Avvenire 08/31/2013
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Nel mondo l’orizzonte
della nostra missione
Piste e strategie per una pastorale rinnovata
Seosum c’è il monumento più rappresentativo: il più grande Santuario del Paese dove riposano 44 delle 103 persone canonizzate in Corea. Attraverso la celebrazione del
«Mese dei martiri» e il Pellegrinaggio cittadino vogliamo rivivere le storie di coloro che
hanno sacrificato la propria vita per il Vangelo. Vogliamo così offrire ai fedeli l’opportunità di ripensare il loro rapporto con Dio».
Per l’occasione partirà un nuovo sito internet - holyplace.catholic.kr - unitamente a una applicazione per i cellulari. L’obiettivo è
di aiutare i giovani a conoscere meglio l’iniziativa e ottenere informazioni dettagliate
sul pellegrinaggio. Ai più anziani verranno
distribuiti gratuitamente opuscoli che a breve verranno inviati a ciascuna parrocchia.
siderio e volontà di Dio con il mondo».
«Dal mondo – ha osservato il teologo –
riceviamo i linguaggi che ci vengono dai
saperi e dalle scienze umane e che ci aiutano a interpretarlo. E nel mondo incontriamo inoltre molti collaboratori,
cioè uomini e donne che nelle diverse
società si dedicano a portare avanti la
volontà di Dio». Interagire con agenzie
non ecclesiali, ha osservato don Meddi,
comporta però alcuni timori: «Oltre alle tradizionali difficoltà di tipo relazionale, c’è la paura di perdere la propria identità e di essere strumentalizzati a fini politici o economici». E poi, ha aggiunto, «c’è la paura più profonda, più
vera, che è quella di non riuscire ad annunciare il Vangelo». Per il teologo, «occorre imparare a dire il Vangelo in un
contesto di comunicazione non unidirezionale, ma dove tutti hanno diritto di
parola». E questo è fondamentale per
«non perdere lo specifico della nostra
missione che non consiste solo nell’incoraggiare le cose buone che avvengono nel mondo, ma nell’annunciare il
Vangelo che è molto di più».
Sulla traduzione pratica delle indicazioni ricevute durante la Settimana (con le
relazioni di teologi ed esperti introdotte
ogni giorno dalla Lectio Divina proposta
dal biblista Luca Moscatelli) i 165 partecipanti al Convegno si sono cimentati
già nel pomeriggio di ieri, che è stato interamente dedicato ai laboratori. Lavorare insieme, liturgia e spiritualità, mondo e culture nell’iniziazione cristiana e
capire la presenza di Dio nelle persone
sono stati i temi guida dei diversi workshop che avevano l’obiettivo di approfondire gli spunti teorici e di trasformarli in principi operativi, schemi, prassi. L’appuntamento, che si chiude oggi
nel significativo scenario di Assisi, voleva infatti riflettere su come essere missionari negli ambienti di vita locali e internazionali. In altre parole, «sulle strade del mondo», anche su quelle non cristiane o ecclesiali, sulle quali camminano e si incrociano uomini, popoli, culture e religioni.
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DI STEFANIA CAREDDU
el mondo», ma soprattutto «per il mondo» e
«con il mondo». È questo
il nuovo orizzonte della pastorale missionaria, quello su cui si gioca la partita
presente e futura dell’efficacia e della
credibilità. «Il mondo non è da intendersi come destinatario della missione
quanto più come via per la missione»,
ha spiegato don Luciano Meddi, docente ordinario di catechetica missionaria
alla Pontificia Università Urbaniana, sottolineando che «il mondo non è dunque
solo il luogo o lo spazio dove entra una
salvezza “esterna” che lo supera e lo annulla, ma una salvezza “per” e “a vantaggio” del mondo stesso».
La penultima giornata della Settimana
nazionale di formazione e spiritualità
missionaria promossa dall’Ufficio per la
cooperazione tra le Chiese della Cei e
dalla Fondazione Missio ha messo l’accento sulla «pratica», cercando di trovare piste e strategie per una pastorale missionaria rinnovata, alla luce di quanto
«N
Un momento dei lavori alla Settimana missionaria ad Assisi (foto Berti)
messo in evidenza dalla Costituzione
conciliare Gaudium et Spes. Secondo
don Meddi, infatti, il futuro della missione «chiede di avere un protocollo per
agire in modo efficace» in un contesto in
cui si trovano a lavorare insieme diversi
soggetti missionari come ministri di altre religioni, strutture della cooperazione internazionale, associazioni culturali territoriali e agenzie formative. La missione, ha detto il sacerdote, «si lascia aiutare dal mondo per svolgere il suo compito e collabora alla realizzazione del de-
Si conclude oggi la Settimana di
formazione e spiritualità ad Assisi
dedicata ai missionari laici e non
Ieri l’intervento di don Meddi:
«Annunciare il Vangelo non in un
contesto dove la comunicazione
è unidirezionale, ma laddove tutti
hanno diritto di parola»
Seul in cammino riscopre le storie dei suoi martiri
Sud Corea
Nel messaggio inviato
dal Pontefice: «I pellegrinaggi
occasione per approfondire
la comunione con Cristo»
DI FABRIZIO MASTROFINI
apa Francesco ha espresso la sua soddisfazione nell’apprendere che l’arcidiocesi di Seul ha proclamato settembre il «Mese dei martiri» in memoria di
quanti hanno dato la vita per il Vangelo in
P
Corea. In un messaggio inviato all’arcivescovo di Seul, Andrew Yeom Soo-jung, firmato del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il Papa auspica che quanti parteciperanno ai pellegrinaggi nel corso di
questo mese, «aiutati dalle preghiere e dall’esempio dei martiri, possano approfondire la comunione con il Signore Gesù Cristo
che ha dato la sua vita affinché noi potessimo condividere l’inestimabile dono della vita eterna». Prega inoltre perché «questa occasione possa essere per i pellegrini un’opportunità di ravvivare la fede nei loro cuori
e così impegnarsi più pienamente al compito urgente dell’evangelizzazione». Molte le
iniziative previste: con lo slogan «Io sono la
Via, la Verità e la Vita», l’arcidiocesi di Seul
darà il via il 2 settembre a un pellegrinaggio
Ordo virginum, spose di Dio e testimoni di speranza
il convegno
Terminato a
Chiusi della Verna
l’incontro che ha
riconfermato
l’essenzialità del
carisma impernitato
sulla castità
DI MARIANNA RUSSO
iutateci a rendere la Chiesa
ancora più
bella!»: con questo augurio
Riccardo Fontana, arcivescovo di Arezzo-CortonaSansepolcro, ha accolto all’Oasi San Francesco di
Chiusi della Verna le 200 par-
«A
che toccherà i luoghi sacri e i Santuari della
capitale sudcoreana. La cerimonia avrà inizio alle 10 con la Messa presieduta dall’arcivescovo Yeom Soo-jung e concelebrata dai
presbiteri responsabili dei siti interessati. Al
termine, il presule percorrerà con i cinquecento fedeli che già hanno aderito all’iniziativa, un itinerario di due chilometri, dalla Cattedrale di Myeongdong alla Chiesa di
Jongno. Contestualmente l’arcidiocesi continua a sostenere la beatificazione e la canonizzazione dei martiri coreani. Tra questi padre Choi Yang-oeb e i suoi 124 compagni uccisi in odio alla fede durante le persecuzioni del XVIII e del XIX secolo. «Sono
diversi i luoghi storici nella città che la nostra gente ignora» ha detto monsignor Yeom
Soo-jung, aggiungendo che ad esempio «a
Uno dei gruppi di lavoro
tecipanti all’Incontro nazionale dell’Ordo virginum delle diocesi italiane.
L’ordine delle vergini, risalente ai primi secoli del cristianesimo, è, al tempo stesso, uno dei frutti del Concilio Vaticano II, che ha saputo cogliere i segni dei tempi
e valorizzare la freschezza ed
essenzialità di un carisma
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imperniato sul proposito di
castità emesso nella mani
del vescovo e sulla sponsalità con Cristo, vissuti nel radicamento nella Chiesa diocesana e nella presenza
"profetica" nel mondo.
«Voi siete una benedizione
per le vostre Chiese locali e,
nella misura della vostra esperienza di Dio, sarete sempre più ponte tra il cielo e la
terra, perché con la consacrazione verginale siete libere di giocarvi tutta l’esistenza come profezia, senza sconti e senza riserve», ha
evidenziato Fontana nella
sua omelia. E la profezia - o
provocazione - è stata il filo
conduttore dell’Incontro
che, snodandosi attorno al-
la costituzione conciliare
Gaudium et spes, ha focalizzato l’attenzione sul significato di essere vergini consacrate qui ed ora, chiamate a
fare proprie «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi» e,
contemporaneamente, ad
essere testimoni di speranza perché «solo Dio basta».
In fondo, cos’è la verginità
consacrata se non un’esperienza di fede e di amore?»,
ha ricordato Mario Meini,
vescovo di Fiesole, presiedendo una delle celebrazioni liturgiche. Anche Simone
Giusti, vescovo di Livorno,
ha risposto a questo interrogativo: «Qual è la vostra
profezia? La verginità. Una
La Messa conclusiva
di Betori. Gli interventi
di Fontana, Meini, Giusti
e Cetoloni. Rimarcata
l’importanza di «essere»
più che del «fare»
vita donata nella castità è una provocazione perché va
controcorrente in un mondo di falsità ed apparenza in
cui rischiamo di essere risucchiati per paura di non
sembrare moderni. Essere
profetici vuol dire andare oltre, ricordare ciò che è essenziale. Il vostro carisma si
radica profondamente nel
mistero di Maria - vergine,
sposa e madre - e nel mistero della Chiesa: questo è anche il vostro mistero, che deve risplendere nel volto di
donne innamorate di Dio,
piene di gioia». Donne che
sanno «cogliere il bene, che
è quanto di più vero ci sia in
ogni realtà perché è quello
che Dio vede», come ha sottolineato Rodolfo Cetoloni,
vescovo di Grosseto. Donne
di preghiera, immerse nel
costante colloquio con lo
Sposo sia nella quotidianità
delle proprie città sia nella
pace del Santuario della Verna, in cui il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di
Firenze, ha presieduto la celebrazione eucaristica con-
clusiva dell’Incontro.
«La consacrazione non è un
bene personale ed intimistico», ha ricordato nella sua
relazione il liturgista padre
Lamberto Crociani, servo di
Maria, «ma è un dono da vivere condividendo la croce
di tutti gli uomini, incarnate nella storia eppure capaci di anticipare l’esperienza
del futura del Regno, in un
oggi da vivere senza evasioni, con responsabilità. Non
è importante quanto o cosa
fate, ma è il dono della verginità a caratterizzare tutto
ciò che fate». E proprio l’importanza dell’«essere» più
che del «fare» è emersa anche nell’ambito della tavola
rotonda, in cui tre consacra-
te nell’Ordo Virginum, Lorena Cardone di Torino, sindacalista della Cgil, Paola Nicodemo di Saluzzo, medico
di famiglia e Marianna Russo di Salerno, ispettore del
lavoro, hanno condiviso con
l’assemblea la propria esperienza umana, spirituale e
professionale, nell’impegno
quotidiano a seguire lo
«Sposo» ovunque vada, anche negli ambienti più insospettabili e talvolta faticosi,
perché, citando la Gaudium
et spes, «Gesù ha lavorato
con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha
agito con volontà d’uomo e
ha amato con cuore d’uomo».
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August 31, 2013 5:01 pm / Powered by TECNAVIA
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