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Notizie
Marzo 2010
Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini
presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore.
1° Marzo 2010
◙ Grazie alla generosa disponibilità di un vecchio amico, da una vita instancabile
collezionista di periodici d’epoca (non vuole essere menzionato e neppure ringraziato
nell’apposita pagina, per non finire nel mirino degli immancabili postulanti, tanto
importuni quanto insistenti), abbiamo recuperato una lunga intervista concessa dalle
sorelle Lescano quando erano all’apice del successo. Essa è andata ad arricchire la
sezione bibliografica del nostro corposo Archivio del sito, di cui abbiamo parlato più
volte in questa sede per illustrarne gli scopi e la destinazione finale.
L’intervista ha un taglio alquanto leggero e a tratti scherzoso, tuttavia contiene qua e
là informazioni di notevole importanza, che hanno tutta l’aria di essere attendibili.
Questo passo, ad esempio, è illuminante circa i rapporti delle tre sorelle con la
musica, prima che il M° Carlo Prato le “scoprisse”:
Interessante è poi apprendere che nei primi due anni di attività in Italia le Lescano
lavorarono quasi “segregate” negli studi torinesi di registrazione della CetraParlophon o di trasmissione radiofonica in diretta dell’EIAR («Ci facevamo vedere il
meno possibile»). Gli spettacoli nei teatri vennero solo in seguito, anzi una delle
sorelle ci precisa che la prima esibizione davanti al pubblico avvenne a Trieste,
seguita da altre a Cortina, Stresa e Sanremo. Sarebbe naturalmente una bella cosa
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ritrovare nella stampa locale del tempo l’eco di questi primi concerti dal vivo delle
olandesine, ormai diventate nell’Italia di allora delle celebrità, ovunque osannate...
L’intervista conferma soprattutto ad abundantiam il ruolo decisivo avuto da Eva,
l’energica madre-impresaria delle Lescano, non solo nella vita privata ma anche nella
carriera artistica delle figlie. Ufficialmente questa sgraziata donnona rimase sempre
nell’ombra (anche perché, essendo ebrea, non le conveniva mettersi troppo in
mostra), ma la sua ingombrante presenza traspare da più di un’affermazione delle
ragazze. Si veda, tanto per dirne una, cosa dichiara Caterina al giornalista che le
chiede se pensa un giorno di sposarsi: «Nossignore [...], non c’è pericolo. Per adesso
non ci penso neppure. Debbo lavorare e fare tanti soldi per la mamma [il corsivo è
nostro]». Ma c’è di più. La peperina Giuditta sbotta ad un certo punto: «[Abbiamo
anche ricevuto] richieste di cantare in pubblico fin dal Nord America, patria del
jazz...». Vien da chiedersi perché mai le Lescano abbiano sempre rifiutato proposte
così allettanti, che potevano imprimere alla loro carriera un decisivo salto di qualità;
di qui nasce il sospetto che ci sia dietro la volontà della madre, forse restia, per chissà
quali motivi, a varcare l’Oceano e abbandonare, magari per sempre, la vecchia
Europa.
Non è infine da escludere che ci sia ancora lo zampino di Eva dietro una strana frase
pronunciata da Sandra. All’intervistatore che le chiede quale sia la loro nazionalità,
essa risponde che «il Papà era ungherese e la mamma è olandese [i corsivi sono
nostri]». L’iniziale maiuscola e il passaggio nel verbo dall’imperfetto al presente
indicano che la maggiore delle sorelle era convinta che il padre fosse deceduto. Noi,
però, sappiamo per certo che all’epoca dell’intervista Alexander Leschan era ancora
vivo, sia pure in pietose condizioni a seguito del grave infortunio sul lavoro subito
alla fine degli anni Venti, che doveva averlo reso del tutto invalido (morirà, in
miseria, solo nel 1945). Se è difficile credere che delle figlie, allora in condizioni
economiche floride, abbiano volontariamente abbandonato al suo triste destino il
proprio genitore, non è affatto azzardato ipotizzare che sia stata proprio la madre,
scaltra e priva di scrupoli, a far loro credere che fosse defunto. In questo modo essa
aveva tolto di mezzo un inutile intralcio alla frenetica (e ben remunerata) attività
canora delle figlie. Le quali erano diventate delle vere “galline dalle uova d’oro” non
solo per la Radio del Regime e l’associata Casa discografica, ma anche per lei stessa.
Avendo conosciuto in gioventù la dura e spietata vita del circo, Eva de Leeuwe in
Leschan doveva apprezzare fin troppo il profumo, per lei nuovo e inebriante, dei
molti soldi guadagnati dalle figlie: a nessun costo bisognava turbare, con sciocchi
sentimentalismi, la loro spensieratezza giovanile, così redditizia. E quanto al marito
cristiano, più vecchio di lei di 15 anni, Eva lo aveva probabilmente considerato a tutti
gli effetti già morto il giorno stesso in cui, per la famiglia, era ormai diventato solo un
peso.
2 Marzo 2010
◙ Mail della nostra collaboratrice Lea, alla quale abbiamo passato l’intervista alle
Lescano (quella di cui si è parlato nelle Notizie di ieri), affinché potesse commentare
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a sua volta questo nuovo e importante documento da poco ritrovato, riagganciandosi
a quanto ha scritto in precedenza nelle Notizie del 1° Dicembre 2009: «Pur trovando
le osservazioni del Curatore ben argomentate e plausibili, non me la sento di
condividere la sua severità nei confronti della madre delle nostre cantanti. A conti
fatti sappiamo ben poco di Eva de Leeuwe, inoltre le foto che di lei ci rimangono
evocano, a mio giudizio, più l’immagine della mamma-chioccia che quella di una
tirannica madre-padrona. Si veda, ad esempio, l’istantanea scattata al mare,
verosimilmente alla fine degli anni Trenta: l’espressione di Eva, che per una volta
abbozza un timido sorriso, e il tenero gesto con cui abbraccia le proprie figlie mi
paiono denotare sentimenti di affetto e protezione, e non, al contrario, un
atteggiamento di possesso o dominio.
Bisogna poi tener presente che, a quanto si sa, Alexander Leschan non era affatto uno
stinco di santo. Pur non essendo un Adone (era oltretutto molto basso di statura)
doveva essere un incorreggibile donnaiolo, al pari di altri scatenati “piccoletti” (si
pensi a quell’autentico mandrillo di Mickey Rooney, con all’attivo ben otto mogli, fra
cui la bellissima Ava Gardner, più innumerevoli avventure extraconiugali). È
significativo che Alexander sia sempre stato costretto (magari obtorto collo) a
contrarre matrimoni “riparatori”: prima, nel 1901, con Helena, figlia del suo datore di
lavoro (la quale, prima delle nozze, gli aveva già dato due figlie), poi, una volta
rimasto prematuramente vedovo, con Eva, nel 1910. Quest’ultima, ancora
giovanissima, era stata sedotta dal già maturo contorsionista-acrobata-pagliacciocascadeur, dal momento che mise al mondo la sua primogenita, Alexandra, solo 22
giorni dopo le nozze.
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Alexander Leschan, nel ruolo di clown,
agli inizi del suo matrimonio con Eva de Leeuwe.
Tutto questo per evidenziare la possibilità – per non dire la probabilità – che l’unione
di Alexander con Eva, proprio per le continue “scappatelle” del primo, fosse già
naufragata da un pezzo quando capitò all’uomo l’incidente che sappiamo. Questo
spiegherebbe l’indifferenza della donna per la sorte toccata all’ex-marito, tanto più
che essa, da ebrea praticante, doveva seguire il principio biblico dell’occhio per
occhio. Non si può comunque escludere che Eva, semplicemente, ignorasse ciò che
era capitato ad Alexander dopo la loro definitiva separazione.
In conclusione sono incline a pensare che la madre delle Lescano, ritrovatasi poco più
che trentenne sola con tre figlie a carico, due delle quali adolescenti e una ancora
bambina, abbia deciso di cambiar vita. Sulla sua famiglia d’origine, a quanto pare
piuttosto rispettabile, non poteva più contare, perché era stata di certo diseredata il
giorno in cui, incinta e ormai prossima al parto, aveva dovuto maritarsi con un
cristiano, per di più umile artista di circo. Così la solida Eva, buttatasi dietro le larghe
spalle il passato, si era inventata una nuova professione, quella di manager di
Alexandra e Judith, diventate prestissimo (senza dubbio alla scuola del padre) delle
provette ballerine acrobatiche. L’incontro col fascinoso impresario torinese Enrico
Portino, destinato ad avere un ruolo fondamentale nella vita sia delle figlie che sua
propria, avrà accentuato ulteriormente il distacco affettivo della donna dai suoi vecchi
legami: quando avrà detto alle figlie che per lei il loro Papà era da tempo morto e
sepolto, sotto sotto non mentiva affatto».
3 Marzo 2010
◙ Mail di Sandro in relazione al commento di Lea, pubblicato ieri: «Pur senza averne
titolo, vorrei azzardare anch’io un parere sulle vicende dei genitori delle Lescano. Per
antica esperienza familiare, sono d’accordo con quanto dice Lea a proposito
dell’impossibilità, per Eva, di contare sulla sua famiglia di origine, in quanto sarà
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stata di certo ripudiata e diseredata dai suoi familiari il giorno in cui, nell’imminenza
del parto, aveva dovuto maritarsi con un cristiano. Il mio nonno materno, dipendente
delle Ferrovie dello Stato a Parma, conobbe (per telegrafo) mia nonna, telegrafista
delle Regie Poste a Roma. I due s’innamorarono e si poterono sposare solo dopo aver
superato mille difficoltà. Infatti, mentre mio nonno era cattolico, mia nonna era ebrea
e la sua famiglia, attaccatissima alle proprie tradizioni e alla propria fede, era
assolutamente contraria alla loro unione. I familiari di mia nonna riuscirono persino a
far trasferire il suo promesso sposo a Paola, in Calabria (era il 1894!), ma il legame
tra i due innamorati, anziché affievolirsi, si rafforzò. Due anni dopo, quando nonno
riuscì a farsi trasferire a Roma, si sposarono. Mia nonna non ebbe nulla della dote che
tutte le ragazze ebree portavano, ma mio nonno se ne fregò allegramente: voleva solo
lei. Ebbero nove figli».
◙ Renato ci segnala che su eBay ferditrilly vende il raro disco GP 93065 (1939),
contenente la canzone di Santafè-Di Roma Autunno, l’unica incisa da Fedora
Mingarelli col Trio Lescano. Chi decidesse di acquistare tale disco è cordialmente
invitato a contattarci.
4 Marzo 2010
◙ Riferendosi a quanto ha scritto Lea nella sua mail del 2 Marzo scorso, un lettore ci
chiede: «Se è vera l’ipotesi che ad un certo punto Eva, stanca delle continue infedeltà
del marito, decise di separasi per sempre da lui, perché mai si trovò costretta – come
afferma Lea – ad “inventarsi una nuova professione” per mantenere sé stessa e le tre
figlie? Non ne aveva già una, di professione? Tutte le fonti, infatti, incluse le più
affidabili, sono concordi nell’affermare che la donna era operettezangeres, ossia
cantante di operette, e all’epoca della presunta separazione dal marito doveva essere
“poco più che trentenne”, un’età in cui un’artista del genere non pensa certo a
cambiare mestiere...».
Il quesito del nostro attento amico è quanto mai pertinente e, a suo tempo, ce lo siamo
posto anche noi. A complicare le cose c’è da dire che, per quante ricerche siano state
fatte in Olanda nella stampa e negli archivi teatrali dell’epoca, non è stata finora
trovata alcuna traccia di una Eva de Leeuwe o Eva Leschan cantante di operette.
Abbiamo quindi concentrato la nostra attenzione sul termine operettezangeres: i
nostri corrispondenti del posto ci hanno chiarito che il termine indica l’attività di Eva,
ma non il luogo preciso dove lei la esercitava. In altre parole essa cantava sì arie di
operette, ma non necessariamente intere operette in un teatro, con tanto di orchestra e
relativo direttore – come saremmo indotti a pensare di primo acchito. Ma allora dove
si esibiva la nostra Eva? A suggerirci una possibile risposta è stata questa rara
immagine, dove si vede Alexander ed Eva impegnati in un loro numero, nel circo
dove lavoravano e vivevano (la foto potrebbe risalire alla metà degli anni Dieci del
Novecento):
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La didascalia della foto dice che i due stanno
interpretando un «Original parodie-act»: ecco
dunque in quale ambiente e in quali circostanze
Eva può aver cantato brani di operette o, più
verosimilmente, parodie di tali brani. Essa lavorava
quindi come spalla del marito-clown, facendo il
verso, appollaiata su una specie di un alto trespolo,
alle più famose artiste contemporanee dell’operetta
e del varietà. Ciò significa che non era, come
cantante, del tutto autonoma, ma dipendeva da
Alexander, un artista di circo indubbiamente
versatile, talentuoso e anche, nei suoi giorni
migliori, assai conosciuto, visto il numero di
cartoline pubblicitarie a lui dedicate.
Una volta separata dal marito Eva fu di conseguenza obbligata a trovarsi un’altra
occupazione, anche perché è praticamente certo che non fosse una cantante colta, in
grado cioè di leggere uno spartito: essa doveva limitarsi a cantare ad orecchio (che
avrà senz’altro avuto eccellente), tant’è vero che non fu mai in grado di impartire alle
figlie, ben più dotate di lei (del che Eva si sarà subito accorta), alcuna istruzione
musicale. Al massimo le avrà addestrate fin da piccole a cantare d’istinto, dato che
nel mondo del circo è tradizione che nessuna abilità innata vada mai sprecata. Si veda
al riguardo ciò che Sandra dichiarò nell’intervista di cui abbiamo parlato nelle Notizie
del 1° Marzo scorso.
5 Marzo 2010
◙ Alessandro ci ha inviato altre quattro foto di cantanti di nostro interesse, tutte di
ottima definizione. Le abbiamo prontamente restaurate e incluse nelle biografie dei
relativi artisti:
Nell’ordine: Norma Bruni, Oscar Carboni, Lina Termini e Fausto Tommei,
tutti agli inizi della loro carriera.
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◙ Da qualche tempo su eBay il venditore ferditrilly (100% Feedback positivo) offre,
assieme a vari altri, dei dischi piuttosto rari del Trio Lescano, come GP 93065 con
Autunno e Fate la carità di un po’ d’amore (senza il Trio Lescano), IT 831 con Fa’
una fischiatina e Se una stella in ciel cadrà e IT 1103 con Signorina Ticchettì e La
Pensione do-re-mi. Tutti questi dischi sono in buone o anche ottime condizioni di
conservazione e i loro prezzi di partenza variano da un minimo di € 29,99 ad un
massimo di € 49,99. Tutto bene, a parte il fatto che nelle inserzioni le foto delle
etichette dei suddetti dischi sono molto sfocate e illeggibili, quindi del tutto inutili. Il
nostro collaboratore Paolo ha scritto a ferditrilly per chiedergli se non fosse possibile
rimediare a questo inconveniente e si è visto rispondere: «purtroppo non dispongo di
una macchina fotografica digitale molto buona, mi spiace». Unbelievable but true! –
come dicono in casi del genere gli anglosassoni…
P.S. - Oggi tutte le macchinette fotografiche digitali, incluse le più economiche,
quelle che costano poche decine di euro, dispongono della funzione macro, di uso
facilissimo. Forse questo dettaglio è sfuggito a ferditrilly: se ci contatta, gli
spiegheremo volentieri come si fa a scattare delle foto perfette di etichette di dischi, a
circa 30 cm di distanza.
6 Marzo 2010
◙ Mail di Roberto: «Sono stato alla Biblioteca Nazionale e ho potuto trovare quello
che mi avevate segnalato sulla rivista Viva la Radio al Teatro Verdi di Firenze. C’è
soltanto da annotare che lo spettacolo andò in scena dal 26 al 29 Ottobre compresi
(1939). Peccato che La Nazione riportasse soltanto piccoli trafiletti al riguardo. Ho
fatto fare la scansione dei due giorni nei quali erano menzionate anche le Lescano (v.
Appendice 1). Le rappresentazioni giornaliere erano due: alle 16,15 e alle 21,15. Tra
qualche giorno proverò a cercare qualcosa sull’ultima presunta trasmissione
radiofonica del Trio Lescano nel Settembre del 1945».
Ringraziamo di cuore l’amico Roberto per questa sua ennesima prova di ottima
collaborazione. Per parte nostra osserviamo che nel secondo trafiletto de La Nazione
il recensore (senza dubbio ligio alle direttive del Regime) dice che il «pubblico
foltissimo» ha particolarmente apprezzato il «jazz magnifico» dell’Orchestra
Angelini. Si trattava indubbiamente di un jazz edulcorato, come lo era in genere
quello suonato dai musicisti bianchi, ma resta il fatto che la musica d’Oltreoceano, in
pratica, non era poi così invisa al Fascismo, come comunemente si sostiene...
◙ Paolo ha reperito, tramite un sito argentino, un’essenziale ma utile scheda
biografica su Emilio Livi, tratta dal Diccionario Biográfico Italo-Argentino (1976):
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Stiamo facendo tutto il possibile per tentare di ottenere da Buenos Aires, dove è
sepolto, una foto della tomba del nostro cantante, indimenticabile interprete di tante
stupende canzoni del passato, fra le quali ci piace ricordare Fascino slow, Non
dimenticar le mie parole, Sonia e Tu che mi fai piangere, tutte incise nel 1937
assieme al Trio Lescano.
Emilio Livi (Firenze, 1902 - Buenos Aires, 1973).
7 Marzo 2010
◙ Nel blog [http://mauriziozaccaro.myblog.it/album/le-ragazze-dello-swing-backstage/page1/]
del regista Maurizio Zaccaro sono state recentemente pubblicate altre 27 foto, scattate
sul set della miniserie Le ragazze dello swing, la cui programmazione su Rai Uno
dovrebbe ormai essere imminente. Queste immagini confermano in pieno quanto è
già stato scritto al riguardo su questa pagina nei giorni 23/25 e 28 Gennaio scorso.
Guardando con attenzione tutte le foto dei due album finora pubblicati, si comprende
cosa intenda effettivamente Zaccaro quando scrive, sempre nel suo blog: «Nel
realizzare film ambientati in epoche lontane dalla nostra non credo necessario
rappresentare fedelmente l’ambientazione, le pose, i costumi o, peggio ancora,
trovare improbabili “sosia” di personaggi noti. Credo invece sia più necessario
evocare quell’epoca, con tutti i suoi valori e le sue contraddizioni. In questa sottile
differenza fra “rappresentazione” ed “evocazione” si gioca tutta la partita fra il
posticcio e il vero della “mise-en-scène”». Bellissime parole, che è impossibile non
condividere: peccato solo che – come recita il proverbio – tra il dire e il fare ci sia
dimezzo il mare. O meglio, nel caso de Le ragazze dello swing, l’oceano...
9
8 Marzo 2010
◙ Un nuovo amico, Cesare B., che si definisce un «modesto collezionista di vecchi
dischi a 78 giri», dopo averci rivolto dei calorosi complimenti per il nostro lavoro di
ricerca nonché di catalogazione e sistemazione dei tanti materiali raccolti nei quasi
due anni di vita del sito, ha pensato bene di offrirci un suo contributo, inviandoci le
foto di tutte le etichette dei dischi originali (una dozzina) del Trio Lescano in suo
possesso. Tra di essi non ci sono rarità, nondimeno Cesare ha nella sua collezione il
disco DC 4036, la cui etichetta ci mancava. Si tratta della riedizione, realizzata nel
1941, del disco GP GP 93062 (1939), contenente Firenze sogna e Tango del mare.
Questo disco, di grande successo, fu nuovamente ristampato (nell’immediato
dopoguerra?) con la sigla TT 9001. Ecco le tre etichette ora presenti nel nostro
Archivio del sito:
Ringraziamo Cesare per questo suo primo apporto e gli diamo il più cordiale
benvenuto nel team dei nostri collaboratori.
9 Marzo 2010
◙ Il nostro collaboratore Francis, giovanissimo ma pieno di entusiasmo e in gamba
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come pochi altri, dopo un periodo di relativa calma, dovuto solo ad impegni di studio,
è tornato alla ribalta con un contributo di “peso” decisamente consistente: un
malloppo di ben 52 Mb! Ecco di che si tratta. Egli è riuscito ad entrare in possesso
del libretto di Pietro Osso, Interviste ai divi della Radio, Milano, Casa Editrice
“Albore”, 1941, lo ha scansionato per intero con ogni cura, adottando una risoluzione
ottimale, e quindi ce lo ha offerto al fine di arricchire l’Archivio del sito. Lo
ringraziamo vivissimamente a nome di tutti gli appassionati.
Questa graziosa operina consta di 16 pagine di testo più quattro di copertina, e
intende essere una rassegna dei protagonisti più in vista della Radio agli inizi degli
anni Quaranta. Ogni pagina di testo contiene infatti il ritratto di un singolo artista o di
una formazione canora, realizzato nella classica forma dell’intervista, forse
immaginaria, dato che le dediche degli intervistati sono indirizzate genericamente alla
Casa Editrice e non all’Autore delle interviste, Pietro Osso. I testi hanno tutti un tono
più liricheggiante che informativo, e scadono spesso nella retorica patriottarda, così
cara al Regime. Ma sono pur sempre documenti significativi per cogliere lo “spirito”
di quell’epoca lontana, senza contare che le foto, autografate, sono per lo più belle e
non di rado mai viste in precedenza. Così è, ad esempio, per quelle di Alfredo Clerici
ed Ernesto Bonino, che appaiono qui quasi... irriconoscibili.
Copertina, indice e data di stampa del libretto di Pietro Osso.
Va da sé che la nostra attenzione si è subito concentrata sull’intervista alle Sorelle
Lescano (p. 7), particolarmente mielosa e costellata di slanci poetici. Essa è illustrata
con la parte superiore di una foto pubblicitaria realizzata da Aguglia, foto
recentemente pubblicata per intero nell’articolo di Francesco Gironi, Mussolini salvò
il Trio Lescano, «Gente», 8 Settembre 2009 (v. le Notizie del 25 Settembre 2009: la
foto cui ci riferiamo è la seconda).
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Lasciando da parte le sviolinate pindariche del buon Osso, troviamo in questa
intervista la conferma di quanto abbiamo ipotizzato giorni fa, vale a dire che le tre
sorelle Leschan, ben prima di diventare il Trio Lescano, fossero già addestrate a
cantare insieme, sia pure d’istinto, e questo fin da piccole:
Acute e senz’altro sottoscrivibili anche queste altre considerazioni di Osso, che bene
descrivono il quasi magico effetto che produce sugli ascoltatori la musica swingata,
di cui le Lescano erano impareggiabili interpreti («una sensazione di gioia che fa
bene all’anima»):
In definitiva abbiamo acquisito, grazie a Francis, un altro utile tassello che ci aiuta a
comprendere sempre meglio la personalità, sia artistica che umana, di queste grandi
artiste.
◙ Swingitaliano ha inserito nel suo canale di YouTube un nuovo videoclip, preparato
con dei materiali che gli abbiamo fornito noi. Si tratta della versione italiana della
canzone di Wilhelm Contadinello innamorato, interpretata da Tina Allori e il Trio
Capinere (disco DC 4188, 1942). È un’altra tappa del progetto di recupero della
memoria dei trii vocali femminili italiani che, nella prima metà degli anni Quaranta,
si ispirarono al Trio Lescano.
10 Marzo 2010
◙ Mail da Napoli dell’amico e collaboratore Ciro:
«Vi comunichiamo che è attivo nuovamente il sito sulla canzone classica napoletana :
www.e-songenapoli.it, frutto di anni di ricerche e coordinato da Antonio Raspaolo e
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Ciro Daniele. Se cortesemente potete inserirlo nei vostri link relativi ai siti personali
o su facebook.
Cordiali saluti,
Antonio Raspaolo e Ciro Daniele».
◙ Roberto Berlini ha provveduto ad aggiornare la pagina del sito che gli è stata
affidata: http://www.trio-lescano.it/internet.html.
◙ Riceviamo da Virgilio Z. questa simpatica mail:
«Gentili Curatori,
sono venuto casualmente a conoscenza del vostro splendido sito, interessante anche
perché costantemente works in progress. Inutile dirlo: sono un acceso estimatore del
Trio Lescano (e di Natalino Otto: a proposito, spero realizzerete anche la sua
biografia), dei quali posseggo diversi brani; delle Lescano, però, non in 78 giri. Abito
a Genova, a trecento metri in linea d’aria dal carcere di Marassi, e ogni volta che mi
capita di vederlo penso alle sorelle Leschan, che nel Novembre del ’43 vi passarono
qualche notte, e sarei quasi tentato di proporre al Comune di farvi apporre una targa
celebrativa. Siccome sono un assiduo spulciatore di giornali dell’epoca, prometto che
se troverò qualche notizia su di loro ve la trasmetterò immediatamente. Intanto, quel
che v’invio in allegato è una mia poesia, In morte di Alessandra Lescano, scritta il 3
febbraio 1987 e pubblicata undici anni dopo nel mio secondo libro di poesie, Tesi e
antìtesi. Leggendo il vostro sito ho appreso che Alessandra morì a Salsomaggiore;
all’epoca, i giornali indicarono Fidenza: ecco perché cito questa città e non quella.
Perdonate il disturbo e ancora complimenti».
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Ringraziamo questo nuovo amico, che speriamo di poter annoverare presto tra i
collaboratori (in quel di Genova c’è ancora molto lavoro di ricerca da fare). Gli
rivolgiamo altresì i nostri più senceri complimenti per il suo bel componimento
poetico, che esprime con parole alate i sentimenti che provano, magari in maniera
indistinta e inesprimibile, tutti coloro che si accostano con amore alle canzoni delle
Lescano. Gli confermiamo infine che Sandra è morta a Fidenza il 1° Febbraio 1987,
ma è sepolta nel Cimitero di Salsomaggiore, dove ha trovato l’eterno riposo anche la
madre Eva de Leeuwe, deceduta due anni prima.
11 Marzo 2010
◙ Francis ci segnala che da qualche giorno vendesy-cataniauno di Antonio Pedalino
ha posto in vendita su eBay un lotto, comprendente «16 mini riviste dal 1940 al 1943
di celebri biografie di attori e attrici dell’epoca!!!». Esse sono definite dal venditore
«rarissime e storiche [...] ormai introvabili!!!», e il loro autore è Pietro Osso, lo stesso
di cui abbiamo parlato due giorni fa a proposito di un’altra sua operina dedicata ai
divi della radio. Il prezzo globale del lotto, offerto con la formula del “compralo
subito”, è di 450 euro, il che non ci sembra poco, anche se la spedizione è gratuita a
mezzo corriere espresso. Solo due di questi fascicoli sono di nostro diretto interesse:
quelli dedicati rispettivamente ad Alberto Rabagliati e Vivi Gioi. Chi li acquistasse è
cordialmente invitato a contattarci.
Il lotto offerto da vendesy-cataniauno su eBay all’indirizzo:
http://cgi.ebay.it/16-RIVISTE-ANTICHE-DAL-1940-AL-1943-ATTORIATTRICI_W0QQitemZ260562663139QQcmdZViewItemQQptZLotti_e_Stock_Libri?hash=item3caabeb6e3
12 Marzo 2010
◙ Nel nostro Archivio del sito, la ben fornita sezione che raccoglie le etichette dei
dischi originali a 78 giri incisi dalle Lescano si è ulteriormente arricchita con le
etichette, perfettamente conservate, di quattro nuovi dischi: DC 4135, DC 4175, IT
804 e IT 935. Tra queste etichette rivestono particolare importanza quelle del secondo
disco, che, a causa della sua rarità, non avevamo mai avuto occasione di vedere prima
d’ora; in entrambi i brani in esso contenuti le Lescano cantano in tedesco, e lo fanno
con impeccabile maestria:
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13 Marzo 2010
◙ Paolo ha ricevuto da Mario Bianca questa mail, alquanto singolare: «Paolo, scusa
se ti disturbo. Ho notato che hai tanta musica degli anni passati e forse mi puoi
aiutare. Sto cercando una canzone della metà degli anni Trenta, il cui titolo credo sia
Mirella. Le parole dovrebbero essere queste: “Mirella, Mirella, Mirella / di tutti sei la
stella / sei cara, sei rara, sei bella / sei nata per l’amor”. Il motivo per cui la cerco è
per fare contenta la Signora Mirella Frizzi, alla quale questa canzone ricorda la
mamma, che gliela cantava per farla addormentare.
Io conduco un programma radiofonico con Radio Italiana di Adelaide, in Australia,
una radio comunitaria portata avanti da volontari come me. Il nostro sito web è
www.5rti.com.au. Il mio programma si intitola Mi ritorni in mente e cerco di far
rivivere certi momenti del passato collegati ad una canzone, come questa per la
Signora Frizzi. Tuttavia la discoteca della radio è molto limitata e va dagli anni ’50 in
su. Quindi mi baso su Internet per trovare il materiale che mi serve».
Paolo non è uomo da rimanere insensibile di fronte ad una richiesta come questa,
perciò si è subito dato da fare. Ha reperito nei cataloghi discografici dell’epoca la
canzone cercata, ed è anche riuscito a reperire, grazie all’amico Massimo Baldino del
benemerito sito Il discobolo, l’incisione originale (disco Odeon GO 12656). Ad
essere sinceri, questo valzerone strapaesano non ci sembra da annoverare tra i
capolavori della Canzone Italiana, nondimeno la splendida voce di Aldo Masseglia lo
riscatta in qualche modo. Ricordiamo che Mirella fu incisa anche da Emilio Livi per
la Parlophon (disco GP 92078).
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Aldo Masseglia (La Spezia, 1903 - Bascapè, 1978).
14 Marzo 2010
◙ Riceviamo la seguente mail, che siamo lieti di pubblicare, come ci è stato chiesto:
«Gentili Signori,
mi chiamo Gianluca Zucchini e sono il Presidente di un’Associazione Culturale di
Roma. Venerdì 4 Giugno, presso il Circolo degli Ufficiali dell’Aeronautica, sito a
Roma in Viale dell’Università, 20, realizzerò una grande serata dedicata agli anni ’40,
che sarà ripresa anche su supporto DVD. Parteciperanno, ricordando i loro maggiori
successi, Lidia Martorana e Clara Jaione. Inoltre interverranno Isa Bellini (per
rievocare la sua carriera) e Ugo Barbieri, figlio del famoso contralto e mezzo soprano
Fedora Barbieri, per illustrare la carriera di sua madre.
Volevo chiederVi se potevate pubblicizzare l’evento presso il Vostro sito, molto
seguito dai collezionisti del Trio Lescano. A tutte le persone che prenoteranno entro il
10 Aprile, a nome del Vostro fans-club, offriremo un piccolo sconto (40 euro invece
di 45). Il costo è comprensivo della serata live (durata: oltre due ore) e della cena.
Certo di un Vostro cortese riscontro, Vi porgo i più cordiali saluti.
Gianluca Zucchini (335/52.47.153)».
15 Marzo 2010
◙ Il 9 Marzo scorso, presentando il volumetto di Pietro Osso, Interviste ai divi della
Radio, Milano, Casa Editrice “Albore”, 1941, abbiamo annunciato che diverse foto
degli artisti intervistati non si erano mai viste in precedenza. Tra queste ultime
abbiamo recuperato le seguenti sette, relative a cantanti che rientrano nel nostro
ambito di ricerca, dato che hanno inciso con le Lescano:
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Nell’ordine: Ernesto Bonino, Oscar Carboni, Alfredo Clerici, Nunzio Filogamo,
Silvana Fioresi. Carlo Moreno e Lina Termini.
Le foto di Bonino e di Clerici ci lasciano perplessi (la prima sembra pesantemente
ritoccata da una mano maldestra...), ma le altre sono belle ed espressive. Essendo
anche nitide, abbiamo ritenuto opportuno inserirle a piena pagina nelle biografie dei
rispettivi artisti.
Altre due foto di cantanti di nostro interesse, pur essendo già notissime, meritano
comunque di essere segnalate, perché contengono l’autografo, qui ben leggibile,
dell’artista:
Nell’ordine: Otello Boccaccini e Norma Bruni.
Va da sé che abbiamo provveduto a valorizzare pure queste immagini nelle biografie
illustrate dei due suddetti artisti, che diventano, come tutte le altre, sempre più ricche
e complete. Lo constateranno quanti, avendo collaborato fattivamente con noi fino
alla fine dell’impresa, riceveranno un giorno in dono, quale premio di fedeltà, il CDROM con tutto l’Archivio del sito. Premio riservato solo ed esclusivamente a loro. À
bon entendeur, salut!
◙ Riceviamo la seguente mail: «Mi chiamo Viviana Mancini e sono un’allieva attrice
della Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”. Io e due mie
compagne stiamo effettuando uno studio sulla vocalità e le canzoni del Trio Lescano.
Complimenti vivissimi per il sito, straordinariamente ricco di informazioni, ma
soprattutto in grado di evocare (anche negli utenti meno competenti in materia)
emozioni e suggestioni fortissime legate alla storia artistica di questo straordinario
trio.
Vorremmo cimentarci nello studio (accompagnate dal maestro di canto della Scuola)
anche della canzone Ritmo della Louisiana [St. Louis Blues - Le tristezze di San
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Luigi], ma non ci riesce di trovare testo e spartiti (l’unico spartito che abbiamo
recuperato è quello di Louis Amstrong). Potreste per favore aiutarci o suggerirci
eventualmente dove cercarlo o come reperirlo? Non sappiamo davvero come fare!
Grazie di cuore, e ancora complimenti!».
Abbiamo risposto positivamente alla richiesta di Viviana, perché ben motivata. Le
segnaliamo altresì che il titolo italiano della famosa canzone di Handy, nell’incisione
del Trio Lescano, è Ritmo della Luisiana [sic]. Il titolo Le tristezze di San Luigi, a
parer nostro grottesco, fu adottato per altri interpreti.
16 Marzo 2010
◙ In riferimento a quanto abbiamo pubblicato nelle Notizie del 24 Aprile 2009, Roby
ci scrive: «Sono andato con la mia famiglia nel Cimitero Flaminio di Roma, e ho
potuto verificare che la tomba di Alberto Rabagliati è molto vicina a quella dei miei
nonni materni. Ho così avuto l’onore di mettere dei fiori freschi sul loculo del grande
cantante. Debbo dire che esso si presenta ora abbastanza bene, anche perchè ci sono
state delle morti recenti che hanno fatto sì che la piccola cappella dove si trova
prendesse vita... (si fa per dire). Comunque possiamo togliere dalla lista delle tombe
abbandonate quella dell’indimenticabile Raba, perchè, d’ora in poi, sarà mia premura
andarlo a trovare, unitamente alla visita dai miei nonni».
Questi lodevoli propositi fanno certo onore al nostro giovane collaboratore,
nondimeno è una vergogna che un artista di tale levatura, conosciuto e amato in tutto
il mondo, abbia un’ultima dimora così misera, addirittura in angusta coabitazione con
la madre, e possa contare solo sulla pietas di qualche anima buona per avere ogni
tanto un fiore fresco. E questo nella nostra Capitale, i cui sindaci si proclamano da
sempre, a gran voce, amanti e paladini della Cultura...
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Il loculo di Alberto Rabagliati e di sua madre,
Delfina Besso Rabagliati, dopo la visita di Roby.
17 Marzo 2010
◙ Christian ci segnala che su eBay francobollo vende lo spartito della famosa
canzone di Alstone, Sinfonia d’amore, portata al successo in Italia da Michele
Montanari. Sulla copertina del “mandolino” c’è una bella foto, per noi nuova, del
cantante visto di profilo. L’abbiamo estratta, restaurata e quindi inserita nella sua
biografia, già discretamente ricca quanto a materiale iconografico.
18 Marzo 2010
◙ Il nostro nuovo collaboratore Virgilio ci invia la seguente mail: «Sono stato alla
Biblioteca Universitaria della mia città e ho consultato il «Giornale di Genova»:
quello dell’ultimo trimestre del 1943 è purtroppo mancante, mentre in quello del
1939 ho trovato notizie sulla rivista Viva la radio, che riporto in allegato [...]. Si
tratta, in ogni caso, di semplici trafiletti. Appena avrò tempo (spero a giorni),
riprenderò la ricerca sugli altri giornali cittadini, sempre relativamente agli anni 1939
e 1943».
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Trafiletto sul «Giornale di Genova» del 4 Dicembre 1939;
la rivista Viva la radio andò in scena a Genova fino all’8 Dicembre successivo,
ma il «Giornale di Genova» diede sempre scarsissimo risalto allo spettacolo,
forse per una sorta di fronda nei confronti della Radio del Regime.
19 Marzo 2010
◙ Il nostro collaboratore Francis ha messo a segno un altro bel colpo! Per una somma
ragionevolissima, è infatti riuscito ad entrare in possesso del raro volume Artisti della
Radio, pubblicato a Milano nel 1942. Si tratta di un libro abbondantemente illustrato
e di più di 200 pagine (formato 17,5 x 23,5 cm), costituito da altrettante brevi schede,
ognuna dedicata ad un singolo artista oppure ad un duo o trio. Domani ne inizieremo
la descrizione particolareggiata.
Copertina, editore e data di pubblicazione del volume Artisti della Radio.
20 Marzo 2010
◙ Iniziamo ad esaminare il volume Artisti della Radio (Milano, 1942), che il nostro
giovane collaboratore Francis ha acquisito e messo a nostra disposizione, con
encomiabile generosità. Attualmente egli sta scansionando con cura tutte le 70 e più
20
pagine del libro di nostro diretto interesse, le quali andranno ad arricchire
ulteriormente l’Archivio del sito. Quanti, a tempo debito, riceveranno in dono il CDROM con l’Archivio suddetto al gran completo, potranno così ammirare anche
quest’opera mediante immagini perfettamente inquadrate, ripulite e ad alta
definizione, come la maggior parte degli altri documenti da noi reperiti e archiviati.
Abbiamo anticipato ieri che Artisti della Radio comprende circa 200 schede, ognuna
costituita da un breve testo più la foto dell’artista. Quest’ultima si presenta assai
grande (1/4 di pagina come minimo) e in genere sufficientemente nitida, grazie
all’uso di un retino fitto e una stampa di discreta qualità, tenuto conto della penuria di
carta decente (e non solo di quella!) che caratterizzò da noi gli anni di guerra, specie
gli ultimi. Va sottolineato che non poche di tali foto si vedono qui per la prima volta e
questo aumenta in modo considerevole l’interesse dell’opera.
Purtroppo non è specificato da nessuna parte chi sia l’autore dei testi (tutti
apparentemente della stessa mano), ma escluderemmo che si tratti di qualcuno di
noto, come Pietro Osso, Sergio Valeri o Massimo Soria, giornalisti coevi
“specializzati” in biografie di artisti. In effetti non si vede perché costoro avrebbero
dovuto rinunciare alla paternità di un libro senz’altro pregevole, inoltre lo stile di
tutte queste schede è alquanto essenziale, vale a dire ben diverso da quello ampolloso
e incline alla retorica dei tre professionisti testé citati. Si può dunque ipotizzare che a
redigere le schede sia stato un qualche funzionario della stessa S.A.C.S.E., il quale
doveva però essere colto e coscienzioso, dato che scrive bene e si è palesemente
documentato in maniera accurata: se su ogni artista dice poco, quel poco risulta di
solito veritiero ed esatto (uno dei rari svarioni che abbiamo notato riguarda il M°
Angelini, ribattezzato qui – chissà come e perché – Enrico). Non si creda che la
precisione sia di casa in questo campo: ad esempio, un noto Dizionario della
Canzone Italiana dei nostri giorni è pieno di errori e castronerie di ogni genere, pur
essendo ogni voce firmata da “storici” di chiara fama, i quali, per documentarsi,
hanno avuto a loro disposizione ben altri mezzi di quelli di cui poteva disporre nel
’42, in pieno conflitto, l’anonimo redattore delle schede biografiche di Artisti della
Radio…
Gli Artisti in questione sono classificati in due categorie: quelli della Prosa (Registi e
Attori) e quelli della Musica (Maestri e Interpreti); in un’Appendice conclusiva, di
una trentina di pagine, vengono presentati i Conversatori, i Radiocronisti (con in testa
il mitico Nicolò Carosio) e infine gli Annunciatori. La parte che più ci interessa è
ovviamente la seconda, quella relativa ai Musicisti, dei quali è istruttivo scorrere
l’indice (v. Appendice 2). In questo lungo elenco di nomi colpiscono sia le presenze
che le assenze. Tra le prime vediamo non pochi personaggi che dovevano essere più o
meno noti agli inizi degli anni Quaranta (altrimenti non sarebbero stati inclusi nel
libro), ma risultano oggi del tutto dimenticati, come se non fossero mai esistiti. Tra le
seconde, se non deve stupire l’assenza di un Carlo Buti o di un Natalino Otto,
notoriamente nella “lista nera” dell’EIAR, l’unica Radio dell’epoca, desta meraviglia
quella di altri artisti che non avevano certo problemi del genere: sta di fatto che di
cantanti come Gianni Di Palma, Luciana Dolliver, Aldo Donà, Maria Jottini, Aldo
Masseglia, Nuccia Natali, Lina Termini e molti altri ancora non v’è traccia nel libro,
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né è dato sapere per quali motivi non siano stati presi in considerazione, visto che
erano tutti dei beniamini del pubblico radiofonico di allora.
Per contro (e la cosa ci fa naturalmente piacere) c’è una scheda su Giacomo Osella,
un cantante di nostro interesse sul quale non sapevamo niente fino a poco tempo fa
(non avevamo di lui neppure uno straccio di foto, per cui ignoravamo persino come
fosse fisicamente), ma che ora comincia ad esserci sempre meglio conosciuto, al
punto che sta prendendo corpo la sua biografia, che alla fine dovrebbe presentarsi
quasi ben documentata come le altre già pronte. Per inciso, la foto di Osella associata
alla sua scheda (nella quale si parla anche della moglie Anita) è stata realizzata a
Torino nello studio del fotografo E. Mangini (quasi tutte le foto recano il nome del
loro autore: un altro – e non piccolo! – pregio del volume); è una foto suggestiva e ci
fornisce la prova che, all’epoca in cui collaborò con le Lescano, assieme alle quali
incise ben otto canzoni, Osella doveva avere già superato da un pezzo la cinquantina.
La scheda conferma inoltre che era nato in Francia.
Continueremo nei prossimi giorni l’analisi di tutto questo nuovo materiale
documentario, abbondante e di incontestabile interesse. Intanto anticipiamo, per la
gioia dei suoi ammiratori, l’icona della foto di Norma Bruni che troviamo nella
relativa scheda. Tale foto, realizzata nello studio Bonori di Bologna, ci era già nota,
ma ritagliata maldestramente e per di più stampata male. La foto in questione è
invece pressoché perfetta e ci mostra la cantante bolognese in tutta la sua giovanile
bellezza, con la bocca carnosa e quei suoi occhi scuri perennemente velati di
malinconia, quasi che l’artista, fin da allora, fosse oscuramente presaga del destino
che l’attendeva, non certo dei più felici...
◙ Alessandro ha reperito una foto, accompagnata da una breve scheda (che sa di...
panegirico) dell’autore di testi Pirro Rost, su cui, sfortunatamente, non abbiamo alcun
dato anagrafico. Sappiamo solo che firmò, assieme a Schisa, la canzone Quando mi
guardi, incisa verso il 1940 da Silvana Fioresi e il Trio Lescano (disco GP 93170).
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21 Marzo 2010
◙ Avevamo incaricato il nostro fido collaboratore fiorentino Roberto di spulciare,
presso la Biblioteca Nazionale della sua città, il Radiocorriere del primo dopoguerra,
alla ricerca di qualche riferimento all’ultima trasmissione radiofonica che le Lescano
avrebbero effettuato, si dice il 1° Settembre 1945, per congedarsi alla grande dal
proprio pubblico; trasmissione alla quale avrebbe partecipato nientemeno che il M°
Alberto Semprini, giunto appositamente da Londra per accompagnarle al pianoforte.
Ecco cosa ci comunica Roberto a tal proposito: «Di ritorno dalla Biblioteca vi
informo che non ho trovato niente di niente sulla fantomatica trasmissione.
Sfogliando il Radiocorriere del primo semestre del ’46, ho però fotografato col mio
telefonino varie immagini di cantanti e direttori d’orchestra. Vi mando una di tali
foto, che mi sembra particolarmente interessante, ma se servono vi posso inviare
anche le altre, relative a Nilla Pizzi, Tina Allori, Silvano Lalli, Carlo Zeme, il
Quartetto Cetra, Nella Colombo, Jone Cacciagli e Gigi Beccaria».
Dunque, se non bastasse la testimonianza di Viviana Semprini, nipote del celebre
Maestro (v. Notizie del 15 Aprile 2009), la quale ci ha dichiarato di non aver mai
sentito parlare della trasmissione in questione, abbiamo ora la certezza che neppure il
Radiocorriere di quel preciso periodo ne parla. Questo avvenimento, che molti
“autorevoli” storici della Canzone danno per realmente avvenuto (proprio come
l’arresto delle Lescano a Genova nel Novembre del ’43), ha insomma tutta l’aria di
essere l’ennesima bufala che circola sul conto delle olandesine...
La foto inviataci da Roberto ritrae il M° Carlo Prato e la vediamo per la prima volta:
Essa ci mostra l’impareggiabile pianista-preparatore delle Lescano (così come di tanti
altri bravi cantanti di quel periodo) precocemente invecchiato rispetto alle immagini
di pochi anni prima. Malgrado l’espressione sorridente, forse egli era già minato da
quel male inesorabile che lo avrebbe purtroppo condotto alla tomba nel 1949, a soli
quarant’anni.
Per quanto riguarda le altre foto scattate da Roberto, a parte quella dello sfortunato
Lalli, che si suicidò nel 1959 quando aveva appena 36 anni, le rimanenti sono di
cantanti che non rientrano nel nostro preciso ambito di ricerca; abbiamo tuttavia
pregato il nostro amico di spedircele lo stesso, perché potrebbero interessare altri
ricercatori.
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◙ Alessandro ci invia queste opportune precisazioni: «Leggo nelle Notizie di oggi
[ossia di ieri – NdC] che stupisce, nel volume Artisti della Radio, l’assenza di alcuni
nomi celebri quali Gianni Di Palma, Aldo Donà, Maria Jottini, Aldo Masseglia,
Nuccia Natali, Luciana Dolliver e Lina Termini. In realtà non c’è affatto da stupirsi
dell’assenza di Maria Jottini, Aldo Masseglia e Nuccia Natali: la Jottini, infatti,
prossima al matrimonio, aveva lasciato la Radio sul finire dell’anno precedente,
preferendo il teatro di rivista; i coniugi Masseglia, invece, mancavano dalle file
dell’EIAR già dal 1940, quando avevano scelto di andarsene, optando per la più
redditizia attività concertistica. Lo stesso dicasi per Di Palma, il quale nel 1941 aveva
lasciato l’EIAR e la Cetra per trasferirsi a Milano, dove incise ancora qualche disco
con La Voce del Padrone. Donà e la Dolliver, dal canto loro, si erano allontanati dalla
Radio a causa degli eventi bellici: richiamato sotto le armi il primo e coinvolta in
numerosi spettacoli per le Forze Armate la seconda. L’unica assenza eclatante è
quella di Lina Termini, la quale, se è pur vero che nel 1942 si trovava impegnata in
spettacoli canori nei ricoveri militari, continuava ad essere sempre, a tutti gli effetti,
una cantante della Radio, certamente una delle più note.
◙ Mail di Antonio: «Anch’io desidero fare alcune precisazioni sul volume Artisti
della Radio che, pur recando come data di stampa l’anno 1942, è stato senz’altro
redatto (o quanto meno impostato) l’anno precedente. Questo lo affermo in quanto
l’assenza di Aldo Donà è da attribuirsi al periodo 1940/41 in cui, appena ventenne e
richiamato alle armi, si sentì raramente in radio: infatti incise anche ben pochi dischi.
Mentre l’en plein lo si ebbe proprio nel 1942 quando, facendo parte degli organici di
Carlo Zeme e Pippo Barzizza (ma facendo capolino anche in quello di Angelini), poté
incidere, grazie alla sua costante attività ai microfoni, il maggior numero di brani
della sua carriera».
Aldo Donà
(Venezia, 1920 - Caracas, vivente?).
22 Marzo 2010
◙ Forse allettato dalle nostre ultime importanti acquisizioni (opere complete e
scansionate ad alta definizione come Interviste ai divi della Radio, Artisti della
Radio, Tra le quinte della Radio più numerosi altri documenti), si è rifatto vivo, dopo
quasi un anno di silenzio tombale, uno degli “svaniti nel nulla” di cui abbiamo parlato
nelle Notizie del 5 Febbraio scorso. Dovremmo rallegrarci per il ritorno nel team di
24
un vecchio e un tempo apprezzato collaboratore, sennonché egli ci scrive in pratica
solo per dirci questo: «Per un certo tempo, in passato, ho validamente collaborato con
voi nelle ricerche sulle Lescano e il loro ambiente artistico, ma poi ho smesso di farlo
per motivi che non mi va di spiegare. Ora, se ho capito bene, apprendo con
disappunto che non riceverò il dischetto con tutto l’archivio del sito, quando questo
sarà pronto e verrà dato in omaggio ai meritevoli. Non trovo giusta la vostra
decisione di escludere dalla gratificazione finale gli ex-collaboratori capaci come me
e mi aspetto che questa mia mail vi induca a ripensarci. Ci tengo infatti ad avere
anch’io questo prezioso archivio, che credo mi spetti di diritto, in virtù della mia
precedente collaborazione».
Ecco la nostra risposta: «Caro ***, innanzi tutto non ci pare bello da parte tua parlare
di diritti in un rapporto di amicizia, com’è quello che accomuna quanti seguono
questo sito con simpatia e magari vi collaborano disinteressatamente, non importa se
in modo continuativo o saltuario. Per parte nostra abbiamo più volte precisato con la
massima chiarezza che il CD-ROM con tutto l’archivio del sito è un omaggio-ricordo
col quale intendiamo premiare simbolicamente la fedeltà di chi ci è stato vicino fino
alla conclusione dell’impresa. Tu hai liberamente e legittimamente scelto di
andartene a metà percorso e avrai sempre e comunque tutta la nostra gratitudine per il
contributo che ci hai offerto a suo tempo – gratitudine che del resto ti abbiamo
manifestato ripetutamente e pubblicamente in maniera calorosa, come sempre
facciamo con chi ci aiuta. Ma, in tutta franchezza, non vediamo cosa tu possa ora
pretendere di più da noi. Se vuoi ricevere pure tu il dischetto, torna a collaborare
attivamente col nostro team fino alla fine: lavoro di ricerca da svolgere ce n’è ancora
tanto, te lo assicuriamo. Diversamente dovrai accontentarti di vedere il tuo nome
nella pagina dei Ringraziamenti, da cui non verrà mai rimosso, qualunque cosa
accada. Parola del Curatore».
◙ Roberto ci ha prontamente inviato tutte le foto che ha reperito nel Radiocorriere
del primo semestre del ’46. Fra queste è per noi prezioso un suggestivo primo piano
di Silvano Lalli, che va ad arricchire l’Album fotografico della sua biografia,
attualmente in avanzata fase di preparazione ad opera di Alessandro, il nostro valente
biografo dei cantanti e direttori d’orchestra che hanno collaborato con le Lescano:
Ed ecco altre tre belle foto (già sottoposte ad accurato restauro) inviateci da Roberto e
provenienti dalla medesima fonte:
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Nell’ordine: Jone Cacciagli, Gigi Beccaria e Nella Colombo.
23 Marzo 2010
◙ Iniziamo l’analisi particolareggiata delle schede del volume Artisti della Radio
(1942), relativamente a quelle che sono di nostro diretto interesse, in quanto
riguardanti le sorelle Lescano e tutti gli artisti che, a vario titolo, hanno collaborato
con loro. Data però l’importanza di questa fonte, specialmente sul piano iconografico,
avremo un occhio di riguardo anche per le schede di altri eccellenti artisti loro coevi,
un tempo meritatamente famosi ma ora tristemente – e assurdamente, diciamolo pure!
– del tutto dimenticati. È il caso, ad esempio, del Duo Fiorenza. Le poche incisioni
che si possono ascoltare attualmente di queste sorelle napoletane, soprattutto grazie al
sito Il Discobolo, vero scrigno della memoria musicale, sono sufficienti a darci
un’idea del loro strepitoso talento; eppure quanti sanno oggi come si chiamavano in
realtà e quale aspetto avevano? La scheda sul Duo Fiorenza di Artisti della Radio è
per fortuna abbastanza ricca di informazioni e va a completare quella presente nel
libretto di Pietro Osso, Interviste ai divi della Radio; opera che, grazie a Francis,
abbiamo acquisito integralmente di recente.
Cominciamo, come è logico, dalla scheda dedicata al Trio Lescano, che troviamo alle
pagine 147-148 del libro. Occupando insolitamente due pagine, questa scheda
potrebbe sembrare più approfondita delle altre, sennonché la prima pagina contiene
quasi per intero la foto del Trio, mentre nella seconda trova posto anche la scheda di
tale Vittorio Malfatti (si direbbe più un attore di rivista che un cantante). Il testo sulle
Lescano si riduce quindi a poco più di venti righe.
La foto è quella ben nota con i tre volti delle sorelle sovrapposti in scala e un lunotto
libero in basso a destra per apporvi le dediche agli ammiratori. Ora sappiamo almeno
che la foto fu realizzata dallo studio torinese E. Mangini, presumibilmente nel 1937 o
giù di lì; essa servirà anche al bravissimo illustratore Baggiolini per realizzare la
splendida copertina del 24° fascicolo del Canzoniere della Radio (15 Novembre
1941-XX), nella quale lo spazio vuoto è elegantemente riempitocon un ventaglio:
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Il testo della scheda è laconico, ma non per questo privo di interesse. Esso ci informa
che il Trio Lescano iniziò a lavorare per l’EIAR il «28 Febbraio 1936, quasi ogni
giorno, nelle più svariate trasmissioni di musica leggera [...] deliziando o torturando –
secondo i gusti – gli orecchi degli ascoltatori». Come si vede, cogliamo qui una punta
di veleno, che non è l’unica nel pur breve testo: forse chi l’ha scritto era un acceso
sostenitore dell’autarchia fascista e ce l’aveva con le Lescano solo perché straniere.
Più oltre riconosce tuttavia che «le sorelle Lescano hanno saputo dare al loro genere
una personalità inconfondibile, tanto che i numerosi imitatori e imitatrici non sono
valsi a scalfirne la fama». Curioso questo accenno agli imitatori delle olandesine e ci
chiediamo a chi precisamente alluda l’autore...
Ed ecco un’altra frecciata (o bordata?) alle inarrivabili artiste: «Si potrebbe [...]
chiedere al Trio Lescano, dopo quasi sei anni di attività radiofonica, qualche
innovazione del sistema. Ma non è questa sede di critica; basterà a noi constatare che
il favore del pubblico non è diminuito e che pertanto l’EIAR e Alessandra,
Caterinetta e Giuditta hanno buone ragioni per insistere». Abbiamo qui la conferma
che il volume fu redatto proprio nel 1942 (e non, come Antonio ha ipotizzato, l’anno
prima) e inoltre che non è affatto vero – come taluni sostengono – che nel ’42 le
Lescano fossero ormai passate di moda.
Da ultimo apprendiamo che le Lescano/Leschan avevano la nazionalità (e dunque
anche, presumibilmente, il passaporto) ungherese, mentre desta sconcerto
l’affermazione che, quando giunsero in Italia, «tutt’e tre erano studentesse»: a parte il
fatto che arrivarono in due e solo più tardi fu fatta venire da Amsterdam la più
giovane, Caterinetta, allora appena sedicenne, la frase, detta così, sembra una battuta
ironica, in verità di cattivo gusto. Sappiamo infatti che Sandra e Giuditta,
accompagnate da mamma Eva, giunsero in Italia non per sudiare (lusso che non
potevano certo permettersi), bensì per esibirsi come ballerine acrobatiche, con un
contratto procurato loro dall’impresario Enrico Portino. Interessante infine la
precisazione che a scoprirle non fu solo il Maestro Carlo Prato, ma anche «il dottor
Riccardo Morbelli».
27
Riccardo Morbelli
(Orsara Bormida, 1907 - Lavinio, 1966),
autore e traduttore di testi.
◙ Commento di Antonio (ore 13.28): «La mia ipotesi è esatta. Prima, perchè le
notizie che ho dato su Aldo Donà sono del tutto veritiere, e poi perchè l’articolo del
libretto dice: …dopo “QUASI” sei anni di attività radiofonica (dal 28/2/36). Quindi
non si può escludere che la data della redazione del volume possa risalire alla fine del
1941».
◙ Francis ci segnala che su eBay petercapra vende una foto di Nunzio Filogamo,
autografata e datata 1943. La foto, a mezzo busto e di profilo, è indiscutibilmente
invitante, ma non così il prezzo di partenza, fissato a 75, diconsi settantacinque euro:
un’assurdità, a nostro modesto avviso.
24 Marzo 2010
◙ Mail di Roby: «Ho notato i passi da gigante che state compiendo in questi giorni,
passi seguiti, da parte mia, con gioia e ammirazione. Preso dal desiderio di
partecipare anch’io alla ricerca, ho scannerizzato parte del piccolo opuscolo presente
nella raccolta di dischi in mio possesso, la quale ha dato vita a questa mia grande
passione per le canzoni di una volta. Spero che vi faccia piacere e che serva ad
arricchire le biografie degli artisti. A mio avviso, si tratta di una piccola antologia ben
fatta. Più avanti vi invierò le pagine che parlano dell’EIAR e quelle intitolate La radio
e il cinema e Dall’EIAR alla RAI».
La raccolta cui Roby si riferisce è una delle tante iniziative editoriali della Selezione
dal Reader’s Digest, che ha per titolo Le Canzoni della Radio. Nelle pagine che il
nostro giovane collaboratore ha scansionato per noi abbiamo verificato che i testi non
dicono nulla di nuovo, tuttavia vi abbiamo reperito almeno una foto interessante:
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quella di Ernesto Bonino che prova una canzone accompagnandosi al piano. Non
l’avevamo mai vista prima d’ora e l’abbiamo inserita nella sua biografia. Abbiamo
quindi invitato Roby a scansionare tutto il libretto, che troverà poi posto nell’Archivio
del sito, nella sezione, sempre più ricca, dei Documenti.
◙ Paolo ha reperito all’indirizzo http://moked.it/paginebraiche/files/2009/11/pagineebraiche-01-09-novembre-2009.pdf una rivista, Pagine ebraiche, dove a p. 31 c’è un
articolo di Manuel Disegni intitolato Le mitiche sorelle dello swing. Vi si parla
ovviamente della miniserie di Rai Uno Le ragazze dello swing nonché di Gabriele
Eschenazi, che è uno degli sceneggiatori (c’è anche una sua foto, piccolissima).
L’articolo è assai deludente, perché ripete pedissequamente, senza il minimo
approfondimento critico, tutti i più triti luoghi comuni sulle Lescano e anche quelle
che le ricerche serie più recenti hanno dimostrato essere nient’altro che bufale (come
la storiella risibile delle “mille lire al giorno”).
Eschenazi, poi, vi sostiene di aver contattato in Olanda tutti i parenti delle sorelle
Leschan, ma è lecito chiedersi quali... I de Leeuwe che si trovano nei siti ebraici non
sembrano infatti avere collegamenti con Eva de Leeuwe, la loro madre. Quanto
all’unica altra Eva de Leeuwe citata in tali siti, essa nacque il 30 Luglio 1910 a
Rotterdam e perì tragicamente il 16 Luglio 1943 nel lager di Sobibor, in Polonia.
◙ Ancora Paolo, sempre in piena attività (e fin dall’inizio!), ha scovato in un sito in
inglese su Buenos Aires (definita «city of faded elegance») un post firmato Lesley
Nolan su Emilio Livi: http://baires.elsur.org/archives/italian-immigration-toargentina/#comment-106607.
Ecco cosa scrive questa Lesley: «Hi, my great uncle was a famous tenor in Italy in
1930’s and somehow ended up in Buenos Aires, where he made more records, and
died there in 1973. Any suggestions how to get information? My concern is some
suggestion he may have been a fascism sympathizer and went to Buenos Aires during
WWII because Peron and Argentina were nazi friendly. Hoping he was not a nazi or
Mussolini sympathizer… His name was Emilio Livi».
Tramite l’amministratore del sito, Jeff Barry, Paolo ha cercato di contattare Mrs.
Lesley Nolan, per verificare se questa pronipote di Livi conservi del materiale sul suo
illustre parente, ovvero sia interessata unicamente a scoprire quali fossero le sue
simpatie politiche. Vedremo dove ci conduce questa pista.
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◙ Mail di Antonio: «Da eBay: Caterinetta Lescano batte Sophia Loren 4 a 0! Il 14
Marzo ultimo scorso si sono chiuse le offerte per due dischi, di cui uno interessa il
nostro sito in particolar modo. Per il disco Cetra Nella gabbia d’or di Caterinetta
Lescano l’offerta più alta è stata di euro 90,99 (!!!) contro i 23,70 offerti per il disco
della Loren Che m’e ’mparato a ffà’. Non è il caso di dire che la nostra Caterina è
GRANDE?».
25 Marzo 2010
◙ Il nostro collaboratore Roberto, in questo momento uno dei più attivi assieme a
Francis, ci invia un’altra bella infornata di immagini, tanto più apprezzabili in quanto
assolutamente nuove per noi (e presumiamo anche per quelli che ci seguono, ad
eccezione forse di qualche… vegliardo, che può averle adocchiate in gioventù e
quindi immagazzinate nella sua memoria visiva). Sono state reperite in periodici
minori della prima metà degli anni Quaranta e necessitano un po’ tutte di un certosino
lavoro di restauro, prima di essere compiutamente valorizzate come meritano,
nell’Archivio del sito.
Ma ecco con quali parole Roberto accompagna il suo ragguardevole contributo: «Vi
mando nuove acquisizioni digitali, che valuterete voi se siano interessanti o meno.
Cosa ne pensate, ad esempio, dell’articolo [v. Appendice 3] Finirla con le canzoni
idiote!? È pubblicato su Musica Leggera, n. 1 del Novembre/Dicembre 1940 e mi ha
molto colpito, perché non credevo che già alla fine del ’40 circolassero in Italia tali
obbrobriosi pensieri (con allusioni anche alle Lescano?). La foto di Bonino è tratta
dal quindicinale Cine - Arte, teatro, radio, varietà, anno 1945 o 1946, e quella di
Norma Bruni dal settimanale Il Canzoniere illustrato, anno 1945 o 1946 (perdonate
le imprecisioni, che non dipendono da me!). Tutte le altre provengono infine dal
mensile Musica Leggera, vari numeri dell’autunno/inverno 1940/1941».
Sul nefando articolo che ha inorridito Roberto – e non solo lui, naturalmente – c’è
poco da dire: si commenta da sé e dobbiamo solo augurarci che non tornino mai più,
non solo nel nostro paese, ma per l’intera umanità, tempi così bui. La Bruni, nella
foto inviataci, è quasi irriconoscibile, in ogni caso la si vede parecchio cambiata
rispetto alle immagini di lei che ci sono familiari, risalenti al periodo 1939-1943.
Infine una curiosità. Nel pacchetto ci sono anche due accattivanti immagini del Trio
Primavera: la prima è tratta dal film Una famiglia impossibile (1940), una pellicola
che sarebbe bello recuperare in DVD, perché vi partecipano molti artisti di nostro
interesse, come Alberto Rabagliati, Thea Prandi, Wilma Mangini, Isa Bellini, Pippo
Barzizza, e Nunzio Filogamo; la seconda ci mostra un trio di fanciulle che suonano la
fisarmonica abbigliate con costumi di tipo balcanico: la dedica dice “A Musica
leggera con ammirazione - Trio Primavera”. Il problema sta nel fatto che non ci pare
di riconoscere in queste tre fisarmoniciste le componenti del trio canoro omonimo:
qualcuno è in grado di spiegare il mistero?
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26 Marzo 2010
◙ Abbiamo restaurato tre delle foto inviateci ieri da Roberto e siamo lieti di
mostrarne l’icona, fermo restando che le stesse, di dimensioni adeguate, sono andate
ad arricchire le biografie dei rispettivi artisti:
Nell’ordine: Ernesto Bonino, Norma Bruni e il Trio Primavera.
Roberto ha anche reperito un manifesto (o locandina pubblicitaria) dell’EIAR, che
reclamizza le trasmissioni di Varietà e di Musica varia dell’ente nell’inverno
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1940/41. Diciamo la verità: chi di noi non vorrebbe poter ascoltare oggi una Radio
così?
◙ 27 Marzo 2010
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Appendici
1) Recensioni su «La Nazione» della rivista “Viva la Radio”
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2) Indice del volume “Artisti della Radio” (1942) relativamente ai Musicisti
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3) Finirla con le canzoni idiote!
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Marzo - Ricordando il Trio Lescano