino
dei prodotti finiti
dal 1997
Durante la stagione primaverileestiva l’innalzamento delle temperature ambientali, l’alto tasso di
umidità, la scarsa aerazione nonché l’esposizione alla luce solare
diretta favoriscono lo sviluppo di reazioni di lipoperossidazione, l’infestazione da parassiti delle derrate e l’ammuffimento.
L’Azienda Dell’Aventino Mangimi è particolarmente attenta alle
problematiche inerenti la conservazione dei prodotti finiti. Infatti,
da sempre, esegue un’accurata selezione delle materie prime in ingresso ed un capillare monitoraggio durante la fase dello stoccaggio
(periodica movimentazione - aerazione della merce -, rilevazione
costante della temperatura in diversi punti della massa e misurazione dell’acqua libera).
Da quest’anno, inoltre, esperti chimici e veterinari che collaborano
nel laboratorio interno di autocontrollo stanno studiando i processi
ossidativi negli alimenti di origine vegetale attraverso l’esecuzione di
diverse prove sperimentali.
La prevenzione è la migliore arma di difesa per cui è indubbiamente
utile adottare alcune semplici norme precauzionali. Come già notificato nella comunicazione fatta pervenire nei mesi scorsi ai nostri
clienti abituali e mirata a spiegare la corretta gestione dei magazzini e dei silos per una ottimale conservazione dei mangimi, consigliamo di pulire accuratamente le celle di stoccaggio (avendo cura di
allontanare le polveri ed il materiale adeso alle pareti) antecedentemente il trattamento con prodotti ad attività insetticida-acaricida ed
antimicotica-antibatterica. E’, inoltre, buona norma ripetere sempre
le operazioni di pulizia prima di effettuare un nuovo scarico.
Consigliamo, quindi, di arieggiare i silos nelle ore più fresche della
giornata (fine serata), aprendo la bocchetta di ispezione (ricordarsi
di chiuderla in caso di pioggia). Un’accurata pulizia prima di qualsiasi tipo di trattamento è il punto di forza anche per lo stoccaggio
dei prodotti in confezioni. In quest’ultimo caso è imperativo togliere
al più presto, qualora presente, il film estensibile utilizzato per avvolgere le pedane (evitando la loro sovrapposizione), aerare il locale
di stoccaggio, evitare di esporre le confezioni alla luce solare diretta
e non stoccare i mangimi nelle vicinanze di cereali e di prodotti e
sottoprodotti di loro derivazione. Infine è auspicabile adottare una
razionale rotazione dei prodotti stoccati.
Ricordiamo che i Nostri prodotti sono controllati per il tenore in
aflatossine. Tuttavia è di vitale importanza prendere coscienza del
fatto che uno stoccaggio inadeguato può comportare lo sviluppo
successivo di muffe produttrici di micotossine, soprattutto nel corso
di stagioni particolarmente calde ed umide.
La gestione del magazzino e dei lotti di produzione che lo costituiscono, risulta un tema di rilevante importanza
per tutte le aziende produttrici di mangimi e, più in generale, dei
prodotti alimentari. Il nostro obiettivo principale nell’ambito della
consegna di mangime (mi riferisco a quello in sacchi) è quello di
fornire un prodotto di recente produzione, affinchè la clientela finale
possa usufruire pienamente dei 180 gg di vita dei prodotti prima
della data di scadenza.
Tutti gli alimenti zootecnici sono caratterizzati da una vita mediolunga poiché non si tratta di merce facilmente deperibile; ciò sia in
relazione alle loro caratteristiche fisiche, che a quelle chimiche e microbiologiche.Tale aspetto, peraltro, consente la loro conservazione a
temperatura ambiente senza l’ausilio della “catena del freddo”.
Ovviamente, per chiunque abbia rapporti con le realtà produttive,
risulta palese la necessità di avere minimi stock di prodotto in magazzino; ciò per poter essere rapidi nelle azioni di servizio al cliente il quale spesso impone una consegna tempestiva dal momento
dell’ordine.
Ciononostante è un nostro imperativo fornire mangimi di nuova-produzione e non scorte “invecchiate” nel magazzino. Tranne rarissime
eccezioni (le quali sono sempre dettagliatamente monitorate!), dunque, il prodotto finito rimane in giacenza per un periodo di tempo
non superiore ai 10 giorni.
Si accennava a rarissime eccezioni perché, nella maggior parte dei
casi, l’azienda Dell’Aventino organizza la sua produzione con modalità “a richiesta”, quasi “just in time” (metodologia quest’ultima
ormai abbracciata da molte realtà produttive, soprattutto di prodotti
alimentari).
Tale approccio, fortemente orientato al cliente, impone una organizzazione del lavoro mirata che prevede anche il controllo della giusta
rotazione delle merci in giacenza.
Le tecnologie produttive hanno fatto passi da gigante; idem dicasi
per i mezzi di trasporto. Tale aspetto di gestione, seppur aiutato
dagli ausili informatici, necessita invece di un elevato buon senso
degli operatori preposti e di una verifica costante dei lotti mirata a
limitare il rischio di errore. La mia trentennale esperienza mi porta
anche a consigliare i nostri affezionati clienti (allevatori e rivenditori)
ad adottare in maniera assidua, quasi scientifica, la procedura di
rotazione delle scorte (turn-over), soprattutto durante la stagione
calda (primavera-estate).
8
Vita d’azienda
Filo diretto tra Dell’Aventino ed i suoi
collaboratori.
“Sono entrato in Azienda nel 1990, subito
dopo aver conseguito il diploma in ragioneria
con indirizzo informatico, selezionato
direttamente dal sig. Paride Dell’Aventino,
papà degli attuali amministratori e che
purtroppo non è più tra noi. Fu lui l’artefice
della realizzazione dello stabilimento di Fossacesia.
A tal proposito colgo l’occasione per dedicargli uno speciale
ringraziamento perché sin dal primo giorno mi ha dato fiducia
- nonostante la mia giovane età - e non mi ha mai fatto mancare
il suo incoraggiamento.
All’inizio del mio percorso lavorativo mi sono occupato del parco
informatico dell’Azienda e nel corso degli anni ho implementato e
ampliato tutta l’infrastruttura con diversi sistemi di automazione.
Nel 1996 sono diventato Responsabile dei Sistemi Informativi. In
questa veste ho portato avanti diversi progetti molto interessanti
come l’automazione del flusso informativo tra i nostri impianti
produttivi e l’amministrazione mediante fibra ottica.
E’ ormai noto a tutti come la tecnologia negli ultimi anni abbia
fatto notevoli progressi (internet, telefonia mobile, etc.) e posso
affermare che ho sempre lavorato per far sì che l’Azienda fosse
al passo con i tempi. Anzi, a volte, ho avuto la sensazione che
fossimo addirittura più avanti !!!
Ovviamente, se oggi l’Azienda Dell’Aventino è molto
informatizzata in tutti i suoi reparti (scarico materie prime,
etichettatura automatica prodotti finiti in linea, automazione
flusso produttivo e reparto insacco, scambio dati in tempo
reale amministrazione/produzione, laboratorio analisi con
formulazione, automazione rapporti con la forza vendita, etc.),
Andrea Pasquini. Dal 1990 in Dell’Aventino; Responsabile dei Sistemi Informativi, dell’Assicurazione Qualità e Responsabile Amministrativo.
lo è anche per merito dei colleghi che hanno sempre saputo
rimettersi in discussione. Sono stati capaci di adattarsi alle nuove
soluzioni proposte ben comprendendo che alcune scelte erano
finalizzate anche alla riduzione del loro margine di errore.
Nel 2000, la Direzione mi ha affidato il compito di coordinare
il Team che ha portato l’Azienda alla certificazione UNI EN
ISO 9001 Edizione 2000. Sono diventato, quindi, Responsabile
Assicurazione Qualità. Anche in quest’area l’Azienda è stata
pronta a recepire l’importanza di assicurare i Sistemi di Qualità
al fine di accrescere la cultura e il modo di lavorare di tutti
i componenti dell’Azienda, sebbene tale requisito non fosse
richiesto dalla nostra clientela né dalla normativa di settore.
Nel gennaio 2006, ho assunto l’incarico di Responsabile
Amministrativo.
Ho accolto questa ulteriore mansione con entusiasmo, sempre
con la voglia di progredire ma consapevole che affidabilità,
serietà e fiducia sono solo alcune delle qualità indispensabili per
accettare nuovi incarichi ed affrontare nuove sfide”.
Andrea Pasquini
“Ricordo ancora il primo giorno di lavoro; come dimenticare
una tappa così importante nella vita di ogni persona! Sin
dall’inizio della mia esperienza lavorativa, la mia esistenza è
cambiata e poter contare su un impiego stabile e gratificante
mi ha anche aiutato ad affrontare serenamente il futuro. Nel
1988, con il trasferimento nel nuovo impianto produttivo
di Fossacesia, la qualità del lavoro è migliorata ma sono
anche cresciute contestualmente le responsabilità; è stato
necessario rimettersi tutti i giorni in discussione specialmente
per l’evoluzione delle varie normative di riferimento in area
amministrativa. Auguro a tutti i colleghi, soprattutto ai più
giovani, di interpretare il lavoro - anche quello più operativo
- con la consapevolezza che in Azienda ogni singola attività
è importante e che mostrare le proprie qualità vuol dire
sicuramente essere apprezzati. Di conseguenza, i complimenti
permettono di costruire con serenità e soddisfazione il proprio
futuro.”
Clara D’Ottavio,
impiegata amministrativa.
Da anni si occupa
di contabilità acquisti.
Clara D’Ottavio, dal 1971 in Dell’Aventino. Fin dall’inizio
si è mostrata una persona meritevole dell’estrema
fiducia della Direzione e le sue qualità sono risultate
indispensabili per affrontare i notevoli cambiamenti
organizzativi dell’Azienda, resi necessari dal progredire
del settore zootecnico e soprattutto dall’evoluzione
degli ausili informatici.
Il colloquio con Clara si conclude con una frase breve ma
densa di contenuti.
“All’azienda Dell’Aventino dico solo una parola: grazie.”
“A fine luglio lascerò il lavoro e potrò dedicarmi completamente
alla mia famiglia. Non so come mi sentirò; forse avrò un po’
di nostalgia all’inizio ma, in fondo, dopo aver lavorato una
vita, credo non occorra tanto tempo ad abituarsi ai ritmi più
tranquilli… dei pensionati!”
Da parte sua, la Direzione non può che ringraziare
la signora Clara per aver saputo interpretare al
meglio i ruoli a lei assegnati e per aver sempre
ripagato la fiducia in lei riposta.
I colleghi le augurano un piacevole futuro e sperano
di ricevere ogni tanto una sua visita in azienda!
Queste le parole di Clara dopo aver rivelato ai colleghi la
sua volontà di andare in pensione.
9
10
Azienda Agricola situata in Molise e che meritano
certamente di essere approfondite in questa rubrica
destinata ai “personaggi di successo”.
Sotto
i riflettori
Allevatori, rivenditori
e personaggi di successo
alla ribalta.
La qualità
è servita
Approfondiamo la conoscenza
dell’Azienda Agricola Falcone di S.Elia
a Pianisi, in provincia di Campobasso,
che alleva bovini da carne.
“Il vero punto di forza del mio mestiere sta nel fatto di
aver accorciato la filiera, cioè di poter dare la possibilità
ai miei clienti di vedere da vicino i capi, come essi vengono allevati e di permettere d’acquistare contestualmente
un’ottima carne nella macelleria adiacente all’allevamento. Curo personalmente la macelleria oltre, naturalmente,
a tutti i presupposti necessari per fornire a cuochi e massaie una invitante bistecca da portare in tavola.”
Ci sono sembrate queste delle dichiarazioni interessanti, fatte dal sig. Luigi Falcone titolare dell’omonima
“L’azienda è nata nei primi anni ’80 grazie a mio padre e
si è sviluppata per circa dieci anni esclusivamente con un
allevamento di conigli. Dal ’90 ho avviato personalmente
l’allevamento di bovini da carne, all’inizio con pochi esemplari fino ad arrivare agli attuali 400.
Non si può parlare di un vero e proprio passaggio generazionale per via della diversa famiglia di animali allevati
ma, certamente, la passione si è rivelata determinante
per proseguire un’attività di questo tipo.
L’allevamento è misto, composto in prevalenza da capi
derivanti da incroci di diverse razze, specialmente della
rinomata Bleu Belga.
Acquisto i vitelli di circa 10 giorni, li allevo e li porto fino al
periodo di macellazione. La carne non solo viene venduta
direttamente nella mia macelleria ma riforniamo altre
rinomate macellerie della zona. Per tale motivo, ci tengo
a controllare personalmente anche le fasi di trasporto
dei capi in mattatoio affinchè io abbia la certezza che
tutti i passaggi di lavorazione della carne siano gestiti al
meglio.
In quest’area c’è molta richiesta dei tagli di vitellone; gli
incroci presenti in allevamento e la specifica alimentazione consentono di ottenere carni ottime per la preparazione soprattutto di piatti tipici molisani come ad es.‘la brasciola’, una larga fetta di carne arrotolata con un ripieno
di uova sode e pancetta e che viene gustata a fette dopo
aver dato vita anche ad un ottimo ragù!”
Il sig. Luigi non nasconde il desiderio di veder crescere l’afflusso di clienti nel suo punto vendita: avrebbe
così sempre più occasioni per mostrare le caratteristiche distintive del suo allevamento e, di conseguenza, della
sua carne.
“Ritengo che i risultati raggiunti in
relazione alla qualità della carne,
alla sua colorazione ed alla sua
equilibrata marezzatura siano anche ascrivibili all’utilizzo dei mangimi Dell’Aventino (B6 Calf Starter
per lo svezzamento, B97 e NB99
per la fase di ingrasso) oltre alla
qualità del mais adottato e dei fieni
di mia produzione somministrati a
completamento delle razioni; posso
sempre contare, tra l’altro, su una
puntuale assistenza da parte dei
Tecnici Alimentaristi dell’azienda
Dell’Aventino”.
Il sig. Luigi Falcone all’interno della sua macelleria
Lascia anche intendere di voler
scommettere sul futuro dell’a-
zienda, a patto di trasmettere il testimone alla nuova generazione.
“Ho 3 figli ma solo l’ultimo di 20 anni mostra la volontà di voler continuare l’avventura familiare. Prevedo che in questa zona gli
allevamenti composti da diverse centinaia
di capi tenderanno a diventare ancora più
grandi mentre le piccole aziende andranno
a scomparire. E’ per questo motivo che se
mio figlio deciderà di sposare il progetto
imprenditoriale di famiglia, non verranno
meno ulteriori sacrifici ed investimenti”.
Il sig. Giuseppe Moffa, noto rivenditore Dell’Aventino della zona (riv. Tirro Lina)
insieme al sig. Luigi Falcone e a Giovanni Malatesta (storico agente di zona Dell’Aventino).
Nei secoli
fedele !
L’intervista si chiude con la grinta del sig.
Luigi che resta in attesa della nuova leva
per trasferirgli a pieno il suo coraggio ma
anche il senso del duro lavoro quotidiano,
necessari per fare della Qualità a tutto
campo il pilastro di una gratificante attività professionale.
ebbe modo di approfondire il rapporto con i fratelli Guido
e Paride Dell’Aventino, sempre imperniati su rispetto reciproco e cordialità.”
Queste sono state le prime frasi pronunciate da Antonio Damiani (Tonino per gli amici) che ha continuato
il suo racconto spiegando che per un decennio spinto dall’entusiasmo dei suoi 18 anni e da uno spirito
imprenditoriale libero, ha raggiunto personalmente
a bordo dei propri autocarri il vecchio mangimificio
Dell’Aventino, desideroso di fare esperienze nuove e
sviluppare direttamente nuovi contatti umani.
“Nell’immediato dopoguerra, precisamente nel 1946,
mio padre, veterano nel suo mestiere - discendente da
“Sotto i riflettori”
la Ditta Cereali Damiani di Isernia
che dal 1965 è cliente Dell’Aventino.
“Il racconto della storia della nostra azienda potrebbe
iniziare con quello che potremmo definire un segno del
destino. Nel 1964 mio padre Fernando, in occasione di un
mercato, vide esposto un nuovo
tipo di mangime e provò a chiamare il numero riportato sulle
confezioni. Mai telefonata fu più
produttiva per entrambi gli interlocutori.
A quel numero rispondeva il centralino dell’azienda Dell’Aventino
Mangimi, da poco fondata. Da
allora, parliamo degli inizi del
1965, nacque una collaborazione
commerciale che, di generazione
in generazione, si è protratta fino
ai giorni nostri. Ricordo ancora il
rappresentante che ci visitava
periodicamente a bordo di una
bellissima A112 blu completa di
logo Dell’Aventino!
Allora commercializzavamo solo
mangime per polli. Mio padre, Isigg.riFernandoeAntonioDamianiinsiemeaGiovanniMalatesta(storicoagentedizonaDell’Aventino)fotografavenditore di cereali, nel tempo ti nella nuova rivendita situata in zona Le Piane ad Isernia.
12
generazioni di commercianti di cereali - decise di trasferire
la sua già avviata attività dal centro storico di Isernia
in un nuovo punto vendita in Corso Garibaldi, presso
la stazione ferroviaria. Allora quella era un’area quasi
periferica ma che nel tempo ha assunto una valenza
strategica per le attività commerciali della città. Tale
sede è stata attiva fino allo scorso anno quando a causa
dell’ormai scarso spazio a disposizione per lo stoccaggio
della merce, si è reso necessario il trasferimento alla
nuova sede di Viale 3 marzo 1970, in zona Le Piane.
Dal 2006 è iniziato un nuovo percorso commerciale
ma senza trascurare i punti fissi della consolidata attività. Essa oggi si svolge in una rivendita moderna, con
un’esposizione dei prodotti ben curata. Risulta evidente
come grazie ad un locale più spazioso e ad un enorme
magazzino di stoccaggio, siano stati abbracciati anche
nuovi settori merceologici, alcuni fino a ieri impensabili da
gestire. La gente si trattiene
di più all’interno della rivendita e non manca l’occasione
per instaurare con i clienti un
rapporto più approfondito.”
Questo è quanto aggiunge
Tonino con una visibile nota
d’orgoglio.
Oggi l’azienda Damiani è
Diploma di “fedeltà commerciale”, composta da Tonino (il tirilasciato dall’azienda Dell’Aventino tolare) e da due dipendenti.
dopo 25 anni di collaborazione.
Il sig. Fernando - ormai in
pensione solo sporadicamente
frequenta il
nuovo punto
vendita ma
non ha voluto
far mancare la
sua presenza
in occasione
di questo servizio per ZooZoom.
I clienti del negoVecchia fattura Dell’Aventino
risalente ai primi anni ’70.
zio Damiani utilizzano con estrema
fiducia i prodotti Dell’Aventino ed oltre ai tradizionali
mangimi “da rivendita” (es. per Polli, Conigli, Ovaiole
e Tacchini) ed alla Linea Pet Food non è stato trascurato lo sviluppo del mercato dei prodotti destinati ai
“grandi animali”, specialmente bovini.
Questo grazie anche alla ventennale azione di servizio ed assistenza al cliente fornita da Giovanni Malatesta, storico e fedele agente di zona Dell’Aventino.
Il giovane figlio di Tonino (che porta il nome del nonno) forse un domani continuerà la tradizione di famiglia ed è certo che ci sarà qualche suo coetaneo
con il cognome Dell’Aventino pronto a proseguire
questa storica collaborazione.
Infine sono state stabilite le soglie di intervento per le diossine
e per i PCB diossina-simili ossia dei valori limite inferiori rispetto a quelli legali ed il cui superamento impone all’operatore
l’obbligo di individuare la fonte di contaminazione e di adottare
misure appropriate (dove possibile) per ridurla o eliminarla.
A rigor
di legge
Salmonella Enteritidis, Typhimurium,
Hadar, Virchow e Infantis:
Piano Nazionale di Controllo.
Come essere informati
e districarsi tra norme
e regolamenti.
• Le infezioni da Salmonella nell’uomo rappresentano una delle principali malattie di origine alimentare in Italia e negli altri
Paesi industrializzati. In particolare, le uova e tutti gli ovoprodotti sono i prioritari vettori dell’infezione. Come noto, il Libro
Bianco ed il Regolamento 178/2002 sottolineano l’importanza
dei controlli lungo la filiera per garantire una crescente salubrità degli alimenti (“from farm to fork” ossia “dal campo alla
tavola”). Da qui nasce il Decreto 26/02/2007 (validità triennale
dal 01/01/2007 al 31/12/2009) che definisce il “Piano nazionale
di controllo di Salmonella Enteritidis, Typhimurium, Hadar, Virchow
e Infantis nei gruppi di riproduttori della specie Gallus Gallus condizioni e modalità di abbattimento”. Il Piano stabilisce delle
misure di controllo che si espletano nel campionamento, abbattimento o macellazione dei capi positivi e vaccinazione dei
riproduttori purché non eseguita con vaccini vivi, indistinguibili
dai ceppi di campo.
Sostanze e prodotti indesiderabili
nell’alimentazione degli animaliaggiornamenti normativi
• I Decreti 10 gennaio 2007 (attuazione delle Direttive 2005/86/
CE, 2005/87/CE e 2006/13/CE della Commissione, modificanti la Direttiva 2002/32/CE) apportano importanti modifiche al
Decreto legislativo 10 maggio 2004 n. 149 relativamente alle
sostanze indesiderabili nell’alimentazione degli animali. In particolare, a far data dal 21/03/2007 è cambiato il contenuto massimo ammissibile di piombo, fluoro, cadmio e canfene clorurato.
Il 27/04/2007 sono entrate in vigore modifiche per le diossine
e nuovi limiti per la somma di diossine e PCB-diossina simili.
13
Gianluca Ricciuti
Laureato in Architettura.
Si occupa di marketing
e ha collaborato con
importanti aziende italiane.
  
Dal gennaio 2006
è Brand Manager
in Dell’Aventino
e responsabile di tutta
la comunicazione
istituzionale dell’impresa.
Area
marketing
Studi, analisi, ricerche
e consigli per puntare
sempre più in alto.
Stand fieristici,
lo specchio
dell’identità
di marca
L’immagine, invece, è il processo di costruzione (conscia
e inconscia) che un osservatore - ad esempio un cliente,
un fornitore, una istituzione, etc. - si trova a fare quando
viene a contatto con qualche elemento dell’espressione
della citata identità aziendale.
Quest’ultima viene manifestata con tutti gli elementi del
corredo comunicativo: pagine pubblicitarie, articoli redazionali, oggetti promozionali, documentazione tecnica,
documentazione promozionale e, non meno importanti,
gli stand fieristici.
Gli stand, in genere, non sono pensati quindi per “fare
Il sistema degli allestimenti e la presentazione dei prodotimmagine”; essi sono progettati per esprimere e veicolare
ti dentro spazi comunicativi sono una questione di primo
un pensiero strategico aziendale.
piano nell’ambito di un progetto di comunicazione.
In Dell’Aventino si sta cercando di coordinare al massimo
Gli stand si collocano per definizione nell’ambito dell’argli elementi del corredo comunicativo. Non è un caso che
chitettura effimera (come ad es. le scenografie per eventi,
nello stand di Napoli (in parte anche in quello di Noci) è
gli allestimenti per convention, etc.) ma l’aggettivo “effistata fatta un’azione sinergica tra comunicazione pubblimero” si intende solo per il carattere legato alla “breve
citaria, comunicazione tecnica e realizzazione dello stand.
durata”, non certo per l’entità del potenziale di veicolaL’Azienda, in linea con il proprio
zione del “significato dei messagobiettivo strategico, vuole essere
gi”.
vissuta come un’organizzazione
E’ interessante affrontare questo
che esprime un prodotto-servizio
tema dopo alcuni appuntamenti di
in grado di permettere di ottenere
settore degli ultimi mesi che hanno
degli alimenti di alta qualità (latvisto la presenza di tutte le aziente, carne, uova, etc.) ed è a questo
de leader nel mercato italiano deconcetto che la comunicazione gegli alimenti zootecnici.
nerale sta mirando e mirerà semIn particolare esaminiamo in quepre più in futuro.
sta sede le partecipazioni dell’AE’ stata superata la volontà di
zienda Dell’Aventino alla prima
auto-connotazione ad azienda
edizione della Fiera AgroSud, tenuall’avanguardia nella produzione
tasi lo scorso febbraio a Napoli nel
di pellets e di fioccati o di strutquartiere Oltremare ed all’interestura dotata di una tecnologia mosante Mostra Bovina Interregionadernissima. Questi elementi sono
le del Centro-Sud tenutasi presso
ormai da anni parte indiscutibile
il nuovo foro boario di Noci (BA)
del DNA aziendale.
organizzata lo scorso aprile dalle
La minima esposizione di mangiAPA di Bari e Taranto, .
mi, peraltro, è stata effettuata in
Innanzitutto è preferibile “liberapiatti in vetro, per enfatizzare il
re il terreno” da alcuni equivoci
concetto di “trasparenza nelle forche, nel linguaggio comune, tenmulazioni” e di “pasto equilibrato”
dono a prendere il sopravvento; ci
si riferisce all’uso improprio che Mauro Izzo e Carmine Sellitto (agente e “storico” da fornire agli animali. Sono stati
capoarea Dell’Aventino) all’interno dello stand
spesso viene fatto del termine realizzato in occasione della Fiera AgroSud di Napoli. collocati quasi “in vetrina”.
Ad ogni modo, non sono da sotto“immagine”. Spesso viene asserivalutare gli obiettivi specifici definiti per la partecipazioto: “…è una questione di immagine!” oppure “…punta
ne a queste due manifestazioni e che generalmente ventutto sull’immagine!”.
gono stabiliti per quasi tutte le partecipazioni fieristiche:
All’interno delle aziende, in alcune più e in altre meno
visibilità della marca, affermazione di una presenza su
consapevolmente, si tende a lavorare sul concetto di idenun determinato territorio e pubbliche relazioni con la clitità e cioè su come la “missione” aziendale riesca a prenentela.
dere forma per poter essere poi comunicata all’esterno.
14
maggior parte delle linee di prodotto aziendali, utilizza
l’ironia dei titoli a suggello di alcuni concetti visualizzati
con i prodotti destinati alle tavole dei buongustai.
Nello stand di Napoli in particolare, le strutture, i materiali, le forme sono state concepite in funzione della
fruibilità, della distintività, della buona visibilità del valore
connotativo, senza trascurare però il lancio della nuova
linea di prodotto denominata ARMONIA.
L’allestimento è stato concepito come spazio “aperto”
per enfatizzare il “racconto” delle aree di business, senza
riservare degli spazi chiusi ai contatti commerciali.
La pulizia formale, la luminosità, il rilievo
dato alla grafica (specie alla nuova linea
di mangimi) hanno fatto da contorno ad
un angolo riservato alla degustazione di
prodotti realizzati da un importante cliente
campano, rinomato trasformatore di latte.
Nicola Defilippis (agente), il Dott. Albanese (capoarea) e Cosimo
Amatulli (agente) nello stand Dell’Aventino alla Fiera di Noci.
Il processo di comunicazione a cui si accennava sarà lungo e dispendioso e mirato ad una rinnovata percezione
della marca Dell’Aventino e passerà sempre per delle
integrate ed oculate politiche di prodotto, di servizio oltre
che di comunicazione.
Per tale aspetto nelle partecipazioni fieristiche si è cercato di dare rilevanza assoluta soprattutto alla nuova campagna pubblicitaria multi-soggetto che, evidenziando la
Per quanto sopra detto, ci si augura che gli
aspetti legati all’identità di marca possano
sempre più essere compresi da Enti organizzatori, da segreterie organizzative o da
società demandate alla riuscita dei singoli
eventi. Troppo spesso il necessario “servizio
agli espositori” è messo in secondo piano.
Gli stand, talvolta, tendono ad essere “standardizzati” con il risultato di uno snaturamento della “sana competizione comunicativa” tra le varie e diverse realtà aziendali.
OTTOBRE 2007
Nota
bene
• AGRILEVANTE
Biennale internazionale delle macchine, impianti
e tecnologie per la filiera agricola
Bari - 18/21 ottobre 2007
In ogni numero
i principali appuntamenti
del periodo per essere
sempre aggiornati
e al passo con i tempi.
 
• VIII WORLD BUFFALO CONGRESS
c/o l’Hotel Crowne Plaza Congress Centre
Caserta - 19/22 ottobre 2007
SETTEMBRE 2007
• 62a FIERA INTERNAZIONALE
DEL BOVINO DA LATTE
CremonaFiere S.p.A.
Cremona - 25/28 ottobre 2007
• FIERAVICOLA
Mostra internazionale avicola e cunicola
Fiera di Forlì - 26/29 settembre 2007
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