Piano di comunicazione (II° parte) Strategia comunicativa Azioni di prevenzione del fenomeno dell’alcolismo nella zona del Lagonegres e di Carmela Ferrara Novembre 2006 Affinché tutte le azioni previste raggiungano i pubblici di riferimento nella maniera appropriata è necessario mettere a punto una serie di azioni comunicative che si sviluppino sulla premesse filosofiche del Piano di Comunicazione. FASE 1 – COMUNICARE LA STRATEGIA La prima fase, quella riservata agli “addetti ai lavori”, che prevede la costituzione dell’Equipe Territoriale e la sottoscrizione del Patto tra le Istituzioni, nonché la loro successiva presentazione, si prospetta più semplice dal punto di vista comunicativo. Il “dialogo” tra le istituzioni non può che avvenire con un convegno tematico al quale partecipino i rappresentanti territoriali. L’occasione sarà propizia per sottoscrivere il “Patto” e presentare le attività che la USL n. 3 intende portare avanti nei prossimi mesi. Contestualmente va organizzata una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa. IL LINGUAGGIO Il linguaggio da utilizzare, in questo caso, è di natura istituzionale, ma non auto-referenziale. La USL n. 3 si pone come soggetto attuatore di un progetto di ampio respiro che vede al centro un’azione di prevenzione contro la diffusione della dipendenza dall’alcol, ma al tempo stesso pone l’accento sull’aspetto della condivisione di un’azione i cui scopi non si fermano all’analisi (seppure efficace e approfondita) delle problematiche, ma che mirano a ottenere risultati concreti e facilmente misurabili. L’obiettivo è la funzionalità del servizio e la risoluzione delle criticità che superi quella sorta di egocentrismo comunicativo che spesso caratterizza convegni, dibattiti e momenti relazionali di questo tipo, nei quali sono protagonisti soggetti istituzionali. Nel caso in questione, i destinatari principali della comunicazione sono le istituzioni che a vario titolo operano sul territorio, per cui è a loro che va diretto il messaggio senza dimenticare l’esistenza dei cosiddetti “lettori empirici”, ossia di coloro a cui la comunicazione arriverà comunque, pur non essendone direttamente interessati. GLI STRUMENTI Per supportare tali attività è sufficiente la realizzazione di un numero limitato di opuscoli informativi e di poster formato 100x70. A questi strumenti va affiancata la produzione di una lettera con la quale il Direttore Generale, nel comunicare gli intenti della ASL, invita personalmente le istituzioni presenti sul territorio ad intervenire al convegno. FASE 2 – L’UNIVERSO GIOVANILE La costituzione della Equipe Territoriale e il Patto con le Istituzioni si presentano come momenti propedeutici alla realizzazione di azioni mirate all’universo giovanile. Nella fase immediatamente successiva, sarebbe utile prevedere una serie di iniziative in collaborazione con gli istituti scolastici di primo e secondo grado che coinvolgano anche le famiglie. Contestualmente, ci si organizzerà per realizzare le Settimane della Controtendenza. Il supporto delle Istituzioni scolastiche è di primaria importanza per la riuscita del progetto. Parlare ai giovani dei danni e dei rischi legati all’alcol, in una fase della loro vita in cui tutto è soggetto a critica può divenire controproducente. Diventa più efficace, invece, insegnare loro che prima dei 15 anni l’apparato digerente non è ancora in grado di sopportare l’alcol perché non si è avuto il completo sviluppo del sistema enzimatico e che i processi individuali cambiano sotto l’influenza dell’alcol per cui anche guidare un motorino può essere pericoloso. Come pure risulta efficace smontare le pubblicità sugli alcolici mettendo in evidenza che le promesse non sempre rispondono a verità. Un metodo potrebbe essere quello di insegnare ai ragazzi ad osservare le bottiglie e le lattine contenenti alcolici, che di solito attraggono per colore o forma, e far emergere particolari importanti come la gradazione alcolica. Le famiglie, naturalmente hanno un ruolo chiave. Tocca a loro dare il buon esempio creando un clima familiare in cui l’alcol, senza essere un tabù, è presente in maniera moderata e “critica” perché se a casa, ogni giorno si beve vino a tavola, non un bicchiere, ma di più, è un messaggio deviante. IL LINGUAGGIO Nella comunicazione va valorizzato e usato il registro linguistico tipico dei ragazzi, o meglio la semantica del linguaggio che li caratterizza. Quindi, un messaggio tipo: “bere troppo fa male, non bere” è un messaggio sbagliato. Al contrario un messaggio del tipo: “io vado controcorrente, io non bevo alcol”, oppure: “sono diverso, non bevo” ecc.. è un messaggio più corretto. In questo caso più che mai bisogna evitare l’autoreferenzialità ed evitare di sostenere asetticamente l’idea che “l’ottimo sarebbe non bere”, senza porsi il problema della percezione o del vissuto dei soggetti che si hanno di fronte. Per la campagna pubblicitaria, dunque, vanno ricercati messaggi che riescano a giocare nella dimensione ambigua, stimolando la curiosità e che, pur richiamando il concetto di limite, non siano demonizzanti. Lo scopo è quello di suscitare una reazione per favorire lo sviluppo di una corretta percezione di limiti e comportamenti “sicuri” e sollecitare il senso di responsabilità, incrementando la capacità critica e “svalorizzando”, senza l’utilizzo di norme prescrittive, i comportamenti devianti. Per poter ottenere risultati efficaci occorre che: - il messaggio avvenga tra pari (i giovani che parlano ai giovani) o che arrivi da persone autorevoli che rappresentano dei punti di riferimento (sacerdoti, istruttori sportivi, insegnanti di musica,, ecc...). - il messaggio non arrivi da rappresentanti delle Istituzioni; - si utilizzino linguaggi e forme di comunicazione multiple: musica, poesia, scrittura, pittura, gioco… piuttosto che l’uso delle parole attraverso la metodologia dell’informazione. Un’esperienza di valorizzazione del messaggio dei giovani ai giovani attraverso il linguaggio musicale è la rassegna di concerti rock tenuti da gruppi locali, o concerti di varia natura tenuti da ragazzi del posto. Tema: un messaggio contro l’abuso di alcol. Bisogna utilizzare le loro immagini ed entrare nel loro mondo. GLI STRUMENTI La comunicazione delle attività previste in questa seconda fase deve essere capillare ed utilizzare strumenti in grado di raggiungere il target in questione. E’ indispensabile fare dei ragazzi gli attori attivi e non i soggetti passivi della campagna. L’idea è quella di coinvolgere i giovani, tramite le scuole, in un concorso per la realizzazione di una campagna pubblicitaria, su carta stampata, contro l’abuso di alcol. Il premio consisterà nella pubblicazione della migliore campagna sui giornali locali, oltre ad un omaggio (es. una enciclipedia). Con un pieghevole che verrà distribuito negli istituti scolastici verranno date tutte le indicazioni e le informazioni utili per il concorso. Per divulgare lo stesso messaggio saranno realizzate locandine formato 35x50. Per pubblicizzare invece le Settimane della Controtendenza, che necessariamente dovranno prevedere il coinvolgimento dei ragazzi nell’organizzazione, proprio a dimostrare che per divertirsi non occorre bere bevande alcoliche, saranno utilizzati poster formato 100x70 e spot radiofonici. LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA L’annuncio previsto per la pubblicizzazione dell’iniziativa dovrà necessariamente contenere tutti gli elementi che sono alla base della strategia di comunicazione. Di seguito si descrivono due proposte di massima che, con l’ausilio del grafico, saranno ampliate e curate nei particolari. Ipotesi n.1 Il visual è rappresentato da uno o più giovani, nell’atto di bere con le mani, in una situazione di divertimento. Ciò che bevono, però non è alcool, bensì qualcosa di invisibile, di etereo, di difficile individuazione (la soluzione grafica più idonea sarà individuata con chi si occuperà della parte illustrativa). La head-line recita: “Bevi la vita” che è una sorta di esortazione a prendere tutto quello che di meglio l’esistenza può offrire e che diventerà il tema portante di tutta la campagna. Ipotesi n. 2 Il visual presenta un/una giovane sorridente, attorniato da giovani come lui/lei, che si divertono e sono sereni. La head-line è: “Sono diverso, non mi verso” ad indicare che non sempre ciò che è “alla moda” è positivo e che è possibile divertirsi ed essere “trendy” pur non seguendo comportamenti devianti. Il pay-off resta lo stesso. Le ipotesi sopra esposte sono solo una sintesi di quello che dovrebbe essere la campagna. L’impostazione complessiva si avrà sommando, ad esse, la parte grafica. CONCLUSIONI Un cambiamento repentino non può avvenire attraverso modalità isolate, l’obiettivo è quello di creare una generazione di individui con un senso critico sviluppato e una forte autonomia mentale alimentata dall’auto-coscienza e dalla consapevolezza che bisogna contribuire in prima persona alla propria salute. L'alcol dà una risposta illusoria ad un bisogno reale dell'individuo. L'errore simbolico sta nell'attribuire all'alcol un significato di potenza.