Opuscolodiinformazioneacuradelgruppo Domenica 8 ottembre 2006 - Numero 25 In questo numero: PENTANGOLO NOTIZIE BREVI DAL MONDO LA RECENSIONE DEL MESE Diamanti e armi FAVOLE DALL’AFRICA Il coniglio ruba il pasto all’elefante N el 1995, la produzione PENTANGOLO diamantifera angolana Ë stata di 700 milioni di dollari, ma di tutto questo denaro solo 147 milioni sono finiti nelle casse della Endiama, la compagnia controllata dal governo angolano. La compagnia sudafricana De Beers - controlla lí80% del mercato mondiale -, ha ammesso di aver speso, nel 1992, 500 milioni di dollari per acquistare diamanti legali ed illegali provenienti dallíAngola. Tra il 1992 ed il 1998, il commercio dei diamanti, estratti nelle miniere sotto il controllo dei ribelli, ha fruttato all’UNITA poco meno di 4 miliardi di dollari. Secondo un recente rapporto dellíInstitute for Security Studies di Pretoria (ISSP) ñ Angolaís war economy: the role of oil and diamonds ñ il ìfatturatoî dellíindustria dei diamanti controllata dallíUNITA ammontava, nel 1999, a 300 milioni di dollari, che corrisponde al 10% della produzione mondiale delle gemme. Senza líappoggio della rete specializzata nel traffico di diamanti ñ assicurano i servizi segreti militari belgi (Sgr) ñ líUNITA non potrebbe sopravvivere. LíSgr non si ferma qui, e indica anche come sia ìevidente che il Belgio giochi un ruolo preponderante nel traffico díarmi, di beni e di diamanti a beneficio dellíUNITA, e ciÚ con líaiuto del trasporto aereo. Questo trasporto Ë la fonte di sopravvivenza dellíUNITA. Non solamente le armi arrivano con questo trucco, ma anche i diamanti sono esportati in questa manieraî. I servizi segreti chiamano in causa direttamente la Sabena, grazie alla compiacenza della quale si consumerebbe un balletto tra Johannesburg, Kufunfu (in mano allíUNITA), Kinshasa, ancora Kufunfu e Johannesburg, che permette di ìripulireî i brillanti, spacciandoli, con tanto di certificato contraffatto del Centro nazionale di riconoscimento (CNE) per congolesi. Secondo líISSP e Global Witness il traffico di diamanti ñ e di armi - tra líAngola e il Belgio si snoda attraverso anche stati africani compiacenti come Costa díAvorio, Gambia, Marocco, Maurizio, Namibia, Repubblica Centrafricana, Ruanda, Togo, Uganda. Nellíultimo decennio il business ha rovesciato ogni convenzione: Washington arma e addestra le truppe governative e Savimbi si rifornisce allíEst, se non in Russia almeno in Ucraina, Romania e Bulgaria, anche attraverso finte vendite in Togo e Burkina Faso. Alcune fonti riferiscono che i ribelli avrebbero recentemente ottenuto aerei Mig 23 ed elicotteri da attacco Mi 25 Hind con ìequipaggi mercenariî. Potrebbe trattarsi dei mercenari sudafricani di Executive Outcomes, una societ‡ che ha avuto in questi anni in Africa contratti per decine di milioni di dollari per la protezione degli impianti minerari, in particolare di diamanti, in Sierra Leone e, appunto, in Angola. Un rapporto dellíONU coinvolge nei traffici Victor Bout, e le sue compagnie aeree Air Pass, Cessavia, IRBIS, e Central African Airways. Uníaltra compagnia implicata Ë la Santa Cruz Imperial, una sussidiaria della Flying Dolphin. Bout possiede anche la Air Cess Incorporated, registrata a Miami. Il rapporto specifica che tra i soci di Bout cíË anche un inglese, Michael Harridine, dellíufficio registrazione aerei situato nel Kent, e ammonisce anche sullíuso delle bandiere di comodo, che rappresenta un modo facile per evitare controlli, grazie ad operatori non scrupolosi. Un traffico impressionante di imprese, spesso associate a personaggi come Maurice Tempelsman, amico personale del maresciallo Mobutu (e suo grande sponsor presso Jimmy Carter) e gi‡ implicato nel traffico di diamanti che alimenta la guerra in Sierra Leone, che in barba allíembargo avrebbe fondato una societ‡ con lo stesso Savimbi. Uníaltra societ‡ sarebbe controllata da persone molto vicine (la famiglia Bakri) ad organizzazione sciite, pi˘ precisamente Amal e Hezbollah, implicate nel recente assassinio del dittatore congolese Laurent DÈsire Kabila. Pubblicamente, líindustria dei diamanti dichiara che non Ë possible identificare la fonte da dove provengono le pietre. In effetti, importanti esperti affermano che si puÚ facilmente identificare la fonte dove provengono i diamanti, e che spesso si puÚ arrivare a stabilire persino la miniera da cui DIAMANTI E ARMI continua pagina 2 sono stati estratti. La De Beers ñ controlla lí80% della produzione mondiale - oggi garantisce che i suoi diamanti non vengono da territori sotto il controllo dellíUNITA o dei ribelli in RDC o Sierra Leone. Ha pure chiuso i suoi uffici acquisti africani, e ha dichiarato ufficialmente che adir‡ a vie legali contro tutte le fonti da cui acquista pietre preziose, se hanno venduto loro diamanti provenienti dai territori controllati dai ribelli. Non cíË alcuna conferma a questi annunci. Davanti a una richiesta del governo inglese, De Beers si Ë rifiutata di chiarire la provenienza di 1 miliardo di dollari in diamanti transitati per Londra. Secondo un rapporto dellíONU i ìmaggiori commercianti, alcuni dei quali ben conosciuti come clienti della De Beers, sono stati riconosciuti mentre acquistavano diamanti grezzi dallíUNITAî. Alcuni uffici acquisti della De Beers, poi, hanno operato fino allíinizio del 2000, acquistando diamanti angolani senza certificato di origine. Solo una maggiore efficacia nellíapplicazione delle sanzioni potr‡ ridurre la potenza di fuoco dellíesercito ribelle, e costringere una buona volta líUNITA a trovare un accordo duraturo con líaltra parte. CiÚ significa controllare organizzazioni come la “Commissao de Justica, Paz e Reconciliacao em Angola” (Commissione di giustizia, pace e riconciliazione in Angola) che Ë sospettata di curare gli interessi dellíUNITA nei suoi uffici in Portogallo, Italia e Irlanda; esercitare pressioni politiche su Paesi come lo Zambia, dove transitano la maggior parte dei diamanti dellíUNITA, o quelli dellíEst europeo, da dove partono la maggior parte delle armi che finiranno poi nelle mani dei ribelli. Evidentemente tutto questo potr‡ succedere quando i Paesi occidentali inizieranno a preoccuparsi seriamente dellíesplosiva situazione africana. Fino ad ora, la risposta ONU al problema delle sanzioni Ë la creazione di un gruppo di 5 esperti, che ha pubblicato il 15 marzo 2000 un rapporto al Consiglio di Sicurezza dellíONU, che esponeva come singole persone e governi avessero aiutato líUNITA a costruire un formidabile arsenale in cambio di diamanti grezzi. A seguito di questo rapporto Ë nato, nel luglio dello stesso anno, ìun meccanismoî di monitoraggio sullíapplicazione dellíembargo imposto dallíONU sullíUNITA, che ha continuato a raccogliere informazioni sulle violazioni allíembargo, e ha proposto líapplicazione di sanzioni a ogni Paese che lo ha violato (come il Togo, il Burkina Faso e la Costa díAvorio). Fino ad ora perÚ tutto si Ë bloccato per líopposizione francese. Il meccanismo ha chiuso i battenti dopo solo 6 mesi di vita, e attualmente si sta discutendo se Ë opportuno creare un corpo permanente (permanent body), che si occupi delle sanzioni in Sierra Leone e in Liberia. Tratto da ì Societ‡ delle missioni Africane ñ SMAî FIABE DALL’AFRICA Il coniglio ruba il pasto all’elefante Un giorno Kalulu il coniglio stava guardando i piccoli di Soko la scimmia che giocavano tra gli alberi: ogni scimmietta tratteneva il fratello tenendolo per il collo, come un prigioniero. Kalulu penò che poter far questo poteva servire a tante cose: lui non aveva una coda lunga,ma avrebbe potuto intrecciare le liane della foresta in un nodo. Nei giorni seguenti numerosi animali rimasero impigliati così nella foresta, riuscendo a scappare con gran difficoltà. Pensavano che fosse un caso, ma in realtà era Kaulu che sperimentava la sua trappola fatta con le liane. Qualche giorno dopo Polo l’elefante decise di fondare un nuovo villaggio, e, essendo il re degli animali, convocò ogni essere vivente della forestaperché lo aiutasse a costruire il villaggio. Vennero tutti, eccetto Kalulu. Kalulu aveva però sentito l’odore delle buonissime bacche che le mogli di Kalulu stavano preparando per la sua cena, e quando le bacche si furono raffreddate, Kalulu uscì dal suo nascondiglio e se le mangiò tutte. Polo era furioso quando tornò a casa scoprendo che tutte le sue bacche erano state rubate. Chi gli aveva osato rubargli il pranzo? Il giorno dopo Polo chiese al leone di appostarsi vicino, e di saltare addosso al ladro quando fosse arrivato. Ma Kalulu era nascosto nei cespugli e sentì tutto, così passò la notte a preparare un enorme nodo, che mise vicino alle pentole. Il mattino seguente, mentre gli animali stavano lavorando al nuovo villaggio, Kalulu uscì all’aperto e cominciò a mangiare le bacche di Polo, con un occhio dove era appostato il leone. Una volta finito il pranzo Kalulu fuggì, e Ntambo il leone cominciò ad inseguirlo. Kalulu passò attraverso il nodo che aveva costruito, e quando Ntambo lo seguì fu intrappolato e issato a mezz’aria, dove si agitò e sbraitò fino a sera, quando gli altri animali ritornarono al villaggio e lo videro appeso. Ntambo si vergognava troppo a dire che era stato intrappolato da un coniglio, così disse semplicemente che qualche animale sconosciuto l’aveva intrappolato. Il giorno dopo fu il turno di Mbo il buffalo di sorvegliare le bacche del suo re, ma Kalulu aveva messo un grande nodo tra due palme. Quando Kalulu finì di mangiare e iniziò a scappare, il bufalo lo inseguì, ma il coniglio lo attirò verso le due palme, e quando il buffalo lo seguì rimase intrappolato nel nodo ed appeso a mezz’aria, dove sbraitò e si agitò fino a sera, quando gli alri tornarono e lo trovarono appeso. Mbo il buffalo si vergognava a dire che era stato sconfitto da una lepre, pensando a cosa avrebbero pensato gli altri animali. Poi fu il turno del leopardo, della lince, del rinoceronte e dello sciacallo: Kalulu continuò a rubare le bacche di Polo. Alla fine Nkuvu la tartaruga, che era più saggia degli altri, andò privatamente da re Polo e disse: “Fammi cospargere di sale dalle tue mogli e mettere in mezzo alle bacche, così prenderò il ladro.” Il giorno dopo Nkuvu fu in gran segreto cosparso di sale e nascosto in mezzo alle bacche. Il coniglio fannullone voleva di nuovo mangiare a sbafo, e dopo aver messo il suo nodo, saltò in mezzo alle pentole mentre tutti gli animali stavano lavorando e incominciò a mangiare. Pensava che le bacche erano ancora più buone che altre volte, avevano un delizioso sapore salato. Ma prima che potesse finire, Nkuvu l’aveva afferrato per un piede. Il coniglio gridò, supplicò, trattò ed offrì doni, ma senza risultato. Nkuvu non diceva niente, semplicemente tratteneva Kaulu per un piede, e quando gli animali tornarono dal nuovo villaggio Kalulu era ancora prigioniero. Quando gli altri animali videro chi era in realtà il ladro, decisero di ripagarlo nello stesso modo in cui erano stati trattati. Per sei giorni rimase senza mangiare, e per tutto il giorno dovette rimanere appeso ad un albero con un nodo. Quando la punizione finì il coniglio era così magro che gli animali si impietosirono e lo lasciarono andare, avvisandolo che era meglio lavorare per mangiare piuttosto che rubare, e che se un ladro può scappare una volta, di sicuro prima o poi sarà catturato. LA RECENSIONE DEL MESE La resistenza dei vinti Percorsi nell’Africa contadina di Giordano Sivini Collana: Campi del sapere Pagine: 276 Prezzo: Euro 18 Le classi dirigenti dell’Africa subsahariana postcoloniale hanno tenacemente perseguito la modernizzazione dell’agricoltura e dell’allevamento. Il programma comune, al di là delle differenze tra i regimi politici, è stato quello di spazzare via l’economia di sussistenza e di far passare rapidamente contadini e pastori all’economia di mercato o pianificata. La cooperazione internazionale allo sviluppo ha alimentato, finanziato e sostenuto questa visione con progetti costosi e a volte inutili, che hanno contribuito alla disgregazione degli equilibri delle società tradizionali e al mantenimento di una classe politica e burocratica parassitaria. Il mondo agricolo-pastorale è stato quindi oggetto di un nuovo sfruttamento, al quale ha cercato di resistere come ha potuto, per poi rassegnarsi all’emigrazione all’estero o nelle città africane. Giordano Sivini ricostruisce come tutto ciò sia avvenuto a partire da vicende osservate e studiate in prima persona, lavorando per la Cooperazione italiana. Sivini ripercorre i processi storici precedenti il colonialismo collegati al bisogno di modernizzazione implicito nel rapporto di sfruttamento instaurato dal colonialismo e diventato, dopo l’indipendenza, funzionale alla rendita dei ceti urbani. Affronta il problema del rapporto tra sviluppo e sottosviluppo e quello della cooperazione allo sviluppo, delle sue carenze e delle malefatte che ha prodotto. Il libro è costruito come un grande viaggio sulle rotte di Senegal, Mali, Burkina Faso, Etiopia, Tanzania e Angola. Le descrizioni delle diverse realtà si alternano ad ampie finestre sul paesaggio e la natura, all’incontro con le genti, ai colloqui con le personalità e gli attivisti locali e alla ricostruzione del clima politico in cui si è operato. Autore: Giordano Sivini - (Trieste 1936) è professore di Sociologia politica presso la Facoltà di Economia dell’Università della Calabria. Si occupa di problemi dello sviluppo e delle migrazioni. Svolge attività nella cooperazione internazionale. Sull’Africa ha pubblicato: Politica agricola e prospettive di autosufficienza alimentare del Senegal (1984), Rapporti sociali e agricoltura in Mali (1987), Allevamento tradizionale e progetti di sviluppo in Africa. La riproduzione sociale dei Masai (1988), Migrazioni. Processi di resistenza e di innovazione sociale (2000). NOTIZIE DAL MONDO DA OGGI RAMADAN IN ALCUNI PAESI ARABI, IN ISRAELE È CAPODANNO EBRAICO L’Islam è una religione di affezione, pietà, tolleranza, dialogo come effettiva partecipazione all’avanzamento della civiltà umana: lo affermano in un messaggio alla nazione il re dell’Arabia Saudita Abdullah Bin Abdul Aziz e il principle Sultan Bin Abdulaziz, i custodi delle due moschee sacre dell’Islam (La Mecca e Medina) in occasione dell’inizio del Ramadan. Le autorità religiose in Arabia Saudita, Kuwait, Qatar e Barhein hanno annunciato l’avvistamento della luna, che dà inizio ufficialmente al mese che i musulmani dedicano al digiuno e alla preghiera e che può variare da paese a paese in quanto basato sul calendario lunare. Il 23/09/06 è stato il primo giorno di Ramadan in anche in Giordania, Sudan, Emirati Arabi, Yemen, Iraq (per i sunniti) e nei Territori palestinesi. La nazione islamica -hanno detto ancora il re e il principe saudita- soffre per certi suoi figli che non hanno compreso che questa religione chiede amore, pietà e tolleranza. In Egitto invece l’ufficio del Mufti -il massimo rappresentante islamico del paese- ha dato inizio al Ramadam il giorno 24/09/06 come anche in Oman e in Siria. Il Ramadan coincide con il nono mese del calendario lunare (Hijiri); è uno dei cinque precetti dell’Islam e prevede l’astensione da cibo, bevande, fumo, rapporti coniugali nell’arco della giornata, dall’alba al tramonto. Anche quest’anno coincide con il capodanno ebraico Rosh Hashanah, i cui festeggiamenti sono iniziati il 22/09/06 al tramonto e si sono protratti fino al 24/09/ 06. Come accade da alcuni anni, in occasione di questa festività sono stati sigillati i territori palestinesi nel timore di attentati. Nella Striscia di Gaza (peraltro chiusa ormai da mesi) è stata autorizzata la riapertura per due giorni del valico di Rafah con l’Egitto, chiuso dopo il rapimento di un soldato israeliano lo scorso 25 giugno. SUD DEL MONDO BREVISSIME DALL’AFRICA COSTA D’AVORIO – La partenza dei circa 4.000 soldati francesi sotto mandato Onu presenti nel paese e la dissoluzione del cosiddetto ‘Gruppo di lavoro’ – composto da rappresentanti della comunità internazionale – sono state chieste dal Fronte popolare ivoriano (Fpi), il partito del presidente Laurent Gbagbo. ZIMBABWE – “Profonda preoccupazione” è stata espressa dall’Unione Europea per possibili violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia durante il massiccio intervento per sedare proteste anti-governative organizzate a metà di settembre dai sindacati nella capitale Harare. CAMERUN – Un rimpasto di governo che ha coinvolto 16 ministeri è stato deciso dal presidente Paul Biya e annunciato dalla radio nazionale; alla guida del governo resta Ephraim Inoni, nominato premier nel dicembre 2004 dopo la rielezione di Biya, al potere dal 1982. NIGERIA – Un numero imprecisato di cristiani –centinaia secondo la stampa locale – avrebbe abbandonato le proprie case cercando rifugio in caserme della polizia dopo violenze nella città di Dutse, capitale dello stato settentrionale di Jigawa, dove gruppi di musulmani hanno protestato in modo violento per presunte dichiarazione blasfeme di una ragazza cristiana. NIGER – Almeno 18 persone sono morte per un’epidemia di colera che si è sviluppata in seguito alle intense piogge delle scorse settimane; secondo l’Ufficio umanitario dell’Onu (Ocha) di Ginevra, negli ultimi 20 giorni sono già avvenuti oltre 200 contagi. THAILANDIA GIUNTA MILITARE “IMPONE” IL SORRISO AI SOLDATI I militari autori del colpo di stato del 19/09/06 hanno stilato un elenco di quattro candidati all’incarico di primo ministro ‘ad interim’ che sarà sottoposto al vaglio del re Bhumibol Adulyadej: lo riportano fonti della stampa tailandese precisando che il nome più noto è quello di Supachai Panitchpakdi, già direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto) dal 2002 al 2005 e attuale segretario generale della Conferenza dell’Onu sul commercio e lo sviluppo (Unctad). La lista include anche il governatore della Banca della Thailandia, Pridiyathorn Devakula e i presidenti dei due principali tribunali del paese, Charnachai Likhitchitta e Akkharathorn Chularat. Il sedicente ‘Consiglio per le riforme democratiche sotto la monarchia costituzionale’ (Cdrm) ha promesso che il nuovo capo del governo sarà un civile e verrà designato entro due settimane dal golpe per “tracciare la strada” in vista delle elezioni che dovrebbero tenersi nell’ottobre 2007. In un messaggio diffuso dalla radio militare, la giunta ha intanto ordinato ai soldati a “continuare a sorridere”, incoraggiandoli a “mantenere un’immagine amichevole di fronte alla popolazione”, scrive oggi il quotidiano Bankok Post; il giornale aggiunge che molti abitanti di Bangkok si sono presentati spontaneamente ai posti di blocco dell’esercito portando cibo ai soldati. L’estromissione del discusso primo ministro e ‘tycoon’ dei media Thaksin Shinawatra, che secondo la stampa nazionale si troverebbe ancora a Londra, non ha cambiato la situazione nel sud del paese, dove dal 2004 un’insurrezione da parte di separatisti musulmani ha già causato la morte di 1.400 persone. Quattro poliziotti sono rimasti feriti in un attentato dinamitardo nella provincia di Pattani, il primo dal golpe: le vittime erano di guardia a una moschea dove si trovava in visita il principe ereditario Vajiralingkorn, figlio di Bhumibol. SUD DEL MONDO BREVI DALL’ASIA PAKISTAN – Un ordigno è esploso in una stazione di autobus nel distretto di Dera Ghazi Khan uccidendo un bambino di sette anni e un anziano e ferendo altre otto persone: secondo la polizia locale, la bomba era nascosta in una bicicletta, ma per il momento non sono state formulate ipotesi sui responsabili. Dera Ghazi Khan, 480 chilometri a sud ovest della capitale, Islamabad, confina con la provincia del Baluchistan, dove da anni i ribelli di etnia ‘baloch’ guidano una rivolta secessionista per il controllo delle risorse energetiche. ASIA MERIDIONALE – Le tempeste abbattutesi nei giorni scorsi sull’India settentrionale e il Bangladesh hanno provocato finora 170 morti e circa 375.000 senza tetto: le vittime sono soprattutto pescatori bangladesi le cui imbarcazioni sono affondate a causa della depressione atmosferica che ha portato intense piogge e forti venti sul Golfo del Bengala; si teme che siano molti, alcune fonti parlano di centinaia, quelli ancora dispersi in mare aperto. Gli sfollati sono concentrati soprattutto nello stato indiano del West Bengala, dove 70.000 abitazioni sono state distrutte. NEPAL – Le autorità hanno perso il contatto radio con un elicottero che trasportava una ventina di persone attese per una conferenza sull’ambiente a Taplejung, 300 chilometri ad est di Kathmandu; a bordo si trovavano il vice-ministro per le Foreste, Gopal Rai, alcuni funzionari del governo e sette cittadini stranieri tra cui membri dell’organizzazione ‘Wwf’. “Potrebbe trattarsi di un incidente. Abbiamo inviato due velivoli per le ricerche ma le cattive condizioni meteorologiche li hanno costretti a tornare indietro” ha detto un responsabile del traffico aereo locale. SUD DEL MONDO BREVI DALL’AMERICA LATINA BRASILE – “Vinceremo al primo turno”: così il presidente Luiz Ignácio Lula da Silva si è rivolto a una folla di sostenitori riuniti a Sorocaba riferendosi alle attese elezioni di domenica prossima, segnate da una vigilia di tensione a causa di pressioni e presunti scandali che hanno coinvolto alcuni collaboratori del suo Partito dei lavoratori (Pt). “Ci denuncino, facciano quello che credono, vinceremo con la faccia pulita” ha detto Lula riferendosi ai suoi detrattori; “Questa non è la campagna di un candidato contro un altro, ma quella del popolo lavoratore contro l’élite aristocratica” ha aggiunto il presidente uscente, sempre primo nei sondaggi con oltre il 50% delle preferenze. ECUADOR – Almeno 46 persone, la maggior parte bambini, sono morte il 24/09/06 in un drammatico incidente che ha coinvolto uno scuolabus precipitato in un burrone tra le località di Pifo e Papallacta, 60 chilometri a est della capitale Quito. Secondo i soccorritori il bilancio rischia di essere ancora provvisorio: alcuni passeggeri sarebbero