http://www.trio-lescano.it/ Notizie Novembre-Dicembre 2011 Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore. NB - Le notizie sono pubblicate in ordine cronologico inverso e con cadenza bisettimanale (martedì e venerdì). Martedì 1° Novembre 2011 ◙ Mail di Vito: «Amici, vi invio delle fotografie che ho fatto qualche giorno fa alla tomba del M° Filippo Rolando: così abbiamo dati biografici precisi ed una sua foto, che ci mancava. Sono giunto appena in tempo, poichè la tomba a breve verrà esumata, non essendo stati rintracciati eventuali parenti. Ho anche creato la pagina su di lui in Wikipedia». Ricordiamo che Rolando musicò tra l’altro, su testo di Nisa, l’allegra canzoncina Il gallo della Checca, incisa verso il 1941 dal Trio Lescano (DD 10038 e IT 1061b, matrice 51061). Necrologio apparso su “La Stampa” il 23 Agosto 1969. 2 Tomba del M° Filippo Rolando nel Cimitero Monumentale di Torino. L’etichetta gialla avverte che la sepoltura è scaduta e a breve i resti del defunto saranno traslati in un deposito provvisorio. Che tristezza apprendere che un altro egregio artista torinese (dopo Mario Valabrega: v. le Notizie del 25 Marzo 2011) finirà nell’Ossario comune o chissà dove, perché nessuno reclama i suoi poveri resti mortali. Ci chiediamo se il il nuovo assessore alla Cultura del Comune Torino, nominato da Piero Fassino e proveniente dalla Rai di via Verdi, potrà e vorrà adottare provvedimenti atti ad impedire che accada una cosa del genere, indegna di un paese civile [NdC]. ◙ Altra mail di Vito: «Vi mando, pensando che possa interessare a qualcuno, un articolo [http://www.trio-lescano.it/pdf/Ariodante_Dalla.pdf] de “La Stampa” del 15 Ottobre1966 sulla morte del cantante Ariodante Dalla». Ariodante Dalla (Bologna, 1919 - Torino, 1966); su di lui si veda la scheda dello stesso Vito in Wikipedia. ◙ Mail di Paolo: «A proposito della catastrofica inondazione di Den Haag nel Febbraio 1953, vi segnalo un servizio fotografico completo nel sito Search the Memory of the Netherlands: http://www.geheugenvannederland.nl/?/en/zoekresultaten/pagina/1/The%20Big%20Flood%20of%2 01953%20photographed/%28isPartOf%20any%20%27NFA01%27%29. 3 “La catena della fraternità” fu organizzata da Vittorio Veltroni, giornalista radiofonico e padre dell’on. Walter Veltroni, in occasione dell’alluvione del Polesine del 1951, per raccogliere fondi coinvolgendo anche emittenti radiofoniche estere». Immagine dell’alluvione del Polesine del 1951. ◙ Abbiamo inviato al figlio di Riccardo Morbelli, il dr. Enrico Morbelli, con cui siamo in rapporti di cordiale amicizia, il testo di un “fonoromanzo” intitolato L’ultima avventura di un Dongiovanni, che abbiamo reperito nel n. 10 del 7 Marzo 1954 di “Sorrisi e Canzoni” [http://www.trio-lescano.it/pdf/L’ultima_avventura_di_un_Dongiovanni.pdf]. Egli ha apprezzato il nostro gesto e ci ha scritto questa mail molto istruttiva: «Questo è uno dei 10 “fonoromanzi” che Nizza & Morbelli scrissero alla ripresa della loro collaborazione. Angelo Nizza aveva appena lasciato l’incarico di direttore artistico del Casinò di Sanremo (dove aveva “inventato” il Festival della Canzone) ed era venuto a Roma come inviato speciale de “La Stampa” di Torino. A Roma mio padre era arrivato una quindicina d’anni prima: fino al ’42 era stato uno dei tre dirigenti ai programmi dell’EIAR, poi era tornato a fare l’autore. La serie dei Cuori in ascolto venne scritta con la collaborazione di C.A. Rossi, Filippini, Barzizza, Segurini, Di Lazzaro, Barzizza, Chiocchio e – se ricordo bene – D’Anzi e Mascheroni. Le puntate avevano cadenza settimanale, tutte precedute dall’uscita di un pezzo riassuntivo di presentazione su “Sorrisi e Canzoni”, che allora era di proprietà dell’editore Campi di Foligno, quello del Barbanera e dei foglioni con i testi delle canzoni, venduti dagli ambulanti che giravano con la pianola (i cosiddetti “pianini in città”). Le registrazioni dei fonoromanzi vennero mandate in onda più volte. L’ultima come omaggio a Nizza, subito dopo la sua morte, avvenuta nel 1961. In quell’occasione ne furono però trasmesse solo nove: la decima (non ricordo quale) si era persa. Oggi però, nelle Teche radiofoniche (Radio scrigno), non se n’è trovata più neppure una. Sarebbero 4 servite per realizzare un disco in occasione del centenario morbelliano. Peccato davvero! Da più di trent’anni la RAI sta cercando di recuperare il suo passato, molto spesso eliminato per fare spazio. Achille Togliani trovò e comprò nel mercatino di Porta Portese centinaia di bobine con le registrazioni di programmi radiofonici (il più delle volte – in verità – di nessun valore). Alla sua morte, misi in contatto con la RAI suo figlio Adelmo, che era intenzionato a rivendere la collezione paterna. Ma non so come andò a finire». Ci associamo al vivo rammarico del dr. Enrico Morbelli per la scomparsa delle registrazioni dei deliziosi “fonoromanzi” scritti da suo padre assieme al fidato collaboratore Nizza. Sappiamo da più fonti che la RAI non si è curata più di tanto di conservare (come hanno invece fatto le radio di altri paesi, anche pieni di problemi, come il Brasile) il proprio patrimonio di registrazioni storiche e questo, ai nostri occhi, è un demerito imperdonabile. ◙ Mail di Marzio Angiolani: «Cari amici, spero vi ricordiate di me: vi avevo contattato qualche mese fa per informazioni sul Trio Lescano, da utilizzare nel capitolo introduttivo del libro, scritto da me con Andrea Podestà, sulla storia della canzone, ma in particolare della canzone d’Autore, a Genova. Beh, volevo informarvi che il libro è finalmente in uscita. Ci sarà un concerto sabato 5 Novembre al Teatro Govi di Bolzaneto in cui inizieremo a parlarne, mentre la prima presentazione vera e propria sarà giovedì 1 Dicembre alle 21 circa all’Auditorio degli Emiliani a Genova Nervi (con la partecipazione di diversi artisti e musicisti, oltreché del prof. Lorenzo Còveri, dell’università di Genova). Aveste l’opportunità, penso sia più facile per ovvi motivi logistici soprattutto per il signor Zanolla: sarebbe per noi un piacere conoscervi di persona. Vi scrivo in realtà anche per chiedervi, sempre che vi interessi riceverlo, in quale modo possiamo recapitarvi il volume che spero possa piacervi, pur essendo un poco distante per genere e stile dai vostri usuali ambiti di ricerca. Ringraziandovi ancora per la fiducia e la disponibilità dimostrata nell’occasione, vi saluto cordialmente». Copertina del libro di Marzio Angiolani e Andrea Podestà. 5 Abbiamo suggerito all’amico Marzio di inviare copia del volume al nostro Alessandro Rigacci, con preghiera di recensirlo. Venerdì 4 Novembre 2011 ◙ Dopo un lungo periodo di lontananza (per motivi sia di lavoro che familiari), Alessandro Rigacci riprende a collaborare attivamente con noi. Per iniziare ci ha inviato una bella carrellata di foto originali di artisti, presenti nella collezione privata di un suo amico, e ci ha offerto un’incisione di Emilio Livi (Bambola), con preghiera di passarla ai nuovi amici Pierluigi e Francesco, specialisti di questo cantante: dovrebbe infatti mancar loro. Infine ci ha messo al corrente dei vari progetti che ha in mente, in particolare quello di pubblicare un Dizionario dei Cantanti, di cui sta ultimando la lettera A. Alessandro Rigacci. ◙ Paolo ha indirizzato alla dott.ssa Giuseppina Benassati, curatrice del volume Le carte di Giovannino. Prime indagini sui materiali dell’archivio Guareschi, Bononia University Press, 2008, la mail seguente: « Gentile dott.ssa Benassati, sono un collaboratore al sito www.trio-lescano.it, che si occupa della ricostruzione della storia del famoso gruppo vocale degli anni ’30. Avendo appreso che Ella si è occupata dell’archivio dello scrittore Giovannino Guareschi, sono a chiederLe se esiste in dette carte il testo di una Intervista col Trio Lescano, che Guareschi effettuò durante la sua collaborazione con l’EIAR nel 1938. In caso affermativo desidererei conoscere le modalità per prenderne eventualmente visione. RingraziandoLa anticipatamente per la cortese attenzione, La saluto ben distintamente. Cap. Paolo Piccardo Savona». 6 ◙ Mail di Giampiero Boneschi al nostro collaboratore Paolo: «Mi occupai delle Peter [Sisters] quando vennero in Italia per prender parte allo spettacolo di Rascel: erano formidabili. Billy Moore era il loro arrangiatore vocale ed io curai la parte orchestrale per la Philips, collaborando inoltre con Kramer per le orchestrazioni nello spettacolo. Conobbi bene Billy, era un ottimo arrangiatore. Lavorava per l’orchestra di Charlie Barnet ed ebbe popolarità per aver scritto Skyliner, brano di apertura del programma di mezzanotte della radio americana di Monaco (AFN in Europa). Ci fermavamo all’hotel Continental, dove abitavano, a cantare e suonare nottetempo, e ricordo che le Peter erano entusiaste di Ferrero, che suonava il violino come Stuff Smith. Quanto alle sorelle Codevilla, Rabagliati mi disse che durante la guerra, in uno spettacolo, usciva con la giovanissima Rina [Caterina] fra le braccia, duettando con lei la canzone Quando la radio...». Giampiero Boneschi col clarinettista e saxofonista Attilio Donadio agli inizi degli anni Settanta. Dal sito http://www.lisolachenoncera.it/news/. 7 Caterina Codevilla (Voghera, 1929 - Milano, 2008), all’età di 13 anni. ◙ Mail di Walter: «Amici, ho ascoltato per caso su YouTube la canzone, postata da Swingitaliano, Suona la banda del Trio Aurora. Mi sono divertito a ripulirla un po’ e, ascoltandola, essa mi ricordava qualcosa di già sentito: l’incedere ritmico, la scansione del testo e perfino la linea melodica al termine dell’esposizione del ritornello. Alla fine ho capito: assomiglia in modo inequivocabile a Il piccolo generale si è addormentato del nostro Trio con Aldo Masseglia. Mi direte che le note sono solo sette [più le cinque alterate - NdC], il caso, etc., ma chiedo a voi, che siete musicalmente preparati: e se verificassimo le date di incisione, gli autori, le tonalità, etc.? Per aiutarvi ho fatto un piccolo montaggio dei due brani». ◙ Manuel, perennemente a caccia di nuovi documenti riguardanti i suoi due beniamini, Alberto Rabagliati e Norma Bruni, ha reperito nell’Archivio storico de “La Stampa” sette articoli che parlano di quest’ultima. Si tratta di una storia a puntate, alquanto complicata, che ruota intorno ad una pelliccia pregiata acquistata (a credito) dalla cantante, da lei mai finita di pagare e alla fine sparita nel nulla. Per conoscere i dettagli di questa ingarbugliata vicenda, aprire la pagina del sito http://www.trio-lescano.it/pdf/La_pelliccia_di_Norma_Bruni.pdf. L’ultima foto di Norma Bruni che abbiamo reperito. Da “Sorrisi e Canzoni”, a. VII, n. 43, 26.X.1958, p. 23 [Coll. di Vito Vita]. 8 Martedì 8 Novembre 2011 ◙ L’attore e regista Loris Davide Fiore, in arte Victor Vegan, nostro buon amico e collaboratore, sta attualmente girando due film: La memoria dei giusti e Firmamento Nerostellato. Quest’ultimo è di nostro diretto interesse in quanto intreccia la storia della famiglia del regista con quella del Trio Lescano, in un arco di tempo che va dal 1927 al 1949. Egli ci invita a visionare due videoclip, da lui postati su YouTube: nel secondo egli intervista Maria Bria, la quale conferma una volta di più che il Nuovo Trio Lescano, con lei al posto della più giovane delle sorelle olandesi, non incise mai nessun disco, né in Italia né in Sudamerica, dove emigrò nel Luglio del 1948. - http://www.youtube.com/watch?v=hE9Yx4856rc&list=LLf_H8t15lb2yC_LpukzyIBw&index=1&feature=plpp_video - http://www.youtube.com/watch?v=7JjOn9iSHT8&feature=channel_video_title Loris Davide Fiore con Maria Bria e le attrici Giuliana Dolci, che nel film Firmamento Nerostellato sarà sua nonna Rina Buson, amica di Maria Bria da giovane, e, a destra, Norma Velliscig, che vestirà i panni di Caterinetta. Nel corso dell’intervista, la signora Bria dichiara che, fra i tanti trii che si ispirano oggigiorno al Trio Lescano originale, lei apprezza in modo particolare il Trio Lestrano (scritto anche L’è Strano), che – a suo dire – non ha la notorietà che meriterebbe: giudichino i lettori ascoltando questa interpretazione delle Lestrano, risalente però a tre anni fa, di un classico delle Lescano: - http://www.youtube.com/watch?v=Sn5m75yJ6sg Loris Davide ci ha infine informati che in questi giorni ha aperto su facebook un gruppo [http://www.facebook.com/groups/153264321439584/] «per appassionati che amano la musica delle tre sorelle Alessandra, Giuditta e Caterinetta Leschan e la signora Maria Bria. Un gruppo dedicato al Trio Lescano per raccogliere foto, filmati e quant’altro utili alla realizzazione del film Firmamento Nerostellato, ma non solo...». 9 In una mail successiva, Loris Davide ci ha anticipato la notizia che le Lestrano saranno le voci del suo Nuovo Trio Lescano, quello appunto con Maria Bria nel ruolo di Caterinetta. ◙ Renato ci segnala che su eBay andybirdie ha messo all’asta il disco Cetra IT 1073 contenente due incisioni di Ernesto Bonino a noi sconosciute, di cui una col Trio Lescano. Si tratta di È così e Forse… ma… chissà… però. Noi, prima di esultare per questa inattesa scoperta, preferiamo avere la certezza che il Trio Lescano sia realmente presente in È così, dato che il Catalogo dei Dischi Cetra 1942 non lo menziona affatto: Non va dimenticato che nel ’42 Bonino incise svariati dischi con trii autarchici, formati da anonime coriste dell’EIAR e spacciati con disinvoltura per il Trio 10 Lescano: ne abbiamo ampiamente discusso in passato. In definitiva solo l’ascolto del disco sarà decisivo. Speriamo che chi lo acquista ce ne offra una buona registrazione o, in alternativa, posti su YouTube la canzone che ci interessa, in modo che tutti possano farsi un’idea. Ultim’ora - Paolo ci scrive: «Il catalogo Cetra 1948 (p. 234) riporta il Trio nella didascalia: sarà poi vero o hanno solo guardato l’etichetta?». ◙ Paolo e Alessandro, indipendentemente uno dall’altro, ci hanno segnalato che il volume Assi e stelle della Radio del dopoguerra risale al 1949 e non al 1951, come da noi ipotizzato. Ecco nel dettaglio come stanno le cose. Copertina di Assi e stelle della Radio del dopoguerra. Il libro, contrariamente al solito, non è datato da nessuna parte in maniera esplicita, tuttavia sul retro della copertina, in basso, vi è questa precisazione: Ora “Il Canzoniere della Radio” n. 151 fu pubblicato a fine Maggio 1949, di qui la logica deduzione che anche il suo supplemento risalga allo stesso periodo. Tuttavia vi sono al suo interno delle affermazioni le quali possono far pensare che, in realtà, il volume sia stato scritto e pubblicato in epoca posteriore. Di vari artisti, infatti, è precisata l’età di modo che, tenendo conto del loro anno di nascita, è facile ricavare quello in cui dovrebbe essere stata compilata la relativa scheda. Ad esempio, a p. 62 si dice che Tina Allori, classe 1924, ha 27 anni: siamo dunque nel 1951; a p. 58 viene precisato che Ernesto Bonino, nato nel 1922 e ancora popolarissimo, di anni ne ha 29, 11 il che rimanda al medesimo anno; e così via, anche se va sottolineato che molte altre schede portano al 1949, mentre non poche contengono dati anagrafici completamente sballati. Noi avevamo optato per il 1951 perché ci era sembrato strano che alcuni famosi cantanti fossero stati invecchiati di ben due anni, anziché ringiovaniti, come accade di regola quando si prendono per buone le loro dichiarazioni. Sia come sia, abbiamo deciso di accogliere le osservazioni dei nostri due collaboratori, la cui autorevolezza è indiscutibile, per cui la data di pubblicazione del libro è stata ovunque indicata come da loro suggerito. ◙ Mail di Vito: «Amici, vi giro queso link [http://www.sistemamusica.it/2001/giugno/12.htm] con un’intervista a Norberto Bobbio. In essa il grande filosofo torinese parla di musica, citando anche l’autore della canzone Negro, povero negro! di cui vi ho mandato lo spartito. È una canzone del 1930 e la cosa mi pare interessante!». ◙ Mail di Walter: «MrClimonMusica ha pubblicato, un paio di settimane fa, su YouTube, Villanella con Aldo Masseglia e il Trio Lescano. Poiché il riversamento e la copia del disco non mi sembrano malaccio, ho ripulito come al solito e ho salvato questa versione, che vi mando. La nostra è un po’ più cupa, questa mi sembra più chiara, anche se risulta leggermente distorta (per colpa delle solite puntine d’acciaio): io la metterei da parte...». Siamo d’accordo con Walter e accogliamo volentieri il suo consiglio: così un’altra incisione del nostro Trio è archiviata in una copia del tutto soddisfacente. ◙ Mail di Giorgio Bozzo: «Cari amici, ho recuperato queste foto di Alessandra a Salsomaggiore […] e ve le mando volentieri per il vostro preziosissimo sito. Allego anche un foglio sul quale pare che Alessandra abbia voluto annotarsi il testo di Tulipan]». http://www.trio-lescano.it/pdf/Documenti_offerti_da_G._Bozzo.pdf. Abbiamo confrontato la calligrafia del foglio quadrettato con tutti i documenti autografi di Alessandra che abbiamo in archivio. Crediamo di poter escludere che i frammenti del testo di Tulipan che vi sono annotati siano di sua mano: forse sono stati scritti da una delle badanti che, nei suoi ultimi anni di vita, le furono vicine e si 12 prestarono più volte a scrivere per lei lettere o appunti, anche perché Alessandra non fu mai in grado di parlare e tanto meno scrivere correttamente la nostra lingua. ◙ Nel suo encomiabile sito dedicato ad Alberto Rabagliati (con un omaggio speciale a Norma Bruni), il nostro collaboratore Manuel ha appena pubblicato nella sezione Notizie una carrellata di documenti e foto di grande interesse: consigliamo a tutti i nostri lettori di visionarla. Per parte nostra esprimiamo l’augurio che la signora Maria Antonietta Tonnini, l’anziana vedova del Grande Raba, possa ammirare coi propri occhi il lavoro che Manuel sta facendo per tener viva la memoria di questo straordinario artista: forse così si deciderà una buona volta a consentirgli l’accesso all’archivio di famiglia, che essa custodisce gelosamente nella sua abitazione. Manuel ha anche lanciato un appello a tutti coloro che si occupano a vario titolo degli anni Trenta e Quaranta affinché collaborino ad arricchire la nuova sezione del sito, dedicata al cinema dell’epoca, in particolare al filone dei “telefoni bianchi”, al quale lo stesso Rabagliati diede il suo apporto. Venerdì 11 Novembre 2011 ◙ Mail di Paolo intitolata Cattive imitazioni del Trio Lescano: «Non è facile ricreare al giorno d’oggi vocalità e suoni del passato, soprattutto quando i musicisti sono ormai irrimediabilmente influenzati da decenni di musica d’altro genere. Nondimeno lodevoli iniziative prendono corpo in tutto il Paese: mi vengono in mente le Blue Dolls [con qualche riserva - NdC], l’Orchestra Maniscalchi con le Sorelle Marinetti e, modestamente, la NP Big Band di cui faccio parte io stesso, che si propone di far rivivere l’epoca swing americana. L’accoglienza degli spettatori è sempre entusiastica, tuttavia, per poter fornire loro un prodotto quanto più possibile rispettoso dell’originale, una seria e meticolosa preparazione si impone. Ho esaminato attentamente i video di YouTube denominati Rievocando il Trio Lescano, nei quali un trio di graziose cantanti con orchestra fanno del loro meglio. Già, del loro meglio… il che non significa necessariamente che abbiano colto nel segno. Prima di tutto le voci: la parte principale, che fu di Caterinetta, viene svolta da una soprano con evidente preparazione classica, ossia con vibrati e timbri propri dell’opera lirica, mentre le altre ragazze, dalla voce non eccelsa, non riescono a rendere l’impasto vocale che sarebbe richiesto affrontando lo stile delle Lescano. 13 Le interpreti di Rievocando il Trio Lescano. Esaminiamo la clip http://www.youtube.com/watch?v=SGGY8qcGauM, che presenta La gelosia non è più di moda. L’orchestra parte male, con scarsissimo swing e incertezze, segno evidente dell’impostazione bandistica dei musicisti. Il batterista accompagna il canto con un improbabile Rhythm and Blues feel che fa a pugni con il tempo di foxtrot della canzone. Il pianista, invece di assecondare il ritmo con gli accenti “in battere”, esegue un contrappunto “in levare”, stile pianistico proprio del jazz più recente. È anche piuttosto discutibile l’armonia in genere: qua e là gli accordi non sono quelli originali, e si sente. Tuli tuli pan, http://www.youtube.com/watch?v=KUz9g-kt97I, è se possibile ancor meno centrata. Qui le voci sono persino meno efficaci, il pianoforte esegue la linea di basso ed un contrappunto che ancora contrasta col ritmo originale. L’intervento dei fiati è indeciso, e l’aggiunta di un flauto in prima voce dà a tutto l’ensemble un carattere da banda di paese. Nessuno pretende di ricalcare gli originali, per carità. D’altra parte troviamo un illustre precedente d’alta scuola nella clip http://www.youtube.com/watch?v=_Zaj4n8e44Q. Le voci? Mina, Raffaella Carrà e Jula De Palma, vale a dire quanto c’era di meglio nel lontano 1974. Raffaella Carrà, Jula De Palma e Mina in Milleluci del 1974. 14 In definitiva, va bene l’idea di riportare in vita le vecchie canzoni di settant’anni fa, ma una preparazione più attenta ed una maggior cura negli arrangiamenti avrebbe potuto fare la differenza». ◙ Il nostro giovane collaboratore Roberto Berlini ci ha inviato l’ultimo aggiornamento della pagina da lui curata, http://www.trio-lescano.it/internet.html. Abbiamo già provveduto ad inserirvi i nuovi dati. Ricordiamo che Roberto, Roby per gli amici, ha creato un pregevole sito dedicato ai Trii vocali, che tutti sono invitati a visitare. Roby al lavoro per il suo sito: sul tavolo un articolo illustrato sul Trio Fiordaliso. ◙ Alessandro ha reperito in una rivista del ’45 una foto – che ci mancava – di Pasquale Di Roma. Tale autore di testi ha firmato, con T. Santafè, il valzer Autunno e, con F. Corsini, il foxtrot Per favore un ritmo: canzoni incise entrambe nel 1939 dal Trio Lescano, la prima con Fedora Mingarelli (GP 93065), la seconda con Silvana Fioresi (GP 93059). Abbiamo subito inserito tale foto nella pagina degli Autori italiani D-L. Pasquale Di Roma. 15 Martedì 15 Novembre 2011 ◙ Paolo ha contattato bonottoseve, l’inserzionista che su eBay ha messo all’asta il disco DC 4220, di cui possediamo in archivio le due canzoni (Gira gira e Accanto al pianoforte), ma non le etichette. Questo signore si è dimostrato collaborativo e ha provveduto subito a corredare il suo annuncio con delle foto un po’ più leggibili delle precedenti. Abbiamo così potuto identificare le matrici delle due incisioni (con qualche incertezza per quella di Accanto al pianoforte) e anche la data in cui furono realizzate, entrambe lo stesso giorno. Da notare che Adriano Mazzoletti, nel suo ben noto volume Il jazz in Italia, indica come data il 24.9.42, la quale risulta dunque errata. ◙ Paolo ha anche contattato andybirdie, l’inserzionista che ha messo all’asta su eBay il disco IT 1073 (v. le Notizie di martedì scorso) e ha avuto il piacere di scoprire che non è il solito commerciante, bensì un genuino appassionato di jazz, che si chiama Andrea Ozzano (ci ha autorizzati lui stesso a rivelare il suo vero nome): egli cede questo raro disco solo per poterne acquistare degli altri. Conoscendo e apprezzando il nostro sito, ha aderito immediatamente e di buon grado alla richiesta di Paolo di avere il file in mp3 della canzone È così. È stata per tutti un’intensa emozione ascoltare questa nuova incisione delle Lescano, perché non c’è il minimo dubbio che siano proprio loro ad affiancare Ernesto Bonino, come indica l’etichetta del disco (ma non il catalogo Cetra del ’42, di qui i nostri dubbi iniziali). Abbiamo subito inviato il file al nostro Walter, il restauratore di fiducia del sito, e questo è il resoconto del suo intervento: «Cari amici, accolgo la notizia del ritrovamento di un’incisione finora sconosciuta delle Lescano con un fragoroso applauso! Il riversamento è fatto correttamente, tuttavia il disco risulta alquanto consunto, come quelli di Damir [Damir Tončić-Sorinj, il nostro compianto collaboratore croato, che tante belle e rare incisioni ci ha offerto a suo tempo]. Ho 16 eliminato i salti iniziali e molti click, asportati manualmente ad uno ad uno. C’è parecchio fruscio, dovuto all’usura, ma i filtri non me lo eliminano del tutto. Resta quindi il solito dilemma: lascio un po’ di “friggitoria”, salvando le frequenze alte, oppure tolgo altro rumore parassitario, aumentando però le frequenze medie e basse? Scelgo, come sempre, la prima soluzione». Ecco dunque l’anteprima di È così, là dove entrano le olandesine. Circa gli autori di questa canzone, Paolo ci scrive: «Con gli ultimi ritrovamenti sono emerse nuove identità da scoprire. Per la canzone È così viene fuori un Daga-Rizzo. Il secondo, l’autore di testi Carlo Rizzo, lo conosciamo bene, ma G. Daga, il compositore, non si trova. A lui sono attribuite, oltre a È così, le canzoni Senza più parlare e Baciamoci in giardino. Ho battuto le consuete strade, ma senza risultati: qualcuno ha una bella pensata? Incidentalmente sono anche capitato su Rico, autore di Uno-due-tre jep (GP 92586). L’unico contatto è con un Rico Simeone, autore assieme a Carlo Innocenzi delle musiche de La famiglia Passaguai, del 1951, e di alcune cosette trovate nei Copyright Catalogs del 1939: Notte araba e Tango negro». ◙ Mail di Vito: «Amici, oggi sono stato al Cimitero Monumentale della mia città [Torino] per fotografare la tomba di Carlo/Carlin Tiochet, pseudonimo di Carlo Occhetti, l’autore del testo di Ciribiribin, incisa dal Trio Lescano nel 1942 (DC 4154). E così abbiamo anche recuperato una sua foto, che ci mancava». ◙ Paolo ci ha procurato quattro etichette, che mancavano nel nostro archivio. Da notare che in questa edizione del disco DC 4033 si legge Canto nel bosco anziché l’abituale Canto del bosco. Abbiamo già provveduto ad inserire i nuovi dati discografici nel relativo elenco. 17 In risposta al dubbio sollevato da Walter il 4 Novembre scorso, Paolo ci scrive inoltre: «Per il discorso delle marcette The General’s fast fsleep e Suona la banda ecco che ne penso. La marcia, tipico componimento bandistico, segue schemi simili in tutto il mondo. Innanzitutto il tempo, che è 2/4 (come nel nostro caso) o 6/8, come in molte marce americane. Lo schema, che prevede: introduzione, primo ritornello, canto dei bassi, trio (Il tamburo della banda d’Affori ne è un esempio preciso). La tonalità: essendo solitamente scritta per bande musicali, per ragioni tecniche e di competenza degli esecutori è solitamente in Fa o Sib. Detto questo e ascoltati i due pezzi, non mi sembra che somiglino per niente, se non per il tempo di 2/4, che è appunto facilmente marciabile. Suona la banda è in tonalità di Mib, invece The General’s fast fsleep, scritta nel 1935 e cantata da Vera Lynn, è in un improbabile Solb, ma non escludo un errore nei giri del disco originale, come spesso capita. Presumibilmente il master è leggermente più veloce, tanto da alzare la tonalità di mezzo tono. Altra versione cantata da Heinz Wehner è presentata in Sib. Ricordiamo che la tonalità di un pezzo viene spesso cambiata per adeguarsi all’estensione vocale del cantante. Uno spartito per pianoforte del 1940 la presenta in Sol: 18 Mandolino dell’edizione originale della canzone Il generale dorme, incisa nel 1937 dal Trio Lescano (GP 92147). Questa la sua descrizione: The General’s fast asleep, 1935: • Composer: Jimmy Kennedy & Michael Carr • Lyricist: Jimmy Kennedy & Michael Carr • Publisher: Peter Maurice • Key note: G». ◙ Il nostro proposito di rinverdire la memoria di quegli Artisti del passato che, seppur di incontestabile valore, sono stati dimenticati, sta dando frutti. Lentamente, ma con una certa continuità, si fanno vivi spontaneamente (oppure siamo noi che riusciamo a rintracciarli) i loro discendenti – figli, nipoti o pronipoti – i quali ci mettono a disposizione ciò che hanno conservato del loro un tempo illustre congiunto. Così è stato per la cantante Ada Neri (1895-1978), molto conosciuta e apprezzata negli anni Venti e Trenta, sia in ambito lirico che canzonettistico, ma poi sprofondata nel più completo oblio. Ora un suo pronipote, Giuseppe Cerretto, ci ha fatto pervenire, tramite il nostro collaboratore Pierluigi Baldini, una serie di pregevoli documenti, i quali fanno chiarezza sui punti essenziali della biografia di Ada Neri e ci forniscono anche alcune foto, che comprovano la sua celebrata avvenenza. Dopo averli accuratamente restaurati, li abbiamo sistemati in un pdf, a beneficio di tutti gli studiosi della Canzone Italiana. http://www.trio-lescano.it/pdf/Documenti_sulla_cantante_Ada_Neri.pdf Ada Neri. 19 Va da sé che abbiamo incluso il nome del donatore nella pagina dei Ringraziamenti. Venerdì 18 Novembre 2011 ◙ Un nostro estimatore (per motivi personali non desidera che il suo nome sia reso noto) ci ha offerto, tramite il nostro collaboratore Walter, due incisioni col Trio Lescano che ci mancavano nell’Archivio sonoro. Si tratta del ritmo svelto di CelaniBrenda L’amore è felino, inciso nel 1939 da Michele Montanari col nostro Trio (GP 92920), e del tango di Satta-De Martino-Nisa Con tutta l’anima, inciso nello stesso anno dai medesimi interpreti (GP 93040). Purtroppo i dischi da cui provengono queste due registrazioni devono essere assai usurati, per cui anche il bravissimo Walter non ha potuto fare molto per ridar loro lo smalto che sicuramente avevano in origine. Sia come sia, rallegriamoci di queste due nuove acquisizioni, che fanno scendere a 66 il numero delle incisioni delle o con le Lescano che ancora ci mancano; e soprattutto esprimiamo un sentito ringraziamento al loro generoso donatore, al quale siamo pronti a nostra volta ad inviare dal nostro archivio ciò che desidera. Ecco le anteprime dei due brani: L’amore è felino e Con tutta l’anima. ◙ Nella pagina da lui creata su Facebook e intitolata Trio Lescano per sempre, il nostro dinamico amico Loris Davide Fiore ha inserito una pagina del “Radiocorriere” d’anteguerra, mai vista prima d’ora, che è per noi preziosa. Essa contiene infatti le foto di cinque cantanti, fra cui anche Harvedo Felicioli, uno dei quaranta e passa che hanno inciso con le Lescano (nella fattispecie ben cinque canzoni) ma del quale, in pratica, non sappiamo quasi nulla: di lui non possedevamo neppure una foto. Quella della suddetta pagina del “Radiocorriere” è piccola, mal ritagliata e tutt’altro che nitida, tuttavia, con un paziente lavoro di ricostruzione e restauro, l’abbiamo resa un po’ più leggibile. Non è molto, lo ammettiamo, ma essa è pur sempre preferibile al nulla di prima: Foto di Harvedo Felicioli prima e dopo il restauro. Quanto ai testi della pagina del “Radiocorriere” in questione essi risultano per lo più deformati e quasi incomprensibili. Ecco, ad esempio, come si presenta il titolo, CETRA-PARLOPHON: 20 Incuriositi da questa strana anomalia, abbiamo chiesto lumi al nostro Alessandro, il quale ci ha detto: « ...la pagina non è originale: il testo, infatti, è tutto criptato. Essa proviene senz’altro dalla banca dati delle Teche Rai, che hanno provato a digitalizzare i vecchi numeri del “Radiocorriere” con effetti disastrosi, dato che nessun sistema informatico riesce a riconoscerne la cifratura e quindi a darne un’immagine pulita e corretta, dal punto di vista dello scritto. Alcuni numeri identici [del “Radiocorriere”], me li ha passati tempo fa un amico che lavora in Rai: belli dal punto di vista iconografico, ma ahimè incomprensibili da quello testuale. La pagina reperita da Loris Davide è comunque una bella e importante acquisizione». ◙ La signora Gianna Montanari Bevilacqua ci aveva offerto tempo fa (v. le Notizie del 18 Ottobre scorso) una splendida foto di gruppo, che mostra tutti i 14 cantanti selezionati a conclusione del Primo Concorso organizzato dall’Eiar nel 1938, per reperire delle voci nuove da lanciare alla Radio e nel mercato discografico. A nostra richiesta, la gentilissima signora ci ha ora fornito una scansione a definizione ottimale di questa foto, il cui originale è di sua proprietà. Abbiamo così potuto estrarre dei primi piani dei suddetti artisti, immagini che abbiamo poi sistemato, nello stesso ordine della foto grande, in un pdf: http://www.trio-lescano.it/fototeca/Primo_Concorso_per_voci_nuove_dell’EIAR.pdf Da notare che di alcuni di questi cantanti – per esempio Maria Bonelli – questa è l’unica foto decente a noi nota: Maria Bonelli. 21 Gianna Montanari col marito, il valente pittore Giovanni Bevilacqua. A commento di questa foto di gruppo, Alessandro ci scrive: «Che tristezza prendere atto che nessuno di questi artisti oggi è ricordato come si deve! E più della metà erano già dimenticati nell’immediato dopoguerra. Sembra una banalità, ma anche in ambito canoro il secondo conflitto mondiale fece dei danni allucinanti, cancellando intere generazioni di cantanti e il loro stile. E, del resto, non so se tra i volti che si vedono nella foto, furono più sfortunate Maria Luisa Dell’Amore e Tiola Silenzi, che morirono ancora giovani nel dopoguerra, oppure Anna Maria Zaccherelli e Niny Serena che finirono a fare, rispettivamente, la suggeritrice teatrale e la pedicure a domicilio. Certo, la morte è l’ultima alternativa e sicuramente morire in giovane età è la peggiore delle disgrazie, ma anche finire dalle stelle alle stalle non dev’essere un bel destino!». Martedì 22 Novembre 2011 ◙ Massimo Menozzi ha segnalato a Paolo (che ci ha subito trasmesso questa importante notizia) che su YouTube caruso1873 ha postato una bella canzone con le Lescano che a noi mancava. Si tratta di Canta, bimba, canta, versione italiana su testo di Angelo Ramiro Borella del foxtrot di Lew Pollack Sing, Baby, Sing, composto per il film omonimo del 1936. Canta, bimba, canta fu incisa nel ’38 da Enzo Aita col Trio Lescano, accompagnati dall’Orchestra Barzizza (GP 92494a) e diremmo che l’interpretazione che i nostri artisti danno di questo magnifico song americano sia assai convincente e del tutto degna di quella inclusa nella colonna sonora originale del film. 22 La registrazione postata su YouTube è di buona qualità, per cui il nostro Walter non ha avuto difficoltà a renderla impeccabile col suo magic touch. Ecco dunque un ulteriore passo in avanti verso il recupero integrale di tutte le incisioni realizzate dalle olandesine: e altre due sono in arrivo, delle quali parleremo presto! A proposito di Enzo Aita, approfittiamo dell’occasione per mostrare una cosina simpatica che lo riguarda e che abbiamo reperito nel n. 6 (15 Maggio 1945) del mensile “Canzoni della Radio”, offertoci da Christian: ◙ Mail di Martino Baseggio, che ci scrive per la prima volta: «Ho molto apprezzato il vostro sito e spero di farvi cosa lieta inviando due belle foto di Carla Boni, di cui una con il Maestro Cinico Angelini al I° Festival Internazionale della Canzone di Venezia, degli anni ’50 (purtroppo non conosco la data esatta). Vi mando inoltre una bella foto del Maestro Guido Cergoli insieme al cantante Sandro Maddalena: istantanea presa durante qualche manifestazione canora dei primi anni ’50, molto probabilmente a Venezia, viste le note musicali sulla parete, stilizzate a mo’di pettine di gondola. Approfitto per inviarvi anche due foto di Rabagliati, una autografata e un’altra a colori: si tratta di un fotogramma della trasmissione Rai Milleluci sulla Radio, 23 presentata da Mina e Raffaella Carrà, in cui appaiono Kramer, Nilla Pizzi, Ernesto Bonino e Raba. Questa foto si trova sul retro dell’Lp promozionale che all’epoca non veniva venduto nei negozi di dischi, ma dato in omaggio a giornalisti e persone dello spettacolo. In questo disco è registrata tutta la prima puntata, che era dedicata appunto alla Radio. La foto di Raba autografata porta sul retro la dicitura: Foto C. Mancini & Armando Terzoli, via Asiago 2 - Roma. L’ultima foto figura invece sulla copertina di un Lp degli anni ’70 dedicato alla musica e alle canzoni di Gorni Kramer, con la partecipazione del chitarrista jazz Franco Cerri. Viene ripercorsa tutta la carriera artistica del famoso fisarmonicista: Cerri lo intervista, Kramer si racconta, poi suonano assieme varie canzoni dell’intervistato. Questo disco era edito dal Mobilificio Malobbia, il cui proprietario, appassionato di musica, ogni anno per Natale era solito regalare ai clienti un disco, fatto appositamente per l’occasione». Abbiamo debitamente ringraziato questo nuovo amico, sistemando le foto che ci ha offerto in un unico pdf, incluso nella sezione Oggi parliamo di…, con la speranza che voglia inviarcene altre. Gli abbiamo altresì detto che se c’è qualcosa nel nostro archivio che gli interessa basta che ce la chieda: tutto quello che abbiamo raccolto e andiamo raccogliendo giorno dopo giorno è appunto a disposizione di persone come lui, animate dal desiderio di collaborare attivamente con noi nella realizzazione del grande progetto che ci siamo dati: quello di salvare la memoria storica della nostra musica leggera, oggi in grave pericolo di cancellazione definitiva, se non si interviene finché si è in tempo. ◙ Abbiamo molto apprezzato l’idea lanciata da Manuel (v. l’ultima Notizia di Martedì 8 Novembre u.s.) di dedicare una sezione del suo sito al cinema italiano dei “telefoni bianchi”, così intimamente legato al tempo delle Lescano. Di conseguenza, nel nostro quotidiano lavoro di spoglio dei periodici d’epoca alla ricerca di foto e notizie di nostro interesse, abbiamo da allora cominciato ad osservare con uno sguardo nuovo, quasi sempre colmo di ammirazione, le suggestive immagini che ci capita di incontrare delle attrici, degli attori e delle locandine di quel cinema. Le più belle le scansioniamo subito (o ritagliamo, nel caso di ricerche effettuate su materiale già digitalizzato), le sottoponiamo ad accurato restauro e quindi le collochiamo in un’apposita cartella. Nel frattempo i nostri fedeli collaboratori Alessandro e Virgilio, venuti a conoscenza di questo nuovo filone di ricerca, non hanno esitato a passarci i loro archivi fotografici relativamente al tema anzidetto: vastissimo è in particolare quello di Virgilio, che può ben dire di possedere in questo campo conoscenze quanto mai approfondite. Ben sapendo che in questo periodo Manuel è oberato di impegni di studio e di lavoro, abbiamo pensato a un certo punto di fargli cosa gradita assumendoci noi l’onere di impostare materialmente la Galleria fotografica da lui ideata, fermo restando che essa è – e lo rimarrà anche in futuro – nient’altro che un nostro contributo al sito dell’amico Manuel, all’interno del quale si troveranno dei link per accedervi direttamente, come già avviene per altri contributi che gli abbiamo offerto in passato. Per ora sono previste tre sezioni, dedicate rispettivamente ai ritratti dei seguenti interpreti: 1) le attrici, 2) gli attori, 3) i caratteristi. La prima sezione è già in parte visionabile e abbiamo perciò deciso di proporla in anteprima ai nostri lettori, affinché 24 ci facciano conoscere le loro impressioni e i loro eventuali suggerimenti. Ovvio che se qualcuno possiede delle belle foto che a noi mancano, oppure ne ha di qualità decisamente migliore rispetto alle foto da noi pubblicate, saremmo felicissimi di riceverle per collocarle nella Galleria. http://www.trio-lescano.it/cinema_attrici.html In attesa di tali riscontri, che ci auguriamo numerosi, abbiamo un’altra chicca da offrire a chi ci segue ed è appassionato, oltre che di canzoni, anche di cinema d’epoca. Giorni fa, sfogliando un numero d’anteguerra della rivista “Film” ci siamo imbattuti in questa deliziosa vignetta, disegnata con garbato tratto caricaturale da Nino Za, un artista che meriterebbe senz’altro (pure lui!) di essere riscoperto e rivalutato: essa ha per noi un pregio in più perché al centro della scena troneggia la nostra Vivi Gioi, che sicuramente non era così… filiforme come appare qui. Da s. a d.: Mario Mattòli, Mario Soldati, Vivi Gioi, Alessandro Blasetti e Luigi Freddi. Venerdì 25 Novembre 2011 ◙ Mail di Alessandro: «Cari amici, vi riporto le informazioni che ho reperito sul compositore Castorina, autore di Quando passo per la via (IT 999): “Giovanni Castorina nato a Catania nel 1887. Studia armonia col maestro Fortini e composizione con Ottorino Respighi e si diploma in violoncello nel 1910, presso il Conservatorio di Montevideo, dove si era trasferito. Tra il 1911 e il 1913 fa parte dell’Orchestra Sinfonica di quella città, insegnando anche all’Istituto G. Verdi. Nel 1914 scrive la sua prima composizione, un’operetta intitolata Libertad de amor, che viene rappresentata al Teatro Marconi di Buenos Aires. Ha composto anche numerose colonne sonore e canzoni di successo, fra cui: Paquita, Comprate una 25 bambola, Addio bambola, Fiesta, Miss Ketty. Muore nel 1972”. Questo è tutto ciò che sono riuscito a sapere. Ovviamente non ci chiarisce se è lui l’autore di nostro interesse, però fornisce alcune spunti per fare ulteriori ricerche. Vi allego inoltre un documento che ho compilato, riguardante l’Orchestra Barzizza [http://www.trio-lescano.it/pdf/Orchestra_Barzizza_1937-1943.pdf]. Credo che non sarebbe male estrapolare dal tale documento una tabella, tipo quella degli Autori Italiani, da pubblicare sul sito: in fondo anche questi bravissimi musicisti sono stati dei collaboratori delle Lescano. Con il contributo di tutti i visitatori del sito – attivi e meno attivi – possiamo cercare di reperire i dati biografici mancanti e di inserire una foto per ogni musicista. Dopodiché possiamo passare all’Orchestra Angelini e alle altre formazioni che hanno inciso con le Lescano. Potrebbe essere un’idea per le future Notizie del sito». In una mail successiva Alessandro ci ha precisato: «Oltre a Giovanni, c’è anche un Vito Castorina, classe 1910, compositore prevalentemente teatrale (ha scritto musiche per gli spettacoli di rivista di Macario e per alcuni varietà di Bracchi); diresse nel dopoguerra alcune formazioni in altrettante emittenti dell’America Latina. Si spense a Santo Domingo nel 1965. A mio avviso, potrebbe essere lui [e non Giovanni Castorina] l’autore di nostro interesse». ◙ Virgilio ci ha offerto una foto di Nino Impallomeni col suo complesso, risalente al 1950 circa. Abbiamo chiesto a Paolo se era in grado di riconoscere qualcuno di questi musicisti. Il nostro collaboratore, con la preziosa consulenza del sempre gentilissimo M° Giampiero Boneschi (v. le Notizie del 4 Novembre u.s.), ha potuto identificare sei degli orchestrali, come risulta dall’allegata foto. 26 Nino Impallomeni. Quanto al cognome del valente trombettista, il sito Origini dei cognomi italiani ci precisa che la pronuncia corretta è quella piana (Impallomèni). ◙ Mail di Antonio: «Cari amici, so che quello che sto per dirvi non ha nulla a che vedere con le Lescano. Comunque lo faccio ugualmente, trattandosi di una canzone del periodo ’42/’43. Ieri Massimo mi ha scritto chiedendomi se avessi una canzone che ricordava un certo signor Franco Mazzeo da Lecce (ora pensionato). Egli rammentava le prime parole del ritornello, che facevano così: Mi son lavato il viso nel ruscello, leru, leru, e mi son fatto bello; poi mi son messo l’abito da festa leru, leru, ed il cappello in testa... Queste parole nella mia mente hanno trovato immediatamente il loro riferimento. Era l’anno 1943 – che ricordi! – e alla radio, con l’orchestra del M° Nello Segurini, cantavano Tina Allori, il Trio Capinere, Ottorino Bartolozzi, Ivan Giachetti e anche Marcella Lumini, che sarebbe diventata in seguito la moglie del M° Marcello Valci. Fu proprio lei a lanciare questa canzone, di Giannetto e Testoni, intitolata L’abito da festa, ma senza mai inciderla su disco. Nel 1947 essa fu ripresa dal M° Beppe Mojetta, che l’affidò alla voce di Gigi Beccaria; in seguito quest’ultimo la incise su disco Cetra DC 4570. Questo per me rappresenta un nostalgico ricordo, in quanto circa tre anni fa riuscii a contattare telefonicamente la signora Lumini, per ricordare insieme il suo passato radiofonico. Pensai di inviarle una cassetta dove registrai con la mia voce (ai miei tempi sono stato anche cantante) le sue canzoni di allora, che non furono mai incise su disco a causa degli avvenimenti bellici del ’43/’44. Lei fu molto contenta e si commosse tanto nel riascoltarle: me lo confessò al telefono. Abbiamo continuato a scriverci sino a pochi mesi prima del suo decesso, avvenuto l’11 Gennaio 2009. Ricorderete che vi inviai tempo addietro qualche sua lettera e alcune foto (v. le Notizie del 12 Gennaio 2011). Vi allego la canzone in questione, che potrebbe costituire una curiosità». 27 Gigi Beccaria (Torino, 1920 - Parma, 2006). ◙ Mercoledì scorso ricorreva il 92° anniversario della nascita di Caterinetta Lescano e Manuel, come aveva fatto a suo tempo per Sandra e Giuditta, ha pensato bene a dedicarle un bellissimo medley di brani tratti soprattutto dal suo repertorio da solista, il tutto corredato da vari ritratti nella diverse stagioni della sua purtroppo breve vita. Giustamente Manuel ha ricordato che Caterinetta era una “straordinaria vocalist jazz che nulla aveva da invidiare alle colleghe americane”: tuttavia, per l’incalzare degli eventi bellici e altre circostanze avverse, la Cetra non poté o non volle sfruttare appieno tali doti, così che le sue incisioni nel suolo di solista furono solo quattordici. La pregevolissima clip, che tutti sono invitati a visionare, è stata postata da Manuel su YouTube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=11mFJgnYNs4. Caterinetta Lescano in una foto inedita, risalente agli inizi degli anni Cinquanta. ◙ Mail di Paolo, intitolata Ancora la dannata fiction Rai: «Questa mi era proprio sfuggita: hanno spacciato Cuore ballerino, una canzone inesistente, come opera del Trio Lescano! E guardate un po’ a nome di chi è depositata...». http://www.youtube.com/watch?v=p7FQNB29cxE 28 Molto opportune, nei commenti, le puntualizzazioni di annanoli (che poi altri non è che il nostro collaboratore savonese), ma si sa che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, per cui dubitiamo assai che chi (Gruppitaliani) ha postato questo bel capolavoro comprenda mai perché è giusto parlare in casi come questo di ridicola bufala... ◙ Loris Davide Fiore ci ha inviato un ritaglio di giornale (“La Voce del Canavese” di lunedì 21 Novembre c. a.) in cui si parla del film dedicato al Trio Lescano che egli si appresta a realizzare col suo nome d’arte, Victor Vegan. Ci ha inoltre segnalato di aver postato all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=Qoiiu9OKS8Y un filmato con l’intervista da lui fatta in questi giorni a Renzo Barzizza, figlio dell’indimenticabile M° Pippo Barzizza. Renzo Barzizza: si noti la sua straordinaria rassomiglianza col padre. Martedì 29 Novembre 2011 ◙ Il nostro collaboratore Pierluigi Baldini ha avuto il privilegio – più che meritato – di conoscere di persona la cantante Meme Bianchi e di averne frequentato la casa, a Milano, fin quasi alla vigilia della sua scomparsa, avvenuta il 25 Ottobre di undici anni or sono. Egli ha voluto raccogliere per noi i suoi ricordi legati a questa bella amicizia, corredandoli da foto, di cui una dedicatagli dall’Artista nei termini più affettuosi. Abbiamo sistemato il tutto in un documento, inserito nella sezione Oggi parliamo di…. Nell’approvare preventivamente il nostro lavoro di editing, Pieluigi si è sentito di aggiungere queste considerazioni: «Come è strana la memoria! Solo adesso, rileggendo lo scritto, mi sono ricordato che una volta la Meme ci volle fare una sorpresa: aperta la porta di casa si fece trovare vestita come si presentava sui 29 palcoscenici, ossia con un vestito azzurro, bordato di pizzi, che indossava per gli spettacoli. Il fisico della Meme era perfetto, così che il vestito di un tempo le andava ancora “a pennello”. E quel vestito lo rividi indossato da lei quando si presentò sul palcoscenico del Teatro Nazionale. Un aneddoto questo che, tralasciato nel mio scritto, mi piace ricordare qui. In segno di amicizia la Meme volle con insistenza offrirmi due foto con la sua dedica: una è appunto quella che reca la scritta in verticale sulla sinistra. Bene, amici: ci tenevo tanto a far ricordare la buona Meme ad altre persone, magari, come me, appassionate della sua arte. Nelle biografie si citano le date, le famose date precise (anche nel giorno e nel mese) di nascita e di morte, ma si trascurano le cose più importanti: il carattere di Meme Bianchi, le piccole cose, il calore umano che soltanto chi l’ha conosciuta di persona ha potuto percepire, anche se è tanto difficile descriverlo a parole. Soltanto così si riesce a far rivivere nell’immaginazione la persona cara, sia essa una stella od altro. Mi rimane un unico rammarico: purtroppo non ho mai pensato di scattare qualche foto con la Meme mentre ero con lei e, quando ci ripenso, mi rendo conto di avere molto mancato». ◙ Grazie alla straordinaria liberalità del collezionista di cui abbiamo parlato nelle Notizie del 18 Novembre scorso, il nostro Archivio sonoro si è arricchito di altre quattro incisioni con le Lescano che ci mancavano. Si tratta delle seguenti, in ordine di pubblicazione: ● Ronda di primavera (GP 92163), Gino Del Signore e Trio Lescano ● Giovanotti (GP 92351), Dino Di Luca e Trio Lescano ● Balliamo il passo Lambeth (GP 92626), Di Luca, Quart. Cetra e Trio Lescano ● Disillusione (GP 92798), Dino Di Luca e Trio Lescano Con queste nuove acquisizioni l’elenco delle canzoni incise dalle o con le Sorelle Lescano che ancora non abbiamo recuperato si è ulteriormente assottigliato, scendendo a quota 61. A nome di tutti gli appassionati del magico Trio, il Curatore del sito e tutti i suoi più stretti collaboratori esprimono la più sentita gratitudine a questo donatore che – come sappiamo – non desidera che venga resa nota la sua identità. ◙ La signora Gianna Montanari, nostra buona amica e collaboratrice, ci ha chiesto se potevamo inviarle dei materiali sulla cantante Nina Artuffo, una delle tante che oggi 30 sono dimenticate ma sulla quale lei vorrebbe fare ricerche unitamente al marito, il pittore Giovanni Bevilacqua (v. le Notizie del 18 Novembre scorso). «Nina – ci ha scritto la signora – era figlia di Carlo Artuffo, un altro grande personaggio, i cui monologhi in piemontese sono ancor oggi esempi di genuina comicità». Naturalmente l’abbiamo subito accontentata, passandole tutto quello (in verità ben poco) che, nel corso delle nostre ricerche, abbiamo reperito sulla Artuffo. Carlo Artuffo (Asti, 1885 - Trofarello, 1958) e sua figlia Nina Artuffo (Asti, 1907 - Torino, 1956). A seguito di ciò la signora Montanari ci comunica ora: «Grazie per i documenti su Nina Artuffo. Noi per il momento abbiamo trovato solo poche righe nel libro di Massimo Scaglione Attori sotto la Mole, editrice Il Punto, Torino, 2001. Alle pagine 91-92 è scritto, a proposito di Carlo Artuffo e delle difficoltà del secondo dopoguerra: “Ma alla radio coglie un meritato successo sua figlia, che diventerà notissima come Nina Artuffo. Ottima cantante di operette, gustosa caratterista, per qualche anno militerà nelle compagnie di Casaleggio e poi preferirà dedicarsi alla radio, di cui verrà ad essere una delle voci più amate. Sempre per rimanere in ambito piemontese – ma Nina Artuffo avrà notorietà nazionale – conseguirà grande popolarità nella trasmissione Bondì Cerea come Madama Gerbin, accanto a Luigi Lampugnani (Monsù Muss). Tante sono le registrazioni, sia radiofoniche che discografiche, in cui la nostra attrice ha occasione di mostrare un notevole talento ed una versatilità d’altri tempi”. Cercheremo comunque di trovare altre testimonianze su questa ottima artista». Venerdì 2 Dicembre 2011 ◙ MrClimonmusica ha postata su YouTube, all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=iu2ovQrCCE0, un’altra canzone incisa dal Trio Lescano assente nel nostro Archivio sonoro. Si tratta questa volta del valzer lento “caratteristico” di Abriani-Fouché Canto hawaiano, inciso nel 1938 dalle olandesine, accompagnate come al solito dall’Orchestra di Pippo Barzizza (GP 92392b, matrice 153355). Lo stesso autore della clip parla di «una rarissima incisione del Trio Lescano, purtroppo poco nitida a causa del disco estremamente consumato»; in realtà, 31 malgrado il forte rumore di fondo, l’ascolto di questa canzone risulta piacevole, sia per la straordinaria dolcezza delle voci delle ragazze che per la maestria dell’arrangiamento orchestrale barzizziano, nel quale spicca la suadente chitarra hawaiana suonata (presumibilmente) dal bravo Saverio Seracini. Da notare che la Discoteca di Stato possiede questo disco che, a giudicare dalla foto dell’etichetta e dalla qualità dell’anteprima (i 30” iniziali), deve essere come nuovo. Speriamo di avere un giorno l’opportunità di ascoltare anche questa canzone in una registrazione tratta da tale esemplare del disco, perché – lo si creda o no – i 78 giri, quando uscivano dalla fabbrica, avevano un suono che, quanto a calore, presenza e pregnanza, non è stato mai più eguagliato. Etichetta del disco conservato presso la Discoteca di Stato. ◙ Mail di Paolo: «Amici, mi sono reso conto dell’incongruenza esistente nei dati biografici di Carosio e Ferrero. La canzone Me ideal, da loro composta e incisa poi dal Trio Lescano nel 1942 (IT 1131), risale in realtà al 1906, quindi il Ferrero che ci interessa non è – come credevamo – Giovanni (Torino, 1912 - ?, 1964), ma Giacinto. Tutto questo è avvalorato anche da uno dei siti di cui abitualmente ci serviamo per le immagini di mandolini: “Me ideal fu scritta nel 1906 dal chitarrista e mandolinista Ermenegildo Carosio (nato ad Alessandria nel 1866 e morto a Torino nel 1928) con il testo di Giacinto Ferrero”. Ecco tale testo, che ho ripescato: 1. Me ideal na casòta tranquila, un bel nì con pogieul e giardin; vive sol, tut l’ann sol, mach con chila, ël pi bel, ël pi brav dij ratin! Bèive l’aria che chila a respira, poponela parèj ëd na masnà; sospiré se me amor a sospira pioré ansema sa l’é sagrinà. 32 Va canson bela, dìsijlo ti che i penso a chila la neuit e ‘l dì. Disje chi seugno l’ora e ‘l moment ëd podèjla cheurve ‘d basin ardent! 2. Me ideal? Un ratoj, na morfela da pié un fàuda e mangesse ‘d basin; un-a còsa da gnente, ma bela, con j’euj nèir e lë sguard assassin! Fòrse n’autr, indiscret, a seugnrìa le richësse, la glòria, ij onor; mi ’m contento dë ‘n pòch ‘d poesìa d’un basin, ëd na carëssa, ‘d na fior! Va canson bela, dìsijlo ti che i penso a chila la neuit e ‘l dì. Disje chi seugno l’ora e ‘l moment ëd podèjla cheurve ‘d basin ardent! N. B. - Cantiamo le strofe 1-2. Traduzione in italiano 1. Il mio ideale una casetta tranquilla, / un bel nido con balcone e giardino; / vivere solo, tutto l’anno solo, solo con lei, / il più bello, il più bravo dei topolini! / Bere l’aria che lei respira, / coccolarla come una bimba; / sospirare se il mio amore sospira / piangere insieme se è addolorata. / Va canzone bella, diglielo tu / che penso a lei la notte e il giorno. / Dille che sogno l’oro e il momento / di poterla coprire di baci ardenti! / 2. Il mio ideale? Un topolino, una mocciosa / da prendere in grembo e mangiarsi di baci; / una cosa da niente, ma bella, / con gli occhi neri e lo sguardo assassino! / Forse un altro, indiscreto, sognerebbe, / le ricchezze, la gloria e gli onori; / io mi accontento di un po’ di poesia / di un bacio, di una carezza, di un fiore! / Va canzone bella, diglielo tu / che penso a lei la notte e il giorno. / Dille che sogno l’ora e il momento / di poterla coprire di baci ardenti! Questa canzone, dal taglio già moderno, ebbe un grande successo al punto da essere ricordata ancora ai giorni nostri. È una composizione dall’ampia melodia, scarna e lineare, appena sussurrata, ma di elevato livello artistico, che descrive un delicato quadro d’amore». Il nostro collaboratore torinese Paolo Benevelli ci precisa a tale proposito: «Me ideal vinse nel 1906 la palma di canzone del Carnevale torinese. Ogni anno veniva fatto un concorso canoro, nel quale concorrevano nuovi pezzi e nuovi autori: Me ideal divenne immediatamente molto popolare. ◙ Vito ci ha chiesto tempo fa se sappiamo qualcosa di preciso su un Trio Vocale Americano Dunk’s Rhythm Sisters, comtemporaneo del Trio Lescano: due sue gradevoli incisioni sono incluse nel CD Jazz in Italy - Jazz and Hot Singers in the 30s 33 (Riviera Jazz Records, RJR CD 013). Ecco quanto si dice di questo trio nel libretto del CD: Abbiamo chiesto ai nostri collaboratori meglio informati se erano in possesso di ulteriori informazioni su questo trio ed ecco le loro risposte: Alessandro: «Dovrei avere, da qualche parte, il 78 giri originale con le due canzoni ripubblicate nel CD della Riviera Jazz Records, ma non so dirvi nulla su questo fantomatico trio vocale. So solo che incideva per la Odeon, accompagnato dal M° Cosimo Di Ceglie». Dal Catalogo Generale Dischi Odeon 1939, p. 164. Paolo: «Qualcosa emerge del libro di Adriano Mazzoletti, Il jazz in Italia. Come Han Dunk potrebbe essere questo: http://www.discogs.com/artist/Han+Dunk. Il Trio Vocale Han Dunk viene annunciato da “La Stampa” il 18.4.1938 a pag. 3: sembra quindi essere di origine olandese, come si evince anche dall’italiano stentato delle vocalists, segno evidente del tentativo di seguire il filone delle Lescano. Comunque il 17 Maggio 1939 Han Dunk and the Rhythm Sisters son già tornati a casa (v. http://www.hetutrechtsarchief.nl/collectie/kranten/un/1939/0517), dove fanno concerti con la Avro Dance Band, orchestra della Radio olandese. Ho contattato la redazione del periodico olandese “Doctor Jazz”, sperando di avere chiarimenti». ◙ Mail di Paolo a commento delle nuove canzoni lescaniane di cui abbiamo annunciato il recupero nelle Notizie di martedì scorso: «The Lambeth walk, come tutte le versioni italiane di canzoni americane, risente disgraziatamente di traduzioni orride e di mancanza di swing. Dino Di Luca non ha certamente una gran voce e le 34 Lescano fanno un intervento troppo breve per poter sviluppare la loro potenzialità jazzistica. Si ascolti, per un eloquente confronto, la versione di Artie Shaw, postata su YouTube. Non c’è dubbio che Barzizza l’ascoltò: l’assolo di sax tenore, che direi essere di Tullio Tilli, è identico a quello originale di Tony Pastor (Antonio Pestritto, 1907-1969)». Nell’ordine: Tullio Tilli e Tony Pastor. Martedì 6 Dicembre 2011 ◙ A seguito di ciò che ci ha comunicato Alessandro nelle Notizie del 25 Novembre scorso, sono proseguite le ricerche sul compositore Castorina, autore di Quando passo per la via (IT 999a, matrice 51037, 1942 ca.). Abbiamo potuto appurare senz’ombra di dubbio che si tratta di Vito Castorina (e non di Giovanni Castorina, che con le Lescano non c’entra affatto), solo che di lui sapevamo ben poco. 35 Paolo (che, come “trova persone”, può rivaleggiare alla pari con Virgilio, il che è tutto dire…) è riuscito a questo punto a localizzare e contattare il figlio del Maestro, che si chiama Michele Castorina e vive in Inghilterra. Questo signore si è dimostrato un vero gentleman, cortese e disponibile come pochi altri: unitamente alla sorella Antonella, ha accolto con entusiasmo la nostra proposta di ricordare il loro genitore nel presente sito e ci ha inviato senza indugio la documentazione necessaria per farlo in maniera decorosa. Tale materiale, da noi restaurato con la consueta cura, è stato quindi inserito in un pdf, che ha trovato posto nella sezione Oggi parliamo di… La pagina degli Autori italiani, lettere A-C è stata ovviamente subito aggiornata e, in segno di doverosa gratitudine, i nomi di Michele e Antonella Castorina sono stati inclusi nella pagina dei Ringraziamenti. Il Maestro Vito Castorina (Giarre, Catania, 1910 - Roma, 1965). ◙ Mail di Antonio: «Ho ascoltato la versione di Dino Di Luca con le Lescano di Lambeth Walk. Scusatemi se oso definirla “assolutamente orribile”. E non occorre confrontarla con quella di Artie Shaw, che è il massimo: basta ascoltare la versione che ne fece Angelini con la sua orchestra da ballo, affidandola alla voce di Vittorio Belleli. Volete ascoltarla ? Ve la offro con immenso piacere». ◙ Walter ci informa che il nostro amico Simone ha postato sulla sua pagina di YouTube (MrClimonMusica) un altro brano con le Lescano, precisamente il fox-trot di Piero Rizza La da da, inciso nel 1940 da Silvana Fioresi e il Trio Lescano, con l’accompagnamento dell’Orchestra Barzizza (disco GP 93093b, matrice 154602). 36 Questa canzone ce l’abbiamo anche noi in archivio, tuttavia la copia utilizzata da Simone è decisamente migliore della nostra; di conseguenza Walter ha provveduto a scaricarla e a restaurarla a regola d’arte: eccone l’anteprima relativamente all’intervento delle olandesine, che gareggiano in bravura con la sempre spumeggiante Silvana Fioresi. ◙ Particolarmente allettante la mail circolare appena ricevuta da Massimo Baldino: «Carissimi amici vicini e lontani, nuovo mese anche per quanto riguarda Dal Fonografo al Microsolco. Il programma, curato dal sottoscritto e da Sandro Alba, da domani apre anche le proprie linee telefoniche ai vostri ricordi. Quelli di domani saranno di una nostra amica ascoltatrice di Trieste e verteranno tra l’altro su un singolare appello radiofonico effettuato da una delle sorelle Lescano in occasione dell’alluvione che negli anni Cinquanta colpì duramente il Polesine. Una puntata sicuramente da non perdere allietata inoltre dalle voci di Otello Boccaccini, Meme Bianchi, Ada Neri, Nino Amorevoli, Isa Bellini, Ernesto Bonino, il Duo Fiorenza, Silvana Fioresi, Carla Boni, Gino Latilla, Paolo Bacilieri, Achille Togliani,Claudio Villa, Luciano Virgili e molti altri tra cui una bravissima cantante degli anni sessanta come Giuliana Valci. Potete ascoltare il programma per tutta la giornata di Martedì 6 Dicembre sulla home page del sito www.ildiscobolo.net […]». Venerdì 9 Dicembre 2011 ◙ Walter ci ha recapitato il file (da lui perfettamente restaurato) della canzone di Barzizza-Borella Oh! questa non si fa, incisa nel 1937 da Giacomo Osella e il Trio Lescano: Dal Catalogo Parlophon, Gennaio 1938. Il brano, mancante nel nostro Archivio sonoro, gli è stato offerto dal collezionista di cui abbiamo parlato nelle Notizie del 18 e 29 Novembre scorso, al quale rinnoviamo l’espressione di tutta la nostra gratitudine. Siamo lieti di offrire agli appassionati che ci seguono l’anteprima di questo gioiellino, che per nostra fortuna è giunto sino a noi in ottime condizioni di conservazione. Osserva Walter: «Come al solito, quando le sorelline fanno il loro ingresso la canzone ‘prende quota’...». Non possiamo che essere d’accordo con lui! ◙ Paolo ha recuperato in internet questo due etichette, che mancavano nel nostro Archivio: 37 Quanto prima aggiorneremo, nella Discografia, i dati della pagina Etichette dei dischi originali a 78 giri del o col Trio Lescano presenti nell’Archivio del sito. ◙ La nostra iniziativa (intesa come contributo al sito gemello dell’amico Manuel) di creare una Galleria di foto di attrici e attori del cinema italiano dei “telefoni bianchi” ha riscosso il plauso incondizionato di numerosi visitatori. Quasi tutti hanno apprezzato il fascino sottile che emanano queste immagini, spesso opera di grandi maestri della fotografia artistica, fascino senza dubbio accresciuto dalla magia del bianco e nero. Qualcuno, specie tra i più giovani, non ha mancato di rilevare la straordinaria avvenenza di molte dive dello schermo di quegli anni lontani, le quali non avevano proprio nulla da invidiare alle più celebrate stelle e stelline d’oggigiorno e in più avevano il merito di essere delle bellezze genuine, e non già frutto della chirurgia plastica, che allora era ancora di là da venire, per lo meno con finalità meramente estetiche (o supposte tali). Ci sono giunti i commenti di due nostri collaboratori: col loro consenso, abbiamo deciso di pubblicarli, dato che contengono spunti di riflessione interessanti sul tema di questa specifica ricerca. ♦ Paolo: «Ah, quell’aria vintage! Stavo giusto leggendo la diatriba tra la Duranti e la Calamai per la scena di seno nudo... Giuseppe De Santis, allora critico cinematografico di “Cinema”, la rivista di Vittorio Mussolini, liquidava bruscamente (“Clara Calamai soggiace al pornografico senza alcun intento artistico”) un fatto rimasto famoso nel provincialismo italiano d’epoca: il regista che impone alla diva, in parrucca bionda e pagata per la parte cinquantamila lire, di lasciarsi strappare la camicia mostrando il petto nudo; quel petto piccolo e ben fatto che subito diventa leggendario; la rivalità divistica che induce Doris Duranti a ostentare pure lei il petto nudo in Carmela di Flavio Calzavara, 1942, tratto da un racconto di Edmondo De Amicis, con la differenza, precisa la Duranti, che “il mio fu il primo seno nudo ripreso all’impiedi... apparve eretto com’era di natura, orgoglioso, senza trucchi... invece la Calamai si fece riprendere sdraiata, che non è una differenza da poco”; l’esasperazione di Clara Calamai per l’episodio che le pareva irrilevante, e che per tutta la vita le è stato riproposto dalla banalità giornalistica come importante, quasi sensazionale. Da http://www.luchinovisconti.net/visconti_al/clara_calamai.htm». 38 Il famoso seno nudo di Doris Duranti; immagine fornita da Antonio Mastrorocco. ♦ Virgilio: «Leda Gloria, con la Jachino, la Calamai, la Denis, la Mercader, la Pola e la Valli, rappresenta le attrici italiane dell’epoca che, come donne, ammiro di più. A me piacque moltissimo in Palio, in Terra madre, ne L’aria del continente, ne Il cappello a tre punte di Camerini (1936): qui, fu mille volte meglio lei della Loren nel remake La bella mugnaia, che Camerini girò nel ’55. Che freschezza, che bella voce, che spontanea pruriginosità nei panni di Carmela! E Leda rimase bella anche nel dopoguerra: lo era ancora quando fece la moglie di Peppone nella serie di Don Camillo, tra i Cinquanta e i primi Sessanta. A noi, poi, dovrebbe essere particolarmente simpatica, perché aveva un’ottima cultura musicale. Pensate un po’: studiò canto, danza, recitazione, e si diplomò in arpa; ma fin da bambina si era esibita in concerto, perfino davanti ai reali. Nel 1929, col nome di Lilla Primavera, vinse un concorso indetto dalla casa di produzione statunitense Fox per un’attrice esordiente da chiamare ad Hollywwod: ma i suoi genitori le proibirono di recarsi in America; eppure il padre veniva da una famiglia di artisti, perché tra i Nicoletti – questo il suo cognome anagrafico – non mancarono segnalati pittori e scultori. Ciò nondimeno, Leda intraprese una carriera d’attrice più che onorevole già nel muto, che la vide lavorare in Germania a fianco della celebre Lil Dagover; il regista Fred Niblo – quello di Sangue e arena con Rodolfo Valentino, di Ben Hur con Ramon Novarro e di Camille con Norma Talmadge – la volle nel ’30 per la versione italiana di Redemption. Allora, come si sa, i film si giravano in più versioni, in genere negli studi francesi di Joinville, nell’Alta Marna: il regista era lo stesso, gli interpreti del film cambiavano a seconda del mercato a cui la pellicola era destinata. Per il mercato statunitense, il film fu interpretato da John Gilbert e Renée Adorée (Redemption), per quello italiano, da Leda Gloria e non so chi (Redenzione). Nella piccante figura della mugnaia Carmela, Leda Gloria consegnò al nostro cinema degli anni Trenta uno dei suoi personaggi femminili più riusciti e pieni di fascino; ecco cosa in proposito ne scrisse Puck il 10 giugno 1940 (data ahimè fatale...) nella sua rubrica Galleria sulla 39 rivista “Cinema”: «Ma nei panni di una contadina piena di salute e di spirito, mordace e succosa come un frutto maturo, Leda Gloria sapeva veramente entrare non da estranea in quella casa di contadini, e si sapeva muovere tra la madia, lo zinale sporco di farina, e il mestolo dell’intingolo, con vera ed autentica bravura». ◙ Il nostro sito continua ad ispirare gli appassionati (specialmente i più giovani, il che è consolante), invogliandoli a dar vita ad iniziative animate dai nostri stessi ideali. Dopo i siti gemelli di Manuel Carrera e Roberto Berlini, ecco ora quello di Simone Climon dedicato a Isa Bellini [http://isabellini.weebly.com/]. Il suo autore (che gestisce su YouTube un bel canale: http://www.youtube.com/user/MrClimonmusica) ce lo presenta con queste parole: «Un sito pieno di foto interessanti, rari filmati ed incisioni. Nonostante si pensi che sulla Bellini ci siano già abbastanza notizie, ho però constatato che non sono per nulla facili da reperire. Vi invito pertanto a visitare il mio sito per conoscere ancora meglio questa eccellente artista». Chi avesse materiale sulla Bellini da fornire a Simone è pregato di contattarlo al recapito indicato nel sito. Cordialissimi auguri di lunga vita e pieno successo al nuovo confratello! Martedì 13 Dicembre 2011 ◙ Mail di Paolo: «Grazie alla gentilezza del mio Caporchestra, Roberto Resaz, ricevo questo interessante documento [http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/Regolamento_per_le_Orchestre_da_Ballo_nel_Terzo_Reich.pdf] che illustra alcune raccomandazioni emesse dallo Stato Maggiore nazista per regolamentare le orchestre da ballo dell’epoca (ho provveduto a tradurrlo). Ci si meraviglia di tanta meticolosità, tipicamente teutonica, e ci si può facilmente immaginare come un direttore d’orchestra dovesse scegliere con attenzione il proprio repertorio per non rischiare di finire in grossi guai. In confronto Barzizza, Angelini e i loro colleghi facevano una vita migliore, essendo assai più liberi di esprimersi. Le stesse Lescano danno spesso grandi esempi di scat, breaks e altre ‘diavolerie’, che la censura nazista mai avrebbe permesso: insomma i nostri musicisti se la passavano molto meglio dei loro colleghi tedeschi!». In una mail successiva Paolo ci informa che, in relazione alla penultima Notizia da noi pubblicata il 25 Novembre scorso, Gruppitaliani, l’autore del filmato su YouTube Il cuore ballerino, ha riconosciuto in questi termini di essere incorso in un errore: Il una mail ad annanoli (il nostro Paolo), il medesimo scrive: «Ti prego di informare la Redazione del sito Ricordando il trio Lescano dell’avvenuta modifica del commento, dato che sono rimasto molto male in seguito alle notizie pubblicate tempo fa, in cui facevo la figura dell’incompetente! Grazie ancora per l’importantissima info e scusami per il mio imperdonabile errore!». 40 Chissà mai se le vere Lescano, quando cantavano davanti ad un microfono, lo facevano con cosiffatta “eleganza”! Meno male che ogni tanto si trovano ancora in giro dei veri galantuomini: tanto di cappello a chi non solo riconosce pubblicamente di aver sbagliato, ma ringrazia pure chi gli ha urbanamente segnalato lo sbaglio [Commento del Curatore]. ◙ Mail di Virgilio: «Per quanto riguarda le cinque canzoni lescaniane che abbiamo da poco recuperato e che ho ascoltato con la dovuta attenzione, devo dire che a me Disillusione pare il brano meno accattivante, perché lo trovo decisamente melenso. L’intervento delle Lescano è sempre piuttosto marginale, ma risalta abbastanza, come tono e qualità, in Oh! questa non si fa e Ronda di primavera. I brani più belli, per me, sono Balliamo il passo Lambeth (non per le Lescano, loro malgrado davvero marginalizzate, ma per lo stupendo colore orchestrale che segue l’introduzione, con quei brevi e magnifici dialoghi dei fiati) e Giovanotti, che col suo tono bandistico e da saga di paese non è certo un capolavoro, ma si segnala comunque come un buon risultato, avendo una buona vivacità e un corretto rapporto tra il solista e il coro». Venerdì 16 Dicembre 2011 ◙ Mail di Paolo: «Amici, dopo aver esaminato i severi moniti relativi al jazz nel Terzo Reich, emessi da un alto ufficiale nazista, mi sono divertito a curiosare tra le incisioni per vedere se le norme fossero state rispettate. Ho appurato che Tullio Mobiglia, saxofonista genovese, diresse per qualche tempo un’orchestrina jazz, composta da musicisti italiani, che si esibiva nei locali berlinesi. Beh, con mia sorpresa ho trovato, nel disco proposto da Riviera Jazz Records The complete Tullio Mobiglia (1941-1946) diversi brani che hanno infranto tutte le regole: riffs, breaks, contrabbassi pizzicati, saxofoni, spazzole e ‘diavolerie’ ritmiche! Mi piace proporvi qualche esempio: un originale di Mobiglia e un classico di Kramer, eseguiti a Berlino il 15 Gennaio 1942. C’è da pensare che Mobiglia abbia rischiato di fare una brutta fine!». 41 ◙ Alessandro ha recensito per noi la Nuova Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana di Pietro Gargano, Napoli, Magmata, 6 volumi, di cui nel Marzo scorso è stato pubblicato il V° volume (il I° apparve nell’Ottobre del 2006). http://www.trio-lescano.it/pdf/Nuova_Enciclopedia_Illustrata_della_Canzone_Napoletana.pdf ◙ La nostra ricerca sul cinema italiano del tempo delle Lescano sta avendo un lusinghiero successo, superiore alle aspettative, tuttavia solleva anche delle perplessità. Sono parecchi, infatti, i lettori ai quali non piace la nostra scelta di limitare il campo di indagine al solo filone dei “telefoni bianchi” – definizione di comodo entrata ormai nell’uso ma assai discutibile, in quanto di questi famosi telefoni se ne vedono in definitiva ben pochi nei film della seconda metà degli anni Trenta e dei primi Quaranta. L’obiezione più ricorrente è che, presentando solo gli e le interpreti di tali film, diamo un’immagine troppo parziale della produzione cinematografica del tempo e siamo inoltre obbligati a lasciar fuori una quantità di pellicole di pregio: si pensi a Quattro passi tra le nuvole, Fari nella nebbia, Addio giovinezza!, e molte altre, o ai film in costume, che annoverano opere notevoli come Un’avventura di Salvator Rosa, La cena delle beffe, ecc. Locandina del film La cena delle beffe di Alessandro Blasetti (1941). Dopo un’approfondita riflessione e sentiti i pareri di quanti collaborano attivamente a questo progetto, il Curatore ha perciò deciso di ampliare i limiti cronologici della ricerca, partendo dal 1930, anno in cui si proietta in Italia il primo film sonoro, La canzone dell’amore di Gennaro Righelli, fino alla Liberazione, nell’Aprile del 1945; è stato altresì stabilito di prendere in considerazione tutti i film realizzati in questo 42 quindicennio in Italia o anche all’estero, ma con attori e/o registi italiani, indipendentemente dal loro genere di appartenenza. Infine si è scelto di includere nella nostra galleria di ritratti anche quegli interpreti che, seppur nati all’estero, hanno lavorato nel nostro cinema, diventando non di rado, nell’immaginario collettivo, italiani a tutti gli effetti: è il caso di attrici come Vera Bergman, Irasema Dilian, Assia Noris e parecchie altre. Un ulteriore ampliamento riguarda i temi trattati che, dai tre iniziali, diventano ora sette: attori, attrici, caratteristi (attori e attrici), cantanti prestati al cinema, registi, manifesti e locandine, caricature. Tutti questi cambiamenti comportano una ristrutturazione completa di questa sezione del sito, che impegnerà il Curatore e i suoi più stretti collaboratori, con Virgilio in testa, durante il mese di sospensione del sito in occasione delle vacanze natalizie. Da oggi, dunque, la pagina già in rete nella Fototeca, quella delle Attrici, si presenta oscurata e sarà riaperta – rinnovata e sperabilmente completa o quasi – il 17 Gennaio dell’anno prossimo. Le altre pagine previste seguiranno nei mesi successivi, perché questo è un lavoro che richiede tempo e impegno a profusione. Siamo tuttavia certi che questo considerevole sforzo collettivo produrrà qualcosa che contraddistinguerà il nostro sito da ogni altro: in effetti, di siti che si occupano a vario titolo del cinema italiano del Ventennio ce ne sono molti, anche (se non soprattutto) all’estero, ma nessuno è in grado di esibire una galleria così ampia di ritratti – un migliaio! – tutti oculatamente scelti tra i migliori disponibili e tutti restaurati con ogni possibile cura, al fine di riportarli, nei limiti del possibile, allo splendore originario. È un’impresa che, a nostra conoscenza, non è mai stata tentata prima d’ora e non c’è dubbio che resterà nel tempo come modello di salvataggio della Memoria, ispirato dall’amore per la Bellezza in una delle sue manifestazioni più seducenti.