Avvenire 08/31/2013 Page : A18 Copy Reduced to 57% from original to fit letter page Nel mondo l’orizzonte della nostra missione Piste e strategie per una pastorale rinnovata Seosum c’è il monumento più rappresentativo: il più grande Santuario del Paese dove riposano 44 delle 103 persone canonizzate in Corea. Attraverso la celebrazione del «Mese dei martiri» e il Pellegrinaggio cittadino vogliamo rivivere le storie di coloro che hanno sacrificato la propria vita per il Vangelo. Vogliamo così offrire ai fedeli l’opportunità di ripensare il loro rapporto con Dio». Per l’occasione partirà un nuovo sito internet - holyplace.catholic.kr - unitamente a una applicazione per i cellulari. L’obiettivo è di aiutare i giovani a conoscere meglio l’iniziativa e ottenere informazioni dettagliate sul pellegrinaggio. Ai più anziani verranno distribuiti gratuitamente opuscoli che a breve verranno inviati a ciascuna parrocchia. siderio e volontà di Dio con il mondo». «Dal mondo – ha osservato il teologo – riceviamo i linguaggi che ci vengono dai saperi e dalle scienze umane e che ci aiutano a interpretarlo. E nel mondo incontriamo inoltre molti collaboratori, cioè uomini e donne che nelle diverse società si dedicano a portare avanti la volontà di Dio». Interagire con agenzie non ecclesiali, ha osservato don Meddi, comporta però alcuni timori: «Oltre alle tradizionali difficoltà di tipo relazionale, c’è la paura di perdere la propria identità e di essere strumentalizzati a fini politici o economici». E poi, ha aggiunto, «c’è la paura più profonda, più vera, che è quella di non riuscire ad annunciare il Vangelo». Per il teologo, «occorre imparare a dire il Vangelo in un contesto di comunicazione non unidirezionale, ma dove tutti hanno diritto di parola». E questo è fondamentale per «non perdere lo specifico della nostra missione che non consiste solo nell’incoraggiare le cose buone che avvengono nel mondo, ma nell’annunciare il Vangelo che è molto di più». Sulla traduzione pratica delle indicazioni ricevute durante la Settimana (con le relazioni di teologi ed esperti introdotte ogni giorno dalla Lectio Divina proposta dal biblista Luca Moscatelli) i 165 partecipanti al Convegno si sono cimentati già nel pomeriggio di ieri, che è stato interamente dedicato ai laboratori. Lavorare insieme, liturgia e spiritualità, mondo e culture nell’iniziazione cristiana e capire la presenza di Dio nelle persone sono stati i temi guida dei diversi workshop che avevano l’obiettivo di approfondire gli spunti teorici e di trasformarli in principi operativi, schemi, prassi. L’appuntamento, che si chiude oggi nel significativo scenario di Assisi, voleva infatti riflettere su come essere missionari negli ambienti di vita locali e internazionali. In altre parole, «sulle strade del mondo», anche su quelle non cristiane o ecclesiali, sulle quali camminano e si incrociano uomini, popoli, culture e religioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA DI STEFANIA CAREDDU el mondo», ma soprattutto «per il mondo» e «con il mondo». È questo il nuovo orizzonte della pastorale missionaria, quello su cui si gioca la partita presente e futura dell’efficacia e della credibilità. «Il mondo non è da intendersi come destinatario della missione quanto più come via per la missione», ha spiegato don Luciano Meddi, docente ordinario di catechetica missionaria alla Pontificia Università Urbaniana, sottolineando che «il mondo non è dunque solo il luogo o lo spazio dove entra una salvezza “esterna” che lo supera e lo annulla, ma una salvezza “per” e “a vantaggio” del mondo stesso». La penultima giornata della Settimana nazionale di formazione e spiritualità missionaria promossa dall’Ufficio per la cooperazione tra le Chiese della Cei e dalla Fondazione Missio ha messo l’accento sulla «pratica», cercando di trovare piste e strategie per una pastorale missionaria rinnovata, alla luce di quanto «N Un momento dei lavori alla Settimana missionaria ad Assisi (foto Berti) messo in evidenza dalla Costituzione conciliare Gaudium et Spes. Secondo don Meddi, infatti, il futuro della missione «chiede di avere un protocollo per agire in modo efficace» in un contesto in cui si trovano a lavorare insieme diversi soggetti missionari come ministri di altre religioni, strutture della cooperazione internazionale, associazioni culturali territoriali e agenzie formative. La missione, ha detto il sacerdote, «si lascia aiutare dal mondo per svolgere il suo compito e collabora alla realizzazione del de- Si conclude oggi la Settimana di formazione e spiritualità ad Assisi dedicata ai missionari laici e non Ieri l’intervento di don Meddi: «Annunciare il Vangelo non in un contesto dove la comunicazione è unidirezionale, ma laddove tutti hanno diritto di parola» Seul in cammino riscopre le storie dei suoi martiri Sud Corea Nel messaggio inviato dal Pontefice: «I pellegrinaggi occasione per approfondire la comunione con Cristo» DI FABRIZIO MASTROFINI apa Francesco ha espresso la sua soddisfazione nell’apprendere che l’arcidiocesi di Seul ha proclamato settembre il «Mese dei martiri» in memoria di quanti hanno dato la vita per il Vangelo in P Corea. In un messaggio inviato all’arcivescovo di Seul, Andrew Yeom Soo-jung, firmato del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il Papa auspica che quanti parteciperanno ai pellegrinaggi nel corso di questo mese, «aiutati dalle preghiere e dall’esempio dei martiri, possano approfondire la comunione con il Signore Gesù Cristo che ha dato la sua vita affinché noi potessimo condividere l’inestimabile dono della vita eterna». Prega inoltre perché «questa occasione possa essere per i pellegrini un’opportunità di ravvivare la fede nei loro cuori e così impegnarsi più pienamente al compito urgente dell’evangelizzazione». Molte le iniziative previste: con lo slogan «Io sono la Via, la Verità e la Vita», l’arcidiocesi di Seul darà il via il 2 settembre a un pellegrinaggio Ordo virginum, spose di Dio e testimoni di speranza il convegno Terminato a Chiusi della Verna l’incontro che ha riconfermato l’essenzialità del carisma impernitato sulla castità DI MARIANNA RUSSO iutateci a rendere la Chiesa ancora più bella!»: con questo augurio Riccardo Fontana, arcivescovo di Arezzo-CortonaSansepolcro, ha accolto all’Oasi San Francesco di Chiusi della Verna le 200 par- «A che toccherà i luoghi sacri e i Santuari della capitale sudcoreana. La cerimonia avrà inizio alle 10 con la Messa presieduta dall’arcivescovo Yeom Soo-jung e concelebrata dai presbiteri responsabili dei siti interessati. Al termine, il presule percorrerà con i cinquecento fedeli che già hanno aderito all’iniziativa, un itinerario di due chilometri, dalla Cattedrale di Myeongdong alla Chiesa di Jongno. Contestualmente l’arcidiocesi continua a sostenere la beatificazione e la canonizzazione dei martiri coreani. Tra questi padre Choi Yang-oeb e i suoi 124 compagni uccisi in odio alla fede durante le persecuzioni del XVIII e del XIX secolo. «Sono diversi i luoghi storici nella città che la nostra gente ignora» ha detto monsignor Yeom Soo-jung, aggiungendo che ad esempio «a Uno dei gruppi di lavoro tecipanti all’Incontro nazionale dell’Ordo virginum delle diocesi italiane. L’ordine delle vergini, risalente ai primi secoli del cristianesimo, è, al tempo stesso, uno dei frutti del Concilio Vaticano II, che ha saputo cogliere i segni dei tempi e valorizzare la freschezza ed essenzialità di un carisma Copyright © Avvenire imperniato sul proposito di castità emesso nella mani del vescovo e sulla sponsalità con Cristo, vissuti nel radicamento nella Chiesa diocesana e nella presenza "profetica" nel mondo. «Voi siete una benedizione per le vostre Chiese locali e, nella misura della vostra esperienza di Dio, sarete sempre più ponte tra il cielo e la terra, perché con la consacrazione verginale siete libere di giocarvi tutta l’esistenza come profezia, senza sconti e senza riserve», ha evidenziato Fontana nella sua omelia. E la profezia - o provocazione - è stata il filo conduttore dell’Incontro che, snodandosi attorno al- la costituzione conciliare Gaudium et spes, ha focalizzato l’attenzione sul significato di essere vergini consacrate qui ed ora, chiamate a fare proprie «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi» e, contemporaneamente, ad essere testimoni di speranza perché «solo Dio basta». In fondo, cos’è la verginità consacrata se non un’esperienza di fede e di amore?», ha ricordato Mario Meini, vescovo di Fiesole, presiedendo una delle celebrazioni liturgiche. Anche Simone Giusti, vescovo di Livorno, ha risposto a questo interrogativo: «Qual è la vostra profezia? La verginità. Una La Messa conclusiva di Betori. Gli interventi di Fontana, Meini, Giusti e Cetoloni. Rimarcata l’importanza di «essere» più che del «fare» vita donata nella castità è una provocazione perché va controcorrente in un mondo di falsità ed apparenza in cui rischiamo di essere risucchiati per paura di non sembrare moderni. Essere profetici vuol dire andare oltre, ricordare ciò che è essenziale. Il vostro carisma si radica profondamente nel mistero di Maria - vergine, sposa e madre - e nel mistero della Chiesa: questo è anche il vostro mistero, che deve risplendere nel volto di donne innamorate di Dio, piene di gioia». Donne che sanno «cogliere il bene, che è quanto di più vero ci sia in ogni realtà perché è quello che Dio vede», come ha sottolineato Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto. Donne di preghiera, immerse nel costante colloquio con lo Sposo sia nella quotidianità delle proprie città sia nella pace del Santuario della Verna, in cui il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha presieduto la celebrazione eucaristica con- clusiva dell’Incontro. «La consacrazione non è un bene personale ed intimistico», ha ricordato nella sua relazione il liturgista padre Lamberto Crociani, servo di Maria, «ma è un dono da vivere condividendo la croce di tutti gli uomini, incarnate nella storia eppure capaci di anticipare l’esperienza del futura del Regno, in un oggi da vivere senza evasioni, con responsabilità. Non è importante quanto o cosa fate, ma è il dono della verginità a caratterizzare tutto ciò che fate». E proprio l’importanza dell’«essere» più che del «fare» è emersa anche nell’ambito della tavola rotonda, in cui tre consacra- te nell’Ordo Virginum, Lorena Cardone di Torino, sindacalista della Cgil, Paola Nicodemo di Saluzzo, medico di famiglia e Marianna Russo di Salerno, ispettore del lavoro, hanno condiviso con l’assemblea la propria esperienza umana, spirituale e professionale, nell’impegno quotidiano a seguire lo «Sposo» ovunque vada, anche negli ambienti più insospettabili e talvolta faticosi, perché, citando la Gaudium et spes, «Gesù ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo e ha amato con cuore d’uomo». © RIPRODUZIONE RISERVATA August 31, 2013 5:01 pm / Powered by TECNAVIA