14 ATTUALITÀ Martedì 10 marzo 2015 il Giornale ASILI DA SCANDALO Progetto per le materne a Trieste La follia dei «giochi gender» bimbi travestiti da bimbe Fausto Biloslavo Il gioco del «gender» approda negli asili di Trieste con un finanziamento della Regione e la benedizione del Comune governati dal centro sinistra scatenando un putiferio. «Ho letto i testi di questo gioco del rispetto, come viene chiamato e sono aberranti» spiega a il Giornale, Amedeo Rossetti, il primo genitore insorto. «Negano che ci siano discorsi sull’ideologia gender però fanno travestire i maschiettida femmineeviceversa e poi filmano brevi interviste per farli dire come si sentono» sostiene il papà che ha denunciato il caso. Sempre più genitori comincia- CHE PROGRESSI... Il metodo testato nel 2013 in Friuli: i piccoli ora dicono «pompiere e pompieri» no a preoccuparsi ed il settimanale cattolico del capoluogo giuliano, Vita nuova da voce alla protesta. Fabiana Martini, che si firma come «Vicesindaca» risponde difendendo a spada tratta «il gioco del rispetto», che è stato pure presentato al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Però non fa parte del Piano formativo ufficiale. «Ilgiocodel rispetto-scrive Rossetti su Vita nuova - viene presentato con finta trasparenza ai genitori,mediantegenericiavvisiaffissi nelle bacheche, che introducono il tutto parlando di «sensibilizzazione contro la violenza sulle donne», come se un bambino di 4 o 5 anni potesse essere un mostro, picchiatore o stupratore». Nell’opuscolo informativo si legge che il «gioco» serve «a verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, E per verificagli alunnipossono«confrontarsi»a vicenda Maigenitoriinsorgono:«Propostidiscorsiaberranti» a rilevare la presenza di stereotipi digenere ead attuare un primo intervento che permetta loro di esplicitare e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini ancheunpuntodivistaalternativorispetto a quello tradizionale». I genitori hanno cominciato a preoccuparsi quando è saltato fuori lo sdoganamento del gioco del dottore negli orari di asilo. «Ovviamente i bambini/e possono riconoscere che ci sono delle differenzefisicheche licaratterizzano,inparticolarenell’areageni- tale - recita il gioco del rispetto - È importante confermare loro che maschi e femmine sono effettivamente diversi in questo aspetto e nominare senza timore i genitali maschili e femminili ma che tali differenze non condizionanoil loro modo di sentire, provare emozioni, comportarsi con gli altri/e». Sul sito che presenta il «gioco» adottatodal 2013in4asilidelFriuli-VeneziaGiuliain manierasperimentale si legge che «il rispetto di genere ha senso insegnarlo già ai bambinidi 3anni echeglistereotipi si possono combattere, anzi, si DEVONO combattere proprio a quell’età. Oggii bambini ele bambine di quelle scuole parlano di “pompieri e pompiere” di “piloti e pilote” di “calciatori e calciatrici”, al punto da domandare, in occasione della trasmissione dei mondiali di calcio, per quale ragione non stesse giocando nessuna femmina». LaVicesindacaMartini ha ribattutoalle criticheconun biblicocomunicato stampa sostenendo, al contrario, che «il Gioco del rispetto è un progetto completamente estraneo al recente e controverso dibattitosulgender».Settanta maestre hanno adottato la contestata iniziativa ludico-didattica ed i genitori dovranno autorizzare i propri figli per iscritto. Silvio Brachetta, sul settimanale della Diocesi, ha commentato senza giri di parole, che «c’è il tentativo, occultatomaevidentenon tantodiinsegnare il rispetto tra le persone, ma d’indurre la nota “ideologia del gender”,cheprevede l’assoluta libertà di scegliersi il sessoa capriccio». SCATTI IN MOSTRA A MILANO Vip con gli occhiali di Gandhi per aiutare i marò «Guardare il mondo con gli occhi di Gandhi». È il titolo di un’iniziativa a Milano con una esposizione al Pirellone, dove testimonial diversi fra loro, come Paolo Berlusconi, l’attore Renato Pozzetto, don Antonio Mazzi e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni (nella foto) hanno posato per una fotografia con gli occhiali di Gandhi, lanciando così un messaggio di pace e richiamando l’attenzione sulla difficile vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò sotto processo in India. Le immagini saranno raccolte in una mostra aperta fino a giovedì e condivise sui social network CORSI E RICORSI GIUDIZIARI Monsignor Mennini sentito sul caso Moro Per la settima volta Anna Maria Greco Roma Possibile riaprire il caso Moro 37 anni dopo l’assassinio dello statista Dc? Di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta monsignor Antonello Mennini conferma la sua verità, ripetuta ben 7 volte in sede parlamentareegiudiziaria:«Nonhopotutoconfessare Moro e dargli la comunione durante i 55 giorni di prigionia». Nel 1978 questo giovane amicodel politicorapito dalle Brera sacerdote nella chiesa di Santa Lucia e trasmise alcune lettere scritte durante il rapimento, ora è nunziovaticanoinGranBretagnaePapaBergoglio havoluto che rispondesse alle domande dei commissari. Lasuaversionecontrasta conquelladell’ex presidente Francesco Cossiga, allora ministrodell’Interno.Maluiribadisce,quasisconsolato: «Se fossi stato nel covo avrei cercato di fare qualcosa di concreto per liberare Moro, avreicercatodiparlareconibrigatisti,chiesto di prender me e rilasciare lui. Oppure avrei cercatodiricordareilpercorsofinoallaprigione,perdareinformazioniperleindagini.ParlandoneconlamogliediMoropoiipotizzammo che, forse, il prete di cui si parlava era un sacerdoteamicodiquestimascalzoni.Ediciamo la verità, di che cosa doveva confessarsi quel pover’uomo?». Mennini aggiunge di noncapireilperchédelleconvinzionidiCossiga, si sorprende del fatto che non ne avesse maiparlatoconlui,conisuoisuperiori,conlo stessoPapa.Maprecisacheilvincolodellasegretezza della confessione (anche su luoghi e circostanze) non può scioglierlo nessuno, neppure il Papa. Uscendo da San Macuto, il nunzio scuote la testa: «Sono convinto di non averconvintonessuno,quellachemiinsegue èunaleggendanonsolometropolitanamaormaitranscontinentale».Loconfermanoledichiarazioni scettiche del presidente Fioroni, del suo vice Grassi, di Carra. Mentre dicono basta a «polveroni» e «veleni» Gasparri e Cicchitto.Nell’audizioneMenniniricordaun incontroalViminaleconCossiga,ilcaoschetrovò: «A casa, dissi ai miei: “Se le cose funzionano così, Moro può salvarlo solo la Madonna o la Provvidenza”». Descrive il clima «sfavorevole» ad una trattativa, che Paolo VI avrebbe voluto,tantodamettereadisposizione10miliardidilire. «C’eranomanifestazioni oceanichedeisindacatichechiedevanodinoncedere. Pertini diceva che Moro scriveva così perchénonavevafattolaresistenza,LaMalfaparlavadipenadimorte,ilgovernoelostessoPci attestati sulla linea della fermezza».