P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA NUMERO 3 • ANNO II (n° 2) • LUGLIO 2007 Le clostridiosi del bovino: manifestazioni e risvolti gestionali Su gentile concessione del Dott. Giovanni Comino Presidente della S.I.B. (Società Italiana di Buiatria) La Buiatria è un’importante branca della Veterinaria che studia in particolare i problemi del bovino. L ’allevamento del bovino convive con le patologie da Clostridium Spp. da tempo immemorabile. Attualmente nell’ambito del genere Clostridium si riconoscono oltre 300 specie di batteri connotati da morfologia bacillare. I loro caratteri patogenetici sono strettamente correlati alla produzione di tossine che sono causa di malattia grave, talora mortale. A partire dagli anni ’90 si è assistito ad un aumento dei casi di morte improvvisa, specie nei bovini da latte, che sono stati, dopo iniziali incertezze, attribuiti ad Enterotossiemia da Cl. Perfringens. Oggi il problema è diffuso e, accanto al quadro drammatico della morte improvvisa, si iniziano ad osservare quadri acuti e subacuti con caratteri clinici ed anatomopatologici differenziati. continua a pag 2 Detto tra noi Gentili Lettrici e Gentili Lettori, come programmato, anche il terzo numero di Zoo-Zoom è pronto per essere letto e commentato. E’ doveroso ringraziare il Dott. G. Comino, Presidente della Società Italiana di Buiatria per l’ “articolo d’entrata” di questo numero che affronta un argomento di assoluta attualità e molto sentito da tanti nostri Clienti e da molti allevatori: le clostridiosi del bovino. L’editoriale di questo numero vuole però essere improntato sull’andamento delle materie prime utilizzate dall’industria mangimistica e sui riflessi che esso ha sul mercato. Come a molti noto, infatti, da circa un anno l’andamento al rialzo dei prezzi dei cereali, delle leguminose e dei proteici in generale sta mettendo in grave crisi l’intero settore. In tal senso, vanno interpretati sia gli aumenti di listino effettuati nel corso degli ultimi mesi che tutte le azioni di contenimento dei costi intraprese da molte aziende produttrici di alimenti zootecnici. Queste ultime stanno comprimendo i margini di lavoro fino all’inverosimile in quanto non riescono a riversare tali aumenti sul mercato. Inoltre l’aspetto che più preoccupa gli operatori del settore è che, per il momento, sebbene i primi raccolti di cereali siano in corso e altri ce ne saranno nei prossimi mesi, non sono previste diminuzioni sensibili dei prezzi. E’ ragionevole pensare che gli stessi prezzi risulteranno piuttosto elevati per l’intero anno. Tale situazione nuoce all’intero comparto zootecnico ma ad essere più colpite sono le aziende mangimistiche e gli allevatori; questi ultimi saranno sempre più stretti nella morsa costituita da un lato dagli alti prezzi dei prodotti indispensabili per una sana e corretta alimentazione dei propri animali e dall’altro dai bassi prezzi a cui sono costretti dal mercato a vendere le loro produzioni. Riteniamo che l’unica via di uscita per gli allevatori sia quella di un’attenta ed oculata gestione della stalla (attrezzature, impianti, selezione genetica, gestione veterinaria, benessere animale, etc.) e dell’alimentazione dei capi in particolare. Dell’Aventino Mangimi, in tal senso, si sta strutturando in modo da rispondere sempre meglio a tale esigenza di mercato. L’organico dell’Azienda, infatti, è stato arricchito con diversi Tecnici Alimentaristi con l’intento di trasferire in maniera più capillare tutte le nostre conoscenze alla numerosa e affezionata clientela. Un obiettivo che ci anima è quello di contribuire a migliorare la gestione economica degli allevamenti, consapevoli che i nostri destini sono legati a doppio filo a quelli dei Clienti. Arrivederci al prossimo numero e buona lettura. Nereo e Pierpaolo Dell’Aventino Amministratori Dell’Aventino srl nel rispetto di rigorose tempistiche di prelievo ed inoltro del materiale patologico al laboratorio. In considerazione del carattere fortemente condizionato delle enterotossiemie, non va sottaciuta un’attenta disamina dei fattori di rischio extramicrobici predisponenti/scatenanti che vedono nella componente alimentare un ruolo cardine. Un’attenzione rilevante va prestata ad esempio alla contaminazione da terra del foraggio. L’attenzione dovrà essere mirata sempre più anche alla ricerca di metodologie volte a ridurre la quantità di terra nei foraggi secchi. L’ideale sarebbe porre in essere un’azione di aspirazione associata a setacciatura del fieno per rimuovere sassi, terra e polvere dal fieno prima che lo stesso venga somministrato agli animali. La terra in sé non rappresenta un parametro assoluto di valutazione della potenziale contaminazione da spore di Cl. Perfringens; esistono variazioni notevoli fra un foraggio ed un altro in ordine alla presenza di spore e non appare esserci una relazione diretta fra numero di spore presenti nella miscelata e mortalità nelle bovine che se ne cibano. Rimane aperta, inoltre, la questione della qualità delle spore presenti e della relazione esistente fra clostridiosi e il pascolo. E’ noto tuttavia che la pulizia del fieno, laddove sono presenti quantità di terra misurabili, si associa alla riduzione del numero di spore presenti per Kg di miscelata. Rivolgendo l’attenzione ad altre eventuali fonti di contaminazione dell’apparato gastro-enterico non bisogna dimenticare l’acqua di bevanda che, qualora non proveniente da acquedotti comunali o da approvvigionamenti sicuri, potrebbe essere negli abbeveratoi facilmente contaminata da spore. Le misure preventive da adottare riguardano una serie di aspetti gestionali e nutrizionali e debbono essere valutate caso per caso. Di qui la necessità di un’azione di controllo integrata che preveda oltre alla vaccinazione, eseguita secondo un corretto protocollo d’intervento soprattutto in termini di tempistica vaccinale, anche l’adozione di misure di ordine gestionale e dietetico atte a limitare sia l’assunzione di spore che l’insorgere di condizioni organiche favorenti la germinazione delle stesse e la conseguente replicazione clostridiale. E’ evidente, quindi, che l’enterotossiemia nel bovino è una patologia polifattoriale con caratteristiche differenti da azienda ad azienda. Una volta createsi le condizioni favorevoli, le manifestazioni cliniche compariranno dopo un periodo di “incubazione” piuttosto lungo (dell’ordine di diversi mesi). Si ritiene che tale periodo sia necessario per arrivare ad un sufficiente livello di contaminazione ambientale. Il controllo delle patologie da clostridi rappresenta una grossa sfida per la sanità veterinaria dato che la sua selettività determina un danno grave (perdita di litri di latte) e l’imprevedibilità dell’evento infausto crea seri problemi psicologici all’allevatore. Senza nulla togliere all’importanza delle diverse patologie indotte da clostridi nel bovino, va sottolineato come il problema che attualmente inquieta maggiormente gli addetti al settore buiatrico, sia per il comparto latte che per quello carne, è rappresentato dalle enterotossiemie, in particolare dalle manifestazioni violente della patologia che portano a morte improvvisa degli animali adulti, spesso di quelli connotati dalle migliori performances produttive. In tal senso, oggi, la problematica è oggetto di attenzione, con particolare riferimento agli aspetti del rapporto causa-effetto sulla patogenicità e alle imprescindibili ricadute sulle misure di prevenzione e controllo delle forme cliniche. Si ritiene opportuno, pertanto, addivenire ad una quantificazione della patologia clostridiale in ambito di allevamento ed in particolare sulla causalità nei casi riconducibili a “morte improvvisa”. A perseguire l’obiettivo risulta vincolante il ricorso sistematico all’esame necroscopico e ad accertamenti diagnostici strumentali P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA NUMERO 3 ANNO II (n° 2) LUGLIO 2007 La parola al tecnico ......... Pag 3 L’esperienza positiva ....... . Pag 5 La fase post-partum nella vacca da latte Azienda Agricola Bochicchio (Filiano, PZ) Buone nuove ................ Pag 6 ARMONIA, linea unifeed multipellet per ruminanti Noi&Voi ....................... Pag 8 Vita d’azienda ..................Pag 9 A domanda rispondiamo Filo diretto tra Dell’Aventino e i suoi collaboratori Sotto i riflettori ................Pag 11 • Az. Agr. Falcone (S.Elia a Pianisi, CB) • Cereali Damiani (Isernia) A rigor di legge ............... Pag 13 Norme e regolamenti Area marketing ............... Pag 14 Stand fieristici, lo specchio dell’identità di marca Nota bene .................... Pag Appuntamenti da non perdere 15 Editore Dell’Aventino S.r.l. Industria Mangimi 66022 Fossacesia (CH) - S.P. Pedemontana, 8 Tel. 0872.62.211 r.a. - Fax 0872.62.00.05 www.dellaventino.it [email protected] [email protected] Progetto grafico Sinergia Advertising - Pescara Stampa Litografia Botolini - Rocca S. Giovanni (Ch) Tiratura 7.000 copie Articolo tratto dalle relazioni del Prof. Sandro Cavirani e del Dott. Alberto Brizzi su “Le clostridiosi dei bovini”, presentate in occasione delle Giornate Buiatriche. 2 La parola al tecnico Dr. Stefano Salerno Laureato in Scienze della Produzione Animale presso l’Università di Pisa. Il punto di vista dei professionisti del settore su un tema di interesse generale. Dal 1996 è Responsabile Tecnico della società Dell’Aventino. E’ Formulista e Tecnico di campo per i grandi allevamenti, in particolare del settore ruminanti. LA FASE POST-PARTUM NELLA VACCA DA LATTE Con il termine post-partum si intende in pratica la prima fase di lattazione, cioè il periodo che va dal momento del parto al raggiungimento del picco di lattazione. La durata media del post-partum è di circa 90-100 giorni. Nel corso dei primi 3-4 mesi di lattazione, infatti, la produzione di latte continua ad aumentare gradualmente e progressivamente fino a raggiungere un livello massimo, definito appunto picco produttivo. Intanto, sempre in questo lasso di tempo, la vacca deve essere ingravidata. Il percorso produttivo dell’animale nella prima fase di lattazione è il vero indice del suo potenziale genetico, inteso appunto come attitudine a produrre latte. Oltre il 50% del reddito di una bovina si ottiene proprio nei primi 4-5 mesi di lattazione. Ne consegue che, se è necessario porre estrema attenzione alla gestione della fase di lattazione nel suo complesso, da quella iniziale si può dire dipenda effettivamente tutto il risultato produttivo dell’animale, inteso sia in termini di produzione quali/quantitativa di latte sia di esito riproduttivo. Kg Frisone in piena fase di lattazione. A fianco di quanto appena affermato occorre tenere presenti le difficoltà fisiologiche della bovina nella primissima fase di lattazione, rappresentate da fabbisogni nutrizionali crescenti in netto contrasto con una ridotta capacità di ingestione di sostanza secca (vedi grafico a lato). Peso vivo DEFICIT Più schematicamente possiamo dire che, nel post-partum, quattro sono i fattori essenziali da tenere presenti al fine di garantire all’allevatore una gestione oculata ed imprenditoriale della bovina: ECCESSO Ingestione alimenti 1) IL PICCO DI LATTAZIONE Produzione lattea 0 1 2 3 Parto 4 5 6 7 8 Operativamente non è mai auspicabile un picco di lattazione raggiunto troppo precocemente in quanto, altrimenti, la persistenza produttiva dell’animale risulterà inevitabilmente ridotta. L’ideale è che la bovina inizi la produzione di latte tra il quinto ed il settimo giorno dopo il parto (una volta terminata ovviamente la fase colostrale) e raggiunga con gradualità il picco: ciò sarà garanzia di una ottimale persistenza produttiva. I fabbisogni produttivi dell’animale sono per lo più direttamente collegati alla quantità di latte prodotto ed al suo titolo in grasso (quest’ultimo rappresenta peraltro la maggiore fonte di apporto energetico da parte del latte). E’ perciò importante riuscire a somministrare alla bovina in tempi relativamente brevi una razione adeguata agli ap- 9 10 11 12 mesi Parto CATABOLICHE ANABOLICHE Andamento nel corso della lattazione di peso vivo, ingestione e produzione. Il rettangolo associato al diagramma indica il prevalere di condizioni cataboliche o anaboliche; il diverso andamento delle curve fornisce una stima dei periodi in cui le bovine sono in deficit (con prevalenza delle condizioni cataboliche) od eccesso di energetico (con prevalenza delle condizioni anaboliche). 3 porti proteico, energetico e di sostanza secca. Per ottenere questo non è tanto consigliabile una eccessiva concentrazione della razione, quanto invece fondamentale è stimolarne l’assunzione di sostanza secca. Nella prima fase di lattazione, infatti, l’ingestione di sostanza secca è regolata nell’animale prevalentemente da meccanismi di natura fisica (senso di ripienezza dell’apparato digerente, capacità di ingombro). Fondamentale a tale proposito è senza dubbio la qualità dei foraggi somministrati. La fibra assolve infatti alla primaria funzione di garantire all’animale un’adeguata ruminazione, ma deve anche essere dotata di una digeribilità tale da non causare un eccessivo ingombro ruminale, consentendole quindi una adeguata assunzione di concentrati. Ciò allo scopo essenzialmente di garantire alla vacca un corretto apporto energetico. Il fabbisogno in energia, infatti, condiziona direttamente l’assunzione volontaria di alimento. In presenza di razioni caratterizzate da uno scarso apporto di questo nutriente l’animale tende a consumare più alimento per soddisfare il proprio fabbisogno; con razioni ricche in energia invece lo stimolo all’ingestione si riduce, fino a cessare, una volta coperto il fabbisogno. La produzione di un litro di latte al 4% di grasso richiede circa 750 kcalorie di energia a fronte di un transito in mammella di circa 450-500 litri di sangue, in grado di garantire alle cellule della ghiandola mammaria l’adeguato apporto di nutrienti responsabili della sintesi del latte (glucidi, lipidi, protidi e sali). Se ad inizio lattazione la richiesta di tali nutrienti risulta elevatissima, lo scarso appetito dell’animale in questa fase rende praticamente impossibile il soddisfacimento del fabbisogno. Ne deriva conseguentemente un fisiologico quanto potenzialmente pericoloso deficit energetico. tenderà ad aumentare, fino alla completa copertura dei fabbisogni energetici attraverso gli alimenti ingeriti. Nei primissimi giorni immediatamente successivi al parto i nutrienti introdotti dall’animale con l’alimentazione sono utilizzati prevalentemente per la sintesi del latte ed in minima parte per soddisfare i fabbisogni di mantenimento. Questa fase è peraltro caratterizzata normalmente da una grande richiesta di glucosio (destinato principalmente alla sintesi dello zucchero del latte, il lattosio, ed in quota minoritaria per coprire i fabbisogni nutrizionali di mantenimento), ma contemporaneamente dalla scarsa presenza e capacità di sintesi dello stesso da parte della bovina, principalmente determinata dalla fisiologica scarsa ingestione di sostanza secca. L’ingestione di sostanza secca è peraltro tanto minore quanto più elevato è il BCS della vacca prima del parto. Una bovina troppo grassa, infatti, mangia ancora meno del previsto, con conseguente ulteriore calo nel sangue del livello glicemico (cioè della concentrazione di zuccheri ed in particolare di glucosio) e della concentrazione di insulina (ormone responsabile dell’impiego degli zuccheri da parte dell’animale a scopo energetico). Ne consegue l’impossibilità da parte dell’animale di utilizzare come di consueto gli zuccheri per coprire i propri fabbisogni e l’inevitabile ricorso alla mobilizzazione delle riserve di grasso accumulate nei tessuti adiposi (ed in parte anche di quelle proteiche accumulate nei muscoli). Ciò determina però, come effetto collaterale, la produzione e l’immissione nel circolo sanguigno di prodotti definiti corpi chetonici. Fintanto che la loro concentrazione nel sangue risulta limitata, non si evidenziano fenomeni patologici a carico dell’animale; quando questa diventa eccessiva l’animale sviluppa la tanto temuta dismetabolia definita comunemente chetosi o acetonemia. Quando la lipomobilizzazione è infatti molto spinta, il fegato può incontrare difficoltà nel metabolizzarne gli acidi grassi derivanti; ciò può comportare un accumulo di trigliceridi nel fegato (steatosi epatica) ed una eccessiva produzione di corpi chetonici. Una simile condizione, oltre a comportare una depressione a carico della funzionalità epatica, riduce l’appetito con conseguente ulteriore riduzione dell’ingestione di sostanza secca. La risoluzione di tale problematica è demandata alla somministrazione, con la dieta, di glucosio/zuccheri fermentescibili e proteine (che in tali condizioni sono anch’esse trasformate in glucosio). 2) IL BODY CONDITION SCORE Come già accennato, l’animale al momento del parto si caratterizza per una ridotta ingestione di sostanza secca rispetto ai propri fabbisogni. Nelle prime settimane di lattazione è perciò costretto ad attingere alle proprie riserve corporee per sostenere la produzione di latte. Tale situazione causa inevitabilmente un deficit energetico che ha, come conseguenza diretta, un calo in peso e quindi del BCS (body condition score). La riduzione di quest’ultimo dovrebbe essere limitata al massimo a 0,7 punti, arrestandosi non oltre i 70-90 gg post-partum, dopodiché l’animale deve iniziare il recupero del peso corporeo. Un calo di peso contenuto influisce, infatti, poco sulla riduzione della fertilità e sulla persistenza della curva di lattazione (dando per scontato che la bovina abbia, al momento del parto, un BCS di 3,5-3,75 -Metodo Edmondson-). Se il BCS al momento del parto è ottimale l’animale può senza dubbio sopportare un calo in peso più sostenuto a inizio lattazione, fino ad arrivare al terzo mese di produzione con un BCS fisiologicamente non inferiore al 2,8-3,0. Tale valore sarà recuperato fisiologicamente e senza alcun problema nella seconda fase di lattazione; lentamente e progressivamente infatti l’ingestione di sostanza secca 3) LA FUNZIONALITA’ DEL SISTEMA IMMUNITARIO Se durante il periparto (come precedentemente trattato) la funzionalità del sistema immunitario risulta depressa, dopo il parto questa riacquista gradualmente la propria fisiologica condizione. Quanto appena affermato vale ovviamente solo se lo stato di salute dell’animale è ottimale; in presenza di dismetabolie, infatti, quali chetosi, acidosi, dislocazione di abomaso, ecc. è invece ampiamente dimostrato come l’alterazione della funzione immunitaria resti marcata. La presenza di corpi chetonici nel circolo sanguigno esercita ad esempio azione depressiva sul sistema immunitario. Ne consegue peraltro una diretta influenza sull’incidenza 4 di differenti forme di mastite acuta e cronica (vedi schema a lato). Dal corretto funzionamento del sistema immunitario dipende quindi la sanità stessa della ghiandola mammaria. RELAZIONE TRA LE PRINCIPALI DISMETABOLIE E L’INCIDENZA DI MASTITE DISMETABOLIE 4) LA DURATA DELL’INTERVALLO PARTO-CONCEPIMENTO IMMUNODEPRESSIONE La durata ideale sarebbe di circa 80-90 gg., quella media effettiva (purtroppo) di circa 140 gg. Più tale periodo è breve più si accorciano i giorni medi di lattazione della mandria, con riscontro positivo sulla produzione media di latte e viceversa. I fattori più importanti che influenzano tale durata sono, oltre alle principali patologie di ordine riproduttivo quali cisti ovariche ed endometriti, le comuni forme dismetaboliche (in primis proprio la chetosi) che possono influire negativamente sulla funzionalità ovarica e quindi sulla fertilità della bovina. MASTITE Dott. Stefano Salerno L’esperienza positiva MASTITE ACUTA MASTITE CRONICA CHETOSI *** ** ACIDOSI ** **** COLLASSO PUERPERALE * DISLOCAZIONE ABOMASO * * Azienda Agricola Bochicchio (Filiano-PZ): un “premio” diviso tra titolari e capi! Il Dott. Paolo Bochicchio (a sin.) insieme al Dott. Giuseppe Pesce, al Dott. Stefano Albanese e a Vincenzo Palumbo (rispettivamente Tecnico Alimentarista, Capoarea ed Agente di zona Dell’Aventino). E’ particolarmente significativo riportare la storia dell’Azienda Agricola Bochicchio, che opera con successo in Basilicata da circa 30 anni. Tutto iniziò nel 1976 con l’acquisto dei primi capi da parte del sig. Paolo Bochicchio. Nel 1993 la gestione venne affidata al figlio (prof. Vito) che decise di incrementare il numero degli animali fino ad arrivare nel 2000 alla costruzione di una nuova e moderna stalla completa di cuccette e sala mungitura. L’allevamento attuale è composto da 70 capi (dei quali 40 in lattazione) per la maggior parte di razza Bruna e l’azienda insiste su un’area di 56 ettari, per metà coltivata a foraggio (trifoglio e avena) e per metà a grano. La nuova struttura è gestita dal figlio del prof. Vito, il dott. Paolo Bochicchio, medico veterinario. Sono stati raggiunti dei risultati eccellenti per quanto concerne il livello di selezione del potenziale genetico e per l’equilibrio ottenuto nel razionamento (quest’ultimo aspetto gestito in collaborazione con il Servizio Tecnico Dell’Aventino). In relazione a questa bella realtà imprenditoriale, “L’esperienza positiva” va rimarcata nell’ambito della praticità del razionamento; da quando è entrata in funzione la nuova stalla, infatti, viene somministrato un prodotto unico - il B 119 - che, ovviamente insieme al foraggio, consente di coprire egregiamente l’attuale media produttiva di oltre 30 litri/capo/ giorno. Nei primi 100 giorni dopo il parto, ai capi freschi viene somministrato un mangime “premio” in aggiunta alla razione base; ciò consente di soddisfare al meglio i fabbisogni produttivi in questa fase estremamente critica, di rispondere all’esigenza di una produzione quali-quantitativa elevata nonché di salvaguardare la sfera riproduttiva degli animali. Il latte di Alta Qualità viene conferito all’affermato Caseificio Bochicchio Vincenzo e viene utilizzato per la produzione dei rinomati prodotti tipici locali. Il punto vendita del frequentato caseificio di Filiano (Pz). Questa dinamica impresa lucana, quindi, si accinge a tagliare nel futuro traguardi sempre più importanti; un “premio” ad una realtà che mette sul piatto impegno e serietà. 5 FORMULA AMIDACEA + Uno sguardo attento alle ultime novità firmate Dell’Aventino. FORMULA AMIDACEA - Costituita esclusivamente da materie prime appartenenti alla categoria dei cereali. Le varie tipologie di amido contenute, per altro trattate fisicamente e meccanicamente in maniera differenziata, presentano caratteristiche di fermentescibilità ruminale eterogenea. Ciò garantisce una perfetta modulazione dell’attività del rumine. FORMULA ENERGETICA - Costituita da materie prime mirate all’apporto di unità foraggiere, quindi di energia, nella razione. La qualità e la disponibilità energetiche sono differenziate, in modo da consentirne il massimo utilizzo sia a livello ruminale che intestinale. FORMULA ENERGETICA + ARMONIA, LA LINEA UNIFEED MULTIPELLET PER RUMINANTI FORMULA PROTEICA - Costituita da materie prime vegetali di natura proteica differenziate per il livello e la velocità di degradazione ruminale. Ciò a garanzia della piena copertura dei fabbisogni proteici dell’animale sia a livello ruminale che intestinale. FORMULA PROTEICA + I nuovi orizzonti della zootecnia e la ricerca Dell’Aventino FORMULA FIBROSA - Costituita da materie prime di natura fibrosa caratterizzate da un differente grado di fermentescibilità ruminale. La loro primaria funzione è infatti quella di garantire la perfetta efficienza della flora batterica ruminale e quindi la piena funzionalità del rumine. FORMULA FIBROSA + Il nuovo percorso etico e normativo intrapreso dalla moderna zootecnia, indirizzato ad una crescente attenzione agli aspetti igienico-sanitari delle produzioni in campo umano ed animale, ne porta inevitabilmente a privilegiare l’aspetto qualitativo rispetto a quello meramente quantitativo (espressione dell’originario, quanto superato, concetto di “zootecnia intensiva”). Ne consegue come questo nuovo indirizzo sia percorribile esclusivamente salvaguardando e rispettando la fisiologia dell’animale (fino ad un passato recente lasciata decisamente in secondo piano), cioè tenendo sotto controllo gli aspetti gestionale, riproduttivo ed alimentare. FORMULA VITAMINICO MINERALE = FORMULA VITAMINICO/MINERALE Caratterizzata dall’esclusiva funzione di garantire l’adeguato apporto dei nutrienti di naturavitaminico-minerale(compresiitamponi ruminali ed intestinali) essenziali per le corrette funzioni riproduttive, ruminali, accrescitive e produttive. = ORMULA MIDACEA Buone nuove Per raggiungere tale obiettivo il mondo zootecnico tutto (compresa l’industria mangimistica ovviamente) deve fare un enorme balzo in avanti e ciò significa modificare il proprio punto di vista, ma anche e soprattutto investire molto in ricerca e sviluppo e nella tecnologia in genere. In quest’ottica, considerare oggi un mangime esclusivamente come un insieme di materie prime opFORMULA FORMULA FORMULA portunamente al fine di ottenere FORMULA dei valori VITAMINICO ENERGETICA miscelatePROTEICA FIBROSA MINERALE nutrizionali definiti da proporre all’animale con il razionamento è senza dubbio riduttivo. La variabile alimentazione, infatti, deve integrarsi sempre più nell’area gestionale dell’allevamento, contribuendo a risolverne o prevenirne le molteplici problematiche e facendo proprio l’agia di nutrienti introdotti nel digerente, ma anche alla granulospetto igienico-sanitario. metria ed alla forma di presentazione che li caratterizza. Ciò che fa realmente la differenza tra una formulazione di un Per fare un esempio semplicissimo basta considerare il caso del prodotto ed un’altra, infatti, non è solamente il differente mix di mais che, a seconda della modalità di macinazione cui viene materie prime adottato, ma anche e principalmente la forma sottoposto (fine o grossolana), ha dei tempi di transito e di assifisica di presentazione, o meglio il trattamento tecnologico sumilazione nel digerente molto distanti tra di loro. bito da queste ultime. L’apparato digerente di un ruminante è Anche le ripercussioni su produttività e metabolismo dell’animauna macchina estremamente complessa e delicata che ha dei le risultano, nei due casi, abbastanza differenti. Tutte queste ri“tempi di lavoro”, cioè di digestione/assimilazione degli alimenti, flessioni ci hanno guidato nello sviluppo di ARMONIA, una linea che devono essere inevitabilmente rispettati. unifeed multipellet realmente innovativa. Questi “tempi di lavoro” sono direttamente correlati alla tipolo- + + + + = 6 Una linea studiata per la massima assimilazione: ad ogni pellet una funzione specifica Ciò consente di ridurre ulteriormente l’effetto di stress meccanico esercitato dal processo di pellettatura a carico delle materie prime, salvaguardandone la struttura e migliorandone i “tempi di lavoro digestivi” nell’animale. Risulta evidente come questo cambiamento “in corsa” attuato sulla linea ARMONIA possa considerarsi un esempio di quanto affermato in apertura inerente il miglioramento tecnologico continuo: è necessario investire in ricerca e sviluppo per far crescere il settore e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. Non a caso, a soli quattro mesi dal lancio sul mercato, i risultati stanno premiando le convinzioni aziendali e soddisfano un numero sempre crescente di allevatori. Questo è il riconoscimento migliore per gli sforzi e l’impegno profusi e per poter continuare nella stessa direzione. Siamo partiti da un punto fermo: salvaguardare la fisiologia dell’animale. L’idea che sta alla base della linea ARMONIA è fondamentalmente quella di offrire all’animale un prodotto tecnologicamente avanzato in grado di preservarne la produttività (quali/quantitativa) ed il normale stato fisiologico. Per questo, ciascuna delle differenti tipologie di pellet (energetica, amidacea, proteica, fibrosa, etc.) costituenti i prodotti della linea ARMONIA è caratterizzata da uno specifico mix di materie prime, simili per categoria di appartenenza (cereali, proteaginose, etc.) e per modalità di lavorazione/macinazione. Questo consente di presentare all’animale un prodotto a velocità di transito (fermentescibilità) “modulata”. Ciò vuol dire che le differenti materie prime somministrate, per le quali vengono salvaguardate la struttura, la funzione e gli effetti sull’animale, percorreranno il digerente in tempi diversi ed assolveranno ciascuna alla funzione cui è preposta, proprio in virtù del fatto che ogni tipologia di pellet (specializzata e mirata allo svolgimento di una precisa funzione nutrizionale) è impostata per “lavorare” in maniera differenziata e specifica ma in un contesto “armonico” ed integrato. Latte e carne di qualità superiore I benefici della linea Armonia sono veramente molteplici. Tutti i fabbisogni nutrizionali sono perfettamente coperti, la somministrazione è agevole, variabile nel dosaggio esclusivamente in base alla produzione e al peso vivo dell’animale. In più si registra una migliore qualità e costanza delle produzioni di latte e carne e, sul piano economico, contribuisce ad ottimizzare il costo di razionamento giornaliero. Dott. Stefano Salerno Resp. Tecnico e Coordinatore team Ricerca&Sviluppo Dell’Aventino UNA RISPOSTA COMPLETA PER TUTTE LE FASI LINEA LATTE 909 SVEZZAMENTO 906 MANZE (*) • Sviluppo ottimale del rumine • Prevenzione delle dismetabolie enteriche • Accrescimento armonico • Sviluppo ottimale dell’apparato riproduttore (*) Il prodotto contiene mais e soia estrusi. 907 ASCIUTTA • Azione di stimolo sulla capacità di ingestione • Adeguata preparazione alla lattazione • Prevenzione delle principali dismetabolie post-partum Per tali motivi si è scelto di comunicare il progetto ARMONIA con un bovino stilizzato e con il rumine in buona evidenza, il tutto a formare un chiaro riferimento al celebre studio leonardesco sull’uomo vitruviano, simbolo per eccellenza di equilibrio ed armonia nelle proporzioni. Il prodotto risultante dalla miscelazione delle differenti e specifiche tipologie di pellets ha quei requisiti tecnologici di “aiuto gestionale” cui si accennava in apertura, estrinsecabile nella prevenzione/riduzione delle principali forme dismetaboliche (in primis acidosi) e nella salvaguardia dei parametri qualitativi delle produzioni. 911 LATTAZIONE 914 LATTAZIONE • Prevenzione delle principali dismetabolie produttive • Azione preventiva su zoppie e mastiti • Costanza del livello produttivo quali-quantitativo • Azione di stimolo sull’ingestione della sostanza secca LINEA CARNE 903 VITELLI 904 VITELLONI 905 VITELLI E VITELLONI Il miglioramento si misura • Azione di controllo delle principali dismetabolie alimentari • Salvaguardia della funzionalità ruminale • Costanza del livello produttivo quali-quantitativo • Azione di stimolo sull’ingestione della sostanza secca Le differenti tipologie di pellet costituenti i prodotti della linea ARMONIA, originariamente nate con un diametro di 3 mm, oggi sono passate a 5 mm. 7 Noi&Voi A domanda rispondiamo Volete saperne di più su un argomento che vi sta a cuore? Intendete soddisfare una curiosità? Inviateci i vostri quesiti per e-mail all’indirizzo [email protected] oppure per posta a Redazione Zoo-Zoom c/o Dell’Aventino srl, S.P. Pedemontana 8, 66022 Fossacesia (CH). Esperti e studiosi del settore saranno lieti di rispondervi dalle colonne di questa rubrica. Riportiamo in questo numero due interessanti temi che sono stati affrontati in azienda con alcuni nuovi clienti. Riteniamo che le questioni discusse possano essere di interesse generale e ricche di validi suggerimenti per molti nostri lettori. “Quali sono gli accorgimenti suggeriti per fronteggiare le problematiche legate alla conservazione dei mangimi?” Risponde la Dott.ssa Cristina Salvatore, in Dell’Aventino dal 2002 e dal 2007 Responsabile del Controllo Qualità “Come viene assicurata la consegna di mangime sempre di recente produzione ?” Risponde Antonio Bosco, in Dell’Aventino dal 1980 e Responsabile del Magazzino dei prodotti finiti dal 1997 Durante la stagione primaverileestiva l’innalzamento delle temperature ambientali, l’alto tasso di umidità, la scarsa aerazione nonché l’esposizione alla luce solare diretta favoriscono lo sviluppo di reazioni di lipoperossidazione, l’infestazione da parassiti delle derrate e l’ammuffimento. L’Azienda Dell’Aventino Mangimi è particolarmente attenta alle problematiche inerenti la conservazione dei prodotti finiti. Infatti, da sempre, esegue un’accurata selezione delle materie prime in ingresso ed un capillare monitoraggio durante la fase dello stoccaggio (periodica movimentazione - aerazione della merce -, rilevazione costante della temperatura in diversi punti della massa e misurazione dell’acqua libera). Da quest’anno, inoltre, esperti chimici e veterinari che collaborano nel laboratorio interno di autocontrollo stanno studiando i processi ossidativi negli alimenti di origine vegetale attraverso l’esecuzione di diverse prove sperimentali. La prevenzione è la migliore arma di difesa per cui è indubbiamente utile adottare alcune semplici norme precauzionali. Come già notificato nella comunicazione fatta pervenire nei mesi scorsi ai nostri clienti abituali e mirata a spiegare la corretta gestione dei magazzini e dei silos per una ottimale conservazione dei mangimi, consigliamo di pulire accuratamente le celle di stoccaggio (avendo cura di allontanare le polveri ed il materiale adeso alle pareti) antecedentemente il trattamento con prodotti ad attività insetticida-acaricida ed antimicotica-antibatterica. E’, inoltre, buona norma ripetere sempre le operazioni di pulizia prima di effettuare un nuovo scarico. Consigliamo, quindi, di arieggiare i silos nelle ore più fresche della giornata (fine serata), aprendo la bocchetta di ispezione (ricordarsi di chiuderla in caso di pioggia). Un’accurata pulizia prima di qualsiasi tipo di trattamento è il punto di forza anche per lo stoccaggio dei prodotti in confezioni. In quest’ultimo caso è imperativo togliere al più presto, qualora presente, il film estensibile utilizzato per avvolgere le pedane (evitando la loro sovrapposizione), aerare il locale di stoccaggio, evitare di esporre le confezioni alla luce solare diretta e non stoccare i mangimi nelle vicinanze di cereali e di prodotti e sottoprodotti di loro derivazione. Infine è auspicabile adottare una razionale rotazione dei prodotti stoccati. Ricordiamo che i Nostri prodotti sono controllati per il tenore in aflatossine. Tuttavia è di vitale importanza prendere coscienza del fatto che uno stoccaggio inadeguato può comportare lo sviluppo successivo di muffe produttrici di micotossine, soprattutto nel corso di stagioni particolarmente calde ed umide. La gestione del magazzino e dei lotti di produzione che lo costituiscono, risulta un tema di rilevante importanza per tutte le aziende produttrici di mangimi e, più in generale, dei prodotti alimentari. Il nostro obiettivo principale nell’ambito della consegna di mangime (mi riferisco a quello in sacchi) è quello di fornire un prodotto di recente produzione, affinchè la clientela finale possa usufruire pienamente dei 180 gg di vita dei prodotti prima della data di scadenza. Tutti gli alimenti zootecnici sono caratterizzati da una vita mediolunga poiché non si tratta di merce facilmente deperibile; ciò sia in relazione alle loro caratteristiche fisiche, che a quelle chimiche e microbiologiche.Tale aspetto, peraltro, consente la loro conservazione a temperatura ambiente senza l’ausilio della “catena del freddo”. Ovviamente, per chiunque abbia rapporti con le realtà produttive, risulta palese la necessità di avere minimi stock di prodotto in magazzino; ciò per poter essere rapidi nelle azioni di servizio al cliente il quale spesso impone una consegna tempestiva dal momento dell’ordine. Ciononostante è un nostro imperativo fornire mangimi di nuova-produzione e non scorte “invecchiate” nel magazzino. Tranne rarissime eccezioni (le quali sono sempre dettagliatamente monitorate!), dunque, il prodotto finito rimane in giacenza per un periodo di tempo non superiore ai 10 giorni. Si accennava a rarissime eccezioni perché, nella maggior parte dei casi, l’azienda Dell’Aventino organizza la sua produzione con modalità “a richiesta”, quasi “just in time” (metodologia quest’ultima ormai abbracciata da molte realtà produttive, soprattutto di prodotti alimentari). Tale approccio, fortemente orientato al cliente, impone una organizzazione del lavoro mirata che prevede anche il controllo della giusta rotazione delle merci in giacenza. Le tecnologie produttive hanno fatto passi da gigante; idem dicasi per i mezzi di trasporto. Tale aspetto di gestione, seppur aiutato dagli ausili informatici, necessita invece di un elevato buon senso degli operatori preposti e di una verifica costante dei lotti mirata a limitare il rischio di errore. La mia trentennale esperienza mi porta anche a consigliare i nostri affezionati clienti (allevatori e rivenditori) ad adottare in maniera assidua, quasi scientifica, la procedura di rotazione delle scorte (turn-over), soprattutto durante la stagione calda (primavera-estate). 8 Vita d’azienda Filo diretto tra Dell’Aventino ed i suoi collaboratori. “Sono entrato in Azienda nel 1990, subito dopo aver conseguito il diploma in ragioneria con indirizzo informatico, selezionato direttamente dal sig. Paride Dell’Aventino, papà degli attuali amministratori e che purtroppo non è più tra noi. Fu lui l’artefice della realizzazione dello stabilimento di Fossacesia. A tal proposito colgo l’occasione per dedicargli uno speciale ringraziamento perché sin dal primo giorno mi ha dato fiducia - nonostante la mia giovane età - e non mi ha mai fatto mancare il suo incoraggiamento. All’inizio del mio percorso lavorativo mi sono occupato del parco informatico dell’Azienda e nel corso degli anni ho implementato e ampliato tutta l’infrastruttura con diversi sistemi di automazione. Nel 1996 sono diventato Responsabile dei Sistemi Informativi. In questa veste ho portato avanti diversi progetti molto interessanti come l’automazione del flusso informativo tra i nostri impianti produttivi e l’amministrazione mediante fibra ottica. E’ ormai noto a tutti come la tecnologia negli ultimi anni abbia fatto notevoli progressi (internet, telefonia mobile, etc.) e posso affermare che ho sempre lavorato per far sì che l’Azienda fosse al passo con i tempi. Anzi, a volte, ho avuto la sensazione che fossimo addirittura più avanti !!! Ovviamente, se oggi l’Azienda Dell’Aventino è molto informatizzata in tutti i suoi reparti (scarico materie prime, etichettatura automatica prodotti finiti in linea, automazione flusso produttivo e reparto insacco, scambio dati in tempo reale amministrazione/produzione, laboratorio analisi con formulazione, automazione rapporti con la forza vendita, etc.), Andrea Pasquini. Dal 1990 in Dell’Aventino; Responsabile dei Sistemi Informativi, dell’Assicurazione Qualità e Responsabile Amministrativo. lo è anche per merito dei colleghi che hanno sempre saputo rimettersi in discussione. Sono stati capaci di adattarsi alle nuove soluzioni proposte ben comprendendo che alcune scelte erano finalizzate anche alla riduzione del loro margine di errore. Nel 2000, la Direzione mi ha affidato il compito di coordinare il Team che ha portato l’Azienda alla certificazione UNI EN ISO 9001 Edizione 2000. Sono diventato, quindi, Responsabile Assicurazione Qualità. Anche in quest’area l’Azienda è stata pronta a recepire l’importanza di assicurare i Sistemi di Qualità al fine di accrescere la cultura e il modo di lavorare di tutti i componenti dell’Azienda, sebbene tale requisito non fosse richiesto dalla nostra clientela né dalla normativa di settore. Nel gennaio 2006, ho assunto l’incarico di Responsabile Amministrativo. Ho accolto questa ulteriore mansione con entusiasmo, sempre con la voglia di progredire ma consapevole che affidabilità, serietà e fiducia sono solo alcune delle qualità indispensabili per accettare nuovi incarichi ed affrontare nuove sfide”. Andrea Pasquini “Ricordo ancora il primo giorno di lavoro; come dimenticare una tappa così importante nella vita di ogni persona! Sin dall’inizio della mia esperienza lavorativa, la mia esistenza è cambiata e poter contare su un impiego stabile e gratificante mi ha anche aiutato ad affrontare serenamente il futuro. Nel 1988, con il trasferimento nel nuovo impianto produttivo di Fossacesia, la qualità del lavoro è migliorata ma sono anche cresciute contestualmente le responsabilità; è stato necessario rimettersi tutti i giorni in discussione specialmente per l’evoluzione delle varie normative di riferimento in area amministrativa. Auguro a tutti i colleghi, soprattutto ai più giovani, di interpretare il lavoro - anche quello più operativo - con la consapevolezza che in Azienda ogni singola attività è importante e che mostrare le proprie qualità vuol dire sicuramente essere apprezzati. Di conseguenza, i complimenti permettono di costruire con serenità e soddisfazione il proprio futuro.” Clara D’Ottavio, impiegata amministrativa. Da anni si occupa di contabilità acquisti. Clara D’Ottavio, dal 1971 in Dell’Aventino. Fin dall’inizio si è mostrata una persona meritevole dell’estrema fiducia della Direzione e le sue qualità sono risultate indispensabili per affrontare i notevoli cambiamenti organizzativi dell’Azienda, resi necessari dal progredire del settore zootecnico e soprattutto dall’evoluzione degli ausili informatici. Il colloquio con Clara si conclude con una frase breve ma densa di contenuti. “All’azienda Dell’Aventino dico solo una parola: grazie.” “A fine luglio lascerò il lavoro e potrò dedicarmi completamente alla mia famiglia. Non so come mi sentirò; forse avrò un po’ di nostalgia all’inizio ma, in fondo, dopo aver lavorato una vita, credo non occorra tanto tempo ad abituarsi ai ritmi più tranquilli… dei pensionati!” Da parte sua, la Direzione non può che ringraziare la signora Clara per aver saputo interpretare al meglio i ruoli a lei assegnati e per aver sempre ripagato la fiducia in lei riposta. I colleghi le augurano un piacevole futuro e sperano di ricevere ogni tanto una sua visita in azienda! Queste le parole di Clara dopo aver rivelato ai colleghi la sua volontà di andare in pensione. 9 10 Azienda Agricola situata in Molise e che meritano certamente di essere approfondite in questa rubrica destinata ai “personaggi di successo”. Sotto i riflettori Allevatori, rivenditori e personaggi di successo alla ribalta. La qualità è servita Approfondiamo la conoscenza dell’Azienda Agricola Falcone di S.Elia a Pianisi, in provincia di Campobasso, che alleva bovini da carne. “Il vero punto di forza del mio mestiere sta nel fatto di aver accorciato la filiera, cioè di poter dare la possibilità ai miei clienti di vedere da vicino i capi, come essi vengono allevati e di permettere d’acquistare contestualmente un’ottima carne nella macelleria adiacente all’allevamento. Curo personalmente la macelleria oltre, naturalmente, a tutti i presupposti necessari per fornire a cuochi e massaie una invitante bistecca da portare in tavola.” Ci sono sembrate queste delle dichiarazioni interessanti, fatte dal sig. Luigi Falcone titolare dell’omonima “L’azienda è nata nei primi anni ’80 grazie a mio padre e si è sviluppata per circa dieci anni esclusivamente con un allevamento di conigli. Dal ’90 ho avviato personalmente l’allevamento di bovini da carne, all’inizio con pochi esemplari fino ad arrivare agli attuali 400. Non si può parlare di un vero e proprio passaggio generazionale per via della diversa famiglia di animali allevati ma, certamente, la passione si è rivelata determinante per proseguire un’attività di questo tipo. L’allevamento è misto, composto in prevalenza da capi derivanti da incroci di diverse razze, specialmente della rinomata Bleu Belga. Acquisto i vitelli di circa 10 giorni, li allevo e li porto fino al periodo di macellazione. La carne non solo viene venduta direttamente nella mia macelleria ma riforniamo altre rinomate macellerie della zona. Per tale motivo, ci tengo a controllare personalmente anche le fasi di trasporto dei capi in mattatoio affinchè io abbia la certezza che tutti i passaggi di lavorazione della carne siano gestiti al meglio. In quest’area c’è molta richiesta dei tagli di vitellone; gli incroci presenti in allevamento e la specifica alimentazione consentono di ottenere carni ottime per la preparazione soprattutto di piatti tipici molisani come ad es.‘la brasciola’, una larga fetta di carne arrotolata con un ripieno di uova sode e pancetta e che viene gustata a fette dopo aver dato vita anche ad un ottimo ragù!” Il sig. Luigi non nasconde il desiderio di veder crescere l’afflusso di clienti nel suo punto vendita: avrebbe così sempre più occasioni per mostrare le caratteristiche distintive del suo allevamento e, di conseguenza, della sua carne. “Ritengo che i risultati raggiunti in relazione alla qualità della carne, alla sua colorazione ed alla sua equilibrata marezzatura siano anche ascrivibili all’utilizzo dei mangimi Dell’Aventino (B6 Calf Starter per lo svezzamento, B97 e NB99 per la fase di ingrasso) oltre alla qualità del mais adottato e dei fieni di mia produzione somministrati a completamento delle razioni; posso sempre contare, tra l’altro, su una puntuale assistenza da parte dei Tecnici Alimentaristi dell’azienda Dell’Aventino”. Il sig. Luigi Falcone all’interno della sua macelleria Lascia anche intendere di voler scommettere sul futuro dell’a- zienda, a patto di trasmettere il testimone alla nuova generazione. “Ho 3 figli ma solo l’ultimo di 20 anni mostra la volontà di voler continuare l’avventura familiare. Prevedo che in questa zona gli allevamenti composti da diverse centinaia di capi tenderanno a diventare ancora più grandi mentre le piccole aziende andranno a scomparire. E’ per questo motivo che se mio figlio deciderà di sposare il progetto imprenditoriale di famiglia, non verranno meno ulteriori sacrifici ed investimenti”. Il sig. Giuseppe Moffa, noto rivenditore Dell’Aventino della zona (riv. Tirro Lina) insieme al sig. Luigi Falcone e a Giovanni Malatesta (storico agente di zona Dell’Aventino). Nei secoli fedele ! L’intervista si chiude con la grinta del sig. Luigi che resta in attesa della nuova leva per trasferirgli a pieno il suo coraggio ma anche il senso del duro lavoro quotidiano, necessari per fare della Qualità a tutto campo il pilastro di una gratificante attività professionale. ebbe modo di approfondire il rapporto con i fratelli Guido e Paride Dell’Aventino, sempre imperniati su rispetto reciproco e cordialità.” Queste sono state le prime frasi pronunciate da Antonio Damiani (Tonino per gli amici) che ha continuato il suo racconto spiegando che per un decennio spinto dall’entusiasmo dei suoi 18 anni e da uno spirito imprenditoriale libero, ha raggiunto personalmente a bordo dei propri autocarri il vecchio mangimificio Dell’Aventino, desideroso di fare esperienze nuove e sviluppare direttamente nuovi contatti umani. “Nell’immediato dopoguerra, precisamente nel 1946, mio padre, veterano nel suo mestiere - discendente da “Sotto i riflettori” la Ditta Cereali Damiani di Isernia che dal 1965 è cliente Dell’Aventino. “Il racconto della storia della nostra azienda potrebbe iniziare con quello che potremmo definire un segno del destino. Nel 1964 mio padre Fernando, in occasione di un mercato, vide esposto un nuovo tipo di mangime e provò a chiamare il numero riportato sulle confezioni. Mai telefonata fu più produttiva per entrambi gli interlocutori. A quel numero rispondeva il centralino dell’azienda Dell’Aventino Mangimi, da poco fondata. Da allora, parliamo degli inizi del 1965, nacque una collaborazione commerciale che, di generazione in generazione, si è protratta fino ai giorni nostri. Ricordo ancora il rappresentante che ci visitava periodicamente a bordo di una bellissima A112 blu completa di logo Dell’Aventino! Allora commercializzavamo solo mangime per polli. Mio padre, Isigg.riFernandoeAntonioDamianiinsiemeaGiovanniMalatesta(storicoagentedizonaDell’Aventino)fotografavenditore di cereali, nel tempo ti nella nuova rivendita situata in zona Le Piane ad Isernia. 12 generazioni di commercianti di cereali - decise di trasferire la sua già avviata attività dal centro storico di Isernia in un nuovo punto vendita in Corso Garibaldi, presso la stazione ferroviaria. Allora quella era un’area quasi periferica ma che nel tempo ha assunto una valenza strategica per le attività commerciali della città. Tale sede è stata attiva fino allo scorso anno quando a causa dell’ormai scarso spazio a disposizione per lo stoccaggio della merce, si è reso necessario il trasferimento alla nuova sede di Viale 3 marzo 1970, in zona Le Piane. Dal 2006 è iniziato un nuovo percorso commerciale ma senza trascurare i punti fissi della consolidata attività. Essa oggi si svolge in una rivendita moderna, con un’esposizione dei prodotti ben curata. Risulta evidente come grazie ad un locale più spazioso e ad un enorme magazzino di stoccaggio, siano stati abbracciati anche nuovi settori merceologici, alcuni fino a ieri impensabili da gestire. La gente si trattiene di più all’interno della rivendita e non manca l’occasione per instaurare con i clienti un rapporto più approfondito.” Questo è quanto aggiunge Tonino con una visibile nota d’orgoglio. Oggi l’azienda Damiani è Diploma di “fedeltà commerciale”, composta da Tonino (il tirilasciato dall’azienda Dell’Aventino tolare) e da due dipendenti. dopo 25 anni di collaborazione. Il sig. Fernando - ormai in pensione solo sporadicamente frequenta il nuovo punto vendita ma non ha voluto far mancare la sua presenza in occasione di questo servizio per ZooZoom. I clienti del negoVecchia fattura Dell’Aventino risalente ai primi anni ’70. zio Damiani utilizzano con estrema fiducia i prodotti Dell’Aventino ed oltre ai tradizionali mangimi “da rivendita” (es. per Polli, Conigli, Ovaiole e Tacchini) ed alla Linea Pet Food non è stato trascurato lo sviluppo del mercato dei prodotti destinati ai “grandi animali”, specialmente bovini. Questo grazie anche alla ventennale azione di servizio ed assistenza al cliente fornita da Giovanni Malatesta, storico e fedele agente di zona Dell’Aventino. Il giovane figlio di Tonino (che porta il nome del nonno) forse un domani continuerà la tradizione di famiglia ed è certo che ci sarà qualche suo coetaneo con il cognome Dell’Aventino pronto a proseguire questa storica collaborazione. Infine sono state stabilite le soglie di intervento per le diossine e per i PCB diossina-simili ossia dei valori limite inferiori rispetto a quelli legali ed il cui superamento impone all’operatore l’obbligo di individuare la fonte di contaminazione e di adottare misure appropriate (dove possibile) per ridurla o eliminarla. A rigor di legge Salmonella Enteritidis, Typhimurium, Hadar, Virchow e Infantis: Piano Nazionale di Controllo. Come essere informati e districarsi tra norme e regolamenti. • Le infezioni da Salmonella nell’uomo rappresentano una delle principali malattie di origine alimentare in Italia e negli altri Paesi industrializzati. In particolare, le uova e tutti gli ovoprodotti sono i prioritari vettori dell’infezione. Come noto, il Libro Bianco ed il Regolamento 178/2002 sottolineano l’importanza dei controlli lungo la filiera per garantire una crescente salubrità degli alimenti (“from farm to fork” ossia “dal campo alla tavola”). Da qui nasce il Decreto 26/02/2007 (validità triennale dal 01/01/2007 al 31/12/2009) che definisce il “Piano nazionale di controllo di Salmonella Enteritidis, Typhimurium, Hadar, Virchow e Infantis nei gruppi di riproduttori della specie Gallus Gallus condizioni e modalità di abbattimento”. Il Piano stabilisce delle misure di controllo che si espletano nel campionamento, abbattimento o macellazione dei capi positivi e vaccinazione dei riproduttori purché non eseguita con vaccini vivi, indistinguibili dai ceppi di campo. Sostanze e prodotti indesiderabili nell’alimentazione degli animaliaggiornamenti normativi • I Decreti 10 gennaio 2007 (attuazione delle Direttive 2005/86/ CE, 2005/87/CE e 2006/13/CE della Commissione, modificanti la Direttiva 2002/32/CE) apportano importanti modifiche al Decreto legislativo 10 maggio 2004 n. 149 relativamente alle sostanze indesiderabili nell’alimentazione degli animali. In particolare, a far data dal 21/03/2007 è cambiato il contenuto massimo ammissibile di piombo, fluoro, cadmio e canfene clorurato. Il 27/04/2007 sono entrate in vigore modifiche per le diossine e nuovi limiti per la somma di diossine e PCB-diossina simili. 13 Gianluca Ricciuti Laureato in Architettura. Si occupa di marketing e ha collaborato con importanti aziende italiane. Dal gennaio 2006 è Brand Manager in Dell’Aventino e responsabile di tutta la comunicazione istituzionale dell’impresa. Area marketing Studi, analisi, ricerche e consigli per puntare sempre più in alto. Stand fieristici, lo specchio dell’identità di marca L’immagine, invece, è il processo di costruzione (conscia e inconscia) che un osservatore - ad esempio un cliente, un fornitore, una istituzione, etc. - si trova a fare quando viene a contatto con qualche elemento dell’espressione della citata identità aziendale. Quest’ultima viene manifestata con tutti gli elementi del corredo comunicativo: pagine pubblicitarie, articoli redazionali, oggetti promozionali, documentazione tecnica, documentazione promozionale e, non meno importanti, gli stand fieristici. Gli stand, in genere, non sono pensati quindi per “fare Il sistema degli allestimenti e la presentazione dei prodotimmagine”; essi sono progettati per esprimere e veicolare ti dentro spazi comunicativi sono una questione di primo un pensiero strategico aziendale. piano nell’ambito di un progetto di comunicazione. In Dell’Aventino si sta cercando di coordinare al massimo Gli stand si collocano per definizione nell’ambito dell’argli elementi del corredo comunicativo. Non è un caso che chitettura effimera (come ad es. le scenografie per eventi, nello stand di Napoli (in parte anche in quello di Noci) è gli allestimenti per convention, etc.) ma l’aggettivo “effistata fatta un’azione sinergica tra comunicazione pubblimero” si intende solo per il carattere legato alla “breve citaria, comunicazione tecnica e realizzazione dello stand. durata”, non certo per l’entità del potenziale di veicolaL’Azienda, in linea con il proprio zione del “significato dei messagobiettivo strategico, vuole essere gi”. vissuta come un’organizzazione E’ interessante affrontare questo che esprime un prodotto-servizio tema dopo alcuni appuntamenti di in grado di permettere di ottenere settore degli ultimi mesi che hanno degli alimenti di alta qualità (latvisto la presenza di tutte le aziente, carne, uova, etc.) ed è a questo de leader nel mercato italiano deconcetto che la comunicazione gegli alimenti zootecnici. nerale sta mirando e mirerà semIn particolare esaminiamo in quepre più in futuro. sta sede le partecipazioni dell’AE’ stata superata la volontà di zienda Dell’Aventino alla prima auto-connotazione ad azienda edizione della Fiera AgroSud, tenuall’avanguardia nella produzione tasi lo scorso febbraio a Napoli nel di pellets e di fioccati o di strutquartiere Oltremare ed all’interestura dotata di una tecnologia mosante Mostra Bovina Interregionadernissima. Questi elementi sono le del Centro-Sud tenutasi presso ormai da anni parte indiscutibile il nuovo foro boario di Noci (BA) del DNA aziendale. organizzata lo scorso aprile dalle La minima esposizione di mangiAPA di Bari e Taranto, . mi, peraltro, è stata effettuata in Innanzitutto è preferibile “liberapiatti in vetro, per enfatizzare il re il terreno” da alcuni equivoci concetto di “trasparenza nelle forche, nel linguaggio comune, tenmulazioni” e di “pasto equilibrato” dono a prendere il sopravvento; ci si riferisce all’uso improprio che Mauro Izzo e Carmine Sellitto (agente e “storico” da fornire agli animali. Sono stati capoarea Dell’Aventino) all’interno dello stand spesso viene fatto del termine realizzato in occasione della Fiera AgroSud di Napoli. collocati quasi “in vetrina”. Ad ogni modo, non sono da sotto“immagine”. Spesso viene asserivalutare gli obiettivi specifici definiti per la partecipazioto: “…è una questione di immagine!” oppure “…punta ne a queste due manifestazioni e che generalmente ventutto sull’immagine!”. gono stabiliti per quasi tutte le partecipazioni fieristiche: All’interno delle aziende, in alcune più e in altre meno visibilità della marca, affermazione di una presenza su consapevolmente, si tende a lavorare sul concetto di idenun determinato territorio e pubbliche relazioni con la clitità e cioè su come la “missione” aziendale riesca a prenentela. dere forma per poter essere poi comunicata all’esterno. 14 maggior parte delle linee di prodotto aziendali, utilizza l’ironia dei titoli a suggello di alcuni concetti visualizzati con i prodotti destinati alle tavole dei buongustai. Nello stand di Napoli in particolare, le strutture, i materiali, le forme sono state concepite in funzione della fruibilità, della distintività, della buona visibilità del valore connotativo, senza trascurare però il lancio della nuova linea di prodotto denominata ARMONIA. L’allestimento è stato concepito come spazio “aperto” per enfatizzare il “racconto” delle aree di business, senza riservare degli spazi chiusi ai contatti commerciali. La pulizia formale, la luminosità, il rilievo dato alla grafica (specie alla nuova linea di mangimi) hanno fatto da contorno ad un angolo riservato alla degustazione di prodotti realizzati da un importante cliente campano, rinomato trasformatore di latte. Nicola Defilippis (agente), il Dott. Albanese (capoarea) e Cosimo Amatulli (agente) nello stand Dell’Aventino alla Fiera di Noci. Il processo di comunicazione a cui si accennava sarà lungo e dispendioso e mirato ad una rinnovata percezione della marca Dell’Aventino e passerà sempre per delle integrate ed oculate politiche di prodotto, di servizio oltre che di comunicazione. Per tale aspetto nelle partecipazioni fieristiche si è cercato di dare rilevanza assoluta soprattutto alla nuova campagna pubblicitaria multi-soggetto che, evidenziando la Per quanto sopra detto, ci si augura che gli aspetti legati all’identità di marca possano sempre più essere compresi da Enti organizzatori, da segreterie organizzative o da società demandate alla riuscita dei singoli eventi. Troppo spesso il necessario “servizio agli espositori” è messo in secondo piano. Gli stand, talvolta, tendono ad essere “standardizzati” con il risultato di uno snaturamento della “sana competizione comunicativa” tra le varie e diverse realtà aziendali. OTTOBRE 2007 Nota bene • AGRILEVANTE Biennale internazionale delle macchine, impianti e tecnologie per la filiera agricola Bari - 18/21 ottobre 2007 In ogni numero i principali appuntamenti del periodo per essere sempre aggiornati e al passo con i tempi. • VIII WORLD BUFFALO CONGRESS c/o l’Hotel Crowne Plaza Congress Centre Caserta - 19/22 ottobre 2007 SETTEMBRE 2007 • 62a FIERA INTERNAZIONALE DEL BOVINO DA LATTE CremonaFiere S.p.A. Cremona - 25/28 ottobre 2007 • FIERAVICOLA Mostra internazionale avicola e cunicola Fiera di Forlì - 26/29 settembre 2007 15 P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA Dell’Aventino S.r.l. Industria Mangimi 66022 Fossacesia (CH) S.P. Pedemontana, 8 Tel. 0872.62.211 r.a. Fax 0872.62.00.05 [email protected] [email protected] www.dellaventino.it Poste Italiane - Tariffa pagata - P.D.I. Aut. DCB / Pescara/PDI/0199/2004 valida dal 24/05/04